Appunti Storia Dell'arte Contemporanea
Appunti Storia Dell'arte Contemporanea
Appunti Storia Dell'arte Contemporanea
il corso intende analizzare la relazione che si instaura tra lo spazio fisico e gli artistici contemporanei
durante il XX secolo, e come modificano la loro concezione di scultura e pittura, andando oltre il
linguaggio classico del mondo artistico.
Questi artisti non fanno più opere canoniche che possono essere si trovano semplicemente all’interno
del quadro ma sconfinano anche in altri luoghi, soprattutto quelli non canonici dell’arte. possiamo
trovare diversi tipi di spazio come:
1. Enviroment-> dagli anni 70 il termine disegna un’ampia varierà di interventi artistici che si
relazionano in maniera diretta e dialettica con lo spazio fisico. Spesso di natura effimera, gli
ambienti riconfigurano un ambiente per un periodo di tempo limitato, superando i limiti della
cornice e del piedistallo per offrire al pubblico un rapporto inedito e immersivo con l’opera
d’arte. entra in gioco negli anni 70 per disegnare un ampia varietà di interventi artisti che siano
in relazione diretta o dialettica con lo spazio fisico. Con l’opera che occupa uno spazio fisico, e
non più solamente quello della tela pittorica, lo spettatore non diventa più un fruitore passivo
ma colui con cui l’opera stabilisce un rapporto contemplativo ed immersivo.
2. Installazione -> Tipologia di espressione artistica più rappresentativa della contemporaneità.
“Installazione” deriva dal verbo “installare” ovvero, in ambito artistico, “allestire una mostra”.
Alla fine degli anni Settanta del Novecento è entrato in uso nella lingua inglese come termine
più ampio e generico di quello di “environment”.
3. Arte site-specific -> termine con il quale vengono disegnate opere d’arte ( installazioni, ma
anche perfomarce,) pensate e realizzate in un determinato contesto architettonico, urbano o
naturale. Il termine può riferirsi a interventi di natura temporanea o permanente, che una volta
disallestiti e ricollocati altrove perdono la loro pregnanza linguistica e\o concettuale. Germano
celant le definirà in situ. Possiamo considerala come una sottocategoria dell’installazione.
Vengono realizzate delle opere in base allo spazio in cui esse si trovano,ed hanno un carattere
effimero che una volta rinstallati da un'altra parte non hanno più lo stesso senso. Germano
Celant, critico di arte italiano per arte contemporanea. In sito definisce l’integrazione tra l’arte e
il luogo dove l’opera\installazione viene fatta. È il sito stesso a stimolare la creazione di
contenuto di quanto era esistente.
4. Arte pubblica termine entrato in uso in ambito anglossasone per indicare le opere fuori da dai
contesti tradizionali di produzione e di fruizione dell’arte, per lo più allestito all’aperto ma
anche negli spazi pubblici di scuola, ospedali e carceri.
Fanno parte della categoria dello spazio. I termini hanno spesso diversi punti di contatto.
Come abbiamo già detto il concetto di spazio si modifica non è più lo spazio pittorico della tela, ma lo
spazio fisico urbano e naturale.
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Nel 1669 la Confraternita della Beata Vergine della Pace, dagli inizi del XVII secolo ospitata
nella chiesa di San Benedetto, acquistò un preesistente oratorio dei frati amedeiti, una casa e alcuni
terreni posti a lato di borgo delle Colonne; il 3 aprile dello stesso anno l'arciprete
della cattedrale Cornelio Bacialupi presiedette alla cerimonia di posa della prima pietra e 15 giorni
dopo la Congregazione degli abbellimenti accordò la demolizione del tratto di porticato della strada
antistante il lotto.
I lavori furono conclusi l'anno seguente e il 27 luglio del 1670 il nuovo luogo di culto fu solennemente
consacrato.
Nei decenni seguenti l'oratorio, dotato di tre altari, acquisì sempre maggiore importanza e fu arricchito
con affreschi, ex voto, sculture, arredi e quadri, tra cui il Gonfalone con i santi Benedetto e Girolamo e
l'Adorazione del Santissimo di Pier Antonio Bernabei.[5] Divennero oggetto di particolare devozione,
oltre alle reliquie conservate nell'altare maggiore, due dipinti considerati miracolosi, raffiguranti
la Madonna della Pace,[4] portata a Parma da Roma dal priore della Compagnia del Santissimo Gian
Antonio Buci,[3] e la Madonna del Popolo.[4] La cerimonia più solenne, accompagnata a partire dal
1753 dalle musiche appositamente composte dal Maestro Francesco Poncini, si svolgeva ogni anno in
occasione della festa dell'Incoronazione della Vergine.[2] Nel 1801 la pala della Madonna della Pace fu
arricchita con un'ancona lignea progettata da Prospero Cristiani e dipinta dal pittore Antonio Bresciani.
[1]
Nel XIX secolo la gestione delle proprietà della confraternita passò alla vicina parrocchia di San
Benedetto; il luogo di culto fu gradualmente abbandonato ma per anni rimase aperto al culto;[2] nella
seconda metà del secolo, da bambino san Guido Maria Conforti era solito frequentarlo e gli rimase
molto legato anche in seguito, tanto che nel 1907 fece recuperare il Crocifisso in cartapesta che vi si
trovava e lo pose sull'altare maggiore del duomo.[6]
Dopo la soppressione della confraternita agli inizi del XX secolo,[2] nel 1913 l'oratorio fu
sconsacrato[7] e trasformato in officina meccanica, con la realizzazione del nuovo pavimento in
cemento, del gabbiotto per il portiere e del nuovo ampio ingresso con rampa per i veicoli sul luogo
dell'antico portale.[2] Gli arredi sacri, le statue e i dipinti furono dispersi: la pala della Madonna della
Pace fu collocata nella chiesa di San Pietro e Santa Maria della Pace di Marzolara;
[8] il Crocifisso venerato dal Conforti, dopo alcuni anni di esposizione nel duomo, fu infine spostato
nel santuario della casa madre dei Missionari Saveriani;[6] delle altre opere d'arte si persero invece le
tracce.[5]
In seguito l'ex luogo di culto fu adibito a garage e, a partire dal 1985 circa, a magazzino di un grossista
di abbigliamento; alla fine del secolo fu completamente chiuso e abbandonato.[9] Il terremoto del 20
maggio del 2012 lesionò la facciata dell'edificio.[10]
Nel 2015 l'ex oratorio fu acquistato all'asta dai collezionisti Lucia Bonanni e Mauro Del Rio, che lo
sistemarono parzialmente e adibirono a spazio per mostre e incontri, inaugurato il 2 aprile del 2016.
[9] Nei mesi successivi l'edificio fu restaurato e infine riaperto il 18 marzo del 2017.[11]
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Seconda lezione.
Avanguardie storiche, primi decenni del novecento.
Ambienti futuristi balla e Depero
Ambienti costruttivisti
Ambienti dada e surrealisti
Nelle opere che vengono fatte negli anni 70 e 80 del novecento risultano importanti gli esempi forniti
dalle avanguardie storiche. I futuristi avevano già ipotizzato una relazione con l’ambiente al di fuori del
museo, ma solamente dal punto di vista teorico, non portarono mai queste teorie sul campo. Inoltre le
loro teorizzazioni riguardavano solo la scultura. Umberto Boccioni nel 1912 aveva affermato nel “
Manifesto tecnico della scultura futurista” che bisognava rompere la tradizione scultorea, e dire che
anche opere pluri-malaterali potevano essere delle sculture”.
Boccioni quindi è contro l’usare una sola materia per fare una scultura, ma invece vuole sperimentare
più materiali. Il polimaterismo è debitore da Picasso che aveva fatto pochi anni prima.
La prima opera ambientale tout court\totale può essere rintracciata nella scenografia di Balla è , Feu
d’artifice 1916 ->una scenografia priva di elementi decorativi. Si trovano solo delle forme, con più
materiali, e quindi polimaterica. Idea della luce per le strutturazioni di un ambiente, che avrà molta
importanza con le opere di Fontana ( che aveva ben chiaro le strutturazioni futuriste). La luce elettrica
diventa un elemento fondamentale sia per Fontana che i futuristi, riesce a imporre dinamismo alla
scenografia. Il dinamismo, luce elettrica, polimaterico erano elementi fondamentali per il futurismo, e
vengono riportati anche nelle sperimentazioni di ambienti fatti nei primi anni 20 del 900.
CASA DI BALLA
Altro intervento di arte ambientale- casa di artista di Giacomo Balla dove visse e lavorò dal 1929 alla
sua morte 1958.
Decorazione espansa perché riguarda tutta la casa. L’arte diventa la loro quotidianità, sconfina nell’uso
di oggetti di uso, con una fusione di arte e vita. La casa diventa un laboratorio che viene sempre
modificato, è un luogo di sperimentazione. Arte non è più qualcosa di circoscritto, ma è qualcosa che
vuole riplasmare gli ambienti di vita. Camera delle figlie, Elica e Luce.
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RUSSIA.
L’idea di arte totale trovava riscontro in diversi paesi, e in diverse personalità. Troviamo la
decorazione totale anche in Russia con i costruttivisti che iniziano nel 1915, dove sperimentano il
polimaterico.
Vladimir Tatlin, aveva iniziato a fare opere nel 1914 dopo un viaggio a Parigi, dopo avere visto i
lavori polimaterici di Braque e Picasso. Sia i costruttivisti russi che i futuristi italiani sono debitori ai
lavori polimateriali di Picasso e Braque. Farà le sue prime opere tridimensionali nel 1915, dove le
opere occuperanno due pareti, in particolari gli angoli.
Ci interessano le sue opere perché si sviluppano nell’ambiente andando oltre il
classico spazio del dipinto. Lui va a interagire con due Pareti.
L’uso di linee verticali o primarie non si vede solamente nella pittura ma anche nel design e
nell’architettura.
-> Gerrit Rietvelt “ sedia con elementi gialli e rossi” oppure ad
-> la casa Schroder di Gerrit Rietvelt che usa gli stessi elementi formali dell’arte di Mondrian ( colori
primari e linee verticali e orizzontali).
Tutti questi artisti mettono le proprie teorie in ambienti totali, sono opere che hanno ancora un concetto
decorativo, come per il Caffè Tik Tak di Balla. Mentre per l’opera di El Lissitzky è un opera vera e
propria non ha una funzione decorativa.
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GERMANIA\SVIZZERA\FRANCIA
Sono luoghi importanti per lo sviluppo dell’arte ambientale perché si sviluppano il dadaismo e
surrealismo, nascono e continuano in continuità, ed inoltre presentano molti punti di contatto.
Un esponente non molto noto ma che fornisce un importante apporto allo sviluppo dell’arte ambientale
è Kurt Schwitters, con l’opera Merzabau, non è astratto è un ambiente pieno di cose. Le opere di
Schwitters spesso sono un insieme tra assemblage e decoupage, dove mette oggetti di uso comune e
colori. Spesso nelle sue composizioni mette oggetti trovati, oggetti che fanno parte della vita
quotidiana.
Merzabau 1923 opera che porta avanti fino alla sua morte 44, un opera andata distrutta di cui si
conservano solo le foto. L’ opera che viene pensata all ‘interno del proprio studio, opera simile che
possiamo ricollegare in qualche maniera alla Casa di Balla.
Lo spazio di vita dell’artista che si trasforma fino a diventare un’opera di ambienta totale. L’opera
inizia a nascere intorno a una colonna per poi allargarsi a tutta la superficie messa a disposizione della
stanza. È un’opera in cui si possono trovare oggetti comuni che lui trovava, e che nel corso della sua
vita vuole inserire. All’interno ci sono delle porzioni di ambienti che rimandano alle persone che
frequentava Schwitters, come se fossero le stanze ritratto della casa di Balla.
In ogni cavità\porzione abbiamo un oggetto che allude alle relazione e legami che lui aveva, e che
aveva avuto con le persone. La concezione spaziali si distacca dalle precedenti sperimentazioni avute
prima, è uno sviluppo astratto, ma non si sviluppa per sottrazione, ma per somma.
Non è un intervento piatto ma tridimensionale. Queste saranno le caratteristiche degli ambienti del
dopoguerra. Si va Distruggere la concezione di spazio legato alla sole mure, le pareti vengono
annullate, andando a creare un ambiente quasi totale.
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DUCHAMP
Marcel Duchamp con i suoi ready made, e principale esponente del movimento dada ha anticipato
molte tendenze degli anni 60 e 70 tra cui la pop art e l’arte concettuale. Viene ritenuto come il
principale protagonista dello sviluppo dell’arte contemporanea.
Le opere delle avanguardie vengono ripensate e ripresentate nel 1977 alla biennale di Venezia, dove si
ripropone al pubblico un riallestimento di una precedente Biennale.
Opere di Duchamp: Radymade-> opere formata da un insieme di oggetti della vita quotidiana. La
portata rivoluzionaria di queste opere è attribuire all’ oggetto un valore diverso rispetto a quello che
aveva nella vita quotidiana-> ovvero attribuire un valore estetico.
Si da importanza alla scelta dell’artista, all’atto concettuale che vi è dietro questa scelta. Non interessa
più l’atto manuale come il plasmare il materiale.
Es “ in anticipo del braccio rotto( pala appesa)” un badile che viene firmato dall’ artista nella presa del
manico. La spiegazione che fornisce un artista è che senza una pala per rimuovere la neve si potrebbe
cadere e rompersi il braccio. Si tratta di un’opera che parla di associazioni imprevedibili, che si
collegano ai concetti che vengono sviluppati dai surrealisti.
L’artista per creare ancora più sgomento nel pubblico decide di posizionare la pala da neve sul soffitto,
una scelta che viene fatta direttamente da Duchamp. Così come la ruota di bicicletta univa due oggetti
non collegati, uno sgabello e una ruota di bicicletta, che è un insieme imprevedibile quasi ad anticipare
il concetto di unione imprevedibile fatta dai surrealisti, anche qui una pala di neve sul soffitto produce
un effetto di stordimento.
Trebuchet-> termine che significa trabocchetto. Un appendino che si trovano appesi alla pareti,
l’oggetto è decontestualizzato perchè l’artista non decide di appenderlo alla parete, ma di allestirlo sul
pavimento. Un opera che se appesa alla parete ha una determinata funzione se l’allestiamo invece sul
pavimento può diventare una trappola, per fare inciampare le persone. Sono delle opere che hanno un
risvolto ironico però fortemente spiazzante per chi guarda.
Lo studio dell’artista puo diventare un luogo per l’elaborazione estetica di spazi, in questo caso non si
tratta di un intervento esteso all’intera abitazione come poteva essere nel caso di Balla, ma di un
elemento rilevante-> di una porta che consentiva chiudere sia la stanza di lavoro dell’ artista, che il
bagno, quando un locale era chiuso l alto rimaneva aperta. Si aveva un’ unica porta per entrambi gli
ambienti. È un congegno fatto da Duchamp. diventava un’ambivalenza irrisolvibile, e questo che
voleva dare come significato all’ opera.
Oltre i readymade sono importanti per il tema che trattiamo due allestimenti che Duchamp fa insieme ai
surrealisti. Molti degli appartenenti al movimento dada avevano poi partecipato al surrealismo, infatti li
possiamo ritenere come due movimenti conseguenziali.
1. Mostra internazionale del surrealismo organizzata nel 1938 dopo il Manifesto del Surrealismo
che era del 1924. Qui Duchamp ha una doppia funzione da artista e allestitore. . Duchamp nella
prima mostra ha un ruolo importante, sia come artista ma anche come curatore. Marcel
Duchamp viene indicato nell’opuscolo della mostra come ideatore e anche come colui che tira
le fila di questa mostra.La mostra è divisa in 3 parti, costituita dal Vaio di ingresso dove ad
accogliere gli spettatori c’è un elemento anticonvenzionale, ovvero il taxi creato da Salvator
Dali, un oggetto spaziante. Quello che ci interessa è quello che avviene all’interno della sezione
intitolata “ la città surrealista” formata da un insieme di strade immaginarie, idealizzata da più
artisti surrealisti come se fosse un opera corale.
Quello che ci interessa è quello che avviene all’interno dove si sviluppa una sezione intitolata “
la città surrealista” dove vengono poste delle strade immaginarie. La seconda sezione era stata
riconfigurata da Duchamp la cui finalità era quello di creare un effetto di straniamento negli
spettatori per coloro che avrebbero varcano la soglia. Si tratta di una vera e propria esperienza
totale che non avveniva solo con il senso della vista, ma anche con i sensi di tatto e di olfatto.
Ai quadri delle pareti si vedono dei quadri realizzati dai membri del surrealismo, e pero inseriti
in questo vero e proprio ambiente che doveva generare un esperienza altra che andava oltre la
vita quotidiana che doveva fare sognare e far fare una esperienza onirica. Il fatto che ci fosse un
letto rimanda ci rimanda alla componente del sogno e quindi all’esperienza non diretta nella
realtà ma in un altro mondo. sempre legato all’ambiente surrealista.
2. Altro contributo importante dato all’arte ambientale da Marcel Duchamp avviene quando si
trova in America, molti artisti in questo periodo erano emigrati a Ny, dove il centro delle
avanguardie si era spostato in America. New York si trovano delle figure di spicco per lo
sviluppo dell’arte delle avanguardie-> Peggy Guggenheim che fonda a NT un importante
Galleria nel 1942 intitolata “Arte del secolo”, dove venivano sperimentati nuovi spazi per
potere esporre arte di avanguardia. Non spazi asettici, ma spazi interamente riconfigurate per
potere accogliere le opere di avanguardia. La galleria era stata progettata da pareti curve e
cornici anticonvenzionali. Per fare vedere un nuovo fermento che si trovava negli usa negli anni
40.
3. Un importante mostra surrealista si svolge a Ny nel 1942 intitolata first papers of surrealism,
Duchamp è sia artista che organizzatore, decide di appendere le opere di avanguardia su dei
pannelli, come un allestimento tradizionale, ma questo insieme di pannelli, viene in realtà
immerso in un qualcosa di straniante. L’artista usa un filo che attraversa lo spazio come se fosse
una ragnatela estesa a scala ambientale. È interessante perché questa sua installazione fa
cambiare il modo in cui lo spazio viene fruito da chi andava a vedere le mostra. Se i pannelli
avrebbero implicato un attraversamento canonico dello spazio, la presenza della ragnatela fa si
lo spettatore sia coinvolta in maniera più attiva perchè per muoversi dovevano spostare questi
fili, come se fosse fare scoprire la mostra allo spettatore. Possiamo dire che è interessante come
si fonda l’insieme di allestimento e di opera a scala ambientale. L’ allestimento della opera
diventa tutto lo spazio che si ha disposizione.
4.
Sperimentazioni della seconda metà del secolo.
Nouveau Realisme-> movimento artistico fondato nel 1960 da P. Restano e da pittori e scultori che
intendevano proporre una realtà colta nelle sue stesse materie, oggetti, e impronte. Il lancio del
manifesto avviene alla Gallerie Apolinnaire nel 1960. Ha il suo asse di azione tra la Francia e l’Italia in
particolare a Milano dove molti degli artisti lavorano. Le caratteristiche principali realizzate dal
movimento è la ripresa di elementi tratti dalle immagini fornite dalle città, e vi è un forte interesse per
oggetto che spesso può essere anche banale ( oggetti usi, anche residui del vivere quotidiano). È
un’arte non priva di intendi provocatori, dentro le opere si possono trovare delle critiche alla società
quotidiana, viene criticata perchè sempre più basata sul consumo, una società che si stava basando sui
consumi di massa.
Jean tinguely. Hammage a New York 1960. Opere che non sono più opere nel senso classico che
stanno all’interno della cornice ma che tendono a uscire, e diventare degli ambienti. Viene realizzato
nello stesso anno del manifesto.
Hammage a NY è un’opera ambientale fatto di oggetti defunzionalizzati che vengono riuniti per creare
una macchina inutile. E attraverso questa opera ambientale vuole ironizzare sulla tecnologia e
all’industria. Tutti gli oggetti che vengono assemblati si muovono attraverso un motore, e compie dei
movimenti contorti, come se fossero dei movimenti inutili. Opera che insieme celebra e allo stesso
tempo deride la civiltà delle mappe.
Il rifiuto urbano e quello che viene scartato dalla società caratterizza l’opera di Arman.
Le Plein-> viene realizzato in Galerie Iris Clert. Manca l’idea del movimento. Non si concentra sulla
produzione, ma sul post-produzione sull’accumulo di cose. È un’opera che lavora per accumulo
richiamando Merzbau di Kurt Schiwitters, un opera che viene fatta nella casa studio. 1923- 1944.
L’opera di Arman nasce come risposta di un lavoro di Klein fatto nella stessa galleria due anni prima.
Yves klein fa delle opere che sono differenti rispetto agli altri partecipanti al Nouveau Realisme. I suoi
lavori è centrato sulla sperimentazione di una pittura monocromo, copia che avanguardie storia
avevano sperimentato. La cromaticità un modo attraverso cui l’uomo riesce a registrare l’intensità del
cosmo in cui l’uomo vive, e voleva andare oltre il confine del mondo terrestre. Si concentra sul colore
blu, che allude all’immensità del cielo, e ritorna l’idea di riflettere su dimensioni altre rispetto a quelle
terrene. Lui arriva a brevettare una tonalità di blu chiamata YKblue- > che applica sia a opere che a
oggetti quotidiani. Il colore blu viene applicato anche a opere con convenzionali, come i quadri, ma
possono essere considerate come delle pre performance che vengono chiamate Antropometrie, che
possono anticipare la body art.
le vide ( il vuoto) 1958. Un opera che non procede per addizione, ma per procede per sottrazione. In
questa opera vuole estendere allo spazio reale( spazio della galleria), la sua idea di pittura monocrama
che aveva privilegiato il colore blu, mentre il blu viene richiamato solo nei tendaggi della galleria. Lo
spazio all’interno viene dipinto di bianco, idea di una pittura monocroma estesa alle tre dimensioni.
Bianco non colore. Nello spazio gli spettatori potevano entrare uno alla volta, e si voleva creare l’idea
del vuoto e del nulla. Pensa come fare fruire lo spazio perchè è determinante per capire il proprio
lavoro.
Christo. Tema del prelievo dell’oggetto comune. Avvolgere oggetti e anche porzioni di paesaggio
connota tutta la ricerca di Christo, facendo diventare qualcosa di altro l’oggetto che avvolto è come se
fosse misterioso. Poi opere di natura ambientale, dove interviene nel paesaggio urbano e territoriale con
opere.
Per vedere come gli artisti del Nouveau Realisme si vede come si comportano con lo spazio ambientale
e con lo spazio esterno del paesaggio.
Viene progettata una mostra Dylaby nel 1962 a Amsterdam, concepiscono una mostra che non ha un
curatore ma viene organizzata e promossa dagli artisti come succedeva nelle mostre surrealiste. Una
mostra concepita per ambiente, all’interno di ogni sala viene creato un ambiente di interazione.
L’ambiente di iterazione è dove lo spettatore è coinvolto in maniera attiva. Dylaby il titolo sta per
Dinamic Labirinto. Dinamico perché ci sollecita a una partecipazione attiva alla mostra.
Daniel Spoerri 8 sala III) una sala co allestimento classico, che pero viene ribaltata, qualcosa che gioca
sull’idea di ribaltare la visione tradizionale dell’allestimento.
Mostra. Hon. Moderna Museet. Stoccolma 1966. Mostra sono gli artisti a ripensare lo spazio
espositivo. La mostra è il momento in cui creare degli interventi ambientali. Sono un gruppo di artisti
che sono nelle fila del Nouveau Realisme.
Realizzano una scultura ambientale, con colori sfavillanti, un oggetto che si impone nello spazio per i
colori e per la dimensione. Scultura che rappresentava una scultura ambientale in cui all’interno ci si
poteva muovere, all’interno della cavità, e l’opera diventava anche l’ingresso del museo. Rappresenta
un percorso a tema con installazioni a tema un bar e un cinema. Il luogo del museo non diventa più un
luogo passivo, ma uno spazio in cui ci muove e con attività ludico partecipativo.
—
Inghilterra
Pop art
Mostra organizzata dagli artisti si rivela come un modo per vedere gli sviluppi di arte ambientale. La
mostra This Is Tomorrow. Mostra determinante per la storia dell’arte contemporanea perché ha
introdotto le prime opere che vengono etichettate come Pop art. Richard Hamilton realizza un collage
che viene impiegato per un manifesto della mostra. Il suo collage viene considerata come opere pop,
perché vengono inseriti all’interno immagini che sono tratti da materiali da stampa. Le immagini
rappresentano elementi della società dei consumi e di massa, come elettrodomestici e manifesti del
cinema. La riflessione sugli oggetti della vita quotidiana fanno parte delle teorie della pop art.
This is tomorrow una mostra organizzata da artisti che si riunivano sotto il nome di indipendent . Si
sviluppano delle riflessioni sulla nuova cultura popolare, in particolare quella americana con i film
western e la musica. Una cultura che stava rivoluzionando la cultura e l’immagina visiva. Le nuove
visioni vengono recepite all’interno della mostra.
—
Andy Warhol-> allestimento ambientali. 1961 magazzini Bonwit Teller. Artista che concepisce
l’allestimento dello spazio non deputato. Lui si forma come un grafico pubblicitario, poi si avvia alla
sperimentazione artistica. Allestisce la vetrina con 5 tele. Arriva a un pubblico più ampio. Allestimento
che permetteva di allargare la carica della sua opera, essendo all’interno di un contesto della società di
massa.
1964 Mostra personale alla Stable Gallery, uno spazio deputato che l’artista decide di riconfigurare per
presentare una delle sue opere più celebre-> brillo boxes, che erano delle scatole in legno, oggetti in
cui erano contenute le spugne abrasive prodotte dalla ditta Brillo.
L’allestimento occupa tutto lo spazio, andando ad allargare il significato dell’opera. Idea di creare un
rimando diretto al contesto a cui la sua stessa arte guardava-> il mondo del consumo e della società
contemporanea. L’allestimento così pieno rimanda alla produzione in serie della società di massa.
Mostra personale alla Leo Castelli Gallery, 1966. Una mostra che si allestisce in due spazi.
Nella prima abbiamo una tappezzeria in cui ricorre il motivo di una mucca, tornando il tema della
serialità. Una sala completamente riempita da un insieme di palloncini argentati, che si muovano
nell’aria, fluttuanti. Un’ opera che riconfigurano lo spazio promuovendo l’idea di una scultura effimera,
e il tema di queste strutture forgiabili che si muovevano nell’aria, e quindi si collegava ad una
esperienza ludica, il tema delle opere gonfiabili, era una cosa che si sperimentava in diverse mostre di
matrice collettiva.
Altrio artisti che gravitano nella pop art americana, George Segal che ricrea degli ambienti che
sembrano delle scene di vita quotidiana, come Cinema Dinner Table, dove pero ci sono dei modelli di
figura umana che sono rappresentanti con dei calci di gesso. Segal vuole fare una riflessione sulla
società basata sul consumo e sulla immagine data dai media, dove la soggettività dell’individuo viene
sempre in secondo piano. Le persone non sarebbero più uniche ma tengono a standardizzarsi.
Allan Kaprow negli anni 60 sviluppa nei propri scritti un concetto di ambiente. Gli interventi si
possono associare al Nouveau Realisme, oggetti che invadano lo spazio per accumulo. Lui dice che il
modo di trattare lo spazio deriva dal modo di trattare lo spazio da Pollock, si guarda a lui per vedere
come l’arte invade lo spazio. Pollock per primo aveva staccato il quadro dalla verticalità del cavalletto,
e per produrre le loro opere le aveva adeguate per terra, e per realizzarle doveva girarle attorno. La
pittura con Pollock inizia ad avere una scala ambientale, entra nello spazio dell’orizzontalità dove
camminiamo.
L’opera non viene più creta all’interno dello studio, ma messa a disposizione della massa.
Happening
Happening:-> Forma d’arte-spettacolo che, ricorrendo a mezzi diversi (pittorici, musicali, teatrali), si
basa sull’improvvisazione dell’azione, svolta generalmente in ambienti non convenzionali e con il
coinvolgimento del pubblico.
Caratteri distintivi:
- Superamento del confine tra arte e vita
- Teatralità
- Associazioni tra generi diversi.
- improvvisazione e casualità
- coinvolgimento del pubblico
- importanza della fotografia, delle registrazioni audiovisive e del video come documentazione
dell’evento
cronologia fine anni cinquanta\inizio anni 60.
Lucio fontana e gli ambienti spaziali
Inizia a realizzare i suoi ambienti nel 1949, fino alla sua morte che avviene negli anni 70. 1949
ambienti spaziali. Fino ad opere realizzata alla sua morte negli anni 70.
Lucio Fontana nasce a Rosario ( argentina) 1899 e muore in italia nel 1968. La sua formazione avviene
a Milano alla accademia di Brera. Nei primi anni 30 inizia a lavorare all’interno del gruppo di artisti
astratti che lavoravano attorno alla galleria del Milione. Qui farà anche la sua prima esposizione.
Modello per la Fontana commemorativa di Giuseppe Grandi, un progetto che poi non venne realizzato,
l’idea di base era quella futurista ( viene ripresa da Umberto Boccioni), una scultura con una
dimensione spiraliforme che intendeva abbracciare l’ambiente. Viene messa in
relazione con l’opera di Boccioni Sviluppo di una bottiglia.
Scultura realizzata per il salone della vittoria nel 1936, una scultura che
dialoga con lo spazio della triennale di Milano. Crispolti ( storico dell’arte)
afferma che aveva una espressività quasi barocca che poi si ritrova anche in
alcune installazioni ambientali.
Importanti in fontana è la dimensione teorica che esprime all’interno di alcuni
manifest,. a causa della seconda guerra mondiale torna in argentina, dove
redige il suo primo manifesto chiamato Manifesto Bianco.
Manifesto Blanco-> si afferma il desiderio di un superamento della pittura e
della scultura, della poesia nel senso tradizionale per avere una tensione sperimentale e per superare le
tensioni che vi erano tra le varie discipline.
Questi anni sono anni di grandi cambiamenti per il mondo, sia per le novità delle scoperte
informatiche-scientifiche. Inoltre il fatto che gli uomini volessero scoprire nuovi orizzonti come le
esplorazioni dello spazio incide anche sull’ambiente artistico. infatti del 1947 è il manifesto dello
spazialismo.
Manifesto dello spazialismo-> si esprime la necessità di fondere “ scienza e arte in modo che i gesti
compiuti da una delle due attività possano appartenere anche all’altra”, affermando inoltre che gli
artisti anticipano i gesti scientifici, i gesti scientifici provocano quelli artistici.
Qui afferma che gli artisti anticipano i gesti scientifici, e poi che i gesti scientifici anticipano quelli
artistici.-> i due linguaggi parlano sempre tra di loro. Fontana è favorevole al progresso scientifico. Poi
abbiamo un altro manifesto artistico.
Per Fontana lo spazio non è considerato un vuoto ma una materia da modificare. Nel 1949, anno
importante nella ricerca di fontana, inizia due cicli di opere che caratterizzano la sua ricerca: il cui
nome è
⁃ concetti spaziali-> prende la tela dipinta in modo monocromo andandola a perforare con un
punteruolo, fondendo il linguaggio pittorico da quello scultoreo. L’opera è una tela dimensionale, ma
usando il punteruolo che è uno strumento della scultura, trasforma la superficie bidimensionale, in uno
spazio tridimensionale. Portando un cambiamento nello spazio. L’artista considera la tela come un
contenitore di spazio, come se si volesse andare oltre la tela. I buchi e poi i tagli che vengono fatti sulle
tele non hanno un valore distruttivo, ma vogliono comunicare che si può andare oltre la tela e il suo
spazio. Lo dare ancora maggiore importanza e risalto allo spazio oltre la tela viene inserita una garza
nera, che permette di dare profondità e spessore.
⁃ Ambienti spaziali. Vengono concepiti parallelamente a concetti spaziali. Il primo ambiente
viene realizzato nella Galleria il Naviglio di Milano. Doveva essere una mostra dove erano esposti i
concetti spaziali, ma decide di fare una mostra dove vengono
inserite anche delle opere ambientali dove vengono usati la luce
elettrica e altri materiali.
L’intervento del 49 aveva una forma arabesca. La forma viene ripresa nel
1951 con la “ la luce spaziale” della triennale di Milano. La triennale di
Milano del 51 aveva un edizione importante e che era dedicata alla
sintesi delle arti, e quindi parlava della collaborazione tra le varie arti.
Fontana viene chiamato a collaborare, e realizza questa opera con un
tubo a neon. L’arabesco luminoso era appeso su un soffitto blu,
dipinto per l’occasione. Si procede per un contrasto tra le forme
razionalista del palazzo della triennale in contrasto appunto con le forme spiraleggianti dell’ opera di
fontana. La forma spiraleggiante allude a una forte tensione dinamica.
L opera del 1951 viene realistica nel palazzo del novecento.
L’opera del 49 occupava uno spazio intero, invece nel 51 si aveva solo una parte.
Biennale di Venezia 1966. Un ambiente giocato sul colore del bianco, minimalista. Al cui si accedeva da un
vano a forma di ellisse, e tutto all’interno aveva una forma ellittica. All’interno in un percorso quasi labirintico
aveva allestito 5 delle tele forate, incastonate in delle edicole che erano state fatte dall’architetto scarpa.
Artisti derivanti da Lucio Fontana
Artisti più giovani che si iniziando ad affacciarsi sul piano artistico all’’inizio del Novecento.
Usano dei materiali artificiali e in diretta continuità con quello che fontana aveva iniziato a
sperimentare.
Usano il lavoro di Lucio Fontana come base della loro arte.
Arte cinetica forma d’arte che impiega il movimento, reale o virtuale come mezzo di espressione, e si
pone in antitesi a ogni concezione dell’oggetto artistico come forma statica. Si avvale sia del moto
originato da meccanismi, sia del gioco di luci variabili secondo un programma predisposto.
L’arte cinetica voleva fare uscire l’arte dall’isolamento che aveva nei musei, per farla diventare una
scienza dei laboratori.
Cinetico-> nel senso di movimento, qualcosa di contrapposto alla staticità, che era dell’opera classica.
Entrano in campo la componente tecnologica, come per esempio dei motori elettrici, e la luce che
aveva già sperimentato Fontana.
Il gruppo dell’arte cinetica si oppone all’idea dell’artista romantico come singolo, invece intende essere
artista facendo parte di un gruppo. Alla fine degli anni 60 vengono creati due gruppi
1) Il gruppo T
2) Il gruppo N
I quali condividono una serie di sperimentazioni. L’artista non è più da considerare come un artigiano,
ma diventa un lavoratore tecnico.
Non cambia solo la concezione dell’artista ma anche i materiali che vengono usati-> sono materiali
industriali che vengono usati per le sperimentazioni.
Al centro vi è l’idea di dinamismo che può essere sia un movimento reale spesso generato da un
meccanismo o da un movimento percepito.
In italia quando ci riferiamo a questo segmento dell’arte ci riferiamo al concetto di arte programmata->
perché molte opere realizzate in questi ambienti sono l’esito di un programma stabilito dagli artisti,
concepito come un programma architettonico.
Nel 1965 in italia si affermano l’arte cinetica in italia. L.V Masini da una chiara definizione dell’arte
cinetica.
Sono delle opere seriali, perché non interessa quello che viene prodotto ma il concetto che vi è dietro, il
messaggio che riescono a veicolar-> che si possono ricollegare in un certo modo i ready-made di
Duchamp che non interessa l’oggetto ma il pensiero fatto dall’artista per scegliere quel determinato
oggetto.
Il concetto di arte programmata nasce nel 1962 quando viene fatta la Mostra “ Arte Programmata” tra il
1962 e il 1962-> l’opera viene considerata come un qualcosa che si apre che riesce a ricevere vari
stimoli.
Gruppo T
Il Gruppo T viene fondato a Milano nel 1959. La T sta per tempo riferimento di movimento e di
dinamismo. Le opere che vengono fatte dal gruppo sono sia oggetti che ambienti, dove è fondamentale
il contributo delo spettatore che può avere una diretta relazione e interazione con l’opera. Le opere
devono stimolare lo spettatore attraverso i sensi con cui fruisce l’opera.
Per Argan quello che interessa non è il singolo, ma il senso inizia a esistere nella immagine che si
forma in chi guarda attraverso gli stimoli che riceve da queste opere.
Uno dei primi lavori Davide Boriani “ Superficie Magnetica”. Una
superficie dove dietro vi sono delle calamite che fanno muovere la sabbia
di ferro che è contenuta all’interno. La struttura ha una forma cilindrica
dove è divisa in sezioni, che contengono le varie parti di sabbia dove si
può appoggiare.
Dietro vi è un motore che fa muovere le calamite. La polvere di ferro si
muove contemporaneamente e sempre, quindi è lo spettatore a decidere
quali parti vedere, e che immagine ricordare dell’opera. La percezione e la forma dell’opera viene
decisa da chi guarda.
Gruppo Grav è un gruppo di ricerca artistica visuale. Gli artisti realizzano degli ambienti a cui viene
dato il nome di labirinto. Labirinto ci riporta a una struttura architettonica dove vanno a cadere le
coordinate spazio temporale, che si concentra sul concetto di disorientamento. Lo spettatore veniva
intaccato tramite un percorso in cui venivano stimolati diversi sensi.
Quello da senso al progetto è quando viene fruitore da qualcuno. L’ osservatore ha un ruolo attivo
anche nei lavori di GRAV.
Ambienti minimalisti, concettuali e post concettuali.
Minimal art, arte concettuale, ambienti concettuali tra Stati Uniti e Italia.
Minimal art-> termine coniato nel 1965 dal Filosofo inglese Richard Wollhein nell’omonimo sulla
rivista Art Magazine.
La minima art è una corrente sviluppatesi tra il 1960 e il 1970 negli stati uniti. È caratterizzata da forme
semplici derivate dalla geometria elementare, da strutture modulari e seriali e dall’uso di materiali della
moderna tecnologia industriale. Con un intento programmatico di denuncia dei limiti raggiunti dalla
pop art hanno teso alla realizzazione di opere che si presentano come sintesi tra architettura e pittura ed
enviroment.
Gli ambienti e le opere minimali rimuovo dalle opere ogni traccia di emotività e gestualità che erano
alla base dell’espressionismo astratto. Tolgono il richiamo alla società dei consumi si tratta di un arte
fredda e geometrica-> facendo ricorso a forme elementari e geometriche che possono essere presentate
insieme oppure singolarmente. I materiali che vengono usati sono i materiali industriali e non più quelli
che erano tipici del linguaggio classico dell’arte. Un processo che in Italia era già stato pensato da
Fontana.
Donal Judd” non è necessario per un lavoro avere molte cose da guardare, comparare, analizzare una a
una, contemplare. La cosa come un intero, le sue qualità come un intero, è questo ciò che è
interessante. Le cose importanti sono le sole e sono le più intense, chiare e potenti”.
Minimal Art pittorica-> il termine viene usato per definire quei lavori caratterizzati da forme semplici e
che usano pochi colori, per permettere di mettere in evidenza “ il fare arte”-> i segni
che la pennellata lascia sulla tela e il procedimento.
Frank Stella ->il suo lavoro manuale consiste nel riempire gli schemi
regolari stabiliti sulla tela con dei tratti uniformi.
Morris nei primi anni 60 aveva già lavorato sulla percezione dello spazio dell’opera che ha il visitatore
con Passageway. È un ambiente che viene ricostruito all’interno degli spazi del loft, che era diventato
una galleria d’arte di Yoko Ono, diventando uno spazio di arte sperimentale. Morris decide di fare un
corridoio curvilineo dove al fondo si sentiva un ticchettio di un orologio e il battere di un cuore->
portando lo spettatore ad avere una esperienza totale. Gli spettatori dopo essere arrivati in fondo al
corridoio si rendono conto che si arriva a un punto morto, dovendo quindi tornare indietro. Il vano non
portava a nulla, ma provocava un senso di straniamento e destabilizzazione emotiva nel fruitore. Si
trattava di un attraversamento emotivo e fisico, infatti dal pubblico veniva concepita come frustrante e
distruttiva.
Carl Andre.
I suoi lavori sono correlati con gli spazi di esposizioni, è allievo di Frank Stella e come lui voleva
togliere dalla pittura la personalità dell’artista. Lui non la applica alla pittura ma alla scultura. Fa
moduli regolare in metallo come se fosse una scacchiera che viene posizionata sul metallo e poi sul
pavimento.
I materiali utilizzati per riconfigurare determinati spazi, e per riconfigurare spazi di pavimenti. Ritorna
il tema della ripetitività e della serialità che caratterizzano delle opere minimalisti.
Donald Judd.
Le sue opere non hanno un titolo perché non vogliono fare riferimento a
luoghi o persone, ma vogliono solamente essere degli oggetti che sono
presenti nel qui ed ora. Sono forme geometriche fredde e realizzate con
dei materiali industriali. Sono un insieme di forme elementari che si
ripetono per moduli. Qui si inizia a sviluppare il concetto di Specifc
Object, che vengono collegati qui per la loro forma e per essere presenti in
quel determinato spazio.
Più si riduce più si produce delle forme che hanno un impatto dirompente
su chi guarda
Dan Flavin riconfigurazione di spazi museali. Guggenheim nell’atrio spiraliforme, intervento di Dan
Flavin si relaziona con l’atrio del museo. Lo spazio viene mercato con
questa colonna di luce. Luce che si ripropone anche nel lungo corridoio
spiraliforme del museo. Una luce irradia l’ambiente di rosa.
Bruce Nauman.
- Green Light Corridor 1970. L’ambiente è un corridoio che ha
all’interno una luce al neon che segue tutta la lunghezza
dell’installazione.
- Live-Taped Video Corridor, viene inserito anche il video.
Installazione di due monitor lungo il corridoio lungo e stetto. Il
monitor più in alto dove abbiamo anche l’elemento del video.
Installa due monitor alla fine del corridoio lungo e stretto. Il
monitor più in alto trasmette una registrazione di una telecamera
posta all’inizio del corridoio, che viene posta alle spalle del visitatore, e poi dopo entrando ci si
entra nel corridoio, abbiamo una immagine resa dalla seconda telecamera che sembra più
piccola dello spettatore.
Esperienza fortemente disturbante.
L’uso del video vuole scardinare le nostre concezioni ambientali, e quello che percepiamo quando ci
muoviamo nello spazio.
Arte concettuale
Forma dell’arte d’avanguardia contemporanea nata negli anni 60, il cui fine è di giungere a una
realizzazione intellettuale e teoretica, rifiutando l’oggetto e valorizzando il processo, lo schema
concettuale per mezzo del quale vi si arriva. L’arte concettuale si libera dalla sottomissione al materiale
e si volge prevalentemente alla progettazione e all’ideazione di un opera. La ricerca non è rivolta alla
creazione di qualcosa di tangibile, ma alla concettualizzazione di un’immagine. viene applicata a delle
esperienze molto diverse tra di loro, dove non si giudica più l’opera in base all’oggetto estetico ma si
cerca di fare pensare allo spettatore al lavori che vi è dietro.
La base sostanzialmente riguardano il passaggio concettuale che vi è dietro.
Arte processuale che nasce in contrapposizione alla minimal art. l’arte processuale pensa che l’arte non
sia qualcosa di studiato, ma tenta appunto di porre l’attenzione sul processo creativo che fa l’artista
quando decide di produrre un’ opera.
Robert Morris è colui che diede l’avvio all’arte processuale. Le opere non hanno delle forme che
vengono progettate in precedenza come potevano essere quelle della minimal art.
Opera emblematica sono i “ Pezzi di Feltro” non sono ambienti, ma sono elementi che si relazionano in
maniera diretta con l’ambiente. Sono pezzi di feltro appesi al soffitto. Questo tipo di progettualità
prende una dimensione più di tipo installativo ambientale, nel 1969 con Continouous Project altered
Daily.
Una mostra di una durata di un mese organizzata nella Leo Castelli Gallery, dove l’artista cambia
giorno per giorno la disposizione delle cose e dei materiali, in cui troviamo anche l’ambiente
Continous…
Progetto continuo in continuo cambiamento per tutti i giorni è il titolo che Morris da alla sua opera, per
rivendicare e sottolineare i cambiamenti che pone tutti i giorni alla sua opera.
Eva Hesse critica la staticità della minimal art e le strutture. Infatti le sue opere sono fatti di forme
morbide e sinuose.
L’opera è fatta con materiali poveri. Che poi verranno ripresi anche dagli artisti dell’arte povera.
Il termine arte povera si attribuisce al critico Germano Celant inventa per definire il lavoro
sperimentale fatto da giovani artisti italiani che lavoravano tra Torino, Genova e roma. Gli anni in cui
nasce l’arte povera sono gli anni delle contestazioni universitarie che coinvolgono il mondo dell’arte e
della cultura. Le opere prodotte da questi artisti sono spesso non oggetti, ma dei processi che
avvengono in un tempo definito e spesso coinvolgono gli stessi spettatori.
Come l’opera di Michelangelo Pistoletto “ sfera di giornali “ 1966. Si tratta di giornali pressati quindi
un materiale povero che l’artista
insieme ad altre persone spingeva per
le strade di Torino.
Il tema
dell’impiego di materiali poveri che creavano nuovi processi emerge
ancora nei lavori di Pistoletto “venere di stracci “ 1967, è un calcolo di
una venere classica, simbolo dell’arte classica, di cui non vediamo il
volto, il suo corpo è immerso in un masso di stracci colorati, che creano
con il loro dilatarsi creano una quinta teatrale intorno all’opera.
Mario Merz dedica il suo lavoro alla sperimentazione e di forme primarie da cui si sprigiona un
energico a quasi vitale. L’ artista si concentra sui fondamenti della vita-> il tema dell’abitare diventa
uno dei temi fondamentali nella sua ricerca. Uno dei suoi maggiori progetti è Igloo che vengono creati
con materiali eterogeneo dal 1977, usa dei materiali come possono essere vetro oppure elementi
naturali. In alcuni dei suoi Igloo arriva a mettere la sequenza di Fibonacci. c Il lavoro di Mario Merz si
trova anche nella metropolitana di Napoli
Luciano Fabro In-cubo scatola, del 1966. Una struttura ambientale che genera una superficie
ambientale autonoma, che ha che fare con la misura del corpo, una relazione con lo spazio dell’uomo e
che quale spazio il corpo umano va occupare lo spazio. La posizione che l’artista assume si ricollega
alla forma dell’uomo vitruviano. Gli artisti che ruotano attorno all’arte povera, si trovano nelle vicende
espositive della Galleria l’attico, a Roma.
Galleria dell’attico, fine anni 60 e inizio arte 70 che da piena libera agli artisti, in modo che all’interno
si possono realizzare delle vere installazioni, con l’uso di materiali poveri e una processualità molto
libera ma delle volte lasciata anche al caso.
Pino Pascoli il mare esposto nella galleria all’attico, un’opera che riempie quasi completamente lo
spazio della stanza. Connotare lo spazio espositivo come uno spazio lavorativo e laboratoriale.
Installazioni che mettono in funzione arriva del visitatore.
Robert smithson spiral Jetty, 1970. Si tratta di un molo a forma spiraliforme, che si trova in un lato salato nello
Uta.
Viene scelta la forma dell’ aspirale perché è una forma primordiale. Inoltre v8 era una leggenda dove si pensava
che la centro del lago ci fosse un imbuto che collegasse il lago salato al mare.
James Turrell. roden crater. 77 si tratta di un vulcano spento che lo vuole trasformare in un in un osservatorio
per potere vedere il cielo nelle diverse ore del giorno. É un osservatorio che si può usare e le persone possono
entrare per misurarsi con la grandezza dello spazio.
-.-
Italia. Land art. Alberto burri. Il grande cretto 1984-1989. Unico intervento ambientale. Di grande
impatto che viene fatto a Gibellina che era un paese stato raso al suolo a causa di un terremoto, e hanno
cercato con questo opera di risarcire e risistemare questo danno subito dal terremoto. Burri lavora sulle
macerie del terremoto, e realizza una colata di cemento bianco, dove vengono ricoperte le macerie del
paese. All’interno della colata ci sono dei solchi dove si può camminare, vengono ripreso da questi
solchi i borghi e le strade del paese quando era ancora in piedi. Vuole revocare la storia del paese
tramite una installazione ambientale,
Giardini d’artista. Come gli artisti hanno ripensato il tema del paesaggio, ma della dimensione del
giardino. Hamilton Finlay, little sparta, decide di intervenite in un area abbandonata , che doveva
essere riconfigurato dall’uomo. Decide di intervenire prendendosi cura delle piante e installando delle
nuove piante, opera come se fosse un vero e propri giardiniere. Facendo dialogare questo intervento
con una serie di interventi scultori da lui stesso realizzato, vengono contenute al suo interno 250 opere.
Di solito i lavori vengono finanziati direttamente dagli artisti.
Jean tinguely macchina scultorea ricoperta di specchi, e al suo interno ci sono ambienti percorribili
punteggiati da macchine sonori, come se fosse una proposta mostruosa.
Giardino dei tarocchi, provincia dei tarocchi, 1998 ma che viene realizzato a partire dagli anni 70. Si
trova all interno di un grande uliveto che all’ interno del quale l’ artista popola con le immagini dei
tarocchi, che viene reinterpretato con delle presenze scultoree che sono percorribili. Alcune sono di
dimensioni monumentali, e poi coperti di specchi e di pietre anche con dei colori accesi.