Analisi Di Bilancio
Analisi Di Bilancio
Analisi Di Bilancio
2. Indici → dove si perde di riferimento il valore assoluto, quindi è più utile per operare confronti
Le analisi di bilancio sono fatte da un soggetto che si può prefigurare rispetto all’azienda come un
soggetto interno (+ info, non solo quelle che si ottengono tramite il bilancio, + posso contare su
dati di buona qualità), esterno (analista esterno si deve fare bastare quello che riesce ad ottenere
dalle info pubbliche (bilancio, prospetti contabili pubblicati, nota integrativa, se c’è la relazione
sulla gestione, considerando che tanti redigono il bilancio in forma abbreviata, l’analista esterna
ha ben poche info su cui contale + problema qualitativo: non può fare altro che prendere per
buoni i dati che gli vengono presentati (l’analista deve essere consapevole della probabile scarsa
qualità dei dati)) o in parte interno in parte esterno.
(Valore aggiunto = valore economico di ciò che abbiamo ottenuto con il processo produttivo
(output) - valore economico di ciò che è stato utilizzando nel processo produttivo (input). Valore
aggiunto negativo significa che tu utilizzi input per distruggere ricchezza anziché produrne di
nuova, alquanto improbabile.)
Aspetto economico reddituale intrecciato con quello finanziario monetario → vincolo di solvibilità
finanziaria = essere in grado di adempiere alle obbligazioni giuridiche assunte, vincolo trasversale
a tutte le aziende pubbliche private no profit. A volte l’unico vincolo è il pareggio di bilancio = farsi
bastare le risorse incamerate per operare.
2. Comparazioni fra più aziende di uno stesso gruppo, o stesso segmento del mercato
3. Usati dalle società di revisione contabile quando devono definire il piano di revisione, capire
su cosa concentrarsi
4. Rendere comparabili situa che partono da dati diversi avendo utilizzando criteri di valutazione
differenti (di solito però nei gruppi la capogruppo definisce i criteri di valutazione da adottare
proprio per facilitare la comparazione)
1. Confronti temporali: mi concentro su un’unica realtà aziendale e prendo gli ultimi x bilanci
(almeno gli ultimi tre anni), e cero di capire dove siamo oggi (ultimo bilancio) e come siamo
arrivati lì, tanto più esteso è l’arco temporale osservato tanto più posso accorgermi degli
andamenti e degli eventuali errori e della qualità dei dati di bilancio (es se la presenza e
l’incidenza delle componenti reddituali straordinaria è rilevante e costante negli anni c’è
qualcosa non va (es sopravvenienze passive, se troppe vuol dire che non sono mai stati
adottati i dovuti fondi rischi e oneri). Per fare confronti temporali ovviamente è necessario che i
dati nel tempo rimangano omogenei (se si passa da bilancio ordinario civilistico a IAS/IFRS bel
problema
3. Analisi temporale + analisi spaziale = seguendo nel tempo le vicende e i livelli di performance
di un gruppo di imprese, per capire se un mio miglioramento è assoluto o relativo.
STATO PATRIMONIALE
Ci sono diversi modi per riclassificare lo SP, nel testo se ne hanno 4 (le chiede tutte e 4).
INVESTIMENTI FINANZIAMENTI
Liquidità immediate (l) → CIV, cassa (contante, Finanziamenti da terzi di breve (p = passività
valore, assegni ecc), conto corrente bancario se ha correnti)→ finanziamenti ottenuti da soggetti terzi
saldo attivo, conto postale, cash ha disposizione ma la cui disponibilità verrà meno (da rimborsare)
dell’azienda per fare i pagamenti, denaro non nel corso dei successivi 12 mesi, es debiti
utilizzato commerciali, quote di capitale del mutuo in
scadenza
Da considerare ci sono anche gli effetti che derivano alla struttura dei costi aziendali, specie quelli
operativi, a causa delle scelte effettuate sugli investimenti. Se il volume di attività varia di tanto
specie in negativo se io ho tanti investimenti durevoli, questi rappresenteranno per me un grosso
problema, quindi con una contrazione del mercato si difende meglio l’impresa che ha meno
investimenti durevoli e più di breve termine, ma se il mercato funziona il vantaggio maggiore ce
l’hanno le imprese che hanno investito di più in immobilizzazione, visto che l’incidenza dei costi
fissi sarà sempre maggiore all’aumentare del fatturato e quindi del volume di attività, aumenta la
marginalità, se però crolla il fatturato i costi fissi (es quote di ammortamento) diventano una
mazzata (gli investimenti fatti diventano un peso e perdono di valore). Quindi non c’è un meglio,
dipende, e non è così facile passare una situa all’altra (smobilizzare gli investimenti fatti o trovare
le risorse per fare investimenti di medio lungo termine).
Le immobilizzazioni si realizzano in via indiretta ovvero tramite i beni e le prestazioni che tramite
esse sono in grado di erogare. In casi eccezionali si realizzano anche in via diretta ovvero tramite
la loro alienazione.
In sede di riclassificazione → crediti in essere nei confronti dei soci che derivano dal rapporto
societario, se lo considero come un credito la parte già richiamata va nelle L la parte ancora da
versare e ancora da richiamare va in Fa oppure metto la parte ancora da versare a rettifica di N
(facendo in questo modo prevalere il dato sostanziale a quello formale, anche perché quel credito
non è un investimento in essere ma è una promessa di finanziamento). La scelta che faccio tra
questi due metodi ovviamente mi cambia tutti gli indici di bilancio.
La divisione tra i finanziamenti da terzi e quelli propri è importante perché quelli propri sono
permanenti, l’impresa può contare su di essi praticamente per un tempo illimitato. Se invece sono
prevalenti i finanziamenti da terzi la mia autonomia è ridotta, io dipendo da soggetti terzi. È poi
rilevante capire se prevalgono i finanziamenti di breve o quelli di medio lungo, se prevalgono quelli
di breve vuol dire che io a breve dovrò rimborsarli e devo avere le risorse per poterlo fare.
Logica orizzontale: dovrei acquisire certi tipi di finanziamento per effettuare determinati tipi di
investimenti.
Le varie grandezze vengono anche rappresentate sotto forma di %, rispetto al tot degli
investimenti e dei finanziamenti, ovviamente tot investimenti = tot finanziamenti.
Un’altra analisi utile per formarsi una opinione sull’equilibrio/disequilibrio dell’impresa: vedere se
sono state rispettate delle correlazione tra investimenti e finanziamenti → ANALISI PER
MARGINI → CORRELAZIONI ORIZZONTALI
1. MARGINE DI TESORERIA = (l + L) - p
La condizione di ottimo si ha quanto il margine di tesoreria assume segno positivo >0 (l + L >
p) → esprime un sintomo positivo = prendendo questi dati, che sono dati statistici, se il
margine è positivo l’impresa dovrebbe essere in grado di pagare i suoi debiti di breve termine
con liquidità che ha già a disposizione o che avrà entro i 12 mesi successivi. Ma questo è solo
un sintomo perché sono dati statici che si cerca di proiettare inerzialmente sui successivi 12
mesi per capire quali riflessi essi avranno. Ma l’impresa non si ferma mai quindi io non ho
certezza che i flussi monetari siano tutti espressi effettivamente in queste grandezze. Però se
questo margine risulta positivo nel tempo non sono per un esercizio allora anche se resta un
sintomo esso diventa un sintomo strutturato. Inoltre l’equilibrio finanziario monetario
(solvibilità) non aspetta deve essere garantito costantemente (ogni giorno). C’è un problema di
sincronizzazione delle scadenza per il rispetto del vincolo di solvibilità: non sembra ad inizio
anno ho la liquidità necessario per far fronte ai debiti che ho in scadenza.
Se una delle due condizioni di ottimo non è verificata è importante che la condizione di minimo
CCN-MASA sia verificata, se anche questo è negativo allora siamo in una situazione di dissesto
(se sono in una situa in cui sto finanziando le immobilizzazioni con le passività correnti è
sicuramente necessaria una ricapitalizzazione, però, con una conseguente diversa gestione,
altrimenti la si brucia di nuovo).
1. Cassa
3. C/c postale
4. No BOT perché come tutti gli altri titoli sono negoziabili a vista, e qui ci vanno le risorse
che sono già liquide.
2. Liquidita differite
2. Titoli realizzabili a breve (o che hanno una scadenza a breve o titoli acquistati a titoli
speculativo)
3. Rimanenze:
2. Semilavorati
4. Prodotti finiti
5. Merci
TOTALE DISPONIBILITÀ
2. Impianti
3. Macchinari
4. Attrezzature
7. - fondo ammortamento
5. Immobilizzazioni immateriali
5. Avviamento
TOT IMMOBILIZZAZIONI
1. Banche cc passivi
3. Debiti tributari
3. Fondi per rischi ed oneri il cui utilizzo è previsto a medio lungo termine
4. tfr
3. Finanziamenti permanenti:
2. Riserve di capitale
3. Riserve di rivalutazione
4. Riserve di utili
= RISULTATO ORDINARIO
= RISULTATO NETTO
I CE riclassificati si differenziano nel modo in cui ri-organizzano la prima parte di questo schema
scalare (ricavi e costi ordinari).
Visione: l’impresa ha una funzione da assolvere, compito = generare nuova ricchezza netta per il
sistema economico all’interno del quale l’impresa stessa opera.
PILc (prodotto interno lordo caratteristico (valore delle produzione - A5) = valore economico
della nuova ricchezza lorda prodotta (output). Che il bene sia stato venduto o è ancora in
magazzino non fa differenza, si fa riferimento solo al fatto che il bene sia stato prodotto (al termine
del processo produttivo io ottengo degli output).
CONSUMI = valore economico della preesistente ricchezza consumata (input) (vale la pena
produrre se il valore economico dell’output è > al valore economico dell’input)
3. Imposte: allo Stato per garantire alle imprese delle infrastrutture che consentono loro di essere
competitive sul mercato