..Sono entrata ormai nel nono mese di gravidanza, l'ultimo.
Ho una pancia non eccessivamente grande, ma tesa e piuttosto bassa, mi
sento pesante, i movimenti del bimbo ormai sono più simili a contorsioni invece
di calci e le contrazioni che avvertivo sporadicamente sono diventate più
intense..
Il momento del parto si avvicina, il corpo si prepara, il bimbo anche
posizionandosi con la testa verso la cervice e sempre più affondata nella
pelvi..
La mia mente è affollata di pensieri e di liste di cose da fare.
Sono entrata in maternità una settimana fa e ora posso dedicarmi alle ultime
cose da sistemare, rifinire ed organizzare con più calma.
Vivo in uno stato mentale assolutamente particolare e direi ambivalente
per alcuni aspetti.
Alla gioia di essere arrivata fin qui e di poter vedere a breve il mio
bimbo si aggiungono il timore del parto e del post-partum con tutte le sue
inevitabili difficoltà.
Alla contemplazione di tutta questa meraviglia con mio marito si intrecciano
talvolta preoccupazioni su come potrebbe modificarsi il nostro rapporto di
coppia dopo la nascita del piccolo e relativamente al modo di affrontare al
meglio le decisioni e le reciproche responsabilità.
La verità alla fine è che arrivati a questo punto anche tutto il resto
rimane un'incognita, che non posso sapere come andranno le cose nè come sarà
mio figlio..e neppure come reagirò a tutto questo stravolgimento di vita,
sentimenti ed abitudini.
L'unica cosa che credo sia davvero importante adesso è sentirmi pronta a
lasciarlo andare, a farlo uscire da me dopo essermi concentrata con tutte le
forze e per tutta la gravidanza nel processo contrario. Ho pregato all'inizio
che si attaccasse bene, poi che si sviluppasse, che crescesse correttamente,
che non nascesse prematuro.. controllando sempre con estrema attenzione il suo
effettivo benessere, ogni piccolo movimento.
L'ho protetto dentro la mia pancia, e dentro i miei sogni più dolci.. ma
tra poco sarà ora di conoscerlo.. abbandonandomi ad un'inevitabile separazione.
..perchè pur sempre di questo si tratta; e segnerà una nuova vita, un
nuovo inizio, un’altra identità.
Mi sento in fondo ancora in sospeso, come il titolo del blog, ma con
la consapevolezza che ora la mia mano tesa è vicinissima al contatto, a toccare
con mano la realizzazione di un desiderio finora solo immaginato (e, forse,
sotto alcuni aspetti fin troppo idealizzato).
Il parto non è che un passaggio difficoltoso, l’ultimo scoglio aguzzo da
superare per poter contemplare lo splendido orizzonte che ne è alle spalle.
Mi auguro di poterlo affrontare con la giusta dose di energia,
accoglienza e fiducia, di trovare anche in me quella stessa forza che ho sempre cercato di
sostenere ed infondere alle pazienti che ho accompagnato durante il travaglio.
Preparo la valigia per il mio prossimo viaggio. Stavolta non sono
riuscita a far si che fosse ordinata ed essenziale come sempre. E’ invece piena
di emozioni, ricordi e vissuti contrastanti, ma è proprio questa sua pienezza che
mi fa pensare ad un’impresa faticosa.. e semplicemente bellissima.