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aprile 18, 2012

Di motorini e oggetti transizionali

Dopo quasi quattro anni di onorato servizio, anche la Dollina va in pensione. Così, inaspettatamente e senza un perché. E quando i tuoi figli abbandonano anche il loro oggetto transizionale, ti senti a un passo dalla vera svolta: a breve ti chiederanno le chiavi di casa. E il motorino.
D'altronde da tempo la Dollina era agganciata al ciuccio, che abbiamo tolto un mese fa. I due erano diventati una cosa sola: il ciucciodollina. Un tutt'uno, senza congiunzione. Come mammapapà quando c'è da dire una cosa a tutti e due e caccapipì quando scappa l'una e pure l'altra.
Meritava questo post la mitica Dollina, ricevuta in dono alla nascita dalla zia Simona e ribattezzata così dalla nonna,  per via della pecora Dolly. Mio marito ci ha messo due anni a capire che quel nome lì gliel'avevamo dato noi e quando mi ero chiesta e se le perdo? dove vado a trovarne due uguali? Lui se n'era saltato fuori con un echessaràmai? vai su google, digiti dollina e vedi dove le vendono.  Sì, certo.
Poi ho scoperto davvero dove le vendevano ed ero andata a comprarne due di riserva, solo che sono rimaste bianche e cicciotte nell'armadio mentre le original ones come le chiamavo io, si sono ingrigite e ciancicate. Avevano persino un buco nelle orecchie perché usavano infilarci il dito indice nel prendere sonno.

Ma perchè non vuoi più la dollina?  
Mamma, non la luso più. Sono grande.

Risposta ineccepibile. Ma che colpo al cuore. 

marzo 24, 2012

Qui si cresce, che fatica

Mattia che lava la macchina della mamma
L'avevano detto anche a voi vedrai che quando crescono è tutto più semplice? Forse scherzavano.
Sarà che a me i primi tempi mi son piaciuti così tanto che non capisco quelle che si sentono annaspare già in quella fase lì. No perché se ti manca la tua vita quando tuo figlio ha due mesi (che, sì vabbé, mangia un numero di volte random durante la giornata ma altro non fa), quando parlerà, pretenderà, sindacherà e risucchierà tutta ma proprio tutta la tua energia che cacchio farai?
Che poi forse un figlio di quasi quattro anni non ti risucchia granché. Cioé, non lo so. Ma due sì. Non che prima fosse una passeggiata ma ultimamente, come dire...sticavoli. Qui si cresce e l'impegno sembra decisamente maggiore. Io affogo lo sconforto acquistando libri sul tema* (che se c'è una cosa che non riesco a leggere sono proprio i saggi, eppure li compro lo stesso) e riducendo il tempo di connessione alla rete (che se c'è una cosa che mi fa sentire brava è stare meno su internet, per la serie dipendenza no ma quasi). Quindi se mi tracciate online: o sono al lavoro (in pausa ;-o) o sono le 20e30 di un sabato diciamo impegnativo e siccome loro sono crollati io, quasi commossa, mi concedo il lusso di scrivere sul blog.

*Questi gli ultimi libri sul tema: "La rabbia delle mamme" di Alba Marcoli (il titolo mi sembrava azzeccato) e "Il segreto dei bambini felici" di Steve Biddulph (comprato per Christian e per la sua crisi di crescita). Della Marcoli poi ho quasi l'intera bibliografia: altri acquisti compulsivi del giugno scorso in previsione dell'inserimento alla materna in quanto autrice suggerita dalle maestre.
I manuali "delle Tate" ce li ho tutti, comprati in tempi non sospetti e pure quelli mai letti. Ho perfino una "Bibbia del Genitore" che non so se rendo. E come farsi mancare "I no che aiutano a crescere" e "Le mamme non sbagliano mai"? Che solo a leggere il titolo ti senti meglio.
Prime pagine a parte, di tutti questi libri non ne ho letto neanche uno ma conto entro una decina d'anni di diventare un'esperta.

marzo 07, 2012

Italia, paese di allenatori

[Segue dai colloqui con le maestre]

Io, nel pieno dello sconforto, mi abbandono a considerazioni ad effetto: dura la vita dei genitori! Eh sì, quando si dice figli piccoli-problemi piccoli, figli grandi-problemi grandi. Tutto vero!
Poi sospiro.
Lui ascolta. Vorrebbe precisare che i nostri figli non hanno ancora quattro anni, invece mi asseconda e la butta sul filosofico: la verità è che son tutti bravi con i figli degli altri, poi con i propri è tutta un'altra cosa...                                           
E lì io rifletto: alzi la mano chi non ha mai giudicato i problemi dei figli altrui. Beh, lo ammetto: io l'ho fatto. Ma così, en passant, qualche volta. Poi mi è venuta in mente la mia mamma, saggia donna, che mi dice pensa ai tuoi figli che nella vita non si sa mai...
E mentre considero il karma divino che ha voluto punirmi per cotanta saccenza, lui mi rifila la similitudine calcistica che tutto sommato ha il suo perché: massì, Laura, è un po' come nel calcio, l'Italia è un paese di allenatori, tutti bravi a dare consigli alle squadre degli altri!
Lode (qualche volta) ai mariti pragmatici, che di introspezione ne abbiamo già fatta abbastanza.

marzo 01, 2012

1 (una) mamma e 2 (due) bambini

Colloquio n. 1 - con le maestre di Christian

Ci domandavamo se ci fosse stato qualche cambiamento nell'ambito familiare nell'ultimo mese?
L'esordio non è stato dei migliori. Ma tant'è, mi sono raccontata, anche se di veri cambiamenti non ce ne sono stati. Tu che lavoro fai? E il papà? Ma quando i bambini sono con i nonni stanno a casa vostra o a casa loro? E l'esperienza del nido com'è stata? 
Direi molto positiva. Lì però le domande c'erano state in fase di inserimento e in modalità conoscitiva  mica cinque mesi dopo a mo' di inquisizione (questo l'ho solo pensato, naturalmente).
Ho raccontato anche di quando il nido stava per finire e io ero molto in ansia per la novità della materna. Ero preoccupata soprattutto per Mattia, per il suo carattere, per il suo essere mammone e per le sue timidezze. L'educatrice che li aveva inseriti mi disse che a suo avviso sarebbe stato Christian, apparentemente il più indipendente, a subire il contraccolpo della separazione dal fratello. Ecco, ci aveva visto giusto: Mattia ha trovato la sua dimensione, i suoi compagni ed è ben inserito. Christian no. Tanto è vero che quando si ritrovano in salone per il gioco libero, lui si aggrega al fratello e ai suoi compagni. Perché nella sua classe non ha socializzato granché.
Certo, si è parlato anche del mio lavoro. Ma siccome non faccio l'astronauta ma ho un normale impiego da ufficio e siccome i sensi di colpa ce li ho da sola, senza che nessuno compartecipi alla causa, quell'argomento si è chiuso lì. 
La sintesi è che Christian è un bambino mite (non timido, che voi magari sapete qual è la differenza, io l'ho appresa ieri) e il suo momento rock è stato una ricerca di attenzione. Meglio che il suo disagio l'abbia buttato fuori piuttosto che interiorizzato. 
Poi c'è stato il topic Lantonio: che non è un leader maximo ma un bambino dispettoso che l'ha preso un po' di mira. Ho saputo (solo durante il colloquio) che il bambino (il mio) un paio di volte è sparito dalla classe, una volta è scappato dal fratello e un'altra si è nascosto sotto una brandina della sala nanna (io questa cosa della brandina l'ho trovata inquietante, solo che nel flusso della conversazione non le ho dato il giusto peso. Ci  ritornerò su). 
Devono anche averlo elogiato per qualche cosa il mio piccolino ma non me ne sono accorta.
Comunque stai serena, niente per cui allarmarsi. I bambini problematici sono ben altri.
Meno male.

Colloquio n. 2 - con le maestre di Mattia

Mattia è un bambino sereno, dolce, molto intelligente, educato e curioso. Molto ben inserito. Sì, è vero, ha qualche problema con qualche consonante ma niente di cui preoccuparsi, aspettiamo l'estate e vediamo se si risolve da sé. Ci sono un paio di libri carini per fare qualche esercizio insieme. Ma sotto forma di gioco mi raccomando!
Comunque, senti, facciamo tanti complimenti ai genitori, avete fatto proprio un buon lavoro!

Meno male che di figli ne ho due.
E di colloqui ne ho fatti due.
Perché dal primo ne sono uscita a pezzi.

febbraio 19, 2012

Di orologi biologici e sveglie rotte

Al collega con la fidanzata che fa pressing per mettere in cantiere un bebè sono solita raccontare che a me l'orologio biologico è scattato a 29 anni quando sono diventata zia e per la prima volta nella mia vita ho avuto occasione di tenere in braccio un neonato, percepirne il calore, annusarne il profumo, eccetera eccetera.
In quel periodo vedevo bambini ovunque e andavo dichiarando che un figlio l'avrei fatto anche in quel momento lì ma non c'erano i presupposti economici. Poi mio nipote cresceva, io intraprendevo un percorso nuovo e l'orologio biologico si è assopito. Diciamo pure che così come era scattato, è svanito. (Leggi: collega, tieni duro, magari le passa).
A 32 anni divento comunque mamma perché nei nostri progetti c'era una famiglia, possibilmente numerosa. Ci arrivano due gemelli quindi anche su quel fronte siamo stati esauditi. Anche lì, nonostante il doppio arrivo andavo blaterando che io un terzo figlio lo avrei fatto tranquillamente e in effetti proprio di recente mi son sentita dire che i primi mesi dopo la nascita dei miei bambini trasmettevo una profonda serenità. Lo sguardo liquido alla vista delle pance altrui poi non ve lo sto a raccontare.
Questa era la premessa.
Il fatto è che ieri, a una cena tra parenti alla lontana, avevo al mio fianco una bimba di sette mesi (bella come il sole) in braccio alla sua nonna e stamattina riflettevo che a parte buttar lì una frase scontata tipo ma è una bambolina!, proprio uno splendore! non me la sono filata per niente (la bambina, non la nonna eh!). Non le ho preso la manina, non ho chiesto di tenerla un secondo in braccio e non perché mi sono imposta di non farlo (che di norma sarebbe cosa buona e giusta) ma perché non ci ho proprio pensato. 
Cosa mi sarà successo? Dico al consorte. Questi due mi hanno rovinata! 
E allora mi è venuta in mente una cosa che ha scritto Serena Sabella su Donna&Mamma di questo mese e che ho trovato perfetta:
"In ogni caso, la maternità ti cambia radicalmente la vita, spesso in meglio, ma la difficoltà nel vivere la quotidianità - nascosta dietro al romanticismo e alla magia - è direttamente proporzionale al numero dei figli.
La buona notizia è che dal secondo in poi dovrebbe essere tutto in discesa.
Dicono."
Voi che ne pensate?

luglio 27, 2011

La cucina non è il mio forte

Sabato mattina. 
I due giocano "alla cucina". Che ultimamente vuol dire riempire due pentoloni di giocattolini di piccola misura (macchinine, vagoncini di legno, palline e simili) e servire quella pappa lì a te. Tieni mamma, mangia!
A un certo punto, indicando la cucina a gas, uno dice all'altro: facciamo pappa lì. Dove la fa mamma.
Il fratello ribatte: noooooo mamma. Papà fa pappa lì. Perché mamma si brucia!

Ai ragazzi non è sfuggita la leggendaria latitanza della mamma ai fornelli. E hanno elaborato una loro personale interpretazione:

1) I fornelli sono pericolosi.
2) Il papà (uomo noto per il suo coraggio) cucina al posto della mamma.
3) Così la mamma non si brucia.

Questa è la voce dell'innocenza. Ma anche l'amore incondizionato per la mamma.

novembre 30, 2009

Certe mattine

Questo post fa da appendice al precedente. E' la prova provata che qui non si raccontano balle: è tutto vero. Dopo l'elogio al padre, idolo della prole, ci si domanda come egli trovi il tempo di cazzeggiare con la videocamera anche di mattina prima di andare al lavoro. Comunque, dato che questo video mi mette allegria, lo pubblico.


ottobre 05, 2009

Metti una sera a casa di amici...


Metti una sera a casa di amici. Metti che loro hanno due gemelli maschi, come te (ma di un anno più grandi). Metti che vuoi passare una serata a far due chiacchiere e raccontartela su. Ecco due o tre regole base: cioè tutto quello che avresti dovuto fare ma non hai fatto perché ti è venuto in mente dopo.
1) Innanzitutto impedire ai mariti di imboscarsi a tempo record in cucina a parlare di calcio e calciatori. Come? Magari appioppando loro il 50% del pargolame.
2) Oppure osare l'inosabile ovvero provare a lasciare i magnifici 4 da soli nella stanza con i giochi e correre in soccorso solo in caso di grida acute.
3) Spiegare ai tuoi figli che mangiare da soli è una roba da perfezionisti e non è il caso di fare pratica nella cucina splendidasplendente della tua amica.
4) Al momento della cena - quella dei grandi - mettere al tavolo (cioè legare sul seggiolone) un figlio dei TUOI e uno dei LORO: perché l'unione fa la forza e separare i due elementi aiuta. Questa, almeno sulla carta, sembrerebbe una genialiata. Da provare, la prossima volta.
5) Evitare il vino: perché mangiare e (nel contempo) dissuadere i tuoi figli dal perlustrare casa altrui richiede una certa lucidità (poi tu sei quasi astemia...uahahahaha!)
6) Mai incontarsi nei mercoledì di Champions (che il tragitto di ritorno a casa deve starci nel quarto d'ora tra il primo e il secondo tempo e varcata la soglia di casa lui molla il suo pargolo sul lettone e si fionda a caricare la Premium).
Oppure, più semplicemente 7) "prenotare" la nonna per il babysitteraggio e lasciare le creature a casa che magari ti rilassi un po'.

N.B. Se siete una di quelle smart moms che i vostri figli, seppur in piena fase esplorativa, non hanno mai toccano nulla (soprattutto a casa degli altri, e ci mancherebbe!) perché siete state tanto brave ad insegnarglielo: svelatemi il segreto. Se invece siete quelle che le suocere tenevano trecentocinquanta soprammobili in vetro e argento sul tavolino del salotto che tanto lui non toccava niente ma voi dovevate svuotare cassetti e credenze per sopravvivere, allora lasciate perdere.

luglio 26, 2009

Piccoli roditori crescono

Houston, abbiamo un problema!
Urgente necessità di dissuadere i pargoli dal mordersi quando litigano.
La sberlettina sulla bocca? Assolutamente contraria ma poi l'ho provata: lui (il roditore di turno) mi guarda e sorride.
Fargli sentire un sapore cattivo sulla bocca? Che so, il limone? Consiglio altrettanto discutibile di un'amica, provato anche quello: lui mi guarda e sorride, divertito.
Abbassarsi, fare la faccia seria, guardarlo negli occhi e dirgli "no, così non si fa"?
Fatto, fatto, fatto. Due volte su tre mi sorride e divertito mi strappa gli occhiali.
Dicono che fino a venti mesi non sanno capire il divieto. Dicono che a quest'età (14 mesi) il morso è legato alla dentizione. Dicono che è una cosa di passaggio. Dicono che solo dopo i due anni è da considerarsi un problema. Ma a me questa storia non piace per niente. Passino gli "orologini"che si lasciano reciprocamente sulle braccia, passino i lividi che ne seguono ma ad ottobre siamo al nido: se mi azzannano un altro bambino, cosa vado a raccontargli?

luglio 20, 2009

Casa dolce casa!



Casa dolce casa! E non aggiungerei altro. Però trovo giusto spendere due parole sulla propria villeggiatura quindi da dove inizio? Dai 38 gradi all'ombra? Dalla casa senza aria condizionata? Dal vicino di sopra che ci ha "bussato" perchè alle sette e mezzo del mattino non mi sono affrettata a fare il latte e i bambini hanno pianto un po'? Da due pargoli "camminanti" in piena fase esplorativa in una casa che non era la mia? Dalla mezz'ora di strada per andare al mare (ma questo lo sapevamo già)? Da Mattia che odia la sabbia e stava in spiaggia seduto su una seggiolina da mare? Dal sistema di riscaldamento (!) che per due volte si è attivato quando ci siamo fatti la doccia? O dal mare forza 7 del viaggio di ritorno?
Di questa stressantissima vacanza 2009 meglio ricordare: Christian che gioca sul bagnasciuga (che lui è meno schizzinoso del fratello); i miei figli che si sono dimostrati molto socievoli per tutto il tour parenti e hanno superato di gran lunga le (mie) aspettative; le serate all'aperto fino a tarda ora (che era da un anno che non si usciva la sera e loro si sono abituati ad addormentarsi sul passeggino, anche se tenerli in giro così non mi piace granché).
Tanto di cappello per quelle mamme che fanno week end a destra e a manca da quando i pargoli hanno pochi mesi. Io mi riposo di più a casa mia!
La verità è che sei partita prevenuta, mi dice il consorte. Sì, sarà. Ma ci avevo visto giusto!

L'anno prossimo tutta un'altra storia. Ahahahahaha!

maggio 27, 2009

Questione di leggerezza

Forse è perché ho eliminato quel tappeto enorme, che ormai alle loro capocciate ci sono abituata. O perché gli faccio due bagnetti veloci al giorno - sotto l'acqua corrente - che ormai non fa più freddo e si divertono pure.
Sarà che è più facile rivestirli, senza il body che si appiccica alla pelle umida. O che si può uscire in quattro e quattr'otto senza giubbetti e giubbottini.
Forse perché di merenda facciamo i frullati freschi e mangiamo il gelato. O perché vederli circolare per casa in pannolino e mutandina in questi giorni di afa mi ha fatto molto sorridere.
Sarà che hanno ripreso ad addormentarsi da soli. Sarà che capisco che mi capiscono. Ma la sensazione negli ultimi tempi è... di leggerezza.

In mezzo a questa botta di ottimismo, due obiettivi da raggiungere in vista dell'estate: 1) convincerli a portare il cappellino per il sole 2) incrociare le dita che per il tour-parenti (fra sei settimane) le creature camminino, se no me li immagino i commenti...

maggio 20, 2009

Il mio quarto d'ora di celebrità





Di: Luca di Vita da Gemella
Tempo di lettura: 3 minuti
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Innanzitutto, grazie Luca! Se non ci fossi tu...chi me la doveva fare (a me) un'intervista?
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N.B. A proposito dell'incontro pupette/panterini, io proporrei un super raduno di blogger gemellari (e non) da realizzarsi entro il 2010, tanto per darci un po' di anticipo. Potremmo farcela...

maggio 16, 2009

Fuori a pranzo

Sembrerà strano ma io i miei bambini al ristorante non ce li avevo ancora portati: ho qualche riserva in merito.
Questa la cronaca della prima volta.
L'amica P. propone un pranzo con pargoli al seguito in un agriturismo del pavese. Otto adulti e quattro bambini. Diciamo che l'organizzazione dell'evento non è che promettesse bene: una previsione meteo funesta a metà settimana che quasi ci convince a rimandare; la presunta varicella di uno dei partecipanti e una coppia che si dilegua, causa numero di chilometri per raggiungere la location.
Il tempo volge al bello e quindi si parte comunque. Decido di far mangiare i bambini a casa con un po' di anticipo, tanto l'appetito c'è. Stiamo per uscire e scopriamo che Christian è letteralmente immerso in un mare di non-dico-cosa. Segue lavaggio e cambio integrale.
Siamo un po' in ritardo ma questa non è una novità. Io sono una puntuale. Mio marito è un ritardatario cronico. Noi due, presi insieme, eravamo una via di mezzo. Adesso, in quattro, siamo diventati un caso patologico. Ormai credo che in fatto di puntualità nessuno si aspetti molto da noi.
Passiamo al viaggio. Diciamo che mio marito ha una guida sportiva già di suo. Diciamo che se cerchi di raggiungere un posto con un navigatore non aggiornato e capiti in un tunnel di deviazioni e lavori in corso magari ti girano un po' le scatole. Diciamo che se i tuoi figli che normalmente in macchina se ne stanno tranquilli si lamentano, ci sarà un motivo. Magari tutto 'sto frenare, curvare, ripartire li sta disturbando.
Ma no, figurati, quando mai hanno sofferto la macchina?
Segue copiosa vomitata di Mattia proprio a mezzo chilometro dall'arrivo.
Ecco, io lì avrei fatto dietrofront in un nanosecondo anche perché avevo con me solo pannolini e salviettine profumate. Ma l'amica P. mi ha fornito T-shirt di salvataggio (grazie!) e quindi a destinazione ci siamo arrivati. Un grazie va anche all'amica M. che ha pranzato gomito a gomito con Mattia, che non è che profumasse proprio di pulito!
Comunque, se ne sono stati per due ore sui loro seggiolini. Hanno pastrugnato quelle dieci o dodici fette di pane e le patate arrosto. Hanno assaggiato il risotto e fissato a lungo il tiramisù con occhi imploranti.
Prova superata, come si dice. E la prossima volta
, direi che si mangia direttamente lì.

aprile 08, 2009

Esperimenti

Se nella tua casa regna il silenzio e i tuoi figli non stanno dormendo, varrebbe la pena preoccuparsi un po'.
E' cosa risaputa. Lo so. Ma io comincio a sperimentarla solo adesso.
Immaginatevi questa scena: un bambino che sorride, felice. Ha una tazza di latte davanti a sé. E ha un biscotto gigante da pucciarci dentro.
E' forse uno dei miei figli?
Sì.
Solo che la tazza non è proprio... quella della colazione. E al posto del biscotto intinge un rotolo di carta igienica.

marzo 31, 2009

Come si cambia - II

Ieri riflettevo sul cambio d'ora.
A 20anni mi disturbava l’idea che (seppur per buonissime ragioni) qualcuno mi sottraesse, di punto in bianco, un’ora della mia giornata. Ancor di più se il lunedì c’era un esame: io ero quella delle “gran studiate il giorno prima” e, in quei casi lì, ore e minuti son preziosi.
A 25anni mi spiaceva poter dormire un’ora in meno, che si sa il lunedì è già tragico di suo.
A 30anni (trentatré, per l’esattezza) trovo sia un’idea geniale per "ri-tarare" il risveglio mattutino dei miei bambini, che da un mese buono si alzano all’alba.
Lunedì – per la prima volta da quando ho ripreso a lavorare – la sveglia (quella con le lancette, sul comodino) è tornata a fare il suo vecchio mestiere.
Durerà?

gennaio 07, 2009

Esclusi i festivi

Lei: ti assicuro che di solito non fanno così, sono più tranquilli...
Lui: (sguardo scettico) Laura, non sei più credibile!

Come spieghi al consorte che durante la settimana davvero non fanno così? Davvero sono più tranquilli. Davvero non sono tanto "noiosi". Davvero fanno tutto abbastanza in coppia. Davvero riesci a ritagliarti i tuoi (piccoli) spazi. Altrimenti non ti sogneresti mai di stare da sola con loro, per una giornata intera per giunta.

Piuttosto invece, come ti spieghi che quando c’è lui, loro si svegliano (e talvolta pranzano) a orari diversi? [complice tu, che "talebana del sonno", la nanna di un bambino la interrompi solo per comprovata e urgente necessità, cioè rarissimamente].
Come ti spieghi che quando c’è lui, loro fanno solo micropisolini? E sono più rumorosi e più impegnativi che mai?

Lui: …insomma è colpa mia?
Lei: Ma no! Chi l'ha detto? Sarà il caso. Sarà che in due siamo più rumorosi. Sarà che io sono più silenziosa...
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Sarà che ci vedono in due e pretendono doppia attenzione (o meglio, ciascuno la sua)?

dicembre 10, 2008

Uno per due


Se la sera sei da sola con i gemelli (fortunatamente non molto spesso), applichi tutte le strategie messe a punto in sette mesi per evitare o contenere il "punto di non ritorno".
Dicesi "punto di non ritorno" il momento in cui per varie e innumerevoli ragioni i due possono mettersi a piangere insieme, in un crescendo infinito e senza possibilità di ritorno immediato. Non capita di frequente ma la legge di Murphy suggerirebbe che se una cosa può accaderti di sera, quando sei a casa da sola, piuttosto stanca e con tanta voglia di buttarti sul divano con il tuo portatile, TI ACCADRA'...
In genere mangi qualcosa "al sacco", alla velocità della luce, prima che arrivi il loro turno, in modo che qualunque cosa succeda - prima, durante o dopo la pappa - hai sufficienti energie per affrontare la baraonda.
Poi speri con tutte le tue forze che il loro pisolino preserale abbia durate diverse, così da fare pappe separate (che due insieme ci hai provato ma non ce la fai proprio...).
Poi sistemi la cucina mentre gli parli, canti e balli al minimo cenno di irrequietezza (perchè è meglio prevenire che curare).
Poi accade che trascini un seggiolone (con gemello dentro) davanti alla porta del bagno perchè gli viene il magone proprio quando hai svestito l'altro sul fasciatoio.
Poi li separi per il pre-nanna (uno nel lettino e uno nel lettone) e li ricongiungi solo quando sono rilassati e pronti per addormentarsi.
Poi se tutto va bene, ti godi la pace.

dicembre 05, 2008

Fotocronache 2


COMMENTO SULLA FOTO: buon sangue non mente...

COMMENTO SULLA PIZZA SURGELATA: di solito da noi si mangia molto meglio ma, in linea con il precedente post, questo è il trend del momento...

dicembre 03, 2008

Fermate il mondo...



Sarà che è quasi Natale e l’idea di andare per regali mi entusiasma come andare per funghi con la cervicale.
Sarà che in un batter d'occhio è arrivato l’inverno (quello vero) e da un paio d’anni ho scoperto che son fatta per le stagioni calde (ognuno ha i suoi tempi!).
Sarà che mi definisco una neomamma ma sono già passati sette mesi e dovrei decidere del mio immediato futuro;
Sarà che fino ad ora (Battesimo a parte) ho fatto la splendida ma adesso accuso una leggera stanchezza (dove "leggera" è un eufemismo).
Sarà che la "sindrome da pentola di fagioli ambulante" mi prende ciclicamente, come a molte donne.
Questa la sensazione del momento:
FERMATE IL MONDO, VOGLIO SCENDERE [per un attimo]
CON I MIEI PANTERINI, PERO'!

P.S. Nota di colore in questo post un po' "pacco": Mattia, incalzato dalla nonna Silvana, apre e chiude la manina. Superfluo dire che siamo tutti straconvinti che ci faccia CIAO CIAO!

novembre 30, 2008

Sabato mattina coi gemelli


Ogni sabato e domenica mattina i genitori al quadrato provano a dormire fino a tardi come nella loro vita prima dei gemelli. Ormai è una missione. Fiduciosi, propongono ai pargoli una mattinata un po' diversa dai quella dei giorni feriali: biberon consumato nella loro camera e giochi seduti nel lettone. Lo scopo: indurre un pisolo di metà mattina anticipato.
Ma i gemelli non ci sentono proprio: hanno dormito tutta la notte, la colazione l’hanno fatta, adesso ci si alza. Punto e basta.
La mamma li porta in sala. Il papà nell’arco di un nanosecondo - come da manuale - si riaddormenta. Il barile l'ha scaricato.
Tra vocalizzi, grida euforiche, piagnucolamenti e musichette varie i due giocano nel box per un’ora e mezza. Dopo aver dato la sveglia ad almeno uno dei vicini confinanti, i piccini se ne tornano a letto soddisfatti.
Una volta su tre me ne torno a letto anch’io. Due volte su tre decido di dare prima una rassettata e quando mi infilo sotto il piumone il pisolino di uno dei due, magicamente...è terminato.