Stamattina l'ho presa comoda... l'Amore della mia Vita è uscito molto presto ed io mi sono di nuovo coricata. Cosa strana questa perchè mi alzo sempre per prima e poi mi mette malinconia stare da sola nel Nostro letto.
Non mi sentivo molto in forma, da due giorni mi perseguitava un mal di testa sordo e persistente quasi da non poter tenere gli occhi aperti, così mi sono sdraiata con l'intenzione di riposare solo per un po'. Invece ho preso sonno ed ho anche sognato, quando ho riaperto gli occhi era passata più di un'ora, ma d'altra parte che fretta c'era d'immergermi nella quotidianità?
Lentamente mi sono alzata... ho acceso la macchinetta del caffè... ho caricato la lavatrice, poi ho fatto il caffè e mi sono seduta. Ho pensato subito che avrei dovuto darmi uno scossone per non rischiare di fossilizzarmi sulla sedia e col caffè.
Così ho fatto, mi sono alzata di scatto e poi subito in bagno... una doccia m'avrebbe rimesso in sesto.
Un'occhiata allo specchio... faccia non proprio delle migliori con occhi semichiusi e vena pulsante ad una tempia.
Meglio non sostare oltre.
Mi svesto e prima di andare sotto la doccia mi guardo di nuovo allo specchio... una sottile linea rossa persiste sulla cicatrice.
Benedetto mercurocromo, quando deciderai di far sparire ogni tua traccia?
In realtà solo due giorni fa ho deciso di togliere i cerotti, temevo di non essere ancora pronta per vivere in piena e sicura libertà la "gioia" di questa ricostruzione. Le tre piccole ulcerazioni ed una in particolare avrebbero potuto riaprirsi visto che era già successo, e poi... veramente con quei due cerotti posti in posizione strategica mi vedevo più completa, non so...
Ma non potevo certo mettere "toppe" alla "novella" per chissà quanto tempo ancora, anche perchè tutti i cerotti erano finiti ed io non ne potevo più di averne i cassetti pieni e di trovarmeli tra i piedi di continuo. Allora... un ennesimo atto di coraggio ed eccola qua... verosimilmente somigliante ad una mammella con la bellezza sottolineata da una riga rossa.
Beh, meglio rossa che blu... un tempo con la matita rossa si mettevano in rilievo gli errori meno gravi e questa, tutto sommato a vederla non è cosa grave.
Ma guarda un po' che cosa vado a pensare, mi viene da sorridere. Certo, come due anni fa quando guardandomi allo specchio per la prima volta dopo la mastectomia ravvisai in quella cicatrice il largo sorriso dello SMILE.
Ed anche se la "novella" non è proprio da miss, è il sorriso che ritorna ed è meglio così.
venerdì 31 agosto 2012
giovedì 30 agosto 2012
Ho voluto restare a casa... oggi, per l'intera giornata.
Lo dovevo a me stessa dopo quell'alternarsi di svariati stati d'animo,
avevo bisogno di raccogliere i pensieri perchè quando sono troppi e diversi c'è pericolo che di essi non resti traccia. E a questi ultimi tenevo davvero tanto.
Così nel silenzio ormai "dilagante" nella mia casa ho potuto riflettere...
Ieri mattina ho preso l'autobus per andare in ospedale e durante il tragitto è successo qualcosa che ha avvalorato la tesi di quanto poco valore si dia oggi alla VITA... un giovane uomo che prende a pugni con forza un bambino e poi scappa via. Gli altri passeggeri muti e fermi ma forse in cuor loro soddisfatti perchè un "folle" aveva avuto il coraggio di dare una lezione a quel piccolo maleducato che prendeva a sputi dal finestrino quelli che scendevano.
A questo punto non solo la Vita non ha più valore ma nemmeno l'uso della parola, direi... si preferisce ricorrere o assistere alla violenza e poi scappare dalle proprie responsabilità.
Dopo un po' in ospedale, da "privilegiata" quale credo di essere non ho potuto fare a meno di vedere l'altro aspetto dell'esistenza... Chi alla Vita dà un valore immenso e s'aggrappa alla minima speranza e con gli occhi vivi ascolta per dar prova che è ben attento... che ci crede... che sì, vivrà perchè lo vuole.
"E' vero, tutti dobbiamo morire...", mi ha detto ieri Maria, una nuova Amica con un tumore molto raro, "però meglio il più tardi possibile, no? Ho ancora voglia di vedere gli occhietti allegri delle mie nipotine di tre anni quando mi portano il fiorellino... ogni giorno il loro pensiero per me."
Una tenera immagine come simbolo di valore aggiunto alla Vita...
Alla Vita
Lo dovevo a me stessa dopo quell'alternarsi di svariati stati d'animo,
avevo bisogno di raccogliere i pensieri perchè quando sono troppi e diversi c'è pericolo che di essi non resti traccia. E a questi ultimi tenevo davvero tanto.
Così nel silenzio ormai "dilagante" nella mia casa ho potuto riflettere...
Ieri mattina ho preso l'autobus per andare in ospedale e durante il tragitto è successo qualcosa che ha avvalorato la tesi di quanto poco valore si dia oggi alla VITA... un giovane uomo che prende a pugni con forza un bambino e poi scappa via. Gli altri passeggeri muti e fermi ma forse in cuor loro soddisfatti perchè un "folle" aveva avuto il coraggio di dare una lezione a quel piccolo maleducato che prendeva a sputi dal finestrino quelli che scendevano.
A questo punto non solo la Vita non ha più valore ma nemmeno l'uso della parola, direi... si preferisce ricorrere o assistere alla violenza e poi scappare dalle proprie responsabilità.
Dopo un po' in ospedale, da "privilegiata" quale credo di essere non ho potuto fare a meno di vedere l'altro aspetto dell'esistenza... Chi alla Vita dà un valore immenso e s'aggrappa alla minima speranza e con gli occhi vivi ascolta per dar prova che è ben attento... che ci crede... che sì, vivrà perchè lo vuole.
"E' vero, tutti dobbiamo morire...", mi ha detto ieri Maria, una nuova Amica con un tumore molto raro, "però meglio il più tardi possibile, no? Ho ancora voglia di vedere gli occhietti allegri delle mie nipotine di tre anni quando mi portano il fiorellino... ogni giorno il loro pensiero per me."
Una tenera immagine come simbolo di valore aggiunto alla Vita...
Alla Vita
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più povero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia. Nazim Hikmet
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più povero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia. Nazim Hikmet
mercoledì 29 agosto 2012
E' difficile che capiti una giornata così... così densa di sentimenti ed emozioni contrastanti.
Se infine potessi guardarmi dentro, nel più profondo troverei l'animo con la pacatezza del mare dopo la burrasca e dalle tante tonalità di tutti i colori ma stemperati col grigio.
Ho davvero tanto da condividere... un recente vissuto che per diversità di eventi e stati d'animo non può essere contenuto in una pagina sola, se lo facessi ne sminuirei il valore e pure il significato.
Comincerò con quello che è ORA sul finire del giorno...
Nel pomeriggio la casa è tornata vuota e silenziosa... Dolce è partita per tornare a casa. Frà l'ha accompagnata per un tratto fino all'areoporto che è fuori città.
A pranzo erano un po' tristi, dopo più di un mese è stato duro separarsi, tornare ognuno alla propria vita... da soli. Ma è così che va, le cose belle finiscono "prima" nell'immaginario com'è naturale, perchè il Tempo non si può fermare nemmeno nella mente col pensiero.
A vederli così veniva il magone anche a me e ho ricordato quell'estate lontana, la prima con l'Amore della mia Vita quando restammo lontani per il breve periodo delle vacanze. Se mia nonna fosse qui a dire la sua commenterebbe... uhh, mamma mia che piagnistei continuo!
E' vero che io non faccio testo perchè da sempre sono stata di lacrima facile, però comprendo bene come possano sentirsi e me ne dispiace tanto. Ad un certo punto, quasi quasi avrei preferito che partisse anche LUI con LEI... meglio due ragazzi innamorati felici che una mamma contenta a metà.
Comunque è andata anche questa volta e come sempre, non appena si chiude la porta la casa si svuota di quel "sorriso", perchè Dolce ha un sorriso che illumina intorno e una gentilezza di modi che a volte non sa ... di umano.
Non a caso ho inteso chiamarla così... "Dolce".
Un lungo e stretto abbraccio, ripetuto poco prima di varcare la soglia e un... ciao Mary, grazie di tutto, sono stata davvero bene con Voi.
Mi resta questo fino alla prossima volta... quando tornerà.
Sento girare la chiave nella serratura... Frà è tornato. "Ciao, ma'... è tutto a posto".
Tutto a posto... chissà!?
martedì 28 agosto 2012
Ha fatto tanto chiasso ieri pomeriggio Beatrice quando è passata di qui che tutto è apparsa tranne che "gentile", e "onesta" poi... chissà! Forse.
Il vento già presente dal mattino all'improvviso da moderato si è rinforzato fino all'inverosimile ed ha "impolverato" di terra e sabbia il cielo.
Le prime foglie secche sollevate in alto finivano col posarsi sul balcone e poi sospinte volavano basse urtando contro la rete montata alla ringhiera perchè Beauty non possa... perchè Betty non potesse cadere dabbasso.
Le mie cagnoline... così piccole!
Beauty, in verità è più discola e audace... quando gioca col suo pupazzo preferito c'arriva contro e col muso ne solleva il margine inferiore per far precipitare ciò che ha in bocca e poi guardare.
Può questa sembrare un'osservazione inutile... un qualcosa per riempire uno spazio, ma quanto s'impara osservando gli animali è inimmaginabile soprattutto da Coloro che non amano avvicinarli.
S'impara persino che due persone vissute da sempre nello stesso ambiente, educate ugualmente nello stesso modo possono comportarsi, reagire in modo diverso perchè diversa è l'indole.
Bella scoperta! E' scontata come quella dell'acqua calda... eppure se in quell'acqua non metti il dito non lo sai.
Ed è così... e non Ti servirà a niente prepararti a dovere per non subire l'ennesima delusione, dire a Te stesso, questa volta non ho sbagliato, perchè puntualmente dovrai ritirarti come Pietro... e non aggiungo altro, e in più a testa bassa. E' capitato due giorni fa ed anche oggi... e ieri che ero riuscita a "glissare" l'ostacolo ho pensato alla cosa mentre vedevo venir giù finalmente la pioggia... prima a gocce piccole e rade poi a goccioloni. Non mi sono ritirata all'interno, ho preferito lasciarmi accarezzare dall'acqua che pulisce, cancella e fa ricominciare tutto daccapo.
GOCCIOLINE
Siamo precarie
goccioline
su un vetro
che scendono
e si rincorrono
per ritrovarsi
una dopo l'altra
legate da un percorso
tortuoso e lento
e caschiamo
e brilliamo
e ci rispecchiamo
per finire l'una nell'altra
sulla stessa riga
a fine corsa
Daniele Demetrio D'Aco (... un caro Amico mio)
lunedì 27 agosto 2012
Quando ho una simile percezione ed intuisco ancora una volta quello che son sicura di sapere... mi sento onnipotente!
Forse però è meglio che mi ridimensioni... onnipotente, no... magari sicura o capace o, anche se per un'unica volta... forte.
E' che mi rendo conto di non essere sola... ho la famiglia che pure è importante ma non "esiste da sè" poichè mi è stata donata.
E' che sento di essere pure io, "un dono" affinchè nessuno di Noi quattro fosse solo.
Mi è venuto questo pensiero all'apparenza un po' strampalato e quasi certamente un po' contorto quando mi sono trovata davanti una foto. E' stato come spalancare una finestra ed affacciarsi dopo averlo tanto desiderato. Allora l'ho rubata questa foto, sia ben inteso con il permesso di Chi con tanta arte l'ha scattata, per poter rimirarla a mio piacimento... pensarci su e gioirne.
In uno squarcio di blu c'ho trovato tanta spiritualità. Le nubi minacciose che si aprono e mostrano la luce... è un'immagine troppo bella, se indugi a guardarla ci scorgi un messaggio neanche molto nascosto.
Stasera poi per me è stato doppio... in un momento che non saprei ben definire, "casualmente" ho trovato una foto che ha colpito la mia mente ed è arrivata al Cuore.
Non sono sola... anche se a volte mi sembra il contrario perchè i pensieri, i problemi non mancano e prende il timore di ciò che sarà. E non parlo della mia salute che bene o male riguarda solo me ed io metabolizzo come meglio posso ogni negatività, ma della realtà prossima e non che mi circonda.
So bene che deve essere così e vado avanti a volte cauta e timorosa come se passassi in mezzo a cumuli di uova... guai a romperne uno... addio equilibrio generale!
E anche la foto, ne sono certa non mi è capitata poi tanto a caso... quel Qualcuno mi conosce talmente bene che con me non sbaglia mai. Per un motivo m'avrà pur concesso di restare un altro po' ed allora non vuole che mi scoraggi e me lo manda a dire... vai avanti che sola non sei!
domenica 26 agosto 2012
I Tempi sono proprio cambiati e non solo perchè non ci sono più le mezze stagioni... o forse sì, dipende da questo che gli esseri umani sono sempre più "schizzati" e senti cinguettare gli uccellini a mezzanotte. Beh, nel secondo caso almeno l'effetto è lieto e rasserenante soprattutto se non si dorme ancora.
Li ho sentiti stasera, gli uccellini e poichè un po' "schizzata" lo ero anch'io mi sono soffermata ad ascoltarli e a pensare.
Ma una volta non si ritiravano tra le "loro foglie" all'imbrunire e ricominciavano a modulare all'alba? L'abbiamo detto però, tutto è cambiato... e se in questa "esagerata estate" a mezzanotte la temperatura è molto vicina a quella delle prime ore del giorno, praticamente tiepida ed affatto fresca è normale che le bestiole ricomincino l'opera che la Natura ha destinato loro.
Dovremmo prendere esempio e ricordarcene più spesso e forse "schizzati" lo saremmo molto meno.
"Vivere naturalmente" ecco quello che si dovrebbe.
In inverno c'è il lamento... è troppo freddo, d'estate... è troppo caldo, in autunno e in primavera poi c'è la "danza della pioggia"... se non piove vorremmo che piovesse, se è il contrario "danziamo" perchè smetta. Mai che assecondiamo la cosa come viene.
Eppure se lo facessimo, non dico sempre perchè la perfezione non esiste, ma quasi... quanto ne beneficeremmo!
E si preferisce seguire la volubilità e l'intemperanza piuttosto che affrontare quello che si presenta e "fingere" di assecondarlo... fingere perchè in realtà così facendo asseconderemmo Noi stessi traendone positività per continuare a... sopportare il caldo e poi il freddo, le difficoltà quotidiane escogitando le mille strategie per superarle, credere che il giorno che verrà sarà sempre migliore del presente.
Sarebbe bello che questo fosse il "modus vivendi" dell'esistenza intera e che per comprenderne la bontà non fosse necessario passare attraverso esperienze estreme. Succede raramente e in realtà molto dipende dal carattere individuale.
Comunque, quando anche per caso Ti trovi ad ascoltare certi discorsi non puoi fare a meno di continuare a... sperare in un miglioramento generale.
Eh, Dolce... non la pensi anche Tu così? Certo che lo pensi altrimenti stamattina non avresti detto a Frà che nervoso per il gran caldo e contrariato per un "problemino" risolvibile se la prendeva contro la "giornata sfortunata"... "no, non dirlo che è un giorno sfortunato... nessun giorno lo è. E' come Tu lo vedi. Avrai più caldo se pensi sempre al caldo... ci sarà sfortuna se Tu la crederai possibile. Dai, su... un po' di coccole e un sorriso."
Li ho sentiti stasera, gli uccellini e poichè un po' "schizzata" lo ero anch'io mi sono soffermata ad ascoltarli e a pensare.
Ma una volta non si ritiravano tra le "loro foglie" all'imbrunire e ricominciavano a modulare all'alba? L'abbiamo detto però, tutto è cambiato... e se in questa "esagerata estate" a mezzanotte la temperatura è molto vicina a quella delle prime ore del giorno, praticamente tiepida ed affatto fresca è normale che le bestiole ricomincino l'opera che la Natura ha destinato loro.
Dovremmo prendere esempio e ricordarcene più spesso e forse "schizzati" lo saremmo molto meno.
"Vivere naturalmente" ecco quello che si dovrebbe.
In inverno c'è il lamento... è troppo freddo, d'estate... è troppo caldo, in autunno e in primavera poi c'è la "danza della pioggia"... se non piove vorremmo che piovesse, se è il contrario "danziamo" perchè smetta. Mai che assecondiamo la cosa come viene.
Eppure se lo facessimo, non dico sempre perchè la perfezione non esiste, ma quasi... quanto ne beneficeremmo!
E si preferisce seguire la volubilità e l'intemperanza piuttosto che affrontare quello che si presenta e "fingere" di assecondarlo... fingere perchè in realtà così facendo asseconderemmo Noi stessi traendone positività per continuare a... sopportare il caldo e poi il freddo, le difficoltà quotidiane escogitando le mille strategie per superarle, credere che il giorno che verrà sarà sempre migliore del presente.
Sarebbe bello che questo fosse il "modus vivendi" dell'esistenza intera e che per comprenderne la bontà non fosse necessario passare attraverso esperienze estreme. Succede raramente e in realtà molto dipende dal carattere individuale.
Comunque, quando anche per caso Ti trovi ad ascoltare certi discorsi non puoi fare a meno di continuare a... sperare in un miglioramento generale.
Eh, Dolce... non la pensi anche Tu così? Certo che lo pensi altrimenti stamattina non avresti detto a Frà che nervoso per il gran caldo e contrariato per un "problemino" risolvibile se la prendeva contro la "giornata sfortunata"... "no, non dirlo che è un giorno sfortunato... nessun giorno lo è. E' come Tu lo vedi. Avrai più caldo se pensi sempre al caldo... ci sarà sfortuna se Tu la crederai possibile. Dai, su... un po' di coccole e un sorriso."
sabato 25 agosto 2012
"Nessun uomo sulla Terra muore davvero se c'è qualcuno che lo ricorda".
E' questa un'affermazione in cui credo fortemente da tempo, c'arrivai un giorno non tanto lontano, mi piacque perchè rendeva meno triste l'idea della Morte. Per questo la credevo oggettivamente valida ma fino ad un certo punto, poi stamattina l'ho sentita ripetere durante l'omelia dal celebrante al funerale di quella mamma.
Allora è verità, ho pensato tra me ma non perchè venisse proclamata in tale maniera e in quella occasione.
Davvero una persona che ha tanto e bene operato non può essere scordata. Io la conoscevo quella mamma, la Sua vita... il Suo "grande cuore" e certamente non la dimenticherò, quindi non muore.
Quando sette anni fa mi fu chiesto di scrivere qualcosa che embleticamente rappresentasse mia madre, pensai di andare a cercare nella Bibbia ma la ricerca si presentò subito alquanto difficoltosa...un libro così immenso!
Ma sapevo che solo tra quelle righe avrei potuto trovare l'"espressione" giusta... equilibrata e senza retorica ma efficace. Non sapevo comunque come fare ed allora m'affidai a Lui che non sbaglia mai... m'avrebbe guidato.
Aprii il libro di scatto, ad una pagina a caso e il mio occhio cadde su una frase... "... alla morte di un uomo si rivelano le sue opere." dal Siracide.
Leggere e decidere fu tutt'uno... quella sarebbe stata la frase per la mia mamma, perchè in effetti era stato proprio così. Alla morte siamo venuti a conoscenza di cose grandi che aveva fatto e di cui non solo non si era vantata ma non aveva neppure parlato. La Sua figura, l'alta statura morale erano venute fuori all'improvviso pubblicamente procurando in Noi motivo d'orgoglio anche se in realtà non ce n'era bisogno.
Ricordo il giorno del Suo funerale, quando al momento del commiato s'avvicinò una donna che non avevamo mai visto... "Voi non mi conoscete ma un giorno la Vostra mamma mi ha aiutato... non avevo come fare la spesa, senza un soldo... mi diede centomila lire."
Mia madre non era una benestante, non aveva nulla di Suo... era moglie di un impiegato, casalinga con cinque figli. Quella cifra l'aveva tolta dallo stipendio mensile che amministrava... e Noi non ce ne siamo mai accorti.
E' questa un'affermazione in cui credo fortemente da tempo, c'arrivai un giorno non tanto lontano, mi piacque perchè rendeva meno triste l'idea della Morte. Per questo la credevo oggettivamente valida ma fino ad un certo punto, poi stamattina l'ho sentita ripetere durante l'omelia dal celebrante al funerale di quella mamma.
Allora è verità, ho pensato tra me ma non perchè venisse proclamata in tale maniera e in quella occasione.
Davvero una persona che ha tanto e bene operato non può essere scordata. Io la conoscevo quella mamma, la Sua vita... il Suo "grande cuore" e certamente non la dimenticherò, quindi non muore.
Quando sette anni fa mi fu chiesto di scrivere qualcosa che embleticamente rappresentasse mia madre, pensai di andare a cercare nella Bibbia ma la ricerca si presentò subito alquanto difficoltosa...un libro così immenso!
Ma sapevo che solo tra quelle righe avrei potuto trovare l'"espressione" giusta... equilibrata e senza retorica ma efficace. Non sapevo comunque come fare ed allora m'affidai a Lui che non sbaglia mai... m'avrebbe guidato.
Aprii il libro di scatto, ad una pagina a caso e il mio occhio cadde su una frase... "... alla morte di un uomo si rivelano le sue opere." dal Siracide.
Leggere e decidere fu tutt'uno... quella sarebbe stata la frase per la mia mamma, perchè in effetti era stato proprio così. Alla morte siamo venuti a conoscenza di cose grandi che aveva fatto e di cui non solo non si era vantata ma non aveva neppure parlato. La Sua figura, l'alta statura morale erano venute fuori all'improvviso pubblicamente procurando in Noi motivo d'orgoglio anche se in realtà non ce n'era bisogno.
Ricordo il giorno del Suo funerale, quando al momento del commiato s'avvicinò una donna che non avevamo mai visto... "Voi non mi conoscete ma un giorno la Vostra mamma mi ha aiutato... non avevo come fare la spesa, senza un soldo... mi diede centomila lire."
Mia madre non era una benestante, non aveva nulla di Suo... era moglie di un impiegato, casalinga con cinque figli. Quella cifra l'aveva tolta dallo stipendio mensile che amministrava... e Noi non ce ne siamo mai accorti.
venerdì 24 agosto 2012
"... la piccola fiamma continuerà a... restare accesa e brillerà tutte le volte che vorrai."
L'ho appena scritto ad un Amico che oggi ha perso la Sua mamma.
Non c'è età "adatta" a perdere l'affetto più grande della vita, si soffre sempre, enormemente e quello che si prova nell'immediato è un profondo senso d'ingiustizia e la "quasi certezza" d'aver perso tempo.
Vorresti poter tornare indietro e recuperare tutto quanto... le carezze e i baci da bambino, i rimbrotti e le raccomandazioni di quando sei più grande, il sostegno ricevuto sempre.
E poi senti un vuoto dentro... un vuoto fisico perchè non odi quella voce e il suono della "risata" ed anche il silenzio compagno delle lacrime.
Ti manca TUTTO di LEI...
E T'appigli ai ricordi, Ti sforzi fino a far scoppiare la testa per riprodurre il tono della Sua voce perchè possa continuare in Te e chiudi gli occhi per rammentare ogni particolare fisico e non scordarlo più.
Gli ultimi istanti di quella Vita che si spegne sono poi quelli che restano impressi a fuoco... il pallore, il sudore sempre più gelido, lo sguardo più intenso nel volto che perde espressione... l'ultimo scintillio della candela prima del buio.
Quando Tutto è finito c'è l'angoscia, il dolore grande... stupisce il mondo che va perchè avrebbe dovuto fermarsi... è volata in Cielo una mamma... è una cosa importante che merita rispetto.
Ma non è così o meglio è cosi che si rispetta una Vita che non c'è più... continuando a... Vivere nel ricordo e negli esempi lasciati in dono.
Siamo TUTTI in cammino verso una meta, prima o poi c'arriveremo.
Lungo il cammino qualcuno si ferma, è stanco.
Noi andiamo avanti, voltandoci indietro ogni tanto finchè non lo perdiamo di vista.
Sereni... perchè dopo il riposo riprenderà il cammino, a passo lento e stanco... ma lo riprenderà verso quella stessa meta.
giovedì 23 agosto 2012
Beh... ieri è stato così perchè è andata in un certo modo, e pur non perdendo fiducia e speranza mi sentivo... forse come una crocerossina in un ospedale da campo. E' un'associazione insolita, l'ammetto ma è quella che per prima m'è venuta in mente... la sento "mia" davvero.
Probabilmente perchè dentro di me continuo a... combattere una battaglia contro un nemico invisibile, ma soprattutto vedo combattere e non sempre vincere, e questo m'addolora profondamente e fa volar via le farfalle di un sogno.
Pure ieri ero stata in ospedale, ancora in incognito ma non so per quanto visto che ho notato qualcuno fissarmi più del dovuto... comunque mi ero "infiltrata" al solito di soppiatto nella stanza di "Ma che c'mport" perchè dovevamo portare a termine la missione della prenotazione per la mammografia. Tra l'altro la cosa dopo tanto peregrinare è andata a buon fine e quando sono tornata in reparto, mentre chiacchieravo col marito della mia Amica ho visto per caso il figlio di "Angelina".
"Mamma ha ripreso con la terapia... vieni andiamo da Lei."
"Ma qui non vogliono, non vorrei farmi notare..."
"Non Ti preoccupare... non direbbero niente."
L'ho seguito... ed "Angelina" era lì, distesa sul letto... solo allora ho visto la sedia a rotelle accanto al tavolo.
"Non cammino più..." m'ha detto stringendomi forte la mano, "... e non ce la faccio più", ed intanto come qualche settimana fa mi fissava spostando lo sguardo dai capelli al seno alle braccia.
Mi sono sentita all'improvviso una privilegiata, avrei voluto non esserlo.
Mi sono ricordata di quella volta che mi fu detto di non pensarla mai a questo modo, m'avrebbe fatto molto male e non sarei stata più in grado di continuare a... fare tutte le belle cose sane e positive di cui ero capace.
Ho scacciato allora quell'idea e ho detto ad "Angelina"... "Ora devo andare, stasera Ti telefono e mi dici il giorno che devi tornare... verrò solo per Te."
"Grazie... è una fortuna averti come amica."
Ieri sera l'ho chiamata ma non ha risposto... Ho sospirato riponendo il cellulare nella sua custodia.
Poi... mi sono messa al pc alla ricerca nel web di qualche articolo interessante per la mia "buona idea".
Avrei potuto attingere notizie su associazioni come ANDOS e KOMEN, condividerle con gli altri Amici del gruppo su fb...
Sono andata su Google ed ho cominciato a cercare. Nel frattempo mi ero ricordata che la presidentessa della sezione ANDOS locale era una mia vecchia compagna di liceo, ho cercato il profilo su fb e una volta trovato ho inviato la richiesta d'amicizia. Di ritorno su Google... la scoperta della Sua morte avvenuta proprio nei giorni in cui ero in ospedale per la ricostruzione.
E' stata una doccia fredda.
Ho cominciato a scrivere poi la mia consueta pagina di diario... così come veniva su, col magone e i suoni attutiti per la pressione alle tempie. Un secondo peggiore degli altri, un tasto sbagliato ed ho cancellato tutto quello che avevo scritto.
Avrei voluto spegnere immediatamente ogni luce, andare a letto e basta ma non sarei stata capace di giustificarlo per prima a me stessa.
Il resto è cosa nota.
Oggi è stato un altro giorno, l'ennesimo di questa torrida estate senza fine ma mi sono destata, cosa strana che già parlavo e con tante cose in mente da mettere in pratica.
Ho cominciato... ho continuato ed è stato bello realizzare d'aver dimenticato di scongelare il pane all'una meno cinque, e senza "panico" portarlo in tavola bello e fragrante dopo mezz'ora senza metterlo in forno.
Non era stato necessario... sono stati sufficienti 15 minuti sul balcone.
Eh, sì... una strategia si trova sempre per poter recuperare.
mercoledì 22 agosto 2012
E' molto molto tardi e la stanchezza di questo giorno m'impedisce di andare oltre...
Come ogni sera avevo scritto il mio post, la mia pagina di diario... ma all'improvviso ho schiacciato un tasto, e involontariamente cancellato tutto, tutto quanto.
Che i giorni non sono tutti uguali è una verità sacrosanta, ma il constatarlo è per me ogni volta una delusione, è il dover addormentarmi con la netta sensazione di avere un pugno di... farfalle in mano. Sì, proprio di farfalle non di mosche, come è detto comune... perchè l'immagine della farfalla è quella più leggiadra per rappresentare un sogno.
Oggi è stato così... perchè ieri era diverso, partita in quarta quasi spavalda... oggi piuttosto in retromarcia per Chi ho rivisto, quello che ho notato... per Chi avrei contattato, anzi l'avevo già fatto e poi non ho potuto perchè non è più... ed io non lo sapevo ed aveva la mia età e da anni combatteva senza tregua.
Una mia vecchia compagna di scuola...
Addio, Myriam...
A Chi mi vuole bene... arrivederci a domani, forse non sarò così stanca come oggi...
Come ogni sera avevo scritto il mio post, la mia pagina di diario... ma all'improvviso ho schiacciato un tasto, e involontariamente cancellato tutto, tutto quanto.
Che i giorni non sono tutti uguali è una verità sacrosanta, ma il constatarlo è per me ogni volta una delusione, è il dover addormentarmi con la netta sensazione di avere un pugno di... farfalle in mano. Sì, proprio di farfalle non di mosche, come è detto comune... perchè l'immagine della farfalla è quella più leggiadra per rappresentare un sogno.
Oggi è stato così... perchè ieri era diverso, partita in quarta quasi spavalda... oggi piuttosto in retromarcia per Chi ho rivisto, quello che ho notato... per Chi avrei contattato, anzi l'avevo già fatto e poi non ho potuto perchè non è più... ed io non lo sapevo ed aveva la mia età e da anni combatteva senza tregua.
Una mia vecchia compagna di scuola...
Addio, Myriam...
A Chi mi vuole bene... arrivederci a domani, forse non sarò così stanca come oggi...
martedì 21 agosto 2012
lunedì 20 agosto 2012
Non so perchè ma a me le idee migliori vengono mentre lavo i piatti.
Sarà perchè è un "lavoro" che mi scoccia fare e mi concentro al massimo per distrarmi e non pensare a quello che sto facendo. Devo dire che fino ad oggi sono stata anche fortunata, non ho rotto un bicchiere e "ho partorito" sempre idee di grande soddisfazione.
Allora... tornando a ciò che m'è venuto in mente, riepiloghiamo.
Ad un certo punto della mia "storia" è successo qualcosa che mi ha di nuovo destabilizzato e fatto perdere delle certezze, non riguardanti la mia salute, che quelle ce l'ho, sì e no... ma dai, diciamo di sì perchè "al momento" sto bene... bensì su quello che avrei potuto continuare a... fare con la condivisione della mia esperienza di "paziente oncologico". Ormai pur mantenendo numerosi contatti ero senza "posto fisso" (...persino IO!), mi chiamavano a casa e un po' col telefono o incontrandoci altrove più o meno riuscivo a colmare quel vuoto non solo mio. Ma non bastava perchè così facendo non avrei avuto modo d'allargare le mie conoscenze. Chiaramente questo non mi sarebbe dispiaciuto anzi, se fosse stata prova di un calo di pazienti, ma poichè la "crisi" che vorremmo non è... il pensiero che non avrei più potuto esternare ciò che di bello il cancro m'aveva lasciato, il desiderio e la forza di andare avanti, la capacità di gettare tutto alle spalle senza dimenticare, mi dava una grande tristezza. Più volte ho persino detto a me stessa... ma guarda un po', non mi ha zittito la malattia ed ora sto diventando cupa e silenziosa.
Poteva mai essere questo? Assolutamente... no! Qualcosa dovevo fare e così un giorno...
Quel giorno pure ero davanti al lavandino, stavo lavando le tazze della colazione...
Mi tornò in mente il mio approccio con il web, l'iscrizione a "Dure come muri"...
Ecco... e se avessi aperto un "forum"?! Quante persone avrei potuto conoscere, con quante di Loro sarebbe stato possibile stabilire relazioni capaci di costituire un ausilio, un sussidio per continuare un percorso non facile adattandosi alla malattia.
Ne parlai con mio figlio che di queste cose ne capisce certo più di me, almeno tecnicamente... appunto, e "tecnicamente" mi spiegò la cosa, ogni singolo passaggio... dominio, moderazione... login. Decisamente troppo per me... ma qualcosa di semplice, più alla mia portata non c'era?
"No, mamma... è un forum che vuoi? E il forum si fa così!"
Va bene, mi dissi... non è cosa per me, continuerò a... e basta.
Poi ieri, l'idea... spero... fulminante. Il "GRUPPO" su fb! Però un Gruppo aperto... apertissimo a TUTTI.
Ho acceso il pc e sono andata sul mio profilo... a sinistra era scritto, crea un gruppo... OK, scegli un'icona... ho fermato il mouse sull'immagine di un fiore... ancora OK, invita i Tuoi Amici a seguirti... e ad uno ad uno ho digitato i nomi di quelli che ritenevo potessero essere interessati, poi alla fine... dai un nome al nuovo gruppo.
Come avrei potuto chiamarlo se non... "CONTINUARE A... PARLARNE CON SPERANZA"?
Sarà perchè è un "lavoro" che mi scoccia fare e mi concentro al massimo per distrarmi e non pensare a quello che sto facendo. Devo dire che fino ad oggi sono stata anche fortunata, non ho rotto un bicchiere e "ho partorito" sempre idee di grande soddisfazione.
Allora... tornando a ciò che m'è venuto in mente, riepiloghiamo.
Ad un certo punto della mia "storia" è successo qualcosa che mi ha di nuovo destabilizzato e fatto perdere delle certezze, non riguardanti la mia salute, che quelle ce l'ho, sì e no... ma dai, diciamo di sì perchè "al momento" sto bene... bensì su quello che avrei potuto continuare a... fare con la condivisione della mia esperienza di "paziente oncologico". Ormai pur mantenendo numerosi contatti ero senza "posto fisso" (...persino IO!), mi chiamavano a casa e un po' col telefono o incontrandoci altrove più o meno riuscivo a colmare quel vuoto non solo mio. Ma non bastava perchè così facendo non avrei avuto modo d'allargare le mie conoscenze. Chiaramente questo non mi sarebbe dispiaciuto anzi, se fosse stata prova di un calo di pazienti, ma poichè la "crisi" che vorremmo non è... il pensiero che non avrei più potuto esternare ciò che di bello il cancro m'aveva lasciato, il desiderio e la forza di andare avanti, la capacità di gettare tutto alle spalle senza dimenticare, mi dava una grande tristezza. Più volte ho persino detto a me stessa... ma guarda un po', non mi ha zittito la malattia ed ora sto diventando cupa e silenziosa.
Poteva mai essere questo? Assolutamente... no! Qualcosa dovevo fare e così un giorno...
Quel giorno pure ero davanti al lavandino, stavo lavando le tazze della colazione...
Mi tornò in mente il mio approccio con il web, l'iscrizione a "Dure come muri"...
Ecco... e se avessi aperto un "forum"?! Quante persone avrei potuto conoscere, con quante di Loro sarebbe stato possibile stabilire relazioni capaci di costituire un ausilio, un sussidio per continuare un percorso non facile adattandosi alla malattia.
Ne parlai con mio figlio che di queste cose ne capisce certo più di me, almeno tecnicamente... appunto, e "tecnicamente" mi spiegò la cosa, ogni singolo passaggio... dominio, moderazione... login. Decisamente troppo per me... ma qualcosa di semplice, più alla mia portata non c'era?
"No, mamma... è un forum che vuoi? E il forum si fa così!"
Va bene, mi dissi... non è cosa per me, continuerò a... e basta.
Poi ieri, l'idea... spero... fulminante. Il "GRUPPO" su fb! Però un Gruppo aperto... apertissimo a TUTTI.
Ho acceso il pc e sono andata sul mio profilo... a sinistra era scritto, crea un gruppo... OK, scegli un'icona... ho fermato il mouse sull'immagine di un fiore... ancora OK, invita i Tuoi Amici a seguirti... e ad uno ad uno ho digitato i nomi di quelli che ritenevo potessero essere interessati, poi alla fine... dai un nome al nuovo gruppo.
Come avrei potuto chiamarlo se non... "CONTINUARE A... PARLARNE CON SPERANZA"?
domenica 19 agosto 2012
Sono tre mesi ormai che non ho tempo per pensare, arrovellarmi tra mille dubbi, farmi prendere da ansie improvvise ed immotivate... nonostante questo maggiore è il senso di precarietà che provo.
E non riguarda solo me... la mia condizione e la Vita mia stessa.
Mi guardo intorno... in famiglia e vedo il futuro più che incerto soprattutto per i figli. Spazio oltre lo sguardo... e anche in questo caso il risultato sarebbe alquanto sconfortante.
A parte la situazione economica attuale di cui qui non è certo il caso di trattare, pare niente l'incremento dei casi di tumore? Una malattia "irriguardosa", ingannevole... ribelle.
In due anni di blog so bene di averlo detto decine di volte... "una volta sarebbe stato diverso"... ma chiedo comprensione, devo ripeterlo ancora.
"Una volta sarebbe stato diverso..." perchè ad esempio sarei rimasta spiazzata, mi sarei sentita letteralmente destabilizzata nell'apprendere che una giovane donna che io conosco, dell'età delle mie nipoti ha avuto una recidiva al seno dopo tre anni, e non solo ma anche con metastasi diffuse. Della recidiva ero venuta a conoscenza qualche settimana fa per caso... e sempre per caso oggi ho saputo delle metastasi. Eppure avrei dovuto prima... da Altri quasi "a titolo di cronaca". E' un pessimo modo di definire questo tipo d'informazione ma è più o meno così che seppi di "Lei" e della malattia, la prima volta... tre anni fa.
Mi chiedo... c'è ora qualcosa di diverso? Per me no... se non in positivo, visto che ho dato prova per prima a me stessa di non aver paura. Non grido ai quattro venti... sono forte... mentirei e se ci fosse un ritorno mi sentirei indifesa e vulnerabile come due anni e mezzo fa, però di una cosa sono certa... tirerei fuori una grinta maggiore perchè ora voglio vivere più di prima ed ho decine di motivazioni in più per desiderarlo.
Così stamattina ho avuto questa notizia, è stato un pugno nello stomaco che m'ha impedito di muovermi in armonia col pensiero, mi dispiaceva tanto per "Lei", per l'ulteriore ingiusta sofferenza... poi, a fine mattinata è stato come ricevere uno scossone e m'è venuta un'idea che in realtà "vagava" latente da un po' di tempo.
Quando "quel terzo piano" era stato chiuso m'ero sentita privata di qualcosa d'importante, come se non avessi più un ruolo ben preciso. Sia ben inteso che non avevo presunzione alcuna... senza di me il mondo non cambiava, per carità... però volevo fare ancora qualcosa per "quelli che contano", anche per me che forse conto meno, per "quelli che conoscevo" e pure "quelli sconosciuti" che avrei potuto conoscere e che a questo punto contavano ancora di più.
Sarò stata chiara? Non so... perchè quando vengo presa dal frenetico entusiasmo del fare, mi rendo conto... non mi controllo più!
Allora... che cosa m'è venuto in mente? Ma no... forse ora no.
E' meglio che ne parlo domani con la lucidità e la gioia per un nuovo giorno.
E non riguarda solo me... la mia condizione e la Vita mia stessa.
Mi guardo intorno... in famiglia e vedo il futuro più che incerto soprattutto per i figli. Spazio oltre lo sguardo... e anche in questo caso il risultato sarebbe alquanto sconfortante.
A parte la situazione economica attuale di cui qui non è certo il caso di trattare, pare niente l'incremento dei casi di tumore? Una malattia "irriguardosa", ingannevole... ribelle.
In due anni di blog so bene di averlo detto decine di volte... "una volta sarebbe stato diverso"... ma chiedo comprensione, devo ripeterlo ancora.
"Una volta sarebbe stato diverso..." perchè ad esempio sarei rimasta spiazzata, mi sarei sentita letteralmente destabilizzata nell'apprendere che una giovane donna che io conosco, dell'età delle mie nipoti ha avuto una recidiva al seno dopo tre anni, e non solo ma anche con metastasi diffuse. Della recidiva ero venuta a conoscenza qualche settimana fa per caso... e sempre per caso oggi ho saputo delle metastasi. Eppure avrei dovuto prima... da Altri quasi "a titolo di cronaca". E' un pessimo modo di definire questo tipo d'informazione ma è più o meno così che seppi di "Lei" e della malattia, la prima volta... tre anni fa.
Mi chiedo... c'è ora qualcosa di diverso? Per me no... se non in positivo, visto che ho dato prova per prima a me stessa di non aver paura. Non grido ai quattro venti... sono forte... mentirei e se ci fosse un ritorno mi sentirei indifesa e vulnerabile come due anni e mezzo fa, però di una cosa sono certa... tirerei fuori una grinta maggiore perchè ora voglio vivere più di prima ed ho decine di motivazioni in più per desiderarlo.
Così stamattina ho avuto questa notizia, è stato un pugno nello stomaco che m'ha impedito di muovermi in armonia col pensiero, mi dispiaceva tanto per "Lei", per l'ulteriore ingiusta sofferenza... poi, a fine mattinata è stato come ricevere uno scossone e m'è venuta un'idea che in realtà "vagava" latente da un po' di tempo.
Quando "quel terzo piano" era stato chiuso m'ero sentita privata di qualcosa d'importante, come se non avessi più un ruolo ben preciso. Sia ben inteso che non avevo presunzione alcuna... senza di me il mondo non cambiava, per carità... però volevo fare ancora qualcosa per "quelli che contano", anche per me che forse conto meno, per "quelli che conoscevo" e pure "quelli sconosciuti" che avrei potuto conoscere e che a questo punto contavano ancora di più.
Sarò stata chiara? Non so... perchè quando vengo presa dal frenetico entusiasmo del fare, mi rendo conto... non mi controllo più!
Allora... che cosa m'è venuto in mente? Ma no... forse ora no.
E' meglio che ne parlo domani con la lucidità e la gioia per un nuovo giorno.
sabato 18 agosto 2012
Nel centro di riabilitazione dove mio padre sta recuperando dopo l'operazione al femore, c'è un reparto dove percorrono il difficile cammino i pazienti psichiatrici.
Ogni volta che sono lì ne vedo qualcuno lungo i viali alberati del giardino.
Stasera ho visto un anziano che camminava scuotendo il capo ed ogni tanto proferiva parola, come fosse risposta o intervento ad un altro interlocutore.
Ormai mi sono abituata a questi incontri, eppure non nascondo che nell'immediato resto perplessa, forse anche turbata da quella sorta d' "infelicità" inconsapevole, ma poi riflettendo mi chiedo fino a che punto lo sono, infelici visto che possono essere se stessi completamente senza inibizione o vergogna.
Naturalmente parlo di pazienti non aggressivi o violenti, che sembrano piuttosto sospesi in una specie di limbo o "piccolo paradiso riservato" il cui ingresso è concesso solo a Loro.
All'inizio per più giorni di seguito ho incontrato la stessa persona, tanto che aveva imparato anche a riconoscerci. S'aggirava nei pressi del parcheggio all'interno del giardino. Non avevo subito capito Chi fosse, pensavo ad un posteggiatore o al parente di qualcuno ricoverato lì... non certo ad un paziente psichiatrico. Si muoveva in modo un po' strano quasi zoppicasse ma era vestito di tutto punto, quindi...
Ora a pensarci bene proprio per il fatto che con questo caldo torrido indossasse giacca e cravatta e gesticolasse come un parcheggiatore, qualcosina avrei dovuto intuire, e poi la conferma l'avrei avuta guardando le scarpe... comunissime scarpe da ginnastica ma bianche e rosa! Giacca, cravatta e scarpe stile Barbie? Tutto molto improbabile.
Una sera s'avvicinò a Noi... "Vi mettete qua? Fate bene! Lo sapete che domani mi sposo?"... intanto l'Amore della mia Vita era di spalle e chiudeva l'auto... "Senti zia (io) diccelo allo zio (mio marito) che domani mi sposo. Anzi... v'invito a tutt'e due!"
Sorridendo c'eravamo allontanati rassicurandolo che non saremmo mancati. Lo vedemmo ritornare al posteggio gongolante e soddisfatto.
Un paio di sere dopo ce lo ritrovammo in divisa e con un cappello da guardia giurata.. Soliti convenevoli ma questa volta nessun accenno al matrimonio. Assecondandolo io non gli avrei chiesto niente, ma l'Amore della mia Vita anche per stabilire una certa familiarità tirando in ballo un argomento pregresso che aveva voluto condividere con Noi, gli chiese..."E poi Ti sei sposato?"
All'improvviso si rabbuiò, si scostò di qualche passo e levandosi il cappello guardò torvo... " nun' ne parlamm" esclamò poi allontanandosi a capo basso.
Forse quella domanda a bruciapelo aveva fatto scaturire una scintilla di lucidità, chissà...
Da quella sera non l'abbiamo più visto.
Ci penso sempre... anche con un po' di senso di colpa... si sarà sentito mortificato, offeso.
Mi dispiace.
Se è vero che un pizzico di follia è nascosta in ogni uomo quanto male può fare il "folle inconsapevole" a Chi vive pur con dignità il proprio delirio... il Suo ragionamento non condiviso.
Ogni volta che sono lì ne vedo qualcuno lungo i viali alberati del giardino.
Stasera ho visto un anziano che camminava scuotendo il capo ed ogni tanto proferiva parola, come fosse risposta o intervento ad un altro interlocutore.
Ormai mi sono abituata a questi incontri, eppure non nascondo che nell'immediato resto perplessa, forse anche turbata da quella sorta d' "infelicità" inconsapevole, ma poi riflettendo mi chiedo fino a che punto lo sono, infelici visto che possono essere se stessi completamente senza inibizione o vergogna.
Naturalmente parlo di pazienti non aggressivi o violenti, che sembrano piuttosto sospesi in una specie di limbo o "piccolo paradiso riservato" il cui ingresso è concesso solo a Loro.
All'inizio per più giorni di seguito ho incontrato la stessa persona, tanto che aveva imparato anche a riconoscerci. S'aggirava nei pressi del parcheggio all'interno del giardino. Non avevo subito capito Chi fosse, pensavo ad un posteggiatore o al parente di qualcuno ricoverato lì... non certo ad un paziente psichiatrico. Si muoveva in modo un po' strano quasi zoppicasse ma era vestito di tutto punto, quindi...
Ora a pensarci bene proprio per il fatto che con questo caldo torrido indossasse giacca e cravatta e gesticolasse come un parcheggiatore, qualcosina avrei dovuto intuire, e poi la conferma l'avrei avuta guardando le scarpe... comunissime scarpe da ginnastica ma bianche e rosa! Giacca, cravatta e scarpe stile Barbie? Tutto molto improbabile.
Una sera s'avvicinò a Noi... "Vi mettete qua? Fate bene! Lo sapete che domani mi sposo?"... intanto l'Amore della mia Vita era di spalle e chiudeva l'auto... "Senti zia (io) diccelo allo zio (mio marito) che domani mi sposo. Anzi... v'invito a tutt'e due!"
Sorridendo c'eravamo allontanati rassicurandolo che non saremmo mancati. Lo vedemmo ritornare al posteggio gongolante e soddisfatto.
Un paio di sere dopo ce lo ritrovammo in divisa e con un cappello da guardia giurata.. Soliti convenevoli ma questa volta nessun accenno al matrimonio. Assecondandolo io non gli avrei chiesto niente, ma l'Amore della mia Vita anche per stabilire una certa familiarità tirando in ballo un argomento pregresso che aveva voluto condividere con Noi, gli chiese..."E poi Ti sei sposato?"
All'improvviso si rabbuiò, si scostò di qualche passo e levandosi il cappello guardò torvo... " nun' ne parlamm" esclamò poi allontanandosi a capo basso.
Forse quella domanda a bruciapelo aveva fatto scaturire una scintilla di lucidità, chissà...
Da quella sera non l'abbiamo più visto.
Ci penso sempre... anche con un po' di senso di colpa... si sarà sentito mortificato, offeso.
Mi dispiace.
Se è vero che un pizzico di follia è nascosta in ogni uomo quanto male può fare il "folle inconsapevole" a Chi vive pur con dignità il proprio delirio... il Suo ragionamento non condiviso.
venerdì 17 agosto 2012
Sembrava che questo giorno non dovesse essere dei più proficui... col fiato di "Caligola" sul collo, voglia di fare pari a zero e un po' di pensieri per la testa pensavo proprio che a fine serata avrei scritto il più sintetico dei post... "Chiuso per fiacca".
Perchè quando sei così, svogliato ed ipocondriaco non Ti va di guardare fuori e dentro di Te... porta tristezza che è meglio non tradurre in parole.
Perchè i giorni che ci vengono donati sono un bene prezioso che va investito di continuo affinchè non siano sterili e diano sempre frutto.
E poi... non esiste giorno di cui non abbiamo da "ritenere" qualcosa di buono.
Infatti...
Stamattina mi squilla il cellulare, la suoneria avvisa di un messaggio... do un'occhiata, in memoria ne sono presenti due, l'ultimo, quello appena arrivato è di Valeria, mia figlia... il precedente è di ieri pomeriggio da parte di Chi ritenevo non mi pensasse più o molto poco. Se così fosse stato l'avrei pure capito per questo quando ho letto mi sono stupita e perfino commossa.
Deve essere vero che quando semini qualcosa raccogli altrettanto se non di più.
M'affretto a rispondere... scrivo le parole, sincere così come vengono dal Cuore poi schiaccio il tasto OK per l'invio. Quello che mi torna indietro sul display come risposta mi lascia a bocca aperta... "Il credito non è sufficiente per eseguire l'operazione richiesta, fai un'altra ricarica..."
Ma come... se solo una settimana fa m'avevano accreditato ben 100 minuti!?
Indispettita, m'arrovellavo in questo dubbio ed anche altri... ho chiesto a Frà, mio figlio... risposta evasiva quasi nulla, poi è tornato a casa l'Amore della mia Vita... anche Lui ci capiva poco o niente.
Parecchio dopo e con l'unione delle Nostre forze intellettive abbiamo finalmente compreso che... i 100 minuti erano vocali e non includevano i messaggi per cui fino a quel momento era servito il credito residuo ora ridotto alla fantastica cifra di euro 0,04.
Oh, mamma... ed io che tanto tenevo a rispondere all'inaspettato messaggio!
Bene allora... la "voce" era pagata? E avrei usato quella, no!? Era in mio possesso ed anche "accreditata"!
Ho digitato quel "numero amico" e dall'altro capo mi ha risposto non proprio Chi m'aspettavo ma "quasi"... intendo dire Chi in fondo speravo.
Una breve conversazione affabile e gratificante... la conferma che il Bene non si dimentica, non lo dimentica Chi lo fa nè Chi lo riceve ed alla fine entrambi si sentono grati l'uno all'altro.
Beh... la giornata è davvero finita e quello che doveva essere il più breve dei post forse è tra i più lunghi... è naturale.
Ma si pensa a quanto ho "ritenuto" oggi?
100 minuti di esclusività della voce e un pizzico abbondante di ricchezza inaspettata.
Perchè quando sei così, svogliato ed ipocondriaco non Ti va di guardare fuori e dentro di Te... porta tristezza che è meglio non tradurre in parole.
Perchè i giorni che ci vengono donati sono un bene prezioso che va investito di continuo affinchè non siano sterili e diano sempre frutto.
E poi... non esiste giorno di cui non abbiamo da "ritenere" qualcosa di buono.
Infatti...
Stamattina mi squilla il cellulare, la suoneria avvisa di un messaggio... do un'occhiata, in memoria ne sono presenti due, l'ultimo, quello appena arrivato è di Valeria, mia figlia... il precedente è di ieri pomeriggio da parte di Chi ritenevo non mi pensasse più o molto poco. Se così fosse stato l'avrei pure capito per questo quando ho letto mi sono stupita e perfino commossa.
Deve essere vero che quando semini qualcosa raccogli altrettanto se non di più.
M'affretto a rispondere... scrivo le parole, sincere così come vengono dal Cuore poi schiaccio il tasto OK per l'invio. Quello che mi torna indietro sul display come risposta mi lascia a bocca aperta... "Il credito non è sufficiente per eseguire l'operazione richiesta, fai un'altra ricarica..."
Ma come... se solo una settimana fa m'avevano accreditato ben 100 minuti!?
Indispettita, m'arrovellavo in questo dubbio ed anche altri... ho chiesto a Frà, mio figlio... risposta evasiva quasi nulla, poi è tornato a casa l'Amore della mia Vita... anche Lui ci capiva poco o niente.
Parecchio dopo e con l'unione delle Nostre forze intellettive abbiamo finalmente compreso che... i 100 minuti erano vocali e non includevano i messaggi per cui fino a quel momento era servito il credito residuo ora ridotto alla fantastica cifra di euro 0,04.
Oh, mamma... ed io che tanto tenevo a rispondere all'inaspettato messaggio!
Bene allora... la "voce" era pagata? E avrei usato quella, no!? Era in mio possesso ed anche "accreditata"!
Ho digitato quel "numero amico" e dall'altro capo mi ha risposto non proprio Chi m'aspettavo ma "quasi"... intendo dire Chi in fondo speravo.
Una breve conversazione affabile e gratificante... la conferma che il Bene non si dimentica, non lo dimentica Chi lo fa nè Chi lo riceve ed alla fine entrambi si sentono grati l'uno all'altro.
Beh... la giornata è davvero finita e quello che doveva essere il più breve dei post forse è tra i più lunghi... è naturale.
Ma si pensa a quanto ho "ritenuto" oggi?
100 minuti di esclusività della voce e un pizzico abbondante di ricchezza inaspettata.
giovedì 16 agosto 2012
"Tu sei così... non vai dietro le mode, sei tradizionale... diciamo pure classica."
Così mi definiscono quando si discorre di gusti e tendenze ed io confermo sintetizzando però in un... "discretamente moderna con un tanto di vintage".
L'ho pensata sempre alla stessa maniera e m'adeguavo ai tempi pur non tradendo mai me stessa. Appunto... seguivo l'epoca ma non il "branco", per questo... "discretamente moderna".
E continuo a... esserlo, nonostante tutto.
Non ho mai usato trucco anche perchè allergica perfino al rossetto, eccezion fatta per un tratto di matita sotto gli occhi da quando per la chemio persi i capelli. Era un valido stratagemma per valorizzare lo sguardo e distogliere quello altrui dal resto. Ho continuato a... farlo perchè ho visto che non mi dà fastidio, mi sta bene e poi mi piace.
Ecco... il punto è questo, fare ciò che più m'aggrada...
Non ho problemi ad indossare abiti e monili un po' passati, magari un golf o una collana appartenuti alla mia mamma, anzi a proposito di collane... adoro il filo di perle di media lunghezza con la susta indossata di lato, stile anni '60.
Sono antica? Non credo... le perle sono sempre attuali. Classica? Certamente sì. Ma per il modo d'indossarle... ah, quanto mi piace ripetere"sono vintage!"
E ad esempio anche per le vacanze, tanto per restare in argomento visto che oggi è ferragosto... forse le farei se fosse possibile come una volta... al mare da pendolari, tintarella e bagno fatti in fretta per non perdere un minuto... la partita a tamburelli e il pranzo sulla sabbia con la frittata di spaghetti. E a sera poi il dispiacere di tornare a casa in città e non poter vedere la luna riflettersi nel mare.
Un tempo era così e come ogni cosa s'apprezzava e anche tanto pure una vacanza in... continuo movimento. Le condizioni economiche erano più o meno uguali per Tutti e quei pochi che potevano non venivano nemmeno guardati o al massimo considerati come irraggiungibili.
Ci si sentiva ricchi di niente, fortunati per una giornata al mare... pochi soldi e tanta serenità.
Chissà se... per come vanno i tempi... torneremo a vacanze di questo tipo e non solo... a non eliminare dall'armadio abiti un po' passati... a riciclare gli avanzi ricavandone pietanze inaspettatamente saporite.
Io dico che... sì, sarebbe proprio un bene per l' intera società e poi... pensate che bello... scoprirsi TUTTI con un'anima vintage!
Così mi definiscono quando si discorre di gusti e tendenze ed io confermo sintetizzando però in un... "discretamente moderna con un tanto di vintage".
L'ho pensata sempre alla stessa maniera e m'adeguavo ai tempi pur non tradendo mai me stessa. Appunto... seguivo l'epoca ma non il "branco", per questo... "discretamente moderna".
E continuo a... esserlo, nonostante tutto.
Non ho mai usato trucco anche perchè allergica perfino al rossetto, eccezion fatta per un tratto di matita sotto gli occhi da quando per la chemio persi i capelli. Era un valido stratagemma per valorizzare lo sguardo e distogliere quello altrui dal resto. Ho continuato a... farlo perchè ho visto che non mi dà fastidio, mi sta bene e poi mi piace.
Ecco... il punto è questo, fare ciò che più m'aggrada...
Non ho problemi ad indossare abiti e monili un po' passati, magari un golf o una collana appartenuti alla mia mamma, anzi a proposito di collane... adoro il filo di perle di media lunghezza con la susta indossata di lato, stile anni '60.
Sono antica? Non credo... le perle sono sempre attuali. Classica? Certamente sì. Ma per il modo d'indossarle... ah, quanto mi piace ripetere"sono vintage!"
E ad esempio anche per le vacanze, tanto per restare in argomento visto che oggi è ferragosto... forse le farei se fosse possibile come una volta... al mare da pendolari, tintarella e bagno fatti in fretta per non perdere un minuto... la partita a tamburelli e il pranzo sulla sabbia con la frittata di spaghetti. E a sera poi il dispiacere di tornare a casa in città e non poter vedere la luna riflettersi nel mare.
Un tempo era così e come ogni cosa s'apprezzava e anche tanto pure una vacanza in... continuo movimento. Le condizioni economiche erano più o meno uguali per Tutti e quei pochi che potevano non venivano nemmeno guardati o al massimo considerati come irraggiungibili.
Ci si sentiva ricchi di niente, fortunati per una giornata al mare... pochi soldi e tanta serenità.
Chissà se... per come vanno i tempi... torneremo a vacanze di questo tipo e non solo... a non eliminare dall'armadio abiti un po' passati... a riciclare gli avanzi ricavandone pietanze inaspettatamente saporite.
Io dico che... sì, sarebbe proprio un bene per l' intera società e poi... pensate che bello... scoprirsi TUTTI con un'anima vintage!
mercoledì 15 agosto 2012
Senza pensarci su... quasi di getto scrivo di me, narro le emozioni della giornata... anche di un solo momento.
Sono pensieri che si susseguono in apparenza senza un ordine preciso ma avendo come filo conduttore l'onda dei sentimenti. Spero che si possa notare quanto essi siano autentici e forti... ove c'è un tanto d'animosità e una sottile vena ironica... quanto teneri ed accorati... ove prevale la speranza mista a commozione.
A volte quando m'accingo a scrivere mi torna in mente una foto o un'immagine... faccio mente locale e di là vien fuori ciò che rileggo e stupisce persino me stessa.
Come stasera, vigilia di ferragosto.
Ferragosto... e capisco perchè riaffiora il ricordo di una collana in pasta di turchese.
Le collane, tutte erano la Sua passione. Di qualsiasi lunghezza e forgia, ne aveva un cassetto pieno. Soprattutto Le piacevano quelle lunghe che scendevano mollemente sul seno valorizzandolo ancora di più, qualora ce ne fosse stato bisogno.
Fu l'ultimo ferragosto quando le regalammo appunto una lunga collana in pasta di turchese. Mia madre festeggiava l'onomastico in questa giornata e prima d'allora, negli anni precedenti eravamo sempre andati a pranzo fuori TUTTI INSIEME. Quella volta che doveva essere l'ultima, non l'abbiamo mai capito... per una serie di circostanze ed intrecci non s'era combinato niente e fino all'ultimo si pensava proprio che sarebbero rimasti da soli, Lei e mio padre...
Eppure sapevamo TUTTI che la situazione era più che grave, non certo si trattava di un raffreddore.
Non camminava più... era a letto o al meglio delle Sue forze, sulla sedia a rotelle.
In città, come al solito da diversi anni, c'ero solo io tra i figli, io e naturalmente la mia famiglia. Anche per Noi quattro non s'era deciso niente.
C'avevo pensato a lungo... avrei voluto tanto stare con Loro ma nello stesso tempo non sentivo di poter imporre una situazione pesante dal punto di vista emotivo a mio marito e ai miei figli che in un giorno come quello avrebbero potuto essere altrove a divertirsi.
E' difficile barcamenarsi tra gli affetti quando sono in ballo sentimenti contrastanti.
E' anche vero però che quando quegli affetti stessi sono solidi e in equilibrio, si finisce col "sentire all'unisono" ed allora non servono parole.
E così ancora una volta fu l'Amore della mia Vita a "sciogliere" i dubbi e a decidere per entrambi.
"Perchè non andiamo fuori a pranzo insieme... NOI e LORO? L'invitiamo insomma, no?"
Questa risoluzione mi riempì il Cuore di gioia... benissimo, avremmo fatto così.
Il giorno dopo con immenso sforzo la mia mamma si fece coraggio, riuscì ad indossare il vestito che le stava meno largo e pur sulla sedia a rotelle venne a pranzo con Noi. Fece appello al Suo scarso appetito e mangiò persino qualcosina in più del solito, fu sorridente e "quasi" chiacchierona come un tempo, e quando aprì il pacchetto che conteneva la collana le brillarono gli occhi.
La tirò fuori con il solito entusiasmo e la indossò dalla testa, subito, in fretta anche se il turchese con il vestito rosa poco intonava.
In certi casi a poco serve seguire condizionamenti, regole o schemi... importa ciò che Ti va in quel momento.
Sicuro... quel momento, altro non è che frazione del Tempo che non puoi perdere.
Sono pensieri che si susseguono in apparenza senza un ordine preciso ma avendo come filo conduttore l'onda dei sentimenti. Spero che si possa notare quanto essi siano autentici e forti... ove c'è un tanto d'animosità e una sottile vena ironica... quanto teneri ed accorati... ove prevale la speranza mista a commozione.
A volte quando m'accingo a scrivere mi torna in mente una foto o un'immagine... faccio mente locale e di là vien fuori ciò che rileggo e stupisce persino me stessa.
Come stasera, vigilia di ferragosto.
Ferragosto... e capisco perchè riaffiora il ricordo di una collana in pasta di turchese.
Le collane, tutte erano la Sua passione. Di qualsiasi lunghezza e forgia, ne aveva un cassetto pieno. Soprattutto Le piacevano quelle lunghe che scendevano mollemente sul seno valorizzandolo ancora di più, qualora ce ne fosse stato bisogno.
Fu l'ultimo ferragosto quando le regalammo appunto una lunga collana in pasta di turchese. Mia madre festeggiava l'onomastico in questa giornata e prima d'allora, negli anni precedenti eravamo sempre andati a pranzo fuori TUTTI INSIEME. Quella volta che doveva essere l'ultima, non l'abbiamo mai capito... per una serie di circostanze ed intrecci non s'era combinato niente e fino all'ultimo si pensava proprio che sarebbero rimasti da soli, Lei e mio padre...
Eppure sapevamo TUTTI che la situazione era più che grave, non certo si trattava di un raffreddore.
Non camminava più... era a letto o al meglio delle Sue forze, sulla sedia a rotelle.
In città, come al solito da diversi anni, c'ero solo io tra i figli, io e naturalmente la mia famiglia. Anche per Noi quattro non s'era deciso niente.
C'avevo pensato a lungo... avrei voluto tanto stare con Loro ma nello stesso tempo non sentivo di poter imporre una situazione pesante dal punto di vista emotivo a mio marito e ai miei figli che in un giorno come quello avrebbero potuto essere altrove a divertirsi.
E' difficile barcamenarsi tra gli affetti quando sono in ballo sentimenti contrastanti.
E' anche vero però che quando quegli affetti stessi sono solidi e in equilibrio, si finisce col "sentire all'unisono" ed allora non servono parole.
E così ancora una volta fu l'Amore della mia Vita a "sciogliere" i dubbi e a decidere per entrambi.
"Perchè non andiamo fuori a pranzo insieme... NOI e LORO? L'invitiamo insomma, no?"
Questa risoluzione mi riempì il Cuore di gioia... benissimo, avremmo fatto così.
Il giorno dopo con immenso sforzo la mia mamma si fece coraggio, riuscì ad indossare il vestito che le stava meno largo e pur sulla sedia a rotelle venne a pranzo con Noi. Fece appello al Suo scarso appetito e mangiò persino qualcosina in più del solito, fu sorridente e "quasi" chiacchierona come un tempo, e quando aprì il pacchetto che conteneva la collana le brillarono gli occhi.
La tirò fuori con il solito entusiasmo e la indossò dalla testa, subito, in fretta anche se il turchese con il vestito rosa poco intonava.
In certi casi a poco serve seguire condizionamenti, regole o schemi... importa ciò che Ti va in quel momento.
Sicuro... quel momento, altro non è che frazione del Tempo che non puoi perdere.
martedì 14 agosto 2012
Stamattina appena sveglia sono uscita sul balcone a ritirare il bucato. Il cielo, cupo e grigio gravava minaccioso come una controsoffittatura.
Un passo oltre la soglia ed ha preso a venir giù la pioggia... finalmente.
L'odore della terra fradicia misto a quello dell'asfalto umido è diventato un tutt'uno molto simile a quando si versa acqua sulla brace... forte, pungente che dà alla testa.
Per fortuna avrebbe portato un altro po' di frescura, ho pensato... poi così non è stato perchè al contrario ora è aumentata l'afa.
Mi sa che il sesto anticiclone africano di questa interminabile estate anticiperà il suo arrivo e speriamo che sia davvero l'ultimo.
Sfaccendavo e ogni tanto davo un'occhiata al cielo... qua e là uno squarcio d'azzurro.
Probabilmente fino a quando sarei uscita sarebbe tornato il sole, ma intanto se la situazione metereologica non si fosse chiarita... scarpe aperte o scarpe chiuse? Dubbio amletico dalla difficile risoluzione. Bene, avrei deciso all'ultimo secondo... come sempre... secondo necessità.
Intanto non dovevo perder tempo pensando alle scarpe, dovevo andare in ospedale e sbrigarmi.
Terminate in fretta le faccende sono uscita, stamattina m'aspettava "Ma che c'mport"...
"Allora, me lo fai tu il piacere di prenotarmi la mammografia per l'anno prossimo?"
Questo me l'aveva chiesto tempo fa e c'ero già stata al centro di senologia, infatti sapevo, perchè fino a maggio è stato così, che per le 048 si poteva prenotare senza impegnativa.
Invece... "No, signora... dal 5 luglio la norma è cambiata... occorre l'impegnativa anche per Chi ha il codice oncologico."
Il 5 luglio? Eh già... per soli cinque giorni avevo perso la "norma fortunata", quella più semplice che facilita la vita. E poichè il continuo esercizio alla pazienza deve pur servire a qualcosa... va bene, non fa nulla... avrei riferito della "novità" e sarei tornata.
"Ma mi raccomando... non faccia passare troppo tempo altrimenti non se ne parla per giugno prossimo."
Ah, certo... siamo perfettamente consapevoli... Noi 048... la prevenzione, la tempistica, i controlli e... cos'altro?
Riferita la cosa minuziosamente all'interessata ma soprattutto a Suo marito che tiene in piedi tra mille incombenze questa sorta di "contabilità sanitaria"... siamo arrivati alla giornata odierna.
M'incontro con la mia Amica scivolando furtivamente nella Sua stanza mentre fa la terapia...
"Nun te preoccupa'... t'ho raccomandato, ho detto... deve veni' 'na signora che mi deve fare 'nu piacere, facitela passà. T'hanno fatto passà?" "Veramente sono passata perchè non m'hanno visto." "Meglio accussì... Tieni, qua sta l'impegnativa."
Dopo qualche chiacchiera veloce e sempre furtiva sono andata dove dovevo.
Tutto fatto? Macchè...
"Ma signora... perchè avete timbrato l'impegnativa? Ora non posso fare la prenotazione, il computer non l'accetta."
Riepilogando...
Senza l'impegnativa... il centro di senologia non accetta la prenotazione.
Con il timbro.... il computer non accetta l'impegnativa.
Una volta... meno di due mesi fa le cose erano totalmente diverse.
Riuscirà la Nostra pazienza ad accettare questo continuo mutar di condizioni?
Un passo oltre la soglia ed ha preso a venir giù la pioggia... finalmente.
L'odore della terra fradicia misto a quello dell'asfalto umido è diventato un tutt'uno molto simile a quando si versa acqua sulla brace... forte, pungente che dà alla testa.
Per fortuna avrebbe portato un altro po' di frescura, ho pensato... poi così non è stato perchè al contrario ora è aumentata l'afa.
Mi sa che il sesto anticiclone africano di questa interminabile estate anticiperà il suo arrivo e speriamo che sia davvero l'ultimo.
Sfaccendavo e ogni tanto davo un'occhiata al cielo... qua e là uno squarcio d'azzurro.
Probabilmente fino a quando sarei uscita sarebbe tornato il sole, ma intanto se la situazione metereologica non si fosse chiarita... scarpe aperte o scarpe chiuse? Dubbio amletico dalla difficile risoluzione. Bene, avrei deciso all'ultimo secondo... come sempre... secondo necessità.
Intanto non dovevo perder tempo pensando alle scarpe, dovevo andare in ospedale e sbrigarmi.
Terminate in fretta le faccende sono uscita, stamattina m'aspettava "Ma che c'mport"...
"Allora, me lo fai tu il piacere di prenotarmi la mammografia per l'anno prossimo?"
Questo me l'aveva chiesto tempo fa e c'ero già stata al centro di senologia, infatti sapevo, perchè fino a maggio è stato così, che per le 048 si poteva prenotare senza impegnativa.
Invece... "No, signora... dal 5 luglio la norma è cambiata... occorre l'impegnativa anche per Chi ha il codice oncologico."
Il 5 luglio? Eh già... per soli cinque giorni avevo perso la "norma fortunata", quella più semplice che facilita la vita. E poichè il continuo esercizio alla pazienza deve pur servire a qualcosa... va bene, non fa nulla... avrei riferito della "novità" e sarei tornata.
"Ma mi raccomando... non faccia passare troppo tempo altrimenti non se ne parla per giugno prossimo."
Ah, certo... siamo perfettamente consapevoli... Noi 048... la prevenzione, la tempistica, i controlli e... cos'altro?
Riferita la cosa minuziosamente all'interessata ma soprattutto a Suo marito che tiene in piedi tra mille incombenze questa sorta di "contabilità sanitaria"... siamo arrivati alla giornata odierna.
M'incontro con la mia Amica scivolando furtivamente nella Sua stanza mentre fa la terapia...
"Nun te preoccupa'... t'ho raccomandato, ho detto... deve veni' 'na signora che mi deve fare 'nu piacere, facitela passà. T'hanno fatto passà?" "Veramente sono passata perchè non m'hanno visto." "Meglio accussì... Tieni, qua sta l'impegnativa."
Dopo qualche chiacchiera veloce e sempre furtiva sono andata dove dovevo.
Tutto fatto? Macchè...
"Ma signora... perchè avete timbrato l'impegnativa? Ora non posso fare la prenotazione, il computer non l'accetta."
Riepilogando...
Senza l'impegnativa... il centro di senologia non accetta la prenotazione.
Con il timbro.... il computer non accetta l'impegnativa.
Una volta... meno di due mesi fa le cose erano totalmente diverse.
Riuscirà la Nostra pazienza ad accettare questo continuo mutar di condizioni?
lunedì 13 agosto 2012
Padrona del mondo... regina di un regno senza sudditi, così mi sento puntualmente ogni anno al sopraggiungere delle ferie quando Tutti partono per le vacanze ed io, imperterrita resto qui in città e a casa mia.
Non è stato sempre così.
Mi è doveroso fare una premessa, questo stato di cose non mi dispiace affatto perchè ho un'indole da gatto domestico, sono "affezionata" alle pareti di casa e allontanarmene è sempre un problema. Ma quando i miei figli erano piccoli per forza di cose ero costretta e nei mesi estivi mi trasferivo "armi e bagagli" al mare.
Armi e bagagli davvero perchè portavo dietro "tutto", dall'indispensabile al più inutile, persino qualche ninnolo... le piante del soggiorno e naturalmente il pesciolino nella boccia (chiaramente... non sempre lo stesso). Di conseguenza e logicamente, poichè ciò che fa la mamma è sempre giusto i "piccoli" volevano imitarmi, e di lì Valeria che si trasportava tutte le mini-dolls con le mini-houses... e poteva poi mai dimenticare la bambola che s'abbronzava al sole? Aveva aspettato un anno intero!
Francesco di rimando riempiva le tasche dei calzoncini e intere buste della spesa che a quei tempi non erano biodegradabili di micro-machines e tutti quegli orrendi mostri "puzzolenti" che in realtà erano inodori ma chiamandosi "skifidors" la puzza dovevi più che immaginarla. E poi dulcis in fundo, non potevano mancare le tartarughe Ninja in formato gigante con l'intero loro arsenale.
Insomma... per non andare oltre e concludere altrimenti mi stanco ora per allora... ogni anno sembrava che cambiassimo casa.
Adesso mi chiedo quanto non abbia inciso questa specie di "trasloco" annuale sull'assoluta indifferenza odierna per le vacanze. Nel corso degli anni ho accumulato tanta di quella stanchezza e stress che... non mi sono ancora ripresa. E dire che non ne sono passati certo uno o due...
Ma tant'è... e per fortuna che ora i figli sono grandi e del mare non vogliono neppur sentir parlare, almeno "in estate"... lo preferiscono d'inverno, grigio e dalle spiagge solitarie, rifuggono dal vociare... dai bambini capricciosi... dall'odore dolciastro delle creme solari, dalla sabbia invadente che s'infila ovunque.
Crescendo sono diventati "raffinati", amano viaggiare e scoprire sempre posti nuovi... se si può e se non si può meglio restare a casa e sentirsi "padroni del mondo".
Proprio come la Loro mamma.
Non è stato sempre così.
Mi è doveroso fare una premessa, questo stato di cose non mi dispiace affatto perchè ho un'indole da gatto domestico, sono "affezionata" alle pareti di casa e allontanarmene è sempre un problema. Ma quando i miei figli erano piccoli per forza di cose ero costretta e nei mesi estivi mi trasferivo "armi e bagagli" al mare.
Armi e bagagli davvero perchè portavo dietro "tutto", dall'indispensabile al più inutile, persino qualche ninnolo... le piante del soggiorno e naturalmente il pesciolino nella boccia (chiaramente... non sempre lo stesso). Di conseguenza e logicamente, poichè ciò che fa la mamma è sempre giusto i "piccoli" volevano imitarmi, e di lì Valeria che si trasportava tutte le mini-dolls con le mini-houses... e poteva poi mai dimenticare la bambola che s'abbronzava al sole? Aveva aspettato un anno intero!
Francesco di rimando riempiva le tasche dei calzoncini e intere buste della spesa che a quei tempi non erano biodegradabili di micro-machines e tutti quegli orrendi mostri "puzzolenti" che in realtà erano inodori ma chiamandosi "skifidors" la puzza dovevi più che immaginarla. E poi dulcis in fundo, non potevano mancare le tartarughe Ninja in formato gigante con l'intero loro arsenale.
Insomma... per non andare oltre e concludere altrimenti mi stanco ora per allora... ogni anno sembrava che cambiassimo casa.
Adesso mi chiedo quanto non abbia inciso questa specie di "trasloco" annuale sull'assoluta indifferenza odierna per le vacanze. Nel corso degli anni ho accumulato tanta di quella stanchezza e stress che... non mi sono ancora ripresa. E dire che non ne sono passati certo uno o due...
Ma tant'è... e per fortuna che ora i figli sono grandi e del mare non vogliono neppur sentir parlare, almeno "in estate"... lo preferiscono d'inverno, grigio e dalle spiagge solitarie, rifuggono dal vociare... dai bambini capricciosi... dall'odore dolciastro delle creme solari, dalla sabbia invadente che s'infila ovunque.
Crescendo sono diventati "raffinati", amano viaggiare e scoprire sempre posti nuovi... se si può e se non si può meglio restare a casa e sentirsi "padroni del mondo".
Proprio come la Loro mamma.
domenica 12 agosto 2012
Finalmente l'aria più fresca dopo giorni e giorni di caldo torrido mi ha accolto stasera di ritorno dalla visita a mio padre.
Ormai fa buio prima... realizzo così che l'estate è al suo giro di boa anche se un bel rosso vermiglio all'orizzonte fa intendere che di sè vuol far ancora parlare questa calda stagione.
Torno a casa, trovo tutto così come avevo lasciato... la biancheria stirata da sistemare, la spesa ancora nei sacchetti davanti al frigorifero. Penso per l'ennesima volta che sarebbe bello rientrare e non avere un "bel niente" da fare ma credo che il prossimo anno dovrò annoverare anche questo tra i mille desideri nella notte di San Lorenzo.
Beh, per lo meno non fa più caldo... mi dico e comincio l' "ultimo atto" della mia giornata. Che poi tutto sta ad iniziare e il resto pesa meno... "Chi ben comincia è a metà dell'opera" e i proverbi, lo sanno Tutti sono spiccioli di saggezza che spesso dirimono questioni e salvano situazioni.
Poi come sempre succede mentre sfaccendo, prendo a pensare ai fatti recentissimi, quelli appena trascorsi.
Sorrido all'immagine di mio padre in piedi che cammina con le stampelle... l'ho visto dal fondo del corridoio appena uscita dall'ascensore... non curvo, ben eretto e sicuro, quei supporti per Lui sembravano un optional.
E dire che non è ancora un mese da quella maledetta caduta dalla bicicletta... ma Lui ha una tempra d'acciaio e una volontà di ferro e in questo periodo di riabilitazione sta facendo, è il caso di dirlo... "passi" da gigante. Forse farà prima del previsto.
Di rimando me ne viene in mente un'altra d'immagine... quella di una vecchina nello stesso luogo qualche giorno fa.
Ero in ascensore con altre tre persone, due donne e un uomo... le porte stavano per chiudersi quando ecco sopraggiungere una giovane signora, presumibilmente una volontaria che spingeva una carrozzina con un'anziana. Era una di quelle persone che per una tipica patologia della terza età io amo definire "bambini avanti negli anni". Aveva il capo reclinato da un lato e guardava fisso un punto della Sua vestaglia.
"Noi ci fermiamo al primo..." le parole dell'accompagnatrice m'avevano fatto sussultare. A questo punto la nonnina m'ha afferrato la mano sinistra e me l'ha stretta forte, con l'altra cercava di piegarmi l'indice ma non mi procurava dolore. L'ho lasciata fare, chinandomi per farle percepire vicinanza.
Arrivati al primo piano, le porte si sono aperte e l'accompagnatrice tirando a sè la carrozzella è uscita dall'ascensore. Ho visto lentamente allontanarsi la nonnina con le mani vuote della mia ancora nell'atto di stringerla. Col pensiero l'ho accarezzata... quanta solitudine in quella figura bianca non più consapevole di sè.
Stasera, dando il bacio della buonanotte a mio padre c'ho aggiunto una carezza.
E' importante una carezza... fa sentire meno soli.
Ormai fa buio prima... realizzo così che l'estate è al suo giro di boa anche se un bel rosso vermiglio all'orizzonte fa intendere che di sè vuol far ancora parlare questa calda stagione.
Torno a casa, trovo tutto così come avevo lasciato... la biancheria stirata da sistemare, la spesa ancora nei sacchetti davanti al frigorifero. Penso per l'ennesima volta che sarebbe bello rientrare e non avere un "bel niente" da fare ma credo che il prossimo anno dovrò annoverare anche questo tra i mille desideri nella notte di San Lorenzo.
Beh, per lo meno non fa più caldo... mi dico e comincio l' "ultimo atto" della mia giornata. Che poi tutto sta ad iniziare e il resto pesa meno... "Chi ben comincia è a metà dell'opera" e i proverbi, lo sanno Tutti sono spiccioli di saggezza che spesso dirimono questioni e salvano situazioni.
Poi come sempre succede mentre sfaccendo, prendo a pensare ai fatti recentissimi, quelli appena trascorsi.
Sorrido all'immagine di mio padre in piedi che cammina con le stampelle... l'ho visto dal fondo del corridoio appena uscita dall'ascensore... non curvo, ben eretto e sicuro, quei supporti per Lui sembravano un optional.
E dire che non è ancora un mese da quella maledetta caduta dalla bicicletta... ma Lui ha una tempra d'acciaio e una volontà di ferro e in questo periodo di riabilitazione sta facendo, è il caso di dirlo... "passi" da gigante. Forse farà prima del previsto.
Di rimando me ne viene in mente un'altra d'immagine... quella di una vecchina nello stesso luogo qualche giorno fa.
Ero in ascensore con altre tre persone, due donne e un uomo... le porte stavano per chiudersi quando ecco sopraggiungere una giovane signora, presumibilmente una volontaria che spingeva una carrozzina con un'anziana. Era una di quelle persone che per una tipica patologia della terza età io amo definire "bambini avanti negli anni". Aveva il capo reclinato da un lato e guardava fisso un punto della Sua vestaglia.
"Noi ci fermiamo al primo..." le parole dell'accompagnatrice m'avevano fatto sussultare. A questo punto la nonnina m'ha afferrato la mano sinistra e me l'ha stretta forte, con l'altra cercava di piegarmi l'indice ma non mi procurava dolore. L'ho lasciata fare, chinandomi per farle percepire vicinanza.
Arrivati al primo piano, le porte si sono aperte e l'accompagnatrice tirando a sè la carrozzella è uscita dall'ascensore. Ho visto lentamente allontanarsi la nonnina con le mani vuote della mia ancora nell'atto di stringerla. Col pensiero l'ho accarezzata... quanta solitudine in quella figura bianca non più consapevole di sè.
Stasera, dando il bacio della buonanotte a mio padre c'ho aggiunto una carezza.
E' importante una carezza... fa sentire meno soli.
sabato 11 agosto 2012
Chissà se è lo stesso guardare il cielo nella notte di San Lorenzo col naso in su dalla finestra di casa... in città.
Non ci saranno a far cornice lo sciabordio smorzato delle onde sulla spiaggia o il silenzio vellutato dei boschi ma la volta celeste quella è... unica e infinita, e le stelle sono tutte lì... innumerevoli e luminose.
Stasera sono qui anch'io con gli occhi al cielo a cercare di carpire quell'attimo fuggente della stella che cade... perchè cadrà, ne sono sicura ed io esprimerò un desiderio, il mio aspettando che s'avveri.
Penso e ricordo...
Ogni anno era come aspettar Natale, Agosto s'era appena affacciato che già attendevo la "magica notte"... avevo tenuto in serbo per tutto l'anno un po' di desideri, alla fine sul momento ne avrei scelto uno... il più importante. Quante volte poi nell'indecisione non avevo fatto in tempo oppure presa dalla stanchezza m'ero addormentata o semplicemente di stelle cadenti non se n'erano viste. Perchè non è mica detto che debbano "scendere a perdifiato" tutte insieme e in una sola notte! Ma a me è sempre piaciuto crederlo e se ce la facevo restavo anche ore a fissare su...
I desideri... "spicchi" di vita vissuta nei sogni, ambiziose aspirazioni mai raggiunte, speranze "coccolate" da sempre nell'attesa...
Nell'attesa che il vento cambi e in un attimo il desiderio s'avveri... qualunque esso sia, da chiunque sia espresso. Potrà essere diverso, a seconda dell'età, dell'indole e condizione ma una cosa è certa... quel levare lo sguardo al cielo a cercar la "stella" altro non è che tendere all'Infinito, che non si sa non si conosce ma per questo può donare l'impossibile. E se può questo cosa mai sarà realizzare un "piccolo desiderio"?
A lungo stasera ho cercato dei versi sulle stelle cadenti... ne ho trovati molti ma non rispecchiavano le emozioni mie in questa notte.
I miei desideri! A pensarci bene non si possono esprimere a parole perchè restano in fondo al Cuore e solo di lontano mandano al Cielo l'eco della loro voce...
"STELLA" Antonello Venditti
Stella che cammini, nello spazio senza fine
fermati un istante solo un attimo,
ascolta i nostri cuori caduti in questo mondo
siamo in tanti ad aspettare
donaci la pace ai nostri simili
pane fresco da mangiare
proteggi i nostri sogni veri dalla vita quotidiana
e salvali dell'odio e dal dolore
noi che siamo sempre soli nel buio della notte
occhi azzurri per vedere.
Questo amore grande, grande, grande
questo cielo si rischiara in un istante
non andare via, non ci abbandonare
stella, stella mia resta sempre nel mio cuore.
Proteggi i nostri figli puri nella vita quotidiana
e salvali dall'odio e dal potere
come il primo giorno come nella fantasia
occhi azzurri per vedere.
Grande, grande, grande
questo cielo si rischiara in un istante
non andare via, lasciati cadere,
stella, stella mia resta sempre nel mio cuore.
Non ci saranno a far cornice lo sciabordio smorzato delle onde sulla spiaggia o il silenzio vellutato dei boschi ma la volta celeste quella è... unica e infinita, e le stelle sono tutte lì... innumerevoli e luminose.
Stasera sono qui anch'io con gli occhi al cielo a cercare di carpire quell'attimo fuggente della stella che cade... perchè cadrà, ne sono sicura ed io esprimerò un desiderio, il mio aspettando che s'avveri.
Penso e ricordo...
Ogni anno era come aspettar Natale, Agosto s'era appena affacciato che già attendevo la "magica notte"... avevo tenuto in serbo per tutto l'anno un po' di desideri, alla fine sul momento ne avrei scelto uno... il più importante. Quante volte poi nell'indecisione non avevo fatto in tempo oppure presa dalla stanchezza m'ero addormentata o semplicemente di stelle cadenti non se n'erano viste. Perchè non è mica detto che debbano "scendere a perdifiato" tutte insieme e in una sola notte! Ma a me è sempre piaciuto crederlo e se ce la facevo restavo anche ore a fissare su...
I desideri... "spicchi" di vita vissuta nei sogni, ambiziose aspirazioni mai raggiunte, speranze "coccolate" da sempre nell'attesa...
Nell'attesa che il vento cambi e in un attimo il desiderio s'avveri... qualunque esso sia, da chiunque sia espresso. Potrà essere diverso, a seconda dell'età, dell'indole e condizione ma una cosa è certa... quel levare lo sguardo al cielo a cercar la "stella" altro non è che tendere all'Infinito, che non si sa non si conosce ma per questo può donare l'impossibile. E se può questo cosa mai sarà realizzare un "piccolo desiderio"?
A lungo stasera ho cercato dei versi sulle stelle cadenti... ne ho trovati molti ma non rispecchiavano le emozioni mie in questa notte.
I miei desideri! A pensarci bene non si possono esprimere a parole perchè restano in fondo al Cuore e solo di lontano mandano al Cielo l'eco della loro voce...
"STELLA" Antonello Venditti
Stella che cammini, nello spazio senza fine
fermati un istante solo un attimo,
ascolta i nostri cuori caduti in questo mondo
siamo in tanti ad aspettare
donaci la pace ai nostri simili
pane fresco da mangiare
proteggi i nostri sogni veri dalla vita quotidiana
e salvali dell'odio e dal dolore
noi che siamo sempre soli nel buio della notte
occhi azzurri per vedere.
Questo amore grande, grande, grande
questo cielo si rischiara in un istante
non andare via, non ci abbandonare
stella, stella mia resta sempre nel mio cuore.
Proteggi i nostri figli puri nella vita quotidiana
e salvali dall'odio e dal potere
come il primo giorno come nella fantasia
occhi azzurri per vedere.
Grande, grande, grande
questo cielo si rischiara in un istante
non andare via, lasciati cadere,
stella, stella mia resta sempre nel mio cuore.
venerdì 10 agosto 2012
Alle mie piante è bastata un'abbondante innaffiatura e lo sfrondarle di qualche foglia ingiallita ed inutile, per farle ritornare ad uno stato quasi normale.
E' anche vero che m'hanno sentita vicina, interessata e così si sono sforzate a loro modo di dirmi "GRAZIE".
Ed oggi è toccata a me... dovevo eliminare qualche pensiero ingiallito e stanco, più di uno dannoso e sarei tornata la Mary gioiosa e sorridente del post tumore.
Si sa che risiede in Noi ogni potenzialità per rinnovarci e ricavare il meglio, questo però a sua volta non deve restare lì dove è stato tratto ma propagarsi intorno come linfa vitale, altrimenti dopo un po' rientra in quel circolo vizioso noia- insoddisfazione che è proprio dell'essere umano.
Le occasioni non mancherebbero a nessuno se ci fosse volontà sufficiente per cercare... distinguere le giuste fra le tante e coglierle presto, mettendo in conto anche il rischio di restar deluso da se stesso.
Io mi "butto" sempre... dico, vado e se la mia presenza è... "troppa" o non gradita ho abbastanza discernimento per potermene accorgere e fare dietro- front senza drammi. Intanto c'ho provato e nel frattempo qualche pensiero inutile l'ho "sfrondato".
Stamattina sono tornata in ospedale... qualche giorno fa m'aveva telefonato "Oggi io parlo"... "... ci vediamo giovedì? Ti prego, vieni... uh, scusa... t'ho dato del TU... Me lo dai il permesso di darti del TU?" "Ma certo, e poi , non te l'avevo già dato, penso... più o meno, un anno fa?" "Sì... ma io non ho mai avuto il coraggio. Oggi ho deciso che ce l'ho!"
Sospiro di sollievo... meno male, mi dico / gli dico, e che sia la volta buona, lo dico solo a me stessa.
Così oggi sono andata in Oncologia medica, solito affollamento... solita attesa. Ma anche in questa c'è da rilevare il lato positivo, dal momento che non si può sostare nelle stanze durante la terapia si ha almeno modo così di parlare, scambiarsi esperienze... e coraggio. Col mio Amico e Sua moglie siamo stati a lungo a conversare... Lui era lì per far visionare dall'oncologo di turno l'esito della PET, ad un certo punto quando s'è allontanato per un'informazione la moglie m'ha detto... "... sono venute fuori delle macchioline ai polmoni ed al cranio, mi sa che dovrà continuare". Ed io, "ma si sente bene, ha appetito... guida l'auto persino! Sono comunque segni positivi. Se si pensa a quante persone fanno le stesse cose e magari hanno pure le maledette macchioline e non lo sanno... VIVONO comunque?! "... ed allora perchè non dovrebbe l'Amico mio... che mi pensa di continuo, dice che l'ho stregato e se di notte richiama a sè il suono della mia voce non dorme più?
OOOH... addirittura, ho replicato con un sorriso... ma non ripeterlo a Lei, Tua moglie, potrebbe diventare gelosa.
"Nooo, e perchè? Lei è sempre mia moglie ma Tu sei l'amica più cara che ho... Mi hai ridato fiducia nella vita e non basta questo per averti nel Cuore?"
Mi schernisco confusa e un po' in imbarazzo, poi sorridendo gli dico GRAZIE mentre appoggio il capo sulla spalla di Sua moglie.
E' anche vero che m'hanno sentita vicina, interessata e così si sono sforzate a loro modo di dirmi "GRAZIE".
Ed oggi è toccata a me... dovevo eliminare qualche pensiero ingiallito e stanco, più di uno dannoso e sarei tornata la Mary gioiosa e sorridente del post tumore.
Si sa che risiede in Noi ogni potenzialità per rinnovarci e ricavare il meglio, questo però a sua volta non deve restare lì dove è stato tratto ma propagarsi intorno come linfa vitale, altrimenti dopo un po' rientra in quel circolo vizioso noia- insoddisfazione che è proprio dell'essere umano.
Le occasioni non mancherebbero a nessuno se ci fosse volontà sufficiente per cercare... distinguere le giuste fra le tante e coglierle presto, mettendo in conto anche il rischio di restar deluso da se stesso.
Io mi "butto" sempre... dico, vado e se la mia presenza è... "troppa" o non gradita ho abbastanza discernimento per potermene accorgere e fare dietro- front senza drammi. Intanto c'ho provato e nel frattempo qualche pensiero inutile l'ho "sfrondato".
Stamattina sono tornata in ospedale... qualche giorno fa m'aveva telefonato "Oggi io parlo"... "... ci vediamo giovedì? Ti prego, vieni... uh, scusa... t'ho dato del TU... Me lo dai il permesso di darti del TU?" "Ma certo, e poi , non te l'avevo già dato, penso... più o meno, un anno fa?" "Sì... ma io non ho mai avuto il coraggio. Oggi ho deciso che ce l'ho!"
Sospiro di sollievo... meno male, mi dico / gli dico, e che sia la volta buona, lo dico solo a me stessa.
Così oggi sono andata in Oncologia medica, solito affollamento... solita attesa. Ma anche in questa c'è da rilevare il lato positivo, dal momento che non si può sostare nelle stanze durante la terapia si ha almeno modo così di parlare, scambiarsi esperienze... e coraggio. Col mio Amico e Sua moglie siamo stati a lungo a conversare... Lui era lì per far visionare dall'oncologo di turno l'esito della PET, ad un certo punto quando s'è allontanato per un'informazione la moglie m'ha detto... "... sono venute fuori delle macchioline ai polmoni ed al cranio, mi sa che dovrà continuare". Ed io, "ma si sente bene, ha appetito... guida l'auto persino! Sono comunque segni positivi. Se si pensa a quante persone fanno le stesse cose e magari hanno pure le maledette macchioline e non lo sanno... VIVONO comunque?! "... ed allora perchè non dovrebbe l'Amico mio... che mi pensa di continuo, dice che l'ho stregato e se di notte richiama a sè il suono della mia voce non dorme più?
OOOH... addirittura, ho replicato con un sorriso... ma non ripeterlo a Lei, Tua moglie, potrebbe diventare gelosa.
"Nooo, e perchè? Lei è sempre mia moglie ma Tu sei l'amica più cara che ho... Mi hai ridato fiducia nella vita e non basta questo per averti nel Cuore?"
Mi schernisco confusa e un po' in imbarazzo, poi sorridendo gli dico GRAZIE mentre appoggio il capo sulla spalla di Sua moglie.
giovedì 9 agosto 2012
Succede sempre così... ogni volta che il nucleo familiare sta per ridursi ai minimi termini penso... che bello, avrò più tempo libero a disposizione, potrò fare quello che più m'aggrada, sbrigare faccende troppo a lungo trascurate.
Diciamo che questo mio pensare è anche un modo di sdrammatizzare il vuoto che da lì a poco mi prenderebbe, cercare il lato positivo della cosa... e fin qui ci siamo.
Mi dispongo allora con animo più che sereno alla "partenza". Nell'attimo immediato che segue la chiusura della porta alle spalle di Chi va e davanti agli occhi di Chi resta, provo un senso di sollievo... anche stavolta è andata e tutto sommato l'ho presa bene, mi dico e comincio a sfaccendare in fretta quasi di corsa come Chi teme di perdere il treno. In realtà, lo so bene... agisco in questo modo per non pensare altrimenti mi commuovo coi "ricordi" non importa se recenti.
Quando poi è tutto a posto mi guardo intorno e mi verrebbe voglia a questo punto di chiudermi io la porta alle spalle per uscire e poi ritornare "assaporando" il piacere di trovare le cose così come le ho lasciate.
Sì... in ordine alfabetico, come dice spesso mia figlia per prendermi in giro.
Ma è piacere effimero che dura poco e finisce nel momento stesso che rientro e sobbalzo al tuffo del pesciolino rosso nella boccia, per cui si sparge l'acqua sul tavolo rompendo l'incantesimo dell' "ordine alfabetico" e mi rendo conto che allo stato attuale delle cose le uniche presenze viventi, oltre Noi Due esseri umani, sono Biù Biù e i pesciolini.
Ed è allora che comincio a diventare triste e la storia del tempo a disposizione m'alletta meno.
E viene la sera a porre fine al giorno di "quella partenza"...
Domani devo alzarmi prima del solito... perchè ho tanto da fare e se mi sbrigo presto magari riprendo a leggere quel tal libro che ho interrotto tempo fa o metto ordine nel ripostiglio... anzi No! Esco... faccio tutto presto ed esco e vado... dove vado? Non so... andrò dove le gambe mi porteranno... il che vale a dire senza meta per il solo piacere di evadere.
Succede sempre così... anche stavolta.
Stamattina mi sono alzata, presto? Non tanto presto perchè poi se avevo sfaccendato ieri che c'avevo da fare oggi? Mi sono guardata allo specchio... l'aria tanto pimpante di Chi avesse tanta voglia di fare chissà che neanche avevo. Quasi quasi sarebbe stato meglio tornarsene a letto... ma no, dovevo vincere quell'abulia e così senza pensare oltre in fretta sotto la doccia.
Dopo mi sono sentita un po' meglio... che cosa fare tanto per iniziare la mia giornata in libertà? Ecco, innaffiare le mie piante in soggiorno... sono giù di tono perchè è da un po' che non spolvero le foglie e non dò loro acqua... con questo caldo!
Le guardo.
Sembrano tristi proprio come me... prive per un po' della presenza di Chi le ama.
Diciamo che questo mio pensare è anche un modo di sdrammatizzare il vuoto che da lì a poco mi prenderebbe, cercare il lato positivo della cosa... e fin qui ci siamo.
Mi dispongo allora con animo più che sereno alla "partenza". Nell'attimo immediato che segue la chiusura della porta alle spalle di Chi va e davanti agli occhi di Chi resta, provo un senso di sollievo... anche stavolta è andata e tutto sommato l'ho presa bene, mi dico e comincio a sfaccendare in fretta quasi di corsa come Chi teme di perdere il treno. In realtà, lo so bene... agisco in questo modo per non pensare altrimenti mi commuovo coi "ricordi" non importa se recenti.
Quando poi è tutto a posto mi guardo intorno e mi verrebbe voglia a questo punto di chiudermi io la porta alle spalle per uscire e poi ritornare "assaporando" il piacere di trovare le cose così come le ho lasciate.
Sì... in ordine alfabetico, come dice spesso mia figlia per prendermi in giro.
Ma è piacere effimero che dura poco e finisce nel momento stesso che rientro e sobbalzo al tuffo del pesciolino rosso nella boccia, per cui si sparge l'acqua sul tavolo rompendo l'incantesimo dell' "ordine alfabetico" e mi rendo conto che allo stato attuale delle cose le uniche presenze viventi, oltre Noi Due esseri umani, sono Biù Biù e i pesciolini.
Ed è allora che comincio a diventare triste e la storia del tempo a disposizione m'alletta meno.
E viene la sera a porre fine al giorno di "quella partenza"...
Domani devo alzarmi prima del solito... perchè ho tanto da fare e se mi sbrigo presto magari riprendo a leggere quel tal libro che ho interrotto tempo fa o metto ordine nel ripostiglio... anzi No! Esco... faccio tutto presto ed esco e vado... dove vado? Non so... andrò dove le gambe mi porteranno... il che vale a dire senza meta per il solo piacere di evadere.
Succede sempre così... anche stavolta.
Stamattina mi sono alzata, presto? Non tanto presto perchè poi se avevo sfaccendato ieri che c'avevo da fare oggi? Mi sono guardata allo specchio... l'aria tanto pimpante di Chi avesse tanta voglia di fare chissà che neanche avevo. Quasi quasi sarebbe stato meglio tornarsene a letto... ma no, dovevo vincere quell'abulia e così senza pensare oltre in fretta sotto la doccia.
Dopo mi sono sentita un po' meglio... che cosa fare tanto per iniziare la mia giornata in libertà? Ecco, innaffiare le mie piante in soggiorno... sono giù di tono perchè è da un po' che non spolvero le foglie e non dò loro acqua... con questo caldo!
Le guardo.
Sembrano tristi proprio come me... prive per un po' della presenza di Chi le ama.
mercoledì 8 agosto 2012
"Ascolto" uno strano silenzio stasera in casa... in realtà di strano, nel senso letterale del termine c'è ben poco, lo definirei piuttosto... insolito da qualche tempo a questa parte.
Ma lo ascolto, questo sì... perchè anche il Silenzio ha un suono... la sua voce.
Oggi mio figlio e Dolce sono andati via per una settimana e siamo rimasti da soli... l'Amore della mia Vita ed io... soli come tante altre volte e sono questi i momenti in cui maggiormente riflettiamo e meditiamo anche... ci allontaniamo e ci ritroviamo... così simili così diversi.
Non si può credere quanto mi piaccia questa definizione di NOI, apparentemente contraddittoria e straordinariamente efficace.
Di solito c'è poco tempo e le incombenze del quotidiano lasciano per niente spazio anche a brevi momenti per apprezzare il solo fatto di esserci l'uno per l'altro. Parlo soprattutto per me che continuo a... essere moglie e madre a pieno ritmo se non di più con l' "aggravante", in senso ironico, di avere un marito sempre "tra i piedi". Sale e scende venti volte al giorno e alla sera dice pure... sono stanco non so perchè, eppure oggi non ho fatto niente.
I primi tempi della pensione replicavo, adesso non lo faccio più perchè ora sono io ad essere stanca e ne intuisco anche il motivo. Non sempre riesco ad apprezzare che sia più presente di un tempo, a volte mi dà quasi fastidio... però a mia discolpa devo dire che probabilmente questo accade perchè la mente aveva conosciuto da subito come unica quella realtà che lo vedeva distante da me e dai suoi figli, una realtà durata più di trent'anni... l'aveva accettata e a lungo andare aveva escluso che potesse esserci alternativa, allora e sempre.
Ora se ne sta rendendo conto ma è assai difficile "abbattere" un'abitudine così ben radicata.
Per Lui non so quanto sia più semplice... mi viene dietro e magari vorrebbe maggiore riscontro da parte mia, ma a volte neanche con lo sforzo più grande riesco a stare al passo.
Eppure gli voglio bene e tanto anche, ma troppi sono i pensieri che si rincorrono, montano come onde sollecitate dal vento e poi vanno via così come son venuti... ma intanto viene meno anche l'energia.
Tutto ciò nella vita di ogni giorno.
Poi ci sono le occasioni in cui siamo Noi Due Soli...
Valeria, ormai precaria a tempo indeterminato vive lontano per conto suo, Francesco va e viene a tempi determinati da solo o in compagnia, quindi restiamo Noi e Biù Biù che da brava cagnolina nel rispetto della par condicio riserva coccole e affettuosità ad entrambi ed in questo modo ci fa ritrovare ancor prima di renderci conto di essere distanti. Se vuol giocare con la pallina, la porta prima all'uno perchè gliela lanci, poi la recupera e la porta all'altra... così svariate volte finchè non è stanca.
Ridiamo divertiti da tanta arguzia e ci ritroviamo.
Se armonia c'è dopo tutto non è che ci vuole tanto, no?
E alla sera... quando un giorno di questi "speciali" volge al termine ciascuno si dedica a ciò che più gli piace, senza voler mai prevaricare perchè siamo sì marito e moglie ma soprattutto persone che sanno darsi "spazio".
Non l'abbiamo mai dimenticato... non lo dimentichiamo mai.
LUI alla tastiera e alla Sua musica... IO al pc e a raccontare di me... poi quando ormai la notte è tarda, INSIEME nell'abbraccio della buonanotte.
Ma lo ascolto, questo sì... perchè anche il Silenzio ha un suono... la sua voce.
Oggi mio figlio e Dolce sono andati via per una settimana e siamo rimasti da soli... l'Amore della mia Vita ed io... soli come tante altre volte e sono questi i momenti in cui maggiormente riflettiamo e meditiamo anche... ci allontaniamo e ci ritroviamo... così simili così diversi.
Non si può credere quanto mi piaccia questa definizione di NOI, apparentemente contraddittoria e straordinariamente efficace.
Di solito c'è poco tempo e le incombenze del quotidiano lasciano per niente spazio anche a brevi momenti per apprezzare il solo fatto di esserci l'uno per l'altro. Parlo soprattutto per me che continuo a... essere moglie e madre a pieno ritmo se non di più con l' "aggravante", in senso ironico, di avere un marito sempre "tra i piedi". Sale e scende venti volte al giorno e alla sera dice pure... sono stanco non so perchè, eppure oggi non ho fatto niente.
I primi tempi della pensione replicavo, adesso non lo faccio più perchè ora sono io ad essere stanca e ne intuisco anche il motivo. Non sempre riesco ad apprezzare che sia più presente di un tempo, a volte mi dà quasi fastidio... però a mia discolpa devo dire che probabilmente questo accade perchè la mente aveva conosciuto da subito come unica quella realtà che lo vedeva distante da me e dai suoi figli, una realtà durata più di trent'anni... l'aveva accettata e a lungo andare aveva escluso che potesse esserci alternativa, allora e sempre.
Ora se ne sta rendendo conto ma è assai difficile "abbattere" un'abitudine così ben radicata.
Per Lui non so quanto sia più semplice... mi viene dietro e magari vorrebbe maggiore riscontro da parte mia, ma a volte neanche con lo sforzo più grande riesco a stare al passo.
Eppure gli voglio bene e tanto anche, ma troppi sono i pensieri che si rincorrono, montano come onde sollecitate dal vento e poi vanno via così come son venuti... ma intanto viene meno anche l'energia.
Tutto ciò nella vita di ogni giorno.
Poi ci sono le occasioni in cui siamo Noi Due Soli...
Valeria, ormai precaria a tempo indeterminato vive lontano per conto suo, Francesco va e viene a tempi determinati da solo o in compagnia, quindi restiamo Noi e Biù Biù che da brava cagnolina nel rispetto della par condicio riserva coccole e affettuosità ad entrambi ed in questo modo ci fa ritrovare ancor prima di renderci conto di essere distanti. Se vuol giocare con la pallina, la porta prima all'uno perchè gliela lanci, poi la recupera e la porta all'altra... così svariate volte finchè non è stanca.
Ridiamo divertiti da tanta arguzia e ci ritroviamo.
Se armonia c'è dopo tutto non è che ci vuole tanto, no?
E alla sera... quando un giorno di questi "speciali" volge al termine ciascuno si dedica a ciò che più gli piace, senza voler mai prevaricare perchè siamo sì marito e moglie ma soprattutto persone che sanno darsi "spazio".
Non l'abbiamo mai dimenticato... non lo dimentichiamo mai.
LUI alla tastiera e alla Sua musica... IO al pc e a raccontare di me... poi quando ormai la notte è tarda, INSIEME nell'abbraccio della buonanotte.
martedì 7 agosto 2012
Ti senti spesso un'isola, pensi e credi che nessuno Ti consideri se non quando Ti s'incontra per caso o per necessità.
Così senti, pensi e credi di essere solo... solo con Te stesso.
Nella fattispecie se hai bisogno di conforto s'aggiunge pure l'ansia di non farcela, la paura di soccombere sotto il peso della solitudine... anche se a circondarti c'è gente e sei in seno alla Tua famiglia.
Chi non ha mai provato tutto questo anche se non in modo continuativo? Almeno una volta nella vita, sì... perchè si vive, perchè si è fragili... come foglie che non sono più al ramo e cercano dimora portate dal vento.
La dimora la trovi comprendendo che se stai bene con Te stesso starai altrettanto con gli Altri che da sempre sono lì a farti compagnia.
Prestare attenzione, porgere l'orecchio... tutto qua e non si è più soli.
Stamattina mi ha telefonato una delle Amiche infermiere... "Ciao tesoro, come stai?..." un saluto, un esordio che è tutta una poesia.
Potevo mai sentirmi sola?
E il raccontare e il raccontarsi, ricordando col sorriso e a tratti con rammarico il tempo che non torna ma che comunque resta...
E in quel momento potevamo entrambe mai sentirci sole?
Nel pomeriggio...altra telefonata, era quell'Amica delle mie... dal tempismo perfetto all'incontrario... che ogni tanto, Lei dice, ha bisogno di sentire la mia voce perchè, è vero di coraggio ne ha tanto, ma parlare con me glielo fa aumentare e, si sa... non è mai troppo, e perciò...
Perciò non ci si sente soli se si sa di poter contare su qualcuno... o addirittura più di uno a guardarsi bene intorno, a volersi aprire al mondo.
Poi stasera... ero già qui alla mia postazione davanti al pc.
"Mary... prima di uscire vuoi che Ti sistemi il "fan"(ventilatore)?"
La mia cara Dolce... ha sempre un pensiero gentile per me... affettuosa come una figlia.
Ha preso il piccolo ventilatore... ma proprio piccolo piccolo, e l'ha attaccato alla presa usb del computer.
Una lieve brezza mi dà ora un minimo di sollievo e poi la piena consapevolezza di non essere certamente sola...
Ho almeno un FAN!
Così senti, pensi e credi di essere solo... solo con Te stesso.
Nella fattispecie se hai bisogno di conforto s'aggiunge pure l'ansia di non farcela, la paura di soccombere sotto il peso della solitudine... anche se a circondarti c'è gente e sei in seno alla Tua famiglia.
Chi non ha mai provato tutto questo anche se non in modo continuativo? Almeno una volta nella vita, sì... perchè si vive, perchè si è fragili... come foglie che non sono più al ramo e cercano dimora portate dal vento.
La dimora la trovi comprendendo che se stai bene con Te stesso starai altrettanto con gli Altri che da sempre sono lì a farti compagnia.
Prestare attenzione, porgere l'orecchio... tutto qua e non si è più soli.
Stamattina mi ha telefonato una delle Amiche infermiere... "Ciao tesoro, come stai?..." un saluto, un esordio che è tutta una poesia.
Potevo mai sentirmi sola?
E il raccontare e il raccontarsi, ricordando col sorriso e a tratti con rammarico il tempo che non torna ma che comunque resta...
E in quel momento potevamo entrambe mai sentirci sole?
Nel pomeriggio...altra telefonata, era quell'Amica delle mie... dal tempismo perfetto all'incontrario... che ogni tanto, Lei dice, ha bisogno di sentire la mia voce perchè, è vero di coraggio ne ha tanto, ma parlare con me glielo fa aumentare e, si sa... non è mai troppo, e perciò...
Perciò non ci si sente soli se si sa di poter contare su qualcuno... o addirittura più di uno a guardarsi bene intorno, a volersi aprire al mondo.
Poi stasera... ero già qui alla mia postazione davanti al pc.
"Mary... prima di uscire vuoi che Ti sistemi il "fan"(ventilatore)?"
La mia cara Dolce... ha sempre un pensiero gentile per me... affettuosa come una figlia.
Ha preso il piccolo ventilatore... ma proprio piccolo piccolo, e l'ha attaccato alla presa usb del computer.
Una lieve brezza mi dà ora un minimo di sollievo e poi la piena consapevolezza di non essere certamente sola...
Ho almeno un FAN!
lunedì 6 agosto 2012
In un solo giorno le situazioni con le emozioni di un'esistenza intera...
La sofferenza e l'ansia sulla propria pelle e il rammarico e il senso d'impotenza per quella altrui... la stizza per qualcosa che va come non deve e la soddisfazione di farcela alla fine. E poi... poi l'istintivo bisogno di isolarsi, farsi da parte per ritornare più forti... perchè la spugna non si getta mai.
Non è da trattare come caso isolato, eppure molti "si lasciano vivere addosso" senza assaporare il momento senza trarne insegnamento... sarà per questo che si faranno chiamare "depressi" scomodando un termine che ha poco a che fare con Loro.
E a pensarci bene... la Vita è bella perchè varia, come si è soliti dire da tempo immemorabile e trovi quelli che di ciò si lamentano non sapendo trovare di tale varietà il lato bello e positivo.
Di quella giornata, un normale "giovedì" solo un po' più intenso e "ricco", io ho tenuto per me i sentimenti... il rammarico e la tenerezza, l'ansia e la gioia di un ricordo e di un sorriso ritrovato.
Pare poco?
Dico solo che una volta a casa non riuscivo a parlare tanti erano i pensieri, come Chi di ritorno dalle vacanze, ben temprato dal riposo ha fretta di disfare i bagagli ma non sa da dove cominciare e allora sosta per un po' e ricorda il bel tempo trascorso per poi ricominciare...
Ed io ho ricominciato il pomeriggio di quel giovedì aiutando Dolce a fare i "pastizzi", una specialità del Suo paese...
pasta sfoglia, ricotta, sale e pepe, un po' di parmigiano, un uovo da spennellare perchè dia il colore e una tazza per ritagliare dalla pasta la forma perfetta... il cerchio.
Tanti cerchi in cui mettere il gustoso ripieno, da ripiegare su se stessi e cuocere in forno per attimi di "piccola ma intensa felicità".
Visto?
Basta poco per rendere la Vita ancor più varia in modo che a momenti di riflessione si alternino altri di serena condivisione... briciole d'Amore per costruire la strada giorno dopo giorno.
Così tutte le emozioni di una giornata sia pure intensa e ricca rendono l'animo leggero e a sera, se gli occhi vanno alla Luna sembrerà che inviti fino a Lei... a giocare fra le stelle...
La sofferenza e l'ansia sulla propria pelle e il rammarico e il senso d'impotenza per quella altrui... la stizza per qualcosa che va come non deve e la soddisfazione di farcela alla fine. E poi... poi l'istintivo bisogno di isolarsi, farsi da parte per ritornare più forti... perchè la spugna non si getta mai.
Non è da trattare come caso isolato, eppure molti "si lasciano vivere addosso" senza assaporare il momento senza trarne insegnamento... sarà per questo che si faranno chiamare "depressi" scomodando un termine che ha poco a che fare con Loro.
E a pensarci bene... la Vita è bella perchè varia, come si è soliti dire da tempo immemorabile e trovi quelli che di ciò si lamentano non sapendo trovare di tale varietà il lato bello e positivo.
Di quella giornata, un normale "giovedì" solo un po' più intenso e "ricco", io ho tenuto per me i sentimenti... il rammarico e la tenerezza, l'ansia e la gioia di un ricordo e di un sorriso ritrovato.
Pare poco?
Dico solo che una volta a casa non riuscivo a parlare tanti erano i pensieri, come Chi di ritorno dalle vacanze, ben temprato dal riposo ha fretta di disfare i bagagli ma non sa da dove cominciare e allora sosta per un po' e ricorda il bel tempo trascorso per poi ricominciare...
Ed io ho ricominciato il pomeriggio di quel giovedì aiutando Dolce a fare i "pastizzi", una specialità del Suo paese...
pasta sfoglia, ricotta, sale e pepe, un po' di parmigiano, un uovo da spennellare perchè dia il colore e una tazza per ritagliare dalla pasta la forma perfetta... il cerchio.
Tanti cerchi in cui mettere il gustoso ripieno, da ripiegare su se stessi e cuocere in forno per attimi di "piccola ma intensa felicità".
Visto?
Basta poco per rendere la Vita ancor più varia in modo che a momenti di riflessione si alternino altri di serena condivisione... briciole d'Amore per costruire la strada giorno dopo giorno.
domenica 5 agosto 2012
Stamattina ho montato finalmente l'ultima tenda nel soggiorno e m'è venuto da pensare... (pensieri che nulla hanno a che fare con l'azione in sè)
...come e perchè mai saltava in mente all'inquilina del secondo piano di lavare le tende ogni due mesi, a giudicare dalla fatica per rimontarle soprattutto nei mesi estivi.
"Ma dai, non la ricordi... quella non era normale!" ha replicato l'Amore della mia Vita... o magari, ho pensato io ad essere normale lo era e così facendo intendeva colmare un vuoto, le mancava qualcosa... certamente non capiva che alle carenze si reagisce in altro modo... guardando in se stessi o intorno, anzi entrambe le cose.
In sintesi e in altri termini... stabilire le giuste priorità.
Io devo molto alla malattia, perchè non lavavo le tende 6 volte l'anno ma 3 sicuramente sì... e sono troppe anche quelle, perchè non Ti cambia niente a livello d'equilibrio e serenità se lo fai ogni 12 mesi o addirittura salti l'anno... non succede niente, la Vita va avanti lo stesso ma soprattutto Ti accorgi che stai meglio perchè hai superato un limite che pure posto da Te può "fagocitarti" se abbassi la guardia.
Distrarsi, ecco che cosa è da fare... distrarsi dall'abitudine non sentita che a lungo andare diventa monotona mania.
La "malattia" anche questo m'ha insegnato.
E le persone che in tutto questo tempo ho incontrato hanno sostituito nella mente e nel Cuore le astratte abitudini non sentite. TUTTE, nessuna esclusa... come la moglie del "signore tranquillo" che pure ricordavo con simpatia nonostante la scarsa frequentazione. M'era sembrato strano vederla piangere, Lei sempre così solare nell'aspetto e "colorata" nell'apparire... e lo era ancora e nonostante tutto perchè non si può nè si deve dare adito a credere che sia finita... Chi mai lo potrà dire?
Intanto raccontando di Noi era arrivato il Nostro turno, solo tre numeri ci dividevano così che ci siamo trovate affiancate agli sportelli.
"Eh... signora, ma perchè l'impegnativa l'avete timbrata due mesi fa? E ora volete pure prenotare!"
Ma era chiedere troppo?! Mah... non mi pareva, era un diritto, no? Non è mia la colpa se le "disposizioni" da flessibili sono diventate rigide. Oh, ma insomma dovrò mettermi in ginocchio e chieder venia per avere una data, una sola?!
"Date qua... prima data utile, 7 novembre. Vi va bene?"
Benissimo... cambiava qualcosa altrimenti?
...come e perchè mai saltava in mente all'inquilina del secondo piano di lavare le tende ogni due mesi, a giudicare dalla fatica per rimontarle soprattutto nei mesi estivi.
"Ma dai, non la ricordi... quella non era normale!" ha replicato l'Amore della mia Vita... o magari, ho pensato io ad essere normale lo era e così facendo intendeva colmare un vuoto, le mancava qualcosa... certamente non capiva che alle carenze si reagisce in altro modo... guardando in se stessi o intorno, anzi entrambe le cose.
In sintesi e in altri termini... stabilire le giuste priorità.
Io devo molto alla malattia, perchè non lavavo le tende 6 volte l'anno ma 3 sicuramente sì... e sono troppe anche quelle, perchè non Ti cambia niente a livello d'equilibrio e serenità se lo fai ogni 12 mesi o addirittura salti l'anno... non succede niente, la Vita va avanti lo stesso ma soprattutto Ti accorgi che stai meglio perchè hai superato un limite che pure posto da Te può "fagocitarti" se abbassi la guardia.
Distrarsi, ecco che cosa è da fare... distrarsi dall'abitudine non sentita che a lungo andare diventa monotona mania.
La "malattia" anche questo m'ha insegnato.
E le persone che in tutto questo tempo ho incontrato hanno sostituito nella mente e nel Cuore le astratte abitudini non sentite. TUTTE, nessuna esclusa... come la moglie del "signore tranquillo" che pure ricordavo con simpatia nonostante la scarsa frequentazione. M'era sembrato strano vederla piangere, Lei sempre così solare nell'aspetto e "colorata" nell'apparire... e lo era ancora e nonostante tutto perchè non si può nè si deve dare adito a credere che sia finita... Chi mai lo potrà dire?
Intanto raccontando di Noi era arrivato il Nostro turno, solo tre numeri ci dividevano così che ci siamo trovate affiancate agli sportelli.
"Eh... signora, ma perchè l'impegnativa l'avete timbrata due mesi fa? E ora volete pure prenotare!"
Ma era chiedere troppo?! Mah... non mi pareva, era un diritto, no? Non è mia la colpa se le "disposizioni" da flessibili sono diventate rigide. Oh, ma insomma dovrò mettermi in ginocchio e chieder venia per avere una data, una sola?!
"Date qua... prima data utile, 7 novembre. Vi va bene?"
Benissimo... cambiava qualcosa altrimenti?
sabato 4 agosto 2012
Si sarà ben compreso perchè di me non ho continuato a... parlare, non subito almeno... non m'era sembrato il caso.
Quell'incontro andava meditato ed ogni cosa si sarebbe ridimensionata occupando il giusto posto... come è successo a me con la visita dal chirurgo e poi la "famosa prenotazione".
La prima tappa l'avevo fatta al centro di senologia, il chirurgo m'aveva visitato concludendo con la Sua diagnosi "risolutiva"... "probabilmente" un punto s'era infettato, poi pian piano (... e neanche tanto, aggiungerei io) "probabilmente" l'infezione s'era estesa per quasi tutta la lunghezza, ma potevo essere sicura... "probabilmente" sarebbe passata in fretta (meno male... sospiro di sollievo). Sarebbe stata sufficiente un'applicazione di Neomercurocromo ogni due giorni per permettere alla cicatrice di asciugarsi più rapidamente (ma no... dopo soli quattro mesi?).
E così m'apprestavo ad andarmene con qualche ansia in meno ed alcuna certezza in più... con la cicatrizzazione completa a data da destinarsi e la rassicurazione degli "addetti ai lavori"...
Che sì, dai... dopo tutto era venuto un buon lavoro, la "mia" era un po' scesa... ma quanti anni hai!? 59... e allora che pretendi? IO proprio niente, in verità! L'importante alla fine è la salute! E a me lo si dice? Per questo non me ne può importar di meno se una è su e l'altra è un po' giù...
Che stia IO sempre su, quello solo conta davvero!
Seconda tappa... cassa ticket. Stacco il numero dal dispenser... avrò premuto il tasto giusto? A o P? Beh, ha poca importanza ormai, ho già fatto... P339, prima di me solo venti numeri e che vuoi che siano?
Mi vado a sedere all'ultima fila e sto per tirar fuori la rivista che mi sono portata da casa, quando girando la testa a sinistra noto la moglie del "signore tranquillo", un altro Amico di "quel terzo piano".
"Non Vi ricordate più di me?", e per rendermi ancor più riconoscibile ho messo giù gli occhiali da sole...
"A guardarvi bene, il viso non mi è nuovo... Ah sì, la signora che veniva tutti i giorni! Come state... vi siete poi operata?" Dopo averle risposto le ho chiesto di Suo marito...
"In questo momento è al Pronto Soccorso perchè stanotte è stato male. Ma voi lo sapete che oltre al melanoma ha avuto anche il tumore al seno (ma che mostruosità è mai questa, anche ad un uomo!)... s'è operato, gli hanno tolto entrambe le mammelle. Povero "figlio"... e mò quant' soffre!" E dicendo così due lacrime sono scese a rigarle il viso...
Quell'incontro andava meditato ed ogni cosa si sarebbe ridimensionata occupando il giusto posto... come è successo a me con la visita dal chirurgo e poi la "famosa prenotazione".
La prima tappa l'avevo fatta al centro di senologia, il chirurgo m'aveva visitato concludendo con la Sua diagnosi "risolutiva"... "probabilmente" un punto s'era infettato, poi pian piano (... e neanche tanto, aggiungerei io) "probabilmente" l'infezione s'era estesa per quasi tutta la lunghezza, ma potevo essere sicura... "probabilmente" sarebbe passata in fretta (meno male... sospiro di sollievo). Sarebbe stata sufficiente un'applicazione di Neomercurocromo ogni due giorni per permettere alla cicatrice di asciugarsi più rapidamente (ma no... dopo soli quattro mesi?).
E così m'apprestavo ad andarmene con qualche ansia in meno ed alcuna certezza in più... con la cicatrizzazione completa a data da destinarsi e la rassicurazione degli "addetti ai lavori"...
Che sì, dai... dopo tutto era venuto un buon lavoro, la "mia" era un po' scesa... ma quanti anni hai!? 59... e allora che pretendi? IO proprio niente, in verità! L'importante alla fine è la salute! E a me lo si dice? Per questo non me ne può importar di meno se una è su e l'altra è un po' giù...
Che stia IO sempre su, quello solo conta davvero!
Seconda tappa... cassa ticket. Stacco il numero dal dispenser... avrò premuto il tasto giusto? A o P? Beh, ha poca importanza ormai, ho già fatto... P339, prima di me solo venti numeri e che vuoi che siano?
Mi vado a sedere all'ultima fila e sto per tirar fuori la rivista che mi sono portata da casa, quando girando la testa a sinistra noto la moglie del "signore tranquillo", un altro Amico di "quel terzo piano".
"Non Vi ricordate più di me?", e per rendermi ancor più riconoscibile ho messo giù gli occhiali da sole...
"A guardarvi bene, il viso non mi è nuovo... Ah sì, la signora che veniva tutti i giorni! Come state... vi siete poi operata?" Dopo averle risposto le ho chiesto di Suo marito...
"In questo momento è al Pronto Soccorso perchè stanotte è stato male. Ma voi lo sapete che oltre al melanoma ha avuto anche il tumore al seno (ma che mostruosità è mai questa, anche ad un uomo!)... s'è operato, gli hanno tolto entrambe le mammelle. Povero "figlio"... e mò quant' soffre!" E dicendo così due lacrime sono scese a rigarle il viso...
venerdì 3 agosto 2012
Ma non l'ho fatto.
Non sono uscita di corsa... a casa non sono tornata, non ho pensato.
In realtà un pensiero m'è venuto, d'andare da "Angelina" ma prima avevo da allontanarmi per un po', la scusa a me stessa era pronta, la prenotazione.
Il mio "simpatico accompagnatore" di qualcosa s'è accorto... " non è che ci devi andare per forza, non è un obbligo."... come aveva fatto non so.
Sono scesa... il tempo d'annotarmi il famoso "numero verde" e sono risalita...
"Dammi qua, tengo io la busta e tu vai pure che t'aspetto." Il mio "simpatico accompagnatore" continuava a... seguirmi mettendo a disposizione ogni piccolo servigio che poteva offrirmi... ora s'era seduto nella sala d'aspetto con la busta del kit di sopravvivenza che mai manca quando so di dover fare lunghe attese.
Ancor prima d'entrare nel reparto vero e proprio ho ritrovato il marito di "Angelina"... sembrava m'aspettasse, poi senza dir parola siamo andati da Lei...
Non la vedevo da tempo e l'immagine che ne conservavo era completamente diversa. Penso che per quello che ho provato rivedendola e in segno di rispetto data la situazione, non sia il caso che io scenda in particolari che nulla aggiungerebbero alla Sua sofferenza e al mio rammarico... dirò solo di due mani strette dall'inizio alla fine di quell'incontro... mani incuranti della forte pressione e del sudore che tale stretta procurava, anzi dalla stessa appagate.
"Tornerò a trovarti... vengo giovedì se sei ancora ricoverata... ma solo se Ti fa piacere. Lo sai che con me puoi parlare, se non Ti va dimmelo, non m'offendo."
"Ma la vuoi smettere di parlare così!? Mi fa piacere... t'aspetto."
Ed oggi che era giovedì da Lei son tornata... dopo la visita dal chirurgo e la "prenotazione"... sono tornata perchè glielo dovevo, m'aspettava... ma soprattutto perchè lo sentivo. L'altro giorno m'aveva detto... "speriamo che non mi trovi un po'... così, imbambolata."
Imbambolata o quasi addormentata, sdraiata o seduta, col sorriso o in lacrime... che fa?! E' la mia "Amica" e so del Suo dolore e che non vuole l'altrui pietà. Starle accanto, provare ad ascoltarla senza parlare se non c'è nulla da dire, ridere quando è il caso, farla partecipe di Vita che non sia la Sua che ormai conosce fin troppo bene... tutto questo sì che lo desidera. Ah... anche un piccolo pensiero, magari dei biscotti magari all'amarena, per rinverdire dei ricordi, perchè comunque si continua...
E' la mia "Amica" ed io questo lo so bene.
Non sono uscita di corsa... a casa non sono tornata, non ho pensato.
In realtà un pensiero m'è venuto, d'andare da "Angelina" ma prima avevo da allontanarmi per un po', la scusa a me stessa era pronta, la prenotazione.
Il mio "simpatico accompagnatore" di qualcosa s'è accorto... " non è che ci devi andare per forza, non è un obbligo."... come aveva fatto non so.
Sono scesa... il tempo d'annotarmi il famoso "numero verde" e sono risalita...
"Dammi qua, tengo io la busta e tu vai pure che t'aspetto." Il mio "simpatico accompagnatore" continuava a... seguirmi mettendo a disposizione ogni piccolo servigio che poteva offrirmi... ora s'era seduto nella sala d'aspetto con la busta del kit di sopravvivenza che mai manca quando so di dover fare lunghe attese.
Ancor prima d'entrare nel reparto vero e proprio ho ritrovato il marito di "Angelina"... sembrava m'aspettasse, poi senza dir parola siamo andati da Lei...
Non la vedevo da tempo e l'immagine che ne conservavo era completamente diversa. Penso che per quello che ho provato rivedendola e in segno di rispetto data la situazione, non sia il caso che io scenda in particolari che nulla aggiungerebbero alla Sua sofferenza e al mio rammarico... dirò solo di due mani strette dall'inizio alla fine di quell'incontro... mani incuranti della forte pressione e del sudore che tale stretta procurava, anzi dalla stessa appagate.
"Tornerò a trovarti... vengo giovedì se sei ancora ricoverata... ma solo se Ti fa piacere. Lo sai che con me puoi parlare, se non Ti va dimmelo, non m'offendo."
"Ma la vuoi smettere di parlare così!? Mi fa piacere... t'aspetto."
Ed oggi che era giovedì da Lei son tornata... dopo la visita dal chirurgo e la "prenotazione"... sono tornata perchè glielo dovevo, m'aspettava... ma soprattutto perchè lo sentivo. L'altro giorno m'aveva detto... "speriamo che non mi trovi un po'... così, imbambolata."
Imbambolata o quasi addormentata, sdraiata o seduta, col sorriso o in lacrime... che fa?! E' la mia "Amica" e so del Suo dolore e che non vuole l'altrui pietà. Starle accanto, provare ad ascoltarla senza parlare se non c'è nulla da dire, ridere quando è il caso, farla partecipe di Vita che non sia la Sua che ormai conosce fin troppo bene... tutto questo sì che lo desidera. Ah... anche un piccolo pensiero, magari dei biscotti magari all'amarena, per rinverdire dei ricordi, perchè comunque si continua...
E' la mia "Amica" ed io questo lo so bene.
giovedì 2 agosto 2012
E infatti pensavo d'aver praticamente risolto questo problema dell'ultimo minuto.
Tornata a casa, nell'ambito degli orari fissati ho provato allora a digitare il famoso "numero verde".
Dall'altro capo una "gentile voce"... "Benvenuti al numero verde degli Ospedali riuniti. Per prenotare o disdire una visita con impegnativa premere 1... per prenotare o disdire una visita specialistica a pagamento senza impegnativa premere 2".
Benissimo...
Presumibilmente doveva esserci un momento d'intervallo o pausa che consentisse quel rapido passaggio ed allora stavo per mettere in atto quello che m'era stato suggerito quando la "gentile voce" ha ripreso con lo stesso medesimo messaggio.
Possibile? Ho provato a batterla sul tempo ma niente da fare... ho digitato il numero 1 prima ancora che parlasse ed è stato ancora peggio, operazione e messaggio si sono accavallati così che la tiritera è diventata continua. Per porre fine allo "strazio" ho sbattuto giù il ricevitore... Ho capito, altra "corsa" altra "fila" e mi sono riproposta di non pensarci più almeno fino a giovedì.
Ricapitolando.
Giovedì... visita dal chirurgo, prima... poi, fila alla cassa ticket... e che Dio ce la mandi buona nel primo come nel secondo caso.
Ma domani in ospedale farò anche altro, cosa che non mi pesa affatto e che ridimensiona pure tutto il resto.
L'altro giorno nel mio andirivieni, tanto simile al girare di una trottola su se stessa, ho incontrato il marito di "Angelina", mi sono imbattuta in Lui proprio all'entrata del famoso reparto dove "prima si poteva ed ora non si può..."
"Come mai qui...?" "LEI è qui ricoverata... la gamba le fa male a causa delle metastasi lombari... ora sono presenti anche focolai polmonari... senza contare le metastasi epatiche."
Mi dispiace così tanto... ho pensato... l'ho detto.
Immediatamente non avrei voluto fare quell'incontro... d'impulso avrei voluto uscire in fretta correre a casa e non fare nulla... nè mangiare nè bere, neanche cambiarmi d'abito, ma sdraiarmi sul letto con gli occhi chiusi alla rassicurante penombra del pomeriggio assolato e pensare...
Tornata a casa, nell'ambito degli orari fissati ho provato allora a digitare il famoso "numero verde".
Dall'altro capo una "gentile voce"... "Benvenuti al numero verde degli Ospedali riuniti. Per prenotare o disdire una visita con impegnativa premere 1... per prenotare o disdire una visita specialistica a pagamento senza impegnativa premere 2".
Benissimo...
Presumibilmente doveva esserci un momento d'intervallo o pausa che consentisse quel rapido passaggio ed allora stavo per mettere in atto quello che m'era stato suggerito quando la "gentile voce" ha ripreso con lo stesso medesimo messaggio.
Possibile? Ho provato a batterla sul tempo ma niente da fare... ho digitato il numero 1 prima ancora che parlasse ed è stato ancora peggio, operazione e messaggio si sono accavallati così che la tiritera è diventata continua. Per porre fine allo "strazio" ho sbattuto giù il ricevitore... Ho capito, altra "corsa" altra "fila" e mi sono riproposta di non pensarci più almeno fino a giovedì.
Ricapitolando.
Giovedì... visita dal chirurgo, prima... poi, fila alla cassa ticket... e che Dio ce la mandi buona nel primo come nel secondo caso.
Ma domani in ospedale farò anche altro, cosa che non mi pesa affatto e che ridimensiona pure tutto il resto.
L'altro giorno nel mio andirivieni, tanto simile al girare di una trottola su se stessa, ho incontrato il marito di "Angelina", mi sono imbattuta in Lui proprio all'entrata del famoso reparto dove "prima si poteva ed ora non si può..."
"Come mai qui...?" "LEI è qui ricoverata... la gamba le fa male a causa delle metastasi lombari... ora sono presenti anche focolai polmonari... senza contare le metastasi epatiche."
Mi dispiace così tanto... ho pensato... l'ho detto.
Immediatamente non avrei voluto fare quell'incontro... d'impulso avrei voluto uscire in fretta correre a casa e non fare nulla... nè mangiare nè bere, neanche cambiarmi d'abito, ma sdraiarmi sul letto con gli occhi chiusi alla rassicurante penombra del pomeriggio assolato e pensare...
mercoledì 1 agosto 2012
Devo continuare a... parlare della giornata di ieri, e raccogliendo le idee mi rendo conto di quante volte mi verrebbe di mandare Tutti e tutto al diavolo, controlli compresi. Poi, per fortuna prevale il senso di responsabilità e, diciamolo pure, la paura e ritorno sui miei passi, stanca e delusa. Il fatto è che la strada non è mai piana... è sempre in salita "possibilmente" con qualche intoppo, e non trovi quasi mai Chi Ti dà una mano e se lo fa una volta, la seguente se l'è bell'e dimenticato... o fa finta... o è costretto a far finta d'essersene dimenticato.
Ma perchè mai la vita, soprattutto la Nostra... degli 048... deve essere così complicata? Forse siamo troppi... tanto che se qualcuno di Noi manca all'appello nessuno se ne accorge se non per il fatto che la "cartella" va archiviata una volta per tutte.
Va bene comunque... STOP e fine dello sfogo.
E tornando a ieri... dove eravamo rimasti?
Ah già... col marito di "Ma che c'mport" c'eravamo ritrovati nella sala d'attesa a cercare d'ingannare il tempo, ad un certo punto mi sono ricordata di dover fare ancora una prenotazione in vista del controllo semestrale di novembre... un'eco-addome completo. Le ultime due volte m'ero sottoposta a tale esame al reparto vicino all'Oncologia medica... il dottore era stato "gentilissimo" in entrambe le occasioni, raccomandandomi di prenotare sempre in reparto e non attraverso gli sportelli del CUP per evitare lungaggini e liste d'attesa.
Che diamine, trattandosi di 048 un po' di comprensione e rispetto, no!?
Bene, ieri ci sono tornata in quel reparto... e lo stesso dottore m'ha detto il contrario... dovevo passare per la cassa ticket, poi anche se avesse voluto chiudere un occhio... era la mia un'emergenza? No? E allora non si poteva fare nulla tanto più che andava di fretta... aveva un'emergenza! Ma guarda... e a questo punto se la lista d'attesa avesse visto slittare la mia prenotazione oltre i sei mesi prescritti, non avrei potuto io trovarmi improvvisamente ma non tanto inaspettatamente in emergenza?
D'accordo, ma Lui che poteva farci... i medici sono pochi e i pazienti in tanti... con le soppressioni dei reparti, gli accorpamenti... non si va più avanti.
E il guaio più grosso è che si torna indietro.
Così, sempre "scortata" dal simpatico marito della mia Amica, sono scesa giù al CUP... Fila lunghissima, oltre la porta. Mi faccio strada facendo finta di nulla, ma sguardi "cattivi" mi ricacciano indietro...
"Niente da fare, devo ritornare..." ho detto rassegnata al mio accompagnatore... " così porto l'impegnativa già timbrata, speriamo che vada bene quella e non debba farne un'altra".
"Aspetta... leggi quest'avviso." Attaccato alla bacheca c'era un foglio... per prenotare o disdire chiamare il numero verde...
Ho esultato a tale vista... ma forse troppo in fretta.
Ma perchè mai la vita, soprattutto la Nostra... degli 048... deve essere così complicata? Forse siamo troppi... tanto che se qualcuno di Noi manca all'appello nessuno se ne accorge se non per il fatto che la "cartella" va archiviata una volta per tutte.
Va bene comunque... STOP e fine dello sfogo.
E tornando a ieri... dove eravamo rimasti?
Ah già... col marito di "Ma che c'mport" c'eravamo ritrovati nella sala d'attesa a cercare d'ingannare il tempo, ad un certo punto mi sono ricordata di dover fare ancora una prenotazione in vista del controllo semestrale di novembre... un'eco-addome completo. Le ultime due volte m'ero sottoposta a tale esame al reparto vicino all'Oncologia medica... il dottore era stato "gentilissimo" in entrambe le occasioni, raccomandandomi di prenotare sempre in reparto e non attraverso gli sportelli del CUP per evitare lungaggini e liste d'attesa.
Che diamine, trattandosi di 048 un po' di comprensione e rispetto, no!?
Bene, ieri ci sono tornata in quel reparto... e lo stesso dottore m'ha detto il contrario... dovevo passare per la cassa ticket, poi anche se avesse voluto chiudere un occhio... era la mia un'emergenza? No? E allora non si poteva fare nulla tanto più che andava di fretta... aveva un'emergenza! Ma guarda... e a questo punto se la lista d'attesa avesse visto slittare la mia prenotazione oltre i sei mesi prescritti, non avrei potuto io trovarmi improvvisamente ma non tanto inaspettatamente in emergenza?
D'accordo, ma Lui che poteva farci... i medici sono pochi e i pazienti in tanti... con le soppressioni dei reparti, gli accorpamenti... non si va più avanti.
E il guaio più grosso è che si torna indietro.
Così, sempre "scortata" dal simpatico marito della mia Amica, sono scesa giù al CUP... Fila lunghissima, oltre la porta. Mi faccio strada facendo finta di nulla, ma sguardi "cattivi" mi ricacciano indietro...
"Niente da fare, devo ritornare..." ho detto rassegnata al mio accompagnatore... " così porto l'impegnativa già timbrata, speriamo che vada bene quella e non debba farne un'altra".
"Aspetta... leggi quest'avviso." Attaccato alla bacheca c'era un foglio... per prenotare o disdire chiamare il numero verde...
Ho esultato a tale vista... ma forse troppo in fretta.
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