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Maria Teresa Sambin De Norcen

Università Iuav di Venezia, Dipartimento di Culture del Progetto, Faculty Member

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EDUCATION
Università degli studi di Padova, Post-Doctorate in the History of Architecture and Urbanism 2004
Università IUAV di Venezia, Doctorate in the History of Architecture and Urbanism, 2001, Dissertation: Il cortigiano architetto. Episodi di cultura aedificatoria ferrarese 1434-1462
Università IUAV di Venezia, Laurea in Architecture, 1994, Thesis: La decorazione a stucco nella capitale dei Gonzaga (1521-1620ca)

PROFESSIONAL EXPERIENCE
Università IUAV di Venezia,Italy: Adjunt researcher present
Università degli studi di Bologna, Italy: Adjunt researcher 2013-2014
Università IUAV di Venezia,Italy: Adjunt professor(History of Architecture) 2012-2013
Università degli studi di Bologna, Italy: Adjunt professor(History of Architecture) 2009-2010, 2010-2011
Università degli studi di Bologna, Italy: Adjunt researcher, 2008-2012
Università degli studi di Ferrara, Italy: Adjunt professor of history of modern architecture, 2007-2008
Università IUAV di Venezia,Italy: Teaching assistant (History of Architecture) 2003 - present

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Books by Maria Teresa Sambin De Norcen

F. Ceccarelli, A. Marchesi, M.T. Sambin de Norcen, Biagio Rossetti 1444-1516. Architettura e documenti

Bononia University Press, 2019

Questo libro nasce da un progetto maturato nell'ambito delle celebrazioni per i cinque-cento anni... more Questo libro nasce da un progetto maturato nell'ambito delle celebrazioni per i cinque-cento anni dalla morte di Biagio Rossetti (1444-1516) e con il sostegno del Comitato tec-nico-scientifico creato espressamente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) nel 2016 per "mantenere viva la memoria di uno dei più importanti e rivoluzionari architetti del rinascimento italiano". A partire da nuove e approfondite ricerche d'archivio si è potuta delineare una mappa dettagliata della operatività di Rossetti nell'arco di 47 anni (dal 1469 al 1516) che consente di precisare il quadro delle sue esperienze professionali e di estendere il raggio dei suoi interventi sul territorio, offrendo nuovi spunti interpretativi a chiunque intenda propor-re una lettura aggiornata e meno tendenziosa delle principali architetture ferraresi di quest'epoca, che da tempo necessitavano di essere comprese maggiormente sua iuxta principia. Partendo dall'analisi delle opere che i documenti ascrivono con certezza a Biagio, viene delineata la personalità di un progettista anticonvenzionale, radicato nella tradizione padana, ma in grado di rinnovarla con una freschezza e un'inventiva del tutto peculiari; la comprensione dello specifico linguaggio di Rossetti ha consentito di rileggerne il catalogo e approfondirne la conoscenza.

Maria Teresa Sambin De Norcen, RV Schofield, Palazzo Bentivoglio a Bologna. Studi su un'architettura scomparsa, Bononia University Press 2018

by Richard SCHOFIELD and Maria Teresa Sambin De Norcen

PALAZZO BENTIVOGLIO A BOLOGNA STUDI SU UN'ARCHITE T TUR A SCOMPARSA

La drammatica distruzione del palazzo dei Bentivoglio in strada San Donato, consumatasi nel maggi... more La drammatica distruzione del palazzo dei Bentivoglio in strada San Donato, consumatasi nel maggio del 1507 ha creato, attorno al grande edificio distrutto, un mito storiografico che, se da un lato ne ha tenuta viva la memoria, dall'altro ne ha ostacolato una ricostruzione filologicamente fondata. Il libro mira a colmare questa grave lacuna storiografica tramite una lucida analisi di tutte le fonti a disposizione: carte d'archivio, testimonianze cronachistiche e letterarie, disegni, pezzi erratici inediti. Ancora in tempi recentissimi è stata attribuita credibilità a una famiglia di planimetrie settecentesche d'invenzione, creata da un gruppo di intellettuali per soddisfare la curiosità di quanti volevano conoscere le origini del Guasto che deturpava il centro urbano. Demolita la credibilità di queste piante, gli autori hanno proposto una nuova ricostruzione del complesso: soltanto un grande corpo di fabbrica sulla piazza mostrava un impaginato regolare, mentre sul retro si estendevano i giardini e altri volumi edilizi aggiuntisi progressivamente: una genesi e una configurazione radicate nella tradizione delle regge tre-quattrocentesche dell'Italia centrosettentrionale. Per sovraintendere i lavori, fu scelto il fiorentino Pagno di Lapo -allievo di Donatello e Michelozzo -arrivato a Bologna già da qualche anno, il quale portava con sé un immenso repertorio di forme aggiornate secondo il nuovo gusto antiquario. Discendono dall'intervento di Pagno le nuove forme, spesso fiorentine, che troviamo nei dettagli architettonici di cortili e portici bolognesi dopo il 1460? Alcune di esse sono senz'altro collegabili al palazzo, altre, utilizzate fra ottavo e nono decennio del secolo risultano problematiche, lasciando ad oggi il problema aperto.

I Miti di Belriguardo, in C. Baglione – F. Benelli – M.T. Sambin De Norcen, Nuovi antichi. Committenti, cantieri, architetti 1400-1600, a cura di R. Schofield, Milano, Electa 2004, pp. 16-65

An analysis of account books, chronicles and designs in archives allows the author to identify Be... more An analysis of account books, chronicles and designs in archives allows the author to identify Belriguardo (1436-1440) as the first “villa signorile” of the Renaissance. Nicolò III d’Este and his son Leonello, together with courtiers such as Guarino Veronese and the almost unknown Bartolomeo Pendaglia, were inspired by antique literature to revive ancient building types. As Flavio Biondo testifies, the building (of enormous dimensions) was built on the site of the most important ancient Roman settlement of the Ferrarese; Pliny the Younger, rediscovered by Guarino himself, inspired the orientation and the importance given to the gardens, while the plan seems to represent the organisation of the Greek house as it was described by Vitruvius, a copy of whose treatise is recorded in 1425 in the library of a humanist close to the court. The author opens up the discussion to include Ferrarese culture of the period, where ancient texts were read with the precious intention of putting them into practice; the formal architectural vocabulary at their disposal, however, did not match these advanced literary interests

• Il cortigiano architetto. Edilizia, politica, umanesimo nel Quattrocento ferrarese,introduzione di Richard Schofield, (IUAV-Marsilio), Venezia Marsilio 2012

Attraverso la ricostruzione della committenza di un facoltoso privato, Bartolomeo Pendaglia, l’au... more Attraverso la ricostruzione della committenza di un facoltoso privato, Bartolomeo Pendaglia, l’autrice offre una rilettura dell’architettura ferrarese attorno alla metà del Quattrocento. Divisa tra cultura umanistica d’avanguardia e prassi edilizia ancora tardogotica, essa si muove alla ricerca di nuovi modelli che soddisfino alla decisa volontà di autorappresentazione della nuova classe dirigente. Al di là della messe di dati inediti relativi al protagonista del libro, personaggio di primo piano nel panorama italiano dell’epoca, al suo palazzo di città e alle sue ville, è proprio l’approccio di questo libro a voler essere innovativo: attraverso l’analisi di un ampio ventaglio di fonti diversificate (la letteratura, l’epidittica, i carteggi, le registrazioni notarili) si scava nel mondo delle idee e delle aspirazioni che investono gli edifici, riempiendoli di valori e significati spesso difficili da cogliere ai nostri occhi senza l’ausilio del testo scritto. Si tenta inoltre di superare letture ormai cristallizzate, che vedono nel principe il motore unico delle trasformazioni della città quattrocentesca e che, inesorabilmente, crollano di fronte alla dinamicità di una classe dirigente assai vivace dal punto di vista culturale.

• Le ville di Leonello d’Este. Ferrara e le sue campagne agli albori dell’età moderna, introduzione di James Ackerman, Venezia, Marsilio 2012

Il libro si sofferma su un momento nodale per la nascita della villa moderna, vale a dire il vent... more Il libro si sofferma su un momento nodale per la nascita della villa moderna, vale a dire il ventennio 1430-1450, quando il rilancio dell’agricoltura da parte delle élites più intraprendenti della penisola italiana fa sorgere la domanda di nuovi modelli abitativi. Grazie a un’indagine documentaria a vasto raggio, l’autrice ricostruisce in dettaglio l’entità, la funzione, la tipologia, l’edificazione del patrimonio extraurbano di Leonello d’Este, dai grandi palazzi alle più modeste “case” annesse alle tenute agricole. Lo studio offre un panorama totalmente inedito di una realtà fino ad oggi trascurata dalla storiografia, restituendo alla corte ferrarese un ruolo di primo piano nell’elaborazione di un genere architettonico sostanzialmente estraneo all’età medievale. Vengono resuscitati alla memoria edifici cancellati dal tempo e dall’incuria, come la celebre villa di Belriguardo (sulla cui costruzione e decorazione vengono offerti nuovi documenti) e il ritiro suburbano di Belfiore, ampliato in forma di torrione per ospitare il celebre studiolo delle Muse, e che dunque va a costituire un precedente essenziale per l’appartamento di Federico da Montefeltro a Urbino; ai palazzi più noti si aggiunge l’indagine sulla grande villa di Fossadalbero e su edifici minori, sulla costruzione delle infrastrutture per i contadini, sulle imprese di bonifica. Grazie al reperimento di un gran numero di inventari, è svolta un’approfondita analisi dei criteri distributivi adottati in questi edifici, degli arredi in essi contenuti, delle abitudini residenziali dei proprietari: un quadro importante che viene rapportato con le frammentarie notizie sulla realtà italiana coeva. Grazie alla documentazione contabile, sono ricostruiti i cantieri di nuova edificazione e gli interventi manutentivi, catalogati gli artigiani coinvolti (dagli operai edili fino ai pittori e ai vetrai), restituiti in dettaglio usi e consuetudini di un’intera stagione edilizia a Ferrara. Grazie a carteggi editi e inediti è tracciato un quadro completo delle attività del committente in campagna, tanto ricreative, quanto di governo e rappresentanza.

Papers by Maria Teresa Sambin De Norcen

L’allestimento architettonico rinascimentale. I contributi di Donatello e Tullio Lombardo

La pontificia basilica di Sant’Antonio in Padova, a cura di L. Bertazzo e G. Zampieri, introduzione di papa Francesco Bergoglio, S. Settis e altri, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2021, , 2021

The architectural renewal in Renaissance style of the basilica of Saint Anthony took place thank... more The architectural renewal in Renaissance style of the basilica of Saint Anthony took place thanks to fundamental interventions in the internal arrangements rather than to large construction works. Starting from 1443, the area of the presbytery was profoundly modernized, when a new choir was built, enclosed by high walls covered in marble and joined to the presbytery where the altar was located, on which the officiant celebrated with his back to the people according to the medieval tradition. The choir - dismantled in 1651 to adapt it to new liturgical uses - was preceded by an arch on columns, a sort of iconostasis on which Donatello's bronze crucifix stood, located between the rear pillars of the crossing. The attribution of the architectural design of the ensemble to the great Florentine sculptor, much debated by historians, is confirmed by the documentary sources and by the pieces still surviving in the basilica, although located in different positions, which are strongly marked by the artist's idiosyncratic language. A few decades later, to complete the work undertaken by Donatello, the massari of the Veneranda Arca called on their trusted proto and sculptor, Giovanni Minello, who coordinated the work between 1482 and 1497. In the same year the renewal of the chapel of the Arca del Santo was decided on; it was located in the northern arm of the transept, in need of restoration and no longer adequate in terms of its general splendour. The work was started in the last months of 1499 under the direction of Minello, following a project by Tullio Lombardo, perhaps assisted by his brother Antonio. The Venetian sculptor reinterpreted the layout of the loggia in an updated form, illusionistically projected outwards by the stone perspectives forming the backgrounds to the scenes of the cycle of Miracles. Thanks to an ingenious and careful design, Tullio was able to achieve a perfect integration of fictitious and real architecture which was full of references to the repertory of Venetian sculpture and architecture, to which the Lombardo workshop had, in any case, made fundamental contributions. The vault, built in 1533-34 to a project by Giovan Maria Falconetto, with a prevalence of decorations in gilded stucco, helped to increase the effect of brilliant transparency of the chapel.

Belfiore da villa extra moenia a lacuna urbana

Belfiore da villa extra moenia a lacuna urbana, in Le lacune urbane. Giornate di studio tra Ferrara e Pescara, atti del convegno (Università di Ferrara, 2014), a cura di R. Dalla Negra e A. Ippoliti, Roma 2017, pp. 139-152, 2017

The essay analyzes the history of the gradual expansion and then the inexorable deterioration of ... more The essay analyzes the history of the gradual expansion and then the inexorable deterioration of the oldest villa of the Este family, the suburban residence of Belfiore. Founded by Alberto V at the end of the fourteenth century, it had been expanded by Leonello from 1447, who created ex novo a tower to house the famous studio dedicated to the Muses. Enriched by Borso d'Este with a "barco" and considerably enlarged by Ercole, the villa was damaged during the Salt War. It was quickly restored and became part of the city within the Herculean Addition. While the urban structure in which the building fitted changed from being a suburb to become a city, it was extended further. The abandonment following the concession of Ferrara to the Holy See caused the deterioration and disappearance of the palace and its annexes in the seventeenth century. The same fate was befall Santa Maria degli Angeli, although at different times. The redevelopment of the area, with no clear plan of integration, belongs to the history of the last century.

Alla ricerca del linguaggio di Biagio. L’architettura sacra, in Biagio Rossetti e il suo tempo, atti del convegno internazionale di studi (Università di Ferrara, novembre 2016), a cura di A. Ippoliti, Roma 2018, pp. 49-60

Alla ricerca del linguaggio di Biagio. Osservazioni sui palazzi (1490-1503), in “Grande così quanto forse ignorato”: omaggio a Biagio Rossetti, a cura di A. Marchesi, M. Menegatti, “FD. Bollettino della Ferrariae Decus”, 33, aprile 2018, pp. 49-66

“Marmoreum scrineum”. Osservazioni sul campanile del duomo di Ferrara e Leon Battista Alberti, “Palladio”, 56, 2015 (2017), pp. 5-26. ISSN 0031-0379

In occasione del sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, molta luce è stata gett... more In occasione del sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, molta luce è stata gettata sul rapporto tra l'umanista architetto e la capitale estense, con la quale, come ben noto, egli ebbe non pochi rapporti storicamente documentati (1). La questione della paternità albertiana per alcune architetture ferraresi d'avanguardia è stata affrontata con una serrata analisi delle fonti e dei modi linguistici dispiegati in esse. Se è stato proposto di togliergli l'arco del Cavallo, riconosciuto lontano dai canoni progettuali di Leon Battista, è stata portata invece una nutrita serie di importanti prove indiziarie a favore Fig. 1 -Ferrara, campanile del duomo.

 “Marmoreum scrineum”. Osservazioni sul campanile del duomo di Ferrara e Leon Battista Alberti, “Palladio”, 56, 2015 (2017), pp.5-26

New drawings by Sebastiano Serlio in Bologna, "The Burlington magazine", july 2017, pp. 520-527

Scipione Dattari, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 171-172

La costruzione e la decorazione del palazzo di Gregorio XIII, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011

La costruzione e la decorazione del palazzo di Gregorio XIII sul cortile di San Damaso. Regesto d... more La costruzione e la decorazione del palazzo di Gregorio XIII sul cortile di San Damaso. Regesto delle annotazioni di spesa dai libri contabili della Camera apostolica, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 180-181

Lorenzo Sabatini, Gregorio IX consegna ai dottori il codice delle Decretali; Bonifacio VIII consegna ai dottori bolognesi il sesto libro delle Decretali, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani, Venezia, Marsilio 2011, pp. 109-111

Lorenzo Sabatini, Gregorio IX consegna ai dottori il codice delle Decretali; Bonifacio VIII conse... more Lorenzo Sabatini, Gregorio IX consegna ai dottori il codice delle Decretali; Bonifacio VIII consegna ai dottori bolognesi il sesto libro delle Decretali, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 109-111.

Parete orientale e serie delle figure allegoriche: Securitas (parete est), Pax (pareste ovest), Annona (parete ovest), Bononia (parete nord), in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 140-145

Lodi - M.T. Sambin De Norcen, Il complesso del Monte di pietà al Duomo (XIV sec.-1619), in Il palazzo del Monte di pietà a Padova, Padova, Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, 1996, pp. 27-91

Marco Pio e Cesare Baglione: politica, topografia e pittura di paesaggio, in Lo stato dipinto. La sala delle Vedute nel castello di Spezzano, a cura di F. Ceccarelli e M.T. Sambin De Norcen, Venezia, Marsilio 2011, pp. 10-33

“Per leggere e capire” Vitruvio: Fra Giocondo, Guillaume Budé e l’incunabolo Res V 318 della Bibliothèque Nationale de France, in Giovanni Giocondo umanista, architetto, antiquario, a cura di P. Gros e P.N. Pagliara, Venezia, Marsilio 2014, pp. 111-120, 283-288

F. Ceccarelli, A. Marchesi, M.T. Sambin de Norcen, Biagio Rossetti 1444-1516. Architettura e documenti

Bononia University Press, 2019

Questo libro nasce da un progetto maturato nell'ambito delle celebrazioni per i cinque-cento anni... more Questo libro nasce da un progetto maturato nell'ambito delle celebrazioni per i cinque-cento anni dalla morte di Biagio Rossetti (1444-1516) e con il sostegno del Comitato tec-nico-scientifico creato espressamente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) nel 2016 per "mantenere viva la memoria di uno dei più importanti e rivoluzionari architetti del rinascimento italiano". A partire da nuove e approfondite ricerche d'archivio si è potuta delineare una mappa dettagliata della operatività di Rossetti nell'arco di 47 anni (dal 1469 al 1516) che consente di precisare il quadro delle sue esperienze professionali e di estendere il raggio dei suoi interventi sul territorio, offrendo nuovi spunti interpretativi a chiunque intenda propor-re una lettura aggiornata e meno tendenziosa delle principali architetture ferraresi di quest'epoca, che da tempo necessitavano di essere comprese maggiormente sua iuxta principia. Partendo dall'analisi delle opere che i documenti ascrivono con certezza a Biagio, viene delineata la personalità di un progettista anticonvenzionale, radicato nella tradizione padana, ma in grado di rinnovarla con una freschezza e un'inventiva del tutto peculiari; la comprensione dello specifico linguaggio di Rossetti ha consentito di rileggerne il catalogo e approfondirne la conoscenza.

Maria Teresa Sambin De Norcen, RV Schofield, Palazzo Bentivoglio a Bologna. Studi su un'architettura scomparsa, Bononia University Press 2018

by Richard SCHOFIELD and Maria Teresa Sambin De Norcen

PALAZZO BENTIVOGLIO A BOLOGNA STUDI SU UN'ARCHITE T TUR A SCOMPARSA

La drammatica distruzione del palazzo dei Bentivoglio in strada San Donato, consumatasi nel maggi... more La drammatica distruzione del palazzo dei Bentivoglio in strada San Donato, consumatasi nel maggio del 1507 ha creato, attorno al grande edificio distrutto, un mito storiografico che, se da un lato ne ha tenuta viva la memoria, dall'altro ne ha ostacolato una ricostruzione filologicamente fondata. Il libro mira a colmare questa grave lacuna storiografica tramite una lucida analisi di tutte le fonti a disposizione: carte d'archivio, testimonianze cronachistiche e letterarie, disegni, pezzi erratici inediti. Ancora in tempi recentissimi è stata attribuita credibilità a una famiglia di planimetrie settecentesche d'invenzione, creata da un gruppo di intellettuali per soddisfare la curiosità di quanti volevano conoscere le origini del Guasto che deturpava il centro urbano. Demolita la credibilità di queste piante, gli autori hanno proposto una nuova ricostruzione del complesso: soltanto un grande corpo di fabbrica sulla piazza mostrava un impaginato regolare, mentre sul retro si estendevano i giardini e altri volumi edilizi aggiuntisi progressivamente: una genesi e una configurazione radicate nella tradizione delle regge tre-quattrocentesche dell'Italia centrosettentrionale. Per sovraintendere i lavori, fu scelto il fiorentino Pagno di Lapo -allievo di Donatello e Michelozzo -arrivato a Bologna già da qualche anno, il quale portava con sé un immenso repertorio di forme aggiornate secondo il nuovo gusto antiquario. Discendono dall'intervento di Pagno le nuove forme, spesso fiorentine, che troviamo nei dettagli architettonici di cortili e portici bolognesi dopo il 1460? Alcune di esse sono senz'altro collegabili al palazzo, altre, utilizzate fra ottavo e nono decennio del secolo risultano problematiche, lasciando ad oggi il problema aperto.

I Miti di Belriguardo, in C. Baglione – F. Benelli – M.T. Sambin De Norcen, Nuovi antichi. Committenti, cantieri, architetti 1400-1600, a cura di R. Schofield, Milano, Electa 2004, pp. 16-65

An analysis of account books, chronicles and designs in archives allows the author to identify Be... more An analysis of account books, chronicles and designs in archives allows the author to identify Belriguardo (1436-1440) as the first “villa signorile” of the Renaissance. Nicolò III d’Este and his son Leonello, together with courtiers such as Guarino Veronese and the almost unknown Bartolomeo Pendaglia, were inspired by antique literature to revive ancient building types. As Flavio Biondo testifies, the building (of enormous dimensions) was built on the site of the most important ancient Roman settlement of the Ferrarese; Pliny the Younger, rediscovered by Guarino himself, inspired the orientation and the importance given to the gardens, while the plan seems to represent the organisation of the Greek house as it was described by Vitruvius, a copy of whose treatise is recorded in 1425 in the library of a humanist close to the court. The author opens up the discussion to include Ferrarese culture of the period, where ancient texts were read with the precious intention of putting them into practice; the formal architectural vocabulary at their disposal, however, did not match these advanced literary interests

• Il cortigiano architetto. Edilizia, politica, umanesimo nel Quattrocento ferrarese,introduzione di Richard Schofield, (IUAV-Marsilio), Venezia Marsilio 2012

Attraverso la ricostruzione della committenza di un facoltoso privato, Bartolomeo Pendaglia, l’au... more Attraverso la ricostruzione della committenza di un facoltoso privato, Bartolomeo Pendaglia, l’autrice offre una rilettura dell’architettura ferrarese attorno alla metà del Quattrocento. Divisa tra cultura umanistica d’avanguardia e prassi edilizia ancora tardogotica, essa si muove alla ricerca di nuovi modelli che soddisfino alla decisa volontà di autorappresentazione della nuova classe dirigente. Al di là della messe di dati inediti relativi al protagonista del libro, personaggio di primo piano nel panorama italiano dell’epoca, al suo palazzo di città e alle sue ville, è proprio l’approccio di questo libro a voler essere innovativo: attraverso l’analisi di un ampio ventaglio di fonti diversificate (la letteratura, l’epidittica, i carteggi, le registrazioni notarili) si scava nel mondo delle idee e delle aspirazioni che investono gli edifici, riempiendoli di valori e significati spesso difficili da cogliere ai nostri occhi senza l’ausilio del testo scritto. Si tenta inoltre di superare letture ormai cristallizzate, che vedono nel principe il motore unico delle trasformazioni della città quattrocentesca e che, inesorabilmente, crollano di fronte alla dinamicità di una classe dirigente assai vivace dal punto di vista culturale.

• Le ville di Leonello d’Este. Ferrara e le sue campagne agli albori dell’età moderna, introduzione di James Ackerman, Venezia, Marsilio 2012

Il libro si sofferma su un momento nodale per la nascita della villa moderna, vale a dire il vent... more Il libro si sofferma su un momento nodale per la nascita della villa moderna, vale a dire il ventennio 1430-1450, quando il rilancio dell’agricoltura da parte delle élites più intraprendenti della penisola italiana fa sorgere la domanda di nuovi modelli abitativi. Grazie a un’indagine documentaria a vasto raggio, l’autrice ricostruisce in dettaglio l’entità, la funzione, la tipologia, l’edificazione del patrimonio extraurbano di Leonello d’Este, dai grandi palazzi alle più modeste “case” annesse alle tenute agricole. Lo studio offre un panorama totalmente inedito di una realtà fino ad oggi trascurata dalla storiografia, restituendo alla corte ferrarese un ruolo di primo piano nell’elaborazione di un genere architettonico sostanzialmente estraneo all’età medievale. Vengono resuscitati alla memoria edifici cancellati dal tempo e dall’incuria, come la celebre villa di Belriguardo (sulla cui costruzione e decorazione vengono offerti nuovi documenti) e il ritiro suburbano di Belfiore, ampliato in forma di torrione per ospitare il celebre studiolo delle Muse, e che dunque va a costituire un precedente essenziale per l’appartamento di Federico da Montefeltro a Urbino; ai palazzi più noti si aggiunge l’indagine sulla grande villa di Fossadalbero e su edifici minori, sulla costruzione delle infrastrutture per i contadini, sulle imprese di bonifica. Grazie al reperimento di un gran numero di inventari, è svolta un’approfondita analisi dei criteri distributivi adottati in questi edifici, degli arredi in essi contenuti, delle abitudini residenziali dei proprietari: un quadro importante che viene rapportato con le frammentarie notizie sulla realtà italiana coeva. Grazie alla documentazione contabile, sono ricostruiti i cantieri di nuova edificazione e gli interventi manutentivi, catalogati gli artigiani coinvolti (dagli operai edili fino ai pittori e ai vetrai), restituiti in dettaglio usi e consuetudini di un’intera stagione edilizia a Ferrara. Grazie a carteggi editi e inediti è tracciato un quadro completo delle attività del committente in campagna, tanto ricreative, quanto di governo e rappresentanza.

L’allestimento architettonico rinascimentale. I contributi di Donatello e Tullio Lombardo

La pontificia basilica di Sant’Antonio in Padova, a cura di L. Bertazzo e G. Zampieri, introduzione di papa Francesco Bergoglio, S. Settis e altri, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2021, , 2021

The architectural renewal in Renaissance style of the basilica of Saint Anthony took place thank... more The architectural renewal in Renaissance style of the basilica of Saint Anthony took place thanks to fundamental interventions in the internal arrangements rather than to large construction works. Starting from 1443, the area of the presbytery was profoundly modernized, when a new choir was built, enclosed by high walls covered in marble and joined to the presbytery where the altar was located, on which the officiant celebrated with his back to the people according to the medieval tradition. The choir - dismantled in 1651 to adapt it to new liturgical uses - was preceded by an arch on columns, a sort of iconostasis on which Donatello's bronze crucifix stood, located between the rear pillars of the crossing. The attribution of the architectural design of the ensemble to the great Florentine sculptor, much debated by historians, is confirmed by the documentary sources and by the pieces still surviving in the basilica, although located in different positions, which are strongly marked by the artist's idiosyncratic language. A few decades later, to complete the work undertaken by Donatello, the massari of the Veneranda Arca called on their trusted proto and sculptor, Giovanni Minello, who coordinated the work between 1482 and 1497. In the same year the renewal of the chapel of the Arca del Santo was decided on; it was located in the northern arm of the transept, in need of restoration and no longer adequate in terms of its general splendour. The work was started in the last months of 1499 under the direction of Minello, following a project by Tullio Lombardo, perhaps assisted by his brother Antonio. The Venetian sculptor reinterpreted the layout of the loggia in an updated form, illusionistically projected outwards by the stone perspectives forming the backgrounds to the scenes of the cycle of Miracles. Thanks to an ingenious and careful design, Tullio was able to achieve a perfect integration of fictitious and real architecture which was full of references to the repertory of Venetian sculpture and architecture, to which the Lombardo workshop had, in any case, made fundamental contributions. The vault, built in 1533-34 to a project by Giovan Maria Falconetto, with a prevalence of decorations in gilded stucco, helped to increase the effect of brilliant transparency of the chapel.

Belfiore da villa extra moenia a lacuna urbana

Belfiore da villa extra moenia a lacuna urbana, in Le lacune urbane. Giornate di studio tra Ferrara e Pescara, atti del convegno (Università di Ferrara, 2014), a cura di R. Dalla Negra e A. Ippoliti, Roma 2017, pp. 139-152, 2017

The essay analyzes the history of the gradual expansion and then the inexorable deterioration of ... more The essay analyzes the history of the gradual expansion and then the inexorable deterioration of the oldest villa of the Este family, the suburban residence of Belfiore. Founded by Alberto V at the end of the fourteenth century, it had been expanded by Leonello from 1447, who created ex novo a tower to house the famous studio dedicated to the Muses. Enriched by Borso d'Este with a "barco" and considerably enlarged by Ercole, the villa was damaged during the Salt War. It was quickly restored and became part of the city within the Herculean Addition. While the urban structure in which the building fitted changed from being a suburb to become a city, it was extended further. The abandonment following the concession of Ferrara to the Holy See caused the deterioration and disappearance of the palace and its annexes in the seventeenth century. The same fate was befall Santa Maria degli Angeli, although at different times. The redevelopment of the area, with no clear plan of integration, belongs to the history of the last century.

Alla ricerca del linguaggio di Biagio. L’architettura sacra, in Biagio Rossetti e il suo tempo, atti del convegno internazionale di studi (Università di Ferrara, novembre 2016), a cura di A. Ippoliti, Roma 2018, pp. 49-60

Alla ricerca del linguaggio di Biagio. Osservazioni sui palazzi (1490-1503), in “Grande così quanto forse ignorato”: omaggio a Biagio Rossetti, a cura di A. Marchesi, M. Menegatti, “FD. Bollettino della Ferrariae Decus”, 33, aprile 2018, pp. 49-66

“Marmoreum scrineum”. Osservazioni sul campanile del duomo di Ferrara e Leon Battista Alberti, “Palladio”, 56, 2015 (2017), pp. 5-26. ISSN 0031-0379

In occasione del sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, molta luce è stata gett... more In occasione del sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, molta luce è stata gettata sul rapporto tra l'umanista architetto e la capitale estense, con la quale, come ben noto, egli ebbe non pochi rapporti storicamente documentati (1). La questione della paternità albertiana per alcune architetture ferraresi d'avanguardia è stata affrontata con una serrata analisi delle fonti e dei modi linguistici dispiegati in esse. Se è stato proposto di togliergli l'arco del Cavallo, riconosciuto lontano dai canoni progettuali di Leon Battista, è stata portata invece una nutrita serie di importanti prove indiziarie a favore Fig. 1 -Ferrara, campanile del duomo.

 “Marmoreum scrineum”. Osservazioni sul campanile del duomo di Ferrara e Leon Battista Alberti, “Palladio”, 56, 2015 (2017), pp.5-26

New drawings by Sebastiano Serlio in Bologna, "The Burlington magazine", july 2017, pp. 520-527

Scipione Dattari, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 171-172

La costruzione e la decorazione del palazzo di Gregorio XIII, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011

La costruzione e la decorazione del palazzo di Gregorio XIII sul cortile di San Damaso. Regesto d... more La costruzione e la decorazione del palazzo di Gregorio XIII sul cortile di San Damaso. Regesto delle annotazioni di spesa dai libri contabili della Camera apostolica, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 180-181

Lorenzo Sabatini, Gregorio IX consegna ai dottori il codice delle Decretali; Bonifacio VIII consegna ai dottori bolognesi il sesto libro delle Decretali, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani, Venezia, Marsilio 2011, pp. 109-111

Lorenzo Sabatini, Gregorio IX consegna ai dottori il codice delle Decretali; Bonifacio VIII conse... more Lorenzo Sabatini, Gregorio IX consegna ai dottori il codice delle Decretali; Bonifacio VIII consegna ai dottori bolognesi il sesto libro delle Decretali, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 109-111.

Parete orientale e serie delle figure allegoriche: Securitas (parete est), Pax (pareste ovest), Annona (parete ovest), Bononia (parete nord), in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, Venezia, Marsilio 2011, pp. 140-145

Lodi - M.T. Sambin De Norcen, Il complesso del Monte di pietà al Duomo (XIV sec.-1619), in Il palazzo del Monte di pietà a Padova, Padova, Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, 1996, pp. 27-91

Marco Pio e Cesare Baglione: politica, topografia e pittura di paesaggio, in Lo stato dipinto. La sala delle Vedute nel castello di Spezzano, a cura di F. Ceccarelli e M.T. Sambin De Norcen, Venezia, Marsilio 2011, pp. 10-33

“Per leggere e capire” Vitruvio: Fra Giocondo, Guillaume Budé e l’incunabolo Res V 318 della Bibliothèque Nationale de France, in Giovanni Giocondo umanista, architetto, antiquario, a cura di P. Gros e P.N. Pagliara, Venezia, Marsilio 2014, pp. 111-120, 283-288

I portici di Padova: note e osservazioni, in I Portici di Bologna nel contesto europeo, a cura di F. Bocchi, atti del Convegno internazionale di studi, Bologna, Comune di Bologna e Università di Bologna 2013, Bologna 2015, pp. 67-76,

Foreign travelers of the eighteenth century compare the porticos of Bologna with those of Padua, ... more Foreign travelers of the eighteenth century compare the porticos of Bologna with those of Padua, the two Italian towns where the longest porticoes walkways along streets. The porticos of Padua have specific formal and structural features. The historical analysis of their development (XIII-XVII centuries) highlights and explains the main differences with the porticos of Bologna. In Padua stones and bricks are mostly used; arcades tend to have vaulted roofs and to rest on columns or pillars. Their sizes also vary a lot in terms of height and depth, basically they tend to be smaller than in Bologna. Moreover, the paper provides an overview of the main regulatory guidelines of the Municipality of Padua in this respect.

“Villae heriles” e “orti suburbani”: riflessioni sull’abitare in campagna fra Tre e Quattrocento e la teoria albertiana della villa, in Porre un limite all’infinito errore. Studi in onore di Christof Thoenes, a cura di A. Brodini and G. Curcio, Roma, Campisano 2012, pp. 13-24.

Uno fra i temi che negli ultimi cinquant'anni hanno attratto maggiormente la storiografia, nel ca... more

De vocabulis. Angelo Decembrio e una singolare interpretazione della “zeta” di Plinio il Giovane,in The gordian knot. Studi offerti a Richard Schofield, a cura di M. Basso, J. Gritti e O. Lanzarini, Roma, Campisano 2014, pp. 41-51

The essay analyzes an early attempt to explain the vocabulary used by Pliny the Younger in the de... more The essay analyzes an early attempt to explain the vocabulary used by Pliny the Younger in the description of his villas, carried out by the humanists who gather round Leonello d'Este (1407-1450) at the court of Ferrara, including possibly Flavio Biondo. It has been handed down by Angelo Decembrio Politia litteraria, a humanistic text wich is mainly about language issues, but also includes long excursus of art and antiquities, as well as a vivid portrait of the Este culture in the mid-fifteenth century. The passage in question makes it possible to shed light on the philological method of these humanists, often empirical and imaginative, but full of correct intuitions, characterized by an intense interest in operating to the translation of the ancient literary evidence in contemporary architecture.

Il progetto della Sala Bologna. Architettura e iconografia, in La sala Bologna nei Palazzi Apostolici Vaticani. Architettura, cartografia e potere nell'età di Gregorio XIII, a cura di F. Ceccarelli e N. Aksamija, Venezia, Marsilio 2011, pp. 24-33

Dal confronto tra i successivi progetti di Martino Longhi per il palazzo delle Logge gregoriane s... more Dal confronto tra i successivi progetti di Martino Longhi per il palazzo delle Logge gregoriane sul cortile di San Damaso, i documenti contabili, l’architettura realizzata e la lettura del ciclo di affreschi nel suo complesso (per la prima volta non più limitata ai soli brani cartografici), viene fornita una nuova interpretazione del programma della sala, originariamente aperta su una vista eccezionale di Roma attraverso una parete completamente forata da arcate, oggi oscurate dal palazzo sistino. Architettura e decorazione pittorica si sposano per dar vita a un singolare ambiente che instaura un dialogo tra Roma, al di là delle finestre, e Bologna, affrescata sulle pareti. Le figure allegoriche e i ritratti dei papi forniscono la chiave interpretativa del ciclo, atto a celebrare il ruolo della città felsinea nei confronti dello stato pontificio e della sua capitale

Certe composicione de marmoro pisto: sui primi stucchi rinascimentali a Mantova, “Italia medioevale e umanistica”, 44 (2003), pp. 200-223

On the basis of partly unpublished documents it is established that before the arrival of Giulio ... more On the basis of partly unpublished documents it is established that before the arrival of Giulio Romano stucco-techniques were unknown in Mantova. Lorenzo Leombruno, who made his famous trip to Rome to educate himself in 1521, altered the recipe on his return, provoking criticism from the courtiers of Isabella d’Este and demonstrating his attachment to a local culture that was already in decline

Michelangelo e Clemente VII. Corrispondenza e corrispondenti nella genesi della sagrestia Nuova e della biblioteca Laurenziana, “Annali di architettura”, 15 (2003), pp. 75-87

In this article, Michelangelo’s celebrated correspondence is re-read and new questions asked: I t... more In this article, Michelangelo’s celebrated correspondence is re-read and new questions asked: I try to establish the role played by intermediaries between artist and patron. The network of personal and professional relationships established by the artist is explored and the role of the Pope, who was capable of stimulating Michelangelo to ever more revolutionary architectural solutions, emerges strongly