Videos by Simone Picchianti
Presso il Museo delle Armi Luigi Marzoli di Brescia, sono conservate numerose spade di particolar... more Presso il Museo delle Armi Luigi Marzoli di Brescia, sono conservate numerose spade di particolare interesse sia dal punto di vista storico che artistico. Tra queste si trovano alcune pregevoli lame prodotte nella celebre Toledo, leggendaria proprio per questa tipologia di manufatto.
La fama di questa città nella creazione di lame di pregio, risale addirittura al periodo romano. Successivamente, nel 711, con la conquista araba, Toledo acquisisce il ruolo di importante centro politico, economico e culturale, e qui si diffondono nuove conoscenze circa la lavorazione dei metalli. Giungendo all’età Moderna, inizia la produzione delle spade che renderanno celebre Toledo in tutto il mondo, ovvero le cosiddette spade da lato, delle quali il Museo di Brescia ne conserva alcuni pregevoli esemplari. 8 views
Conference Presentations by Simone Picchianti
Ateliers internationaux de formation doctorale, 2024
ITA: Il progetto di ricerca è incentrato sull’analisi della spesa pubblica e della fiscalità dell... more ITA: Il progetto di ricerca è incentrato sull’analisi della spesa pubblica e della fiscalità della repubblica di Firenze tra il 1429 e il 1434. Attraverso questo caso studio, la tesi analizza principalmente, per mezzo della documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Firenze, le seguenti tematiche: la storia degli eventi bellici che interessarono la repubblica fiorentina durante il conflitto con Lucca (1429-1433); le monete reali e di conto adoperate in quel periodo; il consolidamento del debito pubblico, la gestione della fiscalità e la nascita dei Monti; i primi tre catasti e le altre imposizioni fiscali fiorentine; la spesa ordinaria, ricostruita partendo dalla storia della Camera del Comune e approfondendo lo studio dei libri contabili prodotti da tale ufficio; l’organizzazione della difesa dei domini; l’analisi della spesa straordinaria, partendo dallo studio delle due principali magistrature deputate alla gestione della guerra sotto il profilo strategico ed economico, i Dieci di Balìa e gli Ufficiali del Banco; di questi sono stati studiati i libri contabili e sono state ricostruite nella loro complessità le uscite; una sezione è dedicata alla produzione e commercio di armamenti, approfondendo le tipologie merceologiche, i centri di produzione, le specializzazioni lavorative e le relative retribuzioni. Alla luce di tale analisi, è stata inoltre valutata l’ascesa della fazione medicea e i rapporti di potere all’interno del tessuto sociale fiorentino negli anni presi in esame.
Faces of War – Progress or Stagnation?, 2024
ENG: For historiography, the war context is evaluated as a negative factor in medieval economies.... more ENG: For historiography, the war context is evaluated as a negative factor in medieval economies. Although valid in many respects, however, this view has not considered the sector of armament production and trade, due to the lack of studies on the subject. This historiographical vacuum has thus resulted in an altered view of the historical reality of that period.
The present research, based on the purchases made by the Republic of Florence during the War of Lucca (1429-1433), aims to evaluate this economic sector in concrete terms. The purchases made, have been divided according to their type: artillery and firearms together with gunpowder and bullets; crossbows, accessories for their use and darts; spears and polearms; and finally, defensive armaments. For the period under consideration, all information useful for such research is available: quantities, individual prices, total expenditures, the locations of production, and the names of the various manufacturers.
With these data, it will then be possible to assess whether from the economic point of view of armament manufacturers the wartime context was evaluated as a positive moment or whether, on the other hand, the heavy tax burden and insecurity in foreign trade, typical of those periods, had an even more negative impact.
ITA. Dalla metà del Trecento i confini del Comune di Firenze iniziarono ad ampliarsi notevolmente... more ITA. Dalla metà del Trecento i confini del Comune di Firenze iniziarono ad ampliarsi notevolmente. Inizialmente vennero inglobati i domini dell’Alto Mugello e, poco tempo dopo, anche altre località di primaria importanza come Pescia, Prato, Pistoia e San Gimignano, alle quali si unirono nei decenni successivi Volterra e San Miniato. Un ulteriore importante incremento dei possedimenti territoriali si ebbe a partire dagli anni Ottanta del secolo tramite l’assoggettamento prima di Arezzo, poi di Montepulciano, infine di Pisa e di Cortona. Ad inizio Quattrocento i confini fiorentini delimitavano quindi un territorio che copriva oltre i due terzi dell’attuale Toscana, senza contare anche una porzione della Romagna. Firenze passò quindi dall’essere un Comune a divenire un vero e proprio “stato territoriale”, dotato di specifici uffici per il suo governo che troviamo codificati chiaramente all’interno degli Statuti cittadini del 1415. Tali uffici erano specializzati sia per ambito di competenza sia in funzione del particolare contesto socio-politico pregresso dell’area geografica a loro affidata, con il preciso scopo di tutelare i confini da possibili aggressioni esterne e per la supremazia di Firenze all’interno dei propri domini. Le strutture fortificate furono indubbiamente uno degli strumenti di controllo dei confini e dei territori assoggettati più adoperati nel corso della storia. Firenze, conscia dell’importanza della corretta conduzione delle proprie castellanie, già dagli anni Venti del Trecento istituì uno specifico ufficio preposto a tale compito: quello degli Ufficiali delle Castella. Almeno dalla fine del Trecento, non tutte le fortificazioni del dominio furono più sotto il controllo esclusivo di tali ufficiali. Con l’annessione di Arezzo nel 1384, il governo cittadino dovette concretamente far fronte alle difficoltà derivanti dalla gestione di realtà particolarmente renitenti a essere sottomesse. In tale contesto vennero creati i Sei ufficiali di Arezzo. Medesima scelta venne effettuata a Pisa. Dopo la capitolazione della città nel 1406, venne infatti istituito un ufficio simile a quello aretino: i Dieci di Pisa. Analizzando la gestione delle castellanie fiorentine operata da tali uffici e individuandone la dislocazione, sarà possibile presentare le strategie che attuò Firenze nella definizione delle proprie frontiere. Tale processo di trasformazione dei confini interni ed esterni, lungi dall’essere una novità quattrocentesca, era già in atto dalla fine del XIII secolo, con lo scopo di passare da una dimensione zonale a una lineare. Questo inquadramento territoriale e conseguentemente della popolazione ivi presente, rispondeva a molteplici esigenze pratiche di varia natura: amministrativa, giurisdizionale, fiscale nonché militare.
Nel corso della prima parte del Quattrocento la Repubblica di Firenze riorganizzò ulteriormente la gestione della difesa dei propri confini e la sorveglianza sui domini interni ad essi, in funzione dell’ormai mutata estensione territoriale acquisita. Mediante un articolato sistema di fortificazioni e di uffici preposti al loro controllo, Firenze si dimostrò capace, nel corso dei decenni a cavallo tra fine Trecento e inizio Quattrocento, di operare in maniera flessibile a risposta delle necessità contingenti di gestione del territorio, volto da una parte alla difesa dei confini e dall’altra alla sorveglianza interna a essi.
ITA: L’eterogenea documentazione di carattere economico di un qualsiasi ente rappresenta una font... more ITA: L’eterogenea documentazione di carattere economico di un qualsiasi ente rappresenta una fonte inestimabile di informazioni attinenti a molteplici aspetti, non solamente dal punto di vista strettamente economico, bensì anche sociale e politico. Per quanto concerne le istituzioni pubbliche bassomedievali, la storiografia si è interessata per lungo tempo ad alcuni ambiti specifici, tra cui spicca la fiscalità delle diverse realtà. Tuttavia, vi sono variegate tematiche che possono ancora essere indagate, in quanto potenzialmente foriere di novità significative.
Il punto d’osservazione che si è deciso di adottare è quello dei momenti “straordinari”, ossia i periodi e i contesti in cui a causa di difficoltà estemporanee o di altre con cadenza più ciclica i Comuni dovettero innovare o ricorrere a competenze ormai consolidate. La risoluzione di questi problemi contingenti passò attraverso l’attuazione di strategie disparate; sotto il profilo contabile ed economico, tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento vennero attuate alcune importanti sperimentazioni. La nascita degli stati territoriali comportò infatti nuove sfide per le realtà politiche dell’Italia centrale e settentrionale; ciò ovviamente interessò, seppur con modalità differenti, sia i governi centrali da un lato sia le città assoggettate dall’altro lato.
Le relazioni che compongono questo panel hanno lo scopo di approfondire alcuni dei problemi percepiti, a livello sia centrale sia periferico, dalle amministrazioni pubbliche e analizzare le soluzioni che esse attuarono. I tre casi di studio selezionati, per altrettante città (Vercelli, Reggio Emilia e Firenze), considerano aspetti differenti testimoniati dalle fonti contabili, e più in generale di natura economica, prodotte dai Comuni: l'edilizia militare e civile; l'amministrazione dei dazi; la gestione contabile correlata alle esigenze belliche.
Nel dinamico contesto economico e politico che contraddistinse il lasso di tempo tra gli ultimi decenni del XIV e i primi del XV secolo, sarà rilevante individuare quali scelte adottarono le istituzioni pubbliche e gli uomini che ne animavano le magistrature più spiccatamente “finanziarie”. Inoltre, ci si interrogherà su quale fu il rapporto tra la sperimentazione di innovazioni e il ricorso ad altre strategie più o meno consolidate, al fine di gestire le necessità contingenti.
ENG. Between the end of the 14th century and the beginning of the 15th century, the Republic of F... more ENG. Between the end of the 14th century and the beginning of the 15th century, the Republic of Florence was almost constantly engaged in war, with the consequent increase of the public debt that in a short time increased from 1 million to 3 million of florins. The most difficult time for the Republic occurred among 1425 and 1433. In this phase new forms of taxation were experimented to cope with the growing expenses, including the creation of the cadaster (Catasto) in 1427, in which Florentine citizens were forced to list all their assets in addition to other personal information.
Through the information provided by this document, all Florentine citizens who were soldiers at the time were identified. Thanks to the data extracted from the accounting records of the Florentine government of 1430, it was possible to evaluate an interesting change in society: several artisans, of various ages, abandoned their profession and decided to become soldiers. According to the documents, the basis of this choice was the possibility of improving their economic condition thanks to the considerable wages and working conditions offered by the Republic compared to those offered by work as artisans.
ITA. La cospicua raccolta di armi presente presso il Castello di Racconigi è principalmente costi... more ITA. La cospicua raccolta di armi presente presso il Castello di Racconigi è principalmente costituita da doni offerti, per varie motivazioni, a Vittorio Emanuele III e al principe Umberto di Savoia. Queste armi ci offrono quindi non soltanto quanto possiamo apprendere da una valutazione dei loro aspetti intrinseci, ma divengono contenitori simbolici della storia alle loro spalle. La maggior parte delle armi islamiche giunsero al castello nell’agosto del 1904 a seguito della missione diplomatica inviata dal Sultano Abdul-Hamid II. Nel 1930 venne donata al principe una spada da parte dei Granatieri per celebrare le sue nozze con la principessa Maria José del Belgio. Una fedele replica della celebre spada utilizzata per la Messa dello Spadone di Cividale del Friuli venne invece offerta al principe nel 1938 dai cividalesi. Queste ed altre armi ci parleranno quindi non solo della loro storia ma diverranno rimandi agli eventi che li hanno condotti, in veste di doni, a Racconigi.
L'Apprendistato dello Storico, 2023
ITA: Nell’autunno del 1429 la Repubblica di Firenze intraprese una nuova campagna militare volta ... more ITA: Nell’autunno del 1429 la Repubblica di Firenze intraprese una nuova campagna militare volta alla
sottomissione di Lucca. L’assedio, iniziato nel dicembre di quell’anno, durò dodici mesi, sino a
quando Niccolò Piccinino, inviato dal Visconti per mezzo della Repubblica di Genova, sconfisse
l’esercito fiorentino nella battaglia combattuta sulle sponde del fiume Serchio.
Grazie alla completezza di informazioni presenti nella documentazione contabile della Repubblica
di Firenze è stato possibile ricostruire l’organizzazione del suo esercito durante il periodo dell’assedio
di Lucca, non soltanto quello mercenario ma anche quello “ordinario”, stanziato a difesa di punti
nevralgici dei domini.
Per quanto riguarda gli armati presenti nelle fortezze fiorentine, i dati ricavabili dalle fonti sono
molteplici: il loro effettivo numero nelle varie località, la loro specializzazione e la relativa
remunerazione e, in molti casi, la loro provenienza. Le paghe risultavano essere differenti oltre che
in base alla specializzazione anche in funzione della maggiore o minore importanza del sito che
presidiavano. Questo esercito “ordinario” era composto principalmente da uomini provenienti dai
possedimenti territoriali della Repubblica e da cittadini fiorentini, dei quali, in alcuni casi, è stato
possibile ottenere maggiori informazioni sulla loro vita sempre per mezzo dalla documentazione
fiscale, come ad esempio il lavoro che svolgevano prima di intraprendere la carriera militare.
Analoghi dati sono disponibili anche per le truppe mercenarie che stanziavano sotto le mura di
Lucca. In questo caso si può inoltre apprezzare l’organizzazione interna dell’esercito, tramite la
suddivisione delle paghe tra i capitani e i conestabili che lo componevano. Tali informazioni, unite a
quelle fornite dalle cronache fiorentine e lucchesi, meglio fanno comprendere le ragioni del fallimento
dell’assedio e soprattutto della sconfitta sulle sponde del fiume Serchio.
Grazie ad una ricostruzione puntale di tutte le uscite statali, sarà inoltre possibile confrontare non
solo la spesa per le truppe con le altre a carico delle casse centrali di Firenze, ma si potranno valutare
anche le diverse retribuzioni e tassazioni applicate ai salariati e stipendiati della Repubblica,
restituendoci così un quadro ancor più esaustivo sulla gente d’arme fiorentina ad inizio Quattrocento.
ENG. In the Fall of 1429, Florence declared war on Lucca, for complete its domination over the no... more ENG. In the Fall of 1429, Florence declared war on Lucca, for complete its domination over the north of Tuscany. The siege began in December and continued until the mercenary chief Niccolò Piccinino defeated the Florentine army outside the walls of Lucca, but the war continued to the May 1433.
In this period, although firearms already existed, the use of crossbows was still very important. To satisfy the requests of Florence, the men of Montefioralle, a small town in Chianti, they specialized in the production of crossbow bolts. In this village, of about two hundred of inhabitants, each man was a blacksmith and they produced on average 100.000 metal elements every six months. The shafts for the crossbow bolts were instead produced by other specialized craftsmen on the mountains of the Casentino, and in other places they were assembled. The Florentine War Office, the Dieci of Balìa, took care of the logistics both to connect the different artisans and to send these ammunitions to the battlefields and fortresses.
Thanks to the documents keep in the State Archives of Florence, it was possible to reconstruct the entire network of artisans, the management of shipments, the quantity and expense for these ammunitions.
ITA: Quando si parla di armature italiane, il nostro primo pensiero va sicuramente alla raffinata... more ITA: Quando si parla di armature italiane, il nostro primo pensiero va sicuramente alla raffinata
produzione di Milano, con le sue vette assolute raggiunte dai lavori di celebri famiglie come quelle
dei Missaglia e successivamente dei Negroli. Tali opere d’arte si riferiscono principalmente
all’attività svolta nelle botteghe della città tra la fine del XV e la fine del XVII secolo, mentre invece
la realtà produttiva precedente era differente.
Per quanto riguarda Firenze, ben si conosce la grande importanza della città per la produzione di
armature tra la fine del XIII secolo e la prima metà del secolo successivo grazie ai lavori di Davidsohn.
L’attività di produzione e vendita di armature vedeva impegnate principalmente due diverse figure
artigiane, quella degli armaioli e quella dei corazzai. Tali professioni, seppur all’apparenza simili, nel
caso fiorentino presentavano una specifica diversificazione circa le attività che potevano o non
potevano svolgere, come è ben delineato dai loro statuti.
Allo stato attuale della ricerca, sono stati presi in considerazioni come fonti, i fondi che
direttamente hanno permesso l’identificazione dei nominativi di questi artigiani e una prima
valutazione del volume di beni da loro prodotti.
Alla luce dei nuovi dati acquisiti e successivamente confrontati tramite una puntuale analisi della
storiografia del caso milanese e bresciano, occorre almeno ripensare la posizione assolutamente
preminente di Milano, ammettendo la grande importanza di Firenze nel settore delle armature tra gli
ultimi decenni del XIV secolo e il primo trentennio del Quattrocento.
ITA: Presso il Museo delle Armi Luigi Marzoli di Brescia, sono conservate
numerose spade di part... more ITA: Presso il Museo delle Armi Luigi Marzoli di Brescia, sono conservate
numerose spade di particolare interesse sia dal punto di vista storico che
artistico. Tra queste alcune pregevoli lame prodotte nella celebre Toledo,
leggendaria proprio per questa tipologia di manufatto.
La fama di questa città nella creazione di lame di pregio, risale addirittura
al periodo romano. Successivamente, nel 711, con la conquista araba,
Toledo acquisisce il ruolo di importante centro politico, economico e
culturale, e qui si diffondono nuove conoscenze circa la lavorazione dei
metalli. Giungendo all’età Moderna, inizia la produzione delle spade che
renderanno celebre Toledo in tutto il mondo, ovvero le cosiddette spade
da lato, delle quali il Museo di Brescia ne conserva alcuni pregevoli
esemplari. Questa tipologia di arma, oltre a essere utilizzate per difesa e
per offesa, aveva anche lo scopo di ben definire, chi fosse il proprietario,
tramite la pregiatezza della lama, ma soprattutto, con la decorazione del
fornimento, il quale poteva essere arricchito con argento, oro, pietre
preziose o smalti, oppure con tessuti come velluto e seta, impiegati nella
creazione dell’ impugnatura.
In questo contesto, le spade da lato prodotte a Toledo, rappresentavano
allora come oggi, oggetti unici, frutto della sapienza esperienziale dei loro
artefici, che trasmettevano tali conoscenze di generazione in generazione,
creandone la leggenda tutt’ora esistente.
Questa celebre produzione artigianale, dagli inizi del XVII secolo inizia a
decadere assieme all’impero spagnolo.
Nuovo fama, l’avrà solo a metà del Settecento, quando re Carlos III
deciderà di creare a Toledo la Real Fábrica de Espadas. Per fare ciò inviò
per tutta la Spagna il colonnello Luis Urbina e Francisco de Santiago
Palomares, per raccogliere il maggior numero di informazioni su come
queste spade venivano create e per individuare gli ultimi produttori
spagnoli.
Carrarina classe '90, appassionata di comunicazione politica ed elettorale. Si laurea prima in Sc... more Carrarina classe '90, appassionata di comunicazione politica ed elettorale. Si laurea prima in Scienze Politiche e dopo due anni in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali con il massimo dei voti. Ha lavorato nella Regione Toscana come Tutor del PRST (?!?), alla Camera dei Deputati come assistente parlamentare presso il gruppo PD (portaborse ?!?), all'ufficio Relazioni Internazionali della Cesare Alfieri. Dal 2015 lavora nella start-up Arealibera.net, sviluppando il primo social dedicato agli amministratori pubblici. È la testimonianza vivente che la clonazione esiste! Tommaso Scavone Classe '87, europeista convinto, dichiara di essere lucano di nascita solo per vedere lo smarrimento nel volto dell'interlocutore. Progettista per passione, si occupa di sviluppo locale. Ha scritto la tesi sulla capacità dei comuni di promuovere buone pratiche a livello europeo. Ha svolto un Master in Progettazione Europea presso il Collegio Europeo di Parma.
Papers by Simone Picchianti
Faces of War, 2024
ENG. Between the end of the 14 th century and the beginning of the 15 th century, the Republic of... more ENG. Between the end of the 14 th century and the beginning of the 15 th century, the Republic of Florence was almost constantly engaged in war. As a result, public debt in a short time increased from 1 million to 3 million florins. The most difficult time for the Republic occurred between the years 1425 and 1433. In this phase, authorities experimented with new forms of taxation to cope with the growing expenses, including the cadaster (Catasto) created in 1427, pursuant to which Florentine citizens were forced to list all their assets in addition to other personal information. Based on the information provided by this document, it has been possible to identify all Florentine citizens who were soldiers at the time. Furthermore, thanks to the data extracted from the accounting records of the Florentine government of 1430, it has been possible to evaluate an interesting change in society: several artisans, of various ages, abandoned their professions to become soldiers. According to the documents, such a choice was seen as a chance to one's economic condition thanks to the considerable wages and good working conditions offered by the Republic compared to those associated with work as artisans.
Storie dal mondo in castello, 2024
ITA: Apre al pubblico Storie dal mondo in Castello. Meraviglie da quattro continenti a Racconigi,... more ITA: Apre al pubblico Storie dal mondo in Castello. Meraviglie da quattro continenti a Racconigi, il nuovo percorso espositivo permanente allestito nella ala di levante del Castello di Racconigi.
Protagonisti della nuova sezione sono oltre cento oggetti selezionati dalla raccolta di manufatti extraeuropei, studiati e restaurati in questi ultimi anni e presentati all’interno di un itinerario che ne valorizza le diverse origini, le storie di acquisizione, le funzioni e le potenzialità narrative.
Un patrimonio ancora poco noto e finora rimasto celato nei depositi, ma di grande rilievo per la storia recente della residenza. I beni esposti intrecciano le loro vicende con la stagione novecentesca del Castello e con le relazioni internazionali intrattenute dagli ultimi due sovrani di Casa Savoia: si tratta, infatti, di doni diplomatici, regali di ospiti illustri, omaggi o ricordi di viaggio legati alla figura di Vittorio Emanuele III e a quella di Umberto II.
OBLICZA WOJNY TOM 10 • NARZĘDZIA WOJNY ŁÓDŹ 2023, 2024
ENG. In the autumn of 1429, Florence declared war on Lucca, to complete its domination over the n... more ENG. In the autumn of 1429, Florence declared war on Lucca, to complete its domination over the north of Tuscany. The siege began in December and continued until the mercenary chief Niccolò Piccinino defeated the Florentine army outside the walls of Lucca, but the war continued until May 1433. In this period, although firearms already existed, the use of crossbows was still very important. To satisfy the requests of Florence, the men of Montefioralle, a small town in Chianti, specialised in the production of crossbow bolt heads. In this village of about two hundred inhabitants, every man was a blacksmith and together they produced on average 100,000 metal elements every six months. The shafts for the crossbow bolts were, on the other hand, produced by other specialised craftsmen in the mountains of the Casentino, and were assembled in other places. The Florentine war office, the Dieci di Balìa, took care of the logistics both to connect the different artisans and to send the ammunition to the battlefields and fortresses. Thanks to the documents kept in the State Archives of Florence, it has been possible to reconstruct the entire network of artisans, the management of shipments, and the quantity and expense for these ammunitions.
PL. Jesienią 1429 roku Florencja wypowiedziała wojnę Lukce, pragnąc zakończyć walkę o swoją dominację nad północną Toskanią. Oblężenie rozpoczęło się w grudniu i trwało do momentu pokonania florenckiej armii pod murami Lukki przez dowódcę oddziałów najemnych Niccolò Piccinino – choć sama wojna trwała jeszcze do maja 1433 r. W tym okresie, mimo że broń palna już istniała, nadal bardzo ważne było wykorzystanie kusz. Aby zaspokoić potrzeby Florencji, mieszkańcy Montefioralle, małego miasteczka w regionie Chianti, wyspecjalizowali się w produkcji bełtów. W tej liczącej około dwustu mieszkańców miejscowości każdy mężczyzna był kowalem i wszyscy co sześć miesięcy łącznie produkowali średnio 100 000 metalowych elementów kusz. Trzony bełtów były z kolei wytwarzane przez innych wyspecjalizowanych rzemieślników zamieszkujących góry Casentino oraz montowane w innych miejscach. Florenckie biuro do spraw wojny, Dieci di Balìa, zajmowało się logistyką zaopatrzenia koordynując i łącząc pracę różnych rzemieślników oraz wysyłając amunicję na pola bitew i do fortec. Dzięki dokumentom przechowywanym w Archiwum Państwowym we Florencji udało się zrekonstruować całą sieć rzemieślników, system zarządzania dostawami oraz ustalić ilość i koszty produkowanej amunicji.
NAM, Nuova Antologia Militare, Rivista Interdisciplinare della Società Italiana di Storia Militare, 2024
ENG. This first research on the organization of the Florentine army assigned to the defense of th... more ENG. This first research on the organization of the Florentine army assigned to the defense of the dominions would like to answer two questions: firstly, how this aspect of defense was organized, and secondly, whether during the difficult period of constant warfare in the 1420s and 1430s, characterized by a very high fiscal pressure and inflationary phenomena, there were changes in this public sector and whether this also affected some social aspects. Specifically, starting with the valuable data offered by the Citizen’s Catasto of 1427 and comparing it with the expenses of the republic in 1430, we will consider whether there was an increase in soldiers among Florentine citizens in this period and try to understand the reasons for this decision.
ITA: Africa. Le collezioni dimenticate presenta oltre 160 opere e manufatti in gran parte inediti... more ITA: Africa. Le collezioni dimenticate presenta oltre 160 opere e manufatti in gran parte inediti: sculture, utensili, amuleti, gioielli, armi, scudi, tamburi e fotografie storiche provenienti dalle collezioni sabaude e dal MAET di Torino, con prestiti dal Museo delle Civiltà di Roma e da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Il percorso è suddiviso in cinque sezioni che documentano le relazioni di Torino con il Congo, l’Eritrea, la Somalia, l’Etiopia e l’attuale Libia nell’età dello scamble for Africa: esploratori e avventurieri, tecnici e ingegneri attivi per l’amministrazione del Congo Belga, penetrazione italiana nel Corno d’Africa, visite e rapporti diplomatici con re e principi di casa Savoia, fino all’occupazione coloniale.
Uploads
Videos by Simone Picchianti
La fama di questa città nella creazione di lame di pregio, risale addirittura al periodo romano. Successivamente, nel 711, con la conquista araba, Toledo acquisisce il ruolo di importante centro politico, economico e culturale, e qui si diffondono nuove conoscenze circa la lavorazione dei metalli. Giungendo all’età Moderna, inizia la produzione delle spade che renderanno celebre Toledo in tutto il mondo, ovvero le cosiddette spade da lato, delle quali il Museo di Brescia ne conserva alcuni pregevoli esemplari.
Conference Presentations by Simone Picchianti
The present research, based on the purchases made by the Republic of Florence during the War of Lucca (1429-1433), aims to evaluate this economic sector in concrete terms. The purchases made, have been divided according to their type: artillery and firearms together with gunpowder and bullets; crossbows, accessories for their use and darts; spears and polearms; and finally, defensive armaments. For the period under consideration, all information useful for such research is available: quantities, individual prices, total expenditures, the locations of production, and the names of the various manufacturers.
With these data, it will then be possible to assess whether from the economic point of view of armament manufacturers the wartime context was evaluated as a positive moment or whether, on the other hand, the heavy tax burden and insecurity in foreign trade, typical of those periods, had an even more negative impact.
Nel corso della prima parte del Quattrocento la Repubblica di Firenze riorganizzò ulteriormente la gestione della difesa dei propri confini e la sorveglianza sui domini interni ad essi, in funzione dell’ormai mutata estensione territoriale acquisita. Mediante un articolato sistema di fortificazioni e di uffici preposti al loro controllo, Firenze si dimostrò capace, nel corso dei decenni a cavallo tra fine Trecento e inizio Quattrocento, di operare in maniera flessibile a risposta delle necessità contingenti di gestione del territorio, volto da una parte alla difesa dei confini e dall’altra alla sorveglianza interna a essi.
Il punto d’osservazione che si è deciso di adottare è quello dei momenti “straordinari”, ossia i periodi e i contesti in cui a causa di difficoltà estemporanee o di altre con cadenza più ciclica i Comuni dovettero innovare o ricorrere a competenze ormai consolidate. La risoluzione di questi problemi contingenti passò attraverso l’attuazione di strategie disparate; sotto il profilo contabile ed economico, tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento vennero attuate alcune importanti sperimentazioni. La nascita degli stati territoriali comportò infatti nuove sfide per le realtà politiche dell’Italia centrale e settentrionale; ciò ovviamente interessò, seppur con modalità differenti, sia i governi centrali da un lato sia le città assoggettate dall’altro lato.
Le relazioni che compongono questo panel hanno lo scopo di approfondire alcuni dei problemi percepiti, a livello sia centrale sia periferico, dalle amministrazioni pubbliche e analizzare le soluzioni che esse attuarono. I tre casi di studio selezionati, per altrettante città (Vercelli, Reggio Emilia e Firenze), considerano aspetti differenti testimoniati dalle fonti contabili, e più in generale di natura economica, prodotte dai Comuni: l'edilizia militare e civile; l'amministrazione dei dazi; la gestione contabile correlata alle esigenze belliche.
Nel dinamico contesto economico e politico che contraddistinse il lasso di tempo tra gli ultimi decenni del XIV e i primi del XV secolo, sarà rilevante individuare quali scelte adottarono le istituzioni pubbliche e gli uomini che ne animavano le magistrature più spiccatamente “finanziarie”. Inoltre, ci si interrogherà su quale fu il rapporto tra la sperimentazione di innovazioni e il ricorso ad altre strategie più o meno consolidate, al fine di gestire le necessità contingenti.
Through the information provided by this document, all Florentine citizens who were soldiers at the time were identified. Thanks to the data extracted from the accounting records of the Florentine government of 1430, it was possible to evaluate an interesting change in society: several artisans, of various ages, abandoned their profession and decided to become soldiers. According to the documents, the basis of this choice was the possibility of improving their economic condition thanks to the considerable wages and working conditions offered by the Republic compared to those offered by work as artisans.
sottomissione di Lucca. L’assedio, iniziato nel dicembre di quell’anno, durò dodici mesi, sino a
quando Niccolò Piccinino, inviato dal Visconti per mezzo della Repubblica di Genova, sconfisse
l’esercito fiorentino nella battaglia combattuta sulle sponde del fiume Serchio.
Grazie alla completezza di informazioni presenti nella documentazione contabile della Repubblica
di Firenze è stato possibile ricostruire l’organizzazione del suo esercito durante il periodo dell’assedio
di Lucca, non soltanto quello mercenario ma anche quello “ordinario”, stanziato a difesa di punti
nevralgici dei domini.
Per quanto riguarda gli armati presenti nelle fortezze fiorentine, i dati ricavabili dalle fonti sono
molteplici: il loro effettivo numero nelle varie località, la loro specializzazione e la relativa
remunerazione e, in molti casi, la loro provenienza. Le paghe risultavano essere differenti oltre che
in base alla specializzazione anche in funzione della maggiore o minore importanza del sito che
presidiavano. Questo esercito “ordinario” era composto principalmente da uomini provenienti dai
possedimenti territoriali della Repubblica e da cittadini fiorentini, dei quali, in alcuni casi, è stato
possibile ottenere maggiori informazioni sulla loro vita sempre per mezzo dalla documentazione
fiscale, come ad esempio il lavoro che svolgevano prima di intraprendere la carriera militare.
Analoghi dati sono disponibili anche per le truppe mercenarie che stanziavano sotto le mura di
Lucca. In questo caso si può inoltre apprezzare l’organizzazione interna dell’esercito, tramite la
suddivisione delle paghe tra i capitani e i conestabili che lo componevano. Tali informazioni, unite a
quelle fornite dalle cronache fiorentine e lucchesi, meglio fanno comprendere le ragioni del fallimento
dell’assedio e soprattutto della sconfitta sulle sponde del fiume Serchio.
Grazie ad una ricostruzione puntale di tutte le uscite statali, sarà inoltre possibile confrontare non
solo la spesa per le truppe con le altre a carico delle casse centrali di Firenze, ma si potranno valutare
anche le diverse retribuzioni e tassazioni applicate ai salariati e stipendiati della Repubblica,
restituendoci così un quadro ancor più esaustivo sulla gente d’arme fiorentina ad inizio Quattrocento.
In this period, although firearms already existed, the use of crossbows was still very important. To satisfy the requests of Florence, the men of Montefioralle, a small town in Chianti, they specialized in the production of crossbow bolts. In this village, of about two hundred of inhabitants, each man was a blacksmith and they produced on average 100.000 metal elements every six months. The shafts for the crossbow bolts were instead produced by other specialized craftsmen on the mountains of the Casentino, and in other places they were assembled. The Florentine War Office, the Dieci of Balìa, took care of the logistics both to connect the different artisans and to send these ammunitions to the battlefields and fortresses.
Thanks to the documents keep in the State Archives of Florence, it was possible to reconstruct the entire network of artisans, the management of shipments, the quantity and expense for these ammunitions.
produzione di Milano, con le sue vette assolute raggiunte dai lavori di celebri famiglie come quelle
dei Missaglia e successivamente dei Negroli. Tali opere d’arte si riferiscono principalmente
all’attività svolta nelle botteghe della città tra la fine del XV e la fine del XVII secolo, mentre invece
la realtà produttiva precedente era differente.
Per quanto riguarda Firenze, ben si conosce la grande importanza della città per la produzione di
armature tra la fine del XIII secolo e la prima metà del secolo successivo grazie ai lavori di Davidsohn.
L’attività di produzione e vendita di armature vedeva impegnate principalmente due diverse figure
artigiane, quella degli armaioli e quella dei corazzai. Tali professioni, seppur all’apparenza simili, nel
caso fiorentino presentavano una specifica diversificazione circa le attività che potevano o non
potevano svolgere, come è ben delineato dai loro statuti.
Allo stato attuale della ricerca, sono stati presi in considerazioni come fonti, i fondi che
direttamente hanno permesso l’identificazione dei nominativi di questi artigiani e una prima
valutazione del volume di beni da loro prodotti.
Alla luce dei nuovi dati acquisiti e successivamente confrontati tramite una puntuale analisi della
storiografia del caso milanese e bresciano, occorre almeno ripensare la posizione assolutamente
preminente di Milano, ammettendo la grande importanza di Firenze nel settore delle armature tra gli
ultimi decenni del XIV secolo e il primo trentennio del Quattrocento.
numerose spade di particolare interesse sia dal punto di vista storico che
artistico. Tra queste alcune pregevoli lame prodotte nella celebre Toledo,
leggendaria proprio per questa tipologia di manufatto.
La fama di questa città nella creazione di lame di pregio, risale addirittura
al periodo romano. Successivamente, nel 711, con la conquista araba,
Toledo acquisisce il ruolo di importante centro politico, economico e
culturale, e qui si diffondono nuove conoscenze circa la lavorazione dei
metalli. Giungendo all’età Moderna, inizia la produzione delle spade che
renderanno celebre Toledo in tutto il mondo, ovvero le cosiddette spade
da lato, delle quali il Museo di Brescia ne conserva alcuni pregevoli
esemplari. Questa tipologia di arma, oltre a essere utilizzate per difesa e
per offesa, aveva anche lo scopo di ben definire, chi fosse il proprietario,
tramite la pregiatezza della lama, ma soprattutto, con la decorazione del
fornimento, il quale poteva essere arricchito con argento, oro, pietre
preziose o smalti, oppure con tessuti come velluto e seta, impiegati nella
creazione dell’ impugnatura.
In questo contesto, le spade da lato prodotte a Toledo, rappresentavano
allora come oggi, oggetti unici, frutto della sapienza esperienziale dei loro
artefici, che trasmettevano tali conoscenze di generazione in generazione,
creandone la leggenda tutt’ora esistente.
Questa celebre produzione artigianale, dagli inizi del XVII secolo inizia a
decadere assieme all’impero spagnolo.
Nuovo fama, l’avrà solo a metà del Settecento, quando re Carlos III
deciderà di creare a Toledo la Real Fábrica de Espadas. Per fare ciò inviò
per tutta la Spagna il colonnello Luis Urbina e Francisco de Santiago
Palomares, per raccogliere il maggior numero di informazioni su come
queste spade venivano create e per individuare gli ultimi produttori
spagnoli.
Papers by Simone Picchianti
Protagonisti della nuova sezione sono oltre cento oggetti selezionati dalla raccolta di manufatti extraeuropei, studiati e restaurati in questi ultimi anni e presentati all’interno di un itinerario che ne valorizza le diverse origini, le storie di acquisizione, le funzioni e le potenzialità narrative.
Un patrimonio ancora poco noto e finora rimasto celato nei depositi, ma di grande rilievo per la storia recente della residenza. I beni esposti intrecciano le loro vicende con la stagione novecentesca del Castello e con le relazioni internazionali intrattenute dagli ultimi due sovrani di Casa Savoia: si tratta, infatti, di doni diplomatici, regali di ospiti illustri, omaggi o ricordi di viaggio legati alla figura di Vittorio Emanuele III e a quella di Umberto II.
PL. Jesienią 1429 roku Florencja wypowiedziała wojnę Lukce, pragnąc zakończyć walkę o swoją dominację nad północną Toskanią. Oblężenie rozpoczęło się w grudniu i trwało do momentu pokonania florenckiej armii pod murami Lukki przez dowódcę oddziałów najemnych Niccolò Piccinino – choć sama wojna trwała jeszcze do maja 1433 r. W tym okresie, mimo że broń palna już istniała, nadal bardzo ważne było wykorzystanie kusz. Aby zaspokoić potrzeby Florencji, mieszkańcy Montefioralle, małego miasteczka w regionie Chianti, wyspecjalizowali się w produkcji bełtów. W tej liczącej około dwustu mieszkańców miejscowości każdy mężczyzna był kowalem i wszyscy co sześć miesięcy łącznie produkowali średnio 100 000 metalowych elementów kusz. Trzony bełtów były z kolei wytwarzane przez innych wyspecjalizowanych rzemieślników zamieszkujących góry Casentino oraz montowane w innych miejscach. Florenckie biuro do spraw wojny, Dieci di Balìa, zajmowało się logistyką zaopatrzenia koordynując i łącząc pracę różnych rzemieślników oraz wysyłając amunicję na pola bitew i do fortec. Dzięki dokumentom przechowywanym w Archiwum Państwowym we Florencji udało się zrekonstruować całą sieć rzemieślników, system zarządzania dostawami oraz ustalić ilość i koszty produkowanej amunicji.
La fama di questa città nella creazione di lame di pregio, risale addirittura al periodo romano. Successivamente, nel 711, con la conquista araba, Toledo acquisisce il ruolo di importante centro politico, economico e culturale, e qui si diffondono nuove conoscenze circa la lavorazione dei metalli. Giungendo all’età Moderna, inizia la produzione delle spade che renderanno celebre Toledo in tutto il mondo, ovvero le cosiddette spade da lato, delle quali il Museo di Brescia ne conserva alcuni pregevoli esemplari.
The present research, based on the purchases made by the Republic of Florence during the War of Lucca (1429-1433), aims to evaluate this economic sector in concrete terms. The purchases made, have been divided according to their type: artillery and firearms together with gunpowder and bullets; crossbows, accessories for their use and darts; spears and polearms; and finally, defensive armaments. For the period under consideration, all information useful for such research is available: quantities, individual prices, total expenditures, the locations of production, and the names of the various manufacturers.
With these data, it will then be possible to assess whether from the economic point of view of armament manufacturers the wartime context was evaluated as a positive moment or whether, on the other hand, the heavy tax burden and insecurity in foreign trade, typical of those periods, had an even more negative impact.
Nel corso della prima parte del Quattrocento la Repubblica di Firenze riorganizzò ulteriormente la gestione della difesa dei propri confini e la sorveglianza sui domini interni ad essi, in funzione dell’ormai mutata estensione territoriale acquisita. Mediante un articolato sistema di fortificazioni e di uffici preposti al loro controllo, Firenze si dimostrò capace, nel corso dei decenni a cavallo tra fine Trecento e inizio Quattrocento, di operare in maniera flessibile a risposta delle necessità contingenti di gestione del territorio, volto da una parte alla difesa dei confini e dall’altra alla sorveglianza interna a essi.
Il punto d’osservazione che si è deciso di adottare è quello dei momenti “straordinari”, ossia i periodi e i contesti in cui a causa di difficoltà estemporanee o di altre con cadenza più ciclica i Comuni dovettero innovare o ricorrere a competenze ormai consolidate. La risoluzione di questi problemi contingenti passò attraverso l’attuazione di strategie disparate; sotto il profilo contabile ed economico, tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento vennero attuate alcune importanti sperimentazioni. La nascita degli stati territoriali comportò infatti nuove sfide per le realtà politiche dell’Italia centrale e settentrionale; ciò ovviamente interessò, seppur con modalità differenti, sia i governi centrali da un lato sia le città assoggettate dall’altro lato.
Le relazioni che compongono questo panel hanno lo scopo di approfondire alcuni dei problemi percepiti, a livello sia centrale sia periferico, dalle amministrazioni pubbliche e analizzare le soluzioni che esse attuarono. I tre casi di studio selezionati, per altrettante città (Vercelli, Reggio Emilia e Firenze), considerano aspetti differenti testimoniati dalle fonti contabili, e più in generale di natura economica, prodotte dai Comuni: l'edilizia militare e civile; l'amministrazione dei dazi; la gestione contabile correlata alle esigenze belliche.
Nel dinamico contesto economico e politico che contraddistinse il lasso di tempo tra gli ultimi decenni del XIV e i primi del XV secolo, sarà rilevante individuare quali scelte adottarono le istituzioni pubbliche e gli uomini che ne animavano le magistrature più spiccatamente “finanziarie”. Inoltre, ci si interrogherà su quale fu il rapporto tra la sperimentazione di innovazioni e il ricorso ad altre strategie più o meno consolidate, al fine di gestire le necessità contingenti.
Through the information provided by this document, all Florentine citizens who were soldiers at the time were identified. Thanks to the data extracted from the accounting records of the Florentine government of 1430, it was possible to evaluate an interesting change in society: several artisans, of various ages, abandoned their profession and decided to become soldiers. According to the documents, the basis of this choice was the possibility of improving their economic condition thanks to the considerable wages and working conditions offered by the Republic compared to those offered by work as artisans.
sottomissione di Lucca. L’assedio, iniziato nel dicembre di quell’anno, durò dodici mesi, sino a
quando Niccolò Piccinino, inviato dal Visconti per mezzo della Repubblica di Genova, sconfisse
l’esercito fiorentino nella battaglia combattuta sulle sponde del fiume Serchio.
Grazie alla completezza di informazioni presenti nella documentazione contabile della Repubblica
di Firenze è stato possibile ricostruire l’organizzazione del suo esercito durante il periodo dell’assedio
di Lucca, non soltanto quello mercenario ma anche quello “ordinario”, stanziato a difesa di punti
nevralgici dei domini.
Per quanto riguarda gli armati presenti nelle fortezze fiorentine, i dati ricavabili dalle fonti sono
molteplici: il loro effettivo numero nelle varie località, la loro specializzazione e la relativa
remunerazione e, in molti casi, la loro provenienza. Le paghe risultavano essere differenti oltre che
in base alla specializzazione anche in funzione della maggiore o minore importanza del sito che
presidiavano. Questo esercito “ordinario” era composto principalmente da uomini provenienti dai
possedimenti territoriali della Repubblica e da cittadini fiorentini, dei quali, in alcuni casi, è stato
possibile ottenere maggiori informazioni sulla loro vita sempre per mezzo dalla documentazione
fiscale, come ad esempio il lavoro che svolgevano prima di intraprendere la carriera militare.
Analoghi dati sono disponibili anche per le truppe mercenarie che stanziavano sotto le mura di
Lucca. In questo caso si può inoltre apprezzare l’organizzazione interna dell’esercito, tramite la
suddivisione delle paghe tra i capitani e i conestabili che lo componevano. Tali informazioni, unite a
quelle fornite dalle cronache fiorentine e lucchesi, meglio fanno comprendere le ragioni del fallimento
dell’assedio e soprattutto della sconfitta sulle sponde del fiume Serchio.
Grazie ad una ricostruzione puntale di tutte le uscite statali, sarà inoltre possibile confrontare non
solo la spesa per le truppe con le altre a carico delle casse centrali di Firenze, ma si potranno valutare
anche le diverse retribuzioni e tassazioni applicate ai salariati e stipendiati della Repubblica,
restituendoci così un quadro ancor più esaustivo sulla gente d’arme fiorentina ad inizio Quattrocento.
In this period, although firearms already existed, the use of crossbows was still very important. To satisfy the requests of Florence, the men of Montefioralle, a small town in Chianti, they specialized in the production of crossbow bolts. In this village, of about two hundred of inhabitants, each man was a blacksmith and they produced on average 100.000 metal elements every six months. The shafts for the crossbow bolts were instead produced by other specialized craftsmen on the mountains of the Casentino, and in other places they were assembled. The Florentine War Office, the Dieci of Balìa, took care of the logistics both to connect the different artisans and to send these ammunitions to the battlefields and fortresses.
Thanks to the documents keep in the State Archives of Florence, it was possible to reconstruct the entire network of artisans, the management of shipments, the quantity and expense for these ammunitions.
produzione di Milano, con le sue vette assolute raggiunte dai lavori di celebri famiglie come quelle
dei Missaglia e successivamente dei Negroli. Tali opere d’arte si riferiscono principalmente
all’attività svolta nelle botteghe della città tra la fine del XV e la fine del XVII secolo, mentre invece
la realtà produttiva precedente era differente.
Per quanto riguarda Firenze, ben si conosce la grande importanza della città per la produzione di
armature tra la fine del XIII secolo e la prima metà del secolo successivo grazie ai lavori di Davidsohn.
L’attività di produzione e vendita di armature vedeva impegnate principalmente due diverse figure
artigiane, quella degli armaioli e quella dei corazzai. Tali professioni, seppur all’apparenza simili, nel
caso fiorentino presentavano una specifica diversificazione circa le attività che potevano o non
potevano svolgere, come è ben delineato dai loro statuti.
Allo stato attuale della ricerca, sono stati presi in considerazioni come fonti, i fondi che
direttamente hanno permesso l’identificazione dei nominativi di questi artigiani e una prima
valutazione del volume di beni da loro prodotti.
Alla luce dei nuovi dati acquisiti e successivamente confrontati tramite una puntuale analisi della
storiografia del caso milanese e bresciano, occorre almeno ripensare la posizione assolutamente
preminente di Milano, ammettendo la grande importanza di Firenze nel settore delle armature tra gli
ultimi decenni del XIV secolo e il primo trentennio del Quattrocento.
numerose spade di particolare interesse sia dal punto di vista storico che
artistico. Tra queste alcune pregevoli lame prodotte nella celebre Toledo,
leggendaria proprio per questa tipologia di manufatto.
La fama di questa città nella creazione di lame di pregio, risale addirittura
al periodo romano. Successivamente, nel 711, con la conquista araba,
Toledo acquisisce il ruolo di importante centro politico, economico e
culturale, e qui si diffondono nuove conoscenze circa la lavorazione dei
metalli. Giungendo all’età Moderna, inizia la produzione delle spade che
renderanno celebre Toledo in tutto il mondo, ovvero le cosiddette spade
da lato, delle quali il Museo di Brescia ne conserva alcuni pregevoli
esemplari. Questa tipologia di arma, oltre a essere utilizzate per difesa e
per offesa, aveva anche lo scopo di ben definire, chi fosse il proprietario,
tramite la pregiatezza della lama, ma soprattutto, con la decorazione del
fornimento, il quale poteva essere arricchito con argento, oro, pietre
preziose o smalti, oppure con tessuti come velluto e seta, impiegati nella
creazione dell’ impugnatura.
In questo contesto, le spade da lato prodotte a Toledo, rappresentavano
allora come oggi, oggetti unici, frutto della sapienza esperienziale dei loro
artefici, che trasmettevano tali conoscenze di generazione in generazione,
creandone la leggenda tutt’ora esistente.
Questa celebre produzione artigianale, dagli inizi del XVII secolo inizia a
decadere assieme all’impero spagnolo.
Nuovo fama, l’avrà solo a metà del Settecento, quando re Carlos III
deciderà di creare a Toledo la Real Fábrica de Espadas. Per fare ciò inviò
per tutta la Spagna il colonnello Luis Urbina e Francisco de Santiago
Palomares, per raccogliere il maggior numero di informazioni su come
queste spade venivano create e per individuare gli ultimi produttori
spagnoli.
Protagonisti della nuova sezione sono oltre cento oggetti selezionati dalla raccolta di manufatti extraeuropei, studiati e restaurati in questi ultimi anni e presentati all’interno di un itinerario che ne valorizza le diverse origini, le storie di acquisizione, le funzioni e le potenzialità narrative.
Un patrimonio ancora poco noto e finora rimasto celato nei depositi, ma di grande rilievo per la storia recente della residenza. I beni esposti intrecciano le loro vicende con la stagione novecentesca del Castello e con le relazioni internazionali intrattenute dagli ultimi due sovrani di Casa Savoia: si tratta, infatti, di doni diplomatici, regali di ospiti illustri, omaggi o ricordi di viaggio legati alla figura di Vittorio Emanuele III e a quella di Umberto II.
PL. Jesienią 1429 roku Florencja wypowiedziała wojnę Lukce, pragnąc zakończyć walkę o swoją dominację nad północną Toskanią. Oblężenie rozpoczęło się w grudniu i trwało do momentu pokonania florenckiej armii pod murami Lukki przez dowódcę oddziałów najemnych Niccolò Piccinino – choć sama wojna trwała jeszcze do maja 1433 r. W tym okresie, mimo że broń palna już istniała, nadal bardzo ważne było wykorzystanie kusz. Aby zaspokoić potrzeby Florencji, mieszkańcy Montefioralle, małego miasteczka w regionie Chianti, wyspecjalizowali się w produkcji bełtów. W tej liczącej około dwustu mieszkańców miejscowości każdy mężczyzna był kowalem i wszyscy co sześć miesięcy łącznie produkowali średnio 100 000 metalowych elementów kusz. Trzony bełtów były z kolei wytwarzane przez innych wyspecjalizowanych rzemieślników zamieszkujących góry Casentino oraz montowane w innych miejscach. Florenckie biuro do spraw wojny, Dieci di Balìa, zajmowało się logistyką zaopatrzenia koordynując i łącząc pracę różnych rzemieślników oraz wysyłając amunicję na pola bitew i do fortec. Dzięki dokumentom przechowywanym w Archiwum Państwowym we Florencji udało się zrekonstruować całą sieć rzemieślników, system zarządzania dostawami oraz ustalić ilość i koszty produkowanej amunicji.
Con lo scioglimento della Fondazione Galletti e il passaggio dei musei al comune di Domodossola, parte delle collezioni archeologiche e storico-artistiche sono state ricollocate al Museo di Palazzo San Francesco con le collezioni naturalistiche e alcune opere della pinacoteca.
Il percorso attuale, limitato al piano terreno e al primo piano, ripropone quello della metà del Novecento, muovendosi in senso antiorario intorno all’imponente scala a chiocciola in pietra. Numerose sono le sale che si incontrano durante la visita del museo. Al piano terra si trovano un grande salone e il locale ammobiliato come una cucina. Salendo al piano superiore, o nobile, si arriva al salone di rappresentanza e, proseguendo, alla stanza arredata come camera da letto; la sala successiva è stata allestita come cappella. Oltre a queste sono presenti ambienti più piccoli in cui sono esposti oggetti di vario genere.
Con lo scioglimento della Fondazione Galletti e il passaggio dei musei al comune di Domodossola, parte delle collezioni archeologiche e storico-artistiche sono state ricollocate al Museo di Palazzo San Francesco con le collezioni naturalistiche e alcune opere della pinacoteca.
Il percorso attuale, limitato al piano terreno e al primo piano, ripropone quello della metà del Novecento, muovendosi in senso antiorario intorno all’imponente scala a chiocciola in pietra. Numerose sono le sale che si incontrano durante la visita del museo. Al piano terra si trovano un grande salone e il locale ammobiliato come una cucina. Salendo al piano superiore, o nobile, si arriva al salone di rappresentanza e, proseguendo, alla stanza arredata come camera da letto; la sala successiva è stata allestita come cappella. Oltre a queste sono presenti ambienti più piccoli in cui sono esposti oggetti di vario genere.
In quegli stessi anni la città divenne nondimeno celebre anche per altre creazioni di artigianato e ingegno che tuttavia hanno lasciato un segno molto più leggero, se non del tutto invisibile, nella memoria comune. Tra queste opere, quelle meno ricordate a livello storiografico sono sicuramente gli armamenti e in special modo quelli difensivi che all’epoca avevano una rilevanza non secondaria per qualità, funzionalità e ricercatezza.
Questo saggio si pone come obiettivo quello di gettare una prima luce su
questo settore produttivo, economico ed artistico, con un focus sulla fine del Trecento e i primi decenni del secolo successivo. Verranno identificate le Arti che si occuparono della produzione e del commercio di armature, armamenti corazzati e tutti gli altri elementi protettivi per il corpo e, tramite i loro statuti corporativi, sarà analizzato il lessico specifico utilizzato all’epoca. Al fine di valutare il numero complessivo di artefici e imprenditori che si dedicavano a tali attività, saranno esaminate le matricole corporative, laddove disponibili, e i dati ricavabili dal Catasto del 1427. Tramite quest’ultima fonte sarà inoltre possibile definire la collocazione spaziale delle botteghe all’interno del tessuto urbano, oltre ad altre informazioni utili a delineare un primo quadro di tale attività.
Era il 1988 quando Luigi Marzoli donava alla città di Brescia la splendida collezione che permise l’apertura, nella suggestiva sede del Mastio Visconteo, del Museo delle Armi.
Oltre trent’anni dopo, questo volume – che prende avvio dai lavori del convegno di studi Il Museo Marzoli e le armi lombarde (Brescia, Auditorium Santa Giulia, 15-17 novembre 2018) – è dedicato al Museo e alla sua straordinaria collezione di armi e armature dal Trecento al Rinascimento. Interamente dedicato alle armi antiche, Heavy Metal si propone di indagare alcuni fondamentali argomenti della produzione armiera lombarda, in particolar modo bresciana, dal XV al XIX secolo, sotto diversi punti di vista e soprattutto in relazione alla collezione proprio del Museo delle Armi “Luigi Marzoli”.
Il trentennale del Museo delle Armi ha rappresentato un’occasione straordinaria offrendo l’opportunità di dare spazio alle nuove correnti di studio che negli ultimi anni hanno rinnovato la tradizione oplologica. Introdotto dal testo di Marco Merlo e Simone Picchianti (Fucine, armi e armaioli in Lombardia tra il XV e il XVIII secolo: il trentennale del Museo delle Armi “Luigi Marzoli”), il volume è suddiviso in tre macrosezioni (Nuove tecnologie e storia delle tecniche; La collezione del Museo Marzoli; La fortuna delle armi lombarde) ed è corredato dei saggi di alcuni dei massimi esperti sull’argomento. Marco Merlo, studioso di armi antiche, è conservatore del Museo delle Armi di Brescia.
Republic, according to the information contained in the citizen statutes of
1415. The analysis will focus on management of the fortifications, carry
out by numerous offices established by city government for the defense of
the borders and the protection of the conquered territories. The results
will outline a complex organization, structured on several levels of control
and will show the considerable number of officers and soldiers, as well as
the remarkable economic resources necessary to make this system work
properly.
ITA. Il saggio espone i risultati ottenuti mediante lo studio dell’inventario di bottega di un lanciaio fiorentino di inizio XV secolo, riguardante gli oggetti prodotti e commercializzati da questo artigiano. Lo studio prosegue delineando come nel lessico fiorentino, nel corso dei secoli, a tale professione siano state associate attività lavorative totalmente differenti da quella originale.
ITA: Lo studio della maggior parte delle Arti Minori fiorentine, ha suscitato sino ad oggi, uno scarso interesse da parte degli studiosi. Questa prima indagine, riguardante l’Arte dei Fabbri a Firenze e nel suo contado, tra la fine del XIV ed il XV secolo, basata sull’analisi dello statuto e delle matricole, mostra la grande importanza di questo settore economico e produttivo nella realtà dell’epoca. Una particolare attenzione è rivolta alla struttura di questa (specializzazioni lavorative, modalità di accesso), alle produzioni di manufatti ed alle attività svolte oltre che all’andamento generale nell’arco cronologico preso in esame.
ITA. Il saggio espone i risultati di una ricerca archivistica sulla bottega di un armaiolo fiorentino di inizio Quattrocento, gettando nuova luce non solo sull’evoluzione degli armamenti e dei materiali, ma anche sugli strumenti e le tecniche decorative utilizzate in quel periodo.
ITA. Studio critico su di una spada conservata presso il Museo Stibbert di Firenze, appartenuta ad un cavaliere dell'Ordine di Santiago, risalente al XVI secolo.
ITA. La cospicua raccolta di armi antiche del dott. Ferdinando Rosset è il frutto della sua grande passione come collezionista ma anche come studioso.
La volontà del dott. Rosset, così come traspare dai suoi acquisti, era quella di disporre del maggior numero di armi differenti dal punto di vista tipologico, cronologico e di area geografica di provenienza, probabilmente al fine di studiarne i processi di innovazione tecnologica, le modifiche estetiche degli apparati decorativi nel corso dei secoli, o ancora, per valutarne le peculiarità in base al centro di produzione da cui queste provenivano.
Questo catalogo è stato quindi strutturato cercando di interpretare e di rispettare quelle che dovevano essere le tematiche di primario interesse di Ferdinando Rosset.
Nella prima parte del volume la collezione è stata suddivisa tra armi da fuoco e armi bianche, operando una selezione dei pezzi più importanti e rappresentativi. Le armi da fuoco sono poi divise tra quelle a ruota, a focile a percussione luminello e a percussione a spillo. Le armi bianche sono state invece suddivise tra: spade da lato, schiavone e Scottish basket-hilt, armi bianche corte e armi bianche del XIX secolo.
Le complessive otto sezioni in cui sono state suddivise le armi, sono tutte precedute da un breve testo introduttivo che permetterà al lettore di apprezzare maggiormente le armi della collezione: nel caso delle armi da fuoco, si tratterà del funzionamento e della loro evoluzione nel tempo; mentre per le armi bianche sono approfonditi gli ambiti e le modalità in cui queste armi venivano adoperate.
Nella seconda parte del catalogo vi sono tre appendici che raccolgono la parte restante della collezione: nella prima si trovano le rimanenti armi da fuoco e bianche; nella seconda sono presentati alcuni accessori per armi da fuoco; infine nell’ultima sezione si fa ricordo della donazione fatta al Museo della Balestra di Gubbio di alcuni pregevoli esemplari di balestre collezionati da Ferdinando Rosset.
ITA: Le spade da lato sono state per tutto il XVI e XVII secolo, oltre che un’arma, un simbolo di status sociale divenendo ad esempio un accessorio imprescindibile dell’abbigliamento del gentiluomo, infatti solo una parte limitata della popolazione aveva il diritto di portare le armi in città. Poste sul fianco del proprietario, ne definivano inoltre le capacità economiche, testimoniate dai ricchi apparati decorativi. Lame, impugnature e fornimenti erano talvolta arricchiti da metalli preziosi come oro e argento oltre che da smalti e pietre preziose, o dai rivestimenti in tessuti ricercati, quali sete e velluti. Queste armi infatti furono realizzate per il contesto civile in cui venivano impiegate e la loro conformazione muta nel corso dei decenni in funzione delle modifiche della scherma che in questi due secoli conosce uno sviluppo ed una codificazione senza precedenti in Europa.
Il Museo Stibbert possiede una incredibile collezione di circa duemila spade sia europee che di area islamica e giapponese. Tra le spade da lato, a cui è dedicato questo volume, sono presenti, oltre a significativi esempi di alta qualità artigianale, anche un importante nucleo di modelli più semplici negli aspetti decorativi, che testimoniano la diffusione di questa tipologia di armi e le differenti committenze.
Nel volume presentiamo oltre cento spade della collezione Stibbert, che documentano le diverse tipologie e ne mostrano le trasformazioni strutturali e decorative nel corso di due secoli.