aperta di unità e di comunione, specie tra noi, contro non tanto la molteplicità e diversità, ma ... more aperta di unità e di comunione, specie tra noi, contro non tanto la molteplicità e diversità, ma contro la frammentarietà di iniziative, di cammini e vie, di autonomia, contro lo scollamento e la mancanza, e la non volontà a volte, di collegamento a livello parrocchiale, vicariale, diocesano, sia da parte del Clero che da parte del laicato. Questa comunione, invece -è stato fatto notare -, è indispensabile per l'esercizio della missione ecclesiale di tutti, individui, comunità varie, diocesi -nel mondo, nel nostro mondo. Forse -a mio parere -varrà la pena di sviluppare nelle sue esigenze questa domanda, dandole risposte adeguate, brevi, concrete e col consenso di tutti, per essere attrezzati come Chiesa a servire questo mondo, questo mondo nostro, nelle sue più urgenti e prioritarie necessità. Se la Chiesa è per il mondo, questo il nostro compito", Infra. 4 Quando sono diventato sacerdote, già quaranta anni fa, così scriveva don Giuseppe Cenacchi a proposito di stile pastorale: "È scontato che una pastorale senza scelte precise continuerebbe ad oscillare tra due poli non conciliabili: il frammentarismo di esperienze, che prese a sé possono essere interessanti ma mancano di consistenza e continuità; il dirigismo di vertice, che potrebbe emanare norme valide ma senza seguito e consenso. Per uscire da questa dicotomia è necessario fare spazio all'originalità creativa e, partendo dal pluralismo delle esperienze, alla capacità di dialogo tra tutte e con tutte le componenti ecclesiali e sociali. Sarebbe facile dire che a Ferrara ci sono i presupposti positivi per il rinnovamento pastorale, però sarebbe altrettanto facile fare della retorica su possibili 2012-2015 (I ed. italiana: 1995-2001); Atlante storico del Concilio Vaticano II, diretto da Alberto Melloni, a cura di Federico Ruozzi ed Enrico Galavotti, Milano -Bologna, Jaca Book -Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII, 2015; Giuseppe Alberigo, Breve storia del concilio Vaticano II, Bologna, il Mulino, 2005; John O 'Malley, Che cosa è successo nel Vaticano II?, Milano, Vita e Pensiero, 2010 (ed. or. 2008); Fabrizio Mandreoli, Appunti sul Vaticano II. Un modello di discernimento, Reggio Emilia, Edizioni San Lorenzo, 2010, Giuseppe Ruggieri, Ritrovare il concilio, Torino, Einaudi, 2012. Inoltre: Massimo Faggioli, Il Vaticano II come "costituzione" e la "recezione politica" del concilio, "Rivista di Teologia", 50 (2009), pp. 107-122; Massimo Faggioli, Interpretare il Vaticano II. Storia di un dibattito, Bologna, EDB, 2013 (I ed. 2012).
L’analisi di più di ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati dai cand... more L’analisi di più di ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati dai candidati a entrare nella Compagnia di Gesù nel noviziato romano di Sant’Andrea al Quirinale tra il 1636 e il 1643, conservati presso l’Archivum romanum Societatis Iesu, permette di rintracciare le forme assunte dalla vocazione religiosa, in particolare dalla vocazione alla Compagnia di Gesù, e i modi per esprimerla a metà Seicento. Si riscontrano una delicata composizione tra discernimento personale e obbedienza alle guide spirituali e le dinamiche della formazione e del reclutamento nella Compagnia di Gesù a un secolo dalla sua istituzione. Gli scritti degli aspiranti gesuiti, in gran parte in giovane età, possono rientrare tra gli “Egodocuments”, come nuova tipologia, e sono fonti per lo studio degli adolescenti e dei giovani nella prima età moderna. Molto ricco l’apporto di tale documentazione allo studio della spiritualità e della devozione nel Seicento. Conclude lo studio un’appendice con alcuni racconti di vocazione.
Analisi di un manoscritto anonimo non datato (conservato nell'Archivum Romanum Societatis Iesu) c... more Analisi di un manoscritto anonimo non datato (conservato nell'Archivum Romanum Societatis Iesu) che fornisce istruzioni sul discernimento vocazionale nella prima Compagnia di Gesù.
La raccolta di oltre ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati da cand... more La raccolta di oltre ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati da candidati a entrare nella Compagnia di Gesù durante il periodo della prima probazione, relativa agli anni 1636-1643, conservata presso l'Archivum Romanum Societatis Iesu offre la possibilità di allargare la tipologia degli "Egodocuments" finora conosciuti. Novizi giovanissimi, giovani e adulti sono sottoposti a una verifica della loro idoneità a diventare gesuiti. La fonte si rivela preziosa sia perché si tratta di testi scritti in buona parte da adolescenti e giovani, la cui voce diretta raramente è presente nei documenti prima della fine del Settecento sia perché il discernimento interiore ed esteriore di una vocazione nella prima età moderna è un aspetto dell'esperienza religiosa assai poco indagato finora. Il saggio è un primo approccio a tale materiale documentario. A una presentazione della fonte, delle sue caratteristiche e delle difficoltà interpretative che presenta, segue un'analisi delle risposte e delle narrazioni autobiografiche dei novizi riguardo alle loro provenienze, ai percorsi di vita, ai rapporti familiari, alla vita sociale, al senso dell'infanzia e della morte, alla proiezione verso l'esperienza religiosa nella Compagnia di Gesù.
Il saggio intende offrire alcune suggestioni di ricerca riguardo al tema della vocazione in età m... more Il saggio intende offrire alcune suggestioni di ricerca riguardo al tema della vocazione in età moderna. Nei secoli XVI-XVIII emergono alcuni elementi interessanti in proposito: si elabora una riflessione sulla scelta dello stato di vita, si sottolinea il carattere obbligante in coscienza della risposta all'ispirazione divina, la vocazione religiosa è sostenuta da un'arte persuasiva raffinata, si afferma l'idea della vocazione sacerdotale come chiamata divina, si accentua l'aspetto soggettivo nella percezione della chiamata e di conseguenza si predispongono i modi del discernimento e della direzione spirituali. Lo studio della vocazione in età moderna permette di esplorare come siano pensati i modi della cooperazione tra uomo e Dio nella teologia cattolica e quale sia stato il percorso dalla scelta di vita in un'ottica religiosa all'esito secolarizzato delle vocazioni professionali. Si deve confrontare inoltre con le tematiche dell'identità personale, delle dinamiche familiari, della struttura sociale ed ecclesiale, per cogliere le forme storiche dell'innesto del sé nel mondo.
4. IL «BUON PARROCO ITALIANO» 83 5. LA STAMPA 87 CONCLUSIONE 89 FONTI, BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ... more 4. IL «BUON PARROCO ITALIANO» 83 5. LA STAMPA 87 CONCLUSIONE 89 FONTI, BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA 91 5 PREFAZIONE Nella Prefazione al libro di Anna Maria Quarzi e di Delfi na Tromboni sulla Resistenza a Ferrara, tuttora un punto di riferimento ineludibile sull'argomento, Alessandro Roveri sottolineava come se ne traesse la «clamorosa conferma» di quanto sostenuto qualche anno prima da Pietro Alberghi nel secondo volume dell'opera L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione dedicato ai partiti politici e al Comitato di Liberazione Nazionale ovvero «la "quasi esclusiva partecipazione dei comunisti alla lotta contro i nazifascisti"». E continua: Gli è che, mentre azionisti e socialisti furono duramente colpiti dal duplice sterminio del CLN ferrarese (e solo i secondi seppero in qualche misura riprendersi), i cattolici, nonostante il martirio dell'ingegnere Giuseppe Stefani e del parroco di Jolanda di Savoia don Pietro Rizzo, scontarono l'adesione di Grosoli e del clero locale al fascismo, e soltanto alla vigilia della Liberazione diedero vita alla Democrazia Cristiana e diffusero un appello contro «le ultime violenze, gli ultimi soprusi» del nazifascismo (Alberghi, p. 172). 1
74 5. I LAICI 75 5.1. I cattolici ferraresi nel movimento antifascista 75 5.1.1. I cattolici e la... more 74 5. I LAICI 75 5.1. I cattolici ferraresi nel movimento antifascista 75 5.1.1. I cattolici e la partecipazione attiva alla Resistenza 76 5.1.2. I cattolici ferraresi e il CLN 77 5.2. Cattolici caduti nella lotta anti-fascista 79 5.2.1. Giorgio Gardani 79 5.2.2. Giuseppe Stefani 79 5.3. Alcune note sull'atteggiamento dei civili cattolici 81 5.4. L'Azione cattolica ferrarese 82 CONCLUSIONE 85 FONTI E BIBLIOGRAFIA 87 5 PREFAZIONE Non esiste per l'Emilia Romagna un libro come Lombardia , preti e società alla prova della guerra, frutto di vaste e pluriennali ricerche dello storico Giorgio Vecchio. Lo studio, che comprende una cospicua parte iniziale sugli anni Venti e Trenta, si ispira, secondo le dichiarazioni dell'autore, a tre "criteri guida": l'osservazione estesa all'intera regione lombarda e l'attenzione sia alla «"globalità" della vita quotidiana nei suoi vari aspetti» sia alla «molteplicità degli attori» della storia 1 . Non esiste nemmeno un lavoro simile per un campo di osservazione più ristretto come la diocesi ferrarese, neppure il secondo volume della storia della chiesa di Ferrara curato da Luciano Chiappini, Werther Angelini e Amerigo Baruffaldi ha tentato un approccio al tema, in assenza di studi preliminari suffi cienti 2 . Merito di Amerigo Baruffaldi è tuttavia aver evidenziato, riferendosi alla chiesa ferrarese, come "la partecipazione del laicato cattolico e del clero al movimento di liberazione, e allo stesso movimento in generale, abbisognano di una rigorosa delineazione e da un punto di vista delle fonti, e da un punto di vista della riproposizione critica" 3 .
Dopo aver ripercorso le vicende della presenza delle orsoline a Ferrara dall’istituzione della Co... more Dopo aver ripercorso le vicende della presenza delle orsoline a Ferrara dall’istituzione della Compagnia nel 1584 al Novecento a partire dal lavoro di Laura Guidi e Maurizia Muratori Sapigni, il saggio si sofferma sui due secoli tra fine Cinquecento e fine Settecento, individuando tre momenti significativi: i primi anni, nei quali le orsoline vengono accettate nel contesto cittadino nella loro peculiarità di vergini spose di Cristo, un “terzo stato lodevole”; gli ultimi decenni del Seicento, quando avviene una rifondazione della comunità in forma collegiata, impegnata nell’educazione delle fanciulle, sia nella forma dell’educandato interno sia della scuola esterna; il Settecento, durante il quale prosegue l’assunzione di caratteristiche delle comunità claustrali iniziata a partire dalla svolta seicentesca e si consolida l’attività educativa, dopo la crisi dei primi decenni del secolo.
Il saggio offre una riflessione sulle acquisizioni della storiografia attuale circa il collegio d... more Il saggio offre una riflessione sulle acquisizioni della storiografia attuale circa il collegio dei nobili di Parma, una presentazione dei diversi volti del collegio, così come sono emersi dagli studi condotti finora e l'individuazione delle piste di ricerca ancora aperte.
Nel periodo di governo dei gesuiti (1604-1768) nel collegio dei nobili di Parma, luogo di formazi... more Nel periodo di governo dei gesuiti (1604-1768) nel collegio dei nobili di Parma, luogo di formazione delle élites europee, si accettavano convittori anche bambini e veniva riservata loro un’attenzione particolare riguardo alla salute, alla pulizia, al gioco, agli esercizi cavallereschi, alle devozioni, all’istruzione catechistica. L’infanzia si delinea, così, come età specifica in termini di bisogno di protezione e di servizio, di contenimento e di adattamento delle attività dei più grandi. Ad essa si legano alcune pratiche pie e devozioni. Tendenzialmente, inoltre, si associano i gradi di istruzione più elementare alla condizione infantile e il percorso scolastico si snoda in rapporto alle età. Nella compresenza di età il convitto gesuitico diventa pertanto luogo di individuazione di peculiarità distintive dell’infanzia rispetto all’adolescenza/giovinezza.
Prime ricerche sul diario quotidiano manoscritto in più versioni di padre Antonio Magaza relativo... more Prime ricerche sul diario quotidiano manoscritto in più versioni di padre Antonio Magaza relativo al collegio dei nobili di Parma (1710-1713).
aperta di unità e di comunione, specie tra noi, contro non tanto la molteplicità e diversità, ma ... more aperta di unità e di comunione, specie tra noi, contro non tanto la molteplicità e diversità, ma contro la frammentarietà di iniziative, di cammini e vie, di autonomia, contro lo scollamento e la mancanza, e la non volontà a volte, di collegamento a livello parrocchiale, vicariale, diocesano, sia da parte del Clero che da parte del laicato. Questa comunione, invece -è stato fatto notare -, è indispensabile per l'esercizio della missione ecclesiale di tutti, individui, comunità varie, diocesi -nel mondo, nel nostro mondo. Forse -a mio parere -varrà la pena di sviluppare nelle sue esigenze questa domanda, dandole risposte adeguate, brevi, concrete e col consenso di tutti, per essere attrezzati come Chiesa a servire questo mondo, questo mondo nostro, nelle sue più urgenti e prioritarie necessità. Se la Chiesa è per il mondo, questo il nostro compito", Infra. 4 Quando sono diventato sacerdote, già quaranta anni fa, così scriveva don Giuseppe Cenacchi a proposito di stile pastorale: "È scontato che una pastorale senza scelte precise continuerebbe ad oscillare tra due poli non conciliabili: il frammentarismo di esperienze, che prese a sé possono essere interessanti ma mancano di consistenza e continuità; il dirigismo di vertice, che potrebbe emanare norme valide ma senza seguito e consenso. Per uscire da questa dicotomia è necessario fare spazio all'originalità creativa e, partendo dal pluralismo delle esperienze, alla capacità di dialogo tra tutte e con tutte le componenti ecclesiali e sociali. Sarebbe facile dire che a Ferrara ci sono i presupposti positivi per il rinnovamento pastorale, però sarebbe altrettanto facile fare della retorica su possibili 2012-2015 (I ed. italiana: 1995-2001); Atlante storico del Concilio Vaticano II, diretto da Alberto Melloni, a cura di Federico Ruozzi ed Enrico Galavotti, Milano -Bologna, Jaca Book -Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII, 2015; Giuseppe Alberigo, Breve storia del concilio Vaticano II, Bologna, il Mulino, 2005; John O 'Malley, Che cosa è successo nel Vaticano II?, Milano, Vita e Pensiero, 2010 (ed. or. 2008); Fabrizio Mandreoli, Appunti sul Vaticano II. Un modello di discernimento, Reggio Emilia, Edizioni San Lorenzo, 2010, Giuseppe Ruggieri, Ritrovare il concilio, Torino, Einaudi, 2012. Inoltre: Massimo Faggioli, Il Vaticano II come "costituzione" e la "recezione politica" del concilio, "Rivista di Teologia", 50 (2009), pp. 107-122; Massimo Faggioli, Interpretare il Vaticano II. Storia di un dibattito, Bologna, EDB, 2013 (I ed. 2012).
L’analisi di più di ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati dai cand... more L’analisi di più di ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati dai candidati a entrare nella Compagnia di Gesù nel noviziato romano di Sant’Andrea al Quirinale tra il 1636 e il 1643, conservati presso l’Archivum romanum Societatis Iesu, permette di rintracciare le forme assunte dalla vocazione religiosa, in particolare dalla vocazione alla Compagnia di Gesù, e i modi per esprimerla a metà Seicento. Si riscontrano una delicata composizione tra discernimento personale e obbedienza alle guide spirituali e le dinamiche della formazione e del reclutamento nella Compagnia di Gesù a un secolo dalla sua istituzione. Gli scritti degli aspiranti gesuiti, in gran parte in giovane età, possono rientrare tra gli “Egodocuments”, come nuova tipologia, e sono fonti per lo studio degli adolescenti e dei giovani nella prima età moderna. Molto ricco l’apporto di tale documentazione allo studio della spiritualità e della devozione nel Seicento. Conclude lo studio un’appendice con alcuni racconti di vocazione.
Analisi di un manoscritto anonimo non datato (conservato nell'Archivum Romanum Societatis Iesu) c... more Analisi di un manoscritto anonimo non datato (conservato nell'Archivum Romanum Societatis Iesu) che fornisce istruzioni sul discernimento vocazionale nella prima Compagnia di Gesù.
La raccolta di oltre ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati da cand... more La raccolta di oltre ottanta questionari e racconti autobiografici di vocazione compilati da candidati a entrare nella Compagnia di Gesù durante il periodo della prima probazione, relativa agli anni 1636-1643, conservata presso l'Archivum Romanum Societatis Iesu offre la possibilità di allargare la tipologia degli "Egodocuments" finora conosciuti. Novizi giovanissimi, giovani e adulti sono sottoposti a una verifica della loro idoneità a diventare gesuiti. La fonte si rivela preziosa sia perché si tratta di testi scritti in buona parte da adolescenti e giovani, la cui voce diretta raramente è presente nei documenti prima della fine del Settecento sia perché il discernimento interiore ed esteriore di una vocazione nella prima età moderna è un aspetto dell'esperienza religiosa assai poco indagato finora. Il saggio è un primo approccio a tale materiale documentario. A una presentazione della fonte, delle sue caratteristiche e delle difficoltà interpretative che presenta, segue un'analisi delle risposte e delle narrazioni autobiografiche dei novizi riguardo alle loro provenienze, ai percorsi di vita, ai rapporti familiari, alla vita sociale, al senso dell'infanzia e della morte, alla proiezione verso l'esperienza religiosa nella Compagnia di Gesù.
Il saggio intende offrire alcune suggestioni di ricerca riguardo al tema della vocazione in età m... more Il saggio intende offrire alcune suggestioni di ricerca riguardo al tema della vocazione in età moderna. Nei secoli XVI-XVIII emergono alcuni elementi interessanti in proposito: si elabora una riflessione sulla scelta dello stato di vita, si sottolinea il carattere obbligante in coscienza della risposta all'ispirazione divina, la vocazione religiosa è sostenuta da un'arte persuasiva raffinata, si afferma l'idea della vocazione sacerdotale come chiamata divina, si accentua l'aspetto soggettivo nella percezione della chiamata e di conseguenza si predispongono i modi del discernimento e della direzione spirituali. Lo studio della vocazione in età moderna permette di esplorare come siano pensati i modi della cooperazione tra uomo e Dio nella teologia cattolica e quale sia stato il percorso dalla scelta di vita in un'ottica religiosa all'esito secolarizzato delle vocazioni professionali. Si deve confrontare inoltre con le tematiche dell'identità personale, delle dinamiche familiari, della struttura sociale ed ecclesiale, per cogliere le forme storiche dell'innesto del sé nel mondo.
4. IL «BUON PARROCO ITALIANO» 83 5. LA STAMPA 87 CONCLUSIONE 89 FONTI, BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ... more 4. IL «BUON PARROCO ITALIANO» 83 5. LA STAMPA 87 CONCLUSIONE 89 FONTI, BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA 91 5 PREFAZIONE Nella Prefazione al libro di Anna Maria Quarzi e di Delfi na Tromboni sulla Resistenza a Ferrara, tuttora un punto di riferimento ineludibile sull'argomento, Alessandro Roveri sottolineava come se ne traesse la «clamorosa conferma» di quanto sostenuto qualche anno prima da Pietro Alberghi nel secondo volume dell'opera L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione dedicato ai partiti politici e al Comitato di Liberazione Nazionale ovvero «la "quasi esclusiva partecipazione dei comunisti alla lotta contro i nazifascisti"». E continua: Gli è che, mentre azionisti e socialisti furono duramente colpiti dal duplice sterminio del CLN ferrarese (e solo i secondi seppero in qualche misura riprendersi), i cattolici, nonostante il martirio dell'ingegnere Giuseppe Stefani e del parroco di Jolanda di Savoia don Pietro Rizzo, scontarono l'adesione di Grosoli e del clero locale al fascismo, e soltanto alla vigilia della Liberazione diedero vita alla Democrazia Cristiana e diffusero un appello contro «le ultime violenze, gli ultimi soprusi» del nazifascismo (Alberghi, p. 172). 1
74 5. I LAICI 75 5.1. I cattolici ferraresi nel movimento antifascista 75 5.1.1. I cattolici e la... more 74 5. I LAICI 75 5.1. I cattolici ferraresi nel movimento antifascista 75 5.1.1. I cattolici e la partecipazione attiva alla Resistenza 76 5.1.2. I cattolici ferraresi e il CLN 77 5.2. Cattolici caduti nella lotta anti-fascista 79 5.2.1. Giorgio Gardani 79 5.2.2. Giuseppe Stefani 79 5.3. Alcune note sull'atteggiamento dei civili cattolici 81 5.4. L'Azione cattolica ferrarese 82 CONCLUSIONE 85 FONTI E BIBLIOGRAFIA 87 5 PREFAZIONE Non esiste per l'Emilia Romagna un libro come Lombardia , preti e società alla prova della guerra, frutto di vaste e pluriennali ricerche dello storico Giorgio Vecchio. Lo studio, che comprende una cospicua parte iniziale sugli anni Venti e Trenta, si ispira, secondo le dichiarazioni dell'autore, a tre "criteri guida": l'osservazione estesa all'intera regione lombarda e l'attenzione sia alla «"globalità" della vita quotidiana nei suoi vari aspetti» sia alla «molteplicità degli attori» della storia 1 . Non esiste nemmeno un lavoro simile per un campo di osservazione più ristretto come la diocesi ferrarese, neppure il secondo volume della storia della chiesa di Ferrara curato da Luciano Chiappini, Werther Angelini e Amerigo Baruffaldi ha tentato un approccio al tema, in assenza di studi preliminari suffi cienti 2 . Merito di Amerigo Baruffaldi è tuttavia aver evidenziato, riferendosi alla chiesa ferrarese, come "la partecipazione del laicato cattolico e del clero al movimento di liberazione, e allo stesso movimento in generale, abbisognano di una rigorosa delineazione e da un punto di vista delle fonti, e da un punto di vista della riproposizione critica" 3 .
Dopo aver ripercorso le vicende della presenza delle orsoline a Ferrara dall’istituzione della Co... more Dopo aver ripercorso le vicende della presenza delle orsoline a Ferrara dall’istituzione della Compagnia nel 1584 al Novecento a partire dal lavoro di Laura Guidi e Maurizia Muratori Sapigni, il saggio si sofferma sui due secoli tra fine Cinquecento e fine Settecento, individuando tre momenti significativi: i primi anni, nei quali le orsoline vengono accettate nel contesto cittadino nella loro peculiarità di vergini spose di Cristo, un “terzo stato lodevole”; gli ultimi decenni del Seicento, quando avviene una rifondazione della comunità in forma collegiata, impegnata nell’educazione delle fanciulle, sia nella forma dell’educandato interno sia della scuola esterna; il Settecento, durante il quale prosegue l’assunzione di caratteristiche delle comunità claustrali iniziata a partire dalla svolta seicentesca e si consolida l’attività educativa, dopo la crisi dei primi decenni del secolo.
Il saggio offre una riflessione sulle acquisizioni della storiografia attuale circa il collegio d... more Il saggio offre una riflessione sulle acquisizioni della storiografia attuale circa il collegio dei nobili di Parma, una presentazione dei diversi volti del collegio, così come sono emersi dagli studi condotti finora e l'individuazione delle piste di ricerca ancora aperte.
Nel periodo di governo dei gesuiti (1604-1768) nel collegio dei nobili di Parma, luogo di formazi... more Nel periodo di governo dei gesuiti (1604-1768) nel collegio dei nobili di Parma, luogo di formazione delle élites europee, si accettavano convittori anche bambini e veniva riservata loro un’attenzione particolare riguardo alla salute, alla pulizia, al gioco, agli esercizi cavallereschi, alle devozioni, all’istruzione catechistica. L’infanzia si delinea, così, come età specifica in termini di bisogno di protezione e di servizio, di contenimento e di adattamento delle attività dei più grandi. Ad essa si legano alcune pratiche pie e devozioni. Tendenzialmente, inoltre, si associano i gradi di istruzione più elementare alla condizione infantile e il percorso scolastico si snoda in rapporto alle età. Nella compresenza di età il convitto gesuitico diventa pertanto luogo di individuazione di peculiarità distintive dell’infanzia rispetto all’adolescenza/giovinezza.
Prime ricerche sul diario quotidiano manoscritto in più versioni di padre Antonio Magaza relativo... more Prime ricerche sul diario quotidiano manoscritto in più versioni di padre Antonio Magaza relativo al collegio dei nobili di Parma (1710-1713).
Edizione del manoscritto del gesuita padre Orazio Smeraldi "Memorie di diciasette convittori del ... more Edizione del manoscritto del gesuita padre Orazio Smeraldi "Memorie di diciasette convittori del Collegio de’ nobili di Parma" (1670), conservato nella Biblioteca "Passerini Landi" di Piacenza, in lingua originale (italiano) con saggio introduttivo di Miriam Turrini in inglese (pp. 3-74). Il manoscritto permette di entrare nella vita di un collegio di fama europea, di accostarsi al metodo educativo dei gesuiti, di delineare i rapporti tra i gesuiti e i collegiali e le loro famiglie e di individuare alcuni comportamenti dei convittori. Il progetto ottocentesco di un’edizione del testo sulla base di un manoscritto conservato nell’Archivum Romanum Societatis Iesu getta luce sugli orizzonti educativi della Compagnia di Gesù appena restaurata.
Edizione del manoscritto del gesuita padre Orazio Smeraldi "Memorie di diciasette convittori del ... more Edizione del manoscritto del gesuita padre Orazio Smeraldi "Memorie di diciasette convittori del Collegio de’ nobili di Parma" (1670), conservato nella Biblioteca "Passerini Landi" di Piacenza, in lingua originale (italiano) con saggio introduttivo di Miriam Turrini in inglese (pp. 3-74). Il manoscritto permette di entrare nella vita di un collegio di fama europea, di accostarsi al metodo educativo dei gesuiti, di delineare i rapporti tra i gesuiti e i collegiali e le loro famiglie e di individuare alcuni comportamenti dei convittori. Il progetto ottocentesco di un’edizione del testo sulla base di un manoscritto conservato nell’Archivum Romanum Societatis Iesu getta luce sugli orizzonti educativi della Compagnia di Gesù appena restaurata.
Storia dell'Ufficio e del Centro missionari della diocesi di Ferrara-Comacchio dal 1929 al 2000. ... more Storia dell'Ufficio e del Centro missionari della diocesi di Ferrara-Comacchio dal 1929 al 2000. Il volume permette di individuare le diverse stagioni della missione ad gentes e le trasformazioni sociali ed ecclesiali del Novecento a partire da una realtà locale.
Il collegio dei nobili di Parma, fondato da Ranuccio I Farnese nel 1601, raccolse nel periodo di ... more Il collegio dei nobili di Parma, fondato da Ranuccio I Farnese nel 1601, raccolse nel periodo di governo da parte dei gesuiti (1604-1768) molti giovani aristocratici provenienti da diverse aree dell'Europa, diventando un modello nell'educazione nobiliare. La formazione comprendeva studio, addestramento alle arti cavalleresche, apprendimento dell'etichetta e formazione religiosa e forniva i saperi e i modi per trasformare la nobiltà di nascita nell’arte del ‘vivere con credito’ in società. Le diverse istanze dei duchi Farnese, delle famiglie e dei gesuiti furono composte da questi ultimi grazie a una raffinata arte del governo, all'insegnamento e al lavoro con le coscienze dei giovani convittori. Il processo di civilizzazione occidentale, la rilegittimazione dell'aristocrazia, l'istituzionalizzazione dell'apprendimento, il disciplinamento sociale trovano nel collegio parmense un luogo di sperimentazione e realizzazione. Tra il 1710 e il 1712 un padre gesuita registrò quotidianamente le attività svolte nel collegio dei nobili di Parma e, servendosi delle sue annotazioni, preparò poi un'agenda annuale per regolarne la vita stabilmente. Lo studio critico di tale fonte, integrata con l'altra documentazione finora reperita, ha permesso di ricostruire analiticamente la concreta attuazione di un modello educativo influente, costituendo una rara eccezione nella storia delle istituzioni educative, spesso limitata nei binari delle fonti normative. Il volume consta di un ampio studio introduttivo, di un'appendice documentaria e dell'edizione parziale delle consuetudini raccolte nel secondo decennio del Settecento, conservatesi in più copie.
Uploads
Papers by Miriam Turrini
La fonte si rivela preziosa sia perché si tratta di testi scritti in buona parte da adolescenti e giovani, la cui voce diretta raramente è presente nei documenti prima della fine del Settecento sia perché il discernimento interiore ed esteriore di una vocazione nella prima età moderna è un aspetto dell'esperienza religiosa assai poco indagato finora.
Il saggio è un primo approccio a tale materiale documentario. A una presentazione della fonte, delle sue caratteristiche e delle difficoltà interpretative che presenta, segue un'analisi delle risposte e delle narrazioni autobiografiche dei novizi riguardo alle loro provenienze, ai percorsi di vita, ai rapporti familiari, alla vita sociale, al senso dell'infanzia e della morte, alla proiezione verso l'esperienza religiosa nella Compagnia di Gesù.
La fonte si rivela preziosa sia perché si tratta di testi scritti in buona parte da adolescenti e giovani, la cui voce diretta raramente è presente nei documenti prima della fine del Settecento sia perché il discernimento interiore ed esteriore di una vocazione nella prima età moderna è un aspetto dell'esperienza religiosa assai poco indagato finora.
Il saggio è un primo approccio a tale materiale documentario. A una presentazione della fonte, delle sue caratteristiche e delle difficoltà interpretative che presenta, segue un'analisi delle risposte e delle narrazioni autobiografiche dei novizi riguardo alle loro provenienze, ai percorsi di vita, ai rapporti familiari, alla vita sociale, al senso dell'infanzia e della morte, alla proiezione verso l'esperienza religiosa nella Compagnia di Gesù.
Il processo di civilizzazione occidentale, la rilegittimazione dell'aristocrazia, l'istituzionalizzazione dell'apprendimento, il disciplinamento sociale trovano nel collegio parmense un luogo di sperimentazione e realizzazione.
Tra il 1710 e il 1712 un padre gesuita registrò quotidianamente le attività svolte nel collegio dei nobili di Parma e, servendosi delle sue annotazioni, preparò poi un'agenda annuale per regolarne la vita stabilmente. Lo studio critico di tale fonte, integrata con l'altra documentazione finora reperita, ha permesso di ricostruire analiticamente la concreta attuazione di un modello educativo influente, costituendo una rara eccezione nella storia delle istituzioni educative, spesso limitata nei binari delle fonti normative. Il volume consta di un ampio studio introduttivo, di un'appendice documentaria e dell'edizione parziale delle consuetudini raccolte nel secondo decennio del Settecento, conservatesi in più copie.