L'Iliade

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L’Epica classica

Iliade significa «vicenda di Ilio»: il poe-


L’ILIADE ma, infatti, narra la guerra dei prìncipi
achei contro la città di Troia, detta an-
che Ilio perché fondata da Ilo. Sulla guerra di Troia furono composti mol-
ti poemi e a essi, dal momento che trattano lo stesso argomento, si dà il
nome di «poemi del ciclo troiano» o «poemi ciclici».
Il più grande poema del ciclo fu sicuramente l’Iliade, la cui superiorità su tutti
gli altri già gli antichi ritenevano indiscutibile.

La guerra di Troia nella storia


La guerra che i prìncipi achei condussero contro la città di Troia è
una realtà storica. Ma chi erano gli Achei? E per quali ragioni intra-
presero una guerra contro Troia?
Verso il 2000 a.C., dalle vallate del medio corso del Danubio, scesero
verso la Penisola balcanica, attraverso la Macedonia, gli Elleni (chia-
mati più tardi Greci dai Romani), popoli indoeuropei che si divide-
vano in quattro gruppi, parlanti dialetti diversi: Achei, Eoli, Ioni e
Dori. Di questi quattro gruppi i primi a entrare in Grecia furono gli
Achei che si stanziarono nel Peloponneso.
In un primo momento la conquista degli Achei, popolo di guerrieri
e di pastori, provocò un regresso del livello di vita delle popolazioni
greche, ma col passare del tempo, a contatto con la civiltà egeo-crete-
se, gli Achei si incivilirono, dando vita a una nuova civiltà che ebbe il
suo massimo splendore fra il 1400 e il 1100 a.C. e che fu detta «mice-
nea», da Micene, una delle più grandi città dell’Argolide, regione del

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Peloponneso. Gli Achei, divenuti ben presto esperti marinai e abili


mercanti, estesero il loro dominio nel bacino del Mar Egeo; a un certo
punto, però, la loro espansione commerciale a Oriente nel Mar Nero
si trovò a essere ostacolata dalla potente e ricca città di Troia situata
proprio all’imbocco dell’Ellesponto. Di qui la guerra che si concluse
con la completa distruzione di Troia, incendiata, e con la sconfitta
delle popolazioni dell’Asia Minore, alleate dei Troiani.
Le ragioni della guerra furono pertanto di natura economica, com-
merciale ed egemonica (o di dominio).
Il merito di aver accertato l’esistenza della città di Troia e di aver
dimostrato che la guerra non fu frutto della fantasia dei Greci e del
loro maggiore poeta fu di Heinrich Schliemann, un archeologo tede-
sco che nella seconda metà dell’Ottocento sulla collina di Hissarlik,
l’area su cui doveva sorgere Troia, scoprì i resti di una città più volte
distrutta e ricostruita.
Ciò che viene narrato nell’Iliade trae pertanto origine da un fatto
storico: la città di Troia fu davvero assediata, distrutta e incendiata
dai Greci, probabilmente tra il 1220 e il 1200 a.C.

La guerra di Troia nella leggenda


Secondo la leggenda, la guerra di Troia fu causata da Paride, figlio
di Priamo re di Troia.
Siamo sull’Olimpo: si celebrano le nozze tra il re Peleo e la ninfa
Teti dalla cui unione nascerà Achille, principale eroe della guerra
troiana. Tutti gli dei sono stati invitati, eccetto la Discordia che,
per vendicarsi dell’offesa, getta sul tavolo del banchetto una mela
d’oro sulla quale è scritto: «Alla più bella». Era, Atena e Afro-
dite si contendono la mela. Dopo lunghe discussioni si decide di
affidare il giudizio al bellissimo Paride. Le dee allora si recano da
Paride e ciascuna cerca di guadagnarsi il favore del giovane: Era
gli promette la potenza, Atena la saggezza, Afrodite l’amore della
donna più bella del mondo. Paride attribuisce la mela ad Afrodite,
suscitando l’odio delle altre due.
Qualche tempo dopo, Paride si reca a Sparta e si innamora perduta-
mente della bellissima Elena, moglie del re Menelao, convincendola
a fuggire con lui a Troia. Per vendicare l’offesa subita, Menelao chiede
l’aiuto di Agamennone, suo fratello e re di Micene, e di tutti gli altri
prìncipi achei. La flotta greca salpa verso Troia dove ha inizio l’as-
sedio. I Troiani resistono per nove anni, ma nel decimo Troia viene
La fuga di Paride ed conquistata grazie all’astuzia di Ulisse, il re di Itaca. Egli, infatti, fa
Elena da Agamennone costruire un grande cavallo di legno, nel ventre del quale nasconde i
in un’anfora a figure più valorosi soldati achei. Grazie a uno stratagemma, il cavallo viene
nere conservata presso
il Museo Gregoriano
fatto entrare nella città di Troia. Durante la notte gli Achei escono dal
Etrusco nello Stato loro nascondiglio e, aiutati dai compagni che hanno finto di partire,
del Vaticano. incendiano e distruggono la città.
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L’Epica classica

La struttura dell’Iliade
L’Iliade è un poema in 24 canti, costituito complessivamente da 15.696
versi. L’Iliade non narra tutta la guerra di Ilio, ma solo le vicende
avvenute nel corso di cinquantun giorni nel decimo e ultimo anno
dell’assedio acheo.

La vicenda dell’Iliade
L’i r a d i A c h i l l e e i l s u o r i t i r o d a l l a g u e r r a ( c a n t o I )
La guerra fra Achei e Troiani dura già da nove anni e la città di
Troia, assediata, continua a resistere. Crise, sacerdote di Apollo, si
reca al campo acheo per riscattare la figlia fatta schiava da Agamen-
none, ma da questi viene trattato malamente e respinto. Ciò provoca
la vendetta di Apollo che fa scoppiare una terribile pestilenza fra
gli Achei. Achille rimprovera Agamennone e propone l’immediata
restituzione della fanciulla al padre Crise. Agamennone è disposto
a cedere, ma pretende in cambio Briseide, la schiava preferita di
Achille. Ciò provoca una violenta lite fra i due eroi ed è causa della
famosa «ira di Achille».
Achille rinuncia alla sua schiava ma, offeso, dichiara che non parteci-
perà più alla guerra. Profondamente addolorato si reca in riva al mare
dove la madre Teti viene a consolarlo.

L’ira di Achille, scatenata dalla lite con Agamennone, in una tela settecentesca di Charles Antoine Coypel,
conservata presso il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.

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S c o n t r i f r a A c h e i e Tr o i a n i ( c a n t i I I -X V )
I canti centrali del poema narrano le battaglie e i duelli fra Achei e
Troiani ai quali partecipano anche gli dei. Paride e Menelao si sfida-
no: il vincitore otterrà per sé Elena e si porrà fine alla guerra. Paride
nel duello ha la peggio, ma quando sta per essere ucciso da Menelao,
la dea Afrodite lo avvolge in una nube e lo salva. Il greco Diomede
compie imprese straordinarie: ferisce Enea, colpisce persino gli dei
accorsi in aiuto dei Troiani, ma rinuncia a battersi con Glauco quando
scopre che le loro famiglie sono legate da vincoli di ospitalità.
Intanto Ettore, dopo l’incontro con la moglie Andromaca, sfida a
duello il forte guerriero acheo Aiace Telamonio. Ben presto i Troiani
riescono ad avere il sopravvento. Per superare la grave situazione, il
saggio Nestore consiglia di inviare un’ambasceria ad Achille perché
ritorni a combattere, ma l’eroe resta fermo nella sua decisione.
Nel frattempo riprende la battaglia; gli Achei lottano disperatamente,
ma alla fine, dopo aspri combattimenti, vengono respinti dai Troiani
fino alle loro navi: l’esercito acheo sta per essere distrutto e le navi
incendiate.
La mo rte d i Patroc lo e i l g i u rame nto d i ve nd etta d i
A c h i l l e ( c a n t i X V I -X I X )
Patroclo, il più caro amico di Achille, viste le difficoltà dei compagni,
prega l’eroe di poter indossare le sue splendide armi: alla loro vista i
Troiani terrorizzati senz’altro si ritireranno. Achille acconsente. Il suc-
cesso dello stratagemma è immediato: i Troiani, ingannati, fuggono
e Patroclo semina paura e strage fra i nemici che lo credono Achille.
Ettore, però, non fugge, gli si fa incontro e lo uccide.
Achille, appresa la notizia della morte dell’amico, è assalito da
un disperato dolore e giura di vendicarlo uccidendo Ettore. Si ri-
concilia con Agamennone, che gli restituisce Briseide, indossa la
nuova armatura preparatagli dal dio Efesto e si lancia nel campo
di battaglia.
I l r i t o r n o d i A c h i l l e ( c a n t i X X-X X I V )
Subito la battaglia si trasforma in una sconfitta per i Troiani: Achille
fa strage dei nemici e si avvicina sempre più alle mura di Troia.
Quando Priamo si accorge che per i Troiani non c’è più scampo,
dà ordine di aprire le porte della città affinché i fuggiaschi possano
salvarsi. Solo Ettore rimane fuori dalle mura e decide di affrontare
Achille.
Il duello fra i due eroi si conclude con la morte di Ettore. Achille
lega il cadavere al suo cocchio e lo trascina nella polvere attorno alle
mura di Troia; ritorna poi alle navi e ordina grandi onori funebri
per Patroclo. Dopo dodici giorni, impietosito da Priamo, il padre di
Ettore, Achille permette di restituire ai Troiani il cadavere dell’eroe.
Con i solenni funerali di Ettore si chiude il poema.
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I personaggi principali dell’Iliade


I personaggi dell’Iliade sono uomini e dei. Gli uomini, però, hanno
qualità fisiche e morali fuori del comune, tanto da apparire sovruma-
ne. Sono valorosi guerrieri pronti a sostenere lunghe battaglie, feroci
duelli; provano ire terribili, forti desideri di vendetta, odi eccessivi;
nello stesso tempo, però, si dimostrano disponibili al sentimento dell’a-
micizia o della compassione, che manifestano senza mezze misure.

Gli Achei I Troiani


Achille: figlio del re Peleo e della ninfa Ettore: figlio di Priamo e di Ecuba, è lo
Teti, è il guerriero più forte e valoroso sposo di Andromaca.
degli Achei. Secondo una leggenda, la È il maggiore eroe troiano. Ettore non
madre Teti, sapendo che sarebbe mor- ama la guerra, non aspira alla gloria;
to sotto le mura di Troia, lo immerse nel combatte per necessità, per difendere
sacro fiume Stige, rendendolo invulne- la sua città assediata, i suoi vecchi geni-
rabile in tutto il corpo eccetto il tallone, tori, il figlio Astianatte e la moglie. Forti
per il quale lo aveva tenuto sospeso. in lui sono il senso del dovere, gli affetti
Achille è l’eroe per eccellenza, pronto a familiari e nazionali.
combattere e morire per la gloria.
Agamennone: re di Micene, è il capo Priamo: è il re di Troia, marito di Ecu-
supremo della spedizione achea contro ba e padre di cinquanta figli, quasi tutti
Troia. È autoritario, arrogante e prepo- destinati a morire sotto le mura di Troia.
tente e dal suo scontro con Achille ha È un sovrano molto amato e rispettato,
origine la vicenda dell’Iliade. un marito affettuoso e un padre tene-
rissimo.
Menelao: re di Sparta, è fratello di Aga- Ecuba: è la moglie di Priamo e la ma-
mennone e marito della bellissima Ele- dre di Ettore e Paride.
na che gli è stata rapita da Paride.
Elena: moglie di Menelao, re di Sparta, Andromaca: moglie di Ettore e madre
si lascia sedurre da Paride che la con- del piccolo Astianatte, è la più bella e
duce con sé a Troia e ciò è causa del poetica figura femminile del poema.
conflitto.
Diomede: figlio di Tideo, re di Argo, è Paride: figlio di Priamo e fratello di Et-
uno dei più forti e valorosi eroi achei, tore, rapisce Elena, moglie di Menelao,
compagno di Ulisse in audaci imprese. scatenando la guerra fra Achei e Troiani.
Ulisse: re di Itaca, è un uomo saggio, Enea: figlio di Anchise e della dea
astuto, prudente; è anche uno degli eroi Afrodite, è uno degli eroi troiani
più valorosi. più forti e valorosi. Secondo
una leggenda, Enea
Patroclo: figlio del re della Locride, porterà in salvo i
vive per lungo tempo alla corte di Pe- pochi Troiani superstiti,
leo insieme ad Achille, di cui è l’amico trovando nel Lazio
prediletto. Si distingue per il suo spirito una nuova patria.
di sacrificio.
L’incontro di Enea e Didone
Aiace Telamonio: dopo Achille, è il più
dipinto sulla custodia di un
valoroso degli eroi achei. orologio della metà del Seicento.

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L’ILIADE

Gli dei
Gli dei partecipano intensamente alle
vicende del poema e, pur essendo
immortali e dotati di poteri so-
prannaturali, presentano carat-
teristiche umane, ossia qualità,
vizi, sentimenti e passioni tipici
degli uomini. Al di sopra de-
gli dei c’è però un’entità mi-
steriosa, il Fato, che stabilisce
il destino degli uomini e al cui
volere nessuno può opporsi,
nemmeno gli dei. Nel corso
della guerra di Troia alcuni
dei parteggiano per gli Achei,
altri per i Troiani, unica ecce-
zione Zeus. Re e padre di tutti gli
dei dell’Olimpo, Zeus rappresenta
la giustizia e quindi non parteggia né
per gli Achei né per i Troiani.
Particolare con gli dei dell’Olimpo in un affresco
di Luigi Sabatelli dipinto sul soffitto della Sala dell’Iliade
di Palazzo Pitti a Firenze.

Divinità in favore degli Achei Divinità in favore dei Troiani


Atena (Minerva per i Romani): dea del- Afrodite (Venere per i Romani): dea
la saggezza, è ostile ai Troiani per l’offesa della bellezza e dell’amore, è la madre
subita con il giudizio di Paride che attribuì di Enea. A essa Paride attribuisce il tito-
ad Afrodite il titolo di «dea più bella». lo di «dea più bella».
Era (Giunone per i Romani): moglie Ares (Marte per i Romani): sanguino-
di Zeus, è la protettrice dei matrimoni. so e violento dio della guerra, è rivale
Anche Era, come Atena, è ostile ai Tro- di Atena dalla quale viene colpito con
iani perché offesa dal giudizio di Paride. una pietra.
Poseidone (Nettuno per i Romani): Febo (Apollo per i Romani): dio del sole,
dio del mare, parteggia per gli Achei per scatena una pestilenza nel campo acheo.
un’antica offesa ricevuta dal re di Troia,
Priamo.
Teti: ninfa del mare, moglie di Peleo, è la
madre di Achille.
Efesto (Vulcano per i Romani): dio
del fuoco, costruisce per Achille delle
splendide armi.

Gli dei Afrodite, Artemide e Apollo in un rilievo


conservato presso il Museo Archeologico di Delfi.

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