Coordinate: 39°49′20.81″N 9°29′48.1″E

Osini

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Osini
comune
(ITSC) Osini
Osini – Stemma
Osini – Bandiera
Osini – Veduta
Osini – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sardegna
Provincia Nuoro
Amministrazione
SindacoAlfredo Cannas (lista civica) dal 13-6-2022
Territorio
Coordinate39°49′20.81″N 9°29′48.1″E
Altitudine645 m s.l.m.
Superficie39,81 km²
Abitanti703[1] (29-2-2024)
Densità17,66 ab./km²
Comuni confinantiCardedu, Gairo, Jerzu (isola amministrativa di Contissa), Lanusei (isola amministrativa di Quirra), Loceri (isola amministrativa di Bacu Orca), Tertenia, Ulassai, Ussassai
Altre informazioni
Cod. postale08040
Prefisso0782
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT091069
Cod. catastaleG158
TargaNU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) osinesi
(SC) osinesus
Patronosanta Susanna
Giorno festivo11 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Osini
Osini
Osini – Mappa
Osini – Mappa
Posizione del comune di Osini all'interno della provincia di Nuoro
Sito istituzionale

Osini è un comune italiano di 703 abitanti della provincia di Nuoro che si trova a 645 m s.l.m.

Geografia fisica

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Il paese di Osini si trova nella subregione barbaricina dell'Ogliastra. Il territorio comunale risulta essere in prevalenza montagnoso, privo di importanti vie di comunicazione con il resto della Sardegna.

Scorcio di Osini vecchio
Nuraghe Serbissi

Il paese è dominato dalla lunga cresta del tacco di Osini, oltre la quale si estende un grande altopiano carsico circondato dalle varie punte esterne, la più alta delle quali, nei pressi di Gairo Taquisara (frazione del comune di Gairo), supera i 1000 m s.l.m. In quest'area, una foresta di lecci si alterna in alcuni tratti ai rimboschimenti più recenti.

La parte ad est del paese invece è caratterizzata dalla presenza della profonda valle del rio Pardu, coltivata in parte a uliveti e orti.

L'area fu abitata già nel Neolitico ed in epoca nuragica per la presenza nel territorio di alcune domus de janas e di diversi nuraghi.

Fu un centro anche in età romana, per la presenza di alcuni ruderi con dei reperti archeologici.

Nel medioevo appartenne al giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria di Coraso. La villa era protetta da un castello, costruito probabilmente dai giudici di Cagliari. Alla caduta del giudicato (1258) passò per breve tempo sotto il giudicato di Arborea. Nel 1324, fu conquistato dagli aragonesi. Nel 1363 Osini, insieme ad altre ville dell'Ogliastra, viene incorporato dal Re d'Aragona Pietro IV il cerimonioso nella contea di Quirra, data in feudo a Berengario Carroz; fu villa della contea fino al 1603, quando la contea viene trasformata in marchesato, feudo dei Centelles. Il paese venne riscattato agli Osorio de la Cueva, succeduti ai Centelles, nel 1839 con la fine del sistema feudale voluta dai Savoia.

Osini viene comunemente diviso in Nuovo e Vecchio perché l'attuale paese è nato dopo il novembre 1951 in seguito ad un'alluvione che distrusse il vecchio abitato.

Poco rimane di questo centro se non la seicentesca chiesa dedicata a santa Susanna la canonica e alcune case tra cui alcune ristrutturate negli ultimi anni. Nel vecchio paese possiamo trovare la fontanella sita in piazza Chiesa e il cimitero che affiancava la stessa. Per due giorni all'anno il vecchio abitato torna a vivere, le case vengono allestite come nell'antichità e la chiesa apre i suoi portoni a mostre e varie attività.

Il nuovo abitato sorge a circa 1 km di distanza dal vecchio. Osini nuovo comprende il Municipio e la chiesa dedicata a san Giuseppe, le scuole materne. Il paese nuovo è quasi completamente composto da appartamenti, questo è dovuto alla necessita di fornire nel minor tempo possibile degli alloggi alla popolazione dopo l'alluvione.

Lo stemma e il gonfalone del comune di Osini sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 aprile 2000.[3]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Siti archeologici

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Sono presenti nel territorio del comune diversi nuraghi e tombe dei giganti: tra questi il nuraghe di Nuraghe Serbissi che è tra i più importanti e imponenti d'Ogliastra, e quelli di Urceni, Samuccu, Orruttu, Truculu e Sanu.

Aree naturali

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Scala di San Giorgio

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Scala di San Giorgio

La Scala è un monumento naturale della Sardegna: consiste in una spaccatura della roccia che, secondo la leggenda, si è formata grazie ad un miracolo di San Giorgio, da cui il monumento prende il nome.

Opere d'arte nel Paese

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Costume di Osini (xilografia 1901)

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[4]

Lingue e dialetti

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La variante del sardo parlata a Osini è il campidanese ogliastrino o il cosiddetto Barbaricino orientale.

Tutti gli anni durante l'ultima settimana di aprile la popolazione festeggia San Giorgio Vescovo di Suelli. I festeggiamenti si aprono il venerdì quando le effigie del Santo vestite dei paramenti liturgici vengono portate in processione dalla Chiesa madre a quella campestre dedicata proprio al Santo di Suelli. All'arrivo della statua seguono le manifestazioni civili che consistono solitamente in balli e offerta della cena da parte del Comitato organizzatore. Il sabato i festeggiamenti continuano nel piccoli abitato, mentre la domenica il simulacro ritorna alla Chiesa madre accompagnato da un corteo festante.

Più partecipati sono invece i festeggiamenti in onore di Santa Susanna Martire, patrona di Osini. La festa liturgica cade il giorno 11 agosto quando la stupenda statua lignea della martire romana raggiunge in processione la sua Chiesa situata in Osini vecchia risalente al 1600, lì il Vescovo di Lanusei celebra il pontificale in onore alla vergine martire a cui seguono i festeggiamenti civili che presentano sempre l'offerta della cena (carne, formaggio, pane, vino etc.) e i balli tipici con le gare poetiche. Durante i giorni dei festeggiamenti sono programmate sempre numerose e interessanti attività.

Geografia antropica

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L'attuale abitato è caratterizzato da strade ampie ed edifici recenti; mezzo km a nord, lungo la strada provinciale, si estende il vecchio centro abbandonato.

Tre sono le exclavi del comune:

  • una fascia di terra posta fra le colline di Pelau e la vallata del rio Quirra (località "Bidd'e monti", "Riu Marculentu" e "Sa Tuvuda")[5], che si presenta boscosa a monte e coltivata a vigneti a valle;
  • un piccolo lembo di terra fra i comuni di Jerzu e di Gairo, sul fianco sud del monte Tricoli, coltivato a uliveti in prevalenza;
  • nel territorio di Quirra, sul fianco destro del fiume omonimo, scarsamente abitato e coltivato, con predominanza di macchia e di macchia-foresta.

Tovuda Villamonti

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Tuvuda o "Sa Tuvuda" è il toponimo di una località sita nel territorio comunale[6].

La località di "Tuvuda" o "Tovuda" è indicata in una carta dello stato piemontese del 1753 dell'Accademia Reale di Scienze, la cosiddetta carta conosciuta come "Carta degli Ingegneri Piemontesi" Le Rouge (1753), come un paese allora ancora abitato, in corrispondenza dell'attuale località di "Bidda 'e Monti" (agro di Osini la parte confinante con le giurisdizioni di Cardedu e di Tertenia). La tradizione orale di Gairo ricorda ancora un paese chiamato "Bidda Tuvuda" (oggi sarebbe scritto Villa Tovuda"), mentre la tradizione orale di Osini lo chiama Bidda e Monti (Villamonti) termine riportato nella carta IGM 1:25.000. L'unico termine agiografico presente nel sito "Sa Tuvuda" in località "Bidda è Monti" è Gilia[7] che potrebbe indicare che la chiesa del paese fosse dedicata a Santa Cecilia. Un altro termine agiografico limitrofo al precedente è Marcus che lascia intendere l'esistenza di una seconda chiesa del paese, probabilmente nell'agro, dedicata a San Marco. Nelle vicinanze della località di "Sa Tuvuda" era presente il castello chiamato "Casteddu de sa Rosa". Il rio che attraversa la località "Sa Tovuda" si chiama "Riu Marculentu" forse trascritto come "Arculentu" termine che potrebbe forse aver indicato il paese nel Medioevo quando apparteneva al Giudicato di Cagliari nella Curatoria di Quirra-Colostrai. L'esistenza certa del paese nel 1753 anno di pubblicazione della carta può portare a considerare possibile la sua sopravvivenza almeno fino al 1771 anno dell'istituzione dei comuni con la legge emanata dal sovrano piemontese Carlo Emanuele III, pertanto "Bidda e Monti", "Villamonti", potrebbe essere proprio il nome attribuito a "Tuvuda" come comune, che ebbe durata effimera. Nel II Volume del Casalis Angius a pagina 646 si parla di una serie di paesi ogliastrini scomparsi citati dal P.Aleo: Tenìa, Marinitu, Galana, Vindonia, Arnissa[8], Ittona, Galli e altre. Il Casalis Angius (1833) non cita Bidda e Monti tra i salti di Osini cosa che lascia intendere che Osini entrò in possesso di una parte del salto di "Tuvuda" successivamente, probabilmente con un acquisto dal demanio regio costituito in genere anche dai salti appartenuti ai paesi scomparsi. Non è da escludere che appartenesse al salto di "Tuvuda" il demanio regio di "Bingionniga" in giurisdizione di Jerzu e la campagna di San Marco oggi in giurisdizione di Tertenia. La memoria orale riporta che il paese fu nell'ultima fase della sua esistenza danneggiato irreversibilmente da un'alluvione. Oggi il paese sarebbe stato denominato Tovuda Villamonti o Tuda Villamonti.

Il termine "tuvuda" o "tuda" in sardo letterario, indica una conca o una depressione.[9]

Infrastrutture e trasporti

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Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
16 novembre 1997 26 maggio 2002 Attilio Piras liste civiche di centro-sinistra Sindaco [10]
26 maggio 2002 27 maggio 2007 Attilio Piras liste civiche di centro-sinistra Sindaco [11]
27 maggio 2007 10 giugno 2012 Tito Loi lista civica Sindaco [12]
10 giugno 2012 11 giugno 2017 Mariangela Serrau lista civica "Osini nel Cuore" Sindaco [13]
11 giugno 2017 13 giugno 2022 Tito Loi lista civica "Rinascere Insieme" Sindaco [14]
13 giugno 2022 in carica Alfredo Cannas lista civica "Per Osini" Sindaco [15]
  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 29 febbraio 2024 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Osini, decreto 2000-04-24 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 30 luglio 2022.
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  5. ^ In una carta dello stato piemontese del 1753 dell'Accademia reale di scienze, nella località di "Bidda ‘e Monti" è segnato un paese all'epoca ancora abitato, segnato con il nome di "Tuvuda".
  6. ^ Scheda del toponomino nel webgis della regione Sardegna.
  7. ^ Il Mannu nella prima pagina del II Volume attesta che Santa Gillia significa Santa Cecilia.
  8. ^ Un rio limitrofo alla località di Tuvuda si chiama Alussa.
  9. ^ Nel Medioevo il paese potrebbe essere quello chiamato di "Arculentu" dal rio Marculentu che passa nella località "Sa Tuvuda". Arculentu era un antico villaggio del giudicato di Cagliari, e l'omonimo castello, ricompreso nella curatoria di Quirra e del Colostrai che possedeva l'omonimo castello. Nella divisione del 1258 Arculentu fu incluso nel terzo del Giudicato di Cagliari assegnato ai Visconti e annesso al giudicato di Gallura. Estinti i Visconti, fu amministrato direttamente da Pisa. All'epoca della conquista aragonese, il territorio fu investito dalle operazioni militari e devastato dalle truppe dell'ammiraglio Niccolò Carroz ed entrò a far parte del regnum Sardiniae, sebbene i suoi abitanti continuassero a mantenere un atteggiamento ostile nei confronti degli invasori. Il villaggio subì i forti danni durante la guerra tra Genova e Aragona e, quando nel 1353 scoppiò la prima guerra tra Mariano IV d'Arborea e Pietro IV di Aragona, si ribellò apertamente e finita la guerra fu concesso in feudo ai Dalmau, che già possedevano una parte della curatoria. Quando la famiglia si estinse, nel 1362, Arculentu non è più citato con questo nome, ma si può ipotizzare che il centro ebbe successivamente il nome di Tuvuda. Riu Marculentu è il Riu che attraversa la località di "Sa Tuvuda": potrebbe essere che il paese sia stato identificato prima dal nome del ruscello e poi dal nome della cima di "Sa Tuvuda", dove sono presenti ancora oggi ruderi di costruzioni molto antiche.
  10. ^ Comunali 16/11/1997, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 26/05/2002, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 27/05/2007, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  13. ^ Comunali 10/06/2012, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  14. ^ Comunali 11/06/2017, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  15. ^ Comunali 12/06/2022 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 22 giugno 2022.
  • Giuseppe Mannu, Storia di Sardegna, Nuoro, Ilisso, 1996.
  • Giuseppe Mannu, Storia di Sardegna: Volume Primo, Nuoro, Ilisso, 1996.
  • Casalis Angius, Dizionario Geografico Storico Statistico degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Cagliari, Editrice Sardegna, 1992.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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