Lezione 4
Lezione 4
Lezione 4
Il transistor
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Un po’ di storia
• Nel 1947, Bardeen, Brattain e Schockley, tre
scienziati americani (due fisici e un
ingegnere) che lavoravano ai Bell
Laboratories dimostrarono
sperimentalmente un nuovo componente
elettronico, e lo chiamarono transistor.
• Dieci anni dopo, nel 1956, i tre ricevettero il
premio Nobel per la fisica
• L’invenzione del transistor ha posto le basi
per gran parte degli strumenti che oggi
consideriamo normali. Computer,
smartphone, tablet, internet non
esisterebbero se non fosse stato per questa
scoperta!
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Dalla giunzione p-n al transistor
• Partiamo da una giunzione p-n e,
all’interno della regione p,
impiantiamo degli atomi di
fosforo in maniera che la
concetrazione di elettroni risulti
maggiore di quella di lacune
• Ovvero nella regione p, creiamo
una nuova regione con
drogaggio di tipo n
• Osserviamo di nuovo la struttura
realizzata lungo il profilo x’-x
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Il transistor npn
• Incontrimo tre regioni distinte , a partire
dalla superficie.
• Una regione di tipo n con concentrazioni
di elettroni molto elevata,
• Una regione di tipo p, con concentrazioni
di lacune inferiore agli elettroni della
prima zona
• Una regione finale con concentrazione di
elettroni ancora più bassa
• La sequenza del tipo di drogante definisce
il nome n-p-n
• Esiste ovviamente anche il transistor p-n-p Profilo di drogaggio di un transistor npn
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Una vista schematica del transistor npn
La regione di base si trova al centro del
dispositivo ed è quella a drogaggio
intermedio
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Simboli circuitali del transistor
Il simbolo ci indica la direzione della corrente di emettitore, uscente per il transistor npn,
entrante per il transistor pnp.
Così come abbiamo fatto per il diodo, anche per il transistor ci accontenteremo di una
trattazione fenomenologica assai semplificata 6
L’effetto transistor
• Se osserviamo la struttura di un transistor, ci
accorgiamo che esso è formato da due giunzioni p-n
contrapposte.
• Dal momento che ciascuna giunzione lascia passare
corrente da anodo a catodo, questa semplice
considerazione ci porterebbe a concludere che in un
transistor la corrente che fluisce da collettore ad
emettitore è sempre zero
• Gli inventori del transistor scoprirono che, se la
regione di base è sottile, ovvero se collettore ed
emettitore sono “più vicini”, iniettando una corrente
nella regione di base era possibile controllare la
corrente che fluiva tra collettore ed emettitore.
• E’ il cosiddetto effetto transistor, ovvero il transistor
consente di variare la corrente di collettore in
funzione della corrente iniettata nella basa
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L’effetto transistor
• Il transistor è capace di controllare la corrente che fluisce tra i terminali di
collettore ed emettitore attraverso la corrente iniettata nel terminale di
base (o estratta nel caso del transistor pnp)
• In altre parole possiamo considerare il transistor come un generatore di
corrente controllato in corrente
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Caratteristiche I-V del transistor
• Colleghiamo due batterie ad un
transistor, la prima tra base ed
emettitore e la seconda tra
collettore ed emettitore.
Quest’ultimo nodo sia collegato a
massa.
• Fissata la tensione tra base ed
emettitore VBE facciamo variare la
VCE tra 0 ed una tensione positiva,
ad esempio 10V.
• Misuriamo, con un amperometro,
la corrente di collettore.
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Caratteristiche di uscita
• Ripetiamo l’operazione per differenti valori di saturazione
VBE e riportiamo su un grafico l’andamento di IC regione attiva
IC al variare di VCE nei vari casi IC4
VBE4
• Dal nostro esperimento notiamo che: IC3
• Se VBE<0.6V IC=0. Il transistor si dice interdetto VBE3
IC2
• Quando VBE>0.6 distinguiamo due regioni, una in VBE2
cui la corrente è costante che chiameremo regione IC1
attiva ed una regione in cui IC varia molto in VBE1
funzione di VCE che chiameremo regione di
saturazione VCESAT 0.2V VCE
• In regione attiva le caratteristiche IC-VCE
assomigliano a quelle di un generatore di
corrente ideale!
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Le regioni di funzionamento di un transistor
Giunzione base-emettitore Giunzione base-collettore
Regione di interdizione inversa -
Regione di saturazione diretta diretta
Regione attiva diretta inversa
• Dal momento che il nostro interesse risiede nel funzionamento del transistor come
generatore di corrente controllato, dobbiamo studiare dei modi possibili di garantire il suo
funzionamento nella regione attiva!
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La polarizzazione del transistor
• Per imporre il funzionamento del transistor in regione attiva, e
prepararlo ad essere utilizzato come amplificatore di segnale, non è
possibile semplicemente collegare la batteria VBE=0.7V tra base ed
emettitore
• Così facendo, se pur ci garantiamo la polarizzazione in regione attiva,
vincoliamo il potenziale della base a 0.7V con un generatore ideale di
tensione.
• Il potenziale della base non potrà quindi più variare quando
utilizzaremo il transistor come amplificatore.
• Abbiamo quindi necessità di sviluppare un approccio differente
utilizzando generatori di tensione costanti (batterie) e resistenze.
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Polarizzazione con due resistenze
• I tre circuiti che vedete sono tutti equivalenti tra loro. Nel primo è
esplicitamente riportata la batteria che collega collettore ed emettitore.
Nel secondo ne è riportato solo il valore, vicino ad una freccia che punta in
alto, nel terzo viene eliminato anche il collegamento tra RB e RC ed
entrambe le resistenze puntano verso l’alto.
VCC VCC Utilizzeremo la
rappresentazione di questo
circuito. Ogni volta che
RB RC RB RC RB RC vedremo frecce rivolte verso
l’alto, significa che quel nodo è
IC IC IC collegato ad una batteria del
IB VCC IB IB
VCE VCE VCE valore VCC riferita a massa.
VBE VBE VBE Questa notazione è più
compatta e ci consente di
concentrarci sui componenti
del circuito e non sui
collegamenti. 14
Polarizzazione con due resistenze
• Ogni qualvolta si studia la polarizzazione di un VCC
circuito a transistor, prima di iniziare si ipotizza il suo
funzionamento in regione attiva.
• Si impongono quindi le condizioni VBE=0.7V e IC=bFIB. RB RC
• Si svolgono quindi tutti i conti scrivendo le equazioni
IC
di Kirchhoff e calcolando le correnti in tutti I rami e i IB
potenziali in tutti i nodi. VCE
• Si verifica, a posteriori, che la giunzione base- VBE
emettitore sia polarizzata direttamente e quella base-
collettore invece inversamente.
• Dal momento che conosciamo il valore della
differenza di potenziale VBE, conviene scrivere prima
l’equazione alla maglia che contiene quest’ultima
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Polarizzazione con due resistenze
• Dal momento che conosciamo il valore della VCC
differenza di potenziale VBE, conviene scrivere prima
la LKT alla maglia che contiene quest’ultima,
partendo da VCC ed arrivando alla massa. RB RC
𝑉𝐶𝐶 = 𝑅𝐵 𝐼𝐵 + 𝑉𝐵𝐸 IC
IB
𝑉𝐶𝐶 = 𝑅𝐵 𝐼𝐵 + 0.7 VCE
𝑉𝐶𝐶 − 0.7 VBE
𝐼𝐵 =
𝑅𝐵
Noto quindi il valore di VCC e RB, siamo in grado di
determinare IB.
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Polarizzazione con due resistenze
VCC
• Avendo ipotizzato il transistor in regione attiva di
funzionamento, vale la relazione IC=bFIB, per cui
RB RC
𝑉𝐶𝐶 − 0.7
𝐼𝐶 = 𝛽𝐹 IC
𝑅𝐵 IB
VCE
• Possiamo infine valutare la corrente di emettitore VBE
IE
𝑉𝐶𝐶 − 0.7
𝐼𝐸 = 𝛼𝐹 𝐼𝐶 = 𝛽𝐹 + 1 𝐼𝐵 = 𝛽𝐹 + 1
𝑅𝐵
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Polarizzazione con due resistenze
VCC
• Note le correnti di base, collettore ed emettitore,
scrivendo le leggi di Ohm sulle resistenze RB e RC
possiamo infine determinare il potenziale del
RB RC
collettore :
VC
𝑉𝐶𝐶 − 0.7 VB
𝑉𝐶 = 𝑉𝐶𝐶 − 𝑅𝐶 𝐼𝐶 = 𝑉𝐶𝐶 − 𝑅𝐶 𝛽𝐹 VCE
𝑅𝐵 VBE
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Equivalente di Thevenin
VCC VCC
I due circuiti sono equivalenti se si ha che
VB è equivalente alla tensione a circuito
R1 RC aperto, e RB è eqivalente alla resistenza RC
vista ai terminali A e B spegnendo I
IC generatori indipendenti: RB IC
IB A A IB
VCE VCE
𝑅2 VBE
R2
𝑉𝐵 = 𝑉𝐶𝐶 VB
𝑅1 + 𝑅2
B B
𝑅1 𝑅2
𝑅𝐵 = 𝑅1 ||𝑅2 =
𝑅1 + 𝑅2
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Esercizio: polarizzazione tra base e collettore
VCC
RC
• Studiare la polarizzazione del transistor nel RF
circuito qui rappresentato, considerato che IE
IB IC
VCC=15V, RC=5kOhm, RF=700kOhm VCB
VCE
VBE
• Per il transistor si consideri bF=100
Svolgimento
VCC
• Una maniera efficace e molto utilizzata di
polarizzare un transistor in regione attiva
consiste nel collegare base e collettore RC
attraverso una resistenza RF. RF
• Notiamo subito che la corrente che scorre nella IE
resistenza RC è data dalla somma della corrente IC
IB VCB
di base e della corrente di collettore, ovvero è VCE
pari alla corrente di emettitore IE.
VBE
• Scriviamo a questo punto la LKT partendo
dall’alimentazione verso la massa e, al solito
scegliamo la maglia in cui è presente la VBE
Svolgimento
VCC
𝑉𝐶𝐶 = 𝑅𝐶 𝐼𝐸 + 𝑅𝐹 𝐼𝐵 + 𝑉𝐵𝐸
𝑉𝐶𝐶 = 𝑅𝐶 𝐼𝐵 𝛽𝐹 + 1 + 𝑅𝐹 𝐼𝐵 + 0.7 = 𝑅𝐶 𝛽𝐹 + 1 + 𝑅𝐹 𝐼𝐵 + 0.7 RC
RF
𝑉𝐶𝐶 − 0.7 IE
da cui 𝐼𝐵 =
𝑅𝐶 𝛽𝐹 + 1 + 𝑅𝐹 IB VCB
IC
VCE
Ricordando che VCC=15V, RC=5kOhm, RF=700kOhm e bF=100
VBE
15 − 0.7
𝐼𝐵 = = 11.8𝜇𝐴
5000 100 + 1 + 700000
Svolgimento
VCC
𝑉𝐶𝐶 = 𝑅𝐵 𝐼𝐵 + 𝑉𝐵𝐸 + 𝑅𝐸 𝛽𝐹 + 1 𝐼𝐵 26
Polarizzazione con tre resistenze
VCC
• Da cui ricavare il valore di IB:
RC
𝑉𝐶𝐶 − 𝑉𝐵𝐸 RB
𝐼𝐵 =
𝑅𝐵 + 𝑅𝐸 𝛽𝐹 + 1 VB
VC
VCE
• A partire da IB si possono ricavare IC e IE e di conseguenza i VBE VE
potenziali ai nodi di collettore, base ed emettitore.
RE
• Al solito, calcolati i potenziali ai capi del transistor bisogna
verificare che la giunzione base-collettore sia polarizzata
inversamente.
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Polarizzazione con quattro resistenze
VCC
• Lo schema più completo è il cosiddetto schema di
polarizzazione a 4 resistenze. RC
R1
• Applicando la trasformazione di Thevenin tra i
nodi A e B lo si riconduce allo schema a tre IC
IB A
resistenze appena analizzato. VCE
• A partire da questo schema possiamo risalire agli IE
altri schemi di polarizzazione semplicemente R2
facendo tendere a zero o all’infinito RE ed R2. B RE
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Esercizio
VCC
• Considerato lo schema a tre resistenze in cui
RB=900kohm, RC=3kohm e RE=150ohm, determinare il
punto di funzionamento del transistor (correnti e
potenziali ai terminali). RB RC
• Verificare che il transistor sia correttamente polarizzato
in regione attiva VC
• Si consideri VCC=10V ed inoltre, in regione attiva, VB
VBE=0.7V e BF=200.
VBE VE
RE
• Utilizzando il modello di transistor 2N2222 valutare il
punto di funzionamento (.op) con il simulatore LTSpice
e confrontare il risultato con quello ottenuto con carta e
penna.
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Il transistor come amplificatore
• Sappiamo dunque configurare il transistor in circuiti che gli
consentono di funzionare in regione attiva. In tale regione sappiamo
che il transistor si comporta come generatore di corrente controllato.
• Dal momento che la corrente di collettore varia in funzione della
corrente di base, consideriamo il collettore (e di conseguenza
l’emettitore) come terminali di uscita, mentre la base sarà il nostro
terminale di controllo.
• Proviamo quindi a vedere se il transistor consente di amplificare
segnali posti sul terminale di controllo
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Un po’ di nomenclatura
• Useremo lettere maiuscole per indicare tensioni e correnti continue
• Useremo lettere minuscole per indicare tensioni e correnti variabili
• Utilizzeremo pedici maiuscoli se la grandezza considerata ha valore medio
diverso da zero
• Utilizzeremo pedici minuscoli se la grandezza considerta ha valor medio
nullo
• Ad esempio VBE indica la tensione continua tra base ed emettitore
• Ad esempio vBE indica la tensione variabile tra base ed emettitore ed ha
valor medio diverso da zero
• Infine vbe indica la tensione variabile e a valor medio nullo sul terminale di
emettitore. Si ha ovviamente vBE=VBE+vbe
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Il transistor come amplificatore
• Per semplicita supponiamo che la polarizzazione VCC
in regione attiva venga fatta attraverso una
batteria VBE. Vederemo poi come estendere il
discorso al transistor polarizzato dai circuiti che RC
abbiamo appena analizzato
IC
• Sommiamo alla tensione di polarizzazione VBE RB
una componente di segnale a media nulla vbe(t) VCE
vbe(t)
• Utilizziamo il metodo grafico sovrapponendo alle
caratteristiche di uscita del transistor la retta di VBE
carico di RC (ribaltata rispetto all’asse delle
ascisse e traslata di VCC)
Il transistor come amplificatore
• Se un transistor è polarizzato in regione attiva, sappiamo che la
corrente di collettore consiste in una versione amplificata della
corrente di base e abbiamo chiamato bF il fattore di proporzionalità.
• Sappiamo anche che in una giunzione p-n polarizzata direttamente
la corrente è legata all’esponenziale della tensione. Cio vale anche
per la giunzione base-emettitore. Di conseguenza anche la corrente
di collettore è legata all’esponenziale della tensione vBE
vbe r g m vbe
N
ie
E
VCC
iC(t) RC vBE(t)
I1 P1 VBE +Vp
I*C VBE vbe (t ) = V p sent
I2 P2 VBE -Vp
I2 I1 VBE +Vp VBE -Vp
iC VCC I C* VCC ic
vbe(t) vbe(t)
VBE VBE