L’Effetto Dell’Uomo in Natura (1) (1)

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L’effetto dell’uomo in natura

Relazione a cura di: Hossain Mutaccim, Del Gatto Valerio, Zaka Klaudio

Introduzione
Abbiamo condotto due lavori allo stesso tempo, mettendo in relazione il primo con il
secondo e infine osservato gli effetti dell’uomo sulla qualità dell’acqua.

Nel primo esperimento è stato utilizzato il microscopio per osservare a livello


microscopico i microrganismi in un campione di acqua del Lambro del 2004.
Il secondo esperimento aveva lo scopo di analizzare la qualità del Lambro in 4 zone
diverse e commentare i dati ottenuti.
Come commento finale abbiamo analizzato i vari effetti di inquinamento e come
l’uomo abbia modificato la natura.
In fondo alla relazione si possono trovare le immagini e le tabelle.

Obiettivi
L’obiettivo del primo esperimento è imparare ad utilizzare un microscopio per
analizzare campioni reali, mentre l’obiettivo del secondo è confrontare le diverse
zone del Lambro e capire come l’ambiente e l’effetto dell’uomo condiziona la qualità
di esso.
Infine abbiamo analizzato le difficoltà che stanno vivendo alcuni ecosistemi o
comunità e valutato la situazione drammatica delle barriere coralline e degli insetti.

Materiali e Strumenti
Abbiamo utilizzato:
1) - Un campione di acqua del Lambro del 2004
- Un microscopio
- Un vetrino sottile
- Una pipetta pasteur

2) - Una tabella di analisi fornita dal professore


- Delle carte, ciascuna illustrante un microrganismo diverso del Lambro
- Un pdf che illustra lo schema da seguire per compilare la tabella
Procedimento

1) Per poter condurre il primo esperimento è stato necessario, con la pipetta


Pasteur, porre alcune gocce d’acqua raccolta dal Lambro su un vetrino sottile e
successivamente porre il campione nel microscopio.

Dopo aver fermato il vetrino in posizione è stato possibile passare al processo


di messa a fuoco delle lenti. Per regolare il fuoco del microscopio è stato
necessario agire sulle manopole per la messa a fuoco: due aventi lo scopo di
avere una regolazione grossolana mentre altre due aventi lo scopo di regolare
una inquadratura più precisa.

Questo processo richiede esperienza e precisione ma soprattutto molta


attenzione dato il fatto che è molto facile rompere il vetrino con la lente,
perciò ha richiesto diverso tempo per poter ottenere un'immagine chiara.

2) Invece il secondo lavoro consisteva nel completare una tabella a doppia


entrata utilizzando le carte fornite dal professore e lo schema sul pdf sempre
fornito dal professore.

Per completare la tabella di analisi la difficoltà maggiore è stata capire come


classificare i microrganismi e come analizzarli all’interno della tabella.

Tabelle e grafici
Osservazioni
1) Durante il primo esperimento siamo riusciti ad osservare il fatto che
nell’acqua c’erano effettivamente tantissimi organismi, ma anche tante alghe
come si vede in fig.1, molti di questi organismi erano morti poiché non si
muovevano, ma si potevano osservare anche dei microorganismi piccolissimi
che si muovevano molto velocemente, infatti ci è stato difficile registrarli.

Tra questi organismi siamo riusciti sicuramente ad identificare delle larve di


insetti e vermi possibilmente ditteri, il che vuol dire che le acque erano sane
anche se gli organismi erano morti.

2) In secondo luogo nella tabella abbiamo visto come la qualità dell’acqua va a


peggiorare man mano che si percorre il corso del Lambro, ad esempio nella
prima parte del fiume l’acqua, pur essendo inquinata, era comunque pulita
così come nel secondo tratto a Merone; invece appena si arriva a Monza si
riesce già a capire che la qualità dell’acqua peggiora drasticamente fino a
raggiungere Lodi dove l’inquinamento raggiunge percentuali molto elevate.

Ciò conferma che nelle zone più industrializzate e modificate dall’uomo come
Monza e Lodi, la qualità dell’acqua viene compromessa dall’inquinamento,
mentre più ci si allontana dalla zona antropica più la qualità dell’acqua va a
migliorare.
La tabella è rappresentata in fig. 2.

Conclusioni
I risultati ottenuti hanno rispecchiato le previsioni teoriche. Abbiamo usato il
microscopio in modo effettivo avendo individuato alcune forme di vita
microscopiche.
Invece nel secondo esperimento siamo riusciti a classificare ogni microrganismo dato
e a scoprire le varie qualità dell’acqua in varie zone del fiume e di come l’attività
dell’uomo vada modificare l’ecosistema intero.
Lo scopo della prova è stato raggiunto con successo.

La biodiversità in una goccia d’acqua

Le barriere coralline sono un ambiente molto importante per la biodiversità marina,


offrono rifugio per molte specie acquatiche come i coralli che vivono solo in queste
zone. Esse costituiscono e garantiscono la sopravvivenza dell'ecosistema oltre anche
ad altre specie rare e in pericolo di estinzione.
Purtroppo ad oggi le barriere sono a rischio, lo si può notare dal fenomeno di
sbiancamento dei coralli, che avviene quando essi sono esposti a molto stress che li
induce ad espellere certi tipi di alghe unicellulari che producono nutrimento per i
polipi; Il ciò rende il corallo di colore bianco e termina nella morte dell'organismo.

Questo forte stress è provocato dall'inquinamento umano o dall'aumento della


temperatura dell'acqua che favorisce batteri e virus nocivi.
Inoltre l'aumento delle temperature ha portato un incremento del numero di
predatori di coralli come la stella corona di spine (Acanthaster planci), la cui
riproduzione viene favorita dalle temperature più alte e da climi più caldi. La morte
dei coralli porta alla distruzione della barriera.

Anche gli insetti costituiscono un tassello importantissimo per la biodiversità,


sono infatti alla base della catena alimentare fornendo cibo ad altri animali;
oltre a questo sono i principali impollinatori e senza di essi non ci sarebbe più
la maggior parte della frutta e di tutte le piante causando effetti disastrosi
anche per l’uomo.

Gli insetti però possono essere dannosi per l'agricoltura e questo ha portato
all'utilizzo di diversi pesticidi.
Questi insetticidi però non solo uccidono gli organismi indesiderati ma anche
quelli indispensabili all'ecosistema; molti di questi vengono assorbiti dalle
radici e dal terreno provocando la morte di insetti anche non dannosi e di
piante, di conseguenza bisogna utilizzare insetticidi in grado di non essere
assorbiti dal terreno e rilasciare meno residui nocivi per l’ambiente ma essere
di durata maggiore in modo che non bisogni riutilizzarli spesso.

Dati statistici

L’attuale tasso di estinzione è di 100-1.000 volte superiore a quello naturale che era
di circa 1 specie per milione all’anno. Oggi il 25-30% delle specie è a rischio
estinzione nei prossimi decenni.
Durante il XX secolo, vi è stata un’accelerazione dovuta alla deforestazione,
industrializzazione e sfruttamento intensivo.
Un rapporto del 2019 ha calcolato che circa un milione di specie potrebbero
estinguersi a breve se non saranno prese misure più restrittive al più presto.

Secondo le stime il 25% degli animali e dei vegetali è in pericolo di estinzione, il costo
annuo della perdita di biodiversità raggiungerà $10 trilioni entro il 2050, ovvero un
decimo del PIL mondiale.
Si tratta soprattutto di servizi ecosistemici (ad esempio, l'impollinazione o la
purificazione dell’acqua), della pesca (che perderà fino a $50 miliardi l’anno), e del
turismo legato alla natura.
A breve termine, le perdite economiche si riflettono in una diminuzione della
produzione agricola e della pesca, a lungo termine nel crollo di interi settori
economici.

La penalizzazione della perdita di biodiversità urge l’intero continente a ridisegnare


la propria politica ambientale.

Gli ecosistemi degradati contribuiscono fino al 12% delle emissioni globali di CO₂.
Inoltre, si riducono la qualità dell'acqua e la fertilità del suolo, aumentando
l'erosione e la perdita di produttività agricola.

Immagini

fig. 1

fig. 2

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