La campagna di scavo condotta nel 2018 ha visto la prosecuzione dello studio della cultura materi... more La campagna di scavo condotta nel 2018 ha visto la prosecuzione dello studio della cultura materiale rinvenuta nel sito di Orikos ed in particolare nei settori 5 e 4, dove in quest'ultimo, è attestata una nuova fase cronologica di età tardo-imperiale 1. Pertanto, sulla base dei nuovi dati e dall'analisi dei materiali, si è resa necessaria un'ulteriore articolazione della periodizzazione in precedenza definita (De Mitri & Loprieno 2018): Periodo 1: arcaico-classico (VI-prima metà IV sec. a.C.) Periodo 2a: ellenistico (seconda metà IV-III sec. a.C.) 2b: tardo ellenistico (II-I sec. a.C.) Periodo 3a: romano (fine I sec. a.C./ I sec. d.C.-II sec. d.C.) 3b: tardo imperiale (III-prima metà IV sec. d.C.) Periodo 4: tardoantico (seconda metà IV-VI sec. d.C.) Periodo 5: altomedievale (VII-X sec. d.C.) Periodo 6: bassomedievale (XI-XV sec. d.C.) 1. Settore 5 1.1 Estensione sud (Periodi 1-3) Il proseguimento dei lavori di scavo nel settore sud dell'edificio a funzione idrica ha riguardato un'ampia area che ha subito una forte azione di disturbo in età moderna. Dopo la rimozione di tali livelli e degli strati relativi ai periodi più tardi (Infra), in alcuni settori è stata messa in luce l'UF 106. Tale UF, la cui definizione cronologica, sulla base dei dati ceramici della scorsa campagna di scavo, era stata fissata alla metà del III secolo a.C., appare in quest'area inquinata dagli accumuli successivi, soprattutto tra le strutture M 17 ed M 46. Pur confermando tale datazione occorre precisare che lo strato tra le strutture murarie indicate, appare in alcuni punti intaccato dall'UF 130, livello di accu-mulo di prima età imperiale (si veda il contributo di Saïmir Shpuza e Gionata Consagra in questo volume, p. 71-80). Questa situazione è infine obliterata dai livelli di abbandono su cui si impostano gli edifici altomedievali. Nell'UF 106 sono dunque predominanti le classi ceramiche tipiche della metà del III secolo a.C.; ben attestata è la ceramica a vernice nera, al cui interno rientrano anche esemplari con una vernice che sovente presenta viraggi dal nero al rossastro, con le forme tipiche di tale fase: il cyma kantharos (tav. 1.4), la coppa e la coppetta a vasca emisferica o echiniforme (tav. 1.1-2), la coppa mastoide (tav. 1.3); poco rappre-sentate altre forme, e tra queste si riconosce la parte superiore di un guttus (tav. 1.5), ed una lucerna (tav. 1.6), Sempre a questa fase sono riferibili gli esemplari in cera-mica comune, sia da cucina, come il tegame tipo forked-rim (tav. 1.7), sia d'uso quoti-diano come i bacini (tav. 2), presenti con tipi che trovano un confronto con i materiali dell'agorà di Atene 2. Ad un orizzonte cronologico più tardo, di pieno II-I secolo a.C., sono afferenti i materiali in vernice rossa, di probabile produzione illirico-epirota, che riprendono forme e tipi delle ceramiche fini «di successo» in quel periodo (tav. 1.8-9). Ad una produzione egeo-orientale rimandano invece alcuni esemplari di piatti in pasta grigia, vicini per caratteristiche manifatturiere alla Gray ware (tav. 1.10), ed una coppa affine ai tipi prodotti in sigillata orientale (tav. 1.13). Infine, con un limitato numero di esem-A Phd Vrjie Universiteit Amsterdam
FOLD&R Fasti On Line Documents & Research, 426, 2018
This paper presents the excavation data from the 2017 field season at Roman Salapia and Medieval ... more This paper presents the excavation data from the 2017 field season at Roman Salapia and Medieval Salpi, towns which occupied a similar location along the Salpi Lagoon, a salty lake on the Adriatic Coast of northern Apulia. Heretofore, details of the progression from the Roman to medieval settlement have remained elusive. To clarify this history, we opened two trenches, one atop the topographical feature of the Monte di Salpi, long-believed to encase the remains of the medieval castrum, and one immediately below, along the plain, where evidence of the Roman and Late Antique town is most apparent. From the settlement adjacent to the lagoon, we determined these patterns: already in the mid-5th c. CE, the remains of what was a Roman utilitarian structure were re-inhabited by a series of huts within the preserved walls. A village occupation continued into the 7th c. CE, with a new occupation in the 8thc. CE. Abandonment occurred in the 9th c. CE, a break in settlement that persisted for perhaps two centuries until the foundation of Salpi in the early 11th c. (date from episcopal records). The excavation on the Monte has revealed structures of the 13th and 14th c. Through the stratigraphic section of a late 15th c. well, extending to the bottom of the Monte to about 5 m, we have convincing proof that the medieval castrum was constructed atop the remains of the Roman town. Additionally, these buildings, close to the western gate into the city, might offer details of urbanism near the Porta dei Calabri, before their destruction by an earthquake in 1456.
1 Gli autori desiderano ringraziare J. Terrier, S. Shpuza e G. Consagra per aver offerto loro la ... more 1 Gli autori desiderano ringraziare J. Terrier, S. Shpuza e G. Consagra per aver offerto loro la possibilità di collaborare all'équipe di lavoro del Progetto Orikum. Un ringraziamento va anche a M. Leo Imperiale che ha offerto preziosi spunti e consigli sul materiale di età altomedievale e medievale, a F. Silvestrelli, per le puntuali osservazioni sul materiale arcaico, ed a M. Vitolo per le indicazioni sulla coroplastica. Inoltre utilissimo è stato anche il supporto della dott.ssa J. Bartolomeo che ha prestato il suo impegno per la digitalizzazione di parte delle forme qui presentate e dell'arch. A. Ricchiuto al quale si deve un sentito ringraziamento per l'apporto nelle fase di restituzione grafica finale. Molto si deve, infine, al lavoro instancabile e accurato dei cari colleghi restauratori B. Güimil, L. Anta Porto e N. Valtierra Pereiro: è anche merito loro se è possibile presentare questi primi dati sul materiale ceramico di Orikos. Durante la campagna di scavi del 2017 è stato avviato un progetto di studio sul materiale ceramico, finalizzato a fornire un primo dato cronologico dei reperti che potesse essere interfacciato con i dati stratigrafici documentati nei contesti indagati. La prima fase del lavoro, effettuato presso gli alloggi della missione albano-svizzera 1 , ha previsto innanzi tutto il lavaggio dei frammenti, seguito dalla quantificazione e classificazione preliminare nei gruppi funzionali noti: contenitori da trasporto; ceramica d'uso comune; ceramica fine; ceramica da illuminazione. In una seconda fase si è proceduto ad uno studio più approfondito per determinare, attraverso l'analisi degli elementi morfologici significativi, le forme ed i tipi attestati nelle diverse classi ceramiche riconosciute. Sulla base della cronologia offerta dallo studio ceramologico sono stati distinti i seguenti periodi (fig.
La campagna di scavo condotta nel 2018 ha visto la prosecuzione dello studio della cultura materi... more La campagna di scavo condotta nel 2018 ha visto la prosecuzione dello studio della cultura materiale rinvenuta nel sito di Orikos ed in particolare nei settori 5 e 4, dove in quest'ultimo, è attestata una nuova fase cronologica di età tardo-imperiale 1. Pertanto, sulla base dei nuovi dati e dall'analisi dei materiali, si è resa necessaria un'ulteriore articolazione della periodizzazione in precedenza definita (De Mitri & Loprieno 2018): Periodo 1: arcaico-classico (VI-prima metà IV sec. a.C.) Periodo 2a: ellenistico (seconda metà IV-III sec. a.C.) 2b: tardo ellenistico (II-I sec. a.C.) Periodo 3a: romano (fine I sec. a.C./ I sec. d.C.-II sec. d.C.) 3b: tardo imperiale (III-prima metà IV sec. d.C.) Periodo 4: tardoantico (seconda metà IV-VI sec. d.C.) Periodo 5: altomedievale (VII-X sec. d.C.) Periodo 6: bassomedievale (XI-XV sec. d.C.) 1. Settore 5 1.1 Estensione sud (Periodi 1-3) Il proseguimento dei lavori di scavo nel settore sud dell'edificio a funzione idrica ha riguardato un'ampia area che ha subito una forte azione di disturbo in età moderna. Dopo la rimozione di tali livelli e degli strati relativi ai periodi più tardi (Infra), in alcuni settori è stata messa in luce l'UF 106. Tale UF, la cui definizione cronologica, sulla base dei dati ceramici della scorsa campagna di scavo, era stata fissata alla metà del III secolo a.C., appare in quest'area inquinata dagli accumuli successivi, soprattutto tra le strutture M 17 ed M 46. Pur confermando tale datazione occorre precisare che lo strato tra le strutture murarie indicate, appare in alcuni punti intaccato dall'UF 130, livello di accu-mulo di prima età imperiale (si veda il contributo di Saïmir Shpuza e Gionata Consagra in questo volume, p. 71-80). Questa situazione è infine obliterata dai livelli di abbandono su cui si impostano gli edifici altomedievali. Nell'UF 106 sono dunque predominanti le classi ceramiche tipiche della metà del III secolo a.C.; ben attestata è la ceramica a vernice nera, al cui interno rientrano anche esemplari con una vernice che sovente presenta viraggi dal nero al rossastro, con le forme tipiche di tale fase: il cyma kantharos (tav. 1.4), la coppa e la coppetta a vasca emisferica o echiniforme (tav. 1.1-2), la coppa mastoide (tav. 1.3); poco rappre-sentate altre forme, e tra queste si riconosce la parte superiore di un guttus (tav. 1.5), ed una lucerna (tav. 1.6), Sempre a questa fase sono riferibili gli esemplari in cera-mica comune, sia da cucina, come il tegame tipo forked-rim (tav. 1.7), sia d'uso quoti-diano come i bacini (tav. 2), presenti con tipi che trovano un confronto con i materiali dell'agorà di Atene 2. Ad un orizzonte cronologico più tardo, di pieno II-I secolo a.C., sono afferenti i materiali in vernice rossa, di probabile produzione illirico-epirota, che riprendono forme e tipi delle ceramiche fini «di successo» in quel periodo (tav. 1.8-9). Ad una produzione egeo-orientale rimandano invece alcuni esemplari di piatti in pasta grigia, vicini per caratteristiche manifatturiere alla Gray ware (tav. 1.10), ed una coppa affine ai tipi prodotti in sigillata orientale (tav. 1.13). Infine, con un limitato numero di esem-A Phd Vrjie Universiteit Amsterdam
FOLD&R Fasti On Line Documents & Research, 426, 2018
This paper presents the excavation data from the 2017 field season at Roman Salapia and Medieval ... more This paper presents the excavation data from the 2017 field season at Roman Salapia and Medieval Salpi, towns which occupied a similar location along the Salpi Lagoon, a salty lake on the Adriatic Coast of northern Apulia. Heretofore, details of the progression from the Roman to medieval settlement have remained elusive. To clarify this history, we opened two trenches, one atop the topographical feature of the Monte di Salpi, long-believed to encase the remains of the medieval castrum, and one immediately below, along the plain, where evidence of the Roman and Late Antique town is most apparent. From the settlement adjacent to the lagoon, we determined these patterns: already in the mid-5th c. CE, the remains of what was a Roman utilitarian structure were re-inhabited by a series of huts within the preserved walls. A village occupation continued into the 7th c. CE, with a new occupation in the 8thc. CE. Abandonment occurred in the 9th c. CE, a break in settlement that persisted for perhaps two centuries until the foundation of Salpi in the early 11th c. (date from episcopal records). The excavation on the Monte has revealed structures of the 13th and 14th c. Through the stratigraphic section of a late 15th c. well, extending to the bottom of the Monte to about 5 m, we have convincing proof that the medieval castrum was constructed atop the remains of the Roman town. Additionally, these buildings, close to the western gate into the city, might offer details of urbanism near the Porta dei Calabri, before their destruction by an earthquake in 1456.
1 Gli autori desiderano ringraziare J. Terrier, S. Shpuza e G. Consagra per aver offerto loro la ... more 1 Gli autori desiderano ringraziare J. Terrier, S. Shpuza e G. Consagra per aver offerto loro la possibilità di collaborare all'équipe di lavoro del Progetto Orikum. Un ringraziamento va anche a M. Leo Imperiale che ha offerto preziosi spunti e consigli sul materiale di età altomedievale e medievale, a F. Silvestrelli, per le puntuali osservazioni sul materiale arcaico, ed a M. Vitolo per le indicazioni sulla coroplastica. Inoltre utilissimo è stato anche il supporto della dott.ssa J. Bartolomeo che ha prestato il suo impegno per la digitalizzazione di parte delle forme qui presentate e dell'arch. A. Ricchiuto al quale si deve un sentito ringraziamento per l'apporto nelle fase di restituzione grafica finale. Molto si deve, infine, al lavoro instancabile e accurato dei cari colleghi restauratori B. Güimil, L. Anta Porto e N. Valtierra Pereiro: è anche merito loro se è possibile presentare questi primi dati sul materiale ceramico di Orikos. Durante la campagna di scavi del 2017 è stato avviato un progetto di studio sul materiale ceramico, finalizzato a fornire un primo dato cronologico dei reperti che potesse essere interfacciato con i dati stratigrafici documentati nei contesti indagati. La prima fase del lavoro, effettuato presso gli alloggi della missione albano-svizzera 1 , ha previsto innanzi tutto il lavaggio dei frammenti, seguito dalla quantificazione e classificazione preliminare nei gruppi funzionali noti: contenitori da trasporto; ceramica d'uso comune; ceramica fine; ceramica da illuminazione. In una seconda fase si è proceduto ad uno studio più approfondito per determinare, attraverso l'analisi degli elementi morfologici significativi, le forme ed i tipi attestati nelle diverse classi ceramiche riconosciute. Sulla base della cronologia offerta dallo studio ceramologico sono stati distinti i seguenti periodi (fig.
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