Ellen Patat
Università degli Studi di Milano - State University of Milan (Italy), Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere, Adjunct
Università degli Studi di Udine / University of Udine, Scienze e Tecniche del Turismo Culturale, Adjunct
Università degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze Economico Aziendali - Marketing Management, Business English instructor
Ellen Patat, PhD, is presently teaching in the Department of Foreign Languages and Literatures at the Università degli Studi di Milano (Italy), as well as business English at Università degli Studi di Milano Bicocca (Italy) and English for specific purposes (ESP) at the Università dell’Insubria (Italy). She previously taught Travel Literature and ESP at the Universita' degli Studi di Udine, English for academic purposes (EAP) and Italian as Foreign Language at Bahçeşehir University (Istanbul, Turkey) and Italian as FL and translation at Yeditepe University (Istanbul, Turkey). Following her degree in Foreign Languages and Literatures, she completed her PhD in Multilingualism and Comparative Literatures at the Università degli Studi di Udine (Italy), an MA in Conference Interpreting (EMCI) at Boğaziçi University (Istanbul, Turkey) and a second BA in Italian Language and Culture for Foreigners at Consorzio ICoN. Her main areas of interest are modern and contemporary travel literature, Italian literature (with a particular focus on space, identity, and women writers), EAP andESP, Language Teaching, and Translation Studies.
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Papers by Ellen Patat
virtuosismi linguistici. A seguito dell’analisi di un corpus, che per questioni metodologiche, si limita alla disabilità fisica così come rappresentata da alcuni autori contemporanei, attraverso la lente delle costruzioni culturali e metaforologiche della disabilità, si evidenzia la necessità di ri-configurare la norma che stabilisce i dettami entro cui imprigionare il disabile. Il concetto di Alterità, come altro dal Sé e Altro dal ‘noi’, inteso come società, è la chiave di lettura principe per ragionare sulla disabilità, da intendersi come condizione esistenziale, associata alla nozione di diversità. I testi presi in esame permettono di percepire l’alterità ma falliscono nel tentativo di suggerire un’apertura comunicativa o interpretativa libera scevra di sentimenti pietistici o discriminatori.
Il presente articolo si concentra sulla figura della donna e la sua (tras)formazione identitaria nei racconti autobiografici di Shelina Zahra Janmohamed, Love in a Headscarf, e di Ayaan Hirsi Ali, The Caged Virgin. Con un approccio comparatistico, l’obiettivo è capire come le due autrici compiano e percepiscano quelle mediazioni e sintesi caratteristiche delle prime o seconde generazioni d’immigrati.
Entrambe, seppur da posizioni diverse, esprimono il consapevole intento
di voler contribuire alla rappresentazione della donna musulmana nel dibattito sullo scontro di civiltà attualmente imperversante in Europa. La divergenza dei testi, a livello sia tematico sia formale, e la convergenza d’intenti indicano una pluralità e complementarietà di sintesi. Nell’esplorare l’identità nelle sue declinazioni – personale, sociale e globale – si osservano le dinamiche tipiche d’ibridazione culturale che si esplicitano in oggetti, soggetti e luoghi sociali.
virtuosismi linguistici. A seguito dell’analisi di un corpus, che per questioni metodologiche, si limita alla disabilità fisica così come rappresentata da alcuni autori contemporanei, attraverso la lente delle costruzioni culturali e metaforologiche della disabilità, si evidenzia la necessità di ri-configurare la norma che stabilisce i dettami entro cui imprigionare il disabile. Il concetto di Alterità, come altro dal Sé e Altro dal ‘noi’, inteso come società, è la chiave di lettura principe per ragionare sulla disabilità, da intendersi come condizione esistenziale, associata alla nozione di diversità. I testi presi in esame permettono di percepire l’alterità ma falliscono nel tentativo di suggerire un’apertura comunicativa o interpretativa libera scevra di sentimenti pietistici o discriminatori.
Il presente articolo si concentra sulla figura della donna e la sua (tras)formazione identitaria nei racconti autobiografici di Shelina Zahra Janmohamed, Love in a Headscarf, e di Ayaan Hirsi Ali, The Caged Virgin. Con un approccio comparatistico, l’obiettivo è capire come le due autrici compiano e percepiscano quelle mediazioni e sintesi caratteristiche delle prime o seconde generazioni d’immigrati.
Entrambe, seppur da posizioni diverse, esprimono il consapevole intento
di voler contribuire alla rappresentazione della donna musulmana nel dibattito sullo scontro di civiltà attualmente imperversante in Europa. La divergenza dei testi, a livello sia tematico sia formale, e la convergenza d’intenti indicano una pluralità e complementarietà di sintesi. Nell’esplorare l’identità nelle sue declinazioni – personale, sociale e globale – si osservano le dinamiche tipiche d’ibridazione culturale che si esplicitano in oggetti, soggetti e luoghi sociali.
„ЕНТОМОЛОШКЕ ЕПИФАНИЈЕ У ИТАЛИЈАНСКОЈ КУЛТУРИ –
Epifanie entomologiche nella cultura italiana”
Жељко Ђурић, Душица Тодоровић,
Уводна реч: О инсектима и културама..................................................... 11
Eric C. Brown, Evolving Fables: Cultural Entomology
and the Literary Imagination......................................................................... 27
СТУДИЈЕ И РАСПРАВЕ – ÉTUDES
Roberta Maugeri, Mosche, vespe e tafani.
Gli insetti nel Decameron di Giovanni Boccaccio......................................... 31
Michele Comelli, “Magni spirti dentro a i picciol corpi”:
le api ‘politiche’ di Giovanni Rucellai........................................................... 41
Chiel Monzone, La pulce ‘erotica’ di Domenico Tempio.............................. 55
Ellen Patat, Le care, piccole farfalle di Guido Gozzano:
“animule, fate o streghe”?............................................................................. 73
Marianna Nespoli, Folle audacia femminile: metamorfosi
entomologiche in Nascita e morte della massaia di Paola Masino................ 87
Salvatore Pugliese, Pidocchi in grigioverde.................................................. 103
Luca Danti, Il classificatore, la casa infestata, le “minime briciole
del moto e dell’essere”: a proposito degli insetti nell’ Adalgisa
e nella Cognizione del dolore........................................................................ 113
Remo Castellini, Cardarelli, la Maremma e gli insetti.................................. 133
Diego Varini, «Il tafano, detto anche mosca cavallina.
In greco “assillo”». Luciano Bianciardi entomologo................................... 147
Elisabetta Convento, Presenze entomologiche perturbanti
nella narrazione di Buzzati............................................................................ 161
Davide Italia, Ragni, formiche, grilli, vespe, cicale: un sentiero
entomologico nella narrativa di Italo Calvino.............................................. 177
Cristiano Bedin, Le operose api di Mario Rigoni Stern
tra reminiscenze virgiliane e immagini di uno stile di vita alternativo......... 185
Daniela Bombara, Sonorità entomologiche fra ’800 e ’900.......................... 199
Stefania La Vaccara, La mosca e il suo doppio (la farfalla)
nel teatro lirico e popolare di Franco Scaldati............................................. 215
Armando Rotondi, Ri-scrivere il Grillo Parlante: evoluzione
del personaggio in Collodi e Jasmin Vardimon............................................. 233
Roberto Russi, Drammaturgia per un insetto. La Metamorfosi
di Kafka nella trasposizione operistica di Colasanti e Pier’Alli................... 251
ОЦЕНЕ И ПРИКАЗИ – COMPTES RENDUS
Francesco De Sanctis, La giovinezza, Introduzione e cura i
Giovanni Brancaccio, Milano: Biblion Edizioni, 2017, 415 p.
(Persida Lazarević)....................................................................................... 271
IN MEMORIAM
Лука Прошић (Ljiljana Prošić).................................................................... 275
Sözlükbilime Giriş (Lexicography: An Introduction), bu önemli referans çalışmalarının tarihi, türleri ve içeriği hakkında ayrıntılı bir genel bakış sağlar. Howard Jackson, sözlüklerin İngilizcenin söz varlığını betimlemek, kullanışlı ve erişilebilir bir referans kaynağı sağlamak ve bu iki işlevi nasıl yerine getirdiklerini ortaya koymak için, anadil sözlüklerinden tematik sözlüklere ve öğrenici sözlüklerine kadar, CD-ROM'da olanlar dâhil, çok sayıda sözlüğü incelemiştir.
Sözlükbilimde kullanılan terimlerden başlayan, sözcükleri ve bir dilin söz varlığını tanımlayan, daha fazla bilgi edinmek için özetler ve öneriler sunan Sözlükbilime Giriş (Lexicography: An Introduction) özlü ve öğrenci dostu bir kitaptır. Sözlüklerin geliştirilmesi ve kullanım ile ilgilenen herkes için ideal bir kitaptır. Howard Jackson, Universitity of Central England'da İngiliz Dili ve Dilbilimi Profesörüdür.
Walking – a modality of exploration of space that has kept its nature since ancient times with its typical Franciscan humility and that transforms feet in “the noblest organs of sense” (Rumiz, Appia, 2017) – on the one hand, leads the traveler to grasp the ‘truth’ of places, on the other hand, it makes the journey, often an initiatory one, take the form of an immersion in an inner geography or, better, into a choreography in which the individual engaged in their identity (trans)formation seeks their roots. In the footsteps of the Roman legions, on a road defined by Publius Papinius Statius the longarum regina viarum (the queen of the long roads), that is the Via Appia, the architype of all roads, in 2015 Paolo Rumiz and his patrol, as modern ‘pilgrims’ or ‘wanderers’, embarked on a journey of rediscovery that became a real battle denouncing the commodification and neglect of the territory in an attempt to reconstruct a connection between their identity and this place and its history. Modernity has engulfed the ancient road, a reflection of the Empire’s past glories and power, once a symbol of civilization and superiority as well as of commercial power. While large stretches of the road are still preserved and walkable, the undertaking becomes difficult outside the suburb of the city of Rome. The present paper aims at investigating the sense of identity that emerges from this travel account: the first focus will be on the concept of personal identity, pondering whether Rumiz could be defined a modern pilgrim, a legionary or a wandered; the second point then concentrates on the socio-cultural and national identity, taking the first steps, as Rutilius Namatianus had done, from Rome – defined by the Roman poet in his De redito suo “regina tui pulcherrima mundi” (of your world, outstanding queen) – to discover the territory of the South.
In linea con le ideologie antropocentriche che pongono l’umanità al di sopra della Natura, si ritrovano in letteratura degli scienziati che si sono dedicati alla creazione di ibridi, ovviando alla separazione tra esseri umani e non-umani ma offuscando in tal modo i confini tra le specie: dal mito del dottor Frankenstein di Shelley al dottor Moreau di Wells e ai suoi esperimenti di rimodellamento degli animali in forme umanoidi; dalla coppia Preobrazenskij-Bormental di Bulgakov all’eccentrico Delambre di Langelaan. Folli o visionari, questi uomini di scienza ‘giocano’ a sconfinare dai limiti incorrendo nel peccato di hybris ed esacerbandolo, poiché i loro prodotti sono immagine deformata della perfetta creazione divina: quando l’umano e il bestiale si fondono, l’ibrido assume infatti tratti disarmonici e grotteschi. Sporadici esempi di scienziati devoti all’ibridazione uomo-animale si ritrovano anche nella narrativa italiana, dove spiccano le soluzioni di Giovanni Papini e Primo Levi: il primo nel racconto L’imbestiatore (Gog 1931), propone una riscrittura ‘a rovescio’ de L’isola del dottor Moreau, una regressione darwiniana in cui Sarmihiel, profeta imbestiatore, vuole trasformare gli uomini in animali; il secondo nel racconto Angelica farfalla (1946), di chiara ispirazione dantesca ma ancorato a una realtà spazio-temporale ben definita, presenta il professor Leeb che, nel suo laboratorio sperimentale a Berlino, trasforma essere umani in mostri simili ad avvoltoi. Il presente saggio si pone l’obiettivo di confrontare le due figure per estrapolarne un modello che ben descriva l’eloquente simbolo scientifico o pseudoscientifico, impegnato in tipici processi postmoderni di disumanizzazione.
The literary significance of remote islands, literary devices whose natural boundaries play a pivotal role in enclosing and modelling narratives, has inevitably changed in time owing to the democratization of travel practices. Nevertheless, the remoteness and the exotic of such a location often represent the ideal setting for survival narratives. The peculiar island and its intrinsic dynamics depicted in Foe (1986) by J.M. Coetzee provide a new framework for the tropes of the renowned travelogue Robinson Crusoe (1719) by D. Defoe. In line with the tendency of subverting and challenging the concept of polarization typical of the so-called dominated literatures, 2003 Nobel Prize in Literature winner, South African author Coetzee undertakes the rewriting or writing-back of the English canon restructuring, in postcolonial terms, the hierarchical order of the hypotext. Concentrating on purposive sampling, the present paper aims at exploring the structure of Coetzee’s revisited island and its interdependent correlation with the characterization of the main characters as shaped by nature and preconceived social conventions. The first person account by a female outcast, a point of view less common in the Robinsonade genre, is no longer an apologia of the self-made man but rather an attempt to reclaim the subordinate’s story. The metafictional exploration of the island, the chronotopes defining the diversification of the primitive, and the wandering within the unexpected exotic lead to delve into more large-scale themes such as isolation, marginalization, invisibility, not to mention the exchange, or lack of thereof, with the Other, the conflicting dualism colonizer/master-colonized/servant and voice-silence.
Itinerari Linguistici e Culturali, 15-16 giugno 2018. Universitatea de Vest din Timişoara – Romania.
Il presente intervento si pone come obiettivo quello di investigare quali siano le definizioni e le interpretazioni dei postulati tipici del viaggio inteso come pratica di (tras)formazione dell’identità del soggetto viaggiante. Assiomatica è, infatti, l’associazione tra il viaggio e la scrittura in quanto trascrizione mitopoietica della memoria esperienziale. Si attingerà perciò, in una prospettiva tutta italiana, alla produzione odeporica di viaggiatori-autori italiani –evitando i grandi del genere che generalmente appartengono ad altri panorami letterari, soprattutto di lingua inglese o francese – per stabilire, attraverso i resoconti dell’esperienza intuitiva diretta, i punti cardine utili per l’estrapolazione delle caratteristiche essenziali della pratica. Il trait d’union è proprio il viaggio stesso senza soffermarsi su separatismi di genere o ideologici. Dal filo narrativo delle avventure itineranti scaturiscono considerazioni che, spesso sfruttando metafore e similitudini, moltiplicano i significati attribuiti alla mobilità e alla relazione simbiotica e organica tra la pratica del viaggiare e l’arte della scrittura. I viaggiatori-scrittori, testimoni dello scorrere del tempo e del trasformarsi dello spazio nonché della trasformazione identitaria dell’io viaggiante, riflettono sulle pagine odeporiche l’evolversi evenemenziale e antropologico interpretando l’Io, l’Altro e l’Altrove. Basandosi su una prospettiva comparatistica, la pratica esegetica si fonda sulla metodologia del campionamento mirato.
The present paper aims to investigate the definitions and interpretations of the typical postulates of travel which could be considered an identity-(trans)forming practice for the travellers. The association between travel and writing, as mythopoeic transcription of the experiential memory, is indeed irrefutable. This study, therefore, will draw on the travel writing production of merely Italian travelers-authors – avoiding the great writers of the genre who generally belong to other, especially English- or French-speaking, literary domains – to establish, through the accounts of direct intuitive experiences, the key points in order to infer the essential features of the practice. The trait d'union is precisely the journey without dwelling on gender or ideological separatism. The remarks emerging from the narrative threads of the itinerant adventures multiply, often through the use of metaphors and similes, the meanings given to travel and to the symbiotic and organic relationship between the practice and the art of writing. The travelers-writers, witnesses of the passing of time, of the transformation of space and also of the traveller’s transformation, reflect on the their pages the event-based and anthropological progress; by doing so, they also interpret the ‘I’, the Other, and the Otherness. Based on a comparative perspective, the exegetical practice is based on the targeted sampling methodology.
integration of codes of ethics (CoEs) into the syllabus of a Business English course in an Italian public university. As highly specialized corporate documents, CoEs represent a specific genre, as intended by Swales (1990). They are commonly used to implement ethical principles into business practice (Krč 2015), however, studies on the pedagogical implication of using CoEs in English as a Foreign Language (EFL) courses, especially in Italy, are scarce. On one hand, CoEs as a specific genre are expected to reveal their potentiality in providing students with the necessary tools to meet the needs of disciplinary communication (Bhatia 2002). On the other hand, they could be considered useful in raising content, communication, cognition and culture-related skills in EFL learning, thus exemplifying the integration of content and language in education at large. Previous findings (Giglioni & Patat 2020) suggested that CoEs are functional pedagogical tools for students in terms of lexicon enhancement and overall engagement in corporate communication and behaviors. Within the theoretical framework of genre analysis and its possible implications for language teaching, this paper addresses issues raised in the first phase of the study.
More specifically, this second stage of the research focuses on students’
perceptions and achievements in their EFL learning process with special
attention to language awareness at a micro-textual, i.e. lexico-syntactical, level, which proved to be the more challenging aspect in the analysis of CoEs. It is believed that this approach to CoEs allows for learners’ improvement in language proficiency without neglecting corporate discourse.
INSTITUTE OF MODERN LANGUAGES RESEARCH
School of Advanced Study • University of London
Online Workshop on Friday, 30 April 2021
Realismo magico
Per il primo appuntamento sul fantastico non si poteva non partire dalla letteratura. Un docente di lingua e letteratura italiana del Novecento (Daniele Gallo), una di inglese (Ellen Patat) e una di Spagnolo (Catalina Paravati) in dialogo per offrirci una panoramica su di una corrente artistica eclettica che ha avuto numerose diramazioni internazionali fin dal primo ‘900 per approdare ai giorni nostri.
Organizzatrici: Milagro Martín Clavijo (Universidad de Salamanca), Daniela Bombara (ricercatrice indipendente), Ellen Patat (Università degli Studi di Milano)
[email protected]; [email protected]; [email protected].
Si intende proporre un approccio inusuale e inedito nel panorama degli studi sul corpus verghiano inseguendo la presenza di Verga nella società contemporanea attraverso linee di ricerca non canoniche.
Si suggeriscono alcuni possibili ambiti di indagine, da intendersi in senso orientativo:
Verga nelle canzoni
Verga e il melodramma contemporaneo o il musical
Verga e la danza
Forme teatrali non canoniche ispirate al corpus verghiano
Verga radiofonico
Audiolibri e iperlibri verghiani
Verga e il fumetto
Parodie verghiane
Verga e il fantastico
Verga ‘social’ e Verga nel sociale
Presenza di Verga nel territorio italiano
VERGA POP
Traces of Verga in visual and performing arts, in literature, and in popular culture
We are pleased to announce a call for papers for an international conference (online and in-person) at the University of Salamanca, with the collaboration of the University of Calabria
and the patronage of the Verga Foundation.
Organizers: Milagro Martín Clavijo (Universidad de Salamanca), Daniela Bombara (independent scholar), Ellen Patat (Università degli Studi di Milano)
[email protected]; [email protected]; [email protected].
Our intention is to propose an unusual and unprecedented approach within the domain of Verga studies, pursuing the presence of the author in contemporary society through non-canonical lines of research.
Some possible areas of investigation could be:
Verga in songs
Verga and contemporary melodrama or the musical
Verga and dance
Non-canonical theatrical forms inspired by Verga’s corpus
Verga on air
Verga in audiobooks and hyperbooks
Verga and comics
Parodies on Verga
Verga and the fantastic
Verga ‘social’ and Verga in the social sector
Presence of Verga in the Italian territory
Please send an abstract (in Italian and English) of 500 words maximum accompanied by a short bio-bibliography of the author (150 words maximum) to [email protected]
The submission date of the complete essays, together with the editorial norms, for publication in Filoloski pregled, a “classe A” journal, will be communicated at the end of the conference.
Abstract submission date (max 500 words): 30/07/2022
Notification of acceptance: immediate
International Conference (online and in-person): 25/11/2022