Siurgus Donigala
Siurgus Donigala comune | |
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(IT) Siurgus Donigala (SC) Seùrgus Donigàla | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Sud Sardegna |
Amministrazione | |
Sindaco | Antonello Perra (lista civica) dall'11-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022) |
Territorio | |
Coordinate | 39°36′00″N 9°11′16.2″E |
Altitudine | 452 m s.l.m. |
Superficie | 76,39 km² |
Abitanti | 1 824[1] (31-12-2023) |
Densità | 23,88 ab./km² |
Comuni confinanti | Goni, Mandas, Nurri, Orroli, San Basilio, Senorbì, Silius, Suelli |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09040 |
Prefisso | 070 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 111086 |
Cod. catastale | I765 |
Targa | SU |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) siurgusdonigalesi (SC) sriughesus |
Cartografia | |
Posizione del comune di Siurgus Donigala all'interno della provincia del Sud Sardegna | |
Sito istituzionale | |
Siurgus Donigala (Seurgus Donigala[3] in sardo) è un comune italiano di 1 824 abitanti della provincia del Sud Sardegna, nella subregione della Trexenta.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Area abitata fin dall'epoca nuragica, nel medioevo appartenne al Giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria di Siurgus, della quale Siurgus fu capoluogo prima di Mandas. Alla caduta del giudicato (1258) passò ai pisani e quindi agli Aragonesi, che ne fecero un feudo, incorporato nel 1604 nel ducato di Mandas, appartenente prima ai Maza e poi ai Tellez-Giron. A questi ultimi fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale. Fino al 1927 erano presenti due differenti comuni, Siurgus (CC I764) e Donigala (CC D343). Il 23 gennaio 1927 venne firmata l'unificazione tra i due enti a firma del podestà Biddau e del segretario Aristide Loi: al comune unificato venne dato il nome di Littoria; tale nome venne contestato dalla prefettura e con un ricorso che venne vinto venne stabilito di mantenere i due nomi unificandoli in Siurgus Donigala con apposita firma del re Vittorio Emanuele III, del capo del governo Mussolini e dal Guardasigilli Rocco il 29 luglio del 1927.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone del comune di Siurgus Donigala sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 gennaio 2004; il motto è stato concesso con successivo D.P.R. del 15 luglio 2004.[4]
«Stemma partito: il primo, di azzurro, alla torre di argento, murata di nero, merlata alla guelfa di cinque, finestrata di due in palo, di nero, chiusa dello stesso, fondata sulla pianura di verde, sormontata dalla stella di otto raggi, d'oro; il secondo, di rosso, alla grande anfora, doppiamente ansata, di verde, sostenuta dalla pianura dello stesso, sormontata dalla fascia diminuita, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto Die XXIX Iulii MCMXXVII coniunctio nostra in lettere maiuscole di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di giallo.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[5]
Lingue e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]La variante del sardo parlata a Siurgus Donigala è il campidanese occidentale.
Tradizioni e folclore
[modifica | modifica wikitesto]I ceri di Donigala
[modifica | modifica wikitesto]Un elemento di grande importanza storica e culturale che viene ancora oggi praticato, è indubbiamente il rito dell'offerta del cero a Santa Maria di Montserrat, il 7 e l'8 settembre, in quella che è anche la festa della Natività di Maria[6].
L'origine della festa è molto probabilmente bizantina, ed è comune alle altre offerte del cero sarde (la Festa di Sancta Maria di mezo gosto di Iglesias, la Faradda di li Candareri di Sassari, sa Essida de sos Candhaleris di Nulvi e i Candelieri di Ploaghe)[7], nonostante non si svolga in occasione della Dormizione e Assunzione di Maria, ma piuttosto per la sua Natività.
Nonostante si possa concretamente ipotizzare che l'origine della festa risalga al Medioevo, probabilmente al XIV secolo[6], i documenti più antichi fino ad oggi studiati risalgono uno al 1768 e l'altro al 1800. Il primo di essi tramanda gli acquisti di cera effettuati dalla Confraternita del Santo Rosario di Donigala, finalizzato proprio alla realizzazione dei ceri votivi[8].
Il cero ad oggi più antico risale circa al 1600, ed è quello che viene offerto alla Santa Morenita di Montserrat[9]. Vi sono poi circa una cinquantina di ceri, risalenti alle epoche successive, rigorosamente realizzati in cera vergine, offerti dagli abitanti del luogo.
Oltre a questi ceri, vi sono poi altri tre ceri offerti dalle comunità di Dolianova, di Nurri e di Orroli: ciascuno di questi ceri è simbolo di legame fra la comunità offerente e il centro di Donigala[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2023.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Siurgus Donigala, su Google Maps. URL consultato il 9 febbraio 2021.
- ^ Emblema del Comune di Siurgus Donigala, su presidenza.governo.it. URL consultato il 23 luglio 2022.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ a b Marco Pani, Siurgus Donigala, in Giovanni Gavino Fois, Fabio Manuel Serra (a cura di), Ceri e Candelieri di Sardegna Storia e Tradizione, Iglesias, Associazione dei Candelieri "Beata Vergine Assunta" - Cooperativa Tipografica Editoriale "Nicolò Canelles" di Iglesias, 2021, p. 266, ISBN 978-88-90-2354-9-8.
- ^ Giovanni Gavino Fois, Pisa e la Sardegna. L'offerta dei ceri nell'Isola in età pisana, in Giovanni Gavino Fois, Fabio Manuel Serra (a cura di), Ceri e Candelieri di Sardegna. Storia e Tradizione, Iglesias, Associazione dei Candelieri "Beata Vergine Assunta" - Cooperativa Tipografica Editoriale "Nicolò Canelles", 2021, p. 86, ISBN 978-88-90-2354-9-8.
- ^ Marco Pani, Siurgus Donigala, in Giovanni Gavino Fois, Fabio Manuel Serra (a cura di), Ceri e Candelieri di Sardegna. Storia e Tradizione, Iglesias, Associazione dei Candelieri "Beata Vergine Assunta" - Cooperativa Tipografica Editoriale "Nicolò Canelles" di Iglesias, 2021, p. 273, ISBN 978-88-90-2354-9-8.
- ^ Marco Pani, Siurgus Donigala, in Giovanni Gavino Fois, Fabio Manuel Serra (a cura di), Ceri e Candelieri di Sardegna. Storia e Tradizione, Iglesias, Associazione dei Candelieri "Beata Vergine Assunta" - Cooperativa Tipografica Editoriale "Nicolò Canelles" di Iglesias, 2021, p. 274, ISBN 978-88-90-2354-9-8.
- ^ Marco Pani, Siurgus Donigala, in Giovanni Gavino Fois, Fabio Manuel Serra (a cura di), Ceri e Candelieri di Sardegna. Storia e Tradizione, Iglesias, Associazione dei Candelieri "Beata Vergine Assunta" - Cooperativa Tipografica Editoriale "Nicolò Canelles" di Iglesias, 2021, pp. 290 - 300, ISBN 978-88-90-2354-9-8.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato l'8 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
- Giovanni Gavino Fois, Fabio Manuel Serra (a cura di), Ceri e Candelieri di Sardegna. Storia e Tradizione, Iglesias, Associazione dei Candelieri "Beata Vergine Assunta" e Cooperativa Tipografica Editoriale "Nicolò Canelles" di Iglesias, 2021, ISBN 978-88-90-2354-9-8.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Siurgus Donigala
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Siurgus Donigala
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 159811614 · LCCN (EN) no2006043119 |
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