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mercoledì 11 settembre 2019

Imprevisti del nuoto acque libere.

In realtà è un post che non avrei scritto, perché alla fine non mi dice niente; però volevo farvelo sapere.
Domenica scorsa sono andato al Mare e come al solito, sono entrato in acqua per il solito allenamento di nuoto in acque libere. 
Mi dirigo verso la boa dei 300 metri e a metà strada vedo una medusa, di quelle rosse-viola, piccoline ma molto dolorose (4 anni fa mi aveva punto una di queste e il segno mi è rimasto per un paio di anni). 
Nessun problema: continuo tranquillo, quest'anno ce ne sono di più ma si riescono ad evitare. Faccio altri dieci metri e ne vedo due vicine: che strano, mi dico; proseguo, tre, quattro, otto, dieci! mi sono fermato, e mi sono visto circondato da almeno una ventina di meduse: il mare era limpido ed era impressionante! 
Per fortuna non erano vicine alla superficie dell'acqua e quindi con molta attenzione, nuotando bene in superficie sono ritornato a riva. 
Mi riconosco una buona acquaticità, ma in quel momento, simile alla scena di Alla Ricerca di Nemo, ho fatto fatica a mantenere sangue freddo e non farmi prendere dal panico.
Il mio Maestro di Kung Fu diceva parafrasando un antico adagio: "Non scherzare con l'acqua".
Baci.


venerdì 9 agosto 2019

Trinacria con Patate III

Oggi siamo ad Albisola, prima tappa di avvicinamento a Siracusa. Da qui domani partiremo per Genova e ci imbarcheremo per Palermo.
L'evento di oggi è stato la rottura del salvadanaio.






Avevamo iniziato a raccogliere dei soldi per il viaggio già da quest'inverno e oggi finalmente Alice si è sollevata dall'ansia di non aver i soldi per partire: "quando apriamo il salvadanaio? E se non ci sono soldi abbastanza? Non ci lasciano entrare nella nave? " .
Già da stamattina alle 8 appena svegliati, mi ha chiesto sottovoce, per non farsi sentire dagli zii e dai cugini: "quando rompiamo il salvadanaio?"
"Subito!" E alle 8 e mezza hanno iniziato a prenderlo a martellate, fon grande gioia dei vicini. 






Abbiamo raccolto tutte le monetine e una volta pesate,  eravamo un po' tutti più sollevati. C'erano soldi anche per granite e gelati. 
Monete, banconote e
una rondella di rame






Agata inoltre ha ricavato un vaso per i fiori da quello che era rimasto.
Tutte e due, una più tranquilla che il viaggio si sarebbe potuto effettuare,  l'altra che era riuscita a ricollocare artisticamente un coccio di terracotta,  finalmente si sono godute la giornata di tranquillità al mare.
La giornata in spiaggia è stata tranquilla, hanno appena fatto un corso di tre settimane in piscina e hanno voluto dimostrare la loro tecnica volendo nuotare fino alla boa per la limitazione della balneazione (300 metri); al ritorno hanno voluto giocare alla megattera e alle due remore: non ai tre delfini o al branco di squali...
Il Porco faceva la parte della balena ovviamente.

lunedì 9 ottobre 2017

Open Waters

Andare in piscina mi annoia in maniera suicidale.
Ho però scoperto che nuotare nel mare mi piace, ma con tutta la mia tecnologia: cardiofrequenzimentro, gps, fascia cardio per misurare velocità, bracciata, cuore, metri percorsi ecc ecc ecc.
Perché il Porco misura tutto.

Inoltre nei miei viaggi solitari al mare ho voluto trovare uno sport che mi ricordi che anche nelle stagioni fredde sono, appunto, al mare.













Purtroppo i corsi di vela o windsurf sono sempre d'estate, quindi ho scoperto l'Open Water Swim che sarebbe il nuoto in mare.
Ho comprato una muta da triatlon e una cuffia in neoprene e ieri ho provato un bell'allenamento in acque libere (fredde).
C'è ancora qualcosa da calibrare... 







giovedì 20 gennaio 2011

Psicologia dello sport

Domenica c’era la lezione del corso per istruttori. Il docente di turno era uno psicologo e ci ha parlato degli aspetti motivazionali degli atleti. Perché uno intraprende una disciplina sportiva, perché vuole fare agonismo, perché non vuole farlo, come dare motivazioni agli atleti ecc ecc.


In una parte della lezione ha parlato di come molti atleti (circa il 90%) smettono di fare sport perché i bambini vengono avviati all’attività agonistica a 9-10 anni soprattutto a causa dei genitori. Come al solito è colpa loro. Giustamente a qualcuno bisogna dare la colpa. Comunque la mia prima gara di nuoto l’ho fatta a 8 anni (facevo la III elementare, 1975), nella piscina olimpionica della “Cittadella dello sport” di Siracusa.

Era un 25 m stile libero in vasca grande, nel senso che si partiva dai blocchi con tuffo e ci si fermava a metà strada. Era una gara per passare dal corso “pre-agonistico” all’agonistico a numero chiuso e bisognava fare i 25 metri in un determinato tempo e venivano presi gli enne migliori.

Era una bella giornata di sole, la piscina era all’aperto e io avevo il consueto costume nero della Speedo che io chiamavo Speado.  Ho ancora le foto del tuffo di partenza. Sono arrivato ultimo. D’altronde sono un ranista e a me lo stile libero mi fa cagare. E glielo avevo detto ai Miei che non ero bravo a stile libero. Eccheccazzo. Mica è morto nessuno.

Ecco, adesso mi sono incazzato.

Per la cronaca. Mia sorella è arrivata terza (ma lei aveva il costume verde della Diana) e il corso pre-agonista accettava solo dai 10 anni. Sia io che mia sorella eravamo sotto-età: lei di un anno, io di due. Lei la vera atlteta.

continua...

lunedì 20 settembre 2010

Vacanze finite.

Questo post è dedicato alla coniglia sarda che ha il desiderio di maternità. E se non ce l’ha, cosi le viene.

Con ieri sera direi che posso iniziare a considerare finite le vacanze. Sapere che nel fine settimana me ne andavo al mare mi ha mantenuto in uno stato vegetativo durante l’orario di lavoro. Con sommo piacere mio.
Sabato è piovuto ma ieri era una giornata spettacolare. Ho fatto l’ultimo bagno della stagione, anche se è dal 29 di agosto che faccio l’ultimo bagno della stagione ed è possibile che ci sia l’ennesima coda sabato prossimo quando andrò a prendere la Patatina, la Genia e la sua Panza.
Quest’anno volevo schiaffare in mare la picciulina per farle capire che l’acqua non serve solo per bere e darle i primi rudimenti di acquaticità. Mi bastava solo che non avesse paura e il resto ce lo riserviamo i prossimi anni quando affiderò a mio cognato i rudimenti del nuoto (anche se ho dei forti dubbi sul suo sistema didattico, cosa che sarà un tema dei prossimi post).
Comunque le volte sono stato al mare ho infilato in acqua anche Patatina: lei si teneva al mio braccio e io la facevo girare intorno a me. Ha preso confidenza e non ha avuto paura. Non le sembrava vero che ci fosse questo nuovo materiale simile all’acqua del bagnetto a casa, ma in quantità maggiori, più fredda, più semovente, con meno schiuma e decisamente più saporita. Infatti per digerire l’enorme quantità di sabbia che durante il giorno si ingolla deve per forza bere qualcosa e l’acqua del mare è la morte sua. Per cui infila la testa nell’acqua tipo anatra e beve. E rutta.
Insomma questo è stato il primo passo. Nei giorni successivi l’ho portata un po' al largo dove si aggrappava autonomamente al mio collo per cui mi sono messo a nuotare a dorso con lei a cavalcioni sul mio petto che si teneva con le mani alle mie clavicole (molto doloroso) e in più mimava il cavallo a dondolo schioccando la lingua per fare il rumore degli zoccoli. Tanto per confonderle l’idea di cavallo marino che nuota a dorso (!) le sputavo l’acqua addosso. Con applausi degli avventori presenti sulla spiaggia.
Ieri invece non contenta del cavallo marino anche se preferisco l’accezione di SLC (conosciuto anche come maiale) ieri ha pensato bene di salire in piedi pensando di essere su una tavola da surf. Standing ovation dei bagnanti e stretta di mano del bagnino.
Quando i brividi di freddo di patatina diventano sussulti tipo scosse tetaniche , vuol dire che è ora di uscire dall’acqua e di seguito asciugarla, evitare che si rotoli nella sabbia e bloccarla prima che si ri-tuffi in acqua.

(continua)…

giovedì 15 aprile 2010

Tutti gli uomini sono uguali. Specialmente in costume da bagno.

E questa cosa mi ha un po' sorpreso in una situazione nel periodo in cui mi allenavo per l’Apnea. Mi ero messo a chiacchierare a bordo vasca con un amico della squadra, ed ad un certo punto mi ha chiesto che lavoro facevo. In effetti se ci fossi incontrati in pausa pranzo, io lo avrei visto in tuta blu con una borsa di attrezzi dalla quale spuntavano una chiave inglese e dei tubi di rame (idraulico) mentre io vestito un po' fighetto con una borsa da portatile (consulente informatico). Ma era strano come lui mi aveva chiesto incuriosito perché non aveva la minima idea di cosa facessi.
Nel dettaglio la conversazione era andata così. Si parlava del fatto che a seconda dello stato di fatica fisica e/o mentale in cui l’organismo si trova a fine giornata, inficia una prestazione di apnea. E mi chiede:
“Porco, ma tu che lavoro fai?” e precisa, temendo di essere troppo indiscreto: “cioè, fai un lavoro fisico “, stringendo i pugni e braccia ”o mentale?”
“No no” rispondo io indicando la mia testa” faccio un lavoro di cervello….” (pausa) ”seeeeh…cervello…magari…”

domenica 13 dicembre 2009

Un mercoledi da Maiali (I leoni ci fanno le pippe)

Siccome son appena finiti i campionati di Surf, vi spiego perchè non posso praticare il surf.
Primo i maiali non possono guardare in alto.
Hanno solo 25 gradi di estensione del capo (capo…). Non posso quindi vedere l’onda che arriva. A meno che non nuotano a dorso.
La tavola non sarebbe sufficiente a reggere la mia stazza, servirebbe una zattera o una chiatta.


Entrando in acqua creerei un onda anomala che contrasterebbe immediatamente il ciclo di onde, con immediato disappunto dei surfisti. Che non avrebbero più ragione di ubriacarsi di sera.

Comunque, siccome sono abbastanza acquatico quest’estate ho fatto il bagno in questo mare a pochi chilometri dalla foto.
Eravamo io e mio cognato (che è più acquatico di me, ma non Maiale) ed eravamo a riva a guardare le onde, si avvicina il bagnino e ci fa: “Non vorrete fare il bagno”; e noi:” Seeeee”, e via in acqua.

martedì 24 novembre 2009

Di cloro e di zolfo

Non sapendo che argomento trattare nel primissimo post di inaugurazione del blog, ho pensato a questo ricordo .

A quattro anni iniziai il mio primo sport, il nuoto; come tutti del resto, per stare dritti, per diventare alti e per “non annegare nei gorghi del Po” (!). Cosi voleva mia madre e portò mia sorella e me a “fare il morto” in piscina.
Solo che mia madre era terrorizzata dalle verruche e dopo la piscina e la doccia, ci aspettava a casa un’altra doccia con una saponetta a base di zolfo, “per prevenzione”.
Cloro e zolfo. Siccome mio padre, che ogni tanto mi buttava qua e là delle nozioni di chimica, mi aveva detto che il cloro e lo zolfo con l’idrogeno formavano due sostanze “pericolosissimemortali” e che l’acqua era fatta di ossigeno e idrogeno, potete capire in che stato d’animo mi facevo questa doccia dopo la piscina.
Andai avanti con questi bagni acidi fino a 7 anni quando mi capitò sul tallone una verruca. E l’unico ricordo che ho di quel momento è: mia madre al mare sulla spiaggia con una spilla da balia e dell’acqua ossigenata che scava dentro il mio piede per “cercare la radice”.
“Mamma, ho una pianta nel piede?”
“Si più o meno”
“È per questo che si dice pianta del piede? Boh? a me mi fa male”.
“Si, ma poi passa”
E infatti passò.

“Maammaaa dov’è il sapone con lo zolfoooo?”
“Non ce n’è più, usa quello bianco nella bacinella”
“Questo grosso con scritto SOOOLEEE?”
“Si!”
“Ma non puzzaaa!”
“Meglio!”

“Maammaaa? Dov’è il sapone per lavare panni che mi lavo i piediii?”
“Hai fatto la doccia dopo la piscina?”
“Siii”
“Allora vieni a mangiare”
“E le verruucheee?”
“Non ti vengono più.”
“Perchéee?”
“Perché usi le ciabatte”
“Meno male, quindi non mi vengono piu?”
“si”
“Maammaaa, sei sicuraaa?”
“si”
“Non mi vengono più come la varicellaaaa?”
“Ho fatto la maionese.”
“Arrivooo!”