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Pipino I di Vermandois

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Pipino I
Conte di Vermandois
In carica834 –
post 850
Predecessore-
EredeErberto I
SuccessoreTeodorico I
Altri titoliConte di San Quintino
Signore di Peronne e Senlis
Nascita815 circa
Mortepost 850
DinastiaCarolingi
PadreBernardo d'Italia
MadreCunegonda
Consortedella casata di Nibelungo
FigliBernardo II
Pipino
Erberto I
Cunegonda
Gunilde

Pipino d'Italia (815 circa – post 850) fu conte di Vermandois e San Quintino e signore di Peronne e Senlis.

Secondo il cronista Reginone, era l'unico figlio del re d'Italia, Bernardo I[1] (a sua volta figlio del re d'Italia, Pipino I[2]) e di Cunegonda[3] (ca.800- dopo l'835). L'identità familiare di quest'ultima non è unanimemente accettata: secondo lo storico francese Christian Settipani, esperto di genealogie, e la Treccani[4] era la figlia del Guglielmide Heriberto[5] (circa 785-843), a sua volta figlio di Guglielmo di Gellone[6]. Secondo invece numerosi studi[7][8][9][10], essa era una Supponide, i cui genitori non sono certi: secondo Tiziana Lazzari[11], il padre era un fratello non identificato di Suppone I. Suo fratello era il vescovo di Piacenza Podone e sue sorelle Imelda e Orsa[12].

All'età di tre anni circa, nell'818, Pipino perse il padre, Bernardo[1] (secondo la Vita Hludowici Imperatoris[13] condannato ad essere accecato, a seguito dell'accusa di ribellione all'imperatore, suo zio, Ludovico il Pio[14]), tre giorni dopo l'esecuzione della sentenza[15].

Durante la ribellione del re d'Italia di Lotario I, contro il padre, l'imperatore, Ludovico il Pio, dopo che quest'ultimo, il primo marzo 834 era stato reintegrato sul trono imperiale[16], secondo gli Annales Bertiniani, Pipino, ricordato come consanguineo dell'imperatore, insieme ad altri magnati italiani, si schierò con l'imperatore[17].

In quel periodo secondo lo storico, G. Rösch, Pipino ottenne le signorie e le contee[18].

Secondo il Nitardo, nell'840, dopo la morte dell'imperatore, Ludovico il Pio, Pipino aveva giurato fedeltà al re dei Franchi Occidentali, Carlo il Calvo[19], ma al sopraggiungere del nuovo imperatore, Lotario I, si schierò con quest'ultimo[19].

Dopo questa data di Pipino non si hanno altre notizie. La sua morte e da datare dopo l'850, nascita del figlio, Erberto[18].

Matrimonio e discendenza

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Non si conosce la data esatta in cui Pipino prese moglie, ma si può stabilire che fu prima dell'844, data della nascita del figlio primogenito[18]. Il nome della moglie non ci è noto, né la sua identità, ma secondo lo storico francese Christian Settipani, esperto di genealogie, era una discendente dei Pipinidi, che discendevano da Childebrando, fratellastro di Carlo Martello, molto probabilmente era figlia di Teodorico VII[20] (discendente di Nibelungo I, figlio illegittimo del citato Childebrando[21]).
Pipino dalla moglie ebbe quattro[22] o cinque[18] figli:

  • Bernardo II, il primogenito[1] (844 circa - prima dell'893), conte di Laon, secondo il Settipani fu uno degli esecutori testamentari dell'imperatore, Carlo il Calvo[23], come è confermato nel Le capitulaire de Kiersy-sur-Oise (Paris)[18]. Non sembra aver avuto discendenti; tuttavia alcuni autori, tra cui lo storico e genealogista secentesco Francesco Zazzera, riportano che si trasferì in Italia, in Abruzzo, nella Marsica, dando origine alla famiglia dei Berardi, noti come Conti dei Marsi; in particolare lo Zazzera nella sua opera Della nobiltà dell'Italia ne ricostruisce l'albero genealogico[24]; invece, più recentemente[quando?], lo storico italiano Giuseppe Pochettino, nel suo articolo I Pipinidi in Italia (sec. VIII-XII)[25], sostenne che Bernardo si trasferì in Italia, dando origine alla famiglia dei Bernardingi[18], attiva a Parma, a Cremona e a Pavia;
  • Pipino, il secondogenito[1] (846 circa - dopo il 28 gennaio 893), conte di Senlis fu alla corte del re dei Franchi Occidentali e imperatore, Carlo il Calvo, nell'877[20]. Pipino è citato in un documento dell'imperatore, Carlo il Grosso, dell'884[26]. Poi secondo Reginone, nell'892, col fratello, Eriberto[27], fu partigiano di Carlo il Semplice contro il re dei Franchi Occidentali, Oddone, e poi furono tra coloro che favorirono l'incoronazione di Carlo come Carlo III re dei Franchi Occidentali[28], a Reims, il 28 gennaio 893;
  • Erberto, il terzogenito[1] (850 circa - dopo il 28 gennaio 893), conte di Vermandois, col fratello, Pipino[27], fu partigiano di Carlo il Semplice contro il re dei Franchi Occidentali, Oddone, e poi furono tra coloro che favorirono l'incoronazione di Carlo come Carlo III re dei Franchi Occidentali[28], a Reims, il 28 gennaio 893;
  • Cunegonda, che il Settipani ha trovato citato il suo nome in un elenco fatto dal re dei Franchi Occidentali, Oddone, fratello di suo genero, Roberto[29];
  • Gunilde, che sposò prima (questo matrimonio è presunto, senza alcuna conferma da fonti primarie) di Berengario di Bayeux (prima metà del secolo IX – 896) e poi di Guido di Senlis, dando un figlio a ciascuno:
    • a Berengario diede una figlia: Poppa che venne catturata in un raid e andò in sposa a Rollone di Normandia;
    • a Guido un figlio: Bernardo (880 circa - dopo il 945), conte di Senlis.
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Carlo Magno Pipino il Breve  
 
Bertrada di Laon  
Pipino d'Italia  
Ildegarda Geroldo di Vinzgouw  
 
Emma d'Alemannia  
Bernardo d'Italia  
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Pipino di Vermandois  
Guglielmo di Gellone Teodorico I di Autun  
 
Alda ?  
Heriberto
o forse un Supponide
 
Cunegonda d'Austrasia ?  
 
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Cunegonda ?  
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  1. ^ a b c d e (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I: Reginonis Chronicon, anno 818, Pag 567 Archiviato il 24 novembre 2015 in Internet Archive.
  2. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Einhardii Vita Karoli Magni, pag. 454, par. 19 Archiviato il 16 aprile 2016 in Internet Archive.
  3. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : Re d'Italia-PEPIN
  4. ^ Supponidi in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  5. ^ Christian Settipani, La Préhistoire des Capétiens (1993), pag. 213.
  6. ^ (EN) Nobiltà carolingia - Guglielmo
  7. ^ Tiziana Lazzari, Una mamma carolingia e una moglie supponide: percorsi femminili di legittimazione e potere nel regno italico in C'era una volta un re...". Aspetti e momenti della regalità. Da un seminario del dottorato in Storia medievale, a cura di Giovanni Isabella, Bologna 2003, p. 41.
  8. ^ Edoardo Manarini, I due volti del potere. Una parentela atipica di ufficiali e signori nel regno italico, Milano, Ledizioni, 2016, p. 48, nota 71, ISBN 978-88-6705-453-4.
  9. ^ Eduard Hlawitschka, Franken, Alemannen, Bayern und Burgunder in Oberitalien, 774-962, Freiburg im Breisgau, 1960, pp. 110-111.
  10. ^ Joachim Fischer, Königtum, Adel und Kirche im Königreich Italien, 774-875, Bonn, 1965, pp. 205-207.
  11. ^ Tiziana Lazzari, Una mamma carolingia e una moglie supponide: percorsi femminili di legittimazione e potere nel regno italico in C'era una volta un re...". Aspetti e momenti della regalità. Da un seminario del dottorato in Storia medievale, a cura di Giovanni Isabella, Bologna 2003, pp. 41 e 48.
  12. ^ Pietro Maria Campi, Historia Ecclesiastica di Piacenza, I, p. 205. L'autore cita un antico ritmo: Condidit hoc templum... regina potens consilio sui fratris praesulis Podo atque duabus Imeldae et Ursae sororibus suis. Anche per Lazzari era sorella di Podone a anche del vescovo di Novara Adelgiso.
  13. ^ La Vita Hludowici Imperatoris sono due biografie, dalla nascita all'840, dell'imperatore Ludovico il Pio, scritte, in latino, da due monaci, uno anonimo, conosciuto come "l'Astronomo", mentre del secondo si conosce il nome: Thegano.
  14. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici imperatoris, pag. 596, par. 22 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  15. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Thegani Vita Hludovici imperatoris, pag. 596, par. 23 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  16. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Vita Hludovici imperatoris, pag. 638, par. 52 Archiviato il 7 gennaio 2014 in Internet Archive.
  17. ^ (LA) Annales Bertiniani I, anno 834, Pag 15
  18. ^ a b c d e f (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : Nobiltà carolingia-PEPIN
  19. ^ a b (LA) Nithardus, Historiarum Libri Quattuor, liber II, Par. 3
  20. ^ a b Settipani (1993), pag 215
  21. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : Nobiltà carolingia-THEODERIC V
  22. ^ (EN) #ES Genealogy : Carolingi-Pepin II Quentin
  23. ^ Settipani (1993), pag 215, nota 177
  24. ^ Francesco Zazzera, Della casa de' Conti de' Marsi, in Della nobiltà dell'Italia, Napoli, 1615, da p. 104 a p. 116.
  25. ^ Giuseppe Pochettino, I Pipinidi in Italia (sec XIII-XII), in Archivio Storico Lombardo, Anno LIV, Fasc. I, Milano, 1927, pp. 1-43. La tesi di Pochettino ha basi essenzialmente patrimoniali. Poiché la ex regina Cunegonda, madre di Pipino, aveva stabilito che molti beni tra cui il monastero di Sant'Alessandro di Parma da lei fondato passassero al figlio Pipino e da questi ai suoi discendenti in linea maschile, e poiché si trova da un diploma del 948 che questi beni furono confermati da Berengario I a Ugo e da Lotario II al figlio di questi Mainfredo, capostipite dei Bernardingi, ne deduce che Ugo fosse nipote di Pipino tramite il figlio Bernardo, di cui non ci sarebbero più notizie in Francia appunto perché venuto in Italia, dove poté godere dell'eredità della nonna.
  26. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Diplomata Regum Germaniae ex Stirpe Karolinorum, tomus II: Kaiserurkunden Karl III, documento 108, pag. 173 Archiviato l'11 marzo 2016 in Internet Archive.
  27. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I: Reginonis Chronicon, anno 892, Pag 605, nota 4 Archiviato il 16 aprile 2016 in Internet Archive.
  28. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus I: Reginonis Chronicon, anno 892, Pag 605 Archiviato il 16 aprile 2016 in Internet Archive.
  29. ^ Settipani (1993), pag 217

Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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  • René Poupardin, Ludovico il Pio, in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 558–582
  • René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 583–635

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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