Ricircolo ACS

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 56

PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

59
dicembre 2020

Reti di distribuzione acqua calda


e fredda sanitaria:
dal progetto all’applicazione
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE PUBBLICITÀ 70% - FILIALE DI NOVARA
www.caleffi.com

COLLETTORE
SANITARIO
L’ELEGANZA
DELL’EQUILIBRIO

Reti di distribuzione idrosanitarie flessibili e sicure, manutenzione semplificata e comode


operazioni di collegamento. I nuovi Collettori Serie 359 offrono questo e molto di più: il massimo
delle prestazioni e il minimo impatto estetico grazie al sistema push-to-open. GARANTITO CALEFFI.
EDITORIALE

Il bagno tra design e funzionalità


Dare il clima giusto alla vita è l’obiettivo primo delle soluzioni Caleffi. Lo perseguiamo
assicurando, da sempre, standard qualitativi altissimi capaci di garantire la massima
funzionalità, il migliore risparmio idrico-energetico e una grande attenzione all’estetica
in ogni ambiente domestico.
Anche il bagno è diventato ormai il luogo del benessere personale per
eccellenza, soprattutto in una casa moderna. Ad esso si dedicano
scelte oculate e investimenti sempre più importanti. Dagli impianti
ai rivestimenti, dai sanitari alla rubinetteria, dalle vasche ai piatti
doccia fino ai mobili, gli elementi da considerare sono moltissimi.
Ma perché l’ambiente bagno sia davvero contemporaneo deve
assolvere alla funzione di locale del benessere e del relax. Il design
deve essere integrato da un’impiantistica ineccepibile per una
corretta distribuzione dell’acqua, pena l’insoddisfazione o, peggio,
la mancanza del comfort tanto desiderato.
Temperatura, pressione, portata sono infatti imprescindibili quanto
l’eleganza di un miscelatore o di una vasca idromassaggio, anzi,
ne determinano in modo fondamentale l’efficienza.
Sono questi i tecnicismi che poco importano all’utente finale se non
quando “qualcosa non scorre perfettamente”. Votarsi totalmente
all’estetica senza dare la giusta importanza alla tecnica, significherebbe
commettere l’errore invisibile.
Per evitare i più comuni segnali di imprecisione impiantistica quali
l’attesa dell’arrivo di acqua calda, il calo della pressione, la portata
instabile, abbiamo messo a punto un nuovo prodotto. Si tratta del nuovo collettore
di distribuzione idrosanitaria, il fulcro è l’estetica oltre alla funzionalità.
È questa la svolta. Trovare il giusto mix tra bellezza e idraulica è stata una sfida;
impegnativa, ma alla nostra portata.
Dopo aver acquisito aziende nel mondo del bagno e del design abbiamo capitalizzato
e applicato il loro know-how alla capacità e tecnologia di Caleffi, che ha così fatto
evolvere il proprio business occupandosi di estetica e benessere per la prima volta.
I dettagli, l’italianità, i processi, la conoscenza del settore impiantistico hanno generato
una soluzione adatta e integrabile nell’ambiente bagno moderno.

Il Presidente

N° 59 gennaio 2021 3
SOMMARIO
5 ACQUA SANITARIA CALDA E FREDDA NEL LOCALE BAGNO

59
dicembre 2020
6
7
DAL PUNTO DI CONSEGNA AL LOCALE BAGNO

RACCOMANDAZIONI IMPIANTISTICHE
- Acqua destinata al consumo umano
- Ristagno dell’acqua
- Temperatura e tempo di erogazione
- Pressioni, portate e velocità
- Manutenzione delle reti
Direttore responsabile:
- Corretta contabilizzazione dei consumi
Mattia Tomasoni
Responsabile di Redazione: 14 NORMATIVE DI RIFERIMENTO
Fabrizio Guidetti
Hanno collaborato
16 TIPOLOGIE DI DISTRIBUZIONE NEL LOCALE BAGNO
- Distribuzione ramificata con derivazione a T
a questo numero:
- Distribuzione passante
Claudio Ardizzoia
- Distribuzione passante ad anello
Elia Cremona
Pierluigi Degasperis
Luca Guanella
21 APPROFONDIMENTO: GRUPPO CON INTERCETTAZIONI GENERALI
Massimo Magnaghi
Renzo Planca
22 TIPOLOGIE DI DISTRIBUZIONE NEL LOCALE BAGNO
- Distribuzione a collettore
Alessia Soldarini
Mattia Tomasoni
24 APPROFONDIMENTO: COLLETTORE DI DISTRIBUZIONE CON
INTERCETTAZIONI GENERALI
Idraulica
Pubblicazione registrata 25 APPROFONDIMENTO: COLLETTORE DI DISTRIBUZIONE CON
presso INTERCETTAZIONI SINGOLE
il Tribunale di Novara
al n. 26/91 in data 28/9/91 26 SCHEMI DI DISTRIBUZIONE PRINCIPALI IN RELAZIONE ALLE RETI
TERMINALI
Editore:
- Impianto autonomo residenziale
La Terra Promessa Onlus -
- Impianto residenziale centralizzato
Novara
- Impianto terziario centralizzato
Stampa:
La Terra Promessa Onlus - 40 IL DIMENSIONAMENTO DELLE DISTRIBUZIONI TERMINALI
Novara
Copyright Idraulica Caleffi.
41 METODO SEMPLIFICATO
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte della
44 METODO ANALITICO
- Verifica delle perdite di carico nelle distribuzioni terminali
pubblicazione può essere
- Perdite di carico del collettore o del gruppo con intercettazioni generali
riprodotta o diffusa
- Perdite di carico nella distribuzione a collettore
senza il permesso scritto
- Perdite di carico nella distribuzione ramificata a T
dell’Editore.
- Perdita di carico nella distribuzione ad anello
- Esempi
- Conclusioni
CALEFFI S.P.A.
S.R. 229, N. 25
28010
54 FOCUS: DAL CONTROLLO MECCANICO AL CONTROLLO
ELETTRONICO DEGLI IMPIANTI SANITARI
Fontaneto d’Agogna (NO)
TEL. 0322·8491
FAX 0322·863305
[email protected]
www.caleffi.com

4 N° 59 gennaio 2021
ACQUA SANITARIA CALDA E FREDDA
NEL LOCALE BAGNO
Il tema degli impianti di distribuzione oltre che al mantenimento delle condi- proposte, vedremo quali sono gli ambiti
di acqua sanitaria è stato affrontato zioni igieniche nei sistemi di trasporto. di applicazione più diffusi attraverso
sotto vari aspetti in alcuni precedenti l’ausilio di schemi impiantistici illustrati,
La prima parte della rivista è dedicata
numeri di Idraulica. Nel numero 50 sia in riferimento ad edifici semplici sia
agli aspetti fondamentali delle reti di
abbiamo trattato le reti di distribuzione a quelli più complessi come alberghi
distribuzione idrosanitarie, partendo
idrosanitarie ed i metodi per la deter- ed ospedali.
dal punto di consegna fino a quello di
minazione delle portate di progetto. Il
utilizzo. In questo ambito, dapprima La seconda parte della rivista sarà dedi-
numero 52 riprende ed approfondisce
riassumeremo in maniera sintetica le cata ai metodi di dimensionamento
le indicazioni per la protezione delle
principali raccomandazioni impiantistiche delle reti di distribuzione terminale, il
reti di acqua calda e fredda sanitaria
per una corretta progettazione, lasciando cui scopo è quello di assicurare l’ero-
dal pericolo Legionella. I numeri 53 e
al lettore i riferimenti alle precedenti gazione delle portate richieste nei vari
55 sono dedicati rispettivamente alle
trattazioni per eventuali approfondimenti. apparecchi installati. Verranno proposti
reti di ricircolo ed alla regolazione della
due approcci, di cui uno più semplificato
pressione di distribuzione. I precedenti In seguito, verrà posta particolare
che consente una rapida selezione dei
argomenti sono inoltre stati ripresi negli attenzione alle distribuzioni terminali,
diametri ottimali delle tubazioni, ed
ultimi mesi attraverso gli appuntamenti ovvero ai tratti di rete che collegano le
uno invece analitico, nei casi in cui è
Coffee with Caleffi, sessioni webinar tubazioni principali fino ad arrivare agli
preferibile una verifica adeguata delle
di approfondimento disponibili in rete apparecchi utilizzatori. È un aspetto che
perdite di carico nonché dei tempi di
che consigliamo al lettore interessato. merita un adeguato approfondimento,
erogazione dell’acqua calda sanitaria.
dato che, come vedremo, la scelta
La trattazione di questo numero è foca- Vedremo infine alcuni esempi di dimen-
della tipologia di distribuzione finale
lizzata sulle soluzioni adottabili per la sionamento e le relative procedure di
comporta alcune differenze dal punto
distribuzione sanitaria di acqua calda calcolo, valutando quantitativamente
di vista dell’affidabilità, della sicurezza
e fredda nel locale bagno, ponendo le differenze riscontrabili tra differenti
igienica e del comfort. Dopo una analisi
particolare attenzione agli aspetti legati soluzioni progettuali per la realizzazione
relativa ai vantaggi ed agli eventuali
alla qualità ed alla potabilità dell’acqua, della distribuzione alle utenze.
svantaggi delle soluzioni e delle varianti

N° 59 gennaio 2021 5
DAL PUNTO DI CONSEGNA AL LOCALE BAGNO

Ingg. Claudio Ardizzoia ed Alessia Soldarini

L’acqua destinata al consumo umano, dopo il punto di consegna da parte della rete pubblica, segue un processo di trattamento,
riscaldamento, controllo e distribuzione, meglio rappresentato in fig. 1. In qualsiasi tipologia di edificio, un buon progetto deve
tener conto di tutti questi aspetti e ha come obiettivo quello di garantire la disponibilità di acqua idonea al consumo umano
con continuità nell’erogazione ed a costi sostenibili.
L’acqua proveniente dalla rete idrica pubblica giunge alla Centrale Idrica in cui avviene la filtrazione, il trattamento dell’acqua
potabile e la riduzione o sopraelevazione della pressione (Idraulica 55 ). L’AFS viene distribuita alle utenze ed utilizzata per
la produzione di acqua calda sanitaria (ACS) per mezzo di un generatore istantaneo o tramite accumulo. Il Controllo
della distribuzione dell’ACS prevede una miscelazione in modo da garantire una corretta temperatura, che viene mantenuta
anche attraverso il circuito di ricircolo ed i relativi ritegni e circolatori (Idraulica 53). Infine, l’ACS giunge alle utenze attraverso
la distribuzione.
In questo numero di Idraulica approfondiremo in particolare gli aspetti che riguardano la distribuzione dell’acqua calda e
fredda sanitaria all’interno del locale bagno o dei locali che prevedono utenze sanitarie (quali ad esempio cucine e lavanderie).

DISTRIBUZIONE ALLE UTENZE

DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE


Materiali tubazioni Materiali tubazioni Materiali tubazioni
Isolamento Isolamento Isolamento
Bilanciamento Bilanciamento Bilanciamento

CONTROLLO DELLA
DISTRIBUZIONE
Miscelazione
Ritegni
Pompa di ricircolo

ACQUA NON POTABILE PRODUZIONE ACS


Preparazione e controllo Produzione istantanea
Trattamento antiossidazione oppure con accumulo

CENTRALE IDRICA CLIMATIZZAZIONE


Filtrazione Riempimento impianto di
Trattamento riscaldamento e raffrescamento
Riduzione della pressione o
sopralevazione

CENTRALE ANTINCENDIO
Reti idranti
Reti sprinkler
Vasca di accumulo
Fig. 1: Passi operativi dal punto di consegna al locale bagno

6 N° 59 gennaio 2021
Raccomandazioni impiantistiche

ACQUA DESTINATA AL CONSUMO UMANO


Tutti gli apparecchi sanitari devono essere serviti da acqua potabile. L’unico terminale che può essere servito
da una rete dedicata di acqua non potabile è la cassetta di risciacquo del wc.

Punti di attenzione Obiettivo Come operare

L’acqua che Deve essere • utilizzare solo materiali idonei al contatto con acqua potabile
proviene dalla rete mantenuta potabile • utilizzare solo apparecchiature idonee alla distribuzione e al
dell’acquedotto è durante la sua distri- trattamento dell’acqua
potabile. buzione all’interno • evitare riflusso dell’acqua inquinata verso la rete principale
dell’edificio. • evitare rami morti e rischio stagnazione

L’acqua è un bene Non sprecare • utilizzare limitatori di flusso dove possibile


prezioso. acqua. • utilizzare ricircolo per evitare spreco di acqua al momento
dell’apertura, in attesa di ACS
• verificare ed intervenire tempestivamente sulle perdite

L’acqua è fondamentale Mantenerla “ottimale”. • seguire le indicazioni di UNI EN 806 e D. Lgs. 31/01
per la salute umana.

Tabella 1: Caratteristiche acqua destinata al consumo umano

MATERIALI E APPARECCHIATURE IDONEI AL CONTATTO CON ACQUA POTABILE


I materiali e le apparecchiature utilizzate:
• devono essere conformi alle leggi per il contatto con l’acqua destinata al consumo umano e devono essere inseriti in liste
positive e prodotti certificati nel loro rispetto. Inoltre devono essere idonei anche al contatto con i prodotti chimici usati per
la disinfezione delle reti;
• 1non
2 3 devono danneggiarsi o rilasciare sostanze pericolose, in caso di trattamento con prodotti chimici; non
devono rilasciare sostanze nocive quali piombi e zinco se ci sono acque corrosive. Per risolvere queste
problematiche, si assiste ad una sempre maggior tendenza all’utilizzo di nuovi materiali (LOW-LEAD CR).

FENOMENO DEL RIFLUSSO


L’acqua potabile, trasportata dalla rete idrica, può subire inquinamenti a causa princi-
palmente del ritorno di fluido contaminato dagli impianti collegati. Vista la pericolosità
di questo fenomeno, a seconda della tipologia di impianto e delle caratteristiche del
fluido contenuto, deve essere effettuata una valutazione del rischio di inquinamento

X
da riflusso. In base ad essa si deve scegliere il dispositivo di protezione più idoneo
e lo si deve posizionare lungo la rete di distribuzione nei punti a rischio di riflusso.

[Per approfondimento si rimanda alla Guida Monografica “ Dispositivi di protezione antiriflusso”


e al Coffee With Caleffi “Qualità dell’acqua e prevenzione inquinamento da riflusso” ] Fig. 2: Fenomeno del riflusso

N° 59 gennaio 2021 7
RISTAGNO DELL’ACQUA
Nelle reti di distribuzione sanitarie, deve essere evitato il ristagno dell’acqua per lunghi periodi, in modo da
prevenire la proliferazione di microorganismi nocivi per la salute. Il batterio della Legionella Pneumophila cresce
infatti rapidamente con temperature comprese tra 30–45 °C, trovando inoltre terreno agevole in caso di acqua
stagnante.

Problematica Come operare

Stagnazione • utilizzare il ricircolo


• evitare la presenza dei rami morti
• utilizzare sistemi di distribuzione ad anello (con utilizzo frequente)
• in distribuzioni ramificate utilizzare sistemi di flussaggio manuali o automatici
Tabella 2: Il ristagno dell’acqua

123 LA RETE DI RICIRCOLO


In fase di progettazione di una rete di distribuzione sanitaria
è fondamentale prevedere una rete di ricircolo per i seguenti
ramo morto motivi:
• permettere la rapida disponibilità di acqua calda alle
7 utenze, entro 30 secondi dall’apertura del rubinetto
(UNI 9182);
• evitare sprechi di acqua dovuti allo scarto dell’acqua
raffreddata contenuta nelle tubazioni al momento della
richiesta di ACS;
rete senza ricircolo
• mantenere l’acqua in movimento al fine di evitare feno-
meni di stagnazione;
• effettuare trattamenti di disinfezione con dispositivi
appositamente selezionati;
• assicurare la portata minima che garantisce il corretto
rete senza ricircolo funzionamento del al miscelatore di centrale.

[Per approfondimento si rimanda al Coffee With Caleffi “Il circuito di


ricircolo negli impianti sanitari”]

rete di ricircolo RAMI MORTI


Non devono esserci rami morti o tratti dove l’acqua, non
circolando, possa ristagnare. Il massimo contenuto consentito
Fig. 3: La rete di ricircolo
è pari a 3 litri. Oltre tale volume occorre effettuare il flussaggio
almeno una volta ogni 7 giorni.

PERICOLO LEGIONELLA
Gli impianti o i processi tecnologici maggiormente a rischio sono quelli che comportano un moderato riscaldamento dell’acqua
(da 25 a 50 °C) e la sua nebulizzazione (cioè la formazione di microgocce aventi diametri variabili da 1 a 5 micron).
Per scongiurare il pericolo Legionella è indispensabile seguire le indicazioni progettuali riportate nelle “Linee guida per la
prevenzione ed il controllo della Legionellosi” del 2015.

[Per approfondimento si rimanda a Idraulica n° 52 “La Legionella negli impianti idrico-sanitari”]

8 N° 59 gennaio 2021
TEMPERATURA E TEMPO DI EROGAZIONE
Gli impianti sanitari, e quindi anche le reti terminali devono essere progettate in modo da garantire la corretta
erogazione dell’ACS entro un breve periodo dall’apertura del rubinetto, mantenendo alla corretta temperatura
la rete attraverso un ricircolo o l’impiego di cavi scaldanti. In alcune tipologie di impianto può essere inoltre
necessario garantire che l’acqua fredda sanitaria venga mantenuta al di sotto di una temperatura massima. A
tale scopo è possibile ricorrere ad un opportuno isolamento delle tubazioni o, in casi estremi, anche a sistemi
di raffreddamento dell’AFS.
Reti e componenti Temperatura Note

accumuli T > 60 °C -

rete di distribuzione ACS T > 55 °C (*) controllare e limitare la temperatura di prelievo alle utenze a
T < 50 °C al fine di evitare scottature
rete di ricircolo ACS T > 50 °C -

rete di distribuzione AFS T < 20 °C -

rete di ricircolo AFS T < 20 °C prevedere se necessario sistemi di raffreddamento dell’acqua


fredda sanitaria
(*) tendenza legata alle nuove conoscenze a livello EU, ad aumentare fino a 65 °C.

Disinfezione e shock termico


L’impianto deve permettere di aumentare la temperatura fino a 70–80 °C in tutti i punti del sistema per poter effettuare shock
123
termico e disinfezione termica. Nel caso di utilizzo di energie rinnovabili, quali ad esempio pompe di calore o solare termico,
occorre sempre verificare la temperatura massima raggiungibile e, se necessario, aumentare la temperatura con altri metodi
o utilizzare soluzioni di tipo chimico.
Tabella 3: Temperature di erogazione AFS e ACS

PROTEZIONE DALLE SCOTTATTURE


La temperatura corretta di distribuzione per evitare lo sviluppo del batterio della
Temperatura Adulti Bambini
Legionella rappresenta un fattore di rischio elevato per il pericolo di ustioni. Ai punti
di prelievo di edifici come ospedali, scuole, case di riposo è richiesta più attenzione 70 °C 1s ---
nella regolazione della temperatura. Occorre quindi limitare le temperature di eroga- 65 °C 2s 0,5 s
zione a 43 °C eccetto in strutture come asili o particolari reparti di case di cura, in 60 °C 5s 1s
cui la temperatura deve essere limitata a 38 °C. 55 °C 30 s 10 s
50 °C 5 min 2,5 min
Soluzioni attuabili: installare valvole miscelatrici termostatiche dotate di funzione
antiscottatura ai punti di prelievo (miscelatori periferici).
Tabella 4: Tempo di esposizione per ustione parziale
[Per approfondimento si rimanda a Idraulica n° 53 “Le reti di ricircolo”]

TEMPO DI EROGAZIONE
max 30 secondi
L’ACS deve arrivare ai terminali in tempi ragionevoli (la norma EN 806 prevedono il
limite di 30 secondi). I tratti non mantenuti in temperatura attraverso un sistema di
ricircolo o cavo scaldante non devono quindi essere troppo lunghi.
Il calcolo del tempo di erogazione serve per verificare che, per ragioni di comfort e
vincoli normativi, l’ACS alla temperatura di progetto raggiunga il punto di prelievo
entro il tempo stabilito. Tale calcolo deve essere basato sulla portata reale e non su
quella di progetto con la quale invece si dimensionano le tubazioni. In funzione della
dimensione della tubazione e della portata di ACS si ottengono distanze e tempi di
erogazione differenti.
[Per approfondimento si rimanda a Idraulica n° 53 “Le reti di ricircolo”] Fig. 4: Tempo di erogazione

N° 59 gennaio 2021 9
CONTROLLO DELLA TEMPERATURA DELL’ACQUA FREDDA SANITARIA
Il batterio della Legionella risulta inattivo quando la temperatura dell’acqua rimane al di sotto di 20 °C. Questo valore rappresenta
quindi una soglia massima per la distribuzione dell’acqua fredda sanitaria, al fine di evitare la possibile proliferazione batterica.
Tuttavia, in alcune condizioni non sempre si riesce facilmente a rispettare tale condizione, come ad esempio nel caso di:
• edifici situati in zone torride
• edifici in cui sono state posizionate erroneamente le tubazioni calde e fredde
• presenza di rami morti
Alcune raccomandazioni impiantistiche possono contribuire a mantenere la temperatura massima al di sotto della soglia dei 20 °C:
• isolare termicamente le tubazioni per evitare la trasmissione del calore dalle tubazioni di acqua calda (sanitaria o riscalda-
mento) a quelle di acqua fredda sanitaria;
• mantenere le tubazioni distanziate ed isolate in caso di installazione nello stesso cavedio (fig. 5);
• in caso di percorsi orizzontali prevedere l’installazione delle tubazioni di acqua calda in modo che siano poste superiormente
rispetto a quelle dell’acqua fredda (fig. 5);
• prevedere il passaggio delle tubazioni calda e fredda in cavedi separati (fig. 6), soluzione adottata nella distribuzione al
piano di grandi impianti.

Fig. 5: Tubazione ACS e AFS in un unico cavedio. Fig. 6: Tubazione ACS e AFS in cavedi separati.

COIBENTAZIONI DELLE RETI


La coibentazione della rete di distribuzione dell’ACS è determinata dall’esigenza di mantenere le corrette temperature di eroga-
zione, evitando inoltre di disperdere il calore nella rete di ricircolo.
In molte applicazioni non viene prevista la coibentazione della rete dell’acqua fredda, tuttavia esistono casi particolari in cui è
necessaria per evitare fenomeni di condensa e proteggere la rete da rientri termici.
In genere non si mettono coibentazioni diverse tra calda e fredda per esigenze di cantiere. Nella scelta della tipologia di coiben-
tazione occorre considerare:
• la compatibilità con i materiali;
• le tipologie di finiture;
• la reazione al fuoco dei materiali.

10 N° 59 gennaio 2021
PRESSIONI, PORTATE E VELOCITÀ
Le reti terminali devono garantire la corretta pressione ed erogazione di acqua calda e fredda ad ogni punto di
prelievo, indipendentemente dalle richieste degli utenti e dalle condizioni di utilizzo. Questi parametri devono
essere controllati attraverso un corretto dimensionamento delle tubazioni e della tipologia di distribuzione prevista.
Approfondiremo questo aspetto nel capitolo dedicato al “dimensionamento delle reti terminali”.

PRESSIONE DI PROGETTO
È la pressione di esercizio minima che consente l’erogazione di AFS ed ACS alle varie utenze, in base alla quale vengono
dimensionate le tubazioni delle reti di distribuzione. Il dimensionamento deve inoltre tener conto della pressione disponibile
dall’acquedotto e della tipologia ed estensione della rete di distribuzione. Per cui, se la pressione disponibile non risulta suffi-
ciente, sono necessari sistemi di pressurizzazione; se, invece, la pressione disponibile dall’acquedotto è troppo elevata occorre
123
installare opportuni dispositivi, ovvero i riduttori di pressione, così da riportarla ai valori di progetto.
[Per approfondimento si rimanda a Idraulica 55 “La pressione nelle reti di acqua sanitaria”]

Pressione disponibile consigliata Limite Pressione di erogazione Limite

Massima pressione idrostatica per ogni punto 5 bar Per ogni punto di prelievo 1,5–3 bar
di prelievo (esclusi rubinetti in giardini o garage)
Massima pressione idrostatica per rubinetti in 10 bar
giardini o garage
Minima pressione idrodinamica per ogni punto 1 bar
di prelievo
Tabella 5: Pressioni di progetto

PORTATA DI PROGETTO
È la portata da considerare nel dimensionamento della rete di distribuzione dell’acqua sanitaria e non coincide con quella totale,
dato che l’erogazione contemporanea di tutti i punti di prelievo è una situazione poco probabile. La portata totale è, infatti, la
somma delle portate nominali dei singoli apparecchi. A partire da quella totale, la portata di progetto deve essere calcolata
introducendo un opportuno coefficiente di riduzione, detto fattore di contemporaneità, che tiene conto della probabilità di utilizzo
simultaneo delle utenze.
[Per approfondimento si rimanda a Idraulica 50 “Le reti di distribuzione degli impianti idrosanitari”]

UNI 9182 EN 806-3


Apparecchio (residenziale) Portata min. Portata di prelievo Portata min.

Lavabo 0,1 l/s 0,1 l/s 0,1 l/s


Bidet 0,1 l/s 0,1 l/s 0,1 l/s
Vaso a cassetta 0,1 l/s 0,1 l/s 0,1 l/s
Vasca da bagno 0,3 l/s 0,4 l/s 0,3 l/s
Doccia 0,15 l/s 0,2 l/s 0,15 l/s
Lavello da cucina 0,15 l/s 0,2 l/s 0,15 l/s
Lavatrice 0,15 l/s 0,2 l/s 0,15 l/s

Tabella 6: Portate degli apparecchi utilizzatori

N° 59 gennaio 2021 11
VELOCITÀ DI PROGETTO

La velocità del flusso deve essere tenuta sotto controllo in sede di progetto. Velocità troppo elevate possono infatti causare
problemi di rumorosità, usura degli apparecchi di erogazione oltre che perdite di carico elevate. Influiscono inoltre sulla possibile
insorgenza dei colpi d’ariete, aspetto amplificato anche dalla lunghezza delle tubazioni. Per tali ragioni è consigliato mantenere
velocità limitate nelle reti di distribuzione principali, mentre si possono accettare limiti più elevati nei tratti di collegamento terminali.

Tipologia di rete Velocità massima di progetto

Distribuzione primaria, colonne montanti, tubazioni di distribuzione al piano 2 m/s

Tratti terminali di collegamento al singolo punto di prelievo 4 m/s

Rete di ricircolo, in prossimità della pompa di ricircolo 0,5–1 m/s

Rete di ricircolo, colonne montanti, diramazioni (punti distali dalla pompa di ricircolo) 0,2–0,3 m/s

Tabella 7: Velocità massime di progetto

[Per approfondimento si rimanda a Idraulica n° 50 “Le reti di distribuzione degli impianti idrosanitari”]

MANUTENZIONE DELLE RETI


La conformazione delle reti deve garantire un’agevole manutenzione in caso di guasti limitando al contempo le
sezioni di impianto non attive in caso di intervento.

• I controlli e le verifiche devono essere eseguiti almeno ogni 6 mesi e le operazioni di manutenzione ogni 12 mesi.
123
• Il circuito deve essere dotato di valvole di intercettazione opportunamente posizionate in base anche alla tipologia di
installazione (su componenti, rami principali, terminali).
• I dispositivi devono essere manutenuti secondo le indicazioni dei costruttori.
• Devono essere effettuati campionamenti dell’acqua per verifiche batteriologiche. Sono necessari punti di campiona-
mento ai bollitori, lungo la rete e nei punti distali, con inserimento di rubinetti di scarico ove necessario e di punti di
prelievo nelle reti terminali.
• Per consentire un drenaggio completo o parziale dell’impianto devono essere presenti punti di prelievo (preferibilmente
nella parte bassa dell’impianto) .

12 N° 59 gennaio 2021
123
CORRETTA CONTABILIZZAZIONE DEI CONSUMI
In caso di contabilizzazione dei consumi, le reti terminali, e soprattutto le eventuali reti di ricircolo, devono essere
progettate in modo da garantire una corretto funzionamento dei contatori.
La rete di ricircolo generalmente deve essere chiusa prima del contatore e questo può non essere compatibile
con i tempi di erogazione dell’ACS.

RICIRCOLO PRIMA DEL CONTATORE


Questa soluzione è la più semplice ed economica.
È applicabile solo dove la parte terminale dell’impianto è
in grado di garantire l’erogazione dell’ACS in 30 secondi e
contiene meno di 3 litri d’acqua.

Fig. 7: Contabilizzazione ACS e collegamento del ricircolo

RICIRCOLO PRIMA DEL CONTATORE E PRESENZA DI CAVO


SCALDANTE
È applicabile dove la parte terminale dell’impianto ha un
contenuto d’acqua superiore ai 3 litri, o nei casi in cui non è
possibile garantire l’erogazione dell’ACS entro 30 secondi.
Anche nel tratto con cavo scaldante occorre mantenere la
temperatura dell’ACS pari a 55 °C.

Fig. 8: Contabilizzazione ACS, collegamento del ricircolo e cavo scaldante

SOFTWARE SCANSIONE DI PORTATA


Questa soluzione prevede l’installazione di un contatore volu-
metrico e di un AUTOFLOW con portata nominale fissa (di
solito 40 l/h) da posizionare sul tubo di ricircolo. Tale portata
è necessaria solamente a mantenere calda la distribuzione
CONTECA
EASY
interna all’appartamento
Il sistema interviene sulla base dell’osservazione delle portate
RS485

normalmente prelevate:
• se la portata costante è minore o uguale ad una soglia
preimpostata l’elettronica non contabilizza passaggio
di acqua;
• se la portata è di un ordine di grandezza superiore rispetto
a quella di taratura dell’AUTOFLOW viene contabilizzata.
Fig. 9: Contabilizzazione ACS con software di scansione della portata

N° 59 gennaio 2021 13
NORMATIVE DI RIFERIMENTO
QUALITÀ DELL’ACQUA IMPIANTO

UNI EN 806 – Parti 1,2,3,4,5 (in revisione)


DIRETTIVA 98/83/CE DEL CONSIGLIO (in revisione)
‘’Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il
“concernente la qualità delle acque destinate al consumo
convogliamento di acque destinate al consumo umano’’.
umano’’.
Parte 1 (2008): Generalità
La Direttiva è stata rivista e finalizzata, la pubblicazione di
questa è prevista per dicembre 2020. I materiali utilizzati Parte 2 (2008): Progettazione
devono essere conformi alle leggi per il contatto con l’acqua
Parte 3 (2008): Dimensionamento delle tubazioni - Metodo
per consumo umano. Si dovranno usare solo materiali inseriti
semplificato
in liste positive e prodotti certificati nel loro rispetto.
Parte 4 (2010): Installazione
DECRETO LEGISLATIVO 2 febbraio 2001, n. 31
Parte 5 (2012): Esercizio e manutenzione
“Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità
delle acque destinate al consumo umano’’. Sono norme sviluppate tra il 2005 e il 2012, sono attualmente
in revisione (2020), per implementare le varie conoscenze
È il principale riferimento normativo in Italia e dà attuazione
nel frattempo maturate, per il controllo della Legionella,
alla Direttiva 98/83/CE, con la finalità di proteggere la salute
il dimensionamento, la funzione dei dispositivi certificati
umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione
secondo le norme di prodotto.
delle acque, garantendone la salubrità.
La normativa si pone come obiettivo la protezione della salute
umana, garantendo la qualità delle acque anche integran- UNI 9182:2014
dosi nel complesso sistema della legislazione comunitaria
‘’Impianti di alimentazione e distribuzione d’acqua fredda
relativamente all’uso sostenibile, agli obiettivi di qualità
e calda - Progettazione, installazione e collaudo’’.
ambientale e di protezione dall’inquinamento.
• È da utilizzare unitamente alle UNI EN 806-1, UNI EN806-2,
D.M. n. 174/2004 (in revisione)
UNI EN 806-3, UNI EN 806-4, UNI EN 806-5
“Ministero della Salute. Regolamento concernente i materiali
• Specifica i criteri tecnici ed i parametri da considerare per
e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti
il dimensionamento delle reti di distribuzione dell’acqua
fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione
destinata al consumo umano
delle acque destinate al consumo umano’’.
• Specifica i criteri di dimensionamento per gli impianti
Decreto che fornisce le indicazioni da rispettare per i materiali
di produzione, distribuzione e ricircolo dell’acqua calda
e componenti utilizzati nei circuiti di distribuzione dell’acqua
per consumo umano. • Fornisce inoltre indicazioni per l’installazione e il collaudo
di tali impianti
UNI EN 1717:2002 (in revisione)
• Si applica a impianti di nuova costruzione, a modifiche
“Protezione dall’inquinamento dell’acqua potabile negli
e riparazioni di impianti già esistenti
impianti idraulici e requisiti generali dei dispositivi atti a
prevenire l’inquinamento da riflusso’’. È la norma di riferimento in Italia. Integra le parti non coperte
dalla UNI EN 806, quali il metodo di calcolo dettagliato delle
Norma guida per la corretta selezione dei dispositivi di
portate e la rete di ricircolo. È una norma non più allineata
protezione antiriflusso, per evitare contaminazioni e garan-
all’evoluzione in atto quindi nei prossimi anni necessiterà di
tire sempre acqua sicura agli utenti. La norma è citata
qualche aggiornamento.
espressamente dalla UNI EN 806 e dalla UNI 9182 ed è un
riferimento indispensabile da usare durante la progettazione
dell’intera rete.

LINEE GUIDA LEGIONELLOSI


Linee guida per la prevenzione ed il controllo della
legionellosi 2015

Documento unico che copre le varie problematiche, con


analisi dei fattori di rischio e la relativa gestione. Con atten-
zione particolare agli aspetti impiantistici indispensabili per
un ottimale controllo.

14 N° 59 gennaio 2021
www.caleffi.com

GRUPPO
SANITARIO
L’ELEGANZA
D ELLA VER SATI L I TÀ

Reti di distribuzione idrosanitarie flessibili e sicure, manutenzione semplificata e comode


operazioni di collegamento. I nuovi Gruppi Serie 359 offrono questo e molto di più: il massimo delle
prestazioni al minimo impatto estetico grazie al sistema push-to-open. GARANTITO CALEFFI.
Tipologie di distribuzione nel locale bagno

La distribuzione terminale nel locale bagno può essere realizzata tramite differenti soluzioni impiantistiche. Vedremo di seguito
le principali e le relative varianti nelle loro applicazioni tipiche, analizzandone gli aspetti tecnico-funzionali oltre a quelli legati al
tema dell’igiene.

DISTRIBUZIONE RAMIFICATA CON DERIVAZIONE A T


La distribuzione a T prevede l’ingresso dell’acqua calda e fredda nel locale bagno da un unico punto in cui viene installato un
gruppo con intercettazioni generali. La distribuzione all’interno del locale bagno avviene per mezzo di un tubo comune (detto
dorsale) dal quale si staccano delle derivazioni, attraverso dei raccordi a T, che vanno a servire la singola utenza. Nella distri-
buzione con derivazioni a T si rinuncia all’equilibratura dell’impianto e alla possibilità di intercettare le singole utenze, al fine di
avere una soluzione più economica e di semplice installazione.

Derivazione a T

Gruppo con intercettazioni


generali

Dorsale comune

Fig. 10: Distribuzione a reti ramificate dal basso con derivazione a T

Distribuzione equilibrata 8 APPLICAZIONI TIPICHE


Residenziale: appartamento, villa o applicazioni commerciali
Intercettazione
8 equiparabili.
singole utenze
OSSERVAZIONI
Collegamenti sotto
PRESENTI
traccia Le utenze vengono utilizzate tutte ed in maniera continuativa;
non vi sono particolari rischi di stagnazione ad eccezione dei
Lunghezza tubazioni
RIDOTTA tratti che vanno dalla derivazione a T all’utenza servita.
impiegate
La lunghezza complessiva delle tubazioni impiegate è limitata
poiché la dorsale è un tratto di tubazione comune. La dispo-
Tempo disponibilità ACS RAPIDO nibilità di ACS alle utenze è garantita in tempi rapidi.
Occorre prestare attenzione alla presenza di connessioni HOTEL
HOTEL

sotto traccia.
Rischio di stagnazione MEDIO

DISTRIBUZIONE DALL’ALTO
In edifici adibiti ad uffici o terziario, spesso le distribuzioni al piano sono realizzate nei controsoffitti dei corridoi. Si tratta quindi
di una distribuzione a T, in cui le derivazioni raggiungono le utenze dall’alto.

16 N° 59 gennaio 2021
VARIANTE 1: ricircolo al gruppo con intercettazioni generali
È una variante utilizzata nelle distribuzioni estese poiché garantisce la corretta temperatura
dell’ACS al gruppo con intercettazioni generali.

Fig. 11: Distribuzione a reti ramificate dal basso con derivazione a T e ricircolo al gruppo con intercettazioni generali

VARIANTE 2: con ricircolo all’ultima utenza

È una variante che viene applicata solo in alcune situazioni particolari: mantiene in circolazione
l’acqua calda in tutta la distribuzione sotto pavimento. Tuttavia, la presenza di ricircolo colle-
gato all’ultima utenza non permette l’installazione di riduttori di pressione e miscelatori. Non
è quindi possibile controllare la temperatura e la pressione per il singolo locale bagno.

Fig. 12: Distribuzione a reti ramificate dal basso con derivazione a T e ricircolo all’ultima utenza

VARIANTE 3: con rete non potabile


È una variante che consente l’alimentazione delle cassette wc con acqua non potabile
proveniente da una rete dedicata di recupero e trattamento dell’acqua piovana. La cassetta
del wc è l’unica utenza che può essere alimentata con acqua di recupero.

Fig. 13: Distribuzione a reti ramificate dal basso con derivazione a T e rete non potabile

N° 59 gennaio 2021 17
DISTRIBUZIONE PASSANTE

La distribuzione a passante prevede l’ingresso dell’acqua calda e fredda nel locale bagno da un unico punto in cui viene installato
un gruppo con intercettazioni generali. La distribuzione all’interno del locale bagno avviene per mezzo di un tubo comune dal
quale si staccano delle derivazioni, attraverso dei raccordi a U, che vanno a servire la singola utenza.

Raccordo a U

Gruppo con intercettazioni


generali

Fig. 14: Distribuzione passante

8
Distribuzione equilibrata APPLICAZIONI TIPICHE HOTEL
HOTEL
HOTEL
Albergo oppure ospedale ad elevata automazione, grandi HOTEL
Intercettazione
singole utenze
8 impianti con utenze a rischio.

OSSERVAZIONI
Collegamenti sotto
PRESENTI
traccia Questa soluzione si presta per essere impiegata in strutture le
cui utenze potrebbero essere utilizzate in maniera discontinua
Lunghezza tubazioni
MEDIA o dove possono esserci lunghi fermi dovuti alla presenza
impiegate
di locali inoccupati. Il rubinetto elettronico (variante 2) e la
stazione di flussaggio (variante 3), generano dei flussaggi
Tempo disponibilità ACS MEDIO controllati al fine di garantire la movimentazione di acqua
calda e/o fredda con cadenze programmate oppure ogni
volta che non viene rilevato passaggio di acqua per un
Rischio di stagnazione BASSO
determinato periodo.

18 N° 59 gennaio 2021
VARIANTE 1: con ricircolo all’ultima utenza

È una soluzione che salvaguarda maggiormente l’igiene della rete ma risulta più complicata perché
prevede una lunghezza aggiuntiva di tubazione. La presenza di ricircolo collegato all’ultima utenza non
permette l’installazione di riduttori di pressione e miscelatori. Non è quindi possibile controllare la
temperatura e la pressione per il singolo locale bagno.

Fig. 15: Distribuzione passante con ricircolo all’ultima utenza

VARIANTE 2: con rubinetto elettronico

Il rubinetto elettronico permette non solo l’erogazione di acqua a richiesta dall’utente ma anche la possibilità di programmare uno
scarico ogni qual volta non viene rilevato il flusso d’acqua calda in uscita in un certo periodo di tempo. La gestione dell’acqua fredda
invece è legata alla temperatura: quando la temperatura dell’acqua fredda sale oltre ad un certo set-point impostato, viene scaricata
in modo da evitarne la stagnazione.

Rubinetto
elettronico

Fig. 16: Distribuzione passante con rubinetto elettronico

VARIANTE 3: con stazione di flussaggio

La stazione di flussaggio è installata in un punto non accessibile all’utente ed è composta da due elettrovalvole, due misuratori di
portata per controllare lo scarico di acqua calda e fredda, due misuratori di pressione, un temporizzatore ed un’elettronica che
gestisce gli scarichi. Questa soluzione prevede un consumo maggiore di acqua ma lo scarico è programmato in maniera oculata in
modo tale da sprecarne il minimo quantitativo indispensabile per salvaguardare l’igiene dell’impianto.

Stazione di flussaggio

Fig. 17: Distribuzione passante con stazione di flussaggio

N° 59 gennaio 2021 19
DISTRIBUZIONE PASSANTE AD ANELLO

La distribuzione passante ad anello prevede l’ingresso dell’acqua calda e fredda nel locale bagno da un unico punto in cui viene
installato un gruppo con intercettazioni generali. La soluzione consente di mantenere una distribuzione ben equilibrata in quanto
l’acqua può arrivare alle singole utenze da due direzioni: dalla linea passante che serve tutte le utenze in serie e dall’anello che
chiude il circuito nella parte inferiore.
In corrispondenza delle utenze sono presenti dei raccordi sottotraccia con forma ad U; una parte di acqua viene utilizzata per
servire l’utenza ed una parte prosegue verso l’utenza successiva. Le utenze sono quindi collegate in serie e vengono servite
una dopo l’altra. Dopo l’ultima utenza deve essere prevista una tubazione dedicata che chiuda l’anello verso il gruppo con
intercettazioni generali.

Raccordo a U

Gruppo con intercettazioni Gruppo con intercettazioni


generali e ricircolo generali

Fig. 18: Distribuzione passante ad anello

Distribuzione equilibrata 4 APPLICAZIONI TIPICHE


Alberghi, ospedali, case di cura e di degenza. HOTEL
Intercettazione HOTEL

singole utenze
8
OSSERVAZIONI
Collegamenti sotto L’obiettivo è quello di generare la movimentazione dell’acqua
PRESENTI
traccia in tutto l’anello ad ogni singolo prelievo riducendo al minimo
il rischio di stagnazione. L’acqua raggiunge l’utenza da
Lunghezza tubazioni
ELEVATA entrambe le direzioni mantenendo così una distribuzione
impiegate
equilibrata.
L’installazione è idonea per utenze che potrebbero essere
Tempo disponibilità ACS MEDIO-RAPIDO utilizzate in maniera discontinua poiché il rischio di stagna-
zione è basso.

Rischio di stagnazione BASSO

20 N° 59 gennaio 2021
GRUPPO CON
INTERCETTAZIONI GENERALI

Valvole di intercettazione Massima compattezza


Flessibilità di installazione
Collegamento per ricircolo
Elevata portata
Cassetta integrata nella parete
Materiali conformi per acqua potabile
Manopole a comparsa con asta push-to-open
Cartuccia antibloccaggio sostituibile

Installazione con tubazioni dal basso Il gruppo con intercettazioni generali permette di collegare la rete principale di distribuzione sanitaria alle
utenze. La sua funzione principale è rivolta all’intercettazione delle linee per poter isolare il circuito terminale
(generalmente circuito di distribuzione nel locale bagno) ed eseguire la manutenzione o eventuali modifiche
alla rete in modo indipendente. Le intercettazioni sono facilmente utilizzabili dall’utente
ma esteticamente nascoste da una placca di finitura con manopole a scomparsa.
La placca di copertura estetica consente infatti di completare l’installazione della cassetta garantendo un
facile accesso per le operazioni di manovra e di manutenzione delle valvole di intercettazione.
Le valvole di intercettazione sono dotate di una particolare cartuccia brevettata che consente di ottenere
un’elevata affidabilità di funzionamento nel tempo, grazie al sistema a doppia guarnizione di tenuta.
Particolare attenzione è stata posta ai materiali utilizzati per la sua realizzazione, scelti per ottenere una
bassa coppia di manovra nelle operazioni di apertura/chiusura e per limitare al minimo le problematiche
di bloccaggio legate alle presenza di calcare (problema tipico delle valvole a sfera). In caso di necessità,
Installazione con tubazioni orizzontali.
tuttavia, la cartuccia è facilmente sostituibile.
Il gruppo consente la massima flessibilità di installazione in
spazio ridotto, per consentire la realizzazione di diverse tipologie
di distribuzione sanitaria. È possibile installarlo utilizzando tubazioni
orizzontali oppure provenienti dal basso.
È inoltre predisposto per il collegamento dei circuiti di ricircolo
per potersi adattare alle svariate tipologie impiantistiche. Il tee, incorporato
a monte delle valvole di intercettazione, consente il collegamento del
ricircolo sia sul lato caldo che sul lato freddo (se necessario).
L’installazione di un tee di estensione opzionale consente di aggiungere
una derivazione sul lato caldo e/o freddo per poter realizzare configurazioni
impiantistiche più complesse.
Installazione ad L con circuito di
ricircolo sul lato caldo

Installazione con circuito di ricircolo sul


lato caldo e freddo, tee di estensione
e passante

N° 59 gennaio 2021 21
DISTRIBUZIONE A COLLETTORE

La distribuzione a collettore prevede un unico punto di ingresso nel locale bagno, dal quale partono tutte le diramazioni, ciascuna
verso una singola utenza. Si beneficia in questo modo di una distribuzione equilibrata perché il prelievo di un’utenza non influenza
le altre. Al contrario, l’utilizzo di un’utenza non consente la circolazione nelle altre derivazioni.. Per questo motivo è una tipologia
generalmente
TIPOLOGIA 3 utilizzata in ambito residenziale.

Collettore con intercettazioni Collettore con intercettazioni


generali e attacco per ricircolo singole

Fig. 19: Distribuzione a collettore

Distribuzione equilibrata 4 APPLICAZIONI TIPICHE


Residenziale: appartamento, villa.
Intercettazione
singole utenze
4*
OSSERVAZIONI
Collegamenti sotto EVITABILI *
L’impianto resta bilanciato nel caso di prelievi simultanei in
traccia
utenze differenti.
Lunghezza tubazioni In caso di necessità, per esempio durante le operazioni di
ELEVATA
impiegate manutenzione, è possibile intercettare solo la singola utenza.
È bene prestare attenzione alle possibili interferenze tra le
Tempo disponibilità ACS RAPIDO tubazioni: in presenza di impianti a pannelli radianti è bene
prevederne la posa su livelli diversi. HOTEL
HOTEL

Rischio di stagnazione MEDIO-ALTO

(*) solo in caso di collettore dotato di intercettazioni singole

22 N° 59 gennaio 2021
TIPOLOGIA 3 - variante
VARIANTE 1: con1ricircolo al collettore

È possibile collegare il circuito di ricircolo direttamente al collettore di distribuzione.

Collettore con Collettore con


intercettazioni intercettazioni
generali singole

Fig. 20: Distribuzione a collettore con ricircolo al collettore

VARIANTE 2: con tee per derivazioni aggiuntive


POLOGIA 3 -Alcuni
variante 2 soo predisposti all’installazione di un apposito tee, per poter disporre di una derivazione aggiuntiva.
collettori

Collettore con
intercettazioni
generali e tee per
derivazioni aggiuntive

Fig. 21: Distribuzione a collettore con tee per derivazioni aggiuntive

N° 59 gennaio 2021 23
COLLETTORE SANITARIO
CON INTERCETTAZIONI GENERALI

Massima compattezza
Flessibilità di installazione
Collegamento ricircolo integrato
Materiali conformi acqua potabile
Cassetta integrata nella parete
Manopole con asta push-to-open
Elevata portata
Cartuccia antibloccaggio sostituibile

Il collettore di distribuzione con intercettazioni generali è utilizzato per il controllo e la distribuzione del fluido
nei circuiti sanitari, dove non occorre prevedere un’intercettazione per ogni singola utenza, bensì è sufficiente
isolare il circuito di distribuzione per tutto il locale bagno. Le intercettazioni sono facilmente
utilizzabili dall’utente ma esteticamente nascoste da una placca di finitura con
manopole a scomparsa. La placca di copertura estetica consente infatti di completare l’installazione
della cassetta garantendo un facile accesso per le eventuali operazioni di manutenzione.
Le valvole di intercettazione sono dotate di una particolare cartuccia brevettata che consente di ottenere
un’elevata affidabilità di funzionamento nel tempo, grazie al sistema a doppia guarnizione di tenuta.
Valvole di intercettazione
Particolare attenzione è stata posta ai materiali utilizzati per la sua realizzazione, scelti per ottenere una
bassa coppia di manovra nelle operazioni di apertura/chiusura e per limitare al minimo le problematiche
di bloccaggio legate alle presenza di calcare (problema tipico delle valvole a sfera). In caso di necessità,
tuttavia, la cartuccia è facilmente sostituibile.
Il collettore consente la massima flessibilità di installazione
in spazio ridotto. È possibile installarlo utilizzando tubazioni di
ingresso orizzontali oppure provenienti dal basso.
È dotato di fabbrica degli attacchi per il collegamento del ricircolo
caldo e freddo ed è inoltre predisposto per l’installazione di un tee
opzionale che consente di aggiungere un’ulteriore derivazione.
Il fissaggio delle tubazioni al collettore deve essere effettuata tramite Installazione con con ingresso laterale
sistema di raccordi a pressare, non è consentito l’utilizzo di raccordi a e circuito di ricircolo verso il basso
compressione in quanto i collegamenti idraulici si trovano sotto traccia e tee per derivazione aggiuntiva e
e non saranno quindi ispezionabili. passante

Installazione con con ingresso dal


basso e ricircolo laterale e tee per
derivazione aggiuntiva e passante

24 N° 59 gennaio 2021
COLLETTORE SANITARIO
CON INTERCETTAZIONI SINGOLE

Valvole di intercettazione Intercettazione singole derivazioni


Cartuccia antibloccaggio sostituibile
Cassetta ispezionabile
Flessibilità di installazione
Collegamento ricircolo opzionale
Materiali conformi acqua potabile
Finiture estetiche

Il collettore di distribuzione è dotato di valvole di intercettazione con volantino di manovra per ogni singolo
Placca di copertura estetica
circuito e di un numero identificativo dell’utenza servita.
Le valvole di intercettazione sono dotate di cartuccia anti bloccaggio brevettata per intercettazioni
singole con il sistema a doppia guarnizione di tenuta che garantisce un’elevata affidabilità di funzionamento
nel tempo e riduce le problematiche di bloccaggio dovute al calcare. I materiali impiegati permettono una
bassa coppia di manovra nelle operazioni di apertura/chiusura. In caso di necessità la sostituzione della
cartuccia è semplice e veloce.
Poiché eleganza e tecnologia sono in perfetto equilibrio, la finitura può essere a vista oppure
nascosta. È disponibile la placca di copertura estetica bianca, in acciaio inox con finitura lucida o spazzolata
oppure il portello a filo muro con telaio push-to-open adatto per diversi tipi di finiture.
Prodotto facile da nascondere che garantisce il massimo delle prestazioni e il
Portello a filo muro
massimo dell’estetica.
Il fissaggio delle tubazioni al collettore avviene tramite sistema di innesti a clip per garantire la massima
rapidità di installazione e un’assoluta affidabilità di tenuta.

Installazione con tee per circuito di


ricircolo

Installazione con tee per circuito di


ricircolo e derivazione passante

N° 59 gennaio 2021 25
Schemi di distribuzione principali in relazione
alle reti terminali
L’approvvigionamento di AFS ed ACS alle distribuzioni terminali avviene attraverso le tubazioni della distribuzione principale. In
questo ambito, è possibile adottare differenti soluzioni a seconda delle tipologie di edificio e dei relativi impianti. Questi possono
essere suddivisi in maniera logica tra:
• impianti autonomi residenziali, tipici delle abitazioni private;
• impianti residenziali centralizzati, come quelli di palazzine con abitazioni multiple;
• impianti ad uso terziario centralizzati, nel caso ad esempio di edifici commerciali, uffici, alberghi oppure ospedali.
Tramite l’ausilio di schemi semplificati, analizzeremo le caratteristiche delle soluzioni presentate, dal punto di vista della regolazione
e delle prestazioni. Ci soffermeremo inoltre sulle modalità con cui può essere gestita la disinfezione della rete.

IMPIANTO AUTONOMO RESIDENZIALE

Appartamento autonomo con caldaia a produzione istantanea (assenza di ricircolo)


È il caso tipico di appartamento siti in condomini o di piccole abitazioni private. L’ACS viene prodotta istantaneamente da una caldaia
murale e la distribuzione di ACS ed AFS al locale bagno è del tipo a collettore.

Caldaia istantanea
Lavanderia Cucina Bagno

Collettore con
intercettazioni
generali singole

Fig. 22: Appartamento autonomo con caldaia a produzione istantanea (assenza di ricircolo)

REGOLAZIONE La regolazione della temperatura dell’ACS viene impostata e gestita direttamente dalla caldaia a produ-
zione istantanea.

PRESTAZIONI Il tempo di erogazione dell’ACS può essere breve o lungo in funzione dall’estensione dell’appartamento
e della distanza delle singole utenze dalla caldaia.

EQUILIBRIO TERMICO Solitamente non viene previsto un circuito di ricircolo in quanto la maggior parte delle caldaie istantanee
murali non sono in grado di gestirlo. Inoltre i volumi in gioco sono bassi e non ne giustificano quindi la
presenza.

IGIENE Questa tipologia di impianto prevede un utilizzo piuttosto frequente di tutti gli apparecchi presenti. Non
vengono adottati particolari metodi di disinfezione termica.

26 N° 59 gennaio 2021
Casa autonoma multipiano, produzione con accumulo ACS e presenza di ricircolo alla colonna.

Un’abitazione su più livelli e con una superficie medio-grande necessita generalmente di una produzione ACS con bollitore
sanitario. La distribuzione di ACS ed AFS al locale bagno, cucina e annessa lavanderia è di solito del tipo a collettore.
Questi impianti devono essere completi di circuito di ricircolo.

Bagno Bagno

Collettore con
intercettazioni
generali singole

Lavanderia Cucina Bagno

Bollitore TMV
ACS

Fig. 23: Casa autonoma multipiano, produzione con accumulo ACS e presenza di ricircolo alla colonna.

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata in locale tecnico tramite l’utilizzo di un bollitore
sanitario e una valvola miscelatrice solitamente di tipo termostatico (TMV).

PRESTAZIONI Il circuito di ricircolo è presente poiché le distanze tra l’accumulo di ACS e i punti di erogazione sono
notevoli. Solo con il ricircolo infatti è possibile garantire i tempi di erogazione di ACS.

[Per approfondimento si rimanda a Idraulica 53 “Le reti di ricircolo”]


EQUILIBRIO TERMICO Il circuito di ricircolo in queste tipologie è semplice (spesso a montante singolo) e non richiede particolari
accorgimenti per il bilanciamento idraulico. La portata di ricircolo è controllata direttamente dalla pompa
dedicata.

IGIENE La presenza del circuito di ricircolo, del miscelatore termostatico e di un generatore in grado di innalzare
la temperatura dell’acqua oltre i 65 °C permettono di eseguire la disinfezione termica della rete.
Tale operazione deve essere eseguita manualmente durante un periodo di inutilizzo al fine di evitare
possibili scottature.

N° 59 gennaio 2021 27
IMPIANTO RESIDENZIALE CENTRALIZZATO

Distribuzione a collettore con ricircolo alla colonna

In edifici residenziali con abitazioni multiple, l’impianto centralizzato prevede la produzione di ACS con accumulo in centrale termica.
La distribuzione di ACS e AFS è affidata alle colonne montanti e ai collettori di distribuzione. Se questi ultimi non risultano distanti
dalle tubazioni principali il circuito di ricircolo può essere chiuso sulla sommità della colonna.

ricircolo alla
colonna

collettore di
distribuzione
con intercettazioni
generali

bilanciamento del
ricircolo

EMV

Fig. 24: Distribuzione a collettore con ricircolo alla colonna

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata in locale tecnico tramite l’utilizzo di un bollitore
sanitario e una valvola miscelatrice solitamente di tipo elettronico (EMV).

PRESTAZIONI Il circuito di ricircolo suddiviso tra più montanti permette di rispettare i tempi massimi di erogazione di
ACS, altrimenti non ottenibili in un edificio multipiano.

EQUILIBRIO TERMICO Data la presenza di più montanti, il circuito di ricircolo deve essere opportunamente bilanciato tramite
regolatori termostatici. La loro funzione è quella di mantenere in circolazione le corrette portate in modo
da mantenere in temperatura la linea.

IGIENE Il miscelatore di tipo elettronico permette la gestione avanzata sia delle temperature di mandata ACS sia
delle fasi di disinfezione termica. Queste ultime possono essere programmate alle temperature richieste
secondo tempi e orari impostabili.

28 N° 59 gennaio 2021
Distribuzione con ricircolo al collettore

In edifici residenziali con abitazioni multiple, l’impianto centralizzato prevede la produzione di ACS con accumulo in centrale termica.
La distribuzione di ACS ed AFS è affidata alle colonne montanti e ai collettori di distribuzione. Se questi risultano distanti tra di loro
è opportuno prevedere un ricircolo per ciascun collettore.

contenuto acqua
> di 3 litri

collettore di
distribuzione

ricircolo al collettore

bilanciamento del
ricircolo

EMV

Fig. 25: Distribuzione a collettore completo di ricircolo

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata in locale tecnico tramite l’utilizzo di un bollitore
sanitario e una valvola miscelatrice solitamente di tipo elettronico (EMV).

PRESTAZIONI I tempi massimi di erogazione dell’ACS sono rispettati grazie alle tubazioni secondarie di ricircolo che
arrivano direttamente al collettore, dotato di apposita predisposizione.

EQUILIBRIO TERMICO La presenza di più montanti richiede un adeguato bilanciamento termico, facilmente ottenibile tramite i
regolatori termostatici. Questi dispositivi possono essere installati per ciascun montante oppure even-
tualmente anche negli stacchi di piano, specialmente in caso di edifici alti.

IGIENE La disinfezione termica può essere facilmente gestita e temporizzata grazie all’utilizzo di miscelatori di tipo
elettronico. Durante questo processo, i regolatori termostatici dotati di apposita cartuccia di disinfezione
automatica sono in grado di eseguire il bilanciamento termico, garantendo un corretto flusso in ogni ramo.

N° 59 gennaio 2021 29
Distribuzione ad anello con presenza di cavo scaldante

È il caso di edifici ad uso residenziale contraddistinti da uno sviluppo in orizzontale con presenza di diversi alloggi ad ogni
piano. La produzione di ACS è centralizzata con presenza di accumulo. La distribuzione è affidata a montanti e stacchi
collocati tipicamente nelle controsoffittature.
ricircolo alla
colonna riduttori di
pressione
distribuzione al piano in controsoffitto con cavo scaldante

riduttori di
pressione

bilanciamento del
ricircolo

EMV

Fig. 26: Distribuzione ad anello con presenza di cavo scaldante

La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata in locale tecnico tramite l’utilizzo di un bollitore


REGOLAZIONE
sanitario e una valvola miscelatrice solitamente di tipo elettronico (EMV).

PRESTAZIONI Quando il ricircolo è presente solo nelle tubazioni montanti, è necessario l’impiego di cavi scaldanti per
le tubazioni ACS orizzontali, in modo da mantenere temperature consone all’utilizzo. Questo espediente
evita tempi di erogazione lunghi e predispone un miglior controllo della pressione grazie al possibile
impiego di riduttori di pressione al piano.

EQUILIBRIO TERMICO La presenza di più montanti richiede un adeguato bilanciamento termico. Essendo il ricircolo presente
solo nelle tubazioni montanti, è sufficiente prevedere l’installazione di regolatori termostatici in prossimità
degli stacchi principali.

IGIENE La disinfezione termica può essere facilmente gestita e temporizzata grazie all’utilizzo di miscelatori di
tipo elettronico. Tuttavia, in questa configurazione impiantistica, non è possibile far circolare acqua ad
alta temperatura nelle distribuzioni orizzontali in ciascun piano. Per questa ragione, l’adozione di sistemi
di distribuzione ad anello nei locali è utile per permettere un flussaggio frequente evitando ristagni.

30 N° 59 gennaio 2021
Distribuzione con derivazione a T con ricircolo al gruppo con intercettazioni generali o alla colonna

È il caso di alloggi in edifici ad uso residenziale in cui non vi è la necessità di intercettare le singole utenze. La distribuzione
di ACS e AFS può essere di tipo a T ed affidata a gruppi con intercettazioni generali. La produzione di ACS è centralizzata
con presenza di accumulo.

ricircolo in cima
alla colonna
contenuto acqua
maggiore di 3 litri gruppo con
intercettazioni
generali

ricircolo al gruppo con


intercettazioni generali

contenuto acqua
maggiore di 3 litri

bilanciamento del
ricircolo

EMV

Fig. 27: Distribuzione con derivazione a T con ricircolo al gruppo con intercettazioni generali o alla colonna

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata in locale tecnico tramite l’utilizzo di un bollitore
sanitario e una valvola miscelatrice solitamente di tipo elettronico (EMV).

PRESTAZIONI Al fine di evitare tempi di erogazione eccessivi, è possibile ricorrere ad una tubazione di ricircolo chiusa
in cima alla colonna montante quando non si hanno eccessive distanze orizzontali. In caso opposto, è
opportuno utilizzare gruppi con intercettazioni generali con predisposizione per la tubazione di ricircolo.

EQUILIBRIO TERMICO Per una corretta equilibratura termica è utile prevedere l’installazione di regolatori termostatici in prossimità
degli stacchi principali alla base delle colonne montanti. In questo modo è consentito il corretto ricircolo
di ACS.
IGIENE La disinfezione termica può essere facilmente gestita e programmata grazie all’impiego di miscelatori di
tipo elettronico. In caso di impiego di gruppi con intercettazioni generali con attacco di ricircolo, il flus-
saggio può raggiungere il punto di distribuzione.

N° 59 gennaio 2021 31
Distribuzione con satelliti d’utenza (produzione istantanea in loco)
Diversamente dagli impianti con produzione di ACS centralizzata, nei sistemi a satelliti d’utenza è di tipo istantaneo attraverso uno
specifico scambiatore ad alte prestazioni. Questa soluzione tecnica consente minori costi di realizzazione della rete di distribuzione,
poiché, oltre alle due tubazioni di mandata e ritorno dell’acqua tecnica, solamente la tubazione di AFS deve raggiungere le unità
abitative.

Fig. 28: Distribuzione con satelliti d’utenza (produzione istantanea in loco)

REGOLAZIONE La produzione istantanea di ACS è in genere gestita da un regolatore elettronico che aziona una valvola
modulante dedicata. Questo funzionamento determina una variazione di portata del fluido scaldante
all’interno dello scambiatore in modo che l’ACS sia erogata alla temperatura richiesta.

PRESTAZIONI I tempi di erogazione dipendono dall’estensione dell’unità abitativa e dalla distanza delle utenze rispetto
alla posizione del satellite. Al fine di incrementare le prestazioni in termini di comfort, alcuni satelliti possono
essere dotati di funzioni di preriscaldo o di predisposizione per la connessione ad un ricircolo d’apparta-
mento.
EQUILIBRIO TERMICO Grazie alla produzione istantanea di ACS non vi è la necessità di una rete di ricircolo principale. Tuttavia
è bene prevedere dei by-pass alla sommità delle colonne montanti per evitare che si raffreddino in caso
di periodi di non utilizzo. In questo modo si garantisce una circolazione minima di portata per evitare ritardi
nella produzione istantanea di ACS.

IGIENE La produzione locale di ACS fa sì che non vi siano le condizioni di proliferazioni batteriche, poiché l’acqua
calda viene preparata solamente nel momento dell’utilizzo. Non è perciò necessaria la disinfezione termica.

32 N° 59 gennaio 2021
Satellite d’utenza per riscaldamento e produzione di ACS

Nel caso di una richiesta di riscaldamento simultanea ad un prelievo di ACS, viene data priorità alla produzione di quest’ultima. In
questo modo si massimizzano le prestazioni ed il comfort, rendendo disponibile tutta la portata primaria per far fronte a eventuali
picchi di richiesta. Per ridurre ulteriormente i tempi di risposta dell’unità alcuni satelliti sono dotati di funzionalità di preriscaldo dello
scambiatore, in modo da mantenerlo sempre in temperatura.

AFS
C

Fig. 29: Satellite d’utenza per la produzione di ACS

Satellite d’utenza per riscaldamento e produzione di ACS con ricircolo


Alcuni satelliti d’utenza sono in gradi di gestire il ricircolo ACS di appartamento. Durante i periodi di non utilizzo del ciclo sanitario,
il regolatore elettronico a bordo del satellite attiva la pompa di ricircolo per un tempo impostabile. È una soluzione che può essere
utile per limitare i tempi di erogazione dell’ACS in caso di appartamenti particolarmente estesi.

AFS
C

Fig. 30: Satellite d’utenza per la produzione di ACS predisposto al funzionamento con ricircolo

N° 59 gennaio 2021 33
IMPIANTO TERZIARIO CENTRALIZZATO

Distribuzione interna passante ad anello con ricircolo al piano


Gli edifici adibiti al terziario costituiscono un settore molto vario dal punto di vista costruttivo e di utilizzo, ma sono generalmente di
dimensioni medie o medio-grandi. Edifici quali alberghi sono spesso caratterizzati da un esteso sviluppo orizzontale e dalla neces-
sità di garantire buone prestazioni. Le tubazioni di AFS ed ACS a servizio dei locali bagno sono derivate in modo da essere facilmente
accessibili per esigenze di manutenzione. L’utilizzo di gruppi con intercettazioni generali permette di realizzare una distribuzione
interna ad anello nei locali bagno a servizio delle camere e dei bagni ad uso collettivo.

Camera Camera Camera Camera

Camera Camera Camera Camera

Reception Ristorante Sala conferenze Uffici

Cucina / Lavanderia
EMV

Fig. 31: Distribuzione interna passante ad anello con ricircolo al piano

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata e spesso gestita tramite l’ausilio di sistemi di
Building Automation Control System (BACS), che permettono una integrazione ed un monitoraggio
avanzato di sistemi e componenti presenti nell’edificio.

PRESTAZIONI La tubazione di ricircolo rappresentata è presente anche sugli stacchi secondari ad ogni piano. Questa
scelta è dovuta alle caratteristiche tipiche di questi edifici, spesso contraddistinti da uno sviluppo oriz-
zontale. Con questa soluzione si riducono pertanto i tempi di erogazione dell’ACS.

EQUILIBRIO TERMICO Essendo molto ramificata ed estesa, la rete di ricircolo necessita di essere ben equilibrata al fine di garan-
tire un corretto funzionamento. L’installazione di regolatori termostatici permette di evitare squilibri di
portata.

IGIENE L’utilizzo tipicamente stagionale di edifici quali alberghi o similari rende particolarmente importante l’at-
tenzione all’igiene. L’utilizzo di miscelatori elettronici semplifica la gestione delle disinfezioni termiche della
rete. La realizzazione di distribuzioni ad anello riduce il rischio di ristagni grazie a frequenti flussaggi.

34 N° 59 gennaio 2021
Distribuzione interna passante ad anello con ricircolo al locale bagno
Edifici quali alberghi sono spesso caratterizzati da un esteso sviluppo orizzontale e dalla necessità di garantire buone prestazioni.
Le tubazioni di AFS e ACS a servizio dei locali bagno sono derivate tipicamente dall’alto e facilmente accessibili per esigenze di
manutenzione. L’utilizzo di gruppi con intercettazioni generali permette di realizzare una distribuzione interna ad anello nei locali
bagno.

Bilanciamento
del ricircolo

Fig. 32: Distribuzione interna passante ad anello con ricircolo al locale bagno

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata. Non essendo presenti punti di miscelazione
all’utenza è indispensabile un buon isolamento termico al fine di evitare dispersioni.

PRESTAZIONI La tubazione di ricircolo è collegata direttamente ai gruppi con intercettazioni generali in ciascun locale
bagno, sfruttando la loro apposita predisposizione. In questo modo l’erogazione dell’ACS è possibile in
tempi rapidi.

EQUILIBRIO TERMICO L’estensione della distribuzione in questi edifici rende indispensabile l’equilibratura termica al fine di
garantire le prestazioni di erogazione dell’ACS. L’utilizzo di regolatori termostatici nei rami di ricircolo di
ciascun locale bagno permette un efficace bilanciamento automatico delle portate.

IGIENE La disinfezione termica è normalmente gestita in maniera centralizzata tramite innalzamento della tempe-
ratura. L’utilizzo di regolatori termostatici dotati di cartuccia per la disinfezione elettrocomandata consente
di effettuare interventi localizzati, a seconda delle necessità. Inoltre, la distribuzione passante ad anello
consente il flussaggio completo della rete terminale ad ogni erogazione.

N° 59 gennaio 2021 35
Distribuzione interna passante con punto di flussaggio con ricircolo al locale bagno

Edifici di grandi dimensioni dove è richiesta la massima attenzione agli aspetti igienici necessitano di garantire flussaggi frequenti.
È il caso tipico di ospedali che sfruttano a tale scopo la presenza di rubinetti elettronici e stazioni di flussaggio programmabili, abbi-
nate a distribuzione di tipo passante.

Rubinetto elettronico Stazione di


Bilanciamento
del ricircolo flussaggio

Fig. 33: Distribuzione interna passante con punto di flussaggio con ricircolo al locale bagno

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata. L’estensione della rete richiede un buon isolamento
termico al fine di evitare sprechi energetici dovuti alle dispersioni.

PRESTAZIONI La tubazione di ricircolo può sfruttare l’apposita predisposizione per un collegamento diretto ai gruppi
con intercettazioni generali in ciascuna rete terminale. In questo modo l’erogazione dell’ACS è possibile
in tempi rapidi.

EQUILIBRIO TERMICO L’estensione della distribuzione in questi edifici rende indispensabile l’equilibratura termica al fine di
garantire le prestazioni di erogazione dell’ACS. L’utilizzo di regolatori termostatici nei rami di ricircolo di
ciascun locale bagno permette un efficace bilanciamento automatico delle portate.

IGIENE La disinfezione termica è normalmente gestita in maniera centralizzata tramite innalzamento della tempe-
ratura. I regolatori termostatici con apposita cartuccia per la disinfezione elettrocomandata consentono
di effettuare interventi localizzati, gestibili eventualmente anche da remoto. L’impiego di rubinetti elettro-
nici o stazioni di flussaggio unitamente alla distribuzione di tipo passante consentono di evitare totalmente
il rischio di ristagno in caso di locali non utilizzati frequentemente.

36 N° 59 gennaio 2021
Distribuzione al piano con miscelazione nel locale bagno e ricircolo al piano

Edifici quali alberghi caratterizzati da un considerevole sviluppo verticale necessitano di garantire buone prestazioni in termini di
tempi e temperature di erogazione. L’utilizzo combinato di gruppi con intercettazioni generali e miscelatori per ciascun locale bagno
permette di garantire i requisiti richiesti. Le tubazioni di AFS ed ACS a servizio dei locali bagno sono derivate tipicamente dall’alto e
facilmente accessibili per esigenze di manutenzione.

Distribuzione al piano con ricircolo

Bilanciamento
del circuito di
ricircolo

Miscelazione al
locale bagno

Fig. 34: Distribuzione al piano con miscelazione nel locale bagno e ricircolo al piano

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione dell’ACS è centralizzata. Miscelatori di tipo termostatico installati in ciascun
locale bagno regolano stabilmente la temperatura dell’ACS. Tali dispositivi sono inoltre spesso dotati di
funzione di sicurezza antiscottatura: il passaggio di acqua calda è interrotto in caso di mancanza acci-
dentale di acqua fredda.

PRESTAZIONI La tubazione di ricircolo viene chiusa nella parte terminale della distribuzione al piano. Per contenere i
tempi medi di erogazione dell’ACS è possibile prevedere una distribuzione ramificata a T.

EQUILIBRIO TERMICO L’estensione prevalentemente verticale richiede una corretta equilibratura termica delle tubazioni di ricir-
colo di ciascun piano, al fine di evitare sbilanciamenti e basse portate nelle zone più sfavorite. I regolatori
termostatici sono previsti nelle diramazioni orizzontali per ogni piano.

IGIENE La presenza di miscelatori in prossimità dei punti di utilizzo consente di mantenere temperature di ricircolo
elevate senza incorrere in rischi di scottature. Per questo motivo è facilmente attuabile una efficace
disinfezione termica continua nelle tubazioni.

N° 59 gennaio 2021 37
Distribuzione al piano con controllo al locale bagno
Edifici quali alberghi di grandi dimensioni necessitano buone prestazioni in termini di tempi e temperature di erogazione unitamente
ad un ottimale controllo della pressione disponibile. Il controllo di temperatura e pressione a servizio di ogni locale bagno è una
soluzione completa di riduttori di pressione, miscelatore termostatico ed altri accessori (filtri, intercettazioni, ammortizzatori del colpo
d’ariete). La distribuzione passante dell’ACS e AFS è realizzata tramite gruppi con intercettazioni generali.

Distribuzione al piano con ricircolo


T

T
T

T
T

T
T

Fig. 35: Distribuzione al piano con controllo al locale bagno

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione principale dell’ACS è centralizzata. Il miscelatore termostatico, in ciascun


locale bagno, regola stabilmente l’ACS alla temperatura di utilizzo.

PRESTAZIONI La tubazione di ricircolo viene chiusa nella parte terminale della distribuzione al piano. I riduttori di pres-
sione dedicati alle linee AFS ed ACS permettono un controllo ottimale della pressione disponibile in
ciascun locale bagno ed evitano squilibri idraulici tra i diversi livelli dell’edificio.

EQUILIBRIO TERMICO I riduttori di pressione sono installati in ciascun locale bagno poiché non devono interferire con la rete di
ricircolo (esterni a tale rete). Per tale motivo, l’equilibratura termica è affidata a regolatori termostatici
previsti nelle diramazioni orizzontali per ogni piano.

IGIENE La presenza di miscelatori in prossimità dei punti di utilizzo consente di mantenere temperature di ricircolo
elevate senza incorrere in rischi di scottature. Inoltre, i miscelatori termostatici possono essere dotati di
funzione di by-pass manuale, caratteristica che consente di inviare alle utenze acqua con temperatura
pari a quella in ingresso sul lato caldo (disinfezione termica). La distribuzione di tipo ad anello permette
in questa fase di eseguire il flussaggio in tutte le utenze.

38 N° 59 gennaio 2021
Distribuzione con ricircolo acqua calda e fredda
In edifici quali hotel situati in zone particolarmente calde dove si può incorrere nel problema di surriscaldamento dell’acqua fredda
sanitaria, è possibile ricorrere ad un circuito di ricircolo aggiuntivo dedicato all’AFS. Questa soluzione permette una migliore igiene
mantenendo costantemente al di sotto dei 20 °C la temperatura dell’AFS. La refrigerazione è ottenuta tramite un chiller dedicato in
centrale termica.
La distribuzione di AFS ed ACS è di tipo passante con l’utilizzo di gruppi con intercettazioni generali.

Produzione ACS

EMV Mantenimento AFS

Fig. 36: Distribuzione al piano con miscelazione nel locale bagno e ricircolo al piano

REGOLAZIONE La produzione e la regolazione sia dell’ACS che dell’AFS è centralizzata e con accumulo. La temperatura
dell’ACS è gestita da miscelatori elettronici. La temperatura dell’AFS è regolata direttamente dal chiller.

PRESTAZIONI Le tubazioni di ricircolo sia dell’ACS sia dell’AFS sfruttano le apposite predisposizioni per un collegamento
diretto ai gruppi con intercettazioni generali in ciascuna rete terminale. In questo modo l’erogazione
dell’ACS è possibile in tempi rapidi, e si evitano possibili innalzamenti di temperatura dell’AFS nei rami
secondari.

EQUILIBRIO TERMICO L’equilibratura termica della rete di ricircolo per l’ACS è affidata a regolatori termostatici previsti nelle
diramazioni orizzontali per ogni piano. Tuttavia questi regolatori possono essere sfruttati solo nella rete
ACS. Per tale ragione, il bilanciamento della rete di ricircolo dedicata all’AFS è effettuata tramite regola-
tori di portata autobilancianti.

IGIENE Il processo di disinfezione termica della rete di ricircolo ACS è programmato e gestito dal miscelatore di
tipo elettronico presente in centrale termica. Le condizioni igieniche sono inoltre garantite anche nelle
tubazioni di AFS, grazie al mantenimento di temperature inferiori a quelle favorevoli a proliferazioni batte-
riche. Inoltre, l’utilizzo di una distribuzione di tipo ad anello e di dispositivi di flussaggio automatici consen-
tono di evitare i ristagni anche all’interno delle reti terminali.

N° 59 gennaio 2021 39
IL DIMENSIONAMENTO DELLE DISTRIBUZIONI
TERMINALI
Ingg. Elia Cremona e Mattia Tomasoni

Nelle reti idrosanitarie, il corretto dimensionamento delle distribuzioni terminali deve essere effettuato in modo da assicurare
l’erogazione delle portate richieste nei vari apparecchi installati. Occorre quindi una adeguata scelta dimensionale dei tratti di
collegamento in modo da:
• contenere le perdite di carico;
• mantenere valori di velocità adeguati all’interno delle tubazioni.
Come vedremo in seguito, tale scelta può essere valutata sia secondo metodi semplificati sia analitici.
PERDITE DI CARICO NELLE DISTRIBUZIONI TERMINALI DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI

Le perdite di carico generate dall’erogazione di ACS ed Il dimensionamento delle tubazioni nelle distribuzioni termi-
AFS nelle distribuzioni terminali devono essere contenute, in nali può essere svolto sia attraverso metodi semplificati che
modo da evitare portate troppo basse rispetto alle necessità. sfruttano tabelle di rapido consulto, sia attraverso metodi
Compatibilmente con la pressione disponibile in genere non analitici che prevedono il calcolo delle perdite di carico e
è particolarmente problematico soddisfare questo aspetto, delle velocità nei tratti.
poiché solitamente le lunghezze dei tratti di collegamento
Metodo semplificato
non sono eccessive. Per tale ragione è quindi consigliabile
un dimensionamento con valori di caduta di pressione non Questo metodo si basa sulla scelta semplificata di diametri
superiori a circa 0,5–0,7 bar, anche se questo comporta delle tubazioni predefiniti in base alla portata di progetto.
delle perdite di carico lineari che possono sembrare elevate. In genere questi dati sono raccolti in specifiche tabelle e
possono essere utilizzati solamente nelle seguenti condizioni:
Esempio:
• le lunghezze dei tratti di tubazioni non sono eccessive,
• Lunghezza: 10 m
o comunque inferiori a quelle indicate;
• Perdita di carico ammessa: 0,5 bar
• la pressione disponibile è tale per cui le perdite di carico
La perdita di carico lineare corrispondente è pari a circa ammissibili dovute alle tubazioni sono indicativamente
500 mm c.a./m (0,05 bar/m). di almeno 0,7 bar.
I valori di perdita di carico effettivi dipendono inoltre anche È un metodo che ha nella rapidità il suo principale vantaggio.
dalla tipologia di distribuzione finale scelta, che sia essa a Qualora non siano rispettate le precedenti condizioni è bene
collettori, ramificata oppure ad anello. effettuare opportune verifiche tramite il metodo analitico.
VELOCITÀ NELLE DISTRIBUZIONI TERMINALI Metodo analitico

Il dimensionamento delle tubazioni nelle distribuzioni termi- Questo metodo prevede il calcolo delle perdite di carico nelle
nali deve tener conto della velocità del flusso in funzione distribuzioni terminali in funzione delle portate di progetto. È
delle portate da erogare. Occorre tenere in considerazione certamente un metodo preciso ma per contro più laborioso.
i seguenti aspetti:
Per questa ragione è utile effettuare un primo dimensiona-
• velocità eccessive possono provocare rumorosità, abrasioni mento attraverso un metodo semplificato, per poi procedere
nelle tubazioni e nei raccordi, insorgenza di fenomeni ad una validazione attraverso la verifica di calcolo delle
di colpo d’ariete; perdite di carico.
• velocità troppo basse possono comportare tempi di
erogazione troppo lunghi soprattutto per quanto riguarda
l’ACS, e, inoltre, aumentano i rischi di ristagno.
È necessario quindi un buon compromesso tra gli aspetti
elencati, ottenibile in genere limitando il diametro delle tuba-
zioni in modo da favorire velocità sufficientemente sostenute.
Questo espediente inoltre determina un contenuto d’acqua
minore all’interno delle tubazioni, contribuendo sia a più
rapidi tempi di erogazione sia ad un maggior risparmio idrico.
Per queste ragioni, nelle distribuzioni terminali è consigliabile
considerare velocità massime di flusso più elevate rispetto
ai 2 m/s tipici delle tubazioni principali.

40 N° 59 gennaio 2021
Metodo semplificato

In seguito, si riportano le tabelle per il dimensionamento semplificato delle tubazioni per ACS e AFS in base al tipo di distribuzione.

DISTRIBUZIONE A COLLETTORI
BAGNI SEMPLICI E COLLETTIVI
Ogni adduzione viene dimensionata a seconda della tipologia dell’apparecchio servito.

LAVABO BIDET VASO A CASSETTA DOCCIA VASCA LAVATRICE PORTATA DIAMETRO TUBAZIONE fino a 20 m
SINGOLA
UTENZA acciaio rame PEX PP
acciaio inox pvc-c (max 9 m)
multistrato
l/s DN ∅e [mm] ∅e [mm] ∅e [mm]

X 0,1 l/s 1/2” 15 16 16

X 0,1 l/s 1/2” 15 16 16

X 0,1 l/s 1/2” 15 16 16

X 0,2 l/s 1/2” 15 16 16

X 0,4 l/s 1/2” (*) 15 (**) 16 (***) 20

X 0,2 l/s 1/2” 15 16 16

(*) per lunghezze fino a 10 metri altrimenti utilizzare 3/4” (**) per lunghezze fino a 9 metri altrimenti utilizzare ∅e 18 (***) per lunghezze fino a 5 metri altrimenti utilizzare ∅e 20

Tabella 8: Metodo semplificato in caso di distribuzione a collettore

DISTRIBUZIONE RAMIFICATA A T
BAGNI SEMPLICI (RESIDENZIALI - HOTEL - OSPEDALI E STRUTTURE SANITARIE)
Ogni tratto della dorsale viene dimensionato a seconda del numero e della tipologia degli apparecchi serviti.

NUM. DI APPARECCHI NUM. DI APPARECCHI NUM. DI APPARECCHI PORTATA DIAMETRO TUBAZIONE fino a 20 m
CON PORTATA SINGOLA CON PORTATA SINGOLA CON PORTATA SINGOLA TOTALE
UTENZE acciaio rame PEX PP
0,1 l/s 0,2 l/s 0,4 l/s
zincato acciaio inox pvc-c (max 9 m)
Lavabo Doccia Vasca
Bidet Lavatrice multistrato
Vaso a cassetta l/s DN ∅e [mm] ∅e [mm] ∅e [mm]

1 0,1 l/s 1/2” 15 16 16

2 0,2 l/s 1/2” 15 16 16

2 1 0,4 l/s 1/2” (*) 15 (**) 16 (***) 20

3 1 0,5 l/s 1/2” (*) 18 20 20

2 1 0,6 l/s 1/2” (*) 18 20 20

3 1 0,7 l/s 3/4” 18 20 25

3 1 1 0,9 l/s 3/4” 18 26 25

(*) per lunghezze fino a 10 metri altrimenti utilizzare 3/4” (**) per lunghezze fino a 9 metri altrimenti utilizzare 18 (***) per lunghezze fino a 5 metri altrimenti utilizzare 20

Tabella 9: Metodo semplificato in caso di distribuzione ramificata a T in bagni semplici

N° 59 gennaio 2021 41
DISTRIBUZIONE RAMIFICATA A T
BAGNI COLLETTIVI (STRUTTURE SPORTIVE - SCUOLE - UFFICI E SETTORE TERZIARIO)
Ogni tratto della dorsale viene dimensionato a seconda del numero e della tipologia degli
apparecchi serviti.
NUM. DI APPARECCHI NUM. DI APPARECCHI PORTATA DIAMETRO TUBAZIONE fino a 20 m
CON PORTATA SINGOLA CON PORTATA SINGOLA TOTALE
0,1 l/s 0,2 l/s UTENZE acciaio rame PEX PP
Lavabo Lavabo zincato acciaio inox pvc-c (max 12 m)
Bidet Doccia multistrato
Vaso a cassetta l/s DN ∅e [mm] ∅e [mm] ∅e [mm]

1 - 0,1 l/s 1/2" 15 16 16

2 - 0,2 l/s 1/2" (*) 15 (**) 16 (***) 20

3 - 0,3 l/s 1/2" (*) 18 20 20

4 - 0,4 l/s 3/4" 18 20 25

5 - 0,5 l/s 3/4" 18 26 25

6 - 0,6 l/s 1" 22 26 25

7 - 0,7 l/s 1" 22 26 32

- 1 0,2 l/s 1/2" 15 (**) 16 (***) 16

- 2 0,4 l/s 3/4" 18 20 25

- 3 0,6 l/s 1" 22 26 25

- 4 0,8 l/s 1" 22 26 32

- 5 1,0 l/s 1" 22 32 32

- 6 1,2 l/s 1" 28 32 32

- 7 1,4 l/s 1" 28 32 32

2 1 0,4 l/s 3/4" 18 20 25

2 2 0,6 l/s 1" 22 26 25

3 2 0,7 l/s 1" 22 26 32

3 3 0,9 l/s 1" 22 32 32

3 4 1,1 l/s 1" 28 32 32

4 2 0,8 l/s 1" 22 26 32

5 2 0,9 l/s 1" 22 32 32

5 3 1,1 l/s 1" 28 32 32

5 4 1,3 l/s 1" 28 32 32

5 5 1,5 l/s 1" 28 32 32

5 2 1,0 l/s 1" 22 32 32

5 3 1,2 l/s 1" 28 32 32

5 4 1,4 l/s 1" 28 32 32

5 5 1,6 l/s 1" 28 32 40

(*) per lunghezze fino a 10 metri altrimenti utilizzare 3/4” (**) per lunghezze fino a 9 metri altrimenti utilizzare 18

(***) per lunghezze fino a 5 metri altrimenti utilizzare 20

Tabella 10: Metodo semplificato in caso di distribuzione ramificata a T in bagni collettivi

42 N° 59 gennaio 2021
DISTRIBUZIONE PASSANTE AD ANELLO
BAGNI SEMPLICI (RESIDENZIALI - HOTEL - OSPEDALI E STRUTTURE SANITARIE)
Le tubazioni dell’anello vengono dimensionate a seconda del numero e della tipologia degli apparecchi serviti.

LAVABO VASO A CASSETTA BIDET DOCCIA VASCA PORTATA DIAMETRO TUBAZIONE finoa 20 m
TOTALE
acciaio rame PEX PP
zincato acciaio inox pvc-c (max 9 m)
multistrato
l/s DN ∅e [mm] ∅e [mm] ∅e [mm]

X X 0,3 l/s 1/2” 15 16 16

X X X 0,4 l/s 1/2” 15 (**) 16 (***) 16

0,4 l/s 1/2” 15 (**) 16 (***) 20


X X X
X X X 0,7 l/s 1/2” (*) 18 20 20

X X X X 0,5 l/s 1/2” 15 (**) 16 (***) 16

X X X X 0,8 l/s 1/2” (*) 18 20 20

X X X X 0,5 l/s 1/2” 15 (**) 16 (***) 16

X X X X X 0,9 l/s 1/2” (*) 18 20 20

(**) per lunghezze fino a 9 metri altrimenti utilizzare 18

Tabella 11: Metodo semplificato in caso di distribuzione passante ad anello in bagni semplici

DISTRIBUZIONE PASSANTE AD ANELLO


BAGNI COLLETTIVI (STRUTTURE SPORTIVE - SCUOLE - UFFICI E SETTORE TERZIARIO)
Le tubazioni dell’anello vengono dimensionate a seconda del numero e della tipologia degli apparecchi serviti.

NUM. DI APPARECCHI NUM. DI APPARECCHI PORTATA DIAMETRO TUBAZIONE fino a 20 m


CON PORTATA SINGOLA CON PORTATA SINGOLA TOTALE
UTENZE acciaio rame PEX PP
0,1 l/s 0,2 l/s
zincato acciaio inox pvc-c (max 9 m)
Lavabo Lavabo
Bidet Doccia multistrato
Vaso a cassetta l/s DN ∅e [mm] ∅e [mm] ∅e [mm]

4 - 0,4 1/2" (*) 18 20 20

5 - 0,5 1/2" (*) 18 20 20

6 - 0,6 3/4" 18 20 25

7 - 0,7 3/4" 18 26 25

2 2 0,6 3/4" 18 20 25

3 2 0,7 3/4" 18 26 25

3 3 0,9 1" 22 26 25

3 4 1,1 1" 22 26 32

4 2 0,8 3/4" 18 26 25

5 2 0,9 1" 22 26 25

5 3 1,1 1" 22 26 32

5 4 1,3 1" 22 26 32

5 5 1,5 1" 22 32 32

6 2 1 1" 22 26 25

6 3 1,2 1" 22 26 32

6 4 1,4 1" 22 32 32

6 5 1,6 1" 22 32 32

Tabella 12: Dimensionamento tabellare per distribuzione passante ad anello in bagni collettivi

N° 59 gennaio 2021 43
Metodo analitico

Non sempre il metodo semplificato è sufficiente per validare le scelte di dimensionamento effettuate. In questi casi è consigliabile
effettuare una verifica attraverso metodi di calcolo analitici, che permettono di stimare in maniera accurata tutte le perdite di
carico all’interno della distribuzione terminale.

VERIFICA DELLE PERDITE DI CARICO NELLE DISTRIBUZIONI TERMINALI


Il corretto dimensionamento della distribuzione terminale deve essere eseguito in modo da garantire la corretta erogazione di
AFS ed ACS dell’apparecchio più sfavorito. Per assicurare questa condizione occorre verificare che la pressione disponibile
all’ingresso della distribuzione sia sufficiente rispetto a quella effettivamente necessaria. Serve perciò stimare le perdite di carico
complessive in funzione della tipologia di distribuzione e delle portate in gioco.

Pressione minima Formula 1


Formula 1
È la pressione minima richiesta a monte degli apparecchi che serve a garantire 𝑃𝑃"#$ ≈ 1 − 2 𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎
𝑃𝑃"#$ ≈ 1 − 2 𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎
la corretta erogazione d’acqua. Il suo valore può essere ricavato da specifiche
tabelle presenti nelle normative di riferimento, oppure direttamente fornito dal Formula 1
costruttore dell’apparecchio stesso. Formula
Formula12
Formula 2
𝑃𝑃"#$ ≈ 1 − 𝑟𝑟2∙𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎
𝐿𝐿
Δ𝑃𝑃. = 𝑟𝑟 ∙ 2𝐿𝐿
Perdite di carico distribuite Δ𝑃𝑃. = 102
10
Formulaa21causa dell’attra-
Sono le perdite di carico (o di pressione) che il fluido subisce
Formula
versamento nelle tubazioni. Dipendono in particolare dalla tipologia
Formula 3 e dal diametro ∆Pd: perdite di carico distribuite [bar]
Formulaad3 una lunghezza 𝑃𝑃 ≈1− 𝑟𝑟 ∙2 𝐿𝐿𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎
della tubazione stessa. Il loro valore fa solitamente riferimento r: perdita di"#$
carico
Δ𝑃𝑃. = lineare [Pa/m]
unitaria di condotto (perdita di carico lineare), ricavabile da appositi diagrammi e L: 102 𝑣𝑣88
lunghezza della tubazione [m]
ΣΔ𝑃𝑃4 = Σξ ∙ 𝜌𝜌 ∙ 𝑣𝑣
tabelle o software di calcolo. Nota la lunghezza complessiva si possono calcolare ΣΔ𝑃𝑃4 = Σξ ∙ 𝜌𝜌 ∙ 2 ∙ 1022
le perdite di carico distribuite con la formula 2. Formula 2 Formula 22 ∙ 10
Formula 3
Formula 4 𝑟𝑟 ∙ 𝐿𝐿
Formula 4 Δ𝑃𝑃. =
102 𝑣𝑣 8
Perdite di carico concentrate ΣΔ𝑃𝑃4 = Σξ 9∙ 𝜌𝜌 ∙4 ∙ 𝐺𝐺 2
𝑣𝑣 = 10 ∙ 42 ∙∙ 10 𝐺𝐺
Sono le perdite di pressione accidentali che si generano in corrispondenza di 𝑣𝑣 = 109 ∙ 𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷88
𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷
discontinuità nelle tubazioni o irregolarità nel percorso.Formula 3
Nelle distribuzioni termi- Σ∆Pc: somma perdite di carico concentrate [bar]
Formula 4
nali sono causate in particolare modo dalla presenza diFormula curve di5 collegamento e Σξ: somma coeff. pdc concentrate,8 adimensionale
𝑣𝑣
raccordi di derivazione. Si possono facilmente calcolare Formula una volta5 noti i coefficienti ρ: densità
ΣΔ𝑃𝑃 del fluido ∙ 𝜌𝜌4∙ ∙ 𝐺𝐺
4 = Σξ 9
[Kg/m3]
𝑣𝑣 = 10 ∙ 2 ∙ 102
sperimentali relativi alla tipologia e forma della discontinuità. Tali valori sono rica- v: velocità media del flusso
𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷 8 [m/s]
vabili da tabelle generiche o possono essere forniti anche dai costruttori stessi 𝐺𝐺AB 8
dei raccordi di collegamento. Le perdite di carico localizzate Formulavengono
4 calcolate Δ𝑃𝑃>#? Formula
= @ 𝐺𝐺AB 3 D8
Formula 5 Δ𝑃𝑃>#? = @𝐾𝐾𝑣𝑣>#? D
con le formule 3 e 4. 𝐾𝐾𝑣𝑣>#?
Formula 6 4 ∙ 𝐺𝐺
𝑣𝑣 = 109 ∙
Formula 6 ]
[Per approfondimento si rimanda al Quaderno 5 Caleffi “Impianti idrosanitari” 𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷8
𝐺𝐺FGB 888
[Per ausilio al calcolo si rimanda al dimensionatore Pipe Sizer Caleffi, disponibile gratuitamente G: portataΔ𝑃𝑃
Δ𝑃𝑃 >#E=
di>#? =@@ 𝐺𝐺
progetto 𝐺𝐺AB DD [l/s]
Formula 𝐾𝐾𝑣𝑣FGB
Δ𝑃𝑃>#E = @𝐾𝐾𝑣𝑣 >#E D
sul sito www.caleffi.com oppure sulle piattaforme Google Play e App Store]5 D: diametro interno 𝐾𝐾𝑣𝑣>#E>#? [mm]
Formula 6
Formula 4
Formula 7 𝐺𝐺𝐺𝐺 88
Formula 7 Δ𝑃𝑃 = @
FGB
AB D
Δ𝑃𝑃>#E
>#? = @𝐾𝐾𝑣𝑣 D8
𝐾𝐾𝑣𝑣>#E
>#? 𝑣𝑣FGB
8
Δ𝑃𝑃FGB = 𝜉𝜉FGB ∙ 𝜌𝜌 ∙ 𝑣𝑣FGB
Formula 6 Δ𝑃𝑃FGB = 𝜉𝜉FGB ∙ 𝜌𝜌 ∙ 2 ∙ 1022
2 ∙ 10
Formula 7 𝐺𝐺FGB 8
Formula 10 a Δ𝑃𝑃>#E = @ D
Formula 10 a 𝐾𝐾𝑣𝑣>#E𝑣𝑣 8
FGB
Δ𝑃𝑃FGB 𝐺𝐺I =∙ 𝜌𝜌0.3
= 𝜉𝜉FGB ∙ ∙ 𝐺𝐺LM2
𝐺𝐺I = 0.32∙ ∙𝐺𝐺10
𝐺𝐺N = 0.7 ∙ 𝐺𝐺LM LM
𝐺𝐺N = 0.7 ∙ 𝐺𝐺LM
Formula 7
Formula 10 a
Formula 10 b 8
𝑣𝑣FGB
Formula 10 b Δ𝑃𝑃FGB = 𝐺𝐺𝜉𝜉IFGB
= ∙0.3
𝜌𝜌 ∙ ∙ 𝐺𝐺LM 2
44 2
N°∙59
10gennaio 2021
𝐺𝐺N = 0.7 ∙ 𝐺𝐺LM
Δ𝑃𝑃I = Δ𝑃𝑃.,I + ΣΔ𝑃𝑃4,I
Δ𝑃𝑃I = Δ𝑃𝑃.,I + ΣΔ𝑃𝑃4,I
Formula 2

Formula 1 𝑟𝑟 ∙ 𝐿𝐿
Δ𝑃𝑃. =
102
𝑃𝑃"#$ ≈ 1 − 2 𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎

Formula 3
Formula 2
𝑣𝑣 8
Formula 1 ΣΔ𝑃𝑃4 = Σξ ∙ 𝜌𝜌 ∙
𝑟𝑟 ∙ 𝐿𝐿 2
Δ𝑃𝑃. = 22 ∙ 10
10
𝑃𝑃"#$ ≈ 1 − 2 𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎
Formula 4
PERDITE DI CARICO DEL COLLETTORE O DEL GRUPPOFormula
CON INTERCETTAZIONI
3 GENERALI 4 ∙ 𝐺𝐺
Formula 2
𝑣𝑣 = 109 ∙
In presenza di un collettore di distribuzione o di un gruppo con intercettazioni generali è bene tenere in considerazione
𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷88 anche le
𝑟𝑟 ∙ 𝐿𝐿 𝑣𝑣
perdite di carico introdotte da questi componenti. Dalle schede tecniche dei costruttori sono solitamente = .Σξreperibili
ΣΔ𝑃𝑃4 Δ𝑃𝑃 =∙ 𝜌𝜌 ∙ 2 i coefficienti
di flusso (Kv) riferiti alle valvole di intercettazione, se presenti. 102 ∙ 102
Formula 5

Formula 4
Intercettazioni generali Formula 3
4 ∙ 𝐺𝐺 8
9 𝐺𝐺AB
In caso di valvole di intercettazione 𝑣𝑣 >#?
Δ𝑃𝑃 = 10= @∙ 𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷𝑣𝑣D88
generali di un collettore oppure di un KvVIS ΣΔ𝑃𝑃4 = Σξ ∙ 𝐾𝐾𝑣𝑣
𝜌𝜌 ∙ >#? 2
2 ∙ 10
gruppo con intercettazioni generali, le
Formula 6
perdite di carico associate si calcolano Formula 5 ∆PVIG: perdite di carico valv. intercet. generale [bar]
secondo la formula 5. Formula 4 𝐺𝐺FGB 8
GDER Gpr: portata Δ𝑃𝑃 di progetto
>#E = @ D [m3/h]
𝐾𝐾𝑣𝑣
4 >#E
∙ generali
KvVIG : coeff. di flusso valv.9 intercet. 𝐺𝐺 [m3/h]
𝑣𝑣 = 10 ∙ 𝐺𝐺 8
∙ 𝐷𝐷8
𝜋𝜋AB
Fig 37: Valvole di intercettazione generali Δ𝑃𝑃>#?Formula
=@ 5 D
𝐾𝐾𝑣𝑣>#?
Formula 7
Formula 6
5
8
Collettore con intercettazioni KvVIG 𝑣𝑣FGB
GPR 𝜌𝜌 ∙ 8 2
Δ𝑃𝑃FGB = 𝜉𝜉FGB𝐺𝐺∙ FGB
singole Δ𝑃𝑃>#E = @ 2D∙ 10
𝐾𝐾𝑣𝑣>#E 8
𝐺𝐺AB
In caso di valvole di intercettazioni Δ𝑃𝑃>#? = @ D
Formula 10 a 𝐾𝐾𝑣𝑣>#?
presenti su ciascuna derivazione si KvVIG
può usare la formula 6. GPR Formula 6
7 ∆PVIS: perdite di carico𝐺𝐺valv.=intercet.
0.3 ∙ singole
𝐺𝐺LM [bar]
I
GDER: portata di progetto derivazione 8 [m3/h]
𝐺𝐺N =𝐺𝐺0.7 ∙ 𝐺𝐺8LM
KvVIS : coeff. diΔ𝑃𝑃
flusso valv. FGB 𝑣𝑣FGB
Δ𝑃𝑃FGB >#E = @intercet. singole
= 𝜉𝜉FGB ∙ 𝜌𝜌 ∙ D [m3/h]
𝐾𝐾𝑣𝑣>#E2 ∙ 102
Fig 38: Valvole di intercettazioni singole Formula 6
Formula 10 b
Formula 10 a
Formula 7
Collettore semplice Δ𝑃𝑃
𝐺𝐺 = Δ𝑃𝑃 𝐺𝐺LM+ ΣΔ𝑃𝑃4,I
I I= 0.3 ∙.,I
8
Δ𝑃𝑃 𝑣𝑣FGB
= Δ𝑃𝑃∙.,N + ΣΔ𝑃𝑃
Infine, quando non sono presenti Δ𝑃𝑃FGB = 𝜉𝜉𝐺𝐺FGB
NN=∙ 0.7
𝜌𝜌 ∙ 𝐺𝐺LM 2 4,N
2 ∙ 10
valvole di intercettazione sulle singole
derivazioni, è opportuno tener conto ξDER Formula 10 b
delle perdite di carico concentrate. Formula 10 a ∆PDER: pdc concentrata derivazione [bar]
Se non indicato in modo specifico dal ξDER: coeff. pdc concentrata,
𝐺𝐺I = adimensionale
0.3 ∙ 𝐺𝐺LM
GDER
costruttore, è possibile considerare un vDER : velocità media delΔ𝑃𝑃I =nella
flusso Δ𝑃𝑃.,I + ΣΔ𝑃𝑃[m/s]
derivazione 4,I
𝐺𝐺N = 0.7 ∙ 𝐺𝐺LM
opportuno coefficiente di perdita di Δ𝑃𝑃N = Δ𝑃𝑃.,N + ΣΔ𝑃𝑃4,N
Fig 39: Perdite di carico concentrate
carico concentrata con la formula 7. nelle derivazioni Formula 7
Formula 10 b

Δ𝑃𝑃I = Δ𝑃𝑃.,I + ΣΔ𝑃𝑃4,I


Δ𝑃𝑃N = Δ𝑃𝑃.,N + ΣΔ𝑃𝑃4,N

N° 59 gennaio 2021 45
PERDITE DI CARICO NELLA DISTRIBUZIONE A COLLETTORE
In caso di distribuzione a collettore (con intercettazioni singole oppure generali) ogni apparecchio è servito da un tratto di tubazione
dedicato. La pressione in ingresso al collettore deve essere quindi valutata considerando la linea di adduzione all’apparecchio più
sfavorito, e cioè quella contraddistinta dalle perdite di carico maggiori. Può essere genericamente espressa secondo la formula 8.

PIN = PMIN,SF + ΔPd + ΣΔPc + ΔPVIS + ΔPVIG Formula 8

PIN: pressione necessaria in ingresso


PMIN,SF: pressione minima utenza
∆Pd: perdite di carico distribuite
Σ∆PC: somma perdite di carico concentrate
∆PVIS: perdite di carico valvola intercettazione singola (se presente)
∆PVIG: perdite di carico valvola intercettazione generale (se presente)

Fig. 40: Perdite di carico nella distribuzione a collettore

PERDITE DI CARICO NELLA DISTRIBUZIONE RAMIFICATA A T


In caso di distribuzione ramificata con collegamenti a T la pressione minima in ingresso deve essere valutata considerando il
percorso di tubazioni che serve l’apparecchio più sfavorito. Tuttavia, specialmente in caso di reti terminali con possibilità di utilizzo
contemporaneo di più apparecchi, è bene calcolare le perdite di carico tenendo conto di una portata di progetto probabile nei
vari tratti di tubazione. La pressione in ingresso si calcola secondo la formula 9.
[Per approfondimento si rimanda a Idraulica 50 “Le reti di distribuzione degli impianti idrosanitari”]

PIN = PMIN,SF + ΔPd + ΣΔPc + ΔPVIG Formula 9

PIN: pressione necessaria in ingresso


PMIN,SF: pressione minima utenza
∆Pd: perdite di carico distribuite
Σ∆PC: somma perdite di carico concentrate
∆PVIG: perdite di carico valvola intercet. generale

Fig. 41: Perdite di carico nella distribuzione ramificata a T

PERDITA DI CARICO NELLA DISTRIBUZIONE AD ANELLO


Considerando per semplicità un unico apparecchio attivo, in questa tipologia di distribuzione la portata si suddivide tra i due
tratti di adduzione che costituiscono l’anello stesso e le perdite di carico risultano perciò contenute. La procedura di calcolo
è tuttavia più complessa, dato che occorrono calcoli iterativi per stabilire in modo accurato come si ridistribuiscono le portate
nei tratti. Questo approccio può risultare utile nel caso in cui si vogliano valutare le prestazioni in termini di tempi di disponibilità
dell’acqua calda al punto di utilizzo. Tuttavia si può ricorrere anche a calcoli pratici più immediati per la stima delle perdite di carico.

46 N° 59 gennaio 2021
𝑃𝑃"#$ ≈ 1 − 2 𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎
𝑃𝑃"#$ ≈ 1 − 2 𝑏𝑏𝑎𝑎𝑎𝑎

𝑟𝑟 ∙ 𝐿𝐿
Δ𝑃𝑃. = 𝑟𝑟 ∙ 𝐿𝐿
Δ𝑃𝑃.10=2 2
10

• Si individua il tratto con le maggiori perdite di carico,


Calcolo semplificato
in genere contraddistinto da maggiore lunghezza delle
• Si individua 𝑣𝑣 8 8
ΣΔ𝑃𝑃l’anello dell’apparecchio
4 = Σξ ∙ 𝜌𝜌 ∙ 𝑣𝑣 più sfavorito. tubazioni e presenza di numerosi raccordi.
ΣΔ𝑃𝑃4 = Σξ ∙2𝜌𝜌∙ ∙102 2
• Si assume che la portata di 2 ∙ progetto
10 dell’apparecchio • Si stima la pressione minima in ingresso secondo la
considerato si divida equamente nei due tratti dell’anello. formula 10.

4 ∙ 𝐺𝐺
𝑣𝑣 = 109 ∙ 9 48 ∙ 𝐺𝐺 PIN = PMIN,SF + ΔPd + ΣΔPc + ΔPVIG Formula 10
𝑣𝑣 = 10𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷
A 𝜋𝜋 ∙ 𝐷𝐷8
PIN: pressione necessaria in ingresso
PMIN,SF: pressione minima utenza
∆Pd: perdite di carico distribuite totali
Σ∆PC: somma perdite di carico concentrate
𝐺𝐺AB 8 8
Δ𝑃𝑃>#? = @ 𝐺𝐺DAB ∆PVIG: perdite di carico valvola intercettazione generale
Δ𝑃𝑃>#? 𝐾𝐾𝑣𝑣
= @>#? D
𝐾𝐾𝑣𝑣>#?
Fig. 42: Perdite di carico nella distribuzione ad anello (calcolo semplificato)

𝐺𝐺FGB 8 8
Δ𝑃𝑃>#E = @ D
𝐺𝐺FGB
Δ𝑃𝑃>#E 𝐾𝐾𝑣𝑣
= @>#E D
𝐾𝐾𝑣𝑣>#E • Si confrontano le perdite di carico calcolate per i due tratti.
Calcolo iterativo
Se risultano differenti si ripete la procedura ipotizzando
È un calcolo di tipo iterativo, tratto dal metodo di H. Cross, una ridistribuzione differente delle portate (tabella 15).
che permette di individuare come si ridistribuiscono le portate
8
nei tratti dell’anello analizzato. 𝑣𝑣FGB Iterazione Gpr GA GB
Δ𝑃𝑃FGB = 𝜉𝜉FGB ∙ 𝜌𝜌 ∙ 𝑣𝑣 8
Δ𝑃𝑃 = 𝜉𝜉 ∙2𝜌𝜌∙ ∙102FGB
• Si individua l’anello dell’apparecchio
FGB FGB
2 ∙ 102 più sfavorito. 0 100 % 30 % 70 %
• Si ipotizza che la portata di progetto dell’apparecchio 1 100 % 40 % 60 %
considerato si divida nei due tratti dell’anello come segue: 2 100 % 50 % 50 %
𝐺𝐺I = 0.3 ∙ 𝐺𝐺LM 3 100 % 60 % 40 %
𝐺𝐺 = 0.3 ∙ 𝐺𝐺 4 100 % 70 % 30 %
𝐺𝐺N =I0.7 ∙ 𝐺𝐺LM LM
𝐺𝐺N = 0.7 ∙ 𝐺𝐺LM Tabella 13: Distribuzione delle portate nei tratti dell’anello

• Per entrambe i tratti dell’anello si calcolano le perdite di • Per uno qualsiasi dei due tratti si calcola la pressione in
carico con le portate ipotizzate: ingresso minima considerando la portata effettiva ricavata
secondo la formula 11.
Δ𝑃𝑃I = Δ𝑃𝑃.,I + ΣΔ𝑃𝑃4,I
Δ𝑃𝑃 = Δ𝑃𝑃.,I + ΣΔ𝑃𝑃4,I
Δ𝑃𝑃N =IΔ𝑃𝑃.,N + ΣΔ𝑃𝑃4,N
Δ𝑃𝑃N = Δ𝑃𝑃.,N + ΣΔ𝑃𝑃4,N

PMIN,SF + ΔPd + ΣΔPc + ΔPVIG


B A PIN = Formula 11

PMIN,SF + ΔPd + ΣΔPc + ΔPVIG

PIN: pressione necessaria in ingresso


PMIN,SF: pressione minima utenza
∆Pd: perdite di carico distribuite totali
Σ∆PC: somma perdite di carico concentrate
∆PVIG: perdite di carico valvola intercet. generale

Fig. 43: Perdite di carico nella distribuzione ad anello (calcolo iterativo)

N° 59 gennaio 2021 47
ESEMPIO 1A: bagno semplice con distribuzione a collettore

Determinare la pressione in ingresso al collettore e verificare i tempi di erogazione dell’ACS nella distribuzione terminale
rappresentata in fig. 44.
G Pmin ∅
apparecchio
[l/s] [bar] [mm]

doccia 0,2 2 16x2


4 lavabo 0,1 2 16x2
2 bidet
vaso a cas.
0,1
0,1
2
2
16x2
16x2
3
A L Curve 90°
percorso
[m] ξ = 2,7
1 A-1 4,9 2
A-2 4,6 3
A-3 3,3 3
A-4 2,8 3

gruppo con KvVIG ξ deriv


intercettazioni
generali
7 m3/h 3

Tabella 14: Esempio di calcolo per bagno


Fig. 44: Esempio di calcolo per bagno semplice con distribuzione a collettore semplice con distribuzione a collettore

Calcolo delle perdite di carico


Il calcolo viene effettuato considerando il percorso dell’apparecchio Tempi di erogazione ACS
più sfavorito, che in questo caso risulta essere la doccia.
Si ricava il volume d’acqua contenuto nei singoli tratti:
Tratto A-1
VA-1 = 0,55 l
• Ricavando r = 3000 Pa/m (∼300 mm c.a./m) da apposite tabelle VA-2 = 0,52 l
si ottiene: VA-3 = 0,37 l

∆Pd,A-1 = r ∙ LA-1 / 105 = 0,15 bar Si ricavano i tempi di erogazione:

• Con v = 1,77 m/s e ξA-1 = 5,4 si ottiene: tDOCCIA = VA-1 / GDOCCIA = 2,8 s
tLAVABO = VA-2 / GLAVABO = 5,2 s
∆Pc,A-1 = ξTOT ∙ ρ ∙ v / (2 ∙ 10 ) = 0,08 bar
2 5
tLAVABO = VA-3 / GBIDET = 3,7 s
Gruppo con intercettazioni generali

• Si calcolano le perdite di carico alla derivazione con v = 1,77 m/s:

∆Pc,DER = ξder ∙ ρ ∙ v / (2 ∙ 105) = 0,05 bar

• Si ricava la portata totale nel collettore e quella di progetto


secondo normativa (in questo esempio EN 806):

GTOT= GDOCCIA+ GLAVABO +GBIDET =0,40 l/s

GPR= 0,27 l/s

• Si calcolano le perdite d carico della valvola di intercettazione


generale:

∆PVIG = (3,6 ∙ GPR/KvVIG)2 = 0,02 bar

Stima della pressione minima in ingresso

• PIN = PMIN,DOCCIA + ∆Pd,A-1 + ∆Pc,A-1 + ∆Pc,DER + ∆PVIG = 2,30 bar

48 N° 59 gennaio 2021
ESEMPIO 1B: semplice con distribuzione ramificata a T

Determinare la pressione in ingresso al gruppo con intercettazioni generali e verificare i tempi di erogazione dell’ACS nella
distribuzione terminale rappresentata in fig. 45.

G Pmin ∅
apparecchio
[l/s] [bar] [mm]

doccia 0,2 2 16x2


4 lavabo 0,1 2 16x2
bidet 0,1 2
2 vaso a cas. 0,1 2
16x2
16x2
3
D ∅ L Curve 90°
Tee Tee
tratto (der.) (attr.)
[mm] [m] ξ = 2,7 ξ = 3,6 ξ= 2
1 1-A 16x2 2,3 1 0 1
2-A 16x2 2 1 1 0
3-B 16x2 1,7 1 1 0
4-C 16x2 2 1 1 0
A-B 16x2 1 0 0 1
C B-C 16x2 0,8 0 0 1
B C-D 16x2 0,8 1 0 0

A gruppo con KvVIG ξ deriv


intercettazioni
generali
7 m3/h 3

Tabella 15: Esempio di calcolo per bagno


Fig. 45: Esempio di calcolo per bagno semplice con distribuzione ramificata a T semplice con distribuzione ramificata a T

GPR, = 0,27 l/s


Calcolo delle perdite di carico B-D

• Ricavando r = 5000 Pa/m (∼500 mm c.a./m) da tabelle, si ottiene:


Il calcolo viene effettuato considerando il percorso dell’apparecchio
più sfavorito, che in questo caso risulta essere la doccia. ∆Pd,B-D = r ∙ LB-D / 105 = 0,08 bar

Tratto 1-A (ACS) • Con v = 2,36 m/s e ξTOT = 5,4 si ottiene:

• Ricavando r = 3000 Pa/m (∼300 mm c.a./m) da tabelle, si ottiene: ∆Pc,B-D= ξTOT ∙ ρ ∙ v2 / (2 ∙ 105) = 0,08 bar

∆Pd,1-A = r ∙ L1-A / 105 = 0,07 bar Gruppo con intercettazioni generali

• Con v = 1,77 m/s e ξ1-A = 4,7 si ottiene: • Si calcolano le perdite di carico alla derivazione con v= 2,36 m/s:

∆Pc,1-A= ξTOT ∙ ρ ∙ v / (2 ∙ 10 ) = 0,07 bar


2 5
∆Pc,DER = ξder ∙ ρ ∙ v2 / (2 ∙ 105) = 0,08 bar

Tratto A-B (ACS) • Si calcolano le perdite d carico della valvola di intercettazione


generale:
• Si ricava la portata di progetto nel tratto secondo normativa (in
questo esempio EN 806): ∆PVIG = (3,6 ∙ GPR/KvVIG)2 = 0,02 bar

GTOT= GDOCCIA+ GLAVABO =0,30 l/s Stima della pressione minima in ingresso

GPR, A-B= 0,24 l/s • PIN = PMIN,DOCCIA + ∆Pd,1-D + ∆Pc,1-D + ∆Pc,DER + ∆PVIG = 2,55 bar

• Ricavando r=4000 Pa/m (∼400 mm c.a./m) da tabelle, si ottiene:

∆Pd,A-B = r ∙ LA-B / 105 = 0,04 bar Tempi di erogazione ACS


• Con v = 2,09 m/s e ξTOT = 2 si ottiene: Si ricava il volume d’acqua contenuto nei tratti:

∆Pc,1_A = ξTOT ∙ ρ ∙ v / (2 ∙ 10 ) = 0,04 bar


5
V1-D = 0,55 l
V2-D = 0,52 l
Tratto B-D (ACS)
Si ricavano i tempi di erogazione per gli apparecchi più sfavoriti:
• Si ricava la portata totale nel collettore e quella di progetto
secondo normativa (in questo esempio EN 806): tDOCCIA = V1-D / GDOCCIA = 2,8 s
tLAVABO = V2-D / GLAVABO = 5,2 s
GTOT= GDOCCIA+ GLAVABO + GBIDET =0,40 l/s

N° 59 gennaio 2021 49
ESEMPIO 1C: bagno semplice con distribuzione ad anello

Determinare la pressione in ingresso al gruppo con intercettazioni generali e verificare i tempi di erogazione dell’ACS.
apparecchio G [l/s] Pmin [bar] ∅ [mm]

doccia 0,2 2 16x2


lavabo 0,1 2 16x2
bidet 0,1 2 16x2
vaso a cas. 0,1 2 16x2
2 4
Curva Racc. U Racc. U
L
3 tratto 90° (der.) (attr.)

D D-1 lungo
[m]

12,3
ξ = 2,7

10
ξ = 3,9

1
ξ = 3,6

2
corto 4,9 2 1 0
1 D-2 lungo 9,2 7 1 1
corto 8 5 1 1
D-3 lungo 13,9 9 1 2
corto 3,3 3 1 0
D-1 lungo 16,3 14 1 3
corto 4,9 2 1 0
D-2 lungo 12 11 1 2
corto 9,2 5 1 1
D-3 lungo 13,9 9 1 2
corto 7,3 7 1 1
D-4 lungo 18,4 13 1 3
corto 2,8 3 1 0

KvVIG ξ deriv
gruppo con
intercettazioni generali 7 m /h 3 3
Fig. 46: Esempio di calcolo per bagno semplice con distribuzione ad anello Tabella 16: bagno semplice con distr. ad anello

Stima della pressione minima in ingresso


Calcolo delle perdite di carico
• PIN = PMIN,DOCCIA + ∆Pd,D-1 + ∆Pc,D-1 + ∆Pc,DER + ∆PVIG = 2,30 bar
Il calcolo viene effettuato tramite metodo semplificato considerando
il percorso dell’apparecchio più sfavorito, che in questo caso risulta
Tempi di erogazione ACS
essere la doccia.
Per il corretto calcolo dei tempi di erogazione occorre ricavare le
Tratto D-1 (lungo)
effettive portate passanti nei tratti di tubazione, considerando l’utilizzo
• Si ipotizza una portata pari al 50 % di GDOCCIA: di un apparecchio alla volta.

GD-1 = 0,5 ∙ GDOCCIA = 0,10 l/s Doccia

• Ricavando r=900 Pa/m (∼90 mm c.a./m) da tabelle, si ottiene: Si ripete il calcolo delle perdite di carico ma ipotizzando diverse
distribuzioni di portata nei due tratti dell’anello. La distribuzione
∆Pd,D-1 = r ∙ LD-1 / 10 = 0,12 bar
5
effettiva è quella per cui equivalgono (o sono assimilabili) i valori di
• Con v = 0,88 m/s e ξD-1=38,1 si ottiene: PIN calcolati nei due tratti:

∆Pc,D-1 = ξD-1 ∙ ρ ∙ v2 / (2 ∙ 105) = 0,15 bar GD-1 [l/s] PIN [bar]


(lungo) (corto) (lungo) (corto)
Gruppo con intercettazioni generali 30 % / 70 % 0,06 0,14 2,12 2,20
• Si calcolano le perdite di carico alla derivazione con v= 0,88 m/s: 40 % / 60 % 0,08 0,12 2,20 2,16
50 % / 50 % 0,1 0,1 2,29 2,11
∆Pc,DER = ξder ∙ ρ ∙ v2 / (2 ∙ 105) = 0,01 bar
Con buona approssimazione, le portate effettive si distribuiscono
• Si ricava la portata totale nel collettore e quella di progetto secondo la proporzione 40 % / 60 % tra i due tratti dell’anello.
secondo normativa (in questo esempio EN 806):
Si ricava il volume d’acqua contenuto nei due tratti:
GTOT= GDOCCIA+ GLAVABO +GBIDET =0,40 l/s VD-1 (corto) = 0,55 l
VD-1 (lungo) = 1,46 l
GPR= 0,27 l/s
Si ricavano i tempi di erogazione per i due tratti:
• Si calcolano le perdite di carico della valvola di intercettazione
tDOCCIA (corto) = VD-1/GD-1 = 4,62 s
generale:
tDOCCIA (lungo) = VD-1/GD-1 = 18,2 s
∆PVIG = (3,6 ∙ GPR/KvVIG)2 = 0,02 bar

50 N° 59 gennaio 2021
ESEMPIO 2: bagno collettivo

ESEMPIO 2A: Bagno collettivo con distribuzione a collettore


G Pmin L ∆Pd+∆Pc ∆Pcoll. Pin Tempo ACS
utenza
[l/s] [bar] [m] [bar] [bar] [bar] [s]

L1 lavabo 0,1 2 4,3 0,07 0,03


L2 lavabo 0,1 2 2,7 0,04 0,03
L2 0,1 2 4,8 0,06 0,03
WC1
WC1 vaso a cas.
WC2 vaso a cas. 0,1 2 6,0 0,08 0,03
WC2 WC3 vaso a cas. 0,1 2 7,4 0,10 0,03 2,13
WC3 L1 lavabo 0,1 2 4,3 0,06 0,02 2,08 4,9
L2 lavabo 0,1 2 2,7 0,04 0,02 3,1

L1 Tabella 17: Esempio 2A


I dati principali sono riportati in tabella. Gli apparecchi sfavoriti risultano essere il wc
(WC3) ed il lavabo (L1) più lontani, rispettivamente per le distribuzioni AFS ed ACS.
I tempi di erogazione sono stati calcolati per gli apparecchi ACS.

Fig. 47: Esempio 2A, bagno collettivo con distribuzione a collettore

ESEMPIO 2B: Bagno collettivo con distribuzione ramificata a T


utenza G Pmin L ∆Pd+∆Pc ∆Pcoll. Pin Tempo ACS
B tratto [l/s] [bar] [m] [bar] [bar] [bar] [s]
C L1 lavabo 0,10 2

F E D A L1-E 0,10 4,9 0,07


E-D 0,20 0,7 0,06
D-C 0,24 1,5 0,12
L2 C-B 0,27 1 0,19
WC1 B-A 0,29 2,5 0,18
WC2 L1-A 2 0,62 0,12 2,74
WC3 L1 lavabo 0,10 2
L1-B 0,10 8,1 0,12
L1
B-A 0,20 2,5 0,09

L1-A 2 0,21 0,06 2,27 12

Tabella 18: Esempio 2B


Il lavabo L1 risulta l’apparecchio sfavorito per AFS ed ACS.

Fig. 48: Esempio 2B, bagno collettivo con distribuzione ramificata a T

ESEMPIO 2C: Bagno collettivo con distribuzione ad anello


utenza G Pmin L ∆Pd+∆Pc ∆Pcoll. Pin Tempo ACS
tratto [l/s] [bar] [m] [bar] [bar] [bar] [s]

lavabo 0,10 2 - - -
lungo 0,03 - 29,6 0,05 - 2,05
corto 0,07 - 4,5 0,04 0,01
L2 lavabo 0,10 2 - - -
WC1 0,04 - 15,0 0,03 - 2,05 8,1
lungo
WC2 0,06 - 4,5 0,02 0,01
corto
WC3
Tabella 19: Esempio 2C
L1 I risultati sono stati ricavati applicando il metodo di calcolo iterativo per la distribuzione
ad anello. Oltre alle pressioni in ingresso necessarie, sono riportate le portate effettive
nei tratti dell’anello ed i tempi di erogazione dell’ACS.

Fig. 49: Esempi 2C, bagno collettivo con distribuzione ad anello

N° 59 gennaio 2021 51
CONCLUSIONI

Gli esempi analizzati confermano come il dimensionamento attraverso metodi semplificati porta alla selezione corretta dei
diametri delle tubazioni, se applicato nei limiti indicati. Dalle verifiche di calcolo eseguite tramite metodo analitico possiamo
tuttavia effettuare alcune considerazioni.

LUNGHEZZA TOTALE TUBAZIONI

ESEMPIO 1: BAGNO SEMPLICE ESEMPIO 2: BAGNO COLLETTIVO


distr. a collettori distr. a collettori

distr. a T distr. a T

distr. ad anello distr. ad anello

0 5 10 15 20 25 30 35 0 5 10 15 20 25 30 35
Lunghezza tubazioni TOT [m] Lunghezza tubazioni TOT [m]

Fig. 50: Lunghezze totali delle tubazioni nella distribuzione terminale


La lunghezza totale delle tubazioni utilizzate è un indice dei costi di realizzazione della distribuzione. Come rappresentato in fig.
50 la distribuzione ramificata è quella che generalmente impiega la minor quantità di tubo. I vantaggi delle distribuzioni di tipo
ad anello sono invece ottenibili a fronte di un costo di realizzazione maggiore.

CONTENUTO D’ACQUA
ESEMPIO 1: BAGNO SEMPLICE ESEMPIO 2: BAGNO COLLETTIVO
3,5 3,5

Contenuto d’acqua [L] Contenuto d’acqua [L] 3,35


3 3

2,5 2,5

2 2
1,84
1,5 1,5 1,67

1 1,39 1 1,20 1,20

0,55 0,55 0,84


0,5 0,52 0,52 0,5
0,49
0 0

distr. a collettori distr. a T distr. ad anello distr. a collettori distr. a T distr. ad anello

Fig. 51: Contenuto d’acqua delle adduzioni con lunghezza maggiore

Tanto maggiore è il contenuto d’acqua nelle tubazioni delle distribuzioni terminali, tanto più alto è il rischio di possibili ristagni e
conseguenti maggior probabilità di proliferazioni batteriche potenzialmente pericolose per la salute. Tuttavia, è un rischio che
deve essere valutato anche in base alla frequenza di utilizzo degli apparecchi sanitari.
Le distribuzioni a collettore e quelle ramificate a T hanno generalmente limitati volumi d’acqua nei singoli rami di adduzione, ma
il rischio di ristagno è alto in caso di apparecchi poco utilizzati.

52 N° 59 gennaio 2021
Le distribuzioni di tipo ad anello facilitano frequenti flussaggi, ma occorre tenere conto che in genere hanno i contenuti d’acqua
più elevati. Questo aspetto va considerato specialmente in edifici ad uso periodico, come ad esempio case vacanze o simili.

PRESSIONE IN INGRESSO RICHIESTA


ESEMPIO 1: BAGNO SEMPLICE ESEMPIO 2: BAGNO COLLETTIVO
Pressione in ingresso [bar] Pressione in ingresso [bar]

2,3 bar 2,3 bar 2,1 bar 2,2 bar


2 2 2 2
distr. a collettori 1 3 1 3 distr. a collettori 1 3 1 3

0 4 0 4 0 4 0 4
bar bar bar bar

2,6 bar 2,7 bar 2,3 bar 2,8 bar


2 2 2 2
distr. a T 1 3 1 3
distr. a T 1 3 1 3

0 4 0 4 0 4 0 4
bar bar bar bar

2,2 bar 2,2 bar 2,1 bar 2,1 bar


distr. ad anello 2 2 distr. ad anello 2 2
1 3 1 3
1 3 1 3

0 4 0 4
0 4 0 4
bar bar
bar bar

Fig. 52: Pressione richiesta in ingresso alla distribuzione terminale

Le perdite di carico all’interno delle distribuzioni terminali sono generalmente limitate. Dai grafici di confronto nella figura 52, si
nota come le distribuzioni di tipo ramificato siano quelle in cui la pressione richiesta risulta mediamente più elevata. Le distri-
buzioni a collettore e quelle ad anello sono per loro natura più equilibrate e le loro perdite di carico sono poco rilevanti. Sono
quindi preferibili nei casi in cui la pressione disponibile sia limitata.

TEMPO DI EROGAZIONE ACQUA CALDA SANITARIA

ESEMPIO 1: BAGNO SEMPLICE ESEMPIO 2: BAGNO COLLETTIVO


Tempo erogazione ACS Tempo erogazione ACS

55
60
5 55 60 5 55
60
5 55
60
5 55
60
5 55
60
5
50 10 50 10 50 10 50 10 50 10 50 10

45 15 45 15 45 15 45 15 45 15 45 15

40 20 40 20 40 20 40 20 40 20 40 20
35 25 35 25 35 25 35 25 35 25 35 25
30 30 30 30 30 30

5,2 sec 5,2 sec 4,6 sec 4,9 sec 12 sec 8 sec

distr. a collettori distr. a T distr. ad anello distr. a collettori distr. a T distr. ad anello

Fig. 53: Tempo di erogazione ACS per gli apparecchi più sfavoriti
Il tempo di erogazione dell’ACS è un parametro importante per le reti senza ricircolo, e dipende in particolare dalle lunghezze
dei tratti e anche dalle portate richieste. Tempi rapidi consentono maggiore comfort e conseguente minore spreco d’acqua.
Nel caso di bagni semplici in genere i tempi di erogazione sono rapidi grazie alle limitate lunghezze dei tratti di tubazione. Nel
caso di bagni collettivi i percorsi possono essere considerevoli e di conseguenza anche i tempi di erogazione in genere aumen-
tano. Per tale ragione è bene cercare di evitare rami di adduzione particolarmente lunghi, in modo da evitare periodi di attesa
eccessivi specialmente in caso di distribuzioni ramificate o ad anello.

N° 59 gennaio 2021 53
DAL CONTROLLO MECCANICO AL CONTROLLO ELETTRONICO
DEGLI IMPIANTI SANITARI
Ing. Massimo Magnaghi
Negli ultimi anni la progettazione e la gestione degli impianti idrico-sanitari stanno subendo importanti trasformazioni. Gli
standard di comfort sono sempre più elevati e lo spreco di acqua potabile sempre meno tollerato, l’acqua calda deve essere
resa disponibile nel più breve tempo possibile e nelle migliori condizioni di temperatura e pressione. Anche dal punto di
vista energetico si pone maggiore attenzione a massimizzare l’efficienza degli impianti: in edifici sempre più prestazionali dal
punto di vista termico, le dispersioni causate dall’impianto di acqua calda sanitaria giocano un ruolo sempre più di rilievo.
Ma l’aspetto più importante riguarda sicuramente il livello igienico che gli impianti ad uso sanitario devono essere in grado
di garantire. Più che mai in questo periodo l’igiene dell’acqua potabile richiede particolare attenzione. Non solo per gli edifici
particolarmente a rischio, quali ospedali o case di riposo, ma in tutti quegli impianti di grandi dimensioni in cui il consumo
di acqua risulta essere variabile, come negli alberghi oppure in edifici pubblici con elevata frequenza di visitatori come le
scuole o gli uffici.
Per tutti questi aspetti si sta assistendo ad una conversione da impianti puramente meccanici ad impianti sempre più
“elettronici”. L’elettronica consente infatti di poter gestire le apparecchiature in maniera sempre più precisa, garantendo al
contempo la possibilità di monitorare costantemente tutti i parametri del circuito in modo capillare.
Il controllo elettronico consente inoltre una supervisione facilitata, visto che, tramite gli attuali sistemi di trasmissione dati, è
possibile monitorare il circuito in qualsiasi momento e da qualsiasi posizione. Anche l’utente viene messo nella condizione
di poter visualizzare chiaramente i parametri principali.
Un altro aspetto non trascurabile a favore di un controllo di tipo elettronico, riguarda la tracciabilità dei dati e la registrazione in
appositi registri. Il responsabile della struttura sarà quindi in grado di dimostrare, se necessario, che l’impianto stia lavorando
nelle condizioni ottimali per garantire la sicurezza e il comfort degli utenti.

BMS e gestione da remoto Controllore centrale

Gli impianti idrico-sanitari possono essere integrati e controllati Si tratta del vero e proprio cervello del sistema. In esso
attraverso sistemi di Building Automation per permettere confluiscono tutti i parametri misurati nel circuito e si dira-
agli utenti il controllo da remoto e la corretta gestione al mano tutte le informazioni per gestire in maniera sinergica
fine di ottenere risparmi energetici. ogni singolo componente dell’impianto.

BMS

Miscelatore elettronico

Antiallagamento
G

54 N° 59 gennaio 2021
Rubinetto elettronico

I rubinetti elettronici permettono di effettuare operazioni di flussaggio


per garantire la disinfezione termica fino ai punti terminali della rete.
Le logiche di gestione possono essere impostate alla singola utenza
oppure attraverso il controllore principale.

Consentono inoltre l’interruzione automatica del flusso di acqua per


operazioni di pulizia, e possono inviare messaggi per la segnalazione
di guasti o anomalie del sistema.

Stazione di flussaggio

Le stazioni di flussaggio sono dispositivi che, installati come ultima


utenza della linea passante, consentono di effettuare degli scarichi
controllati, al fine di generare la movimentazione dell’acqua.

Gli scarichi possono avvenire con cadenze programmate, ogni volta


che non viene rilevato movimento di acqua per un determinato
periodo oppure in funzione delle temperature dell’acqua calda e/o
fredda rilevate.

Regolatore elettronico di ricircolo

N° 59 gennaio 2021 55
www.caleffi.com

COLLETTORE
SANITARIO
L’ELEGANZA
DELLA DISTRIBUZIONE

Reti di distribuzione idrosanitarie flessibili e sicure, manutenzione semplificata e comode operazioni


di collegamento. I nuovi Collettori Serie 359 offrono questo e molto di più: il massimo delle prestazioni
e il minimo impatto estetico grazie al sistema push-to-open. GARANTITO CALEFFI.

Potrebbero piacerti anche