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Chiesa di Santa Maria alla Porta

Coordinate: 45°27′55.54″N 9°10′53.37″E
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«ASCENDIT QVASI AVRORA CONSVRGENS»

Chiesa di Santa Maria alla Porta
La facciata del 1652
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàMilano
IndirizzoVia Santa Maria alla Porta
Coordinate45°27′55.54″N 9°10′53.37″E
Religionecattolica di rito ambrosiano
Arcidiocesi Milano
Consacrazione1652
ArchitettoFrancesco Maria Richini, Francesco Castelli
Stile architettonicobarocco

Già esistente prima dell'anno 1105, l'attuale chiesa di Santa Maria alla Porta fu eretta a Milano in piena dominazione spagnola nell'anno 1652 su progetto dell'architetto Francesco Maria Richini. Alla sua morte, avvenuta nel 1658, l'opera venne portata a termine da Francesco Castelli, architetto e ingegnere originario del Mendrisiotto, (da non confondersi con Francesco Castelli detto il Borromini) al quale si deve la costruzione del portale barocco e del sovrastante timpano. La chiesa deve il suffisso toponimico "alla porta" perché costruita nel luogo ove sorgeva l'antica Porta Vercellina facente parte delle mura fatte erigere in epoca repubblicana da Augusto; la via sulla quale si affaccia la chiesa, via Santa Maria alla Porta, era parte del decumano che da piazza San Sepolcro conduceva alla Porta Vercellina.

È chiesa parrocchiale dell'arcidiocesi di Milano[1] e cappellania della comunità dei fedeli polacchi milanesi.[2]

Da una testimonianza del cronista Landolfo Iuniore (1077 - 1137 ca.), detto Landolfo di San Paolo, nella sua Historia Mediolanensis parrebbe che la chiesa di Sancta Maria ad Portam fosse già esistente prima del XII secolo nel medesimo luogo dove sorge oggi, ma che non fosse né chiesa decumana, né sede di litanie: quindi una chiesa minore. Sempre il Landolfo, nella medesima opera,[3] riferisce che il 7 maggio dell'anno 1105, durante la demolizione della chiesa preesistente[4], furono rinvenute preziose reliquie, fra cui una parte del sudario di Gesù e della sua sindone, un pezzo della pietra su cui era stato seduto l'angelo annunciante la resurrezione, una scheggia della Santissima Croce e un frammento della veste di Maria:

«Putavi non pretereundum scilentio, quod durante lite Grosulani, scilicet 1105 7 idus maiis, invente sunt reliquie pretiose in Ecclesia Sancte Marie ad Portam».

Delle medesime reliquie fa ancora cenno il Torre nel 1674 il quale annota anche la presenza delle venerate ossa dei suddiaconi Santi Casto e Polimio.[5]

Il miracoloso ritrovamento diede origine alle "Festa del Salvatore" che si celebrava ogni anno il giorno 9 maggio con una processione che si teneva dalla chiesa di Santa Tecla a Santa Maria alla Porta. I fedeli agitavano fronde fresche e portavano ceri ripetendo ad alta voce la parola agios (santo, puro): da qui l'origine del nome popolare della festa che era Festa dell'agios.[6]

L'8 dicembre 1651, mentre si demoliva un muro esterno durante i lavori di ricostruzione della vecchia chiesa su disegno del Richini, fu rinvenuto un affresco raffigurante la Vergine con il bambino Gesù in grembo, la Madonna del grembiule: il ritrovamento fece affluire una importante quantità di offerte da parte dei fedeli che garantirono il rimodernamento della chiesa, rimodernamento che la portò alla sua forma a navata unica assunta nel 1652.

Dell'aspetto della chiesa prima dell'intervento di ricostruzione del Richini si conoscerebbe poco, se non fosse che una sua descrizione, comprensiva di pianta dell'edificio, si trova all'interno degli atti della visita pastorale del 1605 compiuta da Federico Borromeo: la chiesa viene descritta a tre navate e a forma di croce, orientata a levante, lunga circa 20 metri e larga circa 8 e decorata da affreschi del Luini e del Bramante.[4]

La facciata fu infine restaurata nel 1856 al termine degli ultimi lavori di riorganizzazione dell'edificio, dei pavimenti, delle sepolture presenti sotto di esso e delle sue pertinenze cominciati nel 1854 su iniziativa del prevosto Alberto De Capitani d'Arzago.

Una lapide apposta sul muro di destra della chiesa riporta l'elenco dei parroci della chiesa di Santa Maria alla Porta: il primo indicato è Marco Azzoni, attivo intorno al 1450; il primo di cui si conoscano le date certe del suo ministero è invece Maffeo Monza, parroco dal 1536 al 1574.

Il timpano triangolare del Castelli, che orna la bella facciata barocca che alterna ordine corinzio e ordine ionico, protegge il pregevole altorilievo di Carlo Simonetta realizzato nel 1670 e che descrive l'assunzione di Maria (la dedica è a Mariæ Assumptæ). Al di sotto del timpano, il cui ordine è sorretto da poderosi piedistalli in granito, la dedica ascendit quasi aurora consurgens[7]. A lato le nicchie sono occupate da due sculture a figura intera di Giacomo Moraglia (1791-1860). Poco visibile dalla strada, copre la chiesa una cupola a tamburo alto forse del Girolamo Quadrio e che ospita, nelle nicchie ricavate nel tamburo, quattro statue di angeli di Giuseppe Vismara e del Simonetta scolpite nel 1662.

La navata, unica e di non grandi dimensioni, ospita quattro cappelle laterali adornate di statue di marmo bianco; l'altare della Maddalena è decorato da Stefano Sampietro; in sacrestia un'opera di Camillo Procaccini (raramente visibile a causa delle rare aperture della chiesa).

Il bombardamento del 1943 e i giorni nostri

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Nella notte fra il 12 ed il 13 agosto del 1943 la chiesa, condividendo il destino di moltissime altre chiese milanesi, fu duramente colpita dai bombardamenti aerei anglo-americani della Seconda guerra mondiale: tre bombe dirompenti abbatterono la cappella della Madonna, eretta nel 1704 e in seguito utilizzata come battistero, il palazzo a sinistra della chiesa e il gruppo di palazzi a destra del tempio (sulla cui area sorge oggi un palazzo di Luigi Caccia Dominioni del 1961), facendo scempio della cappella, dei suoi arredi seicenteschi e del cinquecentesco affresco della "Madonna del Grembiule" che si trovava all'interno[8][9]. Tuttora sono visibili, in facciata e sulle colonne in granito rosa, fori e sbrecciature causati dalle schegge delle bombe; l'altorilievo del Simonetta risulta ampiamente danneggiato e mutilo in alcune parti sporgenti.

Della antica cappella rimangono oggi solo pochi ruderi sparsi sulla destra della chiesa ad attestarne l'antica presenza, restaurati con un lungo lavoro durato tre anni e terminato nel novembre del 2015. Con la riqualificazione del vicolo Santa Maria alla Porta è stato anche rinvenuto l'antico pavimento in marmo che si è deciso di ricoprire nuovamente per mancanza dei fondi necessari alla sua riqualificazione[10] ed è stato scoperto l'affresco della Madonna del Grembiule o Madonna dei Miracoli, precedentemente protetto da una teca di legno ed oggi restaurato e restituito alla devozione dei fedeli.[11] Tuttavia un'incisione di Marc'Antonio Dal Re (1697-1766) e alcune rare fotografie mostrano chiaramente la struttura poi andata distrutta[12].

Sono inoltre andate perdute le due statue ottocentesche mediane di angeli poste sulla sommità del timpano e le due statue poste nelle due nicchie del secondo ordine e che sono visibili in alcune fotografie di inizio Novecento.

Santa Maria alla Porta è cappellania[13] per i fedeli di lingua polacca come testimoniato da una targa applicata a fianco dell'ingresso.

Attività parrocchiale

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Nella parrocchia di Santa Maria alla Porta la Santa Messa viene celebrata in lingua italiana (funzioni della comunità parrocchiale, presso la sede parrocchiale in Santa Maria della Consolazione al Castello Sforzesco), in lingua latina (funzioni della comunità di rito ambrosiano antico, presso la sede parrocchiale in Santa Maria della Consolazione al Castello Sforzesco) e in lingua polacca (funzioni della comunità polacca, presso la chiesa di Santa Maria alla Porta)

  1. ^ S. Maria alla Porta, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 28 febbraio 2014.
  2. ^ Cappellania polacca "Madonna del Rosario", su Cappellania generale dei migranti dell'Arcidiocesi di Milano, http://www.cappellaniamigrantimilano.it. URL consultato il 28 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2014).
  3. ^ Landulphus Junior sive de Sancto Paulo, in Historia Mediolanensis, su uan.it. URL consultato il 12 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2013). dal sito dell'Unione Accademica Nazionale UAN, p. 21 34
  4. ^ a b Paolo Rotta in Passeggiate storiche, ossia Le chiese di Milano dalla loro origine fino al presente (1891)
  5. ^ Carlo Torre, Il ritratto di Milano: diuiso in tré libri, Milano, Per gl'Agnelli, 1714 [1674], p. 205.
  6. ^ Landulphus Junior sive de Sancto Paulo, in Historia Mediolanensis[collegamento interrotto] dal sito dell'Unione Accademica Nazionale UAN, p. 21 35
  7. ^ "Sale come l'alba che sorge"
  8. ^ AA.VV., R.A. Marrucci, Bombe sulla città - Milano in guerra 1942-1944
  9. ^ Primo Reina, Santa Maria alla Porta dalle origini ai nostri giorni , Comune di Milano, 1966
  10. ^ Paola D'Amico, Il segreto di Santa Maria alla Porta, su Corriere delle Sera, http://www.corriere.it, 12 novembre 2015. URL consultato il 14 novembre 2015.
  11. ^ Comune di Milano, Il nuovo volto di vicolo Santa Maria alla Porta, su comune.milano.it, http://www.comune.milano.it, 12 novembre 2015. URL consultato il 14 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  12. ^ Dal novembre del 2012 al novembre del 2015 l'area dove sorgeva la cappella è stata sottoposta a lavori di mantenimento dei resti della cappella commissionati dalla Regione Lombardia
  13. ^ La cappellania è una fondazione costituita con il lascito di fedeli e che ha come scopo la celebrazione di messe in una particolare cappella
  • (LA) Landulphi Junioris sive de Sancto Paulo, Historia Mediolanensis ab anno MXCV usque ad annum MCXXXVII, a cura di Carlo Castiglioni, in Rerum Italicarum Scriptores, V/3, Bologna, Zanichelli, 1934.
  • Claudia Poli Vignolo, Chiesa di Santa Maria alla Porta, in Arte Lombarda, n. 121, Milano, Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda, 1997, pp. 110-112, ISSN 0004-3443 (WC · ACNP). URL consultato l'8 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2014).
  • Anna Ceresa Mori (ed., con la collaborazione di Marco Tizzoni), Santa Maria alla Porta: un scavo nel centro storico di Milano (Studi Archeologici dell'Istituto Universitario di Bergamo, vol. 5), Bergamo, 1986.

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