E’ sempre magico il modo in cui scegliamo o il modo in cui
ci facciamo scegliere.
Quando ascolti una canzone per la prima volta e capisci
subito, senza domande, senza pretese, che quella è la tua canzone. O quando a
farti innamorare è il suo autore che non ha nulla di speciale rispetto ai
migliaia di cantanti che trovi in giro per la radio eppure hai deciso che
quello sarà il tuo. Io ero letteralmente una bambina quando mi chiudevo in
stanza per rubare il cd di una delle mie sorelle maggiori ed ascoltare quella
canzone che aveva dentro il mio nome. Ma non è stato quello che mi ha fatto
affezionare a lui, no. La scintilla vera e propria, se così si può chiamare
l’adorazione virtuale per un cantautore, è scoccata quando sul palco del
Festivalbar, allora per me sinonimo a tutto tondo di Estate anche se era
Settembre, lo vidi ballare sotto le note allegre ed a tratti sensuali di uno
dei suoi tormentoni, dopo una lunga assenza che poi sarebbe stata la regola
anche per i successivi dischi.
Quando senti quel profumo e capisci che è il profumo adatto. E così la mia
nostalgia sa di gelsomino, quel fiore bianco che per tanto tempo ho ignorato
nonostante per altrettanto tempo sia rimasto rigoglioso ad incorniciare le
scale ed il cancello del garage di casa mia. E la mia tristezza sa di terra
bagnata, quella che nelle notti d’estate ti riempie i polmoni perché le lacrime
che ti rigano il viso non ti fanno dormire. E la felicità sa di quel profumo
che sta fermo, imprigionato, sulla federa del cuscino bianco ed arancione o del
detersivo delicato dei vestitini dei miei nipotini o dell’odore di cornetto
caldo o di dolce buono che riempie le strade quando libera e leggera torni
dall’Università con un esame in più sul libretto.
Quando vedi qualcosa che vorresti riempisse i tuoi occhi da
quel momento in poi, per tutta la vita. Il sorriso del tuo primo bambino, il
quadro dentro al museo più famoso, il mare in tempesta, uno sguardo. Non so
quando ho deciso che amavo il cielo di notte, eppure ogni volta che posso
alzare lo sguardo alle stelle mi sento bene, soddisfatta, come fosse la prima
volta. Mi sono chiesta più volte che cosa ci sia in fondo di speciale in quelli
che sono semplicemente dei puntini bianchi su un manto nero, eppure ogni volta
mi rispondo che non c’è nulla di egual bellezza, per me, in natura. E me ne sto
là a perdermi magari con la speranza di vedere una scia veloce per addossarle un desiderio, seppur fuori
stagione.
Piccole cose, solo mie, che soddisfano i miei sensi e li coccolano all'improvviso o dopo averle appositamente ricercate. Piccole scelte che prendo o che prendono me, completando a loro modo piccoli angoli della mia vita.
E le vostre, quali sono?
Una buona giornata, a chi non è come neve…