Dimagrire Con L'intestino Axt Gadermann
Dimagrire Con L'intestino Axt Gadermann
Dimagrire Con L'intestino Axt Gadermann
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DIMAGRIRE
CON
L’INTESTINO
Perdi peso e torna in forma con
la corretta flora intestinale
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Michaela Axt-Gadermann
Dimagrire con l’intestino
Titolo originale: Schlank mit Darm
Traduzione di Silvia Camatta
Copyright © 2015 Südwest Verlag, München - negotiated through Giuliana Bernardi
Literary Agent.
Copyright © 2016 Edizioni Il Punto d’Incontro per l’edizione italiana
Prima edizione originale pubblicata nel 2015 da Südwest Verlag, una divisione di
Verlagsgruppe Random House GmbH, München, Germany.
Prima edizione italiana pubblicata nell’aprile 2016.
Prima edizione digitale: maggio 2016
Edizioni Il Punto d’Incontro, Via Zamenhof 685, 36100 Vicenza,
tel. 0444239189, fax 0444239266
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta in alcuna
forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, a eccezione di brevi citazioni
destinate alle recensioni.
ISBN 9788868203320
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INDICE
Capitolo 1
Cosa c’entrano i batteri intestinali con il peso?
I batteri intestinali fanno dimagrire
Un ambiente confortevole: lo spazio vitale dei batteri intestinali
Grassi i topi, grasse le persone
Lilliput nell’intestino
L’intestino: un pianeta sconosciuto come Marte?
Un ecosistema equilibrato
Più batteri nell’intestino che stelle nel cielo
Un lavoro digestivo che pesa tonnellate
Multiculturalità
I rapporti di parentela fra i batteri intestinali: chi appartiene a quale famiglia?
I batteri possono farvi cambiare idea sulle calorie
Il gruppo dei batteri snelli e belli
I batteroidi ogni tanto si lasciano scappare qualcosa
L’Akkermansia ha paura dei lipidi
I bifidobatteri, microrganismi amici
Il gruppo dei batteri cicciottelli
I Firmicutes fanno ingrassare, però erano utili ai nostri avi
Certe fibre diventano bombe caloriche
Noi diamo da mangiare a loro, loro danno da mangiare a noi
I batteri acidolattici rimpinzano animali e bambini
L’analisi delle feci, un metodo che fornisce certezze
Le varie possibilità
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Capitolo 2
Possiamo prevedere il nostro peso futuro grazie ai batteri intestinali?
Gettare uno sguardo nella sfera di cristallo?
Raccontami come sei nato e ti dirò come evolverà il tuo peso
I batteri fanno ingrassare gli ex fumatori
Gli antibiotici alterano l’equilibrio nell’intestino
Problemi di peso dopo una cura antibiotica
Ma è consentito?
Capitolo 3
Perché un intestino permeabile può far ingrassare?
L’intestino “bucherellato”
Le infiammazioni allargano i fianchi
Fattori che disturbano la pace nell’intestino
Il cibo per i batteri: un cerotto per l’intestino permeabile
Capitolo 4
Il cervello nella pancia
L’intestino, il nostro secondo cervello
Pensare con l’intestino?
Il Papa del busto
Il linguaggio del cervello e dell’intestino
Il subconscio si trova nell’intestino?
Attenzione, zucchero in arrivo!
Emozioni intestinali
Germi stimolanti
Comandante Gondii, a lei!
La sindrome del colon irritabile: quando l’intestino diventa isterico
Il social network dei microbi
Capitolo 5
Che ne pensano i batteri dello sport e dello stress?
Gli ormoni dello stress fanno spuntare i “salvagenti”
Lo stress fa apparire vecchi i batteri intestinali
La mancanza di sonno fa venire fame
E lo sport?
Tenetevi alla larga dai rotolini di ciccia
Capitolo 6
Strategie per avere un intestino sano e “snello”
Quattro strategie efficaci
Strategia numero 1: come dare una mano alla flora intestinale
Pilotare la flora intestinale
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Modificare la dieta creando un clima piacevole nell’intestino
La flora intestinale cambia nel giro di pochi giorni
I prebiotici, un banchetto per i nostri coinquilini
Se mancano i prebiotici, i batteri intestinali “buoni” patiscono la fame
Le patate fredde: una goduria per i batteri snelli e belli
Inulina e oligofruttosio: sostanze dai nomi complicati, ma che fanno bene
Si può bere una tazzina di caffè?
I probiotici danno man forte alla squadra dei batteri dimagranti
Strategia numero 2: le fibre, un alleato prezioso
La carenza di fibre ci complica la vita
Strategia numero 3: rafforzare la barriera intestinale
I batteri, custodi dell’intestino
Il fruttosio è (mal)sano?
Infiammazioni che fanno ingrassare
I grassi possono far dimagrire
L’ideale giapponese del 2:1
I lipidi che stimolano le infiammazioni si trovano ovunque
Curcuma e zenzero, un duo di straordinaria efficacia per l’intestino e per la linea
Strategia numero 4: stimolare gli ormoni della sazietà, bloccare gli ormoni che
fanno ingrassare
Il peptide YY e i suoi amici
Le proteine attirano il peptide YY
L’ormone della fame e l’ormone della sazietà
L’insulina, un ormone che fa ingrassare
Il guardiano dei grassi
La flora intestinale e il cibo per i batteri abbassano il livello di insulina
Come domare l’ormone che scatena gli attacchi di fame
Capitolo 7
La dieta che rafforza l’intestino: indicazioni generali
Come sfruttare al meglio la dieta per l’intestino
Consigli per dimagrire
Suggerimenti per mantenere il peso attuale o semplicemente per rafforzare la flora
intestinale
Appendice
Altre informazioni importanti
Indirizzi dei laboratori di analisi
Analisi delle feci che possono risultare utili in determinati casi specifici
Altri prodotti che fanno bene alla flora batterica intestinale
Integratori alimentari contro le infiammazioni utili a stabilizzare la barriera
intestinale
7
Bibliografia
Nota sull’autrice
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Capitolo 1
COSA C’ENTRANO I
BATTERI INTESTINALI
CON IL PESO?
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si limita a far sparire i depositi di grasso, ma si prende cura
anche dei batteri intestinali, ha buone probabilità di rimanere
magra a lungo. Nelle prossime pagine, quindi, scoprirete come
attivare questi batteri e impostare il sistema digerente nella
modalità “dimagrimento”.
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con il mondo esterno. Beh, non hanno fatto i conti con
l’intestino: con i suoi due metri quadrati, la pelle è grande circa
come una tovaglia, ma è una bazzecola rispetto all’intestino. Il
nostro organo digerente arriva a una superficie di cinquecento
metri quadrati abbondanti e occupa quindi un’area pari a due
campi da tennis. Insomma, è la porta d’accesso principale per i
germi patogeni. Ed è anche una superficie di contatto con il
mondo esterno. Si snoda dentro di noi senza avere collegamenti
diretti con la parte interna del corpo. I cibi e i liquidi vengono a
contatto prima di tutto con la superficie dell’intestino, e
qualsiasi cosa l’intestino non voglia assimilare viene espulsa
senza essere digerita.
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L’apparato digerente nel suo complesso
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attraversare la città con la bottiglia che racchiude il contenuto
del nostro stomaco, in base alle disposizioni di legge il trasporto
rientrerebbe nella categoria delle “merci pericolose” e dovrebbe
essere segnalato in maniera adeguata. Lo stomaco, insomma,
non è proprio il luogo ideale per i batteri. Eppure determinate
specie, per esempio l’Helicobacter pylori, ci si trovano
perfettamente a loro agio, con grande rammarico di quelle
persone che poi devono fare i conti con l’ulcera e il mal di
stomaco. La maggior parte dei microrganismi, però, si trattiene
nell’intestino. Dal piloro al sedere, i batteri intestinali hanno
ancora a disposizione un’oasi di benessere lunga circa sei metri,
accogliente e confortevole: una regione ospitale, che per almeno
quattro o cinque metri appartiene all’intestino tenue. In questo
tubo, largo circa tre centimetri, vivono molti batteri che aiutano
il corpo nell’azione digestiva. Ed è qui che viene assimilata la
maggior parte delle sostanze nutritive e dei liquidi.
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ad analizzare la cosiddetta flora batterica intestinale, cioè
l’infinità di microscopici esseri viventi che popola il nostro
intestino, e a studiare che effetto abbia sulla salute, ma
soprattutto sul peso. Uno di questi è Jeffrey Gordon, direttore di
un laboratorio presso la Washington University di Saint Louis.
Si occupa con grande passione di un tema che certo farebbe
inorridire la maggior parte di noi: ogni giorno esamina campioni
di feci, centinaia e centinaia. Intanto si domanda per quale
motivo certe persone possono mangiare quanto vogliono senza
ingrassare, mentre ad altre basta anche solo guardare una
tavoletta di cioccolato per prendere un chilo. Gordon e la sua
équipe hanno fatto una scoperta entusiasmante: quando una
persona finisce sovrappeso o sviluppa disturbi metabolici come
il diabete, il ruolo giocato dalla comunità dei batteri che vivono
nel corpo è fondamentale.
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Il destino successivo dei topi dipendeva dalla compagnia in cui
si trovavano. Mettendo insieme nella stessa gabbia i topi grassi
e quelli magri, i primi mangiavano gli escrementi dei loro
compagni magri e quindi anche i batteri che fanno dimagrire, e
il loro peso diminuiva. Non si assisteva invece al processo
inverso: i topi magri restavano magri, pur vivendo insieme ai
colleghi grassi.
Lilliput nell’intestino
Ma come fanno creature così piccole ad avere un’influenza
tanto grande sul nostro peso e sul nostro benessere? Chiunque si
sia beccato una grave infezione batterica sa che i microrganismi
non sono deboli e inermi, ma possono essere molto robusti e
potenti. Questi esseri microscopici sono in grado di mandare al
tappeto un uomo adulto. Possono causare febbre, ascessi,
infiammazioni polmonari o meningiti. Insomma, ci sono batteri
capaci di scatenare tutta una serie di fenomeni nel corpo. Ma
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questo discorso vale anche per i batteri intestinali? Anche loro
hanno così tanto potere su di noi? Qualcuno potrebbe pensare
che “quello che producono là sotto è solo spazzatura”. In effetti,
svolgendo il loro lavoro, i batteri un po’ di immondizie le fanno,
e quanto importante sia la rimozione dei rifiuti può capirlo bene
chiunque abbia avuto a che fare con uno sciopero della nettezza
urbana in una grande città soffocata dall’afa estiva. La nostra
flora, tuttavia, può fare molto di più che ripulire l’intestino dai
rifiuti. Lasciatevi sorprendere e cominciate un viaggio
nell’intestino, in un mondo lillipuziano che si nasconde dentro
di noi, nel quale non si ragiona in metri o in chilometri, ma in
micrometri e microgrammi – un mondo che, pur avendo
dimensioni microscopiche, ha un’importanza inimmaginabile
per gli esseri umani.
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studioso dell’Università Tecnica della Danimarca (che ha sede a
Lyngby, nei pressi di Copenaghen), ha individuato cinquecento
nuovi microrganismi nell’intestino umano.
Un ecosistema equilibrato
Intanto nuovi metodi hanno permesso di studiare in maniera più
approfondita gli abitanti dell’intestino e si è osservato che i
batteri intestinali non sono una zavorra inutile, ma convivono
con la persona che li ospita in un rapporto da cui traggono
vantaggio entrambe le parti. I microrganismi svolgono un
enorme lavoro metabolico e costituiscono un ecosistema
prezioso che, se intatto, risulta importantissimo per la salute e il
benessere. I batteri esercitano un’influenza notevole su
determinati processi corporei, perché non si limitano solo a
digerire, fanno molto di più: si preoccupano che l’intestino sia
integro, che la mucosa possa svolgere i propri compiti e che le
cellule rimangano sane. I germi patogeni non hanno
praticamente nessuna chance di diffondersi nell’intestino, se i
batteri che ci proteggono stanno bene. Tre quarti delle difese
immunitarie si trovano proprio nel luogo di cui parliamo così
malvolentieri. Le cellule immunitarie vengono per così dire
istruite dai batteri intestinali: se la flora intestinale è
danneggiata, quindi, ne risentono pure le difese immunitarie.
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questo proposito. Ormai è stato dimostrato che esiste un legame
fra gli abitanti dell’intestino e quasi trenta patologie, dal diabete
alle malattie del sistema cardiocircolatorio, dalle allergie ai
disturbi nervosi. Il rischio di contrarle aumenta o diminuisce in
base alla composizione della flora intestinale.
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che ci servono: tasso ematico di lipidi elevato? Niente paura, ci
sono i lattobacilli. Infelici e stressati? Una bevanda con i giusti
microrganismi ci farà guardare di nuovo con fiducia al futuro.
Mangiato troppo a Natale? Nessun problema, qualche milione
di batteri snelli e belli, e a capodanno torneremo in forma. Tra
qualche tempo forse sarà possibile addirittura insediare singoli
ceppi batterici nell’intestino oppure eliminarli, a seconda delle
nostre esigenze. Chissà se allora potremo usare i microrganismi
per combattere gli agenti patogeni, come si fa oggi con gli
antibiotici.
I BATTERI INTESTINALI:
sono importanti per ottenere energia dal cibo e quindi decidono se una persona
sarà magra o grassa;
con i loro prodotti metabolici nutrono le cellule dell’intestino, che altrimenti si
atrofizzerebbero;
stimolano il sistema immunitario;
influenzano le funzioni cerebrali e l’umore;
possono condizionare il tasso glicemico e la colesterolemia;
producono importanti vitamine, per esempio la vitamina K e le vitamine del
gruppo B;
fanno in modo che determinate sostanze che abbiamo ingerito risultino meno
dannose (azione disintossicante);
con i loro enzimi influenzano il metabolismo dei farmaci, rendendoli efficaci.
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scorrazzano circa 1014, cioè cento bilioni, di batteri! È un
numero enorme, inimmaginabile: scritto in cifre corrisponde a
100.000.000.000.000 ed è mille volte superiore al numero delle
stelle che compongono la nostra galassia. Insomma, non siamo
mai soli. Anzi, nel nostro corpo siamo in minoranza, perché i
microrganismi che vivono nel tratto digerente sono dieci volte
più numerosi rispetto alle cellule del corpo. Verrebbe da dire
che siamo più batterici che umani. Se arrivassero sulla Terra
degli alieni e vivisezionassero un uomo per controllare di cosa
siano fatti questi esseri senza antenne sulla testa, la risposta
sarebbe rapida e chiara: perlopiù di una grande quantità di
batteri! E avrebbero ragione. Gli extraterrestri quindi potrebbero
essere indotti a pensare che l’uomo non sia altro che un grosso
veicolo carico di batteri.
Dobbiamo tenere ben presente che il contenuto del nostro
intestino è formato per metà da questi cortesi subinquilini, i
quali, benché minuscoli, nel complesso pesano pur sempre quasi
due chili, cioè ben più della gran parte degli organi. Spesso
l’insieme dei batteri intestinali viene considerato addirittura
come un organo a sé stante, che svolge un’azione metabolica
maggiore rispetto al fegato.
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L’attitudine al sovrappeso dipende per circa un terzo dai geni:
se mamma e papà tendono al sovrappeso, spesso anche i figli si
trovano a dover lottare con “tenaci” chili in più. Lo stile di vita
è responsabile per un altro terzo. E queste sono cose risapute.
La novità, ma per voi ormai è chiaro, è che anche i batteri
intestinali hanno voce in capitolo a questo proposito: il fatto che
restiamo magri senza faticare o che, viceversa, dobbiamo
combattere costantemente con la bilancia dipende per un altro
terzo dall’intestino.
È qui che si decide la nostra forma fisica, in almeno quattro
modi.
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composizione della flora intestinale). In quanto “predigeritori”,
scompongono le componenti vegetali più ostiche, che altrimenti
per noi sarebbero del tutto indigeribili.
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persino in caso di infiammazioni.
I batteri hanno una cattiva reputazione, perché spesso si sente parlare di germi
che fanno ammalare. È per questo che in passato ci si è concentrati soprattutto
sulla lotta conto i microrganismi nocivi, piuttosto che sul sostegno a quelli utili.
Eppure i batteri non provocano solo la peste, il colera e il mal di gola.
Costruiscono anche la corazza acida che protegge la cute da organismi
pericolosi, sono lo sparring partner migliore per il nostro sistema immunitario,
ci procurano benessere e una buona digestione. Solo che i batteri benefici in
passato sono stati studiati molto meno, dunque sono ancora in larga parte
sconosciuti.
Nei primi mesi di vita le difese immunitarie imparano a distinguere tra batteri
pericolosi e innocui. In questo periodo di allenamento il nostro alleato più
importante è la flora intestinale: una flora intatta e un sistema immunitario
integro vanno mano nella mano. Se però il panorama dei batteri non è molto
vario, le difese del corpo non sviluppano abbastanza forza contro i germi
pericolosi e non imparano nemmeno a tollerare i batteri innocui e le sostanze
provenienti dal mondo esterno. Così possiamo ritrovarci con un sistema
immunitario nel complesso troppo debole e soffrire di malattie autoimmuni,
allergie e asma.
Multiculturalità
I cento bilioni di batteri che popolano l’intestino si combinano
in maniere diverse. Si conosce un migliaio di batteri intestinali,
ma nessuno di noi possiede tutte le specie note: ogni persona
ospita circa centosessanta microrganismi differenti. Anche i
funghi e i virus fanno parte della cosiddetta flora intestinale. La
comunità che popola l’intestino è dunque individuale, cambia
da persona a persona.
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Per mantenersi in forma è bene avere dentro di sé una “truppa
batterica” il più possibile variegata. È come nella vita reale: se
fra noi non ci fossero persone con capacità e competenze nei
campi più disparati, moriremmo di fame, non avremmo un tetto
sopra la testa e dovremmo guidare su sentieri di campagna
anziché su autostrade asfaltate. Per i batteri è lo stesso: anche
fra loro esistono caratteri diversi, e quanti più talenti si
riuniscono insieme, tanto migliore è la vita nell’intestino.
Pensiamo anche all’ecosistema della foresta pluviale tropicale:
se ci abita una grande verità di specie, lo spazio vitale è intatto e
il terreno fertile. Ma se la foresta viene disboscata (nell’intestino
la “deforestazione” può corrispondere per esempio a una terapia
antibiotica o a un’alimentazione monotona) e sostituita da
piantagioni di canna da zucchero, di colpo insetti e piante
parassite hanno buone chance di imporsi. Nell’intestino
funziona all’incirca allo stesso modo: anche qui l’ecosistema è
intatto solo se composto dal maggior numero possibile di
specie. Se nella flora intestinale regna l’armonia, anche la nostra
salute sarà ottima. Le persone nel cui intestino vivono molti
ceppi batterici non solo corrono un rischio decisamente minore
di ritrovarsi con qualche chilo di troppo, ma hanno anche di
rado a che fare con il diabete e con un elevato tasso di
colesterolo. Tuttavia, la flora intestinale di circa un quarto degli
abitanti dei paesi industrializzati si è impoverita, cioè è
caratterizzata da una scarsa varietà di batteri. Singoli germi
indesiderati, allora, hanno gioco facile a prendere il sopravvento
nell’intestino. Di fronte a un equilibrio della flora batterica
alterato, i medici parlano di “disbiosi”. E questo fenomeno non
ha conseguenze solo sulla digestione: può provocare anche
problemi di peso, difficoltà di concentrazione e l’indebolimento
del sistema immunitario.
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lo stress, l’età o l’assunzione di antibiotici. Anche un viaggio
all’estero può, alla lunga, scombussolare la flora intestinale, se
veniamo aggrediti da germi nuovi, sconosciuti alle nostre difese
immunitarie. Infezioni simili portano spesso a disturbi digestivi
che si protraggono per molto tempo.
Per il novanta per cento, le cellule che si trovano nel nostro organismo non sono
cellule somatiche, ma batteri, perlopiù viventi nell’intestino. Anche se non sono
direttamente parte del corpo, i benefici che apportano sono enormi.
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famiglia?
Il mio nome è Coli, Escherichia coli! Benché nell’intestino
faccia la sua comparsa solo in un numero limitatissimo di
esemplari, l’Escherichia coli, in genere abbreviato in E. coli, è
forse il batterio intestinale più famoso. Il motivo della sua
celebrità è che, mentre una volta la maggior parte degli abitanti
dell’intestino non poteva essere messa a coltura perché i comuni
procedimenti in uso non lo permettevano, l’E. coli era senza
pretese e cresceva bello vispo nel terreno nutritivo, ragion per
cui nei primi tempi gli si attribuiva una grande importanza. Ma
nell’intestino i capi sono altri. Batteroidi, Firmicutes o i
bifidobatteri non sono legionari romani intenzionati a mettere in
ginocchio piccoli villaggi di irriducibili Galli. Sono invece i
gruppi di batteri che compongono più del novanta per cento
degli organismi viventi ospitati nelle nostre viscere. Però lottano
per ottenere la supremazia con lo stesso spirito combattivo dei
soldati romani e, a seconda di chi trionfa in battaglia,
stabiliscono se saremo destinati a rimanere snelli senza fatica o
se invece tenderemo al sovrappeso.
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trasformarsi in una presenza spiacevole, se non addirittura
pericolosa. Il “nipote maleducato” dei Firmicutes produce
tossine che causano diarree gravissime. Spesso l’unica
soluzione è una cura a base di antibiotici in grado di colpire
anche questo tipaccio insolente; oppure si può ricorrere a un
trapianto di feci, procedimento finora adottato solo in casi
eccezionali.
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cicciottelli” e alcuni studi hanno dimostrato che una parte di
questi batteri è in grado di far schizzare in alto il peso.
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Bronx di New York: i batteroidi, i bifidobatteri e i Firmicutes. A
decidere chi avrà il sopravvento, e quindi anche come verrà
utilizzato il cibo, sono diversi fattori.
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germi un mix di flora batterica in cui sono presenti pochi
batteroidi (cioè una flora intestinale grassa), la stessa quantità di
cibo li fa ingrassare molto più di quanto non accade se si
impianta loro una flora ricca di batteroidi (flora intestinale
magra).
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germe demolisce volentieri lo strato mucoso dell’intestino e se
lo mangia. Ed è per questa ragione che, per anni, è stato
considerato dannoso, finché non si è constatato che l’“amico
della mucosa” non fa altro che rinnovare l’intestino: rimuove la
mucosa vecchia, stimolando le cellule caliciformi a produrne di
nuova e fresca. Oggi si sa che questi microrganismi svolgono un
ruolo importante per il mantenimento della funzione di barriera
esercitata dall’intestino.
Le nostre viscere sono un po’ come un valico di frontiera: è
qui che si decide quali sostanze possono passare dall’intestino al
sangue e quali devono essere respinte. Ad alcune componenti di
cibo il transito è consentito, altre (perlopiù sostanze tossiche o
batteri patogeni) non hanno il permesso di uscire dall’intestino.
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ne trova quasi traccia. Le donne in gravidanza aumentano meno
di peso se assumono buone quantità di questi batteri benefici.
Però dobbiamo prendercene cura: non amano i cibi molto grassi
e, se non rispettiamo questa loro preferenza, in due e due
quattro levano le tende, così in futuro il cibo grasso si depositerà
in tempi ancora più rapidi (Murphy 2010). I bifidobatteri sono
dei ghiottoni e si moltiplicano facilmente, se ricevono
abbastanza cibo per batteri. Adorano l’indivia belga, le cipolle e
gli asparagi. Nel capitolo 6 scoprirete cos’altro mangiare per
farveli amici.
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individui spesso domina il gruppo dei Firmicutes, che sono
ottimi utilizzatori di cibo e possono demolire tanto i lipidi,
quanto le proteine e i carboidrati. In genere nell’intestino crasso
arrivano solo componenti indigeribili, perché in realtà è
l’intestino tenue a filtrare le sostanze nutritive e le calorie. Ma la
forza dei Firmicutes sta proprio nel fatto che sfruttano le parti di
cibo difficilmente digeribili e possono mettere a disposizione
dell’organismo porzioni extra di acidi grassi. Sanno farlo così
bene che scompongono, ricavandone calorie da dare al corpo,
persino fibre come la cellulosa, che l’uomo in realtà non è
affatto in grado di digerire. La cellulosa è una materia prima
importante per la fabbricazione della carta. Chi ha molti batteri
cicciottelli nell’intestino potrebbe fare colazione anche con un
quotidiano, ricavandone energia. La brutta notizia è che, se
questi batteri sono in maggioranza, certe fibre che in teoria
dovrebbero prevenire il sovrappeso finiscono con il favorirlo. I
batteri cicciottelli ci faranno guardare alle calorie con occhi
diversi: secondo le comuni tabelle caloriche, normalmente una
mela fornisce circa 100 calorie, un hamburger circa 300 e una
porzione di pasta al pomodoro incide sul budget con 400
calorie. Ma in che misura il corpo davvero digerisca tutto
questo, può cambiare tantissimo da persona a persona. Le
tabelle caloriche quindi non valgono più, se i batteri cicciottelli
si sono diffusi nell’intestino. Sono “batteri dell’alba dei tempi”:
quando, durante le carestie, era necessario spremere dal cibo
fino all’ultima caloria, essi rappresentavano un vantaggio,
perché riuscivano a trasformare persino un pezzo di corteccia o
un ciuffo d’erba in un pasto nutriente, come per magia.
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possedevano molti “batteri che fanno ingrassare”: a basse
temperature, infatti, le persone più pesanti e con uno spesso
strato isolante di tessuto adiposo perdono meno calore rispetto
ai magri. Una digestione più efficace delle sostanze nutritive era
dunque di straordinaria importanza per chi viveva in regioni
molto fredde, a differenza di quanto accadeva per gli abitanti
delle zone calde. Ma oggi questi antichissimi batteri esagerano e
ce ne libereremmo volentieri.
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Noi diamo da mangiare a loro, loro danno
da mangiare a noi
L’efficacia con cui i “batteri cicciottelli” trasformano i cibi in
acidi grassi e quindi in calorie supplementari è dimostrata anche
dall’analisi delle feci: se la componente di batteri “dimagranti”
diminuisce anche solo del venti per cento circa e quella dei
batteri “ingrassanti” aumenta di altrettanto, le feci eliminate
contengono ogni giorno fra le 150 e le 200 calorie in meno. E
dove sono andate a finire queste calorie? Sui fianchi! I batteri
cicciottelli digeriscono i cibi in maniera talmente efficace che,
di fronte allo stesso piatto, ogni giorno forniscono al corpo dalle
150 alle 200 calorie in più. Magari non sembra tanto, ma le
oscillazioni di peso si verificano in tempi piuttosto lunghi. Chi
sostiene che “in genere il sovrappeso non si produce tra Natale e
Capodanno, ma tra Capodanno e Natale”, non sta dicendo una
sciocchezza. Se queste 150-200 calorie non vengono tagliate
quotidianamente da qualche altra parte, si arriva a un aumento
di peso pari anche a dieci chili in un anno. Per chi ha
nell’intestino troppi batteri cicciottelli, quindi, le tabelle
caloriche non valgono, perché il suo corpo ricava da ogni
singola carota o foglia di insalata molta più energia rispetto alla
norma.
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nei latticini, ma anche negli alimenti fermentati come i crauti.
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un’alimentazione ricca di calorie, non sono ingrassati, e dopo i
pasti anche il tasso glicemico aumentava di poco.
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TEST: COME STANNO I VOSTRI BATTERI INTESTINALI?
RISULTATO
Se avete risposto “sì” a una delle prime due domande, è probabile che la vostra
flora intestinale sia alterata e tenda al “paffutello”.
Anche le domande dalla tre alla nove danno indicazioni importanti. Se avete
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risposto “sì” due o più volte, è altrettanto probabile che la composizione della
vostra flora batterica non sia ottimale. In ogni caso i nostri suggerimenti
alimentari possono aiutarvi a conquistare più benessere, salute e una buona
linea.
Le varie possibilità
Si può misurare il cosiddetto “indice di adiposità” (indice di
sovrappeso), determinando il rapporto fra i batteri snelli e belli
(batteroidi) e i batteri cicciottelli (Firmicutes). Inoltre dovreste
far controllare il numero di batteri del tipo Akkermansia
municiphila, perché, quando si tratta di sovrappeso, anche
questo dato può essere importante.
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beneficio da una dieta di rinforzo per l’intestino, che può essere
osservata con successo anche senza avere una conoscenza esatta
dei nostri coinquilini.
Ceppi batterici che traggono dal cibo più calorie rispetto ad altri.
Scarsa varietà di batteri intestinali.
I batteri intestinali producono messaggeri chimici che “costringono” il corpo
ad accumulare grasso.
Le cellule intestinali producono ormoni che saziano troppo poco.
La mucosa intestinale “bucherellata” provoca piccole infiammazioni, le quali a
loro volta segnalano al corpo che deve immagazzinare più grasso.
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Capitolo 2
POSSIAMO PREVEDERE
IL NOSTRO PESO FUTURO
GRAZIE AI BATTERI
INTESTINALI?
41
fortemente sovrappeso, poi però aveva perso parecchi chili. Ora,
se non voleva ingrassare, doveva stare attentissimo, mangiare
solo piccole porzioni e praticare molto sport. Se nella flora
intestinale non cambia nulla, il peso può essere tenuto sotto
controllo solo a prezzo di una rigida disciplina e con un ridotto
apporto di calorie. Se il collaboratore magro cominciasse a
mangiare normalmente (non per forza in quantità esagerate),
con tutta probabilità gli verrebbero le “maniglie dell’amore”.
Con uno slogan del tipo “Parlami della tua flora intestinale e ti
dirò se un domani avrai problemi di peso”, probabilmente si
potrebbe far carriera come onesti indovini, perché in molti casi
è possibile predire il peso futuro grazie all’esame delle feci. A
quanto pare persino dai batteri intestinali dei bambini si può
capire se crescendo saranno magri o se arriveranno a scuola un
po’ paffutelli. In un campione di alunni di sette anni si è visto
che quelli sovrappeso avevano fin dall’inizio batteri intestinali
diversi rispetto ai bambini magri.
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bifidobatteri anche mediante appositi preparati, i cosiddetti
probiotici. Trovate maggiori informazioni al riguardo nel
capitolo 6.
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Non tutti i germi che entrano dalla bocca, infatti, vengono
distrutti dall’aggressivo acido gastrico, come sa chiunque abbia
consumato alimenti contaminato in vacanza all’estero,
pagandone le conseguenze con una permanenza di tre giorni sul
wc.
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mondo moderno, privo di germi, è sempre più raro che
nell’intestino viva una società multiculturale: essa cede il passo
a un paesaggio batterico monotono e piuttosto malsano, che non
solo favorisce i problemi di peso, ma provoca spesso la
comparsa di asma e allergie. Un po’ di sporcizia e di germi,
quindi, sono importanti per tenere impegnati l’intestino e il
sistema immunitario. Si potrebbe quasi parlare di “sporcizia
terapeutica”.
Sembra proprio di sì, almeno per quanto riguarda i moscerini della frutta.
L’équipe di Heinrich Jasper, del Buck Institute for Research on Aging, con sede
in California, ha scoperto i meccanismi che provocano le mutazioni della flora
batterica tipiche della vecchiaia di questi insetti. Sembra che, in età avanzata,
anche nell’uomo l’equilibrio dei batteri intestinali si trasformi. Sia nell’uomo sia
negli insetti aumenta il passaggio nel sangue di radicali liberi (molecole
45
aggressive che accelerano i processi di invecchiamento) e di sostanze che
provocano infiammazioni. Il che comporta sovrappeso, infiammazioni
intestinali, diabete e cancro. I ricercatori californiani sono riusciti a prolungare
la vita dei moscerini modificandone la flora batterica. Basandosi su questo
risultato, attualmente si stanno studiando princìpi attivi che possano influenzare
in modo simile anche i batteri intestinali dell’uomo. Forse così si troverà una
“fonte batterica della giovinezza”!
46
Con la nuova flora batterica l’intestino avvia il programma
“aumento di peso”. Chi ha intenzione di smettere con il fumo
dovrebbe anche prendersi cura dei propri batteri intestinali e, se
possibile, cominciare immediatamente un regime alimentare che
favorisca i microrganismi benefici. Solo così avrà buone
probabilità di liberarsi sia delle sigarette, sia dei chili di troppo.
47
gli animali acquisivano più peso per chilo di mangime,
rendendo l’attività maggiormente remunerativa.
48
composizione rimane alterata ancora per mesi.
Anche gli adulti possono avere problemi di peso dopo una cura
antibiotica di lunga durata, soprattutto se è stato usato un
antibiotico molto efficace contro i batteri intestinali. Si è visto
che, dopo una cura di sei settimane, il rischio di sovrappeso
aumenta in misura notevole. In un esperimento, a quarantotto
uomini è stata somministrata una combinazione di antibiotici;
altri quarantotto, della stessa età, privi di infezioni e non trattati
con antibiotici, sono stati usati come gruppo di controllo. Fra i
primi il peso è cresciuto fortemente: dopo un anno, diciassette
pazienti avevano aumentato il loro indice di massa corporea di
oltre il dieci per cento, cinque erano diventati addirittura obesi.
Solo una persona del gruppo di controllo, invece, era aumentata
notevolmente di peso. La cosa interessante è che il principio
attivo adoperato uccideva la maggior parte dei batteri intestinali,
compresi i batteri “cattivi”, cioè i cicciottelli. Solo una specie
era sopravvissuta senza danno all’attacco degli antibiotici: i
lattobacilli. Queste ricerche dimostrano in maniera molto chiara
che gli antibiotici possono avere effetti di lunga durata. Quindi
non bisogna avere paura di una terapia con questi farmaci, ma in
certi casi forse è opportuno riflettere per bene prima di
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adoperarli.
Ma è consentito?
... potremmo chiederci a questo punto. Naturalmente in via
ufficiale gli antibiotici non vengono più adoperati per l’ingrasso
degli animali e gli allevatori devono dichiararlo apertamente, se
utilizzano farmaci. Ciò nonostante, negli allevamenti la polizia
continua a scoprire grandi quantità di antibiotici illegali. Si
trovano persino nel terreno: tramite il liquame finiscono nei
campi, quindi nelle piante e nelle falde acquifere.
50
che hanno continuato a proliferare. Nel nostro intestino le tracce
di antibiotico potrebbero avere un effetto simile e magari
provocare una strage fra i batteri. I microrganismi buoni e utili
vengono decimati, altri ceppi sviluppano resistenze e non
subiscono l’azione dei farmaci. E poi va a finire che spesso, in
caso di emergenza, gli antibiotici non facciano più effetto.
51
Capitolo 3
PERCHÉ UN INTESTINO
PERMEABILE PUÒ FAR
INGRASSARE?
L’intestino “bucherellato”
mmaginate di dormire ai Tropici sotto un telo antizanzare:
Il’aria per respirare passa, ma gli insetti rimangono lontani. Se
però c’è qualche buchino, la situazione cambia: benché il telo
sia ancora in gran parte intatto, bastano quei due o tre fori
perché le zanzare vengano a disturbarvi nel sonno, magari
lasciandovi come souvenir da portare a casa una malattia
tropicale come la malaria. La nostra mucosa intestinale funziona
un po’ come un telo antizanzare: da un lato è permeabile alle
sostanze nutritive che devono passare nel sangue, dall’altro
blocca quelle che vengono trasportate nell’intestino, ma che
sarebbe meglio non arrivassero nel corpo. Se finissero nel
sangue in grandi quantità, molti batteri intestinali, che nella
52
nostra pancia svolgono un lavoro utilissimo, potrebbero
provocare malattie sgradevoli o addirittura trasformarsi in una
minaccia assai pericolosa. Anche certe componenti di cibo,
tossine o acidi digestivi è meglio che rimangano dove sono, in
modo da essere eliminati dopo qualche tempo.
53
permeabile, con conseguenti disturbi metabolici; il corpo inoltre
genera tessuto adiposo.
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legame tra le infiammazioni, l’intestino permeabile e il
sovrappeso. Le donne con un’elevata quantità di marcatori
dell’“intestino bucherellato” non avevano solo più grasso
intorno agli organi (tessuto adiposo viscerale), ma anche più
“salvagenti” nel girovita.
La sindrome del leaky gut viene spesso collegata con patologie intestinali
croniche di natura infiammatoria. Ma anche persone apparentemente sane
55
possono avere una barriera intestinale indebolita. I sintomi che seguono sono il
segnale di problemi all’intestino:
stanchezza,
disturbi dell’attività intestinale come diarrea o stipsi,
flatulenze,
fortissimo appetito di cose dolci.
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Per uccidere i germi, in tutto il mondo l’acqua viene sterilizzata
con il cloro. Nell’intestino il cloro fa la stessa cosa: uccide i
batteri. Una piccola quantità di acqua depurata per lavare i denti
non crea problemi, ma per dissetarsi bisognerebbe usare acqua
senza cloro.
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bucherellato. Gli acidi grassi li conoscete già: se prodotti in
eccesso, forniscono calorie aggiuntive. Entro certi limiti,
tuttavia, sono indispensabili per la salute dell’intestino. L’acido
butirrico dà energia alla mucosa intestinale e la protegge dal
cancro; l’acido propionico serve per la formazione di nuove
cellule; l’acido acetico favorisce l’irrorazione sanguigna della
mucosa intestinale.
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Capitolo 4
IL CERVELLO NELLA
PANCIA
59
prese con la pancia”, lo stress e le seccature spesso ci “chiudono
lo stomaco” e, se qualcosa ci disturba, diciamo che “ci sta sullo
stomaco” o “non ci va giù”. Quando abbiamo paura, “ce la
facciamo addosso”, mentre la felicità si manifesta con le
“farfalle nello stomaco”. E a volte ci sono cose che ci fanno
davvero “vomitare”. Non c’è altro organo che reagisca in modo
tanto rapido alle nostre emozioni come l’intestino. Il centro del
corpo è collegato in maniera strettissima al mondo dei
sentimenti, ed è per questo che si parla di “cervello enterico”.
Ma come può una porzione di mucosa, sfiorata da feci più o
meno interessanti, essere capace di pensare?
60
come fa la flora intestinale a ottenere quello che desidera? I ricercatori
californiani sono certi che i batteri non influenzino solo il senso di sazietà e di
fame. Hanno scoperto che i microbi agiscono sul sistema ormonale, nervoso e
immunitario, determinando la nostra preferenza per questo o quell’alimento.
Condizionano il nostro umore finché non abbiamo mangiato quello che
vogliono. Persino i recettori del gusto sembrano stare sotto il loro controllo.
Sono i batteri, dunque, a ordinare al cervello cosa farci mettere in bocca. In
linea di massima il microbioma, con l’aiuto dei messaggeri chimici, chiede torte
al cioccolato, cheeseburger o gelato al lampone.
Per fortuna non siamo del tutto inermi e sottomessi alla dittatura dei batteri
intestinali, ma possiamo rovesciare la situazione. La nostra dieta ha
un’influenza enorme sulle colonie di batteri. Se per una volta mangiamo
alimenti diversi, nel giro di ventiquattr’ore la composizione della flora
intestinale cambia, e in maniera misurabile. Di colpo aumentano i batteri che
stimolano l’appetito di verdura, frutta o pesce. Più manteniamo questo stile
alimentare, più è facile che i batteri si insedino stabilmente nell’intestino.
61
permette di avere un sistema nervoso autonomo, e già questo
basta per sottolineare la sua importanza. Milioni di cellule
nervose, adagiate nella parete intestinale, fanno in modo che la
digestione funzioni senza intoppi. Si tratta infatti di un processo
assai più complicato di quanto si possa pensare: l’intestino
analizza la composizione delle sostanze nutritive e decide cosa
serve al corpo e cosa si può eliminare. Ogni alimento dev’essere
scomposto: a seconda che contenga lipidi, proteine o
carboidrati, è necessario mescolare succhi digestivi diversi e
attivare differenti sistemi di trasporto che trasferiscano nel
corpo le varie componenti di cibo. Inoltre il cervello enterico
governa i movimenti intestinali, che devono andare nella giusta
direzione, e cioè verso l’ano (al contrario, la faccenda potrebbe
diventare piuttosto fastidiosa). E già solo questo lavoro richiede
una buona quantità di nervi. Ma a quanto pare il tratto digerente
ha molte altre capacità. Abbiamo dunque una seconda
intelligenza nell’intestino? Può davvero fare qualcosa di tanto
complesso come il “lavoro intellettuale”? Gli studiosi sono
sicuri che in queste affermazioni ci sia del vero. In fondo, con i
suoi cento milioni di cellule nervose, l’intestino avrebbe
abbastanza “potenza di calcolo” per governare ed elaborare il
flusso di informazioni. Il grande numero di cellule nervose che
lo compongono gli dona un’intelligenza che gli esperti stanno
cominciando a studiare solo adesso.
62
Si sta imponendo l’idea che nella pancia abbiamo un secondo
organo sensibile e intelligente, che in certi casi prende il
comando e scombussola le nostre emozioni o, viceversa, riporta
l’ordine nei sentimenti, a seconda di come sta. E così il comico
statunitense Stephen Colbert ha chiamato l’intestino “il Papa del
vostro busto”, con una definizione assai calzante.
IL NERVO VAGABONDO
63
informazioni tramite il nervo vago, il vagabondo tra i nervi
cranici. Il nome viene dal latino vagare. È, per così dire, la
“linea calda” che collega in maniera diretta lo stomaco,
l’intestino tenue e l’intestino crasso alla testa.
64
l’ormone della felicità. Che cosa induce gli sportivi a
tormentarsi con allenamenti continui, per esempio? Il fatto che
poi vengono ricompensati con il rilascio di ormoni della felicità,
i quali in seguito, al più tardi sotto la doccia, fanno sorgere un
sentimento piacevole, che rende le persone rilassate e contente,
e il giorno dopo le stimola a indossare di nuovo le scarpe da
ginnastica per andare a correre. Sotto l’influsso della serotonina
e di altre sostanze simili, all’improvviso problemi che prima
apparivano enormi diventano sciocchezze. Nella testa la
serotonina provoca uno stato di benessere, migliora l’umore e
scaccia la depressione. Nella pancia regola la digestione e dona
sazietà. Molti non lo sanno, ma il novantacinque per cento degli
ormoni della felicità a nostra disposizione non si forma nel
cervello, bensì nell’intestino. Tramite le vie ematiche, la
serotonina prodotta dall’intestino raggiunge il cervello e
influenza i nostri sentimenti. Quindi la pancia non è
semplicemente quella parte del corpo che subisce gli effetti di
stati d’animo come lo stress da esami: essa stessa è in grado di
generare emozioni.
65
una buona volta, tra venti minuti voglio andare in piscina!”.
Non si lascia impressionare, procede con il suo passo. Se anche
si recide il nervo vago, ossia il collegamento tra il cervello e
l’intestino, quest’ultimo continua indifferente a fare ciò che
deve.
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realtà che ci circonda dipende dunque in gran parte dai segnali
che la centrale della testa riceve dalla centrale della pancia.
Viene da pensare che il subconscio abbia sede nell’intestino.
67
pedalare più a lungo e più rapidamente.
Emozioni intestinali
Oltre alle cellule nervose, anche i batteri intestinali hanno
qualcosa da dire a proposito delle emozioni. Anch’essi
comunicano con il cervello e influenzano la materia grigia.
Potrà sembrare una scena tratta da un brutto film di
fantascienza, ma a quanto pare i nostri sentimenti sono
governati da un esercito di microrganismi. I batteri che hanno
scelto l’intestino come sede di lavoro sono attivi anche presso il
centro informazioni del tratto digerente. Dialogano fra loro per
mezzo di messaggeri chimici che inviano informazioni
attraverso la parete intestinale. Questi solerti e instancabili
aiutanti comunicano alla testa se sentiamo paura, gioia o fame.
Se non superiamo un esame, se il capo ci sta col fiato sul collo o
se abbiamo un appuntamento importante ma l’autostrada è
bloccata, i batteri intestinali reagiscono in autonomia, liberando
messaggeri chimici che favoriscono le infiammazioni e rendono
la parete intestinale più permeabile. Di colpo i “batteri cattivi”
riescono a moltiplicarsi senza freni. Allo stesso tempo
l’intestino manda segnali d’allarme al cervello, che reagisce con
nervosismo, inquietudine e ansia. I batteri intestinali sono in
grado di influenzare lo sviluppo dell’intero sistema nervoso,
governando la “chimica del cervello” e decidendo in che modo
sentiamo dolore, elaboriamo lo stress o ci rapportiamo agli altri.
Se i batteri sono contenti e ben nutriti, anche noi lo siamo. Ma
se nell’intestino c’è agitazione e i batteri sono deboli o
malandati, nemmeno noi ci sentiremo in forma.
68
fifoni o spericolati. L’équipe del canadese Stephen Collins,
della McMaster University di Hamilton (Ontario), ha indagato
questo fenomeno. Gli studiosi hanno dato antibiotici ai
cosiddetti topi BALB/c, una specie allevata appositamente,
piuttosto timida e cauta. In questo modo il numero e la
composizione dei batteri sono cambiati, e di colpo le cavie sono
diventate audaci, spericolate e avventurose. Sospesi gli
antibiotici, dopo qualche tempo la flora intestinale è tornata alla
normalità e gli animali hanno recuperato il loro originario
carattere prudente. Poi i canadesi hanno dato ai topi timidi i
batteri intestinali di cosiddetti topi svizzeri, noti per la loro
indole aggressiva e temeraria (caratteristiche che non si possono
attribuire agli svizzeri come popolo). Nel giro di poco tempo i
roditori BALB/c, normalmente timorosi, sono diventati
impavidi esploratori. Contemporaneamente si è riscontrato
l’innalzamento del livello di un neurotrasmettitore che si chiama
BDNF, importante per la protezione e la crescita delle cellule
nervose. La carenza di questo messaggero chimico è collegata
fra l’altro alla depressione e all’Alzheimer.
Germi stimolanti
69
Nel corpo raramente le cose sono univoche. Per esempio, i
batteri sbagliati possono renderci più riservati e timorosi, altri
microrganismi invece darci coraggio e fiducia. Che esistano
davvero batteri miracolosi, lo si è verificato sia negli uomini sia
negli animali. Cominciamo con gli animali, ancora una volta
con i topi: in un esperimento le cavie sono state portate al limite
della soglia di sopportazione, quindi sottoposte a un fortissimo
stress, tenendole in una cassetta che aveva una camera scura e
una fortemente illuminata. Ciò che interessava agli studiosi era
vedere quanto spesso i roditori osassero entrare nella parte alla
luce, che li spaventava. Ancora più duro il test del nuoto, che
farà inorridire gli amanti degli animali. È un procedimento che
serve per testare la motivazione, la capacità di resistenza o la
tendenza alla depressione e all’arrendevolezza. Se non vogliono
perdere la vita, i topi devono nuotare per diversi minuti in una
bacinella piena d’acqua; non possono toccare il fondo né
arrampicarsi sulle pareti lisce. I ricercatori hanno osservato fino
a che punto la cavia è disposta a lottare per la vita e quando
“getta la spugna”, sia con il “doping” dei batteri intestinali sia
senza.
70
Ma cosa succede negli uomini? Secondo uno studio i batteri
“giusti” rendono più felici anche noi e rafforzano la nostra
resistenza allo stress. Dopo un mese di assunzione di un
preparato probiotico contenente bifidobatteri e lattobatteri, non
solo i partecipanti al test si sentivano soggettivamente meglio ed
erano meno timorosi e stressati, ma anche il tasso di ormoni
dello stress diminuiva in maniera misurabile. Guardando la
materia grigia al lavoro con l’aiuto dell’immaginografia, si è
osservato che i batteri “buoni” esercitavano un’azione positiva
sull’attività cerebrale.
71
infetta. Anche gli esseri umani si contagiano spesso con la
toxoplasmosi. Quasi un terzo di noi ha in sé l’agente patogeno.
La cosa interessante è che questo piccolo microbo governa pure
il comportamento umano e trasforma la personalità degli
individui infettati. Soprattutto quella dei maschi, che diventano
più spericolati e imprudenti. Gli uomini colpiti dalla
toxoplasmosi, per esempio, rischiano due volte e mezzo di più
di essere coinvolti in un incidente d’auto.
72
sensibile, addirittura ipersensibile, ai vari stimoli. Spesso la
malattia è scatenata dallo stress o da un brutto avvenimento,
così molte persone colpite ricorrono a metodi di cura che
bloccano il sistema nervoso. L’ipnosi e le tecniche di
rilassamento tranquillizzano non solo l’intestino, ma soprattutto
il cervello, mandato in tilt dalle informazioni negative che ha
ricevuto. I disturbi in questo modo non scompaiono, però
risultano più tollerabili.
73
Heidelberg. Con la sua équipe ha analizzato vari campioni di
feci provenienti da Europa, Asia e America, conservando in una
grossa banca dati le informazioni sui singoli tipi di intestino. Al
progetto hanno preso parte soprattutto persone con disturbi
intestinali che, fino a quel momento, nessuno era stato in grado
di aiutare. Ognuno di loro ha dovuto versare mille euro di
contributo per effettuare una particolare analisi del microbioma.
In futuro le persone che soffrono di disturbi dello stesso tipo e
hanno una flora intestinale simile dovrebbero essere messe in
contatto tramite questa rete. Malati da Singapore potrebbero per
esempio scambiarsi informazioni con pazienti di Roma. Persone
provenienti da tutto il mondo potranno confrontarsi su ciò che le
ha aiutate. Magari si accorgeranno che i loro casi presentano
altre analogie: forse avranno le stesse intolleranze alimentari, o
scopriranno di aver preso gli stessi farmaci prima dell’insorgere
del disturbo. E chissà se le persone con una flora intestinale
simile proveranno anche una certa simpatia reciproca.
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Capitolo 5
CHE NE PENSANO I
BATTERI DELLO SPORT E
DELLO STRESS?
75
psicofisica, il peso aumenta. Gli ormoni dello stress mettono a
rischio la linea. Il più famoso tra quelli prodotti dal corpo nei
momenti di stress è il cortisone, che fra le altre cose fa
aumentare la glicemia: una reazione utilissima per i nostri avi,
che un tempo dovevano reagire al pericolo con la lotta o la fuga.
L’alto tasso di zucchero nel sangue forniva loro l’energia
necessaria e veniva consumato nello sforzo. Oggi però la nostra
risposta allo stress è completamente diversa, perché non
abbiamo tempo per lo sport e conduciamo una vita sempre più
sedentaria: passiamo ore seduti davanti al computer, seduti a
una conferenza, seduti in macchina. Così lo zucchero finisce
dritto dritto nelle cellule adipose. Lo stress continuo favorisce
soprattutto i depositi di grasso nella zona addominale, che
rappresentano un rischio da non sottovalutare per la salute: il
grasso addominale, infatti, fa aumentare rapidamente il tasso
ematico di lipidi, e i vasi sanguigni ne soffrono.
76
Soprattutto, si riduce in maniera drastica la loro varietà, così
importante per il sistema immunitario e per la linea. Risulta
particolarmente sgradevole, poi, il fatto che nei periodi di stress
ci abbandonino proprio i “batteri dimagranti”, mentre i batteri
cicciottelli si accomodano tranquilli nell’intestino, come se non
avessimo già abbastanza problemi a cui pensare.
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fame, stimolando l’appetito. Ma quante calorie in più
assumiamo, quando siamo stanchi? Per verificarlo, un’équipe di
ricercatori statunitensi ha condotto un esperimento, presentato
nel marzo del 2012 durante un congresso di cardiologi
americani tenutosi a San Diego. All’inizio a tutti i partecipanti
era consentito dormire senza limiti. Nelle otto notti successive
metà di loro ha potuto continuare a dormire quanto voleva,
l’altra metà ha dovuto interrompere il riposo notturno dopo 5,2
ore. Risultato: le persone svegliate in anticipo hanno assunto
circa 550 calorie in più rispetto a quando dormivano a
sufficienza. 550 calorie corrispondono a un hamburger con un
po’ di patate fritte, a un panino con gli affettati o a due porzioni
di torta. Queste persone rimanevano sveglie per più ore, è vero,
ma evidentemente erano anche più stanche e meno attive, quindi
non consumavano nulla. Le 550 calorie extra si sono adagiate
sui loro fianchi senza difficoltà. Dopo due settimane di
privazione del sonno la bilancia segna almeno un chilo in più.
Tenete fuori dalla camera tutti gli apparecchi elettronici. Se sono in stand by,
possono ostacolare il rilascio di melatonina, l’ormone del sonno. Quindi:
regalate pure la radiosveglia e staccate la spina del computer o del televisore. Se
possibile, dormite al buio. Qualsiasi luce ha effetti paragonabili a quelli degli
apparecchi elettronici e disturba gli ormoni del sonno.
Una breve passeggiata dopo cena, tisane rilassanti o integratori alimentari a base
di luppolo e valeriana vi faranno addormentare serenamente.
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C’è un altro motivo per cui il sonno rappresenta un ottimo
alleato per la dieta. Mangiando di meno e dormendo di più,
nell’ambito di un regime alimentare a ridotto apporto calorico si
consumano più grassi e meno muscoli. In un esperimento sulla
dieta condotto in Canada, nel giro di due settimane tutti i
partecipanti persero tre chili. L’analisi della percentuale di
grasso corporeo, tuttavia, portò alla luce alcune differenze: in
coloro che avevano riposato otto ore e mezza per notte la
perdita di peso consisteva per più della metà (cinquantacinque
per cento) di grasso, mentre con cinque ore e mezza di sonno la
percentuale era solo del venticinque per cento. Quando si fa una
dieta, quindi, è bene seguire il consiglio di riposare e dormire a
sufficienza.
E lo sport?
Lo sport rappresenta una magnifica opportunità per smaltire lo
stress e arrivare a sera belli rilassati. Ma cosa ne pensano i
nostri amici nell’intestino? I fondisti hanno una flora intestinale
diversa dai ballerini? Nell’intestino dei giocatori di rugby
scorrazzano altri microrganismi rispetto a quelli presenti nella
pancia dei pelandroni che passano ore e ore sul divano
mangiando patatine fritte? I nostri batteri sono contenti se ci
iscriviamo in palestra o ci uniamo a un gruppo podistico, oppure
quello che facciamo li lascia del tutto indifferenti?
79
divano.
80
Basta un piccolo calcolo per rendersi conto di quanto sia
importante questo darsi da fare: consumando circa 100-130
calorie al giorno (senza reintegrarle subito con cioccolato e
patatine) con una passeggiata di mezz’ora, all’anno
raggiungerete un totale di cinque o sei chili in meno. Tanto
meglio se abbinate a questa attività l’allenamento muscolare
(per esempio a giorni alterni). Chi avesse in mente bodybuilder
ricoperti di sudore che sollevano pesi cromati e luccicanti, stia
pure tranquillo. Vanno bene anche il nuoto, lo yoga o il pilates.
81
Capitolo 6
82
questa prima sezione ci occuperemo di come accontentare i
microrganismi intestinali, dare sostegno ai batteri snelli e belli e
scacciare i germi cicciottelli. Per farlo vi serve innanzitutto il
cibo giusto. Inoltre, tramite i batteri vivi aggiunti ai latticini o
assunti in polvere e in capsule, arruolerete nuove leve
nell’esercito dei microrganismi buoni.
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Da sempre gli esseri umani stabiliscono la loro dimora nei
luoghi in cui si trovano bene e hanno le migliori chance di
sopravvivere. Se abbiamo a disposizione abbastanza cibo, se il
clima è adeguato e i vicini sono simpatici, allora ci sentiamo a
nostro agio, ci costruiamo una casa e facciamo figli. I batteri
intestinali fanno lo stesso. Chi vuole creare un ambiente
gradevole per gli abitanti del proprio intestino e desidera offrire
loro una società multiculturale e variegata, dunque, riceverà in
premio una salute migliore e avrà meno problemi di peso. Ma i
batteri sono creature esigenti: se le condizioni generali non sono
buone, se ne vanno. L’importante, per quanto possa suonare
scontato, è avere una dieta varia. Ogni specie di batteri, infatti,
ha le proprie esigenze, quindi dovremo offrire loro prelibatezze
diverse. Chi mangia soprattutto dolci, orsetti gommosi e pane
bianco alimenta solo un gruppo di batteri e crea condizioni
simili a quelle di un ghetto: i batteri snelli e belli non hanno
molte chance e cedono il campo ai batteri cicciottelli, che presto
diventano dominanti, visto che amano i carboidrati a facile
assimilazione e i grassi, con cui convivono benissimo.
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compagni, benché alimentati allo stesso modo. Nella fase
successiva gli animali sono stati messi nella stessa gabbia, ed
ecco cosa è successo: un po’ alla volta i “topi grassi” sono
dimagriti, perché mediante la convivenza i “batteri dimagranti”
si sono trasferiti nel loro intestino. L’inverso non è accaduto: i
topi magri non sono ingrassati. La loro flora intestinale è
sembrata resistere all’aggressione dei batteri “pesanti”.
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La flora intestinale cambia nel giro di
pochi giorni
Con che velocità possa trasformarsi una normale e sana flora
intestinale, lo mostra un’altra ricerca svolta dalla stessa équipe.
Se topi fino a quel momento alimentati con cibi poveri di grassi
e ricchi di fibre passavano alla tipica dieta americana, ricca di
grassi e zuccheri e povera di fibre, diventavano paffutelli.
Probabilmente starete pensando: grazie tante, con
un’alimentazione del genere! Ma non dipendeva solo da quello,
infatti in pochissimo tempo cambiò anche la composizione della
flora intestinale. E con la pancia governata da nuovi capi, i topi
diventarono molto rapidamente belli grassi, benché il nuovo
regime alimentare non fosse più calorico. A quanto pare, i germi
intestinali specializzati in patatine fritte, hotdog, hamburger e
Coca-Cola erano in grado di ricavare più calorie dalla stessa
quantità di cibo.
87
nel giro di poco tempo. Qualche giorno dopo l’introduzione
della nuova dieta, i ricercatori hanno trovato nell’intestino un
numero maggiore di batteri snelli e belli, mentre era diminuito il
numero di batteri ingrassanti.
DOPPIA PENITENZA
Chi mangia troppo o male viene punito doppiamente. Da un lato con l’eccessiva
introduzione di calorie, dall’altro con l’aumento dei batteri cicciottelli, che
sfruttano meglio il cibo e depositano cuscinetti di grasso sulla pancia e sui
fianchi.
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regolare ed essere più spesso di umore allegro. Ma ora, invece
di invidiare gli altri per i loro buoni geni e accoccolarci sul
divano con una tavoletta di cioccolato, faremmo meglio a
correre al mercato, dove troveremo tutto ciò di cui ha bisogno
un intestino sano: indivia belga, asparagi, cipolle, aglio, noci,
funghi e prodotti a base di soia. Con questi ingredienti, e con
altri tipi di frutta e verdura, si possono preparare piatti molto
graditi ai batteri. Pensiamo un po’ a cosa succede quando
vengono a trovarci degli amici vegetariani: non ci verrebbe mai
in mente di portare in tavola un involtino di manzo o una
bistecca al sangue. Dovremmo trattare come amici anche i
nostri batteri perché, se stanno bene, ci fanno un sacco di favori.
Cerchiamo di offrire anche a loro gli alimenti che amano di più!
89
un intestino acido. Non c’è da meravigliarsi che il loro numero
diminuisca drasticamente. E voi, in qualità di padroni di casa
dei batteri intestinali buoni, avrete raggiunto il vostro obiettivo!
I probiotici (prō- = per, a favore di, bíos = vita) sono batteri che arrivano in
forma attiva nell’intestino, dove esercitano un’azione benefica per la salute.
L’importante è che i germi riescano a opporsi agli attacchi dell’acido gastrico e
dell’acido biliare, arrivando vivi nell’intestino crasso. Alla categoria dei
probiotici appartengono in particolare i lattobacilli e i bifidobatteri.
Gli alimenti o gli integratori che contengono sia prebiotici sia probiotici si
chiamano simbiotici (syn- = con, bíos = vita). Presentano il vantaggio che i
batteri probiotici, una volta arrivati nell’intestino, trovano subito qualcosa da
mangiare. In questo modo le loro condizioni di partenza migliorano
notevolmente.
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e il corpo li assimila. Così i nostri utili amici, posizionati più
sotto nel tratto digerente, rimangono a bocca asciutta e muoiono
di fame, potremmo dire, pur essendo seduti a tavola. Nelle
condizioni di debolezza in cui si trovano, vengono facilmente
sopraffatti e allontanati da quei rompiscatole che sono i batteri
cicciottelli. In questo modo si crea uno squilibrio nell’intera
flora intestinale. Per rifornire i batteri snelli e belli e rafforzare
la loro resistenza, dobbiamo mangiare anche cibi che riescano
ad attraversare la maggior parte del tratto gastrointestinale senza
essere digeriti.
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o patate fredde. Ma in pochi resistono a una deliziosa insalata di
patate o a un buon sushi in un ristorante giapponese. Il
raffreddamento è fondamentale perché si formi l’amido
resistente: basti pensare che una piccola patata calda ne fornisce
circa 1,8 grammi; una patata delle stesse dimensioni, ma
raffreddata, ne dà quasi il doppio.
92
• induce il fegato a bruciare più grassi;
• stimola la formazione di ormoni della sazietà e quindi frena
l’assunzione di calorie: in una ricerca si è visto diminuire
questo dato del dieci per cento nel giro di ventiquattr’ore, se
in tavola c’era abbastanza amido resistente; 109
• arresta le infiammazioni nell’intestino, anch’esse ritenute
potenzialmente responsabili del sovrappeso.
Chi mangia pane bianco sentirà forse la flebile voce della coscienza: “Compra
piuttosto del pane integrale, è molto più sano!”. In linea di principio è vero, se
parliamo di batteri intestinali, ma a volte questa voce può anche essere messa a
tacere. Adriana Cuervo e la sua équipe dell’Università di Oviedo, in Spagna,
hanno scoperto infatti che i germi buoni si moltiplicano benissimo anche
mangiando pane bianco.
Il motivo è questo: il pane bianco contiene l’amido resistente tanto amato dalla
flora intestinale. D’ora in poi, quindi, se capita potete prendere anche del pane
bianco senza sentirvi in colpa. Se insieme ci mangiate un po’ di frutta, tanto
meglio. Cuervo ha scoperto infatti che certe sostanze contenute nelle arance
bloccano i batteri cicciottelli.
93
Le singole particelle di fruttosio dell’inulina sono unite da
legami così saldi che l’intestino tenue non riesce a scomporle,
perché ci manca l’enzima inulinasi.
94
effetti si faranno sentire presto.
95
composto per il trenta-cinquanta per cento di oligofruttosio,
costituisce un ottimo nutrimento per la flora intestinale e, fra
l’altro, dà metà calorie rispetto al miele. Esercita un’azione
fantastica: stabilizza la glicemia e fa diminuire gli ormoni della
fame, impedendo gli attacchi di appetito incontrollabile; allo
stesso tempo le fibre contenute nello sciroppo nutrono i batteri
snelli e belli. Una meraviglia per chi vuole dimagrire! I
partecipanti a un esperimento hanno perso molto peso dopo
dodici settimane di utilizzo dello sciroppo di Yacón, e hanno
visto diminuire anche l’indice di massa corporea, oltre alla
circonferenza dei fianchi, senza modificare le loro abitudini
alimentari o sportive. Potete prendere un cucchiaino di sciroppo
di Yacón tutti i giorni a ogni pasto per dolcificare il tè, il caffè e
i dolci, o anche puro.
96
problema è che non si saziano!
97
Il lattulosio non è identico al lattosio: si tratta di uno zucchero
artificiale, che comunque è prodotto a partire dal lattosio. Ma si
forma anche quando il latte viene riscaldato. I nostri enzimi
digestivi si fanno male se cercano di aggredirlo, perché non
sono in grado di scomporlo. Per farlo i batteri intestinali lo
trasformano in acido lattico, una sostanza che crea un clima
gradito a diversi batteri buoni. In medicina e in naturopatia il
lattulosio è impiegato anche come blando lassativo e come
terapia di supporto in caso di salmonellosi. Nelle persone
intolleranti al lattosio, però, provoca spesso diarrea, quindi è
meglio evitarlo e ricorrere ad altri prebiotici.
98
Per perdere peso non abbiamo a disposizione solo i
bifidobatteri. C’è un altro tipo di batteri che abbiamo spesso
intorno e dentro di noi, i batteroidi. Se volete fare qualcosa di
utile per la linea, bevete più spesso caffè. Sembra difficile da
credere, ma nella bevanda preferita dagli italiani si nascondono
quantità non irrilevanti di fibre indigeribili. Due tazze di caffè
americano ne contengono quasi due grammi, la stessa quantità
di caffè istantaneo arriva fino a tre grammi, mentre un espresso
sta a metà fra questi due. Scienziati tedeschi hanno scoperto che
nei bevitori di caffè i batteroidi non solo si moltiplicano in
abbondanza, ma mettono in moto anche una reazione a catena:
trasformano le fibre del caffè in sostanze molto efficaci, in
grado di regolare il tasso di colesterolo. Il caffè sembra
rappresentare un trattamento wellness soprattutto per la mucosa
intestinale che, sotto l’influsso delle fibre in esso contenute,
riesce a rigenerarsi, diventando meno permeabile. Nello stesso
tempo l’intestino si fa più acido. “Acido” non nel senso di
“antipatico” o “maligno”, al contrario: i batteri intestinali sono
contenti se si trovano in un ambiente acido, in cui cioè il pH è
basso. È uno dei meccanismi di difesa dell’intestino contro gli
inquilini molesti, un po’ come il rivestimento acido che
protegge la pelle: anch’esso ha il compito di tenere alla larga i
batteri dannosi e di frenarne la diffusione. Allo stesso modo,
nell’intestino un ambiente acido è utile e favorisce la crescita
dei bifidobatteri.
99
restiamo seduti in ufficio, dopo qualche tempo gli acidi grassi
ritrovano la via che conduce al morbido tessuto adiposo. Chi
vuole trarre un doppio vantaggio da questa bevanda dovrebbe
dunque bere una tazza di caffè non decaffeinato circa mezz’ora
prima di fare sport. Non che così perda di colpo cinque chili di
grasso, ma… si sa, la goccia scava la roccia.
Il caffè è tra i generi voluttuari analcolici più amati, ed è molto più sano di
quanto non lasci supporre la sua fama. Scienziati austriaci e francesi sono
riusciti a dimostrare che, trascorso un tempo che va da una a quattro ore dopo il
consumo dello stimolante, nelle cellule si attiva un processo che le purifica e le
disintossica. Importante: questo discorso vale solo per il caffè liscio.
L’aggiunta di latte ne manda in fumo l’effetto benefico. Anche la carne, il
formaggio e le uova dovrebbero essere consumati preferibilmente non insieme
al caffè nero, ma prima o dopo un certo intervallo di tempo. Però potete
macchiare il caffè con bevande vegetali come quelle a base di soia o di
mandorla. Per quanto riguarda le fibre, che beviate il caffè con o senza caffeina
100
è indifferente, l’effetto è lo stesso.
È stato per caso che, quasi un secolo fa, si è capito quanto sono
buoni con noi i batteri gentili: durante la prima guerra mondiale,
nelle trincee dei Balcani imperversavano gravi epidemie di
diarrea che provocarono la morte di molti soldati. Solo un
sottufficiale venne del tutto risparmiato, e questo fece venire
un’idea al medico tedesco Alfred Nißle, che dalle feci di
quest’uomo isolò un determinato ceppo batterico. In seguito lo
fece brevettare e gli diede in aggiunta il suo nome: “E. coli
101
Nissle 1917”. In un esperimento che oggi forse definiremmo
crudele, somministrò i batteri intestinali del sottufficiale ad altri
soldati; in questo modo riuscì a proteggerne alcuni dalla diarrea
e addirittura a guarirne altri da forme gravi della malattia.
Evidentemente i batteri del sottufficiale erano molto efficaci nel
respingere i germi patogeni.
102
fermentati e dei batteri che essi contengono (benché all’epoca
non si conoscessero affatto i batteri per ciò che sono). E l’età
ragguardevole di Abramo è stata ricondotta al consumo regolare
di prodotti a base di latte acido.
103
non creano difficoltà e sono considerati probiotici sani, ma si
sospetta che alcuni facciano aumentare di peso: i Firmicutes, per
esempio, che fanno parte della famiglia dei batteri cicciottelli.
In quantità moderate, i lattobacilli non danno problemi. Nella
scelta di un preparato probiotico, però, è meglio privilegiare i
bifidobatteri.
104
bere che promettono un’azione probiotica. Anche nelle farmacie
e in Internet si trovano parecchi alimenti contenenti batteri
intestinali. In cucina o nella dispensa, poi, abbiamo crauti, kefir
e simili, che aspettano solo di essere mangiati. Otterrete i
risultati migliori se seguite queste dritte:
1. Consumo regolare
Che effetti potete mai aspettarvi, se mettete nel carrello della
spesa uno di questi prodotti una volta ogni tanto? Siamo sinceri:
ben pochi! Non certo per colpa dei prodotti, che contengono
davvero il ceppo intestinale reclamizzato, e nella quantità
indicata. Gli operosi batteri che ci aiutano, infatti, devono essere
assunti regolarmente, meglio se tutti i giorni. Purtroppo,
assaggiare uno yogurt probiotico una volta ogni tanto non serve
a niente, perché i microrganismi introdotti dall’esterno non si
ambientano così in fretta nell’intestino. Per fare effetto devono
essere “rabboccati” di continuo. L’assunzione sporadica è
perlopiù inutile. Naturalmente nessuno ha voglia di mangiare
crauti tutti i giorni per aiutare la flora batterica, ma oltre ai
batteri gli alimenti probiotici contengono anche acido lattico, e
questo migliora il clima generale nell’intestino. La varietà nella
dieta, insomma, è importantissima, tuttavia ogni settimana
bisognerebbe portare in tavola più volte yogurt, crauti e simili.
105
giorni. Passare a un alimento che contiene un altro ceppo
batterico è come interrompere una terapia.
106
bifidobatteri e i lattobacilli cominciano subito a moltiplicarsi.
Per fortuna i germi patogeni e quelli che fanno ingrassare non
trovano particolarmente interessanti i prebiotici, anzi spesso non
sono proprio capaci di digerirli. Chi vuole essere sicuro al cento
per cento dovrebbe far ricorso ai simbiotici, preparati che
contengono sia i batteri sia il loro cibo. Ma si ottiene lo stesso
effetto anche, per esempio, mangiando un soufflé all’indivia
belga e, come dessert, un bicchiere di kefir con la frutta.
1. Peso
Alcuni probiotici, soprattutto i bifidobatteri, sono un valido aiuto per chi
vuole perdere peso.
2. Sistema immunitario
La flora batterica è un alleato importante per l’addestramento del sistema
immunitario. Se i batteri intestinali stanno bene, ne traggono vantaggio anche
le difese del corpo. Varie ricerche hanno dimostrato che l’assunzione regolare
di probiotici può far diminuire la predisposizione alle infezioni.
3. Salute dell’intestino
Naturalmente l’intestino è il primo luogo nel corpo in cui i batteri hanno
modo di svolgere un’azione benefica. I probiotici possono offrire una
protezione preventiva dalla diarrea del viaggiatore o far passare più in fretta
un attacco di dissenteria. Sono utili anche dopo una terapia antibiotica, perché
grazie a loro gli episodi di diarrea e i problemi di stomaco risultano molto più
rari. Si sono dimostrati validi anche in caso di infiammazioni croniche come
la colite ulcerosa o il morbo di Crohn, oltre che per la terapia del colon
irritabile.
4. Allergie
Ormai sono molte le prove a conferma del fatto che i neonati nutriti con
probiotici nella prima settimana di vita si sono ammalati molto meno di
dermatite atopica. Sembra che, se sono all’opera i batteri intestinali giusti,
anche l’asma insorga con meno frequenza.
5. Salute psichica
Il collegamento fra l’intestino e lo stomaco e la loro stretta collaborazione
fanno sì che, a volte, i probiotici siano utili anche ai pazienti che soffrono di
depressione e ansia. Inoltre si è visto che i sintomi di determinate forme di
autismo sono migliorati dopo una terapia con probiotici.
107
Qui di seguito sono elencati i risultati di
una selezione di ricerche che
documentano quali sono i batteri più
efficaci per il raggiungimento di certi
obiettivi o contro varie malattie:
• Perdita di peso = Bifidobacterium breve, Lactobacillus
plantarum, Lactobacillus gasseri
• Rafforzamento delle difese immunitarie = Lactobacillus
rhamnosus GG
• Diarrea acuta = Lactobacillus rhamnosus GG
• Colite ulcerosa = E. coli Nissle 1917, Saccharomyces
boulardii
• Morbo di Crohn = Saccharomyces boulardii
• Dermatite atopica = Lactobacillus rhamnosus GG
• Sindrome del colon irritabile = Lactobacillus plantarum
RIASSUNTO:
108
fornisce fibre solubili, ma in cambio contiene inulina.
I batteri possono essere alimentati anche con un integratore che contenga
inulina. Così è più facile nutrirli ogni giorno nel modo giusto e mantenere
in salute l’intestino.
I probiotici, inoltre, fanno sì che nell’intestino il clima sia gradevole.
Aumentate il consumo di alimenti fermentati come i crauti (non cotti), i
cetriolini sottaceto e le aringhe, o bevete prodotti a base di latte come il
kefir.
109
portò le fibre al centro dell’interesse dell’opinione pubblica.
Durante i suoi soggiorni in Africa si era reso conto che le
tipiche malattie del progresso, di cui soffrivano i suoi
connazionali, laggiù erano sconosciute. Analizzò le feci di
abitanti autoctoni dell’Africa, di bambini britannici e di marinai
inglesi, ed ecco quanto emerse: negli africani il cibo non solo
sfreccia via nell’intestino in maniera decisamente più veloce,
ma il prodotto finale della digestione è tre volte più abbondante
rispetto a quello degli europei. Se le sue teorie sul nesso tra il
cancro intestinale e l’introduzione di fibre oggi sono
ampiamente confutate, gli va comunque riconosciuto il merito
di aver reso l’opinione pubblica consapevole dell’esistenza di
queste sostanze difficili da digerire. Ognuno di noi dovrebbe
consumare almeno 30 grammi di fibre al giorno, meglio ancora
se di più. Ma la maggior parte delle persone è ben lontana da
questo obiettivo. In Germania, per esempio, si assumono in
media tra i 20 e i 25 grammi di fibre; due terzi degli uomini e
tre quarti delle donne non raggiungono il magico obiettivo dei
30 grammi giornalieri.
110
Non è detto che il pane, la pasta o il riso integrali non siano saporiti. Essi
forniscono quantità notevoli di fibre capaci di saziarci: in 100 grammi di
pasta integrale ci sono quasi 9 grammi di fibre, mentre la stessa quantità di
pasta bianca ne contiene solo 3,5 grammi. Se non siete proprio dei fan della
pasta integrale, mescolatela con un po’ di pasta bianca. Fate attenzione, però,
ai diversi tempi di cottura: può darsi che dobbiate iniziare a cuocere la pasta
integrale un po’ prima.
Attenzione, però: non tutto il pane scuro con i semi sparsi sulla crosta è pane
integrale. Spesso l’impasto è a base di farina bianca e viene semplicemente
scurito con il malto o con del colorante al caramello. Meglio sempre
informarsi. Chi compra pane sfuso faccia attenzione alle etichette
nutrizionali.
Vari studi hanno invece dimostrato che, in genere, chi mangia noci ha un
peso inferiore a chi le esclude dalla dieta o, meglio, che aumentare il
consumo di noci non porta a un incremento di peso, ma addirittura a perdere
chili. Probabilmente dipende dalla loro buona capacità saziante. Le noci
raggiungono la massima efficacia se mangiate a colazione o a pranzo. Chi le
sgranocchia la sera davanti al televisore, al contrario, in genere si carica di
chili, perché di notte non si trae vantaggio dal loro effetto saziante.
111
Alcune fibre si gonfiano e assorbono acqua. Se aumenta l’apporto di fibre,
quindi, allo stesso tempo bisogna bere di più, il che, fra l’altro, è comunque
utile per la dieta. Naturalmente è meglio consumare solo bevande non
caloriche come acqua, tè, caffè o caffè d’orzo. È molto importante bere
quando si mangia crusca, perché essa fornisce tantissime fibre, ma assorbe
una quantità d’acqua da quattro a cinque volte superiore al suo peso. Per ogni
cucchiaio di crusca bisognerebbe quindi bere un bicchiere in più, altrimenti
nell’intestino si crea un “tappo di crusca”.
RIASSUNTO
LE FIBRE HANNO MOLTI PREGI:
riempiono lo stomaco,
regolano la produzione di “ormoni della sazietà”,
richiedono un grosso impiego di energia per essere demolite, il che
comporta un consumo calorico supplementare,
mantengono stabile il tasso glicemico, quindi c’è bisogno di meno insulina
per ridurre lo zucchero, inoltre le cellule adipose possono essere
smantellate più facilmente,
impediscono che l’intestino si impigrisca e che soffriamo di stipsi,
(alcune) svolgono un’azione prebiotica e nutrono i batteri snelli e belli.
112
Per una vita “più ricca di batteri” potete usare qualche stratagemma: arricchite la
vostra dieta soprattutto con frutti di bosco, legumi, verdure, noci e semi, che
contengono molte sostanze fibrose. Importante: bevete a sufficienza!
113
barriera intestinale intatta. Compensare una carenza di lecitina
può restituire all’intestino il suo rivestimento protettivo. In
natura la lecitina è presente in molti alimenti, per esempio nella
soia e nelle uova; si può assumere inoltre come integratore
alimentare, da acquistare in farmacia.
Il fruttosio è (mal)sano?
Il fruttosio fa pensare alle vitamine, alla natura. I suoi effetti
sulla salute, però, non sono così buoni come la fama di cui
gode, al contrario. La barriera intestinale soffre parecchio se nel
tratto digerente arriva troppo fruttosio. Questo zucchero non è,
come fa pensare il nome, contenuto solo nella frutta e nei
succhi: viene aggiunto spesso e volentieri ai prodotti industriali.
I consumatori infatti lo ritengono più sano del classico zucchero
bianco, inoltre ha un buon potere dolcificante.
114
latticini per bambini, le barrette dietetiche, i gelati e i succhi
all’ACE contengono grandi quantità di fruttosio. I bambini
tedeschi, per esempio, raggiungono spesso i 50 grammi di
fruttosio al giorno. Così però la capacità di assimilazione di
questo zucchero è presto superata, e allora inevitabilmente
arrivano i problemi. Si è osservato che, considerando persone
adulte con l’intestino sano, una su due comincia ad avere
problemi se si trova a dover digerire 50 grammi di fruttosio.
115
Infiammazioni che fanno ingrassare
Come abbiamo visto, le infiammazioni possono far aumentare
di peso, perché il corpo tende ad accumulare tessuto adiposo. E
il sovrappeso a sua volta favorisce le infiammazioni, perché le
cellule adipose gettano, letteralmente, “benzina sul fuoco”: nelle
cellule adipose rigonfie, infatti, si attivano processi
infiammatori che possono mettere in circolo messaggeri chimici
capaci di accendere nuove infiammazioni in altre parti del
corpo.
116
HANNO UN POTERE ANTINFIAMMATORIO SOPRATTUTTO:
gli omega-3 (olio di pesce, determinati oli vegetali, certi tipi di noce),
carboidrati a lenta assimilazione e fibre che non fanno aumentare il tasso
glicemico (anche l’insulina, l’ormone che abbassa il livello di glucosio,
causa stress infiammatorio),
spezie con proprietà antinfiammatorie,
sostanze protettive (antiossidanti) ricavate dalla frutta e dalla verdura.
117
caratteristiche, possono frenare o avviare determinati processi
nell’organismo, a seconda di cosa serve in quel momento. Gli
omega-3 bloccano le infiammazioni, gli omega-6 le
favoriscono; i primi rendono il sangue fluido, i secondi
stimolano la coagulazione ematica. È solo se entrambi vengono
introdotti nella giusta dose tramite la dieta che si produce una
situazione di equilibrio.
118
favore degli acidi grassi che stimolano le infezioni mette il
corpo in uno stato di infiammazione cronica e favorisce il
sovrappeso.
119
volete mangiare una o due volte alla settimana pesci ricchi di
grassi come il salmone, lo sgombro o l’aringa, né consumare
noci o usare regolarmente gli oli vegetali giusti, potete coprire il
fabbisogno di questi importanti acidi grassi anche assumendo
capsule di olio di pesce.
ACIDI GRASSI CHE AGISCONO CONTRO LO STRESS
INFIAMMATORIO
Pesce/100 g omega-3 in mg
sgombro 2700
salmone 1800
aringa 1700
tonno 1600
sarda 1300
120
CONTENUTO DI OMEGA-6 E OMEGA-3 IN SEMI E FRUTTA SECCA
A GUSCIO
121
Particolarmente interessante è anche il suo effetto
antinfiammatorio: le sostanze in essa contenute esercitano
un’azione diretta sul sistema a cascata tipico delle
infiammazioni e bloccano la formazione di sostanze
infiammatorie, con beneficio della barriera intestinale e della
linea. Inoltre alcune ricerche hanno dimostrato che la curcuma
offre una straordinaria protezione contro i radicali liberi e i
danni alle cellule. Dando alle cavie un po’ di curcuma prima di
somministrare loro un principio attivo fortemente irritante per la
mucosa intestinale, si sono potute impedire persino
infiammazioni intestinali. I polipi, considerati precursori del
cancro, si presentano meno spesso, se si consuma curcuma in
abbondanza o se addirittura la si assume come integratore
alimentare in forma di capsule. Ci sono dunque ottime ragioni
per ampliare il nostro orizzonte e introdurre in cucina una nuova
spezia, oltre ai classici sale e pepe. A proposito del pepe: in
condizioni normali, la curcuma viene riassorbita male
nell’intestino. Quando la usate, aggiungete un po’ di pepe nero
(!), che aiuta ad assimilarla meglio. Anche gli agrumi e la
cannella ne migliorano l’assorbimento in maniera
considerevole.
TISANA ANTINFIAMMATORIA
122
Fate bollire mezzo cucchiaino di curcuma, mezzo cucchiaino di cannella, un
pezzetto di zenzero fresco tritato (o mezzo cucchiaino di zenzero in polvere) e
un pizzico di pepe nero in mezzo litro d’acqua. Bevete la tisana un po’ alla volta
nel corso dell’intera giornata.
RIASSUNTO
123
appetito nella speranza che, dopo un attacco di fame
incontrollabile placato con un banchetto degno di una festa di
nozze, fra le altre cose nell’intestino crasso finiscano anche un
fagiolo, una carota o una banana. I batteri, infatti, sono coinvolti
nel processo decisionale che ci fa stabilire se, dopo la prima
porzione, proveremo un piacevole senso di sazietà o se invece,
per alzarci da tavola contenti, dovremo mangiare un secondo
piatto e poi anche il dessert.
124
grammi di una sostanza che veniva digerita completamente
molto prima, nell’intestino tenue, e quindi non raggiungeva i
batteri. Le persone del primo gruppo mangiavano meno. Il
motivo: se i batteri ricevono abbastanza cibo a loro gradito,
producono sostanze particolari, fra cui il peptide YY, nome che
significa pressappoco “proteina YY”. Non si poteva magari
trovare una definizione più simpatica? Comunque sia, l’effetto
del peptide YY è straordinario. Questo ormone è formato dalle
cellule intestinali e poi trasmesso al cervello, dove si ferma in
determinate aree e comunica che non abbiamo più fame e siamo
sufficientemente sazi. Così in automatico mangiamo meno. Se
manca il messaggero chimico, il senso di sazietà non si attiva.
Si è visto che, modificando la produzione di ormoni nei topi in
modo che non fossero più in grado di generare il peptide YY, in
pochissimo tempo gli animali sono ingrassati in maniera
impressionante.
125
settimane, grazie alla trasformazione della flora batterica
intestinale, hanno visto diminuire la percentuale di grasso,
l’indice di massa corporea, il giro vita e i fianchi. Allo stesso
tempo sono aumentati altri ormoni della sazietà (GLP-1) in
grado di frenare le infiammazioni e, in questo modo, influenzare
il peso e la salute.
126
dieta la percentuale di proteine e di alimenti contenenti fibre in
grado di soddisfare i nostri batteri diminuisce di anno in anno,
mentre i carboidrati e i grassi “sbagliati” conquistano sempre
più spazio.
127
di bue è un abbinamento fantastico;
uova + patate, oppure uova + latticini: le patate condite con le uova
strapazzate e la salsa verde o un formaggio alle erbe sono un ottimo cibo
per i muscoli e forniscono proteine che saziano a lungo;
prodotti a base di cereali + legumi: un toast integrale con il burro di
arachidi oppure una zuppa di piselli accompagnata da pane integrale sono
combinazioni gustose.
128
L’insulina, un ormone che fa ingrassare
L’insulina è l’unico ormone del nostro corpo in grado di
abbassare il tasso glicemico dopo un pasto, quindi è
fondamentale per la vita. Chi ne è privo diventa diabetico e deve
introdurre l’ormone dall’esterno. Una volta l’insulina non
doveva lavorare tanto perché, dopo pasti con molte verdure,
semi e bacche, lo zucchero che finiva nel sangue era poco. Le
occasionali carestie facevano il resto. Oggi la situazione è ben
diversa. Lo zucchero ormai è diventato il nostro “pane
quotidiano” e siamo circondati da cibi dolci e golosi che ci
tentano di continuo.
129
sovrappeso. Per quanto possa sembrare paradossale, con le
nostre tipiche abitudini alimentari occidentali attiviamo spesso
l’insulina, così ci viene ancora più fame. E questo meccanismo
provoca spesso problemi di peso.
130
scappare. Per aiutare il grasso addominale a levare le tende,
quindi, ogni tanto dobbiamo “mandare via” l’insulina. Come
farlo? Per esempio, aumentando gli intervalli tra un pasto e
l’altro. La formula magica, in questo caso, è: “tre pasti anziché
cinque”.
131
cipolle, asparagi, scorzonera, topinambur, scarola o porri, il
tasso glicemico non aumenta. Il corpo utilizza l’inulina senza
chiamare in causa l’insulina. E questo è un bene. Il pancreas
non deve secernere insulina per normalizzare la glicemia, e noi
ci sentiamo sazi più a lungo.
Tra gli ormoni che fanno prendere peso c’è anche il cortisone, che avete
imparato a conoscere nel capitolo 5. Questo ormone dello stress è così carino da
condurre le calorie in eccesso soprattutto nelle cellule adipose della pancia,
procurandoci altri salvagenti. Meno stress e più sonno sono quindi dei toccasana
per dimagrire.
132
• anche gli alimenti che contengono cibo per i batteri saziano a
lungo e permettono all’insulina di prendersi una pausa;
• consumate solo tre pasti al giorno anziché cinque, rinunciate
agli snack e agli spuntini;
• se possibile, evitate i carboidrati di sera, così il livello di
insulina e la glicemia rimangono bassi per diverse ore durante
la notte.
133
zucchero: eliminateli! Tutti questi cibi, infatti, provocano un
aumento repentino del livello di insulina e di conseguenza, poco
tempo dopo che li avete consumati, vi torna una fame
incontrollabile.
VERDURE E LEGUMI
Topinambur, cicoria, indivia belga, cipolle, aglio, porri, scorzonera,
pomodori, asparagi, carciofi, melanzane, broccoli, avocado, zucchine,
cetrioli, lenticchie, fagioli, prodotti a base di soia come il tofu, latte di soia,
carote (crude), sedano, barbabietole rosse (crude), cavoli, funghi, peperoni,
spinaci, germogli, succhi di verdura
ERBE AROMATICHE FRESCHE
Tutti i tipi di erbe aromatiche fresche
NOCI E MANDORLE
Per evitare eccessi calorici, non bisognerebbe consumarne più di una
manciata al giorno
FRUTTA
Mele, albicocche, pere, prugne, arance, nettarine, pesche, ciliegie, pompelmo,
albicocche secche, fichi secchi, lamponi, mirtilli, more, ribes, fragole
CEREALI, PRODOTTI A BASE DI CEREALI, RISO
Pumpernickelbrot, tutti i tipi di pane integrale, orzo, fiocchi d’avena, riso
integrale, müsli (senza zucchero), pasta alla soia, pasta integrale o di grano
duro cotta al dente, toast integrale, riso selvatico
ALTRI ALIMENTI
Latte (contenuto di grasso pari al 3,5 per cento), latticello, yogurt (senza
zucchero), bevanda al cocco (senza zuccheri aggiunti), cioccolato fondente
(con più del 70 per cento di cacao), tahina
134
aumentare il livello di insulina meno di quelle cotte. Le banane attirano più
ormoni della fame man mano che maturano, ecco perché è meglio mangiarle
quando sono ancora un po’ verdi. La pasta di semola di grano duro cotta al
dente va bene in una dieta che deve tenere sotto controllo l’insulina. Più si
cuoce, più salgono la glicemia e il livello di insulina.
Verdure e legumi
Carote (cotte), mais, mango, papaya, barbabietole rosse (cotte), patate (cotte),
patate americane
Frutta
Kiwi, banane (mature)
Altri alimenti
Marmellata, cacao
Verdure e legumi
Patate lessate senza buccia in acqua salata, patate saltate in padella
Frutta
Uva sultanina, conserve di frutta, melone, anguria
Altri alimenti
Dolciumi, caramelle, cioccolato al latte, cioccolato bianco, patate fritte, pop-
corn, zucchero, bibite
135
Deutsche Gesellschaft für Ernährung (DGE), 2004
RIASSUNTO:
136
Capitolo 7
LA DIETA CHE
RAFFORZA L’INTESTINO:
INDICAZIONI GENERALI
137
per ridurre il peso, mentre la seconda è rivolta a tutti coloro che
sono soddisfatti del proprio peso, ma desiderano dare una mano
alla flora batterica.
138
una tisana al finocchio, cumino e anice placa l’intestino.
• Tra le fibre si trovano speciali prebiotici che nutrono in
maniera assai efficace la flora intestinale. Cercate di portarli
in tavola il più spesso possibile! Li trovate nella lista di
pagina 116.
• Per aumentare la percentuale di cibo per i batteri vi suggerisco
di usare anche l’inulina in polvere. Potete acquistarla nei
negozi di cibi biologici e naturali, oppure ordinarla in
Internet. Aumentate la dose un po’ alla volta, fino ad arrivare
a 10-15 grammi al giorno. Da alcuni esperimenti è risultato
che anche quantità maggiori vengono ben tollerate. Questo
cibo supplementare fa in modo che i batteri snelli e belli si
diffondano rapidamente.
• Cercate di consumare solo tre pasti al giorno. Se fra l’uno e
l’altro vi viene un grande appetito, bevete un bicchiere
d’acqua o una tisana non zuccherata. Ogni tanto vanno bene
anche due o tre tazze di caffè (compreso il caffè di cicoria o
d’orzo), ma senza latte: il caffè contiene fibre particolari,
gradite ai batteri snelli e belli. Potete anche masticare un
pezzo di zenzero crudo.
• Cercate soprattutto di bere a sufficienza. Entro sera dovreste
aver assunto due litri di liquidi, soprattutto acqua e tè.
Durante la dieta è meglio evitare l’alcol, che non solo
fornisce molte calorie vuote, ma ostacola la combustione dei
grassi.
• Le infiammazioni e il sovrappeso vanno mano nella mano: se
perdete peso, diminuisce lo stress infiammatorio, e se
contrastate le infiammazioni, dimagrire sarà più facile.
Durante la dieta, quindi, consumate oli che contengono
omega-3 (olio di lino, di colza, di noce) e mangiate pesci
come il salmone, lo sgombro, l’aringa o il tonno. Gli omega-3
bloccano i messaggeri chimici delle infiammazioni.
139
• Condite i vostri piatti con zenzero e curcuma, sostanze note
per il loro effetto antinfiammatorio.
• Tenetevi in movimento. L’equilibrio dei batteri che vivono
nell’intestino sembra migliorare se evitiamo di stare sempre
seduti. Dovreste riservare all’attività fisica almeno mezz’ora
al giorno, decidete voi se tutta di seguito o suddivisa in tre
sessioni da dieci minuti. Scegliete uno sport che vi diverta:
che si tratti della boxe, dello yoga o del karate, fa lo stesso.
Qualsiasi forma di movimento consuma calorie, tonifica i
muscoli e vi porta più vicino al vostro peso ideale. Ha inoltre
effetti secondari positivi: i batteri intestinali sono felici di non
rimanere con le mani in mano, e ogni passo in più attiva i
batteri snelli e belli.
140
trova solo in una dozzina di alimenti. Mangiate più spesso
indivia belga e asparagi, oppure provate ricette con il
topinambur e la scorzonera. La cipolla e l’aglio stanno bene
in molte pietanze, basta ricordarsi di tritarne un po’ nella
minestra, nel ragù o negli altri piatti.
• Nel caso non foste sicuri di assumere abbastanza inulina con
la dieta, potete prendere anche un integratore alimentare che
contenga per l’appunto inulina oppure oligofruttosio.
Aumentate la dose un po’ alla volta, fino ad arrivare a 10-15
grammi al giorno. In alcuni esperimenti si è visto che erano
ben tollerate anche dosi più alte.
• Un’altra possibilità è, per esempio, adoperare sciroppo di
Yacón o farina che contenga inulina. Li trovate nei negozi di
cibi biologici e naturali o in Internet. Potete sostituire parte
della farina con l’inulina, o mescolare la polvere con il müsli,
i dolci, i frullati e gli smoothies. Lo sciroppo di Yacón
contiene il trenta per cento di cibo per batteri ed è ottimo
come dolcificante.
• Una tazzina di caffè di cicoria o d’orzo completano il
banchetto per la flora intestinale.
• Cercate di aumentare la quantità di fibre. Dovreste arrivare in
ogni caso a 30 grammi al giorno. Noci, mandorle, frutti di
bosco e fiocchi di cereali integrali sono molto ricchi di fibre e
migliorano la qualità della colazione. Le noci o i semi di
sesamo sono ottimi anche nell’insalata e nei contorni di
verdura in genere.
• Bevete due o tre tazzine di caffè al giorno. Il caffè contiene
fibre particolari, gradite ai batteri snelli e belli. Bevetelo
preferibilmente liscio, perché il latte e la panna neutralizzano
sostanze preziose.
• In generale la dieta dovrebbe essere povera di carboidrati. Per
quanto riguarda i grassi, adoperate oli che contengono
141
omega-3, per esempio l’olio di colza, l’olio di lino e l’olio di
noci.
• Fate un po’ di moto: qualsiasi tipo di attività fisica sembra
avere effetti positivi sulla flora intestinale. L’importante è che
vi teniate in movimento quasi ogni giorno per almeno
mezz’ora. Che andiate a passeggiare, vi dedichiate al ballo o
alla lotta, è del tutto indifferente: quello che conta è
muoversi!
142
APPENDICE
Biovi’s Diagnostik
Justus-Staudt-Straße 2
65555 Limburg an der Lahn
Email: [email protected]
143
www.biovis.de
Ganzimmun Diagnostics AG
Hans-Böckler-Straße 109
55128 Mainz
www.ganzimmun.de
Indice di sovrappeso
Rileva la proporzione fra i due principali gruppi di batteri
intestinali. Il risultato dà indicazioni sul rischio di sovrappeso
(Bacteroides/Firmicutes ratio, rapporto tra batteroidi e
Firmicutes). Più il gruppo dei batteroidi è numeroso e quello dei
Firmicutes ridotto, più sembra che la flora intestinale influenzi
positivamente il peso.
144
Barriera intestinale
La barriera intestinale svolge parecchie funzioni importanti per
la nostra salute e può essere coinvolta anche nello sviluppo del
sovrappeso. Con il test alfa 1-antitripsina si può verificare se la
naturale barriera intestinale sia alterata. Un’alta concentrazione
di alfa 1-antitripsina nelle feci segnala un’elevata permeabilità
dell’intestino.
Sciroppo di Yacón
Lo sciroppo di Yacón è ricavato dalla radice di Yacón, una
pianta che cresce nell’America del Sud. In Perù viene usato
come dolcificante. Consiste per il trenta per cento di
oligofruttosio, quindi è un ottimo alimento per i batteri
intestinali. Si acquista solo in alcuni negozi di prodotti biologici
e naturali, ma potete ordinarlo in Internet, dove si trovano
prodotti di buona qualità.
Bifidobatteri
I probiotici sono preparati che contengono microrganismi vivi e
hanno un effetto positivo sulla salute. Nei probiotici si usano
diversi ceppi batterici. Per perdere peso sono particolarmente
145
efficaci i preparati in cui prevalgono i bifidobatteri. Si trovano
in farmacia o in Internet. I probiotici attivano enzimi di altri
ceppi batterici, trasformano l’ambiente intestinale in maniera a
noi favorevole e svolgono una funzione antibatterica.
Omega-3
Il corpo trasforma questi acidi grassi in messaggeri chimici che
contrastano le infiammazioni. Gli omega-3 si trovano
soprattutto in pesci come il salmone, lo sgombro, l’aringa e il
tonno, ma anche nell’olio di lino, di colza, di noci e nelle noci
stesse. Per combattere le infiammazioni collegate a
un’alterazione della barriera intestinale e allo sviluppo del
sovrappeso, bisognerebbe aumentare la quantità di questi acidi
grassi. Chi non ne assume a sufficienza con la dieta può
ricorrere a integratori alimentari. Esistono preparati di buona
qualità e si trovano in farmacia, ma anche nei supermercati e in
Internet; a volte contengono olio di pesce, olio di krill oppure
olio di lino. Poiché gli acidi grassi polinsaturi come gli omega-3
reagiscono con l’ossigeno dell’aria, devono essere protetti
assumendo anche vitamina E: scegliete quindi un preparato che
146
la contenga.
Lecitina
La lecitina si trova in alimenti come il tuorlo d’uovo, il lievito, i
semi vegetali, i semi di soia, le noci, il pesce e i germogli di
grano. È importantissima per la mucosa intestinale: lega il muco
alla tunica mucosa ed è quindi indispensabile perché l’intestino
conservi la funzione di barriera. Nel muco dei pazienti che
soffrono di infiammazioni croniche all’intestino come la colite
ulcerosa o il morbo di Crohn si riscontra una quantità di lecitina
notevolmente ridotta. Questa carenza potrebbe essere una delle
cause delle patologie. Assumendo lecitina si può ripristinare la
funzione protettiva della tunica mucosa. Al supermercato o in
farmacia è possibile trovare preparati di buona qualità
contenenti lecitina.
147
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