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Violencia, naturaleza y placer. Haneke vs. Tarantino
Scienza&Cultura è un progetto di comunicazione scientifica giunto quest'anno alla sua II edizione grazie ai finanziamenti dell'Adisu Puglia nell'ambito del Bando unico per la realizzazione di iniziative a carattere formativo, culturale e sociale, promosse dagli studenti degli Atenei e delle istituzioni AFAM pugliesi per l'anno accademico 2013/2014 e cofinanziato dal CISMUS (Centro interdipartimentale di Servizi per la Museologia Scientifica). Da questo progetto nasce l'omonimo notiziario scientifico, frutto del lavoro di un gruppo di studenti universitari con l'obiettivo di "aprire" l'Università alla società per avvicinarla anche ai non addetti ai lavori e alle discipline scientifiche.
Scienza&Cultura è un progetto di comunicazione scientifica giunto quest'anno alla sua II edizione grazie ai finanziamenti dell'Adisu Puglia nell'ambito del Bando unico per la realizzazione di iniziative a carattere formativo, culturale e sociale, promosse dagli studenti degli Atenei e delle istituzioni AFAM pugliesi per l'anno accademico 2013/2014 e cofinanziato dal CISMUS (Centro interdipartimentale di Servizi per la Museologia Scientifica). Da questo progetto nasce l'omonimo notiziario scientifico, frutto del lavoro di un gruppo di studenti universitari con l'obiettivo di "aprire" l'Università alla società per avvicinarla anche ai non addetti ai lavori e alle discipline scientifiche.
Raccolta completa degli articoli di Amadeo Bordiga sulla cosiddettta "conquista dello spazio" (Sbornia di ballistica spaziale, 1957-1967).
La Questione Filosofica a cui è dedicata la sezione I di questo nuovo numero 9 di InCircolo discute l’intreccio sempre più intricato di Natura e Cultura, due concetti le cui relazioni reciproche hanno da sempre stimolato la riflessione filosofica e oggi più che mai richiedono di essere indagate. Inaugura il numero un breve Contributo Speciale in cui Susy Ferrario racconta e riporta alcune riflessioni di Patrizia Pozzi, filosofa milanese da qualche tempo malata di SLA che con coraggio e perseveranza continua a praticare intensamente la vita filosofica. La prima sezione si apre con una introduzione tematica di Matteo Canevari, ideatore e curatore della stessa, a cui rimandiamo per una discussione più ampia circa il modo in cui il tema è stato declinato. Ad essa fa seguito la traduzione di uno scritto dell’antropologo Philippe Descola che, a partire dai suoi studi sul campo presso le popolazioni amazzoniche, ha sviluppato una ampia riflessione critica sulle pretese universalizzanti della dicotomia natura/cultura che informa il pensiero occidentale, emergendo come uno dei massimi studiosi del problema. Gaspare Polizzi segue l’evoluzione del pensiero di Michel Serres, l’autore del Contratto naturale in cui tematizza la necessità di un nuovo rapporto tra uomo e natura, a partire dal ripensamento dello statuto dell’umano alla luce del processo di ominazione. Andrea Bonato e Gioacchino Orsenigo, due giovani studiosi, allargano il discorso includendo gli aspetti politici che il cambiamento di paradigma nella concezione della natura implica, prospettando la necessità di “un popolo a venire” capace di andare oltre la fine del modo occidentale di abitare il mondo, sulla scia delle posizioni di Eduardo Viveiros de Castro. Laura Volpi, antropologa milanese, si immerge nella ricerca sul campo presso la comunità amazzonica kichwa El Wayku, dando sostanza etnografica alla concezione ecologica nativa, che supera la distinzione natura/cultura nella direzione di un sistema integrato di relazioni orizzontali tra tutti gli esistenti, alternativo alla nostra concezione naturalista. Chiude la sezione Giovanni Fava di Bologna, che ripercorre analiticamente la formazione della riflessione di Descola, proponendo una utile sintesi. La sezione II, Laboratorio, ospita invece tre contributi che tornano ad affrontare il tema dello scorso numero 8, ovvero l’attualità di Spinoza e le molte questioni aperte relative all’interpretazione del suo pensiero. Nel primo saggio Alessio Caselli indaga la ripresa critica da parte di Giovanni Gentile di alcune idee del filosofo olandese. Michael A. Istvan Jr. propone una densa e approfondita analisi della relazione di sostanza e attributi come cifra caratteristica del suo concetto di Dio ed esplora punti di convergenza e tensione con altre determinazioni che il pensatore offre del medesimo concetto. Infine, Dimitris Vardoulakis rilegge in maniera inedita il rapporto tra Hobbes e Spinoza, riconoscendovi due tentativi opposti di fondare la politica sul principio epicureo secondo il quale l’uomo agisce sempre in base alla propria utilità. Per quanto riguarda le sezioni successive, in Culture Ayşe Yuva riflette sull’identità della tradizione filosofica europea a partire da un punto di vista eccentrico ed estremamente intrigante: quello proposto da due autori “materialisti” attivi nella Turchia di fine Ottocento. In Intersezioni Marco De Paoli prende in esame gli scritti di Giorgio De Chirico e indaga le ragioni che stanno alla base della sua energica polemica contro l’intero contemporanea. Per Controversie Sofia Quaglia si concentra sul confronto tra Roberto Esposito e Peter Sloterdijk sulle nozioni di comunità ed immunologia. La sezione Corrispondenze presenta un contributo di Anna Bertelli che racconta un’esperienza di ricerca tra i giardini di Pavia e Monaco. In Pratiche Filosofiche Alessandra Modugno riflette su quali possano essere le modalità migliori per comunicare il valore dell’esperienza filosofia alla società. Chiude il numero una ricca sezione di Letture e Eventi. La sezione si apre con un breve intervento che Silvana Borutti avrebbe dovuto esporre in occasione di un incontro (poi annullato a causa dell’emerganza Covid-19) su Etica del ribelle di Giulio Giorello, purtroppo recentemente scomparso. Seguono infine ben sei recensioni: Gianni Trimarchi su Il futuro di ieri di Paolo Calegari; Cristiano Vidali su Identità della persona e senso dell’esistenza di Andrea Zhok; Franco Sarcinelli su Corpo e rappresentazione di Massimo Mezzanzanica; Enrico Palma su Tempo e materia di Alberto Biuso; Fabio Fossa su Using Words and Things di Mark Coeckelbergh, e Elvira Gravina su Strange Tools di Alva Noe. Le vicende che hanno segnato la storia del mondo nei mesi in cui il numero è stato pensato e preparato – e che ancora gettano una luce obliqua su questi primi giorni estivi – si sono in piccolo riverberate anche sul lavoro di organizzazione, edizione ed impaginazione. Ci congediamo dunque ringraziando di cuore tutti i membri del team di InCircolo per lo straordinario contributo che ognuno di essi ha saputo dare alla buona riuscita del progetto. Un sentito ringraziamento va anche ai revisori che, con il loro impegno, assicurano la qualità dei contributi pubblicati sulla nostra rivista: Luca Brovelli, Tiziano Cancelli, Giovanni Carletti, Alessandro Carrieri, Giovanna Cosenza, Simona Di Paola, Francesca Giuliano, Caterina Moruzzi, Mario Porro, Nicola Russo, Martino Sacchi, Andrea Sangiacomo, Alice Sarcinelli, David Silva Labra, Irene Sucameli e Cristina Zaltieri.
NON solo Agricultura ed Energie Sostenibili NON solo Riso, NO Lavoro Terra, NO concimi nemmeno stallattico, NO pesticidi, NO sprechi Acqua; SI a modello Vita Inclusivo, Incremento Bio_Diversità, Impronta Carbonio positiva, Considerazione Sociale per Tutti gli StakeHolders
Cadmo, 2006
Chi ricorre alla solita evocazione retorica delle grandi figure che nei secoli passati hanno illustrato la scienza italiana, farebbe meglio a riflettere sulla condizione attuale della ricerca nel nostro paese. E, quando si continua a ripetere che l'Italia è il paese di Galileo, per vantare immeritati quarti di nobiltà, si trascura di aggiungere che, se non fossero bastati al povero Galileo tutti i guai passati in vita, si troverebbe oggi a dover subire un esilio umiliante, senza neanche la possibilità di trovar rifugio in una ospitale Repubblica di Venezia. La cultura matematica e scientifica sembra attrarre sempre meno gli studenti italiani, come mostrano i dati relativi alle immatricolazioni ai corsi di laurea delle facoltà di Scienze (Matematica, Fisica, Chimica, Biologia, Scienze della Terra e tutte le altre più o meno astruse denominazioni prodotte dalla fantasia di accademici che hanno interpretato l'autonomia come un'occasione per affermare un proprio spazio nell'organizzazione degli studi). Non è un problema nuovo, perché già dagli ultimi decenni del Novecento si poteva osservare che la crescita della popolazione universitaria non coinvolgeva gli studi matematici e scientifici. Ricordo di aver assunto anch'io i panni di Cassandra quando segnalavo, alla fine dello scorso decennio, che sarebbe stato difficile senza un mutamento di rotta assicurare il ricambio del numero ingente di insegnanti di matematica e scienze che sarebbero andati in pensione nei quindici-vent'anni successivi. Ora, come spesso accade, la questione è diventata di attualità: e ciò è avvenuto non perché finalmente si sia preso atto di un fenomeno preoccupante, che riguarda non solo la scuola, ma più in generale l'evoluzione (mi viene di dire l'involuzione) del quadro culturale del nostro
Umanesimo e tecnologia, 2021
Affrontare il problema del rapporto fra letteratura e scienza nell'Italia postunitaria significa entrare in un territorio di «tensioni» estetiche e culturali caratterizzate da vari momenti di dialogo e proficua contaminazione interdiscorsiva, ma anche e soprattutto da quel «basso continuo» di incomprensioni e di diffidenze che ha contraddistinto gran parte della cultura italiana degli ultimi centocinquant'anni. Del resto, ogni considerazione sulla tradizione letteraria italiana va situata all'interno di un contesto storico-culturale e di un quadro critico che si sono dimostrati refrattari a un'integrazione (o anche solo a un avvicinamento) del discorso, della metodologia e della conoscenza delle scienze esatte. Un latente idealismo antipositivista ha caratterizzato per lunghi periodi i quadri intellettuali del nostro paese, inclini a un conservatorismo e provincialismo di fondo che non hanno mai abbandonato la storia culturale italiana; incoraggiati anche da quello che Charles P. Snow definiva il «luddismo» degli intellettuali, per cui sono stati minoritari gli umanisti capaci di fare uno sforzo di «immaginazione simpatetica» nei confronti della civiltà tecnologica, e di vedere non solo i disagi e i pericoli dell'industrializzazione ma anche le sue capacità emancipative 1 .
2011
Data about 700 museums, 240 temporary exhibitions, 40 exhibition designers, 30 technologies, 150 archives
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Revista Brasileira de História - Vol. 27 N. 53, 2007
History of European Ideas, 2003
International Journal of Fauna and Biological Studies, 2016
Lentera Hukum Hukum, Volume 8 Issue 3 (2021), pp. 347-386, 2021
Journal of Autoimmunity, 2015
Journal of autism and developmental disorders, 2018
Proceedings of the 2003 ACM symposium on Applied computing - SAC '03, 2003
Pharmaceutical care España, 2022
IEEE Transactions on Visualization and Computer Graphics, 2022
The American Journal of Gastroenterology, 2017
The European Physical Journal A, 2005
Revista Da Associacao Paulista De Cirurgioes Dentistas, 2012
Eurasian Journal of Social Sciences, Philosophy and Culture