"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)
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sabato 21 giugno 2014

CHISSA’ DOVE VA QUESTA STRADA

Ovvero viaggi domestici.
Visto che di viaggiare sul serio da un po’ di anni non se ne parla nemmeno, con il mio compagno, per consolarci, ci concediamo degli improbabili viaggi dietro l’angolo.
Quando abbiamo un po’ di tempo prendiamo la macchina e, individuata una meta approssimativa qui nei dintorni partiamo alla sua volta inventandoci itinerari fantasiosi molto più lunghi del necessario tra stradine secondarie e altre che non compaiono sulle carte.

Lo scopo non è mai arrivare, anche se solitamente arriviamo, ma andare verso, guardandoci intorno.
Chissà dove va questa strada, frase che ricorre quasi ad ogni bivio, è una sorta di parola magica per portarci in posti non lontani da casa e che pure non avevamo mai visto.
Spesso “questa strada” non va da nessuna parte se non a casa di qualcuno, nella cui aia tocca poi fare inversione tra cani che abbaiano, galline che fuggono e vecchiette che ci guardano perplesse. Altre volte dietro una curva ci aspettano piacevoli sorprese, questo appunto è il caso dell nostro ultimo vagabondaggio tra Romagna e Marche.

Meta originaria alla partenza era Serrungarina Un borgo con pianta a cerchi concentrici che non poteva non suscitare la nostra curiosa attenzione.

 Serrungarina_Veduta
foto presa da QUI (ci trovate anche qualche notizia storica)

Per arrivarci le nostre abituali divagazioni ci hanno condotto tra l’altro a Pozzuolo, minuscola frazione di Serrungarina trovata per caso.
Guardandoci attorno, lungo la strada che dopo vari cambiamenti di rotta ormai ci aveva condotti quasi alla meta, dall’altro lato di una piccola valle ci ha sorpreso questo pugno di case.
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Inversione a U e si ritorna indietro di un paio di chilometri a caccia di una strada per arrivarci.
Niente cartello che indichi il borgo del quale non conoscevamo il nome, ma solo una generica via Pozzuolo che si è dimostrata essere la strada giusta.

Numero di abitanti 26, dicono i siti istituzionali, una vera metropoli. 
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Quattro case,
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e nemmeno uina macchina, qualche bimbo che gioca,

 Panoramica1
un bellissimo panorama,
e…
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un’ inattesa e gradevolissima accoglienza.

-Volete vedere?…Entrate entrate… Cosa possiamo offrivi?
Daniele e Loretta, che non ci avevano mai visto ne conosciuto, in men che non si dica ci hanno messi seduti a tavola sulla bella terrazza del loro piccolo e curatissimo “Agriturismo Pozzuolo”.
 
Pane fatto in casa, un buon bicchiere di vino, un salame di “Cinta Senese“ buono come mai mi è capitato di sentirne, pecorino sardo stagionato saporito ma non salato, profumato di prati.
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La struttura è una vecchia casa ristrutturata secondo i dettami della bioedilizia, Loretta e Daniele hanno avuto il coraggio di rinunciare al “rustico rifatto” così frequente negli agriturismo, a favore di scelte lineari e moderne che si sposano con le strutture principali preesistenti come i bei solai in legno colorati in bianco. 

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Una sala di lettura per gli ospiti con buoni libri e impianto stereo meglio di un salotto di casa.
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Una cantina bellissima che fa venir fame solo a guardarla,
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Orto biologico, il forno a legna per il pane fatto in casa, le uova dal pollaio del vicino, appena dietro le mura dove le galline in un grande recinto tra prati e tigli fioriti corrono qua e la.
Daniele dopo averci offerto la merenda ci ha fatto compagnia a chiacchiere raccontandoci di loro e ascoltando di noi, Loretta impegnatissima a lucidare tutto ciò che era già lucidissimo, non si è fermata un’attimo.

Mi rendo conto di avere in parte contravvenuto alle norme del mio blog con questo post che potrebbe essere in un certo senso pubblicità (cosa assolutamente bandita dal mio diario) ma la nostra giornata di viaggio diero la porta di casa a questo ci ha portato e  raccontarlo mi pare il minimo per ringraziare Daniele e Loretta che in cambio della loro ospitalità e gentilezza non ci hanno chiesto nulla.

Alla fine, dopo essere ripartiti da Pozzuolo, alla nostra meta, Serrungarina, siamo arrivati, ma questa è un’ altra storia e metterò le foto un’altra volta ;-)

mercoledì 5 marzo 2014

UN PATRIMONIO UN PO’MAL TENUTO

Ovvero a spasso qua e là

In ferie per una settimana ho approfittato del mio viaggio a “Terre Alte” per fermarmi lungo la strada a Sabbioneta (MN)
Cittadina rinascimentale “di fondazione” progettata e realizzata secondo criteri di “città ideale” tra il 1554 ed il 1591 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità nel 2008

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Bella, elegante ed un poco deludente. E’ come se fosse tenuta senza amore, piazza d’armi deprimente, con troppo asfalto, troppe macchine, giardinetti sciatti, un che di lasciato andare. Tutte le chiese rigorosamente sprangate, non una corte con il portone aperto. in una parola inospitale.
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Qui siamo in Lombardia ed io abituata alla solarità ed accoglienza dell’Emilia Romagna forse non riesco ad apprezzare a dovere la fredda e scostante Sabbioneta, che resta comunque interessante per le sue belle prospettive 20140222_0487a e per i bei palazzi 20140222_0473a che avrei visitato volentieri ma l’ora ed il costo del biglietto mi hanno tolto ogni velleità in tal senso.20140222_0498a
In conclusione se ci si passa vale sicuramente la pena fermarsi, ma non mi pare il caso di andarci apposta.20140222_0490a
Ma forse sono io che non ho scelto il giorno giusto, e lei è bellissima ed accogliente. 

venerdì 19 novembre 2010

APPENA OLTRE LA SOGLIA DI CASA

Ovvero viaggio a Capendu
IMG_9955Una casa qualunque a Capendu
Francia meridionale, dintorni di Carcassonne, alcuni anni fa, quando riuscivamo ancora a viaggiare un po'.
Eravamo da Stefania, cugina transalpina, per qualche giorno di vacanza. Lei in quei giorni era piuttosto impegnata e ci si vedeva a sera nella sua bella casa 2005-10-190013a Verzeille
Il resto della giornata lo passavamo girando per i dintorni, belle cittadine note ai turisti;  ricche,  di storia come Carcassonne,IMG_9949 e di buoni vini, come
2005-10-190234Minerve con il suo squisito Minervois.
Stefania che lavorava all'ufficio turistico la sera ci interrogava valutando, da "addetta ai lavori" le scelte fatte  per le nostre escursioni, finchè... Finchè un pomeriggio siam stati a Capendu.
A Capendu? a fare che a Capendu?
Esaurite le mete "nobili" avevamo come ci capitava spesso quando viaggiavamo, cominciato a girare a caso, o meglio seguendo l'idea del momento, cercando il paese di cui da lontano si è visto il profilo, o il bosco dall'altro lato di una valle, seguendo un profumo di pane...
Il Vagabondaggio ci aveva fatto arrivare a Capendu, un paesino a pochi chilometri da casa di Stefania, fuori dalle guide, senza pretese... Ci siamo regalati un bellissimo pomeriggio passeggiando tra le abitazioni, sbirciando nei giardini,  scambiando due parole con le persone
IMG_9974 IMG_9972
A lei non è mai stato chiaro cosa diavolo ci avessimo trovato in quel borgo da giustificare la sosta.
Ecco, poco tempo fa sono tornata a Capendu, con Francesca di Terre Alte che era venuta qui in Romagna a trovarci , solo che... Capendu anziché nel sud della Francia era a cinque minuti di strada. Era il paesino "insignificante" appena oltre la soglia di casa che aspettava solo che gli occhi guardassero in modo diverso,
2010-08-0400182010-08-040011 2010-08-040010 e si chiama San Clemente.
Altrimenti  2010-08-050038 2010-08-050039Albereto...  (Psss... è Francesca  quella di spalle... Zitti però)
O invece
2010-08-050004 2010-08-050001Coriano
Oppure ....
Oppure....

P.S. eccomi Enrica