Papers by Francesco Bausi
Studi Italiani a 6 1994, 1994
Studi Di Filologia Italiana, 2011
"The aim of the essay is to review methodically the problem concerning the text of the Stanz... more "The aim of the essay is to review methodically the problem concerning the text of the Stanze by Angelo Poliziano, in view of a new critical edition of the poem that I have been working on for some time. For this purpose I have first of all analysed the main philological reconstructions developed in the twentieth century (Pernicone, Gorni and Martelli), and then, on the basis of reliable data obtained from traditional literature, I propose a new approach, which identifies three separate phases of the work and valorizes the Bolognese princeps of 1494; this edition, in fact, together with the other recently discovered Bolognese codex (but which transmits only the first book), certainly reflects the author’s last will and must therefore be considered as a basis for the present edition. The hypothesis is supported by the reconstruction of the historical, biographical and cultural contexts in which the edition of the princeps came to light, at the hands of Alessandro Sarti on whom for years Poliziano relied to realize his plan of having all his work published by the Bolognese printer Platone de' Benedetti. Finally, the essay also focuses on the vexed question of the moral-allegorical exegesis of the Stanze, an issue which cannot be addressed independently of the text and editorial history of the poem. Scopo del saggio è quello di riesaminare organicamente il problema testuale delle Stanze di Angelo Poliziano, in vista di una nuova edizione critica del poemetto, cui sto lavorando da tempo. A questo scopo vengono prima discusse le principali ricostruzioni filologiche elaborate nel XX secolo (da Pernicone, Gorni e Martelli), e poi, sulla base dei dati certi ricavabili dalla tradizione, viene elaborata una nuova proposta, che individua tre fasi redazionali dell’opera e valorizza la princeps bolognese del 1494; questa stampa, infatti, accanto al codice anch’esso bolognese scoperto in tempi recenti (ma che trasmette solo il primo libro), riflette certamente l’ultima volontà dell’autore e deve dunque essere posta a fondamento dell’edizione. L’ipotesi è suffragata dalla ricostruzione del contesto storico, biografico e culturale in cui la princeps stampa vide la luce, ad opera di quell’Alessandro Sarti cui ormai da anni il Poliziano si affidava per realizzare il suo disegno di pubblicare tutte le sue opere presso lo stampatore bolognese Platone de’ Benedetti. Infine, il saggio si sofferma anche sulla dibattuta questione dell’esegesi allegorico-morale delle Stanze, che non può essere affrontata indipendentemente da quella del testo e della storia redazionale del poemetto. "
Articoli e schede proposti alla rivista sono valutati ed approvati dal Direttore e dai Comitati d... more Articoli e schede proposti alla rivista sono valutati ed approvati dal Direttore e dai Comitati di direzione e redazione; gli articoli sono sottoposti anche al parere vincolante di almeno un esperto anonimo, esterno ai Comitati editoriali.
Atti del Convegno "Le discipline letterarie e linguistiche in Italia fra universita' e nazione" (Bologna, 1-2 dicembre 2011)
Q uasi sessant'anni fa, il 20 novembre 1952, moriva a Napoli Benedetto Croce. Appena tre giorni p... more Q uasi sessant'anni fa, il 20 novembre 1952, moriva a Napoli Benedetto Croce. Appena tre giorni prima, il trentasettenne Lanfranco Caretti aveva letto all'Università di Pavia la prolusione, dal titolo Filologia e critica, al suo corso di Letteratura italiana. 1 Richiamandosi a Pasquali e a Barbi, Caretti sottolineava l'importanza della variantistica, giacché il recupero dei materiali d'autore è « realmente utile alla comprensione più piena dell'opera d'arte », e dunque all'origine dell'interesse per le correzioni sta « una ragione essenzialmente critica, la quale punta, al di là del problema filologico, ad una particolare lettura del testo ». Affermando che lo studio delle varianti fornisce al critico « le pezze d'appoggio per la sua personale esegesi interpretativa », consentendogli di passare « dal momento della ricostruzione testuale a quello del giudizio di poesia vero e proprio », Caretti rivela il suo legame col crocianesimo, facendo almeno idealmente della filologia solo il punto di partenza (il momento "pedagogico" e preparatorio, vale a dire) e della critica il punto d'arrivo del lavoro sui testi ; ma è l'insistenza sulla variantistica, e non sulla filologia tout court, a scavare il fossato con l'estetica crociana. Croce, infatti, non combatteva la filologia ricostruttiva, e anzi ne riconosceva l'utilità, purché essa non si mettesse in testa di sottrarsi al suo ruolo subalterno, e si limitasse a predisporre nel modo migliore i testi, per poi lasciare campo libero all'interprete ; i suoi bersagli erano piuttosto l'erudizione (ove aspirasse a divenire storiografia e critica : si pensi al duro attacco sferrato a Curtius nel 1950) 2 e appunto la variantistica, ossia quella filologia che, parimenti, voleva farsi critica. * Una redazione parzialmente diversa di questo testo, più breve e priva delle note, è uscita anticipatamente, per gentile concessione del comitato organizzatore del convegno, sulla rivista « Ecdotica », viii , pp. 175-192. Ringrazio Claudio Giunta e Michelangelo Zaccarello per alcuni utili suggerimenti. 1 Ora si legge in Lanfranco Caretti, Antichi e moderni. Studi di letteratura italiana, Torino, Einaudi, 1976, pp. 471-488, donde si cita. 2 Benedetto Croce, Dei filologi che hanno idee, « Quaderni della Critica », vi (1950), ? ?, pp. 118-121. francesco bausi 28
1. La decima giornata del Decameron è senza dubbio quella che più imbarazzo e difficoltà ha creat... more 1. La decima giornata del Decameron è senza dubbio quella che più imbarazzo e difficoltà ha creato (e crea tuttora) a lettori e interpreti del capolavoro boccacciano 1 . La lettura in chiave coerentemente esemplare ed etico-religiosa (sulla scorta, soprattutto, delle indicazioni di Vittore Branca) 2 resta, nel complesso, decisamente minoritaria, nonostante abbia riscosso -negli ultimi tempi -l'adesione di alcuni agguerriti studiosi, in particolare per quanto riguarda la novella di Griselda 3 . In molti casi, anzi -forse -nella maggior parte dei casi, l'imbarazzo e la difficoltà cui si accennava hanno condotto a due diversi esiti critici: l'interpretazione in chiave ironico-parodistica 4 , e il giudizio estetico più o meno * Il saggio è dedicato ai miei allievi calabresi, e in particolare a coloro che hanno seguìto il mio corso sul
Eugenio Garin. Dal Rinascimento all'Illuminismo, 2011
"Studi di filologia italiana", 65 (2007), pp. 337-368, 2007
"Interpres", XXVII 2009, pp. 7-69, 2009
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 463 del 9 ottobre 1998 Il volume è stato stampato con un ... more Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 463 del 9 ottobre 1998 Il volume è stato stampato con un contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali isbn 978-88-8402-701-6
"Per Leggere", XIII, 2007, pp. 303-32, 2007
"Filologia Italiana", IV, 2007, pp. 9-21, 2007
Per la migliore riuscita delle pubblicazioni, si invitano gli autori ad attenersi, nel predisporr... more Per la migliore riuscita delle pubblicazioni, si invitano gli autori ad attenersi, nel predisporre i materiali da consegnare alla Redazione ed alla Casa editrice, alle norme specificate nel volume Fabrizio Serra, Regole editoriali, tipografiche & redazionali, Pisa-Roma, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2004 (ordini a: [email protected]). Il capitolo Norme redazionali, estratto dalle Regole, cit., è consultabile Online alla pagina «Pubblicare con noi» di www.libraweb.net.
"Studi e problemi di critica testuale", LXXXIII, 2011
diretti da alfredo cottignoli, emilio pasquini, vittorio roda e paola vecchi fondati e già dirett... more diretti da alfredo cottignoli, emilio pasquini, vittorio roda e paola vecchi fondati e già diretti da r. raffaele spongano 8 3 o t t o b r e 2 0 1 1 i i s e m e s t r e 2 0 1 1 p i s a · r o m a f a b r i z i o s e r r a e d i t o r e m m x i Amministrazione e abbonamenti:
"Studi di Filologia Italiana", 69, 2011
The aim of the essay is to review methodically the problem concerning the text of the Stanze by ... more The aim of the essay is to review methodically the problem concerning the text of the Stanze by Angelo Poliziano, in view of a new critical edition of the poem that I have been working on for some time. For this purpose I have first of all analysed the main philological reconstructions developed in the twentieth century (Pernicone, Gorni and Martelli), and then, on the basis of reliable data obtained from traditional literature, I propose a new approach, which identifies three separate phases of the work and valorizes the Bolognese princeps of 1494; this edition, in fact, together with the other recently discovered Bolognese codex (but which transmits only the first book), certainly reflects the author’s last will and must therefore be considered as a basis for the present edition. The hypothesis is supported by the reconstruction of the historical, biographical and cultural contexts in which the edition of the princeps came to light, at the hands of Alessandro Sarti on whom for years Poliziano relied to realize his plan of having all his work published by the Bolognese printer Platone de' Benedetti. Finally, the essay also focuses on the vexed question of the moral-allegorical exegesis of the Stanze, an issue which cannot be addressed independently of the text and editorial history of the poem.
Scopo del saggio è quello di riesaminare organicamente il problema testuale delle Stanze di Angelo Poliziano, in vista di una nuova edizione critica del poemetto, cui sto lavorando da tempo. A questo scopo vengono prima discusse le principali ricostruzioni filologiche elaborate nel XX secolo (da Pernicone, Gorni e Martelli), e poi, sulla base dei dati certi ricavabili dalla tradizione, viene elaborata una nuova proposta, che individua tre fasi redazionali dell’opera e valorizza la princeps bolognese del 1494; questa stampa, infatti, accanto al codice anch’esso bolognese scoperto in tempi recenti (ma che trasmette solo il primo libro), riflette certamente l’ultima volontà dell’autore e deve dunque essere posta a fondamento dell’edizione. L’ipotesi è suffragata dalla ricostruzione del contesto storico, biografico e culturale in cui la princeps stampa vide la luce, ad opera di quell’Alessandro Sarti cui ormai da anni il Poliziano si affidava per realizzare il suo disegno di pubblicare tutte le sue opere presso lo stampatore bolognese Platone de’ Benedetti. Infine, il saggio si sofferma anche sulla dibattuta questione dell’esegesi allegorico-morale delle Stanze, che non può essere affrontata indipendentemente da quella del testo e della storia redazionale del poemetto.
Italique, XV, 2012
Il componimento è occupato dall'evocazione di due miti classici, simmetricamente distribuiti nell... more Il componimento è occupato dall'evocazione di due miti classici, simmetricamente distribuiti nelle sue due parti: nelle quartine, il mito del pescatore Glauco, che avendo visto i pesci da lui catturati tornare miracolosamente in vita, volle mangiare l'erba sulla quale li aveva deposti, e si trasformò in un dio marino; nelle terzine, il mito di Esaco, il quale, in preda alla disperazione per aver indirettamente causato la morte dell'amata Esperia (uccisa da un serpente mentre egli la inseguiva), decise di gettarsi in mare, ma venne salvato da Tetide, che, impietositasi, lo trasformò in un uccello marino, lo smergo. Miti narrati, com'è noto, da Ovidio nelle Metamorfosi, e nel libro . In entrambi i casi, la rapida allusione mitologica è seguita dalla sua interpretazione allegorica in senso morale e autobiografico: 2 nel primo caso, il poeta si paragona a Glauco perché come quest'ultimo, diventando abitatore dei mari, si ricoprì di conchiglie, sassi e alghe, così egli, facendosi travolgere dalle tempeste della vita, ha gravato il corpo e l'anima di impurità e peccati; nel secondo caso, l'analogia è indicata nel fatto che Esaco, divenuto uccello, può volare solo se digiuno, mentre non riesce a farlo quando è sazio, allo stesso modo del poeta, che ha appesantito il suo cuore, di per sé puro e leggero, con gli appetiti materiali, e dunque non è in grado di staccarsi dai beni terreni. 3 La sommaria esposizione appena tentata tradisce e banalizza, però, la straordinaria ricchezza semantica e l'elaboratissima tessitura formale del componimento. Ho parlato di Ovidio: va detto subito, però, che ¢ come da più parti è stato osservato ¢ tanto nell'esposizione, quanto nell'interpretazione dei due miti, il Casa si discosta dalla sua fonte primaria. Nelle Metamorfosi, infatti, Glauco viene accolto fra le divinità marine, e la sua è presentata come una divinizzazione, analogamente a quanto fa Dante nel primo del Paradiso (dove quello di Glauco è l'exemplum di cui il poeta si serve per rendere l'idea del «trasumanare», ossia dell'altrimenti indescrivibile passaggio dell'uomo alla condizione divina): 4
dal blog Samgha] È uscito un paio d'anni fa in Italia un interessante CD contenente musiche poco ... more dal blog Samgha] È uscito un paio d'anni fa in Italia un interessante CD contenente musiche poco note di Samuel Barber. Dell'americano Barber (1910Barber ( -1981 il vasto pubblico conosce solo l'Adagio per archi (1936/38), reso celeberrimo dal cinema (Platoon di Oliver Stone, ad esempio) ed eseguito in passato ai funerali di grandi personalità della politica e della cultura (come Albert Einstein e John Kennedy): brano di meravigliosa intensità, anche se nella versione in cui viene comunemente ascoltato (quella per grande orchestra, resa popolare da Arturo Toscanini) l'abbondanza di suono e l'eccessiva lentezza del tempo diluiscono un po' l'essenzialità asciutta dell'originaleper quartetto d'archi -in una turgidezza a volte enfatica.
Uploads
Papers by Francesco Bausi
Scopo del saggio è quello di riesaminare organicamente il problema testuale delle Stanze di Angelo Poliziano, in vista di una nuova edizione critica del poemetto, cui sto lavorando da tempo. A questo scopo vengono prima discusse le principali ricostruzioni filologiche elaborate nel XX secolo (da Pernicone, Gorni e Martelli), e poi, sulla base dei dati certi ricavabili dalla tradizione, viene elaborata una nuova proposta, che individua tre fasi redazionali dell’opera e valorizza la princeps bolognese del 1494; questa stampa, infatti, accanto al codice anch’esso bolognese scoperto in tempi recenti (ma che trasmette solo il primo libro), riflette certamente l’ultima volontà dell’autore e deve dunque essere posta a fondamento dell’edizione. L’ipotesi è suffragata dalla ricostruzione del contesto storico, biografico e culturale in cui la princeps stampa vide la luce, ad opera di quell’Alessandro Sarti cui ormai da anni il Poliziano si affidava per realizzare il suo disegno di pubblicare tutte le sue opere presso lo stampatore bolognese Platone de’ Benedetti. Infine, il saggio si sofferma anche sulla dibattuta questione dell’esegesi allegorico-morale delle Stanze, che non può essere affrontata indipendentemente da quella del testo e della storia redazionale del poemetto.
Scopo del saggio è quello di riesaminare organicamente il problema testuale delle Stanze di Angelo Poliziano, in vista di una nuova edizione critica del poemetto, cui sto lavorando da tempo. A questo scopo vengono prima discusse le principali ricostruzioni filologiche elaborate nel XX secolo (da Pernicone, Gorni e Martelli), e poi, sulla base dei dati certi ricavabili dalla tradizione, viene elaborata una nuova proposta, che individua tre fasi redazionali dell’opera e valorizza la princeps bolognese del 1494; questa stampa, infatti, accanto al codice anch’esso bolognese scoperto in tempi recenti (ma che trasmette solo il primo libro), riflette certamente l’ultima volontà dell’autore e deve dunque essere posta a fondamento dell’edizione. L’ipotesi è suffragata dalla ricostruzione del contesto storico, biografico e culturale in cui la princeps stampa vide la luce, ad opera di quell’Alessandro Sarti cui ormai da anni il Poliziano si affidava per realizzare il suo disegno di pubblicare tutte le sue opere presso lo stampatore bolognese Platone de’ Benedetti. Infine, il saggio si sofferma anche sulla dibattuta questione dell’esegesi allegorico-morale delle Stanze, che non può essere affrontata indipendentemente da quella del testo e della storia redazionale del poemetto.