Filologia romanza e italiana digitale

Lo studio delle reminiscenze dantesche all’interno dei corpora di rimatori del Tre e Quattrocento costituisce, data anche l’imponenza dell’ipotesto, un filone di ricerca ampiamente battuto, in anni tanto a noi prossimi quanto meno recenti.
L’intervento intende esplorare alcune possibilità ricettive, e le relative modalità, offerte dalle opere di Dante, ragionando sul concetto di imitazione e sulle rielaborazioni attuate da un particolare autore: Botrico da Reggio, autore di un corpus che sembra privilegiare un metro specifico, la ballata. Se c’è dunque una qualche ragione per interessarsi proprio a questo illustre sconosciuto, ciò è dovuto sostanzialmente a due motivi: innanzitutto si tratta di un epigono quasi contemporaneo; in secondo luogo, Botrico sembra assimilare la lezione dantesca in modo singolare, giacché riproduce non solo singole tessere verbali, ma anche vere e proprie situazioni.

Nei margini di un incunabolo della Commedia, conservato oggi alla Biblioteca Civica Attilio Hortis di Trieste, si leggono le numerose annotazioni di un lettore, Bartolomeo da Cividale, nonché primo dichiarato possessore del libro, interessato al testo dantesco. Si tratta di un’edizione del 1477, strutturata proprio attorno all’Alighieri (ISTC id00027000).
Il possessore dell’esemplare realizza un corredo autodiretto, con finalità diverse. Le postille più numerose sono volte alla scansione e alla memorizzazione delle informazioni; le più interessanti, invece, da una parte permettono di datare il suo intervento, dall'altra fanno emergere l'appassionata lettura della poesia, coinvolgendo e mettendo in relazione grandi autori, quali Dante, Petrarca, Ariosto.

Interrogare la varia lectio di un’opera che vanta una tradizione manoscritta numericamente consistente può risultare essenziale ai fini della comprensione delle dinamiche di trasmissione, e quindi della fenomenologia degli errori e dell’identificazione dei contesti di produzione e fruizione, in vista della ricostruzione testuale più opportuna.
Proprio un’interrogazione della varia lectio di specifici luoghi dell’Elegia di Madonna Fiammetta permette di rilevare la complessità della tradizione, che ha indotto gli studiosi a formulare diverse strategie di classificazione, i cui risultati hanno restituito configurazioni stemmatiche dissimili, per quanto tutte puntuali e ben articolate per motivi differenti.

Il contributo propone una delle prime edizioni critiche con commento linguistico di un ricettario artistico, la raccolta di "ricepte da ffare piú colori" copiata da Ambrogio di Ser Pietro da Siena nel 1462 e conservata nel cod. I.II.19 della Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena. Il testo è collocato nel contesto storico e artistico che ne ha promossa la copia; l’analisi linguistica non solo restituisce pienamente la patina senese originaria, ma fa emergere anche l’insieme delle caratteristiche proprie della tradizione dei ricettari in quanto testi pratici, valorizzandone il lessico tecnico e artigianale.

Questo studio si prefigge l’obiettivo di offrire l’analisi del profilo testuale della prima enciclopedia originale scritta in un volgare italiano: La Composizione del mondo di Restoro d’Arezzo, testo aretino della fine del Duecento. In particolare, verranno esaminate la struttura macro-testuale dell’opera in riferimento alla produzione enciclopedica e tecnicno-scientifica medievale, nonché la struttura interna dei capitoli e la dimensione logica e referenziale del testo, in confronto con la prosa coeva. Nell’analisi testuale dell’enciclopedia di Restoro saranno applicati i paradigmi interpretativi più recenti sviluppati nell’ambito della linguistica del testo, tenendo tuttavia in considerazione anche i risultati della linguistica testuale tradizionale, oltre agli obiettivi comunicativi e il contesto storico-letterario e linguistico in cui il testo da noi analizzato si inserisce.
Da tale impostazione emergono due obiettivi principali dello studio. Primariamente, lo studio intende delineare i tratti testuali dell’enciclopedia di Restoro, sia per completare la descrizione del profilo linguistico del testo che rappresenta la pietra miliare della scienza in volgare nel medioevo, sia per arricchire il corpus di testi scientifici duecenteschi analizzati sotto il profilo testuale, permettendo così di allargare la base di confronto per lo studio della prosa scientifica pre-galileiana. Secondariamente, il presente studio si propone di sperimentare, nell’analisi di un testo antico, il cosiddetto «Modello Basilese», modello di analisi testuale concepito per l’analisi dei testi scritti moderni, ma che negli ultimi anni è stato applicato con successo anche ai testi del passato. È in questo filone degli studi che vuole inserirsi anche lo studio che qui proponiamo, nella speranza di poter apportare un contributo alla riflessione sui vantaggi e sulle sfide che l’applicazione di questo modello interpretativo può comportare, nonché per cercare di offrire spunti sulle future prospettive di ricerca in questo ambito.

La prima enciclopedia originale in un volgare italiano-la Composizione del mondo di Restoro d'Arezzo-rimane fino ad oggi un'opera poco studiata, soprattutto sotto il profilo testuale. Il presente contributo mira ad approfondire un particolare aspetto della testualità della prosa restoriana-il sistema delle riprese anaforiche-che presenta una specificità derivante dalle esigenze diverse che sottostanno alla strutturazione di un testo scientifico antico. Osservando i fattori contestuali e non contestuali che rendono un antecedente più o meno accessibile nel circuito testuale in relazione alla marcatezza delle pro-forme cui si ricorre nelle riprese anaforiche, è stato notato che le esigenze di esplicitezza didascalica hanno portato alla prevalenza di catene anaforiche ipersegnalate, ma con un'importante eccezione costituita dai referenti umani, umanizzati e animati. In quest'ultimo caso, la scelta delle pro-forme sembra invece essere determinata dalle scelte epistemologiche dell'autore. Con questo studio si è voluto inoltre dare un contributo-in forma di materiale analizzato sotto il profilo testuale-allo studio della prosa scientifica volgare anteriore alla codificazione galileiana. Infine, si è cercato di fare una proposta su alcune delle direzioni che riteniamo sia importante tenere presenti nell'applicare le nozioni e i metodi della linguistica testuale moderna ai testi del passato. Parole chiave: Composizione del mondo, Restoro d'Arezzo, prosa scientifica, testualità, continuità tematica, anafore.