Dispensa 5 - Collegamenti

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PDF Lezioni sul sito: web.unibas.

it/ponzo
Prof. Ing. Felice Carlo Ponzo
I COLLEGAMENTI
Si definisce collegamento un insieme di più unioni saldate e/o bullonate

L’evoluzione delle tipologie dei collegamenti è connesso all’evoluzione delle


attrezzature, delle lavorazioni e, in generale dei rapporti di costo
manodopera/materiali.

Concentrazione di sforzi

MODELLAZIONE NO teoria di De ST. Venant


Calcolo a rottura: soluzioni equilibrate e conformi ai
criteri di resistenza
Analisi sperimentali e numeriche in campo elasto-plastico
Criteri progettuali semplificati
I COLLEGAMENTI
Da un punto di vista statico i collegamenti possono essere divisi in:

ARTICOLAZIONI: le articolazioni permettono delle componenti di


spostamento relativo fra i due pezzi collegati, senza indurre locali
plasticizzazioni di elementi costituenti il collegamento.

GIUNTI A PARZIALE RIPRISTINO: permettono di trasferire da un elemento


strutturale all’altro solo una aliquota delle componenti di sollecitazione che
possono esser sopportate dall’elemento più debole. Essi costituiscono punti
di minor resistenza strutturale.

GIUNTI A COMPLETO RIPRISTINO: permettono di trasferire da un


elemento strutturale all’altro i massimi valori delle componenti di
sollecitazione che possono esser sopportati dall’elemento strutturale più
debole. Essi quindi hanno la possibilità di ripristinare in tutto le risorse
statiche degli elementi e quindi non sono da riguardarsi come punti di
debolezza della struttura.
I COLLEGAMENTI
Duttilità dei collegamenti

Completo ripristino (Duttile)

Completo ripristino (non Duttile)

Parziale ripristino (non Duttile)

Collasso a catena Non è lecito sommare


la resistenza nelle
unioni miste Giunti di tipo misto
par.4.2.9.3 NTC 08
I COLLEGAMENTI
Classificazione dei giunti trave-colonna
Sulla base della risposta del giunto in termini di curva M-Φ (momento
rotazione), si possono individuare le seguenti tipologie strutturali:

NODI CERNIERA: in cui il giunto è schematizzabile come una cerniera e


pertanto sono ammesse rotazioni relative tra trave e colonna senza
trasmissione di azione flettente (schema pendolare).

NODI RIGIDI: in cui ogni giunto non consente alcuna rotazione relativa tra
trave e pilastro e viene però trasmessa azione flettente tra i due elementi.

NODI SEMI-RIGIDI: in cui ogni giunto consente una rotazione relativa tra
trave e pilastro e al contempo trasmette azione flettente tra i due elementi.

Come ampiamente osservato a livello sperimentale, ogni tipo di giunto trave-


colonna è caratterizzato da un preciso valore di rigidezza rotazionale e di
capacità portante flessionale, di recente incluso anche nell’ EC3.
I COLLEGAMENTI
Classificazione dei giunti trave-colonna
Il criterio riportato nella UNI EN 1993-1-8:2005 EC3, prevede la
classificazione del giunto in funzione della rigidezza rotazionale e della
capacità portante flessionale Mj,Rd della trave collegata.

In funzione della rigidezza rotazionale:

E  Ib
RIGIDI: S J ,ini  kb 
Lb
SJ,ini = rigidezza iniziale del giunto
E  Ib E  Ib
SEMI-RIGIDI: 0.5   S J ,ini  k b  Kb = vale 8 per telai controventati
Lb Lb e 25 per telai non controventati
E = modulo elastico
E  Ib
CERNIERE S J ,ini  0.5  Ib = momento d’inerzia della trave
Lb
collegata
Lb = luce della trave collegata
I COLLEGAMENTI
Classificazione dei giunti trave-colonna
Il criterio riportato nella UNI EN 1993-1-8:2005 EC3, prevede la
classificazione del giunto in funzione della rigidezza rotazionale e della
capacità portante flessionale Mj,Rd della trave collegata.
In funzione della capacità flessionale:
Giunti a completo ripristino di resistenza: M J , Rd  M pl , Rd
Giunti a parziale ripristino di resistenza: 0.25  M PL , Rd  M J , Rd  M pl , Rd
Giunti a cerniera: M J , Rd  0.25  M pl , Rd

MJ,Rd = capacità flessionale del giunto


MPl,Rd = capacità flessionale della trave

Relazioni momento-rotazione adimensionalizzate:


M E  Ib
m=  = 
M Pl, Rd Lb  M Pl, Rd
I COLLEGAMENTI
Strappi Lamellari
Fessurazione dei materiali laminati sollecitati normalmente al piano di
laminazione.
Molto pericolosi per i collegamenti saldati a causa delle deformazioni per ritiro

Gli strappi lamellari sono più


frequenti quanto maggiore è lo
spessore e più elevata è la
resistenza (minore duttilità).

Micro inclusioni Effetti della saldatura Fessurazione


I COLLEGAMENTI
Strappi Lamellari
Prevenzione rischio strappi lamellari.
Adottare particolari costruttivi che minimizzano:
a) Il ritiro delle saldature
b) La quantità di materiale d’apporto
c) La componente di deformazione normale alla lamiera o che utilizzano
raccordi ottenuti per laminazione

Buttering:
spalmatura di
materiale d’apporto
sulla lamiera
I COLLEGAMENTI
Strappi Lamellari: Controlli
-Ultrasuoni Esito positivo se:

-Prove a rottura 100  ( A0 − A) / A0  20%

Dove:
A0= area sezione
indeformata;
A= area sezione a
rottura avvenuta

d=6 per t≤16 mm

d=10 per t>16 mm


I COLLEGAMENTI
Articolazioni
Esempi di cerniere di base e di chiave di archi
Le articolazioni erano molto utilizzate nel secolo scorso poiché le verifiche di
sicurezza erano rigorosamente basate sulla TEORIA DELL’ ELASTICITA’

Con lo sviluppo della TEORIA DELLA PLASTICITA’ si comprese che la


soluzione equilibrata, purché si escludano rotture localizzate, è a favore di
sicurezza.
I COLLEGAMENTI
Articolazioni a Perno
Collegamenti per elementi tesi Cerniera a perno

Piatto lavorato

Piatto Rinforzato
I COLLEGAMENTI
Articolazioni a Perno
Caso A: spessore del piatto noto, vengono fornite indicazioni per quanto
riguarda la posizione del foro all’interno della piastra.

FEd   M 0 2  d0 FEd   M 0 d 0
a + c +
2t  fy 3 2t  fy 3

Caso B: posizione dell’asse del foro nota, geometria del collegamento nota,
vengono fornite prescrizioni sul diametro del foro d0 e sullo spessore del
piatto t.

FEd   M 0 d0  2.5  t
t  0.7 
fy
I COLLEGAMENTI
Articolazioni a Perno
Nel caso di perno a sezione circolare, indicati con d e A rispettivamente
diametro e area del perno stesso, la resistenza dell’articolazione è associata
al carico minore tra:

Resistenza a taglio del perno: Fv, Rd = 0.6  A  f up /  M 2

Resistenza a rifollamento della piastra: Fb, Rd = 1.5  t  d  f yk /  M 0

Resistenza a flessione del perno: M Rd = 1.5 Wel  f yk /  M 0


2
 M Ed   Fv, Ed 
2

Resistenza combinata per taglio e flessione:   +  1


 M Rd   Fv, Rd 
I COLLEGAMENTI
Articolazioni a Perno
Qualora sia prevista la sostituzione del perno durante il normale esercizio
della costruzione (perno sostituibile) è fondamentale evitare stati tensionali
che provochino tensioni di valore eccessivo in grado di generare
deformazioni plastiche residue.
Resistenza a rifollamento della piastra: F
b , Rd , ser = 0.6  t  d  f yk /  M 6,ser

Resistenza a flessione del perno: M Rd ,ser = 0.8 Wel  f yk /  M 6,ser


Per garantire che le eventuali plasticizzazioni associate all’esercizio
dell’articolazione siano modeste, viene imposta una limitazione della
tensione di contatto.
 2.5  f y  E  FEd ,ser  (d 0 − d )
 h, Ed  f y , Ed  =   h, Ed = 0.591
 d 2 t
  M 6 , ser 
I COLLEGAMENTI
Articolazioni Per Contatto

Contatto con superficie


curva

Contatto piatto coltello


I COLLEGAMENTI
Articolazioni Per Contatto
Disposizione di spine e guide per trasmettere gli sforzi di taglio e guidare il
rotolamento
I COLLEGAMENTI
Articolazioni Per Contatto: Verifiche
Formule di HERTZ

Per contatto lineare

  4  fd
Per contatto puntiforme

  5.5  f d
I COLLEGAMENTI
Articolazioni in materiale sintetico

Gomma Gomma armata

Teflon (basso attrito)


I COLLEGAMENTI
Giunti tesi
Giunti tra tondi

Sfrangiatura e colata Dispositivo Filettatura ricavata


di materiale fuso autobloccante per asportazione di
materiale
Giunti a completo ripristino
Giunti a parziale ripristino
I COLLEGAMENTI
Giunti tesi

Saldatura a completa Coprigiunti saldati Coprigiunti bullonati


penetrazione
I COLLEGAMENTI
Giunti tesi
Giunti di profili a L con la struttura

Bullonati su parte Bullonati su Saldati su


del profilo tutto il profilo parte del profilo
I COLLEGAMENTI
Giunti tesi: Flangiati
Tra profili a I Tra lamiere

Giunti flangiati
tra tubi

Centrato Eccentrico
I COLLEGAMENTI
Giunti tesi 1°Modello
Effetti di carichi concentrati Senza costole
Giunto a martello  N  a
  
m=   
2 2
beff

2°Modello
N
 
P= 2    fd

(t + 2  t f ) tw
3° modello con
costole
N
P=    fd
2t  a
Verifica cordone di
1°Modello 2°Modello 3° modello saldatura
I COLLEGAMENTI
Giunti tesi
Verifica piastre di nodo di strutture reticolari

Giunto saldato Giunto bullonato


Completo ripristino Sulla sezione b-b Sulla sezione a-a
N beff  t  A
 fd N
 fd
2
N
beff  t (b −  ) t 3  fd
(a −  ) t
I COLLEGAMENTI
Giunti tesi a coprigiunto
Distribuire le unioni in modo da deviare il meno possibile il flusso delle
tensioni. Se i profili sono soggetti a forza assiale, conviene distribuire i
coprigiunti in parti proporzionali all’area della sezione del profilo stesso.

A = Af + Af '+ Aw
I COLLEGAMENTI
Giunti tesi di profili a L – E - C
Eccentricità, tensioni parassite nel giunto

Se l’altezza di gola dei cordoni N1 b1 =N2 b2, se a1=a2 → L1 b1 = L2 b2


I COLLEGAMENTI
Giunti tesi di profili a L – E - C

Comportamento del giunto

Duttile

Non Duttile

Duttile
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati simmetrici
a) Determinare M2: b) Determinare Q tale che:
N=F/2 M2=Fa/2 N = F/2+Q ≤ Nd0 Qc ≤ MdA -Q(c+a)+Na≤MdB
Fissato il bullone:
Q = Nd0 – F/2

c) Cerniere plastiche nelle


sezioni A-A e B-B
N = F/2+Q Qc = MdA
-Q(c+a)+Na= Fa/2-Qc =MdB

F = 2(MdA+MdB)/a
Q = MdA/c
N= (MdA+MdB)/a+MdA/c
a) b) c)
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati simmetrici
Diffusione a 45° per la valutazione dei momenti

Schemi di calcolo elastici


Si trascurano i momenti torcenti e
le ridistribuzioni plastiche

Comportamento della
flangia ricondotto a quello
di travi inflesse a sbalzo,
appoggiate, continue su
più appoggi
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati simmetrici
Schemi di calcolo basati sull’analisi limite delle piastre
Teorema cinematico dell’analisi limite Non conservativo
Necessità di riscontri sperimentali

Meccanismo Imbutimento
a trave d
Carico diffuso
Equivalenza 6 
Carico circolare Flim =  mlim
mensola 3− 2r / a
mlim  a
Flim = 2    beff = Carico concentrato
1− r / a 1− r / a Flim = 2    mlim Criterio di
Tresca
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati simmetrici
Schemi di calcolo basati sull’analisi limite delle piastre

Flim = mlim  ( + 4  c / a ) beff = a  ( + 4 c / a ) Nella pratica il carico non è mai


disposto in corrispondenza del
beff = minb; a  ( + 4  c / a );2    a / (1 − r / a ) bordo libero.

beff = 4  a + 1.25  c
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati simmetrici
Schemi di calcolo basati sull’analisi limite delle piastre
Estensione a flange con più bulloni disposti lungo una medesima fila
Ogni bullone come se Imbutitura dei
fosse isolato singoli bulloni

beff ,n = (n − 1) p + beff  b beff ,n = mina  ( + 4  c / a );2    a / (1 − r / a )


I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati simmetrici
Schemi di calcolo basati sull’analisi limite delle piastre

Prevale il meccanismo di punzonamento

Flim = mlim  b / a + 4  (a + c) / b Da verificare solo se: b/a = 1.5 ÷ 5


a/c = 0.6 ÷ 1.4
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati simmetrici
Schemi di calcolo basati sull’analisi limite delle piastre
Flange con elevata deformabilità

Schemi di calcolo

Flim = mlim  beff  2 / a Q = Flim  a / 2  c


 c
N = Flim  1 + a / 2  c beff = a   4 + 1.25  
 a
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati eccentrici
L’equilibrio è ottenibile solo considerando la forza di contatto Q della flangia

N = F  (a + c) / c

M = F a
Equivalenza elastica – diffusione a 45° beff = 2  a + d − 

N = Flim  (a / c + 1)  mlim  2   2 
beff = a   b −
Flim  a  mlim  beff 1+ a / c
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati eccentrici
Comportamento di giunti a differente rigidezza

a) Dimensionamento
corretto

b) Dimensionamento
ad azione assiale
I COLLEGAMENTI
Giunti Compressi
Elementi compressi Instabilità
Perde significato il concetto di giunto a completo ripristino
Giunto progettato rispetto al carico critico

Saldati a completa penetrazione Bullonata


I COLLEGAMENTI
Giunti Compressi
Elementi compressi Instabilità
Perde significato il concetto di giunto a completo ripristino
Giunto progettato rispetto al carico critico

Per cont. Bullonato Per cont. saldato Saldato di testa Con cordoni d’angolo
I COLLEGAMENTI
Giunti Compressi
Elementi compressi Instabilità
Perde significato il concetto di giunto a completo ripristino
Giunto progettato rispetto al carico critico

A contatto
I COLLEGAMENTI
Giunti Compressi saldati
Sezioni uguali o poco diverse
Usualmente mediante cordoni a completa penetrazione
I COLLEGAMENTI
Giunti Compressi saldati
Sezioni diverse con piastra interposta
Dimensionamento piastra (collegamento tra due sezioni a I)

1
M =  N e
2

N f =   t f  bf M = N f  e =   t f  bf  e
bf e 
S.L. Elastico M d = b  t  f d / 6  M =   t f  b f  e
2
(t / t )
f
2
 6  
b t f fd
I COLLEGAMENTI
Giunti Compressi Bullonati
Suddividere le forze tra le varie unioni proporzionalmente alle aree collegate.
Verifica ad attrito per colonne importanti.

Doppio Giuntate solo Semplice


coprigiunto le ali coprigiunto
I COLLEGAMENTI
Giunti a Contatto
Colonne edifici: distanza dall’orizzontamento minore di 1/5 h.
Altre membrature:le unioni devono assorbire almeno il 50% delle azioni
In tutti i casi: le unioni devono sopportare le azioni di trazione derivanti dal
75% degli sforzi di compressione delle azioni permanenti più gli effetti dei
carichi laterali

Saldatura a parziale Bullonato Piastra saldata con Flange bullonate


pentrazione cordoni d’angolo
I COLLEGAMENTI
Giunti Compressi variazione di sezione
N f =   Af =
N M
+ Per verifica cordoni Verifica anima N f / (b  t w )  f d
A W

Trave a doppio T N = N − M N = N + M Azione di trazione o


f1 f2
caricata con 2 d 2 d compressione nelle costole:
Af
N f  t g Nf = N 
A

In caso di pressoflessione:
Verifica del pannello d’anima
 w = 2  N f  t g / Aw N f = M  Af / W

N
w =  w 2 + 3  w 2  f d
A
I COLLEGAMENTI
Giunti di base
Il calcolo del giunto va condotto coerentemente con le ipotesi del modello di
calcolo.

Problemi Tipici:
1) Dimensionamento
in pianta della piastra
2) Dimensionamento
dei tirafondi
3) Dimensionamento
dello spessore della
piastra
4) Trasmissione delle
N N, M, T N, T azioni taglianti
I COLLEGAMENTI
Giunti di base: geometria della piastra
a) b) c)
N
a) m =
(a  b)

e=0 e ≤ a/6 e > a/6


b)  max =
N  6e 
 1 + 
(a  b)  a 
A = n  Ares Sez. resistenti tirafondi
Ea c) pressoflessione
=
Ec Ny
c =
( )
b  y 2 / 2 −   A  (h − y )

 a =    c  (h − y ) / y
Asse  b  3  b  d  2
  y + 
neutro  6 
  y +   A  h  (d + h) −   A  h  (d + h) = 0 F = Ares   a
 2 
I COLLEGAMENTI
Giunti di base: azioni taglianti
Meccanismi di trasmissione delle azioni taglianti: 2 2
   
1) Mediante tirafondi   +    1
 fd    d 
2) Per attrito col calcestruzzo V
 0.4
N
3) Mediante opportuni dispositivi Se N piccolo e T grande è
richiesto:
- Verifica a taglio delle
saldature
- Verifica della compress.
sul calcestruzzo
I COLLEGAMENTI
Giunti di base: spessore piastra di base
Dipende da: - pressione di contatto sul calcestruzzo
- azione dei tirafondi
p
Piastra senza costolature t 2  3 p  a2 / fd t 2  3 p  c2 / fd
a,c
Per spessori eccessivi occorre rinforzare la piastra mediante costolature
I COLLEGAMENTI
Giunti di base: tirafondi
Annegati nel getto; ad uncino; a testa a martello
I COLLEGAMENTI
Giunti di base: tirafondi
Ancoraggi di colonne metalliche a pali o paratie in cls
Indicando con: A area piastra di base; n numero di barrotti; N sforzo normale
sulla colonna

Verifica di portanza
del complesso
N
=
( A + n  d  L)

I barrotti verranno
verificati a taglio come
semplici bulloni
I COLLEGAMENTI
Giunti di base: Metodo EC3
Modello a T-Stub

fy Larghezza c della
c =t zona di contatto
3  f jd   M 0
N Rd = f jd  Aeff
Capacità resistente in termini
f jd =  j  f cd Tensione resistente
contatto con la malta di
per
di azione assiale del giunto di
base.
allettamento.
βj = 2/3 se la resistenza della malta non è Aeff = area totale della proiezione dei 3 T-
inferiore al 20% di quella del cls di fondazione Stub.
e lo spessore non è superiore a 0.2 la
larghezza più piccola della piastra di base.
I COLLEGAMENTI
Giunti inflessi
- Per la formazione di un meccanismo di collasso plastico occorre che le
cerniere plastiche che si formano per prime abbiano un’adeguata duttilità.
-un’azione tagliante V≤Vpl/3 non influenza.

M: C.R.
M: P.R.
In qualsiasi sezione della struttura.
T: C.R.
T: P.R.
M: C.R.
In ogni sezione in cui V≤Vpl/3. Devono permettere
T: P.R. rotazioni.
I COLLEGAMENTI
Giunti inflessi
Tipologie:
- Giunti disposti in sezioni intermedie:
- Giunti di estremità:
I COLLEGAMENTI
Giunti intermedi
a) Cordoni di testa ali e
anima.

C.R. C.R. o P.R. C.R. o P.R.


b, c) Cordoni di testa ali,
coprigiunto anima.

d) Coprigiunti ali e anima

c) Flangiato
C.R. o P.R. C.R. o P.R. P.R. f) Collegamenti a
coprigiunto bullonato solo
sull’anima.

g) Giunto snodabile a
P.R., compressione per
P.R. contatto, trazione
mediante il perno
I COLLEGAMENTI
Giunti d’estremità
Trave secondaria – Trave principale.

C.R. C.R.

C.R. P.R.
I COLLEGAMENTI
Giunti d’estremità
Trave secondaria – Trave principale.

Tutti questi giunti sono dotati di adeguata duttilità se si osservano i limiti sulla deformabilità delle
travi inflesse.
I COLLEGAMENTI
Giunti con coprigiunto
C.R. coprigiunto d’ala: N = Af  f d
coprigiunto d’anima. M w = M d − Af  f d  d e Vd

P.R. : Md coprigiunti d’ala; Vd coprigiunto d’anima

In relazione a dove si localizza il taglio Vd, l’unione andrà dimensionata per:


- un’azione tagliante: V = Vd
- un’azione torcente: T = Vd e ± Mw
I COLLEGAMENTI
Giunti flangiati
I giunti a C.R. sono complessi e costosi, è opportuno adottare giunti a P.R.
in sezioni poco sollecitate.
- Ripartizione del taglio tra i bulloni (in parti uguali);
- Sforzo assiale ali Nf=F/2+M/d.

Momento flettente e taglio Solo taglio

Azione assiale trasmissibile da ogni bullone in


funzione del taglio V
Per garantire un’adeguata duttilità: spessore delle piastre t=6÷10 mm
I COLLEGAMENTI
Giunti a squadretta
- Disporre le squadrette più vicino possibile al lembo superiore per evitare
lesioni nelle finiture dei solai;.
- Il calcolo deve tener conto delle eccentricità e1 ed e2.
Lato 1,con: V =R
V1 = V / 2 H1 = V  e1 / h1

R1 = V1 + H1
2 2

Lato 2,con: V = R / 2
Squadrette lato 1: Squadrette lato 2: V2 = V / 2 H 2 = V  e2 / h1
R1  2  t  d  f rif R2  t  d  f rif
( ) ( ) R2 = V2 + H 2
2 2
V  e1  2  t  h / 6  f d
2
R  e2 / 2  t  h / 6  f d
2

V  2  t  h  fd / 3 R / 2  t  h  fd / 3
I COLLEGAMENTI
Giunti a squadretta
I COLLEGAMENTI
Giunti a squadretta
I COLLEGAMENTI
Giunti Trave-Colonna
I COLLEGAMENTI
Giunti a squadretta
Verifica della capacità rotazionale del collegamento a cerniera.
tp
L =
he

 
Adeguata duttilità può essere garantita    
   
imponendo che la modalità di crisi sia L = arcsin
z  − arctan z − g h 
  
2  hp 
legata alla plasticizzazione a flessione 2  hp  + 


(z − gh ) +  + he    2
h e

della squadretta.  2  
I COLLEGAMENTI
Giunti Trave-Colonna
C.R. giunti Ripristino sezione più debole
C.R. giunti Ripristino sezione trave più debole
Possibili
strappi - Influenza azione
lamellari tagliante e assiale
- Colonna elemento
critico per fenomeni
C.R.
stabilità

C.R. o P.R.
I COLLEGAMENTI
Giunti Trave-Colonna
Valutazione delle sollecitazioni nella giunzione
M3 = M2-M1 N3 = V1+V2 V3 = N2-N1
M3 ≠M2
M3 =M2-M1

M1 =M2
S1 = (M2-M1)/d2
M1≠M2 d1≠d2
M M S3 = (M2-M1)/d3
Forze tangenziali S1 = 1 − 2
nell’anima: d1 d 2
1 d +d
S3 =  S1  1 2
d3 2
I COLLEGAMENTI
Giunti Trave-Colonna
Comportamento sotto carichi ciclici

Allungamento
bulloni tesi

Nodo con Nodo con unioni a Rottura saldature dell’ala della trave
unioni a taglio trazione (flange) (fragilità cordoni trasversali)

In zona sismica sono da preferire giunti saldati o con coprigiunto saldato.


I COLLEGAMENTI
Giunti Trave-Colonna

Formazione cerniera plastica


I COLLEGAMENTI
Giunti Trave-Colonna
I COLLEGAMENTI
Giunti Trave-Colonna
Giunti di strutture pendolari (nodi assimilabili a cerniere M ≈ 0)

Trave passante Attacchi a squadretta Con flangia

Con diagonali di
controvento
Appoggi a
sedia
I COLLEGAMENTI
Attacchi Travi – Elementi in C.A.
Problema tecnologico. Rispetto delle tolleranze del cls, dell’ordine del cm
Sono preferibili attacchi saldati in opera

Giunto bullonato Giunti saldati con piastra metallica annegata nel getto

* Larghezza b del cordone d’angolo del ferro ortogonale:


b
⊥ 
2
    f d    2 / 4  ⊥ = 0.7  f d b  / 2
I COLLEGAMENTI
Verifica delle colonne
Modalità di collasso
Cedimento anima Cedimento ala Cedimento pannello

Snervamento Inflessione o Snervamento o


a instabilità distacco instabilità a taglio
I COLLEGAMENTI
Verifica delle colonne
Verifiche in corrispondenza del lembo compresso
Instabilità dell’anima

Valutazione tw  (hw / 30) 235/ f d


di beff
Altrimenti inserimento
costole

Resistenza

 = F / (beff  tw )  f d
I COLLEGAMENTI
Verifica delle colonne
Verifiche in corrispondenza del lembo teso
Per giunti a completo
Inflessione ala (a, b): t f  0.4  Af  f y ,b / f y ,c
ripristino
Distacco ala:  = F / (beff  tw )  f d
fy,b = tensione di snervamento trave
fy,c = tensione di snervamento colonna
I COLLEGAMENTI
Verifica delle colonne
Verifiche a taglio del pannello d’anima
Giunti a: (A f2  f yb − Af 1  f yb )  tw  hw  f yc / 3 Altrimenti occorre
adottare rinforzi o
Per giunti a C.R. (M1 / d1 ) − (M 2 / d2 )  tw  hw  f yc / 3 costolature

Giunti a: Af  f yb  tw  hw  f yc / 3 Dimensionamento
costolatura:
k1  Af − tw  hw / 3 f yc
As  
cos  f ys
f yb
k1 =
f yc
Rinforzo tw Con fys tensione di
Costolatura
snervamento della
costola
I COLLEGAMENTI
Verifica delle colonne
Verifiche a taglio del pannello d’anima in zona sismica C 7.5.4.5 NTC08.
Affinché il pannello d’anima della colonna possa sostenere lo sviluppo del
meccanismo dissipativo globale a telaio, è necessario che la forza di taglio
trasmessa dalle travi al pannello d’anima della colonna sia calcolata in condizioni di
collasso.

2
M b, pl ,Rd  z  fy  
VWP, Ed ,U =  ov   1 −  VWP, Rd   Avc  1 −  
z  H − hb   fy 
3  
I COLLEGAMENTI
Verifica delle colonne
Resistenza di colonne non irrigidite

Anziché dimensionare il giunto sulla base delle massime sollecitazioni


compatibili con la resistenza delle travi, lo si può dimensionare rispetto ai
valori di calcolo delle sollecitazioni indotte dai carichi di progetto.
Il giunto diventa a parziale ripristino e necessita un controllo della capacità
di rotazione.
I COLLEGAMENTI
Attacchi dei coprigiunti alle colonne
Bullonato con sezione
Saldato a T rinforzate
Bullonato non
rinforzato

Bullonato con Saldato con rinforzo per evitare


sezioni a L strappi lamellari (grossi spessori)
I COLLEGAMENTI
Attacchi dei coprigiunti alle colonne
Dimensionamento coprigiunto a L

Spessore M = F e

M = F  (e + ta )
Bulloni
I COLLEGAMENTI
Appoggi a sedia
Sedia a tacco Sedia irrigidita Sedia non irrigidita

Verifica pressione specifica sull’anima della trave.


Tensione limite =1.3 fd R  1.3  f d  (b + c ) tw
Verifica della sedia:
- Sedia a tacco: eccentricità trascurabile, cordoni a taglio
- Sedia irrigidita: cordoni soggetti a taglio R e momento M = R(a+b/2)
- Sedia non irrigidita:verifica spessore: 6R*e/(ba*ta2)≤fd ; collegamento: taglio R e
momento R(a+b/2)
I COLLEGAMENTI
Attacchi di controventi

I bulloni della flangia


risulteranno soggeti a:
V = F sin  + Ttrave
M = V  hc / 2
I COLLEGAMENTI
Giunti di composizione delle sezioni
Verifiche per : Azioni locali; azioni globali Azioni locali:

 ⊥ = F /(2  a  b)

Azione globale: sforzo di scorrimento all’attacco ala – anima, medio in un tratto con
taglio medio Vm
Saldatura:  // = Sm /(l  2  a ) = (Vm  S x ) / (I  2  a )
V  Sx
Sm =   tw  l = m  tw  l = Vm  Sx  l / I
I  tw Bullonatura:  b = Sm / (n  Ares ) = (Vm  S x  p ) / (I  n  Ares )
I COLLEGAMENTI
Giunti tra profili cavi
I COLLEGAMENTI
Giunti tra profili cavi
Giunti tra elementi tesi o compressi Bulloni ad espansione

Saldato di testa Saldato con coprigiunto

Bullonato con flange Bullonato con coprigiunti


I COLLEGAMENTI
Giunti con profili cavi trave - colonna

Collegamenti di continuità tra le travi

Giunti a P.R. (a causa della deformabilità


trasversale delle pareti del profilo cavo)
I COLLEGAMENTI
Giunti con profili cavi di strutture reticolari

Tubi a contatto

Tubi distanziati

Saldati con
fazzoletti
Tubi sovrapposti
I COLLEGAMENTI
Giunti con profili cavi di strutture reticolari
Giunti tubi – diagonali a profilo aperto

Con fazzoletti

Diretti
I COLLEGAMENTI
Metodi di calcolo per i giunti a P.R.
Tubi quadrati o rettangolari

HB e HC = stato di sforzo parallelo all’asse; non provoca flessioni nelle pareti dei tubi.

È possibile ricondurre lo studio a quello di un giunto tra due tubi ortogonali.


I COLLEGAMENTI
Metodi di calcolo per i giunti a P.R.
Tubi quadrati o rettangolari

- Metodi basati sul meccanismo di collasso plastico (b) (teorema cinematico; non
conservativo).

- Metodi basati sul comportamento elastico (c) (conservativo).


I COLLEGAMENTI
Modello Elastico
Metodi di calcolo per i
giunti a P.R.
Fd=FdL+Fdt
Fdt = portanza trasversale
FdL = portanza longitudinale

Per d1/d>0.9 prevalgono gli effetti


taglianti.
Vu = 2  h  t  f d / 3
Stabilità:
V = 2  (h1 + h) t  f c ( )
con:

 = h  12 / t
I COLLEGAMENTI
Modello Elastico
Metodi di calcolo per i
giunti a P.R.
Espressioni linearizzate

Fd = 5.7  t 2  f d
Fd ,t = 0 Per d1/d ≤ 0.30

Fd ,L = 5.7  t 2  f d
 d 
Fd ,L =  3 + 9  1   t 2  f d
 d
 d1  2 Per d1/d
Fd ,t =  − 3 + 10    t  f d ≥ 0.30
 d
Fd = 19  (d1 / d ) t 2  f d
I COLLEGAMENTI
Verifica di giunti di strutture reticolari.
Il momento flettente che nasce
per l’eccentricità dello schema,
può essere tenuto in conto con
considerazioni di equilibrio.
M = e  (H1 + H 2 )

V = M / c = (H1 + H 2 ) e / c
Coppia di forze normali
indotte dal momento.

F = (V + V ) / 2

2  F = V + V  k2  k3  (Fd ,t + Fd , L )
K2 e k3 = fattori correttivi.
I COLLEGAMENTI
Verifica di giunti di strutture reticolari.
Nel caso di giunti fra tubi quadrati o rettangolari si deve verificare l’azione
tagliante e la stabilità delle pareti.

2  F  2  h  t  f d / 3 Per a ≥ 0 F  2  h  t  f d / 3 Per a ≤ 0

2  F  f c ( ) t  (h1 + h) Per a ≥ h  h
2  F  k2  f c ( ) t   h1 +  Per a ≤ h
 2

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