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7 giugno 2015

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...cosa sono le "visciole"?

Avete mai assaggiato la "crostata di ricotta e visciole"?
Sì? ...beati voi, io mai! L'ho solo vista in una trasmissione in cui si parlava della cucina tradizionale della comunità ebraica romana e, pur non avendo mai incrociato una "visciola" in vita mia (...e neanche mai sentita nominare prima, a dire il vero), né avendo ragionevoli speranze di incrociarne qualcuna nell'immediato futuro, ho deciso di riprodurre qualcosa di simile...
La ricetta l'ho trovata in rete e modificata qua e là:
1) le "visciole" ed il loro sapore insostituibile sono state ...sostituite;) da normali ciliegie (ho usato dei "duroni" perché più asprigni)
2) sul disco di pasta frolla inferiore ho distribuito dei biscotti secchi per evitare che l'umidità della frutta (...l'ho detto? La ricetta tradizionale prevede la MARMELLATA di visciole;) "ammollasse" la frolla
3) visto che mi sentivo creativa, ho pensato di mescolare ai normali biscotti secchi degli amaretti ...tanto ormai il sapore INIMITABILE del dolce originale era già compromesso dall'assenza della marmellata di visciole, quindi tanto valeva aggiungere un sapore che io trovo si abbini benissimo con la ricotta:p..

...ecco, del dolce ebraico alla fine c'è solo la frolla e la ricotta, motivo per il quale mi guardo bene dal chiamare questo dolce "crostata di ricotta e visciole" e mi limito ad un più prosaico

DOLCE DI RICOTTA E CILIEGIE

Dolce di ricotta e ciliegie


Ingredienti per una tortiera alta da 25 cm di diametro:
Per la frolla Per il ripieno
300 grammi di farina
150 grammi di burro freddo
150 grammi di zucchero
1 uovo piccolo
la scorza di 1 limone
400 grammi di ricotta (io vaccina)
100 grammi di zucchero
1 uovo piccolo
500 di ciliegie
Strato di biscotti Per spennellare
15 grammi di biscotti secchi
15 grammi di amaretti secchi
1 uovo o poco latte

Procedimento (foto): preparare la frolla mettendo il burro freddo tagliato a pezzetti, la farina, lo zucchero e la scorza di limone nel robot (ho usato la lama per tritare perché il burro era surgelato) e mescolare ottenendo un composto “sabbioso”. Aggiungere l’uovo e mescolare sino a che si sarà formata una palla.
Dividere il composto in 2 parti (una di circa 480 gr e l’altra di 180), formare 2 panetti schiacciati, avvolgere nel cellophane e mettere in frigo a riposare per circa 30 minuti.

Tritare (non troppo finemente) nel robot i biscotti e gli amaretti e mettere da parte.

Mettere nel robot (non serve lavarlo) la ricotta, lo zucchero e l’uovo, mescolando fin quando non sono bene amalgamati.

Ungere ed infarinare la tortiera e denocciolare le ciliegie.

Accendere il forno a 170°.

Stendere il panetto di frolla più grande e rivestire il fondo ed i bordi della tortiera, ritagliando la pasta che sborda. 

Distribuirvi sopra i biscotti sbriciolati, poi stendere sopra qualche cucchiaiata di crema. 

Affondare le ciliegie nello strato di crema e versare sopra la crema restante, livellandola. 

Ripiegare i bordi sul ripieno e coprire con un disco ricavato dal secondo panetto di pasta, pressandolo per farlo aderire al “guscio” e bucherellandolo qua e là per far uscire il vapore.

Cuocere in forno per circa 40 minuti, sfornare, lasciar raffreddare e, volendo, spolverare con lo zucchero a velo.
Dolce di ricotta e ciliegie
...buonissima!

29 aprile 2015

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Torta di mele senza sensi di colpa

Da quando ho ripreso a postare ricette su questo blog ho cercato di evitare di esagerare con i dolci, ma dopo 10 post "salati" di fila (un vero record per i miei standard!) direi che è tempo di qualcosa di "zuccherino".
Neanche esageratamente poi, visto che la ricetta in questione (vista realizzare anni fa nella trasmissione "Questo l'ho fatto io", su "Gambero Rosso Channel") è la versione di torta di mele più light che si sia mai vista sul globo terracqueo! Più una enorme mela cotta che una torta, in realtà, ma se adorate il ripieno dello strudel (...o le mele cotte;) non potrà non piacervi :p

TORTA DI MELE SENZA SENSI DI COLPA (sic)

Torta di mele light
 
Ingredienti:
6-8 mele di qualsiasi qualità (circa 1,7 kg / 1,8 kg, pesate con la buccia)
100 grammi di zucchero di canna (la ricetta originale ne prevedeva 150, per i miei gusti sono troppi)
scorza grattugiata di 1 limone
1 uovo
½ bustina di lievito
150 grammi di farina
50 gr di uvetta
50 gr di pinoli

Procedimento (foto): preriscaldare il forno a 170° (funzione “ventilato”). 

Ungere uno stampo a cerniera da 25-26 cm e ritagliare un disco di cartaforno per ricoprire il fondo dello stampo e delle strisce per il bordo, facendo aderire la carta alla superficie imburrata. 

Mettere l’uvetta ammollo in acqua tiepida. 

Sbucciare le mele e tagliarle in 6-8 spicchi, eliminarne la porzione di torsolo poi tagliare ogni spicchio in 3 o 4 pezzi, trasversalmente (dipende da quanto sono grosse le mele, si devono ottenere dei cubi non troppo piccoli, 2,5/3 cm di lato). 

Mettere le mele in una ciotola molto grande, aggiungere lo zucchero e la scorza di limone e mescolare. 

Sbattere l'uovo e aggiungerlo alle mele a pezzi, mescolando. 

Aggiungere la farina setacciata con il lievito, poi aggiungere l'uvetta ed i pinoli. 

Amalgamare il tutto sino a che la farina e lo zucchero insieme agli altri ingredienti avranno la consistenza di una "pappetta" abbastanza grezza attaccata alle mele, trasferire il tutto in nello stampo, pressando bene col dorso di un cucchiaio (o, meglio, con le mani) per fare “incastrare” bene i pezzi di mela, evitando di lasciare spazi vuoti troppo larghi tra un pezzo e l’altro. 

Infornare e far cuocere per almeno 1 ora e mezza (anche 1 ora e 40, dipende dal forno). 

Lasciare sfreddare prima di servire. 

Torta di mele light

Torta di mele light

PS: se si vuole accentuare la somiglianza con lo strudel, spolverizzare con della cannella in polvere (...e se volete anche dello zucchero a velo, ma allora i sensi di colpa saranno un po' di più;)

1 marzo 2015

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Stroopwafels

Ho la "fissa" degli attrezzi da cucina.
Li adoro e non riesco a resistere: se vedo un aggeggio che non ho (...una specie in via d'estinzione, perché ormai li ho quasi tutti;), lo devo comprare!
Ci sono periodi in cui cerco di impormi un po' di autodisciplina e mi dico "...devo comprare SOLO cose che mi sono indispensabili!", ma poi baro con me stessa e quando mi faccio mentalmente la solenne domanda "..ma questa cosa ti serve VERAMENTE?" invariabilmente rispondo con un convintissimo "SI!".
Il risultato è che la mia cucina, ma ormai un po' tutta la casa, è piena di carabattole di ogni tipo e dimensione, che saltano fuori da cassetti, stipetti e scaffali ...e che, naturalmente, non uso quasi mai!
Ogni tanto mi dico che dovrei fare una cernita ed eliminare quelli più improbabili per fare un po' di spazio (...un po' di spazio per nuove cianfrusaglie, ovviamente!:D ), ma in fondo so che non riuscirei a separarmene, quindi ogni repulisti si trasforma in un'occasione per fare solo un po' d'ordine, magari per riporre in uno scatolone gli attrezzi più ingombranti e inutili. Così però finisco per non ricordare più neanche io cosa ho e cosa non ho e allora mi capita di comprare dei doppioni o di imbattermi in oggetti che avevo dimenticato di avere e rivederli quasi mi commuove! 

...però devo dire che a volte la mia mania ha degli inaspettati risvolti positivi, del tipo che, mentre vago per il web alla ricerca di chissà quale ricetta, se mi imbatto in un biscotto olandese dall'aspetto buonissimo, composto da due wafel ripieni di crema al caramello, invece di dirmi rassegnata "...beh, dovrò andare sino in Olanda per assaggiarne uno:/ " mi posso dire "...ehi, ma la cialdiera per fare dei wafel come questi IO CE L'HO!!!!" (...da qualche parte;) )

STROOPWAFELS

Stroopwafels

Ingredienti per i wafels:
250 gr di farina 00
 50 gr zucchero bianco
125 gr di burro
¼ di cucchiaino di cannella
1 uovo grande
10 gr di lievito di birra
1 cucchiaio d'acqua

per il ripieno:
120 gr di zucchero di canna
210 gr di sciroppo di mais
30 gr di burro
½ di cucchiaino di cannella
1 pizzico di sale
30 gr di nocciole tritate (facoltative)

Procedimento (foto): sciogliere il lievito in un cucchiaio d'acqua tiepida. 
Sbriciolare il burro nella farina. Aggiungere lo zucchero, la cannella, l'uovo e la miscela di lievito e acqua. Mescolare bene e mettere da parte a lievitare per 30/60 minuti. 

Preriscaldare la cialdiera alla temperatura massima. 
Dividere la pasta in 18 palline, schiacciare ogni pallina nella cialdiera (non schiacciare con troppa energia o verranno troppo sottili, si dovranno ottenere dei dischi di circa 11 cm di diametro) e cuocere per circa 30 secondi (se le cialde tendessero a scurirsi troppo, ridurre un po' la temperatura). 
Mentre è ancora caldo, ritagliare il wafel con un coppapasta tondo di 9,5 cm di diametro, poi con un coltello affilato tagliarlo a metà, ottenendo due dischi da ogni wafel (procedere con un wafel alla volta, perché sfreddandosi diventano più friabili e tendono a sbriciolarsi). 

Preparare di ripieno: in una casseruola far bollire lo zucchero di canna e lo sciroppo di mais, fino a raggiungere i 112°-115°. Togliere dal fuoco ed unire il burro, la cannella ed il sale, mescolando sinché il burro non sarà sciolto, quindi rimettere sul fuoco e riportare a 112° circa, mescolando energicamente per emulsionare burro e caramello.
A questo punto, se si utilizzano, mescolare le nocciole tritate. 

Spalmare mezza cialda con un cucchiaino di ripieno e chiudere con l’altra metà, pressando bene.
Servire lo stroopwafel appoggiato su una tazza fumante di caffè o tè, in modo che il ripieno si ammorbidisca. 
Stroopwafels

8 febbraio 2015

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Torta Pinguì (una torta terribilmente noiosa!)

Ho visto per la prima volta una foto di questo dolce su facebook (per l’esattezza una mia amica mi ci ha “taggato”, sfidandomi a riprodurlo;) e quello che mi ha colpito, oltre l’aspetto invitantissimo, è stata la striscia netta di nutella tra i due strati di panna. Ho aperto il link, più per capire come avessero fatto ad infilare uno strato di nutella così regolare là in mezzo, che perché davvero intenzionata a riprodurla. Però la ricetta non faceva alcuna menzione a quello strato intermedio, quindi ho capito che QUELLA foto e QUELLA ricetta in realtà vivevano in due dimensioni parallele e che non si erano mai incontrate. Ma se QUELLA foto, con QUELLO strato perfetto di nutella, esisteva, da qualche parte nel web doveva esserci anche la ricetta che ne spiegava l’arcano!
L’ho già detto: le idee, nella mia mente, tendono a diventare “fittonate”, quindi i giorni seguenti sono stati esclusivamente dedicati alla ricerca della soluzione de “Il mistero dello strato nutelloso intermedio della torta Pinguì”!
Non c'è voluto molto a realizzare che il tasso di millantatrici tra le foodblogger è drammaticamente alto e direttamente proporzionale alla loro fantasia o alla faccia di bronzo: la foto (QUELLA o altre simili, ma tutte con lo strato di nutella PERFETTO tra candidi strati di soffice panna montata) faceva bella mostra di sé in cima al post, ma la ricetta dava indicazioni tipo “fate cadere col cucchiaino della nutella sulla panna” o addirittura un fantascientifico “…spalmate la nutella sullo strato di panna..” o.O…
Pensa che ti ripensa, ho avuto una folgorazione su come potesse ottenersi quello strato di nutella così regolare e sono partita in quarta a preparare questa che, vi avviso, è la torta più noiosa che si possa mai realizzare (…poi non dite che non ve l’avevo detto ): disegna un rettangolo, spalma la nutella, metti in freezer, disegna altri 2 rettangoli, monta e mescola, spalma metà composto, spalma l’altra metà, metti in forno, togli dal forno, spalmaci sopra la nutella, metti in frigo, togli dal frigo, monta la panna, spalma la panna, togli il foglio di nutella dal freezer, poggialo sulla panna, stacca il foglio (velocemente, mi raccomando, se per caso squilla il telefono in quel momento, ignoratelo, o la nutella si ammorbidirà e verrà via col foglio …nel caso, no panic! lasciate il foglio con la nutella sulla torta e rimettete per un quarto d’ora in freezer tutto l’ambaradan) …dicevamo:  monta l’altra panna, spalmala sulla nutella, poggia l’altra base, sciogli il cioccolato, versalo sul dolce, spalmalo… UN INCUBO!!
Non vi sorprenderà quindi se, tolto lo sfizio di verificare la perfetta funzionalità dell’ideona per ottenere un sottile e perfetto strato di nutella in mezzo al dolce (“autostima a 1.000” mode-on), 
ho pensato “…questa è la prima ed ultima volta che ti faccio, “Torta Pinguì”!” ed ho quasi sperato che ai miei amici (convocati in massa, viste le dimensioni della torta) questo dolce non piacesse… ed invece? Avete presente l’espressione “quando il diavolo ci mette la coda…”? Lo hanno A-D-O-R-A-T-O! Hanno deciso all’unanimità che era il dolce più buono che io avessi mai fatto e da allora la noiosissima “Torta Pinguì” è diventata (malgrado me) il mio cavallo da battaglia!
 
Torta Pinguì

Ingredienti per un dolce di circa 24x28 cm
per le basi:
4 uova
160g di zucchero
120g di farina
1 pizzico di sale
80g di burro morbido
20g di cacao amaro
½ bustina di lievito

per il ripieno:
400g di panna da montare
2 cucchiaini colmi di zucchero
400g di nutella
4 gr di colla di pesce (o 20 gr di gelatina in polvere, metodo forse più pratico)

per la copertura: 
100 gr di cioccolato fondente
33 gr di burro
33 gr di panna (o latte)

Procedimento (foto):
Tracciare su 2 fogli di cartaforno 2 rettangoli di 26x30cm.
Dividere i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve, aggiungendo metà dello zucchero, un cucchiaio alla volta, sino ad ottenere un composto fermo e lucido. Mettere da parte.
Montare i tuorli con lo zucchero restante e il sale sino a che saranno belli spumosi, poi aggiungere il burro morbido, il cacao, la farina ed il lievito setacciato.

Scaldare il forno a 180°.
Aggiungere gli albumi al composto di tuorli e farina, mescolando delicatamente con una spatola per non smontare il composto.
Versare sulla cartaforno metà dell’impasto e stenderlo con una spatola nelle dimensioni del rettangolo tracciato. Procedere nello stesso modo con l’altra metà
dell’impasto.
Far scivolare i fogli su 2 teglie, infornare una base alla volta e cuocerle entrambe per circa 8-10 minuti.

Tracciare su un foglio di cartaforno un rettangolo di 26x30 cm, spalmarci sopra 150 gr di nutella, poi poggiare su una superficie piana (una teglia o un foglio di compensato) e mettere in freezer.

Dopo aver sfornato le due basi, farle intiepidire, poi spalmarle entrambe sul lato superiore (lasciare il lato inferiore attaccato alla cartaforno) con 125 di nutella ciascuna. Una volta fredde, metterle in frigo per far indurire la nutella.

Comporre il dolce: staccare la cartaforno da una delle basi di pandispagna e poggiarla, con lo strato di nutella verso l’alto, su un vassoio di cartone ricoperto da un foglio pulito di cartaforno.
Se si usa la colla di pesce, mettere i fogli ammollo in una ciotola piena di acqua fredda per 10 minuti, sino a che saranno morbidi, poi scioglierne metà dose alla volta (nel microonde per pochi secondi o in un pentolino) assieme ad un cucchiaio di panna.
Montare 200 gr di panna dopo aver aggiunto un cucchiaino di zucchero. Quando sarà montata, unire a filo la colla di pesce intiepidita (non aspettare diventi fredda, sennò tenderà ad indurirsi) e frullare ancora brevemente (non più di 5-6 secondi). Stendere la panna sulla base, sopra lo strato di nutella.
Se si usa la gelatina in polvere, scioglierne 10 gr nei primi 200 gr di panna liquida, poi montare il tutto col frullino (in questo caso si può non aggiungere il cucchiaino di zucchero, visto che la gelatina in polvere è già zuccherata).

Togliere il foglio di cartaforno con la nutella dal freezer, poggiando il lato con la nutella sulla panna, poi VELOCEMENTE staccare il foglio di carta.
Montare gli altri 200 gr di panna con un cucchiaino di zucchero, unendo la restante colla di pesce o la restante gelatina in polvere, e stenderla sul “foglio” di nutella.
Togliere la seconda base dal frigo e poggiarla sul dolce con lo strato di nutella a contatto con lo stato di panna, poi rimuovere la cartaforno.

Preparare la copertura: mettere in una ciotola di vetro il cioccolato spezzettato, il burro e la panna (o il latte) e scaldare in microonde per 30 secondi alla massima potenza. Mescolare e far scaldare ancora se serve, sino a che il composto sarà ben caldo. Mescolare sino ad ottenere un composto fluido. (in alternativa, scaldare in un pentolino su fiamma bassa, mescolando di continuo).
Versare il cioccolato sopra il dolce, stendendolo con una spatola su tutta la parte superiore, poi mettere in frigorifero per qualche ora (per velocizzare si può mettere in freezer per circa un'ora) e, quando il dolce sarà sufficientemente sodo, ritagliare i bordi per renderli più regolari e tagliare in porzioni.


Torta pinguì

...che noia, che barba!;)

20 gennaio 2015

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Barrette ai cereali super-light!


Barrette ai cereali light


Ingredienti:
150 gr di albume a temperatura ambiente
1 cucchiaio di succo di limone
1 pizzico di vanillina
50 gocce di dolcificante tipo "Tic"
12 gr di gelatina in fogli
20 gr di scorzette d’arancia light (home made;)
250 gr di fiocchi d’avena
50 gr di crusca d’avena
100 gr di all bran
50 gr di semi di lino
30 gr di noci
100 gr di orzo soffiato non zuccherato

Procedimento (foto): preparare le scorzette (anche il giorno prima): pelare un’arancia biologica e tagliare la buccia a striscioline di circa 3 mm. Mettere a bollire dell’acqua e farci sobbollire le scorzette per 5 minuti.
Scolare le scorzette e buttare l’acqua. Mettere nella pentola 300 gr di acqua pulita e 30 gocce di Tic, quando l’acqua bolle mettere le scorzette e far sobbollire per altri 5 minuti.
Sgocciolare e far asciugare in forno ventilato a 100° per 15-20 minuti (devono asciugare bene, ma restare morbide).

Far ammorbidire la colla di pesce in acqua fredda.

In un contenitore molto grande montare gli albumi a neve con la vanillina ed il dolcificante (è importante che gli albumi non siano freddi, per evitare che quando si aggiungerà la colla di pesce calda quest'ultima si coaguli formando dei grumi. Se gli albumi sono troppo freddi, prima di montarli scaldateli per pochi secondi alla volta al microonde, sino a che la temperatura sarà di circa 25°).

Mettere la colla di pesce in una ciotolina e farla sciogliere nel microonde per 15 secondi, poi unire il succo di limone per far intiepidire.

Unire a filo il composto di colla di pesce liquefatta e limone agli albumi, continuando a montare per amalgamare il tutto. Mettere il composto in frigo per far rassodare.

Accendere il forno a 180°.

Rivestire una teglia di 21x32 cm con della cartaforno bagnata e strizzata.

Tritare grossolanamente le noci e le scorzette d’arancia.

Mescolare insieme i cereali (tranne l’orzo soffiato), le noci, le scorzette, i semi di lino ed unirli agli albumi, in modo che tutti i cereali siano “bagnati” dagli albumi, poi unire l’orzo, mescolando velocemente, cosicché non abbia il tempo di ammorbidirsi (bagnandosi i chicchi si "ritirano" un po', per questo preferisco usare l'orzo soffiato invece del riso, più piccolo).

Rovesciare nella teglia livellando bene il composto, senza premere troppo, e far cuocere per circa 30 minuti.

Lasciar sfreddare completamente, poi tagliare in 24 porzioni (se si preferiscono più croccanti, rimettere in forno a biscottare a 180° per circa 10 minuti).

Probabilmente si possono conservare come i biscotti in una scatola di latta, io preferisco surgelarle appena tagliate e poi scongelarne una alla volta a temperatura ambiente o scaldandole per 1 minuto al microonde (sfreddandosi saranno belle croccanti;).
Barrette ai light

Ho calcolato che fatte con queste dosi hanno circa 90 calorie a barretta ...se poi la vostra dieta non è poi così rigida, potete ridurre il dolcificante a 30 gocce e aggiungere un po' di zucchero e dell'uvetta ammorbidita (con 50 grammi di zucchero di canna e 60 di uvetta le calorie diventano 100 a barretta ...niente di "devastante") o delle gocce di cioccolato o della farina di cocco o... quello che preferite, ma poi non lamentatevi se non dimagrite!:D

Sono comunque buonissime e se al momento di tagliarle qualche barretta si sbriciolasse (la versione con un po' di zucchero è più "coesa", con quella senza zucchero bisogna fare più attenzione, comunque più sono fredde e meglio si tagliano), riciclatele come "pepite" da mangiare con lo yogurt e qualche bacca di goji;)
 

29 ottobre 2010

20

beh... che c'è da guardare?

...il fatto di avere gli occhi di un delizioso verde "ciliegia candita" non ti autorizza a fissarmi con disapprovazione dal tuo piattino insanguinato ogni volta che apro il frigorifero!


Seguono dettagli... (per ora, buon Halloween a tutti!)


Aggiornamento di lunedì 1° novembre: Eccomi qua! Aggiungiamo un po' di parole a questo post tutt'occhi! (...occhi di Marty Feldman, mi ha giustamente suggerito Susanna su FB;) ).

Come la mia amica Aitina può confermare, sto dietro alla realizzazione di questi bulbi da oltre un anno (...il che la dice lunga su quali pensieri profondi occupino le mie giornate;D), ma le idee che mi venivano in mente per realizzarli non mi convincevano del tutto...

Volevo dei bulbi che fossero:

a) sufficientemente realistici (insomma, che si capisse che volevano assomigliare a degli occhi ...il massimo della delusione sarebbe stato che qualcuno li scambiasse per delle polpette un po' pallide;) )

b) discretamente impressionanti

...mmm ...aspetta ...c'era un'altra condizione...

ah, sì...

c) BUONI;)


Il punto fermo per realizzare il bulbo era l'idea dei simil-Raffaello (della cui ricetta è pieno il web), ma per l'iride? ..."smarties"? "golia"? ...e dentro il bulbo mettere un ripieno? e cosa? una mandorla ...un cubetto di wafer? ...e poi lucidarli o no col gel?

(eh? visto quanti dubbi? ...un anno per risolverli mi sembra un tempo ragionevole;D )

Poi qualche giorno fa, mentre facevo il mio settimanale "inventario" degli articoli per dolciumi al supermercato, ho visto le ciliegie candite.
Era un'idea che mi era già venuta in passato, ma che avevo scartato perché le ciliegie candite sono forse l'unica cosa dolce che non mi piace, TROPPO dolci e stucchevoli persino per me ...ma più le guardavo, più mi sembrava che, da dentro il barattolo, LORO guardassero ME con sguardo vitreo...
Ho pensato: "...perfette!"


BULBI OCULARI (con una fastidiosa congiuntivite ...ma non è il loro problema maggiore;) )

Ingredienti per 13 bulbi:
100 gr. di cioccolato bianco
50 gr. di panna
1 cucchiaino di vaniglia
50 gr. di cocco grattugiato
ciliegie candite rosse e verdi
topping alla fragola o amarena
colorante alimentare rosso (io ho usato quello in gel, diluendolo con qualche goccia d'acqua)

Procedimento (foto): fondere a bagnomaria (o nel micro a 750W per 30’’) il cioccolato, unire la panna NON montata, il cocco e la vaniglia. Amalgamare bene il tutto e mettere in frigo sinché il composto non sarà morbido e malleabile (2-3 ore).
Prendere circa 15 gr di impasto e metterci sopra una ciliegia candita. Appallottolare, formando una “polpetta”, in modo che parte della ciliegia sia visibile, a simulare l’iride.
Mettere in frigo per un’ora perché il cioccolato si rassodi, poi incidere la superficie con la punta di uno spillo sporcato di colorante rosso, per disegnare le venuzze.
Mettere del topping rosso sul fondo di un piatto e poggiarci sopra i bulbi.

...beh, devo ammettere che, "inglobate" in un "Raffaello", le ciliegie candite non sono niente male!:p

17 ottobre 2009

10

Una crostata light è possibile? (sottotitolo: "Cosa intendi per 'light'?")

Eccoci al dunque. Ora che il problema "marmellata" è risolto, comincia la discesa: la "crostata light" diventa realizzabile!
Si, perché, come ho detto un paio di post più sotto, per la base sapevo già come risolvere, da che Luxiedda (sempre sia lodata!;D ) aveva avuto l'idea di adattare al gusto "dolce" l'impasto delle sue "crostate salate".
Per me il vantaggio di questo impasto è duplice: non solo ha pochi grassi, ma quei pochi grassi sono OLIO! (mio marito ODIA il burro:/ ).

Solo che... ora che mi trovavo al dunque, questa crostata mi faceva un po' "tristéza"... NEL SENSO (il maiuscolo lo capisce solo la mia amica Barbie ;) ): MENO zucchero... MENO grassi... MENO calorie... ero certa che mi sarebbe venuta fuori una crostata con un complesso d'inferiorità da far spavento!
Dovevo far qualcosa per la povera crostata complessata e, mentre escludevo mentalmente la psicanalisi, lo sguardo mi è caduto su una bustina di mandorle...

..mandorle?

...mmm

...bianche

...croccanti

...caloriche

...si: mandorle! ;D

In effetti non è che le mandorle siano esattamente dimagranti e quindi l'assunto iniziale di questa trilogia "light" viene abbastanza a cadere...
Diciamo allora che questa crostata, se non è proprio "light" "light", ha dalla sua di non essere tutto 'sto attentato alla linea ed alla glicemia...


ah, dalla sua ha anche il fatto di essere BUONISSIMA!!!!!!!


CROSTATA (moderatamente) LIGHT


Ingredienti:
125 gr di farina 00 (432 calorie, arrotondando, fonte "Calorie punto it")
20 gr di zucchero di canna (72 cal.) (se potete permettervi di scialare, mettetene 40 gr ;D )
40 gr olio di arachidi (360 cal.)
50 gr di acqua calda (-)
1 cucchiaino di lievito per dolci (-)
200 gr di marmellata senza zuccheri aggiunti (204 cal., ipotizzando 2o0 gr di marmellata = 400 gr di prugne)
50 gr di mandorle pelate (non tostate) (288 cal. :/ ).


Procedimento (foto): scaldare il forno a 200°.
Mettere in una ciotola capiente la farina, lo zucchero, il lievito, l’olio e l’acqua.
Mescolare con un cucchiaio sino a formare una palla.
Stendere l’impasto tra 2 fogli di carta da forno sino a formare un disco di 24–25 cm.
Trasferire il foglio su una tortiera di 22 cm di diametro e togliere il foglio superiore (la prima volta ho steso l’impasto direttamente sulla tortiera, ma alla fine è stato difficile staccarla).
Ripiegare i bordi per inspessirli, stendere la marmellata sulla pasta (volendo, decorare anche con prugne a fettine), poi incidere i bordi col manico di un cucchiaio.
Infornare per 10 minuti, aggiungere le mandorle tritate MOLTO grossolanamente e infornare per altri 10–15 minuti.


Ora facciamo un po' di conti: sommando le calorie degli ingredienti si arriva a 1356 calorie, dividendo la crostata in 8 fette si ottengono fette da 169,5 calorie l'una (133,5 se non si mettono le mandorle ...ma cosa ci si perde! :p ): considerando che una fetta di crostata NON light (e NON ..."mandorlata") ha 195 calorie, non è tantissimo...

...sempre che ci si limiti ad UNA SOLA fetta;)

12 ottobre 2009

10

Una crostata light è possibile? (sottotitolo: "Quel che non ingrassa, ammazza?")

Avvertenza: in questo post si designa col termine di "marmellata" quella che più propriamente dovrebbe essere denominata "confettura".
L'autrice è a conoscenza della differenza, ma se ne dimentica continuamente e non ha ALCUNA voglia di correggere il post (e quello precedente ...e quelli futuri!). A sua discolpa cita il fatto che a casa sua le cose di consistenza marmellatosa sono SEMPRE state definite "marmellate" senza che nessuno trovasse niente da ridire e che al contrario il termine "confettura" lo usa talmente poco che non ricorda neanche più dove lo ha messo ;D
I puristi sono pregati di astenersi dal sottolineare questo lapsus. ;-)


MARMELLATA (nota "confettura") LIGHT DI PRUGNE


per ogni chilo di frutta
100 gr di pectina home made
1 cucchiai0 di agar agar (volevo essere sicura che il tutto si addensasse;D )

Procedimento (foto): lavare le prugne e tagliarle a metà eliminando il seme.
Metterle in una pentola con la pectina, coprire col coperchio e scaldare a fuoco basso.
Quando le prugne si saranno ridotte ad una poltiglia, lasciar freddare e poi passare al setaccio (o frullare se non disturbano le bucce).
Unire l’agar agar e rimettere a bollire la purea per circa mezzora (fare la prova piattino).
Versare la marmellata calda nei barattoli puliti ed asciutti, pulire bene il bordo e tappare con tappi ermetici puliti.
Portare il forno a 100° (nel mio forno, che ha un concetto tutto suo del calore, ho impostato a 120° ventilato) e far sterilizzare i barattoli per mezzora.
Lasciar sfreddare in forno.


Quanto si conserva questa "marmellata"?

...boh! La mia, dopo un anno di "riposo" sottovuoto, non manifestava alcun segno evidente di alterazione. Ciò non toglie che, priva di quelle vagonate di zuccheri che fungono da conservanti, poteva essere ormai popolata di dannatissimi microorganismi tossici invisibili ad occhio nudo. Da qui il fatto che io abbia brevemente informato mio marito sulle mie ultime volontà prima della prova assaggio (lui non sembrava percepire la gravità del momento, quando gli ho detto "ora assaggio la TUA marmellata: potrei MORIRE!" ha risposto con un distratto "ah!" e non ha cercato MINIMAMENTE di dissuadermi dal compiere l'insano gesto). Ho assaggiato titubante dapprima la punta di un cucchiaino "...mmmm ...buona! ...magari letale, ma buona!". Per maggiore sicurezza ne ho mangiato un cucchiaino colmo ...e poi un altro ...e poi un altro ...e poi mio marito mi ha detto "...ma la stai SOLO ASSAGGIANDO la MIA marmellata o te la stai MANGIANDO TUTTA?".

A volte lo scrupolo scientifico che anima noi ricercatori viene frainteso. ;D

Da allora sono passate circa 2 settimane ed io sono ancora qui a scrivere, il che significa che o la marmellata non era tossica o i dannatissimi microorganismi di cui sopra sono a scoppio ritardato ...lo scopriremo solo vivendo!;D
Per ora mi sento di suggerire l'utilizzo di una marmellata così priva di conservanti solo previa cottura.

Diciamo che la crostata è "la morte sua"!

Segue...

5 ottobre 2009

19

Una crostata light è possibile? (sottotitolo: "Piccolo Chimico vs Nonna Papera")

Che sono golosa credo si sia capito, ma il marito diabetico e l'ago della (mia) bilancia che si ostina a puntare più in alto di quanto non dovrebbe mi portano a cercare costantemente soluzioni di compromesso (la parola "rinuncia" nel mio vocabolario proprio non c'è ...o forse c'è, ma è coperta da una ditata di cioccolata ;D ).

Da qui la decisione di cimentarmi nella realizzazione di una crostata che conoscesse il saccarosio più che altro per sentito dire...

Per l'impasto avevo già un'idea, ma lo "scoglio" era la marmellata...
Di marmellate non sapevo (e non so ;) ) un granché, tranne che quelle tradizionali si addensano grazie alla presenza di (troppo) zucchero e di una prolungata bollitura, mentre io volevo una marmellata che non avesse altri zuccheri oltre a quelli già presenti nella frutta di partenza e magari che non dovesse stare sul fuoco per ooreeee...
Con queste premesse, non nutrivo troppa speranza di poter ottenere una sostanza con una consistenza più solida del brodo ed avevo già annotato sul foglio della spesa "marmellata light" :/ quando, seguendo uno dei filoni collaterali della mia indagine (anche quando faccio ricerche su internet - chi l'avrebbe mai detto! - tendo a divagare ;D ), mi sono imbattuta in questo post!

Luce fu!

Pur nella mia ignoranza, una vaga idea di quale fosse l'utilità della pectina nella realizzazione delle marmellate l'avevo già, solo che questa cosa di aggiungere alla frutta una "bustina" con effetto addensante alla Nonna Papera che è in me sapeva tanto di "additivo NO buono!" ....di "sim-sala-bim!" ..insomma, trovavo stonasse con l'immagine poetica del "fare la marmellata in casa" (vi sembrerà un'idea strampalata ...beh, ho un'intera galleria di "idee strampalate" come questa ed anche più belle nella mia mente! ;D ) ...però QUESTA era pectina FATTA IN CASA, quindi perfettamente "nonnapaperesca"!

...e poi in questo post c'era un dettaglio che non poteva non colpirmi: il TEST per valutare la qualità della pectina! ...ADORO queste cose!!!!!!!!
Il Piccolo Chimico che alberga in me (ho già detto che c'è folla, in ME ;D ) ha guardato Nonna Papera e le ha detto "...senti, Nonna, con tutto il rispetto per gli anziani, questa cosa qui non possiamo NON farla!".

Ho stracciato il foglietto della spesa: l'embolo con su scritto "marmellata TOTALMENTE priva di zuccheri aggiunti, male che vada butto tutto" era già partito!


PECTINA HOME MADE* (libera nos a saccarosio)

nell'esperimento documentato nelle foto ho usato:
450 gr di bucce e torsoli di mele biologiche (usare PREFERIBILMENTE mele acerbe)
½ limone (mia innovazione)
acqua,
ottenendo circa 70 ml di pectina


Procedimento (foto):
Pelare le mele e raccogliere bucce e torsoli (volendo si possono surgelare via via bucce e torsoli sino ad averne un quantitativo sufficiente).
Tritare bucce e torsoli nel robot (io li ho frullati), unendo il mezzo limone (inclusa la buccia).
Metterle nella pentola a bagnomaria (io invece la pentola l'ho messa direttamente sulla fiamma, nel fornello più piccolo), aggiungere 3/4 d'acqua (io ne ho messo 2 bicchieri) e lasciar scaldare per 2 ore coperto, mescolando ogni 15 minuti.
Far raffreddare.
Filtrare attraverso 4 strati di garza posta nel fondo del colino (io ho usato un filtro di carta di quelli per fare il caffé lungo, messo su un imbuto: comodissimo!) e lasciar colare tutta la notte.
Il giorno dopo far addensare a bagnomaria (o su fiamma bassissima) il liquido ottenuto, sino ad ottenere una consistenza come questa...


Conservare la pectina in barattoli da sterilizzare come fosse marmellata o versarla in bicchieri di plastica e surgelarla.

La dose da usare è di 100 gr per ogni chilo di frutta.

*un po' per un'innata cialtronaggine, un po' per scelta razionale, ho seguito la ricetta originale in modo un po' "creativo";D

Veniamo alla parte divertente: il TEST! :D

La pectina deve essere a temperatura ambiente.
Versare 3 dita di alcool per dolci in un bicchiere, versarci un cucchiaino di pectina, roteare il bicchiere dolcemente per 10 secondi. La pectina precipiterà (gelatinizza).
Mettere la forchetta nella massa formatasi e girare una ventina di volte.
Togliere delicatamente la forchetta verticalmente.

Se la massa resta attaccata ai rebbi della forchetta per più di due secondi, la pectina è troppo concentrata e occorrerà diluirla con tre parti di acqua e una di succo di limone, se invece non si attacca è buon segno.

Raccogliete il composto con la forchetta, se si deforma e cola via rapidamente occorrerà addensare, se non si lascia raccogliere affatto, occorrerà addensare ancora di più a bagnomaria.


Se invece resta sulla forchetta come una massa arrotondata, la pectina è perfetta.



...della marmellata ne parliamo un'altra volta;D

23 settembre 2009

7

Frutti di stagione

La stagione è l'estate...


...l'anno è il 2008! ;)

...già, giusto per fare media col precedente, cotto e postato, ecco un post che ha ...come dire, "decantato" per un annetto;)

L'anno scorso deve essere stata un'annata favolosa per le prugne, visto che ovunque mi girassi c'era qualcuno che mi chiedeva "..ti piacciono le prugne?" e senza aspettare la mia risposta (affermativa, ovviamente...) mi regalava un cestino di questi frutti.
Risultato: chili e chili di frutta che chiedevano di essere consumati in tempi brevi o trasformati in prodotti a lunga conservazione...
La soluzione più scontata sarebbe stata farne della marmellata, ma con un marito diabetico la marmellata non è esattamente un prodotto di largo consumo a casa mia, per cui il problema richiedeva una soluzione più articolata, che alla fine è stata: prugne secche e marmellata light (questa seconda ricetta la lascio decantare ancora un po';D, anche perchè i barattoli sono ancora intonsi - lo avevo detto che qui la marmellata non è proprio un prodotto di prima necessità - ed ovviamente la "deontologia bloggista" richiede la "prova assaggio" prima della pubblicazione ...che però, stante la natura totalmente sperimentale della ricetta, non è del tutto immune da rischi;) )



PRUGNE SECCHE, dicevamo... (ricetta di Manu63)

Ingredienti:
prugne ben mature ma sode

Procedimento (foto):
Mettere abbondante acqua in un pentolone e portare a bollore.
Lavare le prugne e poi scottarle per un minuto nell'acqua bollente (non tenetele di più o si spaccheranno).
Scolarle, farle asciugare e sfreddare, poi disporle sulle griglie del forno acceso a 50° (ventilato), tenendo lo sportello socchiuso (per non sporcare il forno, mettete sul fondo la leccarda o della carta stagnola).
Ci vorrà parecchio tempo ed un discreto consumo di energia :/ ...ovviamente metterle al sole durante il giorno e ritirarle la sera è una soluzione più ecomomica ed ecologica, anche se indubbiamente più faticosa (ogni tanto la mia coscienza ecologista prende a calci la mia natura pelandrona ...ma purtroppo la mia natura pelandrona ha una soglia del dolore molto alta ;D ).

Volendo ottenere delle prugne denocciolate, quando cominceranno ad essere un po' rinsecchite, schiacciarle con le dita sino a far uscire il seme, poi rimettere le prugne in forno per completare l'essiccatura.

Metterle in barattoli di vetro, tappare e sterilizzare in acqua bollente per 20 minuti.

Manu63 dice che si conservano benissimo anche per un anno...


...io non saprei, le nostre prugne non hanno mangiato il panettone;D

2 agosto 2009

28

Appendic(it)e ...ed una domanda su Bruno Vespa

...speravate fosse finita, eh?


...e la decorazione? l' "onda" che, dati i 40° del giorno, mi ha fatto penare (quasi) quanto l'intera torta? ...la vogliamo far morire lì senza due parole?

Non sia mai, quindi beccatevi questa appendice alla "Sette Veli":

GRIGLIA DI CIOCCOLATO (ispirata alle sofisticate decorazioni di -...ma va'? - Régine!)

Ingredienti:
cioccolato
tanta pazienza

Procedimento (foto): preparare un conetto di carta con le istruzioni di Danda ;-) ,
Grattugiare il cioccolato o tagliarlo a pezzetti e metterlo nel conetto, chiudendo con la pinzatrice.
Mettere nel microonde a 500w per qualche secondo ("...la graffetta di METALLO nel microondeeee?!?" direte voi. In effetti, dati i miei trascorsi da bombarola, dovrei andaci più cauta con gli esperimenti col microonde ...però devo dire che stavolta non si sono registrate esplosioni;D ), sinché il cioccolato sarà fuso.
Lasciare intiepidire, perché il cioccolato sia della giusta consistenza, poi tagliare via la punta del conetto, lasciando un foro non troppo grande, e tracciare il disegno voluto su un foglio di carta da forno, a mano libera o seguendo un disegno messo sotto alla carta da forno.
Prima che il cioccolato si indurisca, formare delle onde con la carta da forno e fissarle con la pinzatrice. Mettere in frigo sino al momento di decorare il dolce e solo allora staccare la cioccolata dal foglio di carta.


...e prima che l'argomento venga chiuso su questo blog in modo DEFINITIVO, ecco la versione monoporzione del dolce...


...sottotitolata per coloro che non avessero ancora capito BENE BENE il nome;D


...ah, quasi quasi dimenticavo la domanda: vedete il disegnino alla sinistra del titolo e dell'indirizzo del mio blog? "Favicon", si chiama.
L'ho fatto con "Paint" e poi ho passato l'intero (rovente) pomeriggio a scandagliare il web alla ricerca di una spiegazione su come metterlo lassù (alla fine l'ho trovata nel FANTASTICO "Creare Blog" di Tenebrae;-))

...solo che ora non so se si capisce cos'è:/ ...secondo voi si capisce che è un micro-cruciverba o sembrano 3 nei di Bruno Vespa?;D




P.S. del 14 agosto: mi è parso di capire che il (la?) favicon è visibile solo ai fortunati utenti di Mozilla Firefox ...gli utilizzatori di Internet Explorer avranno pensato che io vaneggiassi;D

...per dimostrare il contrario, eccovi il mio favicon "cruciverboso": ...carino, eh? :D

23 luglio 2009

2

5° giorno (indietro non si torna!)

Il mio programma personalizzato per la realizzazione di questa versione "sostenibile" della "sette veli" ("sostenibile" per persone pigre come me ;D ) prevede per il 5° giorno una "bavarese alla nocciola".
Mai fatta una bavarese prima e quindi urge documentarsi (=digitare "bavarese" su google ;D ). Scopro con orrore che l'insidia maggiore nella realizzazione di una bavarese è che impazzisca! ...santo cielo, ho avuto per anni il dono di far impazzire il mascarpone con la sola imposizione del frullino, se una bavarese PUO' impazzire, a me DI SICURO impazzisce!

PANICO!!!!!!!! ...volevi le insidie? eccoti servita! ...5 giorni buttati dietro ad un dolce che sembrerà una stracciatella, nel solco della migliore tradizione dei TUOI "tiramisù"!

Ma a 2 giorni dal traguardo, dopo aver annunciato in pompa magna una "sette veli", non si può mica tornare indietro, ripiegare su una coppa di gelato con uno spruzzo di panna montata sopra:/

...no, no ...qui bisogna darsi una calmata e 'sta bavarese farla riuscire come dio comanda!
In fondo non è complicato, semplicemente NON deve bollire, anzi, bisogna toglierla dal fuoco APPENA raggiunge la temperatura giusta (82-83°).
Si, ma come si fa a sapere se ha raggiunto la temperatura giusta senza termometro ed se si è dotati di meno "occhio" di Polifemo?:/

...un momento, "senza termometro" è un'affermazione un po' troppo categorica se si è pieni di risorse come me! ("occhio" poco, generiche "risorse" a iosa!;D ).
Escludendo il termometro per misurare la febbre, per gli OVVI motivi igienici (e per il DETTAGLIO che la sua scala arriva al massimo a 42° ...acc... ;D ), in casa HO il termometro per arrosti che gli 82° li segna!


...sono salva!


(spero)


BAVARESE ALLA NOCCIOLA (ricetta di Régine, ovviamente;-) )

ingredienti (per 2 strati in una tortiera di 24x27 cm):
10 tuorli
160 gr di zucchero
5 fogli (10 gr circa) di colla di pesce
335 gr di panna fresca
150 gr di pralinato (3 cucchiai colmi)
1,5 cucchiaini di maizena
830 ml di latte intero

Procedimento (foto):
Montare tuorli e zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso.
Aggiungere la maizena mescolando con un cucchiaio di legno, poi versare il latte caldo (non bollente).
Mettere i fogli di gelatina ammollo in acqua FREDDA.
Rimettere la crema sul fuoco basso, girando finché non “vela” il cucchiaio (82–83°).


(...nebbia in Val Padana! Vi chiederete il perché di questa SIMPATICA:x condensa ...vedete nella foto precedente - "precedente" alla mia decisione di lavare PER BENE il termometro - la scritta "DO NOT PUT IN WATER"? ...beh, non era AFFATTO meramente decorativa! xD )

Aggiungere la gelatina strizzata, poi il pralinato e far raffreddare (...in realtà io questo passaggio l'ho sbagliato e la gelatina ed il pralinato li ho messi PRIMA che il composto raggiungesse gli 83° ...per fortuna senza conseguenze nefaste...).
Montare la panna NON zuccherata e aggiungerla al composto BEN FREDDO, mescolando con delicatezza per non smontarla.
Dividere il composto in 2 ciotole, lasciandole FUORI dal frigo.




...ed a questo punto, la "sette veli" comincia a prendere forma (foto):
preparare una bagna sciogliendo sul fuoco 50 gr di zucchero in 200 gr d’acqua.
Regolare le dimensioni del pan di spagna adattandole a quelle della base di cioccolato croccante.


Mettere su una teglia che entri in frigo un foglio di carta da forno, poi un foglio di acetato delle dimensioni del dolce (serve per poter poi spostare il dolce senza troppe difficoltà) e poggiarci sopra lo stampo regolabile.
Poggiare sul fondo uno strato di pan di spagna e bagnarlo con 1/3 dello sciroppo.
Poggiare sul pan di spagna il cioccolato croccante, stringere bene lo stampo regolabile per "sigillare" e versare sopra una delle 2 parti della bavarese, livellando la superficie.
Mettere in frigo per un’ora circa (nel frattempo, lasciare la 2^ ciotola di bavarese FUORI dal frigo per evitare che si rassodi).
Trascorsa un’ora, togliere il dolce dal frigo, poggiare sul 1° strato di bavarese il 2° pan di spagna e bagnarlo con altro sciroppo.
Versare la 2^ parte di bavarese, livellare la superficie e mettere in frigo per un’ora.
Poggiare l’ultimo strato di pan di spagna e bagnarlo con il restante sciroppo.

...oopsss ...il pan di spagna arriva già al bordo dello stampo, ma manca ancora uno strato!

(la soluzione nella prossima puntata)

19 luglio 2009

5

4° giorno (un rassicurante pan di spagna in attesa delle insidie)

ehi, sono già al 4° giorno di questa ricetta! Ho "scollinato", come direbbe mio marito...

(dai, una parentesi piccola piccola sul modo di parlare di mio marito;D
Vi ho detto che è toscano? beh, si, insomma, è CRESCIUTO in toscana e si esprime in un modo che a noi sardi non risulta DEL TUTTO comprensibile... per me non più, io lo conosco da tanto tempo che il suo lessico ormai non ha più segreti per me, quindi diciamo che sono diventata la sua interprete personale, la sua "stele di rosetta" umana! ...la situazione più paradossale l'abbiamo raggiunta quando abbiamo avuto i muratori a casa, lui diceva cose tipo "...qui bisogna rompere l'IMPIANTÌTO per far passare la FORASSÌTE" e loro lo guardavano con un misto di commiserazione e diffidenza e poi si giravano verso di me con aria interrogativa ...ed io traducevo "(l'uomo bianco) dice che dovete spaccare il PAVIMENTO per far passare il CORRUGATO" ...augh! ...e quando, stanco di andare a recuperare il tubo per annaffiare in giro per il giardino, ha sgridato il manovale dicendogli "quando prendi la SÌSTOLA, sei pregato di rimetterla a posto!" quello ha sgranato gli occhi come se lo stessero accusando di chissà quale efferatezza ed ha risposto "...non sono stato io! ...non so neanche cos'è una SÌSTOLA!" ;D )

...dicevo, sono già al 4° giorno ed ancora non posso dire che questa "sette veli" abbia presentato difficoltà insormontabili... anzi, ad essere sinceri, sinora è stato tutto sin troppo semplice, così ho voluto lanciarmi in una variazione sul tema "pan di spagna".

Danita ed Alen76 hanno realizzato i tre strati di pan di spagna al cacao previsti dalla "sette veli" partendo da un unico dolce tagliato poi in 3 dischi sottili.
Io, non avendo a disposizione lo strumento per tagliare in strati regolari e non avendo fiducia nelle mie capacità di tagliare dritta "a mano libera" (ma anche un po' per provare il "brivido dell'imprevisto";D ), ho pensato di cuocere l'impasto in strati GIA' sottili ...insomma di fare direttamente 3 biscuit al cacao (cioè 3 pan di spagna sottili, ma dire BISCUIT fa molto più figo ...come dire SÌSTOLA invece di TUBO! ;D )

BISCUIT AL CACAO (il procedimento per fare il pan di spagna è quello strano ma efficace che usa Pangi:* )

Ingredienti (per 3 rettangoli di circa 30x26 cm):
6 uova
180 gr di zucchero
135 frumina
45 cacao
1 cucchiaino di succo di limone
1/2 bustina di lievito istantaneo

Procedimento (foto ...in realtà l'impasto delle foto è fatto di sole 4 uova, ho dovuto poi integrare perchè non era sufficiente):
ungere ed infarinare i bordi di una teglia regolabile e poggiarla su un foglio di silicone o, MEGLIO, di carta da forno, regolandola nelle dimensioni volute (in assenza di teglia regolabile, ungere ed infarinare una teglia normale, poi adagiare sul fondo un rettangolo di carta forno tagliata a misura, questa operazione permetterà di sfilare il dolce senza romperlo).
Accendere il forno a 180°.
Separare gli albumi dai tuorli. Con lo sbattitore elettrico alla massima velocità lavorare i bianchi a neve fermissima, aggiungendo il succo di limone.
Aggiungere poi pian piano lo zucchero. Quando lo zucchero sarà finito, continuare a montare per 5 minuti.
Abbassare un po’ la velocità ed aggiungere i rossi d’uovo a due a due, appena sono incorporati aggiungere i successivi e continuare a frullare. Quando i rossi sono terminati, aumentare al massimo la velocità e continuare a frullare per 15 minuti.
Abbassare la velocità delle fruste al minimo aggiungendo un poco alla volta la frumina setacciata assieme al lievito ed al cacao.
Versare 1/3 del composto nella teglia, livellare bene la superficie del composto e poi mettere in forno per 7 minuti.
Al termine, rovesciare il biscuit su un foglio di carta da forno e appena freddo metterlo in una busta di nylon perché non si secchi.
Procedere nello stesso modo per gli altri 2/3 dell’impasto, ottenendo 3 rettangoli.
PS: usare il foglio di silicone non è poi stata tutta 'sta ideona (una BISCHERATA, piuttosto ;D ): in cottura il silicone si è sollevato dalla leccarda in alcuni punti, come se sotto si fossero formate delle bolle:/ per cui il fondo del biscuit era un po' ...all'onda;D

Aggiornamento: dopo aver visto queste foto del dolce originale ho pensato che gli strati "intermedi" di pandispagna dovrebbero essere più sottili, lasciando quello inferiore più spesso (cioè alto poco meno di 1 cm), visto che funge da base di tutto il dolce. In questo caso dovrebbe bastare un impasto totale di 4 uova, usandone 1/2 per lo strato di base, più spesso, e 1/2 per gli altri due strati centrali, in modo che vengano spessi circa la metà ("tirando" il composto con una spatola in uno spessore di circa 3 millimetri da crudo e cuocendoli quindi per meno tempo).

17 luglio 2009

2

3° giorno (beh, non proprio TUTTE le 24 ore...)

...diciamo che a preparare questo strato ci vogliono 5 minuti ...ma ABBONDANTI!;D


CIOCCOLATO PRALINATO E CROCCANTE

Ingredienti (per uno stampo di 24x27 cm):
200 gr di cioccolata gianduia
150 gr di pralinato
125 gr di feuillantines

Procedimento (foto): sciogliere nel microonde il cioccolato fatto a pezzetti ed unirci il pralinato.
Far sfreddare ed unire le feuillantines sbriciolate con le mani.
Stendere il composto nello stampo (nel mio caso, uno stampo regolabile) e lasciar indurire in frigo.



Ho deciso: il 3° giorno della "sette veli" è il mio preferito!

15 luglio 2009

8

2° giorno (chi fa da se, fa per tre)

Uno dei primi strati della "sette veli" è uno strato di cioccolato "croccante", dove la croccantezza può essere resa:
a) con semplici cornflakes (ipotesi "Danita")
b) con complicate feuillantines (ipotesi "Alen76", che io ho scelto perchè sono un'integralista: se decido di complicarmi la vita facendo una "7 veli", me la devo complicare SINO IN FONDO!

Le "feuillantines" (o "gavottes") sono cialde sottilissime, arrotolate e croccanti, tipicamente franscési;D di cui Régine ha parlato su Cook, facendoci sbavare e struggere allo stesso tempo, perché mentre ne descriveva la bontà lamentava anche il fatto che in Italia siano praticamente introvabili.
Dato che lei per "Italia" intende "Roma" (caput mundi), facendo le debite proporzioni, ho realizzato che qui nella periferia dell'impero io potevo proprio scordarmi un incontro ravvicinato con una simile prelibatezza e, decisa a fare di necessità virtù (dipendiamo già dai francesi per l'energia elettrica, dovremo mica supplicarli anche per un po' di feuillantines?) ho deciso di dare una fattiva collaborazione al tentativo di Marina di riprodurle in casa.

FEUILLANTINES (o GAVOTTES)


Ingredienti (per circa 210 gr di feuillantines):
60 g di burro
60 g di farina
60 g di zucchero
2 uova medie
1/4 litro di latte
1 cucchiaino di vaniglia liquida (essenza)
1 pizzico di sale

Preparazione (foto)
In un pentolino, fare sciogliere il burro nel latte con un pizzico di sale, poi togliere dal fuoco e far sfreddare.
Nel mixer, mettere la farina con lo zucchero e la vaniglia, aggiungere il miscuglio di latte/burro tiepido e frullare, poi unire le uova. Conservare per 30 minuti in frigo.
Ungere leggermente una padella, metterla su un fornello piccolo e, una volta calda, versarci abbastanza pastella da coprirne il fondo e, immediatamente, versare l’eccesso di composto in un altro recipiente (ovviamente questa pastella verrà poi recuperata).
Aspettare che la crêpe si dori sul fondo, poi staccare i bordi con una paletta e, sollevandoli, staccare la crêpe e girarla perché si dori sull’altro lato.
Una volta dorata, rovesciarla su un tagliere e, volendo, arrotolarla sinché è morbida sulla lama di un coltello (per fare la "sette veli" questo passaggio non è PER FORTUNA necessario).
Proseguire fino ad esaurimento della pastella.
Conservare all'asciutto, se tendessero ad ammorbidirsi, passarle in forno sino a farle scaldare, poi far freddare.

PS: dopo aver fatto tutta 'sta fatica, mentre passavo tra gli scaffali del supermercato Leclerc/Conad con l'aria di chi non si aspetta troppo dalla vita, guardate in cosa mi sono imbattuta...
...parbleu! ...voilà la globalisation! ;D

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