Galileo Galilei, Bacone, Cartesio

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GALILEO GALILEI

 La scienza è una descrizione della natura in quanto scritta nella matematica, è alla base di
tutto.
 Nasce nel 1564 e muore nel 1642, sarà un sostenitore del copernicanesimo e andrà contro la
chiesa per il principio di autorità (ipse dixit, credere solo ad essa e non indagare) e le sacre
scritture (di cui alcuni passi sostenevano il geocentrismo).
 Dice che non possono esserci due verità, in quanto dio è l’unica verità ed è unico e solo. Le
sacre scritture e la scienza propongono due fini diversi: il primo conoscitivo per gli scienziati,
con un linguaggio tecnico, e il secondo salvifico, con un linguaggio comprensibile e metaforico.
PROBLEMA DEL METODO
Non dedica a questo problema una singola opera, ma esso viene descritto in diverse opere; di cui
distingue due momenti: Analitico o Risolutivo e Sintetico o Compositivo.
Il primo momento lo possiamo riassumere con le parole “sensate esperienze”, in cui bisogna
osservare il fenomeno (non osservando in maniera neutrale si presuppone una guida dalla
ragione) poi scomporlo e analizzarlo per ottenere semplici elementi matematici. Si forma quindi un
ipotesi. Il secondo momento invece lo riassumiamo con le parole “necessarie dimostrazioni”, in cui
partendo dall’ipotesi si deducono le conseguenze che poi messe a confronto con i risultati di un
esperimento (guidato da uno scienziato) si potrà confutare o convalidare l’ipotesi proposta.

BACONE
 È definito il profeta della tecnica, secondo lui la scienza è per l’operatività ovvero il potere
deriva dal sapere. Più si sa, più si potrà sovrastare sugli altri.
 Il mondo all’epoca si divideva in Dogmatici ed empirici. I primi producono da sé le informazioni
(es: i ragni che tessono la tela da sé), i secondi vanno alla ricerca di dati ma che poi non
spiegano (es: le api che vanno dai fiori per produrre il miele).
Bacone propone un altro metodo che si divide in tre fasi:
1. Teoria degli Idola (dei pregiudizi): tribus (di tutti i pregiudizi), specus (dei pregiudizi
dell’educazione), fori (pregiudizi della lingua), theatri (pregiudizi antichi).  viene
considerata come la parte decostruttiva, in cui si individuano gli Idola e si eliminano.
2. Metodo delle tre tavole: presenza (tutti i casi di qualcosa), assenza (casi simili in cui no) e
gradi (tutti i casi possibili in ordine).  è considerata la parte costruttiva, in cui si
esaminano varie cause o casi di qualcosa.
3. Verifica sperimentale: experimentum crucis  è considerata la parte sperimentale, in cui
si formano le ipotesi per spiegare un fenomeno e la sua struttura interna.
CARTESIO
 scrive il “discorso sul metodo”, in cui dice che la filosofia è come un grande albero le cui radici
sono la metafisica, il tronco la fisica e i rami tutte le altre scienze  È importante dunque
avere buone radici.
 Distingue il falso dal vero, il buon senso è in tutti gli uomini. in quanto le opinioni non derivano
dall’avere o dal non avere, ma dal modo in cui si indirizza la ricerca; quindi è opportuno avere
un buon metodo  Cartesio ci indicherà quindi le sue regole per avere un buon metodo, ma
senza imporci quest’ultime.

Per un buone metodo bisogna prendere per vero solo ciò che è EVIDENTE, senza avere giudizi
precipitosi ma “fidarsi” solo di ciò che si vede. Poi bisogna compiere un’ANALISI del problema
scomponendolo in parti più semplici che poi andranno SINTETIZZATE per riportarle allo stato
complesso. Infine bisogna REVISIONARE il tutto per avere la certezza che si corretto.
Quindi per un buon metodo bisogna: guardare l’evidenza, analizzarla, sintetizzarla e
revisionarla.

 C’è qualcosa che mi fa dubitare? (dubbio iperbolico, esiste un dio maligno che mi fa dubitare?)
Se io mi accorgo di stare dubitando, io sto quindi pensando (sono una cosa pensante) e quindi
esisto (se non esistessi non potrei dubitare)  cogito ergo sum, penso cioè esito (questo è
evidente). Ma quindi quello che è evidente è vero? No perché potrei essere sempre ingannato,
solo l’esistenza è vera e certa.

 Il cogito è formato da idee, come un contenitore esso ne contiene tre tipi: idee avventizie, le
quali sembrano riferirsi a qualcosa (noi o a cose), idee fattizie, costruite assemblano le idee
avventizie (chimera) e le idee innate, quelle che esistono da sempre (dio e il bene). Il cogito
non può essere infinito in quanto non produce da sé l’infinito, ma è dio che lo produce perché
solo lui è eterno.  dio contiene tutte le perfezioni e non essendo io perfetto c’è per forza
qualcuno che lo è, esso è dio.

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