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mercoledì 27 novembre 2024

Marche - Ancona - Fontana del Calamo o delle 13 Cannelle

La fontana del Calamo viene chiamata Fontana delle Tredici Cannelle proprio perché costituita da tredici bocche da cui esce l’acqua. Il toponimo, di derivazione greca (da calamus che sta per “canna”) ci riporta all’ambiente palustre dove era situata nel passato. Non si conosce la data della sua costruzione, ma già nel 1426 fu dotata di serbatoi di raccolta e nel 1438 fu data in uso al Collegio dell’Arte della Lana. È una lunga serie di tredici riquadri separati da volute, incentrati su altrettanti mascheroni da cui esce l’acqua. I mascheroni, di cui 12 bronzei e il centrale in pietra, raffigurano satiri e sileni. Quello centrale è sormontato dal bassorilievo del Cavaliere all’assalto, emblema della città di Ancona. Oltre la fontana monumentale vi è la parte situata più in basso riservata, un tempo, all’abbeveramento degli animali, che conserva un mascherone con sovrastante stemma civico in pietra e poggia su una pavimentazione di basoli, presumibilmente di epoca romana. Oggi la fontana riceve le acque dell’acquedotto cittadino, ma, anticamente, attingeva l’acqua da una grande cisterna posta sotto il muro alle sue spalle; la cisterna riceveva le acque dall’acquedotto proveniente dal Monte Conero. Essa, oggi, è vuota, ma visitabile tramite un passaggio che si apre alla destra della fontana. Fa parte del folclore e della tradizione il rito di bere l’acqua che sgorga dalla Fontana del Calamo come auspicio per poter tornare nella città. La tradizione vuole che “se alla fontana berrai, ad Ancona tornerai…”

Fonte https://anconatourism.it

venerdì 25 ottobre 2024

Polonia - Auschwitz

Nome tedesco della città della Polonia meridionale Oświęcim (40.686 ab. nel 2007). Deve la sua tragica notorietà al campo di concentramento e di eliminazione creato dai Tedeschi durante la Seconda guerra mondiale (dal giugno 1940). Il campo era diviso in tre sezioni su 42 km2 complessivi: due più grandi, cioè Auschwitz I presso il villaggio di Owsianka, che era un campo di smistamento, Auschwitz II presso il villaggio di Brzezinka (in tedesco Birkenau), che era un campo di eliminazione dotato di camere a gas e di forni crematori, e Auschwitz III (a Monowice), dove si trovavano una distilleria di benzina e una fabbrica di gomma sintetica; inoltre era integrato da una quarantina di campi minori, sparsi nei dintorni. In questi campi, e specialmente a Birkenau, furono uccisi (nelle camere a gas, o con iniezioni di fenolo, o per fucilazione, o per impiccagione) o morirono di fame 4 milioni di persone, per la maggior parte Ebrei.

Fonte www.treccani.it

lunedì 30 settembre 2024

Giordania - Petra - Al Deir - Il Monastero

Il sito archeologico di Petra, che si estende per centinaia di chilomentri quadrati tra montagne e wadi, può vantare la presenza di piu’ di 800 monumenti. Tra questi, in una delle alture principali sorge un imponente edificio scavato nella roccia, che appare in buona parte simile all’ingresso della città di Petra, ovvero il Palazzo del Tesoro. Si tratta di “Al Deir”, il Monastero, così battezzato per via del ritrovamento di un consistente numero di croci nei suoi ambienti interni in epoca bizantina. Questo splendido edificio venne costruito dai Nabatei tra il II ed il I secolo a. C. per ospitare le spoglie del re Obodas. Questo monumento, che rappresenta un’allettante sfida per intrepidi scalatori è comunque raggiungibile da qualunque visitatore animato da un po’ di curiosità dopo una energica passeggiata o con l’aiuto del dorso di un mulo offerto dai locali dietro un modesto bakhshish.

Fonte www.italiano.memphistours.com

sabato 17 agosto 2024

Lupa del Lagorai

La Lupa del Lagorai si trova a quota 1.600 metri, nella frazione di Vetriolo, il più alto centro termale d’Europa. Alta 6 metri e realizzata con circa 2 mila scarti di legno, è un’opera dello scultore Marco Martalar. Come per il suo famoso Drago alato di Vaia, purtroppo incendiato nell'agosto 2023, per il Cervo di Vaia sull’Alpe Cimbra e l'Aquila di Vaia in Valsugana, anche per questa installazione, Martalar è partito dagli alberi distrutti dalla tempesta Vaia. Implacabile, la notte del 29 ottobre 2018, questo vento uragano ferì profondamente le nostre montagne. E in quella notte, la zona di Vetriolo fu tra le più colpite, con alberi schiantati a terra e interi boschi distrutti. Come in tutte le sue opere, anche per realizzare La Lupa del Lagorai, Martalar non ha usato né vernici né olii per limitare i danni dell’usura, ma ha lasciato i materiali al loro stato naturale. La Lupa è quindi destinata a scomparire con il passare del tempo, sotto la forza della neve e del vento. La Lupa del Lagorai, con la testa rivolta verso il cielo, è un’opera che ti porta in alto. Per vederla devi arrivare a quota 1.600 metri e raggiungere una radura con una vista che si apre sulla Valsugana e i suoi due laghi, il lago di Caldonazzo e il lago di Levico. Dopo aver parcheggiato l’auto a Vetriolo, puoi raggiungere la Lupa del Lagorai seguendo per circa un chilometro la strada forestale del Pian de la Casara, vicino al parcheggio della piattaforma di lancio per i parapendii e i deltaplani.

Fonte www.visittrentino.info/it

sabato 6 luglio 2024

Norvegia - Bergen - Bryggen

Bryggen, lo storico quartiere portuale di Bergen, ricorda l’importanza della città come parte dell’impero commerciale della Lega Anseatica dal XIV alla metà del XVI secolo. Numerosi incendi, l’ultimo nel 1955, hanno devastato le caratteristiche case di legno di Bryggen. Le ricostruzioni sono state sempre effettuate seguendo i metodi e sistemi tradizionali, lasciandoci quindi preservata la struttura principale, retaggio dell’antico impianto urbano in legno che un tempo era comune nell’Europa settentrionale. Attualmente restano 62 edifici di questo antico paesaggio urbano.

Fonte www.visitnorway.it

mercoledì 19 giugno 2024

Danimarca - Copenaghen - Canale Nyhavn

Nyhavn è un luogo carico di atmosfera: le coloratissime case in stile danese che si affacciano sulle sue rive, gli edifici sei – settecenteschi che ospitano taverne e locali di ritrovo e le vecchie e caratteristiche barche in legno e i romantici velieri che costeggiano le sue sponde. All’inizio del canale è posta un’enorme ancora (Mindeankeret), il monumento che commemora i marinai danesi (più di 1.700) che hanno perso la vita durante la seconda guerra mondiale al servizio delle marine alleate. Fu il re Cristiano IV a far scavare questo canale, nel 1671, per collegare il porto con il centro permettendo così ai mercanti di arrivare con le proprie merci fin nel cuore della città. Fino al primo decennio dell’Ottocento il Nyhavn è stato l’epicentro del traffico commerciale via mare di Copenaghen, successivamente il quartiere ha subito un considerevole declino trasformandosi in una zona piuttosto malfamata, disseminata di taverne per marinai e piccole botteghe di tatuaggi, frequentata per lo più da ubriaconi e da avventori di locali a luci rosse.

Fonte  www.10cose.it/copenaghen

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