Vincitori e Vinti Da Omero Ad Euripide
Vincitori e Vinti Da Omero Ad Euripide
Vincitori e Vinti Da Omero Ad Euripide
La cosa stupefacente che alta Ilio, alati wilusati, una formula omerica:
lalta Ilio ricordata pi volte da Omero ( , ad es. Iliade 9.419,
13.773). Purtroppo abbiamo solo il primo verso di questo antico canto su Ilio,
scritto in Luvio (una variante della lingua ittita). probabile che si trattasse di un
breve canto narrativo per un coro; qualcosa di molto diverso dalla nostra Iliade,
quindi. Ma qualcosa che ci testimonia che il canto omerico, la voce che noi
(seguendo i Greci antichi stessi) identifichiamo come lessenza della cultura greca,
una voce che ha le sue origini nel vicino oriente. Una voce che allinizio sapeva
bene quale fosse il punto di vista dei Troiani.
3. Il lamento di Andromaca in Omero
Sentiamo dunque la voce dei Troiani, nel lamento di Andromaca al funerale del
marito Ettore. Andromaca annuncia la sorte futura: la caduta di Troia, la sua
schiavit, la morte di suo figlio Astianatte. E dopo Omero i poeti (epici e tragici)
pi volte narreranno la morte di Astianatte, proprio come laveva prevista
Andromaca. Non sappiamo se, come pensavano gi gli antichi, Omero conoscesse
questi dettagli da una tradizione. Ma sappiamo con certezza che questa profezia di
Andromaca ha soppiantato qualsiasi altra versione precedente fosse esistita, e ha
creato lei stessa una tradizione nuova.
Omero, Iliade 24.725-745
Marito mio, giovane hai perso la vita: mi lasci vedova
in casa; cos piccolo ancora il bambino
che abbiamo messo al mondo, io e te sciagurati, e non credo
che giunger al fiore degli anni: sar prima distrutta del tutto
la nostra citt; perch sei morto tu, il custode vigile,
che la proteggevi, difendevi le spose fedeli e i bambini.
Esse se ne andranno ormai sulle navi ricurve,
ed anche io con loro; e tu, figlio mio, verrai con me,
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6. Euripide, Ecuba
Euripide riprende il tema troiano in molte sue opere, in particolare nellEcuba,
nelle Troiane, nellIfigenia in Aulide e nei drammi perduti Alessandro e Palamede,
oltre che nellAndromaca e nellElena. Esamineremo solo due passi, tra i molti che
si possono ricordare, tratti dallEcuba e dalle Troiane.
Quando Euripide mette in scena lEcuba, siamo nel 424 a.C., allincirca, cio
nel pieno della prima fase della Guerra del Peloponneso. Euripide compie una
doppia mossa. NellOdissea un uomo greco, Ulisse, paragonato a una donna
troiana. NellEcuba il coro di uomini ateniesi addirittura impersona un gruppo di
donne troiane. I Greci parlano al posto dei nemici che hanno sconfitto; si
impadroniscono della loro voce. Ma Euripide non si limita a questo: nellEcuba le
donne troiane compiono un secondo rovesciamento. Sono loro a compiangere i
loro nemici, i loro vincitori: il coro di donne troiane immagina il lutto e il dolore
delle donne greche, che hanno perso i loro cari. Compiange le ragazze che hanno
perso i fidanzati o i fratelli, le madri che hanno perso i figli combattendo a Troia.
In questo modo il coro, come personaggio, sembra volerci dare un messaggio
umanistico e antimilitarista: la guerra fa soffrire tutti, anche i vincitori. Per
Euripide pi sottile e pi complicato. Euripide non fa immaginare al coro il
pianto di una donna greca qualsiasi: fa immaginare il pianto di una donna spartana.
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Di una donna che piange in riva allEurta, il fiume di Sparta. Il coro ateniese si
appropria completamente del punto di vista troiano: i nemici dei Troiani sono gli
stessi nemici degli Ateniesi. una mossa rischiosa. rischiosa perch verosimile:
gli Spartani avevano ripetutamente invaso lAttica e costretto gli Ateniesi a
rifugiarsi entro le mura. Ma rischiosa soprattutto perch suggerisce che gli
Ateniesi, come i Troiani, possono essere sconfitti. Questa ambigua simpatia per la
sofferenza dei nemici pu essere letta in realt come un compiacimento per il loro
dolore: Sparta, la citt che ha aggredito Atene, subisce le amare conseguenze della
sua aggressione. Ma riuscir forse a prevalere, come i Greci aggressori a Troia?
Il coro ricorda lorigine dei mali: tutto nacque per la colpa di Paride (chiamato
appunto anche Alessandro). Euripide qui lo chiama il bovaro dellIda. Sua madre
Ecuba lo aveva abbandonato alla nascita, ed egli fu salvato da dei pastori (come
accadde a molti re leggendari: ad esempio a Ciro di Persia e ad Edipo). Alessandro
quindi si occupava delle mandrie di bovini, portandole a pascolare sul monte Ida,
nei pressi di Troia. L si verific il famoso giudizio delle dee, che, continua
Euripide, port rovina alla terra del Simonta, cio a Troia: il fiume Simoenta
scende dal monte Ida, e si unisce allo Scamandro, laltro fiume vicino alla citt. Si
deve notare che Euripide crea un parallelismo tra Troia e Sparta: entrambe sono
designate tramite i fiumi che le bagnano; entrambe sono colpite dal dolore della
guerra. Questo suggerisce quasi che anche la loro sorte possa, alla fine, essere
identica: anche Sparta potr forse un giorno essere distrutta come Troia. Ma il testo
rimane sospeso: viene lasciato al lettore il compito di capire se sar Sparta o Atene
ad avere la sorte di Troia.
Euripide, Ecuba 629-657
Per me sventura,
Per me dolore,
dolore nel mio destino,
non appena
Alessandro tagli la foresta dellIda,
i suoi pini:
navig sulle onde del mare,
verso il letto di Elena,
la donna pi bella
mai vista
dal volto dorato del sole.
Un cerchio di pene,
tormenti pi grandi
delle pene:
sua soltanto la colpa,
comune il dolore che giunse
portando rovina alla terra del Simonta,
e per sventura di altri.
Fu decisa la contesa, decisa sullIda dal bovaro
che giudic le tre dee:
guerra, morte, e la mia casa distrutta.
Ma anche una ragazza di Sparta si lamenta
vicino alle belle correnti dellEurta
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Trad. di L. Battezzato.
Eschilo, Persiani 348, Erodoto 7.141, Euripide, Medea 825-826 (la tragedia collocata in un
passato mitico, prima dellinvasione persiana), Strabone 8.33. Isocrate 12.193-196 discute le
invasioni dellAttica; cfr. anche Erodoto 8.5 e Sofocle, Edipo a Colono 702-703.
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Dinarco 1.73; Lisia 23.7; cfr. anche Strabone 10.3.2 sugli abitanti dellEtolia.
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Cfr. Iliade 5.638-642, Pindaro, Olimpica 8.31-46 e Euripide, Troiane 817-818.
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Musa in stile epico. In sostanza: i personaggi della saga troiana citano la poesia
epica allinterno del genere tragico, alludendo al loro futuro letterario proprio nel
momento in cui essi raccontano la fine della loro tradizione di musica, canto e
poesia. E nel corso dello stasimo sottolineano limportanza della loro tradizione,
frigia.
Omero distingueva tra Troiani e Frigi: i Frigi sono un gruppo etnico separato,
che vive vicino a Troia, e che aiuta i Troiani nella guerra. A partire dal V sec. i
Troiani furono assimilati ai Frigi e i due termini vennero usati come sinonimi. Un
largo numero di schiavi di origine frigia viveva ad Atene. Secondo il calcolo della
Bbler sulle steli funerarie ateniesi, i Frigi sono il terzo gruppo etnico di schiavi,
dopo Traci e Siriani. Non sorprende che il termine frigio sia usato in modo
dispregiativo. I Troiani divennero Frigi retrospettivamente. Ma frigio era anche
un tipo di musica (una harmonia, una sorta di scala musicale). Questa musica frigia
era popolare in Grecia, e utilizzata spesso in tragedia. plausibile ipotizzare che
essa fosse impiegata da Euripide in questo stasimo.
Infatti il coro delle Troiane descrive il tipo di musica e di danza che loro misero
in atto a Troia, quando pensavano che i Greci fossero partiti, lultima notte prima
della caduta della citt. Il loro canto e la loro danza vengono presentati come
tipicamente frigi.
Euripide, Troiane 511-567
Su Ilio, O Musa,
cantami, accompagnata da lacrime,
un canto luttuoso, fatto di inni nuovi.
Ora far risuonare per Troia un canto.
La mia vita finita. Sono preda di guerra degli Argivi.
lasciarono presso le porte
il cavallo dalle auree falere; fremeva fino al cielo
pieno di armati.
Il popolo l fermo
lev alto un grido dalla rocca di Troia.
Voi che avete posto fine agli affanni,
trascinate allacropoli questo simulacro di legno
in onore di Atena Iliaca, figlia di Zeus
Chi dei giovani, chi dei vecchi
non usc dalle sue case?
Festeggiavano con canti di gioia,
e la loro rovina era coperta dallinganno.
Tutta la stirpe dei Frigi
si spinse alle porte
per vedere il tranello degli Argivi,
levigato, fatto di pino montano,
rovina della Troade,
offerta gradita alla vergine Atena dagli immortali destrieri.
Con funi di lino ritorto
lo posero nel pietroso tempio della dea Pallade,
suolo grondante sangue della patria.
E quando alla fatica e alla gioia
sopraggiunse la tenebra della notte,
Ecuba, nel passo delle Troiane citato sopra, sembra dare per scontata lidea che
il suo destino sar parte della tradizione epica e tragica greca. Ma, come stato
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notato da Di Benedetto, alla fine del dramma, queste allusioni alla fama futura di
Troia sono cancellate dagli stessi personaggi troiani. Ecuba e il coro si lamentano
del fatto che il nome accompagnato da buona fama (kleinon onoma) di Troia
scomparir con la distruzione della citt (1277-1278; 1319; 1322).
Euripide, Troiane 1277-1278
O Troia: una volta era cos superba tra i barbari,
ma ben presto sarai privata del tuo nome glorioso.
Si noti che qui, proprio nel momento in cui si nega la consolazione di una fama
futura, si proietta nel passato la gloria di Troia. E di nuovo si dice che Presto voi
[i templi degli dei e la citt] cadrete a terra, e il vostro nome scomparir (v. 1319),
e che Il nome di questa terra scomparir: una cosa in un modo, / unaltra in un
altro svanisce. / Troia infelice non esiste pi (v. 1322). Ma se il nome di Troia
scompare, come pu esserci la tragedia Troiane?
Nelle Troiane la mossa di autoannullamento contraddetta dal dramma appena
messo in scena. Questo paradosso pone una questione fondamentale: chi controlla
la narrativa su Troia? Certo non Ecuba, certo non le donne di Troia: loro credono
che Troia scomparir del tutto, e questo falso.
Se la cultura dei Troiani viene distrutta e i Troiani stessi riconoscono che la
fama della loro citt scomparir a questo punto si crea una legittimit per
lintervento della cultura greca. Sar la tradizione greca a parlare di Troia, anzi, a
difendere il punto di vista troiano, a usare Troia come una metafora per le
sofferenze belliche dei Greci del quinto secolo. Questo spiega lovvio orientamento
filotroiano della tragedia. La Grecia ha preso leredit della cultura di Troia, e si
presenta (in maniera subdolamente umanistica) come capace di difendere i valori
dei popoli vinti, e capace di mantenere la loro tradizione culturale. I Frigi del V
secolo a.C. sono tutti schiavi ignoranti: non possono essere degli eredi degni di
quella tradizione. Se la musica frigia e gli strumenti frigi devono sopravvivere,
sopravviveranno nella cultura greca: saranno eseguiti nelle tragedie greche. La
tragedia greca ha la forza di incorporare elementi della tradizione musicale troiana,
e di preservare il nome famoso di Troia.
La tragedia mette in scena la fine violenta di una civilt, la nascita di un nuovo
argomento per la poesia greca, e lacquisizione di una tradizione musicale
orientale. Adottando il punto di vista dei Troiani, la tragedia pu parlare a nome
degli sconfitti. Questo il modo pi autorevole per mettere in atto in maniera
estrema lappropriazione della tradizione frigia: parlare per i barbari ormai
scomparsi del passato.
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