Papers by Stefano Gavagnin
Neoclassica , 2024
La collana La collana "Storia e analisi delle culture musicali" trae origine dalla collaborazione... more La collana La collana "Storia e analisi delle culture musicali" trae origine dalla collaborazione tra l'omonimo curriculum del Dottorato in Musica e Spettacolo dell'Università di Roma "La Sapienza" e l'Editore NeoClassica al fine di promuovere attraverso la pubblicazione di una monografia le più meritevoli ricerche compiute dai dottorandi nel corso del loro triennio di studi. Selezionate tramite concorso, le tesi vengono pubblicate dopo una sostanziale revisione effettuata dall'autore sotto la supervisione del Collegio docenti del dottorato. Caratteristica del dottorato in Storia e analisi delle culture musicali, fin dalla sua fondazione nel 1989 ad opera di Paolo Emilio Carapezza, Diego Carpitella, Francesco Giannattasio, Pierluigi Petrobelli, Agostino Ziino, è stata la dichiarata intenzione di perseguire un approccio trasversale e multidisciplinare alla ricerca musicologica, nella quale fossero comprese musicologia storica, musicologia sistematica, etnomusicologia, studi di popular music. Tale approccio si è mantenuto ed esteso in un programma di dottorato attivo oramai da oltre trent'anni, dal VI ciclo del 1991 ad oggi. Altra peculiarità del dottorato è quella di riunire nel suo collegio docenti provenienti da diversi atenei dell'Italia centro-meridionale. Nato come consorzio tra le Università di Roma "La Sapienza", Palermo, Napoli, Potenza, il dottorato ha mantenuto negli anni questo carattere aggregante che vede ancora partecipi docenti delle Università di Cassino, L'Aquila, Napoli "Federico II", Napoli "L'Orientale", Palermo, RomaTre, Teramo, mentre gli studenti provengono da atenei italiani e, in qualche caso, stranieri. La collana, il cui comitato scientifico è formato dai membri del collegio docenti, riflette le peculiari caratteristiche del dottorato e propone monografie che spaziano tra i diversi ambiti della attuale ricerca musicologica in una varietà di temi e di metodi che ne costituiscono la ricchezza e il punto di forza. 2. MUSICHE CILENE/ANDINE NELLA RICEZIONE ITALIANA Dal tango alla Nueva Canción, la ricezione italiana anteriore al 1973 Cronache del boom musicale cileno «Giungevano come meteoriti». Interazioni di musica andina e NCCh nel contesto italiano SECONDA PARTE: PERCORSI DI FORMAZIONE TRA INDIVIDUI, GRUPPI E SOCIETÀ 3. L'ALTRO SUONO Prima del Cile Epifanie dell'altro suono «Come mi piace! Vorrei farla. E da solo non è la stessa cosa…» «Come un domino, pezzo dopo pezzo, si apriva un mondo» La cortesia dei passatori 4. GLI ANNI CRUCIALI (1973-1990) Geografie Committenze Una realtà "liquida" Il tempo delle scelte: Play Indians (or not)? Le mappe dell'alterità Il giro autoctono 5. IL TEMPO LUNGO DEI GIMCA Anni di maturazione, crisi e resilienze (1980-2000) Meteore e mercato «Abbiamo ricominciato nel 2000...» «...per assaporare forse quella nostalgia» Passatori, quarant'anni dopo 6. PERSONA MUSICAE Gli "attrezzi" dell'identità: nomi e abiti di scena Dentro al gruppo: ruoli, organizzazione e genere Americhe Latine vere o immaginate TERZA PARTE: LA MUSICA PREMESSA Uno sguardo al corpus musicale Cover, versione, arrangiamento Casi di studio
Redes transatlánticas: intelectuales y artistas entre América Latina y Europa durante la Guerra Fría, 2023
En este texto nos interesa ahondar específicamente en los músicos
chilenos y las redes artísticas... more En este texto nos interesa ahondar específicamente en los músicos
chilenos y las redes artísticas durante el periodo del exilio. Amistades, cooperaciones, objetivos comerciales, circulación de objetos, informaciones
e ideas articularon la densa trama que nutrió las relaciones artísticas y políticas de cantautores, cantautoras y conjuntos musicales en exilio entre
1973 y 1988.
Blogfoolk, 2022
Il rabel (rebeb, rebeca, rababa…) può essere descritto sommariamente come un cordofono medievale ... more Il rabel (rebeb, rebeca, rababa…) può essere descritto sommariamente come un cordofono medievale ad arco, predecessore del violino, di foggia variabile, come anche nel numero delle corde (il rabel cileno, che ascoltiamo in questo disco, ne conta tre). Portato in Spagna dagli arabi prima del X secolo, vi trovò ampia diffusione per tutto il Medioevo e il Rinascimento, fino a quando non fu soppiantato dal più moderno e agile violino. È sopravvissuto nell'uso popolare in una ridotta area che coincide con i percorsi della transumanza dei pastori, sulle sierras del centro e del nord della Spagna. Oppure nelle Americhe, dove lo incontriamo oggi in luoghi così lontani e diversi come Panama e il Cile, vestigio di una diffusione transatlantica di pratiche culturali, stili e strumenti, che nel presente ritroviamo in località tra loro remote. "El rabel para ser fino / ha de ser de verde pino" ("il rabel, per essere di buona qualità, deve essere fatto di pino verde") si cantava in Spagna e si canta nell'isola di Chiloé, nel sud del Cile, a 11000 chilometri di distanza. In Cile, estrema provincia meridionale dell'impero spagnolo, sono stati probabilmente i Gesuiti e gli altri ordini evangelizzatori a diffonderne l'uso dal XVI secolo in poi, tanto che durante l'epoca coloniale si formò un'importante scuola di rabelistas nelle regioni centrali di questo paese. Il rabel cileno, però, a un certo punto cedette davanti alla modernità. Confinato nel 'folclore' e sopravvissuto a stento in circoscritte aree rurali della zona centrale e nella più meridionale isola di Chiloé, si è salvato da un'estinzione che già a metà del '900 appariva inevitabile, grazie ad una "etnomusicologia d'urgenza" ad opera di ricercatori e di cultori locali. Una storia parallela a quella del canto a lo poeta, la grande tradizione di poesia popolare orale e cantata nella stessa regione del Cile centrale. Ma se il canto a lo poeta non è diventato un pezzo da museo ed è oggi una pratica produttiva e vitale, capace di contaminarsi con altri generi senza perdere l'anima, il rabel è invece ancora un oggetto scarsamente documentato e poco noto nello stesso Cile, sebbene abbia trovato un suo spazio di riproposta all'interno del più grande revival del canto a lo poeta e della paya.
Achille Meazzi, La Cordigliera bagnata dal Po, 2021
Cuadernos de Música Iberoamericana
Territorios y trayectorias de la Nueva Canción Latinoamericana
Cuadernos de Música Iberoamericana
El estudio de la Nueva Canción en América Latina ha puesto en evidencia escenas artísticas cuyos ... more El estudio de la Nueva Canción en América Latina ha puesto en evidencia escenas artísticas cuyos territorios, dinámicas y actores sobrepasan, a menudo, los marcos tradicionales del Estado y sus instituciones. Centrado en el caso chileno, el presente artículo se interroga sobre algunas dimensiones de la transnacionalidad presentes en un corpus bibliográfico específico. En primer lugar, identificamos estudios donde el enfoque transnacional se manifiesta en los marcos generales usados para identificar movimientos musicales. En segundo lugar, examinamos trabajos cuyo objeto de investigación exige una mirada supranacional. En tercer lugar, reflexionamos acerca de trabajos donde el método y el objeto de estudio se cimentan sobre enfoques abiertamente transnacionales. Interrogado desde esta perspectiva, el corpus parece sugerir un mundo musical diverso y heterogéneo, de geografías y dinámicas variables (binacionales, transnacionales, comparativas), donde se articulan y conectan las numeros...
The political situation of Chile in the 1960s and the political expressions in the music of the s... more The political situation of Chile in the 1960s and the political expressions in the music of the singer Violeta Parra and of workers in exile contributed in a large measure to the development of the Nueva Canción movement of the period 1960-85. This movement looked toward a common language and a universal musical expression that included indigenous musical instruments such as the quena, charango, guitar, and bomba. Musical groups such as Inti-Illimani and Quilapayún created a musical language derived from folk and popular music sources, in addition to other, innovative elements. Musical instruments were selected mainly on the basis of their cultural significance. In order to project a pan–Latin American identity through music, the Nueva Canción movement pursued what is described as 'maximal homogeneity'. To achieve their universal purpose, even classical music was not totally ruled out.
The massive success of Latin American folk music in Europe during the 70s ran parallel to the con... more The massive success of Latin American folk music in Europe during the 70s ran parallel to the contemporary Spanish-American literary boom. Especially, Andean music could suggest a kind of musical indigenismo, which actively contributed to the creation of a persistent Andean cultural imaginary on that side of the Ocean. This work aims at outlining, through a dialogue with the documents and the testimonies of the local reception, some specific characteristics of the diffusion of Andean music in Italy. This coincided with the diffusion of the New Chilean Song, after the military coup in 1973, generating an ambiguous overlap between the two musical areas. Keywords Andean music. Nueva Canción Chilena. Latin-American boom. Italian reception of Latin-American music. Inti-Illimani. Los Calchakis. Sumario 1 Música y mito latinoamericano en los setenta.-2 Músicas andinas en Europa.-3 Generalidades del caso italiano.-4 Posdata de los ochenta.
El humahuaqueño, una canción asociada al canon del folclore argentino, conoció en los años 50 una... more El humahuaqueño, una canción asociada al canon del folclore argentino, conoció en los años 50 una repentina difusión internacional que la sometió a innumerables reescrituras, en su mayoría covers, en un estilo tropical totalmente ajeno al aire nativo. Este trabajo se centra en la presencia de El humahuaqueño en la escena italiana de entonces, para reconstruir —a través de los documentos sonoros y del contexto— un ramo de la biografía social de dicha canción. En una época de transición de ese país hacia la modernidad industrial, las versiones italianas y las narraciones de sus intérpretes reflejan la persistencia en el imaginario colectivo de tópicos de sabor exótico y colonial, a la vez que dejan entrever el despertar de nuevas miradas hacia lo latinoamericano que llegarán a afirmarse en la década siguiente.
Anclajes, May 2, 2021
Resumen A lo largo de los años 1970, los artistas exilados de la Nueva Canción Chilena-in primis ... more Resumen A lo largo de los años 1970, los artistas exilados de la Nueva Canción Chilena-in primis el conjunto Inti-Illimani-promovieron en Italia la escucha masiva de algunos géneros musicales folk latinoamericanos. El discurso que acompañó el éxito chileno en los medios de comunicación italianos de la época nos muestra una escasa insistencia en lo manifiestamente exótico y, en cambio, cierto afán por reconocer en aquella propuesta musical un proyecto de renovación del canto social, compartido por la cultura izquierdista italiana de entonces, y del cual la Nueva Canción Chilena parecía ser una realización adelantada y modélica. A través del examen de documentos de la época, de distinta naturaleza, entendemos cómo el éxito otorgado a las músicas chilenas/andinas está vinculado no solamente a los consabidos factores políticos, o a la fascinación de un sonido novedoso, sino también a la capacidad de algunos artistas para generar interacciones en el espacio de recepción abierto por el exilio.
Cuadernos de Música Iberoamericana, 2022
The study of the Nueva Canción in Latin America has revealed artistic spaces whose territories, d... more The study of the Nueva Canción in Latin America has revealed artistic spaces whose territories, dynamics and actors often transcend the traditional frameworks of the State and its institutions. Fo-cusing on the Chilean case, this article explores some of the dimensions of transnationality present in a particular body of literature. Firstly, it identifies studies in which the transnational approach is evident in the broad frameworks used to identify musical movements. Secondly, it examines studies whose object of research requires a supranational perspective. Thirdly, it reflects on scholarship whose method and object of study are based on overtly transnational approaches. Examined from this perspective, the literature seems to suggest a diverse and heterogenous musical world, of variable geo-graphies and dynamics (binational, transnational, comparative), in which the multiple layers of con-temporary artistic experience are articulated and interwoven.
Cuadernos de Música Iberoamericana, 2022
Desarrollo (ANID) a través del programa del Fondo Nacional de Desarrollo Científico y Tecnológico... more Desarrollo (ANID) a través del programa del Fondo Nacional de Desarrollo Científico y Tecnológico (FONDECYT) de Postdoctorado n.º 3220214.
Journal of Music Criticism, 2022
Al loro arrivo in Italia, dove avrebbero vissuto in esilio per ben quindici anni dopo il sanguino... more Al loro arrivo in Italia, dove avrebbero vissuto in esilio per ben quindici anni dopo il sanguinoso golpe militare del settembre 1973, i musicisti del gruppo cileno Inti-Illimani incontrarono un ambiente solidale e ben disposto ad ascoltarli. La loro proposta musicale, formatasi nell'alveo della Nueva Canción Chilena, fondeva in un unico repertorio canzone d'autore, canto sociale, composizioni strumentali e folk revival, privilegiando sonorità derivate dal mondo andino. Il pubblico italiano si dimostrò sensibile tanto agli aspetti della solidarietà politica quanto alla novità estetica che la canzone cilena apportava, decretando agli Inti-Illimani un successo le cui dimensioni non avevano precedenti negli ambiti del folk e della canzone politica. Non mancarono, tuttavia, espressioni di insofferenza e di rifiuto di fronte a «un caso inaudito di intasamento sonoro, che si accumulò, si accumulò fino a sgonfiarsi di colpo» 1. La più celebre fu quella che il cantautore bolognese Lucio Dalla consegnò in un verso che si convertì presto in un topos ricorrente: «La musica andina, che noia mortale». L'uscita di Dalla-che per certi versi si sarebbe potuta archiviare come un occasionale 'infortunio' critico-grazie alla sua schietta immediatezza ha invece conosciuto una lunga fortuna, divenendo un leitmotiv capace di accomunare, sia pure con qualche distinguo, soggetti ideologicamente distanti tra loro. Il presente articolo ne ripercorre la più che quarantennale fortuna per esplorarne le motivazioni soggiacenti, seguendo il modello ermeneutico che l'etnomusicologo Josep Martí 2 ha proposto per lo studio di giudizi denigratori e di rifiuto in ambito 1. Carrera 2014, p. 250. 2. Martí 1996.
Anclajes, 2021
A lo largo de los años 1970, los artistas exilados de la Nueva Canción Chilena –in primis el con... more A lo largo de los años 1970, los artistas exilados de la Nueva Canción Chilena –in primis el conjunto Inti-Illimani– promovieron en Italia la escucha masiva de algunos géneros musicales folk latinoamericanos. El discurso que acompañó el éxito chileno en los medios de comunicación italianos de la época nos muestra una escasa insistencia en lo manifiestamente exótico y, en cambio, cierto afán por reconocer en aquella propuesta musical un proyecto de renovación del canto social, compartido por la cultura izquierdista italiana de entonces, y del cual la Nueva Canción Chilena parecía ser una realización adelantada y modélica. A través del examen de documentos de la época, de distinta naturaleza, entendemos cómo el éxito otorgado a las músicas chilenas/andinas está vinculado no solamente a los consabidos actores políticos, o a la fascinación de un sonido novedoso, sino también a la capacidad de algunos artistas para generar interacciones en el espacio de recepción abierto por el exilio.
Throughout the 70s, exiled artists of the New Chilean Song –in primis, the band Inti-Illimani– promoted a mass audience of Latin American folk music genres. In the discourse that accompanied Chilean success in the Italian media of the time, we find little insistence on explicit exoticism. Instead, in the newly imported musical genres, there is a certain desire to acknowledge a project of renewal regarding social song, shared by
the Italian leftist culture of that time. The New Chilean Song seemed to be an advanced and exemplary realization of that project. By examining a wide range of documents from that time, we understand how the success attributed to Chilean / Andean music in Italy is linked not only to well-known political factors or to the fascination for that novel sound, but also to the ability of some artists to generate interactions in the reception context opened as a result of exile.
Twentieth-Century Music 17/3, 381–399. Published by Cambridge University Press, 2020
Despite the attention given to the transnational circulation of Andean music, its reception and a... more Despite the attention given to the transnational circulation of Andean music, its reception and adoption by European musicians have been rarely researched. This article focuses on the specific case of Italy, where the Andean music boom blended with that of the New Chilean Song in exile (1973–89) and where, in addition, repertoires and practices of both musics were adopted by dozens of local groups formed by young Italians. Those Italian groups – with their performative strategies and
their choices of repertoires – provide a privileged lookout about how different representations of the andeaneity (the Nueva Canción Chilena ith its ethical and political connotations, the musique des Andes of the rench matrix, the autóctonas indigenist currents) interacted in creating an Italian imagery of the Andes. They also suggest how the adoption of someone else’s music’ can act, with its transcultural complexity, in the laboration of personal narratives of identity.
America: il racconto di un continente | América: el relato de un continente, 2019
The massive success of Latin American folk music in Europe during the 70s ran parallel to the con... more The massive success of Latin American folk music in Europe during the 70s ran parallel to the contemporary Spanish-American literary boom. Especially, Andean music could suggest a kind of musical indigenismo, which actively contributed to the creation of a persistent Andean cultural imaginary on that side of the Ocean. This work aims at outlining, through a dialogue with the documents and the testimonies of the local reception, some specific characteristics of the diffusion of Andean music in Italy. This coincided with the diffusion of the New Chilean Song, after the military coup in 1973, generating an ambiguous overlap between the two musical areas.
Artelogie [En ligne], 13 | 2019, 2019
El nombre de Violeta Parra se hizo familiar al público italiano a consecuencia de la diáspora cul... more El nombre de Violeta Parra se hizo familiar al público italiano a consecuencia de la diáspora cultural chilena después del golpe militar de 1973, hasta adquirir una aura mítica a la que a menudo no corresponde un real conocimiento de su obra. En este artículo, estudio los procesos de la recepción italiana de la obra de Violeta Parra entre 1964 y 2000, apoyándome en las representaciones de la artista ofrecidas por la prensa y en un análisis de la circulación de sus canciones. Una antología mínima de testimonios escogidos pretende a su vez recordar la importancia de la dimensión individual y subjetiva, a la hora de otorgar nuevos sentidos en la escucha.
À la suite de la diaspora culturelle chilienne causée par le coup d’État de 1973 dans ce pays, le nom de Violeta Parra est devenu connue pour le public italien jusqu'à acquérir une aura mythique. Assez souvent, cela ’équivaut pas à une connaissance réelle de son œuvre. Dans cet
article j'étudie les processus de la réception italienne de l'œuvre de Violeta Parra entre 1964 et 2000, en m'appuyant sur les représentations de l'artiste offertes par la presse, et dans une analyse de la circulation de ses chansons. Une anthologie minimale de témoignages choisis vise à remarquer l'importance de la dimension individuelle et subjective au moment de rajouter des nouveaux sens à l'écoute.
Diaspore - Edizioni Ca’ Foscari - Digital Publishing, 2018
Abstract The article deals with the multifaceted Chilean artist Violeta Parra (1917-1967), whose... more Abstract The article deals with the multifaceted Chilean artist Violeta Parra (1917-1967), whose life and works are an example of a restless, nomadic and unconventional character. It traces her existential and aesthetic nomadism at the levels of biography and of artistic practice as well as in performance, which synthesizes the former aspects. It also focuses on the hybrid and cross-border nature of her artistic practice, assuming that her ability to escape from cultural, ethnic and social divisions – by stretching and reinventing categories like ‘authentic’ and ‘traditional’ – makes Parra’s legacy extremely relevant and appealing to the new generations.
Música y construcción de identidades: poéticas, diálogos y utopías en Latinoamérica y España, 2018
El humahuaqueño, una canción asociada al canon del folclore argentino, conoció en los años 50 una... more El humahuaqueño, una canción asociada al canon del folclore argentino, conoció en los años 50 una repentina difusión internacional que la sometió a innumerables reescrituras, en su mayoría covers, en un estilo tropical totalmente ajeno al aire nativo. Este trabajo se centra en la presencia de El humahuaqueño en la escena italiana de entonces, para reconstruir —a través de los documentos sonoros y del contexto— un ramo de la biografía social de dicha canción. En una época de transición de ese país hacia la modernidad industrial, las versiones italianas y
las narraciones de sus intérpretes reflejan la persistencia en el imaginario colectivo de tópicos de sabor exótico y colonial, a la vez que dejan entrever el despertar de nuevas miradas hacia lo latinoamericano que llegarán a afirmarse en la década siguiente.
Boca de sapo, Dec 2017
A cien años de su nacimiento y cincuenta de su muerte, la voz áspera y dolida de Violeta Parra, s... more A cien años de su nacimiento y cincuenta de su muerte, la voz áspera y dolida de Violeta Parra, su visión del mundo y del arte, siguen siendo un absoluto enigma. Lejos de convertirse en un bien éxotico de fácil consumo en América y Europa, la dimensión autoral de su legado poco tiene que ver con los covers que circulan y la presentan en el ámbito normalizador conocido como la World Music. Aquí ofrecemos un recorrido por la obra de la artista chilena: música, tapices, vida, canciones.
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Papers by Stefano Gavagnin
chilenos y las redes artísticas durante el periodo del exilio. Amistades, cooperaciones, objetivos comerciales, circulación de objetos, informaciones
e ideas articularon la densa trama que nutrió las relaciones artísticas y políticas de cantautores, cantautoras y conjuntos musicales en exilio entre
1973 y 1988.
Throughout the 70s, exiled artists of the New Chilean Song –in primis, the band Inti-Illimani– promoted a mass audience of Latin American folk music genres. In the discourse that accompanied Chilean success in the Italian media of the time, we find little insistence on explicit exoticism. Instead, in the newly imported musical genres, there is a certain desire to acknowledge a project of renewal regarding social song, shared by
the Italian leftist culture of that time. The New Chilean Song seemed to be an advanced and exemplary realization of that project. By examining a wide range of documents from that time, we understand how the success attributed to Chilean / Andean music in Italy is linked not only to well-known political factors or to the fascination for that novel sound, but also to the ability of some artists to generate interactions in the reception context opened as a result of exile.
their choices of repertoires – provide a privileged lookout about how different representations of the andeaneity (the Nueva Canción Chilena ith its ethical and political connotations, the musique des Andes of the rench matrix, the autóctonas indigenist currents) interacted in creating an Italian imagery of the Andes. They also suggest how the adoption of someone else’s music’ can act, with its transcultural complexity, in the laboration of personal narratives of identity.
À la suite de la diaspora culturelle chilienne causée par le coup d’État de 1973 dans ce pays, le nom de Violeta Parra est devenu connue pour le public italien jusqu'à acquérir une aura mythique. Assez souvent, cela ’équivaut pas à une connaissance réelle de son œuvre. Dans cet
article j'étudie les processus de la réception italienne de l'œuvre de Violeta Parra entre 1964 et 2000, en m'appuyant sur les représentations de l'artiste offertes par la presse, et dans une analyse de la circulation de ses chansons. Une anthologie minimale de témoignages choisis vise à remarquer l'importance de la dimension individuelle et subjective au moment de rajouter des nouveaux sens à l'écoute.
las narraciones de sus intérpretes reflejan la persistencia en el imaginario colectivo de tópicos de sabor exótico y colonial, a la vez que dejan entrever el despertar de nuevas miradas hacia lo latinoamericano que llegarán a afirmarse en la década siguiente.
chilenos y las redes artísticas durante el periodo del exilio. Amistades, cooperaciones, objetivos comerciales, circulación de objetos, informaciones
e ideas articularon la densa trama que nutrió las relaciones artísticas y políticas de cantautores, cantautoras y conjuntos musicales en exilio entre
1973 y 1988.
Throughout the 70s, exiled artists of the New Chilean Song –in primis, the band Inti-Illimani– promoted a mass audience of Latin American folk music genres. In the discourse that accompanied Chilean success in the Italian media of the time, we find little insistence on explicit exoticism. Instead, in the newly imported musical genres, there is a certain desire to acknowledge a project of renewal regarding social song, shared by
the Italian leftist culture of that time. The New Chilean Song seemed to be an advanced and exemplary realization of that project. By examining a wide range of documents from that time, we understand how the success attributed to Chilean / Andean music in Italy is linked not only to well-known political factors or to the fascination for that novel sound, but also to the ability of some artists to generate interactions in the reception context opened as a result of exile.
their choices of repertoires – provide a privileged lookout about how different representations of the andeaneity (the Nueva Canción Chilena ith its ethical and political connotations, the musique des Andes of the rench matrix, the autóctonas indigenist currents) interacted in creating an Italian imagery of the Andes. They also suggest how the adoption of someone else’s music’ can act, with its transcultural complexity, in the laboration of personal narratives of identity.
À la suite de la diaspora culturelle chilienne causée par le coup d’État de 1973 dans ce pays, le nom de Violeta Parra est devenu connue pour le public italien jusqu'à acquérir une aura mythique. Assez souvent, cela ’équivaut pas à une connaissance réelle de son œuvre. Dans cet
article j'étudie les processus de la réception italienne de l'œuvre de Violeta Parra entre 1964 et 2000, en m'appuyant sur les représentations de l'artiste offertes par la presse, et dans une analyse de la circulation de ses chansons. Une anthologie minimale de témoignages choisis vise à remarquer l'importance de la dimension individuelle et subjective au moment de rajouter des nouveaux sens à l'écoute.
las narraciones de sus intérpretes reflejan la persistencia en el imaginario colectivo de tópicos de sabor exótico y colonial, a la vez que dejan entrever el despertar de nuevas miradas hacia lo latinoamericano que llegarán a afirmarse en la década siguiente.
Por ejemplo El humahuaqueño, el conocido carnavalito que Edmundo Zaldívar compuso en 1941, hoy ya adscrito al canon del folclore argentino y sometido en su lugar de origen a un proceso de tradicionalización, conoció a mediados de los 50 una difusión internacional que lo convirtió posiblemente en el primer tema de género andino popularizado en Europa, a la vez que lo sometió a innumerables reescrituras, en su mayoría en un estilo tropical totalmente ajeno al aire nativo.
Este trabajo se centra en la presencia del Humahuaqueño en la escena italiana de entonces, para reconstruir –a través de grabaciones discográficas, iconografía y periódicos– un tramo de la biografía de dicha canción en el que se vislumbran personalidades artísticas diversas, desde el célebre Quartetto Cetra a la olvidada cantante italo-peruana Jia Thamoa, o al emigrante Rino Salviati.
Sus interpretaciones nos llevan al ambiguo terreno del cover y de su relación con los supuestos originales (ver Mosser, Plasketes, López Cano, etc.): si por un lado nacen de estrategias comerciales que apuntan sencillamente a capitalizar un hit del momento, por otro lado facilitan la transmisión de tópicos identitarios en un principio de diálogo intercultural.
Las versiones italianas del Humahuaqueño parecen encarnar una vez más –en años que preceden a la revolución cubana y al boom de las literaturas hispanoamericanas– a una América Latina tropical, lugar virtual de lo exótico y de la diversión; no obstante, también dejan entrever deseos de apertura hacia el exterior, vinculaciones personales con las culturas de ultramar e incluso auténticas experiencias de emigración.
A partir de aquel acontecimiento en este país surgieron decenas de grupos integrados por jóvenes italianos quienes adoptaron el repertorio de la canción “política” o tan solo “folclórica” hispanoamericana, pasando de una fiel imitación a un diálogo activo con sus modelos, que los ha llevado a formas originales de apropiación del lenguaje adquirido.
Se presenta aquí un proyecto de investigación con el objetivo de comprender cuál ha sido la proyección -fuera de su contexto originario- de una representación sonora de Latinoamérica vinculada a los ideales libertarios y panamericanistas de los años 60 y 70.