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Scienza&Cultura | maggio-luglio 2014

Scienza&Cultura è un progetto di comunicazione scientifica giunto quest'anno alla sua II edizione grazie ai finanziamenti dell'Adisu Puglia nell'ambito del Bando unico per la realizzazione di iniziative a carattere formativo, culturale e sociale, promosse dagli studenti degli Atenei e delle istituzioni AFAM pugliesi per l'anno accademico 2013/2014 e cofinanziato dal CISMUS (Centro interdipartimentale di Servizi per la Museologia Scientifica). Da questo progetto nasce l'omonimo notiziario scientifico, frutto del lavoro di un gruppo di studenti universitari con l'obiettivo di "aprire" l'Università alla società per avvicinarla anche ai non addetti ai lavori e alle discipline scientifiche.

Scienza numero III - maggio - luglio 2014 I iziati a ealizzata o il o t i uto dell’a.di.s.u. Puglia e ofi a ziato dal CI“MU“, ell’a ito del a do u i o pe la ealizzazione ealizzazione di iniziative a carattere formativo, culturale e sociale promosse dagli studenti degli Atenei e delle istituzioni AFAM pugliesi. & Cultura A BARI IL PALEODAYS 2014 Un racconto per immagini DA DIAGNOSTA A RESTURATORE A Bari un nuovo corso di laurea professionalizzante CONSERVARE GLI ALIMENTI CON UNA PELLICOLA DA MANGIARE: È DAVVERO POSSIBILE? La Prof.ssa Carla Severini ci racconta le nuove ricerche dell’UniFg DALL’UNIBA IL RESTAURO AMICO DELL’AMBIENTE: LA PULITURA ENZIMATICA Intervista a Giulia Germinario, dottoranda in Scienze e Chimiche Molecolari I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Costituzione Italiana ART. 34 2 N uovi ragazzi pronti a collaborare, docenti disponibili a raccontarci delle loro ricerche, blogger e giornalisti felici di pubblicizzare le nostre iniziative. Con questa nuova edizione di Scienza&Cultura abbiamo conosciuto tanto, ma non solo. Abbiamo anche fatto conoscere tanto. Ricerche e conferenze universitarie, siti archeologici e musei pugliesi, curiosità e applicazioni di discipline scientifiche. Paolo Rossi, storico della scienza, diceva “Molti fanno un uso continuo e quotidiano di macchine della più vasta specie e natura e insieme detestano tutto ciò che è artificiale, odiano l’industria, la chimica, la tecnologia, la modernità”. Tutto ciò che facciamo è strettamente scientifico, dobbiamo riconoscerlo, e quindi, perché non conoscere e non seguire la scienza un po’ più da vicino? Chi ha letto i numeri precedenti di Scienza&Cultura, sa già cosa aspettarsi sfogliando il giornale ma, per chi si fosse appena sintonizzato, ci auguriamo che possa trovare anche un semplice spunto per continuare a leggere di scienza, per interessarsi al mondo della ricerca universitaria e, perché no, appassionarsi al nostro modo di comunicare. Per questo secondo numero ringraziamo i docenti delle Università degli Studi di Bari e di Foggia per averci raccontato le loro ricerche, i laureati che hanno condiviso le loro storie di vita nelle prime pagine, chi ha voluto promuovere le nostre iniziative, i relatori degli eventi realizzati, i redattori che si sono messi in gioco e che hanno scritto con passione, l’A.di.s.u. Puglia e il CISMUS, finanziatori del nostro progetto. Grazie anche a te, destinatario delle nostre parole che ci invogli a continuare edizione dopo edizione. Quattro pubblicazioni che hanno coinvolto una trentina di studenti e due Università pugliesi, sei eventi che hanno visto un centinaio di partecipanti, 200 like sulla nostra pagina Facebook, TeleBari, RadioBari, portali e testate giornalistiche che hanno promosso le nostre iniziative. Questi i numeri della seconda edizione di Scienza&Cultura. Crediamo di aver tenuto fede all’impegno preso tempo fa: “allargare gli orizzonti”. A te la risposta. Gianluca Capuano Doriana Debellis Doriana Filannino Matteo Granatiero Concetta Lapomarda Maria Carmela Miccardi Ruggiero Tupputi Iolanda Dicosola Arturo Del Muscio Antonia Tigrano Concetta Lapomarda Maria Carmela Miccardi 3 Giusj Sabino Cosimo Damiano Papa FISICA QUANTISTICA E POST SU FACEBOOK di Elisa Storace Q ualche settimana fa mi sono imbattuta nel seguente post su facebook: «Lei disse: “Dimmi qualcosa di bello!”. Lui rispose: “(∂ + m) ψ = 0”. La risposta è l’equazione di Dirac, dove m è la massa del sistema considerato, ∂ è una variabile di Feynman e Ψ è la funzione d’onda che descrive lo stato fisico del sistema. L’equazione più bella della fisica. Grazie ad essa si descrive il fenomeno dell’entanglement quantistico. Il principio afferma che: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma, in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”. Praticamente l’equazione del vero amore…». Paul Adrien Maurice Dirac (1902 - 1984) fu un eminente fisico britannico, fondatore della meccanica quantistica insieme a colleghi del calibro di Max Planck, Albert Einstein e John Von Neumann. Fu lui che nel 1928 formulò l’equazione, nota con il suo nome, usata per descrivere il moto dei “fermioni”, particelle chiamate così in onore di Enrico Fermi. Solo che - errore n°1 - l’equazione di Dirac non descrive l’entanglement (che invece è espresso da formule un tantino più complesse) e il concetto stesso di entanglement è - errore n°2 - giusto un po’ più complicato di quello che risulta dal post. Per spiegarlo ci vorrebbe un fisico (su internet si trova solo che, letteralmente, entanglement vuol dire “ingarbugliato” o “annodato” ed è un aggettivo che descrive “la reciproca dipendenza di due o più sistemi fisici spazialmente separati”), ma io tenterò di farlo con un esempio, gentilmente offertomi da un amico fisico, che spero di riportare in modo corretto. Dunque: due elettroni vengono preparati nello stesso sistema, come potrebbe essere l’orbitale di un atomo; la caratteristica degli elettroni è che possono avere un valore, detto “spin”, che vale A o B, e quando vengono preparati nello stesso stato non possono avere lo stesso valore di spin, per cui se uno è A l’altro è B e viceversa. Ammettiamo allora di avere questi due elettroni nello stesso stato e di misurare il valore di spin di uno dei due. La misura fornisce il valore A. Ciò vuol dire che automaticamente l’altro è B. Faccio una verifica ed effettivamente misuro B come mi aspettavo. Ora immaginiamo di rimescolare questi due elettroni, di prenderne uno a caso e di spedirlo da un amico che abita dall’altra parte del mondo. Misuro il valore di spin di quello che è rimasto con me ed esce fuori che è A, poi chiamo l’amico e gli chiedo di misurare quello dell’elettrone che gli ho mandato. Effettivamente risulta essere B. Decido allora di ripetere l’esperimento e misuro di nuovo il valore di spin del mio: stavolta è B. Richiamo il mio amico, lui fa lo stesso e trova che anche il suo elettrone ha cambiato valore, che infatti misura A. Ripetiamo l’esperimento un centinaio di volte e i due elettroni fanno sempre lo stesso giochetto: se uno è A l’altro è B. Solo che la storia, al contrario di quello che lascia supporre il post su facebook - errore n°3 - non finisce così. Dopo un mese, infatti, richiamo l’amico e ripetiamo l’esperimento, ma stavolta gli elettroni fanno come gli pare: se uno è A, l’altro è A, oppure B, a caso. I due elettroni, a un certo punto (non si sa perché) hanno smesso di essere entangled… altro che vero amore! Ognuno può trarre da questa storia le conclusioni che crede (che facebook è un ottimo diffusore di bufale, che la fisica quantistica è affascinante o che l’amore eterno non esiste, a seconda delle sensibilità), personalmente mi ha fatto riflettere sulle potenzialità divulgative dei social network. Se infatti il post fosse stato scientificamente corretto avrebbe raggiunto migliaia di persone con delle informazioni vere, a costo quasi zero e in tempo reale. Da cui a me viene spontaneo fare un appello a tutti gli scienziati “in ascolto”: abitate il web, usatelo per diffondere curiosità e interesse per le vostre materie, condividete contenuti. La scienza (a anche l’amore) ringrazieranno… PS: per chi, digiuno di fisica come me, volesse approfondire quest’argomento, suggerisco un articolo pubblicato sulla rivista online dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Asimmetrie: http:// www.asimmetrie.it/index.php/as-radici-l-equazione-di-dirac …con foto di Paul D. acclusa! 4 Scienza & Cultura Direttore Elisa Storace Referee board Prof. Francesco Adduci Prof. Marcello Ciminale Prof.ssa Olinda Ferrieri Caputi Prof.ssa Caterina Laganara Prof.ssa Annalisa Marra Prof. Alessandro Monno Prof. Achille Pellerano Prof. Nicola Pugliese Prof.ssa Luigia Sabbatini Prof. Paolo Spinelli Prof. Angelo Tursi Segreteria di Redazione Concetta Lapomarda Maria Carmela Miccardi Redazione Gianluca Capuano Doriana Debellis Arturo Del Muscio Iolanda Di Cosola Doriana Filannino Matteo Granatiero Concetta Lapomarda Maria Carmela Miccardi Cosimo Damiano Papa Giusj Sabino Antonia Tigrano Ruggiero Tupputi Impaginazione e grafica Concetta Lapomarda Maria Carmela Miccardi Foto Arturo Del Muscio(pagg.21 - 26) Iolanda Dicosola (pagg.62 - 64) Maria Carmela Miccardi (pagg.39 - 41) Ringraziamenti Adisu Puglia CISMUS Accademia Pugliese delle Scienze Prof. Pasquale Acquafredda Prof. Donato Coppola Prof. Pierfrancesco Dellino Prof.ssa Clelia Gattagrisi Prof.ssa Luigia Sabbatini Prof. Eugenio Scandale Prof.ssa Carla Severini Dott. Ruggero Francescangeli Dott.ssa Giulia Germinario Dott. Bruna Giorgio Dott.ssa Cinzia Montemurro Dott. Marco Petruzzelli Sig. Nicola Mongelli L’uso delle immagini, laddove possibile, è stato concordato con gli autori. In caso contrario la redazione è pronta ad ovviare ad eventuale uso illegittimo 5 6 Eventi & Conferenze maggio - luglio 2014 15 SCIENZA&CULTURA PER VOI Salutarsi con un evento alle spalle e ritrovarsi con altri cinque...sulle spalle! 18 TEATRO PETRUZZELLI: UNIVERSITÀ... A SUON DI MUSICA Cronaca di un ’ inaugurazione 21 A BARI IL PALEODAYS 2014 Un racconto per immagini 28 DA DIAGNOSTA A RESTURATORE A Bari un nuovo corso di laurea professionalizzante La Scienza al servizio della Società 31 CONSERVARE GLI ALIMENTI CON UNA PELLICOLA DA MANGIARE: È DAVVERO POSSIBILE? La Prof.ssa Carla Severini ci racconta le nuove ricerche dell ’ UniFg 35 OGM: ALLA SCOPERTA DI UN MONDO PROIBITO Intervista alla Dott.ssa Cinzia Montemurro, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze del suolo della pianta e degli alimenti dell ’ Università degli Studi di Bari 39 DALL ’ U NIBA IL RESTAURO AMICO DELL ’ AMBIENTE: LA PULITURA ENZIMATICA Intervista a Giulia Germinario, dottoranda in Scienze e Chimiche Molecolari 7 Pagine di Archeologia: Santa Maria di Agnano (Ostuni) 42 SANTA MARIA DI AGNANO: maggio - luglio 2014 Il Parco Archeologico brindisino ci rivela i suoi tesori 44 LA “ GESTANTE ” DI OSTUNI Simbologia e ritualità celebrano la figura femminile 47 LAVORI IN CORSO A SANTA MARIA DI AGNANO Il Prof. Donato Coppola ci illustra gli studi tra passato, presente e futuro Rubriche 10 STORIE - Laureati e laureandi si raccontano 12 NOTIZIE IN UN FLASH 50 ARTE E SCIENZA - LA GIOCONDA È MONNA LISA? La verità tra scienza e leggenda 53 MATERIALI E RESTAURO - La pergamena 56 LA SCIENZA NEL QUOTIDIANO - Abbigliamento...made in nature 59 PILLOLE DI TECNONOVITÀ 60 DI STORIA E DI SCIENZA - Rizzi Zannoni, il cartografo rivoluzionario dell’ e tà moderna 62 A SPASSO TRA I MUSEI DELLA PUGLIA Il Museo di Zoologia dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro 65 CURIOSITÀ 66 LA SCIENZA È SERVITA! 68 LIBERAMENTE - Recensione di "L ’ atomo inquieto" 70 IN AGENDA 74 ...A PENNELLO - Alla scoperta di Paolo Finoglio 8 I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Costituzione Italiana ART. 34 Sede di Bari Via G. Fortunato n. 4/g Orario di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 martedì e giovedì anche dalle ore 15.00 alle ore 16.30 Contatti Telefonici Tel. 080.5438111 - 080.5438065 NUMERO VERDE 800.63.79.79 Fax 080.5576028 9 Indirizzi e-mail Generale: [email protected] PEC: [email protected] Storie laureati e laureandi si raccontano Qualche mese fa, nel dietro le quinte del nostro Scienza&Cultura, abbiamo pensato che potesse essere bello chiamare dei “volontari” a raccontarsi, così da poter ascoltare le voci di coloro che hanno concluso il loro percorso universitario o che si stanno impegnando per portarlo a termine. Voci distanti da quelle che raccogliamo abitualmente, diverse ed altrettanto preziose. Così, dopo avvisi verbali e post sul noto facebook, abbiamo avuto la possibilità di selezionare tre brevi racconti, diversissimi tra loro per esperienze, prospettive e stile. Non vi rubo altro tempo prezioso e lascio la parola ai nostri amici Marcello, Silvana e Stefano. Marcello Giannuoli Scienze Geologiche Dottore, due caffè. Se scegli la geologia, la scegli per due ragioni: uno, la natura (Homo sapiens escluso) e i meccanismi che ne regolano il funzionamento; due,il terrore della scrivania dietro cui hai visto invecchiare i tuoi. Mentre molti amici, finite le superiori, seguono percorsi prestabiliti, tu decidi di andare contro corrente, assecondando le tue inclinazioni: vulcani, dinosauri, grotte, gemme e terremoti. Così u el gio o e t i i u ’aula e s op i da su ito he a he u si golo f a e to di o ia, o più a i di quanti tu riesca ad immaginarne, può avere più storie da narrare di un intero plotone di reduci e ti senti minuscolo rispetto allo spazio e al tempo. Le escursioni didattiche, i laboratori, smartellare qua e là in cerca di fossili, è la tua uo a ita. No l’a a do i ea he el te po li e o; si o ti ua o la speleologia, o spo t he ti tengono lontano dal grigiore cittadino e con gite nelle gravine o per boschi, in compagnia dei cugini naturalisti a imparare gli uni dagli altri. Pu t oppo pe ò, p esto s op i a he, a tue spese, he l’u i e sità, affossata da politi he s elle ate o t o l’ist uzio e, o ha a asta za fo di pe i seg a ti tutto uello he do e e. Di e ta a he più o pli ato apprendere, spesso per dogmi. Si sa, ognuno ha i suoi tempi ma, statistiche alla mano, quanti alla fine si laureao i te po? Qua ti poi t o a o u la o o dig itoso? Allo a ’è hi a i Aust alia, Messi o, B asile, a ui? La verità chiedetela ai 110 e lode che lavorano nei bar. 10 Stefano Pavone, Bari. Scienze e Tecnologie per i Beni Culturali Un percorso lungo, caratterizzato da pause lavorative, iniziato e portato avanti grazie ad una fo te passio e e so l’a te e la s ie za, due a biti che, il corso di laurea in Scienze e Tecnologie per i Beni Culturali sintetizza perfettamente. I primi approcci con il mondo del lavoro sono a e uti o l’Ate eo a ese: u a selezio e pu blica per personale tecnico amministrativo da inserire nel CISMUS (Centro Interdipartimentale di Servizi per la Museologia Scientifica) terminato, personalmente, da vincitore non selezionato e che, pochi mesi dopo, mi ha permesso di prestare servizio presso lo stesso centro in qualità di volontario per il Servizio Civile Nazionale. Ci a t e a i fa, pe ò, u ’alt a passio e ha ominciato a farsi sentire in modo ben più evidente: la Musica. Suo avo la chitarra elettrica già da diversi anni quando venni a conoscenza di un nuovo corso accademico che sarebbe partito, di lì a poco, presso il Conservatorio Statale di Musica Arrigo Boito di Parma: Triennio in Chitarra Jazz ad indirizzo Popular Music. Fissati quelli che sarebbero stati gli obiettivi futui, e ai d’i peg a i al assi o pe o ludere gli studi. Quasi per caso, durante una chiacchierata nel laboratorio del liutaio Piero Pascale venni a sapere di una ghironda portata da un p i ato pe u te tati o di estau o: l’a go e to perfetto per la mia tesi di laurea. Arrivò il mese di giugno 2013 e, con esso, l’esa e di a issio e i Co se ato io. L’esito mi venne comunicato telefonicamente mentre ero nel bel mezzo del mio turno di lavoro (lavoravo in un call center). Ero stato ammesso. La musica stava diventando un importante stimolo per concludere gli studi in tempo utile da potermi trasferire a Parma e il 23 Ottobre 2013 ho discusso la mia tesi in Tecnologia del Legno dal titolo “tudio e Restau o di u a ghi o da otto e tes a . Die i gio i dopo sta o già seguendo le prime lezioni presso il Conservatorio di Parma. Attualmente vivo nella città emiliana. Studio e lavoro part-time. Il mio curriculum è finito in tutti i Musei di Parma e provincia ma, a quanto pare, circa quindici anni fa è avvenuto un a io ge e azio ale pe il uale, al e o pe ora, ogni eventuale selezione è interdetta. Speravo di sfruttare il qualche modo il titolo acquisito ma, a conti fatti, sono qui per un altro motivo e, per coltivare il mio più grande sogno, in attesa di calcare importanti palchi o registrare in rinomati studi, il lavoro in un supermarket mi permette di provvedere a tutte le spese. E va bene così. Silvana Dimatteo, Barletta Matematica Una riflessione sulla mia esperienza postuniversitaria? Sembrerebbe immediata ma non lo è anche se parliamo solo di un arco temporale di tre anni. Non è semplice perché riflessione vuol dire bilanci e ogni bilancio dipende da parametri di valutazione sempre molto personali. Queste considerazioni mi portano indietro al vicino e lontano 13 ottobre 2011 quando, con il mio vestito elegante, la tesi tra le mani e tanta emozione, sono stata proclamata Dotto essa i Mate ati a a e do o seguito la laurea magistrale in Matematica all’U i e sità di Ba i. In genere la domanda che segue dopo i primi giorni di euforia, rilassamento e confusione è: E o a? . Io uesta do a da olto fo tu atamente non ho dovuto pormela perché, già da qualche mese prima della seduta di laurea, la o a o a te po pie o p esso u ’azie da pugliese che si occupa di consulenza di processo, se izi te ologi i e soluzio i ell’a ito dell’I fo atio Te h ology, u gioielli o data la sua rilevanza e massiccia presenza sul mercato italiano (e non solo). Qui ho trovato un ambiente dinamico, giovanile, stimolante in cui mettere in gioco più che le proprie competenze universitarie la capacità di analisi, determinazione e orientamento al problemsolving, tutti elementi per cui una facoltà come la mia sicuramente è formativa. Per la stessa azienda ho o i iato u ’espe ie za a Ro a. Il la o o era molto tecnico e ad un certo punto ho sentito l’esige za di ede e a he alt o, al fi e di aumentare la mia formazione in maniera trasversale. Quando ne ho avuto la possibilità, mi so o spostata ell’a ito a a io, issuto sempre dal punto di vista informatico. Attualmente lavoro come analista funzionale presso la Direzione Informatica di una banca. Il lavoro è olto sti ola te: i o upo dell’ideazio e e dell’otti izzazio e dei p o essi di i fo atizzazio e ell’a ito azie dale. Questi anni mi hanno insegnato il lavoro in tea , l’atteggia e to isoluti o, p opositi o e proattivo, mi hanno dato competenze tecniche, e anche se non applico direttamente gli studi universitari (in questo senso sarebbe stato più indicato un percorso più orientato alla ricerca) sono molto soddisfatta di quanto ho appreso e fiduciosa di apprendere ancora molto altro. Un consiglio per tutti? Usare la passione! 11 N OTIZIE IN UN FLASH UniBa e Croce Rossa Italiana: un accordo storico Dal 18 febbraio scorso, l’Università degli Studi di Bari e la Croce Rossa italiana (CRI) sono “soci”. Hanno sottoscritto, infatti, un accordo per sviluppare relazioni accademiche, culturali e scientifiche, realizzare progetti di ricerca, creare un Osservatorio dei diritti umani ed approfondire la storia della CRI. Inoltre, gli associati di quest’ultima potranno partecipare alle attività di formazione e ricerca universitaria. Un’occasione di condivisione e crescita al fine di migliorare i servizi offerti alla cittadinanza. Alghe a tavola…anche in Puglia! Apulia Kundi, associazione di ricerca e divulgazione scientifica formata da quattro giovani pugliesi, ha dato vita a “Spirulina – Cibo degli dei”, progetto vincitore del bando regionale Principi Attivi 2012. La Spirulina, una microalga di colore verde-blu, è stata definita dalla FAO il cibo del futuro per i suoi tanti campi di applicazione. Dall’alimentazione umana ed animale al trattamento delle acque, dalla cosmetica all’energia rinnovabile, quest’alga ha un elevato interesse scientifico per lo sviluppo del green business. In Italia ci sono solo tre allevamenti di alga Spirulina a cui si aggiunge quello pugliese di Apulia Kundi. Turismo 2.0 nel napoletano Napoli. Sono passati 18 mesi dall’inizio del progetto finanziato dal MIUR nell’ambito del programma turismo, patrimonio culturale e mobilità e, il 13 giugno, si sono presentati i risultati ottenuti. Sono state sviluppate soluzioni tecnologiche, gestionali ed organizzative al fine di garantire la fruizione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, della città di Napoli. Durante la manifestazione, conclusa con un app…eritivo in piazza, sono stati presentati i prototipi e le app che promuovono un turismo smart che faccia conoscere il territorio, le tradizioni e le opere d’arte di questa meravigliosa città. 12 Nuovo look per il borgo medievale di Balsignano a Modugno Il 23 maggio scorso si sono conclusi i lavori di recupero dell’antico borgo fortificato di Balsignano, testimonianza dell’età medievale pugliese, sito nel territorio di Modugno (BA). I lavori, durati oltre vent’anni, sono stati progettati ed eseguiti dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della provincia di Bari e Foggia. Amici celiaci, all’UniFg stanno lavorando per voi! GlutenFriendly, il glutine amico, è il risultato delle ricerche dell’Università degli Studi di Foggia, che ancora una volta si distingue nel settore alimentare per i suoi studi. La notizia, diffusa il 16 giugno scorso, sta facendo il giro del mondo perché potrebbe rivoluzionare le abitudini alimentari dei celiaci. Il gruppo di ricerca guidato dal prof. Aldo Di Luccia e dalla prof.ssa Carmen Lamacchia, coadiuvati dalla dott.ssa Carmela Gianfrani, nel corso di diversi anni ha messo a punto il metodo che modifica il seme del frumento prima della molitura, evitando che si scateni l’intolleranza. Le proprietà tecnologiche delle farine restano inalterate e ciò che si ottiene è un prodotto da forno paragonabile per gusto ed aspetto a quelli comunemente usati nell’alimentazione mediterranea. “Potremmo essere di fronte ad una scoperta scientifica di valore assoluto- dichiara il rettore dell’Università di Foggia, prof. Maurizio Ricci- e sono orgoglioso di rappresentare questa Università”. Nuovi Sentieri per riconquistare la propria identità Accrescere e sostenere le abilità al lavoro e le capacità produttive dei soci diversamente abili, valorizzandone le risorse individuali. Questo l’obiettivo della cooperativa sociale Nuovi Sentieri, nata dalla volontà di un gruppo di persone con disturbi psichiatrici. Di cosa si occupano? Coltivano, escludendo l’uso di fito-farmaci, piante interne e da giardino, ma anche piante aromatiche e prodotti orticoli in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari ed il CNR. Inoltre, le piante aromatiche sono destinate al mercato della Coop e della SIDIS. In questi piccoli inserimenti lavorativi, i partecipanti al progetto, hanno la possibilità di riconquistare quella cittadinanza che, con la malattia, è stata perduta. 13 14 EVENTI & CONFERENZE Scienza&Cultura per voi Salutarsi con un evento alle spalle e ritrovarsi con altri cinque...sulle spalle! della segreteria di redazione Scienza&Cultura D opo Testa a testa: conservazione e ricostruzione al servizio dei Beni Culturali, evento di cui abbiamo già scritto nel precedente numero (“Testa a testa: conservazione e ricostruzione al servizio dei Beni Culturali” Diario di una giornata di Marica Miccardi), abbiamo organizzato e realizzato Liberiamo gli elettroni! La termoluminescenza svela l’età delle ceramiche. Il Prof. Francesco Adduci, docente di fisica della materia, e la giornalista Elisa Storace, docente di Comunicazione Scientifica nonché nostro direttore, sono i due docenti dell’ateneo barese che seguono il nostro progetto fin dalla prima edizione e che hanno introdotto il secondo incontro. La tecnica di datazione della termoluminescenza è stata l’argomento centrale della giornata. Nell’arco dell’intervento, storia e fisica si sono intrecciate e il passato è tornato in vita grazie alle nuove tecnologie e alle ricerche della Dott.ssa Valentina Dimitri e del Dott. Fabio Tamborra, relatori per l’occasione. Subito dopo, siamo corse a preparare l’iniziativa Maggio, il mese di Scienza&Cultura che ha visto la partecipazione di un gran numero di studenti e di ben sette relatori. Un ciclo di quattro eventi per testimoniare la passione per la ricerca e l’innovazione che sbocciano nell’Università, organizzati nel mese in cui anche la natura fiorisce. Diverse sono state le tematiche toccate ma, tutte, con un unico filo conduttore: la ricerca applicata ai beni culturali.  15 In alto: locandina di Liberiamo gli elettroni! In basso: uno scatto dell’iniziativa L’identità dei minerali. Intuizioni e metodi per l’identificazione da Keplero al Nobel Max von Laue Villa La Rocca - Via Celso Ulpiani, 27 - Bari 6 maggio 2014, ore 10:30 Protagonista indiscussa della giornata è stata la Mineralogia grazie a due lavori di ricerca. La dott.ssa Concetta Lapomarda ha presentato la Collezione degli strumenti storicoscientifici usati per l’identificazione dei minerali custoditi nel Museo di Scienze della Terra. La studentessa Antonia Tigrano ha illustrato la mostra “Un secolo di onde e cristalli”, allestita nello stesso Museo, per rivivere la scoperta della diffrazione dei raggi X da parte dei minerali. Titolo Dove Quando Tema Dinosauri di Puglia. A tu per tu con il paleontologo Marco Petruzzelli. Villa La Rocca - Via Celso Ulpiani, 27 - Bari 13 maggio 2014, ore 15:00 Marco Petruzzelli, che abbiamo avuto il piacere di intervistare, ci ha raccontato la sua esperienza partita da una tesi di laurea e sfociata in importantissime scoperte. La più recente riguarda Lama Balice e risale allo scorso ottobre. 16 Titolo Dove Quando Tema Abiti d'epoca tra storia e conservazione. Indagini diagnostiche applicate a tessuti antichi. Villa La Rocca - Via Celso Ulpiani, 27 - Bari 19 maggio 2014, ore 15:00 La dott.ssa Delia Taccarelli ci ha raccontato la storia dei bellissimi abiti d'epoca custoditi nel Museo Santomasi di Gravina e le problematiche relative alla loro conservazione, proponendoci diverse soluzioni espositive. Mentre, la dott.ssa Lucia Magarelli ci ha fatto conoscere da vicino un abito da sposa del novecento su cui ha individuato, utilizzando diverse tecniche, una comunità batterica. Titolo Dove Quando Tema Tra carte di pergamena. Studio e restauro di un codice del XV secolo. Musa - Sapori & Saperi - Corso Benedetto Croce 18, Bari 26 maggio 2014, ore 15:00 La dott.ssa Giorgio ci ha presentato il suo studio di ricerca bibliografica e restauro di un libro d’ore del XV secolo. In un secondo momento, la segreteria di redazione di Scienza&Cultura ha ricordato, per immagini, tutti gli eventi realizzati nel corso del progetto. 17 Titolo Dove Quando Tema Teatro Petruzzelli: Università... a suon di musica Cronaca di un’inaugurazione di Antonia Tigrano L Locandina della manifestazione unedì 24 marzo, Teadi Angela D’Onghia, sottosetro Petruzzelli. La cerigretario di stato per monia di apertura dell’anno l’Istruzione, l’Università e la accademico 2013/2014 Ricerca, del presidente della dell’Università degli Studi di Regione Puglia Nichi Vendola, Bari Aldo Moro inizia in musie del professor Stefano Paleari, ca: il coro universitario HarmoPresidente della CRUI. Al ternia, infatti, apre la mattinata mine dei saluti, interviene Gaecon l’esecuzione di O Fortuna tano Prudente, direttore genedai Carmina Burana seguita da rale dell’Università di Bari, che q u e l l a spiana il terdell’inno reno al primo I ragazzi e i giovani devono goliardico discorso inauessere i soggetti ai gurale del Ga ud eamus Igitur, da Rettore, Anquali destinare impegno e sempre contonio Felice risorse, allo scopo di siderato Uricchio, agli dotarli degli strumenti l’inno interinizi del suo indispensabili per nazionale mandato. Di acquisire conoscenza, degli studenrilievo è stato sapere e capacità critica, speti universital’intervento ranza, futuro. ri. Con la di Donatella Il rettore, splendida Azzone, giorAntonio Felice Uricchio cornice del nalista di Teteatro, la lenorba, che giornata procede con il saluto e ha mostrato un video realizzato l’ingresso delle autorità dagli studenti del Master in dell’Università, professori e giornalismo. Il video raccontadirettori dei vari Dipartimenti. va per immagini la nostra UniSubito dopo ci si addentra nelversità e le sue strutture, e ha la parte più formale della giordato il via alla successiva fase di nata, con l’intervento e i saluti conclusione della programma- 18 Il teatro Petruzzelli, Bari zione mattutina: quella di riflessione e dibattito sulle difficoltà e le prospettive future dell’ateneo barese. La cerimonia pomeridiana ha quindi assunto un carattere diverso: presentata da Donatella Azzone e Antonio Stornaiolo, ha puntato allo spettacolo e al coinvolgimento degli studenti. Dopo i saluti del Rettore Uricchio e del Presidente della CRUI, si è così aperta la premiazione di alcuni studenti meritevoli da parte di personalità come Giuseppe De Tomaso, Luca Montrone, Attilio Romita, Sergio Rubini, Nicola Serra ed Emilio Solfrizzi, il tutto intervallato da momenti musicali. Un video della giornata è disponibile a quest’indirizzo: http://www.uniba.it/ o r g a n i z z a z i o n e / amministrazione/dirgen/cso/ settore-videoweb/archivio/ inaugurazioni/#inaugurazioneaa-2013-2014.  Programma della giornata Accoglienza Coro Harmonia, O Fortuna dai Carmina Burana e Gaudemus Igitur Saluti Angela D’Onghia, Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’Università e la Ricerca Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia Stefano Paleari, Presidente della CRUI Discorso Inaugurale Antonio Felice Uricchio, Rettore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro Gaetano Prudente, Direttore Generale dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro Interventi Franco Gallo, Presidente Emerito della Corte Costituzionale Filippo Patroni Griffi, Consigliere di Stato Alberto Quadrio Curzio, Vice Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Antonio Incampo, Università degli Studi di Bari Aldo Moro Marco Volpe, Presidente del Consiglio Studenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro 19 20 A Bari il Paleodays 2014 Un racconto per immagini di Arturo Del Muscio G iunti alla quattordicesima edizione, i Paleodays sono arrivati a Bari. Una tre giorni di dibattito e confronto accademico tenutasi nel salone degli affreschi dell’Ateneo. La manifestazione, nata come momento di incontro della Comunità Paleontologica Italiana, si articola in azioni di divulgazione scientifica e di escursione. Quest’anno è stata colta l’occasione per fare il punto sulla situazione dei siti di interesse paleontologico in Puglia, ponendosi domande sulla loro tutela e gestione, oltre che della loro fruizione, con un focus particolare sul più famoso sito ad orme di dinosauro della Puglia, la cava Pontrelli nell’agro di Altamura. Oltre a dare spazio ai più celebri luminari italiani ed europei, le giornate di paleontologia rappresentano anche un’opportunità per i giovani paleontologi di dare voce alle proprie ricerche: agli under 35 è infatti riservato il concorso "Migliore Presentazione Orale" e "Migliore Poster" . Classico immancabile dei Paleodays è poi rappresentato dall’escursione, per quest’edizione realizzata grazie alla collaborazione scientifica di Federico Fanti, Marco Petruzzelli, Luisa Sabato, Luigi Spalluto, Marcello Tropeano e Domenico Capolongo. Un’escursione alla scoperta di importanti siti paleontologici della terra di Bari, quali il Pulo di Altamura, il sito ad orme di dinosauro di Cava di San Leonardo presso Molfetta e la già citata cava Pontrelli, nell’agro di Bisceglie, sito dove affiora il "Livello Corato", ricco in rudiste e importante marker della stratigrafia regionale del Mesozoico. 21 Durante i Paleodays, inoltre, grazie al sostegno della Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, presso il Museo di Scienze della Terra della nostra Università sarà esposto il calco ad alta risoluzione dello Scipionyx samniticus, meglio noto come “Ciro”, il fossile di dinosauro più completo mai ritrovato in Italia. Nella struttura espositiva sarà inoltre allestita una mostra fotografica, dedicata alla collezione di sezioni sottili e lastre fotografiche della professoressa Elena Luperto Sinni, di cui sarà possibile la visione al microscopio ottico. L’edizione barese 2014 delle giornate di paleontologia è stata organizzata dai professori Ruggero Francescangeli, Angela Girone, Rafael La Perna, Patrizia Maiorano e Maria Marino.  22 Salone degli Affreschi - Marino, Antonio Felice Uricchio, Rettore dell’Università degli Studi di Bari, il Prof. Pierfrancesco Dellino, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali Salone degli Affreschi - concorso poster 23 Cava Colonnella Molfetta - Cava San Leonardo 24 Trani - Cattedrale Altamura - Centro visite Uomo di Altamura 25 Pulo di Altamura Museo di Scienze della Terra 26 27 Da diagnosta a restauratore A Bari un nuovo corso di laurea professionalizzante di Concetta Lapomarda P ennelli di varia forma e dimensione sparsi qua e là, solventi dagli odori pungenti, vernici diverse a seconda del materiale da trattare. Questo è ciò che si può facilmente trovare in un laboratorio di restauro. I corsi che preparano e, soprattutto, abilitano alla professione di restauratore, in Italia si possono contare sul palmo di una mano. Strano. Il Bel Paese è conosciuto in tutto il mondo proprio per i suoi Beni Culturali: è una delle maggiori risorse che abbiamo. Sotto questo aspetto, l’Università degli Studi di Bari si è sempre difesa bene, avviando, già per l’anno accademico 2000/2001, il Diploma Universitario quadriennale in Scienza e Tecnologia per la diagnostica e conservazione dei beni culturali dopo aver visto la risposta positiva a progetti di ricerca e a corsi di perfezionamento attivati dal 1994. Durante questi ultimi quindici anni, tante sono state le modifiche -dall’offerta formativa all’organizzazione del piano di studi- dettate da un ambito, quello dei beni culturali, in continua evoluzione ed innovazione. Quest’anno però, ci sarà un cambiamento radicale: il percorso didattico-scientifico di Scienze e Tecnologie per i Beni Culturali evolverà in quello di Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Un nuovo corso professionalizzante che, forte dei buoni risultati del passato, conserverà alcuni elementi accanto alle innovazioni che renderanno i laur e a t i competitivi sul m e rc at o del lavoro e competenti nelle attività pratiche. Infatti, ben il 50 per cento delle ore totali 28 Palazzo Simi -sito a Bari vecchia-, uno dei laboratori di restauro accreditati per il nuovo corso di laurea A LUGLIO E SETTEMBRE! Giornate informative e di preparazione alla prova d’ingresso vincente, già accennato sopra, è il ritorno al “ciclo unico”: una laurea quinquennale che, per una formazione completa, evita la doppia preparazione della tesi di laurea, esperienza sì formativa ed importante ma anche molto dispendiosa in termini di tempo e risorse. In questo modo, il laureando avrà la possibilità di realizzare un lavoro di ricerca unico ed approfondito. Dal momento che, per via degli spazi limitati messi a disposizione dai laboratori accreditati, l’accesso sarà riservato a soli dieci studenti, Luigia Sabbatini, coordinatrice del nuovo corso e prof.ssa di Archeometria delle ceramiche, fa notare che “per i mesi di luglio e settembre, sono previste delle giornate informative e di orientamento, oltre a corsi di preparazione alla prova d’ingresso. Un modo per andare incontro agli studenti e guidarli già dai primi passi”. L’Italia ha bisogno di diagnosti e restauratori per tutelare e valorizzare il suo prezioso patrimonio storico, artistico e culturale. Quindi, al “neo(nato)” corso i nostri in bocca al lupo!  sarà svolto in laboratorio, o meglio, in laboratori delle Soprintendenze, dove tutti gli studenti potranno restaurare direttamente degli oggetti già considerati “beni culturali”. “Non è un’esercitazione -precisa Pasquale Acquafredda, coordinatore del nuovo corso di laurea e già professore di petrografia nel precedente-. Alla fine del percorso formativo, i laureati avranno già restaurato dei beni culturali. Possiamo dire che lavoreranno su oggetti che sono da restaurare. Infatti, l’80% delle attività tecnico didattiche sarà svolta su manufatti qualificabili come beni culturali ai sensi del Codice”. Conservazione e Restauro dei Beni Culturali si fonda sull’esperienza pluriennale dei docenti e sulle competenze dei Dipartimenti coinvolti. In particolare, nel percorso formativo Dipinti murali, stucchi, lapidei fa riferimento al Dipartimento di Scienze Conservazione e Restauro della Terra e Geoambientali, dei Beni Culturali mentre quello Ceramica, ve Abilita alla professione di tro, metalli al “Restauratore di Beni Culturali” Dipartimento di Chimica.  50% della didattica svolto in Laboratori di Restauro Un altro punto   delle Soprintendenze Durata quinquennale Corso a numero chiuso 29 30 La Scienza al servizio della Società Conservare gli alimenti con una pellicola da mangiare: è davvero possibile? La Prof.ssa Carla Severini ci racconta le nuove ricerche dell’UniFg di Matteo Granatiero D ipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Foggia. È l’inizio del 2014 e il team di Tecnologie alimentari, coordinato dalla professoressa Severini, ha raggiunto il suo obiettivo: è stata creata la pellicola edibile per ricoprire le merendine senza conservanti. Questo splendido risultato, frutto del Prof.ssa Carla Severini, lavoro di un gruppo coordinatrice del gruppo di diciotto persone, di ricerca permette di avere a disposizione delle merendine più salutari. L’idea di preparare un muffin a ridotto contenuto di grassi e privo di conservanti, addensanti e coloranti, è nata dal risulta- 31 to di un’indagine di mercato svolta nell’ambito di una tesi di laurea: sono stati proposti dei questionari e, dalle risposte degli studenti universitari e dei genitori di alunni delle scuole elementari, è emersa l’esigenza di avere delle merendine più salutari con pochi o nessun additivo. Trasformato il laboratorio in una piccola pasticceria artigianale, il team di ricerca ha preparato un muffin con farcitura a base di frutta, privo di grassi, conservanti e addensanti. Ma proviamo a fare una torta togliendo un ingrediente e otterremo un dolce molto diverso: i prodotti da forno sono molto complessi. Infatti, la nuova formulazione del muffin senza additivi è risultata meno stabile ed andava protetta. In laboratorio, il dott. Antonio Derossi e la dott.ssa Teresa De Pilli, collaboratori “storici” della prof.ssa Severini Da qui è nata l’idea di ricoprire la merendina con una pellicola edibile fatta di ingredienti naturali. Il risultato è stato un muffin che mantiene intatta fragranza e morbidezza interna e che ha la stessa conservabilità dei prodotti commerciali. Per saperne di più ho incontrato Carla Severini, professore associato presso l’Università degli Studi di Foggia nel settore scientifico-disciplinare di Scienze e Tecnologie Alimentari (AGR/15). sono dei classici esempi di film edibile. Gli ingredienti che usiamo sono tutti naturali. Per la pellicola per prodotti da forno abbiamo usato costituenti normalmente presenti negli alimenti e la ricerca tecnologica ci ha poi permesso di creare un’emulsione stabile.» Che cos’è il film edibile che avete creato? Come si usa la pellicola edibile e su quali prodotti? «Il film edibile è una pellicola molto sottile che ha la funzione di proteggere, come qualsiasi altro imballaggio per alimenti. Rispetto agli imballaggi classici, fatti di plastica, vetro e metallo, la nostra pellicola è commestibile e si può consumare insieme al prodotto che ricopre. Tutti siamo entrati almeno una volta in una pasticceria: le glassature di zucchero e cioccolato «I prodotti possono essere ricoperti dalla pellicola mediante spalmatura, copertura tramite spray o immersione; all’inizio è fluida ma solidifica immediatamente dopo il contatto con l’alimento. La prima pellicola è stata ideata per ricoprire il nostro muffin “salutare” e in seguito nell’ambito di un progetto finanziato dal MIUR (Ministero 32 dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) di cui sono la coordinatrice, abbiamo cominciato a studiare la realizzazione di altri tipi di pellicole che potessero proteggere altri prodotti come mozzarelle, frutti di mare, ortaggi e frutta. Poiché ogni alimento presenta delle problematiche nuove e diverse, stiamo lavorando a delle formulazioni che si adattino ai vari prodotti, ma sempre commestibili, addizionate con sostanze naturali e con azione antimicrobica.» Quali sono i vantaggi del suo utilizzo? «I vantaggi sono tanti. L’utilizzo della pellicola per i prodotti da forno ci permette di evitare l’uso di conservanti e di mantenere comunque fragrante e morbido il prodotto. Per esempio, il film edibile permette di togliere dagli ingredienti l’etanolo, additivo usato Da sinistra (seconda fila): Claudio Cassia, Roma Giuliani, Simona Guida, Alice Iliceto, Arcangela Del Mastro, Mauro Maroni, Maria Antonietta Palermino, Aurelia De Filippis, Domenico Azzollini, Valerio Gatto. Da sinistra (prima fila): Gabriella Alfonzo, Anna Fiore, Antonio Derossi, Carla Severini, Ofelia Alessandrino, Teresa De Pilli, Ilde Ricci, Maria Montemitro. IL GRUPPO DI RICERCA La professoressa Carla Severini è la coordinatrice del gruppo di tecnologie alimentari che si occupa di fare ricerca sui prodotti “funzionali” e che ha creato la pellicola edibile. Fanno parte del team: i ricercatori Teresa De Pilli e Antonio Derossi, collaboratori storici della Severini insieme a due post-doc Anna Fiore e Roma Giuliani; altri tredici giovani ricercatori, tra cui un dottorando di ricerca, borsisti e contrattisti di ricerca, tutti a tempo determinato. Due tra i borsisti di ricerca, sotto la guida della dottoressa De Pilli, sono impegnati al cento per cento nella ricerca sul film edibile: Valerio Gatto e Maria Antonietta Palermino. Il dottorando Domenico Azzollini è stato tra i 20 selezionati in tutta Italia per la EXPO School, che si è conclusa a metà aprile a Milano, e sarà uno dei due referenti foggiani per gli eventi decentrati legati all’EXPO. Va ricordato anche che la dottoressa De Pilli, insieme a Maurizio Prosperi, ricercatore di economia e estimo rurale, sono stati i relatori della tesi di laurea interdisciplinare da cui è partita la ricerca sulla preparazione della merendine con caratteristiche salutari e prive di additivi. 33 Una ricerca tira l’altra     Indagine di mercato √ Sfornare una merendina salutare √ Proteggere la merendina con una pellicola edibile √ Nuove pellicole per altri alimenti in corso come antimuffa, e, dato che i maggiori consumatori di merendine sono bambini e adolescenti che non hanno ancora l’organismo pronto a metabolizzarlo, è importante poterne fare a meno. C’è poi il risparmio di alcuni imballaggi: in una confezione non sarebbe necessario un incarto per ogni merendina. Vantaggi ci sono anche per gli altri prodotti come per le mozzarelle, che potrebbero fare a meno del liquido di governo perché una volta ricoperte non asciugherebbero, o per la frutta in pezzi che non imbrunirebbe.» Durante le ricerche come e quando vi siete resi conto di aver raggiunto la meta? «Innanzitutto, i risultati delle analisi microbiologiche, chimiche, fisiche e meccaniche hanno mostrato l’efficacia dei film edibili messi a punto. Molto importante è stato valutare l’accettabilità del consumatore attraverso l’analisi sensoriale e il test d’assaggio. Quando hanno cominciato a contattarci per sperimentare la nuova pellicola abbiamo capito che l’invenzione funzionava ed aveva una grande quantità di potenziali ni.» applicazio- Chi sono i finanziatori della ricerca? «Il lavoro oggetto della tesi di laurea è stato, come dire, una nostra “libera espressione”, mentre il progetto successivo, ancora in corso, è finanziato dal MIUR.» Il primo maggio 2015 si aprirà a Milano EXPO 2015 e il tema s c e l t o p e r L’Esposizione Universale è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Parteciperanno 144 paesi e 3 organizzazioni internazionali (ONU, CERN e Commissione Europea). Per sei mesi ci si confronterà e si cercherà di dare risposte al problema del nutrimento dell’uomo e della Terra. Nel futuro prossimo ci sarà bisogno di rafforzare la qualità e la sicurezza alimentare e sarà importante ridurre gli sprechi; scoperte, come quella fatta a Foggia, potranno contribuire a raggiungere questi obiettivi. 34 In alto: muffin ricoperto dalla pellicola edibile. Al centro: mozzarella ricoperta dalla pellicola edibile (a sinistra e non (a destra). In basso: spicchi di mela ricoperti dalla pellicola edibile (a destra) e non (a sinistra). OGM: alla scoperta di un mondo proibito Intervista alla Dott.ssa Cinzia Montemurro, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze del suolo della pianta e degli alimenti dell’Università degli Studi di Bari di Doriana Filannino “ lo alla dott.ssa Cinzia Montemurro, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze del suolo della pianta e degli alimenti dell’Università degli Studi di Bari. Il DNA fa l’RNA, l’RNA fa le proteine e le proteine fanno noi”. Quando nel 1957 Francis Crick pronunciava questa storica frase, conosciuta come il dogma centrale della biologia, intendeva spiegare alla comunità scientifica che il DNA contiene tutte le istruzioni utili per costruire un organismo vivente. Forse non immaginava fino a che punto si sarebbe spinta la scienza in materia di manipolazione dell’informazione genetica. Pensiamo ad esempio ai cosiddetti “cibi OGM”, alimenti contenenti o costituiti da organismi geneticamente modificati. Nonostante l’espressione possa rievocare scenari fantascientifici, la produzione di questi alimenti è tutt’altro che avveniristica. L’Unione Europea continua a emanare leggi che consentono una diffusione sempre più ampia dei cibi OGM, mentre la scarsa informazione fa proliferare inutili allarmismi e false leggende, distogliendo l’attenzione dai reali rischi di questa novità. Tra gli scenari idilliaci presentati delle aziende agricole e quelli apocalittici di Greenpeace&Co qual è la verità? Abbiamo provato a chieder- Cominciamo dal principio. Cos’è un organismo geneticamente modificato? Dott.ssa Cinzia Montemurro «Un OGM è un organismo in cui è stato inserito uno o più geni. In questo modo si introducono nel genoma di un organismo almeno due geni, uno dei quali responsabile della caratteristica che si vuole far assumere alla pianta.» Il campo vegetale è l’unico coinvolto? «No. In ambito vegetale più che OGM sarebbe più corretto parlare di PGM, piante geneticamente modificate, ma la stessa tecnica si può utilizzare per organismi quali batteri e lieviti, utili ad esempio per produrre farmaci usati per le terapie ormonali o come vaccini e anticorpi.» Qual è lo scopo di produrre OGM in ambito vegetale? 12 35 OGM: ALCUNI ESEMPI Contrariamente alla convinzione dei più, gli OGM non sono presenti solo nell’ambito vegetale, anzi quello agricolo è stato forse l’ultimo ad essere stato coinvolto, ma sicuramente è quello in cui i risultati delle biotecnologie sono stati più appariscenti. Nei pesci, per esempio, poiché sia la fertilizzazione che lo sviluppo dell’uovo avvengono all’esterno, il trasferimento del transgene (gene esterno, trasferito nell’organismo di interesse) è piuttosto facilitato. Si pensa infatti che, dopo i necessari controlli di biosicurezza, probabilmente i pesci transgenici saranno i primi animali ad entrare nella catena di produzione. Ma allora perché quando si parla di OGM pensiamo subito a prodotti di origine vegetale? Questo accade soprattutto perché molti prodotti sono in commercio già da diversi anni. Esempi di prodotti vegetali OGM già in commercio sono molteplici e ormai molto noti. Il più famoso forse è il mais Bt, in cui è stato inserito il gene Bt del batterio BacillusThurigiensis: il gene codifica per una prototossina, una sostanza cioè che diventa tossica solo nell’intestino degli insetti. Questa prototossina non è tossica per l’uomo, tant’è che da quarant’anni ne è consentito l’uso in spray in agricoltura biologica. Un altro esempio significativo è quello della soia transgenica. Poiché l’impiego di erbicidi riduce il raccolto di soia del 10%, sono stati inseriti nel genoma della soia alcuni geni di origine batterica in grado di inattivare alcuni erbicidi. Ha fatto molto discutere anche il famoso Golden Rice, in grado di sintetizzare precursori della vitamina A e utile nei Paesi poveri in cui il riso rappresenta l’unica fonte di sostentamento e la carenza di questa vitamina nell’alimentazione rappresenta un grave problema. «Quando si coltiva una pianta è necessario effettuare trattamenti con erbicidi che eliminino le piante infestanti. Queste sostante -conosciute come erbicidi ad ampio spettro- vengono utilizzate prima della semina perché non sono in grado di discernere tra infestanti e pianta di interesse. Sono però meno costosi ed inquinanti di altri tipi di erbicidi. Negli anni ’80 alcune multinazionali si sono impossessate della tecnica di produzione degli OGM, mettendo quindi in commercio OGM resistenti agli erbicidi ad ampio spettro, di cui erano i principali produttori. Questa tipologia rappresenta la prima generazione di OGM. In seguito la tecnologia è andata avanti fino a produrre OGM resistenti agli insetti (seconda generazione) e OGM con proprietà utili per la salute dell’uomo (terza generazione). Oggi si parla di OGM di quarta generazione, piante geneticamente modificate utili a produrre anticorpi a scopo farmaceutico.» Ci sono molti timori relativi agli OGM, soprattutto riguardanti due importanti aspetti: l’ambiente e la salute dell’uomo. In merito a quest’ultimo, una delle più grandi polemiche è l’inserimento nelle PGM di 36 12 geni per la resistenza agli antibiotici. Perché questo? C’è davvero da preoccuparsi? «Questa tipologia di geni viene introdotta, insieme al gene di interesse, per facilitare la selezione delle piante in cui è avvenuto l’inserimento (le uniche cioè in grado di crescere su un substrato contenente l’antibiotico). La possibilità che, con l’assunzione sistematica di OGM, il gene per la resistenza all’antibiotico venga trasmesso ai batteri della nostra microflora intestinale non è stata ancora documentata. È però un rischio che non si può escludere a priori. Ma a questo problema si può porre rimedio. C’è inoltre la possibilità di utilizzare altri sistemi di selezione totalmente innocui.» Si è parlato anche del rischio di allergenicità verso gli OGM. Cosa ci dice in merito? «L’attuale problema della tecnica di produzione delle PGM è che ancora non possiamo guidare l’inserimento del nostro trans gene. Questo vuol dire che potrebbe posizionarsi in un punto importante del genoma, attivando per esempio un gene normalmente non espresso che codifica per una proteina fino ad allora non presente nella pianta. Questo rischio innanzitutto è molto raro. Inoltre può essere facilmente evitato, localizzando il gene trasferito tramite sequenziamento del genoma prima della messa in commercio del prodotto OGM.» Immagini reperite sul web contrarie agli OGM E riguardo i rischi ambientali? «Su questo fronte ci possono essere dei reali problemi se non si prendono opportune precauzioni. Coltivare mais OGM per esempio in Centro America, territorio in cui è una specie endemica, rappresenterebbe un rischio perché si potrebbero verificare flussi pollinici tra mais OGM e non OGM (rischiando di contaminare così tutto il patrimonio genetico della pianta spontanea). Al contrario, coltivare mais OGM in Pianura Padana, che non presenta nessun progenitore ancestrale del mais, non comporterebbe nessun rischio.» Molti ritengono che la produzione di OGM sia responsabile dell’erosione genetica e metterebbe a rischio la biodiversità. Lei cosa ne pensa? L’ONCOBATTERIO AGROBACTERIUM TUMEFACIENS Le PGM si possono ottenere con diverse tecniche, una delle quali prevede l’utilizzo dell’oncobatterio, un batterio che, in natura, infetta le dicotiledoni provocando una manifestazione tumorale. Poiché questo organismo è in grado di introdurre frammenti di DNA in maniera stabile ed ereditaria nel genoma dell’ospite, gli scienziati hanno pensato di utilizzarlo come veicolo per l’inserimento del transgene nel genoma delle piante di interesse. Prima di utilizzarlo i ricercatori svuotano il genoma del batterio di tutti i geni responsabili della manifestazione tumorale e che potrebbero danneggiare la pianta. Molti non addetti ai lavori hanno puntato il dito contro questo metodo, temendo fosse pericoloso. In realtà la tecnica è del tutto innocua, sia per la pianta che per l’uomo, in quanto tutti gli oncogeni vengono eliminati a monte e si sfrutta solo l’altissima capacità del batterio di inserire geni nel genoma dell’ospite. 37 I responsabili dell’erosione genetica non sono gli OGM, ma in generale tutti i lavori di miglioramento genetico classico (che ormai si fanno dagli anni ’50). Tutta l’agricoltura moderna, tramite per esempio la selezione genetica e prediligendo la coltivazione di poche varietà, ha causato problemi alla biodiversità, provocando la scomparsa di varietà come il pomodoro San Marzano, costoso da coltivare poiché vittima di numerose fitopatie e quindi dimenticato dai coltivatori. Paradossalmente l’utilizzo di OGM potrebbe permettere di salvare queste varietà in pericolo, per esempio rendendo il San Marzano più resistente.» Cosa ne pensa del principio di precauzione adottato dall’Italia? «Ritengo che questo principio, come quello della sostanziale equivalenza, si fondi su motivi legittimi. Il problema si presenta quando l’Italia, in virtù del principio di precauzione, boicotta la ricerca pubblica. In questo modo la ricerca universitaria ha poche conoscenze in merito agli OGM, mentre le multinazionali continuano ad accrescere le loro. Questo significa che IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE E IL PRINCIPIO DI SOSTANZIALE EQUIVALENZA Tutta la normativa italiana si basa sul Principio di Precauzione, secondo cui il commercio e lo sviluppo dei prodotti OGM viene bloccato fin quando non si ha la prova che questi alimenti hanno dei connotati negativi. L’America invece ha preferito il Principio di Sostanziale Equivalenza, che permette l’utilizzo dei prodotto OGM fin quando questi sono sostanzialmente uguali ai prodotti originali. noi subiamo il mercato delle multinazionali senza avere di contro un ente pubblico e indipendente da interessi commerciali che controlla l’effettiva sicurezza dei prodotti OGM. Nella stessa Università di Bari è molto difficile presentare progetti nell’ambito delle PGM, proprio in virtù dell’atteggiamento cautelativo adottato dal nostro Paese.» La diatriba sugli OGM è ancora ben lontana dall’essere risolta. Tuttavia, alla luce di queste considerazioni, è evidente che schierarsi ciecamente con una fazione o con l’altra, senza analizzare l’argomento con mentalità scientifica ma solo in balia di pressioni mediatiche e/o commerciali, potrebbe rappresentare sia un pericolo sia un’inutile battuta d’arresto per lo sviluppo scientifico. L’opinione pubblica quindi non deve mai smettere di documentarsi. L’informazione è l’unico strumento a nostra disposizione per proteggere sia i produttori che i consumatori. 38 Dall’UniBa il restauro amico dell’ambiente: la pulitura enzimatica Intervista a Giulia Germinario, dottoranda in Scienze e Chimiche Molecolari di Maria Carmela Miccardi I l periodo di crisi economica, la spending review, unite ai crescenti allarmi sui rischi del nostro pianeta, ci offrono l’assist (perdonate il riferimento calcistico) per parlare di un argomento di notevole interesse sia per coloro che si lasciano affascinare dall’arte che per gli amanti della natura. Per farlo raggiungiamo Giulia Germinario, dottoranda in Scienze e Chimiche molecolari presso l’Università degli Studi di Bari, che ci accoglie in uno dei laboratori del Dipartimento di Chimica, tra computer e strumentazioni sofisticate. canici finora utilizzati possono in qualche modo danneggiare la superficie della pietra e l’operatore che li impiega. Oggi esistono tecnologie più moderne, tra cui il laser e la pulitura enzimatica, che invece hanno come obiettivo la sostenibilità ambientale e la sicurezza dell’operatore. La prima metodologia è molto selettiva, ma è un’operazione lenta e costosa. La pulitura enzimatica, di cui ci stiamo occupando, vede invece l’utilizzo di enzimi che catalizzano una specifica reazione, in particolare l’idrolisi, della resi- Dott.ssa Germinario, abbiamo chiesto di incontrarla perché sappiamo che si sta occupando di biorestauro. Saremmo curiosi di scoprire cosa bolle in pentola qui, nei laboratori dell’Università di Bari. «Più che di biorestauro noi ci occupiamo principalmente della pulitura di graffiti realizzati come atti vandalici su superfici di interesse artistico. Stiamo cercando di trovare metodi di rimozione che ci permettano di preservare il materiale lapideo. Infatti i metodi chimici e mecLa Dott.ssa Giulia Germinario 39 na sintetica contenuta nella vernice spray.» Di cosa esattamente vi state occupando al momento? «Insieme all’applicazione dell’enzima, la cosa più importante è la caratterizzazione del materiale. Se io non conosco la composizione di una vernice non posso sapere quale enzima usare per la sua rimozione. Quindi chiaramente un approccio diagnostico deve precedere l’attività di restauro: prima conosciamo il materiale e poi ci occupiamo di rimuoverlo. Ora ci stiamo occupando della caratterizzazione delle vernici.» Vuol dire che state lavorando per conoscere nei dettagli la composizione chimica di pennarelli e bombolette spray? “ «Esatto. Qui la caratterizzazione chimica è fondamentale. Le formulazioni di questi prodotti sono brevettate, infatti guardando il retro di una comune bomboletta non ne troveremo la composizione. Noi la scopriamo tramite alcuni metodi di indagine.» La dottoressa Germinario ci confessa che ha potuto reperire i primi dati relativi a questo ambito in rete: appartengono a studi forensi, i primi effettuati nell’ambito delle vernici per comprendere le dinamiche ed i coinvolgimenti di veicoli in incidenti. L’ennesima testimonianza della capacità della scienza di far rete. Una rete che verrà ulteriormente implementata con questo progetto grazie alla creazione di una banca dati con le composizioni delle vernici e dei pennarelli analizzati. La pubblicazione avverrà tramite il sito dell’Università di Bari, in particolare sul quello del Centro Interdipartimentale di Diagnostica. Sarà una banca dati libera, consultabile e in continuo aggiornamento. Detto questo, torniamo a chiedere alla Dott.ssa Germinario quale sia l’elemento innovativo delle ricerche condotte. «La novità è nell’obiettivo stesso della ricerca, vale a dire utilizzare gli enzimi per la rimozione di resine sintetiche laddove fino ad oggi il loro utilizzo è stato sperimentato e limitato 40 Strumentazioni in funzione presso i laboratori del Dipartimento di Chimica solo a materiali naturali. Ma con questa ricerca ci si apre anche alle resine acriliche di consolidanti come il paraloid, ampiamente utilizzato in restauro e attualmente rimosso, con difficoltà, facendo uso di solventi. Inoltre, dal momento che la finalità è trovare l’optimum di condizioni di applicazione, tutto il lavoro viene pensato nell’ottica della trasportabilità su un cantiere di restauro.» Sarebbe giusto dire che, in questo contesto, l’Università di Bari si pone come portabandiera di questo tipo di ricerca? «Sicuramente sì. Il progetto su cui stiamo lavorando rientra nei PRIN, Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale. Noi ci stiamo lavorando da 3 anni e siamo stati i primi. Altre realtà universitarie in questi anni si sono inserite in questo contesto, sviluppando il lavoro in pura collaborazione. Inoltre c’è una partecipazione della Spagna, dove è in atto uno studio sui batteri e dove abbiamo sperimentato l’applicazione di basidiomiceti, i cosiddetti funghi del legno.» Stiamo dunque parlando di ricerche organiche in cui ogni realtà universitaria coinvolta inserisce un tassello per comporre insieme un disegno ben più complesso. Sarete in tanti ad occuparvi di un lavoro così articolato. «Sulla caratterizzazione io sto collaborando con la Prof.ssa Luigia Sabbatini, Professore Ordinario di Chimica Analitica, e la Dott.ssa Inez van der Werf, assegnista di ricerca. Inoltre non possiamo dimenticare il contributo che i laureandi danno nell’ambito delle analisi. Mentre per quel che riguarda l’approccio alla pulitura vera e propria ce ne stiamo occupando in collaborazione con il Dipartimento di Chimica Fisica nella persona del prof. Gerardo Palazzo, presidente del Corso di Laurea in Chimica.» Salutiamo la Dott.ssa Germinario e la lasciamo allo studio di un campione di pennarello invecchiato, con la speranza che queste ricerche col tempo diventino sempre meno necessarie e che la più comune forma di conservazione diventi presto il rispetto dell’arte e del bello.  Esempi di graffiti su materiale lapideo 41 PAGINE DI ARCHEOLOGIA: SANTA MARIA DI AGNANO (OSTUNI) Santa Maria di Agnano: il Parco Archeologico brindisino ci rivela i suoi tesori di Gianluca Capuano e Cosimo Damiano Papa P reistoria. A cosa pensate se vi dicono questa parola? Forse la vostra mente corre indietro nel tempo alle lontane reminiscenze scolastiche, quando vi si raccontava del periodo della storia umana che precede convenzionalmente la scrittura? Oppure pensate ai tanti documentari visti in televisione in cui si parla di evoluzione dell'uomo, delle sue scoperte, del suo stato di arretratezza? I “primitivi”, così siamo soliti definire gli uomini di quel tempo tanto lontano dal nostro, quasi volessimo dare un senso dispregiativo non ritenendoli nostri pari. Eppure quegli stessi uomini, pur non conoscendo la scrittura, ci hanno lasciato in eredità un linguaggio particolare, fatto di segni tutti da interpretare. A 42 dispetto di quanto si possa credere, testimonianze di questa “simbologia”, legata per certi aspetti anche a noi, possiamo riscoprirle in luoghi geograficamente vicini. Proprio in Puglia, nel territorio della città di Ostuni (BR), è stata infatti rinvenuta una delle più importati sepolture del Paleolitico Superiore. Ci troviamo in un paesaggio, contraddistinto da altopiani, scarpate e piana costiera, il cui elemento caratterizzante è la presenza, nella zona interna, di numerose cavità carsiche. Cavità che, per la loro conformazione, si sono prestate ad essere luoghi di frequentazione fin dai tempi più remoti. Infatti, in quello che diventerà il Parco Archeologico di Santa Maria di Agnano è presente Santa Maria di Agnano, ingresso della grotta una grotta-riparo in una posizione preminente rispetto ai terrazzamenti e alla pianura sottostanti. Questo complesso carsico è suddiviso in tre settori: l'interno (a sua volta scisso in cavità orientale e cavità occidentale), il riparo sotto roccia e l'esterno. Nel 1991 il Prof. Donato Coppola, attualmente docente di Archeologia della Preistoria e Paletnologia all'Università degli Studi di Bari, iniziò una sistematica attività di scavo che si rivelò fin da subito promettente ed estremamente interessante grazie alla scoperta di una giovane donna (nome scientifico: “Ostuni 1”), deposta all'interno della cavità orientale della grotta, insieme al suo bambino mai nato. L'attestazione più antica della storia del legame tra madre e figlio: questo fu l'incipit per la lettura di un sito archeologico che, in vent'anni di indagini, ha restituito testimonianze di fre- 43 quentazione che vanno dal Paleolitico al Medioevo. Infatti, oltre a sepolture posteriori ad Ostuni 1 e risalenti a periodi diversificati e vari strumenti di industria litica, l'attenzione è stata indirizzata verso alcuni elementi riguardanti la presenza di un santuario iapigiomessapico, di un affresco del '500 raffigurante la Madonna con Bambino e di una cappella seicentesca, ricavata entro il riparo sotto roccia tra gli ingressi delle grotte est e ovest. Siamo insomma di fronte ad un piccolo scrigno di ricchezze da scoprire, in un viaggio che ha mosso i suoi primi passi in un'età tanto lontana da noi ma che, grazie alla “gestante di Ostuni”, racchiude in se un profondo significato, tutto da svelare.  Paleolitico Superiore: terza fase dell'età Paleolitica (dal greco: “età della pietra antica”), compresa in un periodo che va dai 40.000 ai 10.000 anni fa circa e corrispondente all'era geologica del Pleistocene Superiore. Iapigio-messapico: Gli Iapigi furono un'antica popolazione proveniente dall'Illiria che giunse nell'odierna Puglia e si integrò con la popolazione indigena. Diede così vita a tre gruppi etnici, i Dauni, i Peucezi e i Messapi che popolavano zone diverse della regione. La “gestante” di Ostuni Simbologia e ritualità celebrano la figura femminile di Gianluca Capuano e Cosimo Damiano Papa 2 4 Ottobre 1991. Doveva essere un’occasione, per gli studenti dell'Università di Roma Tor Vergata, di approfondire lo studio e la ricerca sui sistemi di caverne del territorio pugliese e la loro frequentazione da parte degli uomini del Paleolitico. Si rivelò invece l'opportunità di assistere ad una sensazionale scoperta paleoantropologica. Durante il sopralluogo qualcosa attirò l'attenzione del Prof. Donato Coppola, che volle verificare di cosa si trattasse. Inoltrandosi in una cavità della grotta notò un cedimento del livello superiore. Grazie a questo cedimento si rese visibile l'importante sepoltura. Adagiata sul fianco sinistro, rannicchiata, con una mano a protezione del ventre: così si presenta quella che verrà definita “la madre più antica del mondo”, la donna di Ostuni. La giovane, di circa 20 anni, morì a 4-5 settimane dal parto e fu deposta insieme al suo feto, ormai pienamente sviluppato. La datazione al radio-carbonio (vedi pag. 51 per approfondire la tecnica) non lascia dubbi: la gestante risale all'età Gravettiana e viene datata al 24.410 ± 320 B.P. Il corpo dell'inumata si presenta arricchito da bracciali di conchiglie ai polsi (Cyclope neritea, Hinia mutabilis, Cyprea lurida e Trivia) e un copricapo costituito da più di seicento conchiglie marine Cyclope neritea, impastate di ocra rossa. Inoltre sono stati rinvenuti vari strumenti litici e moltissimi resti di fauna, posti lì volutamente. Questi ultimi elementi ci permettono di capire quale fosse lo scenario in cui viveva la giovane donna, quali fossero gli animali che popolavano la zona e quindi come vivevano gli uomini del gruppo a cui lei apparteneva. Il cavallo (equus caballus) e l'uro (bos primigenius) coGravettiano: stituivano certamenfase media del Paleolitico Superiore che te la principale cacprende il nome dal riparo di La Gravette in ciagione del gruppo Dorgogna in cui sono state rinvenute le nomade che utilizza“gravettes”, punte a dorso realizzate tramite va molto probabiltecniche di scheggiatura della selce, roccia sedimentaria largamente usata nel Paleolitimente il riparo di co. Agnano come sede dell'accampamento, dove le carni venivaB.P.: no trasportate, maL'acronimo B.P (Before Present) è utilizzato cellate, cotte e conin archeologia (o in altre discipline), in sostituzione dei soliti “a.C.-d.C”, per indicare una sumate. specifica datazione, quella al radio-carbonio: Tuttavia la sepoltuil punto di partenza della scala, da cui occorra Ostuni 1 racchiure procedere a ritroso nel tempo, è il 1950, anno importante per la ricerca in questo de in se un significacampo. Uro: nome del “Bos Taurus Primigenius”, un grande bovino ormai estinto. 44 to che va ben oltre la presenza dei due consanguinei più antichi della storia. Si tratta anche di un esempio particolare di un linguaggio che poteva essere espresso al meglio, in questo periodo storico, solo attraverso una ritualità di gesti estremamente complessa. In altre parole, il gruppo di cacciatori del paleolitico, oltre alle attività di venagione, dedicavano molto del loro tempo a cerimonie cultuali, e la gestante ne è un esempio lampante. Particolarmente sentiti erano infatti i momenti dedicati alla sepoltura dei defunti, quando la maggior parte dei componenti della “comunità” poteva manifestare quelle che erano le caratteristiche proprie della mentalità collettiva. Il tutto si realizzava attraverso un rituale complesso: la donna, dopo l'accensione di un focolare interno, veniva adagiata su un letto di ciottoli dentro una fossa; elemento fondamentale è il posizionamento, sopra ed intorno al corpo, di conchiglie -intenzionalmente raccolte e lavorate per la creazione di “monili”- e di strumenti che parlano dell'appartenenza al gruppo. Il rito si svolgeva all’interno della grotta, luogo esclusivamente cultuale e deposizionale che da questo momento assumerà anche carattere sacro. È stato compreso che questa complessa tipologia di deposizione non mirava all'annullamento del corpo, ma era un modo per “divinizzare” quella condizione di madre che la donna in vita non aveva rag- 45 Ricostruzione della Sepoltura Ostuni 1 Venere di Willendorf: giunto. Questa spiegazione risulta più facilmente comprensibile ricordando che il ruolo della donna all'interno dei gruppi di cacciatori paleolitici è stato fortemente legato alla procreazione e alla cura della prole. Infatti dietro la “trasformazione” della donna in divinità-madre si nasconde una richiesta alla “dea” di protezione della comunità. Chi di noi non ricorda la Venere di Willendorf? Si tratta di un altro importante esempio risalente al Paleolitico Superiore. L’immagine femminile viene raffigurata con un copricapo molto simile a quello della donna di Ostuni. Si tratta di una cultualità che avrà numerose ripercussioni anche in tempi posteriori. Pensiamo ad esempio a quella che viene definita ceramica in Stile Serra d'Alto, risalente al Neolitico Superiore. Tra i suoi elementi decorativi alcuni rimandano nome di una statuetta paleolitica in pietra calcarea, raffigurante una donna. Rinvenuta nel sito austriaco di Willendorf, rappresenterebbe una “venere paleolitica”, per il particolare riferimento all'esaltazione della femminilità. alla divinizzazione: una figura umana, raffigurata nei suoi tratti essenziali, è in atteggiaCeramica in stile “Serra d'alto”: mento orante particolare produzione ceramica riferibile alla verso la divinità. fase recente dell'età Neolitica. Infine non possiamo dimenticare la presenza dell'affresco cinquecentesco della Madonna con Bambino all'interno della stessa grotta della gestante di Ostuni: un divario temporale enorme separa le due testimonianze che tuttavia sono accomunate da un significato comune, quello della maternità, e che sottolineano ancora una volta il rispetto per un luogo ritenuto sacro. Capire simbologie e ritualità preistoriche potrebbe essere il modo migliore per l’uomo moSepoltura Ostuni 1 derno per svelare legami antichi attualmente collocata nel e vicinanze che vanno al di là Museo di Civiltà del tempo passato. Preclassiche della Murgia Meridionale 46 Lavori in corso a Santa Maria di Agnano Il Prof. Donato Coppola ci illustra gli studi tra passato, presente e futuro di Gianluca Capuano e Cosimo Damiano Papa S anta Maria di Agnano. “Una delle aree più importanti dal punto di vista archeologico nel vasto panorama del mediterraneo”. Con queste parole di entusiasmo il Prof. Donato Coppola, che abbiamo avuto il piacere di incontrare, descrive il sito che ha certamente rivestito un ruolo fondamentale nella storia e concesso molte opportunità nel corso degli ultimi tempi. Basti pensare ai vent'anni di ricerca sistematica che, dal 1991 al 2011, non solo hanno migliorato la conoscenza del sito, ma hanno anche offerto a tanti studenti dell'Università degli Studi di Bari l'occasione di ampliare le loro conoscenze e mettere in pratica ciò che hanno appreso durante il loro percorso di studi. Grazie alla lunga esperienza del Professore, maturata all'estero in contesti simili, si è avuta, come la definisce lui, la “fortuna/sfortuna di trovare subito uno dei reperti più importanti dal punto di vista paleoantropologico”, e ciò ha com- portato inesorabilmente “una nuova pianificazione della strategia generale di indagine”. Questo ha avuto l'effetto sperato: numerosi sono stati gli elementi portati alla luce nella vasta area del parco archeologico, a partire dal rinvenimento delle tracce di fondazione del presunto recinto sacro del santuario iapigio-messapico. Il ritrovamento, in questo contesto, di frammenti di ceramica a vernice nera di IV secolo a.C. permetterebbe la datazione del peribolo alla fase ellenistica. Altre evidenze archeologiche sono state riscontrate anche nell'area del riparo esterno, antistante la grotta est, dove è stata rinvenuta un'altra sepoltura (Ostuni 7), priva di corredo e ascrivibile al XII-XIV secolo e sono stati indagati livelli di terreno riferibili sempre al Paleolitico superiore, per la presenza di strumenti litici e fosse create per la cottura delle carni. In breve, un sito che non finisce mai di affascinare e dalle parole del Prof. Coppola capiamo che “la sua esplorazione è 47 ancora agli inizi e ci rivelerà eccezionalità sia dal punto di vista del santuario e sia dal punto di vista della stratigrafia paleolitica. Nel 2011 purtroppo si è interrotta la ventennale attività di scavo e ricerca ma ci sono forti segnali per una imminente ripresa nel 2015”. Siamo insomma ad un punto di svolta in cui l'area archeologica potrà nuovamente tornare a far parlare di sé, grazie anche alle strutture che concorrono alla sua valorizzazione. Infatti il sito è ormai compreso in un'area di ben 13 ettari, acquisita per la creazione di un Parco Archeologico e Naturale dove oggi è possibile ammirare anche la ricostruzione di un villaggio Neolitico. “Tutto ciò è stato possibile” -continua il Professore- “solo grazie al poderoso contributo della Regione Puglia e dell'amministrazione comunale di Ostuni, che nell'arco di un periodo che va dal 1989 ad oggi ha investito circa 6 milioni di euro per attrezzare queste aree e soprattutto dar vita ad un importante polo per la musealizzazione dei reperti: il museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale.” Il museo nasce nel 1981 per volere dello stesso Prof. Coppola, che si è occupato della sua progettazione e che attualmente lo dirige, con il desiderio di porre sotto la giusta luce alcune importanti testimonianze del nostro passato, frutto di un'instancabile e continua ricerca sul campo. Fu così identificata una struttura idonea per la sua realizzazio- ne e si procedette all'acquisto dell'ex monastero carmelitano di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, con l'annessa chiesa di San Vito Martire. Dopo la lunga ristrutturazione dell'immobile e la successiva inaugurazione, Il prof. Donato Coppola il museo è ormai entrato pienamente a far parte del complesso sistema museale di Ostuni-Fasano, grazie alla significativa presenza di reperti preistorici e protostorici provenienti anche da siti limitrofi. Tra questi, una posizione preminente spetta al diorama ricostruito con la sepoltura della “donna di Ostuni”. Attualmente infatti nella grotta è visibile il calco della gestante, mentre “l'originale”, per motivi di sicurezza e preservazione, è conservato all'interno di una sala della struttura museale, inaugurata nell'agosto 2011 con la mostra “Ostuni dalla preistoria al Medioevo: la vita quotidiana e il sacro nelle testimonianze archeologiche”. La madre più antica del mondo, punto di inizio di questo “viaggio” nei meandri e nelle simbologie della Preistoria, può finalmente stupire ed essere protagonista di una storia che, seppur a volte poco considerata, fa parte di noi. Sta alla nostra saggezza preservarla e tramandarla. 48 I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Costituzione Italiana ART. 34 Sede di Taranto Via G. De Cesare 100/102 Orario di apertura al pubblico: Tutti i giorni escluso il sabato dalle ore 09.00 alle ore 12.00 martedì pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 16.30 Contatti Telefonici Segreteria ADISU Tel. 099.4552929-099.4552930 Fax 099.4552940 49 Indirizzi e-mail Generale: [email protected] PEC: [email protected] La gioconda è Monna Lisa? La verità tra scienza e leggenda di Giusj Sabino L La Gioconda, opera di Leonardo da Vinci a Monna Lisa, meglio conosciuta come “la Gioconda” è sicuramente il quadro più famoso del mondo, noto non solo per il suo valore artistico o per il pittore che lo d i p i n s e (Leonardo Da Vinci, 14521519) ma, soprattutto, per il mistero che da sempre lo avvolge. Chi è la Monna Lisa? Nel corso dei secoli in molti hanno cercato di assegnare un nome a quel volto che tanto affascina. Critici d’arte, storici e studiosi si sono domandati chi sia la fanciulla dipinta da Leonardo. È davvero Lisa Gherardini, nobildonna appartenente alla fa- 50 miglia fiorentina dei Gherardini di Montagliari che, secondo il Vasari, sarebbe la donna ritratta nella Gioconda? La lista delle candidate è lunga e i nomi probabili sono molteplici, ma oggi probabilmente più che la storia può venirci in aiuto la scienza, quella scienza da cui Leonardo era tanto attratto e affascinato. Nel 2012, nel sotterraneo del convento di Sant’Orsola a Firenze, sono stati effettuati degli scavi. Qui era stata sepolta Lisa Gherardini insieme con altre suore perché, dopo la morte del marito, Francesco del Giocondo, aveva trascorso gli ultimi anni di vita come consacrata. Gli studiosi, con l’aiuto del georadar, hanno scavato per riportare alla luce questi corpi e datarli al Carbonio 14 (14C-), tecnica usata frequentemente per accertare non solo l'età dei manufatti ma anche, appunto, quella dei corpi umani. Gli scavi hanno restituito tre corpi, sui quali sono state eseguite delle analisi molto accurate, realizzate in collaborazione dall’Università del Salento e da quella di Bologna. A partire dallo smalto dei denti, è stato così possibile accertare che due dei tre corpi rinvenuti non appartengono certamente alla “Monna Lisa”, poiché risultati di alcuni decenni precedenti alla morte di Lisa Gherardini, storicamente datata al 15 Luglio 1592. Lo studio è stato realizzato dal Professor Calcagnile, responsabile del Centro di Datazione dell’Università del Salento (CEDAD), che ha eseguito i primi esami del C-14 con la tecnica AMS, Accelerator Mass Spectrometry (Spettrometria di Massa con Acceleratore). Purtroppo sul terzo corpo non è stato possibile eseguire la datazione con il C-14 a causa del pessimo stato di conservazione dei resti, su cui è stata riscontrata una forte diagenesi e mancanza di collagene. Per questo motivo su quest’ultimo corpo adesso si dovrà effettuare l’analisi del DNA, per confrontarlo con alcuni campioni di materiale genetico dei parenti di Lisa Gherardini sepolti nella chiesa dell’Annunziata a Firenze e portati alla luce nell’agosto DIAGENESI Trasformazione dovuta ad infiltrazioni d’acqua o alla presenza di organismi. del 2013, precisamente quelli del marito Francesco e dei figli Piero e Bartolomeo. Secondo Silvano Vincenti, responsabile della ricerca avviata dal Comitato Nazionale per la valorizzazione dei beni storici culturali e artistici (CONVAB), l’esame del DNA è la prova definitiva di questa lunga e complessa ricerca: «le incognite da superare sono molteplici -ha affermato Vincenti- ma auspichiamo un risultato positivo». Se il DNA confermasse che il corpo ritrovato a Sant’Orsola è effettivamente quello di Lisa Gherardini il più grande mistero della storia dell’arte sarebbe finalmente svelato.  Gli scavi del 2012 nel sotterraneo del convento di Sant’Orsola a Firenze IL CARBONIO 14 Il radiocarbonio, meglio conosciuto come Carbonio 14 o C14, si produce negli strati alti dell’atmosfera ed è normalmente assorbito dagli esseri viventi. Quando una pianta o un animale muoiono, ha inizio un lento processo di trasformazione del carbonio radioattivo dei tessuti in azoto. Conoscendo il ritmo di decadimento del C14 e misurando la quantità di carbonio rimasta, si può determinare con una certa precisione la data di morte del campione, e quindi la sua età. 51 52 Materiali e restauro: la pergamena Il caso del libro d’Ore di Gravina di Puglia, un codice del XV secolo di Maria Carmela Miccardi C ’era una volta, tanto tempo fa, un oggetto prezioso chiamato libro, quello che oggi guardiamo con aria di sufficienza, fatto di carta. Oggi. Fino a qualche tempo fa si trattava invece di un oggetto prezioso non solo per il suo contenuto, ma anche per i materiali con cui veniva realizzato. È il caso di un codice del XV sec. conservato presso la Biblioteca Capitolare Finia di Gravina di Puglia. Questo manoscritto in pergamena è stato ritrovato casualmente durante i lavori di ristrutturazione che hanno interessato la biblioteca e oggi lo riscopriamo come il volume più antico conservato a Gravina. Si tratta di un libro d’Ore, l’equivalente laico del breviario per i religiosi, raccolta di preghiere pensata per accompagna- re i fedeli nella loro quotidianità. Dopo il ritrovamento il volume è stato accuratamente studiato dalla Dott.ssa Bruna Giorgio che, sotto la guida della Prof.ssa Clelia Gattagrisi, lo ha reso protagonista di un lavoro di tesi di laurea ormai concluso, ma allo stesso tempo aperto alle molteplici forme che la ricerca sa offrire. Proprio alla Dott.ssa Giorgio dobbiamo il racconto della storia di questo libro antico e degli interventi che ha necessariamente dovuto subire. Possiamo certamente dire che lo stato di abbandono non ha giovato alla sua conservazione. Per porre rimedio ai danni che il tempo (e l’uomo) gli hanno arrecato, il codice è stato sottoposto ad un minuzioso intervento di restauro realizzato a Roma dalla ditta Cover. 53 Biblioteca Capitolare Finia, Gravina di Puglia Premettiamo che la pergamena di cui è composto è davvero pregiata perché molto sottile, al punto da rasentare la trasparenza. Questo ci fa capire che l’animale da cui è stata ricavata doveva essere molto giovane. Tralasciamo la spolveratura e l’ammorbidimento delle carte, interventi di routine nel restauro pergamenaceo, utili ad eliminare eventuali depositi e a restituire elasticità ad un materiale che, con il tempo, tende a diventar rigido. La problematica maggiore è stata senza dubbio la presenza di lacune e di tagli realizzati durante un intervento scellerato che ha privato questo codice della maggior parte dei capilettera miniati. Questa pratica era un tempo purtroppo molto diffusa e andava ad alimentare un fiorente mercato nero di oggetti d’arte. Una pratica che non solo ha privato il manoscritto di parte della sua bellezza e di interessanti elementi di studio, ma ha anche inciso i fogli sottostanti, danneggiando- li. I recenti restauri hanno risarcito manualmente le lacune con della carta giapponese, una speciale carta per restauro costituita esclusivamente da cellulosa pura, senza la presenza di collante. Si tratta senza dubbio di un lavoro certosino che parte dalla scelta accurata della carta, considerando spessore e tonalità, per concludersi con le minuzie della preparazione e dell’applicazione con un adesivo adeguato. Ci sarebbero altre operazioni da raccontare, ma lasciamo qualcosa all’immaginazione. Quel che importa è che oggi, a conclusione del restauro, questo piccolo e prezioso volume ha trovato una più consona sistemazione: una bacheca tutta sua all’interno della Biblioteca Finia, dove verrà custodito gelosamente. E probabilmente sarete d’accordo con me nel concludere questo breve racconto nella più classica delle maniere possibili: “E vissero tutti felici e contenti”. Una delle rifilature presenti all’interno del codice 54 55 La scienza nel quotidiano di Doriana Debellis Abbigliamento… MADE IN NATURE Latte, eucalipto, noci di cocco,... ingredienti per una ricetta? Ma no! Sono gli ingredienti giusti per un perfetto look ecosostenibile. Dopo il cibo e l’alimentazione, la tendenza ai prodotti sani e naturali arriva anche nell’abbigliamento. I tessuti che indossiamo, in genere, derivano dal petrolio e i coloranti usati che sono a contatto con la nostra pelle a volte contengono nichel, altri metalli pesanti e sostanze tossiche. Gli abiti naturali non soltanto non fanno male ma addirittura hanno proprietà benefiche. Tra le fibre naturali di notevole successo ci sono quelle di bambù e latte ma anche fibre derivanti da piante che non ti aspetti... come l’ortica! Nell’immaginario comune l’ortica è una pianta urticante e infestante ma dalle sue fibre si ottengono filati sottili, flessibili e morbidi, traspiranti come il lino e brillanti come la seta. Dopo i processi di estrazione naturale si procede alla trasformazione da fibra a filato e a seconda della lavorazione di torcitura, la fibra diventa protettiva come la lana o assume caratteristiche simili al cotone. 56 La capacità di catturare cattivi odori, per poi eliminarli con l’esposizione e il lavaggio, è anche tipica di materiali derivanti dagli scarti di caffè. I fondi di caffè sono utilizzati fin dall’antichità per la tintura degli abiti, ma possono anche essere riciclati per la creazione di capi ecosostenibili. È stato infatti brevettato un giubbotto idrorepellente i cui interni derivano da scarti di caffè che, oltre ad avere proprietà antiodore, proteggono dai raggi solari nocivi UVA e UVB. Anche la fibra di latte è altamente ecologica: per la produzione si utilizzano i grassi di scarto della lavorazione del latte, riducendo drasticamente tanto le emissioni di anidride carbonica quanto l’uso di combustibili fossili. Il latte viene disidratato e scremato, ammorbidito, impastato e poi lavorato con moderne tecniche di bio-ingegneria da cui si ottiene la cosiddetta “seta di latte”. Il risultato del processo di filatura è una fibra comoda, morbida, rinfrescante, ecologica e salutare per la pelle. Infatti, contenendo caseina, la proteina del latte che possiede numerosi amminoacidi, nutre e cura la pelle, come del resto è noto da millenni. 57 La fibra di bambù offre un'eccellente traspirazione e conservazione del calore, creando una sensazione di freschezza e relax. Grazie ad un bioagente presente all'interno della struttura molecolare della cellulosa del bambù, la fibra garantisce anche una protezione permanente antibatterica e un’azione di deodorante naturale. La canapa come rimedio all’inquinamento Le recenti notizie che riguardo aree inquinate d’Italia come la terra dei fuochi o le zone di Taranto, pongono l’attenzione sui possibili rimedi all’inquinamento provocato dall’uomo. Le piante sembrano essere sempre più le migliori amiche dell’uomo, confermandosi come una della risorse più importanti di cui l’umanità può disporre nella lotta all’inquinamento e per la salvaguardia dell’ambiente. In particolare, le piantagioni di canapa si sono rivelate molto utili per la bonifica dei terreni vicini all'Ilva. La canapa, infatti, non ha bisogno di alcun pesticida o diserbante per crescere rigogliosa e, con le sue profonde radici, rigenera i terreni inquinati dove è sconsigliato coltivare prodotti per l’alimentazione umana o animale. Il principale effetto positivo delle coltivazioni di canapa è la capacità di realizzare una sorta di fitobonifica dei terreni. Le radici arrivano in profondità (fino a tre metri) con la capacità di assorbire inquinanti e metalli pesanti. Contestualmente si ottiene un miglioramento della fertilità. dei suoli, e dai semi, dallo stelo, dalle foglie e dalla polvere si possono ottenere prodotti alimentari, legno, carta, tessuti e cosmetici, con un'infinità di prodotti derivati e usi possibili. 58 NOV ITÀ NOV NO NO VI VIT À TÀ NOV ITÀ NO TE CN O TE CN O TE CN O pillole di ITÀ NO TECNO TEC VIT À O CN TE NOV ITÀ TECNO TECN O NOVITÀ À VIT NO À VIT O CN TE NO VI TÀ O CN TE TEC NO NO ITÀ NOV TEC NO NO À VIT NO TECNONOVITÀ VIT À NOVITÀ TEC TECNO NO TECNO NOV ITÀ O CN TE O CN TE di Concetta Lapomarda PROMETEA CAMBIA LE REGOLE DEL FOTOVOLTAICO Calpestabile, impermeabilizzante e molto conveniente: queste le caratteristiche di Prometea. Il rivoluzionario pannello fotovoltaico è stato presentato dall’azienda italiana ENERGYKA in occasione dell’Intersolar Europe dal 4 al 6 giugno a Monaco di Baviera. Tre gli aspetti che lo rendono unico: un nuovo standard green, la flessibilità e la leggerezza, il rapporto qualità-prezzo. Inoltre è realizzato senza cadmio né piombo in linea con le direttive europee. Maggiore qualità ed un prezzo accessibile a tutti: cosa chiedere di più? A Tokyo la tecnologia prende forma...umana 10 app utili selezionate da Scienza&Cultura 1. AVG AntiVirus. Al primo posto sempre la sicurezza del dispositivo! 2. Clean Master per evitare il sovraccarico di file inutili. Dall’interfaccia semplice ed intuitiva, renderà il tuo smartphone veloce ed efficiente. 3. WhatsApp per essere sempre in contatto con la tua rubrica. 4. Amazon. Il colosso degli acquisti online ha creato una app davvero all’altezza delle aspettative! Puoi comprare comodamente ciò di cui hai bisogno ed usare la Lista Desideri come promemoria per i futuri acquisti. 5. Con Wps office creare e modificare documenti, slide e fogli elettronici non sarà più un problema quando non sei a casa. 6. Befunky è un pratico strumento per modificare e dare un tocco personale alle immagini. 7. Se gestisci una o più pagine Facebook, non puoi fare a meno del Gestore pagine Facebook! 8. Google sky map ti farà scoprire un nuovo...cielo. Provare per credere! 9. Dolphin è un browser veloce ed intuitivo, un’ottima alternativa a Chrome. 10. E poi, ovviamente, i vari social a tua discrezione: Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, G+ per condividere contenuti ed immagini online! Al Miraikan Science Museum di Tokyo fanno il loro ingresso due guide museali fuori dal comune: due robot. A presentarli al pubblico il loro creatore, dottor Hiroshi Ishiguro dell’Università di Osaka, che dichiara: L’umano è il mezzo più facile con cui gli esseri umani riescono ad interfacciarsi. Più la tecnologia andrà avanti più prenderà la forma umana . Lo scienziato già vanta imprese simili infatti, tempo fa, aveva realizzato una copia di sé stesso per rispondere al telefono quando non era a casa. I due androidi sono diversi tra loro sia per la corporatura -un adulto e un bambino- sia per il ruolo che avranno all’interno del Museo. Il bambino è dotato di un lettore di news per i ragazzi ed avrà il compito di incuriosirli ed informarli, mentre l’adulto sarà il comunicatore del Museo. Per renderli fisicamente umani , la loro pelle è realizzata con il silicone e, inoltre, l’utilizzo di muscoli artificiali li rende davvero molto simili a noi. http://www.thedigeon.com/it/robot/umanoidi/le-guide-del-museo-di-tokyo-sono-umanoidi.html 59 Di storie e di Scienza Rizzi Zannoni, il cartografo rivoluzionario dell’età moderna di Ruggiero Tupputi 2 014: una data da non dimenticare per gli amanti della cartografia. Ricorre infatti quest’anno il bicentenario dalla morte del geografo, astronomo e cartografo Giovanni Antonio Bartolomeo Rizzi Zannoni, nato a Padova nel 1736 e scomparso a Napoli nel maggio 1814. Geniale ed eclettico, Rizzi Zannoni fu un vero protagonista della scena europea, come dimostra il luogo in cui avvenne uno dei più importanti incontri della sua vita: Parigi. Qui conobbe il Segretario dell’Ambasciata partenopea in Francia, l’abate Ferdinando Galiani, rappresentante dell’illuminismo napoletano. Un incontro che nel 1781 portò Rizzi Zannoni alla colta e vivace corte di Napoli, nota per la sua apertura intellettuale ed internazionale. Nella capitale dei Borbone ricevette da re Ferdinando IV il compito di redigere una nuova e moderna rappresentazione cartografica del Regno. Il lavoro si concretizzò con la realizzazione di una carta topografica a grande scala misurata geodeticamente e rilevata sul terreno e non più basata sull’elaborazione di precedenti mappe. Un incarico di primissimo piano sia dal punto di vista strategico-militare, sia economi- co, in grado di fornire gli strumenti necessari per l’utilizzo razionale e sistematico dei territori e delle risorse del Regno. La mole e l’intensità dell’opera risultano evidenti in un passo della biografia dell’abate Galiani scritta da Diodati: «Si fecero molti viaggi per le provincie e furonvi spediti Il cartografo Rizzi Zannoni architetti, astronomi, disegnatori, piloti e diversi altri per prendere le misure, nonché girar tutto il litorale e i luoghi mediterranei del Regno». Un lavoro certosino che portò ad una descrizione minuziosa di «tutte le provincie, terre, strade, ponti, passi, poste, montagne, miniere, boscaglie, e tutto ciò che è necessario a sapersi per l’economia dello Stato, e nella carta nautica tutto il litorale del Regno, coi varî porti, spiaggie, lidi, scogli, secche, profondità ed altre cose, che servono per la regola di bastimenti e della navigazione». Nacquero così l’Atlante Geogra- 60 fico del Regno di Napoli, in 31 fogli, disegnati da Rizzi Zannoni e incisi su rame da Giuseppe Guerra, in scala 1:114.545, ultimato in un trentennio di lavoro (1781-1812), e l’Atlante Marittimo delle Due Sicilie, terminato nel 1792, in 23 grandi fogli in scala 1:90.000 ca. Per l’incisione e la stampa dei fogli dell’Atlante Geografico si scelse per precisa volontà politica di partire dalla Calabria meridionale. Ciò allo scopo di avere i più moderni ed efficienti strumenti operativi per avviare con precisione e sicurezza l’opera di ricostruzione dei centri colpiti a sud dell’istmo di Catanzaro dal terremoto del 1783 e per la bonifica dei numerosi ristagni che si erano formati a seguito di frane e smottamenti. Oltre alla maestosa descrizione cartografica del Regno di Napoli, a Rizzi Zannoni si deve anche la nascita del primo laboratorio cartografico negli Stati Italiani con finalità civili, ammi- nistrative e militari sulle cui basi nacque l’Officio Topografico del Regno di Napoli nel 1814 e successivamente l’Istituto Geografico Militare nel 1872. Tra i più illustri cartografi di età moderna nel panorama della penisola italiana, Rizzi Zannoni ben merita le celebrazioni in suo onore partite quest’anno a Napoli da Castel Sant’Elmo, lì dove lo stesso cartografo pose il punto valevole quale centro delle coordinate per la costruzione delle sua nuova e rivoluzionaria carta topografica del Regno di Napoli.  GEODETICA La geodetica rappresenta il cammino più breve tra due punti sulla superficie della Terra e corrisponde all’arco di circonferenza massimo. Ad esempio, osservando l’immagine, gli archi dei meridiani e dell’equatore (in rosso) sono geodetiche, mentre gli altri paralleli (in blu) no. "La linea di minor cammino tra due punti è la geodetica" Teorema di Darboux 61 A spasso tra i musei della Puglia… di Iolanda Di Cosola Il nostro pianeta è un complesso condominio in cui abita non solo l’uomo, ma anche moltissime specie di animali, insetti, uccelli e pesci. Conoscere l’immenso patrimonio vivente sulla Terra è ancora oggi argomento di studio per molti. Ma conosciamo le specie che popolano l’Italia e la Puglia? I La collezione di farfalle l museo del Dipartimento di Biologia, intestato alla Prof.ssa Lidia Liaci, presso il Palazzo degli Istituti Biologici, si dedica all’esplorazione dell’ambiente marino e terrestre pugliese, italiano e della vicina Africa Nord Orientale, attraverso un migliaio di reperti zoologici raccolti in ampie bacheche e in ricostruzioni “reali” di ambienti naturali, chiamati diorami to dell’unione di collezione private del Generale Augusto Lettini, di ritorno dalle colonie in Africa durante il periodo fascista, e del naturalista leccese Liborio Salomi. Esteso su 170m2, è suddivisibili in 4 sale che guidano il visitatore attraverso un percorso esplorativo che ha inizio nelle profondità marine, attraverso la collezione degli invertebrati di circa 200 esemplari di spugne, coralli, molluschi, crostacei mediterranei e tropicali. Si passa, quindi, alla collezione ittio- Il Museo di Zoologia nasce negli anni '20 in parallelo con la nascita dell'Università degli Studi di Bari e con la Cattedra di Biologia della IL DIORAMA Facoltà di MediIl diorama è la ricostruzione in scala cina ed è reale di una porzione di ambiente nail risultaturale con tutti gli elementi che lo caratterizzano: rocce, piante ed animali, realizzata con intenti didattici (Fogato, 1992). Inventato da L.J. M. Daguerre e C. Boutone nel 1822. L’effetto tridimensionale nella rappresentazione di luoghi è dato da poster dipinti disposti verticalmente ed opportunamente illuminati da fonte di luce nascoste allo spettatore (Treccani). 62 PESCI CARTILAGINEI E PESCI OSSEI logica che comprende pesci cartilaginei, come squali, mante e razze, e pesci ossei del Mediterraneo e del Mar Rosso. La parola “pesci” ha un significato troppo generico secondo gli studiosi di SISTEMATICA, scienza che si occupa della ricerca delle relazioni di parentela tra gli organismi per ricostruirne il percorso evolutivo. Uno squalo ed un pesce spada non hanno “parenti” in comune. Gli squali, come le razze e le mante, discendono da un antenato che aveva lo scheletro cartilagineo, le branchie a fessura, occhi piccoli e pinne robuste. Queste caratteristiche sono rimaste nelle generazioni successive e hanno permesso di definire i suoi discendenti CONDROITTI o pesci cartilaginei. Invece i pesci spada, come i tonni, le spigole e le sardine, discendono da un antenato provvisto di uno scheletro osseo e le branchie protette da una specie di coperchio, detto “opercolo”, che si apre e si chiude sincronizzandosi con i movimenti della bocca. I suoi discendenti sono stati raccolti sotto il nome di OSTEITTI, molto più numerosi e diversificati rispetto a quello dei condroitti. Un vero tuffo nel profondo blu dei mari tropicali lo si può vivere attraverso 9 vasche, dove sono ricostruiti alcuni habitat marini ed un prototipo di sistema di allevamento sostenibile. Continuando il nostro percorso, si esce dalle profondità marine per conoscere i predatori degli specchi d’acqua, che sono raccolti nella collezione erpetologia che comprende una serie di grandi tartarughe, coccodrilli, varani, agamidi africani, alcuni serpenti, tra cui un enorme pitone Seba di oltre 4 metri e una raccolta di anfibi e rettili pugliesi. Si raggiunge, così, la sala dei mammiferi. Nella quale spiccano carnivori, erbivori delle regioni africane e roditori. Nell’ultima sala sono esposte antiche stampe naturalistiche, collezioni entomologiche che includono 500 esemplari di insetti pugliesi, tra cui una bellissima collezione di farfalle e, infine, il calco di una tomba contenente reperti umani del Neolitico locale. È proprio l’uomo a concludere il percorso evolutivo mettendo in evidenza che questi è solo un anello 63 Le testuggini marine ALLEVAMENTO SOSTENIBILE L’allevamento sostenibile è un progetto indirizzato all’allevamento di più specie, al fine di migliorare, da un lato le caratteristiche dell’acqua, (biofiltrazione), e dall’altro, a parità di volumi d’acqua ed energia impiegata nelle fasi di allevamento, di ottenere un surplus di biomassa di valore economico. Il prototipo nasce per avere dei sistemi controllati per l’allevamento di madrepore ed invertebrati marini per l’acquariofila di barriera corallina, la cui richiesta è aumentata in maniera considerevole nel corso degli anni. dell’imponente catena Biodiversità terrestre. della Il museo di Zoologia partecipa ogni anno alle edizioni della “Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica”, organizzando cicli di conferenze sulla conservazione della fauna invitando relatori di importanza nazionale ed internazionale. Collabora inoltre con vari enti per lo studio e la tutela degli ecosistemi pugliesi, tra cui la Regione Puglia, il Museo Provinciale di Storia Naturale di Foggia, l’Osservatorio Faunisti- co della Provincia di Foggia, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, il Parco Nazionale del Gargano, il Parco Nazionale dell’Alta - Murgia, il Dipartimento di Zoologia dell’Università di Napoli. Inoltre, aderisce al QUANDO? Centro Interdipartimentale dei Dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 13:00; Servizi per la martedì e giovedì anche dalle 15:00 alle Museologia 17:00. Chiuso ad agosto. Scientifica Visite guidate a pagamento su prenotazione (CISMUS). COME? Tel: 0805443360, 0805443357 Fax: 0805443358 www.dipartimentodibiologiabari.it/museo/ scienzasalento.unile.it/biografie/liborio_salomi.htm DOVE? via Orabona 4, Bari Campus universitario - Dip. di Biologia Ingresso portatori di handicap: via Amendola 165/A, Bari 64 ? ? ? ? ? ? ? ? Curiosità ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? di Concetta Lapomarda ? STRANEZZE DAL MONDO L’Agenzia britannica per il turismo ha pubblicato una lista con alcune delle più bizzarre richieste di informazioni rivolte ai propri operatori. Ecco qualche esempio: Edimbugo è a Glasgow? , Il Galles è chiuso d’inverno? , Quanto costa il biglietto d’ingresso per Brighton? , Quale autobus devo prendere per andare dalle Isole Orcadi alle Isole Pesca al mare. Se si cala la lenza fino a toccare il fondale, può capitare che, invece che un pesce, abbocchi un granchio. Il crostaceo inizia subito a dibattersi per liberarsi dando l’impressione che si sia preso un pesce di grandi dimensioni. Da questa delusione, l’espressione Prendere un granchio . Shetland? , A che ora emerge il mostro di Loch Ness? Il nome del più famoso motore di ricerca del mondo è, in realtà, frutto di un errore. Infatti, Larry Page e Sergey Brin, i futuri fondatori di Google, avrebbero voluto registrare il dominio come googol. Googol è il nome del numero 10100, ossia 1 seguito da 100 zeri, ipotizzando che avrebbe, come poi è successo, lavorato con grandi numeri. Purtroppo digitarono Google e, dal momento che il dominio era ancora libero, decisero di tenere il nome. 3 MAT MAT1C4 ...fashion È ora di uscire ma...che scarpe indossare? L’Institute of Physics di Londra ha elaborato la formula del tacco a spillo! h = Q*12+3s 8 Q è il fattore sociologico (da 0 a 1) mentre s corrisponde al numero di scarpe. A New York, lo studio creativo The Partners ha realizzato il Museum of the Mundane (MoMu per fare il verso al MoMA), un museo a cielo aperto dove si celebrano oggetti di uso quotidiano come biciclette, mattoni o segnali stradali. In giro per la città, proprio sugli oggetti in questione, sono stati attaccati dei cartellini per raccontarne la storia ma anche per attirare lo sguardo dei cittadini sulle semplici meraviglie che vede ogni giorno. 65 di Matteo Granatiero Sapevi che... PROFUMO D’ESTATE Il grano saraceno in realtà non è un cereale, ma il frutto della Fagopyrum Esculentum. Questa pianta cespugliosa annuale appartiene, come il rabarbaro, alla famiglia delle Poligonacee. Dal chicco, di forma triangolare, si ottiene una farina priva di glutine e quindi adatta per celiaci. Pesto, pizza margherita, pasta pomodoro e basilico… odori e sapori d’Italia conosciuti in tutto il mondo e con un pizzico di sangue blu. La parola basilico deriva dal termine greco basilicòs e significa reale, regio. Questa pianta erbacea annuale è molto presente nella cucina mediterranea e comprende circa sessanta varietà. Si usa fresco, meglio se aggiunto prima di servire dato che con la cottura perde gran parte del suo profumo. Per conservarlo non va fatto seccare, si può congelare o mettere sott’olio. L'erba cipollina è una pianta aromatica dal sapore dolce e delicato ed è la più piccola della famiglia delle cipolle. I piccoli steli cavi e appuntiti si utilizzano come condimento: è preferibile non strapparli ma tagliarli in modo che possano ricrescere per essere usati ancora. La cannella è una delle spezie più antiche utilizzate dall’uomo: una delle prime testimonianze sul suo uso risale infatti al 2800 a.C. Si ricava dalla corteccia essiccata dell'albero Cinnamonum che appartiene, come l'alloro, alla famiglia delle Lauracee. I COLORI DELLE STAGIONI Ogni stagione si accompagna a colori, odori e sapori caratteristici. Da maggio fino alla fine dell'estate, mentre nei giardini fioriscono le rose, i banchi della frutta si riempiono di ciliegie, pesche, nespole, albicocche e susine. Ebbene: tutti questi frutti, di colori e forme diverse, e le circa 150 specie di rose esistenti appartengono alla stessa famiglia: le Rosaceae. Tra le circa 2000 specie di Rosaceae, ci sono anche altri alberi da frutto come il pero, il melo, il cotogno ed il mandorlo. Una così grande varietà rende questa famiglia di piante importante sia a livello economico che alimentare: l'olio essenziale di rosa viene usato in profumeria e cosmetica mentre i frutti commestibili vengono venduti freschi o utilizzati a livello industriale per conserve ed altri prodotti. 66 I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Costituzione Italiana ART. 34 Sede di Lecce Via Trieste, 14 Orario di apertura al pubblico: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.00 martedì e giovedì dalle ore 8.30 alle ore 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00 Contatti Telefonici Tel. centralino: 0832 387311 67 Indirizzi e-mail E-mail: [email protected] Pec: [email protected] LiberA Mente Claudio Tuniz “L’atomo inquieto Breve storia della radioattività e delle sue applicazioni” di Concetta Lapomarda L stata applicata nell’agricoltura e a parola “radioattività” nella medicina con ottimi risulci fa subito pensare a qualcosa tati validi ancora oggi, mentre i di tossico e dannoso per la saluprodotti che contenevano radiote, riportandoci alla mente il nuclidi senza disastro di che fosse neČernobyl’ o il Il contatore di neutroni cessario sono classico funstati ritirati go delle einiziò a ticchettare dal mercato. splosioni velocemente, annuncian- Il titolo un nucleari. La po’ bizzarro radioattività do la prima reazione a di questo liperò non è catena prodotta b r o , solo questo. “L’atomo Nella secondall’uomo: inquieto”, da metà del un buon momento per nasconde un Novecento, testo ricco di quando i raaprire la bottiglia di inter es s anti dionuclidi Chianti che E. Wigner approfondierano usati in menti che aveva tenuto pronta per cosmetici, scorre fluido giocattoli ed l’evento. e veloce, doalimenti, ve il valore e l’opinione la responsabilità della ricerca pubblica era divisa in due schiescientifica vengono chiaramente ramenti: curiosi e spaventati. In messi in risalto: dietro le quinte positivo, in quegli stessi anni è 68 Scienza&Cultura consiglia Alchimie nell’arte. La chimica e l’evoluzione della pittura. Adriano Zecchina - Zanichelli Editore. Prezzo di copertina 13,30 € La fisica della domenica. Brevi escursioni nei quatto elementi. Michele Marenco - Sironi Editore. Prezzo di copertina 16 € Due gradi e mezzo di separazione. Come il network facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia). Domitilla Ferrari - Sperling & Kupfer. Prezzo di copertina 17 € di ogni tecnologia o invenzione c’è sempre un gruppo di lavoro che prova, valuta e verifica le potenzialità e la riuscita della sperimentazione. Claudio Tuniz, con grande maestria, ci prende per mano e ci guida nelle controversie storiche sul tema della radioattività, facendoci scoprire le tante applicazioni che elettroni, particelle e radiazioni ionizzanti hanno nella nostra vita. Dalla costruzione della prima bomba atomica del “Progetto Manhattan” alle più moderne terapie contro il c a n c r o , dall’eliminazione dei parassiti allo studio delle emissioni inquinanti degli inceneritori, la radioattività è onnipresente non come una matrigna cattiva ma come una tecnologia che, se usata nel modo giusto, risolve importanti problematiche. Come scriveva già Enrico Fermi nel 1949: «Lo studio delle sostanze radioattive, sostenuto da una certa dose di immaginazione, può trovare applicazione nei campi più disparati di ricerca, oltre che in quelli più naturali della chimica, della biologia e della medicina». 69 Titolo: L’atomo inquieto Autore: Claudio Tuniz Casa editrice: Carocci editore Numero pagine: 165 Prezzo di copertina: 12 € Pubblicazione: aprile 2014 In agenda… appuntamenti ed eventi in Puglia… a cura di Concetta Lapomarda INDAGINE SUL CONSUMO CONSAPEVOLE NELLA CITTA DI BARI: DALLA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI AGLI ASPETTI NUTRIZIONALI 10 luglio 2014, dalle 16.00 alle 19:00 Dalla sicurezza degli alimenti ad una guida pratica per acquistare, trasportare, conservare, cucinare e o su a e gli ali e ti, uest’ulti a p ese tata dal dott. Atzo i -coordinatore commissione Igiene, Sicurezza e Qualità dell’o di e Nazio ale dei Biologi-. Diversi saranno gli interventi previsti durante l’i o t o o ga izzato dall’Asso iazio e Biologi A ie talisti Pugliesi. Sala Consiliare Provincia di Bari, Lungomare Nazario Sauro n°29, Bari 0805574418 [email protected] 24 SCATTI BIKE 18 maggio - luglio 16.30 alle 20:30 , dal artedì alla do e i a dalle . alle . e dalle Il paesaggio può esse osse ato ad o hio udo o att a e so l’o ietti o della a hi a fotog afi a. È la le tezza di u a pedalata, pe ò, a fa e la diffe e za o ede do u ’osse azio e p i ilegiata. Nel cuore di Brindisi, nella sala al piano terra del Palazzo Granafei Nervegna, sono in mostra gli scatti i ito i del o o so i te azio ale L’uo o e la i i letta p o osso e o ga izzato dall’asso iazio e Ae esis . Palazzo Granafei Nervegna, Via Duomo n° 16, Brindisi 0831229643 ANTICA SPEZIERIA 18 maggio - 31 luglio, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 19.30 alle 23.30 Antichi recipienti che, un tempo, custodivano unguenti miracolosi, polveri medicamentose ed erbe curative. Le maioliche del XVI e XVII secolo si possono ammirare presso il Palazzo Marchesale di Laterza i attesa dell’ape tu a del useo della Maioli a, p e ista a ge aio 5. Per sperimentare l'arte del ceramista, ogni giovedì dalle 19.00 alle 22.00, gli artigiani di Laterza fanno i e e l’i solita espe ie za di to i e u a pi ola ope a a tutti i isitato i. Palazzo Marchesale, Piazza Plebiscito, Laterza (TA) 0998866021, 3358405897 70 ACCARDI, BORGHESE E FACCINCANI IN CONTEMPORANEA 10 luglio - 20 agosto, dalle 20:30 alle 00:00 Angelo Accardi, dopo le esposizioni in famose gallerie italiane ed estere, continua ad evolversi sempre alla ricerca di nuove sensazioni da scoprire. Athos Faccincani, artista di fama europea, durante gli anni Settanta si avvicinò agli emarginati e, il suo Ciclo della Resistenza fu pre iato dall’ex Preside te Perti i. Franz Borghese, pittore del secondo Novecento, si dilettava nel rappresentare una borghesia con vena ironica e fantastica, attraverso un linguaggio metaforico. Grazie al patrocinio del Comune di Vieste, è possibile ammirare le opere di una triade di artisti che meritano davvero di essere osservate ed apprezzate. Ex Convento Dei Cappuccini, lungomare Vespucci, Vieste (FG) [email protected] 3382139499 VISITA GUIDATA A CASTEL DEL MONTE Castel del Monte: maestoso e suggestivo edificio sede di misteri e leggende. Dalle sue bifore e trifore si può ammirare il paesaggio che si estende fino al Gargano, apprezzando appieno la bellezza naturalistica del territorio pugliese. Dopo il Castello, la visita continua presso il Museo del Confetto, ospitato all’i te o della sede sto i a della Co fette ia Mu i, do e si posso o degusta e i fa osi o fetti Tenerelli. Castel del Monte, Strada Provinciale 234, Andria www.iatbisceglie.it, [email protected] 0803968554, 3881496597 RENKONTI RENKONTIĜO ĜO - INCONTRI TRA ARTE E TERRITORIO 6 giugno - 31 agosto, dalle 17:30 alle 22:30 Partendo dalla Villa Comunale di Trani, in visita ad alcuni dei giardini storici che, un tempo, erano dei luoghi di illeggiatu a e t e oggi so o zo e i ili o t a e t o e pe ife ia. Pe l’o asio e, al fi e di riqualificare questi luoghi di interesse storico, i giardini sono sede di installazioni, interventi di video a t e pe fo a e. L’i iziati a, p o ossa da Co te po a y Cultu es, ede ella e hia i i ie a, struttura abbattuta nel 2009 perché dichiarata instabile, il simbolo di questi interventi. Villa comunale, Piazza Plebiscito, Trani www.renkontigo.com, [email protected] 3277909162, 3474905514 71 In agenda… appuntamenti ed eventi in Puglia... OPEN DAYS BARLETTA Ogni sabato dal 5 luglio al 27 settembre, dalle 20.00 alle 23.00 Il sa ato se a si olo a di ultu a a Ba letta o l’ape tu a st ao di a ia dei Be i Cultu ali ittadi i o visite guidate gratuite al Castello, al Museo Civico, al Palazzo della Marra, e alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli -anche detta Chiesa dei Greci-. L’i iziati a è p o ossa dall’Assesso ato al Medite a eo, Cultu a e Tu is o della Regio e Puglia o l’aiuto dell’U io e e dell’Age zia Regio ale del Tu is o Puglia P o ozio e . Corso Vittorio Emanuele, Barletta CORRADO GIAQUINTO. INEDITI DALLA COLLEZIONE PIEPOLI PIEPOLI--SPADAVECCHIA 12 giugno - 13 dicembre, dalle 19.00 alle 22.00 Ci ua ta ope e t a ozzetti e studi p epa ato i di ope e d’a te di ote ole i po ta za pe i ost uie il pe o so dell’a tista olfettese. Il o pus diseg ati o è ate iale di studio e di i e a a li ello nazionale ed europeo sia sulla sua figura sia per approfondire le conoscenze del periodo artistico compreso tra il XVII e il XVIII secolo. La mostra, curata dal prof. Gaetano Mongelli, è organizzata dal Museo Diocesano e dalla cooperativa FeA T o il pat o i io dalla Dio esi di Molfetta, del Co u e di Molfetta, dell’U i e sità degli “tudi di Ba i e della Pi a ote a P o i iale di Ba i Co ado Gia ui to . Museo Diocesano Molfetta, Via Entica della Chiesa, Molfetta (BA) www.museodiocesanomolfetta.it/00_Eventi.html, [email protected] 3484113699 ESCURSIONE DI GEOLOGIA & TURISMO NEL SALENTO Un viaggio nel tempo dal Mesozoico fino ai nostri giorni navigando su quelle che, un tempo, furono le a ie e o alli e t opi ali del p o o to io Af i a o Apula , e e se e so e se più olte du a te la collisione con la placca Euroasiatica. Una splendida giornata da trascorrere nel Parco Naturale Regionale "Costa d'Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase". Porto Di Otranto, Via Porto n° 1, Otranto (LE) www.geotask.it, [email protected] 347.8162807 72 ...e in Italia KLIMT ALLE ORIGINI DI UN MITO 12 marzo - luglio, lu edì dalle . alle . ; artedì, er oledì e do e i a dalle 9.30 alle 19.30; giovedì, venerdì e sabato dalle 9.30 alle 22.30 Alfred Weidinger, uno dei massimi esperti di Gustav Klimt, ha selezionato i 20 rari dipinti dell'artista in mostra al Palazzo Reale di Milano. Dalle opere giovanili fino alla nascita della Kunstler-Compagnie (Compagnia degli Artisti) e alla successiva fondazione della Secessione, l'i te to è di far co pre dere come Klimt raggiunse la fama internazionale di cui gode. Palazzo Reale, Piazza Duomo n°12, Milano 9 7 dal lu edì al ve erdì dalle . alle 7. www.tiket.it/klimt www.tiketone.it/ 1564 - 2014 MICHELANGELO. INCONTRARE UN ARTISTA UNIVERSALE 27 maggio - sette re, dal artedì alla do e i a dalle . alle . Pittura, scultura, poesia e architettura. Le quattro arti in cui si espresse Michelangelo raccontate in ben nove sezioni espositive in occasione del 450° anniversario dalla sua morte. Un'occasione da non perdere perché alcuni capolavori potranno essere osservati, in molti casi per la prima volta, affiancati e contrapposti. Un esempio su tutti è la presenza del grande capolavoro del Michelangelo politico, il Bruto, che potrà essere ammirato accanto a busti classici. Musei Capitolini, Roma www.museicapitolini.org/ SPOLETO ARTE 30 giugno - 24 luglio Nuova edizione delle mostre di arte contemporanea, curate da Vittorio Sgarbi nel cuore della cittadina umbra, che accolgono opere significative di artisti italiani e stranieri. Tra gli autori, importanti personalità come Dario Fo, che presenta venti tele a raccontare la sua passione, e Antonella Laganà, pittrice calabro-toscana di fama internazionale. "Una maga che coglie l'emozione e la rappresenta nella forma che essa esige", così si definisce la Laganà che, con i vortici luminosi delle sue tele, conduce l'osservatore in un viaggio onirico tra il fantastico e il reale. "Notevole -spiega Sgarbi- sarà la proposta di s ultu e dell’a tista usso Mi hail Misha Dolgopolo he ha oluto off i e u a p ese tazio e del te a a te e afia i elazio e o il Museo della Mafia he da “ale i e à allestito a Ne Yo k." Palazzo Racani Arroni, Via Stretta, Spoleto (PG) 0276280638 73 ...A pennello Alla scoperta di P AOLO F INOGLI INOGLIO O di Maria Carmela Miccardi L’ARTISTA. Proseguiamo il nostro viaggio nel mondo della pittura. Questa volta incontriamo un artista di origini napoletane che ha lasciato un segno indelebile nell’arte del nostro territorio: Paolo Finoglio. Nato presumibilmente ad Orta d'Atella (Napoli) sul finire del ‘500, pare abbia prodotto le sue prime opere intorno al 1610. Sposò giovanissimo Rosa Lolli, leccese, da cui ebbe due figli. Visse viaggiando essenzialmente tra Puglia e Campania. A lungo considerato dalla critica un pittore minore, è stato recentemente rivalutato come artista di spicco nell'arte meridionale del Seicento, al pari dei più importanti pittori della Napoli del suo tempo. L’artista morì a Conversano nel 1645. TRA LE VITE DI SAN MARTINO… La vicenda biografica ed artistica del Finoglio si snoda tra diversi luoghi. In primo piano troviamo Napoli. Quasi sicuramente l’artista deve essersi formato presso una delle tante botteghe attive nella città partenopea, facendo propri gli elementi della pittura manierista successiva al Concilio di Trento. Probabilmente la più importante commissione ottenuta dal pittore a Napoli fu la decorazione della cappella di San Martino nell’omonima certosa. Gli affreschi, perfettamente conservati e raffiguranti le Storie di San Martino, furono oggetto di ammirazione da parte di artisti del calibro del Solimena. Gli studiosi concordano nel leggere in queste opere un Finoglio tecnicamente maturo ed in possesso di un ricco linguaggio narrativo. Affreschi della volta della Cappella di San Martino Napoli,Certosa di San Martino "Per lo genio ch'egli avea alla pittura fu messo sotto la direzione di Battistello Caracciolo, nella cui scuola fece molto profitto" De Dominici,1743 … E LA GERUSALEMME LIBERATA Altro luogo caro al Finoglio fu Conversano. Qui tra 1640 e 1643 fu autore del più importante ciclo pittorico del Seicento italiano dedicato al poema di Torquato Tasso La Gerusalemme liberata. Le dieci tele dipinte ad olio furono realizzate presso la corte di Giangirolamo II d'Acquaviva, detto il Guercio delle Puglie. Nel ciclo, noto come vertice dell’arte del Finoglio, è possibile riconoscere l’influenza caravaggesca, soprattutto nell’oscurità di alcune scene. I personaggi, protagonisti della riconquista di Gerusalemme, emergono rispetto al contesto, mentre è totalmente assente la componente arcadico-pastorale, singolare anomalia nell’arte seicentesca. I personaggi dominano la scena con giochi di sguardi: lo si nota in particolare nell’incontro tra Rinaldo e Armida nel giardino incantato, dove i due protagonisti hanno sullo sfondo scene di invasione. Inoltre, grazie al recente restauro, il ciclo pittorico è stato rivalutato, mettendo in luce la ricchezza di sfondi di alcune scene non visibile prima. Il primo scontro fra Clorinda e Tancredi Conversano, Pinacoteca “Paolo Finoglio”, Castello 74 75 SCIENZA&CULTURA È UN PROGETTO DI COMUNICAZIONE SCIENTIFICA FINANZIATO DALL'ADISU PUGLIA NELL'AMBITO DEL BANDO UNICO PER LA REALIZZAZIONE DI INIZIATIVE A CARATTERE FORMATIVO, CULTURALE E SOCIALE PROMOSSE DAGLI STUDENTI DEGLI ATENEI E DELLE ISTITUZIONI AFAM PUGLIESI PER L'ANNO ACCADEMICO 2013-2014 E COFINANZIATO DAL CISMUS (CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI SERVIZI PER LA MUSEOLOGIA SCIENTIFICA) PER INFO E CONTATTI: [email protected] 76