Concetti Chiave Del Decadentismo
Concetti Chiave Del Decadentismo
Concetti Chiave Del Decadentismo
SIMBOLISMO: ogni forma visibile della realtà è un simbolo di qualcosa di più profondo che sta al
di là di essa. L’arte, per la sua natura non razionale, può permettere all’uomo dotato di estrema
sensibilità di accostarsi al mistero del mondo. Il poeta non aspira a una conoscenza oggettiva del
mondo, ma cerca l’anima segreta delle cose, la loro vera essenza. Pertanto la poesia si arricchisce
di simboli, accostamenti inattesi (analogie), unione di sensazioni diverse (sinestesie), musicalità
(fonosimbolismo).
La natura appare al poeta come un tempio vivente e come una foresta costituita da simboli. L’uomo la
attraversa percependo suoni, profumi e colori che rimandano a una profonda e misteriosa unità e
diffondono un’estrema debolezza nel suo spirito e nei suoi sensi.
Esistono corrispondenze, cioè legami segreti tra le cose che vediamo e le cose invisibili; la conoscenza è
data dalle sensazioni, dietro l’apparenza vi sono significati autentici.
Uso della sinestesia per mettere in relazione sensazioni visive, tattili e uditive, che portano l’animo all’estasi
(Profumi freschi come la pelle d’un bambino, vellutati come l’oboe e verdi come i prati).
MALEDETTISMO: la diversità del poeta rispetto alla massa e al mondo borghese viene volutamente
esasperata sia nella poesia che nella vita: i “poeti maledetti” vivono al di fuori delle convenzioni
sociali e assumono atteggiamenti contrari al perbenismo borghese, approdando a volte alla
miseria, alla malattia, alla follia o alla morte precoce. Secondo Baudelaire, il poeta nel mondo
borghese ha “perso l’aureola”, cioè non ha più un ruolo riconosciuto nella società, non è più punto
di riferimento, andando incontro alla noia esistenziale (spleen).
ESTETISMO: esaltazione dell’arte come valore supremo (“arte per l’arte”: arte e vita si
confondono, la vita è un’opera d’arte). L’artista decadente, consapevole del ruolo secondario
dell’arte nel contesto produttivo borghese, rivendica la propria diversità investendo l’arte stessa
di un valore supremo. L’arte è inoltre gratuita, ossia svincolata da qualunque utilità pratica e da
ogni scopo morale o sociale, e per questo essa rivendica la sua assoluta libertà. L’esteta fonda la
sua esperienza sui criteri esteriori di bello/brutto, non su quelli morali di bene/male. I personaggi
che incarnano in modo emblematico la figura dell’esteta (chiamato dandy nel contesto inglese)
sono Des Esseintes in Controcorrente di Huysmans, Dorian Gray di Oscar Wilde e Andrea Sperelli nel
Piacere di D’Annunzio.
FANCIULLINO: nella ricerca di uno sguardo nuovo sul mondo, il poeta talvolta rifiuta il ruolo
dell’esteta aristocratico e assume la maschera ingenua del fanciullino, libero dai condizionamenti
della ragione: è il caso di Pascoli, che attraverso le immagini della vita agreste esprime le proprie
inquietudini, coglie nella natura richiami e misteriose allusioni alla morte, alla solitudine, agli
interrogativi irrisolti dell’uomo.
SUPERUOMO e VITALISMO: talvolta l’artista cerca il ruolo di “guida delle masse”, grazie alla sua
energia vitale (vitalismo, è l’atteggiamento del superuomo dannunziano); cerca il gesto
memorabile, persegue il rischio per il gusto stesso di rischiare e per vedere la propria azione
immortalata in un’opera d’arte, anche se spesso le sue iniziative si dimostrano irrealizzabili. La
sensibilità esasperata e il vitalismo permettono al superuomo di immedesimarsi nella natura,
quasi di trasformarsi egli stesso in entità naturale, mentre la natura manifesta una forza che si
avvicina al divino (panismo).