Antologia Palatina. Libri IX-XI. Vol. 3

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Antologia Patatina

Volume terzo. Libri IX·Xl.


A cura di Filippo Maria Pontani.

L'Antologia Patatina è il deposito fina­


le della grande lirica greca. Adunata a
piu riprese tra i secoli dell'impero roma­
no e il medioevo, comprende nei suoi se­
dici libri centinaia di autori e migliaia di
epigrammi, sparsi in un arco di tempo
che va dalla Grecia arcaica ai cristiani e
all'impero bizantino, ed ha nell'età elle­
nistica il suo momento di maggior forza.
Avviata lentamente nei primi libri, de­
dicati a iscrizioni e prefazioni, l'Antolo­
gia spiega tutta la sua bellezza nel quin­
to, con i trecento carmi erotici di indici­
bile fascino dovuti a maestri quali Calli­
maco e Asclepiade, Meleagro e Filode­
mo, fino a Paolo Silenziario. Ancora il
settimo libro contiene delicati epigram­
mi sepolcrali, e poi vengono quelli de­
scrittivi di luoghi, di edifici, di oggetti,
della natura e della vita; e poi quelli sim­
posiaci, e quelli satirici, e gli indovinelli,
e gli oracoli ... sfilano le etere e i giovinet­
ti, i guerrieri e i potenti, i santi e i disere­
dati, le ore tristi del lutto e quelle folli
del banchetto, spaccati dell'esistenza e
riflessioni gioconde o amare... Il favore
dei lettori, incantati da questo che fu de­
finito «il libro d'oro», non lo ha mai ab­
bandonato. La perfezione poetica del­
le pagine della Patatina ha abbagliato il
Cinquecento europeo, la sua ricchezza
sentimentale ha attratto l'Ottocento e
l'aria morbida ha affascinato i Decadenti.
Quella che qui si pubblica, a fronte del
testo originale, è tuttavia la prima ver­
sione italiana completa. Dovuta all'espe­
rienza e al gusto di Filippo Maria Ponta­
ni, questa impresa colossale completa il
panorama dell'intera lirica greca antica,
uno dei momenti piu alti della poesia
d'ogni tempo.
I millenni
ANTOLOGIA
PALATINA

A cura di Filippo Maria Pantani

Volume terzo

Libri IX-XI

Giulio Einaudi editnre


Copyrigh t © 1980 Giulio Einaudi editore s. p. a., Torino
NOTA ALLE ILLUSTRAZIONI

Le illustrazioni di questa edizione dell'Antologia Patatina riproduco­


no un gruppo di tempere, eseguite anche a intervalli notevoli di tempo,
da Antonio Canova a Possagno, tra la fine del Sette e l'inizio dell'Otto­
cento, ora conservate nella Gipsoteca della stessa cittadina (cfr. Nota alle
illustrazioni del vol. l).

controfrontespizio Una Ninfa e Amorino che gioca con una corona di


fiori.
di fronte a p. 96 La Musa Mnemosine.
97 Un Amorino, dal gruppo con Giunone Regina.
192 Sofocle, coi manoscritti dell'Edip o e dell'Elettra.
193 Un cesto di fiori, dal Mercato degli Amorini.
288 Un Amorino, coi manoscritti delle opere di Omero.
289 La Musa Urania.
416 La danza delle Grazie.
417 Un particolare del Mercato degli Amorini.
.512 Due Amorini, dal gruppo con Giunone Regina.
.513 Una danzatrice che regge una corona, da un gruppo
di cinque.
6o8 Ninfa seduta, mentre suona un cembalo.
609 Un piccolo cesto di fiori, da un gruppo di Ninfe ed
Amore.
ANTOLOGIA PALATINA
Volume terzo
LIBRO NONO

'Apxl) -rwv ÈmOwt-rLxwv Èmypct!J.I-.Uhwv

Epigrammi epidittici
Il libro IX è scritto da varie mani in P, dove il lemmatista e il cor­
ree/or intervengono per titoli e attribuzioni, e le notizie topografiche e
prosopografiche sono talora utili, ma le indicazioni sul contenuto non
mancano di autoschediasmi e di falsità. Comprende 827 epigrammi (ma
alcuni numeri si reduplicano) ed è pertanto quantitativamente il piu ric­
co dell'Ant ologia Pl presenta oltre 350 testi in piu (cfr. libro XVI) e
.

ca. 17 5 in meno, e colloca in due libri diversi il materiale, approssima­


tivamente distinguibile in due sezioni (r-583; 584-827 ). Ben 27 4 epi­
gramm i sono anonimi (vi sia o no l'indicazione tHiÉcmo-rov o èi!ÌT]ÀOV ) .
Non mancano serie continue, sia pure con qualche interruzione o intru­
sione, e per alcuni gruppi è evidente la provenienza dalle sillogi di Me­
leagro e di Agatia e soprattutto da quella di Filippo (chiare tracce del­
l'ordinamento alfabetico), ma anche dalle raccolte dei bucolici (Teocri­
to), di Leonida d'Alessandria, Pallada, Giuliano Egizio. II componi­
menti sono riprodotti in altri libri; pochi si ritrovano in sillogi minori,
5 in iscrizioni, alcuni in citazioni di vari autori.
L'etichetta che raggruppa l'ingente documentazione è quella del g e­
nus demonstrativum o epidittico, un termine alquanto ambiguo, inter­
pretato in uno scolio come esposizione o esibizione d'un'interpretazione,
ovvero come racconto d'eventi reali o presentati come reali. L'elasticità
e approssimazione del 'genere', aggiunte alla trasandata sommarietà dei
criteri compositivi (wç oÀLywpwç si potrebbe esclamare a proposito del­
l'antologizzazione di Cefala), determinano l'estremo disordine della raf­
fazzonata congerie, a cui tentano di reagire sporadiche ricerche d'aggre­
gazione, che appaiono artificiose o maldestre e lasciano comunque largo
spazio alla caoticità.
Non si ha alcuna prova che Cefala attingesse a due libri distinti, uno
narrativo e uno descrittivo; tuttavia almeno un doppio aspetto del 'ge­
nere' si può riconoscere nella compresenza di racconti aneddotici, per lo
piu ispirati a incidenti e accidenti peregrini o anche paradossali (con pa­
tetizzazione di fatti di bambini o d'animali), coronati o no da una mo­
rale esplicita, che in ogni caso è banalmente topica, e, d'altro lato, di
descrizioni autosufficienti, vuoi di luoghi o aspetti della natura, con fe­
lici abbandoni all'idillico, vuoi di opere d'arte figurativa, dai bagni alle
case, dai quadri alle statue, dai ceselli ai ricami, che rientrano nell'èk­
frasis e sono largamente improntate al preconcetto realistico-mimetico,
per cui il manufatto è tanto piu pregevole quanto piu dà illusionistica­
mente l'immagine del cosiddetto 'vero'. Si aggiungono epigrammi ricon-
ducibili a stento a una di queste due linee maestre, non essendo in ef­
fetti né narrativi né ecfrastici e consistendo di volta in volta in notazio­
ni di folk.lore, in elogi di prodi o di letterati, in elenchi enumerativi (di
mesi, giorni, Muse, c an: i dell'Ilia4e, can�ni di I:Joeti ecc.), in s�ntenz�
.
aforistiche e proverbiah,
.
m spunti autobiografici, quando non m men

giochi enigmistici o verbali.


Il problema della destinazione pratica o del carattere libresco trova
risposte certe là dove è evidente o magari accertabile la relazione con­
creta dell'epigramma con un monumento reale; ma nella stragrande mag­
gioranza dei casi è altrettanto patente la letterarietà dei testi, che si pre­
sentano come esercizi retorici o variazioni su un tema, con la consueta
scommessa d'un autore con se stesso o con altri, precedenti o coevi, sen­
za che sia talora possibile distinguere dal modello l'imitazione.
È da dire che il carattere ecfrastico è di gran lunga prestante, se non
esclusivo, nella seconda parte del libro, dove figurano serie intere su
edifici termali e copiose descrizioni di palazzi o di luoghi ameni, e un..
vera e propria orgia epigrammatica si celebra attorno alla vacca di Mi­
rone. Nella prima parte (piu raramente nella seconda) confluiscono epi­
grammi che potrebbero trovare collocazione in libri diversi, il V, il VI
(analogie nell'attenzione agli oggetti quotidiani evocati con raffinato im­
pegno stilistico), il VII, l'XI ecc., tanto che il carattere epidittico fini­
sce per identificarsi nella 'presentazione' d'un tema o d'un oggetto qual­
siasi, con o senza una partecipazione sentimentale o un punto di vista
personale del poeta, il cui debito verso le genericità gnomiche da un la­
to e i moduli espressivi dall'altro è, come al solito, rilevante. Ciò non
vuoi dire che nell'insieme del libro, accanto all'interesse antiquario rav­
visabile in epigrammi su cibi e orologi, partite a tric-trac o acrobazie cir­
censi, non si colgano notae lyrae, meno vistose che altrove, e tuttavia,
talora, di grande suggestione. È fin troppo facile indicare splendidi idil­
li (per es. il 71 di Antifilo), struggenti intensità intimistiche (il 570 di
Filodemo), schiette desolazioni per spettacoli di rovina (il 151 di Anti­
patro di Sidone; i 523-25 di Barbucallo) o, di là dalla spericolata abili­
tà acrostica o isopsefica o dalle pointes palladiane, certe risorse inventi­
ve ed evocative di singolare modernità (per es. nel234 di Crinagora) sul
piano espressivo.
La brevità caratterizza la maggior parte degli epigrammi di questo
.
hbro, che presenta moltissimi monodistici e moltissimi componimenti di
corto respiro (da 1 a 8 versi). Clamorose, ma scarse eccezioni, le poesie
che superano i 20 versi, fra le quali si ricordano almeno la Primavera
dello Pseudo-Meleagro e l'Eros fuggitivo di Mosco. Notevole la varietà
metrica: 140 epigrammi sono in esametri, 27 in trimetri giambici, 2 in
pentametri; 2 in faleci; 4 in metri vari; curioso il caso d'un brano di
prosa (il703) scambiato per epigramma.
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I Polieno d i Sardi Il mOTJO

D 'una gazzella recente di parto s 'avvolse alla poppa


colma, e d'un morso la colpf, la vipera.
Trasse il nato la tetta venefica, e il fiotto funesto
dalla piaga succhiò, di latte amaro.
, Fu commercio di morte. Destino crudele ! La vita
che il ventre diede, la rapf la poppa.

2 T ibe r i o I l l u s t r i o Sullo stesso tema

D 'una cerbiatta recente di parto nel petto rigonfio


veleno infuse l'omicida vipera.
Trasse il nato dal seno materno venefico latte
con le sue labbra, e ne succhiò la morte.

3 An t i p a t ro ( d i T e s s a l o n i c a ) o Pl a t o n e Il noce

Sono un noce : a bersaglio mi posero, lungo la via,


di sassaiole ludiche di bimbi.
Rami e sarmenti fronzuti non sono oramai che frantumi,
sotto serrati colpi di pietrame.
' Sugo non v'è per le piante fruttifere : io li produssi
solo a mio danno, me meschino, i frutti!
ANTOLOGIA PALATINA 8

4 Ku>.}.TJvtou

'H 1tcipoc; Èv OpU!J.OLCn v6l'T]c; sdowpoc; cmwpT]c;


cixpcic;, l'T]po�6-rou 7tpÉ!J.VOV ÈpT]!J.OuVVT]<;,
òDvdoLc; osoLO"L !J.E'tÉ!J.cpu-roc;, il!J.EP<X M).).w,
ovx È!J.ÒV 'JÌ!J.E'tÉpoLc; xÀwa-t cpÉpou<r<X �cipoc;.
' Ilo).).l) O'OL, qlU'tOEpyÉ, 1t6vou xcipLc;· E�VEX(1 O'ELO
cixpàc; Èv Evxcip7toLc; oÉvopEO'W Èyypcicpo!J.<XL.

"OxvTJ xnpòc; E(J.'ijc; yÀuxEpòc; 1t6voc;· Ti !J.ÈV Ècp' uypQ


cpÀoLQ cpÀoLÒV EOT]O"<X l'ÉpEL' 1t't6pl'oc; o ' E1tt OÉvop�
�Lswl'Etc; oÉvopoLo -ro!J.fi x<Xt Mp1tòv ti�J.d{•<Xc;
vÉpDE !J.Èv tixpàc; E't· E<r-rw, V1tEpDE o · èi.p Ev7tvooc; oxvTJ .

'Axpàc; ETJV' Diix<Xc; a-Éo XEpa-t !J.VPL1tvoov oxvTJv,


OÉVOp� 1t't6pl'ov Èvdc;· O"'IÌV xcipw Etc; O"È cpÉpw.

7 'lou>.tou no>.uatvou

Et X<XL C'EU 1toMcpwvoc; ?!Et 1tL!J.1tÀT]O'LV tixouàc;


il cp6�oc; EVXO!J.ÉVWV il xcipLc; Evi;<X(J.Évwv,
ZEU �XEPLT]c; ÉcpÉ7tWV tEpÒ'V 1tÉOO'V, ci).).à X<XL 'IÌ!J.ÉW'\1
xÀul'L x<XL tii]JEuoEL' vEua-ov v1tOCTXE<rLn
' ilOTJ !J.OL I;E'IILT]c; E!v<XL 1tÉp<1c;, Èv oÉ !J.E 1tci-rpn
SWEW' 'tWV OOÀLXW'II 1t<XUO"cl!J.E'IIO'II X<X!J.cl'tW'\1.

8 Tou ctu'tOu

'EÀ7ttc; ?!Et �LO'tOV xÀÉ1t'tEL xpòvov·l} 1tV!J.cl'tT] OÈ


1iw; -ràc; 1toÀÀàc; Ecpl'<Xa-Ev ào-xoÀL<Xc;.
LIBRO NONO 9

4 Cillenio L'innesto

Pero di macchia, non davo che frutti spuri una volta ­


ceppo di solitudini ferine.
Ma, per innesti alieni, dolcissimi frutti produco,
e fardello non mio mi curva i rami.
, Lode a te, giardiniere, di tante fatiche! Selvaggio,
conto, per te, fra gli alberi fecondi.

5 Pallada Sullo stesso tema

Pero, di questa mia mano fatica diletta: d'estate,


scorza su l'umida scorza legai; da cesura di pianta
si radicò sulla pianta l'innesto, cangiandone il frutto ­
pero selvatico giu, ma di pere fragrante la cima.

6 Pallada Sullo stesso tema

Pero selvatico fui. Per innesto, fragrante m'hai reso


con le tue mani : a te ne rendo merito.

7 Giu l i o P o l i e n o Preghiera dell'esule

Pur se di mille voci ti colma l'udito chi prega


con la paura e chi pregò col ' grazie',
Zeus, che proteggi la terra di Scheria santissima, ascolta
me, con promessa veritiera accorda
' che mi finisca l'esilio, ch'io viva oramai nella patria,
suggellate diuturne traversie.

8 G i u l io P o l i e n o Speranu

Sempre speranza la vita ci ruba : l'aurora suprema


il nostro gran da fare sopravanza.
ANTOLOGIA PALATINA IO

9 Toii a:Ù'toii

TioÀ.À.ax�ç Eùl;ct!J.Év� IJ.O� &:d i}u!J.fipEç [owxctç


'tÉXIJ.ClP &:xu!J.av'tou, ZEu 1ta'tEp, Eù1t).otTJç·
oo�TJç IJ.OL xctt 'tOu'tov È7tt 1tÀ.6ov i}oÈ crctwcrcttç
'Ì]OTJ xctt Xct!J.a'tW\1 OPIJ.LCT0\1 dç À.L!J.ÉVct.

9 bis Toii a:Ù'tOii

O!xoç xctt 1ta'tpT) �LO'tOU xapLç· ctt OÈ 7tEpLCTCTctt


q>pOV't�OEç avfrpW7tOLç oÙ ��oç, !i).).èt 1tÒvoç.

IO 'A"'tL1td'tpou 9EO"O"a:).. o nxÉw�

TiovÀ.u1toç dvctÀ.�n 7to't' È1tt 7tpo�À.fj'tt 'tctvucrlMç


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'tct�ç xdvou q>W\Ict�ç a'tpct7tÒ\I opi}o�a'tEL.
5 n&:v'tct OÈ 'tClU't' ÈO�Octl;E 1tLXPTJ 1ta\l'tOÀ.!J.O<; avayXT}"
!i).).ij).oLç IJ.EPLCTClL 'tOÙÀ.À.t7tÈç Etç 'tÉÀ.E0\1.

Tucp).òç !i).T}'tEvwv xwÀ.Òv 7tÒOctç i}Ép'tct�E\1,


OIJ.IJ.ClCTW aÀ.À.O'tpLotç a\l'tEpctVL�OIJ.EVOç·
LIBRO NONO II

9 Giulio Polieno Il viaggio

Padre Zeus, ti pregai, tu mi désti l'indizio gradito


di buona rotta, da marosi indenne :
dammelo ancora per questo viaggio, proteggimi adesso,
delle fatiche fa' ch'io tocchi il porto.

G i u l i o P o l i e n o (? ) La gioia

Casa e patria: la gioia di vivere è qui. Sofferenza


e non piu vita, le soverchie cure.

IO A n t ipatro di T e ss a l o n i c a L'aquila e il polipo

Sopra uno scoglio proteso nel mare, le innumeri braccia


adagiò, per seccarle al sole, il polipo.
Mimetizzarsi non seppe del tutto: da nubi lo scorse
l'aquila - aguzza vista - e l'agguantò.
5 Ma, dai tentacoli avvolta, nell'acqua piombò, sciagurata!
D'un colpo solo, e preda e vita perse .

II F i l ippo o I s idoro Solidarietà

L'uno alle gambe, l'altro negli occhi era leso: ciascuno


colmò del suo le falle della sorte:
presosi in spalla lo scionchio fardello, marciava diritto,
dalla voce di lui guidato, il cieco.
' Necessità dolorosa, di ciò fu l'ardita maestra:
d'integrare in un tutto le carenze.

I2 L e o n i d a ( d' A l es s a n d r i a ) Sullo stesso tema

Vagolava un cieco, sul dorso portando uno zoppo,


che gli pagava con gli occhi lo scotto.
ANTOLOGIA PALATINA !2

èi!-1Cj)W o ' i)!-lt'tEÀEL<; 1tpÒ<; E'VÒ<; cpucrw 1ÌP!-16CTi}l)CTIXV,


'tOVÀ.À.t1tÈ<; tXÀ.À.i)À.Ot<; tlV'tt1t!XpiXCTX6!-LEVOt.

13 n>..lL'tW'JO� NEw"rtpou

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'tOVÀ.À.t1tÈ<; aÀ.À.i)À.ot<; dç oÀ.OV i)pavtCTIXV.

AtytcxÀ.ov 'tEvayEcrcrtv Ù1to7tÀ.wov'tcx À.cxì}pcx�n


dpECTLn ll>cx�OW'\1 ELeTtOE 1tOVÀ.v1t601)'11 '
1-LtXplj;cxç o' wxùç tptlj;Ev É1tt xì}6vcx, 1tptv mpt XELPIX<;
7tÀ.É�cxcrì}cxt �puyOT)V 6x'ttx't6vovç tÀ.txcxç.
' �tCTXEvi}dç o ' É1tt M!-1'110'11 È<; o txCcx OEtÀÒ: À.cxywov,
ELÀT)OÒv 'tcxxwov 1t'twxòç EOT)CTE 1t60cxç,
ELÀE o ' aÀ.ouç· crù o ' aEÀ1t'tOV EXEt<; yÉpcxç tl!-l(j)O'tÉpwì}E'\1
&ypl)<; XEPCTCXLT)<;, 7tpÉcr�v, xcxl EtvcxÀ.(T)<;.

I5 •AStO"'tO"rO'J

Oihoç ò 1tvp xcxucrEw otsiJ!-1Evoç, oihoç ò vux'twp


'tÒV xcxÀ.Òv t1-1dpwv Mxvov àvcxcpÀ.oyCcrcxt,
OEvp' a1t' Él-1ii<; lj;vxi'jç &lj;ov crÉÀ.cxç· [vooì}t y6.p 1-1ov
Xtxt6!-1EVOV 1tOÀ.À.i)v È�IX'II LT)CTt cpÀ.oycx.
LIBRO NONO 13

Quei dimidiati a unità si composero, l'uno dell'altro


con l'offerta di sé colmando i vuoti.

Platone i l Giovine Sullo stesso tema

Uno senz'occhi uno senza le gambe portava sul dorso,


dando i piedi e prendendo gli occhi a nolo.

1 3 bis An t i f i l o Sullo stesso tema

Mutili entrambi e carenti di vista e d'incedere, l'uno


era d'aiuto tuttavia per l'altro:
presosi in spalla, pesante fardello, lo scionchio, marciava,
con occhi alieni, sulle punte il cieco.
, Una natura valeva per due: concorreva ciascuno
a integrare in un tutto le carenze.

An t i f i l o d i B i s a nz i o Il polipo e il lepre

Là nelle secche del lido, sott'acqua l'occulto remeggio


scorse a un tratto d'un polipo Fedone.
Tosto l'agguanta, per terra gettandolo, prima del morso
di quegli otto tentacoli alle dita.
' Come un disco piombò nella pavida tana d'un lepre,
e alle rapide zampe s'avvinghiò.
Fece, predato, una preda. Per te, dalla terra e dal mare
lucro inatteso, vecchio, derivò.

A n on i m o Fiamme

Fuoco vuoi dare alla vampa? Vuoi tu della bella lucerna


avvivare il lucignolo di notte?
Vieni, attizza la luce dall'anima mia: la favilla,
che dentro m'arde, gran fiamma seconda.
ANTOLOGIA PALATINA I4

Tptcrcnxt !J.ÈV Xcipt'tEç, 'tpdç oÈ y À.uxu1tcipi}EvoL "'ilpat,


'tpEi:ç 0 ' É!J.È i}T)À.U!J.ClVELç otcr'tpO�OÀ.OVCTL fl6i}oL.
"'H ycip 'tOL 'tp(a 'toça txCX'tlJPLCTEV wçt èipa !J.ÉÀ.À.WV
ouxt !J.(CXV 'tpWCTELV, 'tpEi:ç o ' ÉV É!J.Ot xpao(aç.

OupEoç tç \mci'toto À.aywç 1tÉCTEV Eç 1tO'tE �Évi}oç,


ÉX1tpOq>UyEi:V !J.E!J.CXWç 'tPTJXÙV ÒOÒV'tCl xuv6ç·
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dvciÀ.Loç !J.cXp\jJaç 1tVEV!J.Cl'tOç Òpq>cXVLCTEV.
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vuv XÀ.OLQ onp"Ì'jv 1tE1tEOT)!J.Évoç OL(l XCXÀ.LVQ
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xo 't6crcr' à.vvcraç oovÀ.av sEiiyÀ.av ÉcpT)p!J.oCTa'to.
LIBRO NONO 15

x6 Me le a g r o Tre

Triple le Cariti, tre quelle vergini dolci, le Ore,


tre i Deliri di donna che m'assillano.
Eros tre frecce tirò, quasi che non un cuore volesse
ferire qui nel petto mio, ma tre.

17 Ge r m a n ico Ces a re Cani

Cadde dall'alto d'un monte nel mare profondo una lepre,


che d'un cane sfuggiva l 'aspro dente.
Non evitò la sua sorte funesta, ché un cane marino
la colse e il fiato le mozzò. Cadesti
, dalla padella, cosi, nella brace : ché pasto di cani
ti volle, in mare e sulla terra, un dio.

x8 Ger m a n i c o Ces a re Sullo stesso tema

Cane da cane mi prese. Che strano? Una collera sola


belve di terra e d'acqua hanno per me.
Lepri, accessibile l'aria vi sia. Ma che dico ? Ho paura,
cielo : un cane fra gli astri l'hai tu pure!

19 A r c h i a d i M i t i lene Il cavallo

Piu dei cavalli dai piedi di vento brillò l'Aquilotto,


ebbe gli arti parati di festoni,
l'incoronò di vittoria la mantica Pito di Febo
pari agli uccelli rapidi nel volo,
' Nèmea, nutrice del torvo leone, del pari lo cinse,
con Pisa e l'Istmo dalla doppia riva:
ora l'inceppa una morsa nel collo ; traendo una pietra
scabra, sull'aia macina granaglie.
Non fu diversa la sorte per Èracle: tanti travagli,
Io per acconciarsi al giogo d'uno schiavo.
ANTOLOGIA PALATINA 16

20

'O 7tptv È'lt' 'A).cpw:jl cr-rEcpavT)cpépoc;, wvEp, ò -rò 'ltptv


O�CTCTctXL XT)pvxìMc; Kacr-raMT)c; 'ltap' uowp,
ò 7tptv Èyw Nq.LÉTI �E�OTJ(J.Évoc;, ò 'ltptv È'lt' 'Icrì}(..LI:jl,
'ltw).oc; ò 'ltptv 'lt'tT)Voi:c; tcra opa(..Lwv ci:vÉ(..Lo�c;.
, vuv, o-rE yT)pa�6c;, yvpoop6(..Lov i)vCoE 'ltÉ-rpov
OWEUW, CT'tEcpÉwv u�p�c;. t).avv6(..LEVOc;.

2I •ABtcr7to'tov

I:o�. 'lta-rpt E>Ecrcra).�T) 'ltw).o-rp6cpE, (..LÉ(J.\jlw !Xvci:'lt-rw


lli)yacroc;, wc; ào�xov -rÉp(..La-roc; i)v-rCacra·
oc; llvì)oi: xi)v 'Icrì}(J.I:jl ÈXW(..LilCT!l Xi)'ltt NÉ(..I.E�0\1
Ziiva xat 'Apxao�xoùc; i]).vì}ov àxpE(..Lovac;·
, vuv oÈ �ci:poc; 'ltÉ'tpT)c; NLcrvp�-rLooc; [yxvx).ov [).xw,
).E'lt-ruvwv àT)ouc; xap'ltòv à'lt' àcr-raxuwv.

NTJOUL �pLì}o(..I.ÉVT)\1 Oct(..Lil).w AT)-rwtoL xoupn


cr-riicrav VT)ox6po� M!-la XetPLs6(J.EvoL,
Tic; 'ALOT)\1 (..LÉ).).ov-ra 'ltpoÉcpì)acrE\1 EUCT-roxoc; wo�c;·
'ltÉ(..Lcpì}T) o' dc; rtyÉ).T)V 'tEXVO)"OVELV aq>E'toc;.
, 'H ì}Eòc; wo�vwv yà:p É'lt�CTXO'ltoc; ouo' ÈO�XetSEV
'tLX-roucrac; x-rdvELV, &c; t).EEi:v t(..Laì}Ev.

23 'Avn1t&.1:pou

rELetp6-rT)c; "Apxm'ltoc;, o-r' Éx VOUCTOLO �etpdT)c;


ap'tL ).L'ltO\jlvxÉwv EPPEEV dc; 'A�OT)V,
EL'ltE -rci:o' vti)Ecrcrw· <( 'Iw cpC).a -rÉxva, (..LaxE).).av
xat -ròv àpo-rp�'t'l')V cr-rÉp!;a-rÉ (..LO L ��o-rov·
' (..LTJ CTcpet).Epiic; CtLVEi:-rE 'lt6VOV CT'tOV6EV'tCt ì)a).ci:crCTT)c;
xat �etpV\1 à'tTJpiic; VllV'tL).�T)c; Xa(..L!l'tOV.
LIBRO NONO 17

20 Anonimo Sullo stesso tema

Fui coronato un tempo sull'Alfeo, alla fonte Castalia


proclamato due volte vincitore;
alto a Nèmea sonò come all'Istmo il nome; correvo,
puledro, al pari degli alati venti:
, ora, da vecchio, lo vedi, non so che rotare una pietra,
sferzato, a scorno dei miei serti, in tondo.

21 Anonimo Sullo stesso tema

Tessala patria che nutri cavalli, con te mi lamento


(Pègaso fui) per la mia fine iniqua.
lo feci festa a Delfì, sull'Istmo, a Nèmea raggiunsi
l'ara di Zeus, come le fronde a Pisa :
, ora trascino una pietra pesante di Nisiro in tondo,
delle spighe di Dea nettando il frutto.

22 Filippo d i Tessalonica Maternità

I sacrestani, alla figlia di Leto una vittima offrendo,


una giovenca pregna presentarono.
Ma tempestiva prevenne la morte la doglia: nel branco
fu risospinta a partorire libera.
' Veglia sui parti la dea: mattanza non volle di madri,
poiché per esse la pietà l'ispira.

2J A n tipatro La terra

Disse Archippo aratore, nell'atto di scendere all'Ade


per grave morbo esanime, ai figlioli :
« Cari ragazzi, per voi non vi sia che una scelta di vita:
prediligete il vomere e l a vanga;
' non li lodate i travagli penosi del pelago infido
e del funesto navigare il peso.
ANTOLOGIA PALATINA r8

"Ocrcrov IJ.lJ'tPVLTj� yÀ.vxEpw-rÉplJ E7tÀ.E-ro IJ.lJ'tlJP,


'téCTCT0'\1 Q:).b� 1tOÀ.Lij� ya.�a. 1toìlEL'IIO'tÉpl) ».

24 AEwv t5a Tapav·dv o u

"Acr-rpa.j..LÈ'\1 lJj..La.UpWCTE xa.t LEp!Ì xuxÀ.a. CTEÀ.lJ'IIlJ�


èi!;ova. owi)cra.� Ej..L7tVp0'11 i)ÉÀ.LO�,
Ùj..L'II01téÀ.ov� o' ayEÀ.l)OÒ'\1 a1tT)j..LaÀ.ov'IIE\I "01-LlJPO�
À.a.1J.7tp6-ra.-rov Movcrwv cpÉyyo� &:va.crx61J.Evo�.

rpaj..Lj..La. -réo' 'Api)-roLo oa.i)(.J.0'\10�, o� 1tO'tE À.E1t'tTI


cppov-rLoL olJ'IIa.Loù� &:cr-rÉpa.� Ècpp&:cra.-ro,
a7tÀ.a.'IIÉa.� -r' aj..Lq>W Xa.L aÀ.lJj..LO'\Ia.�, OLCTL -r' È'\la.py'Ìj�
tÀ.À.éiJ.Evo� xuxÀ.oL� oùpa.vò� È'IIOÉOE'ta.L.
, ALvdcrìlw OÈ Xa.IJ.t::N (pyov j..L Éya. xa.t .6-LÒ� E!va.L
OEu-rEpo�. ocr-rL� EìlTJx' èicr-rpa. cpa.Ew6-rEpa..

T&:croE ìlEoyÀ.wcrcrov� 'EÀ.Lxwv (ìlpE\jJE yvva.�xa.�


VIJ.'IIOL� xa.t Ma.xEOwv IILEpLa.� axé7tEÀ.o�,
llpi)!;LÀ.À.a.v, MoLpw, 'Avu-rl)� a-réj..La., ì}ij).uv " Oj..Ll)pov,
AEcr�Laowv 1:a.7tcpw xéaiJ.ov Èv7tÀ.oxa1J.wv,
, "Hpwva.v, TEÀ.ÉaLÀ.À.a.v &:ya.xÀ.Éa. xa.t aÉ, K6pwva.,
ìlovpw 'Aìlrtva.LlJ� &:cr1tLoa. IJ.EÀ.\jJa.IJ.Éva.v,
Nocrcrtoa. ìlrtMrÀ.wacrov LoÈ yÀ.vxva.xÉa. Mup-rLv,
1taaa.� aEvawv Èpya-rLOa.� CTEÀ.LOW'\1.
'EwÉa. IJ.È'II Mouaa.� 1J.Éya.� Oùpa.vé�, twÉa. o ' a.ù-rà
IO ra.�a. 'tÉXE'\1 Wa.'tO�� iicpìlL't0'\1 EÙq>pOaU'\Ia.'\1.
LIBRO NONO

Sempre, piu amabile fu di qualunque matrigna la madre :


dolce la terra piu del bianco mare ».

24 Leo n i d a d i T a r a n t o O mero

Come abbruna, volgendo le ruote di fuoco, le stelle


e l 'orbe sacro della luna il sole,
tale offuscò dei poeti le schiere innumeri Omero,
l 'ori.fiamma levando delle Muse.

25 Leo n i d a d i T a r a n t o Arato

Opera questa d'Arato, che un di con finezza di mente


localizzò le primigenie stelle
fisse ed erratiche insieme, con l 'orbite a cui roteando
si lega il cielo con la sua chiaria.
1 Sia per questa grandiosa fatica lodato : piu chiara
rese alle stelle, dopo Zeus, la luce.

A n t i p a t r o d i T e ss al o n i c a Le poetesse

Queste le donne divine d'accenti, che l'aspra Pieria


alimentò di canti e l 'Elicona :
Mero, Prassilla, la voce di Ani te, Saffo - l'Omero
donna, vanto di Lesbiche chiomate -
J e con Erinna la gran Telesilla, e te pure, Corinna,
cantatrice dell'egida d'Atena,
Nòsside, voce femminea, con Mirtide dolce-sonante ­
operaie di pagine perenni.
Nove le Muse create da Urano; nove la Terra
10 per nostra eterna gioia ne creò.
ANTOLOGIA PALATINA 20

27 ' A p xlou, ol5t llap�tvlwvo�

EilcpTJJ...Loc; yÀ.wo-o-n 'ltllPtiJ...LEL�Eo •civ M.À.ov 'Hxw


xoù ).ci).ov, i)v 't'L xMw, 't'OV't'' ci'lttiJ...LEL�oJ...LÉVtiV.
Etc; o-È yocp 8v a-ù À.EyELç O"'t'pÉij.lw ).6yov· iìv OÈ O"LW1téj.c;,
O"LYlJO"W. Ttc; EJ...LEV y À.WO"O"ll OLX!lLO't'ÉpT) ;

28 llo�1tTJtou Mlix p ou NEw't! p o u

Et xtit EPTJJ...LllLT) XÉXVJ...LllL xovLç è:villl Mvxi)vT),


d xtit IÌJ...Ltivpo•ÉPTJ 'lttiV•Òc; toEi:v o-xo1tÉÀ.ov,
"I).ov 't'Le; xtiilopwv xÀEWTJV 1toÀ.w , Tic; E'ltci't'TJO"ll
't'ELXE!l xc.d IlpLciJ...Lov 1tciv't'' (xÉvwo-ti 06J...LoV,
, yvwo-E-.tiL è:vilEv oo-ov 1tcipoc; è:o-ilEvov. Et OÉ J...LE yi)pllç
il�pLO"EV) IÌpXOVJ...LllL J...LOCP't'VpL MllLOVLOTI .

ToÀJ...Lll , vEwv lipxTJrÉ, a-ù yocp op6J...Lov TJilptio 'ltov•ov


ML lj.lvxocc; civopwv xÉpOEO"W 'Ì)pÉilLO"llç,
otov hEX't'lJVW OoÀ.LOV !;v).ov, orov EVELX!lç
civilpW'ltOLç illlVOC't'� xÉpOoç ÉÀEYXOJ...LEVOV.
, .,.H v ov•wc; J...LEpo'ltWV xpvo-Eov yÉvoc; Et y ' ci1tò XÉpo-ov
•TJMilEv, wc; AtoT)c;, 1t6v•oc; IÌ'7tE�ÀÉ1tE't'o.

'ExÀ.cia-ilT)v È1tt yi)ç avÉJ...L� 'ltL't'vç· Èc; 't'L J...LE dv't'�


O"'t'ÉÀÀE't'E VllVT)YÒV XÀWV!l 1tpÒ VllV't'LÀ.LT)c;;

'Ec; .t 'ltL't'VV 'ltEÀ.ciyEL 'ltLO",EVE't'E, YOJ...LCj)W't'i)pEç,


Tic; 'ltOÀ.Vç E!; opÉwv PL�llV EÀVO"E No't'oc;;
LIBRO NONO 21

Archia o Parmenione L'eco

Io sono Eco, che ciarla e non ciarla. Tu passami accanto


con lingua pia. Rispondo ciò che sento.
Si, di rimando le cose che dici ti dico: se taci
taccio. Che lingua è giusta piu di me?

P o m p eo M acro i l G i ov i n e Micene

Ero Micene, non sono che polvere qui derelitta ­


piu d'uno scoglio, irrilevante all'occhio.
Ma se ad Ilio si mira, l'illustre città le cui mura
calcai, la reggia desolando intera,
, si capirà la mia forza d'un di. Se vecchiezza mi lese,
di ciò che fui mi vale un teste: Omero.

A n t i f i lo d i B i s a n z i o Temerità

Inventore di navi, le strade trovasti del mare


e col lucro eccitasti, Ardire, i cuori.
Ahi quale subdolo legno creasti, che lucro recasti,
confutato da morte, per gli umani!
, Certo la stirpe dell'oro vi fu, se lo sguardo mirava,
come l'Inferno, dalla riva il mare.

30 Zeloto o Basso Il pino

Pino a terra spezzato dal vento - perché mi mettete,


precocemente naufragato, in mare?

3I Zeloto Sullo stesso tema

Carpentieri, perché l'affidate al pelago il pino


che scirocco dai monti sradicò?
ANTOLOGIA PALATINA 22

Ai:cnov ovx [cro(J.cu 'ltOV'tOu crxtiq>oc; Éxilpòv til)'tcttc;


oÉvOpEov· Év XÉPCTC(.l 'trtc; aÀ.Òc; otoa. 'tVXct.c;.

32 •Aot)À.ov

'Ap'tL'ltct.yfj poilLct.LCTL\1 É1tL xpoxtiÀ.a.LCTL (J.E vfja.


xa.t (J.lJ'ltW xa.pO'ltOV XV(J.Cl'toc; tilj/a.(J.É\Itl.\1
ovo' CL\IÉ(J.EL\IE MÀ.a.crcra., 'tÒ o ' liypL0\1 É'ltÀ.lJ(J.UpE\1
XEV!-ltl. xa.t Éx CT'tct.ilEpwv i)p'lta.CTE\1 TjL6vwv
' ohtioa. OELÀ.tl.Ltl.\1 (xa.t) Ci(y)EL xÀ.6voc;, n YE 'trt 'ltO\I'tOU
XEV(J.tl.'ttl. xijv XÉPCTC(.l À.oLyLa. xijv 'ltEÀ.tiyEL.

33 KuÀ.À.t]v(ou

Ov1tW va.vc;, xa.t oÀ.wÀ.a.· 'tL o ' &v 1tÀ.Éov, Et �uMv [yvwv,
(ùTJV ; <l>Ev, 1tticra.Lc; oÀ.xlicrL !-loi:pa. xMowv.

MupLa. (J.E 'tpL\jia.cra.v CL(J.E'tPTJ'tOLO ila.À.ticrcrT}c;


XV(J.tl.'ttl. xa.t XÉPCTC(.l �tl.LÒ\1 ÈpELCTtl.(J.É\IT}\1
wÀ.ECTE\1 ouxt M)..a.crcra., \IEW\1 q>6�oc;, ti)..).' É'ltL yct.LT}c;
"Hq>a.Lcr'tOc;. TLc; ÉpEi: 'ltO\I't0\1 CL'ltLCT'tO'tEpov ;
, "EvilEv Eq>uv ti1t6À.wÀ.a., 1ta.p' TjLO\IECTCTL OÈ XEL!-ltl.L,
XÉPCTC(.l 'tijV 'ltEÀ.tiyEUc; ÉÀ.1tLOCl (J.E(J.q>O!-lÉ\11'}.

35 Tou ctu'tOu

"Ap'tL (J.E 'ltT}YW(J.É\IT}\1 CLXCL'tOU 'tPO'ltL\1 ECT'lttl.CTE YEL'tW\1


, ' , ' ' ' ,
'ltO\I'toc; XT}\1 XEPCTC(.l ELc; E!-LE (J.T}\Itl.(J.EVoc;.
LIBRO NONO 23

Odio di venti, che in terra marini rovesci conobbi,


felice scafo non sarò nel mare.

32 Anonimo Mareggiate

Scafo costrutto da poco, sugli umidi ciottoli stavo,


ignaro degli azzurri flutti. E il mare
non m 'aspettò; ma quell'onda selvaggia, dal lido sicuro,
debordando rapf la navicella:
, presa nel vortice fu. Rovinose le furono l'onde
in terraferma e nell'aperto mare.

33 C i l l e n io Il fato

Nave non ero: perii. Cos'avrei, negli alti fondali,


patito? Il fato d 'ogni barca è un'onda.

34 A n t i f i l o di B i s a n z i o L'incendio

Onde innumeri corsi, d'illimiti mari; un istante


sulla terra posai. Ma non dal mare -
spettro di navi - la morte mi venne : perii sulla riva,
di fuoco. E dunque il pelago piu infido?
' Io, dove nacqui perii. Qui giaccio, sul lido; alla terra
ciò che dall'acqua m'aspettai rinfaccio.

35 Antifilo di Bisanzio Sul lido

Chiglia appena costrutta, l'attiguo maroso mi franse,


anche sul lido contro me furente.
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tz VNI�V'IVd VmO'lO�NV
LIBRO NONO

Secondo L'altro naufragio

Sono una barca, che strade percorse d'illimite mare


e azzurri flutti tanto navigò;
né mi sospinsero in secca marosi di foschi libecci
né mi colò scirocco nero a picco :
, naufraga adesso nel fuoco, la terra rimprovero, infida,
cercando i flutti - l'elemento mio.

37 S t a t i l i o F i acco Fonte « La Quiete"

-Taci, attingendo l'acqua!


- Perché ?
- Non attingere, fermo !
-Come?
- Ho la dolce linfa di Quiete.
- Fonte spiacente.
- Ma gusta! Spiacente vie piu mi dirai.
- Che flusso amaro !
- Quanto ciacolare !

Anonimo Per soli uomini

Uomo sei, tu che vieni, straniero? Attingi alla fonte!


Molliccio sei? Non bere me per scusa!
Sono una linfa virile, piacevole a uomini e basta;
per i mollicci, la natura è acqua,

39 Musicio Schermaglia

Disse Ciprigna alle Muse : « Ragazze, onorate Mrodite,


o Cupido armerò contro di voi » .
A Ciprigna le Muse: « Riservalo ad Are lo scherzo :
codesto bimbo, no, per noi non vola ».
ANTO L OGIA PALATINA

Où l-L0\10\1 VO'!-LtVTitrL xrxt Èv O''tO\IOE\I''n xuooq.LQ


PUOI-L. à.pEL'tOÀ.!-LOU �U!-LÒ\1 'A\lrl�L!-LÉVOUç,
à.À.À.<1 xrxt Èx 1t6v-.ou, ém6-.' EO"XLO"E vi'jrx MÀ.rxaarx,
à.a1ttç, Ècp ' TJ(..L E'tÉpT)ç VTJ�cX(..I. EV0\1 arxvtooç.
, Ei.1-1t oÈ xi}v 1tEÀ.tiyEL xrxt È1tt x�ovòç ÈÀ.1ttç Èxdv�,
-.òv �prxcrùv [x OL1tÀ.wv puarx!-LÉVTJ �rxvti-.wv.

'H 1ttXpoç !Ì.V'tL1ttXÀ.WV Èmi}prxvoç à.a1ttç !Ì.XO\I'tW\1,


i} cp6vtov a-.uyvou XU(..LC1.. cpÉpouarx!-LÒ�ou,
èiypL0\1 oùo ' éhE 1tO\I'tOç È1tL xÀ.évov f)À.rlO'E q>W'tL
xrxt 1tLxp'Ìj vrxu-.Éwv E1tÀ.E�· !Ì.À.Lcpi}optTJ,
' ausuytT)ç !Ì.!-LÉÀ.T)O'rl, xrxÀ.Òv OÉ O'E Cj)Op't0\1 èiyouarx,
vrxt cptÀ.oç, Eùx-.rxtwv lixptç E�TJV À.L(..I.Évwv.

42 'IouHou A Ew\llSou

Ei.v Évt XLVOuvouc; tcpuyov ouo Mup-.i.À.oc; o1tÀ.�,


'tÒV !-LÈV !Ì.pLO''tEUO'rlç, 'tÒ\1 O' È1tL\IT)�tX!-LEVoç,
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awi}dc; XEXpL(..I.ÉVT)\1 XU(..Lrl'tL xrxt 1tOÀ.É!-L� ·

43 ll apJ.lE\Ilw\lo� M a xES6"o�

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oouÀ.Euaw, MouaÉwv èivilErx �oaxÒ!-LEVoç.
Mtaw 1tÀ.ou-.ov livouv, xoÀ.tixwv -.pocp6v, oùoÈ 1trxp' òcppùv
a-.TjaO!-LrlL" o!o' oÀ.tyT)ç OrlL'tÒc; EÀ.EuilEptT)\1.
LIBRO NONO

Zosimo d i Taso Lo scudo

Non nelle mischie soltanto, nei torbidi amari di guerra,


salvo al prode Anassfmene la vita:
anche dal mare lo trassi, spezzata dal mare la nave,
io scudo, in salvo - tavola suprema.
, Qui la speranza per lui, sulla terra e nel pelago : il prode
da una duplice morte lo salvai.

T eon e d'A l e s s an d r i a Sullo stesso tema

Sono uno scudo : difesa da strali nemici una volta,


ressi all'onda sanguigna della zuffa.
Quando il mare su l'uomo la furia selvaggia sospinse,
e amara fu la strage dei marittimi,
, non scordai la simbiosi : prezioso fardello, ti trassi,
amico, fino all'anelato porto.

G i u l i o Leo n i d a Sullo stesso tema

Io sono Mfrtilo : un'arma da duplice rischio mi trasse:


prode in un caso fui, nuotai nell'altro,
quando sommerse Ponente la chiglia. Fui salvo: uno scudo
ebbi , vagliato da marosi e guerre.

43 P a r m en i on e M a cedon e Povertà e libertà

Un mantello mi basta, né mai sarò schiavo del ventre,


ché i fiori mangio delle Muse. Aborro
stolta ricchezza che nutre chi adula, né sto coi superbi.
Pasto frugale è libertà: lo so.
ANTOLOGIA PALATINA

44 l:'ta'tuÀÀtou �),.6.xxou (? )

Xpucrò'll à'lli)p Evpwv EÀ.mE �p6xov· CLV'tcXP o xpucròv


8v M7tE'II oùx Evpwv Tj\j�E'II o'll EupE �p6xo'll.

45 l:'ta'tuÀUou t%1)..6.xxou (? )

XpucrÒ'II àvi)p o !J.È'II EÙpE'II , o o ' wÀECTE'II' W'li o !J.È'II EVPW'II


p�\j�E'II, o o' oùx EVpW'II ).uypÒ\1 EO'I")CTE �p6xov.

ll'l") pÒc; èi7t a�c;, f) q>Éyyoc; tOEL'\1 i')7tCL�OCL 'tEXÉCTilCL�


EÙçCLIJ.É'II'I") , 00�iic; EIJ.IJ.OPE\1 EÙ'tUXL'l")c;.
'tLX'tE y!Xp tEùwc;t &EÀ7t'trL IJ.E't où 1toM xat 'tP�7toill)..ou

CLÙ'ti'jiJ.CLP yÀUXEpÒ'II q>Éyyoc; ÈCTdOE cpfiouc;.


, "Ap'tEIJ.�c; àiJ.q>O'tÉpo�crw È7tljxooc;, il 'tE Àoxd'l")c;
IJ.CLLCL XCLL àpyEWG'N q>wcrr.p6poc; i) CTEÀfiW'II .

47 'A5tcrno't0v

TÒ\1 Mxo'll Èç toLW'II IJ.CLsG'N 'tpÉcpw, oùx ÉilÉÀoucra,


&;).).&; 1-1' àvayxlisn 7tO�IJ.É'IIo c; àcppocrvv'l").
Aùç'l")ilELc; o ' v7t' É!J.ov, xa.. • É!J.ov 7tliÀ� il11pLo'll ECT'ta�·
iJ xlipLc; &;).).fiçaL 'ti)v cpvcrw où ovva'ta�.

Zruc; xvxvoc;, 'tCLVpoc;, CTti'tupoc;, xpucròc; OL' EpW'tCL


Al) o'l")c;, Evpw7t'l")c;, 'A'll'tL67t'l")c;, Aavti11c;.
LIBRO NONO

44 S t a t il i o F i ac c o L'oro � il cappio

Chi trovò l'oro, il cappio lasciò; chi l'oro lasciato


non trovò, strinse il cappio che trovò.

45 S t a t i l i o F i acco Sullo stesso tema

L'oro, chi lo trovò, chi lo perse; ma il cappio funesto


gettò via chi trovò, chi no lo strinse.

A n t i p a t ro M a c e d o n e La cieca

Chiese una sterile cieca, pregando, la luce degli occhi


o un figlio, ed ebbe duplice fortuna:
ché generò poco dopo, d'un tratto, e la tanto agognata
luce soave vide, li per li.
, Fu la patrona dei parti, che schiara di lume lucente,
ad esaudire entrambi i voti : Artèmide.

47 Anonimo Il lupacchiotto

Di malavoglia lo nutro coi miei capezzoli il lupo:


stoltezza mi costringe di pastore.
Contro di me, cresciuto da me, sarà belva : ché nulla
. '
riconoscenza su natura puo.

Anonimo Metamorfosi

Zeus per amore d'Antiope, di Danae, di Leda, d'Europa


satiro e oro e cigno e toro fu.
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LIBRO NONO

49 Anonimo Addio

Tanti saluti, Speranza, Fortuna, ché il porto raggiunsi.


Nulla piu tra di noi : beffate gli altri !

Mi mnermo Le chiacchiere

Pensa a godere : fra i concittadini malevoli, sempre


chi dirà male ci sarà, chi bene.

Platone Il tempo

Tutto, il tempo si porta: traveste, una lunga durata,


nome e figura e indole e fortuna.

Carpi l l ide Il premio

Uno ai pesci mirava, con l'amo crinito, sul lido:


trasse il teschio d'un naufrago spelato.
S'impietosi di quel morto sfornito di corpo, una tomba
levò, scavando con la mano nuda,
, e un tesoro nascosto trovò. Proprio vero che ai giusti
la ricompensa di pietà non manca.

53 Nicodemo o Basso Jppocrate

Luce Ippocrate fu dei mortali : salvava le genti,


c'era nell'Ade scarsità di morti.
ANTOLOGIA PALATINA

54 Mn1txpcbovc;

Pi'jpctc;, btÒ:\1 (..L È\1 a'ltii, 'ltlic; EUXE'tct�· i1v OÉ 'ltO't' [Mn,
(..LÉ(..LcpE'tct�· EO''t� o' O:Et xpEL0'0'0\1 ocpELM(..LE\10\1.

55 AovxL)..).(ov, ot S t Mtvtxpcbovc; l:C1J.Ltov

Et ·ne; yT)pciO"ctc; �fiv EUXE'tct�, èi!;�6c; ÈO''t�


YTJPciO'xELv 'ltoÀ.À.ò:c; Etc; hiwv oExcioctc;.

"E�pou 9pT}�XLOU xpu(..L (il 'ltE'ltEOT}(..LÉV0\1 uowp


vljmoc; ÉO'�cttvwv oùx [cpuyEv Mvct'tov·
Éc; 'ltO'tGt(..LÒ\1 o ' i)oT} À.ctyctpou(..LE\10\1 i:xvoc; ÒÀ.�O'�wv,
xpu(..L(il 'tovc; ci1tctÀ.ovc; ctùxÉvctc; ci(..LcpExcipTJ.
' Kctt 'tÒ (..Lt\1 È!;EO'UpT) À.omòv OÉ(..Lctc;, 1Ì oè (..L É\IOUO'Gt
o��c; aVGtj"XGtLT}\1 ELXE 'tcicpou 'ltpÒcpctO'W.
�vO'(..Lopoc;, Tjc; woi:vct o�EI.À.ct'to 1tup 'tE xctt uowp·
ci(..LcpO'tÉpwv OÈ OOXW\1 OÙOEv6c; ÈO''t�" oÀ.wc;.

TL'lt'tE 'ltGt\IGt(..LÉp�oc;, Tictvo�ovt xci(..L(..LO PE xoupct,


(..LUpO(..LÉVct XEÀ.ctOEi:c; 'tpctuÀ.Ò: O�Ò: O''tO(..Lci'tW\1;
.. H 'tO� 'ltctp�Evl.ctc; 1tÒ�oc; LXE'tO, 'tciv 'tO� ci'ltT}Vpct
9pT)tx�oc; TTJpEùc; ct1.vò: ��TJO'ci(..LEvoc;;

58 'AV'tL1tCbpov

KctL xpctvctlic; Bct�uÀ.wvoc; È'ltl.opo(..Lov èip(..LctO'� 'tEi:xoc;


xctt 'tÒV É1t' 'AÀ.cpEL(il Zlivct XGt'tTJUj"ctO"ci(..LTJV
xci1twv 't' ct1.wpTJ(..LGt xctt 'HEÀ.I.o�o xoÀ.oO"O"Òv
xctt (..LÉyctv ctL'ltEWCiv 'ltUpct(..LLOW\1 xci(..Lct't0\1
LIBRO NONO 33

Menecrate La vecchieua

Se la vecchiezza non c'è, la desidera ognuno; se viene,


brontola. Sempre, nell'attesa, è meglio.

:5 5 Lu c i l l i o o M e n e c r a te d i S a m o Sullo stesso tema

Chi si fa vecchio e fa voto di vivere, dècadi d'anni


meriterà che la vecchiezza duri.

Filippo di Tessalonica L'incidente

L'acqua era come bloccata nell'Ebro di Tracia dal gelo :


vi sali un bimbo e non sfuggi la morte;
lubrica l'orma sul fiume che andava facendosi molle,
ebbe tronco dal gelo il collo dolce.
, Furono tutte le membra travolte, sparirono: il viso
sornuotava, ad esigere l'esequie.
Povera madre ! spartf le sue viscere l'acqua col fuoco :
d'entrambi parve, e di nessuno è il bimbo.

:5 7 Pamfilo La rondine

Tutto il giorno perché la tua bocca, di balbi lamenti,


misera figlia di Pandfone, suona?
Forse di verginità vaghezza ti punse, che Tèreo
con lo stupro violento ti rapi?

A n t i p a tro ( d i Tessa l o n i c a ) La meraviglia delle meraviglie

Di Babilonia rocciosa le mura percorse da carri


e lo Zeus presso l'Alleo contemplai,
e quegli orti sospesi, quel grande colosso del Sole,
delle eccelse Piramidi il travaglio,
ANTOLOGIA PALATINA 34

, !J.VIi(J.ci 'tE MctucrwÀ.o�o 1tEÀ.wp�ov· ci).).' éh' ÈcrE�oov


'Ap•É!J.�ooc; vEcpÉwv èixp� ì}Éov•ct oé(J.ov,
XE�Vct (J.ÈV 'JÌ(J.ctUpW'tO toÈ x'1jv toEt VOCTCjlL\1 'OM(J.'ItOU
"A).�oc; oùoÉv 1tW 'tOi:'ov È1t1]uycicrct"to.

59 'Av'tL1td'tpou

TÉcrcrctpEc; ctiwpoucr� 'tctVU'It'tEpuywv È1tt vw-.wv


N'Lxct� tcr1]p[ì}!J.ovc; utÉctc; à.ì}avci'twv,
ci !J.ÈV 'Aì}avctLctV 1tOÀE(J.cto6xov, ci o ' 'Acppoo['tctV,
à. oÈ "tÒ\1 'A).xdoctv, ci o' cicp6�1]"tOV "Ap1],
, crE'Lo xa•' Eù6pocpov ypct'lt"tÒv •Éyoc;· Èc; oÈ vÉov•ct�
oùpctv6v, w 'Pw(J.ctc; fct'LE 'ltci'tpctc; EPU!J.ct.
8d1] à.vCxct'tov (J.Èv o �oucpciyoc;, à. oÉ erE Ku1tp�c;
Euyct(J.ov, EUIJ.TJ'tL\1 na).)..cic;, lhpEcr'tov "ApTJc; .

6o ALo5wpou

llupyoc; oo' Ei.vctÀL1]c; È1tt xo�pciooc;, OUVO(J.ct VlJCTl[l


'tctÙ'tÒV EXWV, op(J.ou CTÙ!J.�oÀ6v d(J.� «<>cipoç.

6I 'A5ÉCT1tO'tOV

fu(J.vòv i.ooucrct Acixctwct 1tctÀLV'tpo1tov Èx 1toÀÉ!J.o�o


1tct'Lo' (òv (c; 'ltci'tpctv wxùv Uv•ct 1t6oa,
à.v"tL1J à.C!;ctcrct o�' i}1tct'toc; i]ÀctCTE ).6yxctv,
èippEVct p1]!;ct!).ÉVct cpì}éyyov È1tt X'tct(J.ÉVl[l'
, « 'A).).é•p�ov I:1tcip•ac;- EL'ItEv - yÉvoc;, EPPE 1tpòc; "A�octv,

Epp', È'ltd È�EÙcrw 'ltct"tpLOct xctt yEvÉ"tctv ».

62 Evi)vou

EE'Lvo�, 't'Ì")V 1tEpL�W"tOV È!J.È 'lt"tOÀLV, "I).�ov tpl)v,


't'Ì")V 1tcipoc; Eu'ltupyo�c; 'tELXECT� xÀnso!J.ÉV1JV,
LIBRO NONO 3 .5

, il Mausoleo gigantesco; ma quando d'Artèmide vidi


alto svettare nelle nubi il tempio,
tutto sbiadito mi parve, pensai che all'infuori d'Olimpo
Elio giammai tale beltà non vide.

A n t i p a t r o ( d i Tes s a l o n i c a ) Gaio Cesare


59

Levano quattro Vittorie sul dorso dell'ali spiegate


altrettanti figlioli d'immortali,
l'una Pallade Atena pugnace ed un'altra Ciprigna,
Are impavido un'altra, un'altra Alcide,
, sopra la volta dipinta dell'alto palagio, volando,
Gaio, presidio della patria, al cielo.
Èracle invitto ti renda, marito felice Ciprigna,
Are intrepido, Pallade saggissimo.

6o D i odoro Faro

Eccomi : torre su roccia marina, dall'isola ho nome,


sono il segnale dell'ormeggio, Faro.

6r A n o n i mo La madre spartano

Vide una madre spartana suo figlio, che nudo tornava


dalla battaglia, a gran carriera, in patria.
Corsagli incontro d'un balzo, gli vibra nel fegato l'asta,
e virilmente sull'ucciso esplode :
' «Razza aliena da Sparta, va' via, maledetto, nell'Ade!
ché la patria smentisci e la tua stirpe» .

E v e no Troia

Ospiti, fui la divina città celebrata di Troia '


famosa un tempo per turrite mura,
ANTOLOGIA PALATINA

atwvoç "t'ÉcppT) XCl"t'EOTJOOXE\1' ci}.),,' Év '01J.TJPt!l


xE�IJ.Cl� xaÀ.xdwv (pxoç (xoucra 'ltuÀ.wv.
' OùxÉ"t'� j.J.E O'XCÌtVE� TpwocpiMpa ooupCl"t'' 'Axa�wv,
miv"t'W\1 o ' 'E)..).l). vwv XELO'OIJ.Cl� iv O'"t'OIJ.ClO'W.

Auoi) xat yÉvoç dj.J.t xat OV\IOj.J.Cl, "t'W\1 o ' CÌ'ltÒ K6opou
O'Ej.J.\IO"t'ÉpT) 'ltClO'W\1 ELj.J.� o� • •A\l"t'Lj.J.Clxov.
TLç ycì.p EIJ.' ovx i]ncrE; TLç ovx civEÀ.É�a"t'o Auol)v,
"t'Ò �uvòv Moucrwv ypCÌIJ.IJ.Cl xat 'Av"t'�IJ.cixou ;

64 'AcrxÀ'!}1nciSou, o[ St 'Apx[ou

Au"t'at 'ltO�IJ.aLvov"t'a IJ.EO'TJIJ.�pwcì. IJ.fiÀ.cì erE Movcra�


EOpClX0\1 Èv XPClVClo�ç ovpEO'W, 'HcrLOOE,
xa.L ero� xa.À.À.�'ltÉ"t'T)À.ov, tipucrcrCÌIJ.EVa.� 1tÉp� micra.�t
WPE�a.\1 ocicpva.ç LEpÒv cixpEj.J.OVa.,
' owxa.v oÈ xpciva.ç 'EÀ.�XW\ILOoç EV�E0\1 ilowp,
"t'Ò 'lt"t'Cl\IOV ml>À.ou 'ltpOO'�E\1 EXOtVEV ovu!;·
ov crù xopEO'O'CÌIJ.EVoç IJ.ClXCÌpwv yÉvoç (pya. "t'E j.J.OÀ.'lta�ç
xa.t yÉvoç cipxa.Cwv Eypa.cpEç niJ.��Éwv.

fii j.J.È\1 Ea.p XOO'j.J.Oç 'ltOÀ.UOÉVOpEOV, a.t�Ép� o' èicr"t'pa.,


'EHcio� o' i]oE x�wv, oi:oE oÈ "t'TI 'ltoÀ.E�.

Mva.j.J.OcrV\ICl\1 EÀ;E M[.L�oç, o"t'' ExÀ.UE "t'éiç [.LEÀ.�cpwvou


:1:a.7tcpovç, [.Li) oExci"t'av Movcrav Exoucr� �po"t'ot
LIBRO NONO 37

ora da cenere d'evi mangiata. Ma resto in Omero,


col baluardo di ferrigne porte.
, Piu non mi scalzano !ance fatali d'Argivi: dimora
avrò sul labbro degli Elleni tutti.

A s cl e p i a d e La 'Lidia'

Lidia di stirpe e di nome, di tutte le figlie di Codro


piu cospicua son io, per via d 'Antimaco.
Chi non cantò la mia gloria? Chi mai non ha letto la Lidia,
che scrisse, insieme con le Muse, Antimaco ?

A s c l e p i a d e o A rc h i a Esiodo

Tu meriggianti greggi pascevi : su monti rupestri,


Esiodo, te le Muse stesse videro,
e predilessero te sopra gli altri: ti porsero un ramo
tutto fronzuto dell'alloro sacro,
, e della fonte eliconia quell'acqua divina, sprizzata
dall'unghia del destriero alato un di.
Te ne saziasti, e la stirpe divina cantasti e i lavori
e dei vetusti semidèi la stirpe.

Anonimo Gli Ateniesi

Lustro il maggio alla terra, le stelle al cielo, alla Grecia


questo paese, questi alla città.

66 Antipatro d i Sidone La decima M usa

Saffo dolcissima udi, sbigottita, Mnemòsine: in terra


un'altra Musa paventò : la decima.
ANTOLOGIA PALATINA

I·niÀ.T)V (..l.T)'t'pud'jç, (..l. �Xpà.v 'ì..ti)ov, EO''t'E(j)E xoupoç,


wç �L0'\1 i]'ì..M.x�a� xat 't'p67tOV OLé(..l.EVOt; '

i] OÈ 't'<icp((.l XÀ.tv�ÉV't'CL XCL't'ÉX't'CLVE 1tCL�OCL 1tEO'OUO'CL.


ll>EVYE't'E J.l.T)'t'pudjç xat •<icpov ot 7tp6yo'Vo�.

68 .A5É<r1tO'rOV

MT)'t'pu�at 7tpoyé"Vo�aw à.d xaxé"V· ouoÈ cp�À.ouaa�


at!>sovaw· ll>aLOpTJV yvw�� xat '17t7t6À.v•ov.

69 llap�Eviwvoc; MaXEoovoc;

MTJ•pudjç ovaJ.l.TJ'V�t; à.d xé'ì.. oç ouo' Èv Ept.m


i)moç· otOCL 7t<i�T) O'W(j)pOVOt; '17t7tOÀ.U't'OV.

70 Mva<r�}.xou

Tpav'ì..à. (..l.tvupo(..l.Éva, llavo�ovt 7tCLp�ÉvE, cpwv�,


TT)pÉoç ou �EJ.l.�'t'WV à.l)ia(..l.É'VCL À.EXÉW'V,
't'L7t't'E 7tCLVCLJ.l.Ép�oç yoà.E�t; à.và. OWJ.l.CL, XEÀ.�ooi:;
TiauE', È7tEL aE J.l.É'VEL xat xa•ém'V O<ixpva.

7I 'Av-r�q>(}.ov Bv�av·dov

KÀ.w'VEt; à.7tTJ6p�o� 't'CL'VCLfjç opuéç, EilaxLo'V ill)ioç


à.vop<iaw éi.xpT)'t'OV xau(..l.CL cpvÀ.a.aao(..l.Évo�ç.
EV7tÉ't'CLÀ.OL, XEp<i(..l.WV CT't'EYCL'VW't'Epo�, o1.xLCL cpCL't''t'WV,
o1.xLCL 't'E't''t'LYWV, E'VO�o� à.xpE(..l.évEç,
:J X'Ì] J.l.È 't'Ò'V V[J.E't'Épa�aw u1tox'ì.. w�É'V't'CJ. xé(..l.a�a�v
pucraa�· à.x•Lvwv 'Ì]EÀ.tou cpvy<ioa..
LIBRO NONO 39

Anonimo La matrigna

Della matrigna cingeva di fiori la stele un ragazzo­


credeva persa con la vita l'indole.
Cadde la stele e l'uccise, redine. Fuggite, figliastri,
di chi matrigna fu la tomba stessa!

68 Anonimo Sullo stesso tema

È una matrigna ai figliastri rovina: neppure se ama


(vedi lppolito e Fedra ) li risparmia.

Par m e n i o n e M a c e d o n e Sullo stesso tema

È, di matrigna, funesta la rabbia, né amore la placa :


so quanto il casto lppolito patf.

Mnasalce La rondine

Tu che l'illecito letto sapesti di Tèreo, e ti duoli


con balba voce, figlia di Pandione,
rondine, dimmi, perché tutto il giorno per casa ti lagni?
Basta! O avrai di che piangere piu tardi.

71 Antifilo di Bisanzio Ombre

Pensili frasche di quercia larghissima, vertici d'ombra


a chi si guarda da caldura immite,
meridiane ramaglie, piu dense di tetti, fronzute,
di palombe dimora e di cicale,
' anche me difendete redine qui sotto le chiome
vostre, fuggiasco dal solare abbaglio.
ANTOLOGIA PALATINA

Euxo).oc; 'Epi-Ldc:tc;, w 1tO�I-LÉvEc;, tv oÈ 'Y'i).c:tx"t"�


XCLLPWV xc:tl opuLV(() 0"1tEVOO!-LÉVO�c; 1-LÉ)..�"t"�'
à.).).' oùx 'Hpc:tÙÉT}c;, E\lc:t oÈ x"t"t).ov 'Ì) 1tc:tXÙV èipvc:t
c:tL"t"EL xc:tt 1tà.V"t"Wc; EV Moc; tx).É"(E"t"c:t�.
, « 'A).).à. Mxouc; ELP'YEL ». Tt oÈ "t"Ò 1tMov, Et "t"Ò cpu).c:tX�Èv

è)).).u"t"c:t� Etu Mxo�c; Et�' \mò "t"OU cpù).c:txoc;;

73 ' A vncp D .ou Bu t; ct v 't (ou

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'lt).CL"(X"t"Ò\1 uowp to(o�c; pEÙ!-LCLO"�V à.V"t"L'ltc:t).ov,
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LIBRO NONO

A n t i p a t r o ( d i Tessa l o n i c a ) Ermete ed Eracle

Placido Ermete gradisce, pastori, libami di latte


e d'un miele selvatico di quercia.
Èracle no, ché un ariete richiede, un agnello carnoso,
o comunque una vittima si sceglie.
, - Già, ma dai lupi difende. - Che conta, se il bene in custodia
siano i lupi a distruggerlo o il custode?

73 Antifilo d i Bisanzio L'Euripo

Mare d'opposte risacche del golfo d'Eubea, vagabonda


acqua che lotti con le tue correnti,
quale subdolo flusso tre volte in campo (alle navi
prestito breve) lanci, notte e di!
, Quale prodigio! Stupisco. Perché quella rissa? Non chiedo :
la natura insondabile lo sa.

74 Anonimo ProprietiJ

Già d' Achemènide, il campo san io di Menippo; di nuovo


dall'una all'altra mano passerò.
L'uno credeva d'avermi, lo crede l'altro. Padrone
in effetti non ho, se non la Sorte.

75 E v e n o d i A sc a l o n a 1.4 viu e il caprone

Rodimi pure alla base: darò tanto sugo, caprone,


da libare su te quando t'immolano.

Antipatro L'uccello cantore

Due le tagliole: cattura la prima un tordo carnoso,


l'altra, col crine di cavallo, un merlo.
ANTOLOGIA PA L ATINA

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i}u�o�épo\1 sciÀ.ou XÉ\I'tpov EXOUO'Cl \16({,)·
« "ApO'Ev 1tup E'tEXE\1 Tpo�O'. .:1tt· utyà:p Éyw 1tup

7tÉ��w É7tL Tpo�� 1tfj�C1 cpÉpo\11:0'. Ilcipw·


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78 Atwv(oou [Tapav·dvou]

Mi) �É��n �· &.7tÉ7tEtpov tid MÀ.7toUO'O'.\I Ò7twp1Jv


axpaOCl, 't'IÌ\1 XO'.p7to�c; 7tcX\I'tO'tE �pti}o�É\11]\1.
'07t7tOO'Cl yà.p XÀ.O'.OEWO'L 7tE7tC1�\IO�EV, ri..À.À.oc; ucpÉÀ.XEL ·

cm1toO'Cl o · w�à �ÉvEL, �TJ"Pt 7tEptxpÉ�Cl'tClL.

79 T o u a ù ,; o u A t w v l o o u

Av-,;oi}EÀ.i) c; XC1p7toùc; à.1to1:É�vo�ClL, à.)..)..à. 7tE7tdpouc; ·


7tC1UO'O\I, �'lÌ O'XÀ.T]po�c; 'tU7t'tE �E XEP�O'.o�otc;.
MTJV�O'EL xe1t Bcixxoc; Éw�p�sov-,;t -,;&. xd\lou
EPYCl' Auxoupynoc; �'lÌ À.Cli}É'tw O'E -,;uxTJ.

8o T o u a ù ,; o u A t w v l o o u

Ma\l'ttEc; à.O"'tEpoEO'O'Cl\1 oO'ot STJ'tE�'tE xÉÀ.Eui}o\1,


EPPOL't ', dxCl�T]c; �EuooÀ.6yot O' o<p�T] c;.
'Y�ÉClç acppOO'U\11] �ClLWO'Cl'tO, -,;oÀ.�Cl o' f'ttX'tE\1,
ùlj�O\IClc;, ovo' i.O�T]\1 ELOO'tClc; à.xÀ.dT]\1.
LIBRO NONO 43

L'una, però, dalla morsa del laccio non libera il tordo,


con la sua carne florida, all'aurora;
, l'altra l'uccello ch'è sacro rilascia : nei sordi laccioli
v'è pei cantori non so che riguardo.

77 A n t i p a t ro d i T e s s a l o n i c a La vende/la di Era

Era parlò, con l'assillo geloso vorace nel cuore,


dalla beltà di Ganimede rosa:
« Nacque per Zeus una fiamma virile da Troia : una fiamma
io manderò che Troia incendi : Paride.
, Anzi che un'aquila, i figli di Troia sparvieri vedranno,
nel saccheggio dei Greci, banchettare » .

Leon i d a ( d ' A l e s s a n d r i a ) L'acerbo

Non biasimarmi se, pero selvatico, acerbi raccolti,


pur se di frutti sempre onusto, nutro.
Quanto sui rami matura, lo rubano; resta l'acerbo,
che in tomo pende dalla pianta madre.

79 Leon i d a Monito della vite

Lascio che frutti da me si dispicchino, solo maturi :


con dure pietre non colpirmi, basta !
Andrà in collera Bacco con chi le sue opere offende.
La sorte di Licurgo non scordare !

Bo Le o n i d a Gli astrologi

Voi che la via delle stelle frugate, in malora, profeti,


della scienza del caso ciurmatori !
Ché levatrice vi fu la follia, vi fu madre l'audacia ,

ne conoscete l'onta che v'affiigge.


,
ANTOLOGIA PALATINA 44

81 KpLvcq6pov

Mi} EL'ltU<; Mvct'tOV �LO'tfj.; opov· Etat Xct!-LOUC'LV,


W<; SWOt<;, à:pxat C'V!-LCj>OpÉWV É'tEpctL.
"Al}pEL NLXLEW K�ov 1-16pov· fJoTJ EXEL'to
ELV 'ALOU, VEXpÒ<; o ' il).i}EV {m' i}ÉÀ.LOV'
, Ò:a'tOL yà:p 'tU!-L�OLO 1-LE't'OXÀ.LC'C'ctV't'E<; òxfia.;
E'Cpu aav È.; 'ltowc1.; 'tÀ.1J1-1ova OLai}avÉa.

MT)o' O't0 E'lt' à:yxupT)<; oÀ.oii 'ltLC''t'EUE l}a).à:aan.


vav'tLÀ.E, !-LTJO' Et 't'OL 'ltELC'I-lct't'ct XÉpao.; EXOL.
Kat yà:p "Iwv OPI-L� ÉVLXÒ:'lt'ltEC'EV' È.; oÈ x6À.u1-1�ov
vau'tou 'tcX<; 't'axwc1.; o!vo.; EOTJC'E XÉpa.;.
, llJEUj"E XOPOL'tU'ltLT)V É'ltLVTJLOV' ÉXi}pò.; 'là:XX!.(l
'ltÒV'to.;· TvpC'T)vot 'tOU'tOV (l}Ev'to v61-1ov.

NT)Ò<; È'ltELYO!-LÉVT)<; wxùv OPÒ!-LOV Ò:!-LCj>EXOPEVOV


OEÀ.cptvE.;, 'ltEÀ.Ò:yEV<; txl}ucpà:yoL axuÀ.ctXE<;.
Kct7tpocp6vo.; oÈ xuwv l}T)patv xdvov.; txEÀ.waa.;,
OUC'!-LOPO<; w.; È'ltL yfiv Et.; �ui}òv ÈçÉl}opEV.
, "!lÀ.E'tO o' Ò:À.À.o'tpLT)<; i}TjpT)<; xà:pw· ov yà:p ÈÀ.acppÒ<;
'ltÒ:v'twv Éa'tt xvvwv ò op61-1o.; Èv 'ltEÀ.Ò:yEL.

NT)Ò<; Ò:À.LC''t'pÉ'lt'tOU 'ltÀ.ctyX'tÒV XU't'O<; dOEV à:'lt' Ò:X'tfj<;


1-LTJÀ.O�Ò'tTJ<; �À.ocrupot.; XU!-LctC'L crup61-1Evov,
Xdpct o' È7tÉppL�EV, 'tÒ o' È'ltEC''ltÒ:C'ct't'' È<; �ui}òv aÀ.!-LT)<;
't'ÒV awsovi}'• o(l't'w.; 'ltciC'LV Ò:'ltT)XMVE'tO'
' VctUT)j"ÒV o' ò VO!-LEÙ<; EC"XEV 1-LÒpov. "n OL' ÈXELVT)V
xat opv1-1ot xfipoL 7topl}I-Ltoa xat À.L!-LÉVE<;.
LIBRO NONO 45

81 Crinagora Nicia di Cos

Morte la fine non è della vita: ché prove novelle,


come per vivi, s'aprono ai defunti.
Vedi la sorte di Nicia di Cos, che nell'Ade giaceva
e ritornò cadavere alla luce.
, I cittadini l'avello forzarono, trassero al fio
lo sventurato, che mori due volte.

A n t i p a t ro d i T e s s a l o n i c a Mare e vino

Anche se all'àncora, no, non fidarti dell'onda funesta,


anche se stretto da gòmene a riva.
Cadde Ione nel porto. Marittimo, rapide braccia
aveva al nuoto: il vino le legò.
, Fuggi, a bordo, le danze sfrenate: di Bacco nemico
( questa la legge dei Tirreni ) il mare.

Filippo Il cane e i delfini

Svelta filava la nave : danzavano intorno delfini,


muta di cani ittivori del mare.
Simili a fiere, un cane che azzanna cinghiali li vide :
ahi, come in terra, in acqua si lanciò.
, Per una caccia aliena peri: ché la corsa nei flutti
per tutti i cani agevole non è.

A n t i fa n e Il pastore annegato

Una carcassa vagante di nave scorgendo dal lido,


di torvi flutti alla balia, protese
un pastore la mano; ma quella tirò nell'abisso,
rancorosa con tutti, il salvatore.
' Morte fece il pastore di naufrago. Vedovi sono,
per quel vascello, come i porti, i boschi.
ANTOLOGIA PALATINA

Nija !J.ÈV WÀ.Eijf 1tOV't"Oc;, ÈIJ.ot o ' E7tOpEV 1tCXÀ.� O<XL!J.WV


7tÀ.<XSO!J.ÉV� cpVrjEWc; vija 7tOilEWO'tÉpT}V'
7tc.t'tpòc; towv yàp Èyw oÉIJ.ac; Etc; ÈIJ.È xatp�ov ÈÀ.Mv,
!J.OVVEpÉ'tT}c; È1tÉ�T]V, cpop'toc; ÒcpE�À.O!J.EVOc;.
' "H yayE o . dc; À.�!J.ÉVac; !J.E xat Elj7tE�pEV o te; ò 7tpÉij�Vc;,
vi}1t�ov Èv yatn, oEv'tEpov Èv 7tEÀ.ciyE�.

86 ' A \l ·ncp D.. o u

IIaiJ.cpciyoc; Ép7t1J ij'ti}c; xa'tà OWIJ.c.t'ta ).�xvo�6poc; IJ.uc;,


Qlj'tpEOV cii}pi}!jc.tc; XELÀ.Eij� 7tE7t't<X!J.ÉVOV,
7tWywvoc; O�Epoi:o v6ilT]V wOci�c.t'tO ljcipxa.
<XV'tLX<X o' 01j'tpc.tx6nc; È7tÀ.<X'tcXj"TjljE OOIJ.Oc;,
, cipiJ.61jilT} o ' òovvc.ttljLV' Ò o ' Èv x).dilpo�ljW cicpux'to�c;
ÀT]cpildc; c.tÙ'tocp6vov 'tUIJ.�ov È7tEij7tcXIjc.t'tO.

87 M a p x o u ' A p y E \1 -t m p tou

MT}XÉ't� vuv !J.WUPLSE 7tc.tpà oput, !J.T]XÉ'tt cpwvn


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civ'tÉÀ.ÀE� yÀ.avxwv ljtJijXtoc; Èx 7tE'tciÀ.wv.
, KdvTJc; 'tc.tpljòv tpEtljov È7tt xÀ.cioov à.IJ.cpt " ' Èxdvn
IJ.ÉÀ1tE À.�j"ÙV 7tPOXÉWV ÈX lj'tO!J.cX'tWV XÉÀ.<XOOV.
apuc; yàp È1t' ÒpVtilEijlj� cpÉpEt 'tÒV cXVcXp!jtOV t!;ov,
à oÈ �Ò'tpVV, lj'tÉpyE� o' Ù!J.V07tÒÀ.ovc; BpÒIJ.toc;.

MEIJ.cpO!J.ÉVT] BopÉT]v È7tE7tW'tW!J.TJV \mÈp èf.À.IJ.T]c;·


1tVEL yàp ÈIJ.ot 8piJXTJc; tjmoc; oùo' èf.VEIJ.Oc;·
ci).).ci !J.E 'ti}V IJ.EÀLYTJPVV à.T]OOV<X oÉça'tO VW'tO�c;
oEÀ.cptv xat 7t'tT}Vi}v 7tOV't�oc; i)v�oxE�·
LIBRO NONO 47

Filippo di Tessalonica La scialuppa

Nave schiantata dal mare. Vagavo tra i flutti; ma un dio


piu cara nave, di natura, offri.
Verso di me puntuale veniva la salma paterna:
vi montai sopra, carico legittimo.
, Quegli al porto m'addusse. La vita due volte mi diede :
da bimbo, in terra, poi, piu tardi, in mare.

86 Antifilo Il topo e l'ostrica

Vide, un topo goloso vorace che striscia per casa,


con le due valve ben aperte un'ostrica:
morse le barbe mollicce - parvenza fasulla di carne.
Scattò d'un tratto il guscio di conchiglia,
, per il dolore si chiuse. Fu preso colui nella morsa
e una suicida tomba s'attirò.

M a rco A r g e n t a r i o La quercia e la vite

No, non gemere piu sulla quercia, sul ramo piu alto
non fare udire la tua voce, merlo!
T'è, questa pianta, nemica; tu spingiti dove la vite
spunta e da foglie cerule dà ombra.
, Sopra i viticci posando, d'intorno a quell'albero canta,
suono argentino dalla gola effondi !
Offre agli uccelli la quercia l'insidia del vischio, la vite
grappoli, e Bacco dei cantori ha cura.

88 F ilippo di Tessalonica L'usignolo e il delfino

Maledicendo la bora, su l'onde salmastre volavo :


di Tracia a me neppure il vento è dolce.
Me, rosignolo soave, sul dorso un delfino raccolse,
me, l'alato, guidava, lui del mare.
ANTOLOGIA P ALATINA

' 'IUCT't"O'ta.'t� 0' ÈpÉ't"TI Ttopi}(J.EUO(J.É'II'l') 't"Ò'\1 rlXW1tO'\I


vav't'l'JV -.ij CT't"OIJ.<hwv i}t).:yov Éyw x�Mpn.
EtpECTL'l'J'II OEÀq>i:vEc; &.EL Movcrncr�v ri(J.�cri}ov
f)wcrav· ou �JiEvCT't'l')c; (J.vi}oc; 'Ap�6v�oc;.

At!J.òv ò tsu pi)v &.1ra1J.uv o!J.É'II'l'J 1roM "('l')pwc;


N tXW crùv xovpa�c; i)xpoÀ.byE� CT't<ixuac;.
"!1ÀE't0 o ' Éx MÀ1touc;· 't"TI o' ÈX xaÀ<i(J.'l')c; cruvÉp�i}o�
vijcrav 1tupxa�i)v &çuÀov t:x -.· <ixvpw'll .
' Mi) '\IE(J.ÉCTrL, ai)(J.'l')'t"Ep, &.7tò xi}o'IIÒc; EL �po't"Ò'\1 OUCTrL\1
- - , , , ,
XOUprL� 't"O�ç "(rL�'l')c; CT7tEp(J.rLCTL\I 'l')(J.q>tECTrL'\I,

90 'AÀcpnoii M t 'tvÀ1)valov

N'l')W'\1 WXU1t6pw'll oc; t:xnc; xp&.-.oc;, L1t1ttE OrLL(J.O'II ,


xat !J.É"frL'II Eu�oC'l') c; CL!J.q>��PÉ!J.TI crx67tEÀov,
oup�0'\1 EUXO!J.É'IIO�CT� OLOOU 1tÀ.60'\I "ApEoc; &xp�c;
Èc; 1tÒÀLV Èx IupC'l')c; 1tELCT!J.rL'trL ÀVCTrL!J.É'IIo�c;.

91 ' A p x lou N E w 'tt pov

'Ep(J.ij KwpuXLW\1 'llrLLW'II 1t6Àw, w &va, xa(po�c;.


'Ep(J.Tj, xal À�'t"TI 1tpocryEÀacra�c; ocr(n.

92 'Av't t 1t a 'tpou E h a aaÀovtxt w �

ApXEL 't"É't't"Lyac; (J.Ei}ucra� op6croc;, &_).,).,à m6'11't"Ec;


<idOELV xvx'IIW'\1 Etcrl "(E"(W'IIhtpo�.


"ne; xat a.o�oòc; CL'IITJp çE'\ILW'\1 xapLV CL'\I't('L1t000V'\I('L�
V(J.'\IOUc; EUÉpX'trL�c; OLOE 1t('Li}W'\I OÀL"(rL.
' Tov'IIEX<i CTOL 1tpW-rwc; (.J.È'\1 a(.J.EL�O(.J.E'\1' i}'V O' Èi}ÉÀWCTL\1
Moi:pa�, 1toÀÀ<ix� IJ.OL xEi.crEa� Èv CTEÀLCTL\1.
LIBRO NONO 49

, Mi traghettava il piu fido marittimo; privo di remo


si smagava alla cetra del mio canto.
Sempre i delfini le Muse traghettano senza mercede:
veritiera la favola d'Arfone.

Fil ippo di Tessalonica Spigolatrice

Nico decrepita, un giorno, stornando la fame crudele,


con le sue figlie spigolava un campo.
Per la calura mori. Le compagne, con steli, con paglie,
senza legna levarono una pira.
, Non t'adirare, Demetra, se, nata dal suolo, le figlie
nei prodotti l'avvolsero del suolo.

A l feo d i M i t i l en e Preghiera

Dio di cavalli, sovrano di navi veloci, che mugghi


attorno al grande scoglio dell'Eubea,
noi ti preghiamo. Sciogliemmo le gòmene in Siria: propizia
alla marzia città ci sia la rotta.

A rc h i a i l G i o v i n e A Ermete

Sire, che a Còrico vivi, possente Ermete, salute!


Arridi, Ermete, a questo parco rito.

92 A n t i p a t ro d i T e s s a l o n i c a Le cicale e il poeta

Ebbre fa le cicale la rorida stilla: canore


piu dei cigni divengono, se bevono.
Tale il poeta: se poco riceve, sa rendere in cambio
all'ospite benefico i suoi canti.
' Eccoti il primo tributo d'omaggio : se il fato consente,
nelle pagine mie sarai sovente.
·« II.Ul."9l.017Jt)3tJ XlX20dlL 13.D 9lL 3.D.D7J"{';ub �l..DlLdX
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�Mj X 1 1\ 0'( D .D .D 3 8 n o d >. 1jl lL 1 l. I\ V , f6
oç VNI.LV'IVd VI90'10.1NV
LIBRO NONO

A n t i p a t ro di Tess a l o n i c a L'omaggio
93

Pel compleanno, a Pisone regala Antipatro un libro


scarno - ma in una notte l'ha composto.
Lui lo riceva benigno, lodando l'autore, alla stregua
di Zeus, cui molce un po' d'incenso il cuore.

94 I s idoro d i Ege Il polipo e la lepre

Preso un polipo un giorno, temendo i tentacoli, a riva


scagliò la bestia Tinnico, dal mare.
Sopra una lepre dormiente piombò, nella morsa la strinse,
scampata appena, forse, ai bracchi, ahimè !
, Quello, carpito, carpf. Ricavandone in cambio la lepre,
Tinnico in acqua lo rimanda vivo.

95 A l feo d i M i t i l e n e La chioccia

Tutta cosparsa di fiocchi nevosi, copriva una chioccia,


come in un nido, con le penne i figli,
finché il gelo celeste l'uccise - se no, rimaneva
all'aria, a sfida di celesti nubi.
, Procne, Medea, la vergogna nell'Ade vi colga, vedendo,
voi, madri umane, cosa fa un uccello.

A n tipatro di Tessalonica La dote

Disse una volta, sul punto di scendere all'Ade, alla figlia


queste parole Antigene di Gela:
« Vergine bella di gote, figliola, a una povera vita
ti sia compagno sufficiente il fuso;
' ove alle nozze tu giunga, virru di materni costumi
reca - dote saldissima - allo sposo ! »
ANTOLOGIA PALATINA

97 'AÀcpnov M t 't VÀ T) v l1 l o v

'Avopo!-LaxrJc; E'n i}pljvov <ixouo!-LEV, dcrhL TpoLT)v


oEpXÒ!-LEi}' Éx �!li}pwv 1tfi.CT(f.\l ÉpEL7tO!-LÉVT)\I
X(f.t 1-1Mov At!lv'tELov \mò CT'tEcpllvn 'tE 1tÒÀ.T)o c;
EXOE't0\1 Èl; t7t7tW\I "EX'tOp(f. CTUPÒ!-LE\10\1,
' M(f.LO\ILOEW OLtX !-LOUCT(f.\1' 0\1 où !-LL(f. 7t(f.'tptc; <ÌOLOÒ\1
XOCT!-LEL't(f. L, "((f.LT)c; o ' <Ì!-L(jlO'tÉpT)c; xÀ.L!-L(f.'t(f..

Oi.oL7tooEc; otcrcroL erE x(f.t 'HÀ.Éx'tpT) �(f.PU!-LT)VLc;


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èil;L(f. 'tljc; Bpo1-1Lou �u�À.(f. XOPOL"t'V7tLT)c;
, 't(f."'(Ò\1 É7tt "t'p(f.y�xoi:o X(f.'tTIVT)CT(f.\1 i}�!lcro�o
(f.U'toi:c; i}pWW\1 cpi}Eyl;ll!-LE\10\1 CT"t'Ò!-L(f.CTL.

99 AEw v l S ov T l1p !1 V 't lv ov

"Il;(f.À.oc; EÙ7twywv (f.Lyòc; 7tÒCTLc; E\1 7tO't' fiÀ.wii


otvT)c; 'tOÙc; fX7t(f.À.oùc; 7t!l:V't(f.c; EO(f.\jJE xÀ.!loouc;.
T� o ' E7toc; Éx y(f.LT)c; 'tÒCTov èi1tUE' « KEi:pE, x!lx�CT'tE,
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, pl."(,(f. yàp E!-L7tEOoc; OUCT(f. 7tctÀ.w yÀ.uxù VÉX't(f.p &.vi}CTEL
ocrcrov ÈmCT7tELCT(f.L ero L, 'tpctyE, i}uo!-LÉ\1� ».

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Aty(f.L� KpovLoT)c; WP!-LLCT(f.'t' Év 7tEÀ.ayEL,
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o(f.L!-LOV(f.c;, oùoÈ À.6yotc; E\jJO!-L(f.L 'AV'tL7tct'tpou·
' ÒÀ.�i.�w o', O'tL clloi:�0\1 ÉoÉl;(f.O Mt !-LE't0 "0À.U!-L1t0\l
"Ap"t'E!-L�c; OÙX èiÀ.À.T)\1 ÌÌ CTÈ À.ÉyEL 7t(f.'tp(o(f..
LIBRO NONO 53

A!feo d i M itilene O mero


97

Piangere Andromaca udiamo tuttora, sconvolta vediamo


ancora Troia dalle basi; Aiace
con la sua bellica furia; da briglie legato, travolto
Ettore lungo il serto delle mura -
, grazie alla musa d'Omero, che non d'una patria soltanto,
bensi d'entrambi i continenti è vanto.

S t a t i l i o F i acco So/ocle

Furono gli Èdipi, entrambi, l'Elettra dall'ira pesante,


Elio sviato dalla cena d'Atreo,
furono, Sofocle, gli altri volumi su re sciagurati,
tanto dei cori di Dioniso degni,
1 che proclamarono te della tragica còngrega duce,
te che per bocca degli eroi parlasti.

99 Leonida d i Taranto La vite e il capro

In una vigna, un maschio maturo, barbuto di capra


. . . . .'
tuttl l sarmentl tenen mang10.
Disse dal suolo la vite: « Tu radilo pure, malvagio,
con le mascelle il viticcio fecondo :
, saldo è il ceppo, che tanto darà di quel nèttare dolce,
da libare su te quando t'immolano » .

100 A l f eo d i M i t i l e n e Delo

Sacra nutrice dei parti di Leto, che il figlio di Crono


ferma, alla fonda nell'Egeo fissò,
per i tuoi numi, di te non dirò la sventura, bordone
io non terrò ad Antipatro. Beata!
' Désti a Febo ricetta; né Artèmide, fuori d'Olimpo,
un'altra patria, se non te, conosce.
ANTOLOGIA PALATINA 54

IOI 'AÀq>E L O U M t-c UÀ1JV Il l ou

'Hpwwv 6).1.yctL IJ.ÈV ÉV OIJ.IJ.ClOW, at o ' E"tL Àomat


'ltct-.pl.oEc; OÙ 1tOÀÀ� y ' ctl.mhEpClL 'ltEOLWV'
oi:1}v xat o-É, -.6.).awa, 1tctPEPXOIJ.Ev6c; yE Muxi)v1}v
Eyvwv, à O'X01tÉÀou '!tClv"ròc; Èp1)IJ.o-.Ép1)v,
, ClL1tOÀLXÒV IJ.TJVUIJ.Cl' yÉpwv oÉ -.te;· <( 'H 'ltOÀUXPUO'Oç ­
EL'ItEV - KuxÀw'ltwv -.flo' È'ltÉxEL-.o 'ltoÀtc; ».

I02 'Av 'twv lou 'Apydou

'H 1tptv Èyw IlEpo-Tjoc; 6.xpo'lt"rOÀtc; al.l)Epl.oto,


i] mxpòv 'I).t6.oatc; &:o--.Épa l)pEI!;ctiJ.ÉV1),
al.'ltoMota-w Evau).ov ÈP1)IJ.Cll.ota-tv &:vELIJ.ClL,
"rLO'ClO'Cl Ilpt6.IJ.OU OClLIJ.OO'W òlj;È ol.xac;.

103 Movv 6ov Mouv o: -c (ou

'H 'ltoMxpuo-oc; Éyw -.ò 1t6.Àctt 'ltÒÀtc;, i] -.òv 'A-.pELowv


orxov a'lt' oùpctvl.ou OE�CliJ.ÉV1} YEVETjc;,
i] Tpol.1}v 'ltÉpO'ClO'Cl l)E6x-.t"rov, i] �ao-I.).ELov
&:o-cpaÀÈc; 'E).).Tjvwv oùo-6. 'ltol)' TJIJ.Ll)Éwv,
, IJ.1)M�o"roc; XELIJ.ClL xat �ouvoiJ.oc; Evl)a Muxi)v1},
-.wv É1t' ÈIJ.ot IJ.Ey6.).wv ouvoiJ.' EXOUO'ct iJ.6vov.
"I).tov a NEIJ.ÉO'EL IJ.EIJ.EÀ1)IJ.ÉVOV, d yE Muxi)v1}c;
IJ.1)XW opwoiJ.Év1}c; Èo-o-t xat Èo-o-L 'ltÒÀtc;.

104 'AÀq> E L o u M L 't UÀ1Jvatov

"Apyoc;, '0IJ.1)ptxÈ IJ.ul)E xat 'E).).6.ooc; tEpòv oùoac;


xat xpuo-É1} -.ò 1t6.Àat IlEpo-Éoc; &:xp67toÀt,
Èo-�Éo-al)' i]pwwv xEI.vwv xÀÉoc; oi: 'ltO"rE Tpol.1}c;
iiPELij;ClV xa-.èt yijc; l)ELOOOIJ.OV O'"rÉ<pClVOV.
' 'A).).' i] IJ.Èv xpEI.o-o-wv Èo--.tv 'ltÒÀtc;, at oÈ 'ltEO'OUO'ClL
oEI.xvuo-l)' EUIJ.UXWV ClUÀLCl �ouxo).l.wv.
LIBRO NONO 55

IOI A l feo d i M i t i l e n e Micene

Patrie d'eroi ben poche ne restano, sono tal une


a livello del suolo, e non piu su.
Fu cosi che passando ti vidi e conobbi, Micene,
misera, d'ogni scoglio piu deserta,
, come una traccia di capre. Mi disse un vecchio : << Sorgeva
la città d'oro dei Ciclopi là».

I02 A ntonio Argivo Sullo stesso tema

Ero l'acropoli, un giorno, di Pèrseo che in alto volava :


l'astro nutrii funesto ai figli d'Ilo.
Poi, desolata ridotta di capre pascenti, pagai
ai Priàmidi numi un tardo fio .

IOJ Munazio Mundo Micene e Troia

lo, l'opulenta città d'una volta, da stirpe celeste


la casa in me raccolsi degli Atridi.
Troia fondata dai numi distrussi, saldissima reggia
ero dei greci semidèi, Micene.
, Pascolo, adesso, di bovi, pastura di pecore, giaccio,
delle grandezze piu non ho che il nome.
Troia, alla Nemesi cara tu fosti : sparita Micene,
ecco che tu ci sei, che sei città.

I04 A l feo d i M i t i l e o e Argo, Micene e Troia

Argo, leggenda d'Omero, dell'Ellade suolo divino,


dorata un tempo acropoli di Pèrseo,
spenta è ormai quella gloria d'eroi che la cinta turrita,
dai numi eretta, rasero di Troia.
' Quella, città piu potente si leva; ma voi, che crollaste,
stalle sembrate di mugghianti armenti.
ANTOLOGIA PALATINA

I O5 'ASÉrno-r:ov

'Ex).cia�lJ"' civÉJ..I.OLO'L 1t�'tuc;. T� J..I.E 'tEVXE'tE vijCL,


VCLUl]ywv civÉJ..I.W\1 XEpa6�L YEUO'CLJ..I.ÉVCL\1 ;

106 A E wv l S o: [To: p o: v 't l v o u ]

'0À.xaoCL 1tvp J-1. ' ÈvÉq>À.E!;E 'tOO'TJ\10' éiÀ.CL J..I.E'tPTJO'ClO'Cl\1


ÈV X�ovt 'tTI 1tEUXCLc; Etc; È(..LÈ XELPCLJ..I.ÉVTI,
i)v 1tÉÀ.CLyoc; oLÉawaEv, È1t' il6voc;· ciÀ.À.à. �CLÀ.ciaal]c;
't'Ì]V É(..LÈ YELVCL(..LÉ\11]\1 l]Ùpov cl1tLO''tO'tÉp1]V.

Tijv MLxpi)v !-LE À.ÉyouaL XCLt ovx l:aCL 1tOV't01tOPEUO'CLLc;


vCLuat oLL�uvEw éi-.poJ..I.ov EV1tÀ.otl]v.
Oux ci1t6(j)l]J..I.L o ' Èyw· �PCLXÙ J..I.ÈV axciq>oc;, ci).).à. �CLÀ.ciaan
miv l:aov· ov 1-LÉ'tpwv T} xp�aLc;, ciÀ.À.à. 'tVXl]c;.
, "Ea-.w 1tl]OCLÀ.LoLc; É'tÉPTI 1tÀ.Éov· aÀ.À.o yà.p éiÀ.À.TI
Mpaoc;· Éyw o ' Etl]v OCLLJ..I.OO'L O'WSOJ..I.É \11].

I 08 'ASÉ0'1tO'tOV

·o ZEùc; 1tpÒc; 'tÒ\1"EpW'tCL. (( BÉÀ.l] -.à. aà. 1tcl\l't0 aq>EÀ.OUJ..I.CLL ».


Xw 1t'tCLV6c;· « Bp6V'tC1, XCLL 1tcXÀ.L xuxvoc; EO'TI ».

I09 ' l o u >.. lou .O. toXÀÉouç

Ovx o!o' EhE acixoc; À.É!;CLL!-LL aE, -.ijv É1tt 1toÀ.À.oùc;


civ'tL1tciÀ.ouc; 1tLO''t'Ì]V aUJ..I.J..I.CLXOV W1tÀ.Laci!-L1]V,
EhE �É�CLL0\1 ÉJ..I.OL 1t6V'tOU O'Xclq>Oc;, il i-L' a1tÒ Vl]Òc;
oÀ.À.uJ..I.ÉVl]c; xoJ..I.LO'CLc; \ll]x-.òv È1t' i)L6vCLc;.
' ..ApEoc; ÈV 1tOÀ.É!-LOLc; Eq>uyov x6À.ov E\l 'tE i)CLÀ.ciaan
Nl]pijoc;· aù o ' &p' Tic; O'ltÀ.0\1 Èv aJ..I.(j)O'tÉpoLc;.
LIBRO NONO 57

105 Anonimo Il pino

Pino spezzato dai venti. Di me perché fare una nave,


se in terra vènti naufraghi gustai?

106 L e o n i da ( d ' A l e s s a n d r i a ) L'incendio

Nave che il pelago corse, che in terra la fiamma riarse,


là dove il pino fu per me reciso,
salva dai flutti, perii sulla riva: piu infida del mare
quella che diede a me la vita fu .

10 7 A n tipatro di Tessalonica La « Piccola»

«Piccola» il nome che ho, né la rotta dirigo - si dice ­


come i vascelli d'altomare, impavida.
Io non lo nego : modesto lo scafo ; ma il mare livella,
né la misura, ma la sorte conta.
, Barra piu valida ha un'altra: l'ammetto; ma il punto di forza
varia. Salva mi facciano gli dèi!

108 Anonimo Zeus e Cupido

Zeus ad Amore: «Le frecce che hai te le tolgo» . E l'alato:


«Tuona! ché cigno ti farai di nuovo ! »

10 9 Giulio Diocle Lo scudo salvatore

Contro tanti nemici brandito, compagno fedele,


se scudo io debba dirti non lo so,
o definirti uno scafo di mare sicuro, che a riva
traesti me da naufragata nave.
' Scampo dall'ira di Are trovai nella guerra, di Nèreo
in mare : l'arma, in ambo i casi, tu.
ANTOLOGIA PALATINA

I lO 'AÀ<pEtou M t 't UÀ1}'>1alou

Ov CT'tÉpyw �lli>UÀ.'J)touc; apovp!lc;,


ovx oÀ.�ov 1toMxpucrov, OL!l ruy'J)ç;
!lV'ttipxouc; EP!liJ.!lL ��ou, M!lxp'LvE·
'tÒ 'IJ.'J)i>Èv' y!Ìp 'ay!lV' ay!lV IJ.E 'tÉp1tEL.

III 'Apxlou M t 't UÀ1}'>1alou

E>p{jtx!lc; !l�Vd'tw 'ttc; O'tt CT'tOV!lXEVCTt IJ.ÈV UL!lc;


IJ.'J)'tÉpoc; EX xoÀ.1tWV 1tpòc; cptioc; ÈPXO!J.Évouc;,
EIJ.1t!lÀ.L o ' éÀ.��soucrw ocrouc; !lLWV!l À.L1tOV't!l<;
a1tpo�oi)c; K'J)pwv À.ti'tptc; EIJ.!lpljJE !J.opoc;.
5 Ot IJ.ÈV y!Ìp SWOV'tE<; ad 1t!lV'tOL!l 1tEpwcrw
Èc; X!lxti, nt OÈ x!lxwv EÙpov &xoc; cpi>LIJ.EVOL.

I I2 ' A '>l 't L 1! ét 't p ou E h 11 11a A. o n x l w ç

Tptc; OÉX!l j..lE 1tVEUCTEW x!lt otc; 'tP�Il iJ.liV'ttE<; &cr'tpWV


q>!lCT�V, ÈIJ.ot o ' apXEL X!lt OEXIÌ<; i) 'tpt'tti't'J) .
'tOV'tO y!Ìp avi>pw1tot<; �to'tfj<; opoc;, o t O ' È1tt 'tOU'totc;
NÉcr'topv Xllt NÉCT'tWp o ' i]À.ui>Ev Etc; 'A�O'J)V.

Ot xéptc; &xpt xépou xopÉcr!lno j..lo u· !X)..),' ÈxopÉcri>'J)v


&xpt xépou x!lv'tÒ<; 'toùc; x6ptc; Èxxop�cr!lc;.

I I4

filltOÒ<; acp' Ù�À.wv XEpaj..lW\1 Ù1tÈp éixp!l j..LÉ'tW1t!l


XU1t'tOV'to<; - Mo'Lpllt V'J)maxotc; &cpo�ov ­
j..llJ't'J)p Èsomi>EV IJ.!lS� IJ.E'tÉ't pEijJE VO'J)IJ.!l·
otc; OÈ 'tÉXV� sw'Ì]v EV xExaptCT'tO yti:À.!l.
LIBRO NONO 59

I lO A l fe o d i M i t i l e n e Limite

Campi folti di messi non li voglio


né dorata opulenza, come Gige,
ma una vita che basti a sé, Macrino :
dà, quel «niente di troppo », troppo gusto!

III Archia d i Mi tilene l nati e i morti

Lode ai Traci, che, quando, dal grembo materno, alla luce


vengono i figli, levano il corrotto,
quanti, dal fato precoce, di Parche ministro, ghermiti,
lasciano il mondo, stimano beati.
, Verso molteplici mali procedono gli uni vivendo,
medicina di guai chi muore trova.

II2 A n t i p a tro d i Tessalonica La norma

L'astrologia mi predice tre volte dieci anni piu sei,


ma compire tre decadi mi basta:
quella, per l'uomo, la norma; la giunta, per Nestore. Eppoi,
Nestore stesso nell'Averno scese.

IIJ Parmenione Cimici

Cimano cimici il sangue; dai piedi alla cima mi stucca


di cimare alle cimici la cima.

Anonimo Il petto

Si spenzolava un bimbo, sull'alta cornice, dal tetto


- non fa paura ai piccoli la Morte -;
ma lo distolse da dietro mostrandogli il petto la madre:
vita due volte un latte gli donò.
ANTOLOGIA PALATINA 6o

II5 'AStrno'tOV

'AcT7tLO' 'AXL).).T}o c;, 'ti}'V "Elt'topoc; cx!!-Lct movact'll ,


Actp'tLtiOT)c; Act'll ctw'll TjpE xctxoxpLa!n,
'llctVT)yov oÈ M).ctaact Xct'tÉa1tctaE xctt 1tctptX 'tV!-L�0'\1
Ai:ct'll 'toc; 'IIT)X'ti}'ll WP!-LLaE'II , oùx 'Ii)tixn.

1 1 5 bis

Kcx).tX IloanOtiw'll o!xctaE'\1 1to).ù !-Lii).).o'\1 'Ai}i}'IIT)c;

Xctt xp!aw 'E).).i)'IIW'\1 a'tuyEpi}'ll ti:1tÉOELçE M).ctaact


xctt l:ct).ct!-Ltc; ti1tÉXEL xuooc; ÒcpELM!-LE'\10'11 .

116

'Aa1ttc; E'V ettyLct).o�aL �o� xctt aT}!-Lct 'tWtiaaEL


ct1h6'11 a' ÉxxctÀÉovact, 'tÒ'V &çLo'\1 tiamOLW'tT)'II "
<< "EypEo, 1tct� TE).ct!-LW'II oc;, EXELc; atixoc; Atcxx!octo ».

I I7 l: 't a: 'tuÀÀlou � ). <i x xou

IIÉ'IIi}L!-LO'II i}'II LXct 1tct'tpL IIo).uçEL'IIT)c; Ù!-LÉ'IIctL0'\1


i]waE'\1 6yXW'tOV IIvppoc; U1tEpi}E 'tticpov'
woE 1to).ux).ctv'toLo x6!-Lctc; ).ax!actaa xapi}"Vov
KLaaT)tc; 'tEXÉW'II x).ctvaE cp6'Vovc; 'Exti�11·
, « Ilp6crì}E 1-LÈ'II &;ço'II LOLc; cpi}L'tÒ'V Ei:pvaac; uEx'tOpct OEa!-Lo�c;.

'IIV'II oÈ Ilo).uçd'VT)c; ctt!-111 oÉXTI cpi}L!-LE'IIoc;·


AtctxLOT), 'tL 'tOaov'to'\1 E!-Li}'ll wovaacto 'IIT) Ov'll ;
IlctLat'll Ecpvc; ytXp É!-Lo�c; i]moc; ovoÈ 'IIÉxvc; ».
LIBRO NONO 61

I I5 Anonimo Giusta di gloria dispensiera

Ebbe per mala sentenza dei Greci lo scudo d'Achille,


che d'Ettore si bevve il sangue, Odisseo:
l'onda alla naufraga poppa lo tolse, fissando l'approdo :
Itaca no, ma il tumulo d'Aiace.

I I 5 bis Anonimo Sullo stesso tema

Giudice fu Posidone piu equo di molto d'Atena

l'onda l'odiosa nequizia mostrò del verdetto dei Greci,


ha la dovuta gloria Salamina.

rr6 Anonimo Sullo stesso tema

Urla sul lido lo scudo, che il tumulo scrolla; la voce


evoca te, di quell'arma l'armigero degno, dicendo:
« Svégliati, sorgi, ch'è tuo, Telamonio, lo scudo d'Achille».

1 17 S t a t i l i o F i acco Ecuba

Quando le lugubri nozze compi di Polissena Pirro


per suo padre sul tumulo convesso,
Ecuba figlia di Cisseo, dal misero capo le chiome
lacerandosi, i figli uccisi pianse:
' «D'Ettore prima traesti nei ceppi del carro la salma;
di Polissena, estinto, accogli il sangue.
Tutta quest'ira perché sulle viscere mie? Tu non dài
ai figli miei, neppure morto, tregu a » .
ANTOLOGIA PALATINA

I 18 [BtJC1t1'11 "; t'll o v ]

"n!-Lo� Èy wv il�Tl<; xcr.t yi)pcr.oç oùÀo!J.Évo�o·


..oo !J.Èv E'ltEPXO!J.Évov, ..ilç o ' ti1tov�cro!J.Év1).;.

Et 't�<; tivi) p èipxwv ÈilÉÀE� xoÀtixwv tÌVÉXEcrilcr.�,


1tOÀÀovç ÈXOWCTE� 't'CL<; !J.�cr.po'Lç CT't'6!J.cr.CTW'
WO''t'E XPlJ 't'ÒV èip�CT't'OV IÌ1tEXilcr.CpoV't'Cl o�xcr.Cwç
wç x6Àcr.xcr.ç !J.�CTELV 't'CV<; XOÀClXEVO!J.ÉVOV<;.

cl>cr.uÀoç &:vi)p 1tCiloç Ècr't't 't'E't'PT)!J.Évoç, dç ov !Ì1t&:crcr.ç


tivùwv 't'lÌ<; x&:p�'t'cr.<; EL<; xEvòv E!iÉXEcr.ç.

121

I1t&:p't'1)<; xcr.t Icr.Àcr.!J.'Lvo<; Èyw cpv-.òv tÌ!J.cpi)p�cr-.ov·


xÀcr.Cw o ' i)�ilÉwv [;oxov i} 1tpo!J.&:xwv.

122 E v i}vou

'A-.ilt x6pcr. !J.EÀCilpm't'E, )..Q:)..o ç )..Q:)..ov !Ìp1t&:;cr.crcr.


't'É't''t'�y' tÌ1t't6:Vo�<; OClL't'Cl q>ÉpE�<; 't'ÉXEO'W,
't'ÒV ÀtÌÀov a Àcr.MEcrcrcr., 't'ÒV EV'lt't'EPOV a 1t't'Ep6Ecrcrcr.,
't'ÒV ;Évov lÌ ;ECvcr., 't'ÒV i}EpLVÒV i}Epw&;,
:s xoùxt .. &:xoç pl\)JELç; Où yap ì)É!-L�<; oùoÈ olxcr.�ov
oÀÀvcril' U!J.V01t6Àovç U!J.V01t6Ào�ç CT't'6!J.ClO'W.
LIBRO NONO 6 .3

u8 Anonimo Cambio

Povero, povero me! Giovinezza . . . vecchiezza funesta ...


se questa arriva, l'altra se ne va.

P a l l ad a L'adulazione

Se chi governa la trista genia di chi piaggia sopporta,


parecchi a quelle bocche sozze espone.
Dunque, ragione consiglia che il principe aborra non meno
chi piaggiare si lascia di chi piaggia.

120 Luciano di Samosata La bolle

L'uomo dappoco è una botte bucata: ci versi favori


e non fai che profonderli nel vuoto.

121 A nonimo Indovmello

Pianta contesa son io: Salamina mi disputa a Sparta:


di giovani e d'eroi piango la cima.

122 Eveno La rondine e la cicala

Figlia dell'Attica, dolce, loquace - loquace cicala


carpisti e in pasto a implumi figli rechi,
garrula tu come lei, come lei ben alata, migrante,
creatura estiva come estiva è lei.
' Vuoi liberarla? Che aspetti? Da bocca che canta chi canta
giusto non è né pio che morte soffra.
ANTOLOGIA PALATINA

I 23 AEw v ! 6ou 'A). E � a v 6 p t w �

'Ex iMvTJ; cptio; ECTXEV É1t' tixptiOct iJ.TJXrX; touo-a,


EX o ' Éq>tiVT) 'tUq>À:r)V IJ.T]XÉ't' EXOUITct x6pT)V'
OLITITWV 'ti)v È'tÉpTJV yàp ÉxÉv'tpLITEV ò�ù; àxtivi}T);
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I 25 •A61]>.ov

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A�ljia yàp i)vtxct (.J.T)'tpò; ÒÀ.Lo-&l)o-a; OLrX x6À.7tWV
, VT)7ttctxo; 7tpW'tOV 7tPOXÉEL Otixpu, 'tÒV IJ.ÈV àdpct;
ctÙ'tÒ; É7t' ào-7ttOL i}fjxEV ÉÒV 7ttiLV ovo' àÀEytsEL"
ov1tw ylip yEvÉ'tcto q>ÉpEL vòov 7tptv y' Éo-a&pl)o-n
XEXPLIJ.ÉVOV À.OU'tpOLITLV ÉÀE)'�L)'ti(.J.OU 7t0'tct(.J.OLO.
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10 IJ.'li•TJP, EL xat 7tctLOÒ; àÀT)&Éct otOE 'toxfict,
ÉxOÉXE'tctL 'tpOIJ.ÉOUITct 't t (.J.i)ITE'tctL iiiT'tct'tOV VOWp.

I 26 'A6tcrnonv

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rcto-'ti)p il a' ÉÀÒXEUITEV, àvE&pÉ\jlctV'tO OÈ IJ.ctsot

I 27 'A6tano'tOV

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d; Ò�Ù 'tpÉ7tE'tctL 'tOU'tO 'tÒ ÀEL7tOIJ.EVOV'
LIBRO NONO

123 L e o n i d a d ' A l es s a n d r i a La cateratta

Ebbe una capra dal pasto la luce. Sfregandosi a un pero,


la pupilla ritrasse non piu cieca:
uno degli occhi l'acuzie d'un ramo spinoso trafisse.
Vedi? Una pianta piu dell'arte vale.

1 24 A u t o r e i g noto L'alloro reciso

Febo è sparito : dov 'è? C'è la copula d'Are con Dafne.

1 25 Anonimo Il voglio

Fanno i Celti animosi nell'onda gelosa del Reno


come un vaglio di figli, né padri si sentono ancora
ove non vedano il bimbo dall'acqua divina lavato.
Ché non appena, sgusciando dal grembo materno, l'infante
, versa la lacrima prima, da sé sollevandolo il padre
colloca sopra uno scudo suo figlio né d'altro si cura:
del genitore il cuore non ha né la mente : provarlo
prima dovrà nei lavacri del fiume che vaglia le nozze.
Dopo il parto la madre, dolore sommando a dolori,
10 anche se il padre del bimbo sa bene chi sia, nell'attesa

trema - non sa che disegno quell'onda mutevole celi.

1 26 Anonimo C/itemestra e Oreste

Dove la volgi la spada? Sul ventre punti? sul seno?


Feto nel ventre tu fosti, ti crebbe nutrendoti il seno.

1 27 Anonimo L'acido

Ove in un vaso si lasci di vino dolcissimo un'ombra,


in aceto si cangia quel residuo.
4
ANTOLOGIA PALATINA 66

oihw !i1tct.V'tÀ:ricra.c; 'tòv oÀov �iov, dc; �a.i)ù o ' ll)..i)wv


yijpa.c;, o 1tpECT�{m')c; "( L\IE'tct.L o!;,uxoÀoc;.

1 28 "Aol]À.ov

EÌ:p1tE op&:xwv xa.t E1tL\IE\I vowp· cr�É\I\IU\I'tO OÈ 1t11"(C1.t,


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I 29 N É <T 't o p o ç

Eì:p1tE 'tÒ �Év, 'tÒ o' E�EÀÀE, 'tÒ o ' Tjv hL vwi)pòv E\1 EÙvfi·
a.ù-rà.p 8 OL�i}cra.c; 1to-ra.�@ \mÉi)11xE yÉvELov,
1tiic; o ' èipa. K11q>Lcròc; Etcrw pÉE\1, &:pya.ÀÉ0\1 OÈ
!ivi)EpEwv XEÀ!ipur,E· Xct.'tEPXO�Évou OÈ pEÉi)pou
:; K11q>Lcròv xwxuov 6)..wM'ta. 1toÀÀ!ixL Nu(.l.q>ct.L.

I 3O "Aol]Àov

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"Apa.'tE -roùc; �o'tpua.c;· ?ta.pi)Évoc; où �Ei)uw.

OvpEcrLv Èv ooÀLxoi:c; �)..wi)pi)v ?tt'tuv ùhL6c; �E


1tp6ppLr,ov ya.t11c; ll!;ExuÀLCTE No"toc;,
E\li)E\1 va.uc; "(E\10�11\1, &:vÉ�oLc; 1tctÀL\I oq>pa. �ci.xw(.l.a.L,
<ivi)pW1tOL '!OÀ�11c; OV 1tO'tE q>ELOO�E\IOL.

I32 'ASÉcrnO't0\1

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ÈÀMv,Ec; �ux&:c; wÀEcra.v &:�rp6'tEpoL"
LIBRO NONO

Anche chi giunga a vecchiezza suprema, di tutta una vita


toccato il fondo, inacidisce d'ira.

128 Anonimo Pitone e il Ce/ilo

Venne strisciando il serpe, che bevve : estinte le fonti,


tutto fu polvere il fiume; la sete durava del mostro.

1 29 Nestore Sullo 1te11o tema

Era in moto o in procinto di muoversi o torpido il corpo.


Assetata, nel fiume tuffò la mascella la fiera,
e su di sé ripiegava l 'intero Cefiso; la gola
dava gorgogli sinistri; cosf, nel risucchio dell'onda,
, senza posa le Ninfe piangevano morto il Cefiso.

1 30 Anonimo L'ulivo e la vite

Sono d'Atena: perché mi pressate, viticci di Bròmio ?


Via quei grappoli! Vergine, non bevo .

131 Anonimo Il pino

Pino gagliardo su lunghe montagne, Scirocco piovorno


mi rotolò svellendomi dal suolo.
Nave divenni, per fare daccapo coi venti la guerra ­
uomini senza freno temerari.

132 Anonimo Conflitti

Continenza ed Amore, venuti fra loro a tenzone,


fecero entrambi gettito di vite.
ANTOLOGIA P ALATINA 68

èl>ctLOp'flV p.ÈV X'tdVEV 7tUpOELç 7t6i}oc; 'l7t7tOÀ.IJ't"OLO,


'17t7toÀ.U'tOV o' ayvi) 7tÉcpVE CT('LOcppoCTUV'fl.

I33 •AOT)ÀOV

Ei: 't Le; &7t('L!; YTJI..L('Lc; mi.À.L oEu'tEP('L À.Éx'tp('L oLWXEL,


V('LU'flYÒ<; 7tÀ.tllE L OL<; �ui}òv apy('LÀ.ÉOV.

1 34 "AOTJÀOV

'EÀ.1tt<;, X('LL crù TUX'fl, p.Éy('L X('LtpE'tE' 'ti)V ooòv EÙpov·


oùxÉ'tL yap crcpE'tÉpoLc; É7tL'tÉp7top.('LL' EPPE'tE &p.cpw,
ouvExEv Èv p.Ep67tECTcrL 7toÀ.u7tÀ.('LVÉEc; p.aÀ.('L Écr'tÉ.
"Ocrcr('L yà.p thpExÉwc; oùx ECTCTE't('LL, UIJ.IJ.Ec; Év i)p.�v
' cpcXCTIJ.('L't('L wc; U1tV� Èp.�aÀ.À.E'tE orci. 't' ÈOV't('L,
"EppE, X('Lxi) yÀ.i}V'fl 7tOÀ.uwouvE· EPPE'tE llp.cpw.
II('LtSOLi}' TI'tE i}ÉÀ.OL'tE, ocrouc; ÉIJ.EU UCT'tEpov OV't('Lc;
EupoL't ' où voÉoV't('Lc; 07tEP i}Ép.Lc; Écr'tt voflcr('LL.

135

'A'tpExÉwc; IJ.OCÀ.('L 7ttiCTL 7tÀ.OCV'fl TÙX'fl ÈCT'tL �pO'tO�CTLV'


ECT'tL yà.p ci.Op('LVÉ'fl, 'tÒ o ' É1tL 7tÀ.Éov oÙOÈ 1tÉÀ.OUCT('L,
fpci.�E 'ttc;; OioE i}E6c;. TLvoc; ELVEXEV ; OLOE X('LL ('LU't6c;.

1 36 K u pou

Ati}E 1t('L'ti}p p.' Èoto('L!;E o('Lcru'tpLx('L p.flÀ.('L vop.EvEw,


wc; XEV t11tÒ 1t'tEÀ.ÉTICTL X('Li}Tjp.EVO<; ÌÌ t11tÒ 7tÉ'tpnc;,
crupf.crowv X('LÀ.OCIJ.OLCTLV Ép.à.c; 'tÉp7tEcrxov ci.vf.('Lc;.
IILEploEc;, cpEvywp.Ev Èux'tLIJ.ÉV'flv 1e6À.w· lf.).).'flV
' 1t('L'tpt0('L IJ,('LCT'tEVCTWlJ.EV. 'A7t('LyyEÀ.ÉW o' ap('L 7ttiCTLV
wc; oÀ.oot XT)CpflVE<; ÈOT)À.TjCT('LV'tO 1-LEÀ.LCTCT('L<;.
LIBRO NONO

Diede la brama focosa d'Ippolito a Fedra la morte,


ped di casta continenza Ippolito.

1 33 Anoni m o Il bis

Uno, sposato una volta, se un altro connubio persegue,


in mare impervio naufraga due volte.

1 34 Anonimo Speranza e Fortuna

Tanti saluti, Speranza, Fortuna! La via l'ho trovata :


piu, delle vostre risorse, non godo. AI diavolo entrambe,
voi che di tante sbandate cagione fra gli uomini siete.
Entro di noi, delle cose che mai non avranno sostanza
, insinuate nel sonno fantasime simili al vero.
Via, dolorosa putta perversa ! Al diavolo entrambe.
Gioco prendetevi, come volete, di chi nel futuro
senza pensiero vediate di quanto pensare bisogna.

1 35 Anonimo La Fortuna

È la Fortuna sviante per gli uomini tutti di certo,


lei che potere non ha, che non ha per lo piu l'esistenza.
[Uno Io disse, ma chi? Lo sa Dio. Ma perché ? Come sopra].

C i ro Fugo

Imparare dovevo dal padre pastura di greggi


folti di pelo ! Srnagare potrei con Io zufolo i crucci,
al riparo degli olmi seduto, nell'ombra di rocce.
Muse, da questa città cosi grande fuggiamo! Cerchiamo
' patria diversa ! Le nuove che a tutti dirò sono queste:
uno sterminio fu fatto, da fuchi funesti, di api.
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LIBRO NONO 7I

137 Anonimo Un grammatico mutilato all'imperatore Adriano

Morta di me la metà; mi tortura nell'altra la fame.


Salva un musica, re, tagliato in due !
Risposta dell'imperatore Adriano

Tanto Plutone che Febo rimproveri a torto : ché l'uno


lo miri ancora, e lungi sei dall'altro.

Anonimo Fe10ri tempo

Giovine e povero fui; sono ricco adesso, che invecchio ­


in ambo i casi, piu d'ogni altro misero.
Beni, quando goderli potevo, non ebbi: nel punto
che goderli non posso, li possiedo.

1 39 Claudiano Orpelli

Una puttana baccheggia fra nacchere e danze gridando,


mentre il duplice rame d'impulsi vibratili squassa.
Ma le devasta la chioma canuta, presaga di morte,

, mentre l'inutile bistro l'abbaglio dell'occhio disegna;


lo scolorato pudore d'un rosso mendace si tinge,
e le velate poppe d'ambiguo fulgore corona.

Claudiano In piedi

Sulla soglia era H, d'Elicona, uno schiavo : sul dorso


una sedia carpita, dai piedi di bronzo, recava.
Stanco, mi vidi negato da lui quel supporto del canto.
Necessità dalle mille risorse l'usbergo mi diede.
ANTO L OGIA PALATINA 72

I 4I 'AotO"'tO'tOV

Kown 1tiÌP x).Lat:n ).TJl>apyLxòç #i È cppE'II o1t).i)ç


XEtiJ.E'IIO L à).).T)).wv vovaov !Ì1tEaXÉOaaav.
'EçÉl>opE ÙLVT)ç yrìp ò -.o).IJ.TJELç \mò MaaT)ç
xat -.òv à'.la(al>T)'tOV 1tClV'tÒc; E'tU1t'tE IJ.É).ouç·
, 1t).T)yett 0 ' !ÌIJ.q>O'tÉpoLç EyÉ'IIOV't' èixoc;, Cltç o IJ.ÈV ClÙ'tWV
Ej"PE'tO, 'tÒ'II o ' V1tV� 1touMc; EPL�E X01toc;.

I 42 'A5tCT1tO'tOV

KpT)IJ.VO�!Ì'tClV, ol.xEpwv, NuiJ.q>WV i}yT)-.opa nava


àsoiJ.El>', Se; 1tÉ'tpwov -.6voE xÉxEul>E o61J.ov,
t).aov EIJ.IJ.EVClL èiiJ.IJ.W, oaoL ).!.�a 'tTJVOE IJ.OMV'tEc;
!ÌE'II!ÌOU 1t61J.Cl'tOc; O(�ClV OC1tWa!ÌIJ.El}Cl.

AL-.6c; 'tOL OOIJ.oç oùuc;, È1td 1taprì XUIJ.Cl'tL 1tTJY@


topuiJ.aL vo-.Epijc; OEa1t6-.Lç i)Lovoç,
à).).rì cpl.).oç· 1tOV't� yrìp É1tL 1t).a-.ù OELIJ.etl.vov'tL
xa(pw xat VClU'tClLç El.c; ÈIJ.È awsoiJ.ÉVoLc;.
, 'I).à:axEU -.l)v Ku1tpw, Èyw oÉ aoL ii È'li Epw-.L
OVpLoc; ii XClP01t@ 1t'II EUaOIJ.ClL ÉV 1tE).àyn.

I 44 ' A v U 't lJ <;

Ku1tpLOoc; où-.oc; o xwpoc;, Èm:t cpl.).ov E1t).E't0 'tTJVC?


ai.Èv à7t' i}1tdpou ).Cl1J.1tpÒv òpijv 1tÉ).ayoc;,
ocppa cpl.).ov VClU'tTiaL 'tEMi 1t).6ov· !ÌIJ.cpt OÈ 1t6v-.oc;
OELIJ.ClL'II EL ).mapÒ'II OEpX61J.E'IIo c; ç6avov.
LIBRO NONO 73

Anonimo A vicenda

Un letargico e un folle, giacendo in un letto comune,


l'infermità sanarono a vicenda.
Ché, nella furia ardito, balzando l'uno dal letto,
l'altro picchiava, nelle membra inerte.
, Furono i colpi ad entrambi rimedio : svegliarono l'uno,
nel sonno l'altro, per lo sforzo, cadde.

A no n i m o Pane

Pane bicorne che guida le Ninfe e su baratri corre


e la petrigna sua dimora occulta
noi veneriamo: propizio riguardi chi linfe perenni
toccando, estinse a quest'acqua la sete.

1 43 Antipatro d i Tessalonica Afrodite marina

È, la dimora, modesta - lunghesso le spume dell'onda


sorgo, sovrana di bagnate rive.
Pure m'è cara : ché godo del pelago pavido al largo,
di chi naviga e trova in me lo scampo.
, Renditi amica Ciprigna: per te sarò vento propizio
in amore spirante o nell'azzurro.

1 44 A n i te Sullo stesso tema

È di Ciprigna il posto : gradito le fu rimirare


il chiarore del pelago dal lido,
per propiziare gradita la rotta: paventa, d'intorno,
guardando la lucente statua, il mare.
ANTOLOGIA PALATINA 74

145 •AOÉCTltO"tOV

'E).i}wv Et� 'ALOT}V, O'tE ol) croq>ÒV i'JwcrE yfipcx� •

.6.toyÉvT}� ò xuwv Kpo'Lcrov i.owv f.yÉÀ.cx


xcxt CT'tpWCT!X� Ò yÉpwv 'tÒ 'tPL�WVtOV E"("(Ù� ExELVOU
'tOU 1tOÀ.VV ÈX 1tO't!XJ..I.OU XPUCTÒV Ò:q>UCTCT!X!J.ÉVOU
, Et1tEV' « 'E!J.ot xcxL vuv 1tÀ.dwv -.61to�· ocrcrcx ytip dxov
miV't (X q>Épw crùv EJ..I.O L, Kpo'LcrE, crù o ' OUOÈV EXEL� )),

1 46 'ASÉ<r1tO"tOV

'EÀ.7tLO!X xcxt NÉ!J.ECTLV Evvou� 1tcxpti �W!J.ÒV (-.euçcx,


-.Ì')v !J.ÈV i:v' ÈÀ1tLSTI�. -.Ì')v o' i:vcx !J.TJOÈV EXTI� ·

1 47 'Av• ct y opou ' PoSlou

"'n he .6.1J!J.TJ•po� 1tpÒ� tivch-.opov, w L'te, !J.Ucr-.cxt,


!J.lJO' uocx-.o� 7tpoxoò:� odot'tE XEL!J.EpLou�·
-.o'Lov yò:p EEvox).ii� ò Edvtoo� ticrcpcxÀÈ� VJ..I.J.W .I.
sEuy!J.cx otò: 1tÀ.cx-.Éo� -.ouo' (�cxÀEv 1to-.cx!J.ou.

Tòv �LOV, 'HpcixÀ.EL'tE, 1tOÀV 1tÀ.ÉOV i11tEp o-.' EST}�


OcixpuE· vuv ò �Lo� ECT't' ÈÀEELv6-.Epo�.
Tòv �LOV èip-.L yÉÀ.cx, .Ò.T}!J.OXpL'tE, -.ò 1tÀ.Éov i) 1tpLV'
VUV Ò �LO� 1taV'tWV ECT'tL "(EÀOLO'tEpo�.
' Ei.� U!J.É!X� oÈ xcxt cxù-.ò� òpwv -.6 J..I.E't(XçV J..I.EPLJ..I.VW,
1tW� a!J.CX crot xÀ.cxucrw, 1tW� a!J.cx crot "(EÀ.cicrw.

1 49 'Avn1t c b pou

EtxEv 'Aptcr-.doTJ� ò �oxÉppto� oùx ti1tò 1toÀÀ.wv


1tOHci, !J.ti'i� o' OLO� xcxt �oò� EÙ1tOPLT}V.
LIBRO NONO 75

1 45 Anonimo Diogene e CreJo

Giunse, attinta di saggia vecchiezza la fine, nell'Ade


Diogene il cane. Vide Creso e rise.
Stese il vecchio la sua mantellina vicino a quell'uomo
che al fiume attinse tanta copia d'oro;
, disse: « Piu spazio, adesso, per me: tutto quello che avevo
lo porto in me: tu non hai nulla, Creso » .

Anonimo Speranza e NemeJi

Presso l'altare disposi Speranza e Nemesi : « Spera ! »


l'una, « Non possedere! » l 'altra dica.

1 47 A n tagora d i Rodi Il ponte

Alla dimora, suvvia, di Demetra recatevi, misti,


né piu temete piene d'uragani :
tale l 'aggancio, di là dall'ampiezza del fiume, sicuro,
che Sènocle di Xèinide gettò.

Anonimo Pianto e riJo

Molto piu che da vivo, la vita compiangi, Eraclito!


Oggi è piu lacrimevole la vita.
Piu che un tempo, la vita, Demòcrito, adesso deridi !
Oggi è assai piu risibile la vita.
' Io, se vi guardo, l'angoscia mi prende, né so come posso
a te nel pianto, a te nel riso unirmi.

1 49 Antipatro ( d i Tessalon ica) Il Juicidio del povero

Non ricavava gran che né da grandi tesori Aristide ;


ciò che aveva: una pecora e una vacca.
ANTOLOGIA PALATINA

'A)..)..ù. yù.p oùo' ò 'ltÉ'IIT)c; Eq>VyE cpMvov· 'Ìif.UL't't o ' a.Ù't'@


l)ijpEc; ow, "ti}v �ouv o ' w)..E(J'E ovO""toxlTJ.
, Mta-f)O"a.c; o' &.�)..TJXÈc; È1ta.u}..tov, ét(.J.(.J.a.'t't mipTJc;
Èx "ta.u't'T)c; �to"ti)v &.xp&.ooc; ÈxpÉf.J.a.O"E'V.

150 T o ii ll u 't o ii

IT)..ou't'oc; 'AptO""tdon 0&.(-J.a.)..tc; (.!La. xa.t 't'PtXÒf.J.a.)..)..o c;


Tjv otc;· Èx 't'OU't'W'\1 }..t(.J.Ò'\1 [)..a.v'VE MpT)c;.
"Hf.!�po't'E o ' &.f.!cpo't'Épwv· &.f.!vi}v Mxoc;, [x't'a.vEv wotc;
't''Ìj'V oa(.J.a.)..w · 'ltE'VLT)c; o ' w)..E't'O �ovx6)..t o'V.
' llT)poOÉ't'� o' o y ' t(.J.a'\l't't Xa.'t'' a.ùxÉvoc; ét(.J.(.J.a. )..uywO"a.c;,
OLX't'pòc; a(.J.VXi)'t'� x&.'t'l)a.'VE 'ltÙ.p xa.M�n.

llou 't'Ò 'ltEpl�)..E'It't'ov x&.)..)..o c; O"Éo, �wpt K6pwl)E;


llou O"'t'Ecp&.va.t 1tupywv; 1tou "tù. 1t&.)..a.t x"t"Éa.va.;
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l:tO'Uq>ta.t )..a.w'\1 l)' a.t 'ltO't'E (.J.VptaOEc;;
, OùoÈ yù.p oùo' txvoc;, Tio)..ux&.f.!f.!OpE, O"Ei:o ).. É}..Et'lt't'a.t,
1t&.vu oÈ O'V(.J.(.J.ap�a.c; ÉçÉcpa.yEv 'lto)..E(.J.oc;.
Mouva.t &.7t6pl)TJ't'Ot NTJPTJLOEc;, 'flxEa.voi:o
xoupa.t, O'W'V axÉw'V (.J.L(.J.'VO(.J.E'\1 ù.)..xu6vEc;.

152 'Ay 11 lltou l: X O À il cr n x o ii

"AOE 1tol)' li x)..EWÙ. llpta(.J.OV 1t6)..tc;, éì.v &,)..a.'lt&.ça.t


'E)..)..&.'VW'\1 OEXÉ't'T)c; oùx h&.)..a.O'O'E'\1 &pT)c;
a(.J.q>a.OÒ'V, &,)..).. ' L'lt'ltOtO xa.XÒ'\1 çu)..o v. AtilE o' 'E7tEtÒc;
Xli.'t'l)a.'VE 'ltpt'V 't'Eul;a.t OOUpa.'t'Éa.'\1 'lta.y(oa.·
, où yù.p &v, 'A't'pnoriv ÒpocpT)cp&.yov &.�a.(.J.É'VW'\1 1tup ,
oihw Ècp' Ò:f.J.E't'Épotc; )..!iEO't'\1 i)pm6(.J.a.'V.
LIBRO NONO 77

Né povertà lo salvò dall'invidia: la pecora i lupi,


la vacca un parto uccisero in un giorno.
, Prese in odio l 'ovile che piu non belava; s'appese
con la corda del sacco a questo pero.

IjO A n t i p a tro ( d i Tessalonica) Sullo stesso tema

Altro tesoro Aristide non ebbe : una vacca, una folta


pecora - si da espellere la fame.
Furono uccise, l'agnella dal lupo, dal parto la vacca:
le perse. Addio peculio di miseria !
, Lui, con la cinghia del sacco stringendosi il collo nel cappio,
ahi, mori nella stalla senza mugli.

Ijl A n t i p atro ( d i Sidone) Corinto

Dove la tua cospicua beltà, doriese Corinto?


Dove i serti di torri, i beni aviti?
Dove i templi, le case, le donne d'antico lignaggio,
le miriadi di genti d'una volta?
, No, neppure una traccia di te, sventurata, rimane:
tutto agguantò, tutto mangiò la guerra.
Noi Nereidi soltanto, le figlie d'Oceano, restiamo
indenni - alcioni delle tue sventure.

Ij2 Agatia Scolastico Troia

Ecco di Priamo l'illustre città, che l'ellenica guerra


per un decennio non spiantò sul campo,
ma quell'infame cavallo. L'Epeo che creò la tagliola
!ignea, fosse perito ! Non sarei
' pietra su pietra crollata, cosi come vedi, nel fuoco,
che divorò i miei tetti, degli Atridi.
ANTOLOGIA PALA TINA

I 53 Tou a u 'tO u

""!l 7t't'6À.t, 7tTI rJÉo xdvcr. 't'eX 't'ELXEcr., 1tTI 1toÀ.uoÀ.�ot


vT)ot, 7tTI OÈ �owv xpcicr.'t'cr. 't'EIJ.VO!J.Évwv ;
IIii Ilcr.cpCT)t; ciM�cr.rJ't'pcr. xcr.t i) 7tcirxpvrJoç ÈcpErJ't'ptç ;
Ilii OÈ Tpt't'OYEVOUt; OELXEÀ.OV ÉVOCf.7tLT)t;;
:> Ilciv't'cr. !J,6i}oç xpovtT) 't'E xurJtt; xcr.t Moi:pcr. xpcr.'t'cr.t1Ì
f)p7tcr.IJEV ciÀ.À.OLT)V a!J.cpt�cr.À.ourJcr. 't'UXT)V"
xcr.t rJE 't'6rJov VLXT)IJE �cr.pùç cpMvoç, ciÀ.À.' èipcr. !J.ouvov
ouvo!J.cr. rJÒv xpu\j;cr.t xcr.t xÀ.Éoç ou ouvcr.'t'cr.t.

I 54 Tou a u 'tO u

'I).."I)xott;, 7tOÀ.touxE. rÈ !J.ÈV XPVIJcr.vyÉt VTjQ,


Wt; i}É!J.tt;, ci 't'À.cX!J.WV "IÀ.tot; i)ycr.rJci!J,TjV"
aÀ.À.cX (JU IJ.E 7tpoÀ.ÉÀ.Ot7tcr.t; ÉÀ.wptov, cint OÈ !J."I)À.ov
mirJcr.V a7tEOpÉ\j;w 't'ELXEOt; ayÀ.cr.tT)V.
5 "Apxtov Tjv i}vcirJXEW 't'ÒV �ovx6À.ov· d ycXp èJ.i}ErJIJ.Ot;
E7tÀ.E't'O, 't'iit; 7tci't'pcr.ç oux ciM't'Tj!J.Cf. 't'60E.

I 55 Tou a v 'tO u

m !J.Èv &.7tò r7tcip't'TJt; 't'tç Ecpvç, �ÉvE, IJ.-rl !J.E yEÀ.cirJIJTit;·


ou ycXp ÈIJ.OL IJ.OUVTI 't'Cf.U't'cr. 't'ÉÀ.EIJIJE TUXT)"
d OÉ 't'tt; È� 'ArJtT)t;, l-L'lÌ 7tÉvi}EE" àcr.pocr.vtxoi:ç ycXp
rJX1)7t't'potç Ai.vEcr.owv 1tiirJcr. vÉvEvxE 7t6À.tç.
, Ei. oÈ i}Ewv 't'E!J.ÉVTJ xcr.t 't'ELXEcr. xcr.t vcr.E't'fjpcr.ç
ST)À."I)!J.WV OT)LWV È�EXÉVWIJEV "ApT)t;,
ELIJ.L ml:À.w �Cf.IJLÀ.Etcr.. rù o,, w 't'ÉXOt;, a't'pO!J.E 'PWIJ.T),
. vwv rJfjç svyoOEIJIJ.Cf. OLXT)t;.
�ciÀ.À.E xcr.i}' 'E)..)."I)

ÀÉpxEo 't'Òv Tpotcr.c; OEXÉ't'T) Mxov, ELrJtOE 1twÀ.ov


EU07tÀ.ov àcr.vcr.wv Eyxvov i)rJVXLTJt;.
LIBRO NONO 79

1 )3 Agatia Scolastico Sullo stesso tema

Dove, città, le tue mura famose, quei templi opulenti?


Dove le teste di scannati tori,
quegli alabastri di Cipri, la veste tessuta nell'oro,
dell'indigete Diva il simulacro?
5 Tutto rapirono mischie, fluire d'età, la possente
Parca, che te d'aliena sorte cinse.
Tanto l 'invidia pesante ti vinse : una cosa soltanto,
il nome tuo, la gloria, non cancella.

1 )4 A g a t i a Scolast ico Sullo stesso tema

Siimi propizia, patrona. D 'un tempio dorato (era giusto)


io, sventurata Troia, t'onorai:
preda !asciandomi d'altri, rivalsa cercando del pomo,
tu la beltà falciasti delle mura.
5 Del pastore la morte bastava: se fu disonesto,
rea la patria non fu della sua colpa.

I)) Agatia Scolastico Sullo stesso tema

Beffe non farti di me, se di Sparta sei, forestiero !


Questo non solo a me la Sorte inflisse.
Sei dell'Asia? Risparmia le lacrime: il mondo si china
allo scettro dardanio degli Enèadi .
' Se desolò santuari divini e le mura e le genti
l'invido Dio di guerra dei nemici,
ora rivivo regina. Figliola, intrepida Roma,
grava col giogo di giustizia i Greci!

A n t i f i l o di B i s a n z i o L'agguato del cavallo

La decennale tagliola di Troia rimira, il cavallo


di ben armata calma greca pregno !
ANTOLOGIA PALATINA Bo

TEx..ctCvEL IJ.ÈV 'E1tn6c;, 'Aih'}Vctt1') oÈ xEÀ.EUEL


[pyov' \mÈx vw..ou o ' 'EÀ.À.à.c; oÀ.ct OUE..ctL.
, .,.H pct !J.!hctv tt7t6À.ov"o .. 6aoc; a..pct"6c;, d 1tpòc; "Ap1)ct
Tjv o6À.oc; 'A"pELOctLc; Èai>À.6.. Epoc; 1tOÀ.É!J.OU.

I 57 • A6liTitO'tOV

Ttc; i>Eòv Er1tEV "Epw..ct; E>Eov xctxòv oùoÈv ò pw!J.EV


Epyov, o o ' ttvi>pW1tWV ctt!J.ct"L IJ.ELOLttEL.
Où i>oòv Év 1tctÀ.Ii!J.ctLc; xct"ÉXEL �t<poc;; 'HvCo' èi1tL!T"ct
"Tjc; i>ELOOIJ.TJ"OU !TXVÀ.ct IJ.L!XL(jlOVt1')c;.
, Mi]n)p !J.ÈV aùv 1tctLOt xct..É<pi>L"o· ctù..à.p È1t' ctù.. oi:c;
1tOtVLIJ.Oc; EX..EWEV <pw"ct À.Li>ox..ovt1').
Kctt "ctu"' oih' "Ai:ooc; o(h' "ApEoc;, è:pyct o ' "Epw..oc;
À.EV!T!TOIJ.EV, ore; 1tcttSEL XELVOc; o V1')1ttctXoc;.

At "PL!T!Tctt 1tO"E 1tctLOEc; ÉV ttÀ.À.TJÀ.TIITLV E1t!XLSOV


XÀ.i]p� "te; 1tPO"ÉPTJ �TJ!TE..ctL Etc; 'At01')V'
Xctt ..ptc; !J.ÈV xnpwv E�ctÀ.ov xv�ov, TjÀ.i>E OÈ 1tct!TWV
Èc; IJ.L!XV' i'} o' ÉyÉÀ.ct xÀ.Tjpov O(j)ELÀ.61J.EVOV.
' 'Ex "ÉyEoc; yà.p èiEÀ.1t"OV tt1tWÀ.t!Ti>1')!TE 1tÉIT1')1J.!X,
OV!TIJ.Opoc;, Èc; o' 'At01')V f)À.vi>Ev wc; EÀ.ctXEV .
'A\j;Evoi)c; o xÀ.Tjpoc; o"� Xctx6v· Éc; OÈ .. ò À.(ijov
o(h' EÙXctL W1J"Oi:c; EU!T"OXOL ou.. E XÉPEc;.

I 59 'A6lcrrtO'tOV

KpctvCov Év "PL6ooLaL xct"OLXO!J.Évou "Le; Éaai>pwv


dx6vct "lJV xowi)v oùx HilixpuaE �tou,
OE�L..EPii o' EppL\j/Ev È1tt xi}6vct xctt À.ti>ov TjxEV
XW(j)ÒV !J.ÈV OOXÉov"'• ttÀ.À.à. 'ltVÉOV"ct �LX1')c;'
' 6a..Éov wc; yà.p E1tÀ.1')�EV. &.<pi]À.ct..o xctt .. òv tt<pÉv..ct
1tTJpW!TEV y À.vxEpou �À.É!J.iJ.ct"oc; op<pctvtactc;.
Kctt 'ltttÀ.w Etc; tttOT)V ÈxoÀ.Ii�E..o, "'Ì'Jv tot1')V OÈ
EXÀ.ctU!TEV XELpWV Eua..oxov a<ppOaUVT)V.
LIBRO NONO 81

Fu, l'artefice, Epeo; fu d'Atena l'ordine : tutta


di sotto il dorso ne sgusciò la Grecia.
, Vana di tanti soldati la morte, se piu della guerra
valse agli Atridi, a vincere, l'inganno.

157 Anonimo Cupido

Come, Cupido un dio? Chi lo disse? Male non compie


un dio; ma lui d'umano sangue ride.
E non brandisce una spada veloce? Incredibili prede
dello scempio divino sono là.
, Ecco una madre uccisa col figlio: su loro, c'è un uomo
che la vindice pena lapidò.
Opere queste né d'Ade né d'Are, bensf di Cupido,
ché si trastulla, il pargolo, cosf.

A no n i m o Il destino

Tre fanciulline per gioco tiravano un giorno le sorti ­


a chi toccasse scendere nell'Ade.
Ecco che il dado, tre volte gettato, designa la stessa.
Lei della sorte rise, che guatava:
, ché sdrucciolando dall'alto d'un tetto, la misera cadde,
calò, conforme alla ventura, all'Ade.
Sorte maligna non mente; bersaglio giovevole l'uomo
né con le preci né con mano tocca.

159 Anonimo Il teschio e il sasso

Un crocevia con un teschio. Ci fu chi lo vide : l'emblema


d'ogni esistenza non gli mosse il pianto;
ma lo scagliò per terra lanciandogli un sasso, che, in vista
sordo, spirava non so che giustizia.
' Rimbalzando dall'osso colpito, la pietra lo colse,
orbo lo rese della luce dolce.
Indi, fino alla morte punito, la splendida mira
della sua mano stolida compianse.
ANTOLOGIA PALATINA

I 6o 'A5tcrno-tov

'Hpòoo-ro.; Moucrct.; {mdW;ct't'o· 't'Q o ' &p' Éxa:crn1


!Ìv't't cpLÀoçEVLT)<; Bt:BÀov itowxE (..LLctV.

I6I M &c p x ou 'Ap y E v -t a p l ou

'HcrLòoov 7tO't'È BvBÀov É(..Lct�.; u1tò XEpcrtv ÈÀLcrcrwv


IluppT)V Éçct1tLVT)<; doov È7tEPXO(..LÉVT)V'
BuB).ov oÈ pL�ct.; È1tt yi'jv XEPL 't'OU't'' ÈB6T)CTct'
« "Epyct 't'! (-LOL 7tctPÉXEL<;, w yÉpov 'Hcrt:ooE; »

I 62 •Aot<T1to-tov

"H(..LT)\1 IÌXPE�0\1 xQ:Àct(..LO<; q>V't'0\1' ÈX y,Xp È(..LE�o


où crux', où (..LT)Àov q>UE't'ctL, où CT't'ctq>VAT)'
à).).Q: (-L' àvi}p È(..LUT)CT' 'EÀLXWVLOct ÀE1t't'tX 't'Opl}crctç
xdÀEct xctt CT't'ELVÒv pouv ÒXE't'EvcrQ:(..LEvo.;.
, 'Ex oÈ 't'Ou EV't'E 7tLOL(..LL (..LÉÀctv 7tO't'ÒV, itviko.; o!ct
miv i€1to<; àcp�Éyx't'� 't'QOE ÀctÀw CT't'6(..Lct't'L.

I 63 'Aotcrno-tov

'Ex 7tVpÒç 'IALctXOU oopQ:'t'W\1 (..LÉCT0\1 i)p7tctCTEV i)pwç


ALvdct.;, ocrLov 1tctLot BQ:po.;, 1tct't'Épct·
EXAct"'(E o' 'ApyELOL<;' « Mi} �ctUE't'E' (..LLXpÒv È.; éi.pT)
XÉpooç O "'(T)pctÀÉoç, 't'Q OÈ q>ÉpOV't'L (..LÉ"'(ct ».
L IBRO NONO

! 60 A n o n i mo Erodoto

Ospite Erodoto fu delle Muse: cosi, con un libro


pagò ciascuna l'ospitalità.

161 M ar c o A r g e n t a r i o Esiodo e Pirra

Come svolgevano i fogli d'Esiodo le mani, di Pirra


m'avvidi a un tratto: verso me veniva.
Dissi, gettando per terra le Opere : «D'opere dure,
ancora vuoi tu darmene, poeta? »

A n o n i mo Il calamo

Ero un'inutile pianta, la canna : né fico né pomo


su dal mio ceppo spunta mai, né uva.
Ma d'Elicona un'adepta taluno mi fece, tornendo
labbra sottili e incanalando un flusso.
, Bevo la nera pozione : m'ispira una forza, la bocca
ogni parola rifavella, muta.

Anonimo Enea e Anchise

Trasse l'eroe dal fuoco troiano, di mezzo alle lance,


fardello sacro, il padre, ed agli Argivi
«Non toccate ! - gridava. - Tesoro alla guerra modesto
è il vecchio; ma, per chi lo porta, grande » .

Anonimo L'insulto

- Chi di dolore, Giustizia, ti punse?


- Quel ladro che pose
qui proprio me, con cui non ha rapporto.
ANTOLOGIA PALATINA

'Opylj 'tov àL6ç icr·n yv"Vi) 1tvpòç ti'V'tLooilEi:cra,


owpo'V ti'VLTJPÒ'V 'tOV 1tvpòç ti'V'tLOO'tO'V.
"A'Vopa yètp ÉXXClLEL 'ta.i:ç cppO'V'tLCTL'V i)oÈ (J.a.pctL'VEL
XClL yfipa.ç 1tp07tE'tÈç 'tTI 'VE6'tTJ'tL cpÉpEL.
' Oùo ' 6 ZEùç a(J.ÉpL(J.'VOç EXEL xpvcr6ilpo'VO'V "HpTJ'V"
7tOÀÀèLXL YOV'V C1Ù't'JÌ'V pi:\j;E'V èL1t' ai}a.'Vci'tW'V
i)ÉpL xa.t 'VEcpÉÀTICTL (J.E'ti)opo'V· otOE'V "Q(J.Tj poç
xat àl.a crvyypti\j;aç 'tii yct(J.E'tij x6ÀLo'V.
Oihwç oÙOÉ7tO't' ECT'tt YV'V'IÌ CTÙ(J.cpW'Voç axoL'tll
xo oùoÈ xa.t É'V xpvcrÉ� !J.LYW!J.É'VTJ oa.'ltÉO�.

x66 Tou a. u '< o u na.>.>.a.òii

llCicrct'V "O!J.TJpoç EOELSE xa.xi)'V crcpa.ÀEpi)'V 'tE yV'Va.i:xa,


CTWcppO'VCl XClL 1t6p'VTJ'V, a(J.cpO'tÉpa.ç OÀEilpo'V .
'Ex yètp 'tfiç 'EÀÉ'VT)ç (J.OLXEVCTCl(J.É'VTjç cp6'Voç ti'VOpW'V
xat OLèt crwcppoCTÙ'VTJ'V ilTJ'VEÀ67tTJç ilti'Vct'tOL.
, 'I)..Lètç ov'V 'tò 1t6'VTJ!J.a. IJ.LCiç xtipL'V tcr'tL yv'VaLx6ç,
a.1hètp 'Oovcrcrdn ilTJ'VEÀ61tTJ 1tp6cpa.crLç.

·o ZEÙç a'V'tt 'ltVpÒç 'ltVp W7tClCTE'V aÀÀo, yV'Va.i:xa.ç·


Etl}E oÈ !J.i}'tE yv"Vi), !J.i}'tE 'tò 1tvp Écpa'VTJ.
llvp (J.È'V olj 'tC1XÉWç xat CT�É'V'VV'tC1L" i) OÈ YV'V'IÌ 1tVp
aCT�ECT'tO'V, cpÀoyEp6'V, 'ltci'V'tO't' a'VCl'lt't6(J.E'VO'V.

x68 Tou a.u'tou n c.>. >. a: ò ii

Mi]'VL'V o ù À o (J. É 'V TJ 'V ya(J.E'ti)'V 6 'tèLÀaç yEyti(J.TJXCl


xat 1ta.pèt 'tfiç 'tÉX'VTJç (J.i)'VLOoç apsti(J.E'Voç.
"n!J.oL Éyw 1toM!J.TJ'VLç, t:xw'V 'tPLX6Àw'to'V a"VtiyxTJ'V ,
'tÉX'VTJç YPCl!J.!J.Cl'tLXi]ç xaL yct(J.E'tfjç !J.ClXL(J.Tjç.
LIBRO NONO

P a l i a d a d ' A l es s a n d r i a La donna

Ira di Zeus, a riscatto fu data del fuoco la donna,


contraccambio del fuoco, tristo dono.
Brucia l'uomo d'angustie, lo logora, reca precoce,
in luogo d'età giovine, vecchiezza.
, Senza pensieri non vive con Era dal trono dorato
neppure Zeus, che dal celeste regno
spesso la spinse, librata tra l'aria e le nuvole : Omero
lo sa, che scrisse del gran dio la rabbia.
Ecco che mai con lo sposo concorda la donna, neppure
IO se lo strame su cui s'accoppia è d'oro.

r66 Pallada Sullo stesso tema

Perfide e subdole tutte le donne Omero presenta ­


caste e puttane, in ogni caso un guaio.
Uno sterminio di genti da Elena adultera venne;
si mori per Penelope fedele.
, Tutta l'Iliade pertanto da un'unica donna procede,
dell'Odissea Penelope è lo spunto.

Paliada Sullo stesso tema

Zeus per il fuoco un fuoco diverso ci diede: le donne.


Non fosse apparsa mai donna né fuoco !
Ma, se presto il fuoco s'estingue, fuoco è la donna
perenne, ardente, che divampa sempre.

r68 Paliada La moglie e la grammatica

I ra f u n e s t a la moglie che, misero, in moglie mi presi,


io che in arte dall'ira cominciai.
Ahi, che cumulo d'ira! Collerico fato mi grava
nell'arte mia, nella rissosa moglie.
ANTOLOGIA PALATINA 86

MTjv�<; 'AX�ÀÀTjoc; Mt É(..l.ot 1tp6cpacnc; YEYÉ'VT}'tct�


OVÀ.O(..I.É'VT} '!tE'VLT}<; ypct(..I.(..I.Cl't�XEUCTCl(..I.É'V�.
ELi)E OÈ CTÙ'V Act'VClOL<; (..!.E Xct"t"ÉX"t"Cl'VE 1-Lii'V�<; ÉXEL'VT},
1tptv XctÀE'Itoc; À�(..l.o<; ypct(..l.(..l.ct't�Xij<; 6À.ÉCTE�.
, 'A)..).. ' tv' à:cpctp'ltti!;n Bp�CTT}tOct 'ltptv 'Ayct(..I.É(..I.'VW'V,
'tlJ'V 'EÀ.ÉvT}'V o' 6 II!ip�c;, 'lt"t"WXO<; Èyw yE'VO(..I.T} 'V.

1 70 T o v et Ù "t o v

NT}OÙV à:val.crxuv"t"0'\1 CT't�(3apoi:<; ncrxuva Àoy�CT(..I.OL<;,


crwcppocruvn xoÀ!icra<; E'V"t"Epov à:pyaÀ.Éov·
d r<Xp (xw 'tov vouv É'lt�xEI.(..I.E'V0'\1 ul);6i)� racr'tpo<;,

"Opyava Moucrtiwv, 'tèL 'ltOÀUCT'tO'Vct f3�(3À.I.ct 1twÀ.w


d<; É"t"Épct<; "t"ÉX'VT}c; EP"(Cl (..I.E"t"EPXO(..I.E'\10<;.
Il�Epi.OEc;, crwso�cri)E· Myo�. CTU'V'ttiCTCTO(..I.Cl� U(..I.L'\1"
CTÙ'V'tct!;�<; yèLp É(..l.ot xat i)tivct"t"O'V 'ltctPÉXE�.

'E'ì..1tl.ooc; ovoÈ TÙXT}<; E't� 1..1-0� 1..1-ÉÀEL, oùo' !Ì:À.Eyl.sw


Àomov 'tij<; à:'ltti"t"T}c;· i)'ì..ui)ov Etc; À�(..I.Éva·
d(..l.L 'ltÉ'VT}<; èivi)pw'ltoc;, 'E'ì..Eui)Epl.n OÈ CTU'VO�xw·
u(3p�CT'tlJ'V '!tE'VLT}c; 'ltÀ.OU'tO'V !Ì:'ItOCT'tpÉcpO(..I.Cl �.

1 73 Tov aùnv

'Apxl} 'YPCl(..I.(..I.Cl".-tXTj c; 'ltE'V'ttiCT't�X6c; ÉCT"t"L Xct'ttipa·


'ltpW'toc; 1..1- ii v � v EXEV OEU"t"Epoc; o ù À o 1..1- É v T} v ,
LIBRO NONO

Pali ada La miseria del maestro

Anche per me pedagogo divenne l'ira d'Achille


un rovinoso abbrivo di miseria.
Ah se ucciso m'avesse coi Greci quell'ira, piuttosto
che la crudele farne pedagogica!
, Ecco, perché rapisse l'Atride Brisèide, Alessandro
Elena, a me la povertà toccò.

qo Pali ada La pancia e la mente

Svergognata la pancia : con logica ferma, le misi


vergogna addosso, castigando i visceri .
Se veramente piu su della pancia ho la mente, vittoria
su chi sta sotto non riporterò?

Pallada Congedo

Questi libri penosi, strumenti di Muse, li vendo,


cosi passando ad altra professione.
Letteratura, la resa concordo: Pieridi, addio!
Le concordanze sono la mia morte.

Pallada Speranza e Fortuna

Di Speranza e Fortuna piu nulla m'importa, né curo


gl'inganni loro: sono giunto in porto.
Povero sono, ma con Libertà convivo: ricchezza
che fa violenza a povertà rifiuto.

1 73 Pallada Il principio dell'« Iliade »

Ha la grammatica inizio da cinque maledici versi :


il primo ha l' i r a , il secondo f u n e s t a ;
ANTOLOGIA PALATINA 88

xext IJ.E'tà. o ' OUÀ.O!J.ÉVT]V, !:..cxvcxwv 7tà.À.LV a. À. i" E (X 7tOÀ.À.à. .


Ò 'tphtx'toç .V u x à. c; dc; ' A t O T] V XCX'tà.j"EL'
' 'tOV OÈ 'tE'ttxp'tCXLOU 'tà. É À. w p L CX xcxt x u v E c; à.pyoL·
7tÉIJ.7t'tOU o ' o i. w v o C , xcxt X 6 À. o c; Écr'tt !:.. L o c; .
ITwc; oùv ypcx!J.!J.tx'tLxòc; ouvcx'tcxL IJ.E'tà. 1tÉV'tE xcx'tà.pcxc;
xcxt 7tÉV'tE 7t'tWCTELç IJ.'ÌJ !J.Éycx 7tÉvi)oc; EXEL'V ;

1 74 T o O m u 't o u

'E\IM.oE 7tCXL0EUOUCTLV ocroLc; XEXOÀ.lù'tO l:à.ptx7tLç,


'toi:aw 6.1t' o u À. o !J.É'VTJc; IJ.'T) 'V L O o c; à.pxo!J.ÉVoLc;·
t'Vi)cx 'tpocpòc; xcx'tà. IJ.fivcx cpÉpEL IJ.Lcri)òv IJ.E't' à.và.yxT)c;,
�u�À.� xext xà.p'tn OTJCTCXIJ.ÉVT] 1tE'VLTJV.
' ·.ne; OÈ xà.7t'VLCTIJ.CX 'tLi)Ei: 7ttxpà. 'tÒ'V i)p6'VO'V, wc; 7ttxpà. 'tUIJ.�0\1,
'tÒ'V IJ.LXpÒ'V xà.p'tT)\1 'tÒ'V 7ttxptxpm't61J.E'VO'V.
KÀ.É1t'tEL o ' t!; 6Myou IJ.Lcri)òv xcxt XCXÀ.XÒ'V à.IJ.d�EL
xcxt !J.OÀ.L�O'V IJ.LCTyEL xcxt 'tÒ (i)oc; OÉXE'tCXL.
"H'V ot 'tLc; Elc; É'VLtxu'tò'V &yn xpucroi:o 'V61J.LCTIJ.cx,
10 ÉvOExci't� IJ.TJ'VL, 7tptv 7tpOq>ÉpEL'V, IJ.E'tÉ�TJ,
à.y'VWIJ.W'V 'tE cpcxvdc; xcxt 'tÒv 7tp6'ttpov oLcxcrupcxc;
i"PCXIJ.IJ.CX'tLX6'V, CT'tEpÉcrcxc; IJ.LCTM'V oÀ.ou E'tEoc;.

1 75 Tou m u 't o u

KcxÀ.À.L!J.CXX0\1 7tlùÀ.W xcxt mvocxpo'V 'Ì)OÈ xcxt CXU'tà.c;


, - - " ,
7t'tlùCTELç i"PCXIJ.IJ.CX'tLXT)c; 7t'tlùCTLV EXlù'V 7tE'VLT)c;.
!:..wpéi)toc; yà.p É!J.TJ'V 'tpocpLIJ.TJ'V CTV'V'ttx!;LV (À.ucrE,
7tpEcr�dT)'V Xtx't' ÉIJ.OV 't'Ì)'V à.CTE�fj 'tEÀ.Écrcxc;.
, •AÀ.À.à. crU !J.Ou 7tp6CT'tTJl)L, E>tQ q>LÀ.E, IJ.TJOÉ IJ.' Mcrnc;
CTUVOÉCTIJ.� 7tE'VLT)c; 'tÒ'V �LO'V É!;tx'VUCTCXL.

'Ex).i)i)T)\1 7ttxpà. crov 'tOV pTJ'tOpoc;· EL o' à.7tEÀ.dcpi)T)'V,


't'Ì)'V 'tLIJ.'Ì)'V à.1ttxw xcxt 7tÀ.Éo'V El!J.t cp(À.oc;.
OvoÈ yà.p i) �uxi) 'tÒ q>CXj"EL'V xpL'VOUCTCX j"Éyl)i)E'V,
à.À.À.à. IJ.6'VO'V 'tLIJ.fjc; txi.cri)o!J.É'VT] 'tpÉq>E'tCXL.
LIBRO NONO

dopo funesta, daccapo gl'innumeri l u t t i dei Greci;


a l m e all ' O rco travolge il terzo verso;
, o r r i d o p a s t o di c a n i veloci nel quarto; nel quinto
gli u cc e l l i e ancora il c o r r u c c i o di Z eu s .
Come un grammatico può, dopo cinque malediche voci
e cinque 'casi', non cadere in lutto?

1 74 Pallada Il salario /rodato

Quanti Seràpide odia, quaggiu fanno scuola, e la scuola


è dall ' i r a f u n e s t a che comincia.
Il salario mensile recandoti, come per forza,
quella miseria incarta la nutrice :
, presso la cattedra, come l'incenso alle tombe, depone
la cartuscella, quasi che le sfugga.
Ruba una paga per sé da quel poco : vi mischia del piombo,
surroga il rame e si piglia la mancia.
Chi, per un anno, un aureo dovrebbe, prima del saldo
10 (l'undicesimo mese) va da un altro,
e, rivelandosi ingrato, l'antico maestro depreda,
ché d'un'intera annualità lo froda.

Pallada Liquidatione

Pindaro vendo, vendo Callimaco, insieme coi casi


- cadendo in povertà - della grammatica.
L'alimentare sintassi soppressa mi fu da Doròteo
dopo la scellerata ambasceria.
, Ora proteggimi tu, caro a Dio, non fare ch'io viva
in congiunzione con la povertà.

Pali ada Grazie no

Ebbi l'invito da te, professore. Non venni, ma serbo


l 'onore in cuore e l'amicizia cresce.
Di delibare vivande lo spirito punto non gode :
lo nutre solo il senso dell'onore.
ANTOLOGIA PALATINA

l 77 'AotcrltO'tOV

Ai:anoc; 'ltapèt "tVIJ.�ov à."tap�TJ"tOLo 'ltapaa•ètc;


<l>pùç É'ltÉW\1 L"tCI(J.Tjc; TiPXE\1 É'ltEO'�OÀ.LT)c;'
(( A r a c; o · o v x h · E IJ. L IJ. v E v · » o o · a.v.EyÉywvEv e:vEplk
(( M L (..L 'Il E 'Il )) o o' OÙXÉ"t. E't)..,T) swòc; a'ltoq>i}L(.J.E'\10\1.

'ne; 1tapoc; 'AEÀ.tov, vvv Kataapoc; a 'P6ooc; ELIJ.L


vciaoc;, L0'0'\1 o' auxw q>Éyyoc; a'lt ' a(.l(j)O"tÉpwv.
"HOT) O'�E\I'IIV (.I.É'II CI'\1 (.lE VÉCI Xct"tE(j)W"tLO'E'\1 aX"tLc;,
"AÀ.LE, Mt 'ltCipèt aÒ'\1 q>Éyyoc; EÀCI(.li);E NÉpwv.
, nwc; Et'ltw 't L'\IL (J.ciÀÀ.ov òq>dÀo!J.aL; "Oc; !J.Èv e:onçEv
Èç &.Mc;, oc; o · f)o11 pvaa•o ovo(J.Évctv.

1 79 A < w v t o a; T a; p a; v 't [ v o v

Toço�6À.o'll 'tÒ'II "Epw'tct 'ttc; e:çEaEv Èx ÀL�ct'IIW 'tov,


"t0\1 'ltO'tE (.1.1) 0' ctU'tOV ZT)vòc; a'ltOO'XOIJ.E'II0\1 ;
'0\j;É 'ltoi}' 'Hq>CILO'"t� XEi:"tCIL O'XO'ItÒc;, 0'11 xai}opciai}ctL
E'ltPE'ItE'\1 oùx èiÀ.À.wc; iì 'ltvpt 'tV(j)Ò!tEvov.

Tvx11 xa'ltTJÀ.Evovaa '!t av'ta 'tòv �Cov,


t , , ' ,
C10'VYXEpC10''tO'\I 'tT}'\1 (j)VO'L'\1 XEX"tT}(J.E'\IT}
xat avyxvxwaa xat IJ.E"tCI'II'tÀ.ova' aù 1taÀ.w,
XCIU't'Ì"j Xa'ltT}À.oc; ÈO''tL '\IV'\1 "tLc;, OU i}Ea,
' "tÉX'IIT)'II À.aXovaa 't'Ì")'II 'tpÒ'ItW'\1 È'ltaçCav.
LIBRO NONO

177 Anonimo L'eco del morto

Stava, presso la tomba d'Aiace l'intrepido, un Frigio ;


rozzo, inveiva: «La possa d'Aiace
non resisteva » . «Esisteva» rispose l'eroe di sotterra.
Di fronte al morto piu non resse il vivo.

Antifilo d i B i sanzio Rodi

Isola, un tempo, del Sole, di Cesare adesso, d'entrambi


eguale luce vanto. Sono Rodi.
Mi spegnevo, e un raggio mi cinse novissimo, Sole :
presso il tuo lume balenò Nerone.
, A chi devo di piu? come dirlo ? Dal mare mi trasse
l'uno, naufraga l'altro mi salvò.

1 79 Leo n i d a d i T a r a n t o Il bersaglio

Chi come arciere forbf nella resina Amore - quel dio


che neppure di Zeus si fa riguardo?
Finalmente bersaglio d'Efesto! Bruciato dal fuoco
ci piacerebbe di vederlo, e basta.

1 80 Pallada La Fortuna in taverna

Fa della vita la Fortuna un'osteria :


è per natura aliena dalla tempera,
un gran miscuglio e poi travasi pratica.
Piu dea non è, ma ostessa è divenuta ormai:
' la professione è degna del carattere.
ANTOLOGIA PALATINA 92

181 Tov mv�ov

'A\IECT'tpcXcpT]cra:v, wç opw, 'ttÌ 1tPcXY!J.C1.'ta.


xa.t 't'Ì')\1 TvxTJv vuv oucr'tuxoucra.v doo(J.E\1.

1 82 Tov mv�ov

Ka.t crv, TvxTJ OÉCT1tOWC1., 'tVXTJ\1 huxi'i 1t6�E\I ECTXEç;


'H 'lta.pÉxoucra. 'tvxa.ç 1twç hux'Ì'J ç yÉyova.ç;
Mciv�a.\IE xa.t a"Ù cpÉpEL\1 'ttÌ erti pEv(J.a.'ta., xa.t a"Ù OLOcicrxou
'ttÌç ci'tUXELç 'lt'tWCTELç Ciç 1tC1.PÉXELç É'tÉpoLç.

Ka.t crv, TvxTJ. ÀOL'ltÒ\1 (J.E'ta.�a.ÀÀO(J.É\11] )((l't(l'lt(lL�OU


!J.TJOÈ 'tVXTJç 'ti'jç cri'jç ucr'ta.'ta. q>ELCTa.!J.ÉVTJ'
i'J 7tptv \IT]Ò\1 (xoucra. XC1.1tTJÀEVELç !J.E'ttÌ yijpa.ç,
�EP!J.OOO'tLç !J.EP01tCù\l \IU\1 civa.cpa.L\IO(J.É\ITJ.
:s Nuv ocr(wç CT'tÉ\IE xa.t a"Ù 'tEÒ\I 'ltcX�oç, èicr'ta.'tE Oa.L(J.0\1,
't'Ì')\1 cri)v, wç !J.EPO'ltW\1, \IU\1 (J.E'tcXyoucra. "t'VXTJ\1.

1 84 'A6!rnonv

mvoa.pE, Moucrciwv tEpÒ\1 CT'tO(J.a., xa.t ÀcXÀE l:ELp'Ì')\1


Ba.xxuÀLOTJ, l:a.1tcpouç 't ' AtoÀ!oEç xcipL"t'Eç,
ypcX!J.(J.C1. 't ' 'Ava.xpdov"t'oç, 'O!J.TJPLXÒ\1 oç 't ' cX1tÒ pEv(J.a.
(cr'lta.cra.ç o!:xdoLç, l:'tTJCTLXOP , E\l xa.(J.cX'toLç,
'

:S f} 'tE l:L(J.W\ILOEW yÀUXEPTJ CTEÀ.Lç, TJOV 'tE liEL�ouç,


"I�UXE, xa.t 1tC1.LOW\I av�oç IÌ(J.T]CTfL(J.E\IE,
xa.t SL(j>Oç 'AÀxa.(oLO, 'tÒ 1tOÀÀaXLç a.!(J.a. 'tUpcX\I\IW\1
ECT1tELCTE\1 1tfL'tPTJç �ÉCT(J.La. pUO(J.E\10\1,
�TJÀU!J.EÀEi:ç 't' 'Ah(J.avoç IÌTJ06vEç, tÀa.'tE, 'ltcXCTTJç
10 à.pxi)v ot ÀupLxi'jç xa.t 1tÉpa.ç f.cr'tacra.'tE.
LIBRO NONO 93

x8x Pallada Sullo stesso tema

A quanto vedo, è tutto capovolto ormai:


Fortuna sfortunata : è qui la novità.

182 Pallada Sullo stesso tema

Sfortunata fortuna di dove ti venne, Fortuna?


Tu, che dài la fortuna, sfortunata?
Il tuo flusso d'eventi sopporta, quei crolli conosci
sfortunati, che agli altri tu dispensi !

Pallada Sullo stesso tema

Fatti dunque, cangiata Fortuna, beffare, ché i resti


non hai salvati della tua fortuna.
Eri padrona d'un tempio : non fai che l'ostessa da vecchia,
ti si vede fornire l 'acqua calda.
, Dèmone instabile, piangi, da brava! Tu giri la sorte ­
come quella degli uomini, la tua.

Anonimo I nove lirici

Pindaro, labbro divino di Muse; Bacchilide, arguta


Sirena; grazia eolica di Saffo;
anacreontiche; e tu che l 'omerico flusso piegasti
al tuo travaglio artistico, Stesicoro;
' pagina dolce, tu, di Simonide ; tu che d'efebi,
Ibico, cogli e di Lusinga il fiore;
spada d'Alceo, che piu volte tirannico sangue libasti,
tesa a tutela delle patrie leggi;
usignoli femminei d'Alcmane - arridete ! Fissaste
ro della lirica, voi, principio e fine.
ANTOLOGIA PALATINA 94

I 85 'A5ÉO'!tO'tOV

'Apx�:ì.6xou -.cHìE [.!.É'tprx xrxt TJXTJEV'tEc; Ì:rx[.!.�o�


i}u[.!.OU XIXL tpO�Epi'jc; LÒç È1tEer�OÀ.!T)c;.

I86 'Av·n �t « b pou 8 E O' O" a. >..o v L x t w ç

B��À.o� 'Ap�er-.orpcivEuc;, i}Ei:oc; 1t6voc;, rxrerw 'AxrxpvEùc;


x�ereròc; È1tL x:ì.oEpi)v 1touÀ.ùc; [erE�erE x6[-!.T)\I"
i}v�o· oero\1 .6.�6vuero\l [xn erEÀ.�c;. orrx oÈ [.!.ui}o�
TJXEUerL\1 tpO�EpW\1 1tÀ.T)l)6[-!.EVO� xrxphW\1.
, ...n xrxt i}u[.!.Ò\1 èip�er-.E xrxt 'E:ì.À.ciooc; ili)Eer�v rerrx
xw[.!.�xÉ, xrxt er-.uçrxc; a.ç�rx xrxt yEÀ.cierrxc;.

Aù-.rx� ero� er'tO[.!.ci'tEererw civT)pdi)Jrxv-.o [.!.ÉÀ.�ererrx�


1tO�x(À.rx Mouerciw\1 èi\li}Erx opEI)Jci[.!.E\IIXV
rxù-.rxt xrxt Xcip�-.Éc; ero� Èowpi)errx\l'to, MÉvrxvopE,
er'tW[.!.UÀ.0\1 EÙ'tUX�T)\1 opci[.!,cter�\1 È\li}É[.!.E\IIX�.
, ZwE�c; dc; rxtw\lrx, -.ò oÈ xÀ.Éoc; Èer-.t\1 'Ai}i)'llrx�c;,
ÈX erÉl)EV OUpct\I(WV cl1t't6[-!.E\IO\I \IEtpÉW\1.

I 88 'A5ÉO'ItO"tOV

·A-.i}�ooc; EùyÀ.wererou er't6[-!.rx rpÉp'tct'to\1, où erÉo [.!.Ei:!;o\l


rpi}Éy[.!.IX flct\IEÀ.À.TJ\IWV 1téierrx XÉXEUi}E erEÀ.(c;·
1tPW'toc; o . ELc; 'tE i}EÒ\1 xrxt Èc; oupct\IÒV 0[.!.[-!.IX 't!X\Iuererrxc;,
i}Ei:E llÀ.a'tW\1, f}l)TJ xrxt �(o\1 T)uycierrxo,
, l:wxprx-.�xQ l:a[.!.�0\1 xEpaerrxc; [.!.ux-.Tjp � rpp6vT)[.!.rx,
xaÀ.À.�er't0\1 erE[.!.\Ii'jc; crxii[.!.IX o�xoer'tcterLT)c;.
LIBRO NONO 9 .5

Anonimo Archiloco

Metri d'Archiloco, giambi sonori di collera, e il fiele


dell'invettiva piu tremenda è qui.

186 A n t i p a t ro d i T e s s a l o n i c a Aristofane

Qui d'Aristofane i drammi, divina fatica: vi scosse


la verde chioma l'edera d' Acarne.
Quanto Dioniso c'è qui, che sonoro rimbombo di testi
che una grazia terribile ricolma !
, Grande nell'ira e, alla stregua dell'indole greca, faceto,
a proposito in te fu l'odio e il riso.

Anonimo Menandro

Colsero fiori di Muse di vari colori le api


e le labbra t'ombrarono, da sé.
Anche le Grazie, Menandro, ti fecero un dono: l'innesto
della garbata arguzia nei tuoi drammi.
, Mentre tu vivi perenne, pertiene ad Atene la gloria,
che da te sale alle celesti nubi.

188 Anonimo Platone

Dell'eloquenza d'Atene sublime voce, la Grecia


maggior suono non ha nelle sue carte.
Divo Platone, che a Dio come al cielo per primo levasti
l'occhio, schiaristi l'etica di vita,
' ché la socratica arguzia col senno fondesti di Samo -
composizione d'un dualismo augusto.
ANTOLOGIA PALATINA

"EÀ.iktE 'ltpÒc; 'tÉ(J.E\IOç 'tctUpwmooc; <iyÀ.ctÒ\1 "HpT)c;,


AEcr��OEç, <i�p<i 1tOOW\I �TJ(J.cti}' ÉÀ.tcrcr6(J.E\IctL"
(vi}ct XctÀ.Ò\1 O"'tTJO"ctcri}E i}Efi xop6v· U(J.(J.t o ' cl'ltclpçn
�ctmpw xpucrE�TJ\1 XEpcrtv rxoucrct À.VpT)v.
' "OÀ.�tctt ÒPXTJi}(J.ov 'ltOÀ.uYT)i}Éoc;, Ti y À.uxùv V(J.\I0\1
EtcrcttEw ctv't'iic; o6çE'tE KctÀ.À.to'ltT)c;.

AÉcr�tov 'Hp�wT)c; 'tOOE XT)p�ov· <iou 'tt (J.txp6v,


<iÀ.À.' oÀ.o\1 ÉX MoucrÉW\1 XtpVcl(J.EV0\1 (J.ÉÀ.t'tt.
Ot OÈ 'tptT)x6crtot 'tctU'tT)c; cr't�XOt 7:crot 'O(J.i)p�,
'tllc; xctt 'ltctpi}Evtx'ii c; ÈWEctXcttOEXÉ'tEuc;·
, il xctt É1t' i)À.ctx<i'tn (J.T)'tpòc; q>6�� . 'iì Xctt Èq>' tcr"tl;l
Ècr'ti)xn MoucrÉwv À.<i'tptc; Èq>ct'lt'tO(J.ÉVT) .
�ctr.q>W o ' 'Hp�WT)c; ocrcrov (J.EÀ.ÉEcrcnv cl(J.ELVWV ,
"Hptwct �ct'ltq>ovc; "t6crcrov Èv ÈçctflÉ'tpotc;.

Oùx av É\1 i)(J.E'tÉpotcrt 'ltOÀ.uy\lcl(J.'lt"rOtc; À.ct�up�vi}ctc;


pTJtO i.wc; 7tpo(J.6À.otc; Èc; q>c1oc;, ct'i. xE 'tvxnc;·
'to�ouc; ycìp Ilptct(J.tc; Kctcrc1vopT) q>o��ctcrE (J.uDouc;,
èiyyEÀ.oc; oilc; �ctcrtÀ.E� rq>pctcrE À.oço,p6xtc;.
' Ei. oÉ erE q>i.À.ct'to KctÀ.À.tO'ltT), À.cl�E (J.' Èc; XÉPctc;· d oÈ
v'iite; Eq>uc; MoucrÉwv, XEpcrt �c1poc; q>opÉEtc;.

1 92 ' A v n cp D . o u B u � et v - d o v

- At• !JL!JII.Ot,
r:l ' r:l'\ • • • •
!\
'tt\IOç EO"'tE; 'tt XEUuE'tE;

- 8uyct'tÉpEç (J.ÈV
McttO\ILOOU, (J.uDwv o' tcr"t OpEc; 'IÀ.tctXWV.
LIBRO NONO 97

Anonimo Saffo

Donne di Lesbo, al tempio di Era dall'occhio bovino,


volgendo passi morbidi, venite !
Instaurate una danza d'omaggio alla dea : sarà Saffo
la vostra guida, con la cetra d 'oro.
5 Donne beate di danze gioiose, nel canto soave
Calliope, forse, vi parrà d'udire!

Anonimo Erinna

Questo è un favo di Lesbo, d'Erinna : una piccola cosa,


che le Muse colmarono di miele.
Sono i suoi versi trecento, ma valgono quelli d'Omero.
Era una bimba di diciannov'anni,
5 con una madre temuta. Sedeva alla rocca, alla tela,
nel suo servigio dedita alle Muse.
Se nella lirica vale piu Saffo d'Erinna, del pari
negli esametri Erinna vince Saffo.

Anonimo L'« Alessandra » di Lico/rone

Facile non ti sarà rivedere la luce, se imbocchi


gli anfrattuosi labirinti miei.
Tali delirì di Febo Cassandra Priàmide enuncia,
che un messaggero ambiguo espone al re.
5 Ove Calliope t'arrida, tu prendimi in mano. Novizio
sci delle Muse ? Un peso in mano rechi.

A n tif ilo di Bisanzio L'« <liade» e l'« Odissea »

- Voi di chi siete figlie ? che cosa celate ?


- D'Omero · '

c raccontiamo la leggenda d'Ilio.

5
ANTOLOGIA PALATINA

'A IJ.LrL !J.Èv IJ.T}V��!J.òv 'Ax�À.À.Éoç Epya. 'tE XELpòç


'EX'tOpÉa.ç OEXÉ'tOUt; ... . él�À.IX. À.ÉyEL 1tOÀ.É!J.OU"
, &. o' È'tÉPI1 1J.6X�OV 'tÒV 'OoucrcrÉoç èL!J.q>L 'tE À.Éx'tpo�ç
XT}pdo�ç &.ya.Mç oaxpua. ll1}VEÀ.61ta.ç.
- "IÀ.a.'tE crùv Moucra.�cr�· IJ.E�· v!J.E'tÉpa.ç y&.p &.o�o&.ç
d1tEV EXEW a.twv EvoExa. TI�Eptoa.ç.

1 93

'lcr'tOpLT}V È'tÉÀ.Ecrcra. 8Eou xa.p t'tECTCT� crocpficr�


1tpciy!J.I1't' ciÀ.T}l)ELT}t; 'ltO�XLÀ.' Ùq>T}\Ici!J.E\IOt;.

1 94

fpci!J.IJ.IX.'trL owoEx' EXEL «l>�À.ocr'tépy�oç, ouvo!J.a. xa.À.év·


'tOU\IEXIX. ol] XIX.'ttX ypci!J.IJ.Cf. Myouç &.vEypci�IX.'tO 'tOU'tOUt;
&.psci!J.E\IOt; 1tPW'tOU tX'ltÒ ypci!J.IJ.IX.'tO<;, EhE\1 Éq>E!;,ijç,
xa.t o�èL 'tijç IX.Ù'tW\1 à.pxijç ÈÒV OU\IOIJ.IX. ypci�a.ç .

I 95 'ASia-1to1:oV

KwvCT'tiX.V't�v�ciol}ç 'AcrxÀ.T)mÒç èicr'tu yEpa.tpwv


ypci�E\1 •A\111SI1P�OU 1tci'tp�a. XUOIX.À.L!J.T)<;.

1 96 M a p lv ou N E a 1t oÀl 1: o u

'A�a.vci'to�cr� �Eo�ç xExcr.p�cr!J.Éva. 'ltciv'to'tE pÉswv


xcr.t 't cio' È1t' EÙCTE�Éo\l't� vé� cruvÉypa.�E Ma.p�voç.

1 97 [ M a p l v o u N E a: Tt oÀ h ou]

Ka.t 'téOE crijç sa.l)�T}ç XEq>a.À.ijç 1tEpL!�CT�O\I Epyov,


TipéxÀ.E !J.cixa.p, 1tci\l'tlù\l �pÉ'tcr.ç EIJ.'lt\I00\1 O't't� Mcr.p�vov
LIBRO NONO 99

Una l'ira d'Achille, le gesta d'Ettore narra,


le prove della guerra decennale ;
, l'altra le pene d'Odisseo, l'angoscia del vedovo letto,
i pianti di Penelope virtuosa.
- Siate propizie e le Muse ci assistano: dopo di voi,
undici Muse il tempo annoverò.

1 93 Anonimo Filostorgio

Fine dell'opera. Ordii, per la grazia sapiente di Dio,


screziati fili della verità.

1 94 Anonimo La {irma

Filostorgios - un nome di dodici lettere, bello :


onde compose, secondo le lettere, questi suoi libri:
incominciò dalla prima, segui con le altre, scrivendo
con le diverse iniziali l'intero suo nome : la firma.

1 95 A n o n i mo Lo storia patria

Di Costantino fu figlio; la patria di gloria coprendo,


scrisse la storia d' Anazarbo Asclepio.

M a r i no d i N e a p o l i s Sottoscrizione

Opere accette ai numi compiendo sempre, Marino


anche quest'opera, mosso da mente devota, redasse.

1 97 [Marino di Neapolis] Lo vita di Proclo

Dal tuo genio divino quest'opera splendida nasce,


Proclo beato : di tutti gli dèi simulacro vivente,
ANTOLOGIA PALATINA I OO

à.itCivct"t"WV, �Ep6mcrcn �ol]it6ov EUCTE�ÉEcrcrw,


à.v•L "t"Efjç LEpfjç XEq>CIÀ.fjç \jluxocrcr6ov èiÀ.XCip
' xà.À.À.mEç, oç �LO't'Ì}V itEO"t"Ep1tÉCI CTELO À.tyCILVWV
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llpoxÀ.oç �Èv ovv yfiv, xCIL E>Éwv �E'tpE� 1t6À.ov.
' "A�cpw o' È1tLCTljç "rWV E1tCI�VWV a.çtot,
LIBRO NONO 101

e dei mortali devoti sostegno, lasciasti Marino


in tua vece, presidio che salva le anime. È lui
, che la tua vita, che i numi rallegra, cantando descrisse:
vive pei posteri qui delle tue virru la memoria.

Anonimo Nonno

Io sono Nonno. La patria, Panòpoli. Là dov'è Faro,


con la spada vocale le stirpi mietei dei Giganti.

1 99 A no n i m o Enciclopedia medica

È d'Oribasio divino. Quell'arte celeste temendo,


ai suoi stami fu spesso di proroghe larga la Parca.

200 Leone i l F i l os o f o Meccanica

È di meccanica il libro. Colui che lo scrisse, Quirino.


Collaborò nella lunga fatica un amico, Marcello.

201 Leone il F i lo s o f o Astrologia

Della fatidica scienza di Febo i divini misteri


m'insegnò quell'illustre fra tutti gli astrologi, Paolo.

202 Leone il F i l o s o f o Teone e Proclo

È di Teone e Proclo, i saggi, il libro che


di cielo e terra le misure chiude in sé.

La terra l'uno, l'altro il cielo calcola.


' Di grandi lodi sono degni tutt'e due;
ANTOLOGIA PALATINA 102

èiJ..I.q>W o ' CLJ..I.O��'Ìj\1 'tW\1 À.éywv 'tE'tEUXct't0\1.


E>Éwv llpoxÀ.ou yò:p À.ctJ..I.�avwv crocpò:c; i}ÉcrHc;,
odxwcr� 'tctU'tct�c; nùc; OpOJ..I.OUc; 'tW\1 CLCT'tÉpwv·
llpoxÀ.oc; OÈ odl;E�c; 'tOU E>Éwvoc; À.ctJ..I.�Ct\IW\1,
IO 'tctU'tct�c; avaME� xat 7tpO�aÀ.À.E� 'tÒ:c; i}Écrnc;.
'A).).', w crorpi} l;wwpt, xa�pÉ J..I.O� À.Lav·
XctLpo�c; E>Éwv èip�CT'tE, 1tCL\ICTOqJO\I xapct,
Ò vuv 1tuxaswv 't'Ìj\1 'AÀ.El;avopou 1tÒÀ.w·
XctLpo�c; OÈ xat cru, llpoxÀ.E, 'tOU :I:ctp7tT)OO\IOc;
IJ èip�CT't0\1 ctLJ..I.ct 'tO�c; oÀ.o�c; �OWJ..I.E\10\1.

20 3 <l> wt t o u "t O u Il �t "< P " � p x o u K w "J O" "< Il "J H "J o u r. 6 '/,. E w ç ,
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J..l.i} 't'Ìj\1 7tapEpyov 'ti) c; ypaq>i)c; crx67tn Mav,
't'Ì}v 'tou À.oyou oÈ 7tpw'ta crwopoJ.L'ÌJv J..I.Cti}E·
IO WJ..I.qJOCT'tOÀ.E� yÒ:p 'tOÙ<; 1t0j}OU\I'tct<; ÈJ..I.q>pOVW<;.

20 4 ' A y a b t o u I: x o '/,. a a n x o u

Mi) J..I.E 'tÒv Atav'tE�ov avoxJ..I.acrcrnac;, òo�'ta,


7tÉ'tpov axov't�CT't'Ìj\1 cr'ti)i}Eoc; 'Ex'topÉou.
E LJ..I.t J..I.ÉÀ.ctc; 'tPlJXU<; 'tE" crù o ' ELpEO i}E�0\1 "OJ..I.l] P0\1
1twc; 'tÒV llp�aJ..I.LOlJV Èl;ExuÀ.�cra 1tÉo�.
, Nvv oÈ J..!.ÒÀ.�c; �ct�6v J..I.E 7tCIPOXÀ.tsovcrw apoupl]c;
èivi}pw7to�, yEvEi)c; aÌ:CTXEct À.EUyaÀ.Él]c;.
'A).).fi J..I.É .. �c; xpu�E�Ev ù1tò xi}ov6c;· atoÉoJ..I.a� yò:p
1tCILY\I�O\I OU't�Oct\lo�c; avopacr� YWOJ..I.EVoc;.
LIBRO NONO 1 03

lo scambio di dottrine fu reciproco.


Teone a Proclo attinge idee saggissime,
con esse mostra delle stelle l'orbita;
le prove Proclo da Teone mutua,
10 le proprie idee promuove con l'analisi.
Sapiente coppia, evviva, il mio saluto a te.
Teone grande, salve a te, saggissimo,
che d'Alessandro adesso adorni la città;
salute, Proclo: tutti ti proclamano
15 il piu cospicuo figlio di Sarpèdone.

203 F o z i o patriarca di Costantinopoli ovvero L e o n e i l F i l o s o f o


Leucippe e C/ito/onte

Amore amaro, vita casta - l'opera


su Clitofonte proprio questo illumina.
La casta vita di Leucippe in estasi
ci manda, se si pensa come sopportò
5 tonsure, botte, oltraggi e - prova massima ­
l'estremo rischio d'una morte triplice.
Amico mio, se tu persegui la virtu,
del quadro ignora i tratti trascurabili,
apprendi prima, della storia, il nòcciolo :
10 le brame caste al matrimonio approdano.

204 A g a t i a S c o l a s t i co La pietra d'Aiace

Non sollevarmi, passante: la pietra sono d'Aiace,


strale che il petto d'Ettore colpi.
Io sono ruvida e nera; ma chiedi ad Omero divino
come diedi al Priàmide il tracollo.
' Ora, a fatica, di poco mi sposta la gente del luogo ­
sconcio d'un'era d'uomini pietosa.
Via, sotto terra taluno mi celi! Di fare da gioco
a persone da nulla mi vergogno.
ANTOLOGIA PALATINA ! 04

205 'Ap,; q . n ò w p o u 'Y P C1 1-! I' C1 n x o u

BouxoÀ�xa.t Mo�cra.� C"'ltOpaOEc; 'ltOx<i· '\IVV o' éi(.la. micra.�


Èv'tt (.l�éic; (.l<i'IIO pa.c;, Èv'tt (.l�éic; tiyÉÀa.c;.

206 Eu 1 n 6 l o u ' A D 1}v C1 l o u

Ta.u'toMywv xa.v6'11wv cpEv 'ltÀT)ilvoc; i)o' ti�ol))..wv


!;ucr(.laWV ÀE'It'tÒc; 't<Ìc; ÈX<ipa.!;E OÒva.!;.
"0(-l.(.l.a.'t<i (.l.EU xÉX(.l.T)XE, 'tÉVw'll , p<ix�c;. tvtov, W(.l.OL'
'tTjc; Ka.M)..ou OÈ cpÉpw 'tTJV òovvT)v xa.il6)..o u.

MTj'tLV 'EmX'tlJ'tO�o 'tEQ Év�x<i'tilEo ilu(.l.Q,


" . , ' ' , -
ocppa. XEV E�C1a.cp�XT]I1� Ec; oupa.'II �OUc; XEVEWVI1c;
�uxi)v U��XÉÀEui}ov ÈÀa.cppLSWV rX'ItÒ )'Il. LT]c;.

208

"Oc; XEV 'E'It�X'tlJ'tO�O crocpi)v 'tEÀÉC"E�E (.l.EVOLVi)V


(.l.E�O�aE� (3�6'to�o ya.)..T]V�Òwv Èvt 'ltOV'tl()
xa.t (.l.E't<Ì '\la.un).. tT)V (3�o'tl)cr�ov dcra.cp�x<ivE�
Oupa.v(T]V <��Oa. xa.t rXC"'tEp(T]V 'ltEp�W'ItlJV .

Tt'lt'tE (.l.E'toxÀasELc; 'ltE'ItO'tT](.l.ÉVT] osov rX'It osou; •

To�a. xa.t a.nTJ tpE!;E xa.t ou cpvyEv i.!;ocpopTja.c;


i)(.l.E'tÉpouc; o6va.xa.c;, 'ltEpt OÈ 'lt'tEp<Ì 'ltUXV<Ì (3a.).. oucra.
f})..uilE 'tEXVTJEV'ta., xa.t oux Èi}É)..oucra., 1tpòc; &vopa..
LIBRO NONO IOJ

20 ) A rt e m i d o r o g r a m m a t i c o PoeJia bucolica

Muse bucoliche un tempo disperse; ma ora, raccolte,


non sono che d'un gregge e d'un ovile.

20 6 E u p i t i o a t e n i ese Fatica di Jcriba

Di tautologiche nonne che folla ! Caratteri oscuri,


da quella penna fina fina incisi.
Stanchi i muscoli, gli occhi, la schiena, la nuca, le spalle.
Somma di pene dalla Somma: crepo !

20 7 Anonimo Epilleto

D'Epitteto deponi nell'anima l'alta saggezza,


sf che nei vuoti spazi celesti tu giunga, da terra
isnellita librando per alti sentieri la mente.

208 A nonimo Sullo Jteno tema

Chi d'Epitteto alle norme geniali s'adegua, sorride


come in calma bonaccia fra l'onde del pelago umano;
indi, compiuta di questa terrena esistenza la rotta,
giunge alla specola astrale dell'alta volta celeste.

Anonimo Il viJcbio

Uccellino, perché di ramo in ramo trasvoli?


Anche un altro lo fece, ma scampo non ebbe dal vischio
delle cannucce: piu fitto si fece il battito d'ali ;
suo malgrado, dell'uomo di trucchi sapiente fu preda.
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LIBRO NONO 107

210 A n o n i mo ÙJ « Tattica »

Guardalo il libro, ti prego, di prove durissime pregno :


l'ebbe un tempo, durante le guerre, Adriano signore;
poi, dall'inerzia celato, l'avvolse il tempo d'oblio.
Ma, come volle Anastasio dal braccio possente, sovrano,
, venni alla luce di nuovo, per dare alle truppe soccorso:
ché della guerra omicida le regole insegno con arte,
so come, insieme con me, tu farai delle genti d'Esperia
strage, e cosi dei Persiani, di quei Saraceni nefasti,
della diabolica razza, veloce a cavallo, degli Unni,
xo degl'Isauri, che sopra le rocce si salvano sempre.

Sotto lo scettro porrò d'Anastasio l'intero universo :


piu di Traiano cospicuo, da questo secolo nacque.

2II Anonimo Nicandro

Dopo Peone e Asclepio, Chirone e lppocrate, venne


in aggiunta Nicandro, che gloria piu valida s'ebbe.

212 Anonimo Sullo stesso tema

Farmaci molti - propizi taluni, ma molti funesti ­


catalogò Nicandro, piu bravo degli uomini tutti:
egli appartiene alla stirpe del medico primo, Peone.

213 A n o n i mo Le glorie di Colo/one

È Colofone cospicua fra tante città, ché la vita


diede a due figli geniali e li crebbe :
primo nato fu Omero, ma venne piu tardi Nicandro ­
diletti entrambi alle celesti Muse.
ANTOLOGIA PALATINA ro8

214 A t o v 't o � ct> �}. o 0' 6 rp o v

Tii .. wv Mywv C"OU xorxuÀn, Tiop<pup�E,


�<i1t·mç ,..(t xd).Tl xe1L c-,..o).lsE�ç ,..(tç <ppÉvClç.

215 ' Av n 1t a 't p o v M c u d i 6 v o .;

Atd tlT)ÀU..Épnc-w vowp XClXÒV 'E).).ljc-'ltOV..oç,


�E�vE· KÀEUVLXT)ç 'ltEMEo Auppe1xtooç.
TIÀwE yètp Éç l:T)c-"òv JlE"èt WJ.L<ptov, Év oÈ J.LEÀCILvn
<pop.. LO� "'JÌV "E).ÀT)ç (.lO�pClV <i'ltE'ltÀaC"Cl"O.
' 'Hpo� OHÀClLT), O"Ù (..LÈV avÉpCl, AT)LJ.LClXOç OÈ
vuJ.L<pT)v Év 1te1upo�ç wÀÉc-CI"E a-..Cioto�ç.

216 ' O v ÉO' 't O V K o p �v & t o v

'Ap(..LOVLT)ç LEpÒv <pi}C"E�ç y<i(.lov· a).).' atlÉ(.l�C",..oç


Otot1toooç. AÉ!;nç 'Av,.. �y6vT)v OC"LT)V"
!X).).(t XClC"Lj"\IT)"O� (.l�ClPW"Cl"O�. "A(.l�po..oç 'Iv w·
!X).).' 'AM(.lllç ,..).1JJ.LWV. TE�XOJ.LEÀ'r'jç x�MPTI"
5 «X).).' e1uMç ouC"(.louc-oç. "Io ' wç ÉxEpac-c-Cl"o ei]�n
OClLJ.LWV Éc-tl).èt xCixo�ç xdç EV E(.l�!;Ev LC"Cl.

2 17 M o v x t o v l: x Ev6>.a.

At XLJ.LClpo�, "L 1to"' iÌpCl ,..(t J.LÈv MJ.Lll XCIL "�MJ.LCIÀÀCI


).d'ltE"E xe1t xÀoEpi)v CitytvoJ.Lov �o.. avT)v,
yupèt o' É1t' !X).).lj).Cl�ç C"X�p"i}Jlll"Cl j"ClVPCl "LtlEc-tlE
a(.l<pt ..òv uÀ��<i..T)V ci).).6(.lEVCl� N6(.l�ov ;
5 Oux a'ltÒ 'ltUj"JlClXLT)ç ci'ltO'ltClUC"E't"E, !llJ 'lto.. a'ltEXtliJç

av"t"lJC"TI xopuvT) XE�pòç ci1t' ClL'ltOÀ�xfjç ;


LIBRO NONO

214 Leone i l Fi losofo Porlirio

Col murice, Porfirio, dei discorsi tuoi


le labbra tingi, decorando gli animi.

215 A n t i p a tro M a c e d o n e Ellespon/o /alale

Sempre fu l'Ellesponto funesto alle donne, straniero :


puoi chiederlo a Cleonice di Durazzo.
Rotta faceva, verso lo sposo, su Sesto, e la sorte
replicò d'Elle con la nave nera.
, Ero, tu l'uomo perdesti; Ddmaco, tu la tua sposa ­
nello spazio, ambedue, di pochi stadi.

216 Onesto d i Corinto Contraddizioni di Tebe

Sacre le nozze d'Armònia dirai, ma di Èdipo empie.


Puoi definire Antigone piissima,
ma scellerati i fratelli. Se Ino immortale divenne,
penò Atamante. Mura alzò la cetra,
, caro il flauto alle Muse non fu. Vedi come per Tebe
fece un impasto un dio di beni e mali.

2 17 Mucio Scevola Capre/le

Voi, caprette, perché, dall'euforbia e dal timo lontane


e dall'erbetta verde che vi pasce,
l'una sull'altra non fate che salti protervi, girando
attorno al dio di selve e greggi, in tondo ?
' Non la smettete la lotta? Badate che l'orrida verga
che brandisce il capraio non vi colga !
ANTOLOGIA PALATINA I IO

'ABtiÀ.E XELIJ.EPLOV IJ.E XC1'tÉXÀ.VCTE XUIJ.C1'tC1 1tO'\I'tOV


oELÀ.cxLl}v, vExuwv cp6p•ov a.IJ.EL�cx!J.Évl)v.
AtoÉO!J.CXL crwiki:crcx· 't L IJ.OL 1tÀ.Éov op!J.OV txÉcri}cxL
OEVO!J.ÉVTJ cpW'tWV 1tELCTIJ.C1'tC1 Ol)CTO!J.ÉVWV ;
' KwXV'tOV IJ.E À.ÉyOL'tE Bcxpù crxticpoç· wÀ.ECi(J.. cpW'tC1<;,
wÀ.Ecrcx· VC1Vl)"'(Ot o ' dertv ECTW À.L!J.ÉVoç.

219 .O. L o S w p o u I: a p S L a v o v

AtyLBo'tou l:xupoLo À.L1twv 1tÉoov "IÀ.Lov E1tÀ.w


otoç 'AXLÀ.À.ELOl}<; 1tp6crl}E IJ.EVE1t'tÒÀ.E!J.O<;,
'tOroç Ev AtvEtiOTJCTL N Épwv tiyòç èicr'tv 'PÉ!J.oLo
Vd'tC1L E1t' wxvpÒl)V 8u!J.BPLV ti!J.EL�ti!J.EVO<;,
' xovpoç E't' tip'tL"'(ÉVELOV EXWV xv6ov. 'A}.}.' o !J.ÈV EYXEL
i}uEV, o o ' ti!J.cpO'tÉpoLç, xcxt oopt xcxt CiOcpLTJ.

220 8 cLU, o u M L À. TJ O' ( o u

'A xÀ.oEpà. 1tÀ.cx'ttivLcr'toç to' wç Expv�E cpLÀ.Euv•wv


opyLcx 'tà.v LEpà.v cpvÀ.À.tiocx 'tELVOIJ.Évcx·
Ò:!J.cpL o ' èip' à:xpE!J.OVECTCTLV Èorç XEXC1PLCTIJ.ÉVoç "npcxLç
iJ!J.Ep(ooç À.cxpfjç B6'tpvç 6.1toxpÉ!J.CX'tC1L.
' Oihwç, w 1tÀ.C1'ttiVLCi'tE, cpuoLç· XÀ.OEpà. o' Ò:1tÒ crEro
cpvÀ.À.à.ç à:Et xEui}oL •oùç llcxcpLl)<; È'ttipovç.

22! M a p x o u ' A p y < v ..- a p ( o u

Aùyti�w 'tÒV èicpUX'tOV E1tL crcppcxyrooç "EpW'tC1


XEpcrt À.EOV'tdcxv 6.vLOXEVV'tC1 B(cxv,
Wç 't� !J.ÈV !J.tiCT'tLYC1 M't' C1ÙXÉVoç, t1. OÈ XCXÀ.LVOÙç
EMvvEL" 1tonà o' à:IJ.cpL'tÉi}l)À.E xtipLç.
' <l>ptcrcrw 'tÒV Bpo'toÀ.oLy6v· o yà.p xcxt �fipcx Ocx!J.ti�wv
èiypLOV oùo ' ÒÀ.Lyov cpELCTE'tC1L ti!J.EPLWV.
LIBRO NONO III

218 E m i l i a n o d i N icea La barca dei morti

Trist'a me ! Se sommersa la furia del mare m'avesse!


Ormai non ho che un carico di morti.
Onta, per me, la salvezza. Che vale che tocchi l'approdo,
se non ho piu chi leghi le mie gomene?
, Tristo vascello san io di Cocito: la ciurma l'ho persa,
persa. Soltanto naufraghi, nel porto.

219 D io d o r o d i S a r d i Tiberio

Come il figlio gagliardo d'Achille puntava su Ilio,


lasciando Sciro fertile di capre,
tale Nerone, che guida gli Enèadi, all'urbe di Remo
ritorna e al corso rapido del Tevere :
, bimbo, la prima pelurie sul mento. Un ardore di guerra
in quello: d'armi e di sapienza in questo.

220 Tallo d i Mileto Il platano

Guardalo, il platano verde che cela misteri d'amanti,


teso su loro il suo fogliame sacro;
pendula intorno ai rami tu vedi, gradita alle Ore,
coi suoi gustosi grappoli, la vite.
, Platano, cresci cosf! Che il verde fogliame nasconda
sempre i compagni della dea di Pafo.

221 M arco A r g e n t a r i o Cupido e il leone

L'ineluttabile Amore su questo sigillo contemplo :


guida un forte leone con le mani,
sferza con l'una la nuca, dirige con l'altra le briglie;
circonfusa di grazia è la scultura.
' Quel flagello lo temo: se doma una fiera selvaggia,
non darà scampo agli uomini precari.
ANTOLOGIA PALATINA I I2

222 ' A v n <p D.. ou Bul;a v · d o u

'AvÉpa. i)ljp, XEpo-a.�ov o 1tov·no�, &1tvoov E!J.7tVOu�.


clpcl(.J.EVO� À.oqnfj� vypòv V7tEpi)E VÉXUV
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LIBRO NONO I I3

222 A n t i f i lo d i B i s a n z i o Il delfino e il morto

Bestia di mare vivente - d'un uomo di terra defunto


sul dorso presi l 'umido cadavere
e lo portai sulla sabbia. Che n'ebbi? Nuotai fino a riva
e del fardello la mercede è morte.
, Scambio di sorti tra noi: l 'elemento di quello m'uccise,
e uccise lui, terragno, l 'acqua mia.

22 3 Bianore L'aquila

L'aquila in vortici d'aria da Zeus recava messaggi,


unico uccello del celeste regno.
Al Cretese non sfugge: la rapida corda s'inarca,
coglie l 'alato la pennuta freccia.
5 Non evitò la giustizia di Zeus : piombando sull'uomo,
l'aquila colse della mira il fio,
trapassò, con lo strale piazzato nel fegato, il collo:
di due vittime il sangue un dardo bevve.

22 4 Crioagora La capra d'Augusto

Ero una capra popputa, feconda di latte fra quante


la mungitura spreme nei capezzoli.
Cesare, al gusto, capi la cremosa dolcezza, mi volle
sua compagna di rotta sulle navi.
' Io salirò fino agli astri, ché quello cui porsi la poppa
meno del Dio dell'egida non vale.

22 5 Onesto I ppocrene e Pirene

Fonti di Pègaso e Asopo, correnti fraterne, sprizzate


da un cavallo e da un fiume per un calcio!
L'uno dell'Acrocorinto le vene apri, d'Elicona
l'altro - talloni di felice mira!
ANTOLOGIA PALATINA I I4

Ai. o ' èiyE"t"E !;oui)oct CH!J$À.T)LOE<; èixpct !J.ÉÀLuO"ctL


q>Ép�Eo-i)' il i)u!J.ÉW\1 pLxvà. 'ltEpLX\ILOLct
il 'ltt>ci:Àocç IJ.ci:xwvoc; il à.o->ct<ptot>LO et pwyoc,
il i:ov il iJ.ci:Àwv xvouv Èmxocp'ltLOLov·
5 'ltCÌ\I"t"ct 'ltEpLXVL!;cto-i)E XctL èiyyEct XT)pWO"ctO"i)E,
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Xct'lt\IWO"ctç �OCLTJ\1 XV!J.!J.L ÀL'ItTI !J.EPLOct.

'Ax"t"ctLT)\1 'ltctpà. i)�voc OtocuyÉoc; EvooDtv èiÀIJ.ctc;


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Tòv OÈ xui)dç 'ltEpt 'ltci:\l"t"ct 'ltEOTJO"OC"t"O, (j)W"t"L o' ù'lt' èiypT)\1
ÈIJ.�ui)tT)v èiypT) XEpo-6i)Ev lJV"t"LctO"E.

228 ' A 7t o À À w v ( ò o u

'AyyEÀLT)c; iixouo-Ev ci:vwto->ou MEÀL>ELct,


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ouo-IJ.opoc; oi.xti.T)c; O"UIJ.�oÀov ELOE -ruxTJc;,
5 utÉoc o . wc; EO""tELÀE. ÀLW\1 o . È'ltL \IT)Òc; à.i)pocuo--rov
iiÀui)Ev Eux-rcti.T)c; o-woc; à.1t' ÈIJ.'Itopi.T)c;.
MT)"t"ÉpEc; wc; à.vto-ou !J.OLpT)c; À!ixov· i) (.I.È\1 iiEÀ'It"t0\1
swòv EXEL, xtl.vTJ o' oi)JE>ocL oùoÈ vÉxuv.
LIBRO NONO 115

Zona d i S a r d i Le api

Api ronzanti dei favi, coraggio ! Nutritevi in alto,


pascendo steli tortili di timo
o del papavero rosso le foglie, l'uvetta passita,
la viola, il vello sui frutti del melo.
, Spizzicate dovunque, le celle dell'arnia colmate,
si che Pan, che su favi veglia ed api,
gusti il miele ch'è suo; fumigando con mano predace
una porzione poi vi lasci, esigua.

22 7 B ianore Il polipo e la lepre

Presso la riva sabbiosa, nell'acqua diafana scorse


un pescatore un polipo natante.
S'avventò, lo scagliò di rapina dall'acqua sul lido
prima che l'avvinghiasse la sua preda.
, Quello piombò, come disco vibrato, su pavida lepre
cheta e dormiente tra giuncaie spesse.
Con i tentacoli tutta la strinse, e una preda di terra
trovò, sotto marina preda, l'uomo.

228 Apollonide Le due madri

Inopinata notizia senti Melitea : che suo figlio


era andato, col carico, sott'acqua.
Come approdò sulla riva, bagnato dal pelago, un corpo,
della sventura sua vide la prova,
' lo seppelH come figlio. Ma salvo, su indenne naviglio,
tornò da buoni traffici Dione.
Sorte diversa di madri! Ché vivo è il figlio inatteso
per l'una, e l'altra non vedrà la salma.
ANTOLOGIA PALATINA I I6

229 Mlipxcu ' A p"( E V 't ll p(cu

'ApxctLTJ crvvomtvE, xct1tTJÀ.�xà. (.1É'tpa cp�À.Evcra,


EvÀ.ctÀ.E, 1tpTJUYEÀ.wç, EVCT't"O(.lE, (.lctxpocp!lpuç,
ctLÈV È(.lfjç 1tEV(TJç �PctXUCTV(.l�OÀ.E (.lV CT't"�, À.!lyuvE,
TjÀ.i)Eç O(.lWç \m' l(.l'Ì]V XEL'p !l 1tO'tE xp6v�oç.
' Ati)' oq>EÀ.Eç xat èi(.l�X't"Oç !lvv(.lq>EU'tÒç 'tE 1tctPELTJç,
èicpi)opoç wç XOVPTJ 1tpÒç 1tÒCTW ÉPXO(.lÉVTJ.

230 ' O v É cr 't C U

'A(.l�ctLVWV 'E).�xwvct (.1Éyctv xa(.lEç, !l).).' ÈxopÉcri)TJç


ilTJyctCTLOOç XpTJVTJç VEX't"ctpÉWV À.��aOWV.
Ov-rwç xat CTO(jlLTJç 1tÒvoç è)pi)�oç· i)v o' èip' È1t' èixpov
•ÉP!-Lct 1-16).nç, apvcrn n�EpLowv x !lp�-raç.

231 ' Avnr.a"tpcu [ I: diwv(cv]

AvTJV !-LE 1tÀ.ct•llv�crnv ÉcpEp1tv�oucra xctÀ.V1t't"E�


a(.11tEÀ.oç, òwdn o' à(.lcp�'tÉi)TJÀ.ct x61-1n.
i) 1tptv È(.loi:'ç i)a:À.Éi)oucrw Év�i)pÉ�ctcr' òpoO!l(.lvo�ç
�Ò'tpuctç, 'Ì] 'tctV'tTJç oùx CÌ1tE'tTJÀ.O'tÉpTJ.
, ToLTJV (.lÉV'tO� E1tE�'tct 't�i)TJvdcri)w 't�ç È'tctLPTJV,
i)'t�ç CÌ(.lEL�ctcri)ct� Xctt VÉXUV otoE (.lÒVTJ.

232 <l> L À b t 11 C U � h crcrllÀCVLXÉWc;

AopLaxoL'o xù'touç À.ct�(.lòç 'tò 1tciÀ.a� 1-LEÀ.LyTJpuç,


'Ì]VLX' Èyctcr'tpocp6pouv Baxx�axà.ç xcip�-rctç,


vvv xÀ.acri)Etç XEL(.lct� VEOi)TJÀ.É� xctp'tEpÒv (pxoç
XÀ.TJ(.lct't� 1tpÒç 'tpUcpEp'Ì]V 'tEWO(.lÉV(j.) XctÀ.V�TJV.
, ALd 't� Bpo(.l(lj.) À.ct-rpEUO(.lEV' i) yEpctòv yà.p
q>poupOV(.lEV 1tLCT'tWç 'Ì) VÉOV ÈX'tpÉq>O(.lEV.
LIBRO NONO I I]

22 9 Marco A r g e n t a r i o LA bottiglia

Commensale vetusta, che i mestoli ami dell'oste,


collolungo, abboccata, allegra e garrula,
sempre di grame godurie ministra divota, bottiglia,
sei tornata - era tempo! - in mano mia.
, Senza miscele, ignara vorrei che tu fossi di nozze,
vergine intatta che allo sposo va.

2J O O n e s to LA meta

All'Elicona fu dura l'ascesa, ma vinse la sete


quel nèttare dell'acqua pegasea.
Arduo lo sforzo dell'arte, ma, giunto sull'alto crinale,
tu delle Muse attingerai le grazie.

2J I A n ti p a t r o ( d i T e s s a l o n i c a ) Il p/atono e lo vite

Pianta di platano secca. La vite salendo mi copre :


tutta fiorisco d'un'aliena chioma,
io che un tempo nutrivo di floridi rami le graspe
e non meno fronzuta fui di lei.
' Mantenete un'amante, che sappia, di là dalla morte ­
rara eccezione - ricambiare ancora !

F i l ippo d i Tessalonica I/ VQSO

Dolce-garrulo collo d'un vaso di Adria - una volta


ebbi nel ventre bacchiche godurie -,
frantumato sorreggo sarmenti di giovine vite
protesa verso il delicato chiosco.
' Siamo a servigio di Bacco : fedeli custodi del vecchio,
garantiamo la crescita del nuovo.
ANTOLOGIA PALATINA I I8

2 33 'Epux(ou

Avei. -.oL br.-.ci.(..Lvov-.L yEpci.vopuct, xci.(..L(.O.L PE Mivowv,


cpw'ì.àç à.pctxvcti'Tl crxctLÒ'II [-.u�E 7tÒOct
'IIEL6lJE'II à.v-.Lci.crctcrct· xuo11'11 o ' [�puçE (..LEÀ.cti'IITJ
CT117tEOO'\IL x'ì.wp'Ì]'II crci.pxct Xct't' à.cr-.pctyci.À.ouç.
, 'E't(..L'i]lJ'Tl o ' à.1tò 'tijç CT'tL�ctpÒ'II y6vu, XctL CTÈ XO(..LiSEL
(..LOU'IIÒ7tOOct �À.wlJpijç CTX117tci.'II LO'II xo-.ivou.

2 34 Kp•vayopou

"AXPL 'tEV, ii OELÀ.ctLE, XE'IIcti:ç È1tL ÈÀ.7tiCTL, lJU(..LÉ ,


7tW't'TllJdç �uxpwv à.crcro-.ci.-.w vEcpÉwv,
CiÀ.À.oLç Ci,).).' È1t' O'II ELpct OLctypci.�nç à.cpÉ'IIOLo ;
K't'Tl'tÒv yàp W'Tl'toi:ç oùoÈ E:v ctù-.6(-Lct'tov.
' MouCTÉW'\1 à.'ì.'ì.' È7tL owpct (..LE'tÉPXEO' 'tClV'tCl o' à.(..LU OpCÌ
Etow'ì.ct �uxiiç 'ÌJÀ.E(..Lci.-.oLcrL (..LÉlJEç.

2 35 T o u a v 't o u

"AnoupoL (..LEyci.À.ctL XOO'(..LOU xMvEç, éìç OLcX NE'LÀ.oç


7tL(..L7tÀ.ci.(..LE'IIO ç (..LEÀ.ci.'VW'\l 'tÉ(..L'IlEL &.7t. AtlJLO'!tW'\1'
à.(..L(j)O'tEpClL �ClCTLÀ.ijctç ÈXOL'IIWO'ClCTlJE yci.(..LOLCTL'Il
E'li yÉvoç Atyu1t-.ou xctt AL�u11ç lJÉ(..LE'IICl L.
, 'Ex 7tct'tÉpwv Et11 7tctLcrtv 1tci.À.L -.oi:crw à.vci.x-.wv
E(..L7tEOO'II 'ÌJ7tdpoLç crxij7t'tpov È1t' Ò'.(..Lcp o-.ÉpctLç.

236 B 6. cr cr o u A o À À ( ou

"APP'TlX'tOL MoLpW'II 7tU(..Lci.'t'Tl'll Ècrcppci.yLCTct'\1 opXOL


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'ÌJYÉPlJ'Tl XOCT(..LOU 7tCl'll'tÒç CL'II ClCTO'Cl 7tOÀ.Lç.
LIBRO NONO

2 33 Ericio L'amputato

Tu, sventurato Mindone, tagliavi caduche ramaglie,


quando ti punse il piede manco un ragno
fuori dal buco; ti rose laggiu fino all'osso le carni
vive una tabe nera, dilagando.
5 Amputato che fosti dal forte ginocchio, ti porta
una stampella d'oleastro, monco.

2 34 Crinagora Idola

E fino a quando, su vane speranze librandoti, cuore,


misero cuore, alle gelate nubi,
uno sull'altro disegni farai di sognata ricchezza?
Nessun bene automatico per l'uomo.
5 Volgiti a doni di Muse, piuttosto, !asciandole ai pazzi
queste fioche fantasime dell'anima.

2 35 C r i n ag o r a Nozze regali

Grandi contigue regioni del mondo solcate dal Nilo


che presso i neri Etiopi s'impingua,
stretti i sovrani d'entrambe dal nodo di nozze, faceste
d'Egitto e Libia un'unica nazione.
5 Saldo in futuro rimanga sui due continenti lo scettro
a questi figli di monarchi sempre.

Loll i o Basso Da Troia, Roma

Un giuramento di Parche sand che sull'ara di Frigia


Priamo fosse la vittima suprema.
Ma la tua flotta sacra l'italico ormeggio toccava ­
preludio, Enea, della celeste patria.
' In buon punto la rocca di Troia peri: tra le armi
la sovrana del mondo si destò.
ANTOLOGIA PALATINA 1 20

2 37 'Epvxtov

- Bovx6À.E, 'ltpòc; 'tW Ila.v6c;, ò ql1)ywoc;, d'ltÉ, xoÀ.oaaòc;


ov't"oc;, éh� a'ltÉVOEtc; 'tÒ y}.�yoc;, EO''t"L 'tLvoc;;
- Tw À.Etov'to'lt�À.a. Ttpvvi>Lw· ouoÈ 'tèL "t6!;,a.,
V'Ìj'ltLE, XIXL O'XV't"�À.IXV �ypLÉÀ.IXLOV opfic;;
, - XaLpotc;, 'AÀ.xELoa SaiJ.aÀ.T}q>�yE, xaL .. �SE q>poupEL
auÀ.La xl)!; OÀ.Lywv !J.Vpt6�oLa. 'tLi>EL.

238 ' A v H 1t d 't p o v

Bou'ltatc; t:m6À.À.wv 'tOOE x�À.xEov Epyov 'Ova't!i,


�yÀ.a.LT}c; AT}'tOL xat Att !J.IXP't"VPLTJ,
ou&' lht 'tljaoE !J.�'tTJV ZEùc; f}pa'tO XW'tL xa't' a�vov
O!J.IJ.IX'ta xat xEq>aÀ.l)v �Y }.aòc; 6 Kpovi.STJc;.
' Ouo' "Hpu VE!J.ECTT)'t"ÒV ÉXEUa.'tO xaÀ.xòv 'Ova't"!ic;
ov !J.E't ' 'E}.T}i)VLT}c; 'tOLOV �'ltE'ltÀ.�CTIX'tO.

2 39 KpLvay6pov

Bu�À.wv 1) y À.vxEp'ÌJ À.vptxwv Év 'tEUXE� "tt(joE


'ltEV'tèLc; �IJ.L!J.lJ'tWV Epya q>ÉpEL Xa.pL'tWV
AvaxpÉOV't"Oc;, éic; ò Ti)tec; xuxvoc;

Eypa.ljJEv i) 'ltap' o�vov i) aùv 'IIJ.Épotc;.


, Awpov o· dc; tEpl)v ·Av"twvi.n f}xo!J.EV i)w
x�À.À.EVc; xaL 'ltpa.'ltLowv E!;ox' ÉvEyxaiJ.ÉVTJ.

Batòv ll'lto'ltÀ.aVLTJV À.L'ltO!J.'Ìj'topa 'ltai:oa. xopu'lt'tTJc;


xptòc; ÉÀ.t!;6xEpwc; i>Ei:vE i>pacrvvo!J.Evoc;.
K�'ltpoc; o ' 'Hp�XÀ.Etoc; boppl)!;,ac; !i'ltò OECT!J.WV,
Éc; VTJOÙV xptov 'lt!icrav E�a.ljJE yÉvvv,
'
' swi)v VT}'ltL�X� S ' ÉXIXPLCTO'(X'tO . .,. Ap' !i'lt6 y UHpT}c;
'HpaxÀ.ÉT}c; �pEq>ÉWV 4)X'tLO'EV 'Ì)À.LXLT}V ;
LIBRO NONO 121

2 37 Eri c i o tracle

- Dimmi, per Pane, pastore, quel grande colosso di quercia


a cui tu libi latte, di chi è?
- È dell'eroe che lottò col leone. Cretino, non vedi
l'arco e la clava d'ulivo selvaggio?
, - Salve, Alcide che sbrani le vacche, proteggi le stalle,
trai, dall'esigua mandria, a mille i buoi!

23 8 A n tipa tro ( d i Tessalonic a ) La statua

Opera in bronzo d'Onata, l'Apollo giovine attesta


a Leto e Zeus la splendida beltà:
lei non a torto fu amata da Zeus, e il Crònide bello,
come si dice, fu, di testa e d'occhi.
, D'Era non mosse, il bronzo colato da Onata, lo sdegno:
in virru d'Ilitia cosi lo fece.

2 39 Crinagora Anacreonte

Cinque libri soavi di lirica in questo volume,


opera delle Grazie inirnitabili.
Di Teo canoro cigno, Anacreonte noi
nel vino scrisse o insieme coi Cupidini.
, Eccoci qui, come offerta, nell'alba festiva, ad Antonia,
che di senno e beltà la palma colse.

F i l i pp o Il cinghiale e l'ariete

Via dalla mamma un figlio piccino vagò: fieramente


un ariete cornuto l'aggredi.
Ruppe i ceppi un cinghiale di Èracle, e tutte le zanne
entro la pancia dell'ariete immerse,
' all'infante salvando la vita. Da Era discese
tanta pietà della puerizia in Èracle ?
ANTOLOGIA PALATINA 122

Bovx6À.oc; E1tÀ.Eo, <l>o��E, Tiocm&!iwv oÈ X!I�aÀÀ.l")c;,


xuxvoc; ZEu<;, "A[J.[J.W\1 o ' W[J.q>L�Ol")"rO<; O q>L<;,
xot [J.È\1 É1t0 i)Li)ÉII<;, aù OÈ 1t!ILOLx6c;, oq>p!I ).<ii)oL"rE"
ÉU"rÈ yàp OÙ 1tELi)ou<; EÙ\IÉ"r!IL, CÌÀ.À.à �L'l")<;.
' Eù!Iyop!I<; o ' W\1 XIIÀ.xÒc; chEp o6À.ov !IÙ"rÒ<; ÈvEpyE�
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1t!1\l"r!1<; X!IL 1t!IU!1<;, OV [J.E"r!ItJ!III.II.O[J.E\10<;.
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1topi)[J.ov x11t E>11ai.wv EV"rporpoc; !ILyL!IÀ.wv,
1tO\I"rOV CÌpO"rpEV"r'Ìjp ÈmoÉ!;LO<; oùo', O"r ' Ex\IWUUE\1,
1tÀIISO[J.ÉVTI U"rpWq>W\1 1tl")O!iÀ.L0\1 1t!IÀ.a[J.TI,
, lJ.VPLÉ"rl")<;, ciÀ.i.oLo �i.ov p<ixoc;, oùo' o•' E[J.EÀ.ÀEv
wl)aXEL\1 ÈX"rÒ<; E�l") YllPIIÀÉ'l")<; U!I\ILOO<;"
•ot oÈ xÉÀ.vcpoc; EX!IVU!I\1 É1t' CÌvÉpL, •ocpp' 6 YEP!ILÒ<;
1tÀ.wan É1t' otxd11c; Etc; 'Ai.o11v cix<i•ov.

2 43 • A 1t o >. >. w v l S o u

rl)i)T)a!1\1 1tEpt 1t!ILOÒ<; 'ApLU"rL1t1tOLO 't"OXiiE<;


X!It xÀ.!Iva!Iv, [J.oi.pT)c; o· TilliiP €v ci[J.rpo•ÉpT)c;.
EihE yàp !ILM[J.E\10\1 00[10\1 EXq>V"(E\1, ti)ù XEp!IV\IOV
Ztùc; x11•<i ot XEq>IIÀiic; &a1tE"rov TjxE aÉÀ11c;.
' Tov•o o' E1t0<; •o•' EÀ.E!;II\1 OUOL \IÉXV\1 woupov•o·
« .,.n 1tvpt OIILlJ.ovi.� 'ÀiilJ.ov òcpnÀ.olJ.EVE ».

2 44 Tou aùnu

àEL[J.!I"rOEL<; ÈÀ.CÌtpW\1 XEp!IÒ<; À.éxoc;, EU"rE xpvwonc;


1tÀ'iia!1\l 6pwv xopvq>àc; XLO\IE!IL \ILq>OCOE<;,
oEi.À.!IL!IL 1tO't"!llJ.O�aw Éq>wp[J.La!Iv, ÈÀ.7ti.oL rppovooL
XÀL'iiv !IL \IO"rEpo�c; èiai)[J.!IUW wxù yéw.
LIBRO NONO 1 23

Antipatro Niente metamorfosi!

Febo, tu fosti bovaro; fu cigno Zeus, Posidone


cavallo, fu l'illustre Ammone serpe -
per giovinette o amasi, celandovi : preda di letti
non per consenso, ma di forza, fate.
, Mentre Evàgora è tutto metallo, non medita trucchi,
e tutti e tutte stupra e non si cangia.

Anti filo d i Bi sanzio La barca

Traghettatore di là dallo stretto del Nesso, cresciuto


a Taso lungo le marine, Glauco,
bravo aratore del mare, che mai con erratica mano
neppure in sonno regolò la barra,
, carico d'anni, uno straccio, neppure sul punto di morte
usd mai fuori dalla vecchia barca.
Gli bruciarono sopra quel guscio, perché navigasse
con mezzi propri fìno all'Ade, il vecchio.

24 3 Apollonide Il destino di fuoco

Pei genitori Aristippo fu fonte di gioia e di pianto :


l'una e l'altro produsse un giorno solo.
Come scampò dalle fìamme ( la casa bruciava), sul capo
gli avventa Zeus l'abbaglio della folgore.
, « Oh poverino - s'udiva da quanti piangevano il morto ­
era il fuoco celeste il tuo destino! »

244 Apollonide Le cerve e il gelo

Timide cerve, una mandria cornuta, nell'ora che i monti


furono colmi di ghiacciate nevi,
corsero pavide ai fiumi, sparirono via, speranzose
di scaldare in quell'umido le membra.
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tn VNUV'lVd VI�O'lO�NV
LIBRO NONO 1 2 .5

, Ma le bloccò la corrente nemica, d'un tratto, nei ceppi


invernali del ghiaccio tanto odiato.
Già da laccioli e da pali sfuggite, cibarono a iosa,
non preda te da reti, agresti folle.

2 45 A n t ifane La sposa morta

Presso il talamo tristo di Pètale ( amare le nozze )


Ade s'aderse in luogo d'Imeneo.
Come, atterrita, nel buio, dal giogo di Cipri fuggiva
per quel comune orrore delle vergini,
, fu da mastini sbranata. Sperammo di scorgerla donna,
e neppure un cadavere restò.

Marco Argentario La bottiglia rotta

Rotta tu fosti, soave fra tanti beoni bottiglia,


effuso dalla grossa pancia il vino.
Pietra sonora da !ungi su te come folgore venne :
non fu di Dio, ma di Dione il lancio.
, Risero tutti, al colpo, di te, con fitti motteggi,
sollevarono strepito gli amici.
lo non ti piango, bottiglia, che il dio procreasti dell'orgia:
Sèmele e tu la stessa sorte aveste.

2 47 Filippo Resurrezione

Platano florido fui, che rabbu.ffì violenti di Noto


dalle radici svelsero, atterrarono .
Irrorato di Bacco risorsi; una pioggia piu dolce
che la celeste, al freddo e al caldo, m'ebbi.
' Mentre perivo rivissi. Se al vino si piegano tutti,
io, che bevvi Lieo, solo m'adergo.
ANTOLOGIA PALATINA !26

Et 'to�oc; <iLéwuoc; Éc; tEpÒ'II ljÀilE\1 "O)..u!J.1tO\I


xw!J.asw'll Ar]'llcuc; CTU\1 1tO'tE xat I:a'tupoLc;,
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òpM. XCL'tcX 'tpayLXW\1 'tÉil!-LLCL !J.OUCT01tOÀW'II ,
' 1tCLUCTCL!J.É'II'Jl si}Àou .iLòc; lì\1 cpa'tO CTUYYCL!J.O<; "Hp'Jl'
« 'EI);Euuw, I:E!-LÉÀTJ, Baxxo\1· Éyw o · E'tEXo\1 ».

2 49 M a. • x t o u

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25 1 E ù i) v o u Y P I1 1-' I-' a. n x o 0

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LIBRO NONO 1 27

Boeto I 'elegiaco Il ballerino

Se veramente Dioniso cosi fosse giunto in Olimpo


baccheggiando con Mènadi e con Sa tiri,
come, secondo le norme dei tragici artisti, la danza
lo figurò di Pilade valente,
, detto avrebbe, non piu gelosa, la moglie di Zeus:
« lo gli fui madre; Sèmele, mentisti».

2 49 Me c i o Minaccia

Questo lucente fronzuto vigneto, san io che lo guardo,


io, radicato in cima al colle, Pan.
Se desiderio ti coglie, passante, d 'un grappolo rosso
e alla tua gola indulgi, non m'oppongo;
5 ma se con mano furtiva t'accosti, la testa nocchiuta
e greve sentirai di questa verga.

Onesto Tebe

lo sono Tebe, che a suono di lira m'adersi, e con l'aula


crollai (nemica d'Armònia la Musa).
Sordi giacciono i resti di torri che cetra sedusse,
le pietre accorse ai muri delle Muse
, senza sforzo creati da te: sette porte munisti
con la tua lira a sette corde, Amflone.

Eveno gramma tico ÙJ tignola

Tu che t'imbuchi, nemica di Muse, che i fogli divori


e di furti scientifici ti pasci,
bruna tignola, perché la tua livida immagine stampi
sui sacri conti che subdola insidi?
' V attene via dalle Muse, lontano ! Facendo il malocchio,
non darmi la nomea di chi non conta.
ANTOLOGIA PALATINA !28

25 2 'Aòtcrno'tov

'Ec; �cd}ùv i')À.ct'tO NE�À.0'\1 ti1t' Òcppuoc; o�ùc; OOL'tT)c;,


i]vi.Xct À.cttiJ.!Ìpywv doE Mxwv tiyÉÀ.T)'II .
'A),À.6. IJ.W !ÌypEUCTC1'\I'tO Ot' VOC1'toc;· E�PUXE o' Ci.À.À.oc;
&À.À.ov, E'ltoupcti.f.!,l OTJYIJ.C1'tL Opct�6.IJ.E'IIoc;·
' IJ.C1Xpèt j'Ecpupwi}T) OÈ MxoLc; �ui}6c;, E<pi}C1'\IE o' &vOpC1
'IITJXOIJ.É'IIW'\1 i}T)pwv ct1hooi.OC1X'toc; Ci.pT)c;.

'Ev ei]�C1Lc; K6.0IJ.OU xÀ.mòc; y6.IJ.oc;, !ÌÀ.À.èt IJ.UCTC1Xi}iJc;


Oi.oi.1toooc;. TEÀ.E-.ètc; Evtoc; i]cr1t6.crct'to,
éìc; j'EÀ.6.crctc; IIEvi}Eùc; WOUpC1'tO. TELXEC1 xopOct�c;
ECT'tT) xctt À.w-.o�c; ECT'tE'II E À.UÒIJ.E'IIC1 .
' 'A'\I'tLO'ltT)c; OCTLT), XC1À.E1tTJ o' wotc; 'Iox6.CT'tT)c;.
"'H'Il 'I'liW (jlLÀ.61tctLc;, !ÌÀ.À.. 6.CTE�i]c; AMIJ.ctc;.

Otx-.pòv !id 1t'tOÀ.i.Ei}pov· i:o' wc; [cri}À.w'\1 1tEpt ei]�ctc;


IJ.ui}wv XC1t CT'tUj''\IW'\1 i')pXECTE'\1 tcr-.opi.T).

2 54 Tou a � 'tO u ct> L >. b t ?t o u

'H 1tUpL 1t6.'11't C1 'tEXOUCTC1 <l>LÀ.cti.'\IL0'\1, TJ �C1pU1tE'IIi}i)c;


IJ.l)'tT)p, i} -.Éxvwv 'tptcrcròv tooucrct -.6.cpov,
!ÌÀ.À.o-.pi.cttc; wo'Lcrw E<JlWPIJ.LCTct· Ti yètp EWÀ.1tEW
1tiJ.'II'tW<; IJ.OL sl)CTEL'\1 'tOU't0'\1 0'11 OVX E'tEX0'\1.
' 'H o' EU1tC1Lc; i}E'tÒ'\1 utòv àvl)yctyov, !ÌÀ.À.6. IJ.E 0C1LIJ.W"
f)i}EÀ.E IJ.TJO' a.nTJc; IJ.TJ'tpòc; Exm x6.pt-.ct·
xÀ.T)i}dc; i}IJ.É'tEpoc; yètp tÌ1tÉcpi}t-.o· vuv OÈ 'tEXourrcttc;
i'JOTJ xctt À.omct�c; 1tÉvi}oc; [yw yÉyovct.

2 55 T o u a � 'tO u

'Hpi.i}IJ.EL 1tOÀ.Ùv oÀ.�0'\1 'ApLO''tELOT)c; o 1tE'II LXPÒt;


-.i]v ow wc; 1toi.IJ.vTJv, -.i}v �6cx o' wc; tiyÉÀ.TJv·
LIBRO NONO 1 29

2 52 Anonimo I lupi

Un viandante balzò dal ciglione nel Nilo profondo,


visto un branco famelico di lupi.
Ma l'inseguirono quelli nel fiume, tenendosi stretti
l'uno all'altro col morso della coda.
, Fecero un lungo ponte sull'acqua, raggiunsero a nuoto
l'uomo, con quella tattica d'istinto.

2 53 F i l i p p o di T e s s a l o n i c a Le antitesi di Tebe

Vide Tebe le nozze cospicue di Cadmo, le nozze


empie d'Èdipo. I culti di Dioniso
Pènteo derise e ne pianse. Le mura che aderse la lira
a suon di flauto caddero, nel pianto.
, Ebbe Antiope un parto beato, funesto Giocasta.
Ino materna, ed Atamante insano.
Sempre penosa città. Tu lo vedi: la storia di Tebe
è una serie d'eventi lieti e turpi.

2 54 F i lippo d i Tessalon ica La sca/ognata

Sono Filenio, che sempre creai per il rogo; dolente


madre, la tomba di tre figli vidi,
poi mi gettai sulla prole d'un'altra: sperai che vivesse
almeno il figlio non da me creato.
' Ero feconda, e un figlio supposito presi! Non volle
ch'io serbassi quel frutto alieno un dio.
Mio lo chiamai: mi si spense. Cosi sono solo cagione,
anche per altre madri, di cordoglio.

2 55 F i l i p p o di T e s s a l o n i c a Il povero suicida

Aristide tapino contava ricchezze : una mandria


la pecora, un armento la sua vacca.
6
ANTOLOGIA PALATINA 1 30

[fu.r.�pO'tE o. !Ì!J.q>O'tÉpwv· !Ì!J.VÌ)\1 Mxoç, EX'tCt\IE o . wotç


.

'tÌ)V Oà.IJ.etÀ.w, 'ltEVLT)ç o ' WÀ.E'tO �OUXOÀ.L0\1.


, ilT)poOÉ'tl{.l o' o y ' tiJ.à.V'tL Xet't' etÙXÉvoç a!J.IJ.Ct 7tEOl)cretç,
oi.x'tpòç à.IJ.uxl)'tl{.l xà.'ti}etvE 1tà.p xetÀ.ù�n].

"HIJ.LCTÙ IJ.EU SWEL\1 Èo6xouv hL, XEL\10 o ' ECjJVCTE\1


fv IJ.ovov et1.7tU't(hou IJ.fiÀ.o'J È7t' à.xpÉ!J.ovoç·
Ì) oÈ XUW\1 OÉvopwv Xetp7tocpMpoç, Ì) 'lt'tLÀ.OVW'toç
xct!J.'ltT), xett 'tÒ !J.OVov �à.crxetvoç V;Écpa.yEv.
' ·o <l>M'Joç ELç 'ltOÀ.Ù\1 oyxov à.'ltÉ�À.E'ltE\1' éìç OÈ 'tà. IJ.LXpà.
7topi}Ei:, xett 'tOU'tOV XEI.pova. OEi: IJ.E À.ÉyELV.

257 ' A 1t o À À w v t 6 o u

'H Ka.i}a.pl) - NuiJ.q>CtL yà.p È7tWVUIJ.OV (!;oxov éi).).wv


XPTJVTI 'ltetcrà.wv Owxa.v È!J.OL À.L�ctOWV -,
).TJLCT'tÌ)ç C'tE IJ.OL 7tetpa.xÀ.I.v'topa.ç EX'ta.vEv éivopetç
xa.t cpovl.T)'.l LEpoi:ç vOa.CTL À.OUCTE XÉPet,
5 xEi:vov à.va.cr'tpÉI)ia.cra. yÀ.uxùv p6ov oÙxÉi}' oOI.'ta.Lç
�Msw· 'tLç yà.p ÈpEi: 'tÌ)V Ka.i}a.pÌ)v E't ' ÈIJ.É;

'H 7tctpoç EÙuopoLCTL À.L�a.soiJ.ÉVTJ 7tpoxoa.i:crL


'lt'tWXÌ) vuv NuiJ.cpWv !J.ÉXPL xa.t dç CT'ta.y6va.·
À.vi}pwOELç yà.p ÉIJ.OLCTW Évl.l)ia.'to Vct!J.Il.CTL XEi:pa.ç
à.vopocpovoç, XT)À.i:O' vOa.CTLV ÈyxEpctcra.ç·
' È!; ou IJ.OL xoupa.L cpùyov f}À.L0\1' « E1.ç E\/(L Bà.xxov -
EL'ltOUCT!l.L - NU!J.(jlll.L IJ.LCT'(OIJ.El)', oùx Èç "ApT) ».
LIBRO NONO IJI

[Furono uccise l'agnella dal lupo, dal parto la vacca:


le perse. Addio peculio di miseria!
5
Lui, con la cinghia del sacco stringendosi il collo nel cappio,
ahi, mori nella stalla senza mugli].

Anti fane Il bruco

Una metà mi pareva vivesse, di me, che produsse


là sul ramo piu alto un pomo solo.
Ma quel cane che rode la frutta, quel bruco peloso
l'unico pomo divorò, maligno.
5 A una massa di beni mirava l'Invidia : peggiore
chi d'averi meschini fa man bassa.

2 57 Apollonide Contaminazione

Ero la « Pura » - le Ninfe, fra tutte le fonti sorgive,


diedero a me quel nome d'elezione.
Ma un predone, che uccise viandanti redini sul bordo,
nell'acqua sacra si deterse il sangue :
1 io ritirai la corrente dolcissima, piu non zampillo
per chi passa. Chi mai può dirmi « Pura » ?

Antifane di Megalopoli Sullo stesso tema

lo che, prima, di sgorghi copiosi d'acque fluivo,


chiedo alle Ninfe, mendica, una stilla.
Un omicida, le mani cruente lavando nell'onda,
contaminò con la sozzura l'acqua.
5 Dissero, !ungi fuggendo dal sole, le Ninfe : « Non Ares,
il solo dio cui ci accoppiamo è Bacco » .
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LIBRO NONO 1 33

25 9 Bianore 1'e,emoto

Di sana pianta la casa crollò, ma, sul tenero bimbo,


lieve piu d'una brezza; e le rovine
ebbero della puerizia riguardo. Vantatevi, madri !
È sensibile a doglie anche la pietra.

Secondo d i Taranto I,;conoscibile

Io, quella Làide saetta-di-cuori, piu Làide non sono,


ma visibile Nemesi degli anni.
No, per Cipri (ma Cipri non è che una formula ormai),
a Làide Làide non è nota piu.

E p i g o n o di T e s s a l o n i c a Senescenza

Giovane un tempo, ravvolta di floridi pampini, diedi


grappoli densi di succosi grani.
Ora invecchio, lo vedi. Che cosa non domina il tempo!
Persino l'uva ha il senso delle rughe.

Filippo d i Tessalonica Lutti

Era Aristòdice in conto di madre gloriosa: sei volte


dell'incarco del grembo si sgravò.
Acqua e terra con lei se la presero, a gara: tre figli
il morbo, gli altri glieli uccise il mare.
j Querula come usignola vicino alle tombe si vede
o come alcione che gli abissi accusa.

Antifilo di Bisanzio Mantica

Se la crucciava qualcosa, la vecchia Eubule coglieva,


come oracolo, un sasso e lo vagliava.
ANTO LOGIA PA L ATINA 134

xdpEO"� 1tnpcisoua-ct· xctt Tjv �ctpu�, i)vi.M 1-LTJ ·n


f)i>EÀEV' EL o' Éi>ÉÀ.o�, xoucpo't"Epo� 1tE'taÀwv.
5 AÙ't"TJ OÈ 1tPTJO"O"OUO"Cl 't6 ot cpi.À.ov, f)v 1toi)' tX(.ltXP't"TI,
<l>ol.�� 'tà� O:vl.<rou� XE'Lpct� É1tEypacpE'to.

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266 ' A " n lt ci 't p o v

"l(.lEpov ctÙÀTJO"ClV'tL 1tOÀ.u'tplJ'tWV OL!Ì ÀW't"WV


d1tE À.Lyucpi)Oyy� <l>oi:�o� É1tL rÀctcpup�·
« McxpO"UTJ, É\jiEÙO"w 't"EÒv EVPE!-LCl' 't"OÙ� yàp 'Ai)l]vTJ�

ctÙÀ.oÙ� Éx <l>puyl.11� oiho� ÉÀTJtO"et'tO'


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'tÌ"Jv È1tt McxLcivop� ùctva-E oua-ctuÀ.ov EPLV ».
LIBRO NONO 1 35

Greve, se lei deprecava la cosa; se poi la voleva ,


le pareva piu lieve d'una foglia.
, E se, facendo la cosa gradita, falliva, l'errore
della sua mano l'imputava a Febo.

A p o l lo n i d e o F i l i pp o La cicala tradita

Posata sopra i rami, proprio all'apice,


una cicala, in mezzo alla canicola,
grattandosi la pancia, d'echi autonomi
colmava e d'armonie le solitudini.
, Critone, uccellatore di Pialia,
captò col vischio il dorso dell'incorpore.
Ma la pagò: fallito, gira e gira, va
alle sue panie, in cerca di volatili.

Apollon ide o F i l ippo La vendetta dell'aqut!a

Fece vendetta l'uccello di Zeus: con un dardo di cielo


il dardo del Cretese rintuzzò :
ché con la reduce freccia, librato nell'aria l'uccise,
cadendo inferse la subfta morte.
, Non vi vantate oramai d'infallibili strali, Cretesi !
Anche la mira del gran Dio s'esalti.

266 A ntipatro d i Tessalonica Il flautista

Glàfiro voce-soave, dagli auli forati dedusse


un fascinoso suono. Febo disse:
« Marsia, mentita scoperta la tua : fu costui che d'Atena
rubò le canne musicali in Frigia.
' Né, con un flauto cosi, procurato a làgnide pena
per la sconfitta sul Meandro avresti»
ANTOLOGIA PALATINA

'lxct.pLT)V (... ) 1tÀ.WWV éi.À.ct., VT)Òç oÀ.Lcrilwv


àti(.J.Lç ò NLxa.phou xci1t1tECTEV Etç 1tÉÀ.a.yoç.
IIoÀ.À.lÌ 1tct.'t'1ÌP &' i)pti-.o 1tpòç liila.v<i-.ouç, xa.t Éç u&wp
cpilÉyyEil' \mÈp -.Éxvou xv(..Lct.'tct. À.LCTCTO(..LEvoç.
, "n}.E-.o &' otx-.Lcr-.wç �puxildç li}.(· xEi:vo o È 1ta.-.pòç
EXÀ.UEV apliwv ouOÈ 1taÀ.ct.L 1tÉÀ.a.yoç.

Kpi'jcrcra. xvwv ÉÀ.ocq>OLO Xct.'t' LXVLOV EOpct.(..LE ropyw,


Eyxuoç, oc(..Lcpo-.ÉpT)v "Ap-.E(..LLV Eu!;ct.(..LÉvT)·
'tLX"t"E &' a1tOX'tELVOUCTct.· ilei) &' E1tÉVEUCTEV 'EÀ.EUilw
éi(..Lq>W, Eua.ypLT)ç &wpa. xa.t EU'tOXLT)<;'
, xa.t vuv ÉwÉa. 1tct.Lcrt &L&oi: yocÀ.a.. <I>EvyE-.E, Kpi'jcrcra.L
XE(..L(..LOCOEç, Èx -.oxci&wv -.Éxva. OLOa.crx6(..LEVClL.

KÀ.acrildcrT)ç 1tO'tÈ vT)Òç Év uOCl'tL, Oi'jpw EilEv"t"o


OLcrcrot \mÈp (..LovvT)ç (..Lct.pvoc(..LEVoL cravL&oç.
Tvi)JE (..LÈv 'Av-.ay6pT)ç IIELcrLcr-.pa-.ov· ou vE(..LECTT)"t"6v,
Tjv yàp u1tÈp I)Juxi'jç· IX}.}.' È(..LÉÀ.T)CTE à(xn·
' vi'jxE &' o (..LÉv, 'tÒV &' ELÀ.E XVW\1 ocMç· Ti yàp cXÀ.aCT'tWp
'tT)pWv ou&' ÙypQ 1tClVE'tct.L ÉV 1tEÀ.ocyEL.

2 70 M oi p x o u ' A p y E\1 -r a p l o u

KW(..LOCSW XPVCTELOV Èç ECT1tEPLWV xopòv &cr-.pwv


À.EVCTCTWv, toùo' éi.À.À.WV À.à!; É�ocpuva opoçt·
CT"t"É\jJaç o' avi}6�oÀ.ov xpa-.òç 'tPLXCl "ti)v XEÀ.ct.OEwi)v
1tT)X"tLOct. (..LOUCTo1t6À.oLç XEpcrtv É1tT)pÉilLCTCl.
, Kat "ta&E &pwv Euxocr(..Lov EXW �iov· où&È yàp a.ù•òç
x6cr(..Lo ç éivEuilE À.VpT)ç E1tÀ.E"tO xat CT"tEq>civou.
LIBRO NONO 1 37

F i l i pp o d i T e s s a l o n i c a Il Mare lcario

Scivolò fuori bordo, solcando il pelago !cario,


e cadde in mare Dami di Nicàreto.
Fece suo padre di molte preghiere agli dèi; supplicando
diceva all'acqua di ridargli il figlio.
5 Che, inghiottito, peri malamente : fu sordo quel mare,
anche prima, alle suppliche d'un padre.

A n t i p a tro d i T e s s a l o n i c a La cagna pro/et/a

Gorgo, una cagna cretese, sull'orme d'un cervo correva ;


pregna, entrambe le Artèmidi pregò.
E partori come uccise : ché pronta Ilitia le concesse
buona caccia e buon parto, doppio dono.
, Nove cuccioli allatta. Fuggite, cerbiatte di Creta !
La madre insegni l'indole dei figli!

A n t i p a t ro d i T e s s a l o n i c a l naufraghi

Come s'infranse la nave nell'acqua, una disputa sorse


per un'unica tavola, fra i due.
Prese Pisistrato busse da Antàgora - giusto: ne andava
della vita. Ma Dice ci pensò:
, l'uno scampò, ma preso fu l'altro da un cane di mare.
Vindice fato pur nell'acqua vige.

M arco A r g e n t a r i o Il cosmo

Fo baldoria, la danza dorata mirando degli astri


vespertini . . .
Ma, coronando di fiori l a testa, l a lira sonora
con le dita sollecito, d'artista.
' L'ordine cosmico seguo cosi, ché senza la Lira
e la Corona cosmo non si dà.
ANTOLOGIA PALATINA 1 38

27 I ' A 1t o À ), w v l o o u

Kctt 1tO'tE owi)E�ç èicpo�oç 1t6poç, Et1tÉ, MÀctcrcrct,


Et xctt E'V à:)..xu6vwv 'Ì]!J-ctCT� xÀctucrÒ!J-Ei}ct,
Ò:ÀXUO'\IW'\1' ct'l:ç 1tO'V'tOç &:Et CT'tT)pLçct'tO XU!J-OC
, t - , ,
'
'IIT)'IIE!J-0'11 , wç xpwct� XEpcrov ctmcr'tO'tEPTJ'II ;
J 'A)..)..à. xctt i}v[xct !J-ct�ct Xctt wo[vEcrcr�v Ò:1tlJ!J-W'II
ctVXE�c;. CTÙ'V q>Op't(() OUO'ctç Ap�O''tO!J-É'IIT) '\1.

2 72 B < li v o p o ç

Kctpq>ctÀÉoç O[�EL <l>o[�ou ÀÒ:'tp�ç EihE yuvct�xòç


EÌ:OE'V \mÈp 'tV!J-�ou xpwa-a-[ov Ò!J-�poo6xT)'II ,
x)..&:yçEv Ù1tÈp XE[Àouç, &;)..).. ' où yÉwç 'Ì]1t'tE'tO �ua-a-ou.
<l>o��E, CTÙ O' Etç 'tÉX'IIT)'\1 op'II W Èxct�pO(.ltX'IIE�c;,
J txEP!J-Ò:Oct OÈ �ctÀ!J-W'II a-cpcti:pov 1tO"t"Ò'Vt èip1tcty� XELÀE�
Eq>i}ct'II E (.lct�(.ltXO'O'W'\1 ÀctO'tL'IIctX't0'\1 vowp.

2 73 T o ii a v 't o ii

Kctv(.lct'toç E'V M�J-'110�0'� ÀctÀLO"'tct'toc; i}vi.xct 'tÉ't't�ç


cpi}Éyçct'tO O�yÀWO'O'C() (.lEÀ1tO!J-E'IIo ç O''tO!J-ct't�,
OOU'IIctXOE'\I't(l Kp['tW'V O'U'Vi}dc; o6).. ov ELÀE'II à:o�OÒ'\1
i}Époc;, oùx i.o[T) 'V tço�oÀwv !J-EÀÉ"t"TJ'V.
J "Aç�ct O' oùx òa-[T)ç i>i)pT)c; 1tÒ:i>Ev· où yà.p E't' èi)..)..wv
1tlJçct't' E1t' Òpv[i>wv EVO''tOXO'II wc; 1tptv èiypT)'II .

Kctt 'tÒ'V à:poupcti:ov yupT)'tO!J-0'11 ctvÀctxct 'tÉ!J-'II E�


!-lT) PO'tU1tEi: XÉ'II 't p(() 1tELi>O(.lÉ'IIT) OÒ:(.lct).. �c;
xett !J-E't' à:po'tpo7tÒvouc; sEuyÀctc; 1tÒ:À� "t"Q 'IIEOi>T)ÀE�
1t�'IIO!J-É'VT) !J-OO"X(() OEV'tEpov èi).. yoç EXEL.
, Mi) i>M�nc; ctù'ti)v o yEW!J-opoc;· ou'toc; o �ct�òc;
!J-OO"Xoc;, Eà.v q>ELO'TJ, erot 'tpÉq>E'tct� Oct!J-Ò:ÀT) c;.
LIBRO NONO 1 39

Apollonide Nei giorni alcionii

Quando un varco sicuro darai nei tuoi vortici, mare,


se ci attende P.ei giorni delle alcioni
pianto, alle quali bonaccia la piana marina protende,
si che la terra stessa infida pare?
5 Quando ai nati novelli materne premure tu vanti,
hai sommerso, col carico, Aristòmene.

Bianore L'astuzia del corvo

Arso di sete, il ministro di Febo, su avello di donna


notò, ricetto della pioggia, un'urna.
Lf gracchiò sulla sponda, ma non pescava nel fondo.
Tu désti al corvo una risorsa, Febo :
5 ché vi gettava manciate di ghiaia, col labbro rapace
sorbendo l'acqua dalle pietre smossa.

2 73 B ianore La cicala tradita

Nella caldura cantò con la duplice lingua dal brolo


il suo verso loquace la cicala.
In un'inedita caccia, con canne vischiose, Critone
la canterina catturò dall'aria.
' Degno fìo ne pagò: come tese a uccelli le panie,
come prima a bersaglio non andò.

2 74 F i lippo La vacca

Bustrofedici solchi la vacca disegna, seguace


del pungiglione che le cosce batte;
dopo il giogo e l'aratro penoso, secondo travaglio,
c'è il vitello neonato che la succhia.
5 Contadino, stremarla non devi : se tu la risparmi,
da quel lattante un bel giovenco avrai.
ANTOLOGIA PA LATINA 1 40

2 75 M a x T) S o v l o u

Kcir:pov !lÈV XÉPCT4l K6opoc; EX"ta.vE, "t'Ì"]v &è "ta.XEi:a.v


Etv ciÀ.t xa.t xa.po1toi:c; XU!lQ.CTL\1 d}.' EÀ.a.q>ov.
Ei. o' Tjv xa.t 1t"tT}v'Ì") �TJpWv cpucr�c;, ovo' lìv Év a.Ì:�PTI
"t'Ì"jv xdvou XEvE'Ì"jv "Ap"tE!l�c; ELOE XÉpa..

Aw1toc; 1Ì1toxMsouo-a. 1ta.pà. xpoxciÀ.a.�o-� �a.À.cicro-T}c;


XEPVfi"t�ç o�Epou "tu"tMv u1tEP�E 1tciyou
xÉpo-ov É1tEx�a.�vov"t� xa...a.o-1ta.o-�Ei:cra. xÀ.uowv�
OE�À.a.�TJ mxpou xii11' [mEv �a.vci"tou·
' 1t\IEU!lQ. o ' O!lOU 1tEV�TI ci1tEÀ.UO"a."tO. T�c; x' Èvt VTJL
�a.piTi}a-a.� 1tEsoi:c; "'Ìl"' &.cpuÀ.a.x"tov &).a.;

2 77 " A v "t L q> l h u

Aa.�po1t60TJ xd11a.ppE, .. � o'Ì") ..6crov woE xopucrcrn,


1tEsòv 1i1toxÀ.dwv txvoc; 6oo�1top�TJc;;
...H !lEi}uE�c; O!l�PO�O"� xa.t ov NV!l!pQ.�CT� o�a.uyÈc;
Véi[.La. q>ÉpE�<;, i}oÀ.Epa.i:ç O' i)pciv�CTQ.� VEq>ÉÀ.a.�c;.
' "O�O[!Q.� i)EÀ.�4l CTE XEXQ.U[.LÉV0\1, OO""t�ç ÈÀ.ÉYXEW
xa.t y6v�!lOV 'ltO"tQ.[.I.W\1 xa.t v6i}ov o!OEV uowp.

Acipva.xa. 1ta."tpt{.>wv h� À.d�a.va. xo�ll�sovo-a.v


\IEXPWV XEL[!cipp4J 1ta.i:c; LOE O"VpO[.I.ÉVT}\1"
xa.� ll�\1 éixoc; "t6À.!lTJ<; É1tÀ.i}CTa."to, XEU[.La. o' &.va.�oÈc;
Eto-Éi}opEv, 1t�Xp'Ì"jv o' Tj).i}' È1tt O"VIlllQ.XLTJV.
, 'Oo-"tÉa. [J.Èv yà.p EO"WO"Ev &.q>' uoa."toc;, &.v"tt oÈ "tOU"tWv
a.1hòc; u1tò �À.oa-vpou XEU[.La."toc; ÈcpMvE"to.
LIBRO NONO

Macedo n i a ( d i T e s s a l o n i c a ) Il cacciatore in/allibi/e


2 75

II cinghiale, in terra l'uccise; la cerva veloce


Codro la colse tra gli azzurri flutti.
E se vi fossero belve volanti, neppure nell'aria
l'avrebbe visto a mani vuote Artèmide.

Crinagora Per{ido mare

Sporta sull'umido scoglio, rasente la ghiaia del mare,


si lavava una veste, la meschina,
quando dall'onda montante, che invase la sabbia, ghermita,
il flutto bevve della morte amara,
, vita e miseria fini. Chi potrà, sulla nave, fidarsi
di quel mare che in terra non dà scampo ?

A n t i fi l o l/ torrente

Tu, rovinoso torrente, perché ti rigonfi, bloccando


a chi procede per la strada il passo?
Ebbro di pioggia sei, né di Ninfe diafana è l'acqua,
tributarie ti sono nubi fosche.
, Te prosciugato dal sole vedrò, che l'acqua dei fiumi,
genuina o bastarda, vaglia e cerne.

Bianore ÙJ bara e il bimbo

Dava una cassa a reliquie d'aviti morti riposo:


la vide un bimbo dall'acqua travolta.
Gonfio, pel cruccio, d'ardire, balzò nella sconcia corrente
per un soccorso che si volse in pianto.
' L'ossa salvò dalle acque, ma l'impeto bieco dell'onda
sorprese e vinse, in luogo loro, lui.
ANTOLOGIA PALATINA

2 79 B li cr cr o v

AT} aa. tT}<; à:xa:tOLO 'tPLT}XOCTLOU<; O'tE va.v-.a.c;


OEV'tEpov ECTX' 'ALOT}<;, 7tÒ:v-.ac; Ò:pT}L<pÒ:-.ouc;,
« !:7tÒ:p'tCL<; Ò CT't6À.o<; - d7tEV" - LO' W<; 7tÒ:À.L 7tpOCTthCL 7tÒ:V'tCL

-.pa.v(J.CL'tCL xa.t CT'tÉpVOL<; oi)pL<; EVECT'tL (J.6VOL<;"


, vvv yE (J.6�ou xopÉcracr�E xat EL<; É(J.ÒV Ò:(J.7tCLvcracr�E
V7tVOV, Ò:VLXÒ:'tOU oi)(J.oc; 'Evua.À.Lou » .

280 ' A 11 o >. >. w v l o o v

Aa.[À.Loc;, Aùcrov[wv v7ta."tov xÀ.Éoc;, d1tEV à:�pl)cra.c;


Eùpw-.av· « !:7tÒ:P'tT}<; xa.i:pE q>ÉpLCT'tOV vowp )),
Moucrà:wv o ' É1tL XEi:pa. �a.À.wv 7tOÀ.utcr-.opL �[�À.!fl,
doEv Ù7tÈp xopucpi)c; crv(J.�oÀ.ov EÙ(J.a.�LT}<;"
, xt-.-.a.L, (J.L(J.T}À.ÒV �LO"t"OU 7t"t"Ep6v, Év CTXLEpoi:crLV
liyXECTL 7tCI(J.<pWVWV (J.ÉÀ.7tOV Ò:7tÒ CT'tO(.J.Ò:'tW\1.
'!1p(J.lJ�T} o ' \mò -.a.i:CTL" 'tL o' où ST}À.W'tÒ<; ò (J.OX�O<;,
d xa.t 7t'tT}VÒ: 7tO�Ei: {yà:puoc; TJ(J.E"t"ÉpT}<;);

281 T o v a: v 't o v

Euvòv 07tT}vLxa. �a.v(J.a. xa.-.doo(J.EV 'Acrtc; lir.a.cra.,


7tWÀ.OV bt ' Ò:vOpo(J.ÉCIV crà:pxa. <ppL(.J.CICTCTO(.J.EV0\1,
El pT}LXLT}c; cpà:-.vT}c; 7tOÀ.LÒ<; À.6yoc; dc; È!J.ÒV O(J.(J.ct.
f)À.u�E· OLST}IJ.CIL OEv'tEpov 'Hpct.xÀ.Éa..

EEi:voL, r.ct.p�Évoc; d(J.t -.ò OÉvOpEov· d7tct.'tE �Ò:q>VT}<;


cpdact.a�ct.L O(J.WWV XEpcrtv È'tOL(J.O'tO(J.OL<;.
'Av'tL o' È(J.EV XO(J.Ò:pou 'tL<; OOOL7topoc; ÌÌ 'tEpE�LV�OU
OpE7t"t"Écr�w x�a.(J.ct.À.i}v Èc; XVCTLV" où yàp Èxà:c;,
' à:).À.' à:r.' È(J.EV 7tOU(J.Ò<; (J.ÈV ocrov "t"p[ct., 'tOV o' Ò:1tÒ 1tT}j'WV
vÀ.11 7ta.vi}T}À.i}c; oo Là 1tÉÀ.Ei}p à:7tÉXEL.

LIBRO NONO 143

2 79 Basso I Trecento

Quando all'Ade il burchiello di Lete portò nuovamente


come ciurma trecento uccisi in guerra,
«Eccola - disse - l'armata di Sparta: di nuovo davanti,
solo nei petti è il marchio della lotta.
1
Sazi oramai della mischia, nel sonno che do riposate,
d 'Enialio invincibile solda ti ».

Apollonide Le!io e le ga:u:e

Lelio, dei consoli ausoni la gloria, mirando l'Eurota


«Acqua illustre di Sparta, salve! » - disse.
Poi, data mano ad un libro poetico ricco di temi,
sul capo un segno di successo vide :
1 erano gazze, che all'uomo rifanno il verso; nell'ombra
della valle cantavano a gran voce.
Prese l'abbrivo cosi: non è forse mirabile l'arte,
se d'emularla bramano gli uccelli?

28! Apollonide Cavalli antropofagi

Quando con l'Asia intera scorgemmo lo strano prodigio ­


fremito equino per la carne umana -
la mangiatoia di Tracia (quel mito remoto) negli occhi
venne. Trovare un Èracle, di nuovo!

A n t i p a t ro M a c e d o n e L'alloro

Ospiti, vergine pianta san io: che risparmino Dafne


mani di servi già protese al taglio!
Colga corbezzoli, dunque, chi passa, non me, terebinti
per farne strame - la distanza è poca:
1 a tre pletri appena da me, c'è il fiume, a due pletri
dalle sorgenti il bosco spesso e vivo.
ANTO L OGIA PALATINA

OupEa Ilvpl)va�a xat at �a�vayxEEç "AÀ:rtELç


at 'Pi}vov 1tpoxoà.ç Èyyùç a1to�}.É1tE-rE,
J..Lttp-rvpEç ttX"tLVWV fEpJ..LC1VLXÒç éiç ttVÉ"tEL}.EV
acr-rptt1t"tWV KE}.-ro�ç 1tov}.ùv Èvva}.Lov·
' ot o' rlpa OOV1tTJ�l)C1C1V lio}.}.ÉEç· E!1tE o' 'Evvw
"Apd· « ToLa\naLç XEpcrtv éqmMJ..LE�Cl».

OLovç !iv�· oi:wv otxi}-ropaç, w È}.mvi},


tupao. <l>Ev J..LEya}.l)ç 'EUO:ooç liJ..LJ..Loptl).
Aù-rtxa xat TpoLl)ç X�C1J..LC1}.w-rÉpl) EL�E, KopLV�E,
XE�C1�C1L XCit AL�VXiiç \j;ttJ..LJ..LOV Èpl)J..LO"tÉpl)
, il -rotoLç OLà. micra 1tcx}.LJ..L1tpi}-roLC1L OE�dcra
i)}.(�ELV lipXCILWV Òcr-rÉa BCIXXLC10WV.

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fiO"XE-roç opJ..LCILVEL J..LVpL6oovç ÈÀÉcpcxç,
O:}.}.à. cp6�� cr-rd}.cxç �CI�Ùv C1ÙXÉVC1 1tpÒç �uyoOÉC1J..LOLç,
flv-ruycx OLcppou}.xEi: Kcx(crcxpoç oùpcxvtou.
' "Eyvw o' Etpi}vl)ç XCIL �i)p xapLV ' opyCI\1(1 pi.lj;aç
"ApEoç, EÙVOJ..LLl)ç av-ravayEL 1tCI"tÉpC1.

286 M li p x o v ' A p y E V 't a. p l o v

"OpvL, -rt J..LOL cpt}.ov v1tvov à.cpi}p1tacraç, i)où oÈ IIùppl)ç


dow}.ov xot-r11ç rflxt-r' à.1to1t-raJ..LEvov;
"H -raot �pÉ1t-rpcx -ri.vELç o-rL �iixa erE, oucrJ..L opt, 1tacr11ç
�o-r6xou xpcxtvnv Èv J..LEyapoLç liyÉ}.l)ç;
, Next �wJ..Lòv xext crx1i1t-rpa I:apamooç, oùxhL vvx-ròç
cp�ÉyçECIL, à,}.}.. EçELç �WJ..LÒV 0\1 WJ..LOO'CIJ..LE\1.
LIBRO NONO 1 45

Crinagora Germanico

Voi, Pirenei, li vedeste; vicine al Reno fluente,


Alpi, montagne dalle valli fonde,
voi li vedeste i baleni dal grande Germanico accesi,
che folgorò con tanta guerra i Celti.
, Crollo massiccio. La dea della guerra, parlando con Are5,
« Siamo - disse - con tali braccia in debito ».

Crinagora I nuovi Corinzi

Quali abitanti, meschina, trovasti, in luogo di quali !


Ah, dell'Ellade grande, sorte ria !
Piu spianata vorrei che t u fossi di Troia, Corinto,
piu solitaria del deserto libico,
, anzi che scorgere te, nelle mani di questa masnada,
calcare l'ossa dei Bacchfadi antichi.

F i l ippo d i Tessalonica L'omaggio dell'elefante

Irresistibile piu non si lancia alla mischia, turrito,


con le sue zanne immense l'elefante:
per la paura, al giogo reclina la spessa cervice,
e il cocchio trae di Cesare divino.
' Belva, le gioie ben sa della pace : gettate le armi,
porta con sé del buongoverno il padre.

286 M a rco A r g e n t a r i o Il gallo

Gallo, il sonno prezioso mi rubi : perché? La parvenza


dolce di Pirra dal mio letto vola.
Paghi cosf le mie cure per te, sciagurato? Ti feci
della covata che fa l'uovo il re.
' Chiamo Seràpide, giuro per l'ara e lo scettro : la notte
non canterai, sarà per te quell'ara!
ANTOLOGIA PALATINA

·o 1tptv EjW 'Poo�OLOW CÌVÉIJ.�cnoc; tEpÒç opvLç,


ò 1tptv KEpxa.cp�oa.Lç CILE-ròc; trnopiT),
Ù�L'Itni] -ré-rE -ra.pO"Òv civci 1tÀ.a.-rùv #p' CÌEpildc;
+jÀ.uilov, 'HEÀ.�ou vi]O"OV o-r' dxE NÉpwv·
' xdvou o ' a.ÙÀ.�O"ilT)V Evt OWIJ.C'LO"L, XELpL O"UVTJilT)c;
xpciv-ropoc;, où q>Euywv Zi]va. -ròv EO"O"é!J.Evov.

288 rqllvou

Ov-roc; é KExpo'lt�OTIO"L �a.pùc; )..�iloc; "ApE� xE'L!J.a.L,


�ELVE, <l>LÀL1t1tELT)c; O"UIJ.�OÀ.OV i)vopÉT)c;,
ù�p�çwv Ma.pa.ilwva. xa.t cinLciÀ.ou �a.À.a.!J.'Lvoc;
(pya. Ma.XT)OOV�T)c; EYXEO"L XEXÀL!J.ÉVCI.
' "O!J.VUE vuv vÉxua.c;, aT)IJ.éO"ilEvEç· a.u-rcip EjWjE
xa.t swo'Lc; EO"OIJ.C'LL xa.t cpilLIJ.ÉVOLO"L �a.puc;.

OÙÀ.é!J.EVCIL VTJEO"O"L Ka.cpT)p�OEç, a.i: 'ltO-rE véO"-rov


wÀ.ÉO"a.il' 'E).,).,i)vwv xa.t rnéÀ.ov 'IÀ.LéilEv,
'ltUpO"Òc; o-rE �EVO"-ra.c; xilov�T) c; OVOq>Epw-rEpa. vux-ròc;
Ti�E O"ÉÀ.a., -rucp).,i) o ' EOPCIIJ.E 'ltriO"a. -rpémc;
, xoLpcioa.c; Èc; 1thpa.c;· aa.va.o'Lc; 1tciÀ.w "IÀ.Loc; èiÀ.À.TJ
E'ltÀE-ro xa.t OExÉ-rouc; Exilpo-rÉpT) 1tOÀ.É!J.ou.
Ka.t -ri)v !J.Èv -ré-r' E'ltEpO"a.v, civ�xa.-roc; o È Ka.cpT)pEvç,
Na.{mÀ.LE" O"ot ycip 1triv 'EÀ.À.cic; [xÀ.a.uO"E Ocixpu.

"0-r' E� ci-1]-rou A��uoc; cisa.ouc; Né-rou


cruvEsocpwilTJ 1tév-roc;, tx ot vnci-rwv
!J.uxwv �uil'L-rLc; �CÌIJ.!J.Oç E�T)pEvyE-ro,
tO"-ròc; OÈ 'ltric; WÀ.LO"ilEV dc; liÀ.a. 'lt'rVO"Cic;,
LIBRO NONO 147

Apollonide L'aquila e Tiberio

Io, l'uccello divino che a Rodi non ebbi l'approccio,


l'aquila - pei Cercàfidi una fola -,
alto nell'aria volando, nell'isola venni del Sole
quando c'era Nerone. Nel palazzo
, presi dimora, né piu rifuggii ( d 'un padrone la mano
la conoscevo ) dal futuro Zeus.

288 Gemino A Cheronea

Pietra ai Cecròpidi greve, per Ares offerta votiva,


di Filippo il valore simboleggio;
come a macedoni lance piegò Maratona e la gesta
di Salamina, a grave scorno, dico.
, Giura adesso
. .
pei morti, Demostene ! Pietra pesante
. ' . .

per 1 v1v1 saro come pe1 mortl.

Basso I l naufragio dei reduci

Rocce Cafèridi, peste di navi, che un giorno rovina


déste alla flotta reduce da Troia,
quando una subdola face brillò d'una luce piu fosca
di ctonia notte e corsero i vascelli
, ciechi su scogli - vi fu per i Greci una Troia novella,
piu che la guerra decennale amara.
Nauplio, la prima fu presa, Cafèreo invitto rimase :
si deve il pianto della Grecia a te.

F i l i p p o di T e s s a l o n i c a I l pio

Gagliardi sbuffi di scirocco libico


il pelago infoscarono; dai baratri,
fondali cupi sabbie vomitavano;
fra schizzi, a mare scivolava l'albero ;
ANTO L OGIA PALATINA

, cpop·dc; o ' ÉcrupE't' Éc; 'AI.oa:v 7tÀ.a.vwp.ÉVTj,


cipwyova.u'ta.c; oa.I.(..LO\Ia.c; Aucrl.cr'tpa.'toc;
ÉÀ.mcipTJO'E\1' ol OÈ 'tQ vEwx6pcp
p.ouvcp MÀ.a.crcra.v ciypl.a.v Éxol.p.tcra.v.

Ouo' f)v '!lxEa.vòc; 1tfrcra.v 1tÀ.l]p.upa.v ÉyEI.pn,


ouo' f)v rEpp.a.vi.TJ 'Pijvov éi7ta.V'ta. 7ti.TJ,
'Pwp.Tjç o' ouo' 00'0'0\1 �À.ci\j!EL cri}Évoc;, éixpt XE p.l.p.'IITJ
OE�tà: crTJp.a.l.vnv Ka.l.cra.pt l}a.pcra.À.ÉTJ.
, O\hwc; xa.i. lEpa.t ZTJvòc; opuEc; EP.1tEoa. pl.sa.tc;
ÈO''tfrO'LV, cpuÀ.À.W\1 o ' a.ua. XÉOUO'' èJ.vEp.OL.

2 92 · o ,. t .- .... o u

Ila.I.OW'\1 0\1 p.È'\1 EXa.LE'\1 'Api.O''tL0\1, 0\1 o' ÈcrO:xoucrE


va.uTjyév· otcrcròv o ' éiÀ.yoc; hTJ�E p.l.a.v.
Ai.a.i:, p.TJ'tÉpa. Moi:pa. otE!.À.E'tO, 'ti)v tcra. 'tÉxva.
xa.t 7tUpt xa.t 7tLXpQ \IELp.a.p.ÉVTj\1 vOa.'tL.

IlouÀ.Ù AEwvl.oEw xa.'ttowv oÉp.a.c; a.u'tooO:tx'tOv


EÉp�TJc; ÈXÀ.a.l.vou cpcipE� 7topcpupÉcp,
xi}x \IEXUW'\1 o' ilXTJO'E\1 o 'tac; I7tcip'ta.c; 7tOÀ.Ùc; il pwc;·
« Ov oÉxop.a.L 7tpooé'ta.tc; p.tcri}òv ÒcpELÀ.ép.E'II 0 '\1'

, cicr1ttc; Èp.ot 'tup.�ou x6ap.oc; p.Éya.c;· a.!pE 'tÒ: IlEpcrwv·


il�w xEi.c; 'AI.Oa.'\1 wc; Aa.xEOa.tp.6vtoc; )).

- IlopcpupÉa.v 'tOL 'ta\IOE, AEwvl.oa., i.:ma.crE xÀ.a.i:va.v


E ÉP�Tlc; up�l]cra.c; Epya. 'tEfrc; 6:pE'tfrc;.
LIBRO NONO 149

, alla deriva il cargo verso gl'Inferi.


Rivolse preci ai dèmoni che aiutano
Lislstrato : per lui, ministro loro, fu
se l'infuriato pelago placarono.

Crinagora Roma

Può sollevare l'Oceano la massa intera dell'acqua,


la Germania può bersi tutto il Reno :
nessun danno alla forza di Roma farà, se confidi
in Cesare, negli ordini propizi.
, Anche le querce di Zeus su radici s'adergono salde,
le foglie secche le disperde il vento.

Onesto I due figli

Mentre un figlio cremava, che l'altro era naufrago Aristio


seppe : una sola donna, due dolori.
Scisse la Parca il cuore materno, ché fece dei figli
eguale parte al fuoco e all'acqua amara.

2 93 Fili ppo di Tessalonica Il rifiuto

Il gran corpo mirò di Leonida offertosi a morte,


lo rivesti d'un manto rosso Serse,
quando dai morti la voce s'udi di quel grande di Sparta :
« Non l'accetto, il compenso delle spie.
' M'orni la tomba lo scudo. La roba persiana si tolga!
Anche nell'Ade da Spartano andrò » .

2 94 Antifilo di Bisanzio Sullo stesso tema

- Questo purpureo manto lo dona, Leonida, Serse,


tutto compreso delle tue prodezze.
ANTOLOGIA PA LATINA

- Ov OÉXOJ..LClL" 1tpoo6·mtç Clth(l xaptç. 'Aa'lttç EXOL (..lE


XClt VÉXU\1" O 'ltÀ.OU"tOç o' OVX E(.l. Ò\1 ÉV"taq>L0\1 ..
' - 'A}.)..' E�(lVEç· "tL "tOO'O\IOE XClL Év \IEXVEO'O'L\1 a'ltEXiliJç
TIÉpacuç;
- Ov ilvciaxn sCiÀoç ÉÀEuilEpi.Clç.

2 95 B t a vop o ç

TiwÀov, "tÒ\1 'ltEOLWV, !l}.}.' ovx aÀÒç L'lt'ltEU"ti)pCl,


\IT}L OL(l'lt).wnv 'ltO\I"t0\1 aVClL\IO(..lE\10\1
J..LiJ MJ..L�n XPEJ..LÉilov"t(l xe1t Év 'ltoat "ì..a � 'ltCl"tÉO\I"t(l
"tt i.xouç ML iluJ..LQ OEO'J..LÒ: �LClSOJ..LEvov.
' "AxilE"t(lL d q>op"tOU J..LÉpoç EPXE"t(lL" ov yà:p É'lt' aÀÀotç
XELO'il(lL "tÒ\1 'ltcl\l"tW\1 E'ltPE'ltE\1 WXU"t(l"t0\1.

2 96 • A 7t o À À w v t S o u

rxvÀÀoç, lhE E'Ép�ou ooÀtXÒç O'"toÀoç 'EÀÀaOCl 1tCiae1v


i]ÀCluvEv, �vili.T}V EvpE"tO VClUJ..LClXLT}V
NTJpi)oç ÀClilpl.otatv V'ltO'ltÀEvaClç "tEvayEaat
xe1t "tòv a1t' ayxvpT}ç opJ..Lov (xnpE vEwv.
, AihClVOpoç o' É'ltL yi)v wÀI.ailClvE IlEpatç ave1uooç
oÀÀUJ..LÉVT}, 'ltPW"tT} 'ltELpCl E>EJ..LLO'"tOXÀÉouç.

2 97 ' A v n ?t a 't p o u

r"tÉÀÀEu É1t' Evq>pTJ"tT}V, ZT}vÒç "tÉxoç· dç aÈ yà:p i]oT}


i)Qot Ilapilwv ClV"tOJ..LoÀouat 'ltOOEç.
r..ÉUEu, &ve1�· oi)Etç oÈ cpo�l(.l xExCl"ì..ClaJ..LÉVCl "to�Cl,
KC!LO'Clp· 'lt(l"tpt;>wv o' ap�ClL a'lt' ÉV"tOÀÉwv·
' 'PW(.l. T}\1 O' '!1XEC1VQ 'ltEpL "tÉp(.l. O\ICl 'ltaV"ttilEv ClV"tÒç
1tpW"toç aVEPXOJ..LÉVl(.l acppaytO'ClL i)EÀI.l(,l.
LIBRO NONO 151

_ Dono di spie: non lo voglio. Ricopra uno scudo la salma;


a me non è sudario la ricchezza.
, - Ora sei morto : i Persiani perché li detesti nell'Ade ?
- Non muore l'ansia della libertà.

2 95 Bianore Cavallo a bordo

Questo puledro cavalca pianure, non onde marine :


non ti stupire che nitrisca e scalci
sulle murate, che forzi con ira i legami : rifiuta
di valicare sulla nave il mare.
, Molto gli pesa far parte del carico : farsi portare
non è da lui, piu rapido di tutti.

Apollonide Il sommouatore

Scilla - premeva la Grecia l'armata lunga di Serse ­


una guerra subacquea s'inventò:
giu si calò, nei recessi segreti di Nèreo, nuotando,
ogni ormeggio dall'àncora recise.
, Scivola a riva con tutta la ciurma la Persia, perisce
muta - primo cimento di Temistocle.

2 97 Antipatro In Oriente

Corri all'Eufrate, progenie di Zeus! I Parti d'Oriente


coi loro piedi vengono da te.
Corri ! Lente vedrai per paura le corde degli archi,
Cesare. Muovi dai paterni moniti,
' e, a sigillo di Roma finitima ovunque del mare,
poni il sole che sorge, tu per primo!
ANTOLOGIA PALATINA

29 8 ' A v n q> D . o u

I:XL'ltW\1 IJ.E 7tpÒç VT)ÒV civi)yCLyEV 0\l"tCl �É�T}À.OV


oÙ IJ.OU\10\1 "tEÀ.E"tij<;, Q:).).à, XCLt i}EÀ.LOU'
!J.ÙO'"rT}\1 o ' ci!,J.cpO-rÉpWV IJ.E 8ECLt �ÉCTCLV, OLOCl o' Éxdvn
wx-rt xCLt 6rp�CLÀ.IJ.WV vùx-rCL XCL�TJpci!J.EVo.;·
, ciCTXL'ltW\1 o ' EL<; li.cr-ru XCl"rÉCT-r�xov, opy�Cl t.T}OU<;
XTJpÙuuwv yÀ.wcrCTT}.; OIJ.IJ.CLCT� "tPCLVO"tEpov.

2 99 Cl> L ).. l 7t 7t 0 V 9 E O' O' C1 ), C V L X É W ç

TCLupo� 7tpT)u-rÉvov-rE<;, à.po-rpEU-rijpE.; cipoÙpTJ.;,


dv ci).t -roù.; yCLLTJ<; tiv-rÉXOIJ.EV XCLIJ.à.-rou.;·
CLvÀ.CLXCL "t'Ì')V tiuLOCLpov Év VOCLCTW EÀ.XOIJ.EV li.!J.rpW,
IJ.CLXpo-r6vwv uxo Lvwv li.IJ.IJ.Cl CTCLYTJVOOE"tov·
' tx�vcr� o' Éx O''rClXVW\1 À.Cl"rPEVOIJ.EV A "rClÀ.ClEpyoL, . ..

f}OT} X'Ì'}V 'ltEÀ.ciyEL XClp'ltÒ\1 tipoUCTL �OE<;.

JOO ' A 6 a. l o v

TCLvp� rppLXClÀ.Éov vci'lto.; ÉX�ClL'\10'\I'rL ao�i}pou


ITEUXÉCT"rT}<; L'lt'ltt� XClp-rEpÒ.; i}V"tLClCTE'\1.
'A).).' 6 !J.ÈV WPIJ.iJ�TJ 'ltpT}C:J\1 li."tE, "ttU o' ti'ltCLÀ.oi:o
ITClLO\ILOCl MrxTJV TjxE o�à. xpo-rcirpou·
, cruÀ.i}crCL.; XE(j)CLÀ.ij.; OÈ OL1tÀ.ouv xÉpCL.;, CLtÈv Éxdv�
swpo'ltO"tWV tx�pov txo!J.'lt0'\1 IJ.'IÌt �CLvti-rou.

30 1 IExouvSov

n'lt'rE "tÒ\1 ÒyXT}CT-r'Ì'jv �pClOV1tOU\I 0\10\1 a.�,�.�,�.�y ' Év L'lt'ltOL<;


yupòv ciÀ.wELVCLL<; ÉI;EÀ.ciCL-rE opo!J.O'II ;
Oùx li.),L.; lh-rL !J.vÀ.oLo 7tEpLopo!J.ov li.x�o.; civciyxn
CT'ltE�PTJOÒv crxo-r6EL<; xuxÀ.oo(wx-ro.; EXW,
' ti).).' hL XClt 1tWÀ.OLCTW ÈPLSOIJ.EV; ,.H p' hL À.OL'ltÒV
vuv IJ.OL "t'Ì')v crxoÀ.L'Ì')v CLÙXÉVL yCLi:CLv tipovv.
LIBRO NONO I 53

Antifilo Il cieco rana/o

Con una mazza, al tempio salii per l'erta - digiuno


non dei riti soltanto, ma del sole.
Come a quelli le dee m'iniziarono e a questo, la notte
purgai - lo so - degli occhi in quella notte.
, Senza la mazza tornai, proclamando i misteri di Dea ­
parlanti piu che la mia lingua gli occhi.

2 99 F i l i ppo d i Tessalonica I buoi e il mare

Tori dal docile collo, sul suolo aratori, nel mare


le fatiche ci gravano dei campi:
scevra di ferro la traccia del solco nell'acqua; la rete
a noi s'annoda con le lunghe funi;
, servi non piu delle spighe: dei pesci. Che gran faticoni!
Coltiva frutti fin nel mare, il bue.

JOO A d eo Il vanto

Contro un toro che presso Dobero dall'orrida valle


sorti, a cavallo si parò Peuceste,
e, come quello balzò (che pareva una roccia), la tempia
tenera con la lancia gli trafisse.
, Indi le duplici corna rubò, dove beve, vantando
quella nemica morte senza posa.

JOI Secondo Llmento dell'armo

Sono un somaro lento che raglia: perché fra i cavalli


m'imponete sull'aia il girotondo?
Forse non basta quel peso di mola che, cieco, per forza,
nelle spire d'un vortice sopporto?
' Emulare i cavalli, per giunta, dovrò? Che mi resta?
Giogo sul collo, arare obliqui solchi.
ANTOLOGIA PALATINA I J4

3 02 ' A v n1t m 1: p o u

Tò �pÉcpoc; 'EpiJ.wva.x•a. OLEXpiJcra.cr�E, iJ.ÉÀ.LCTCTa.L,


q>EU XU\IEc;, Ép7tVCT't"lJ\I XT)pLa. IJ.CtLÒIJ.E\10\1'
7toÀ.MxL o' v; u!J.Éwv Èl.fiLcriJ.Évov wÀ.Écra.• ', a.i.a.�.
XÉV"t'POLc;. EL o . ÒcpLW\1 q>WÀ.Eèl IJ.EIJ.cpOIJ.E�a.,
, 7tEWEo AvcrLOLXTI xa.t 'AIJ.unopL IJ.TJOÈ IJ.EÀ.Lcrcra.c;
a.i.vdv· xcixdva.Lc; mxpòv E\IECT't"L !J.ÉÀ.L.

3 03 ' A S cx l o u

Tii Ba.Lii Ka.À.a.iHvn U1tÒ crxvÀ.cixwv IJ.OYEoucrn


AT)'t" wte; xoucpT)\1 E1hoxi.T)\l E7t0pE\I.
Mouva.Lc; ou 't" L yvva.L!;tv È1ti)xooc;, èl).).ci xa.t a.1hèlc;
crvv�i)povc; cr0sEL\1 "Ap"t'EIJ.Lc; o[OE xuva.c;.

3 04 n cx p � u v l w v o ç

Tòv ya.LT)c; xa.t 1t6nov CÌIJ.ELq>frdcra.LcrL xEÀ.Eu�oLc;


va.u't"T)\1 i}7tdpov, 7tES07t6pov 7tEÀ.ocyovc;,
È\1 't"pLCTCTa.�c; oopOC't"W\1 ÉXa.'t"O\I't"CÌCTL\1 ECT't"EYE\1 "ApT)c;
k1t0Cp't"T)c;. Ai.a-xuvEcrfr', oupEa. xa.t 7tEÀ.CÌyT) .

"Yoa.'t"oc; CÌXplJ't"OV XEXOPT)IJ.É\1{(.> èiyXL 7tCtpetCT't"CÌç


xfrLsòv ÉIJ.ot À.EXÉwv BO:xxoc; EÀ.E!;E •ocoE·
« EuoELc; èil;Lov u7tvov ci7tExfro1J.Évwv 'Acppooi.•n·

dd IJ.OL, W \ITJ(j>W\1, 7tEUfrEa.L 'l7t7toMuv;


, TO:p�EL IJ.TJ 't"L 1tcifrnc; ÈvaÀ.i.yxLov >>. "ne; o IJ.Èv d1twv
4JXE't".' ÈIJ.ot o. CÌ7tÒ •iic; OUXÉ't"L 't"EP7t\IÒ\I vowp.
LIB RO NONO I 55

Antipatro I pungiglioni
302

Api dannate, strisciava per prendere i favi quel bimbo


Ermonatte, e l'avete ucciso, ahimè.
Spesso nutrito da voi, coi pungiglioni l'avete,
ahi, distrutto. S 'accusano le serpi;
, ma non lodare le api! Lisfdice e Amintore ascolta !
Anche in esse l'amaro c'è, nel miele.

3 03 Adeo Canestrella

A Canestrella, la cagna piccina in travaglio, concesse


facile parto la figlia di Leto.
Ché non ascolta soltanto le donne, ma salva le cagne,
le sue compagne nella caccia, Artèmide .

Parmenione Alle Termopile

Chi della terra e dei flutti scambiava le vie, marinaro


del continente, pedone del mare,
fu con trecento lance dall'Are di Sparta bloccato .
Monti e mari, vergogna su di voi !

3 05 Antipatro L'acqua

M'ero saziato d'un'acqua purissima; standomi accanto


ieri, presso il mio letto, Bacco disse:
« Degno, il sonno che dormi, di quelli che Gpride aborre.
Ma dimmi, sobrio, lo conosci Ippolito?
' Che non ti càpiti, bada, lo stesso! » Disparve. Né l'acqua
mi diede piu, da quel momento, gusto.
ANTOLOGIA PALATINA

3 06 ' A v n rp D . o u

'YÀ.o't'OIJ.OL, 'ltCJ.ucroccri)E vEwv xtipw· ovxÉ't'L 'ltEUXTJ


xu!J.CJ.'t'oç, Q.),).' 'Ì)OT) pwòc; Ém't'poxtiEL'
yo!J.cpoç o ' ovxÉ't'L XCJ.À.xòç t.v ÒÀ.xtiCTL\1 ouoÈ a(OT)poç,
tiÀ.À.èt À.L\1� 't'OLXW\1 !Ìp!J.OVLT) OÉOE't'CJ.L'
' 't'!Ìç o . CJ.U't'tiç 'ltO't'E 'ltO\I't'Oç EXEL VÉCJ.ç, liÀÀ.O't'E yCJ.i:CJ.
'ltT)X't'Ò\1 ti!J.CJ.!;L't'T)\1 cpOp't'0\1 ciELpO!J.ÉVCJ.ç.
'Apyw IJ.ÈV 'ltpO't'ÉpoLC'L\1 tioLOLIJ.oç· ciÀ.À.!Ì l:CJ.�L\1�
xocwo-rÉpT)V 1tij!;ocL IIocÀ.À.!Ìç EVEUCTE -rp6mv.

307 � L ). b t 1! 0 U

ll>oi:�ov civT)VCl!J.ÉVT) AticpvT) 'ltO'!È vuv civÉ't'ELÀEv


Koc(aocpoç Éx �WIJ.OU xÀ.wvCJ. !J.EÀ.CJ.!J.'ltÉ't'CJ.Àov·
Éx oÈ i)Eou i)Eòv EvpEv ci!J.dvovoc· AT)'t'OLOT)\1 yètp
Éxi)l)poccroc i)ÉÀEL Zijvoc 't'Òv Ai.vEtiOT)v.
, 'P/.socv o' oux ci1tÒ yijç IJ.T)'!pÒç �tiÀ.EV, ci).).' ci1tÒ 'ltÉ't'pT)ç·
Koci.crocpL l-L'lÌ 'tLX'!EW ovoÈ À.l.i)oç Ou\ICJ.'t'CJ.L.

ll>wpEç èl't'' dvtiÀ.LoL TupC'T)vi.ooc; ètrx6i)L oi.VT)c;


cpop!J.LX't'àv cixti't'ou i}ijxocv \mÈx �ui}Lov,
ocv't'l.xoc IJ.W xLMpn À.LyuocxÉL oÉ!;oc't'o OEÀ.cptv
auvi)poov, Èx OÈ �ui}ou VlJXEi)' ÉÀLC'CTOIJ.EVOç,
' 1-LÉXPLc; E'lt' 'Iai}IJ.ÒV EXEÀ.CTE Kop(vi)Lov. "'H pa. MÀ.a.aaa.
txi}uc; civi}pw'ltwv dxE OLXCJ.Lo't'Épouc;.

3 09 ' A v n 11 c h p o u

XEL!J.ÉpL0\1 XCJ.LOUC'CJ.\1 t.cp' ÉC''t'LTI livi}pCJ.XCJ. ropyw


'tÌ')\1 ypT)u\1 �poV't'ijç É!;E'ltti'tCJ.!;E cpé�oç·
'ltVEUIJ.OVCJ. oÈ ljluxi)Ei:croc XCJ.'t'TJIJ.UC'EV. "'Hv lipoc !J.ÉC'C'TJ
yl)pwç xoct i)ocvhou ÀEL'ltOIJ.ÉVT) 'ltpocpCJ.CTLç.
LIBRO NONO 1 57

Antifilo Le barche anfibie

Spaccalegna, niente piu navi! Chi corre sull'onda


non piu gli abeti, ma le pelli sono;
né sulle barche cavicchi di rame tu vedi o di ferro :
le murate si cuciono col lino.
, Vanno quei carghi talora sul mare, talora per terra
con un carico solido su carri.
L'« Argo » fu celebre un df: ma nuovo vascello costrusse,
per volere di Pallade, Sabino.

F i l i p po Il {auro e Augusto

Dafne, che Febo respinse, dall'ara di Cesare trae


la fioritura d'un rametto bruno:
dopo un dio, la scoperta d'un dio piu grande : se Febo
l'odiò, lo Zeus Enèade lo vuole.
, Né dalla terra cavò la radice, bensf dalla pietra:
anche un sasso per Cesare s'impregna.

3 08 Bianore Arfone

Quando predoni marini gettarono il musica in acqua


fuori bordo, tra i gorghi del Tirreno,
mentre al suono cantava d'armonica cetra, l'accolse
un delfino e lo trasse a nuoto in salvo,
' fino all'approdo dell'Istmo corinzio vagando. Nel mare
c'erano pesci piu dell'uomo giusti.

A n t i p a t r o di T e s s a l o n i c a Lo shock

Mentre ardeva carboni d'inverno sul fuoco la vecchia


Gorgo, la scosse di terrore un tuono.
Gelo le corse nel petto, serrò le pupille. Un appiglio,
per lei, di morte, fra vecchiezza e tomba.
ANTO L OGIA PALATINA

310 ' A v n tp D.. o u B u !; a v -.; l o u

'l'i)y�' a1tupov XPUCToi:o cnoT)pELW'\1 \m' 000'\l'tW'\1


pwT)i}Év, ALBuxi)c; xoucp6'tEpov IJ;a�tii}ou,
�uc; o).(yoc; Bapù oEi:'lt'\10\1 Éoa(cra'tO' 1tacra OÈ \IT)OÙc;
crupo�ÉvT) Bpao\mouv �i)xE 'tÒ\1 wxu'ta'tov·
' ÀT)cpi}dc; o' ÉX �ECTcX'tT)<; cX\IE'tÉ�\IE'tO XÀÉ�!J.a'ta yaCT'tp6c;.
""Hc; èi.pa XTJ\1 &;).6yoLc;, XPUCTÉ, xaxou 1tpécpacrLc;.

'nxdaLc; ÉÀcXcpOLCTL XUW\1 Ì.CTcX!J.LÀÀa opa!J.OUCTa


(yxuoc; Tj).xwi}T) 1taL001tépov yÉ\IECTL\1'
1tacra oÈ cruyxa'tÉ!J.ucrE xa'tou).wi}Ei:cra xpévoLcrw.
"HoT) o' T) 'tOXE'tW\1 wpLoc; Tjv Bticravoc;,
, 1toÀM: o ' É1twpuoucrav civ'l)p ÉCTLOT)pO'tO!J.T)CTE\1,
xat crxuÀaxEc; cp(ÀLOL \IT)Ouoc; Él;Éi}opov.
'Ap'tÉ�Looc; ÀÉÀu'taL Àox(wv xtipLc;, E�1taÀL o' "ApT)c;
Tjpx'taL !J.aLoucri}aL yacr'tÉpac; Tj�E'tÉpac; .

...!1vEp, 'tav BaÀtivwv 'tÒ:v !J.a'tÉpa cpdoEo xo'lt'tEW,


cpELOEO, yT)paÀÉav o' ÉxXEpcXL�E 'lt('tU\1
'ÌÌ 1tEUXa\l 'ÌÌ 'tcX'\IOE 1tOÀUCT'tÉÀEXO'II 1taÀ(oupov
i1 1tpi:vov xat 'tÒ:v aùaÀÉav XO!J.apov·
' 'tT)ÀML o' LCTXE opuòc; 1tÉÀEXU\I' xoxuaL yà:p EÀE!;av
Ò:!J.L'II wc; 1tpO'tEpaL !J.a'tÉpEc; ÉV'tt OpuEc;.

"I�Eu èi.1tac; Ù1tÒ xa).à: Oticpvac; EMaÀÉa cpuUa


wpa(ou 't' èi.pucraL VcX!J.a'toc; cioù 1tO!J.a,
ocppa 'tOL cicri}!J.a(vo\l'ta 1tO'II OL<; i}ÉpEoc; cp()..a yui:a
CÌ!J.;:aucrnc; 1tvoLq. 'tu'lt'to!J.Eva ZEcpupou.
LIB RO NONO 1 59

J IO Antifilo di Bisanzio Il /urto

Colse una briciola d'oro da denti ferrigni limata,


da fuoco intatta e piu di sabbia lieve,
un topolino - banchetto pesante. Era svelto : lo rese
lento la pancia da tirarsi dietro.
1
Fu catturato, fu tratto di mezzo ai visceri il furto.
Oro, tu dài persino a bestie guai.

JII Fil ippo di Tessalonica Ostetricia

Come le rapide cerve correva una cagna ; era pregna,


e si ferf nei trami ti del parto.
Cicatrizzata dal tempo, la piaga si chiuse. Ma l'ora
dolorosa del parto era vicina :
1 quella urlava; col ferro l'incise un uomo nel grembo:
ne sprizzarono cuccioli graziosi.
Pare cessata nei parti la grazia d'Artèmide: in cambio,
Are a farci da ostetrico s'è dato.

JI2 Zona d i Sardi Le madri

Uomo, non la tagliare la pianta ch'è madre di ghiande,


non la tagliare; ma il pino marittimo
stronca o il vecchio pinastro, codesto paliuro ramoso
o il leccio e quel corbezzolo già secco.
1 Via dalla quercia la scure! Le querce, dicevano i nonni,
sono per noi le piu remote madri.

JIJ A n i t e , poetessa lirica Riposo

Siedi, chiunque tu sia, sotto i rami fiorenti d'alloro,


e al bel ruscello un'acqua dolce attingi,
sf che le membra ansanti di grevi travagli d'estate
si riposino al tocco della brezza.
ANTOLOGIA PALATINA r 6o

'EpJ..Lac; "'t�o· EC"nxcr. 1tcr.p' opxcr."'tov iJvEJ..L6Ev"'tcr.


Év "'tpL60oLc;, 7tOÀ.LCic; Éyyvi>Ev ch6voc;,
à.vopci<n xEXJ..LT)waw Exwv èiJ..L7tetUI1LV 6ooto·
ljluxpòv O' tà.xpcr.Èc; xpà.vcr. \moLà.XELt.

"JSEu {m' a.tydpoLI1LV, È1td xà.J..LEc;, Èvilà.o', oOi:"'tet,


xcr.t 1ti:i>' él1111ov twv 7t�Ocr.xoc; à.J..LE"t"Épcr.c;·
J..LVCil1etL OÈ xpà.vcr.v xcr.t à.1t61tpoi>L, èiv btt f(À.À.cp
l:i:J..Loc; à.1toq>i>LJ..LÉVtp 7tetLOt 7tetpLOpvE"'tetL.

316 A E w � l S ov Tapa� · d�ov

.,.n, "'tà.VOE 11"'tELXOV"'tEc; chetp7tL"'t6v, cr.t"'tE 1tO"'t' ciypoùc;


Ocr.J..Loi>Ev cr.t"'t ' à.1t' à.ypwv vEi:11i>E 7to"'t' à.xp61toÀ.w,
èiJ..LJ..LEc; opwv cpvÀ.etXEc; 0LI1110t i>Eo�, WV o J..LÈV 'EpJ..LCic;,
o�ov 6pfic; J..L ', oihoc; o ' èi"t"Epoc; 'Hpcr.xÀ.ÉT)c;.
, "AJ..Lq>W J..LÈV Wet"'toi:c; Eùà.xooL, à.À.À.à. 7toi>' oÙ"'toc;,
cr.t x' WJ..LÒ:c; 7tetpcr.i>fic; à.xpciocr.c;, ÈyXÉXCtq>EV'
vcr.t J..LCÌV Wl1etv"'twc; "'tOÙc; �6"'tpucr.c;, cr.L"t"E 7tÉÀ.ov"'tetL
WPLJ..LOL cr.hE xvocr.v OJ..Lq>CtXEc;, EÙ"'tpÉ7tLXEV.
MLcrÉw "'tÒ:v J..LE"'toxà:v oùo' f}OoJ..Let L' à.)..).. ' o q>Épwv 'tL
10 à.J..Lq>�c;. J..LTJ xow� "'toi:c; oucrl., 7tetp"t"Li}É"'tw
xcr.t À.EyÉ"'tW « Ttv "'tOVi>', 'HpcixÀ.EEc; », aÀ.À.O"'tE « TOV"'tO
'EpJ..L� )) xcr.t À.VoL "'tCÌV Ep Lv à.J..Lq>O"t"Épwv.

3I7 "ASI)À.O�

- Xcr.l.pw "'tÒV À.cr.xÉpu�ov opwv i}Eòv dc; "'tÒ rpà.À.cr.vi}ov


�pÉyJ..L' \mò "'tCiV oxvCiv, etL1tOÀ.E, "'tU1t"'tOJ..1EVOV.
- At7toÀ.E, "t"Ou"'tov Èyw "'tptc; l1tuyL11cr.· "'tot oÈ 'tpcr.yl.11xoL
dc; EJ..LÈ OEpXOJ..LEVOL 'tÒ:c; XLJ..Là.pcr.c; È�ci'tEUV.
LIBRO NONO r6r

A n i te Sullo stesso tema

Sono Ermete. M 'erigo, rasente all'orto ventoso,


nei trivi, presso il bianco delle spume,
offro agli uomini stanchi riposo del duro cammino.
Ghiaccio puro, sussurra la fontana.

J I) Nieia Sullo stesso tema

Siediti qui, sei stanco, qui sotto i pioppi, viandante;


va' vicino alla nostra polla e bevi.
Anche da lungi la fonte rammenta, che Simo per Gilio,
il figlio morto, edificò qui presso.

JI6 Leo n i d a d i T a r a n t o Ermete ed l:.racle

Voi che passate per questo sentiero, se mai dal paese


ai campi andate o dai campi alla rocca,
duplici dèi siamo noi, dei confini custodi: mi vedi,
sono un Ermete, mentre questi è un Èracle.
, Diamo agli uomini udienza, ma questi, se mai gli presenti
pere verdi e selvatiche, le ingoia;
altrettanto coi graspi, sicuro ! Siano maturi
o acerbi ancora, li sistema tutti.
La comunella la odio, né gusto mi dà : separate
xo siano le offerte, e non per tutt'e due.
« Èracle, questo - si dica - per te », « Per Ermete quest'altro »,

e finisca cosi la nostra lite.

Anonimo t; vero?

- Godo, pastore, vedendo quel dio ciacolone colpito


sulla testa pelata dalle pere.
- Io glielo misi, pastore, tre volte nel culo. I montoni,
guardando me, montavano le capre.
7
ANTOLOGIA PA LATINA

, - "Ov"t"Wç (cr'), 'Ep(J.acppoO�"t"E, 1tE1tU)'�XEV ;


- Ou (J.rt "t"Òv 'Ep(J.<iv,
,
.
amo11.E.
,

- Nat "t"ÒV Il<iv', at1t6À.E, xamyEÀ.wv.

31 8 AEwv(Sou

Eu(..tapafrov 7tpTJwva xat Eucrxcl.vo�xa À.EÀ.orxwç,


'EpiJ.fi, xat "t"CXU"t"aV, é1 cp(À.oç, atyL�OCTLV,
xat À.axavT)À.éyc.p ECTCTo xat atyLVoiJ.fi� 1tPOCTTJV1iç­
E�nç xat À.axavwv xat yÀ.ctyEoç IJ.Ep(oa.

TÀ.TJ1toÀ.EIJ.oç IJ.' o MupEÙç 'EpiJ.<iV acpE"t"TJp�ov Ep(J.a


tpoop6IJ.o�ç frfjxEv 1ta�ç o IloÀ.uxpL"t"EW,
otç oÉx' CL1tÒ CT"t"CXOLWV, Èvaywv�ov· CLÀ.À.à 1tOVE�"t"E
IJ.aÀ.fraxov Èx yova"t"wv èixvov a1twcrcl.IJ.Evo�.

3 20 A t w v l S o u T a. p a. v -t l v o u

EI<tÉ 1tox' Eupw"t"aç 1to"t" "t"ò:v Ku1tpw· « "H À.ct�E "t"EUXTJ


iì ·��l}� "t"<iç l:1tctp"t"aç· CL 1tOÀ.�ç cmÀ.o(J.aVE� )).
'A o ' a1taÀ.òv yEÀ.ctcracra · « Kat ECTCTOIJ.a� atÈv hEux-i}ç ­
d1tE - xat otx-i}crw "t"Ò:v AaxEoa�IJ.ov(av » .
, XctiJ.i:v « Ku1tp�ç èivo1tÀ.oç » C!va�oÉEç o'� oE À.Éyoucrw,
tcr"t"opEç wç CL(J.LV x a frEoç émÀ.ocpopd.

32 1 ' A v n �-t a x o u

TL7nE, (J.ofrwv èi"t"À.TJ"t"oç, 'EvuaMo�o À.ÉÀ.oyxaç,


Ku7tp�; nç o \)IEUCT"t"aç CT"t"U)'VÒ: xaM\)IE (J.hTJV
EV"t"Ea; l:ot yò:p "Epw"t"Eç ÈcpLIJ.Epo� èi "t"E xa"t"' Euvò:v
"t"Ép\j;Lç xat xpo"t"ctÀ.wv frTJÀ.UIJ.avEi:ç O"t"O�OL.
LIBRO NONO

' _ Ermafrodito, nel culo?


- Ma no, per Ermete, pastore!
, .
- Per Pane, s1, pastore, e . . . ch e nsate.l

Leonida PromeHa

Tua la collina, Ermete, con tanti finocchi e cerfogli,


e, caro mio, quel pascolo di capre.
Tu, chi raccoglie verdura, chi pascola capre proteggi !
Di verdure e di latte parte avrai.

F i losseno Lo starter

Erma che dà nelle corse l'avvio, di Polfcrite il figlio


qui mi pose, Tlepòlemo di Mira,
dopo venti vittorie: presiedo le gare. Coraggio!
Via la molle indolenza dalle gambe!

3 20 Leon i d a d i T a r a n t o A/rodite e le armi

Disse a Ciprigna l'Eurota: « 0 prendi le armi, o da Sparta


va' via : ché pazza d'armi è la città » .
Quella con morbido riso: « Sarò sempre inerme - rispose ­
e la terra spartana abiterò » .
� 'Cipride è inerme' costoro ripetono . Senza pudore :
ch'è armata anch'essa contro me, Io sanno.

32 1 A n t i ma c o Sullo stesso tema

Impari a mischie, Ciprigna, perché gli attributi marziali?


Che bugiardo ti mise l'armi odiose?
Tuoi gli Amorini leggiadri, le gioie del letto, le urlanti
castagnette di femmine in orgasmo.
ANTOLOGIA P A L AT I N A

' .:lovpet•et o' CtLIJ.et•ÒEV.Ct xcil)Eç' Tp�•wvto� o(�


•a.u•a., uù o ' Evxa.t.a.v dç 'Y1-1Éva.�ov ta�.

3 22 AEw� ( S o v T �t p ll � 't ( � o v

Oùx Èl-1� •a.v• a. À.cicpupa.· -rtç o i}p�yxo�uw civcii]Ja.ç


"Apl)oç •etv'tetV 't�V èixa.pw xcip�-ret;
"AxÀ.a.cr•o� (J.ÈV xwvo�. civetL(J.etX•o� OÈ ya.vwua.�
ciCT7tLOEç, èixÀ.a.cr•o� O' a. t XÀetOetpa.t xci(J.etXEç.
, Atoo� 1tciv•a. 1tp6crw1t' Èpul)a.(vo(J.et�, Èx oÈ 1J.E•w7tou
LOpwç mOVWV U•i)l}oç ÉmU-retÀ.ciE�.
IIa.cr•cioa. •�ç -ro�o�uoE xa.t civopE�wva. xa.t a.ùÀ.�v
XOU(J.EL'tW xa.t -ròv VU(J.q>LO�OV i)ciÀ.et(J.OV,
"ApEUç o ' CtL(J.Ct'tÒEv•a. O�W�L1t1t0�0 À.cicpupa.
10 Vl)ÒV XOU(J.OLl)' 'tO�ç y�p cipEUXÒ(J.El)Ct.

J2J ' A V H 1t ( b p o u

TLç ì}ho IJ.CtPJ.LCtLpOV'tCt �ociyp�a.; 'tLç o' cicp6pux-ra.


oovpa.•a., xa.t -ra.v•a.ç cippa.yÉa.ç x6puì}a.ç
ciyxpE(J.ciCTa.ç "Apl)� (J.�au•op� XÒU(J.OV èiXOU(J.OV ;
Oùx th' É(J.wv pti)Jn •a. v-rei •�ç o1tÀ.a. o61-1wv ;
, 'A7t-roÀÉ(J.wv -rcio ' Eo�xEv Èv otvo1tÀ.ij�� -rEpci(J.vo�ç
7tÀ.ciì}nv, où ì}p�yxwv Év-ròç 'Evua.À.(ou·
uxuÀ.ci IJ.O� ci(J.q>LOpu7t•a. xa.t ÒÀ.À.u(J.ÉVWV èiOE À.Mpoç
�vopwv, EL7tEP Eq>uv o BPo•oÀ.o�yòç "Apl)ç.

'A uup�y� • • t •o� WOE 7ta.p • •AcppoyÉvna.v opouua.ç;


TL7t'' ci1tò 7tO�IJ.Evtou xdÀ.Eoç woE 1tcipE�;
Ov •o� 7tpWVEç El)' wo' ov-r' èiyxEa., 1tcina. o' EpW'tEç
xa.t 1t6ì}oç· ci o' àypLa. Mouu' Év opE� VÉIJ.E•a.�.
LI BRO NONO

' La nce cruente deponi (di queste la diva Tritonia


s'adorna), e da Imeneo chiomato va' !

J22 Leon i d a di T a r a n t o Gl'incongrui trofei

Mie tali spoglie non sono. Chi mai sul fastigio di Ares
pose l'ingrata grazia dell'offerta?
Sono intatti i cimieri; di sangue immuni, lucenti
gli scudi; intatte queste lance fragili.
, Rosso il volto si fa di vergogna, s'imperla la fronte
d'un sudore che giu sul petto cola.
Stanze da letto con questi trofei si decorino, e corti,
ampi saloni e camere nuziali,
ma del Dio che sprona corsieri, di spoglie cruente
10 s'adorni il tempio: è questo che mi piace.

3 23 A n tipatro d i Sidone Sullo stesso tema

Chi dedicò gli scudi di cuoio lucenti, le lance


senza una macchia e questi caschi intatti,
indecoroso decoro pel dio che contamina offrendo?
Armi cosi, da casa mia si gettino!
� Queste s'addicono a tetti, briachi di vino, d'imbelli
e non certo al fastigio d'Enialio.
Logore spoglie per me, di caduti la polvere e il sangue,
se il Dio funesto sono, come sono!

Mnasalce Ai monte!

Tu come mai, siringa, quaggiu presso Cipride spunti?


Perché lasciasti il labbro del pastore?
Qui né alture né valli: non c'è che l'amore e la brama.
La Musa agreste là sul monte vive.
ANTOLOG I A PALATINA r 66

Ilptv iJ.È'II ci.À.LXÀ.VO''t"OV 1tÉ't"pa:c; Èvt �É'II �EO'L'J f\p.Cl\1


Eva:MÈc; 1t6v•ov cpvxoc; ci.1ta:Lvv1J.Éva:·
vvv oÉ IJ.OL LIJ.EpoEtc; x6À.1twv EV't"OO'�Ev ta:vn
).chptc; Èvcr•Ecpci.vov Kv1tptooc; &.�pòc; "Epwc;.

326 A r w v i S o u T a p a v 't lv o u

IlÉ't"pT]c; Èx OLO'O'ijc; �vxpòv XCl't"Cl7taÀ.IJ.EVO\I vowp,


xa:(potc;, xa:t NviJ.cpÉwv 7tOLIJ.EVLXci. !;6a:va:
7tÉ't"pa:L 't"E xpT]vÉwv xa:t Èv vOetO'L XOO'IJ.LCl 't"ClV't"Cl
t , ..,. - , ,
VIJ.EW\1, W xoupcu, IJ.VPLCl 't"EYYOIJ.EVCl,
' XClLPE•'· 'ApLO''t"OXÀ.ÉT]c; oo' 000L7tOpoc;, {i:l7tEp ci.m7Ja-a:
OL�Cl\1 Pa:�ci.IJ.EVOc;, 't"OV't"O OLOWIJ.L yÉpa:c;.

327 ' E p � o x p t O V 't O �

NviJ.cpClL Ècpvoptci.oEc;, 't"eti:c; 'EpiJ.OXpÉwv 't"aOE owpa:


ELO'Cl't"O xa:À.À.wci.ov 7t(Oa:xoc; ci.v•t•vxwv,
XClLpE't"E xa:t O''t"d�OL't"' Èpet't"oi:c; 1tOO'tV ÙOCl't"OEV't"Cl
'tOVO E OOIJ.OV xa:i)a:pov 7tLIJ.7tÀ.a1J.EVClL 7tOIJ.Cl't"Oç.

- , . , ' ' ,
XEL't"E xa:• oupELov 7tpwvoc; et7tELpEO'tov,
VIJ.IJ.LV •a:v•a: 7topEv D.et!J.OO''t"pa:nc;, 'Av•(À.a: vt6c;,
sÉcr!J.a:•a: xo:t ootwv pw&. xci1tpwv À.aO"ta:.

329 A r w v i lì o u T a p a v 't l v o u

N·jl tc;>a:L Èc;>voptcioEc;, D.wpov yÉvoc;, cipoEvovrE


nv't'ov TL!J.oxÀ.Éovc; xii1tov È7tEO'O'VIJ.EVClL'
LIBRO NONO

Anonimo La cr;nchig)ia
3 25

Stavo in un cavo di roccia bagnata dall'onda, traendo


su dal pelago un gran rigoglio d'alghe.
Ora l'amabile servo di Cfpride bella di serti
mi dorme in seno, il tenero Cupido.

Leon i d a d i T a r a n t o Acque

Acqua che palpiti fredda da duplice roccia, salute!


Pastorali idoletti delle Ninfe,
rocce di fonti, figure (le vostre, fanciulle) nell'acqua,
di mille spruzzi madide, salute!
1 !0 sono Ari'stocle, un uomo di passo. L'oggetto vi dono
che, in acqua immerso, mi calmò la sete.

Ermocreon te Sullo steuo tema

Ninfe dell'acqua, trovata una splendida polla, v 'offerse


Ermocreonte questi doni. Salve!
Sempre coi vostri piedini la rorida sede calcate !
Fatela colma d'una linfa pura.

[ Dam o s t r a t o ) Sullo steuo tema

Naiadi ninfe, che il flusso di questa corrente perenne


dalla montana cima riversate,
v'offre Damostrato, figlio di Antila, questi idoletti,
e di due verri le lanose pelli.

Leon i d a d i Taranto Irrigazione

Ni � fe .dell'acqua, figliole di Doro, di corsa, venite,


Il giardino di Timocle irrigate!
ANTOLOG I A PALATINA 168

xat y<Ìp TqJ.oxÀÉ'l'}c; VIJ.IJ.W, x6paL, atÈv 6 xa7tEÙc;


Xa7tWV Ex 'tOtJ"tWV WpLa OWpOcpopd.

Kptivac; Evuopou 7tapèL vtiiJ.aO"L xat 7tapèL NviJ.cpaLc;


EO"'taO"ÉV IJ.E l:LIJ.WV ITCiva 'tÒV o:tyméO'J'}V.
TEv OÈ xtipLV, ÀÉI;w 'tOL' OO"OV 7toi}Énc; &.7tò xp&.vac;
xo:t 7tLE xat xotÀav xtiÀmv ÈÀwv é.ipuO"aL,
, 7tOO"O"t OÈ 1-L'ÌJ 7tO'tt VL7t'tpa cpÉpEL\1 xpuO"'tti).).wo: Nu!J.cpCiv
owpa. 'tÒV ùBpLO"'t<ÌV dc; ÈIJ.È OEpXÒIJ.EVoc;.
« n O"ÉIJ.v ' . » - Où ÀÉI;nc; E'tEpov ).éyov, &_).).èL 7tapÉI;nc;
.. ..

7tuyt!;av 'tOÙ'tOLc; XPWIJ.O:L ò na.v VOIJ.LIJ.OLc;.


"Hv OÈ 7tOLfic; É7tL'tl'}OEc; EXWV 7ttii}oc;, EO''tL xo:t é.i).).o:
10 'tÉXV(l' 't(!) p07taÀ� 't<ÌV XEq>aÀ<ÌV ÀÉ7tOIJ.Ec;.

At NVIJ.Cj)(lL 'tÒV Btixxov, o't' ÈX 7tUpòc; f)).o:i}' ò xovpoc;,


VL�O:V Ù7tÈp 'tÉCj)pl')c; é.ip'tL XUÀLÒIJ.EVOV.
TovvExa O"ùv NviJ.cpaLc; Bp61J.Loc; cp(Àoc;· i)v oÉ vw Ei:pync;
IJ.(O"yEO"Ì)aL, OÉ!;TI 7tVp f'!L XaLÒIJ.EVOV.

332 N o O" O" l ò o � [ A < O" fi l cr. � ]

'E).i}otcraL 7tO'tt vaòv towiJ.EOa 'tCic; 'AcppoOL'tac;


'tÒ Bphac;, wc; XPUO"tfl OaLoaMEv 'tEÀÉi}EL .
Ei:O"a'té IJ.W lloÀuapxtc;, É7taupo1J.Éva 1-LtiÀa 7toÀÀ<Ìv
Y.'tijO"LV ti7t' otxEtou O"WIJ.O:'toc; tiyÀatac;.

l:•WIJ.EV clÀLppclV'tOLO 7tap<Ì xi>aiJ.aÀ<ÌV xi>éva t7tOV'tOU,


OEpx61J.EvoL 'tÉIJ.Evoc; KvitpLooc; Etva).to:c;
LIBRO NONO

Timocle, ch'è giardiniere, da questo giardino primizie


sempre raccoglie, vergini, per voi.

33° N icarco I metodi

Presso le acque del fonte copioso e le Ninfe, Simone


me, caprfpede Pane, collocò.
E il motivo dirò. Bevi pure dal fonte a piacere,
attingi pure con l 'urna profonda;
5 ma per un bagno di piedi non prendere doni di Ninfe
vetrini. Guarda me, che fotto: bada!
« Santo dio . . » Non un'altra parola: presentami il culo,
.

ché questi sono i metodi di Pane.


E se apposta lo fai, da finocchio, c'è un altro sistema:
10 con questa clava ti scorteccio il capo.

33 1 Meleagro L'acqua e il vino

Quando balzò dalle fiamme, lavarono Bacco le Ninfe,


che palpitava sulla brace ancora.
Bromio è un amico, se a Ninfe s'accoppia: un ardore di fuoco,
se gli vieti il connubio, troverai.

33 2 Nosside Il frullo

Giunte nel tempio, miriamo la statua di Cfpride, come


spicca, con arte lavorata in oro.
Fu Poliàrchide a parla, che tanto copiosa ricchezza
dalla beltà del proprio corpo trasse.

333 M n a s a l ce Quadrello

Lungo la riva bassa che il mare bagna miriamo,


fermi, il recinto della dea marina
ANTOLOG I A PA LATINA

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XpCXVCXV 't CLLYELpOLO"L XCL'tCLC1XLOV, ac; C17t0 VCL(..lCX
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3 34 I H p o- o v

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335 A Ewvl5ov Tapav·dvov

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336 K a À À qJ. i!c x o v

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337 AEwvl5ov Tapav·dvov

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ITiivo:· cruvo:ypEvw xo:t xuo-t xo:t xo:À.a(..lo Lc;.
L I D R O !':ON O

e la sorgente all 'ombra dei pioppi, dove col becco


garrule alcioni attingono le linfe.

334 P erse Il dio dei poveri

Io sono un dio fra i minori, piccino : se a tempo m 'invochi,


t'esaudirò. Grandezze non bramare!
Ciò che un dio della plebe dispensa a un povero in dono
è in mio potere . Sono Fortunello.

33.5 Leo n i a a di T a r a n t o L'offerta

Di Miccalione la statua, dell'uomo dei boschi, viandante :


un'erma. E guarda quanto schietto fu
l'uomo dei boschi : cavare da gramo mestiere l 'offerta
seppe. Ché l 'uomo buono è buono sempre.

C a l l i m aco L'eroe scaleinalo

Sono d'Eetione d'Amfipoli eroe protettore


e sto, piccino, in un atrio piccino,
con una spada e un serpe sghimbescio : con un cavaliere
fece baruffa e mise a piedi me.

33 7 L e o n i d a di T a r a n t o Il compagno

Buona fortuna a te, cacciatore di lepri! Se uccelli


. col vischio insidi sotto il doppio monte,
Io sono Pane, custode di boschi, compagno di cacce
con cani e canne : dal dirupo chiamami.
ANTO L OGIA PA L ATINA

338 9 E o ll p l <t o u I: u p a ll o u u l o u

Evonc; q>uÀ.À.ocr"pw"L 1tÉÒl(.l, .6-ciq>vL, crw!J.a. xEx!J.a.xòç


cl(.J.1tavwv· O"'t'ciÀ.LXE<; o ' à.p"L1ta"(EL<; à.v' Op1].
'AypEVEL OÉ "u Ilà.v xa.t ò "òv xpox6Ev"a. Ilp(1]1tO<;
XLO"O"Òv Éq>' L(.J.Ep"Q xpa"t xai}a1t"o!J.EVoç,
, èiv't'pov EO"W cr"E(xov"E<; o(.J.6ppoi}oL. 'A}.}.à. "ù q>EuyE,
q>EV"(E, !J.Ei}dç v1tvou xw(.J.a txa"ayp6(.J.EVOV.

3 39 ' A p x l o u M � 't U À.T] v a l o u

"Ev 1tO"E 1ta(.J.q>a(vov"L (.J.ÉÀ.av 1t"EPÒV a(i}ÉpL VW(.J.WV


crxop7t(ov Éx ya.t1]<; doE i}op6v"a. x6pa.ç,
OV (.J.cip\j;wv WpOUO"EV' Ò 0 ' à.(çav"oç É1t' OVO a<;
ov �paoùç EvxÉv"pl(.l 7tÉl;,av E"vi);E �ÉÀ.EL,
' xat l;,wijç (.J.LV tXIJ.EPO"EV. "Io' wç ov E"EUXEV È1t' èiÀ.À.l(.l
Èx xdvou "'}.i}(.J.WV av"òç EOEX"O (.J.O pov.

Av}.ot "ov <ll puyòç Epyov 'YciyvLooç, i]vtxa. Ml}"1JP


LEpà. "à.v Ku�ÉÀ.oLç 7tpw"' à.vÉoELçE i}Ewv
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Exq>pwv 'Io a(1]<; à.(.J.q>t1toÀ.oç i}a.}.ci!J.1]<; ...
, d oÈ KEÀ.aw("1J<; 7tOL!J.'Ì')V t1tcipoç oÙ7tEP à.dcraç
Èyvwi}1J, <t>ot�ou xE'Lvov EOELçEv EPL<;t.

- Nv(.J.cpa.L, 7tEui}o(.J.ÉVl(.l q>pcicra"' à."pExÉç, d 7ta.poOEvwv


boclq>VL<; "à.ç À.EUXà.t; WO' à.VÉ1ta.UO"' Èp(cpouç.
- Nat va(, Ilà.v crupLx"ci, xat dç atyELpov Èxdva.v
ero( "L xa"à. cpÀ.OLOU ypci(.J.(.J.' ÈxoÀ.a�E À.ÉyELV'
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- NV' (.J.cpa.L, Xa.LpE" ' E"(W o� · V7ta.yw.
' ,
LI BRO NONO

Teoc r i to d i S i ra c u s a Il sonno

Dafni, sul suolo cosparso di foglie tu dormi, le membra


stanche riposi. Panie fresche al monte.
Pane e Priapo, che cinge d'un'edera tinta di croco
la bella testa, dànno a te la caccia,
, entro la grotta, concordi nell'impeto, irrompono. Fuggi,
fuggi! Scrolla il sapore che t 'addorme !

33 9 Archia d i Mitilene Lo scorpione e il corvo

Nere moveva nell'aria lucente le penne : dal suolo


balzare vide uno scorpione un corvo,
e per ghermirlo piombò. Toccava già terra, e la zampa
col pungiglione quello gli colpi,
, svelto, e la vita gli tolse. La morte che ordiva ad un altro
l'ebbe da quello, sventurato, lui.

34 0 Dioscoride L'inventore

L'aulo, d'Iàgnide frigio fu l'opera, quando la Madre


i misteri dei Cibeli svelò
e delirante, al suono la splendida chioma disciolse
il sacerdote della grotta Idea

34 1 G lauco Il messaggio

- Ninfe, parlatemi chiaro : vi chiedo se Dafni, passando,


fece posare qui le capre bianche.
- Pane che zufoli, proprio cosi. Sulla scorza del pioppo
ha inciso qualche lettera, un messaggio :
,
' Pane, Pane, tu va' verso Màlea, al monte di Psofi:
io verrò' .
- Vi saluto, Ninfe : vado.
ANTOLOGIA PALATINA 1 74

34 2 11 m p �.LE � l w � o � M m x t li 6 � o �

<l>T)Jtt 1tOÀ.vO'·nx[TJv Èmypct!J.!J.Cnoç où xa."tèt MoùO"a.ç


dva.v !J.lJ STJ"t"Ei:"t ' Èv O'"ta.O[tp o6À.Lxov·
1tÒÀ.À.' ci:va.xvxÀ.OU"tCXL ooJ..[xov OpÒjJ.Oç, Èv O'"ta.O[tp OÈ
ò!;ùç ÈÀ.a.VVOjJ.ÉVOLç 1tVEU!J.CX"t"Òç ÈO'"t"L "tÒVOç.

3 43 ' A p x lov

Aù"ta.i:ç O'Ùv x[xÀ.a.LO'Lv \mÈp cppa.y!J.oi:o oLwxi}dç


XÒO'O'vcpoç -i}Ep[T)ç x6À.1tov (ov VEcpÉÀ.T)ç.
Ka.t "tètç j.J.ÈV O'VVOXT)OÒV ctVÉXOPO!J.Oç WX!J.CXO'E MJjJ.Ly!;,
"tòv oÈ !J.Òvov 7tÀ.Ex"twv a.ui}L !J.Ei}i)xE J..[vwv.
, 'Ipòv ci:oL001tÒÀ.wv hv!J.OV yÉvoç· Ti Cipa. 1toÀ.À.l}v
xa.t xwcpa.t 1t"ta.vwv cppov..[o' è:xovO'L 1tci:ya.L.

344 A • w � t 5 m ' A ). d ; m � S p É w ç

..Hv émÒ"tE ypCX!J.!J.CXLO'LV È!J.lJV cppÉva. !J.Ouvov hEp7tov


OÙO ' eva.p EÙ")'EVÉ"ta.Lç ")'VWpLjJ.Oç 'ha.À.[Oa.Lç·
ctÀ.À.èL "t"CXVUV 1tctV"tEO'O'LV ÈpctO'jJ.LOç· 6\jJÈ yètp E")'VWV
ém1tÒO'OV Oùpa.v[T)v Ka.À.À.LÒ1tT) 7tpocpÉpEL.

345 Toi:i m v -r o i:i A E w � l 5 o v

OùoÈ "to0'6vo' 'AM�J.a.ç È1tE!J.l}va."to 1ta.Lot AEci:pxtp


OO'O'OV 6 MT)OdT)ç i}v!J.Òç È"t"Exvocp6vEL,
si)À.oç Ènd j.J.CXV[T)ç j.J.ELS0\1 xa.x6v · Ei. OÈ cpOVEUOL
, ' , - , , , , ' ,
jJ.T)"tT)p, EV "t"LVL VVV 1tLO'"t"Lç E"t EO'"t"L "t"EXVWV;

Aiav oÀ.T)v vl}r7ovç "tE OLL1t"ta!J.ÉVTJ O'u, XEÀ.Lowv,


MT)OdT)ç ypa7t"t"TI 7tVX"tLOL voO'ao"tpocpdç·
L I B R O NONO
1 75

Parmenione Macedone Il /iato

Nell'epigramma, conforme non è la lunghezza alle Muse.


Via, non si cerchi il fondo nello sprint !
Giri e giri di pista nel fondo si fanno : ma corto
il respiro si tende nello sprint.

34 3 A rc h i a Il merlo e i tordi

Inseguito, di là da una siepe, coi tordi, s'immerse


entro la nube d'una rete un merlo.
L'ineluttabile laccio si chiuse sui tordi, lasciando
lui solo fuori del contesto refe.
, Sacra progenie i cantori, davvero : cura d'uccelli
vige persino nelle sorde panie.

344 Leo n i d a d ' A l e s s a n d r i a La nuova Mu<a

Tempo ci fu che soltanto di segni godevo nel cuore,


affatto ignoto ai nobili d'Italia.
Oggi mi amano tutti: sia pure tardi, compresi
quanto lustro ad Urania dà Calliope.

345 L e o n i da d ' A l e s s a n d r i a La ge/oJia

Tanto insano Atamante non fu con il figlio Learco,


quanto Medea che uccise irata i bimbi.
Grave piu di follia, gelosia. Se una madre dà morte,
di chi fidarsi ormai potranno i figli ?

Leo n i d a d ' A i e s s a o d r i a La rondine e Medea

Rondine, tu che la terra traversi e le isole a volo,


nutri, in un quadro di Medea, la prole.
ANTOLOGIA PALATI NA

EÀ1tTI o ' Òp"t"tlÀ.LXWV 7t(O""t"W O"EO "t'TJVOE cpuM;;Ew


KoÀXLOtl !J.l)O ' to�wv cpnO"tl!J.EVl)V 'tExlwv ;

347 T o u a u 'l" o ii

ov !J.o'll ov Evapo•ov �6Ec; oi:otl!J.Ev tluÀ.tlx(l •É!J.vEw,


Ò:À.À.' i:oE xl]x 7tO'II"t" ou vfjt1c; ÉcpEÀ.XÒ!J.EDtl·
(pytl yàp dpECTLl)c; OEO�Oò:y!J.ED(l• Xtlt O"U, Dò:À.t10"0"(1,
OEÀ.cpi:vtlc; ytlLTI �E\i!;ov ò:po•pocpopEi:v.

'O O""t"tlcpUÀ.OxÀ.07tLO(lc; 'EXtl"t'WVU!J.Oc; dc; ALO (lO


i'optl!J.E, !J.M•�xDEtc; xÀ.TJ!J.tl•� cpwp�ot�.

34 9 T o u a u 'I" O U

"Yot1•ò: a-o� Ko•vÀntl yEvÉDÀ.�ov Tj!J.tlP òpwv•�.


Kt1i:a-t1p, É1t��À.V�o� CTWpÒ'V Ò:XEO"cpop(l)c;,
ocpptX O"E XOO"(J.Oc; éi7ttXc; 7tÒ:7t7tOV (7tÒ:À.w) tXvyÒ:�l)"t'Clt,
wc; 7tCl"t'ÉpCl •p�a-a-fic; ELCT�oEv Ev•oxtl)c;.

3 50 T o u a u 'I" O u

"H"t"ptÒ: (J.Ot �v�À.wv X�OVWOECl a-Ùv XtXÀÒ:(J.O�O"W


7tÉ(.l7tE�c;. NnÀ.opV"t"OU owpov Ò:7tÒ 7tpO�oÀ.fjc;·
(.loua-o7t6À.C(.l o' &:•EÀ.fi, a�ovva-�E. (.ll)xh� 7tÉ(.l7tE
opytXva:· "t'Le; "t'OV"t'WV XPfiCT�c; éi"t"Ep !J.ÉÀ.a:voc;;

35 I T o u a u 'l" o v

Aua-(7t7tl)c; ò vEoyvòc; Ò:7tÒ xpT)(J.VOU 7tÒ:�c; Ep7twv


'AO""t'UCl\IClX"t'ELT)c; i1PXE"t'O OUO"(J.OpLT)c;·
LIBRO NONO 1 77

Credi che i piccoli tuoi questa donna di Còlchide guardi,


se neppure i suoi nati risparmiò ?

347 L e o n i da d ' A l e s s a n d r i a I buoi e il mare

Bovi non solamente di solchi arativi capaci,


tiriamo (guarda ! ) imbarcazioni a riva.
Ci hanno insegnato a remare. Cosf, per tirare l'aratro
in terra, aggioga i tuoi delfini, mare!

L e o n i da d ' A l e s s a n d r i a Pena di morte

Giunse Ecatònimo all'Ade, quel ladro di graspi, di corsa:


fu sferzato da pampini furtivi.

349 Leoni da d ' A le s s a n d r i a Genetliaco

A Contigliano le acque zampillino a iosa salute,


Cesare, il giorno che tu compi gli anni,
sf che nonno ti veda l 'intero universo, che vide
te di tre figli cosf belli padre.

3 50 Leon i d a d ' A l e s s a n d r i a Il dono incompleto

Fogli m'invii di papiro bianchissimi e penne, dal delta,


dove in mare dilaga il Nilo, in dono.
A un poeta, mai piu tali mutili doni, Dionisio!
Senza inchiostro, a che serve questa roba?

35 I Leoni d a d ' A l e s s a n d r i a Il petto

D'Astianatte rischiava la fine, sul bordo salendo


d'un precipizio il bimbo di Lisippe.
ANTO L OGIA PALATINA

i) oÈ J.lE3woi}yT)O"EV à.1tò O""tÉpvwv 7tpocpÉpouO"�X


J.las6v, -.òv À.tJ.lov pv-.opa xat 3av!hou.

352 T o v a u -r o v

NEi:Àoç EOp"tiÌSEt 1tapà. 8VJ.l�ptooç LEpÒv uowp,


Eù!;ciJ.lEVOç 3UO"Etv KatO"apt O"�SOJ.lÉv�·
ot o ' EXa"tÒV �OU1tÀ.ijyEç ExOVO"tOV avxÉva "tavpwv
iiJ.la!;av �wr.toi:ç Ovpavtoto Àtoç.

353 T o v a u -r o v

Kat Myov LO""top(11 XOO"J.lOVJ.lEvov i)xp(�wO"aç


xat �(ov Èv cptÀ.tlJ, IIci1t1tE, �E�atÒ"ta"tOV.
Tou"to o ' EOp"tciSOV"tt yEvÉ3À.tOV l}ptyÉvnav
owpov ò NnÀ.atEÙç 1tÉJ.l1tEt tiot001tÒÀ.oç.

354 T o v a u -r o v

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i)).. i.�OJ.lat, ÈV o' i.oi.� 'tlJXOJ.l' oÀ.oç 1tOÀ.ÉJ.l�.
'AÀ.À.à. Otà. O""tÉpvwv i:3t, cpciO"yavov· wc; yà.p tiptO"'tEÙç
3vl}!;oJ.l' IÌ1tWO"ciJ.lEVOç xat VOO"OV wç 1tOÀ.EJ.lOV.

355 T o v a u -r o v

Oùpcivtov J.lLJ.lT)J.la yEvE3À.taxai:O"tV Èv wpatç


"tOu"t' !Ì1tÒ NnÀ.oyEvouç oÉ!;o AEW\ILOEW,
IIom-;ai.a, ÀtÒç EÙvt, l:E�aO""ttciç· EuaOE ycip O"ot
OWpa "tà. xat À.ÉX"tpWV èi!;ta xat O"Ocpi.T)t;.
LIBRO NONO 1 79

Lo ricondusse indietro la madre scoprendo la poppa,


dalla fame salvezza e dalla morte.

Leoni d a d ' Alessandria Per grazia ricevuta


3 52

Celebra il Nilo una festa sul Tevere sacro : un 'offerta,


per il Cesare incolume, promise.
Hanno le cento bipenni dal docile collo dei tori
sopra l'ara di Zeus versato sangue.

353 Leoni da d ' A lessandria Per auguri

Hai curato uno stile di scienza adorno, una vita


nell'amicizia, Pappa, molto salda.
Ora festeggi l'aurora del tuo natalizio: ti manda
il cantore del Nilo questo dono.

354 Leonida d'Alessandria Suicidio

Mi risparmiò dalla morte l a guerra, e i l morbo mi strema,


tutto mi struggo in una guerra mia.
Entrami dunque, pugnale, nel petto : ché, il morbo vincendo
come la guerra, morirò da prode.

355 Leoni da d ' Alessandria LA sfera celeste

Questa figura del cielo nel giorno natale ricevi


dal figliolo del Nilo, da Leonida,
sposa di Zeus, augusta Poppea: ché regali gradisci
e del tuo letto e di tua scienza degni .
ANTOLOGIA PALATINA x 8o

mrvuJJ.Ev l� i·dpn; 'ltOJ-LC.t 'ltLoa:xo;, wO'"t' apuO'a:l1�a:�


�EL\10\1 J-LOUI101tOÀ.OU YPtXJ-LJ-1.0: AEW\ILOEW"
o[l1"t�Xt1 yàp I)Ji}cpotl1w t11tisE"tt1t. 'A'ì.'ì.à C"U, MwJ-LE,
E���� XEL<; hÉpou<; o�Ù\1 6o6vu �aÀ.E.

3 57 • ASÉ0"1tO'tOIJ

TÉI111t1PÉ<; ELI1W aywvE<; av' 'E'ì.'ì.tioa:, "tÉI1110:pE<; tpot,


o t ouo J-LÈV WT)"tW\1' o t ouo o. a�O:\ItX"tW\1"
Znv6ç, AT)"totoa:o, ITa:'ì.a:i.J-Lovo<;, 'ApXEJ-Lopo�o •

..Ai}'ì.a: oÈ "tW\1 x6"two<;, J-LfiÀ.a:, 11ÉÀ.wa:, '!ti."tu<;.

Et J-LE ITÀ.ti"tW\1 ou yptii)JE, ouw EYÉVO\I"tO ITÀ.6."tWVE<;"


Iwxpa:"t�xwv Otipwv èivi}Ea: 'lttX\I"tO: q>Épw·
aÀ.À.<Ì v6i}ov J-LE "tÉÀ.EI111E lla:VO:L"t�O<;" o<; p' hÉÀ.EI111E
xa:t I)Juxi)v Wl')"ti} V' xaJ-LÈ v6i}ov "tEÀ.ÉI1t1�.

359 ll o o- u S l 11 1t o u , o l St TI À & 't w ll o � 't o v X W I HXou

llotnv "tt<; ��6"tt� o "ttXJ-1.0� "tpi.�ov ; Etv ayopli J-LÈV


vdxEa: xa:t xa:À.E'lta:t 'ltpi}�tE<;, tv oÈ o6J-Lo�<;
q>pO\I"tLOE<;" Èv o ' aypoi:<; XO:J-LtX"tW\1 èiÀ.t<;, Èv OÈ i}a:'ì.tii111TI
"ttip�oç· E'ltt �dvT)<; o', ilv J-LÈV EXTI<; "t�, oÉo<;,
' ilv o' a'ltopliç, av�np6v. "Exn<; YtXJ-LOV; Oùx aJ-LÉP�J-LVO<;
EI111Et1�. Où ya:J-LÉEL<;; Zli<; E"t' ÈpT)J-LO"tEpo<;.
TÉxva: 1t6vo�, 1ti}pw11�<; èi1ta:t<; �i.oç. At vEO"tT)"tE<;
èiq>povE<;, a:t 'ltOÀ.ta:t o' EJ-1.1tt1À.W aopa:vÉE<; •

.. H v èipa: "toi:v oo�oi:v ÉvÒ<; a:!pEI1t<;, il "tÒ yEVÉI1i}a:t


10 J-I.T)OÉ'lto"t' il "tÒ i}a:vEL\1 O:Ù"tLXO: "ttX"t6J-LEVO\I.
LIBRO NONO r8r

Leoni d a d ' A l e s s a n d r i a Il uueto

Diamo a una polla novella lo sgorgo, ché l'opera strana


del poeta Leonida s'attinga:
pari nei distici il conto dei numeri-lettere. Momo,
ad altri il morso del tuo dente volgi !

3 57 Anonimo I giochi

Quattro i giochi, quattro le gare festive di Grecia,


due pei mortali, due per gl'immortali :
Zeus, il figlio di Leto, Palèmone, Archèmoro. I premi:
ulivo, pomi, petrosella e pino.

Anonimo Il « Fedone »

Furono due, se Platone non è l'autore, i Platani:


qui dei detti socratici c'è il fiore.
Fece di me un bastardo Panezio. E mi faccia bastardo,
visto che ha fatto l'anima mortale!

359 P o s i d i p p o ovvero P l a t on e c o m ico Senza scampo

Quale cammino seguire di vita? In piazza, le beghe


e i difficili affari, in casa cure;
troppa fatica nei campi, turbato sgomento nel mare;
all'estero paura se possiedi,
' se non sei ricco, disastri. La moglie ce l'hai? Sono crucci.
Non l'hai? La solitudine è peggiore.
Pene, i figlioli; in assenza, la vita è mutila. Pazza
la giovenru, impotente la canizie.
Si, fra due sorti vorremmo la scelta: non nascere affatto
IO 0, appena nati, SUbitO morire.
ANTOLOGIA PALATINA

Iletv'toLT)v BLé'toLo 'tci(J.oLc; 'tpLBov· dv ciyopii (J.Èv


xvOEet xat 1tL VU'tett 'ltpl)!;LEc;, Èv OÈ Oé(J.oLc;
èip.'ltetV(J.0' Èv o ' ciypoi:c; <pUO'Loc; xcipLc;, ÈV OÈ ÒetÀ.ciO'O'TI
XEpOoc;· È'ltL !;dvT)c; o ', ììv (J.ÈV è:xnc; 'tL, xÀ.Eoc;,
' ììv o ' ci'ltopiic;. llOVoc; OLOetc;. "EXELc; ycip.ov ; Oì:xoc; èipLO''tO<;
EO'O'E'tetL . Où yet(J.EEL<;; Ziic; h ' ÈÀ.etcppé'tEpov.
TExvet 1t6Òoc;, èicppov'tL<; èi'ltetLc; BLoc;. At VEO'tT)'tE<;
pw(J.etÀ.EaL, 'ltOÀ.Lat o' E(J.'ltetÀ.Lv EvuEBEEc;.
Oùx èipet 'tWV OLO'CTWV Èvòc; et�pEO"Lç, ìì 'tÒ yEVEO'ÒetL
IO (J.T)OE7to't' ìì 'tÒ Òetvdv· nciv'tet yà:p Èui)À.à: BLtfl.

Mi)'tEP È (J.lJ OvO'(J.T)'tEp, ci'ltT)VEet i}v(J.ÒV EXOVO'et,


À.LT)v èixi}o(J.etL (À.xoc; o (J.E Bpo'tòc; oihetCTEV civi)p
vux'tet OL' 6pcpvetLT)v, C'tE i}' EuoovCTL Bpo'tot èiÀ.ÀoL,
yv(J.vòc; &'tEp x6pvò6c; 'tE xat ciCT7tLOoc;· oùo' EXEV (yxoc;,
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Be; OLÒ: IlLO'etLwv 7tEOLwv XEXOVL(J.Evoc; (pnnc;,
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è!;ùc; Ò:!lE'tPTJ'tOLo 'ltEO"wv v1tÒ xv(J.et i}a'ì-.ciuCTT)c;,
, VU(J.cpLoc; etÙ'tOXÉÀEvi}oc; Èwv OXE'tT)yÒc; Èpw'tWV,
Èc; LLXEÀ.lJV 'ApÉi}ovO"etV È1tELyEetL vypòc; cixoL'tT)c;.
'H oÉ CTE XEX(J.T)W'tCI xat ciCTi}(J.aLvoV'ta 'ì-.aBovCTa,
c,?\Jxoc; 0:-r.oCT(J.TJ!;etCTa xat èivÒEet mxpà: i}aÀ.ciCTO"T)c;,
xd).Ea IJ.Èv "'oiJ.ci'tECTO'L uvv1JpiJ.oCTEv, ota oÈ vuiJ.cpT)
1 0 VU(J.cpLov ci(J.<pLXVÒEi:O"a 'ltEpLnÀ.oxov i)oÉL OE�

XEL(J.EVOV Èv XOÀ.'ltOLCTLV 'OÀ.v(J.T.LOV EUVCIO'EV uowp ...


Kat cpovLn petM(J.LYYL À.LBà:c; Xet'tEXtpVCI'tO 'ltT)YTJ,
ovoÈ :LvpaxoO"LT)c; hL O'OL (J.ÉÀ.Ev L(J.Epoc; Evvi)c;·
LII3RO NONO

1\! c t r o d o r o Con/utaxirme

Segui qualunque cammino di vita. In piazza, gli onori


e gli affari avveduti, in casa quiete;
della natura i tesori nei campi, guadagni sul mare ;
all'estero gran fama se possiedi,
, se non sei ricco, tu solo lo sai. Se hai moglie, la casa
specchia. Non l'hai ? La vita è piu leggera.
Una passione, i figlioli; la vita, in assenza, serena .
Forte l a gioventu, pia l a canizie.
Niente scelta perciò fra non nascere affatto o morire.
IO Tutto meraviglioso nella vita !

L e o n e i l F i l o sofo La t•iolata

Madre, madre cattiva, che nulla commuove nel cuore,


troppo la piaga mi duole che un uomo mortale m'inferse
nella cechla della notte, nell'ora che dormono tutti,
nudo, senza cimiero né scudo, sfornito di lancia -
, ma si scaldò la sua spada di sangue, e subito un flusso
eiaculò senza danno su me, cosi tepido e dolce.

Anon imo L'Alleo

Fiume amabile, Alfeo, che di Zeus le corone recando


là tra la polvere vai della piana di Pisa, e serpeggi
tutto tranquillo da prima, ma, giunto nel mare, violento
sotto i marosi t'ingolfi del pelago immenso, e ti fai
' delle tue brame vettore, trovando un'autonoma via,
liquido amante che anela la sicula sposa Aretusa.
Ecco che lei da prima sfinito e ansante t'accoglie,
d'alghe e fiori salmastri del mare il corpo deterge,
labbra contro labbra ti bacia; e come la sposa
Io serra, abbracciandolo forte, Io sposo in un vincolo dolce,

l'acqua d'Olimpia, che in seno le giace, nel sonno sopisce . . .


M a si mescevano gocce sanguigne alle stille sorgive
né piu a cuore ti stava la brama del siculo letto.
ANTOLOGIA PALATINA

7t0pq>UPÉTI 0' cXVÉX01t"'tEç VOWp 1tE1ttEO"(..LÉVOV aLOOL,


1' q>EtOO(..LEVOç xat 1tOV"'tOV Ò(..LOV xat ÀÉX"'tpa (..Ltijvat.
Jio)..).à. xt o' EÙva(wv Oàpwv �E�tT)(..LÉvoç Òp(..Lij ,
aÙ"'t"Ì)v Èç q>tM"'tTJ"'ta xu"'tijç àMxoto 7tEpi)o-aç,
ÉO""'tTJXEtç èixpaV"'tOV OpWV 'ApEJ)ovO"tOV VOWp.
'H oÉ O"E 7tC17t"'tCI.(vouo-a. IIEÀwptàooç xa."'tà 7tÉ"'tp1]ç
20 OcXXpUO"t XU(..L ClLVOV"'tCl XCl"'tOtX"'tdpoUO"Cl XClL aÙ"'t"Ì)
Evnol)ç 'ApÉJ)oucra. q>(Àouç àvExo7t"'tE"'to (..L a.soùç
xa.t op6croç o!a. p6ootCTW È"'ti}XE"'tO" (..LUpO(..LÉV� OÈ
Jltcra.(� 7tO"'tC1(-L({) l:tXEÀ"Ìj 7tpOCTE(..LVpE"'tO 1t1JYTJ · · ·
OùoÈ A(x1Jv è:)..a.J)Ev 7ta.voEpxÉa. q>otvtoç civl)p
2' 'E)..)..àooç à(..Lwwv èiya.(..Lov cr"'tci:xuv, <;:> è:m 7to)..).. a.t
"ÌjpWWV èiÀOXOt (..LWUWptCl "'tÉXVCl "tEXOVCTClt
(..LCltVtO(wç woi:va.ç cXVEXÀClÙCTClV"'tO yUVClLXEç.

Xd!J.a."'toç i}vE!J.oEv"'toç à1t' aWÉpoç otxo!J.ÉVoto,


7tOpq>upÉ1) !J.dOTJCTE q>Epa.vi)Éoç Ei:a.poç wpT).
ra.'La. OÈ XUClVÉT) XÀOEp"Ìjv ÈCT"'tÉtVa"'tO 1tOLT)V
XClL q>U"'tCÌ J)TJ)..iJcra.v"'tCl VÉOtç ÈXO(..LT)CTE 1tE"'tTJÀOtç.
, Ot o ' CÌ1ta.À"Ì)v 1tLVOV"'tEç àd;tq>V"'tOU op6crov 'Hov;
ÀEt!J.WVEç yEMWO"tV, cXVOtYO!J.ÉVOtO pOOOtO.
Xa.tpn xa.t crvptyyt VO!J.EÙç EV opECTO"t Àtya.(vwv
xa.t 7tOÀtoi:ç Èp(q>otç Èm"'tÉp7tE"'tClt a.t1t6Àoç atywv.
"HoT) oÈ 1tÀwoucrw E1t EvpÉa. xv!J.a."'ta. va.u"'ta.t

10 7tvotii cX7tTJ!J.ciV"'t� ZEq>upou ).. (va. xoÀ7twcrav"'tEç.


"Ho1J o · Eùci:soucrt q>EPEO""'ta.cpv}.tp Atovvo-�
èivl)ù �o"'tpu6Ev"'toç EPEtVct(..LEvot 'PLxa. xtcrcrou.
"Epya. oÈ "'tEXVTJEV"'ta �OTJYEVÉECTO"t !J.EÀ(o-cra.tç
xa.Àci (..LÉÀEt xa.t cr((..L�)..� Èq>TJ!J.Eva.t Èpycisov"'tat
1 ' ÀEUXCÌ 1tOÀU"'tpTJ"'t0tO VEOppU"'tCl xci)..).. E Cl XT)pOU.
IIciV"tTI o ' opv(J)wv YEVE"Ìj Àtyvq>wvov àdoEt,
à)..xu6vEç 7tEpt xu!J.a., XEÀto6vEç cX!J.q>t 1-LÉ)..a.J)pa.,
xvxvoç È1t' oxl)a.tO"tv 1tO"ta!J.ou xat v1t' èiÀcroç cXT)OWV.
Et OÈ q>U"'tWV xa.tpoUO"L XO!J.Clt xa.t ya.i:a. "tÉÒT)ÀEV,
20 o-uptsEt oÈ VO!J.EÙç xa.t "'tÉP7tE"tat Evxo(..La. 1-LiiÀa.
xa.t VClU"'tClL 1tÀWOUCTL, AtWVUO"Oç oÈ XOPEVEt
xa.t (..LÉÀ1tEL 7tE"'tEttvci xa.t wotvouO"t (..LÉÀtcrcra.t,
1twç où XP"ÌJ xa.t àotoòv f.v Eta.pt xa.)..ò v àdo-a.t;
LIBRO NONO

L'acqua bloccasti, compressa da rossa vergogna, evitando


,, di maculare con quella sozzura il talamo e il mare.
Ti trascinava sovente la foga dell'intimo incontro,
verso l'amore varcavi di quella tua liquida sposa,
ma t 'arrestavi alla vista dell'onda virginea. Dall'alto
ti rimirava colei della roccia Peloria, nel gonfio
2o d'una tempesta di pianto, facendosi anch'essa pietosa.
Bella Aretusa! Dolente batteva le tenere poppe,
come rugiada su rose struggendosi : pianto versava,
col gran fiume d'Olimpia concorde, la sicula fonte . . .
Non si sottrasse all 'occhio di Dice quel bieco omicida
2' che della Grecia falciava le vergini spighe, per cui
tante spose d'eroi, genitrici d'efimera prole,
sopra i frutti del grembo versarono lacrime inani.

[ M e l ea g ro] Primavera

È dileguato l'inverno ventoso dal cielo, sorride


di primavera fiorita la bella stagione lucente.
S 'è coronata la terra nerastra di tenera erba,
mettono piante in boccio la chioma di foglie novelle.
, E la rugiada soave dell'alba che cresce le gemme
bevono i prati ridendo, ché già si schiude la rosa.
Gode il pastore sonando sui monti la fistula agreste,
mentre chi pasce le capre di candidi agnelli s'allegra.
Già navigando su vasti marosi i marittimi vanno,
ro gonfie al soffio innocuo di Zefiro tutte le vele.

Già si grida evoè per il dio dell'uva, Dioniso,


ombreggiate le chiome da grappoli d'edera in fiore.
Nate dai bovi, le api si curano d'opere industri
piene di grazia; posate nei favi, di cera bucata
' ' compiono gran meraviglie lucenti, stillanti d'umore.
D'ogni parte canore gorgheggiano stirpi d'uccelli,
sul pelo d'acqua le alcioni, le rondini attorno alle case
e l'usignolo nel bosco, su rive fluviali il cigno.
E se s'allegrano chiome di piante e in fiore è la terra,
2o va zufolando il pastore, gioiscono greggi villosi,

solca il marittimo l'acque, conduce Dioniso la danza,


cantano stirpi volanti, distillano i parti le api,
a primavera potrà non cantare bei canti il poeta ?
ANTOLOG I A P A L A T I N A 186

l:1tdcn:nÉ [.LOL, MoucraL, }.Lyupi)v EÙnp'ltÉa cpwvi]v,


Tjoùv !Ì1tÒ CT"t""[.L!Ì'twv 'E}.Lxwviooç o[!�pov lioLoijç.
"OcrcroL ycìp 1tPOXÉOUCTL\> !ÌOLOO'tOXOU 1tO[.La 1t1]yijç,
U[.LE'tÉpwv È1tÉwv }.Lyupii 'tÉp1tov'taL !ÌoLOii.

'A}.}.ot:1]\1 Òpow oov!ixwv (jlVCTL\1 H 1tOU !Ì1t' (i}.}.T]<;


. ..

xahELT]<; 'tiÌXa [.L�).}.ov !ÌvE�}.acr'tl]CTav !Ìpovp1]<;,


(iypLOL, ouo' !ÌvÉ[.LOLCTL\1 •'1cp' i)[.LE'tÉpOLCTL 00\IEU\I'taL"
!1}.}.' u1tò 'taupELTJ<; Tipoi}opwv crTITj}.uyyoç !ii]'tTJ<;
' vÉpi}Ev ÈU'tpij'tW\1 xa}.a[.LW\1 U'ltÒ pCsav 60EVEV
xai 'tL<; !lvi)p !ÌyÉpwxoç EXWv i}ocì Olix'tu}.a XELpwv,
rcr'ta'taL !Ì[.Lcpacp6wv xav6va<; CTU[!cpp!ÌO[.LO\Ia<; aiJ}.wv·
ot o ' !Ì1ta}.òv CTXLp'tEU\I'tE<; !Ì'ltoi}}.t:�oucrL\1 !ÌOLOT]v.

'E1t'tCÌ crocpwv ÈpÉw xa't' E1tO<; 1t6}.w, ouvo[!a, cpwvi]v.


M É 't p o v [!Èv K}.E6�ou}.oç 6 AivoLo<; d1tEv & p L CT 't 0 \1 .
Xi}.wv o ' Èv xoi}.TJ AaxEOat[.LO\IL, r v w i} L CT E a U 't 0 \1 .
"Oç oÈ K6pwi}ov EvaLE, X 6 }. o u x p a 't É E L v IlEptavopoç.
' IlL't'taxòç O u o È v & y av , oç ET]\1 yÉvoç Èx MU'tL}.i)vT]<;.
T É p [.L a o ' 6 p � v � L O 't O L O :I:6}.wv LEpai:<; Év 'Ai}TjvaL<;.
T o ù ç 1t }. É o v a ç x a x i o u ç o È Biaç !Ì1tÉ(jl1]\IE IlpLTJVEÙ<;.
' E y y Ù T] \1 (jl E V Y E L \1 OÈ ea}.ijç ML}.TjcrLO<; T]VOa.

Tòv T.a'tpLXÒ\I 'lt}.ou't0\1 vÉoç W\1 ei]pwv 6 MEvt-.7tOU


atc;xpwç dç àxpa'tEL<; Ét;ÉXEE\1 orx-.avaç·
!1}.}.!1 [!L\1 Eùx'ti][.LW\1, 7ta'tpLXÒ<; cpi}.oç, wç É\IOT]CTE\1
i)OT] xapcpa}.ÉTJ 'tELPOJlE\10\I 'ltEVLTJ,
LIBRO NONO

N e s t o re di L a r a n d a La fonte

Muse, libate per me la maliosa limpida voce -


pioggia soave dal labbro di belle canzoni eliconie.
Chi da una fonte matrice di canto la linfa profonde,
dell'armonico squillo dei canti vostri si gode.

G i u l i ano l ' Apostata L'organo

Sono di specie diversa le canne ch'io vedo. Da un altro


suolo fiorirono, forse di bronzo - selvatiche piante;
a squassarle non sono di venti nostrani gli sbuffi:
da una caverna di cuoio taurino l'alito balza,
, alla radice di canne con arte forate trascorre.
E c'è un uomo altero, con mani di rapide dita;
tenta, in piedi, quei tasti connessi alle canne canore :
dal sussultare di quelli s'esprime la dolce melode.

Anon imo I Sette sapienti

Canto dei Sette sapienti la patria, la massima, il nome.


« Ottima cosa è misura » Io disse Cleobulo di Lindo.
Disse « Conosci te stesso » Chilone nel grembo di Sparta.
« Domina l 'ira » colui che a Corinto viveva, Periandro.
, Pittaco « Bando agli eccessi » - l'origine sua, Mitilene.
« Guarda la fine » diceva Solone in Atene divina.
Nato a Priene, Biante : « Piu sono, piu perfidi sono » .
Fu di Talete milesio la massima : « Niente cauzioni ! »

L u c i a n o d i S a m o s a t a detto l ' A te o Il prodigo

In gioventu dissipava l'avita ricchezza Terone,


il figlio di Menippo, in spese immodiche.
Come Euctèmone, amico del padre, lo vide stremarsi
nelle secche, oramai, di povertà,
ANTOLOGIA PALATINA r88

' XClL lJ,L'\1 oaxpv XÉW'\1 &.vEÀiilJ,�Cl'\IE xo:t 1t60"L'\I O:Ù"tÒ'\1


i)TjxE i)uyct"tpÒç Éijç, 1t6).).' É1tt lJ,dÀLCl OOÙç.
AÙ'ttÌp É1tEL 8TjpW'II C1 1tEPL cppÉvo:ç f\}.ui)E 1tÀOu"tt ç,
ClÙ"tLXCl "tct�ç ClÙ"tO:�ç É"tpÉcpE"t' É'll Oct1t6.Vo:Lç,
YO:O""tpL XO:PLS6lJ,E'IIO ç 1tri.O"Cl'll xlipL'\1 où XCl"ttÌ x60"lJ,O'II
1o •ii i)' ù1tò "tlJ'II lJ.Lo:pèrv yo:a-•Épo: lJ.o:pyoa-vvn.
Oihwç lJ,È'II 8Tjpwvo: "tÒ OEV"tEpov &.lJ,cpEx6.).v�JiE'II
oùÀo[.LÉVT]ç 1tEVL T]ç xup.ct 1tctÀLpp6i)Lov,
EùX"tTJ[.LW'II o' ÈoaxpvE "tÒ OEV"tEpov, oùxÉ"tL XE�v ov,
&.).),èr i)uyo:•pòç Èijç 1tpoi:x&. "tE xo:t i)&.).o:I.LOV.
l ' "Eyvw o ' wç oùx EO""tL xo:xwç XEXPTJlJ.É'II0 '\1 èivopo:

"toi:ç tot:oLç dvo:L ma-"tÒ'\1 Év &,).).o"tpLoLç.

Tt:ç 1t6i)Ev dç, AL6vva-E; Mèr yèrp "tÒ'V 6.).T]i)Éo: B6.xxov,


ov a-' ÈmyLyvwa-xw, "tÒ'V ALòç otoo: lJ,6vov·
XEi:voç vÉx"to:p oowoE, crù oÈ •p&.yov . ..H p&. O"E KEÀ"tt t
•ii 1tE'II LTI �o"tpvwv "tEuço:v &.1t' &.a-"tctXVW'\1.
' TQ O"E XPlJ XO:ÀÉEL'\1 AT][.LTJ"tPLO'II , où AL6VVO"O'II ,
1tvpoyEvij [.LiiÀÀov xo: t Bp6[.LO'II , où Bp6[.LLO'II .

II6.yxo:À6v Éa-•' È1tLypct[.L[.Lct "tÒ OLO""tLXO'II ' iìv oÈ mxpÉ).i)n ç


"toÙç "tpEi:ç, po:IJit:tJOEi:ç xoùx É1tLypct[.L[.LCl ÀÉyELç.

3 70 T�� • p lcv ' D . ).. c v a..t p l c v

Où xvvEç, où a-•6.ÀLxÉç [.LE xo:•i)vva-o:v, oùxt xwnyot


oopx&.oo:, "tÒ'\1 o' 6.1tò yijç Etv 6.).t 1tÀTja-o: [.L6po'll .
'Eç {)),T]ç 1t6'11"t t{J yèrp É'II ÉOpct[.L0'\1' Eh6. lJ,E 1tÀEX"to:t
EÀ.ço:v È1t' o:tyLo:ÀoÙç 0LX"tv�6).w'\1 1tO:YLOEç.
, "HÀL"tov i) XÉpa-oLo llli•nv cpvy&.ç, oùo' 6.ot:xwç lJ.E
E'D.E O"ClYTJ'IIEV"tlJç "t6.lJ,tÌ ÀL1tOUO"Cl'\l epT].
Ovr.o•' èiypnç, 6.ÀLTjEç, E"t' èia-•oxov ota-E"tE XE'Lpo:,
XÉPO"t:tJ xo:t 1tEÀ6.yEL xoLvtÌ 1tÀÉxov"tEç vq>TJ.
LIBRO NONO

, lo tirò su lacrimando, gli diede in moglie la figlia,


con regalfe dotali in soprappiu.
Ma, non appena senti la ricchezza nel cuore, Terone
visse da spendaccione come prima,
gratificando, senza misura verona, la pancia
IO e le brame sottese all'empio ventre.
Fu cosi che sommerse di nuovo tra i flutti Terone
di povertà funesta la risacca,
mentre Euctèmone pianse di nuovo, non già su di lui,
bensf su dote e nozze della figlia.
1' Egli comprese che un uomo che male del proprio si valse
non gestisce l'altrui con onestà.

G i u l i an o l ' A p o s t a t a imperatore u birro

Dimmi, chi sei, donde vieni, Dioniso? Per Bacco verace,


non te conosco, ma il figlio di Zeu s :
quegli di nèttare s a , tu di capro. T i fecero i Celti ­
in mancanza di grappoli - di spighe.
, Non Dioniso, Demetrio chiamarti conviene, dal grano
nato, dio non dell'orgia, ma dell'orzo.

Cirillo u misuro

È, l'epigramma perfetto, d'un distico. Passi i tre versi?


Non fai piu un epigramma, ma un poema.

3 70 Tiberio I l lustrio Le reti

Né cacciatore m'uccise né cane né pania: gazzella,


non dalla terra, in mare ebbi la morte.
Corsi dal bosco nell'acqua : di U:, nell'intrico di maglie,
pescatori mi trassero stÙ lido.
' Il mio delitto, fuggire la terra: lasciati i miei monti,
m'irretf non a torto il predatore.
Non fallirete mai piu, pescatori, la preda: tessete
valide trame in terraferma e in mare.
ANTOLOG IA PALATINA

37 I •Alil]>.ov

ALx-.vov ÈxilptiJcrxov-.ct 1toM1tÀ.oxov &p-.L À.ctywòv


CTEVE xvwv ilEp!J.otc; i:xvECTLv wxu'ltÒOT)v·
'tPT)XÙ\1 o o' ÈXVEvCTctc; 'tctXLVWc; miyov Èc; �ctilù 'ltO\I'tOU
ijÀ.a-.' ciÀ.ucrxci�wv XV!J.ct 'ltctpctX'tLOLov.
' EtvciÀ.toc; -.òv o ' ct!ljict XVW\1 �PVXT)OÒV OOOVCTL\1
!J.ciplj!E· xucrtv Ùi}!J.WV ì)v a p' Òq>ELÀ.Ò!J.EVOc;.

AE'lt'tÒV vcpT)Vct!J.ÉVct pctOLVotc; v1tò 1tocrcrtv cipcixvct


-.ÉnL yct crxoÀ.Lcttc; (voE-.ov dxE 'ltciycttc;.
'A)..). ' ov IJ.civ À.E'lt'tcttCTL\1 É1tctLci�onct 1t00LCT'tpctLc;
-.òv cptÀ.ctotoòv towv 'ltcttoa 1tctpE-.p6xctcrct,
' Mcrctc; o ' Èx �POXLOWV ci'ltEXOV<j>LCTct, xctt -.6-.' EÀ.E!;ct•
« !:tiJ�ou IJ.OVCTEL({.l cpilE"("(OIJ.EVoc; xEÀ.ciO({.l » .

TL1tu !J.E -.òv q>LÀ.ÉpT)IJ.0\1 civctLOÉL, 'ltOL!J.ÉvEc;, tiyPn


-.h-.tyct opocrEpwv [À.xE-.' ci1t' cixpE!J.Òvwv,
-.i)v Nu!J.cpwv 'ltctpoot-.LV ci'T)Oovct, xctv!J.ct'tL !J.ÉCTCT({.l
oupECTL Xctt CTXLEpcttc; �oui}ci À.ctÀ.EV\I'tct Vcl'ltcttc;;
, 'HvLOE xctt XLXÀ.T)V xctt x6crcrucpov, i)vLOE -.6crcrouc;
l)iiipctc;, cipoupctLT)c; tip'ltctyctc; E\mopLT)c;·
Xctp'ltW\1 OT)À.T)'tijpctc; ÈÀ.Etv ilÉ!J.Lc;, oÀ.À.u-.· Èxdvouc;·
cpvÀ.À.wv xctt XÀ.OEpijc; •Le; cpMvoc; Ècr-.t op6crou;

'AÉvctov Kcti}ctpi}v !J.E T:ctPEPXO!J.ÉvoLCTLV oOL'tctLc;


"it'T) "(i)v ci!J.�}.V�n "(EL'tOVÉOVCTct vci'lt'T)"
T:a\l"t'T) 0' ctU T:À.ct'taVOL(l"L Xctt Ì"}!J.EpoilctÀ.),ÉCTL OacpVctLc;
ECT'tE!J.!J.ctL crxtEpi)v l);vxo!J.ÉVT) xÀ.LCTLT)v .
L I B R O NONO

A n o n i mo I cani

Come balzò da una rete contesta di maglie una lepre,


correva un cane sulle peste ardenti.
Svelta, elusa una roccia puntuta, nei gorghi del mare
quella saltò, schivando la risacca,
, quando un cane marino con stridule zanne l'agguanta.
Era, meschina, destinata ai cani !

37 2 Anon imo La cicala

Fece un ragno la tela sottile con agili zampe,


nella pania stringendo una cicala.
Vidi la piccola amica del canto negli esili ceppi
levare grida, e non tirai di lungo :
, la liberai, sciogliendo quei lacci, e aggiunsi : « Sii salva,
tu che col suono delle Muse canti ! »

373 Anonimo Innocenza

Me, solitaria cicala, perché spiccate, pastori,


con empia caccia, da roridi rami -
me, l'usignolo di Ninfe sul margine, stridulo al monte
nella calura e per le valli ombrose?
, Eccoli, il tordo e il merlo, la folla di storni rapaci
che il bendidio della campagna ruba.
Distruttori di frutti : la preda da uccidere è quella.
Con le foglie e la guazza cosa avete?

374 Anonimo Alla sorgente

Sono la « Pura » , do acqua perenne; per gente di passo


mi fa sgorgare la vicina valle.
Ho una corona intorno, di platani e floridi allori;
reco frescura al padiglione ombroso.
ANTOLOGIA PALATINA

, TovvExa lJ.lJ IJ.E i)tpEuc; 7tapa(.lEL�Eo· o(�av <ilaì..xwv


a(.l1t<XUO'O'II 1t<Xp' È(.lOL xat x61tO'II TJO'UXLl].

3 7.5 •AOT]ÀOV

TLc; 7tO't' <ixl]OÉcr-.wc; otvo-.p6cpov o(.lcpaxa Bcixxou


<Ì:'V'Ì)p <Ì:(.l1tEÀL'\IOU XÀ.lJ(.l<Xne; ÈI;É't<X(.lE'\1,
XELÀEa oÈ cr-.ucpi)dc; <Ì:1t6 IJ.W �ciÀE'II , wc; lì..v òot:-.atc;
Etl] 'IILO'O(.lÉ'IIo tc; TJ(.lLO<XÈc; O'XU�<XÀ.O'II ;
, Et11 ot At6wcroc; <ivcipcrtoc; ola Auxovpy�
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10 1tci<TXOIJ.E'II oùxovv <TEV, Tciv-.aÀE, mxp6-rEpa.
LIBRO NONO 193

, Non tirare di lungo, l 'estate ! Scacciata la sete,


riposa qui dalla fatica, in pace.

3 75 A nonimo La graspo

Chi, sconsigliato, recise dal ceppo di vite la graspa


di Bacco acerba dove cresce il vino,
e la gettò, con le labbra schifate, lasciando ai passanti
che verranno un rifiuto mangiucchiato?
, Che nemico gli sia, come un giorno a Licurgo, Dioniso,
perché spense sul nascere una gioia.
Forse poetato avrebbe, per quella pozione, taluno,
forse sopito un lamentoso lutto.

3 76 Anonimo I !'CIIIi

Preda sono di venti : perché, falegname demente,


cangi me pino in nave d 'oltremare
senza temere i presagi? Vessato in terra da Bora,
ai venti come sfuggirò sul mare?

377 PnllaJa La st·te

Tantalo nulla mangiava, ché il frutto degli alberi scossi


sopra il suo capo in alto gli sfuggiva :
quindi, privato di cibo, di meno sentiva la sete.
Ma, pur mangiando fichi ben maturi,
, prugne e pomi . . . che sete potrebbero i morti provare
per qualche fresco fru tto primaticcio?
Noi mangiamo, invitati, null'altro che cibi salati,
quaglie, cacio, salmi di grasso d'oca,
carni d'uccelli e vitelli, né piu d'una volta beviamo :
ro stiamo assai peggio, Tantalo, di te.
ANTOLOGIA PA LATINA 194

3 78 T c u a v -c c u

'AvopoqJOV4J cro:òpòv 1to:pà. ·mx(ov \mvwwtL


\IUX"t"Òç Èmcr'tl'j'II O: L (j)O:C"L l:apo:mv ovo:p
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IO « K'i]OEC"ÒClL !J.E OOXEi:ç, èi.ÒÀLE, "t"W\1 ao(xwv ;

Et !J.TJ vuv erE 1-J.EÒTjxo: i}o:vEi:v, i}fiva'tov !J.ÈV èi.À.u1tov


\IU\1 E(j)UYE<;, C"'tCT..U pQ o . rrrih qJUÀ.Cl't'tO!J.EVO<; ».

379 Ti a ), ), a o ii

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'A).).à. 't6o' oùx oihw, <PTJ!J.L, 7tpocrl'jxE À.ÉyELV,
à:).).a· « �axot xèì.v ùç à:yo:i}oùç xat ti7tpay!J.ovaç èi.vopaç,
"t"ÒV OÈ xo:xòv OEOLW<; �'i]�E"t"O:L ouoÈ opaxwv » .

Et xvxvl(.l ovva"t"ClL x6puooç 7tC1PC17tÀ.'i]crtov �OELV,


'toÀ.IJ.0Ev o ' ÈpLC"ClL crxw7tE<; tlTJOOVLC"LV,
d x6xxv!; "t"É't'ttyoç ÈpEi: ÀLyvpw"t"Epoç dvat,
!cra 7toEi:v xat Èyw ITo:À.À.aoL4J ovvo:!J.Clt.

'Ax'tfl È7tt ;;poùxovcrn. È7tt 1tÀ.a"t"Ei: 'EÀÀ.TJcr7t6v't4J,


-r.:apÒÉvoç ClLOOLTJ u-r.:Epwtov dc;ava�icra
, ' , , , ,
T.:upyl(.l E(j)EC""t"TJXEL yoowcro: 'tE 1-J.VpO!J.EVTJ 'tE"
xpvcrEov Àvxvov è:xovc;a qJaoç -r.:EptxaÀ.À.Èç È7toLn,
LIBRO NONO 195

Pallada In serbo

Un omicida dormiva rasente a una marcia parete.


Gli apparve in sogno, dicono, Seràpide
e profetò: « Tu che giaci, sollèvati, presto, meschino,
e vattene a dormire via di qui ».
, Lui si svegliò, cambiò posto. Crollò quella marcia parete
d'un tratto, giacque rovinando al suolo.
Lieto, il malvagio recò, la mattina, un'offerta agli dèi,
credendo il dio propizio agli assassini.
Ma nella notte gli apparve di nuovo Seràpide e disse :
IO « Credi tu ch'io mi curi dei furfanti?
Io non t 'ho fatto morire, ché, salvo da morte indolore,
sei riservato, sappilo, alla croce » .

379 Pallada Relli/ica

Dice il proverbio : « Vn malvagio persino u n maiale lo morde ».


La dizione corretta non è questa,
credo, ma : « l buoni ed i miti persino un maiale li morde;
gli empi, teme di morderli anche un serpe » .

Un gramma tico Emulazione

Se come il cigno cantare l 'allodola può, se la lizza


con gli usignoli la civetta tenta,
se di canora cicala piu bravo si crede il cuculo,
posso poetare anch'io come Palladio.

A n o n i mo Ero e Leandro

Sopra la riva sporgente, sul vasto Ellesponto, saliva


quella fanciulla pudica sul piano piu alto; ristava
là sulla torre, gemendo nel pianto dirotto. Reggeva
una lucerna dorata, spandendo una splendida luce,
ANTOLOG I A PALATINA

, xE'Lvov énop.ÉvT) 't"ÒV xci!J.IJ.Opov, Ei: 1tODEv EÀ.ì}oL


VT)XOIJ.EVoç, xat À.!IL't"IJ.!I -rcixtcrì}' ciÀ.Òç ÈX1tEpciaCTXE
\IVX't"!I ot' ci!-L�POCT�T)\1, ihE ì} ' EUOOUCTL �pO't"OL a'ì..'ì..o t·
[p6xì}n yà.p !J.Éya xu!J.a 1to•t !;Epòv i)7tdpoto].
"Ocrcrat yà.p VVX't"Eç 'tE xat 'lÌ!J.Ép!IL ÈxyqciacrL,
'
1 0 1tapì}Évoç i)(ì}E6ç -r 6ap�SE't"OV ci'ì..'ì.'l] . 'ì..o tcrw
dç tvvi)v cpot't"WV't"E, cp�'ì..o uç 'ì..-f}ì}ov•E •oxfjaç,
o� I:T)CT't"Òv xat "ABuoov EXOV xat o'Lav 'Ap(cr�T)v .

.,.!1 cp�À.ot, fjpwEç .::\a vaoL, ì}Epci1tO\I't"Eç "ApT)oç,


ljitvcro!J.at, iì E't"UIJ.OV ÈpÉw; KÉÀ.E't"!IL OÉ IJ.E ì}u!J.Òç.
'Aypou È1t' kX!I't"Lfjç, oì}L OÉVOpE!I IJ.!1XpÒ. 1tEcpVXEL,
vaCEt Èu1tÀ.6XaiJ.oç OEwi) ì}Eòç avo-f}tcrcrCl,
, iì ì}Eòç i)È yuv-f}· •ot OÈ cpì}Éyyov't"o XClÀ.EUV't"Eç.
Et oÈ cpì}q!;Cl!J.Évou •tu iì Cluo-f}crClv•oç O:xov01J,
ClV't"Lç apts'l]'ì..wç dpT)!J.ÉVCl !J.Uì}o'ì..oyEvEL.
'A'ì..'ì..à. ,c1l •o t •av• Cl OtE!;Épxtcrì}ClL EXClCT't"Cl;
Ti)v o' oih' Q:ì}pfjcrat OVV!IIJ.' O:v.Cov OU't"E vofjcraL.
1o 'O;mo'L6v x' EL1t'TJCTì}C1 E1toç, ni:6v x' È1tC1XOVCTC1Lç.

Ilpw't"oç e w ì} ÈOciT) OpE1tCl\IT)\I È1tt �O't"puv ÈydpEW.


'Ixì}u�ÒÀ.OLCTL <l> a w cp t cpÉpEL 1tC1VO'I]!J.LO\I aypT)V.
IlÀ.T)tciowv ovvoucrav A ì} ù p 'tEXIJ.ClCpE't"ClL WPT)V.

X o t à. x CT1tELPOIJ.ÉVW\I CT't"ClXVW\1 odxvucrL yEvÉì}À.T)V.


, T u � t o È 1topcpupEov �ouÀ.T)cp6pov ELIJ.Cl 't"L't"ClLVEL.
(I:T)!J.!ICv n 1tÀ.W't"fjpcrt M E x d p 1tÀ.6ov <i!J.cpmoÀ.EvEW .)
"Aptoç 01tÀ.C1 cpÉpEW <l> Cl !J. E V W ì} odxvucrt IJ.C1XT)'t"C1Lç.
Ete1pwwv <l> e1 p l-L O u ì} t p6owv 7tpw•ciyyt'ì..6ç lcr•t·
À.TJLCl o ' auavì}ÉV't"Cl Il C1 X W V OpE1t<i'lllJCTL cpu'ì..cicrcrEL"
10 EuxcipT.ou o È II Cl v v t 7tpociyyt'ì..6ç Ècr•w òm:.,pT)ç,
xe1t CT't"Clcpu'ì..i) v xa•Éxwv Evci!J.1tEÀ.6ç Ecr't"LV 'E1tT) q> C ,
XClt M t cr o p t Nd'ì..oto q>ÉpEL q>ucrCsoov uowp.
LIBRO NONO 1 97

5
e non pensava che a lui sventurato, se mai lo vedesse
giungere a nuoto - varcava veloce gli abissi del mare
entro la notte divina, nell'ora che dormono tutti
[contro le secche del lido mugghiavano grossi marosi].
Ché per tutte le notti che vennero e i giorni, la coppia
10 s'intratteneva nei mutui colloqui d'amore, nel letto
stavano insieme, sfuggendo dei cari parenti lo sguardo
(erano a Sesto e Abido coloro, e ad Arisba divina).

Anonimo L'Eco

Danai, prodi compagni, scudieri di Are, mi spinge


l 'animo a dire: menzogne saranno o parole veraci?
Ecco, all'estremo d'un campo, l à dove è u n rigoglio di piante,
abita, bella di chiome, d'umana favella, una dea,
5 dea terribile, o donna. Parlavano quelli, chiamando.
Ella, se ode taluno parlare o gridare, ripete
tutto quanto fu detto, con voce sollecita e chiara.
Ma nel dettaglio spiegare le singole cose che serve?
Io né vedermela posso dinanzi né averne l'idea.
10 Certo, qualunque parola tu dica, l'udrai di rimando.

Anonimo Me1i egiziani

Primo, il mese di Toth sopra i grappoli muove la falce.


Dà Faofi un'ecatombe di prede a chi pesca sul mare.
Indica Athyr la stagione che vede le Pleiadi occidue.
Del seminato grano Choiàk la nascita mostra.
' Toghe dispiega Tybi per i consoli, orlate di rosso.
Dà dell'abbrivo i segnali Mechir a chi naviga il mare.
Dà Famenòth ai guerrieri l'avviso di correre all'armi.
A primavera si fa Farmuthi primo nunzio di rose.
Serba Pachòn per le falci le messi seccate dal sole.
1 0 È preludio Payni d'un'estate opulenta di frutta.

È pieno d 'uva Epefi, che di splendide viti s'adorna.


È Mesori che del Nilo la linfa feconda ci porta.
ANTOLOGIA PA LATINA

384 M f) v E ç ' P w �-t a ! w v

'E!; ÈJ..LÉÒEv À.vxri.p;av.oc; \ntEPXOJ..LÉvo�o Mwrpa


Aùo-ovi.o�c; vi]Joc; OÉpXE't(l� 'HÉÀ.�oc;.
A\ml:p Èyw i)aJ...lwjicn yvT}v wpri.OEO"O"� o�ai.vw
'tEvxwv dapwijc; (yxvov ri.yÀ.al:T)c;.
, "ApXE't ' "ApT)ç à:1t' Ép.Ei:o xat èivi)Ea xat yÀ.tiyoç i)ov·
!O"T} o' dxOO"'tl;) Tll!ll't� vù!; 'tEÀ.ÉDE�.
'Ev-ruvo� 'tTJJ.Loo-oE cpv'too-xticpoc; (pvEa 'tÒ:p.vwv
pi.sn É1t' Ò:ypo'tÉPTI llJ...lEpov Ò:XPEJ...lOV!l.
OLyE't(l� èip't� MÀ.aO"O'(l' Èq>01tÀ.i.so�'tE OÈ vi'jac;·
IO wp�ov Ò:XÀ.VO''tWV ÉX'tÒç èiynv À.�J..LÉVWV.
MEvO"Ò:'t�oc; p6oov dJ..Lt xat tipyEvvoi:o xpi.vo�o
XIXL !;avi)Tjç XEpÒ:O"OV �pi.ÒOJ...lll � Ò:XpEJ..L6 vw.
Kapxi.vov '}IÉÀ.��:; JlE'tavi.vE-ra�. à.o-'ttixvac; oÈ
xapcpaÀ.Éovc; xdpn yno1t6voc; OpE1ttivn.
1' Kpi.vw Éyw �TJw xat à.xvpJ..L�tic;· Év o È AÉov't�
C:Ì.'tpEXÉCL 'tEÀ.ÉÒE� XEUJ...lCL 'tCL NTJ�Ò:OWV.
BpWw Èyw Ci'tetq>vÀ.ii, �pi.òw o ' È1tL 1tÒ:O"TI Òm�pn·
aùi)�ç o ' Lv01tCLÀ.i)ç yi.vE'tCL� llJ...lCL 't� vu!;.
Ti.c; oÉ x. EJ...lELO 1tÉÀ.o� yÀ.VXEpl:.mpoc;, oc; J..LÉDV (À.Ei.Bw),
20 À.T}vl;) É7tEL x' tiytiyw Btixxov à:1t ' o[vo7tÉOov ;
EL 'tO� 'Ai)TJVCLLT}ç 1tÉÀ.E� EPVECL, wp�ov f)OT}
xetp7tÒV C:Ì.7toi))...i.BELv, J...lVTjO"'ttv EXELV X!lJ!Ò:'twv.
IIavO"avi)a� vnov xÉÀ.OJ...lCLV yÀ.ayéwv't� yi!p iloTJ
0'1tEPJ...lCL't� p�YEOCLVÌ'j 1tTJYVÀ.Lç C:Ì.V't�rXO'EL.

"AÀ.qa ).�'ti!ç Xpuo-ov, À.oLJ...lÒV O"'tpet'tov, i'xi)o:; à.vtix•wv,


B·iiu o ' ovnpov EXE�. à.yop'Ì')v XCLL vi'jac; à.p�i)J...lEL.
rriJ...lJ lCL o ' èip' tXJ...lq>' 'EÀ.ÉvT}c; o!olç J...lOÒoc; EO"'tLV à.xoi.'tCL�ç.
�ÉÀ.'tCL i)Ewv tiyopi), opxwv XVO'�ç. èipEoç à.pxi).
, EI Bci)J.,� KvÒÉpELav "ApTJti -.E Tvoioc; vtéc;·
Zi'j"t'CL o ' èip' 'AvopOJ...lrXXT}c; XCLL "Ex'top6c; Éc;-.' ÒCLplO''tvç.
"'H 't' Arac; r.oÀ.ÉJ...l�SE J...lOV!.(.l J...lovoc; "Ex'top� oi.I{J.
8Tj'ta DEwv à.yopi), Tpwwv xpà.'tcc;, "Ex<opoç Evx.oc;.
'E!;EO"L'l'J o ' 'Ax.�).Tjcç C:Ì.T.:E�i)Éoç ÉCi'tLV 'lwu·
IO Kci.::::CL o' ap' i!p.qnÉpwv O'XOT.:lCL�ÉJ...lEV ·ì)À.vòov U.vopEç.
L I B RO NONO 1 99

A nonimo Mesi romant

Varca l'anno le soglie, da me cominciando, ed il Sole


vede i massimi onori fra gli Ausoni .
Inumidendo di nevi frequenti le zolle, le rendo
della beltà di primavera pregne.
5 Marte comincia da me, come i fiori e la lattea dolcezza;
g iorno eguale alla notte il giorno venti.
Il giardiniere, tagliando i polloni, sull'aspra radice
adesso un ramicello dolce innesti.
S'apre il mare da poco. S'attrezzino navi : è il momento
IO di salpare da porti senza flutti.
Sono nel mezzo, tra il giglio lucente e la rosa; mi gran
peso di rami del ciliegio fulvo.
Entra il Sole nel Cancro, le aride spighe recide
il contadino ormai con la sua falce.
,5 Scindo frumento e paglia. Nel cielo, i l Leone; l e acque
delle Naiadi limpide, precise.
Sono gravato dall'uva, gravato da frutti promiscu i ;
un'altra volta notte e giorno uguali .
Chi piu dolce di me, che l 'umore del vino distillo,
20 dedotto Bacco dal vigneto al torchio?
Hai germogli d'Atena? Di spremere il frutto maturo
e di pensare ad altre cure è l 'ora.
Lascia i lavori del campo: già colmo è il seme d'umore
e il gelo che dà i brividi gli nuoce.

S t e f a no g r a m m a t i c o I libri dell'Iliade

Alfa: le preci di Crise, la peste, la lite dei capi.


Beta : c'è il sogno, l 'accolta plenaria, l'elenco di navi .
Gamma : per Elena oppone la sfida i mariti a duello.
Delta : riunione di dèi, violazione di patti, l'attacco.
5 È psilon : colpi del figlio di Tfdeo a Cfpride e ad Ares.
Zeta: è qui che l'incontro d'Andromaca ed Ettore avviene.
Eta : da solo a solo con Ettore Aiace combatte .
Theta : riunione di dèi , Troia vince, per Ettore gloria.
La legazione ad Achille, che non si convince , è ne!l 'Iota.
1° Kapp a : da entrambe le parti c'è gente che va per spiare.
ANTOLOGIA PALATINA 200

Aa!J.�O!l o' ap�a-.ijaç llavawv �aÀ.ov "Ex-.opoç èi.vopEç.


Mv Tpwwv 7taÀ.a!J.na� xa-.Tjp�7tE -.dxoç 'Axa�wv .
Nv oÈ Tioanoawv t.. avao�ç xphoç w1t11aE ).!iòpn.
E� KpovLOTJV v1tv� À.EXÉEO"O"L 'tE f\1ti1q>Ev "II�TJ.
,, Ou KpovLOTJç xEx6À.wn IloaE�oawv� xat "Hpn.
m TI !i-.poxÀ.ov E1tECj>VEV apij�ov "Ex-.opoç 11LXIJ.1i .
'Pw t.. avaot TpwÉç 'tE vÉxuv 1tÉp� XE�paç EIJ.�ayov.
l:�YIJ.Il E>É't�ç 'Ax�À.ij� 1t11p' 'Hcp!lLO''tOU q>ÉpEV èS1tÀ.11·
Tav o ' ar;ÉÀ.T]yE x6À.o�o X!lt itxi}opE o�oç 'Ax�À.À.Evç.
lo ... y IJ.!1Xapwv itp�ç Wp'to, q>Épn o ' È1tt xap-.oç 'Axa�o�ç.
<V� (xpa-.Epwç) M'tcì XEv!J.a't' Éoa!J.va-.o Tpwaç 'Ax�À.À.Evç·
X� o ' èi.r;11 'tptç r;Ept 'tE�XOç èi.ywv X'tUVEV "Ex-.op' 'Ax�À.À.Evç.
'11� ll.!1VI10�0'LV ayWV!l O�OoÙç É'tÉÀ.EO'O'EV 'AX�À.À.Evç .
...n Ilp �a(..L� vÉxuv uta ),a�wv yÉpa owxEv 'Ax�À.À.Evç.

'A Kv7tp�ç 7tp�!1V YUIJ.VUV a' È�O!la'EV 1.oovaa·


« <l>Ev, q>Ev, 1twç a-.ay6vwv itx-.ol}Ev Oùpavtwv,
SI1À.W0"!1ç WO�V !l 8!1À.UO'O"I1ç, Ò l}p!la'Ùç aÀ.À.!lV
NdÀ.oç U7tÒ yÀ.uxEpwv Kv1tpLV avijxE �ullwv ; ))

"Ex-.op, 'Api]�ov at!J.!l, X!l'tCÌ xi}ovòç EL 1tOU axovnç,


Xll�PE xat a!J.1tVEUO'OV �!l�Òv Ù1tÈp 1ti1'tpLOoç.
"I).�ov o1.xd-.a� xÀ.ELV"Ì) 7tÒÀ.�ç. èi.vopaç itxouaa
aov (..LÈV ttq>!lupo'tÉpouç, &;).).' E't0 ttpTJ�q>LÀ.ouç·
, Mup!J.�06vEç o' tt1t6À.ono. IlapLO''t!lao , xat À.Éy' 'Ax�À.À.d
E>EacraÀ.LTJV xEt:al}a� 1tiicr11v \m' A1.vEaoa�ç.
LIDRO NONO 201

Lambda: i migliori dei Dànai colpiti da Ettore e soci .


My: pressione troiana sul muro dei Greci, che crolla.
Ny : Posidone conforta d'aiuti segreti gli Argivi.
Xi : come Zeus è sedotto, col sonno e l'amore, da Era.
,, Omicron: ira di Zeus per il dio Posidone e per Era.
Pi : come Patroclo il prode dall'asta di Ettore è ucciso .
Ro: sul cadavere, lotta di Greci e Troiani violenta.
Sigma: le armi d'Efesto che Tètide reca ad Achil le.
Tau : come il fulgido Achille depone la collera ed esce.
20 Ypsilon : lite fra i numi, che reca vittoria agli Achei.
Fi : la potenza d'Achille, che fiacca nel fiume i Troiani.
Chi : cade Ettore, dopo tre giri, per mano d'Achille.
Psi: giochi funebri indetti pei Greci e compiuti da Achille.
Omega: doni di Priamo; gli rende il cadavere Achille.

J86 Anonimo La bagnante

Or non è guari gridò, vedendoti nuda, Ciprigna:


« Ah, come mai senza le stille d'Urano,
l'Acqua emulando del mare creante, una nuova Ciprigna
il Nilo sprigionò dai gorghi dolci? »

A d r i a n o i m p e r a t o r e , ovvero G e r m a n ic o Rivalsa

Ettore, sangue di Are, se odi sotterra, salute!


Posi il tuo cruccio per la patria un poco!
Troia è abitata, l'illustre città, da mortali valenti,
di te piu oscuri, ma diletti ad Are.
' Morti, i Mirmfdoni. Va' presso Achille, per dirgli che tutta
è la Tessaglia in mano degli Enèadi.

3 88 Risposta d'un soldato, attribuita a Traiano

Quanta baldanza! Di me la celata non vedono, è chiaro !


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'Z O "Z VNI.LV'lVd V I 90'l0J.NV
L I B R O NONO 203

L'imperatore lodò la replica e scriHe:


« Dimmi chi sei». Quello rispose:

Sono un guerriero del si re di bella corazza Enial io,


sono del pari scudiero del dio d 'Elicona, d 'Apollo :
annoverato da entrambi fra i primi dei loro soldati .

Menecrate d i Smirne Il guadagno

Dopo due figli, una madre ne pose un terzo sul rogo,


lagnandosi del dèmone insaziabile.
Poi, generatone u n quarto, non volle affidarsi a speranze:
pose sul rogo il bimbo vivo e disse :
J do non lo nutro. Penare, mio seno, per l'Ade ? Nel lutto
avrò il guadagno della non-fatica >> .

39 1 Diotimo !:.rade e Anteo

La giovinezza in agoni di lotta provarono, stirpe


l'uno di Zeus, di Posidone l 'altro.
Non un !ebete di bronzo sarà del certame la posta :
si lotta per la vita o per la morte.
J Crolla Anteo; naturale del figlio di Zeus la vittori a :
arte argiva, non libica, la lotta.

3 92 Anonimo Ricel/a

Chi d'impiccarsi ha paura, ma sente la brama di morte,


di Ieràpoli beva l'acqua fredda.

393 Pali ada La scelta

Uomo al potere non c'è, che insieme sia integro e mite :


ché l'una scelta sembra all'altra opposta.
ANTOLOGIA PA LATINA 204

't"Ò yÀ.vxù 't"OV xÀ.É1t't"OV'to<;, Ù1tEpqn6.À.ov OÈ 't"Ò &.yv6v.


"Opya:va. 'tii<; &.pxiic; 'ta.v'ta. ov' Éa'tt 1t6.l}TI ·

394 Tou a v 't O U

XpvaÉ, 1t&.'t"EP xoÀ.&.xwv, À.V1t1}c; xa.t cppov't"LOoc; vU,


xa:t 't"Ò fxnv aE cpé�oc; xa.t l-L'lÌ EXEW a' 6ovv1}.

3 95 T o v a v 't o u

« ·ne; oùoÈv yÀ.VxLov rjç 1ta.'tptooç » , d1tEv 'OovaaEvc;·


Év yap 'to�ç KtpxT}ç (xxv'tov oùx (cpa.yEv,
OV.,. l-10\10\1
' EL' Xa.L' Xa.1t\l Ò\l LCL1t0upWO'XO\I't
� · "E'V 6T}O'E\11
d1tEV fìv otw.:.1snv xa.t oÉxa. Il1}vEÀ.é1ta.ç.

3 96 fi a u ).. o u L t À E V 't t a p l o u

"Qpi}pLoc; EÙ1tÀ.ÉX't"OLO À.LVOV \IE(j)OUOÉL XÒÀ.1t�


E!-L1tEO'E aùv XLXÀ.n xéaavcpoc; "JÌOv�éa.c;·
xa.t 't"Ct'V !-LÈ\1 1ta.\l&.q>vX't"O<; EÀ.E �p6xoç, wxù o ' &.1tÉ1t't"Cl
É� 6pvd}o1tÉoa.c; ti.>oòc; ÉPTI!-LOq>LÀ.a.ç.
' "'H 'taxa: 1tOU 't"PL!-LiiXa.Lpa. q>LÀ.a.ypÉ't"Lc; opvtv aoLOÒ\1
"Ap't"E!-LLc; EÙ!-LÒÀ.1t� À.vaEv Civa.X't"L À.VpT}c;.

397 naUaoci (?)

<l>EvyE .A&.XW\1 1tO't"È oiipw· V1tel\l't"L&.aa.aa: OÈ I-L1Ì't"TIP


d-r.:E, xa:'ta a'tÉpvwv liop &.va:axo!-LÉ\11} ·
« Zwwv 1-LÈV aÉo 1-LTI'tPl OLa:!-L1tEpÈç a.taxoç &.v&.1t't"ELc;
xa:t xpa.'tEpiic; l:1tap't"T}c; 1ta'tpLa: l}EO'!-LCt À.VELc;'
, iìv oÈ Mvnc; 1ta:À.&.!-Lnaw É!-La.�ç. !-L1Ì't'TIP !-LÈv <ixovaw
oùO'!-Lopoc;, &.)..).. ' Év É!-LT\ 1ta:'tpLOL a�so!-LÉvn )).
LIBRO NONO
20)

E la dolcezza del ladro, dell'uomo brutale l'onesto.


Strumenti di potere tutt'e due.

Paliada L'oro
394

Oro, chi adula procrei, ma di crucci e dolori sei figlio :


paura averti, non averti un guaio.

39 5 Pallada LtJ torta

« Cosa non c'è della patria piu dolce » - parole d'Odisseo.


Da Circe, lui non la mangiò la torta :
ché, se soltanto il fumo ne avesse veduto spuntare,
dava a dieci Penelopi il malanno.

Paolo Silenziario Lo scampo

Cadde insieme ad un tordo, sull'alba, un merlo canoro


nel vaporoso ordito d 'una rete.
L'uno fu preso dal laccio da cui non si sfugge : il cantore
solitario svolò dalla tagliola .
, Certo la dea cacciatrice salvò quell'uccello cantore
per l'armonioso sire della cetra.

397 Pallada ( ? ) LtJ madr� spartana

Uno Spartano alla mischia sfuggi. Gli andò incontro la madre.


con la spada puntata al petto, e disse:
« Vivo tu copri d'un'onta perenne la madre e dissolvi
le norme avite della forte Sparta.
' Se di mia mano tu muori, di misera madre la fama,
. . . '
ma m una patna ancora mtatta, avro » .
ANTOLOGIA P A LATINA 206

3 98 ' I o v À t ll v o u 6: 11 � ' Y n 6: "t w v Aty u n "t lov

'O).xà.ç uowp 7tpoq>vyov<ra 1tOÀ.Vq>À.o(v�OLO DaÀ.�O'O'T)ç


ÈV xi>ovÒç �yxo(vatç WÀ.E'tO IJ.TJ'tpui:aç·
LO''tiXIJ.ÉVTJV yàp 7tvp<ròç È7tÉq>À.EyE, XIXLOIJ.ÉVTJ oÈ
OVO"IJ.EVÉWV uM-rwv O'VIJ.IJ.CLX(TJV ÈxliÀ.EL.

399

'HÉÀ.tov v(xTJcrE -rEÒç v6oç l]où q>advwv,


atÈv !i1tacr-rp�1t'tWV i3po-roq>EyyÉa 1tlivcroq>ov aì:yÀ.TJV,
lJOVq>Ctij, xap(EO"O"IXV, li7tCXO"'tp�7t'tOVO"IXV !i).{mwç.

"O-rav �À.É1tw <rE, 1tpocrxvvw, xat -roùç À.éyovç,


-rijç 7tcxpl>Évov -ròv oixov �<r-r�ov �À.É1twv·
, , � , , , � ,
uç ovpcxvov ycxp EO""tL crov -ra T.PIXYIJ.IX'tiX,
'Y1tcx-rtcx O'EIJ.v-i] , -rwv À.éywv EVIJ.Opq>tcx,
, èixpav-rov èicr-rpov -rijç <roq>ijç 7tiXLOEu<rEwç.

'II q>ucrLç H;EvpEv, q>LÀ.(TJç i>Ecr!J.ovç �ycx1twcra,


'tWV �7tOOTJIJ.OUV'tWV opyavcx O'VV'tVX(T)ç,
7ÒV xliÀ.IXIJ.OV, xliP'tTJV, "tÒ 1-J.ÉÀ.cxv, "t!Ì X11P�YIJ.IX"tl1 xup6ç,
O'UIJ.�OÀ.IX -rijç �vxijç "tT)À.éi>Ev �XVVIJ.ÉVT)ç.
L I B R O NONO 207

Gi uliano Egizio console L'acqua e il /urxo

Salva dai flutti del mare mugghiante, periva una nave


nell'ansa della terra a lei matrigna.
Ché nel bacino la fiamma l'ardeva; bruciando chiamava
il soccorso dell'acqua, sua nemica.

399 Anonimo Luce intellettuale

Vinse col dolce splendore di luce il tuo spirito il Sole,


folgorando un bagliore sapiente che gli uomini schiara,
pieno di grazia, soave, che folgora senza dolore.

4 00 Pali ada lpatia

T'adoro e adoro il verbo tuo vedendoti :


la casa astrale scorgo della Vergine.
Al cielo mira tutto ciò che sei, che fai,
Ipatia augusta, d 'eloquenza tu beltà
5 e di cultura stella immacolata sei.

40 1 Pallada Corrispondenza

Ama natura i rapporti d'amici, e per gente lontana


inventò gli strumenti del contatto;
ecco : la penna, la carta, l'inchiostro, le lettere impresse ­
segni d'un cuore che da lungi soffre.

4 02 A d riano i m pera tore Tomba di Pompeo

Pieno fu in vita di templi : di quanta miseria la tomba !


ANTOLOGIA PALATINA 208

A\rr 6c;, èiva!;, EIJ.�ClWE Do� 7tl)OlJIJ.C1-rL À.Tjvou


À.ClX'tLCT'tlJc;, [pyov o ' i)yÉo VVX-rEp(ov,
À.EUXWCTClL 7tOOC1 yaupov, É7tLppWCTC1L OÈ xopdl)c;
À.ci:'tpw, U7tÈp XOUq>WV swcrO:IJ.EVOc; yovO:-rwv·
, EuyÀ.wcrcrov o ' 6xhEvE xEvouc;, IJ.O:xap, Éc; mDEwvac;
o!vov É7tt I)JaLcr-ro�c; xat À.acr(n XLIJ.O:p� .

.,.A xaÀ.Òv au'to7tOVTj'tOV Év aWÉpL pEuiJ.a IJ.EÀ.Lcrcrwv,


xèi7t),acr'toL XELpwv au't07tC1YE�c; DaÀ.O:IJ.aL,
7tpo(xLoc; 0:vDpw7tWV �LO-r� xO:pLc;, ouxL IJ.ClXÉÀ.À.ac;,
ou �oéc;, ou yaiJ.I)Jwv OEVOIJ.Éva opE7t0:vwv,
, yavÀ.ou OÈ CTIJ.LXpoi:o, -r6DL yÀ.vXÙ VliiJ.Cl IJ.ÉÀ.LCTCTCl
7tl1Y0:SEL CTXlJVEVc; oaljJLÀ.Èc; È!; oÀ.L"(OV.
Xa(poL-r' EuayÉEc; xaL Èv èivDEcrL 7tOLIJ.C1LvEcrDE,
atDEpLov 7t-rTjvaL vÉx-rapoc; Épy0:'tLOEc;.

'Aopl)cr'tnO: erE oi:a xaL txvaLl) erE cpvÀ.O:crcroL


r:apDÉvoc;, i) 7tOÀ.À.oùc; I)JEVCTCliJ.ÉVTj NÉIJ.ECTLc;.
.6.doLa cr6v -rE cpvijc; Èpa-ròv 'tU7tOV Ì'}oÈ erO:, xoupE,
òl)vEa, DECT7tECTLl)c; xaL IJ.Évoc; i)vopÉl)c;
, xaL crocpLl)v xaL IJ.Tj'tw É7tLcppova. ToLO:OE -rÉxva,
.6.poucrE, 7tÉÀ.Ew IJ.axO:pwv 7tEvD6IJ.ED' O:DavO:-rwv.

4 06 ' A v 'tLr 6 v o u K a p u e7 't l o u

'ApyvpÉl) xpl)vLc; IJ.E, -ròv ouxhL IJ.C1Xpt1 �owv-ra


�0:-rpaxov, otVl)pai:c; ECTXEv u1tÒ cr-ray6crLv'
XELIJ.ClL o' Év NuiJ.cpC1Lc;, xdvaLc; cp(À.oc; OUOÈ Ava(�
ÉxDp6c;, u1t' O:IJ.�t�o-rÉpwv À.ov6IJ.Evoc; cr-rayécrLv.
LIBRO NONO 209

Mecio Dionisiaca

Vieni tu stesso, signore, scaldando con balzo veloce


nel tino, e guida l 'opera notturna;
candido rendi quel piede superbo, ministro di danze,
rafforzalo, succinto oltre il ginocchio ;
1 guida alle vuote cantine, beato, il garrulo vino :
avrai le torte e la pelosa capra.

Antifilo Le opi

Bello l 'autogeno flusso dell'api nell'aria, le celle


non da mani plasmate, autorapprese,
dono grazioso alla vita degli uomini, che né la vanga
né il bue richiede né le curve falci,
, ma un alveare piccino - ché H dall'esiguo suo corpo
fa scaturire il dolce succo l'ape.
Salve, purissime ! Sempre nei fiori nutritevi, alate
operaie del nèttare celeste !

D i o doro Doti divine

Che la divina Adrastea ti protegga, e la dea che persegue


tracce di rei, che molti inganna, Nèmesi.
Temo di te la maliosa persona e l 'ingegno, ragazzo,
il vigore divino del coraggio
' e la sapienza e il senno. Sappiamo che simili figli
hanno, Druso, per padri gl'immortali.

An tigono di Caristo Spruui

Sono una ran a : una fonte d'argento, di gocce di vino


m'ha sommersa, oramai non gracchio piu.
Vivo tra Ninfe, di cui sono amica, né sono di Bacco
nemica: quelle mi spruzzano e questo.
ANTOLOGIA PA LATINA 210

' 'O�É 1to't ' dç A�6vucro\l ÉXWfJ.a.CTa.. cl>Eu, ·dvEç ub!.dp


, , , ,
1tWOVCTL\I, fl.U.\1�1)\1 CTWq>pO'II(l fJ.U.L\IOfJ.E\10�.

407 'A v n 7t &: -r p o u [ I: L o w v t o u ]

Ap.w�ov 'l1t1toxpa:tEvç Ei>a.vE (3pÉcpoç Éç 1tÀ.a.•ù 1t6v•ov


XEi:À.oç yn•ocrvvl)ç Ép1tvcra.v Éx xa.M(31)ç,
1tÀ.Ei:ov É1tEL fl.a.swv E1tLE\1 1tO"t6v. "EppE, M.À.a.crcra.,
il (3pÉq>oç wç IJ.TJ"tl)p �EVCTU.O bEçU.fJ.E\11) .

4 08 [ ' A 7t o ). ). w v t o o u , o! oÈ] ' A v -r L 7t &è -r p o u

EtilE fl.E 1ta.v•o[o�crw E't� 1tÀ.cisEcri>a.� ci-i}•a.�ç


il Al)"tOL CT"ti'j\la.� fl.U.L(l\1 ciÀ.WOIJ.ÉYT}'
oùx a.v x11•ocrv\11)\l •ocrov ECT"t"Evov. m Ép.È òE�À.l)v,
ocrcra.�ç 'EÀ.À.TJ'IIW\1 'IITJ VCTL 1ta.pa.1tÀ.Éof).a.�,
1 Ai'jÀ.oç ÉPTJfJ.a.[TJ, •ò 1tciÀ.a.� c;É(3a.ç. 'O�É 1tTJ "Hpl)
Al)"touç, ciÀ.À.' oÌ.x"tpÌ)v •-i}vb' É1tÉi>l)xE bÌ.XTJ'II .

Et •wa. IJ.Ì) "t"Ép1tn À.wuu fl.ÉÀ.oç il yÀ.vxùç ilxoç


�a.À.fJ.wv il •p�yÉpwv vEx•cipEoç Bpo!J.�oç
il 1tEuxa.�, xoupo�, CT"t"Éq>a.vo�, !J.vpa., À.�"ttÌ bÈ bE�1t\IW\I
À.a.i>po1t6òa.ç •pwx•a.�ç XEpcrt. •W11cr� •oxovç,
1 ov'toç Éf).ot 'tÉi>'IITJXE t1tEP� IJ.'IITJCT'tL\It bÈ 1ta.pÉp1tw
\IEXpÒ'II Éç ciÀ.À.o'tpÌ.ovç q>nbofJ.E\10\1 cpcipvya.ç.

4 10 T o u ). ). t o u I: a. � tv o u

Z�J.[vi>oç, ò 1tG.'II 't OÌ.TJ<; ba.�"t òç Mxvoç, oÙbÈ IJ.VciypT)ç


bnÀ.éç, ò xcix i>a.vci'tov xÉpbEa. À.TJSOIJ.E'II o ç,
\IEVpoÀ.ciÀ.0\1 cl>oi.(3ov XOpbÌ)\1 i)pi.CTE\1' Ì) o' È1tt 1ti'jXV\I
n..xofJ.É'IITJ l)TJpÒç À.a.�IJ.Ò'II ci1tE(3p6x�crEv.
L I B RO NONO 211

, Tardi mi diedi a baldorie di Bacco. Ma poveri quelli


che, con sobria follia, bevono acqua!

A n t i p a tr o ( d i T e s s a l o n i c a ) L'inganno

Morto il piccolo schiavo d'lppocrate. Dalla capanna


sull'orlo vasto si portò del mare,
bevve di piu che alla poppa. Dannata distesa, che il bimbo,
come madre accogliendolo, tradisti !

A p o l l o n i d e ovvero A n t i p a t r o ( d i T e s s a l o n i c a ) Delo

Meglio vagare a ludibrio d i tutti i venti, che stare,


mammana immota dell'errante Leto :
non piangerei su quanto mi manca. Le navi dei Greci
(quante ! ) filano via, povera me,
, Delo deserta . Onorata già fui; tardiva, ma dura,
la pena che, per Leto, Era m 'inflisse.

Antifane L'avaro

Chi non s'allegra di flauti, d'accenti soavi di lire,


o d'un vino di nèttare vetusto,
né di ragazzi, di torce, di serti, d'unguenti, e digiuna,
dando a voraci mani occulti lucri,
' è come morto, per me . . . noncurante rasento una salma
che si risparmia per la gola altrui.

410 Tullio Sabino La corda

D'ogni vivanda goloso, di trappole impavido, il topo,


che persino da morte cava lucro,
ruppe una corda canora di Febo, che, indietro balzando
verso l'imbracciatura, lo strozzò.
ANTOLOGIA PALATINA 212

' Ao!;!ou EVCT'tOX!T}v i}ctuJJ.tisoJJ.EV' oc; OÈ Xct't' Éxi}pwv


f}o11 xctt x�MpT}v Evcr-.oxov oTtÀov EXE�.

41 1 MaLxlou

"H}.}.ctx;:' Él;ctTt!VT}<; Kopvl}À�oc; ovo' ÉTtt }.�;:(ij


'tÉpTtE'tct� lJIJ.E'tÉptp !J.OUCTOXctPEL BL6'ttp,
XOVq>T}c; o' cttwpEt'tctL tiTt' ÉÀTtLOoc;· ovxÉ't� o ' TJIJ.EL<;
ot Ttcipoc;, &,}.}.' É'tÉpT}c; ÉÀTt!ooc; ÉxxpÉJJ.ct'tct�.
, Ei:xwJJ.Ev, �uxl). TtETtctÀct!crJJ.Eì}ct, JJ.TlOÈ B�cisou·
dc; EOctq>oc; -tÉXVTl<; XELIJ.Ei}' vTt' à.pyupÉT}c;.

412 Cl> ' >.o lh'n.o. ou

"Ho11 xctt p6oov Écr-.t Xctt tixJJ.tiswv ÉpÉB�vi}oc;


xctt XctuÀot xptiJJ.BTlc;, l:wcrVÀE, TtpW'tO'tÒIJ.OU
xctt JJ.ct!v, crctÀctyEvcrct xctt à.p-.mctyi}c; &,}.!-.upoc;
xctt ì}p�Ocixwv ovÀwv à.q>poq>ufi TtÉ'tctÀct.
' 'HJJ.EL<; o' oih' &.x-tfic; ÉmBct!VOIJ.EV o\h' ÉV <Ì.TtÒ�EL
)'WÒJJ.Eì}' W<; cttd, l:WCTVÀE, 'tÒ TtpÒ'tEpOV'
xctt JJ.'Ìjv 'AvnyÉvT}c; xctt Bcixx�oc; ÉXì}Èc; ETtctLsov,
vvv o' ctVi:OÙ<; M�ctL CTDJJ.Epov ÉXq>ÉpOIJ.EV.

413 ' A v n q> lì.o u B ut; .. v·dou

'H 'tEPEBwì}woT}c; ÒÀLYciiJ.TtEÀoc;, ora. 'tE BctLl),


VT}CT!c;, à.}.}.' ÒJJ.ctÀ'Ìj Ttli.cra. xa.t <Ì.CT'tVq>EÀoc;·
a.t o' &.rxov !J.Eyci}.ctL 'tE xa.t EvpÉE<;, à.}.}.' ÉTtt Ttou}.V
'tPT}XELctL' IJ.EyÉi}EL t'tOV'tOt TtEpLCTO'Ò'tEpa.L,
, xctpTtoi:c;, ov auo!oLcrw ÉplsoJJ.Ev· ovoÈ y&.p a.ù}.a.!;
A tYV1t'tOU A�Bv11c; �<Ì.IJ.IJ.OU Émcr'tpÉq>E'ta.L.
LIBRO NONO 213

, Noi la mira ammiriamo di Febo : persino la cetra


gli è un'arma che al nemico dritto mira.

Me c i o A terra

S'è cangiato Cornelio d'un tratto : la nostra esistenza,


povera e amica delle Muse, sdegna,
vola sull'ala di vane speranze. Non siamo gli stessi
noi per lui, che s'aggrappa ad altre mire.
, Rassegniamoci, cuore! Battuti. Non c'è da lottare.
E fu l'argento a metterei knock out.

41 2 Filodemo Gli amici

È già tempo di rose, del cece fiorente, dei primi


fusti tagliati di cavolo, Sòsilo,
della sardella fremente, del cacio cagliato col sale,
della lattuga riccia come spuma.
, Noi né spiagge calchiamo, né posti con bei panorami,
come una volta si faceva, Sòsilo.
Era ieri, che tanto scherzavano Antigene e Bacchio,
e oggi li portiamo a seppellire.

4 13 A n t i f i l o d i B i s a nz i o Confronto

Io, l'isoletta Cicerchia, non ho - cosi piccola sono -


che poche viti. Liscio e piano il suolo.
Quelle vicine, piu grosse, piu vaste, ma in massima parte
scabre ...
' Non opponiamo gli stadl, ma i frutti. I l solco d'Egitto
dell'arena di Libia se n'infischia.
ANTOLOGIA PA LATINA

'H 1tetÀtoupoc; Éyw, 'tPTJXÙ �vÀov, ttòc;t Év EpxEv


'
't tt; fJ. èicpopov ÀÉ�n, 'tÌ"jv cpopt(J.wv cpvÀetxet;

4 I5 ' A v 'tL q> D. o u B u � CI V 't l o u

"H(J.TJV xett 1tpo7ttipod)E cruvÉ(J.7topoc; tivÉp� xÉpoouc;,


Ì")vtxet OTJfJ.O't"ÉpTJv Kv1tpw Évetu'toÀ6yEv
XELitEv xett CTUVÉ1tT]ç�v ÉJ.lÌ"jV 'tp01tW, ocppet (J.E ÀEVCTCTTI
Kv7tpLt; •Ì"Jv ti1tò yfic; dv tiU pEJ..L�ofJ.ÉVTJVo
, "Ecr't"LV hettpE�ot; (J.Èv É(J.ot CT'toÀot;, dcrt oÈ ÀE7t't"OC
xtip7tetCTet xett ÀE7t't"ÒV cpvxoc; Ù1tÈp cretvtowv o
Netu'ttÀo�. ti).).' ayE 1ttiV't"Et; É(J.fjt; ÉmBettVE't"E 7tPVJ..l.VTJt;
i)etppetÀÉwço 1toÀÀoùc; o!oet cpÉpnv ÉpÉ'tett;o

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L I B RO NONO 2 IJ

Gemino Il paliuro

Sono un legno spinoso, di siepe. Chi dirmi infecondo


può, se tutelo gli alberi fecondi?

A n t i f i l o di B i s a n z i o La nave-bordello

Del padrone fui soda di traffici e lucro, da quando


lui reclutava veneri pandemie.
Mi rimpalmò la carena, cosf che Ciprigna vedesse
me, nata in terra, vagolante in mare.
, Cortigianesca la ciurma che ho, velamenti sottili,
fuco sottile che le plance adorna.
Forza, marittimi, a poppa venite, coraggio! ché a bordo,
di vogatori so portarne molti !

Fili ppo d i Tessalonica Sullo stesso tema

Coi miei cavicchi d 'opere veneree,


calai nel mare donde nacque Cfpride.
Un trafficante di beltà mi fabbricò ;
di tutti sono amica e « Amica » mi chiamò.
' Non chiedo molto; su, coraggio, imbàrcati !
Chi viene accolgo, porto tutti gli ospiti.
Vogate dunque in mare, come in terra un df.

A n t i p a t ro ( d i T e s s a l on i c a ) Il cane

Molto lottò per la vita, ma infine la sete l'uccise,


Lampone - il cane da caccia di Mida.
L'umido suolo le zampe raspavano: torpida, l'acqua
non affiorava dalla polla cieca.
' Cadde sfinito, e quella sprizzò. Per i cervi che uccise,
l'ira vostra pagò, Ninfe, Lampone ?
ANTOLOGIA PA LATINA 216

418 T o v cx ù -c o v

"IcrxE't'E XEi:pet !J.uÀai:ov, ciÀE't'pCoEc;, EVOE't'E !J.etxpci,


xi)v opi}pov 1tpoÀÉy1] yi'jpuc; ciÀEX't'pUOVWV.
i1TJW ycip Nuwpa�cr� XEpwv ÉitE't'ELÀet't'O !-L6xi}ouc;·
at oÈ xa't' ' cixpo't'ci't'TJV ciÀÀ6!J.EVetL 'tpox�i)v
' èi!;ova OWEUOUCTLV, 6 o ' cix't'CVECTCTW ÉÀLX't'eti:c;
cr't'pwrp(i N�crupCwv xoi:Àa �cipTJ !J.UÀcixwv.
rEUO!J.EÒ' cipxaCou �LO't'OU 1tciÀW, d OLXet !J.6xi}ou
oaCvucri}a:� .:1TjOVc; i'pya: O�OCtCTXO!J.Ei}a.

Ki)v !J.UXÒV 'Opxuvai:ov ii Éc; 1tu!J.et't'OV �oÀOEV't'et


i''ì..i}n xat A��uxwv xpcicr1tEOov 'Ecr1tEpi.owv
Ka:i:crap 6 1tOUÀucrÉ�CtCT't'Oc;, a!J.Ct xÀÉoc; Etcrw ÉxELv�
1tCLV't'1J' Ilupl)vT)c; uOet't'Ct !J.etp't'upLet'
' o!crL ycip OVOÈ 1tÉpLç opu't'6!J.OL ci1tE(j)CtLOpuvetv't'O,
Àou't'pèL xat 1)1tdpwv i'crcrE't'etL Ò:!J.qJO't'Épwv.

420 ' A v 't L7t a 't p o u

M i) Y.Àai.wv 't'Òv "Epw't'et o6xE�, TTJÀÉ!J.�PO't'E, 1tELCTELV


!J.TJO' ÒÀi.y� 1tCtUCTELV VOCt't'L 1tVp ci't'EVÉc;·
xpucròc; "Epw't'oc; cid 1tCt�WVLoc;, Écr�É�Tj OÈ
ouoÈ 't'O't'' Év 1tOÀÀQ 't'LX't'O!J.EVOc; 1tEÀci)"EL.

Ni'jcroL ÉpTJ!J.CtLCtL, 't'pU(j)ECt xi}ov6c;, éic; XEÀetOELVÒc;


Z:wcr't'Ì)p A tyai.ou Xu!J.et't'oc; Év't'Òc; EXE�,
�i.rpvov È!J.L!J.lJCTCt�E Y.etL etVX!J.TJp'Ìjv cl>oÀÉyavopov,
ÙlJ!J.OVEc;, ciPXCtLTJV o' WÀÉCTet't'' ciyÀettTJV.
, .,.H p· v!J.cic; Èoi.oaçEv Éòv 'tp61tov i] 1to't'E ÀEuxi)
.:1i'jÀoc;, ÈPTJ!J.eti.ou oai.!J.ovoc; cipça!J.ÉVTJ.
LIBRO NONO 217

A n t i p a t r o ( d i Tess a l o n i c a ) SenUJ /atica

Là sulle mole fermate, mugnaie, la mano ! dormite,


anche se il gallo annuncia l'alba, a lungo!
Ecco : impose alle Ninfe la vostra fatica Demetra :
balzando quelle al sommo della ruota
, girano l'asse, che imprime coi raggi alla concava massa
delle mole di Nisiro l'impulso.
Senza fatica fruendo di quanto Demetra produce,
torniamo al gusto della prisca età.

Crinagora Le terme

Anche se ai grembi Ercin1 si rechi o a Solunte remota


sull'orlo delle Espèridi di Libia
Cesare Augusto, con lui marcerà dappertutto la gloria.
L'acque dei Pirenei ne dànno prova :
, ai boscaioli d 'intorno non erano, un tempo, lavacri:
terme ai due continenti diverranno.

4 20 A n t i p a t r o ( d i Tes s a l o n i c a ) Acqua e fuoco

Speri di flettere Amore coi pianti, Telèmbroto? O il fuoco


con un po' d'acqua vuoi sedarlo? Illuso !
L'oro è il rimedio perenne d 'Amore, né questo si spense
neppure quando in pieno mare nacque.

42 1 A n tipatro Macedone Desolazione

Isole scabre, deserte, frantumi di terra racchiusi


nella cinta sonora dell'Egeo,
perso avete l'antico fulgore, imitando, meschine,
la rinsecchita Folegandro e Sifno.
' Certo a tutte maestra fu Delo, si chiara una volta,
che deserto destino inaugurò.
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L I B R O NONO 219

4 22 Apollon ide Vende/la

« Io ti scongiuro pei figli - pregò : - se m'interri defunta


non sancire malie di nuove nozze ! >)
Disse : ma quello ad un 'altra si volse. E Filinna, da morta,
fece pagare a Diogene l'oblio.
, L 'ira funesta spaccò, nella notte nuziale, la stanza,
né vide piu, quel letto, un altro sole.

B i a nore Il terremoto di Sardi

Sardi, città, nei tempi remoti, di Gige e d 'Aliatte,


Persia in Asia Minore per il re,
Sardi, che a Creso l'antico palazzo erigesti di plinti,
dal Pattolo cogliendo la fortuna,
, ora infelice del tutto, travolta in un unico male
t 'inabissò uno iato di voragine.
Bura con Èlice l'onda sommerse; ma tu sulla terra
come loro inghiottita fosti, Sardi.

Duride d i Elea La piena

Nuvole aeree, di dove tant'acqua amara beveste,


da inondare cosi, col buio pesto,
oh, non già della Libia, ma d'Efeso quelle dimore
infinite, quei beni d'anni grassi?
' Dove volgevano gli occhi gli dèi che salvano, allora?
Ahi, la città piu celebre di Ionia!
Un rotolare di flutti parevano tutte le cose,
correndo, con fiumane in piena, al mare.

Giovanni Barbucallo poeta Il terremoto di Bèrito

Eccomi, triste città non piu città nell'acervo


dei miei morti, su tutte sventurata.
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LIBRO NONO 221

Dopo lo scrollo del dio scuotiterra, Efesto mi vinse.


Ahi, da tanta bellezza . . . sono cenere!
, Voi, passando, su questa mia sorte gemete, versate
stille di pianto su Bèrito, morta.

G i o v a n n i B a r b uc a l l o Sullo stesso tema

Clpride dea dov'è mai, perché veda dimora di spettri


quella che sede delle Grazie fu ?
Tomba, oramai, la città, d'insepolti: gente di Bèroe,
siamo sotto le ceneri a migliaia.
, Sopra un'unica pietra, relitti umani, scrivete:
« Bèrito triste giace a terra qui » .

Giovanni Barbucallo Sullo stesso tema

Non arrestare, nocchiero, la nave per me, le tue vele


non le sciogliere : secco vedi il porto.
Io sono tutta una tomba. S 'udrà, nell'approccio, sonare
altrove, in luoghi senza lutti, il remo.
, Volle cosi Posidone, coi numi degli ospiti. Gente
di mare, addio! Gente di terra, addio!

A n ti p atro d i Tessalonica L'ascolto

Carico sei delle spoglie di Tracia : a te Salonicco


m'invia, la madre della Macedonia.
Canto da te domate le forze dei Bessi : raccolsi
quanto potei di questa guerra apprendere.
' Piégati dunque all'ascolto, cosi come un dio; se ti prego,
odi. Alle Muse chi non presta orecchio?
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L I B R O NONO 223

Cri nagora Il canto

Ecco che Arista cantò di Nauplio, la scolta d'Eubea.


Ero spavaldo, ma il canto m 'ardeva,
e quella torcia mendace, di notte, nel misero cuore
mio, dalla rupe Caferea, passò.

Crinagora Pecora erotica

La pecorella è di razza d'Agarra, ove bevono l 'acqua


deli' Arasse gli Armeni incappucciati.
Folto il vello non è come in morbidi ovini, ma rado
e scabro, piu che di capra selvaggia.
, Figlia, peraltro, in un anno tre volte, e di latte si colma
fino all'estremo la rigonfia poppa.
Molto somiglia al muggito di tenera vacca il belato.
Ma, paese che vai, bestie che trovi.

43 I Anonimo Il si e il no

L'oro lo amo : cosi dalla guerra funesta rifuggo.

432 Teoc r i t o Ùl capretta Jbranata

Povero Tirsi, che vale se a furia di piangere struggi


tutt'e due le pupille con le lacrime ?
È andata via la capretta, la bella creatura, nell'Ade :
l'abbrancò con gli artigli un aspro lupo.
' Latrano adesso le cagne. Che vale ? Né osso rimane
né cenere, di lei che non c'è piu.
ANTOLOGIA PALATINA 224

433 T o ii a ù n ii

Afie;, 1to·tL 'Tav MoLcrav, OLOvJ..LoLc; etvÀ.otcrw ò:EtcretL


a.sv "' ' J..LOL; Kirrw 1tetn(o' ò:npò:J..LEvoc;
ò: p!;Ei:iJ..Let( 'tL xpÉxnv, ò oÈ �wxéÀ.oc; ÈyyvfrEv Q:crEt
aÒ:q>VLç, XT)pOOÉ't� 1t'IIEVJ..1Ct'tL J..LEÀ.1tÒJ..LE'IIOç·
' Èyyùc; OÈ O''tÒ:V'tEç À.etO'(etc; opvòc; ètv'tpov 01tLO'frE'II
llavet 'tÒV etLYL�chetv òpq>etv(crWJ..LEc; ihtvov.

434 T o ii a ù -t o ii

"AHoc; ò Xi:oc;· Èyw oÈ 8EéxpL'toc;, éìc; 'tò:o' Eypet\jJet,


dc; Ò:1tÒ 'TWV 1toÀ.À.wv ELJ..L L :Evpetxocr(wv,
uLòc; llpet!;etyÒpeto 1tEpLxÀEL'ti'jç 'tE «l>LÀ.L'IIVT)ç'
Movcret'\1 o ' 6frvdetv ov 'tL'\11 Èq>EÀ.XVO'Ò:J..LCt'll .

435 T o ii a ù -t o ii

'Acr'totc; xett !;dvoLcrLv tcrov vÉJ..LEL ètoE 'tpÒ:1tEl;et·


iMe; Ò:VEÀ.Ev, o/TJq>ov 1tpÒç À.Òyov ÈPXOJ..LÉVT)c;.
"AÀ.À.oc; 'tLç 1tpÒq>CtO'L'\I À.EyÉ'tw· ...a. o' òfrvEtet Kò:Lxoc;
XPT}J..Let'tet Xett 'IIV X'tÒç �OVÀ.OJ..LÉVOLç Ò:pLfrJ..LEL.

4 36

'Apxettet 'Tt.:méÀ.À.wvL 'TÒ:vetfrl}J..Let 'tet


\mi'jpxEv· i) �Ò:crLc; oÈ 'totc; J..LÈ'II ELXOO'L,
'totc; o' É1t'tò:, 'tOtc; oÈ 1tÉV'tE, 'tOtc; oÈ owoExet,
'toi:c; oÈ OLTJXOO'LOLO'L vEw'tÉPTJ ilo' ÈvLetv'totc;·
, 'tOO'O'ÒO'O' Ò:pLfrJ..LÒc; Èl;É�T) J..LE'tpOVJ..LEVOç.
LIBRO NONO 2 2 .5

4 33 Teoc r i t o Conurto

Vuoi, per le Muse, sonarmi sull'aula doppio qualcosa


di dolce? Brandirò la cetra anch'io,
intonerò qualcosa; soffiando in canne cerate,
da presso Dafni sonerà, il bovaro .
, Presso una quercia frondosa, là dietro la grotta, del sonno
orbo faremo il monta-capre Pan.

434 Teo c r i t o Sigillo

Ce n'è un altro, di Chio, ma il Teocrito autore dei versi


san io, siracusano - uno dei tanti.
Fui di Prassàgora figlio; mia madre l'illustre Filinna.
A me non attirai straniere muse.

4 3.5 Teoc r i t o Pronta cassa

A cittadini e stranieri dà quello che spetta, la banca.


È un cava e metti - il conto torna sempre.
Altri adduca pretesti. Le altrui pendenze, Caico
anche di notte, a richiesta, le tratta.

Anonimo Calcoli

Offerte a Febo molto antiche v'erano.


Di loro questa base è assai piu giovane -
nei vari casi, di vent'anni, dodici,
sette, cinque, persino duecento: coi debiti conti
' se ne ricava appunto questo numero.
ANTO L OGIA PA L ATINA 226

43 7 [ T o v a v 'T o v ]

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ÈvMOE -rouc; ci1tÒ yijc; OV OOXÉWV 7tEÀciCTELV.
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ctù-roxuPEpvij-rctL 7tpÒc; xu-roc; hpéxctcrctv.
TH pct cpi.À11 yctcr-ri)p :r.ctt BctLo-rci-rouc; civÉ7tELCTEV
Èx xDovòc; dc; Nu!J.cpctc; XctLVO-rchouc; Èphctc;.

439 Kptvayépov

BpÉy!J.ct T:ciÀctL ÀctXVct�ov ÈpT)!J.ct�6v -rE xÉÀucpoc;


C!J.!J.ct-roc; ciyÀwcrcrou i}' cip!J.ovi.T) cr-r6JJ.ct-roc;,
LIBRO NONO 227

Anonimo Priapo
4 37

Piega per quella viuzza dov'è il querceto, capraio:


vedrai nel fico appena inciso un idolo
senza gambe : fornito di scorza, mancante d 'orecchie,
sa far l'amore col fecondo fallo.
, Sacro recinto l'attornia; v 'è un corso d 'acqua perenne
giu dalle rocce, ed è tutto un rigoglio
d'alberi - allori, mirti, cipressi odorosi; s'effonde
coi suoi sarmenti carichi di graspi
tutt'in giro la vite; variati gorgheggi di merl i
IO primaverili risuonano acuti,
e gli usignoli canori rispondono in queruli toni,
articolando la soave voce.
Siediti dunque là, supplicando il grazioso Priapo
ch'io la brama di Dafni da me storni
,, (gl'immolerò un capretto bellissimo ). Se me lo nega
e tocco il segno, triplo sarà il rito :
una giovenca, un caprone peloso, l'agnello d 'ovile
ucciderò. Che m 'esaudisca il dio !

43 8 Filippo di Tessalonica Le formiche

Di roditrici formiche l'armata di terra brucava


il dolce frutto d 'un cultore d 'arnie.
Incollerito il vecchio tuffò l'alveare nell'acqua,
cosf escludendo ogni approccio da terra.
' Ma, come barche recando pagliuche, da sé pilotando,
quelle all'arnia puntarono di corsa.
Volse il richiamo prezioso del ventre quei minimi insetti
da terra all'acqu a - rematori inediti .

4 39 C r i nagora Lezione

Cranio, chiomato un di, cavità deserta dell'occhio,


compagine di bocca senza lingua,
ANTOLOGIA PALATINA 228

�uxiic; à.ai}EvÈc; Epxoc;, à.'tuJ..LBEtrtou i)a:và.-ro�o


À.d�a:vov, Etv6S�ov Sà.xpu 1tO:PEPXOJ..LÉvwv,
' XELCTO xa:-r!Ì 1tPÉJ..LV O�O 1ta:p' à.-rpa:1t6v, oq>pa: (J..Là.l)n -r�c;)
O:l)pi}aa:c;, -r( 1tÀ.Éov q>ELOOJ..LÉV((.l B�6-rou.

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M�aMc; -ro� -rò q>tÀ.a:J..La: -rò K{mp�ooc;· iìv S' à.yà.ync; vw,
, ov yu(..lvòv -rò q>LÀO:J..LO: , -rù S', w sÉvE, xa:t 1tÀÉov ÉSEi:c;.
"Ea-r� o' 6 1ta:'Lc; 1tEpLCTO:J..Loc;, Èv Ei:xoaL 1tCiCT� (..là.i)o�c; v w.
Xpw-ra: (..LÈV ov ÀEux6c;, 1tupt s · ELXEÀoc;· O(..l(..lO:'tO: s · O:V'tW
op�J..LuÀ.a: xa:t q>Àoy6Ev-ra:. Ka:xa:t q>pÉvEc;, à.où ÀIÌÀTJJ..LO:'
OV j'!Ìp tCTOV VOÉE� XO:L rpl)Éj'j'E'tO:L" wc; (..LÉÀ� q>WVIÌ,
IO iìv OÈ xoÀ(i., v6oc; ECT'tLV à.và.(..lEpoc;· "Ìj1tEp01tEU-rà.c;,
OUOÈV à.).a:l)Euwv, o6À�ov BPÉq>oc;, èiyp�a: 1tO:LCTOE�.
Ev1tÀ6xa:p.ov -rò xà.pa:vov, EXEL s · L'tO:(..lÒV -rò 1tpOCT(JJ1t0V .
11LxxuÀa: J..LÈV -ri}v((.l -r!Ì XEpuop�a:. J..LO:Xp!Ì oÈ �à.ÀÀ.Ev
Bà.ÀÀEL s· dc; 'AxÉpov-ra: xa:t 'ALOEW Ba:CTLÀTja:.
,, ru(..lvÒc; (..LÈV -r6 j'E CTW(..LO:, v6oc; OÉ ot E(..l1tE1tUXO:CT'tO:L'
xa:t 1t'tEpoELc; OCTOV opvLc; Eq>L1t'tO:'tO:L èiÀÀo-r' È1t' èiÀ.Àwc;
à.vÉpa:c; i} o È yuva:i:xa:c;, É1tt CT1tÀ.à.rxvo�c; o È xà.l)T]-ra:�.
T6!;ov EXE� (..liÌÀa: Ba:�6v, Ù1tÈp -r6!;w oÈ BÉÀEJ..Lv ov·
'tU"tl)òv Éoi: -rò BÉÀ.qJ.VOV, Èc; a:ti)Épa: s· èixp� q>opEi:-ra:v
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IIà.v-ra: (..LÈV èiyp�a:. 1t1Ìv-ra:· 1tOÀÙ 1tÀELOV oÉ ot a:v-rQ
Ba:�IÌ Àa:(..lr:!Ìc; Éo'Laa:, -ròv èiÀ�ov a:v-ròv à.va:ti)E�.
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L I B RO NONO 229

chiostra dell'anima imbelle, di morte ignara di tomba


relitto, pianto di passanti in via,
, giaci sul margine, presso quel tronco ! Chi guardi capisca
che sugo c'è nel risparmiarsi in vita.

Mosco d i S i ra c u s a Amore fuggitivo

Cipri da lungi chiamando suo figlio Amore gridava:


« Sappia chi vide per caso vagare Amore nei trivi,
ch'è fuggiasco da me : c'è la mancia per chi lo denuncia.
La ricompensa è il bacio di Cfpride. E se lo riporti,
5 non quel bacio soltanto, straniero, avrai, ma ben altro.
Si riconosce, il bambino, tu puoi ravvisarlo tra venti.
Bianca la pelle non è, ma somiglia al fuoco ; pungenti
gli occhi e focosi. Maligna la mente, favella soave.
Altro dice da quello che pensa; la voce, di miele ;
•o ma, se s 'adira, diventa feroce ; imbroglia, non dice
nulla di vero; marmocchio furfante, fa giochi crudeli .
Bello di boccoli il capo, ma il viso protervo, di bullo.
Ha le manucce piccine, ma giungono i colpi lontano,
colgono, giu in Acheronte, persino il sovrano dell'Ade.
15 Tutto nudo nel corpo, ma ben corazzata la mente;
come un uccello è alato, sugli uni e sugli altri svolazza,
uomini e donne del pari, nei loro cuori si posa.
Ha nelle mani un arco piccino e sull'arco una freccia :
molto esigua la freccia, ma fino al cielo s i porta;
2o ha sulle spalle una fàretra d'oro piccina : là dentro
dardi puntuti, con cui me pure ferisce sovente.
Tutto selvaggio, tutto: di piu, quella fiaccola esigua
ch'egli brandisce, che dà persino al sole le vampe.
Tu, se lo prendi, legato riportalo senza pietà,
2; e, se piangente lo vedi, che non ti disvii , bada bene !
Tiralo via se ti ride; se vuole baciarti, tu scappa:
perfido il bacio, funesto, non sono che t6sco le labbra.
E se 'Prendi' ti dice, 'le armi che ho ti regalo',
non le toccare; ché il fuoco quei subdoli doni temprÒ>>.
ANTOLOGIA PALATINA 2 30

Tòv A�Ò<; Èv "tp�éoo�cnv Èi>a.v!la.CTa. xciÀ.XEOV via.,


"t"Òv 7tptv Èv EvxwÀ.a.i:<;, vuv 7ta.pa.pm"té!lEVov.
'Oxl>T)cra.ç o' rip' EU1tOV' (( 'A).El;Lxa.xE "tp�crÉÀ.T]VE,
p.T]OÉ1toi}' TJ"t"tT]l>dç CTTJ!lEPOV ÈçE"ttXi}T]<; » .
, Nvx•t oÈ 1mo�éwv IlE i>Eò<; 7tpocrÉu1tE 7ta.pa.CT"ttiç·
..

« Ka.�p0 oovÀ.Evuv xa.t i}c:òç wv E!la.l>ov >>.

4· P ' A y o d H o u l: x o À a a n x o ù M u p � v a l o u

fp�7.EVç "t�<; IJ.Oj"ÉEO'XEV È1t' LXi}VCTL' "tÒV 0' ECT�OOUCTa.


EVX"t"Éa.voç xovpT] i}u!J.ÒV EXa.(J.VE 7tolh�
xa.L !J.W l>iixE CTVVEVVOV' é o' Èx ��é·o�o 1tEv�xpou
oÉça."to 7ta.V'tOLT]ç oyxov CÌ.yT]VOpLT]<;.
' 'H OÈ TvxTJ j"EÀ.éwcra. 1ta.pLCT'ta.'tO xa.t 1tO'tt Kv7tpLV'
« Ov "tEÒ<; oihoç à.ywv, à.).).' È!lé<; k•w », Eq>TJ .

443 l l a u ). o u l: � À • v · u a p l o u 't o ù K u p o u

Mi} 1tO'tE xo�À.TJVTI<; IIa.q>LTI véov· à.v't�'tv7tov yè.tp


Evl>ùç à.7tol>pt/,>crxEL xouq>o<; "Epwç xpa.OLTJç .
orcr"tpoç éÀ.�crl>T)Ecrcra.v EXE� q>VCTLV' f\v 'tL<; é�CT'tOU
rixpov EÀ.TI q>À.oyEpou, OVE'ta.� ÈV'tÒ<; oÀ.o<;.
, 'EÀ.7tLO� !l'lÌ VÉÀ.çnç q>pÉva. IJ.a.xMo�· yv�o�épov yè.tp
1tup tmopmLsu i>v!J.ÒV Èq>EÀ.XO!J.ÉVT].

444 ' E p a. 't o a il É v o u ç l: x o À a. a n x o ù

Ka.À.à. 'tCÌ. 7ta.pl>EVLT]<; XEL!lTJÀ.�a.· 1ta.pl>EVLT] OÈ


"t"Òv �Lov wÀ.Ecrcr' &v 1tciCTL q>vÀ.a.crcro!J.ÉVTJ.
TouvctEv Evi>Écr!J.w<; ri.À.oxov À.à.�E xa.L •wa. x6cr11�
o�ç �;;o-:òv à.v·.t crÉi>EV' <j>EUj"E OÈ IJ.a.xÀ.ocrvvT]V.
LI BRO NONO

P a l l a d a d 'A l e s s a n d r i a I tempi
44 I

Vidi in un trivio il bronzeo figliolo di Zeus. Mi stupii :


prima invocato, adesso là, in un canto.
Dissi, adirato : « Tu dio di tre lune, che i mali stornavi,
invitto sempre, spalle a terra sei! »
1
Presso mi venne il dio nella notte; ridendo mi disse:
« Sono un dio, ma m'adeguo ai tempi anch'io » .

44 2 Agatia Scolast ico di M i r i n a La Fortuna

Un pescatore penava coi pesci : una bella ragazza


ricca lo vide, se n'innamorò,
e per marito lo prese. Colui da una vita di stenti
a spocchie d'ogni genere passò.
1 E la Fortuna, ridendo, da Cfpride andava e diceva:
« Qui la vittoria non è tua, ma mia » .

44 3 P a o l o S i l e n z i a r i o figlio d i Ciro Cautele

Non dilatare a Ciprigna la mente ! Se un cuore resiste,


subito Amore balza via leggero.
Il pungiglione sguscia: se prendi del dardo bruciante
la punta, quello ti si ficca dentro.
1 Non ti lusinghi lasciva speranza: ché attizza la vampa
struggente, e il cuore se lo porta via.

444 Eratostene Scolastico C'è un limiU

Belli i trofei della verginità; ma, da tutti serbata,


verginità la vita avrebbe estinta.
Prendi ti dunque una sposa legittima , e al mondo rcoala
b
uno m rua vece. Fuggi la lascivia.

ANTOLOGIA PALATINA 23 2

44 5 ' l o u ). t a v o u A t y u 1t 't t o u

"Hì)EÀ.E (..LÈ\1 �et.cnÀ.Ev<; CTE �Ol)Mov dcrÉ'tL 1tÉ(..L1tEL\I


èiCT'tECTL 'tELpO(..LÉVOL<; OEUO(..LÉ\IW\1 (..Ltp61tW\I,
Tl)'tLCI.\IÈ XPVCTELE' CTÙ o ' E\1 �L6'tOLO yet.À.i}vn
-rtet.'tp�oet. xet.t xÀ.Tjpov cròv 'ltpo�É�ouÀ.et.ç EXELV,
, et.vçwv crwv 1tpoy6vwv X'tÉpet.ç (voLxov· à.pxoi-LÉvwv yà.p
'ltÀ.OV't0\1 èhL CT'tU"(ÉEL<; crvvì)povoç OLOE �LXl).

'HoÉet. 'ltCiV'tCI. XÉÀ.Euì}et. À.ciXE\1 �toç· èiCT'tEt (..LÉCTCT�


Evxoç, È'tet.LpEi:et.L, xpur.'tèt OO(..LOLCTL\1 èix11·
ciypòç •Ép�w èiyn, xÉpooç 1tÀ.6oç, à.À.À.ooet.'lt'Ì'J xì)wv
yvwcrLet.ç· EX oÈ yci(..LW\1 o'l:xoç O(..LOq>povÉEL,
' 'tOL<; o' ciyci(..LOL<; èiq>pO\I'tL<; à.d ��oç· tpxoç É'tVXì)Tl
'ltet.'tpt •Éxoç, cppovooç 'tOL<; à.yévoLCTL cpé�oç·
TjvopÉl)\1 \IE6't1)<;, 1tOÀ.L'Ì') q>pÉVCI.<; otOE\1 cmciCTCTCI.L.
"Evì)c:v Mpcroç EXW\1 swt, q>V'tEUE yÉvoç.

447 T o u et u 't o u

Mi)•TJP u'Let. À.L1tO\I'tet. (..LciX11" 1-LE'tCÌ 'ltO't(..L0\1 het.�pwv


EX'tet.\IE\1, wo�vwv l-Lvi'jCT'tW à.vT)Vet.(..LÉ\11)'
xet.L yètp yvi)CTL0\1 et.L(..Let. OLet.Xp�vEL Aet.XEOCI.�(..LW\1
à.À.xii (..LCI.pVCI.llÉ\IW\1, OÙ "(EVETI �pEq>ÉW\1.

- "Avoptç ti'lt' 'Apxet.OLT)<; à.À.Li}'topE<;, Ti p' EXO(..LÉ\1 'tL;


- "Ocrcr' EÀ.O(..LE\1 À.L'ItO(..LEvì)', ccrcr' oùx EÀ.O(..LE\1 q>EpO(..LECTì)CI..
LIBRO NONO 233

G iuliano Egizio Integrità


44 .5

Inviarti ancora voleva il sovrano in aiuto,


Taziano d'oro, a stremate città
di bisognosi mortali ; ma tu nella cheta bonaccia
la patria preferisti e il tuo retaggio,
, beni accrescendo legali. Gli averi dei sudditi aborri :
Dice lo sa, che regna insieme a te.

Giuliano Egizio Ottimismo

Tutte soavi le vie della vita. Nell'urbe, amicizie


e gloria ; in casa, ben coperti i crucci .
Gioia dai campi, guadagno dal mare, da terre straniere
istruzione. Concordia dalle nozze,
, spensieratezza di vita pei celibi. Appoggio ad un padre
il figlio; sema figli, addio paure.
Dà giovinezza coraggio, la chioma canuta saggezza.
Vivi fidente, semina una prole !

447 Giuliano Egizio La madre spartana

Come il figlio fuggi, periti i compagni, la madre,


rinnegando le viscere, l'uccise.
Ché non già dal figliare, bensi dal vigore guerresco
Sparta il sangue legittimo discerne.

Anonimo L'indovinello

- Pescatori d'Arcadia, c'è dunque qualcosa di buono ?


- Prede non sono con noi, non-prede san qui su di noi.
ANTO LOGIA PII LIITINA 234

449

Tt:c; 1tvpt 1tup Hict!J.O:CTCTE, 't Le; ECT�ECTE ÀO:!J.1tclOL 1tvpcrév;


T t:c; xo:'t' È!liic; vEvpijc; È'tÉpTJV È'to:vvcrcro:'to vEvpi}v ;
Ko:wòc; "Epwc; xo:'t' "Epw'tOc; ÈIJ.Q !J.ÉVEL i.crocpo:pLSEL.

E i. 'to:�c; etÀTJ�ELO:LCTL'V o t 'tE�'VTJXO'tEc;


o:tCT�T]CTL'V dxov, iivopEc;, wc; q>O:CTL'V 'tL'VEc;,
hTJy!;aiJ.TJV èiv wcr't' i.oE�v EùpLTILOTJ'V.

45 1

:Eoc; i-LE 1tOCTLc; XO:XOEpyoc;, Èvt CT1ti}ÀvyyL �O:�ELTI


IJ.OV'VWCTO:c; �o:pÙ1tO't!J.O'V, È!J.'Ì]'V cl1tÉXEpCTE XOpELT]'V'
CT'tvyvà. oÉ IJ.OL 1tOPE'V [ovo: 1tOÀV'tÀi}'toLo YcliJ.OLO'
y Àwcrcro:v ÈiJ.'Ì]v È�ÉpLcrcrE xo:t [cr�EcrEv 'EÀÀaoo: cpwvi}v.

45 2

Xo:�pE, Ilpéxv1J , 1to:pà. CTE�o xo:crLyvi}'tT]c; cPLÀo!J.i}ÀT]c;,


xo:Lpnv d 'tooE y ' ECT'tLv· È!J.ou u ero L èi}.yEo: �v!J.ou
r-btÀoc; à.7to:yydÀnE, 'tcl iJ.OL Àvypòc; w1to:CTE TTJpEvc;,
oc; !l' [p!;o:c; �O:pV1tO't!J.O'V Èv EpXECTL !J.T]ÀOVO!J.i}wv
' 'Ti:pW'tOV 1tO:p�EV[T]c;, IJ.E'tÉ1tEL'tO: o' ÈVOCTq>LCTE q>Wvijc;.

453

Aù'tòc; 6 �ouc; txÉ'tTJc; Èm�WIJ.Loc;, o:i.�ÉpLE ZEu,


!J.VXci'to:L �vx'Ì]v pvoiJ.Evoc; �o:vci'tov.
'A}.),à. !J.É�Ec;, KpovLOTJ, 'tÒV cipo'tpÉo:· xo:t crù yà.p o:Ù'tÒc;
'-OP�!J.EÙc; Eùpw1tTJc; 'to:upoc;, livo:!;. EyÉvov.
LIBRO NONO 2 35

449 Anonimo Amore tnnamorato

Fuoco con fuoco chi vinse? chi torcia con fiaccola spense?
Contro quest'arco mio chi la corda tese d 'un arco?
Con la mia forza un Amore, d 'Amore nemico, si prova.

450 Filèmone Passione /cl/eraria

Signori miei, se, come alcuni dicono,


davvero i morti fossero sensibili,
io m'impiccavo per vedere Euripide.

45 I Anonimo Filomela e Procne

Il tuo perfido sposo mi prese in un antro profondo,


me sventurata, da sola, mietendo il mio vergine fiore;
dote d'orrendi regali m 'offri pel connubio penoso,
ché la mia lingua recise, la greca favella mi spense .

45 2 Anonimo Sullo llesso tema

Procne, da me Filomela, da tua sorella, ' Salute' -


se per salute c'è luogo. Dell'anima mia, la mia veste
le sofferenze ti dica che il tristo Tèreo m'inflisse :
me sventurata colui nei recinti di pascolo chiuse,
' prima di verginità mi privò, piu tardi di voce.

453 Anonimo Il bue

Dio dell'etere, Zeus, il bove ti supplica all'ara,


mugge, a stornare via da sé la morte.
Libera, Crònide, il bue di fatica, ché toro tu fosti,
quando, signore, traghettasti Europa.
ANTOLOG I A PA LATINA

454

455

"Hnoov lJ.Èv Èywv, lxcipcto-o-E oè l>Ei:oç "O lJ.TJpoç.

Et r.ci>ÉEW l-l' ÈoLoct!;ctç È'V ovpEO"L 'tctvpov ciÀ:{)"tT]'V,


lJ.UXTJi>!J.ov IJ.E otoct!;ov o1twç cpO.. ov &vopct xctÀÉo-o-w.

457

"Eyvwç 'VV'V, 'Ayci!J.EIJ.'VO'V, ÈlJ.Ò'V cpi>Lo-l]vopct i>u!J.6'V ;


"Eyvwç lv O""tctoLno-w oo-ov o-i>Évoç "Ex'top6ç EO"'tL;
Nvv yà.p 1tciv'ttç o}.ov'to ..Eii 1toÀu1t'rllJ.ovL }.w�n.
uot o ' ct\m� lJ.Éyct 1ti]lJ.CI Cj)ci'VT], i>ct'Vci'tOLO XÉPELO'V'
' cicppoa\NT]<; XctXà. (pyct Xctt aO"XE'tCI 1tÉ'Vi>Ect 1tciO"XEL<;,
oç r.rio-w Act'VCIOLO"W cipl]Lo'V i:'pxoç hvxi>TJ<;.

Xcti:p ', 'IMxTJ· lJ.E't' &ti>Àct, !J.E't' &}.yEct 7tLxpà. l>a}.cio-O"T]ç


ci0"1tctO"Lwç 'tEÒ'V oÙoctç txcivolJ.c.tL, ocppc.t vol)o-w
ActÉP'tTJ'V &}.ox6v 'tE xat liyÀctòv utÉc.t lJ.ovvov ·
uòç yà.p Epwç Xc.t'tÉi>tÀ!;Ev É!J.Ò'V v6ov· o!oa xat ctÙ"tÒç
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LIBRO NONO 237

Anonimo La Mura e il poeta


45 4

Non è il Crònide, è questo il padre mio !

45 5 Anonimo Apollo e Omero

A cantare ero io, non faceva che scrivere Omero.

Anonimo Pari/ae

Se m'insegnasti ad amare sui monti un toro vagante,


devi insegnarmi a muggire, ch'io chiami lo sposo diletto.

457 Anonimo Achille e Agamennone

Ora, Agamennone, hai visto la collera mia rovinosa?


D'Ettore quale la forza nel corpo a corpo l'hai visto?
Tutti perirono ormai per il tuo vituperio funesto;
anche per te la rovina fu grande, peggiore di morte :
, sconti della follia miserevoli effetti di lutti
intollerabili, tu, baluardo marziale pei Greci.

A no n i m o Odirreo a ItiJCa

Itaca, salve! Da lotte, da crudi travagli di mare


alle tue rive approdo felice, a vedere Laerte
e con lui la mia sposa con l'unico splendido figlio.
L'anima mia s 'incantò nella brama di te: lo so anch'io:
' 'cosa non c'è della patria piu dolce e dei cari parenti' .
ANTOLOGIA PA LATINA

459

'AtpExÉwc; 1tciv'twv 7toÀ.u(.l.r)X(xv6c; Écr'tw 'OoucrcrEuc;·


swòc; EW\1 ÉVOl)O'E\1 ii (.I.TJ i)É(.I.tc; Écr'ttv toÉcractt,
VEp't"Épt0\1 XEUi)(.l.(�\lct Xctt èi).YEct mxpèr. i)ct\10\l't"W\1.
llwc; o ' E't"À.l) 7tpOÀ.t7tEL\I LEpÒv q>cioc;; "H 'ttc; avayxl)
' iiyctyE\1 oux Éi}ÉÀ.onct; A6À.wv ax6pl)'t"Oc; huxi)11
Év xi)ovt xctt 7tEÀ.ayEcrcn xctt Év \IEXUEO'O'W 'OoucrcrEuc;.

Mij't"Ep, 'tEUXEct 'tctV'tct xctt ayÀ.ctèr. owpct XO(.I.Lsnc;


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otoct (oÈ) v uv iht llctÀ.À.èr.c; Èq> "Ex'topt xEi:pct xopucrcrEt
lJ(.I.E't"ÉpT)V xctt Tpwcrtv cinxÉct À.otyòv ÉydpEt.

M6xi)oc; É(.l.ou YEVE'tijpoc; ci(.l.u(.l.ovoc; où 't"ÉÀ.oc; EvpEv,


ctÙ'tèr.p Éyw TpWECTO't (j>0\10\1 7ttL\I't"EO'O"t xopucrO"W'\1
nÀ.ui)ov· TJVOPÉTI yèr.p tmÉp't"Ep0\1 EVXOc; adpw·
xctt llpLct(.I.0\1 PctcrtÀ.ijct xctt ouc; 7tpoÀ.ÉÀ.Ot7tE'II 'AxtÀ.À.Euc;,
' 7tcl\l'tctc; O(.I.OU Xct'tèr. (.I.WÀ.0'\1 E(.I.Ò\1 (.I.Évoc; otOE\1 oÀ.ÉcrO"ctt"
xctt TpoLT}c; 7t'tOÀ.tEi)pov apljto'\1 H;ctÀ.ct7tciçw,
xctt Actvctoi:c; OEXÉ't"T)pov E(.I.Ò\1 o6pu (.1.6xi)ov tL\IUO'O'Et.

llcicrctv É(.l.ijc; xpctoLT}c; XctÀ.E7tTJV a7tÉ7tctucrctc; avtl)v


Ù(.I.E't"Épou YEVE'tijpoc; 'AxtÀ.À.Éoc; Ei:vExct 7tO't(.l.ou,
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"IÀ.t0\1 ÉçctÀ.ci7tctçctc;· EEÀ.OO(.I.É\IOtO't o' 'Axcttoi:c;
' èicplh 't"0\1 W7tctcrctc; Evxoc;, a (.I.TJ OEXÉ't"T)poc; 'Ewouc;
r.cicrt\1 (.l.ctpVct(.I.ÉVotc; Actvctoi:c; xp6voc; EVpEV avucrcrctt.
L I B RO NONO 2 39

459 Anonimo Al:hille e Odisseo nell'Ade

Certo che d 'ogni risorsa fu sempre fertile Odisseo:


ciò che vedere agli umani si nega, da vivo conobbe:
gl'infernali recessi, le pene crudeli dei morti.
Come ardi di !asciarla, la luce divina? Che fato
, suo malgrado lo spinse? D'inganni non era mai sazio
qui sulla terra, nel mare, laggiu fra gli spiriti Odisseo.

Anonimo Achille e le armi

Madre, quest'armi tu rechi, mirabili doni, a tuo figlio


prossimo a lotta - nessuno ne vide nel mondo le uguali.
Contro Ettore so che già Pallade m 'arma la mano,
per i Troiani già so che un orrendo macello ridesta.

Anonimo Pirro a Troia

Fine il travaglio non ebbe del mio genitore perfetto,


ma sono io che a recare qui venni ai Troiani la strage,
ché col gagliardo valore piu splendido vanto riporto.
Priamo sovrano e coloro che Achille lasciò sulla terra
' tutti ben sa sterminare la forza che ho, nella mischia,
e spianterò quella rocca marziale di Troia, suggello
al decennale travaglio sarà la mia lancia pei Greci.

Anonimo Deidamia a Pirro

Tutta dell'anima mia l'amarezza profonda chetasti


per la fatale vicenda d'Achille tuo padre, che Ilio,
fonte di lacrime, uccise. Venisti tu, che l'intera
Troia al suolo radesti, secondo i voti donando
' gloria ai Greci perenne - suggello supremo di lotte
che non recò per le truppe compatte un decennio di guerra.
ANTOLOGIA PALATINA

IlT}À.dOT}\1 XO'tÉOVCTct 1taÀ.w ilwpT}!;Ev 'Aili)VT}


EV'tECTLv 6.ilctv6.-.oLcrv -.L �LyLov ECTCTE'tctL li)..yo�
cttvo!J.6poL� TpwECTCTL xctt "Ex-.opL xctt ytvt-.TjpL,
cm1t6"tct\l E\l'tECI 'ti1V'tl1 ilEò� 1tOpEV 6.vÉpL "t(i)OE;

"EppE'tE ot !;v!J.1tl1\l'tE�, ÉÀ.EYXÉE� AtyLctÀ.TjEc;·


èi.p"tL ilctVW\1 MEVÉÀ.rxo� É!-lb\1 !J.Éyct XVOO� aÉ!;EL.

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1tct'tpLO O � oÀ.À.V!J.ÉVT}�, �pLa.p'Ì)v o' a1tOEL1tE� 6.xwx'Ì)v
rxtcrxvvwv KrxÀ.vowvrx xrxt OtvÉct xctt vctt-.Tjpct�.

'HvopÉTJ� xÀ.v-.èt [pyct 'tE'Ì)v ECT't E�ctv ò:7ti)VT}v


xctt vv!J.cpT}v �o6wcrw cipLCT'to7t6voLc; Ù!J.EVctLoLc; .

IlTJÀ.LaoE� crxomctL, xovpo-.p6cpoL, Et7tctu 1tctLol


0\1 Xdpwv EOLOct!;Ev Ò:pLCT'tEVEL\1 tvt xap!J.n,
!J.Tjvw Ò:7toppi:�ctL xctl ÀoLyLov [xilo� 'AXctLoi:c;.
L I B R O NONO

Anonimo Le armi d'Achille

Incollerita, Atena di nuovo il Pelide coperse


d'armi divine. Che altro piu crudo dolore sovrasta
gli sventurati Troiani, con Ettore e il suo genitore,
ora che a un uomo siffatto donò tali armi una dea?

Anonimo Pàndaro

Alla malora, Argivi felloni, né alcuno si salvi!


Morto è ormai Menelao: la mia gloria piu alta s 'aderge.

Anonimo Altea e Me!eagro

Scordi, creatura mia, la tua stirpe, né punto ti curi


della tua patria che muore. Quell'arma possente rifiuti,
e Calidone, con Èneo, col popolo, d'onta ricopri.

Anon i m o AlceIli e Admeto

T'incoronarono il carro le gesta d'insigne prodezza;


dopo un travaglio d'eroe, per le nozze una sposa s'invoca.

Anonimo Pt!eo

Creste del Pelio nutrici di giovani, dite a mio figlio,


già da Chirone formato per essere il primo alla lotta,
che la sua ira e quell'odio, funesto agli Argivi, deponga.
ANTOLOGIA PALATINA

:Ei'jc; cipE-ri'jc; Lòpw-r� xct}.i}v CÌ1tÉÒwXEv CÌ!J.o��i)v


cròc; yEvÉ't"T)c;, "Hpctx}.Ec;, È1td 1tovcc; èicr1tE-rov Euxoc;
civòpcicrw otÒEV èiynv (J.E't"' CÌ1tdpovct xvx}.ov CÌÉO}.wv.

:Eot xcipw V;E-rÉ}.ECTCTE 1tOVOt; xctt cii}Écrcpct't"Ot; tòpwc;,


xwpov EXHV 1tOMo}.�ov 0\1 ov 1tCÌpoc; E}.}.IXXEV civi)p.
,

47 0

Où i}Ép.�c; Èv cpi}�I�Évo�crw EXHV x6-rov· èi}.j'EIX yct�T)c;


xct}.}.d�ctc; ciycb;czsE -rEÒv cp�}.ov· où yàp 'OòucrcrEùc;
ii}.�-rEv dc; crÈ i}É}.wv, �p�ctpi} ÒÉ cr' E1tEcpVEV 'Ai}i)v1)
ZEvc; -rE 1tcz-ri}p xczt Moi:pct xczt i)Epocpoi:-r�c; 'Epwvc;.
, Ati}E ÒÈ 't"EVXECI pi:�Ev Èc; ci}.(J.upà �Évi}Ecz 1tov-rou
òi:ct 8É't"�c; xctt vEi:xoc; CÌ1tÉCT�ECTE CTEi:o !J.EVo�vi'jc;.

47 I

'Ecri}}.òc; civi)p cpvyE 1tOV't"OV CÌ1t1)VÉIX XtXt (J.E't"CÌ !J.OXi}ou


Èc; 1tCÌ't"p1)V cicp�xctvEv, È!J.OU ÒÉ XE cpÉp-rEpoc; ELT)
Eu ÒEÒczwc; 1t-r6}.�cic; "tE xctt Ei}vEct xctt véov civòpwv.

47 2

ITo)J.à XIX!J.WV v6cr-r1)CTEv civi)p -r}.i)i}u(J.oc; 'OòucrcrEvc;,


ci).}.' E(J.7.1)t; ÙÉoc; ECTXEV civà xMvcz xctt XIX't"CÌ 1':0\l't"OV
civò p ciaw Ècrcro!J.Évo�cr�v cid 1t-ro}.�r.opi}oc; Oò u crcrEvc;.
'
LIBRO NONO 243

Anonimo Era e trae!e

Al tuo sudato valore mercede stupenda tuo padre,


Èracle, diede, perché, dopo un ciclo infinito di prove,
suole il travaglio agli umani recare ineffabile gloria.

Anonimo Sullo stesso tema

Un privilegio ti venne da immenso sudore e travaglio :


vivere in luogo beato, che mai non attinse mortale.

47 0 Anonimo Achille e Aiace

Lecito l 'odio non è fra gli estinti. Le pene del mondo


!asciale, e sii, con l'amico, cordiale, ché il torto d'Odisseo
deliberato non fu : la possente Atena t 'uccise,
col padre Zeus, con l'Erinni che vaga nell'aria e la Parca.
, Ah, se Teti divina le avesse gettate, le armi,
entro gli abissi salmastri, spegnendoti l'odio nel cuore !

47 1 Anonimo Nestore e il ritorno d'Odisseo

Giunto è quel prode alla patria, scampato dal mare crudele


e con fatica. Che adesso su me la vinca può darsi,
lui di città ben esperto, di genti e d 'umano pensiero.

47 2 Anonimo Odisseo

Dopo travagli tornò l'eroe pazientissimo, Odisseo.


Gloria, comunque, per terra raggiunse e per mare; l 'Odisseo
eversor di città rimarrà tra le genti future.
ANTOLOGIA PA LATINA 2 44

473

"IÀLoc; 6cppuoEO"Cia. xa.·n]pL'ltE'II, èi.p-tL oÈ 'ltaeia.v


).TJLO�TJ'II Aa.va.o�CiL i)Ebc; 7t6pEv, o1t1t6't' 'AXLÀÀEvc;,
1-Lii'II LV a'ltoppt'-Va.c;, cpitLCii)'llo pa. XE�pa. xopuCiCiEL.

474

otx.�pw O"ÉO xaÀÀoc;, E'ltEl AL6c; ÉCiCiL j'E\IÉi)ÀT)c;'


de1op6w yò:p èiya.ÀI-La. OLO'tpEcpÉc;. 'A-.pExÉwc; oÈ
Tpwei� 'tE xa.L Aa.va.otO"L �-L!iXTJ OEXÉ'tT)poc; É'tvXi)TJc;.
Iloù ALÒc; a.tyLOXOLO, 'tEOÙ j'E\IE'tiipoc;, apwya.t;
, "E�-L7tTJc; s· EPXEo i)aCiCiov, a'ltiJ�-Lova. voO"-.ov tJ.ove1a.
Etooi)ÉTJc; to•TJ•L, xa.xiic; l1tt vw-.a. i)a.ÀaO"O"TJc;.

475

Evpw'ltTJc; 'ACi�TJc; 'tE oopLCii)EvÉEc; �a.CiLÀiiEc;,


V!-Lt\1 a!-L(jlO'tÉpOLCiL\1 É'ltt çupoù LCi'ta.'ta.L !ix�-Liic;
•�c; XE'\1 É!-LÈ ùi)i}u!-Loc; EÀOL OVCi'tTJ'II0\1 choL'tT)c;'
ZEùc; oÈ 'lta.-.Tjp OLXaO"ELE'II , èivwi)E oÈ Ku'ltpoyE'IIELTJc;,
' �-L'l) 'ltaÀLV aÀÀoc; EÀTI !-LE ya.!-LOXÀO'ltoc;, a.to-xoc; 'Axa.Lotc;.

'EsTJ!-L�WCia.c; aCii)E\IW\1 'tÒ\1 UEx'topa.·


q>Épuc; yÒ:p TJ!-Lt'll ÉÀÀmii O"XUÀEV!-La.'ta..

477

"A!-L1tEÀE, •t 'ltpaçwi-LE\1, 5-.a.v Aa.rpva.toc; A7toÀÀwv


7t't6pi)ov É�-Lòv xÀ�vn oL' 'AJ.EçavopoLo �EÀÉ�-LvoLc;;


LIBRO NONO 245

473 Anonimo Fine dell'ira

Crollo d 'Ilio superba : da poco ai Greci la porge,


preda totale di guerra, la dea, dal momento che Achille
l'ira ha deposto, e la mano che gli uomini uccide riarma.

474 Anonimo Idbtea e Elena a Faro

Sei della stirpe di Zeus, e la tua bellezza compiango:


come divina parvenza ti vedo; ma certo cagione
fosti a Greci e Troiani d 'un lungo decennio di guerra.
Dove del padre, del nume dell'egida, dunque, l'aiuto?
, Vieni, svelta, comunque, cogliendo indenne ritorno
per il volere d'Idòtea, sul dorso del perfido mare.

475 Anonimo Elena

Re possenti di lancia d'Europa e d'Asia, sul filo


volge ormai del rasoio per l'uno e per l'altro la sorte,
quale di me sventurata sarà coraggioso marito.
Spetti al padre Zeus la sentenza, ma senza Ciprigna,
, ché non mi prenda di nuovo un adultero, a scorno dei Greci.

Anonimo Patroclo

Per debolezza tu nocesti ad Ettore:


bottino d'armi porti a noi, manchevole.

477 Anonimo Tele/o

Vite, che cosa faremo, nel punto che Apollo Dafneo


stronchi il mio ramo ( la mano sarà d'Alessandro) coi dardi ?
ANTOLOGIA PA LATINA

4 79

l:Ei:o vòov 7tÉ"tpwo-Ev ci[-LdÀ.LXct OEO"[l.Lct 7tÉ"tpT)c:;,


xoct ).[i)ov Éx'tEÀ.ÉO"ELE 't"EÒ\1 OE[J.ac:; 0[-1.[-l.ct MEoouo-T)c:;.

'A7tE!7't"pa<pT)c:; v uv, wc:; À.a�wv H;ova-iav ;


TctU't"ll ycìp ou 7tE<pVXE CTUV't"PÉXEL\1 "Epwc:;·
"Epwc:; ycìp ii.À.À.T)\1 civ't"ct[l.d�E't"ctL 't"pL�o\1.

'ECT7tEpLÒc:; [l.' ÈOa[-l.ctCTCTE\1 0[-I.OU xoct 7tPWLO<; ur.voc:;,


Se:; [-I.È\1 Èm�p icrocc:;, Se:; OÉ [-LE [l.lJ xocÀ.Écrac:;·
W\1 Èç ci[-l.<j)O't"EPW\1 o [J.È\1 ÈppÉ't"w, oc:; OÈ 7tctpdT)
LÀ.ctoc:;, WpaW\1 [J.hpo\1 È7tLO"'t"a[l.E\IO<;.

O{moocvot [J.EpÒ7twv d xoct [J.Éyoc pÉçct[-I.E\1 Epyov,


o \hw oc:; dc:; [J.Vl}[J.T)v OT)pÒv È7tEPXÒ [J.Ei)oc·
ot o' cl:yoci)ot xììv [-I.T)OÉ\1, cl:vct7t\IEUCTWO"L OÈ [-I.OU\10\1,
wc:; At�uc:; EL7tE\I cl:vl)p, 't"OU't"' cl:oa[l.ct\l't"L [J.É\IEL.
, d1}7tO't'E ycìp Zl)vwvoc, 7tOÀ.Lcrcrouxov �ctCTLÀ.f)a,
1toctrvLov &:<pp&:cr..wv Èx't"EÀ.éov't"oc xu�wv,
't"OLTJ 7tOLXLÀ.é't"EuX't"oc:; EÀ.Ev l)(crLc:;, Eih' cl:1tò À.Euxou,
nu xoct Òmcri)LOLT)\1 dc:; éoòv ÈPXO[J.Evov,
LIBRO NONO 247

Anonimo Priamo a f:.leno

Che dono alla tua patria! Proprio splendido !

479 Anonimo Pèrreo e Andromeda

Pietrificò la tua mente quel vincolo duro di pietra:


venga dunque Medusa, con l'occhio ti faccia di smalto.

Anonimo Ippodamia e Pèlope

Ti tiri indietro, ché ti senti l'arbitro?


Amore a tal contegno non è consono:
Amore cangia e per un'altra strada va.

G i u l i a n o S c o l a s t i c o il F a t u o I sonni

Vinto m'hanno del pari due sonni, di sera e dell'alba :


l'uno gravò né mi riscosse l'altro.
Vada al diavolo l'uno, propizio mi visiti l'altro,
delle ore non scordi la misura.

Agatia Scolastico La misura

Gente da nulla, sia pure notevole l'opera nostra,


noi nel ricordo non restiamo a lungo;
l'atto dei grandi, se, nulla facendo, respirano, resta
- disse l'uomo di Libia - nel diamante.
' Mentre Zenone, sovrano di questa città, si batteva
nel gioco imprevedibile dei dadi,
un'insidiosa mossa lo vinse. Giocava col bianco,
che nel senso retrogrado si sposta:
ANTO L OGIA PALATINA

bt-rcì j..L ÈV fx-roc; EXEV, j..I.Lct'll Ei:vct-roc;· ctù-rcìp 6 crovj..Lj..I.O c;


lo o LCTCTCÌc; aj..LrpLÉ7tW'II rcroc; ET}V OEXli't C(),
oc; 'tE 7tÉÀ.EL IJ.E'tCÌ CTOVj..Lj..LO'II EXEV ovo· j..LOVVaOct o . èiÀ.À.1}'11
4rijrpov 't 'Ì"j'll 7tVj..LhT}V ap.rpLÉ7tECTXE OL�oc;.
'A)..)...cì 1-LÉÀ.ctc; oLcrcr!Xc; !J.Èv Ev òyooa-rC(.l À.L7tE xwpC(.l
Xctt -r6crcrctc; hÉpctc; Eç �ÉCTLV ÈvOEXa'tT}'II "
l' a(lrpt ovwOÉXct'tO'II OÈ OLÉ7tpE7tO'II ELXEÀ.OL èiÀ.À.ctL,
xctt -.pLcrXctLOEXOC'tC(.l �ijrpoc; (xn-ro j..I.L ct·
oi.svyEc; .AV't Lyovov OLEXOCTj..LE0\1" CÌÀ.À.Ii xctt ctÙ'tl;J
rcroc; Ej..LLIJ.VE 'tV7tOc; 7tE\I'tE7tLXctLOEXOC'tC(.l,
ÒX'tWXctLOEXOC'tC(.l 7tct'IIOj..LOLLOç· dcrÉ'tL o ' èiÀ.À.ctc;
20 dxEv OLX�ctoi.ctc; -rÉ-rpct-roc; Ex 7tvj..Loc -rov.
Aù-rcìp èivctl; À.Evxo�o À.ctxwv CTT)j..LlJ Lct 7tECTcrov
xctt -ri)v ECTCToj..LÉVT}V où voÉwv 7tctyi.oct,
'tPLX�ctOLctc; OCOOXT}'tct �ctÀ.W\1 �T}(jl�Octc; 6.7t' lJ�j..LOV
7tvpyov Oovpct'tÉOV XÀ.Lj..LctXL XEV�OIJ.ÉV1J,
2' OOLCÌ xctt E!; xctt 7tÉV'tE Xct-ri)yctyE'II " ctÙ'tLX!X. o' ÒY.'tW
èisvyctc; dXEV oÀ.a.c; 7tpÒCT�E 1-LEPLSOj..LÉV!X.ç.
Toc�À.l'l" rpEvyE-rE 7tocv'tEc;, i.1td xa.t xoi.pa.voc; a.ù-.òc;
xdVT}c; -.cìc; aÀ.Òyovc; oùx \17tocÀ.vl;,E 'tVX!X.c;.

'Ex <povl.wv IlEpCTW\1 <pÒVLO'II (jlV'tÒ\1 i)ya.yE IlEpCTEVç,


7tctLOt 9EO"(\IWCT'tOV 't OV �!X.\IOC'tOV 7tpÒ(jl!X.CTLV.

'Acrxòv 'tW'II CÌVÉj..LW'II EÀ.!X.�Év 7tO'tE owpov 'OovcrcrEÙc;


7tÒnov E7tL7tÀ.dwv· XP'iii-L!X. ycìp Tjv 't L j..LÉya..
'A}.)..' Ej..LÒc; AtoÀ.oc; où-roc;, EXWV avEj..LWÀ.LO'II Tj-rop,
opVE0\1 Ex7tÉj..L7tEL -.wv aVÉj..LW'II "(Ej..LI.crctc;.
' IlvEVj..L!X.'tOC j..LO L 7t'tEPOEV'tct, <pi.À.oc;, va.t 7t'IIEVj..Lct't!X. 7tÉj..L'T-.nc;·
où ovva.j..LctL oÈ rpa.yE�v �À.L�oj..LÉvovc; ocvÉj..Lovc;.
LIBRO NONO 2 49

sette pedine in sesta casella, una in nona; la ' somma'


IO due ne aveva, alla stregua della decima,
due pure quella ch'è dopo la ' somma', ed un'altra, isolata,
ch'era l 'ultima, stava nella ' diva'.
Ecco che il nero lasciò due pedine all'ottava casella
e nel posto undicesimo altrettante;
,, nel dodicesimo, ancora quel numero due di pedine,
ne aveva il tredicesimo una sola;
mentre una coppia adornava l"Antigono' e a questa era pari
la posizione al posto quindicesimo;
il diciottesimo, uguale; di piu, nella quarta casella
20 dall'ultima, giaceva un'altra coppia.
Ora il sovrano, che aveva sortito i colori del bianco,
senza pensare all'incombente trappola,
alla sprovvista lanciando dal cesto tre dadi, dal buio
della torretta lignea scanalata
2' due, sei, cinque cavò, ritrovandosi a un tratto spaiate

otto pedine prima unite a gruppi.


Dal tavoliere guardatevi tutti ! Neppure il sovrano
alle sue sorti illogiche sfuggi.

Anonimo ùz periica

Pèrseo dai Persi omicidi dedusse una pianta omicida,


causa di morte al figlio di Teognosto .

Pali ada L'uccdlo farcito

Ebbe in dono una volta, correndo Odisseo per mare,


l'otre dei venti - cosa non da poco.
Ma quest'Èolo mio, dal cuore di vento, mi manda
un uccello: colmato l'ha di vento.
' Aliti alati mi mandi, nient 'altro che aliti, caro :
mangiare non potrò compressi venti!
ANTOLOGIA PA LATINA 250

Tà.v 8hLV tidow, xpucroÉi)upo: 8hLV,


NT}pÉoc; tii)o:vti-ro:v dvo:ÀtoLo x6po:v,
-rà.v ALÒc; E:wEcrtn ITTJÀÉL YTJIJ.O:(J.Évo:v,
-rà.v ti}.òc; tiy>..o:to:v, ti(J.E-rÉpo:v llo:cptT}V"
' éÌ 'tÒ'II OOUpL(J.O:Vi'j, 'tÒ'\1 o' "ApECl 'lt'tOÀÉ!J.!p,
'E}.}.tiooc; ticr-rEpoTiciv, E:!;hExEv Ào:y6vwv,
o�ov 'AXLÀÀi'jo:, -rou xÀÉoc; oùptivLov·
-r0 ù1tò rrvppo: -rÉxEv 'lto:�oo: NEo'lt-roÀEJ.Lov,
r.EpcrÉ7toÀLV Tpwwv, pucrbtoÀLV Ao:vo:wv.
10 'J}.TjxoLc; f)pwc; li(J.(J.L, N E07t-roÀE(J.E,
oÀ.�LE, IIuitLciOL '\IU'\1 xitovt XEUàé(J.E'II E "
OÉXVUCTO o' EÙ(J.EVÉW'II 'tciVOE itUT}7tOÀtT}V,
'ltéiV o ' ti7tÉpUXE OÉoc; a(J.E'tÉpo:c; 'ltOÀLoc;.
Tà.v 8hL'II tidow, xpucroÉitELpCl 8hL'II .

Tljv À.o:mipa.v' 't"Ì")'II o:ù-ròc; ti'ltOCTq>ty!;o:c; ti'ltO'ltÉ(J.'ltELc;,


EupEv 6 1ta.�c; À.ucro:c; cpvcra.v u7tTJvÉ(J.Lov.

Bpw(J.O:'tci (J.OL xotpwv CTUXLSO(J.É'IIW'II 'ltpoÉitT}xo:c;,


STJPW'II , oLijlo:ÀÉwv, Ku7tp6itEv ÈPXO(J.Évwv·
ti}.}.' E(J.È cruxwitÉno: (J.o:itwv i1 crcpti!;ov hotJ.twc;
ii cr�Écrov EX oti)JT}c; 'll ci(J.O:'tL -r0 Ku7tptrp.

TÉpr.T)c; EÙq>ép(J.Lyyo: xpÉxwv crxLciOECTCTL'II tioLOà.v


xci-rito:vE vocr-r-i)cro:c; E:v Ao:xEOO:L(J.ovtoLc;,
OÙX èi.opL T.À."()ydc;, OÙO' O:U �ÉÀEL, ti}.}.' Evt CTUX!p
xdÀ.ECl. <l>Eu, 7tpocpcicrEW'II oùx tir.opEL M.vo:-roc;.
LIBRO NONO 2JI

E l i ocloro Inno delfico

Tètide canto, Teti chiomadoro,


figlia immortale del marino Nèreo,
che sposò Pèleo (cosi volle Zeus ),
ornamento dei mari, nostra Cfpride.
, La furia della lancia, il dio di guerra,
la folgore di Grecia partorf,
il divo Achille, di celeste fama.
Pirra per figlio diede a lui Neottòlemo
che i Troiani spiantò, gli Achei salvò.
1o Arridi a noi, felice eroe, Neottòlemo
ora coperto dalla terra delfica.
Propizio accogli quest'offerta nostra,
dalla nostra città storna il timore.
Tètide canto, Teti chiomadoro.

Pali ada Tutto li

Sciolse lo schiavo quel ventre che tu m'inviasti farcito :


un soffietto ventoso vi trovò.

P a l i ada I fichi

Cibo di porci ingrassati di fichi m'offristi, riarsi,


rinsecchiti, che vengono da Cipro.
Sappi che anch'io sono grasso di fichi : o mi scanni all'istante
o con la cipria linfa mi disseti.

T r i fo n e Il fico moria/e

Terpe nell'ombra tesseva melodici canti di cetra :


come tornò, morf fra gli Spartani.
Spada o strale a colpirlo non fu, ma un fico sul labbro.
Le occasioni non mancano alla morte.
ANTOLOGIA PALATINA 25 2

fpa.��a.•�xov i)uychT)p E't"EXEV cp�M•11•� ��yEi:cra.


-r.a.�0�0\1 cXpC1E\I�x6v, i)T)Àvx6v, oÙOÉ't"Epov.

49 0 ' ID . � o li w p o u

IIa.v't"cXP�Tl\1 cpopÉoucra. 7tvpòç �Ì') 't"ctPBEL Èpwl)v·


pT)LO�w<; Mo�pa.L<; xa.� -r' cio6xT)'t"a. 1tÉÀEL.

49 1 ( M a; v ) H w v o ç

ZEv<;, "ApT)<;, IIa.q>�T) , Ml)vT), Kp6vo<;, "H }.�o<;, 'Ep�fic; .

49 2

493

494

495

'EÀÀctOO<; Èwa.E-rfipE<;, cX�E�q>ÉE<; i}yE�OVfjE<;,


�TlXÉ't"L 1tLO'-rà: cpÉpoL't"E OoÀocppovÉova-L yuva.�o�ç·
i)T)ÀU't"ÉPT) IJ.' ÉOci!J.a.CTCTE, 'tÒ\1 ov X't"ct\IE OTJLO<; UEX't"Wp.
LIBRO NONO

Pallada La prole

Fece l'amore la figlia d'un padre grammatico ed ebbe


prole maschile, femminile e neutra.

49 0 E l i odoro Talirmano

Se una pantarbe tu porti con te, non ti turbi la fiamma:


l'incredibile è agevole alle Parche.

49 1 Manetone La rettimana

Zeus, Are, Cipride, Luna, Saturno, Sole, Mercurio.

49 2 A no n i m o Coacervo

Scudo, lancia, spada, corazza, cimiero, cavallo.

493 Anonimo Sullo rterro tema

Scudo, archi , frecce, cimiero, con l'asta possente una spada.

494 Anonimo Sullo rterro tema

Strale con archi, elmo, scudo, con lancia, spade, corazza.

495 A no n i m o Agamennone

Voi che abitate la Grecia, perfetti duci di genti,


non vi fidate mai phi delle donne che tramano inganni :
vinse una femmina me, che da Ettore morte non ebbi.
ANTOLOGIA PALATINA 2 54

49 6 ( ' A � T] v tt l o u � o u E 7t q p tt J! J! Il "C 0 7t O L o u )

Tn !:'toi:xwv !J.VÒwv doi)!J.ovEc;, w mxvcipLtr'tct


ooy!J.ct'tct 'ta�c; tEpa�c; EvÒÉ!J.EVOL crEÀ.�cnv,
•civ cipE'tÒ:v ljJvxiic; ciyaòòv 1-16vov· iioE yò:p civopwv
JlOVVCl xat ��O'tOV puO"Cl'tO xctt 7tOÀ.Lctc;·
, crctpxòc; o ' ciOv7tciÒTJIJ.Cl q>i.À.ov 'tÉÀ.oc; civopcitrLV CiÀ.À.oLc;
ci !J.Lct 'twv MviJIJ.TJc; f)vvtrE i)uyct'tÉpwv.

497 K p 6: -c T] -c o �

"Epw•ct 1tauEL À.L!J.oc;· d oÈ IJ.iJ, xp6voc;.


'Eò:v OÈ IJ.TJOÈ 'tctV'tct •iJv q>À.éyct cr0Écrn,
i)Epa7tdct croL 'tÒ À.omòv i)p•i)cri)w �p6xoc;.

Mi} i)ci7t'tELV 'tÒV CiÒct7t'tOV, Ect xvcrt xvp!J.ct yEvÉcri)ctv


yij ;; civ'twv 1-LiJ•TJP IJ.TJ'tpoq>Mpov où OÉXE•' Civopct.

499 { n tt H tt o ii l

'Apyct),Éwc; q>ÉpE'tClL 7to),Lòc; xpévoc;, ciÀ.À.Ò: 7tctpZp7tW\I


Xctt q>WVÒ:ç XÀ.É7t'tEL q>ÒEj'j'OIJ.EVWV IJ.Ep07tWV
x a t 1J.'Ì"j q>ClLVOIJ.EVOç 'tOÙç q>ClLVO!J.ÉVOV<; ciq>ctVLSEL
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XClL JlTJ q>ClLVOJlEVOV<; ELç q>ClVEpOV 7tp0q>EpEL.
' "!l l;,wijc; ciopLO"'tOç EV ci'Ji)pW7tOLO"L 'tEÀ.EU'tlj,
Ti !J.ctp E7t ' Tii-LctP cid 7tpÒc; 1;,6q>ov EPXO!J.Évwv.

5 oo {lltt ).). tt o ii )

MTJXÉ'tL xÀ.TJpo\lo!J.ovc; 6vo!J.cisE'tE q>Éyyoc; òpwV'tac;,


'oùc; o' ci;;oi}vflcrxo\l'tac; xÀ.TJPO\Io!J.ovc; À.ÉyE'tE'
LIBRO NONO 255

A te n e o e p i g r a m m a t i s t a lA virtu e il piacere

Voi che le stoiche parole sapete, ed egregie sentenze


avete a sacre pagine affidate,
'è la virtu - dicendo - per l'anima l'unico bene'
(poiché lei sola vita e patria salva ),
� c'è della carne il piacere - per altri uno scopo supremo :
fra le Muse, una sola l'attuò.

49 7 Cratete I rimedi

L'amore passa con la fame o il tempo. Se


neppure questi mezzi il fuoco spengono,
appendi un laccio : dei rimedi è l'ultimo.

Anonimo Norma perJiana

Tomba non dare a chi tomba non ha - che sia preda dei cani !
Madre di tutto, la terra chi sporca la madre rifiuta.

499 (Pallada) lA Jorte

Penosamente il tempo canuto procede; strisciando


ruba la voce agli uomini parlanti,
quelli che appaiono fa, senza mai comparire, sparire,
porta chi non appare ad apparire.
' Indefinibile fine di vita per gli uomini ! Vanno
verso la notte, giorno dopo giorno.

5 00 (Pali ada) Gli eredi

No, non chiamateli eredi coloro che vivono, eredi


proprio quelli che muoiono chiamate !
ANTOLOGIA PALATINA

ot vvv x).TJpov6!-LoL vÉxvtç 1-LÉYct xÉpooç [xovtn


'tTJV civctXWPTJCTL·J 'tOV !-LOYEPOV �L6'tOV.

Ti}v "Jt6À.Lv ot vÉxvtç 7tp6'ttpov swcrctv Xct'tÉÀ.ELI]Jctv,


TJ!-LELç oÈ t:wv't Eç 'tTJV "Jt6À.w Èxq:JÉPO!-LEV.

KovOL'tOV !-LOL OE�. Tò oÈ XO\IO�'t0\1 "Jt6l>tv �CTXE\1


'tOVVO!-Lct; Tiiç q:�wviiç ÈCT'tL yà.p ciÀ.À.hpLo\1
'tijç 'tWV 'EÀ.À.i}vwv· Ei. 'Pw!-Lcti:xwç oÈ xctÀ.E�'tctL,
ctv'tòç &v Ei.oEI.T)ç, 'Pw!-LctLXW'tct'toç wv.
, l:XEVctCTOV OVV !-LOL 'tOV'tO" -rb yà.p Xct'tÉXOV !-LE v6CTT)!-Lct
'tov cr'to!-Lcixov XPTISEL 'touoE, À.ÉyovcrL, "Jto-rov.

5 03 T o u a. u "t o u

Ovx &.À.6ywç Èv t:wvq:�CoLç ovvct!-LLV -rwct l>dctv


dvctL E(j)TJV. Xl>Èç yovv t:wvqnov xpovl.�
i)mciÀ.� Xci!-LVOV'tL 'tE'tctp'tctL� "!tEpLij\jict,
XctL yÉyoVE\1 'tctXÉWç otct XpO'tWV VyLi)ç.

5 0 3 bis ( N L x iL v 5 p o v )

KctÀ.À.L61tl} CTOq>L'flV ijpwtooç EÙpEV aoLoijç·


KÀ.ELw xctÀ.À.Lx6pov xLMpTJç !-LEÀ.LTJOÉct !-LOÀ."lti}v·
LIBRO NONO 2J7

Hanno gli eredi novelli, cadaveri, un lucro cospicuo:


la dipartita dalla triste vita.

50 I Pallada I vivi e i morti

Questa città ch'era viva lasciarono i morti. Noi vivi


facciamo il funerale alla città.

5 02 Pallada La poxion�

Il 'condito' mi serve. Ma questo 'condito' di dove


prende nome? Ché il termine è straniero
alla favella dei Greci. Di voce romana si tratta?
Tu, che sei rornanaccio, lo saprai.
, Dunque, preparami questo. Ché soffro di stomaco, e il male
questa pozione - dicono - richiede.

5 03 P a l l a da Guarigion�

Ebbi ragione di dire che c'era un potere divino


nelle bestiole. Ieri n'ho applicata
una a .un malato, affetto da febbre quartana da tempo :
'
e ntornato sano come un pesce.

5 03 bis N i c a n d ro Geni?Taxion�

Dànno i cavalli alle vespe la nascita, i tori alle api.

Anonimo u Muu

L'arte Calliope trovò dell'epico canto d'eroi;


Clio le soavi canzoni di cetre che muovono balli;
IO
ANTOLOG I A PA LATINA

E\rtÉp7tT) 'tPCLYLXOLO xopou 7tOÀ.UT)XÉC1. (j)WVT)'V'


MEÀ.7t0!-1ÉVT) i}vT)'totcn 1-LEÀ(cppova. �cip�L'tOV EupE·
, TEp�LXÒPTl xa.p(Ecrcra. 7topEv 'tExviJ1-1ova.ç a.ùÀ.ouç·
vp.vouç cii}a.vci'tWV 'Epa.'tW 7tOÀ.U'tEp7tÉa.ç EUPE'
'tÉp�La.ç ÒPXTli}l-lo'Lo IloÀ.UI-lVLa. 'ltcivcrocpoç EupEV'
[cipl-lov(T)v 7tciiTflO"L IloÀ.U!-LVLa. owxEv Ò:oLoa.'Lç·]
Oùpa.v(T) 7tÒÀ.ov EUPE xa.t oùpa.v(wv xopòv &cr'tpwv·
10 XW!-LLXÒv EupE E>ciÀ.ELa. �(ov xa.t f)i}Ea. XEovci.

Oùx LOE TEp�LXOPT)V o swypcicpoç, Ò:À.À.' tmò 'tÉxva.ç


�EUOE'tCLL òcpi}a.À.!-lOÙç odxEÀ.OV ò:'tpEX(TJ.
Et 1tO'tE 'tEp�LVOOLO, cp(À.oç, (j)OPI-LLYYO'.; Ò:xouiTflç,
't'Ì")V 'Epa.'tw i}a.ui-1C1.SE 'tOO"T)ç do1J1-1ova. 'tÉXVT)ç.
' Eù'tÉPTIT) oovcixEO"O"L 1tOÀ.U'tPlJ'tOLO"L À.Lya.(VEL,
'lWEUI-la. crocpl'jç ÒXE'tT)yÒv Èmcr7tdpoucra. 1-LEÀ(crcrT)ç.
Kw!-LLXÒv Ò:!-lq>LÉ7tw E>a.À.(T) 1-LÉÀ.oç, [pya. oÈ cpw'twv
OÙX OO"(WV i}u!-LÉÀ.TJO"L (j)LÀ.OXpO'taÀ.OLO"LV ò:i}upW.
ELx6va. 'tl'jç crocp(T)ç 1tO'tLOÉpxEo· Ka.ÀÀ.L01tT)ç yà.p
IO dx6va. crn xpa.o(n À.ci!-lSa.vE 't'Ì")V crocp(T)v .
�a.cpvoXÒ!-LOLç cl>o(BoLo 7ta.pà. 'tpL7tOOEO"O"L 'lt"OÀ.EUW
KÀ.w�. 1-lCLV'tocruvT)ç Moucra. xa.t tcr'top(T)ç.
Oùpa.v(T) �l}cpoLo i}Eoppi}'t((J 'tLvt 1-LÉ'tP((J
Ò:O"'tp�T)V Èo(oa.�a. 1tC1.À.LVO(VT)'tOV Ò:vciyXT)V.
I' 1:xÉ1t'tEO xa.ÀXEO(j)WVOV Èmcrr.Épxoucra.v Ò:OLO'Ì")V
MEÀ.'It"O!-LÉVT)V, Èpa.'tl'jç LO"'topa. EÙE1t(T)ç.
1:LyW, cpi}qyOI-lÉVT) 'lt"CLÀ.ci!-11)'.; i}EÀ.�(cppova. 7tCLÀ.!-1ÒV,
VEUI-lCL'tL cpwvi}Ecrcra.v &:r.a.yyÉÀ.À.oucra. O"LW'ItlJV.

'EwÉa. 'tCÌç Moucra.ç q>a.criv 'tLVEç· wç ÒÀ.Lywpwç·


i)v(oE xa.t 1:a.r.q>w AEcrB6l}Ev i) oExci'tT).
LIBRO NONO 259

fu d'Euterpe la polifonia del tragico coro;


diede Melpòmene all'uomo la lira che molce soave,
, mentre gli artistici flauti Tersfcore amabile porse;
Èrato gl 'inni creò, che dilettano tanto, pei numi ;
molto sapiente, Polinnia scopri le malfe della danza;
prima Urania il cielo scopri con il coro degli astri;
prima i caratteri, e insieme la comica vita Talla.

Anonimo Sullo stesso tema

No, non la vide, il pittore, Tersicore : in grazia dell'arte


illude gli occhi una parvenza vera.

Caro, se odi di cetra, che l'anima incanta, gli accenti,


Èrato ammira, che tali segreti conosce dell'arte.

, Modula Euterpe melodi su canne forate di buchi :


alito d'ape sapiente per quel canale diffonde.

Sono Talla, che mi curo del comico, gli atti di gente


senza virtu, sulle scene sonore di cròtali fingo.

Qui la parvenza dell'Arte rimira: Calliope ricevi


Io nel cuore, come immagine dell'Arte.

Sto su tripodi adorni d'alloro d'Apolline - M usa


del vaticinio e della storia. Clio.

Sono Urania; con metri di calcolo dati dai numi


rivoluzioni di stelle mostrai, con le leggi fatali.
I' Ora considera quella che canta con voce di bronzo
e la dolce facondia sa, Melpòmene .

Taccio, col palmo che affascina i cuori parlando,


e col gesto rivelo del mio silenzio la voce.

5 06 Platone u decima Musa

Nove, secondo taluni, le Muse : giudizio sommario!


Ecco Saffo di Lesbo, ch'è la decima.
ANTOLOGIA PALATINA

'IIcn6oou 'to ,· ancr�a. xa.t ò 'tpo'ltoc;· ov 'tÒ\1 à.oLOW\1


ECTXCJ.'t0\1, ti).).' OX\IÉW �i) 'tÒ �EÀ.LXPO'tCJ.'t0\1
.

"t"W\1 É1tÉW\I o IoÀ.EÙ<; à.'ltE�à.�CJ.'tO. Xa.�pE'tE, À.E'lt'tCJ.t


�i}crLE<;, 'Api}'tOu crV�BoÀ.o\1 à.ypu'lt\ILT}c;.

"O't"CJ.\I ì}ÉÀ.TI 'tL<; i}�ÉpCJ.\1 toE�\1 xa.À.i}\1,


CTU\I'tUYXIi\IW\1 CTOL 'Y�\IE'tCJ.L XCJ.À.i}�Epoc;·
'tOV\ICJ.\I't�0\1 OÈ XCJ.� 'tL<; d ì}ÉÀ.EL 'ltCJ.l}E�\1.
' , , ,
�T} v\N'tUXW\1 CTOL YWE'tCJ.L XCJ.XT}�Epoc;.

fTj�E KpL'tW\ILCJ.\16<; !J.E, I6À.w\l hÉX\IWCTE\1, ÈxÀ.i}ì}T}\1


MEÀ.,� \11}, 1tÀ.acrl}1J\I &.\lopòc; l�ov 'lta.À.a�J.a.Lc;.

XLO\IÉT}\1 'tpLxa. Ila.Li}W\1 ÈxÉÀ.EuÉ !J.E xpucrl;j


oa.LoaÀ.À.Ew &. ya.\locppocrvvn, hÉÀ.Ecrcra. o È xa.Lpw\1,
ov\IEXE\1 É� È�Éì}E\1 'tOOE ot i}u!J.TjpEc; (xpwE\1.
LIBRO NONO

Call imaco Arato

Canto e modi esiodei. Non certo dall'ultimo vate,


bensf dal meglio, temo, di quei versi,
trasse il poeta di Soli l'impronta. Fraseggio d'Arato
fine, segno d'assidue veglie, salve!

P a l l ad a A un amico

Se mai taluno ha desiderio d'un buon df,


ce l'ha il buon giorno non appena incontra te.
Ma se l'opposto vuole che gli capiti,
se non t'incontra non avrà che un triste df.

Lisistrato I relitti

Friggeranno le donne di Còlia su fuoco di remi.

510 Anonimo Statua di donna

Mi sposò Critoniano. Mio padre, Salone. Il mio nome


Meltina. Mio marito mi scolpf.

5II Anonimo Consenso

Questi capelli di neve, Peone con tanta dolcezza


volle che d'oro li ornassi. Con vivo piacere lo feci :
tanto gradito quell'atto, da parte mia, giudicava.
ANTOLOGIA PA LATINA

EÙ[J.EVÉwç itPW"t"?�O OEOEYIJ.Évoç opy�CI �t�À.ou,


<l>�À.o1t6vou ypricptOEO'O'� OEOE�YIJ.ÉVCI �Évi)ECI !J.Ùi)wv,
xo�pavou AùtrovCo�tr� o�oatrxriÀ.E �À.r1oç ELTJ<;.

5I3 K p w o: y 6 p o u

A.pa!J.CIO'LV Èv 1toÀ.À.o�tr� oLÉ7tpE7tEç o<rtrri MÉvCivop?ç


(ypricpEv iì MoutrÉwv trùv IJ.�ii iì Xript"t"WV.

'Eç ya!J.ov ESEU�Év IJ.E vEosEvx"t"o�o IIpoxtÀ.À.TJ<;


,òv WJ.Lcpwv i)aÀ.aiJ.o�ç r1tÈv ànoé!J.Evov,
Eù�a!J.Evoç "t"aoE Mfiv�ç o xw!J.�xéç· << n 'YIJ.Éva�E.
..

EPXEO xr1t VVIJ.q>TI xr1t YriiJ.ÉOV"t"� cptÀ.oç».

TpE�ç dtrw Xap�"t"Eç· trù oÈ (o'IÌ) IJ.La "t"CI�ç 'P�trt "t"CIV"t"CI�ç


yEvvl)i)T]ç, rv· EXWtr' at Xap�"t"E<; xap�"t"Cl.

5 r6 K p L'II o: y o p o u

"Epoo� "t"'IÌV EIJ.ai}Év 't�<;. o1tou xat v1t' "AÀ.maç èi.xpaç


À.T]�O'"t"ClL À.ClO'LCl�<; !ÌIJ.CjlLXOIJ.O� XEcpaÀ.a�ç,
cpwpfiç a1t"t"OIJ.Evo�. cpvÀ.r1xaç xvvr1ç wo' àÀ.Éov"t"CI�·
, - - ., "
xp�ov"t"a� VEqJpo�ç 1t�ap E1tEO'"t"LV otrov
, �EUOoiJ.Evo� pwwv ò�ùv tr"t"L�ov. "n xaxòv Evpdv
pTJL"t"Epa� A�yvwv IJ.TJ"t"�Eç iì àyr1Mv.
L I B R O NONO

512 Anonimo Dedica

Tu ricevesti benigno del primo mio libro i misteri,


dove chiari coi disegni Filòpono favole occulte :
siimi propizio, maestro del grande sovrano d 'Ausonia.

513 Crinagora Attore

Tu nelle tante commedie brillasti, che scrisse Menandro


con una delle Muse o delle Grazie.

Anonimo Imeneo

Tutti mi cantano sempre nei talami. Avvinto alle nozze


di Procilla, da poco al giogo avvinta,
fui da Mènide attore. Pregava: « Su, vieni, Imeneo,
alla sposa propizio e a chi l'impalma ! »

Anon i m o La grazia delle Grazie

Sono, le Grazie, tre : tu sei una, e nascesti per quelle


tre, ché le Grazie avessero la grazia .

Crinagora Astuzia

Faccia ognuno il mestiere che sa, se persino i briganti


sotto le vette alpine, irti e chiomati,
qua?do depredano, sanno dai cani da guardia sfuggire :
s1 spalmano di grasso di rognone,
.
' svtano l'acuto odorato cosi. Questi Liguri furbi !
Pronti a trovare, piu che il bene, il male.
ANTOLOGIA PA LATINA

517 'Avnn6:'t pou 8 r a aa >.. o v t x tw�

'OpcpEÙç iH)petç E1tELI}E, a'Ù o' 'OpcpÉet• <l>oi:�oç E'VLXCt


"tÒ'V cl>p\.ryet, crot 0' dXEL 1J.EÀ1tOIJ.É'V�, r)..acpUpE,
ouvo!J.et xrr.t "tÉX"VTJ<; xrr.t crw!J.rt."toç. Ou XE'V 'Ai}'l)'VTJ
EppLij.IE'V ÀW"tOÙç "tOLCt IJ.EÀL�OIJ.É'VTJ
' OLCt CTU, 1tOLXLII.O-.Ep7t
� • ' Éç· etcpU1t'VWCTCtL
• • XE'V u.XOUW\1
.l. •

aù-.òç IIetcrLi}ÉTJ<; "Y1tvoç E'V &.yxrr.ÀLCTL\1 .

5 18 ' A ), x a l o u M E O'O' 'I) v l o u

Maxvvou "tELXTJ. ZEu 'oM�-�.mE· 1tliv"trr. <l>tÀi.1t1t�


li!J.Bet"t!i· XetÀxdrr.ç XÀELE 1tVÀetç IJ.CtXclpW'V.
Xi}w'V !J.È'V ol) xa.t 1tO'V-.oç tl1tÒ crx1)1t"tPOLCTL <l>LÀL1t1tOU
oÉop.TJ"ta.v Àot7t&. o' &. 7tpòç "O)..uiJ.1tO'V oo6ç.

519 Tou a v "tO u

IIi.oiJ.a.L, w ATJ'Veti:E, 1toM 1tÀÉov il -r.I.E Kvx)..wtjJ


'VTJOÙ'V livOpO!J.ÉW'V 1tÀTJCT<ÌIJ.E'VO<; XpEiiW'V'
7tl.o!J.etL. ·nç ocpEM'V YE xat Eyxapov Exl}pou &.p&.l;a.ç
BPÉYIJ.Ct <l>LÀL1t1tELTJ<; El;É1tLO'V XEcpa.Àiiç,
' OCT1tEp ha.LpELOLO 1tetpà. XPTJ"tiiPL (j)O'VOLO
yEvcra."t ', E'V lixpl)"t� cpcip!J.etxa. XEUciiJ.E"Voç.

5 20

'A)..xai.ou "tcicpoç oihoç, cv EX"tet'VE'V i) 1tÀa."tvcpu)..)..oç


"tLIJ.WpÒç IJ.OLXW'V yi'jç i}uyci"tTJp pcicpa.voç.

52 I

Oùx <ipa. CTOL YE oÀL�O'V E1tt xÀÉoç W1tCtCTE Moi:pa.


iliJ.a."t L "tl{j 7tpw-.� cpwç toEç liEÀI.ou,
LI BRO NONO

Antipatro di Tessalonica Il musica

Orfeo magava le fiere, tu ùrfeo; se Febo vinceva


Marsia il frigio, al tuo canto cede, Glàfiro -
'fine' nel nome, nell'arte, nel corpo. Né i flauti li avrebbe
gettati Atena, come te sonando,
, uomo di varie malie . Nell'udirti, destarsi potrebbe,
pur fra le braccia di Pasitea, il Sonno.

Alceo di Messene Filippo

Alza, Zeus dell'Olimpo, le mura : dovunque Filippo


sale. Le porte dei beati chiudi !
Tutta la terra e il mare lo scettro domò di Filippo:
a lui non resta che la via d'Olimpo.

Alceo d i Messene Vene/icio

Dio del torchio, berrò piu di quanto non bevve il Ciclope,


quando colmò d'umane carni il ventre.
Certo, berrò. Cosi avessi, divelta al nemico la testa,
trangugiato il cervello di Filippo,
' che dei compagni gustò fra le coppe e i calici il sangue,
nel vino pretto il tossico versando.

5 20 Anonimo L4 peno

Tomba d'Alceo, che dal figlio fronzuto del suolo fu spento,


degli adUlteri vindice, dal ràfano.

5 21 Anonimo u Muu o SaOo

Certo non piccola gloria ti diede in sorte la Parca


il primo giorno che vedesti il sole,
ANTOLOG I A PA LATINA

LCJ.7tq>oi:· uot yàp pijuw Év�uoJJ.EV Cirpi)�"t'OV dJJ.EV,


uùv o È 7tCJ."t'TJP mi.v"t'wv vEuO"Ev Ép�uq>cipCJ.yoç.
' Mfì...o/r} o ' Év r:ciV"t'EO'O'W cioi.O�JJ.O!:; aJJ.Epi.o�O'W
oùoÈ xÀ.v"t'liç q>ciJJ.CJ.ç EO'O'ECJ.� 'Ìj7tEOCJ.vci.

522

'I).�ciç, w JJ.ÉYCJ. (pyov, 'OouuO"Ei.T]ç "t'E "t'Ò uwq>pov


ypciJJ.JJ.CJ., "t'Ò xCJ.t Tpol.n i)ijxEv LO'TJV 'IMxT]v,
"tév JJ.E yÉpoV"t' ' CJ.uço�, · Éç cid vÉov· i) yàp 'O JJ.Tjpou
' ' , , _ , , ,
O'HpT]V VJ.l.E"t'EpWV pE�"t'CJ.� CJ.1t0 O'"t'OJ.l.CJ."t'WV.

523

KCJ.À.À.�07tTJ 7tOMJJ.ui)E JJ.EÀ.�uuo�é"tou 'E).�xwvoç,


"t'LX"t'E J.l.O� CiÀ.À.ov "0JJ.T)pov, È1td J.l.OÀ.Ev CiÀ.À.oç 'AX�À.À.EÙç.

5 24 'ASÉrn:c"tOv

MÉÀ.1tWJ.l.EV �a.O'�À.ija. q>�À.EÙ�0\1 dpCJ.q>�W"t'T]\1,


'A�pOXOJ.l.T]\1, ciypoi:xov, aoi.O�JJ.Ov, ciyÀ.CJ.OJ.J.Opq>0\1,
Botw"t'év, �p6JJ.�ov, �a.xxEÙ"t'opCJ., �o"t'puoxCJ.i. "t'T]V,
rTJMO"uvov, yovoEv"t'a., y�ya.v"t'OÀ.É"t'T]v, yEMwna.,
' A�Oj"EVij, o l.yovov, od}upCl.JJ.�Oj"EVij, ALO\IU0'0\1,
Ev�ov, Eùxa.i."t'TJV, EÙciJJ.7tEÀ.ov, ÉypEui.xwJJ.ov,
ZT]À.CJ.i:ov, scixoÀ.ov, STJÀ.lJJJ.OVCJ., sTJÀ.OOO"t'ijpCJ.,
"Hmov, i}ov7to"t'TJv, i}oui)poov, i}7tEpo7tija.,
8pl)LXCJ., i)upuorpépov, i)�CJ.O'W't'TJV, i)uJJ.oÀ.ÉoV"t'a.,
1 0 'IvooÀ.É't'TJv, LJJ.Ep"t'év, 1.o7tMxov, 1.pa.q>tW"t'TJv,

KWJ.J.Cl.O'"t'lJ\1, XEpa.év, XLO'O'OO'"t'Éq>CJ.vov, XEÀ.CJ.OEL\10\1,


Auoév, ).TJVCJ.i:ov, À.CJ.i)�xTJOÉCJ., À.uO"�JJ.ÉptJJ.vov,
MùO""t'TJv, JJ.a.wéÀ.�ov, JJ.Ei)uow"t'TJv, JJ.up�é JJ.opq>ov,
NvnÉÀ.tov, véJJ.tov, vE�pwoEa., vE�p�007tE7tÀ.ov,
1 , Evu"t'o�6À.ov, çuv6v, çE\IOOW"t'TJV, çCJ.vi)oxcipT)vov,
'Opyi.À.ov, o�pLJ.J.éi)uJ.l.0\1, opÉO'XL0\1, oÙpEO'Lq>OL"t'T]\1,
Ilcu).,u1tO"t'T]\I, 1tÀ.CJ.j"X"t'ijpCJ., 1tOÀ.UO'"t'É(,?CJ.\IO\I, 1tOÀ.UXWJJ.OV,
LIBRO NONO

Salfo : concordi volemmo che fosse il tuo verbo perenne,


e concorde fu il padre ampli tonante.
, Tu celebrata nel canto sarai dagli efìmeri tutti,
né carente sarai d'illustre fama.

)22 Anonimo Omero

Opera grande l'Iliade ! Saggissima poi I'Odissea,


che d ' I taca l 'uguale d'Ilio fece!
Fatemi giovane sempre, se vecchio son io. La sirena
d'Omero scorre dalle labbra vostre!

Anonimo Un altro

Tu, d'Elicona che nutre le api Calliope faconda,


genera un altro Omero, ché un altro Achille è venuto.

)24 Anonimo Inno a Diomso

Inni cantiamo al re d 'evoè nella coscia cucito,


molle di chiome, campestre, nei canti famoso, fulgente,
baccheggiante, beota, fremente, chiomato di graspi,
cuorcontento, fecondo, giganticida, ridente,
' figlio di Zeus, ditirambo, due volte nato, Dioniso,
Evio, desta-baldorie, chiomato, bello di viti,
puntiglioso, iracondo, geloso, datore di zelo,
tenero, dolce beone, soave-parlante, maliardo,
trace, tirsòforo, duce di tiasi, cuor di leone,
1o Indicida, piacente, crinito di viole, cucito,

tripudiante, cornuto, dall'edera cinto, chiassoso,


lido, oblioso, nume del torchio, scacciapensieri,
iniziatore, deliro, datore di sbornia, cangiante,
bello di notte, pastore, cervino, di cervo vestito,
1' disponibile, biondochiomato, lanciere, ospitale,

montanaro, montano, collerico, cuore possente,


gran bevitore, sviante, copioso di serti e ribotte,
ANTOLOGI A PA LATINA 268

'P1#voov, pa.oLv6v, pLx.vwoEa., pTJVOq>opfja.,


l:x.Lp't"T}"ti)V, achvpov, l:E(..LEÀ.TJYEVÉ't"TJV, l: E(..LE).i'ja.,
20 TEp1tv6v, "ta.vpw1t6v, TvppT}vo).É"tT}V, 't"CtXVf.l.TJVLV,
'Y1tVOq>6�T}V, vyp6v, U(..LEVi)Lov, ,j}.i)EV"ta.,
<I>TjpOIJ.CtVi'j, q>pLX."t6V, q>L).O(..LELOÉa., q>OL"ta.).LW't"TJV,
Xpva6x.Epwv, xa.pLEV"ta., xa.).[cppova., XPVO"EOIJ.L"tpTJV,
'l'vxo1t).a.vfj, 4;EvO""tTJV, 4;ocpo(..Li) OEa., 4;vxooa.·�x•i)v,
2' "!lpLOV, WIJ.T}O""ti)V, wpEl"tpOq>OV, wpEaLOOV1tOV.
MÉ).1tWJ..LEV �a.aL).Tja. q>L).EvLov dpa.q>LW't"TJV .

5 25 .A8ÉO"!! O'rOV

'YIJ.VÉWIJ.EV Ilcuéiva. IJ.ÉYCtV i)EÒV 'A1t6).).wva.,


"AI-l�PO't"OV, ciy).a.61J.opq>OV, cixEpO"EX61J.TJV, ci�pOXCtL"tTJV,
BpLi)vvoov, �a.aL).Tja., �E).EaaLxa.pfj, �Loow't"TJV,
fTJMavvov, yEÀ.owv•a., yLya.v•o).É't"TJV, y ).vxvi>viJ.OV,
' �LOYEVi'j, �L61ta.LOa., opa.XOV"tO).É't"TjV, Oa.q>VOYTJilfi ,
Ev).a.).ov, Eupv�LTJV, Èxa.•TJ�6).ov, È).mooow't"TJV,
Zwoy6vov, sciilEOV, ZTJV6q>pova., ZTJVOOO"tfjpa.,
"H1tLOV, 'JÌOvE1ti'j, 'l)ovq>pova., 'JÌ1tLOXELpa.,
eT}poq>ovov, ila.).Epov, ilE).�[q>pova., i)E)..YEO"L(..LVilov,
10 'Ia.q>É't"TJV, LIJ.Ep"tov, ti) Lov, t1t1toxopva•1)v,
KoO"IJ.o1tMxov, K).cipLov, xpa.'t"Ep6cppova., xa.p1toyÉvEil).ov,
ATJ't"OyEvfj , ).a.p6v, ).vpoYTJilÉa., ).CtiJ.1tE"t6wv"ta.,
Mva"tm6).ov, (.leiv"t w, (.1Eya.).1)•opa., 1J.VpL6(.1opq>ov,
NE�poxa.pi'j, VOEpOV, VT}1tEVilÉa., VTjq>a.).Li'ja.,
' ' Evvoxa.pfj, �vv6v, �vv6cppova., �vvooo"tfjpa.,
"O).�LOV, ò).�LOEpyov, 'O).viJ.1tLOV, oupEO"Lq>OL"tTJV,
IlpTJUV, 1ta.VOEpxi'j, 1ta.Va.1t1)1J.ova., 1t).ov't"OOO"ti'jpa.,
'Pvat1tovov, poo6xpovv, PTJ�ilvopa., PTJ�LxÉ).Evilov,
l:Lya.).OEV"ta., O"Oq>OV, O"E).CtTJYEVÉ"tT}V, O"W"ti'jpa.,
20 TEp4;txopov, TL•éiva., "tEMa•opa., 't"LIJ.i)Ev"ta.,
'YIJ.va.y6pTJV, V1tCt"tOV, u4;a.vxEva., U�EV"ta.,
<I>oi:�ov, q>oL�cisov"ta., q>L).oa't"Éq>a.vov, q>pEvoyTJilfi ,
XPTJO"IJ.a.y6pTJV, XPVO"EOV, xpva6xpoa., xpvao�É).E(..LVOV,
'l'a.).J..Lcxa.pi'j , �ci).'t"TJV, \f�Evata"tvya., q>VXOOO"ti'jpa.,
2' ·nxv1tov, wxvE1tfi , wxvaxo1tov, wpEaLow•TJv.
'Y!-LVÉWIJ.EV Ila.LéiVa. IJ.Éya.v ilEÒV 'A1t6).).wva..
LIBRO NONO

flessuoso, snervante, contorto, vestito d'agnello,


satira, saltabeccante, Semèleo, da Sèmele nato,
10 Tirrenicida, taurino, piacevole, rapido all'ira,

duttile, sperdi-sonno, silvicola, matrimoniale,


ridanciano, pazzo di belve, terribile, errante,
aureo-cornuto, grazioso, lunatico, aureo-mitrato,
seduttore, bugiardo, chiassoso, lacera-menti,
,, prole di monti, fiorente, crudivoro, al monte sonoro.
Inni cantiamo al re d'evoè nella coscia cucito.

Anonimo Inno ad Apollo

Inni al nume possente cantiamo, ad Apollo Peana,


immortale, intonso, fulgente, di morbide chiome,
saggio, sovrano, gioioso di strali, datore di vita,
cuorcontento, soave, giganticida, ridente,
, prole di Zeus, serpicida, divino, d'allori felice,
garrulo, lungisaettante, possente, che dà la speranza,
mente di Zeus, profeta di Zeus, celeste, fecondo,
mite, lene di mano, soave-parlante e pensante,
florido, peste-di-fiere, maliardo, malioso-parlante,
10 desiderabile, arciere, soccorritore, carrista,

Clario, intreccia-ghirlande, fruttifero, saldo di mente,


figlio di Leto, gustoso, gioioso di cetre, brillante,
iniziatore, profeta, magnanimo, multicangiante,
intelligente, sobrio, felice di cervi, indolore,
'' gioia di tutti, per tutti, di tutto provvido e largo,
benestante, benefattore, montfvago, Olimpio,
arricchitore, innocuo, benevolo, onniveggente,
salva-fatiche, apri-vie, sbaragliatore, rosato,
salvatore, silente, sapiente, genera-luce,
20 sacerdote, malfa della danza, Titano, onorato,

inneggiante, supremo, dal collo altero, sublime,


Febo, fatidico, amico di serti, esilara-cuori,
aureo, vaticinante, dorato di pelle, di strali,
musica, lieto di suoni, vivifico, aborri-menzogna,
2' svelto di mira e favella, veloce, datore di frutti.
Inni al nume possente cantiamo, ad Apollo Peana.
ANTOLOGIA PA LATINA

5 26 ' A Ì. q> E L O V M L't U Ì. 'I) v a l o v

KÀ.Ei:E, i}E6ç, !J.Ej'ciÀOLO 1tVÀ.llç cXX!J.ll'tllç '0M!J.1tOU'


cppovpEL, ZEv, �lli}Éllv lltitÉpoç àxp61toÀ.w.
"HoT} ycìp XllL 1t0\l'toç tmÉ�EUX'tllL oopt 'Pw!J.T)ç
Mt xi}wv· oÙpllVLT} o' OL!J.Oç E't' EO"'t ' èi�ll'tOç.

TÀfii}L, À.Éwv, èiùT}'tl1 1tlli}wv 'tE'tÀT) O't L i}uJ.Uij.


oùoEtç civi}pw1twv cioLxwv 'tLO"Lv oùx ci1to'tt:O"n.

5 28 n a ì. ì. a 5 ii. 'tOV M E 't E W P O U

XpLO"'tLllvot yEyllw'tEç 'OÀ.v!J.mll ow!J.ll't' fxov'tEç


ÈvMOE \lllLE'taOVO"L\1 cl1tTJ!J.OVEç· oÙOÈ yCÌp llV'tOÙç
xwvT} cpoÀ.Àw èiyovO"ll cpEpÉO"�Lov Èv 1tvpt i}i)O"EL.

5 30

oùx ÈfrÉÀovO"ll TvxTl O"E 1tpoi]y11yEv, ci).).' tv11 odsn


wç lh� x11t 1-LÉXP� O"ov 1ta\l'tl1 1tOLEi:v ovvll'tll�.
LIBRO NONO 271

Alfeo di Mitilene Roma

Dio, dell'Olimpo immenso le porte incrollabili chiudi,


vigila, Zeus, l 'acropoli dell'etere!
Ha sottomesso la lancia di Roma il mare e la terra:
altro non resta che scalare il cielo.

Anonimo La Nemesi

Troppo patisti! Patisci con cuore paziente, leone!


Uomo reo d'ingiustizia non c'è che la pena non paghi .

Pallada i l Fatuo Gli dèi in Jaluo

Cristianizzati, quei numi che avevano stanza in Olimpo


hanno incolumi qui la dimora: gettarli nel fuoco
non li potrà il crogiolo che dà la moneta corrente.

Anonimo Da/ne

Mentre il letto fuggii d'uno solo, fui strame di molti.

530 Anonimo L'intento

Non ti promosse con gioia la Sorte, ma volle mostrare


che tutto può - persino nel tuo caso.

53 1 Anonimo Etimologia

Corrono al pari dell'aure, perciò si chiamarono !sauri.


ANTOLOGIA PALATINA 272

.5 3 2

- EbtÉ IJ.O�, w XOÀ.6XUV'tE, 'tL'IIOc; xlipw Ettrh� xa.L \IU\1


où rr�xvw'll Écpli\IT) o�EpÒ'II yÉ'IIoc;, où xo).oxu'll'tW\1.
- ZT)'IIÒc; É7tOIJ.�pi}tra.\l'tOc; É7tEXÀ.Utri}T)tra.\l éi.povpa.�,
iJIJ.E'tÉpT)'II o' liÉXOVtra.\1 E't� XpU7t'tOUtr� )'E\/Éi}).T)\1 .

.5 3 3

Ko\l'tÒ\1 li'lli} p Xa.'tÉ7tT)!;E, OÉ(J.a.c; o' Etc; i)Épa. �(\jla.c;


to'llwi}T) 7tpoxlipT)'IIOc;, li'IIE)'POIJ.É'IIo�o o ' V7tEpi}Ev
i)T)pÒc; ti7tEpXa.'tÉ�a.L\IE\I EVtr'tpÉ7t'tO�tr� 7t60EtrtrL\I'
OÙOÈ ).li�E\1, ).a.oL oÈ (J.Éy' ta.xo\1' EX(j)V)'E o ' &:vi)p.

534 •A5TJ)..ov

"Ap"tEIJ.�c; topwovrra. 7tpoliyyEÀ.6c; Étr't� xvoo�IJ.ou.

K�rrrrQ IJ.È'II ��6\lvrroc; &:yli).).E'ta.�. a.ty(o� oÈ ZEuc;,


ot \la.É'ta.� SEL'IIO�c;. 1) oÈ 7t6).�c; '1/a.É'ta.�c; .

.5 3 7 Nta "t opot; N�xcdwt;

- TL7t'tE IJ.E i)pu).i)rra.'llnc; ÉIJ.'Ì}'II &:7tma.ùtra.'t' lio�oi)'ll ;


- 'l7t7tEÙc; tr.7tEVEW ÉbliT), xa.L ao�oòc; adoEL\1.
LIBRO NONO 273

Anonimo Ritardo
5J2

_ Dimmelo, zucca, perché non ancora l'umida specie


dei cocomeri è apparsa, né ancora s 'è vista una zucca.
- Inondata dal grande diluvio di Zeus, la campagna
tiene, nostro malgrado, celata la nostra progenie.

533 Anonimo Agilità

L'uomo confisse nel suolo la pertica; in aria librato


s'arcuò, con la testa in avanti. Di là dalla fiera
tutta protesa saltò, ridiscese con agili piedi .
Non lo toccò. L'ululfo della gente. L'uomo fu salvo.

534 Anonimo Il presagio

Quando Artèrnide suda, tumulto di guerra predice.

535 Anonimo Vanti

Fiero dell'edera Bacco, dell'egida Zeus, gli abitanti


d'ospiti, la città degli abitanti.

Anonimo L'Alleo

Senza bagnarsi, nel mare, per l'acqua correvano l'acque.

537 N e s to r e d i N ic e a Pro/ersionalitil

- Rumoreggiando perché me l'avete interrotto il mi o canto?


- Il cavaliere ben sa cavalcare, il cantore cantare.
ANTOLOGIA PA LATINA 274

"llv oÉ "t'Lç btTIEvnv OEO(lwç Èi}fì..now &.donv,


à(l(j)O'tÉpwv i)Jl(lp"t't::, X(lL bmoCTV'VT)ç X(lt àoLoijç.

539

54 0

Ml} "t'(lxùç 'Hp(lx).. d"t'ov bt' ò(J.�:p(lMv En.EE �t�)..ov


"t'OV(j)ECTLOV' (J.à)..(l "t'CL OVCT�(l"t'Oç à"t'p(l1tL"t'Oç.
"Op�:pvT) X(lL crxo"t'oç ÈCT"t'L'V àÀà(J.'ltE"t'O'V, f}v oÉ CTE (J.VCT"t'T)ç
der(lyàYTl, qJ(lvEpov )..(l!J.7tpo"t'EP' Ì)EÀLov.

54 1 ' A v n 7t a 't p o u

enoyÉvT)ç Ildcrw'IIL 'tà. "t'EX'VlJE'II"t' (l XV'ltEÀÀ(l


1tÉ(J.1tEL' xwpov(J.E'\1 o ' ovp(lvòv à(J.<phEp(l·
ooLà. yà.p Èx CT<p(lLpT)ç "t'E"t'(J.lJ(J.Ei}(l, X(lL "t'Ò (J.È'V Ì)(J.W'V
"t'OÙç 'VO'tLOVç, "t'Ò o' EXEL "t'ELPE(l "t'à'V BopÉn.
' 'A)..)..à, CTÙ (J.T)XÉ"t'' "ApT)"t'O'V È1tL�ÀE1tE' OLCTCTà. yà.p ti(J.qJOL'V
(J.É"t'p(l 1nwv èiDpEL 1tri'V"t'(l "t'à. <lJ(lL'VO(J.E'V(l.

54 2 K p 1 v a. y 6 p o u

8cipCTEL X(lL "t'É"t'"t'(lpCTL 0L(l1tÀ(lcri}É'V"t'(l 1tpOCTW7':0Lç


(J.vDov X(lL "t''V"t'W'V ypci\jl(lL hL 1tÀÉocrw·
ov"t'E crÈ yà.p )..dljiovcrL, <ll LÀW'VLOT), ov"t'E Bcii}u)..)..ov,
"t'Òv (J.Èv àoLociwv, "t'Òv OÈ XEpwv xàpL"t'Eç.
LIBRO NONO 2 75

Ma se chi sa cavalcare desidera a un tratto cantare,


manca il bersaglio d 'entrambe le tecniche - l'ippica e il canto.

Anonimo Alfabeto

Quel piega-crani-di-belve custode ha si fine zimarra !

5 39 A n on i m o Sullo stesso tema

Qui dagli sbocchi, Ciclope, graziosa formica sentivi.

Anonimo L'oscuro

Tu dell'efesio Eraclito non svolgere intero il volume,


non aver fretta, ché impervia è la via.
Buio e tenebra persa vi sono: ma se un iniziato
t'avvia, la luce è piu del sole chiara.

54 I A n t i p a t r o ( d i Tes s a l o n i c a ) Costellazioni

Queste artistiche coppe Teògene manda a Pisone.


Noi conteniamo, l 'una e l'altra, il cielo:
ché da una sfera noi fummo tagliate in due parti: su l 'una
gli astri del Sud, nell'altra quelli a Nord.
' Non ti curare d'Arato mai piu, ma, vuotandoci a turno,
in noi tutti i Fenomeni contempla!

Crinagora Pantomime

Fatti coraggio ! Un lavoro su quattro persone basato


o persino di piu, scrivilo pure!
Ché non verranno mai meno né a te né a Batillo le grazie,
del gesto a lui, del canto a te, Filònide.
ANTOLOGIA PALATINA

5-f J 4> L À. b t lt O V

8EO"O"a.).LT]<; EÙbt7tOU Ò -ra.UpE).ct-rT]<; XOpÒç IÌVOpWV,


XEpo-tv ci-rwxiJ-roLc; �TJpo-tv ò7t).Ls6[J.Evoc;,
XEv-rpo-rv7tEi:c; 7tw).ouc; sEu!;Ev O"XLp-ri)[J.a.-rL -ra.ùpwv,
ct[.L(j>L�a.).Ei:V 0"7tEÙOWV 7t).Éy[J.a. [.LE'rW7tLOLOV'
, cixpé-ra.-rov o ' Éc; yijv x).(va.c; éi[la. xE\lpo1tov éi[J.[J.a.
�T]pÒç -r"Ì")v 'rOO"O"T]V É!;,Exù).LO"E �LT]V.

5 44 'A 5atov

'Ivoi)v �i)pu).).év [.LE Tpvq>wv ctVÉ7tELO"E ra.).i)vT}V


dva.L xa.t [J.a.).a.xa.i:c; XEPO"Lv civijxE x6[J.a.c;·
lJVLOE xa.t xd).T] VO'rEpi)v ).nouv-ra. M).a.o-o-a.v
xa.t [J.a.O"-rovç 'rOLO"W �É).yw ctVT}VE[J.LT]V.
' "Hv OÉ [.LO L i) q>DovEp"Ì"j VEVC"lJ ).L�oc;, wc; Év EorOL[J.�
" , ' , ,
Wp[J.T][J.a.L, "(VWC"lJ Xa.L -ra.xa. VTJXO[J.EVT}V.

545 K p L v a. y 6 p o v

Ka.).).L[J.ctXOV -rò -ropEv-ròv E7t0<; 'rOOE' oi) yètp É7t' a.ù-rQ


wvi)p -roùc; MouO"ÉWV 7tctV-ra.c; EO"ELO"E xci).ovc;.
'AELOEL o ' 'Exci).T]ç -rE q>L).o!;dvoLO xa.}.Li)v
xa.t 8T]O"EL Ma.pa.Dwv ouc; É1tÉDT]xE 1t6vouc;·
' 'rOU O"ot xa.t VEa.pòv xnpwv o-DÉvoc; dl] CÌpÉO"�a.L,
McipxE).).E, x).nvou -. · a.ì:vov to-ov �L6-rov.

Ki)v 7tpv[J.VTI ).a.xhw [J.É 1to-rE o--rL�ctc;, a.t �· Ù7tÈp a.ù-ri)v


i)xEuO"a.L \jJa.xciowv -rv[.L[).a.-ra. OL<:p�EpLoEc;
xa.t 7tup tx [J.v).cixwv �E�LT][J.Évov i) -r' È7tt -rov-rwv
XV'rPT] xa.t XEVEÒ<; 7tO[J.<:pO).Vywv �épv�oç·
, xa.t xpf [;;ov-ra. LOOL[.I.L OLi)xovov, i) oÈ -rpctr.EI;a.
ECT-rw [J.OL cr-rpw-ri) VT]Òc; V7tEpDE cra.v(c;·
LIBRO NONO 277

Fili ppo Corrida


543

Nella Tessaglia equestre, la schiera alla caccia del toro,


di nude mani contro belve armata,
tenne i puledri spronati congiunti coi tori balzanti,
per serrarne la fronte in una morsa;
, verso terra piegando quell'alta precipite stretta,
rotolò giu la possa della belva.

544 Adeo La gemma

Sono un berillo indiano: Galene mi volle Trifone,


mi sparse i crini con tenere mani.
Vedi ancora le labbra che spianano l'umido mare,
i miei seni che magano bonacce.
, E se la pietra gelosa consente, già pronta mi lancio,
ed ecco, adesso mi vedrai nuotare.

545 C r i n a go r a L'lf.cale

:t: di Callimaco questo tornito poema. Le scotte


delle Muse, per scriverlo, allentò.
D':t:cale agli ospiti amica la tana, con tutti i travagli
che a Tèseo Maratona impose, canta.
' Quel giovanile vigore del braccio ti tocchi, Marcello,
e pari gloria d'una vita illustre !

An t ifilo GuJti

Anche a poppa uno strame mi tocchi, e su quello le pelli,


al ticchettio sonanti delle gocce ;
un focherello spremuto da pietre, e su questo un paiolo
col gorgogliare vuoto delle bolle.
' Un servitore vorrei che fornisse le carni, per mensa
una tavola stesa sopra il ponte,
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LIBRO NONO 2 79

quel dare-avere, e i sussurri sul mare. I miei gusti? Com uni.


E l 'altro ieri questo mi toccò.

547 Anonimo Il /adro

Giu dalla siepe balzò chi rubando quei fiori mieteva.

Bianore Le api

Nate dal bove, che colpa la vostra! uccidere un bimbo


sviato, quel poppante d'Ermonatte!
Lui, poverino, ignaro : veniva da voi, vi credeva
api. Peggio di vipere eravate,
, e pungiglioni omicidi, non cibo iniettaste di miele,
aspre nemiche ai vostri dolci doni .

549 Antifilo Lacrime

- Stille sorgive, tant'acqua dov'è? Perché mai fuggitive?


Che sole spense quel perenne flusso?
- Pianti su Agricola estinsero noi, ché le linfe le bevve
la sitibonda cenere di lui.

5 50 Antipatro (di Tessalonica) Vicende

Celebre sei, non nego, ché celebre, Teno, ti rese


la progenie di Borea alata, un di.
Anche Ortigia la fama baciò: fino ai monti Rifei
ne corse il nome, là negl'Iperbòrei.
' Ora tu vivi, lei no: di vedere piu squallida Delo
di Teno, chi l'avrebbe mai creduto ?
ANTOLOGIA PALATINA 280

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O"'t"TJO"CL<;, 1\JCLIJ.IJ.L't"Tj\1 OÒp1tO\I Éi}owoÀ.6yEL,
' OVO"IJ.E\IÉEc; 't"O't ' E�TjO"(l\1 É1tt 1t't"OÀ.L\I CL\I't"L1tÉP'T}i}E\I,
61\iÈ OLOCLO"XOIJ.E\IOL 1tE1;o�CL't"EL\1 1tÉÀ.CLyoc;.
BttÀ.À.E't"E O'Ì) XCLXÒ\1 op\IL\1, É1td �apÙ\1 i]pa't"O IJ.LO"i}Ò\1
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55 2 ' A v n n ck "t p o u

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'tijc; rt1t' 'A'ì.d;tt\IOpOV XELpÒc; E1tLO"'tciiJ.E\IO<;,
llELO"W\1, O"Ì")\1 1toi}Éw\l txÒIJ.TJ\1 XÉpa· 't"OÙ'to OÈ q>W\IW'
« XCLtpw\1 oE!;L't"EP'ÌJ\1 Evpo\1 ocpELÀ.oiJ.É\ITj\1 ».

553

AEvxciooc; !Ì\I't"L IJ.E Kai:O"ap to' 'AIJ.�PCLXLTJ<; ÉpL�wÀ.ov


Svppdov 'tE 1tÉÀ.EL\I !Ì\I't"L -ç ' 'A\ICLX-.optou
"Apytoc; 'AIJ.q>LÀ.6xou -.E xat Ò1t1tÒO"CL paLO"a-.o xuxÀ.cp
aO"'t"E' E1tLi}pt;>O"XW\I OOVpOIJ.CL\I'Ì)<; 1tÒÀ.E1J.O<;
, dO"CL-ço NLXÒ1toÀ.w, i}dTJ\1 1tÒÀ.w· CÌ\1-.t oÈ \ILXTJ<;
Cll oi:�oc; &\la!; -.au-.TJ\1 oÉxw-.aL 'Ax-.Laooc;.

55 4 ' A p y E V "C et p l o u

Acii}pLoc;, 'HpaxÀ.ELa, xa'ì.wc; ù1tò xd'ì.tO"w EÀ.xELc;


xd\IO' 1tttÀ.aL xa•èt O"où nù-.' È�ÒTJO"E 1tÒÀ.L<;.
rrwc; h'ì.TJc; atiJ"Xoc; pt!;CLL xax6\l ; ..H O"E �Latwc;
ELÀ.xVO"É -.Le; i}aÀ.EpW\1 Opa!;ttiJ.E\10<; 1tÀ.OXaiJ.W\I ;
, "H O"ot 'tOV\IOIJ.CL 'tEp1t\IÒ\I àq>' 'HpaxÀ.ijoc; ÉXOU01J,
IJ.ciXÀ.E, q>LÀ.EL\1 i)�Tj\1 XÉXpL'tetL i)Li}Éw\1;
LIBRO NONO

Anrifilo L'airone

Odiosamente castiga Calcèdone il misero airone.


'Traditore' lo chiamano : perché ?
Febo può dirlo. Nel basso fondale piantò la sua zampa
snella, cogliendo dalla sabbia il cibo,
, quando il nemico investi la città dalla riva di fronte,
tardivamente avendo appreso il guado.
Dategli addosso all'uccello perverso ! Lucrò, traditore,
un premio grosso, di chiocciole e muschio.

55 2 An 1 i p a 1ro L'arma

Sono macedone, ferro di spada, e il gagliardo vigore


della mano conobbi d'Alessandro.
Vengo, bramoso, ad armarti la mano, Pisone, e lo dico:
« Trovai la destra debita con gioia».

553 Anonimo Nicòpoli

Cesare, in luogo d'Ambracia di glebe feconde e Tirreo


e Lèucade e Anactorio e Argo e Amfiloco,
di quelle tante città che la guerra di lance distrusse
tutt'all'ingiro col suo balzo folle,
' me - Vittoria - fondò, la divina città: mt nceve
per la vittoria d'Azio Febo re.

Argeolario Fellatrix

Di nascosto, Eraclea, con le labbra lo succhi ben bene :


lo vocifera tutta la città.
Come l'osasti, la turpe sconcezza ? Per forza, qualcuno
ti tirò per la massa dei capelli?
' O, col bel nome che viene da Èracle, hai scelto, puttana,
d'amare l' ' ebe' - il sesso dei ragazzi ?
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LIBRO NONO

555 Crinagora L'Isola dei Porci

Io sono un'isola. Poca ne trova, di terra, chi tracci


il perimetro - sette stadi e basta.
Pure, nei solchi arativi, di messi ne creo, lo vedrai,
sono di frutti d'alberi feconda,
, ricca d'innumeri pesci, nel caldo d'estate ventosa,
accogliente nei porti senza crespe,
presso Corcira che fu dei Feaci. Perché dei miei vanti
si ridesse, mi diedi questo nome.

Zona Bello?

Ieri, Ninfe del lido, Nereidi, Dafni vedeste


tergersi la lanugine di polvere,
quando, bruciato di sole, balzò nelle limpide linfe,
rosse appena le poma delle gote.
, Bello? Ditelo voi. Se no, da caprone che sono,
ho storto il cuore, e non le gambe solo.

55 7 A n t i p a t r o ( d i Tes s a l o n i c a ) Volo

Àrie di Mènecle corre lo stadio né certo smentisce


Pèrseo che ti fondò, cilicia T arso.
Tali gli alati piedi del giovine, a cui nella corsa
neppure Pèrseo avrebbe offerto il dorso.
, Alla partenza, sui blocchi, lo vedi, alla meta suprema
lo vedi - a mezzo del percorso mai.

E r ic i o Il caprone

Mai, nella notte nera, le ha fatte dormire, le capre,


coi suoi fremiti il becco di Clesone :
ché Io colpi di lontano l'odore del lupo che sgozza
capre - saliente allo stazzo rupestre;
ANTOLOGIA PALATINA

, l!Érrcpct xuvEc; xohctc; ci.vEyÉpl-LO\IEç ht'tOLClO'Cl\1


�ilPCl l-LÉYCl\1, 'tpt;ty(vovc; o ' U'lt\IOç El-LVO'E x6pctc;.

559 K p�""y6pou

IH.ovc; l-LO� É'lt' 'het).(Tj\1 É\l'tU\IE'tClL" Éc; ycìp È'tctlpovc;


O''tÉ).).ol-LCl�, W\1 i]OT] OTjpÒ\1 èi'ltELl-LL xp6vov.
ALcpÉw o' i}yT]'ti]pC1 7tEpL7t).oov, cc; J..L ' É'lt Ì. vr)rrovc;
Kvùci.octc; CÌPXClLTJ\1 ._• èil;E� É'ltÌ. l:XEPLTJ\1.
' :Euv 'tL J..LOL ci.).).ci., MÉ\IL'lt'ltE, ).ci.�EV, <p().oc;, tO"'tOpCl xux).ov
ypci.�ctc;, w 'ltctO"TJc; top� yEwypctcplTJc;.

5 60 T o il 11ù nil

,., , , , , · - l
U't Cl\IEJ..LW\1 Cl�pEL pEVl!Cl 'tL\IClO'O'Ol-LE\IW\1,
oi.xlct l!OL puEv vEo'tEVXÉct· oE�l-LCl ycìp ov'ltw
èi).).o 't6uov yctlTJc; oto É).E).L�oJ.LÉ\ITJc;.

Tlc; rrE 7tctyoc; ovuÉpTJJ.LOc;, civi}).Loc;, Él;É�pE�E\1


BoppctLov :Exv�lT]c;, èiJ.L'ltE).ov ci.yp�ci.Oct,
f) KE).'tw\1 \IL<po�).i]'tEç ci.Eì. XPVJ.LWOEEç "A).7tELç,
"ile; 'tE u�OTJpo't6xov �w).oc; 'I�TJp�ci.ooc;,
, f) 'toùc; OJ.Lcpctx6pctyctc; Éydvcto, 'toùc; ct'ltE'ltct\l'tovc;
�6'tpvctc;, oi: O''tV<pE).i}v Él;ÉXE0\1 O''tcty6vct;
Al�TJJ.LCl�, Avx6EpyE, 'tECÌç XÉpctc;, wc; ct'ltÒ pL�T]c;
x).'l]J.Lct'toc; Wl-LO'toxov �).ClO"'tÒ\1 é)).ov �EplO'TJc;.

'l'�'t'tClXÒçÒ �pO'tOJTlpvc;, ci.cpdc; ).uyo'tEVXÉCl xup't0\1,


i]).v�E\1 Éc; OPVl!OÙc; ci.v�ocpvEi: 'lt'tÉpvyL.
LIBRO NONO

, fin che i cani spoltriti spaurirono l'orrida belva:


gli occhi del capro chiuse allora il sonno.

559 C r i n a go r a lA Guida

Alla crociera in I talia m'appresto: ché verso i compagni


vado - ne manco da si lungo tempo!
Cerco una Guida del tour, che alle Cicladi deve condurmi,
e quindi a Scheria, quell'isola antica.
, Dammi un aiuto, Menippo, mio caro, che un Periplo dotto
hai scritto, tu che sai la geografia.

Crinagora

Terremoto fra tutti tremendo - del mare ti levi


in alto il flutto o dei commossi venti -
salva la casa ch'io feci da poco! Mai non conobbi
per la scossa del suolo tanta angoscia.

Filippo lA vite

Quale roccia solinga, dal sole remota, ti crebbe,


selvaggia vite, nella Scizia nordica,
o quali Alpi glaciali, battute da nevi, fra i Celti?
che zolla mai della ferrosa Iberia?
, Sono d'acini verdi quei grappoli tuoi, sono acerbi,
non è che un agro stillicidio il succo.
Io le tue mani, Licurgo, vorrei, ché falciassero il tronco
della vite immatura, alla radice.

C r in ag o r a Il saluto

Un pappagallo, che parla, da gabbia di vimini uscito,


corse alla macchia con l'ala fiorita.
ANTO L OGIA PALATINA 286

Ald o' ÈX!J.EÀE'tW\1 cicrmiowxcn KcxCcrcxpcx xÀ.ELvòv


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'tLC, cpi}Tjvcx� ovvcx'tcx� ocxC!J.ov� « xexL'p' » ÈvÉ7tE�v.
'OpcpEÙC, i}Tjpcxc; E7tELCTE\I È'll ovpECT�\1· Èc; OÈ crÉ, Kcxtcrcxp,
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Tòv cp�À.o7twp�cr'tl}v ..1-T)!J.éxp�'tov ilv 1tou ÈcpEupnc;.


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At6À.ov, L!J.Epoi}cxÀ.Èc; [cxp cpcxCvoucrcx, !J.ÉÀ.�crcrcx


!;ouM, Ècp' wpcxCo�c, tl.vi}Ecr� IJ.Cl�'II OIJ.É'IIcx ,
xwpo'll Ècp' i)OU7t'II00\1 7tW'tW!J.É'II Cl , Epycx 'tLi}Eu crei,
ocppcx 'tEÒC, 7tÀ.lji}n XT)p07tClYlJC, MÀ.Cl!J.OC, .

.. HÀ.i)E 8EClL'tT)'tOC, xcxi)cxpi)v ooév· Et o ' È7tL X�CTvÒ\1


'tÒ\1 'tEÒ'II oux ClV'tT), BcixxE, xÉÀ.Eui)oc, éi.yE�,
éi.À.À.wv !J.È'II xl)puxEc, È7tL �pcxxùv ovvo!J.Cl xcx�pòv
cpi)éy!;o'll't Cl�, XEL\IOU o' 'E'ì.À.<Xc; cid crocpLT)\1 .

.566 Toù a. v -t o ù

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pT)CT�ç· O fl.E\1 « 'II �XW » q>T)CT� 'tO !J.ClXpO'tCl't0\1"
LIBRO NONO

Ma, praticato il saluto per Cesare illustre, quel nome


neppure su pei monti lo scordò.
, Subito edotti, gli uccelli correndo facevano a gara,
a chi primo dicesse 'Salve' al dio.
Orfeo magava le fiere sui monti : d 'impulso, gli uccelli
ora, Cesare, cantano per te.

Leonida l fichi

Uomo, se trovi l'amante dei frutti Democrito, dàgli


con parole leggere quest'annuncio :
pianta di candidi frutti maturi, ho qui bocconcini
crudi di belle ficora per lui.
, Dunque s 'affretti (la mia posizione è precaria), se vuole
cogliere i frutti da un intatto ramo.

Nicia Il miele

Tu primavera soave-fiorente, screziata, riveli,


ape ronzante che di fiori impazzi,
verso fragranti campagne volando. Il laboro deponi,
s! che il tuo favo cereo se ne colmi .

C a l l i m ac o L'artista

Per una vergine strada Teeteto s'è messo. Se questa


all'edera ch'è tua, Bacco, non porta,
d'altri gli araldi diranno per attimi rapidi il nome :
l'arte di lui celebrerà la Grecia.

Ca l l i m aco Il trisillabo

C'è �ma parola piccina, Dioniso, per quando il poeta


nesce : al piu, « Vittoria ! >> dice, e basta.
ANTOLOGIA PALATINA 288

t'il OÈ IJ'Ù l-L'lÌ 'lt\IEVOTJ<; ÈvOÉ�Loc;, f)v ·ne; (prrm.L


« rrwc; (�cù.Ec;; » cpT)O't: « l:xÀT)pà -rà yLyv61J.Evct » .
, Ti;I IJ.EPI-LTlPL�ctv-rL -rèt 1-LilvoLxct -rou-re yÉvoL-re
-roÙ'ltoç· È!J.ot o ' , wvct�, i) �pctxva-vÀÀct�LT} .

'H xctL h ' ÈX �pÉcpEo<; XOLIJ.WIJ.ÉVT} 'Av-rLOOT}IJ.L<;


'ltopcpvpÉwv, IlctcpLT}c; voa"a"l.c;, È'ltt xpoxvowv,
i) "r!:lXEpct�<; ÀEVIJ'IJ'OVO'!:l x6pctL<; 1-J.!:lÀ!:lXW"rEpov ihtvov,
Ava'LOO<; aÀxvovt:c;, -rEp'ltVÒ\1 &l}upi-J.!:l 1-LÉJ}T}c;,
, uOct-rl.vovc; cpopÉouiJ'ct �PctX LOVct<;, i) 1-J.OVT} Òa--rouv
où ).O:xEv ( Tjv yètp o).Tl -roùv -rctÀO:poLIJ'L yO:Àct ),
'1-rctÀI.T}v lliJ.EL\jJEv, l:vct 'lt"rOÀÉIJ.OLO xctt ctLX I-Lii <;
CtiJ.'ltctvOTJ 'PWIJ.T)V IJ.ctÀl}ctxl.vn xapm.

,568 6- L O O' X o p ( S o v

AÙÀLV 'ApLO'"rcty6pEW xctt x-ri)IJ.!:l"rct p.upt:oc; apl}dç,


NE�ÀE, IJ.E-r' ELMLT}<; É�ECjJOpT)O'!:l<; òoou .
Aù-ròc; o ' OLXELT}<; ò yÉpwv E'ltEVi)�ct-ro �wÀov
\l!:lVT}"(Ò<;, 'ltaa'T)<; ÈÀ'ltl.Ooç ÒÀÀVIJ.ÉVT}<;,
, yd-rovoc; iJIJ.Wpctua"-rov È'lt' ctuÀLov· « "'n -r.oÀvc; - Etmzc; ­
I-L6xl}oc; ÉI-L6c;, 'ltoÀLTjc; -r ' (pyct 'ltEP Ltra"à XEp6c;,
vowp miv ÉyÉVEIJ'l}E· -rò OÈ 'Y Àvxù -rou-re yEwpyo�c;
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LIBRO NONO

Quello che tu non ispiri benigno, se mai gli s i chieda


« Com'è andata ? », risponde : « Sto nei guai » .
, Sia, per chi medita azioni nefande, questa la frase :
per me l'altra, signore : quel trisillabo.

Antipatro Seduzio11e

Quella che sin da bambina su lane di porpora dorme,


Antiodèmide, cocca di Ciprigna,
con quello sguardo piu molle, nei languidi occhi, del sonno,
lisfaca alcione, dolce brio di sbornie,
, liquide duttili braccia, piu priva d'ogni altra di ossa
- ché pare tutta latte alla fiscella -
ora è partita, in Italia - per fare che Roma desista
da lance e spade, con la molle grazia.

D i oscor i d c LJ pie"''

A dismisura rigonfio, nel corso erratico, Nilo,


casa rapisti e campi d 'Aristàgora.
Naufrago, il vecchio nuotò, sulle zolle del proprio podere,
perdute tutte le speranze, ormai,
5 fìno a una casa vicina già dfruta, e disse : « Fatiche
mie, lavori di vecchia mano inutili,
altro non siete che acqua ! Flui su Aristàgora amara
quell'onda ai contadini tanto cara » .

E m p ed oc l e l/ !'<Ile

Io sono stato una volta ragazzo e ragazza, cespuglio,


essere alato e pesce del mare che va sulla griglia

Voi dell'alta città sulle rive del biondo Acragante,


che sull'acropoli state, solleciti d 'opere egregie,
, salve ! Non già , per voi, come uomo, ma nume perenne,
ANTOLOGIA PALATINA

'ltWÀ.Eu!J.ctt !J.E'ttX 'ltéiat 'tE'tt!J.Évoç, wa'ltEP Eotxa,


'tCltV�cttç 'tE 'ltEpLO"'tE'lt'tOç O"'tÉcpEa�v 'tE �ctÀ.dotç.

5 70 <l> L >.. o O TIJ..L O U

Eavi)w Xl'JPO'ltÀ.aa-.E, !J.UpoxpoE, !J.ouao'ltp6aw'ltE,


EuÀ.ctÀ.E, om-.Epvywv xaÀ.òv èiyctÀ.!-lct II6�wv,
lj;TjMv !J.Ot XEpat Opoawai:ç !J.Vp({.l· Èv !J.OvoxMv({.l
oE"L l-lE À.ti)oo!J.1J't({.l ol) 'ltO'tE 'ltE'tpto�({.l
' EUOEtV cii)avcl.'twç 'ltOUÀ.Ùv xpovov· iO E 'lttXÀ.tv !J.Ot,
Eavi)éLptov, va�. vaL, -.ò yÀ.uxù -.ou-.o !J.ÉÀ.oç.
[Ovx ci�Etç, wv�pwcp', Ò 'tOXoyÀ.Vcpoç; 'Ev !J.OVOXÀ.LV({.l
oEi: aÈ �touv ai.d, ova!J.OPE- 'ltE'tptO�({.l].

57!

"EùayEV Èx 8l']�WV !J.Éya mvoapoç· E'ltVEE 'tEP'ltVtX


i}OU!J.EÀ.EL cpMyy({.l !J.Ouaa Et!J.WV�OEW"
À.CÌ!J.7tEt E'tl'JO"LXopoç 'tE xat "I�uxoç· ijv yÀ.uxùç 'AÀ.x!J.ctv·
À.ctpà: o ' CÌ7tÒ O"'tO!J.tX'tWV cpi)Éyça-.o BaxxuÀ.�Ol']ç"
:; Tini)w 'Avaxpdov-.t auvÉa7tE'to· 'ltotx�À.a o ' aùoq.
'AÀ.xai:oç xvxvoç AÉa�toç Ai.oMot.
'Avopwv o ' oùx ÈVcl'tl'J Ect7tcpw 'ltÉÀ.EV, ci)..).. ' Èpct'tEtvcti:ç
Èv Movaatç OEXcl'tl'J Mouaa xa-.aypéLcpE-.at.

« Mouaciwv 'EÀ.txwwiowv CÌPXW!J.Ei)' cidOEtv »


EypacpE 'ltOt!J.Cl�VWV, wç )..6 yoç, 'Ha�oooç.
« MTjvw èinOE, �Ect >>, xat « "Avopa !J.Ot (vvmE, Mouaa »
EL7tEV '0!-ll'JPEL({.l KaÀ.À.t07tl'J a-.6!-lct'tt.
, Kci!-lÈ OÈ OEL ypéLij;at 'tt 'ltpoo�!J.tov. 'AÀ.À.à -.C ypéLij;w,
OEV'tEpov ÈXOt06vat �t�À.�ov CÌPXO!J.Evoç;
« Movaat '0À.U!J.7ttcl0Eç, xoupat At6ç, oùx &v Èawi)l']v,
d 1-llJ !J.Ot Kai:aap xaÀ.xòv EOWXE NÉpwv ».
LIBRO NONO

io da tutti onorato m'aggiro, con l 'aria d'un dio


d'infule sacre e di serti di fiori festivi ricinto.

Fi lodemo Quell'aria

Bella Biondina di cera, fragrante, visetto di Musa,


garrula, gioia degli Amori alati,
suona per me con le mani bagnate d'unguenti ! In un letto
solingo, un letto di pietra e di sasso,
, eternamente dormire dovrò. Tu cantami ancora,
Biondina, si, quell'aria cosi dolce.
[Uomo che lucri ad usura, non odi? In un letto solingo
e petroso vivrai, misero, sempre].

57 I Anonimo I IlO Ve lirici

Pindaro suoni possenti da Tebe levò; melodie


soavi esala l'arte di Simonide;
dolce fu Alcmane, brillanti Stesicoro e lbico, grata
dal labbro di Bacchilide la voce ;
' d'Anacreonte fu Peitho compagna; in eolica lingua
varia il suo canto Alceo, cigno di Lesbo ;
nona fra gli uomini Saffo non fu : fra le amabili Muse
lei come Musa decima s'iscrive.

5 72 LuciIlio L'ince��tivo

« Siano le Muse eliconie principio del canto » scriveva


pascolando ( cosi si narra) Esiodo.
«Cantami, o diva, l 'ira » , « Quell'uomo narrami, Musa »
Calliope disse per bocca d'Omero.
' Anche per me, d'un proemio c'è l'obbligo. Ma cosa scrivo
ora, all'inizio del secondo libro?
«Muse figliole di Zeus, ero perso, se qualche quattrino
non m'elargiva Cesare Nerone » .
ANTOLOGIA PALATINA

573 . A !l ! H il V O V

Mi) uu y ' bt' ti).}.o'tpLT}c;, wvi}pwcp', i:so�o 'tpC11tÉsT}c;,


lj/w!J.ÒV évdonov YC1rJ''tPL XC1P�s61J.Evoc;,
èiÀÀo'tE !J.ÈV xÀC1LWn xe1t ÉrJ''tUYVW!J.ÉV� OIJ.IJ.C1
uuyxÀC1LWV, xe1M�c; O"Ùv yEÀbwv·n yEÀwv,
5 o(hE uu yE XÀC1ui}!J.ou XEXPTl!J.Évoc;, oìhE yÉÀw'toc;,
XC1L XÀC1�WIJ.�ÀLT}, XC1t yEÀOWIJ.�ÀLT} .

574

'HIJ.tiSEUrJ'C1 XCtt C1Ù'tÒc; é 'tP�rJ'OUrJ''tT}Voc; 'Aytive1!;


'to\i-t·ov OUrJ'SWOV XOÙ �LO'tOV �LO'tOV'
où !J.'IÌV 1toÀÀÒv bt xp6vov i]ÀC1uC1, Àlis oÈ 1tC1'tTJUC1c;
ÀurJ'rJ'WOT} swi)v i]Àui}ov dc; ALOEW.

575 � , },. [ 1t 1t O U

Oupe1vòc; èiu'tpC1 'ttix�ov !i1tou�ÉuE� ii 'ttiXC1 vux'tòc;


i}ÉÀ�oc; (j)C1�0plJV o\jlw !Ì1tEpytirJ'E'tC1�
xe1t yÀuxù Vii!J.C1 MÀC1rJ'rJ'C1 �po'teLe; !ÌpU'tlJULIJ.OV �SE�
XC1t VÉXuc; EÌ.c; SWWV XWPOV fiVC10p!Ì!J.E'tC1�
5 i] '!te'tE MC1�0VLOC1o �C1i}uxÀEÈc; ovvo!J.' 'O!J.l}pou
Àl}l)T} YTlPC1ÀÉwv àp1tcirJ'E'tC1� uEÀlowv.

IIC1pDÉvE Tp�'toyÉvE�C1, 'tl 'tijv Kù1tpw tip't� IJ.E Àu1tE�c;.


'tOV!J.ÒV o' àp1tC1ÀÉq: owpov EXE�c; 1tC1Àti!J.TI ;
MÉ!J.VT}rJ'C1� 'tÒ 1t!Ìpo�i}Ev tv 'IOC1Lo�c; uxo1tÉÀo�uw
wc; Iltip�c; OV rJ'È XC1ÀTJV, fi).).' �IJ.' EOOy!J.ti't�rJ'EV.
' I:òv o6pu XC1L utixoc; ÉrJ''tLV, É!J.ÒV OÈ 'tÒ !J.i)Àov imtipxE�·
lipxd 't@ !J.TJÀ� xdvoc; o 1tptv 1tOÀE!J.oc;.
LIBRO NONO 293

573 Ammiano 1.'adulatore

Non ti sedere alla mensa d'un altro, mio caro, la pancia


gratificando d 'infamante pane,
ora piangendo con uno che piange con meste pupille,
ora invece ridendo con chi ride,
, mentre motivo di pianto non hai né di riso, e la parte
d'eco piagnona fai, d 'eco buffona.

5 74 Anonimo Basta!

Sono Aganatte meschino, ché anch'io la tirai la carretta


d'una vita impossibile, invivibile.
Ma non andai lontano nel tempo: alla vita furiosa
diedi un calcio, scendendo giu nell'Ade.

5 75 Filippo Eternità d'Omero

S'estingueranno in cielo le stelle o il sole alla notte


renderà forse luminoso il volto,
acqua ad attingere dolce darà per gli uomini il mare,
risaliranno al mondo vivo i morti,
' prima che il nome glorioso d'Omero Meònide còlto
sia dall'oblio dei suoi vetusti scritti.

N i c arco La mela

Sono Ciprigna: perché tu mi crucci, vergine Atena,


col dono mio nella rapace mano?
Tu lo ricordi quel giorno che là sulle rocce dell'Ida
me, non te giudicò Paride bella.
' Tuoi lo scudo e la lancia, ma mia fu la mela: la mela
per cui basta la guerra d'una volta.
ANTOLOGIA PALATINA 2 94

577 O 't o À.q.1 a l o u

OHi ' o'tL ìhicnòc; Èyw xat Eq:uiJJ.Epoc;· ci)..)...' o'tet'll &cr'tpwv
!J.CtCT'tEVW 7tUXL'IIàc; ciJJ.CpLOpO!J.OVc; E)..LXetc;,
oùxh' Èm\jlauw 1tocrt yaLl]c;, &:ÀÀèt 7tetp' aù'tQ
Zavt i)Eo'tpEq>Éoc; 7tLJJ.7tÀet!J.CtL tiJJ.�pocrLl]c;.

"".nv i'}oE �L�Àoc; E'\100'11 woLvw, q>LÀE,


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OE�'tetL xoÀu!J.�lJ'tOU oÈ 7tti'll't Wc; �l]ÀLou.
m o' etÙ XU�LIJ't'i)CTEL 'tLc; dc; È!J.oÙc; !J.UXOÙc;
5 Xett mi'II JJ.E'tetÀÀEVCTELE'\1 cixpL�wc; �cii)oc;,
"(EW!J.E'tpW'II 'tèt 7tpW'tet À1)\jiE'tetL yÉpet,
CTOq>Òc; o ' ci'llet!J.q>LÀEX'tOc; ELCTXpLi)l)crE'tetL.
Tov'tW'II oÈ JJ.tip'tuc; Èyyvl]'tl)c; 'tE IIÀti'twv.

5 79 T o v a u 1:0 v

I:xij!J.Ct 7tetÀetLO'tci'tW'II tivopW'II XljpUXL0'\1 cii)pEL,


E>pwetXLl]c; oLXLCT'tèt KopLvi)LE, oc; 7t0't 0 E'TtL'IIEc;
tiJJ.q>L�OlJ'tet pÉEi)pa I:up1JxocrLl] c; 'ApEi)oucrlJc;.

Ml]v \mci'twv 7tpw'toc;. ·o oÈ oEv'tEpoc; auÀaxa 'tÉ!J.'IIE L.


'O 'tpL'toc; AùcrovLwv "(E'IIETJ'II È7tt JJ.WÀov ÈydpEL.
Thpa'toc; tiyyÉÀÀEL poooOtix'tuÀov Etapoc; wplJ'II .
mJJ.t pOOW'\1 YE'IIÉ'tl]c;. Kat Èyw xpL'IIet ÀEvxèt XOJJ.Lsw.
5 OÙ'toc; tiJJ.etÀÀooÉ'tlJc;. Tèt o' ÈJJ.èt 7t'tEpèt N E�Àov ÈydpEL.
Où..oc; ÈpLCT'tetq>vÀ� 7tEq>LÀ1JJJ.É'IIoc; E7tÀE'to Bcixx�.
TEuxw o ' otvov Èyw IJ.EÀLl]oÉa, xtipiJ.a �po'to�crL.
�(l�'t(l q>Épw xapLECTCTCt'\1 Èc; OU'IIOIJ.Ct q>W'tÒc; ÉxtiCT'tOU.
<l>opJJ.LSEL'II OEOtil]xet xat \mvwo'll'tetc; ÈydpEw.
LIBRO NONO 2 95

Tolemeo Astronomia
5 77

Sono mortale e precario, lo so; ma se scruto le stelle


fitte, nel loro corso circolare,
piu non tocco la terra coi piedi : mi sento vicino
a Zeus, l'ambrosia degli dèi mi sazia.

Leone i l F i losofo Le Coniche

Le cose donde questo libro è gravido


profonde sono, amico caro, e dure assai :
ci vuole un sub di Delo che le interpreti.
Ma chi nei miei recessi si precipita
5 e attentamente scruta le profondità,
in geometria gli onori massimi otterrà
e un indiscusso posto tra i filosofi.
Platone attesta e garantisce tutto ciò.

5 79 Leone i l F i l o s o f o Il caduceo

Guarda il bastone d'araldo che fu delle genti piu antiche,


tu, di Trinacria ecista corinzio, che un di d'Are tusa
siracusana le acque dovunque famose bevevi.

Anonimo I mesi

Mese dei consoli il primo. Nel campo fa solchi il secondo.


Sveglia il terzo a travagli di guerra le stirpi d'Ausonia.
Di primavera, stagione rosata, dà il quarto l'annuncio.
Nascono rose da me. Sono padre di candidi gigli.
' Ecco chi lega i mannelli. Sollecito il Nilo con l'ala.
Ecco chi fu prediletto da Bacco signore dell'uv a.
Io fo il vino soave miela to, delizi a d'uma ni.
Io banchetti gradi ti per ogni onomastico reco.
Io so suonare la cetra, ben so ridestare chi dorme.
ANTOLOGIA PALATINA

To�6u IILEp�owv J-LEOÉwv, txa:tT]�6),E cl>oi:�E,


d1tÈ xacnyv1rtn xpct't'Epoùc; tvo: ìlijpo:c; lydpn,
ocrcrov Ém�o:vcrctL J-1EpÒ7tWV OÉJ-Lctc;, écrcrov àvcrctL
).o:wv 't'Ep7tOJ-1Évwv tEpòv cr't'ÒJ..La: J-LTJOÈ vol}crw,
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'Apt.LEVLWV 't'ciOE cpv).o: xo:t èihLJ-LOV [i)voc; 'l�{)pwv,


XpLcr't'ov l;;ij).ov [xov't'Eç txovcrLov Èc; l;,uyòv ij).ì}ov,
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eouxuotOTJV '0).6pou, KExpo7ttOTJV 't'Ò yÉvoc;.

EvvoJ-Lov, l.�mo).).ov, crù J-LÈV otcrDci J-LE, 1twc; 7to't'' lvl.xwv


�7tcip't'W ò Aoxpòc; Èyw· 7tEUDoJ-LÉVOLc; o ' ÉVÉ7tW.
At6).ov Èv xLMpq. v6J.Lov [xpExov, Év o È J.LEcrEvcrq.
f.Ì.IO� J-LOL xopoàv 7t).éix't'pOV a7tEXpÉJ.LrlCJ'EV'
, xo:l. J.LOL cpMyyov É't'OLJ.LOV Ò7tctv1.xo: xo:Lpòc; li7tTI't'EL,
dc; cixoàc; puDJ.LWV 't'w't'pExÈc; oux EVEJ-LEV'
xo:� 't'Le; ci1t' o:u't'oJ.Lci•w xLMpo:c; È7tt 7tfjxuv È7tLcr't'àc;
't'É't''t'L� É1t),{)pou 't'W't'pEXÈç !ipJ.LOVtctc;.
NEvpo: yàp E� hl.vo:crcrov· !ii}' È�OoJ.Lci't'o:c; OÈ J.LE).olJ.LctV
IO xopoéic;, 't'IÌV 't'OV't'W yfjpuv ÉXLXPciJ-LEDct·
7tpÒc; yàp ÈJ.LIÌV J.LE).É't'o:v Ò J-LECJ'O:J-L�pwòc; ovpEO"W f.Ì.IOÒç
'tfjVO 'tÒ 7t0LJ.LEVLXÒV cpì}ÉyJ.Lct J.LEì}T]pJ.LÒCJ'rl't O,
LIBRO NONO 2 97

Anonimo Spe/lacolo circense

Febo arciere, signore di Muse, che lungi saetti,


dillo alla tua sorella, che belve possenti sobilli,
tanto che sfiorino il corpo degli uomini, tanto che gridi
alto la folla esultante. Ma io, che del Dio di clemenza
� ebbi in retaggio il trono, la morte d'un uomo non veda !

Anonimo Conversione

Ecco le stirpi d'Armenia, gl'Iberi, gagliarda nazione,


che, per amore di Cristo, da sé si piegarono al giogo,
obbedienti alle leggi dei nostri invitti sovrani.

Anonimo Tucidide

Caro, prendimi in mano se colto. Digiuno di Muse,


gettami via, ché non m'intenderesti.
Accessibile a tutti non sono. Ammirarono in pochi
me, Tucidide d'Cloro, ateniese.

Anonimo f:.u11omo e la cicala

Io sono Èunomo. Apollo, tu sai come un giorno, locrese,


io vinsi Sparti. A chi non sa, racconto.
Io sulla cetra una varia melode suonavo; ma il plettro
divelse, in piena musica, una corda :
5 quando il motivo esigeva la nota precisa, la frase
con esattezza non poteva renderla.
Ecco : sul manico allora da sé si posò della cetra,
colmando il suono esatto, una cicala.
Io sei corde scotevo; là dove la settima nota
1o serviva, della voce sua mi valsi:
armonizzava alla mia melodia quell'idillico suono
lei, meridiana cantatrice al monte;
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8 6' VNUV'l\'d VI�O'lO.LNV
LIBRO NONO 299

intervenendo via via, s'adeguava alle inanimi corde,


ché modulava col cangiante suono.
1, Collaborò: sono grato per questo. Plasmata nel bronzo,
è qui, posata sopra la mia cetra.

Anonimo Afrodite e gli Amori

Quattro sono gli Amori : c'è uno che il serto materno


copre d'un velo, c'è u n altro col labbro sul seno che sgorga;
giocano gli altri ai piedi di lei. Tutta nuda, Afrodite :
solo la zona ch'è presso la coscia una veste la cela.

Cometa Cartulario In campagna

- A chi appartengono, dimmi, pastore, i filari?


- Gli ulivi
a Pallade; le viti intorno, a Bacco.
- E le spighe?
- A Demetra.
- Ma i fiori, di quali dei numi
sono?
- D'Era e di Cipride rosata.
' - Scorri ancora col labbro sul flauto, carissimo Pane !
Eco in questi verzieri troverai.

E u t o l m i o I ll u s u i o Bollitore

Io fra Bacco e Ninfe mediando, nei calici verso


di volta in volta ciò che omesso fu.

A l ceo Atleta


Ta e l � forza ammirata dall'Ellade, quale nel bronzo
Il vtgore, che vedi, di Clitòmaco.
ANTOLOGIA PALATINA 300

èip·n yò:p at(.l.a'toEV'tct XEpwv CÌ.1tEÀ.VE'tO 7tUy(.l.éic;


" ' - , l
EV'tEct, xaL YOPY'+I (.l.apva'to 1tayxpa'tL�·
J 'tÒ 't p( 'tO\l ovx ÈXO\ILO'E\1 È1tW(.l.(Oac;, CÌ.ÀÀÒ: 1tctÀa(<rac;
CÌ.1t'tWc;, 'tOÙc; 'tpLO'O'oÙc; 'I<r�(.l.6�E\I ElÀE 7t6vouc;.
Mouvoc; o' 'EÀÀCÌ.VW\1 't6o' EXEL y(pac;· É1t'tcl1tUÀOL OÈ
8i'j�aL xat yEVÉ'tWP È<r'tECjlE�' 'Ep(.l.OXpcl'tT}c;.

AV'tTJ\1 (.J.T)'tpUd)\1 'tEXVlJO'!X'tO' 'tOV\IEX!X (.l.!XSÒ\1


Etc; v6�o\l o 1tÀCÌ.O''tT}c; OV 7tpOO'E�T}XE yCÌ.Àa.

<( 'H 'tÉXVT} O'UVCÌ.ynpE\1 Ci (.l.TJ CjlVO'Lc; - E�1tE\I O 1tÀCÌ.O''tT}c;, ­


(.J.i'j'tEp v6<rcpL 'tOXW\1, W(.l.Cjl(E v60'CjlL yCÌ.(.l.W\1 ».

59 1

"ApEct xat IlacptT)V Ò swypci.cpoc; Etc; (.l.É0'0\1 OLXOU


cl(.l.CjlL1tEpL1tÀÉyOT}\I yÉypctCjl E\1 cl(.l.CjlO'tÉpouc;·
Èx �up(ooc; o È (.l.oÀwv !ll aÉ�wv 1toÀu1tci.(.l.cpaoc; ai:y)..n
EO''tT} CÌ.(.l.T}XctV6wv CÌ.(.l.CjlO'tÉpouc; <rxo1tÉwv.
' 'HéÀLoc; �ctpV(.l.T}VLc; itwc; 't(voc;; ovo' È1tl XT)pou
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59 2

"n 1t00'0\l EVlJ�T}c; o swypci.cpoc;, éh'tL xapCÌ.O'O'EL


xo(pavov dpi)vT}c; CÌ.<r1t(OL 'tLX'tO(.l.E\I0\1.
LIBRO NONO JOI

Come gli attrezzi cruenti si tolse del pugile, venne


allo scontro veloce del pancrazio;
, spalle a terra nel terzo cimento non fu, ma lottando
in piedi, ottenne tre vittorie all'Istmo,
unico Greco a vantarsi di ciò. Di corone si cinse
Tebe di sette porte e il padre Ermòcrate.

Anonimo Era con P.racle al seno

Volle creare una vera matrigna: perciò lo scultore


latte non mise nella poppa aliena.

59 0 Anonimo Atena ed E!esto

<( L'arte v'uni come non la natura - l'artefice disse ­


sterile madre, sposo senza moglie » .

5 9I Anonimo La coppia

Are e Cfpride avvinti da mutuo amplesso nel centro


d'una stanza l'artefice effigiò.
Dalla finestra irruppe col lume piu splendido il Sole
e, scorgendo la coppia, fu basito.
' Collera, si, ma fin quando? Neppure da inanime cera
volle stornare la sua rabbia il Sole?

59 2 Anonimo Incongruenza

Oh com'è sciocco l'artista! Del re della pace disegna


sopra uno scudo la Natività.
ANTOLOGIA PALATI NA 302

593

O!x-.ov O(-LOU xa:L M(j(j0:\1 hl)-.u(-lo\1 [v�Eoc; &.vi}p


(-lllp(-l&.p� EYM"tÉ(-lLçE, �LO:SO(-LÉ\11')\1 o ' {mò "tÉX\Il')c;
Àa:�\IÉl')\1 Ml)OEL0:\1 oÀl')c; E(-l\ll')(jE\1 &.vtl')c;.

594

Zwyp&.cpE -.&.v (-lopcp&.v &.7to!-l&.ça:c;, a:m· tvt x11p@


xa:L \jlux&.v Eò&.l')c; :I:wxpa:·nx&.v �a:ÀÉEw.

595

595 bis

'H Ml)owv cHiLxov 7tllV(jO:(j' v�pw i]OE :I:oÀwva:


't"O\IOE ""t"Exvoi: :I:a:Àa:(-lLc; �E(j(-LO�É't"l')\1 tEp6v.

T6\IOE OopL(j't"Écpa:voc; :I:7t&.p't"a: XdÀwva: <pV't"EU(jE\1,


oc; 't"W\1 È7t't"tl :I:ocpw\1 7tpw-.oc; ECjlU (jOCjltC[..

597 K O IJ. TJ "t ci l: x o >. �t cr n x o v

Nwi}pòc; tyw "tEÀÉ�E(jxov &.7t tçvoc; Éc; 1t6Sa:c; &xpouc;


""t"Tjc; 7tptv ÉvEpydl')c; Ol') pòv hE(-l�6(-lE\Ioc;,


swiic; xa:t �a:\l&."tOLO (-lE't"O:tX(-lL0\1, "A�OL YEt"tW\1,
(-louvov &.va:7tvdwv, ""t"èiÀÀa: OÈ 7t&.v""t"a: vÉxuc;.
LIBRO NONO 303

5 93 A n o n i mo Medea

Fuse con grande realismo nel marmo, quell'uomo ispirato,


furia e insieme pietà. Violentando con l'arte Medea,
memore, pur nella pietra, di tutti i dolori la rese.

594 Anonimo Socrate

Tu figurasti i suoi tratti, pittore. Cosi nella cera


avessi infuso l'anima socratica!

595 A n o n i mo Firma

Autoritratto dipinto dall'optimus pictor Apelle.

595 bis Anonimo Salone

Da Salamina, che infranse violenza di Medi, Salone


nacque, il legislatore pio che vedi.

A n o n i mo Chilone

Nacque da Sparta ricinta di bellici serti Chilone,


dei Sette saggi per saggezza il primo.

59 7 C o m e t a S c o l a s t ico Guarigione

Paralizzato oramai dalle reni alla punta dei piedi,


privo da tempo del vigore antico,
li, tra la vita e la morte, già prossimo all'Ade, se togli
il respiro, non ero che un cadavere.
ANTOLOGIA PALATINA

, 'A).).à. crocpoc; !J.E cN).L1t1toc;, c'V É"V yprLcpLOECTCTL ooxEuELc;,


�wypT}CTE'V, xpuEp'JÌ'V 'VOUCTO'V Ò'.XECTCTÒ'.(J.E'VOc;'
rLùihc; o ' 'A'V'tW'VL'VOc;, éi1tEp mipoc; È'V xilo"Vt B('LL'VW
XrLt 1tocrt 1tE�EUW XrLt o).oc; rLtcrilÒ'.'VO(J.rLL.

59 8 8 E O X p l't O U

Tò"V 'tW ZrL"VÒc; co' Ù!J.t"V utò"V wvi)p,


'tÒ'V ).EO'V'tO!J.tXXrL'V, 'tÒ'V ò!;UXELprL,
1tpii'toc; 'tW'\1 E1ttX'VWilE (J.OUCT01tOLW'V
TidcrrL"Vopoc; crwÉyprLtYE'V oùx KrL!J.ELpou,
' XWCTCTouc; È!;E1tO'VrLCTE'V d1t' Ò'.Éi}).ouc;·
'tOU't0'\1 o. rLÙ'tÒ'V ò Oli(J.oc;, wc; crticp. Etouc;,
ECT'trLCT' E'liMO E xti).xE0'\1 1toi}crrLc;,
1to).).oi:c; (J.T}CTL'V omcri}E Xi}'VLrLU'tOi:c;.

599 T o i) CI Ù 'tOV

81iCTrLL 'tÒ'V à"VOpLà'V'trL 'tOU'tO'V, W !;É'VE,


cr1touoéj., xrLt My', É1tÒ'.'V Èc; otxo"V E"Vilnc;·
« 'A"VrLxpÉonoc; dxo"V' doo"V É"V TÉ�,
'tW'V 1tp6cril' EL 'tL 1tEPLCTCTÒ'V �001tOLW'V ».
, llpocrilEtc; oÈ XW'tL 'toi:c; "VÉOLCTL"V éioE'tO,
ÈpEi:c; Ò'.'tpExÉwc; o).o'\1 'tÒ'V éi"VOprL.

6oo T o ii a; Ù 't o ii

"A 'tE cpw"Và. AwpLoc;, xw"V'JÌP ò 'tà.'V xw!J.�otrL'V


EÙpw'V 'E1tLXrLp(J.oc; •

...n BtixxE, xà).xEo"V "VL"V à"V't ' à).rLilwou


..t'V ws· à"VÉilTJXrL'\1
, 'tot l:uprLXOUCTCTrLLc; É'VLOpU'V'trLL 1tE).wpLCT'tq. 1tO).EL,
ot' éi"VoprL 1to).L'trL'V'
CTOCj)W'\1 EOLXE PT}(.J.à'tW'\1 !J.E!J.'VrL(J.É'VOUc;
'tE).Ei:'\1 É1tLXELprL'
1to).).à, yà:p 1tO't'tÒ:'V �OrL'\1 'toi:c; 1tliCTL'V Et1tE XPi}CTL!J.rL'
IO (J.Eyà).('L XÒ'.PLc; rLÙ'tQ.
LIBRO NONO 305

, Ma il sapiente Filippo, che vedi nel quadro, alla vita


mi ridiede, sanando il crudo morbo.
Sono Antonino di nuovo : col passo d'un tempo cammino,
tutto il corpo è sensibile di nuovo.

Teoc r i to Pisandro

Del figliolo di Zeus di mano pronta,


che lottò col leone, le vicende
e le tante fatiche sopportate,
primo d'ogni poeta del passato
, le descrisse Pisandro di Camiro.
Per tua regola, il popolo gli eresse
questa statua di bronzo che qui vedi,
a distanza di molti mesi e anni.

599 Teocrito Anacreonte

Straniero, attento! Questa statua osservata.


Quando in patria sarai, potrai ben dire :
«D'Anacreonte ho visto a Teo l 'immagine,
fra gli antichi poeti il piu valente » .
, Se aggiungerai che fu diletto ai giovani,
il ritratto darai dell'uomo intero.

6oo Teoc r i t o Epicarmo

Fu doriese la sua lingua. Tale fu Epicarmo, che


creò la commedia.
Di bronzo a te ( ché l'uomo vero non c'è piu )
lo posero, Bacco,
' quanti stanno a Siracusa, la grandissima città,
come uno di loro.
Da parte loro, dei suoi detti memori,
fu giusto compenso.
Diede a tutti per la vita molte buone regole:
1o gli si rendano grazie.
ANTOLOGIA PALATINA

6ox

Tò ç6etvov -rò 7tEp�crcròv 'Atç�(J.Évl'}c; 'Acppool.-rq.


ti:cret-ro, -rfjc; mi:crl'}c; vetv-r�ÀI.l'}c; q>VÀ.etx�.
Xeti:p', w 7t0'r\I�C1 KtJ7tpL" O�OOUCTC1 OÈ xÉpOEC1, 7tÀ.OU'rO\I
lip(-ltvov, doi)crELc; vetuc; ih� xow6-ret-rov.

602 E ù i) v o u ' A D T] v t d o u

"A 1tO'rE 7tetptltv�xeti:crw tÀ.etcrxo(J.Évet 7tetÀ.ci:(-lncr�v


KtmpLOet, crùv 7tEVXet�c; xetL yci:(-L0\1 Euçet(-LÉVet,
xovp�OI.ovc; i) Ol) iletÀ.ci:(-l{!l ÀVcretcret X�-rwvetc;,
Ò:VOpÒc; aq>etp (-ll)pwv ÈçEÀ.6XEVCTC1 'rV7tOVC:.'
, W(-lq>l.oc; lx vv(-lq>l'}c; oÈ x�x).i)crxo(-let�, Èx o · ( Aq>pool.-rete;}

"ApEet xetL �w(-loùc; (cr-rtq>ov 'HpetxÀ.Éovc;.


8ij�et� TELpECTL'l'}\1 (À.ty6v 7tO-rt· vuv OÉ (-LE XetÀ.xòc;
-rÌ')v 1tci:poc; Èv (-ll.-rpet�c; Ì')cr7tci:cret-r' EV XÀet(-lvOL.

60 3 ' A v n 1t lr. "t p o u

IIÉv-rE àLwvvcroLo ilEpet7tvl.otc; eti:OE l:etw-rEw


E\l'rV\IOVCTL ilocic; EP"(C1 xopocr-retcrl.etc;·
à; (J.Èv Ò:Ep-rci:sovcret OÉ(-letc; �Àocrvpoi:o À.Éov-roc;,
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' a -rp�-rci:-ret o ' otwvòv ÈV1t'rEpov, a OÈ 'rE-rci:p-ret
'rV(-l7tC1\IO\I, a 1tÉ(-l1t'rC1 XC1ÀXO�C1pÈc; xp6-retÀ.ov·
7tciCTC1L q>OL'rC1À.ÉC1L 'rE 7tC1pet6pLO\I 'rE \101'}(-LC1
Èx7tÀ.etyÉEc; Mcrcrq. Oetl.(-lovoc; EULci:OL.

604 N o o- o- l 5 o <;

8etv(-letphetc; (-lopcpcì.v o 1tl.vetç EXEL' Eu yE -rò yetupov


'rEUçE -r6 i}' wpetL0\1 -rcic; &.yetvo�À.Eq>ci:pov.
l:etL\IOL XÉV cr' ÈCTLOOLCTC1 XetL otxoq>vÀ.etç crxvÀ.ci:XC1WC1,
OÉCT7tOLVC1V (-LEÀ.ci:ilpwv oto(J.Évet 7toi}opfjv.
LIBRO NONO

6o1 Anonimo Da ut dem

Questa magnifica statua la pose Aessfmene a Cipri,


guardia di tutta la marineria.
Salve, augusta: se lucro mi dài d'una congrua ricchezza,
lavorerà per tutt'e due la nave.

602 E v e n o d "A te n e Il sesso cambiato

Io con vergini mani placavo una volta Ciprigna,


pregando un matrimonio con le torce.
Come legittime vesti nel talamo sciolsi, mi spunta
l'attributo virile tra le cosce.
, Sposo e non sposa mi chiamo, e non già d'Afrodite, ma d'Ares
e d'Eracle gli altari ornai di serti.
Tebe citava Tiresia. Colei che cingeva la fascia
ora indossa la clamide, nel bronzo.

Antipa tro ( d i Sidone) Mènadi

Cinque del dio salvatore Dioniso le famule: un coro


d'agili danze apprestano, lo vedi.
Levano in aria, la prima d'un torvo leone la pelle,
l'altra un cervo d'Arcadia d'alte corna,
' un uccello piumato la terza, un tamburo la quarta,
la quinta un greve cròtalo di bronzo.
Tutte vaganti, sviata la mente, frenetiche e folli
per il delirio bacchico del dio.

Nosside Somiglianza

Mostra Taumàreta, il quadro; quell'aria altera e la grazia


piena, di lei molle di ciglia, rende.
Scodinzolare potrebbe la piccola cagna di guardia,
vedendo in te la sua padrona viva.
ANTOLOGIA PALATINA 3 08

Tòv 'ltLvcxxcx çcxvMc; Kcxnw oo!J.ov Etc; 'Acppoot"tcxc;


Etx6vcx ypcx�cx!J.Évcx miV't ' tivÉ&'l')xEv i:crcxv.
·ne; tiycxvwc; ECT'tClXEV· to' ti xapLc; ti'ì..L:xov tivM:.
XcxLpÉ'tw· ou 'tLVct yà.p !J.ÉIJ.�Lv EXEL �Lo'tiic;.

6o6

"I-lv 'tÒ 1t6.poc; q>LÀÉECTXEV "Ap'l')c;, CTXO'ItLctSE Ku&dp'l')V


ÈvMoE ÀOUOIJ.ÉV'l')V Va!J.ctCTL q>ctLOpo'ta'tOL<;•
OÉpXEO V'l')XO!J.ÉV'l')V· !J.Ì} OdoLi)L· OÙ yà.p 'Ai)i}V'l')V
'ltcxpi)Évov Etcrop6.Q:c;, ol6. 'tE TELpEcrtcxc;.

AL XcipL'tE<; )..oucrcxv'to, rX!J.EL�a!J.EVcxL oÈ ÀoE'tpòv


owxcxv Éwv pEi)Éwv uocxcrLv tiy)..cxt'l')v.

6oS

"H 'tOLOV Ku&ÉpELClV vowp 'tÉXEV, il Ku&Épncx


'tOLOV 'tEVç_EV VOWp, OV xp6cx ÀOUO"Cl!J.ÉV'l').

Twv XcxpL'tWV 'tOOE )..ou'tpòv tiMp!J.ct'tcx· :xcxt yà.p Èxdvcxc;


!J.OVVCl<; ECTW 'ltClLCTOEW 'tà.c; XcipL'tCl<; OÉXE'tClL.

60 9 bis

"OV'twc; OÌ') Xcxpt'twv Àou'tpòv 't6oE· oùoÈ yà.p &)..)..ou�


'ltÀdouc; xwpi}CTctL 'tOV'tO 'tpLWV OU\ICl'tClL.
LIBRO NONO

N o s s id e Perfezione

Callo l'autoritratto perfetto dipinse e nel tempio


della bionda Ciprigna dedicò.
Come sta bene! Ma guarda che sboccio di splendida grazia !
Tanti auguri ! Difetti non ce n'ha .

6o6 Anonimo Dea al bagno

Mirala qui Citerea, l'amata un giorno da Ares,


che in acque fulgidissime si lava.
Guardala, nuota. Nessuna paura! Non stai contemplando,
come Tiresia, Atena verginella.

607 Anon i mo Il bagno

Qui si lavarono e all'acqua donarono, in cambio del bagno,


le Grazie il lume delle membra loro.

6o8 Anonimo Sullo stesso tema

Tale fu l'acqua che diede la vita a Ciprigna, o Ciprigna


tale rese, lavandosi, quest'acqua.

A n o n i mo Sullo stesso tema

È, questo bagno, trastullo di Grazie, ché solo le Grazie


a trastullarsi sono ammesse, qui.

Anonimo Sullo stesso tema

Bagno di Grazie è questo, di nome e di fatto: per altri,


per piu di tre persone, non c'è spazio.
ANTOLOGIA PALATINA 310

610

MLxpà !J.ÈV Epya. -.<io' ÈIJ"'tLV, EXEL o ' 'Ì}Oda.v òowol)v,


W<; pÒOOV ÈV XlJ'ltOL<;, W<; tov ÈV 'tCX.ÀapOL<;.

6u

'Ev IJ.LXp(il IJ.Ej'UÀ'l) Àou'tp(il XUPL<;" Èv o ' ÈÀCX.XLO"'tf.t)


VUIJ.CX.'tL Àouo!J.ÉVOL<; 'Ì}OÙ<; E'ltEO"'tLV "Epwc;.

612

·ne; OÉvOpov �pa.xvcpuÀ.Àov, EXEL o ' 'Ì}OE�CX.V òowol)v,


oihwc; Àou-.pà 'tUOE IJ.LXpiÌ !J.ÉV, IÌÀ.ÀIÌ cpi.Àa..

61 3

Ti]c; Ma.pi.11c; -.ò Àot-.pòv Lowv Ù7tEOàxpuE Mw!J.o<;,


' ' •n '' '
EL'ltWV" « u<; MCX.pL'l)V, XCX.L O"E 1tCX.PEPX 6 IJ.EuCX.».
!\

614 A E o v 't l o u I: x o).. a a n x o ii 't o ii M L V w 't a u p o u

Mn VEIJ.Éa-a., Ztvl;m'ltE, 'lta.pa.v-.Él'ì..ov-.L 'ì..ot-.pl!l·


xa.l !J.EYIÌÀ'l)v 1ta.p' "AIJ.Cll;a.v 'Epw-.vÀ.oc; 1}où cpa.Ei.vEL.

Xwpoc;, -.i.c; 1J.EpÒ7twv O"E Àma.uyÉa. -.ò 1tplv [òv-.a.


1tÀOVI1LOV ÈV cpÉyyEL l}l)XCX.'tO ÀOUOIJ.ÉVOL<;;
Ti.c; oÈ xa.t Cli.i}a.À.ÒEV'tL pv7tf.t) 'ltE'lta.Àa.y!J.Évov &p-. L,
xdvov IÌLI1'twl1a.<;, cpClLOpòv EOELI;E OÒ!J.ov;
LIBRO NONO JII

6ro Anonimo Sullo stesso tema

Fabbrica piccola, eppure si dolce è l 'aroma, che pare


rosa al verziere, viola nel canestro.

6II Anonimo Sullo stesso tema

Piccolo il bagno, ma grande la grazia : su chi vi si lava


- un filo è l'acqua - Amore dolce aleggia.

6!2 Anonimo Sullo stesso tema

Come la pianta di corto fogliame profuma soave,


piccolo è il bagno, ma prezioso, qui.

613 Anonimo Il bagno di Maria

Momo il bagno notò di Maria. Tutto querulo, disse:


« Come innanzi a Maria : ti guardo e passo » .

Leon z i o S c o l a s t i c o detto il M i no t a u r o Vicinanze

Non t'adirare se un bagno ti sorge accanto, Zeuxippo :


là, presso l'Orsa Maggiore, non c'è l'Amorino che brilla ?

Anonimo Bagno a Smirne

Località cosi buia, chi mai dei mortali ti diede


sfarzo di luce agli occhi dei bagnanti?
Eri fumosa, sozzure dovunque: chi mai le rimosse,
di te facendo un edificio splendido?
ANTOLOGIA PALATINA 312

, tl>pi)v O'ocpi) wç 1tOCIJ'L\I 8E00WpLciç, wç É't'EÒ\1 oi)


xciv "ttU't� xaitapi)v OELXWJ.LÉvou xpaOLT)\1"
oç yà.p ÈW\1 1t6ÀLoç X"t"Eci\IW\1 't!l(..LLT)t; 'tE 1t!l'tlJP 'tE,
xÉpOEIJ'L\1 Él; aÙ'tW\1 oùx ÉJ.LLT)VE xtpaç.
'A)...)...à. itEÒç cpLM7ta'tPLV, ÉpLO'i}EvÉç, èicpi}L'tE XpLO''tÉ,
Io 1tTJJ.La•oç aù•òv lhEp O'QsE 'tETI 1taÀciJ.Ln.

616

'Evi}cioE ).. ouO'aJ.LÉvwv Xapt•wv 7to"t"É, itÉIJ'xEÀa 7tÉ1tÀa


�!ILÒç "Epwç EXÀE\j;E xat clJXE'tO" 'tà.ç o ' EÀm' !IÙ"t""U
yu(..Lvciç, ai.oo(..LÉvaç l)upÉwv EX'toiJ'l)E cpavijvaL.

Tòv 1tO't!l(..L6v, �aÀavEu, ·dç È"t"ELXLIJ'E; 'tl.ç �aÀavEi:ov


-ri)v XPTJVT)\1 \j;EUOWç -ri)vOE (..LE-rW\IO(..L!IIJ'E\1;
Ai.6)..o ç '11t7to-rcioT)ç cpl.)..o ç cii}avci"t"OLIJ'L i)Eo�IJ'LV
woE J.LE-roLXTJO'!Iç i]yayE -roùç civÉ(..Lo uç.
, llpòç -.1. oÈ xat IJ'avtoEç ouo -roi:ç 1tOIJ'tv ai:o' Ù7t6xEw-raL;
Où OLà. -ri)v i)Ép(..LT)\1, -rijç XL6voç o ' E\IEX!I.
tl>pt:l;ou xat NcipxT)ç oihoç -r61toç. 'A)..).. ' È1ttypalj;ov·
<< TQ J.LEO'opt ÀoUIJ'!IL" 1tVE� yà.p EIJ'W BopÉaç».

Aw"t"Ò\1 ÉpE1t'tO(..LÉVouç 7tpo-rÉpwv où \j;EuiJ'a-ro J.Lul)oç·


1tLIJ''tLV ci)..T)i}dT)ç -rou•o -rò Àou'tpòv EXEL"
Ei. yà.p èi1tal; xal)apo�IJ'L ÀoÉIJ'IJ'E-r!IL VO!IIJ'L\1 civi)p,
OÙ 1t0l)ÉEL 1tci'tpT)V, OÙX Éi)É)..EL j'E\IÉ-r!lt;.

6 19 ' A y a f H o u I x o ). a a n x o ù

Nuv Eyvwv, Kui)Épna, 7t6l)Ev \ILXT)O'aç ciywva,


-ri)v 1tptv 'A)..EI;civopou lj;ijcpov ùcpap7ta(..LÉVT)"
LIBRO NONO 313

, Fu di Teodoro la mente : saggissimo sempre, ci diede


dell'animo suo puro un'altra prova.
Della città fu padre, ministro dei pubblici beni;
le mani non macchiò di lucro indebito.
Quel patriota, lontano dai guai la Tua mano preservi,
IO onnipotente Iddio, Cristo immortale !

Anonimo Altro bagno

Qui si lavavano un giorno le Grazie : le vesti divine


se le rubò Cupido piccino e, !asciandole nude,
con la vergogna di farsi vedere di fuori, disparve.

Anonimo Un bagno freddo

Chi l'ha cinto d'un muro quel fiume, bagnino? E la fonte,


chi l'ha chiamata impropriamente 'bagno'?
Eolo l'Ippòtade, ai numi celesti diletto, è venuto
qui traslocando, e s'è portato i venti.
, E, sotto i piedi, perché quelle due tavolette ci stanno?
Non per parare il caldo, ma la neve.
Brivido, certo, e Paresi qui stanno di casa. Tu scrivi :
<< Bagni, d'Agosto : dentro c'è la Bora » .

A no n i m o Altro bagno a Bisanzio

Vera è la favola antica di quelli che mangiano il loto,


e la prova del fuoco è questo bagno.
Solo che uno una volta nel puro lavacro si tuffi,
patria non brama né rimpiange i suoi.

Agatia Scolastico Il bagno d'Afrodite

Ora ho capito, Ciprigna, perché la vincesti, la gara,


quando carpisti ad Alessandro il voto :
ANTOLOGIA PALATINA

ÉvMOE yàp -.Énoucr!l 'tEÒv OÉIJ.Ilc;, EÙpEc; ÉÀ.Éy!;11�


"HpT)V 'IVllX�O�c; XEtiiJ.!lCT� À.OUCT!liJ.ÉVT)Vo
, N �xT)crEv -rò À.oE-rp6vo [o�xE o È -rou-.o �owcrn
IlllÀ.À.cic;o « 'Ev�xl)ilT)v uO!lcrw, où I111cp�n » o

620 ll a u >. o v l: tÀ E v n a p t o v

"Arx� IJ.ÈV ÉÀ.1tLc; [pw-.oc;o ÈÀEL\1 o' oùx ECT't� j'U\I!lLX!lc;o


dp!;E 1tuÀ.tc; IT!lcp�T)v -.T}v iJ.Ej'clÀ.T)v oMrTJo
'A).).' EIJ.'ltT)c; yÀ.uxù -.ou-.oo 1tOilo�Àl)-.o�c; yàp E1t' [pyo�c;
ÉÀ1ttc; ciÀT)ildTJc; Écr-.t IJ.EÀ�xpo-.ÉpT) o

62 l 'AoÉCT1tO"tOV

"Ocrcr11�c; ilTJÀu-.Épll�c; Écr-.tv 7t6iloç - [cr-.� OÈ 1tclCT!1�<; - ,

O Eup· �..E, cpllLOpo-.ÉpTJc; -.w!;oiJ.EVIl� xcip�-.oç o


XT} IJ.ÈV EXOUCT!l 1t6cr�v. 'tÉp�n 1tOCTWO n o' t..� xoÙpTJ
6-.puvÉE� 7tÀ.dcr-.ouc; EOV!l 'ltopEi:v ÀEXÉwvo
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E!;E� È'ltt 7tpoilùpo�c;. ÈvMoE Àoucr!liJ.ÉVT) o

622

EhE erE xoup�O�T)c; ciMxcv yÀuxùc; LIJ.Epoc; i:crxE�,


ÀouEo, cpll�Op6-.Epoc; 'tTIOE cpllVTJCTOIJ.EVoc;o
EL'tE erE IJ.�crilocp6pouc; É1tL JJ.IlXÀclO!lc; otcr-.poc; ép�vE�,
À.l)�. xoù owcrE�c;, ÈvMoE À.oucrciJJ.EVoc;o

62 3 K u p o v 1t D L TJ "t o u

K\mp�c; crùv X!lp�'tEcrcr� x11t utÉ� xpucro�EÀÉIJ.V!p


ÉvMOE À.OUCT!lJJ.ÉVT) 1-l�crilòv EOWXE xcip w o
LIBRO NONO 315

qui ti lavasti, ed avesti per questo ragione di Era,


che in acque argive aveva fatto il bagno.
, Fu proprio il bagno che vinse. E Atena, mi pare d'udirla:
« Vinta fui da quest'acqua e non da Cipri » .

620 Paolo S ilenziario Separazione

Là c'è speranza d'amore; ma prendersi donne, vietato :


porta piccina la dea grande blocca.
Cosa piacevole anch'essa, peraltro: per cose d'amore,
piu che l'avere, la speranza è dolce.

62I Anonimo Il bagno fatato

Quante mai siete (ma tutte lo sono) prese d'amore,


venite, donne, qua, per farvi belle.
Una ha marito? Potrà sedurre il marito. È ragazza?
Doni di nozze le offriranno in tanti.
, Lucra col corpo guadagni? Davanti alla porta uno sciame
avrà d'amanti, se si lava qui.

622 Anonimo Sullo stesso tema

Preso da dolce passione tu sei di legittima sposa?


Làvati e allora sembrerai piu bello.
L'estro ti spinge a puttane da conio ? Da prendere avrai
e non da dare, se ti lavi qui.

C i ro p o e t a Compenso

Qui, con le Grazie e col figlio che d'oro ha le frecce, Ciprigna


si lavò. Con la grazia ripagò.
ANTOLOGIA PALATINA

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Nu!J.cpctL 'Epw't"LclOE<; ÀOV't"POXOEUCTLV uowp.
LIBRO NONO 3 17

Leonzio Scolastico I molti e i pochi

Un cittadino all'entrata d'un pubblico bagno m'eresse:


munificenza e non rivalità.
Quello sia per la massa : per poche persone, e gradite,
io linfe, aromi e le mie grazie do.

Macedonio console Bagno in Licia

Uomo fra tutti fidato vorrei che fosse il custode


che regola l'accesso dei bagnanti,
ché, non volendo, taluno non scorga una Naiade nuda
nei miei lavacri o Cipri con le Grazie
, belle di chiome. « È un rischio vedere l'aspetto divino >> :
chi lo contesta quanto disse Omero ?

M a r i a no S c o l a s t i c o Il bagno " Amore»

In questo bagno Amore lavò Ciprigna, la madre :


scaldò lui stesso con la torcia l'acqua.
Il sudore del corpo divino, mescendosi a linfe
chiare, un soffio destò di primavera ;
, onde perenne un respiro di rosa ne ferve, ed è come
se l'aurea dea vi si lavasse ancora.

Mariano Scolastico Sullo stesso tema

Qui, stremato, nell'ombra dei platani, Amore dormiva,


consegnata la fiaccola alle Ninfe.
Dissero: « Cosa s'aspetta? Potessimo, insieme col fuoco,
spegnere il fuoco degli umani cuori ! »
, Ma incendiò quella torcia le acque. E le Ninfe Amorette
qui, da quel tempo, versano acqua calda.
ANTOLOGIA PALATINA

628 ' I w a � � o u Y P il J.I.I.L il ' H X O U

"11t1tOV ÈuppEI:tT}\1 xpovln J.l!iCT't"�Y� OaJ..LÉV't"a


XPUCTEt� 1tOMo).Boç &val; �YELPE xaÀ.wc{j.

Ai:ilE CTÉ, mvoapE, J..LéiÀ.Àov ÈJ..Loi:ç Èx<iilT]pa pEÉilpo�ç·


xal XEV èi p � CT 't" O V v o w p 't"OÙJ..LÒV Eq>T}CTila J..LOV0\1.

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Xilwv J..LUXa't"W\1 yu<iÀ.wv xo�À.WJ..LaCTW aÉvaov 1tUP


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i}).�BOJ..LEVoç, 1tUp�ilaÀ.1tÈç ÈpEUYE't"a� LXJ..LciCT�\1 uowp.
LIBRO NONO

628 G i ov a n n i i l g r a m m a t i c o Il bagno del Cavallo

Vinto ormai dalla sferza del tempo, il cavallo fluente


fu ridestato da un ricco signore col morso dell'oro.

G i o v a n n i i l g ra m m a t i co Pindarica

Se le mie linfe lavato t'avessero, Pindaro! Avresti


detto di me soltanto «Ottima è l'acqua » .

Leonz i o Scolastico Le terme « Regali »

Terme regali davvero : fu questo il nome che ad esse


tutti ammirati diedero gli antichi.
Non è fuoco mortale che scalda quest'acqua fulgente,
da sé brucianti nascono le linfe,
, e per bagnarsi bisogno non v'è di correnti gelate :
l'acqua, come la vuoi, cosi ti sgorga.

Agatia Scolastico Il bagno « Agamennonio »

lo sono un sito amato dai Greci. Vi giunsero, e l'arte


di Podalirio cadde nell'oblio :
dopo le mischie, le piaghe curarono in queste correnti,
spurgando il t6sco delle lance barbare.
' Crebbi, perciò, fui coperto d'un tetto, e il nome mi venne
d' 'Agamennonio', a titolo d'onore.

Anonimo Bulicame

Finché un fuoco perenne la terra nei cavi recessi


serbi e di fiamme segrete d'intorno ribolla, ed un fumo
caldo nell'etere salga, da sotto premuto, gli umori
scaturiranno nell'acqua che il fuoco ctonio riscalda.
ANTOLOGIA PALATINA 3 20

"Hpn xctt llctcpLTI xrxt llctÀ.À.(iiS L "t"OU"t"O À.OE"t"pÒv


wç �O"t"E "t"Ò XPVO"OUV i)pEO"E J..i.i'jÀ.ov EXELV"
xrxt "t"tiXct "t"Tjc; J..i.Opcpijc; xp(O"Lç EO"O"E"t"ctL où lltipLc; ct1hrxi:c;,
dxwv o ' tipyvcpÉoLç VtiJ..I.ctO"L OELXVVJ..I.ÉVT).

"f!J..I.OO"ctV ctt XtipL"t"Eç cpEpEctvyÉct xo(prxvov cti:yÀ.T)c;


ÉvMoE VctLE"t"tiELV f) �ctpà. 'tU llctcpLTI .

Tou"t"o lowv "t"Ò À.OE"t"pÒv ò �tiv11ocpoc; EL�EV "OJ..i.T)poc;·


'
« NT)�Evì)ic; 't axoÀ.6v 'tE, XctXWV É�I.À.T)i>ov ti�tiV"t"WV )).

'EvMoE À.OVO"ctJ..i.ÉVT) OÉJ..i.ctç aJ..I.�PO"t"OV IX1hLXct Kù�pLç


oEi:sEv 'AÀ.Estivop� xrxt tiiDÀ.Lov i)p�ME J..i.i'jÀ.ov.

At "t"pEi:c; 'OpxoJ..i.Evou XtipL"t"Eç "t"ò À.oE"t"pòv E"t"Evsrxv·


"t"OUVEXct xwpi'jO"ctL "t"ÉI1111Xpctç où OÙVct"t"ctL.
LIBRO NONO 32I

D a m o c a r i d e il g r a m m a t ic o Bagno di du
-6 33

Era Pallade e Cipri per loro lo vogliono il bagno,



ome, una volta, quella mela d'oro.
Giudicherà la bellezza non Paride, si quel sembiante
che la linfa lucente specchierà.

Anonimo Dimora

Hanno giurato sul re della luce raggiante le Grazie


di stare qui piuttosto che con Cipride.

Anonimo Bagno di Da/n�

Prende nome da Dafne - l'alloro frondifero - il bagno.

Anonimo CittU.ione

Fu questo bagno che Omero saggissimo vide, se disse:


« Privo di crucci, senz'ira, di mali innumeri oblio �> .

-6 37 Anonimo Il segreto

Cipride qui si lavò; poi subito il corpo divino


ad Alessandro mostrò, carpendo quel premio : la mela.

Anonimo Lo spazio

Erano tre le Grazie d'Orcòmeno autrici del bagno:


ecco perché per quattro non c'è posto.
ANTOLOGIA PALATINA 322

K{mp�c;. "Epwc;, Xap�'tEc;, NuJ-1cpcx�, .:l�6wo-oc;, 'ArcoÀ.À.wv


WJ-100"ClV aÀ.À.i)À.o�c; ÉvMoE VCl�E'tctELV.

'Ai}avcx'to� À.ovov'tcx� àvo�yoJ-1Évov �cxÀ.cxvdov,


1tÉJ-11t'tTI o' iJ!-1Li}Eo�. J-1E'tÉ1tH'tCl OÈ 1tlJJ-1Cl'tCl 1tclV'tCl.

64 1 • A y a l H o u l: x o).. a u n x o u

KcxL O"Ù J-1Ei}' 'E0"7tEpL1)V u\jlcxvxEvCl xcxt J-1E'tcX Mi)owv


Ei}vEcx xcxt rcao-cxv �cxp�cxp�xi}v àyÉÀ.'I)v,
Icxyyap�E, XPCl'tEpflo-� pocXc; a\jiro-� rcdì'l)i}dc;,
oihw ÉoovÀ.wi}'l)c; xo�pcxv�xfl rccxÀ.aJ-1n·
, ò rcptv oÈ o-xcxcpÉEO"O"�v àvÉJ-1�CX'toc;, o rcptv hnpi)c;,
XEro-cx� À.Cl�VÉTI O"(jl�j'X'tÒc; rtÀ.VX't01tÉOTI.

IIav 'tÒ �pO'tWV 0"1tCl'tctÀ.1)J-1Cl xcxt 1Ì rcoMoÀ.�oc; Éowoi}


ÉvMoE xp�VOJ-1ÉV1) 't'Ì}V rtpLV oÀ.EO"O"E xapLV.
ot yàp (j)ClO"�ClVOL 'tE xcxt txi}vEc; ClL i}' urcÈp Lj'OLV
'tpL\ji�Ec; ii 'tE 't00"1) �PWJ-1Cl'tOJ-1�SClrtct't1)
' yLVE'tCl� ÉvMoE x6rcpoc;· artOO"O"EUE� o ' èipcx j'ClO"'t'Ì}p
01t1tOO"Cl 1tELVClÀ.É1) OÉSCl'tO À.ClVXClVL1).
'0\j!È oÈ j'LVWO"XE� --�c; C't. èicppOVCl J-1ij'tLV adpwv
xpvo-ou 'tOO"O"Cl'tLOV 't'Ì}V x6vw ÉrcpCcx-.o.

643 T o u a ù 't o u

TL O"'tEvaxnc; xEcpcxÀ.i}v xExcxxwJ-1Évoc;; Éc; 'tL oÈ rc�xpcX


otJ-1WSE�c;, J-1EÀ.Éwv 1tctj'XV �ClpVVOJ-1ÉVWV;
LIBRO NONO 323

Anonimo Impegno

Cfpride, Amore, le Grazie, Dioniso, Apollo, le Ninfe


di stare qui giurarono tra loro.

Anonimo Precedenze

All'apertura del bagno si lavano i numi perenni,


i semidèi nella tarda mattina, poi la marmaglia.

Agatia Scolastico Il ponte

Dopo l'Esperia dal collo superbo e le stirpi dei Medi


e le orde barbariche, anche tu,
6ume Sangario, da volte possenti frenato nel corso,
fosti asservito da regale mano.
, lndomabile un tempo, difficile a varchi di navi,
sei nella morsa di marmorei ceppi.

Agatia Scolastico Il cesso

Tutto lo sfarzo e il lusso di cibi umani costosi


è qui secreto e d'ogni grazia privo.
Tutti i fagiani e i pesci, gl'intingoli ben triturati,
tutto l'illusionismo culinario,
' sterco diventano qui, dove il ventre del cibo si sgombra
che la gola famelica inghiotti.
Uno capisce, ma tardi, che, in tanta mania di grandezza,
a caro prezzo si comprò detriti.

A g a t i a S c o l a s t ico Sullo stesro tema

Se la testa ti duole, ti lagni: perché? Cosa piangi,


se tutto il corpo senti che ti pesa?
ANTOLOGIA PALATINA

f.ç ...1. oÈ ya.tr...Épa. trt�o pa.'ltl.av.a.trw aJ.lcpma....&.trtrnç,


Éxi}).,(.ljla.L ooxÉwv J.ltXO""ra.xoç f.pya.trL1]V;
, M6x�wv ntrtra."rl.wv ou troL xpÉoç, tt 1ta.p!X oa.L.. t
!l'lÌ "rOV ava.yxa.(.ou '!tOUÀ.ÌJ 1ta.pE�E"rtX�1]ç.
'A)...)..' É'ltt !lÈV tr"rL�aooç cppovÉttç J.lÉya. xa.t tr"r6J.la. "rÉp'ltELç
�pw(la.trw, E1huxl.11v xdva. Àoyt�6(ltvoç,·
f.vMOE O' tXQ"XtXÀÀEtç, J.lOVV1] O ' aÀmiJ.la."ra. Àa.L(lOV
Io 'lÌ ya.tr"ri)p "ri.VEL 'ltOÀÀCLXL "rU'It"rOJ.lÉV1].

6 44 T o u a Ù 't o u

EùyE, (laxa.p "rÀi)�uJ.lE yEw'lt6vt· trot �l.oç a.tEt


J.lLJ.lVELV Xa.L O"Xa.'lttXV1]ç, li.)..."(Ea. xa.t 1tEVI.1]ç·
ÀL"rtX I)E O"OL xa.t OE�1tva. xa.t f.v �uMxoLO"L xa.�EvOELç,,
uOa."roç E(l'ltÀlJO"a.ç, Àa.L(lbv CLJ.lE"rp01t6"r1]V.
' "E(l1t1]ç ap"rl.'ltoç, EO"trL xa.t ÉvMoE �a.t!X xa.�Etr�dç,
a.1htxa. ya.tr"rÉpa. tri)v �ijxa.ç ÉÀa.cppo"rtX"r1]V'
ovoÈ xa....a.ljli)xELç, ttpl)v paxw ovoÉ "rL !l'l1Poùç
"rV'It"rELç,, a.Ù"rOJ.lcX"rWç cp6p"rOV CL'ItWO"cXJ.lEVOç.
TÀi)!J.OVEç ot 1tÀOU"rOVV"rEç to' OL XELVOLO"L O"UVOV"rEç,
IO otç, 1tÀÉov ap"rE(ll.1]ç Eua.OEV ELÀa.1tLV1] .

64 5 M a x 1) 5 o v ( ou ' Y 1t o h o u

T(lWÀ� {m' av�E(l6EV"rL, pol)v 'ltapa. Ma.l.ovoç, "Ep(lOU ,


:EapotEç,, Ti Auowv [çox6ç ELJ.lL 1t6Àtç,.
Mcip"ruç, f.yw 1tPW"r1] ytv6(l1]V ÀL6ç· ov y!Xp ÉÀÉYXELV
Àa�pLOV ULa. 'PÉ1]ç f}�EÀOV TJJ.lE"rÉp1]ç.
, Av"ri) xa.t BpoJ.lL� ytv6J.l'l1V "rpocp6ç· lv oÈ xEpa.uv<{)
[opa.xov Evpu"rÉp� cpw...t cpa.Ew6(ltvov·
'ltPW"ra.Lç o' 'IÌJ.lE"rÉpnaw EV épycitrw otv!Xç 01tWP'l1
oili)a."roç lx �o...puwv �a.vi)bv a(lEÀ�E ycivoç.
Ilciv"ra. J.lE xotr(li)tra.v...o· 1toÀ.ÌJç oÉ J.lE 'ltoÀÀcixtç a.twv
IO aO""rEOW é)...�(.Q""rOtç EÙpE J.lE"(a.LpO(lÉV1]V.
LIBRO NONO

A cosa serve picchiarti la pancia? Coi colpi, t'illudi


d'elidere l'effetto dei bocconi?
, Oh, non avresti bisogno di tante fatiche, se a pranzo
non ti fossi gonfiato piu del debito!
Ma sul triclinio tu sfoggi grandezze e di cibi ti bei,
ponendo in quelli la felicità.
Qui, però, ti costerni, né altri li paga che il ventre,
IO colpito spesso, i vizi della gola.

Agatia Scolastico Sullo stesso tema

Contadino paziente, felice te! La tua vita


è sopportare zappa e povertà.
Sono, i tuoi pasti, frugali ; tu dormi alla macchia, e la gola
senza misura la ricolmi d'acqua.
, Pure, sei agile, e basta che qui tu t'accoccoli un poco,
che rendi il ventre subito leggero.
E non ti sfreghi la schiena né devi percuoter ti i fianchi :
spontaneamente quel di piu l'espelli.
Poveri i ricchi e quanti con essi convivono! A cuore
10 hanno i festini piu che la salute.

Macedonio console Sardi

Io, sotto il Tmolo fiorito, rasente all'Ermo meonio,


sono Sardi, città dei Lidi eccelsa.
Fui testimone (la prima) di Zeus, ché svelare non volli
di Rea - la nostra dea - l'occulto figlio.
' Io fui pure nutrice di Bròmio, che splendere vidi
di piu vasto bagliore nella folgore.
Fu nei miei campi che il biondo ristoro dai grappoli munse
come da poppa il vinifero autunno.
Ricca fui d'ogni sorta di pregi, e il tempo mi scorse
'0 spesso invidiata da città opulente.
ANTOLOGIA PALATINA

Et 1toÀw 'Hpa.xÀijoc; o�wvu�ov o!crl}a. xa.t (i).).T}'V,


i:crl}L �E 'ti)'V Ilo'V'tOV �T}OÈ'V a'tL�O'tÉpT}'V.

'Pw�T} 1ta.��a.crtÀELa., 'tÒ CTÒ'V xÀÉoc; OU1tO't' oÀEi:'ta.L'


NtXT} ytip erE cpvyEi:'V ti1t1:Epoc; où ouva.'ta.L.

'Acr1:òc; É�ot xa.t !;Ei:voc; tid cpLÀoc;· où yètp ÉpEvvéiv


'ttc;, 1tol}E\I, Ì']È 'tt\IW\1, ÉCT'tL CjlLÀO!;EVtT)c;.

649 T c u ct u "C c u

EùcrE�LTJ 1:Ò �É).a.l}pov ti1tò 7tpW'tOLO l}E�dÀov


tiXPL Xa.L Ù�T}ÀOÙc; i)ya."'(E\1 dc; opocpovc;.
Où yètp &.1t' ti).).o..pt:wv x1:Etivwv ÀTJtcr..opL xa.Àx(i)
oÀ�ov à.oÀÀtswv 'tEU!;E Ma.XT}OO'VLoc;·
, OÙOÈ ÀL1tEPVlJ'tT}c; XE'VE(i} xa.t à.xEpOÉL �oxl}�
xÀa.ucrE, OLxa.Lo'tthov �Lcrl}ou à.'tE��o�Evoc;.
·ne; oÈ 1tovwv ti�1ta.v�a. cpvÀticrcrE'ta.L &.vopt OLxa.C�.
woE xa.t EÙCTE�Éwv tpya. �ÉvoL �Ep67tW'V.

'Ev �Èv 1:ii ZEùl;m7tov txw 1tÉÀa.c;, l}où ÀoE'tpov·


ÈX o' È'tÉpT)c; L1t1tW\I xwpov liEl}).ocp6pwv.
Toùc; pa. l}ETJCTtX�Evoc; xa.t 1:{ilo' E\IL XPW'ta. ÀoÉcrcra.c;
oEupo xa.t ti�7tvEvcrov oa.L'tt 7ta.p' l}IJ.E'tÉpn·
, xa.C xE 1ttiÀw cr'ta.ot:oLc; 1to1:t OELEÀov wpLoç EÀi}oLç,
Énùl}Ev Ènùc; twv yd1:ovoç Éx l}a.).ti�ov.
LIBRO NONO

Anonimo Eraclea

Altra città tu conosci che omonima d'Èracle sia?


Io, del Ponto, non valgo meno, sappilo.

Anonimo Roma

Roma, regina del mondo tu sei né morrà la tua gloria.


Senz'ali, Nice non ti può sfuggire.

Macedonio console Sulla propria coso

Cittadini e stranieri non sono che amici: non chiede


«Chi sei? di dove? di che stirpe? » un ospite.

Macedonio console Lo caso

Fu la pietà, che portò dalle prime basi la casa


in alto, fino ai vertici del tetto.
La costrui Macedonia, ma non cumulò la ricchezza
spogliando gli altri con ferro da preda,
' né, miserabile, pianse la vana, infeconda fatica,
perché privato del compenso giusto.
È riservata alla tregua da tanti travagli d'un giusto:
duri cosi quello che fanno i pii.

Leo n z i o Centralità

Ho lo Zeuxippo vicino, da un lato - un piacevole bagno;


l'Ippodromo dall'altro e le sue gare.
Lf puoi goderti le corse, quaggiu ti puoi prendere un bagno;
poi ti rifiati a tavola con noi.
' Puoi ritornare allo stadio, nel giusto momento, la sera:
breve è il tragitto, prossima la casa.
ANTOLOGIA PALATINA 3 28

Tp�crcroìlEv Etcrop6w 1toÀ.u-.Ep1tÉa. vw-.a. ìla.lacrCTTJc; ,


'ltaV'tOìlEV i!IJ.IX.'t�ctl cpÉyyEÌ: �a.À.À.O(J.EVOç·
E�c; È(J.È yàp xpox61tE1tÀ.oc; ocrov 'ltEp�xUìva.-.a.� 'Hwc;,
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LIBRO NONO

Paolo S i l e n z i a r i o Esposizione

Io da tre lati contemplo lo splendido dorso del mare;


d'ovunque batte la diurna luce.
Quando su me l'Aurora dal manto di croco s'effonde,
gode e al tramonto non s'affretta piu.

Giuliano Egizio prefetto Piano/erra

Fresca d'estate, ma calda d'inverno, supplisco del mio,


colmo d'ogni stagione le carenze.

Agatia Scolastico Lassu

«Alla Virtu fu preposto dai numi il sudore » - l'Ascreo,


già questa casa presagendo, disse.
Arrancando col piede percorsi una lunga scalea
e di sudore i crini molli intrisi:
, ma rimirare potei di lassu l 'orizzonte marino.
Specola genuina di Virru.

Giuliano Egizio prefetto La guardiana

Altre, di case lucrose, cercatene, ladri: ché questa


ha una guardiana fissa : Povertà.

Anonimo Dedica

Vennero a capo con zelo di quest'edificio i sovrani,


cui dalla Croce potenza dall'esito prospero venne:
:Èracle re, di persona, con Costantino suo figlio.
ANTOLOGIA P ALATINA 330

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Ati}Éptoc; 1tOÀ.Utoptc; È!-LTJV "t"EXVTJCTCl"t"O 1-LOpcpl)v,
6.xp6.v"t"l() �cr.crtÀ.l)t cpÉpwv 7tpw•6.yptcr. I-L6xi}wv.
"Evi}Ev 6.1tELpÉCTtOV 1-LÉyEi}oc; 1tEpL 1tClV"t"L "t"L"t"O:�VWV,
ro Aùcrov�11c; v�x11crcr. �ow!J.Evcr. i}cr.u!J.cr.•cr. ycr.�l'}c;.
E!�ov 6.pEtO"t"Épotcrt, x6.ptc; Kcr.1tE"t"WMooc; cr.ùÀ.i)c;,
d xcr.t XCJ.À.XELWV opOqJWV 6.!J.,cr.pÙy(J.cr."t"cr. 1tÉ!J.,1tEtc;·
xpuljJov 6.!J.,E"t"PlJ"t"WV !J.,Ey6.pwv CT"t"EtvOU!J.EVOV cr.ÙÀ.o:'Lc;,
llÉpyo:!J.,E, cpcr.tOpÒV liyo:À.!J.Cl "t"EOV, 'Poucp�VtOV liÀ.croc;·
r, !J.l'}OÈ •cr.w7tÀ.Evpotcrw 6.pl'}p6"t"cr., Kù!;.txE, 1tÉ"t"potc;
'Aoptcr.vou �cr.crtÀ.l)oc; 6.!J.E!J.q>Écr. v11òv à.E�crEtc;.
Ov !J.Ot llupcr.!J.�Owv txÉÀ.ll xp�crtc; oùoÈ KoÀ.ocrcrou
ovoÈ <ll 6.pou, !J.Ey6.À.l'}v !J.Ouvoc; o ' Ù1tEpÉopo:!J.ov cr.�yÀ.l'}v.
AÙ"t"Òc; È!J.,Òc; CTX1'}1t"t"OUXOc; 'lcro:upO(jJOVOV 1-LE"t"à. V�Xl'}V
20 XPUCTOq>cr.Éc; !J.E "t"ÉÀ.ECTCTEV ÈOÉi}À.tOV 'HptyEVELl'}c;,
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6 57 ' A y a ! H o u I: x o ì.. a .,. · u x o v

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' "A�tov, w 'Pw1-111 1-LEycr.À.oxpcr.•Éc;, à.v•�o: erE'Lo
x6.À.À.oc; à.1t' Eùpw1tl'}c; oÉpxEcr.t dc; 'Acr�l'}V.

658 fi a v À O U l: � À E V " n a p ( o u

KoCT!J.OV 'Ioucr•'Lvoc; �o:crtÀ.EÙc; pu7t6wv"t"cr. xcr.i}l)pcr.c;


XClL "t"(Ì. !J.,É"(tCT"t"Cl .i�Xl'}c; lJYÀ.6.tCTEV "t"E!J.ÉVl'}'
LIBRO NONO 33 1

Anonimo La casa d'Anastasio

Sono la casa del sire che uccise i tiranni, Anastasio.


Ogni città del mondo, su tutte eccelsa, soverchio,
io, meraviglia di tutti, ché chi mi costrusse, vedendo
quanto fossero enormi lunghezza, altezza e larghezza,
, priva di tetto lasciò, nei disegni, l'opera immane,
ma quell'Eterio geniale, che s'ebbe d'un'arte sofferta
il prestigioso primato, l 'artefice fu della forma,
e all'integerrimo re, degli sforzi recò la primizia.
Quindi protesi la mia sconfinata grandezza dovunque,
ro i celebrati prodigi del mondo ausonio vincendo.

Cedi, Capitolina bellissima reggia, al piu forte,


anche se lanci dal tetto di bronzo barbagli ; nascondi,
Pergamo, stretta nei vani d'immenso palazzo, la gemma
che ti rischiara di luce, quel tuo boschetto Rufinio;
'' Cfzico, non decantarlo quel tempio del sire Adriano
tanto perfetto, di lastre di marmo larghissime adorno.
Né al paragone con me le Piramidi reggono o Faro
o il Colosso, son io che il superbo fulgore ne vinco.
Fu il mio sovrano che, dopo l'Isaurica strage e il trionfo,
20 fece di me la dimora, di luce dorata, d'Aurora,

che si spalanca alle brezze dei quattro venti dovunque.

A g a t i a S c o l a s t ico Il palazzo Sofiano

Dove la terra tagliata si scinde, e lo stretto agitato


spalanca su bagnate coste il mare,
questo palazzo dorato l'eresse il sovrano divino
per l 'illustre Sofia, sovrana sposa.
' Roma possente, se all'Asia da Europa ti volgi, di fronte
una beltà degna di te rimiri.

Paolo S i lenziario Il Pretorio

L'im�er� tore Giustino purgò di sozzure la terra,


pot dtede lustro al gran tempio di Dice.
ANTOLOGIA PALATINA 332

croi:ç ÙÈ '!tOVO��. �O(J.VLVE, X(X'tTjq>É(X VVX't(X o�wxnç


ÈX 8É(J.�Ooç (J.Ey<Ìpwv, ÈX ��O'ti'iç (J.EpÒ'ltWV.

'f!ç &.y(Xi)òv X(XL 'lt(XLç È'ltL y1)p(Xi:· q>(X�Opo-rÉpovç y(Ìp


�O(J.VLVOç i)(XÀ.<Ì:(J.OVç (J.TJ'tpbç hEV�E �LXT)ç.
Aci(J.'ltW Èyw o�(Ì 1t(X�o6�, é 'lt(XLç o�· É(J.ELO q>(Xdvn·
XVOE(X o ' ciÀ.À.1)À.o�� &.v't�x(Xp�l;.6(J.Ei)(X,

66o 'A5lcmo-ro"

Xwpoç Éyw i)EO"(J.OLO"�V civE�(J.ÉVo�· ÈvMoE 'ltTJYJÌ


l.iq>i)ovoç Avcrovl.wv ÉxXÉXV't(X� VO(J.L(J.WV,
il micr�v 'tÉ't(X't(X� (J.Èv &.dv(Xoç, i)�i)Éo�ç oÈ
ÈvMo ' ciyE�pO(J.ÉVO�ç 'ltaV't(X OLOWO"� poov.

�Évopov Èyw (J.(XX(Xp�cr..6v, É1td 1tO'tE (J.Ecrcr6i)Ev uÀ.TJç


tcr'ta(J.EVOV À.�yvpoi:ç É'tpEq>Ò(J.TJV ciVÉ(J.O��.
òpvl.i)wv È'ltL�(Xi)pov ÉMpoov· &.À.À.(Ì cr�o1)pf{.l
É'tiJ.1JYTJv, xÀ.1)pf{.l xpdcrcrovoç EÙ'tVXLTJç·
, &.v-.t y(Ìp òpvl.i)wv, Kp(X-rEpou xp(X-rEpoi:ç ù1tb (J.vl)o�ç
l.ipoo(J.(X�, EÙ(J.ovcro�ç XEV(J.(Xcr� 'tTJÀ.EMov.

662 ' A y cx i H o u l: x o >.. cx cr -r L x o O

Xwpoç Éyw ..ò 'ltptv (J.È\1 ETJ\1 cr'tvyEpw'ltbç LoÉcri)(X�,


'ltTJÀ.OOO(J.O�ç 'rOLXOLç ci(J.q>L(J.Eptl;.o(J.E\Ioç.
'EvMoE oÈ �EL\IW\1 'tE Mt É\IO(X'ltLW\1 X(XL &.ypol.xwv
\IT)OÙç É'ltEYOOV'ltEL À.U(J.(X't(X XEVO(J.É\ITJ.
' 'AÀ.À.(Ì 'lt(X't1)p (J.E 'ltÒÀ.TJO� È\I(XÀ.À.a�(X� 'Ay(Xi)l.a�
i)TixE\1 cip(l;,T)À.0\1 'tb\1 'ltPL\1 ci'tt(J.O't(X'tOV.
LIBRO NONO 3 33

Con i tuoi sforzi, Domnino, da tenebra squallida sgombri


a Temi il tempio, agli uomini la vita.

Teet e t o S c o l a s t i co Sullo stesso temo

Anche da vecchi, un figlio, che gioia! Piu splendido rese


Domnino il tempio della madre Dice.
Grazie al figlio rifulgo, per me quel figlio risplende;
è mutuo dono, fra di noi, la gloria.

66o Anonimo La Bosilica

Luogo giuridico sono. Qui sgorga e copiosa s'effonde


delle leggi d'Ausonia la sorgente,
che si protende ad ognuno perenne, che ai giovani dona,
qui convenuti, tutto intero il flusso.

661 G i u l i a n o E g i z io p re f e t t o La pianto

Sono una pianta beata. Nel cuore del bosco, una volta,
m'ergevo al soffio stridulo dei venti,
ero balzola canoro d'uccelli. Tagliata dal ferro,
ebbi retaggio di piu lieta sorte,
, ché la mia linfa non sono gli uccelli, ma i forti discorsi
di Forte, e all'onda armonica fiorisco.

662 A g a t i a S c o l a s t ico Il cesso

Ero un sito, una volta, d'aspetto sgradevole in vista,


tutto spartito da muri di fango.
.
I Vl la gente straniera, la gente del luogo, i villani
. si svuotavano il ventre con fragore.
' M1 trasformò totalmente' mi rese da ignobile sito
' '

Agatia, padre della patria, splendido.


ANTOLOGIA PALATINA 334

TI6v'toc; \moxÀU�EL xi}ovòc; EOpa.va., 1t'ì.W"t'à OÈ XÉPCTOU


vGha. i}a.'ì.a.crCTa.LoLc; a'ì.CTECTL 'tl')'ì.El}aEL.
'ne; CTO<pÒc; OCT"t'Lc; E(.l.L�E �ui}òv xi}ovt, <pVXLa. x1)1toLc;,
Nl')Laowv 1tpoxoa.i:c; XEV(.l.a.'ta. Nl')pEtowv.

'EvMo ' ÈpLO(.l.a.LVOUCTL "t'LVOc; 1t'ì.Éov E1t'ì.E"t'O xwpoc;,


Nu(.l.cpa.L Nl')LaoEc;, Nl')pEtc;, 'AopuaoEc;·
'ta.i:c; OÈ l}E(.l.LCT"t'EUEL (.l.ECTa'tl') XapLc;, oÙOÈ OLXa�ELV
otOEV, È1td çwi)v "t'Ép�LV ò xwpoc; EXEL.

66 5 ' A y a l H o v l: x o >. a cr n x o u

Er�ov È(.l.oL, Aa<pvl')c; tEpòv x'ì.É'ta.c;, EX'tol}L 1t6v'tou


XEL(.l.EVOV, aypa.u'ì.ou xéL'ì.'ì.oc; Èpl')(.l.OaVVl')c;.
'EvMoE yàp Nu(.l.cpa.L oEvopL"t'LoEc; a.i: 't ' Évt 1t6v'tl!l
Nl')pdoEc; �UV'JÌV i}ÉV"t'O CTUVl')'ì.UCTLl')V'
, <i(.l.cp' È!-LÈ yètp (.l.apva.v'to· oLxa.crcrE oÈ Kua.voxa.L'tl')c;
xa.L (..LE 1ta.p. <i(.l.<pO"t'Épa.Lc; (.l.ÉCTCTOV El}l')XEV opov.

666

Où (.l.Éya.c; oùo' ò "Epwc;, &;).).• Euxa.pLc;' wc; xa.t Èyw 't'OL


OÙ (.l.Éya.c; ÈV X1)1tOLc;, &;).).à yÉ(.l.W xa.phwv.

66 7 ' A p a (l l o v l: x o >. a cr · n x o u

"Yoa.CTL xa.t x1)1tOLCTL xa.t a'ì.CTECTL xa.t ALOVUCTW •

xa.t 1t6vrou 1t'ì.Tjl}w yd't'ovoc; EÙ<ppocruvn.


LIBRO NONO 335

P a o l o S i le n z i a r i o Giardino e mare

Batte l'acqua la lingua di terra, selvette marine


sul dorso navigabile fioriscono.
Bravo chi fuse col suolo gli abissi, giardini con alghe,
onde e sgorghi di Naiadi e Nereidi !

P a o l o S i le n z i a r i o Sullo stesso tema

Qui si contendono il sito le schiere diverse di Ninfe:


le Nereidi, le Naiadi, le Adrfadi.
Arbitra in mezzo si pone la Grazia e non sa giudicare :
comune a tutte è il fascino del sito.

Agatia Scolastico Sullo stesso tema

Cedi, pendice divina di Dafne, che !ungi dal mare


giaci, beltà d'un rustico deserto.
Questo è il luogo ave Ninfe degli alberi e Ninfe del mare
(le Nereidi ) convennero a raccolta,
' contendendo per me. Lo Scuro-chiomato mi volle
a queste e a quelle termine d'incontro.

666 Anonimo Il giardino « Amore»

Come Amore, che grande non è , m a grazioso, non grande


io, fra i giardini, di grazia trabocco.

Arabio Scolastico Sobbori!O

Acque, giardini, boschetti, Dioniso, il mare vicino


col suo fascino : è qui la mia ricchezza.
ANTOLOGIA PALATINA

TEp'ltvà. OÉ !J.OL ')"Cl.LT}ç 'tE xcr.ì. È� cH.òç aÀ.À.O�EV aÀ.À.oç


XCJ.Ì. 'YPL'ltEÙç Òpé')"EL Owpcr. xcr.Ì. à.ypoVÒ!J.Oç.
' Toùç o ' Èv È!J.OÌ. JJ.!JJ.VOV'tcr.ç il òpvmwv 'tL<; à.dowv
il 'YÀ.uxÙ 'ltOP�!J.TJWV cp�É')"!J.Cl 'ltClPTJ'YOPÉEL.

668 M « p • « v o ii I: x o À « U 't L X o ii

..H xcr.À.ÒV aÀ.O"oc; "Epw'toc;, O'ltOU xcr.À.à. OÉVOpEcr. 'tCJ.U'tCl


'ltpTJuc; Èm'ltvdwv !Ìf.LcpLoovEi: ZÉcpupoc;·
TiXL Xcr.Ì. ÈpO'TJEL<; !Ì!J.ClpUO'O'E'tCJ.L cXV�EO'L À.EL!J.!.:.>V,
'ltOUÀ.ÙV Ì.OO''tE<pctVWV XÒO'!J.OV ctVEL<; xcr.À.uxwv·
, xcr.Ì. 'YÀ.UXEp'ijc; 'tpLO''tOLXO<; É'ltE!J.�cr.OÒV li.À.À.oc; b' li.À.À.!tJ
f.I.CJ.O"'tòc; à.vcr.ìlÀ.L�EL XEUJJ.cr.'tcr. Ncr.t:à.ooc;·
ém1t6ìlL OEvOpTJEV'tcr. yipwv 'ltcr.pcr.vl]xE'tcr.L ,.lp Le;
xwpov, 'AJJ.cr.Opuà.owv EVOLOV à�pOXO!J.WV,
xcr.ì. À.mcr.p'ijc; Ev�o'tpuv à.v' òpyà.ocr. xcr.p1tòc; ÉÀ.cr.Ì.T}c;
Io MÀ.À.EL ÉpLO"'tcr.cpuÀ.wv 'lttXV'tOO'E �ELÀ.o'ltÉOwv·
cr.t OÈ 'ltÉpL� À.cr.À.cr.yEuO"w cXTJOÒvEc;, Se; OÈ !J.EÀ.!!;EL
cXV't!tJOÒV 'tÉ't'tL� cp�É')"!J.Cl'tO<; tXp!J.OV!cr.v.
'A).À.à. 'tòv à.xÀ.l]LO''tov o1twç, �ÉvE, JJ.TJ JJ.E 'ltcr.pÉÀ.�nc;
'tòvoE o6JJ.ov, À.L'tiic; o' civ.. !cr.O"ov �Ev!T}c;.

AEu p· t�L �cr.Lòv, òoi:'tcr., 'ltEO"wv \11tò Oà.O"xLov li.À.O"oc;,


liJJ.'ltClUO"ov xcr.JJ.chou yui:cr. 'ltOÀ.U'ltÀ.cr.vÉoc;,
XÀ.WpÒv O'ltOU 'ltÀ.Cl'tctVWV cr.Ù'tÒppU'tOV Èc; !J.ÉO'OV vowp
xcr.À.à. 'ltoÀ.uxpouvwv Éx'ltpopÉEL O"'tO!J.ct'twv·
, Ò1t1t6ìlL 'ltopcpupÉTJc; tl'ltÈp cr.vÀ.cr.xoc; Ei:cr.pL MÀ.À.EL
ÙypÒV LOV pOOÉ1] XLpVciJJ.EVOV XctÀ.UXL.
'Hv!OE 1twc; opoO"Epoi:o 'ltÉOov À.EL!J.wvoc; ÉpÉijJcr.c;
EXXU'tOV EÙXCJ.L'tl}c; XLO'O'Òc; E'ltÀ.E�E XÒ!J.TJV.
'EvMoE xcr.L 'ltO'tcr.JJ.Òc; À.cr.O"!T}v 'ltcr.pcr.JJ.d�E'tcr.L ox�T}V,
Io 'ltÉ!;cr.v tl'lto�uwv cr.Ù'tO<pU'tOLO vci'ltl}c;.
Oihoc; "Epwc;· 'tÌ. yà.p li.À.À.o xcr.t E'ltpE'ltEV ovvo!J.cr. xwp!tJ,
'ltclV'tOìlEv LJJ.Ep'tWV 'ltÀ.T}�OJJ.ÉV!tJ xcr.p!'tWV;
LIBRO NONO 337

E dalla terra e dal mare gradevoli doni mi porge


il pescatore o il campagnolo, a gara.
, Quelli che vivono qui li conforta un uccello che canta
o i battellieri con le dolci voci.

668 M a r i a n o Sco l a s t i c o Sobborgo od Amoseo

Ecco, è il boschetto d'Amore, con gli alberi belli, che al mite


ali tare di Zefiro s torrnisce.
lvi nel rorido prato brillio di barbagli di fiori,
sboccio di rose cinte di viole;
, come da triplice poppa, da tre sovrapposte cannelle
linfa sprizza di Naiade soave,
là dove Iri l'antico rasenta l'arboreo recinto
delle Ninfe dai morbidi capelli,
e nel fecondo terreno l'ulivo succoso dà frutto -
IO terrazze intorno, ricche d'uva, al sole.
Un cinguettio d'usignoli vicini ; in eco risponde
con armonico accento la cicala.
Questa dimora sbarrata non è : non tirare di lungo !
Doni ospitali, pur modesti, accogli!

Mariano Scolastico Sullo stesso temo

Vieni, viandante, nell'ombra del bosco distenditi un poco,


dalla fatica vagabonda posa,
dove fra i platani un'acqua vivace sgorgando fluisce
dalle copiose bocche della fonte,
' dove sui solchi rossastri la gracile viola fiorisce
con la rosa commista, a primavera.
Guarda quell'edera, come, sul rorido prato che adombra,
spande i grovigli della bella chioma.
Qui rasenta la proda dai cespiti soffici il fiume,
Io radendo il fondo di nativa selva.
Questo è l'<c Amore » : che nome migliore per simile sito,
di dolci grazie d'ogni parte colmo?
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gff VNU V'IV d VIDO'IO�NV
LIBRO NONO 339

Anonimo Il molo di Smirne

Chi fece terra del mare? Chi fece tra i flutti una lingua
cinta dall'acqua, con marmorei blocchi?
Chi fece si che nell'onda trovassero un'acqua da bere,
dalle navi attingendola, i marittimi?
, Fu, quest'uomo geniale, Venezio mirabile: vinse
con le sue costruzioni Tèseo e Pèlope.

Anonimo Il faro

- Chi tale opera fece? Che carica aveva? che patria?


- D'Ambrosia è il faro, milaseo, proconsole.

Anonimo Smirne

L'àmbito cinto dal mare percorri di tutta la terra:


luogo non troverai che su questo prevalga. Giovanni,
uomo famoso, una gran meraviglia ne fece, adornando
questa regina di tutta la terra, di gloria: dall'onda,
:s qui nella patria d'Omero, piacere insaziabile trasse.

Anonimo Monumento

Anche quest'opera, qui consacrava ad lppolita Asclepio.

Anonimo Il faro d'Alessandria

Sono una torre, ai vaganti marittimi reco soccorso,


accendendo quel fuoco del dio Posidone che salva.
Già vacillavo agli sbuffi del vento che greve rimbomba,
quando Ammonio, quel 'padre regale', piu forte mi rese.
:s Ecco perché i marinai, dopo fiere tempeste, le mani
levano a lui, come al dio celebrato che scuote la terra.
ANTOLOGIA PALATINA 3 40

Ml)XÉ't� Se:q.u:xLvo\1-rEç acpe:yyÉa vux-ròç Ò!-LLXÀ.l)\1


e:i.ç É!-LÈ ìlctpiJ'ctÀ.Éwç 1tÀ.Wt-rE, 1tO\I-ro1tÒpOL'
miiJ'�\1 aÀ.WOIJ.É\IOL<; -rl)À.ctvyÉa OctÀ.Ò\1 tivà.1t-rW,
-rwv 'AuxÀ.l)maowv iJ.Vl)!-LOIJ'uvl)v xa�Là.-rwv.

Tai:ç TipouiJ'l)<; NuiJ.cpct�<; \moELxoiJ.e:v· à.À.À.à xat aù-rat


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TJIJ.E-rÉpctL<; NUIJ.q>ctL<; ELI;ct-rE Nl)tà.Se:ç.

677 ' A y 11 D t o u l: x o À il CT 't L X O u

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, x aL p' ò I-LÈ\1 d.; ÒÀ.Lyl)\1 xe:i:'t'etL xòvw, i] OÈ 1tEPLIJ'IJ'1)
-rÉp�Lç É1tt l;dvoLç U\IOpà.IJ'L\1 ExXÉXVIJ.ctL.

Oì:ov E't'À.l)<; xat -rov-rov, 'AyaxÀ.e:Lol), 1-LÉyav iiìlÀ.ov,


ìlv1-1� -roÀ.IJ.l)'t'TI xvooç èi.pLIJ''t'ov ÈÀ.wv·
VUIJ.q>l)<; à.pxaLl)<; Bà.uiJ'l)ç 1toÀ.vxayxÉa XWPl)\1
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na.ua 1-LÈV 'AI;tòx� 1tÒÀ.�ç e:vxe:-rat· èi.À.À.o yàp &À.À.l)<;


1tfj!J.ct 1tctpctiJ'-rdxwv wc; ìle:òç TJXÉIJ'ct-ro·
LIBRO NONO 34 1

Anonimo Il /aro di Smirn�

Senza paura dell'ombra notturna ch'è muta di luce,


verso di me fidenti navigate!
Ardo per tutti gli erranti la torcia che brilla di luce
e attesto ciò che gli Asclepiadi fecero.

Anonimo Gerarchia

Noi c'inchiniamo alle ninfe di Prusa. Di noi piu potenti,


Pitiadi, siete: il nostro omaggio a voi.
Ma, dopo Pito e Prusa, le nostre Ninfe ci sono :
Naiadi tutte, cedere bisogna!

Agatia Scolastico Il soggiorno

Mi costrui con fatica Musonio - una splendida casa


grande cosi, battuta dalla bora.
Pure, non rifiutò le dimore buie del Fato,
ma lasciò me, per vivere sotterra.
, Ora riposa in un pugno di polvere, e tutta la gioia
ch'io fui, su aliene mani si profonde.

Anonimo Opere idrauliche

Oh, quale còmpito grave su te prendesti, Agaclide,


giunto alla gloria per audace cuore:
l'inaridito dominio di Bassa, la ninfa vetusta,
piu ricco hai reso di lavacri e d'acque.

Anonimo L'acqua corrente

Ogni città per Assioco fa voti: ora l'uno ora l'altro


guaio, passando, come un dio sanò,
ANTOLOGIA PALATINA 3 42

[l;oxa OÈ xpavafi p6ov uOct't'oc; w'TtctO"E\1 "Acrcr!J},


'TtOÀ.À.W\1 'ltE't'pcXW\1 crx).T)pà: iJ.É't'W1tCl 't'EiJ.WV.
, MT}XÉ't'L cpEÙyE't'E 1tcX\I't'Ec; &.1tonpoiMov't'Ec;, oOi:'t'ctL'
1tÀ.T}iJ.Ùpw \jluxpoi:c; uoacrw 'AI;t6xov.

68o Aotcnto'tov
·

Tà:c; 't'pEi:c; iJ.OL Xcipt't'ctc; À.Eucrcrnc;, I;ÉvE· IIov't'oiJ.ÉOwv yà:p


yd't'OVOc; ÈX 1t6\l't'OV 't''Ì)\1 iJ.LCl\1 dpycXO"Cl't'O'
't''Ì)v o ' È't'ÉpT)v È't'ÉÀ.EcrcrE cpu't'wv Evxap1toc; ci).wir
't''Ì)\1 o ' \moÀ.EL'TtOiJ.ÉVT}\1 't'OU't'O 't'Ò À.OV't'pÒv EXEL.

68r A E o v 't l o v l: x o >.. a cr n x o u 't o u M < v t.J 't a u p o v

..A iJ.ÉYCl O"OL, AL6VVO"E, XClPLSOiJ.ClL' Etc; ÈiJ.È KÙ1tpLc;


).ouE't'ctL' Ès aù...ijc; aoL ..&. xu1tEÀ.À.a cpÉpw.

682

Ki.ovct 't'E't'pcX'ltÀ.Eupov, &.d xi}ovL xd(..I.E\10\1 c:ixi}oc;,


iJ.OU\Ioc; &.vctcr't'ijO"ClL 8EUOOO"Loc; �ClO"LÀ.EÙc;
nÀ.!J.i)crac; IIpoxÀ.!J} È1tEXÉxÀ.E't'o, xaL 't'6croc; ECT't'T}
xi.wv i}EÀ.i.oLc; F.v 't'pLctXO\I't'ctOÙw.

'A).cpEÒc; èippE\1 uOwp, 'ApEi}oÙCTL0\1 ÈCT't'L 't'Ò i}ij).u·


xaL y&.!J.ov EÙpEv "Epwc;, xLpVCliJ.Évwv uo&...wv.

'!lxEctvou i}uyci't'T}P xaL TT}Moc; d(J.L N ÙXELCl


xpi}vT}· TT}À.E�6ctt ycip !J.E 't'O O' wvo!J.ctcrav·
LIBRO NONO 343

e soprattutto dell'acqua corrente dotò la rupestre


Asso, tagliando tante rocce dure.
, Via non fuggite di corsa da me, viandanti! Trabocco
ormai dell'acqua gelida d'Assfoco.

68o Anonimo Grazie

Vedi con me le tre Grazie, straniero, ché il Sire del mare


fece la prima dal vicino mare,
la campagna feconda di frutti creò la seconda,
di queste terme l'ultima è retaggio .

68I L e o n z i o S c o l a s t ic o detto M i no t a u ro La coppa

Che bel dono, Dioniso, ti faccio ! Ciprigna si bagna


in me: da lei la coppa che ti porto.

682 Anonimo Obe/iseo

Questo pilastro quadrato, pesante, giaceva per terra.


Teodosio imperatore osò drizzarlo,
l'ordine a Proclo ne diede. Grandioso, in brevissimo tempo
( trentadue giorni), il pilastro s'aderse.

68J Anonimo Connr•bio

L'Alfeo è flusso maschile, la femmina è l'acqua aretusia.


Li maritò, mescendo l'acque, Amore.

A n o n i mo Fonte a Ta/o

Figlia d'Oceano e Teti son io, la sorgente « Notturna»


- questo nome mi diedero i Telèboi.
ANTOLOGIA PALATINA 3 44

Nu�cpcuç �ÈV 1tPOXÉW ÀOU'tpov, i}vT)'tOLaL o' uydT)V'


i}fjxe: oÉ �E ll'te:pÉÀrxç, utòç 'EwrxÀ{ou .

Mi) xi.ve:L Krx�lipwrxv, UXL'JT)'tOç yàp a�dvwv,


�l} 1tO'tE xwl}arxç 't'Ì)v �Ei.ovrx �e:i.sovrx i}e:i.T)ç.

686

'HvopÉT)ç oÀE'tfjprx \me:pcpLiiÀou Brx�uÀwvoç


xrxt aÉÀrxç ax'te:!ivoLo oi.xT)ç Brxai.Àe:Lov v1trxpxov,
�e:i:ve:, v6� axi.p'tT)aov lowv Ècpv1te:pi}e: 1tuÀiiwv.
Euvo�i.T)ç 1tO'tL xwpov apLa'toyÉve:i})..ov éoe:unç,
' �!ip�tXpOV OV 'tpO�ÉEL<;, OVX lippEVIX<; appEVOXO{'trxç.
"01tÀIX Alixwv, aù oÈ 'tEi:xoç EXEL<; �rxai.Àe:Lov &yrxÀ�rx.

- Mopcpàç 6 yplii]Jrxç, ì]i}e:)..ov xrxt 'tOÙç 'tp61touç·


live:adprxaE OÉ �ou 'tlJV ope:�w 'Ìl 'tÉXVTJ.
- KaÀEL oÉ �· 'AÀÉ�rxvopov e:vÀrxÀov, cp!Àoç.

688

Tl}voE 1tVÀT)'ol Àlie:aaw Èu�Éa'tOL<; aprxpui:rxv'


li�cp6'te:pov x6a�ov 'tE 1tU'tPTI xrxt M��oç éoi.'ttXL<;,
'tEU�E KÀÉT)ç KÀe:liorxç ayrxvfjç 1t6aLç EV1tiX'tEpdT)ç,
Ae:pvrxi.wv UOV'tW'J 1tEPLWaLoç opyLocpliV'tT)<;,
' 'tEp1tO�EVOç OWpOLaW ayrxai}e:vÉWV �rxaLÀlJWV.
LIBRO NONO 345

Verso alle Ninfe lavacri del bagno, agli umani salute.


Ptèrela qui mi pose, figlio d'Ares.

Anonimo Responso

« Non toccherai Camarina! >> - intatta è migliore. C'è il rischio


che, se la tocchi, tu renda la peste minore maggiore.

686 Anonimo Basilio

Ospite, il cuore ti balzi, mirando, qui sopra la porta,


chi Babilonia e la sua tracotante potenza distrusse
e d'incorrotta giustizia fu lume, Basilio prefetto.
Verso un luogo t'avvii che di norme legittime è padre;
, barbari, o maschi con maschi giacenti non hai da temere.
Per lo Spartano le armi, per te baluardo la statua.

Anonimo Il piltore e il modello

- Cercai di dare, piu che i tratti, l'indole,


ma i desideri l'arte mia non secondò.
- Ma il nome dammi d'Alessandro retore.

688 Anonimo La porta

Questa porta, costrutta di blocchi politi di pietra,


come decora la patria, cosi l'ammira chi passa.
Clèade la fece, il marito di Clea cosf nobile e dolce '
iniziatore sublime nell'àdito sacro di Lerna,
' tutto felice dei doni di molto possenti sovrani.
ANTOLOGIA PALATINA

Ov'to� 'IovÀ.tCl\16�, À.Clotrtr6C1 'tELXEC1 1ti)l;r1�,


O"'ti]O"E 'tp61tC1tO\I, Ei]� O"UJ.L�OÀ.0\1 ò:ypV1t\ILT)�.
O"q>Ò:SEt\1 Ò:\l'tt�LOV� ÈX�POÙ� Ò:1tÒ:\IEV�E J.LE\/Ot\IW\1
i) 1tOÀEW� 1tp01tÒ:pot�' Èx.XpO'tÉEt\1 1tOÀÉJ.LOV�.

E>Evo6uto� ..6oE "t"E�xo� a\/Cll; xr1t u1tC1pxo� 'E�r1�


Kw\ltr"t"Cl\l't�\10� E'tEVI;Clv É\1 ilJ.LrlO"tv ll;i)xo\l"t"Cl.

"HJ.LClO"t\1 il;i)xo\l'tCl q>tÀ.OtrXi)1t'tPC[l �CltrtÀi] t


KW\IO"'tCl\l't�\10� U1tC1PXO� ÉOELJ.LCl'tO 'tELXEÌ: 'tELXO�.

Bt�LCl\IOU 't60E [pyov, ov 'Av'toMC1L AutrL� 'tE


J.LÉÀ1tOVO"t\l yEpClpW� EL\IEXE\1 EÙ\IOJ.LLT)�.

T6\IOE TuxTJ� ò:vÉyELPE o6J.Lov ATJJ.LiJ'tpto� &:px6�.


't'Ì']\1 1t6À.tv otx'tELPCl�, w� mh� 'IEpLou·
ClÙ'tou xr1t �ovÀ.'j] 'ttio' ÉOELJ.LCl'tO oil"t"E 1t6À.T)O�
OU'tE 'tt OT)J.LO"t"ÉPOL� XPiJJ.LClO"t\1, ò:)..).. ' LOLOt�.
LIBRO NONO 3 47

Anonimo L'aspirazione

Questi è Giuliano. A difesa del popolo ergendo le mura,


levò un trofeo, di zelo insonne simbolo.
Ma delle forze nemiche vuoi fare una strage lontano,
non battagliare presso la città.

Anonimo Uno porto o Bisanzio

Questo muro lo fece Teodosio sovrano, e con lui


Costantino, prefetto d'Oriente, in giorni sessanta.

A no n i m o Altro porto

Fu Costantino prefetto che in giorni sessanta costrusse,


per il potente sovrano scettrato, muro su muro.

Anonimo Sigillo

Opera fu di Viviano, di cui da Levante a Ponente


l'integrità si venera e si canta.

Anonimo Benemerenza

Alla Fortuna elevò questo tempio Demetrio prefetto.


Figlio di lerio, alla città pensò.
L'iniziativa fu sua. Non attinse all'erario né spese
pubblici soldi, ma pagò del suo.
ANTOLOGIA PALATINA

MEcrcrcù.wo�o yovoç -.6oE i}icrxEÀ.ov [x-.�CTE -.6�ov.

'Opij.ç 'tÒ xciÀ.À.oç ocrcrov ÉCT'tt -.Tjç )..ti)ou


Év -.a.�ç cL'tcLX'tO�<; 'tW'\1 q>À.E�W'\1 EÙ'ta.�ta.�ç.

TE'tpa.'ltopo�c; cii)J�cr� 'ltuÀ.'r]v E>Eoowpoc; lydpa.c;


èi��oç ÈCT't� 'Jt6À.w xa.t 'tÉ'tpa.'t0'\1 lJ'V�OXEUCTa.�.

"E'ltpE'ltÉ ero�. E>EOOWpE, TuxTJ<; EÙXtova. V'r]Ò'V


(pyou xocrp.Tjcra.� i}a.up.a.'t� -.o<rcra.-.lou
owpci 'tE xuOi)EV'ta. 'ltOpE�V XPUCTcLCT'lt�O� 'Pwp.n,
il <r' U'ltO.'t0'\1 'tEU�EV xa.L -.p�CTÉ'lta.pxov opij..

M61)iou -.l)vo' Écropij.ç xÀ.ELvi)v 1toÀ.�v, i]v 'ltO'tE p.civ'tL<;


OEtP,O.'tO 't{j) 'ltO'ta.� XcLÀ.À.oç \mEpXpEP,cLCTa.<;.

"Evi)E'\1 'AÀ.É�a.vopoç Ma.XEOWV 'lttEV ciyÀ.a.Òv uowp·


P,'r]'tpÒç o ' EL'ltE yciÀ.a.X't� 'lta.vdxEÀ.a. pEUP,a.'ta. 'lt'r]j'Tjç,
TI xa.L 'OÀ.UP,'lt�ciooç 'ltOpEV ouvop.a., crijp.a. oÈ 'tOU'tO.
LIBR O NONO 349

Anonimo La volta

Di Messalino il figlio la volta stupenda costrusse.

Anonimo Marmo

Di questa pietra vedi la beltà qual è :


le venature, con quel ritmo aritmico.

Anonimo Il quattro

Ha innalzato Teodoro su quattro volte la porta:


degno di reggere è ormai per la quarta volta la patria.

Anonimo Obbligo morale

Ben tu dovevi adornare, Teodoro - e con che meraviglie! -


della Fortuna il colonnato tempio,
dono di gloria per Roma scudata, che console t'ebbe,
indi prefetto per la terza volta.

Anon imo Mopsueste

Ecco di Mopso l'illustre città, che il profeta costrusse


un di - bellezza pendula sul fiume.

Anonimo La /onte Olimpiade

Bevve alla fonte Alessandro Macedone un'acqua stupenda,


disse che al latte materno quel flusso era simile in tutto,
e d'Olimpiade le diede (la prova è visibile) il nome.
ANTOLOGIA PALATINA 3 50

rpa\)JE Ilo)..{ry\IW't'O<;, E>cicno<; yÉvo<;, 'Ay)..txoq>W\I't'O<;


ut6<;, 'ltEpi}op.ÉVT}\1 'I)..�ou cixp6'1to)..w .

70 1

Aù't'ou ZT}VÒ<; o&' o!xo<; É1tal;�o<;· où&' llv "O)..up.'lto<;


p.Ép.\jJE't'tx� oÙptxvME\1 Z.ijvtx Xtx't'EPX6P,E\IO\I.

702

KExpo'lt�O(X� ��t 't'6v&' è:i}EO'(X\1 &6p.ov, w<; cl'!t' 'OMp.'ltOU


v�u6p.Evo<; 'lto't'L y&v, èi)..)..ov "O)..up.'ltov è:xo�.

TEcipou 'ltO't'txp.ou xEcptx)..txt ilowp èip�u't'6v 't'E xtxL xci)..)..�u't'ov 'lttx­


pÉxov't'tx� 'ltcX\I't'W\1 'ltO't'tx(J.W\1" xtxt É1t' txV't'tÌ.<; tÌ.'IttXE't'O È)..txu\IW\1 É'ltL
Ixui}tx<; O''t'ptx't'Ò\1 ci.vi)p xci)..)..�u't'o<; xtxt èip�u't'o<; 'ltcX\I't'W\1 ci.vi}ptlmwv,
�txpE�o<; ovu't'al1'1tEo<;, IlEpuÉwv 't'E xtxt 'ltcXI1T}<; 't'ij<; Tj'ltE�pou �txu�)..Ev<;.

TijxE� xtxL 'ltÉ't'pT}V o 1toM<; xp6vo<;, &;)..).. ' CÌ.pE't'cXW\1


'Aux)..T}'It�oo6't'OU 't'Ò x)..Éo<; aMvtx't'OV,
OO'O'(X xtxt OL(X 'lt6pEV yÉptx 'lttx't'pto�· 't'O�<; È'ltt '!t&ut
xtxt 't'6oE !J.E't'pdui}w !;uvòv EPE�O'p.tx i}6)..o u.
LIBRO NONO 35 1

Simonide Autenticazione

« La distruzione di Troia ». Del quadro fu Polignoto


di Taso, figlio d'Aglaofonte, autore.

70 1 A no n i m o Il tempio di Zeus Olimpio ad Atene

Tempio ben degno di Zeus. Se dal cielo il dio vi discende,


no, neppure l'Olimpo si dorrà!

Anonimo Sullo stesso tema

Tempio che Atene a Zeus dedicò, perch'egli, scendendo


d'Olimpo in terra, un altro Olimpo avesse.

(Erodoto) Il Tearo

Le sorgenti del fiume Tearo dànno l'acqua migliore e piu bella


di tutti i fiumi. E proprio ad esse giunse nella sua spedizione
scitica l'uomo piu bello e migliore di tutti, Dario figlio d'Ista­
spe, re di Persia e di tutto il continente.

Anonimo Il benemerito

Logora il tempo persino la pietra, ma vive perenne


dei pregi d'Asclepiòdoto la gloria,
tali e tanti i regali che fece alla patria: su tutti
questa rotonda pubblica si conti !
ANTOLOGIA PALATINA 352

705 •AlìT)À.ov

awpo'\1 TEp[J.T)CTCTOLO 0LXC1CT7tOMT)<; xapL'II <iyvi'jç


EucrÉ�Lo<; 1)Epa7twv i)i'jxE i)Et;> ,;ò yÉpaç.

7 06 ' A v n 1t a "C p o u

aÉvopEO'II tEpO'II d[J.L' 1tC1PEPXO[J.E'IIo<; [J.E cpuÀaCTCTEV


1tT)[J.C1�'11EL'II ' a).yw, çE�'IIE, XOÀOVO[J.É'IIT) .
MÉ[J.'IIEO, 1tC1pi)ÉvL6<; [J.OL E7tL cpÀ6oç, oux ii1tEP W[J.CI�<;
<ixp<icrw. Atydpwv ,;�ç yÉvoç oux HiaT);
, Et oÈ 1tEpLopvljlnç [J.E 1tC1PC1'tPC11t�T)'11 1tEP Eoucrav,
oaxpvcrELç· [J.ÉÀo[J.aL XCit çvÀov 'HEÀi.�.p.

70 7 T u l l t o u f E J.L l v o u

Ei.[J,t [J.È'II lv 1to'ta[J.o�ç. 1tEÀayn o ' tcra [J.É'tpa oLwxw,


1:-,;pv[.tw'll , 'H[J.ai)i.T)<; ,;Ò yÀvxEpÒ'II 1tÉÀayoç·
�(vi)oç OlJ.OU xat iipovpa OL' voa,;oç· Ti yò:p EyE(pw
O[J.1t'11Laxwv xap�,;wv i}ov'tEpov ,;pi.�oÀov.
, "Ecr'tL xat 'H[J.ai)�Tl<; y6'11 L[J.o<; �vMç· ii[J.[J.L OÉ, NE�ÀE,
xpELCTCTW'\1 Ecri)' o cpÉpW'II 'tÒ'II CT'taxw, oux ò 'tpÉcpW'II .

"Eswç' 'E).).1)cr1tO'II't O'II O �ap�ctpo<; éicppO'IIL 'tOÀ[J.TI,


,;oùç oÈ ,;6crovç xalJ.a'tovç 1tav,;aç EÀvcrE xp6voç·
<X).).ò: aLxaL<iPXELa OLT)7tdpwcrE M).acrcrav
xat �vMv dç XÉpcrov crxi'ilJ.ct lJ.E'tE7tÀacra,;o·
' Àlict, �ai)ù cr,;i]pLy[J.ct, XC1'tEPP�SWCTE 1tÉÀwpov,
XEPCTt rLyct'll'tELC1L<; o. ECT'tC1CTE 'IIÉpi)E'\1 vowp

.. H'li (i).' ad 1tÀWEL'II ' OLOOEVO[J.É'IIT) o' \mò 'II C1V'tC1L<;


iiCT'tC1'tO<; Ei.<; 1tESOÙ<; W[J.OÀ6yT)CTE [J.É'IIEL'\1.
LIBRO NONO 353

Anonimo Il giudice

Questo che in dono Termesso gli offri per le rette sentenze,


Eusebio al dio di cui fu servo pose.

Antipatro (di Tessalon ica) La pian/a del pioppo

Pianta sacra san io : non farmi, passando, del male!


Soffro, straniero, d'essere amputata.
Vergine - pensa - la scorza, non quella del pero selvaggio.
Chi non la sa l'origine dei pioppi?
, Io fuori mano mi trovo. Mi laceri ? Avrai da pentirti.
Anche cangiata in legno m'ama il Sole.

Tullio Gemino Lo Strimone

Fiume, misure marine raggiungo : lo Strimone sono,


il mare dolce della Macedonia .
Gorghi e campagne, nei flutti: l'acquatica noce produco,
piu gustosa dei doni frumentizi.
' Sono in Emazia fecondi persino gli abissi ; e le spighe,
meglio produrle che ingrassarle, Nilo !

708 F i l i ppo Il molo

Aggiogò l'Ellesponto la folle barbarica audacia,


e tanti sforzi il tempo devastò.
Ma Pozzuoli, che, terra facendo del mare, l'abisso
in figura mutò di continente,
' blocchi immani gettò, radicandoli a saldo sostegno,
l'acqua fermò con mani di Giganti.
Ora quel mobile mare, che sempre da navi fu corso,
fisso consente a piedi umani il varco.
ANTOLOGIA PALAT I NA 354

70 9 T o v ct u 'tO v

Evpw·w.v wc; lip·n OL6.�poxov EV 'tE pEÉDpoLc;


EtÀ.xvcr' o 'tEXVL'tT]c; Èv 1tvpt À.ovcra!J.EVov·
1tcXC"L yàp Èv xwÀ.oLc; VO!l'tOV(..LEVOc; !Ì:(..L<pLVÉVEVXEV
Èx xopv<pijc; Èc; lixpovc; Ùypo�et'tWV owxocc;.
, 'A OÈ 'tÉXVet 1tO'tet!-LQ crvvE1tlJPLXEV A 'ti.c; o 1tEi.crocc;
• .,.

xocÀ.xòv XW!J.OCSELV vOet'toc; ùyp6'tEpov;

7 10

"Ocrcrocv È1t' OvÀ.V!J.1t{J) xoct TIT)À.Lov ùt!JwDÉv'tet


tVEVO'Ì]c; tcr"tOpi.TJc; pijcrLc; à:vE1tÀ.occret'tO'
llvpet(..Li.OEc; o' E'tL vvv NELÀ.WLOEc; lixpet !-LÉ'tW1tCt
xvpovcrLV xpvcrÉoLc; à:cr'tpcicrL TIÀ.T]Lci.Owv.

71 I Z T] v o ( H o u y p ct ll !J. ct n x o v

Av't'Ì]V rpet(..L(..LCt'tLX'Ì]V ò swypci<poc; 'Ì]DEÀ.E ypcit!Jetv


Bi.x'topet OÈ ypcit!Jocc;· « Tòv crxo1t6v - EL1tEV - EXW >> .

Au'tÒV 'IwocVVT]V b yÉpwv o't' HW;et'tO DECT(..L6c;,


d1tEV !Ì:VT]�TJCTetc;· « AiJDLc; EXW CTE, :!:6À.WV ».

713

BoUÌLOV EL!-LL Mvpwvoc;, È1tt CT'tTJÀ.T]c; o' à:vci.XEL!J.CtL.


Bovx6À.E, KEV'tTJC"Ct<; Etc; !Ì:yÉÀ.T]V IJ.' /i1tetyE.
LIBRO NONO 355

F i l i pp o L'Euro/a di bron�o

Trasse l 'artista da un bagno di fuoco l'Eurota, che molle


ancora pare delle sue correnti.
E: stemperato dall'acqua per tutte le membra, vacilla
da capo a piedi col suo passo d'acqua.
, Emula, l 'arte, del fiume. Chi mai lo fece, quel bronzo,
estwue, piu liquido dell'acqua?

7 IO Anonimo Alte�u

Quella storiella dell'Ossa, che, contro l 'Olimpo, col Pelio


s'aderse, è un'invenzione menzognera.
Ma tuttora con gli alti fastigi alle Pleiadi d'oro
giungono le Piramidi del Nilo.

7II Z e n o b i o i l g r a m m a t i co SoddiJ/a-:.io11e

Lui la Grammatica intese dipingere. Quando Vittore


dipinto fu, « Scopo raggiunto » - disse.

7I2 M e t rodoro il g r a m m a t i co Il giurista

Ringiovanito, accogliendo Giovanni, il Giure vetusto


disse : « Di nuovo sei con me, Salone » .

7IJ Anonimo La vacca di Mirone

Vacca son io di Mirone, sull'alta colonna. Bifolco,


riportami col pungolo all'armento !
ANTOLOGIA PALATINA

7 I4 'A6ÉI11tO'tOV

n7t"t"E, Mvpwv, IJ.E "t"Ò �OLOt0\1 E\l"t"CX.ui}oi: 7tet.pà. �WIJ.OLc;


(rna.C"a.c;; Oux [i}ÉÀ.Etc; d11a.yÉIJ.EV IJ.Éya.pov;

715 [ ' A v a x p É o v 'f o ç]

Boux6).E, "t"cX\1 ayÉ).a.v 7t6ppw VÉIJ.E, IJ.TJ "t'Ò Mvpwvoc;


�oLoLov wc; EIJ.7tvouv �ou11L 11UvEçE).a01Jc;.

BoLOL0\1 ou xoavotc; "t'E"t'U1tWIJ.ÉVO\I' !X).). . imò yi)pwc;


xa.).xwi}Èv l1q>E"t"ÉPTI \jJEvi1CX."t'O XELPL Mvpwv.

"H "t'Ò OÉpa.c; x<X).xnov é)).ov �ot "t'(j.o' É1t(XEL"t'CX.L


EX"t'Oi}Ev, i'l ljluxi)v E\100\1 ò xa.hòc; EXEL.

Au,òc; ÈpEi: "t'axa. "t'ou"t'o Mvpwv· « Oux E1t).a.11a. "t'et.v"t'a.v


"t'eX\l OCliJ.CX.).w, "t'CX.V"t'a.c; o ' Etx6v' cX\IE7t).CX.I1CliJ.T}\I )),

719 Arwvt6ou

Oux E1t).a.11Év IJ.E Mvpwv, É\jJEvl1a."t'o· �oi1XOIJ.Éva.v ot


tç &:yt).a.c; t).<X11a.c; ofii1E �cii1EL ).Li}tv!tl.
LIBRO NONO 357

A n o n i mo Sullo stesso tema

Me, la tua vacca, perché presso l'ara ponesti, Mirone?


Non vuoi tu ricondurmi nella stalla?

[Anacreonte) Sullo stesso tema

Pasci lontano, bifolco, ché tu con le vacche non spinga,


come viva, la vacca di Mirone!

[Anacreontc) Sullo stesso tema

Fusa la vacca non fu : la vecchiezza la rese di bronzo,


e, dicendola sua, menti Mirone.

Eveno Sullo stesso tema

Delle due l'una : la pelle di bronzo alla vacca fu messa


da fuori, o il bronzo ha l'anima di dentro.

718 Eveno Sullo stesso tema

Forse Mirone dirà: « Non è, questa, la vacca ch'io feci :


questa è la vacca vera ch'io rifeci » .

Leo o i d a Sullo stesso tema

Non mi plasmò, fu bugiardo Mirone : dal gregge mi spinse


e alla base di pietra mi legò.
ANTOLOGIA PALATINA

m (J.TJ (J.OU 1tO'tL 't(iOE Mupwv 1tOOcr.ç llP!J.OO'E 1tÉ'tpQ:,


èiÀÀcr.�ç èiv 'VE(J.O(J.OC'V �ouatv o(J.ou Oci(J.cr.À�ç.

M6axE, 'tL (..LO� Àcr.y6vEaa� 1tpoaÉpxEcr.�. 'tL'!t'tE oÈ (J.uxfi;


'A 'tÉX'VOC (J.et.soi:ç oux ÈvÉ�'I'JXE yciÀcr..

Tèt.v oci(J.cr.À�v, �oucpop�É, 1tOCPÉPXEO (J.'I'JO' oc'!tcivEU�E


aupi.aonç· (J.OCO''tQ 1t6p'tW cl1tEXOÉXE'tOC�.

'A (J.OÀ��oç XOC'tÉXE� (..LE xcr.t a ).(.�oç· E�'VEXOC o' èiv O'EU,
1tÀcia'tcr. Mupwv, Àw'tòv xcr.t �puov ÈopE1t6(J.cr.v .

'A Oci(J.cr.À�ç. OOXÉW, (J.UXTJO'E'tOCL' Ti p' é IlpO(J.Tj�EÙ<;


ouxt (J.6voç, 1tÀcl't'tE�ç E(J.1t'VOOC xcr.t au, Mupwv.

Bouv toi.cr.v 1tO'tÈ �ouat Mupwv !J.�x�dacr.v NsTJ'tE�·


EUPE (J.OÀ�ç o' OCV'tTJ'V, 'tOC<; �6cr.ç ÈçEÀciacr.ç.
LIBRO NONO 359

A n t i p a tro d i S i do n e Sullo stesso tema


7 20

Se non m'avesse Mirone fissata coi piedi alla pietra,


vacca pascolerei con l'altre vacche.

A n t i p a t ro di S i d one Sullo stesso tema


7 21

Ai miei fianchi perché, vitellino, t 'accosti muggendo?


Latte non mise nelle poppe l'arte.

72 2 Antipatro d i Sidone Sullo stesso tema

Tira di lungo dinanzi alla vacca , bifolco, e da !ungi


non fischiare, ché aspetta il suo vitello .

723 A n t i p a t ro d i S i d o n e Sullo stesso tema

Ferma il piombo e l a pietra mi tengono: in grazia dell'arte,


il loto e il giunco brucherei, Mirone.

A n t i p a t ro d i S i d o n e Sullo stesso tema

Muggirà questa vacca, ritengo. Non solo Prometeo,


anche tu crei, Mirone, esseri vivi.

Anonimo Sullo stesso tema

Di tra le vacche cercava Mirone, una volta, la sua:


a stento la trovò, scacciando l'altre.
ANTO LOGIA PALATI NA

'A �ovc; a 'tLX'tOUO"' a1tÒ "(CLO"'tÉpoc; E1tÀCLO"E -.à:v �OV\1"


a OÈ Mvpw\loc; x;Etp ov 1tÀCLO"E\I, aÀÀ' hEXE\1.

Kctì. XctÀX'ij 1tEP Èovact ÀaÀT}O"E\1 a\1 a XEpct'Ì] �ovc;


EL et 0"1tÀayx;\lct MvpW\1 E\100\1 É'tEX\IaO"a.'tO .

'A oa!J.a.À.Lc;, ooxÉw, !J.UXTJC"E'tCLL" f)\1 OÈ �pa.o{Nn,


xa.Àxòc; ò 1-Lil \IOÉW\1 a.t'tLoc;, ovxt Mvpw\1.

IlT}x-ro\1 !J.OL -.Le; ripo-.po\1 i1t' a.vx;É\IL xa.ì. l;uya ìlÉaìlw·


EL\IEXa. yàp -.Éx;\la.c; ado, Mvpw\1, àp6aw.

"H\l !-L' ÈaLon !-Léaxoc;, !J.uxl)aE-.a.L· f)\1 oÉ yE -.a.upoc;,


�-riaE-.a.L· fl\1 oÈ \IO!J.Evc;, Etc; àyÉÀ.a.\1 ÈMaEL.

73 1

...no E Mvpw\1 !-L' EO"'tT}O"E 'tÒ �OLOL0\1" o!. OÈ \IO!J.'ijEc;


�aÀÀOUO"L\1 !J.E À.LìloLc;, wc; a1tOÀEL'lt0!J.E\IO\I.
LIBRO NONO

Anonimo Sullo stesso tema

La genitrice la vacca nel ventre plasmò. Di Mirone


non la plasmò, la generò la mano.

Anonimo Sullo stesso tema

Anche di bronzo, una voce darebbe la vacca cornuta,


se Mirone scolpito avesse i visceri.

A n t i pa t r o S11llo stesso tema

Muggirà questa vacca, ritengo. Se indugia, la colpa


l'ha il bronzo inanimato e non Mirone.

A no n i m o Sullo stesso tema

Via, mi s'attacchi un aratro compatto e un giogo sul collo:


lavorerò - per l'arte tua, Mirone.

73 0 Demetrio di Bitinia Sullo stesso tema

Se un vitellino mi vede, muggisce; se un toro, mi monta;


se un pastore, all'armento mi sospinge.

73 1 Anonimo Sullo stesso tema

Qui Mirone mi pose - la vacca. Di pietre i pastori,


come se m'attardassi, mi bersagliano.
ANTOLOGIA PALATINA

73 2 M <k p x o u ' A p y E V 't" ct p ( o u

Boux6À.o\l i]\1 ÈcrLOlJc; 't"Ò\1 È!J.OV, l;ÉvE, 't"Ou't"' E'ltoc; CIÙ't"�


d1tov, oìt' é 1tÀ.6:CT't"TJc; woÉ !J.' EOTJCTE Mvpwv.

73 3 •A5T]ÀOV

Tllv �OU\1 't"ti.\IOE Mupwv, l;d\1', E1tÀ.C1CJEV, &v oOE IJ.OO"XOc;


wc; swcre1v crCILVEL IJ.C1't"ÉPC1 oEpxo(J.Evoc;.

734 .6. c o cr x o p ( 5 o u

735

LEi:o, Mvpwv, OCI!J.ti.À.n 1tCipCixti't"ìtCivE IJ.ocrxoc; ciÀ.Ciìtdc;


XCIL y!ÌÀ.CI mcr't"Euwv XCIÀ.xòv [crwìtEv EXELV.

<l>Eu crv, Mvpwv, 1tÀ.ticrcrCic; oùx (cpìtCicrCic;, CÌÀ.À.ti O"E xaÀ.x6c;,


1tptv �UX'ÌJV �CIÀÉELV, [cpìtCICTE 1t1]Y\IV(J.EVOc;.

737

XaÀ.XELCI\1 't"V'lt't"ELc; Oti!J.CIÀ.LV· !J.ÉYCI cr' ll1tC1q>E 't"ÉXVCI,


�oux6À.E· 't"tl\1 �uxàv où 1tpocrÉìtTJXE Mvpwv.
LIBRO NONO

73 2 Marco Argentario Sullo steno tema

Se il mio bifolco lo vedi, passante, cosi devi dirgli:


'Qui lo scultore mi legò : Mirone' .

733 Anonimo Sullo steno tema

Questa vacca, straniero, la fece Mirone . Il vitello


le fa le feste, come a madre viva.

734 Dioscoride Sullo steuo tema

Toro, invano la premi - ché viva non è - questa vacca :


Mirone, specialista in buoi, t 'illuse.

735 Anonimo Sullo stesso tema

Alla tua vacca vicino, Mirone, un vitello sviato


morf: pensò che desse latte il bronzo.

A n o n i mo Sullo steHo tema

Fosti battuto sul tempo, Mirone : fu solido e fisso,


prima che vita tu gli dessi, il bronzo.

737 Anonimo Sullo steno tema

È di bronzo la vacca che batti, bifolco; t'illuse


l'arte: Mirone non v'aggiunse l'anima.
ANTOLOGIA PALATI NA

'Ev �ot -r�o ' È(J.axov-ro cl>uo-Lc; xa.t 1té't"vLa. TÉxva. ·

a(J.ipO't"Épa.Lc; OÈ Mupwv lo-ov 01tct.O"O"E yÉpa.ç·


OEpxo(..l.ÉvoLc; (J.Èv yàp cl>uo-Loç xp<l-roc; i)p1ta.O"E TÉxva.·
a.ù-ràp Ècpct.1t't"O(J.ÉVoLc; i) cl>UO"Lç Èo--rt !pUO"Lç.

739 Toii �t ù 't'O ii

"H1ta.cpE xa.t o-È (J.UW1ta. Mupwv, !hL xÉv-rpov ÈpELOEL<;


1tÀ.EUpa.i:ç Xct.À.XOXU't"OLç àV't"L't"U1tOLO �o6c;.
Où vÉ(J.EO"Lc; oÈ (J.UW1tL' ori. yàp -r6o-ov, EL yE xa.t ct.Ù'toùc;
òcpl)a.).(J.oùc; vo(J.Éwv 'lÌ1tEp61tEVO"E Mupwv;

'H �cio-Lç 'lÌ xa.-rÉXOVO"a. -rò �oi.OLOV, TI 1tE1tÉOT)'t"ct.L'


i)v o' acpEl)TI 't"ct.U't"T)c;, cpEuçE't"ct.L Ei.c; ciyÉÀ.T)\1.
Mvxii't"ct.L yàp ò xa.À.x6ç· l:o ' wç E(J.1t\IOV\I ò 't"EX\IL't"ct.ç
l)l)xct.'tO' XèÌ\1 �Euçnç fi).).ov, LO"Wç <ÌpÒO"EL.

74 I •ASl!ÀOV

XàÀ.xEoç ljç, È1tt o-ot OÈ yEW'tÒ(J.oc; E'D..XE\1 èipo-rpov


xa.t �vy60EO"(J.ct. cpÉpwv, \j;EUOO(J.Éva. oci(J.ct.À.L.
'A).).à Mupwv 't"ÉXVf'l. 1tCX.\IV1tELPOXOc;, oc; O"E OL' [pywv
E(J.1t\IOV\I wc; 't"L\1(1 �OU\1 Épyà-rw Ei.pyào-a.-ro.

"A1tct.LpÉ (J.OV 't"ÉVOV't"Oç, W "(EW1tÒVE,


À.É1ta.ova. xa.t o-i.oa.pov a.ùÀ.a.xEpyà-ra.v·
xa.).xòv yàp éL(J.wv oùx Èo-àpxwo-Ev Mupwv,
LIBRO NONO

G iuliano prefetto Sullo stesso tema

In questa vacca, Natura con l'Arte sovrana contese.


D'equo prestigio le dotò Mirone:
se, per chi guarda, a Natura fu tolto potere dall'Arte,
la Natura è natura per chi tocca.

7 39 G i u l i a no p r e f e t t o Sullo stesso tema

Anche tu da Mirone beffato, tafano : ché pungi


d'una vacca in effigie i bronzei fianchi.
Niente da dire, al tafano : che c'era da attendersi, quando
gli occhi ai pastori abbindolò Mirone?

74 0 Gemino Sullo stesso tema

È incatenata alla base la vacca, ed è questa a tenerla:


se se ne stacca, fugge via nel branco.
Mugghia il bronzo, ché vivo lo rese l'artista (non vedi ? )
Forse arerà, se tu la metti in coppia.

74 1 A no n i m o Sullo stesso tema

Eri di bronzo, e, recando l'aratro e la cinghia del giogo,


venne il villano, falsa vacca, a prenderti.
Mago dell'arte Mirone : ti fece col proprio lavoro
come una vacca viva da lavoro.

74 2 Filippo d i Tessalonica Sullo stesso tema

Villano, avanti, dal mio collo strappale


le cinghie e questo scavasolchi, il vomere.
Il bronzo mio, Mirone in carne non cangiò :
ANTOLOGIA PALATINA

'tÉX\1� o . ÈSW1t0\IT)O"E\I oljlw Efl.1t'\IOO'\I,


' wc; 1tOÀ.À.cbnc; fl.E XcX1tOfl.VXCLO"l}cu i}ÉÀ.EL'\1'
Etc; Epya o ' oùx EtCLO"E, 7tpocroi)crac; �cXO"EL.

743 El E o 5 w p l 5 1l

E>EcrcraÀ.at at �oEc; atOE, 7tC1p<Ì 7tpoMpoLO"L o ' 'AM'IIa c;


ÉO"'tCLO"W, XCLÀ.Ò'\1 Owpo'\1, 'l'tW'VLcXOOc;·
1tCLO"C1L XcXÀ.XELCLL, ovoxaLOEXCL, <l>pcXOfl.O'\IOc; Epyo'\1,
xcxt 1tCLO"CXL YV!-1\IW\1 crxuÀ.o'\1 cX7t' 'IÀ.À.vpLw\1.

744 AewvlSou

'!1LyWOfl.OL �W'tW\1 xcxt �LI-lcxÀ.oc;, ot 7tOÀ.UCXLYOL,


otcx �cxl}vcrxLvwv, w l;,ÉvE, t7tcxpoÀ.xLoav,
'Ep1-1ci 'tVpEv'tfjpL xcxt EilyÀ.cxyL 'tÒ'\1 XLfl.cXpcxpxov
XcXÀ.XE0'\1 EU7tWywv' wo' cX\IÉi}E'\I'tO 'tpciyov.

745 ' A v u -r TJ �

E>cXEO 'tÒ\1 Bpofl.Lov XEpCXÒ'\1 'tpciyov, wc; ciyEpwxwc;


Ofl.I-LCX xcx't<Ì À.cxcrLfi'll yaupo\1 EXEL YE'VÙW'V,
XVOLOW'\1 O'tL ot M!-1' È'\1 oupEO"W ciwpt 1tC1PTI0C1
�ocr'tpvxov dc; poOÉcx\1 Ncxtc; EOEX'to XÉpa.

'E1t't<Ì �ow\1 crcppcxyi:ocx �pcxxùc; )..Ll}oc; dxEv l:cxcrmc;,


wc; 1-LLCL'V, wc; 7tcXO'cxc; Efl.1t'\IOC1 OEpXOfl.É'\Icxc;.
Kcxt 'tcXXCX xèiv tci7tÉpEij!Et 't<Ì �oLOLCL' vuv OÈ xÉxÀ.EL'tCXL
'tTI XPVO"TI 1-lcX'VOPTl 'tÒ �pcxxù �ovxoÀ.L0'\1.
LIBRO NONO

creò con l'arte questa viva immagine,


, sf che mi viene di muggire l'uzzolo;
di lavorare m'impedi, legandomi.

743 Teodorid a Le vacche di bronxo

Tessale sono le vacche : magnifica offerta, nell'atrio


stanno del tempio dell'Itònia Atena :
dodici, tutte di bronzo - lavoro di Fràdmone - e tutte
bottino tolto ai denudati Illiri.

744 Leon ida Il capro11e di bro11xo

Sfmalo e insieme Sotone, caprari forniti - ché folti


sono i lentischi. . .
posero i n bronzo per Erme, di latte fecondo e di cacio,
questo becco barbuto re del gregge.

745 Anite Sullo stesso tema

Guarda il caprone cornuto di Bròmio, che sguardo feroce


dell'occhio altero tra il pelame folto!
Gode che spesso sul monte quei ricci una Naiade prese
della sua gota, nella rosea mano.

Polemone re Il sigillo

Sono sette giovenche sigillo sul breve diaspro;


ciascuna e tutte con lo sguardo vivo.
Forse fuggite le vacche sarebbero; ma fu rinchiuso
il gregge breve in quest'ovile d'oro.
ANTOLOGIA PALATINA

747 n >. h w v o �

Etx6vct 1tÉV'tE �owv 1-.LLXpà M�oc; E!xEv tctcrmc;,


wc; llOT) micrctc; E(J.'l'tVOct �OCTXO(J.ÉVctc;.
KctL -ecixct xéì.v ci7tÉcpEuyE -.à �oi.OLct· vvv OÈ xpct-eEi:-ectL
-efi XPUcrfi (J.civopn -eò �PctXÙ �oux6À.LOV.

'A ).i.�oc; ECT-e' ri(J.É�ucr-eoc;, Èyw o ' ò 1t6-ectc; �L6wcroc;·


'
il VTJ(j)ELV 1tELCTEL (J. il (J.ct�É'tW (J.EDIJELV.

749 O ( V O !l cl O U

'Ev xuci��t-� -eòv "Epw-ect -e!voc; xcipLv; 'ApxE-eÒv ot�


ct'L�Ecr�ctL xpctOi.T)v· (J.TJ 1tupt 1tvp E7tctyE.

75 0 'Apxtou

Tàc; �ovc; xctt -eòv tacr1tw Lowv 7tEpt XELpt, ooxi)crELc;


-eàc; (J.Èv ava7tvELELV, -eòv oÈ XÀ.OT)XO(J.ÉELV.

'A crcppayLc; Ucixw�oc;· 'A7téÀ.À.wv o ' Écr-etv Év auTfi


xat �cicpvT)· 7tO-eÉpou (J.éiÀ.À.ov ò AT)-eotoac;;

Et(J.t MÉ�T). -eò y À.U(J.(J.Cl crocpfic; XEpÒc;, Év o' cX(J.E�VCT1;1tJ


yÉy À.U(J.(J.CIL" 'tÉXVT)c; o' T) ).(�oc; aÀ.À.o-epi.T).
LIBRO NONO

747 Platone Sullo stesso tema

Reca di cinque giovenche l'immagine il breve diaspro :


sembrano vive e pascolanti tutte.
Forse fuggite le vacche sarebbero; ma lo trattiene,
quel gregge breve, quest'ovile d'oro.

P l a t o n e il G i o v i n e Alternativa

:E: un'ametista la pietra; Dioniso son io - bevitore:


se non fa sobrio me, si sborni lei.

749 Enomao Il troppo

In una coppa l 'Amore : perché? Per bruciare non basta


il vino? Fuoco non s 'aggiunga a fuoco.

Archi a L'anello

Ti sembreranno, se vedi le vacche e il diaspro nel dito,


quelle alitanti, verdeggiante questo.

7:J I Platone il Giovine Sullo stesso tema

:E: giacinto il sigillo, che Apollo con Dafne figura.


:E: piu dell'uno o piu dell'altra Febo?

7:;2 A s c l e p i ad e ovvero A n t i p a t r o di T e s s a l o n i c a Il contrasto

Sono l'Ebbrezza, che nell'ametista una mano valente


scolpL La pietra e la figura stridono.
ANTOLOGIA PALATINA 3 70

'A).).à. KÀno'lt!i't'pT)ç tEpÒ'II X't'ÉCW E'li yà.p à.'ll!icrcrT)ç


xnpt i)EÒ'\1 'lllJq>EL'Il xat p.Ei)ùoucra'\1 EOEL.

753 K >. a v ò t ct v o v

XLovÉT) xpucr't'a).).oç ù1t' à.vÉpoç à.crxT)lki:cra


OEi:!;Ev Ù.XT)pacrLOLO 1tavaCoÀov Etx6va x6cr(..LOU,
oupa\IÒ'\1 à.yxà.ç EXO\I't'a �apUX't'U'lt0\1 E\IOOi)L 'ltO\I't'0'\1.

754 Tov ct Ù "t o V

- Ei:1t' èiyE (..LO L, xpucr't'a).).E, ).Ci)cp 'ltE'ltUXaCT(..LÉ\10\1 vowp,


't'L<; 1tij!;Ev;
- BopÉT)<;.
- "H 't'L<;
, '
"
E11.UCTE;
- No't'oç.

755

Ei. (..LlJ xahòç EÀap.'ltE'II , E(..L!iWE o ' Epyov èivaX't'O<;


E(..L(..LE\IaL 'HcpaLCT't'OU oaLOaÀÉoLo 't'ÉX'II aç,
aù-ri}'ll èi'll -rLç �xù).).av oCcrcra't'O 't'T)Àolh ÀEÙcrcrw'll
ECT-r!i(..LE\1, EX 'ltO'II't'OU yai:a'll Ù.(..LELI]Jap.Éva'\1·
:s 't'6crcro'\l EmcrcrELEL, 't'ocrcrov x6-rov à.v-rCa cpaf.vEL,
oÌ:o'\1 Ù.1tÒ 1tEÀ!iyEuç cruyxÀovÉoucra '\IÉaç.

TÉxvaç EÌ:vExa crEi:o xat à. Ml>oç oÌ:OE �pu!isEw,


ITpa!;L't'EÀEç· Mcro'll , xat 'lt!iÀL xw(..L!iCTo(..LaL.
Nuv o ' 'Ì)(..Li:v où yijpaç E't'' à.opavÉç, à.).).' o 1tEOT)'t'Ù.<;
�ELÀT)'II oi:ç XW(..LW'\1 �!icrxav6ç ECT't'L Ml>oç.
LIBRO NONO 37 1

Ma, di Cleòpatra sacro possesso, dovevo, pur ebbra,


restare, a un dito di regina, sobria.

753 Claudiano La sfera

Questo niveo cristallo, che fu lavorato dall'uomo,


reca l'immagine varia, screziata dell'integro mondo :
mostra l'amplesso del cielo che il mare sonante racchiude.

754 C l a u d i a no Ghiaccio fondente

- Acqua impietrata, cristallo, chi mai ti rapprese? Racconta!


- La bora.
- E chi ti fuse?
- Lo scirocco.

755 Anonimo La Scilla

Se non brillasse il bronzo, svelando ch'è un'opera d'arte


elaborata da geniale Efesto,
chi la guardasse da !ungi direbbe che Scilla, lasciato
il mare per la terra, qui s'aderge.
' Si minacciosa vibrando, quell'ira funesta rivela
onde squassa dal pelago le navi.

Emiliano l Sileni

Per il tuo genio, persino la pietra, Prassitele, esulta.


Se tu mi sciogli, rifarò baldoria.
Qui non è piu l'impotenza senile, è la pietra gelosa
che le baldorie dei Sileni lega.
ANTOLOGIA PALATINA 3 72

757 I: q.1 w v l 6 o v

'lqJi.wv 't6o' [ypctljJE Kopi.vlhoc;. Oùx t\IL !J.WIJ.oc;


XEPO'LV, É1td o6sctc; [pyct 7tOÀ.Ù 7tpOqJÉpEL.

75 8 T o u a.u-tou

Klp.wv [ypctljJE 'tÌ"jv i}upctv 't'Ì")v oEsLc1v·


• •

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1:' A LO\IUO'LOc;.

759 'AStrnonv

MLxpou xa.'tÉa-xov 'tÒV �6'tpuv 'toi:c; octx'tÙÀ.oLc;,


Ù7tEpct7t!l't1ll)dc; 'tTI l)É� 'tWV XPWIJ.ci'tWV.

762 ' A f3 ). a. f3 L o v ' I ). ). o v n p l o v

'
"HqJctLO''toc; IJ. È"CÉÀ.EO'O'E Xct!J.WV xp6vov· àÀ.À.èt Kui}ELPTI
c1vopòc; Eou l}ctMp.wv EtÀ.E'to À.cti}pLoi.wc;,
'Arxi.OTI o' E7t0pEV xpUqJLTlc; IJ.VTI!J.TJL0\1 EÙvijc;
xcti. p.' 'Aa-xÀ.Tlmào11c; EVPE 7tctp' AtvEciOctLc;.
LIBRO NONO 373

757 Simonide Elogio

Quadro d'Iffone corinzio. La critica qui non ha luogo.


Assai migliore della fama l'opera.

S i m o n id e Le porte

La porta destra da Cimone ornata fu,


Dionisio quella a destra di chi sorte ornò.

759 Anonimo Monòlito

Carro, auriga, cavalli, cravache, giogo, redini : un blocco.

A n o n i mo S11llo stesso tema

Sulky, auriga, puledri, con redini, giogo, Vittoria.

Anonimo Il grappolo

Prendevo quasi tra le dita il grappolo:


la vista dei colori troppo m'ingannò!

A b l a b i o l ll u s t ri o Il piallo

Fatto da Efesto con lunga fatica, di furto Citera


mi carpi dalla stanza del marito,
e mi donò, per memoria d'occulti connubi, ad Anchise.
Presso gli Enèadi mi trovò Asclepiade.
ANTOLOGIA PALATINA 3 74

"Hv (.J.Èv !ÌÀt-rpctivnc;, 'ltÉÀExuv BÀE<p!Ìpotcn ooxEvnc;·


i)v oÈ cra:ocppovinc;, èipyupoc; EL(..LL (..LOVOV.

Où Bpta:p6v -rwa: i}ijpa: xa:t ov -rtva: 'ltov-rtov ixi}vv,


oÙ 'lt'tEpÒV !ÌypEVW 'ltÀÉY(..L!lC"LV TJ(..LE'tÉpoLç,
à}.}.à Bpo-roùc; Èi}i}.ov-ra:c;· !ÌÀE!;;r)-rEtpa: o È -rixv11
àvÉpa: (..LULawv xÉv-rpov !ÌÀEUo(.J.Evov
5 Èx i}c.t:MT)c; àBpw-rc.t: (..LEC"T)(..L �ptàov-ra: cpuÀacrcrEt,
oùoÈv àcpa:upo-rÉpT) -rdxEoc; àcr-ruoxou.
"Y'ltVOU o' !Ìcr-rucpÉÀLX'tOV èiyw xaptv· à}.}.à. XC1L C1V'tOÙç
O(.J.Wc.t:c; (.J.Utocr6Bou pvo(..Lc.t:L !Ì't(..LEVLT) c;.

Kc.t:ÀÀtyci(..Lotc; Mx-rpotc; 'ltEptxLova:(..Lc.t:t, d(..Lt oÈ xEovi'jc;


oLx-ruov où «l>oLBTlc;, à}.}.' ci1ta:ÀTic; IIc.t:cpLT) c;.
'A ' !:' • • , , , ' '
VEpC1 o U'ltVWOV'tC1 (..LL't� 'ltO.I'I.UW'ltL XC1.11.U'lt'tW,
S�Ocpopwv !ÌVÉ(..LWV OÙOÈV !Ì'tE(..L�O(..LEVOV.

IIMy(..Lc.t:crt (.J.Èv crxo1t6c; Ècr-rt 'ltEptcrq>Lyça:t 'ltE-rE11vwv


EWE!l xa:t -ra:xwoùc; Evooi}Ev op-ra:ÀLXOuc;·
a:ù-rà.p Èyw erEvnv Èm-rÉp'lto(..Lc.t:t, ovoÈ xc.t:M'lt-rw
Evooì}Ev, à}.}.' Ei:pyw (..LiiÀÀov È'ltELyo(.J.Évouc;.
, OvoÉ (..L É -rtc; }.i)crEtE, xa:t d BPa:xùc; E'ltÀE-ro, xwvw�
TJ(..LE-rÉpT)c; otc.t:oùc; 'ltÀÉy(..La: Àwocr-.a:crL11c;.
"OpvEci 'ltOU cr�sw· (.J.EpO'ltEC"C"L oÈ ÀÉx-rpc.t: cpuÀacrcrw .
.. H pa -rtc; -i)(..Ldwv Ècr-rt otxa:t6-rEpoc; ;
LIBRO NONO 375

Giul iano Egizio prefetto La scure

Se colpevole sei, ciò che vedono gli occhi è una scure;


se onesto, io sono un po' d'argento e basta.

Paolo Si lenziario Zanzariera

Fiera possente non è, non è pesce marino né uccello


ciò che irretisco dentro le mie maglie,
ma consenzienti mortali. C'è un'arte, a difesa, che salva
dal pungiglione delle mosche l'uomo
, che dopo pranzo, immune da morsi, s'appennica; è forte
piu d'un muro che cinga una città.
Ininterrotta la gioia del sonno procuro, e gli schiavi
da corvées cacciamosche li dispenso.

Paolo S ilenziario Sullo stesso tema

Io mi distendo su letti d'amore: di Cfpride molle


sono la rete, e non di Febe austera.
L'uomo dormiente con fili tramati occhiuti ravvolgo
né delle brezze vivide lo privo.

Agatia Scolastico Sullo stesso tema

Hanno per scopo, le reti, d'avvolgere stirpi volanti


entro le maglie e rapidi uccelletti.
Io mi diverto a scrollare, né dentro le maglie ravvolgo
chi s'avventa, e piuttosto lo respingo.
' Né la zanzara, per quanto piccina, potrebbe sfuggirmi
penetrando l'ordito della trama.
Io li risparmio, gli uccelli : preservo agli uomini i letti.
No : piu bravo di me non c'è nessuno.
ANTOLOGIA PALATINA

'Es6J..LEvoc; J..LÈv -rnoE 1tap' EuÀchyyL -rpa1tésn


7t<Xtj'VL<X XWll!TELc; 't"Ep7tvà �OÀOX't'V7tt:T)c;.
Ml}-rE OÈ VLxl}o-ac; J..LEyaÀI.sEo, J..LiJ-r' à7toÀEL<pl1Etc;
axwo-o 't"TJV 6).(.j'T)\1 J..LEJ..L(jlOJ..LEVOc; �oÀtO<X.
, Kat yàp É7tt <TJ..LLxpoi:o-L v6oc; OLa<pal.vE-raL à.vop6c;,
xat xv�oc; àyyÉÀÀEL �ÉvlJoc; EXE<ppoo-vvT)c;.

7 68 T o il a: u 't o il

llal.yvLa J..LÈV -.àoE 7tCÌ.v't'a· Tvx'Tlc; o' hEp6-rpo7toc; ÒpJ..LiJ


-rai:c; à).6yoLc; -rav't'aLc; ÈJ..L<pÉpE-raL �o).(.o-w·
xat �po-rÉov �LO't"OV O"(jl<XÀ.EpÒV J..LLJ..LT)J..L<X VOlJO"ELc;,
v uv J..LÈV v7tEp�ctÀÀwv, vuv o ' ct7tOÀEL7toJ..LEVoc;.
, AtvÉoJ..LEV oi) xEi:vov Se; Év �L6-r� -rE xv�rp -rE
Xci.PJ..L<X't"L xat ÀV7tTI J..LÉ't"pov É<pT)pJ..Lo<Ta-ro.

Toi:c; J..LÈV 7tpT)VVOOLc; -rci.OE '7t<Xtj'VL<X, -.oi:c; o' à.xoÀci.o--roLc;


Ma-a-a xat CÌ.J..L7tÀaxi.T) xat 1t6voc; av-r6J..La-roc;.
'A).).à <TU J..LTJ ÀÉ!;nc; 't"L lJET)J..Là.X0\1 UO"'t"<X't"Oc; �p7tWV,
J..LT) O' à.vapoL�ol}a-nc; pwo�6).rp 1ta-rày�.
' AEL yàp J..LTJ't"E 7t0\IELV ÉV à.MpJ..L<XO"L J..LTJ 't"E 't"L 7t<XLSELV
ÉV 0"'7tOVOTI, X<XLP<!) o ' LO"lJL VÉJ..LELV -rÒ 7tpÉ7tOV.

770 lla;ulou l: �l t v n a: p ! o u

XELÀ.oc; 'AvLxi)-rELa -rò XPV<TEOV dc; ÉJ..LÈ -rÉyyEL'


à.).).à 7tapa<T)COLJ..LT)V xat 1tOJ..L<X WJ..Lq>tOLOV.
LIBRO NONO 377

Agatia Scolastico I dadi

Siedi a quel tavolo bello di pietre, per muovere il gioco


che ti seduce, al gettito dei dadi.
Niente superbia se vinci, né cruccio ti prenda se perdi:
il colpo scarso non lo maledire.
, Anche in piccole cose trapela il carattere, e il gioco
dà dell'autocontrollo la misura.

Agatia Scolastico Sullo stesso tema

Altro non è che un gioco. L'abbrivo cangiante del Fato


a questi lanci illogici somiglia.
Tu della vita mortale l'immagine ambigua, precaria,
ora vincendo, ora perdendo, vedi.
, Lodo pertanto colui che alla gioia impose e al dolore,
nella vita e nel gioco, la misura.

Agatia Scolastico Sullo stesso tema

Pei moderati non è che un gioco; una furia, un'insania,


un autocruccio per gl'intemperanti.
Tu, se ultimo arrivi, non dire bestemmie, non darti
a escandescenze mugugnando forte.
' Né accoramenti nel gioco, né scherzi nel serio è la norma.
Sappi adeguarti all'opportunità.

770 Paolo Silenziario La coppa

Bagna dentro di me le sue labbra d'oro Anicezia:


ch'io possa offrirle il brindisi nuziale!
ANTOLOGIA PALATINA

77 1 'Iou>..�a.vov 6.11� 'Y116.pxwv

Oihw Bcixxov EOEX'tO eh�ç· \IU\1 IJ.Ui)oç 'OIJ.{jpov,


Ò�È IJ.ÉV, 6,).)..' EVpEV 7tLCT'tL\I É'tT}'tVIJ.LT}ç.

77 2 ll>wxci s�a.x6vou

Otvox6{() cpt:Àov Ei.IJ.t IJ.OV(() OÉmtç, ouvExEv etù'tQ


Bcixxov ào).).t:�w 'tÒV 7tEp�ÀEL7tÒIJ.Evov.

77 3 fia.Ua.Sci

XetÀxo'tÙ7toç 'tÒV "Epw'tet IJ.E'tetÀÀ!Ì�etç É7tÒTJCTE


'tlJyetvov, oùx àMywç, c't't� xett etÙ'tÒ cpÀÉyEL.

774 n.a.vxou 'ADTJva.lou

'A �IÌXXC1 lletpLC1 IJ.ÉV' ÉVE�UXWCTE o' ò yM7t'tC1ç


'tÒ\1 ).t:i)ov· àvl)pt;>crxE� O' wç �pOIJ.�C1�0IJ.ÉVC1.
or,n !:xÒ7tC1, !Ì l)E07tO�Òç ( ...) ÈIJ.lJCTC1'tO 'tÉXVC1
l)C1UIJ.C1, X�IJ.C1LpO(jlO\IO\I l)ULa0C1 IJ.C1LVOIJ.ÉVC1\I.

775 Toii a.ù-roii

'H �lixxTJ KpovLOTJV I:li'tvpov i)ho· Ei.ç OÈ xopdetv


l)pt;>CTXE� IJ.ClLVOIJ.ÉVT}\1 Wç �pOIJ.�Cl�OIJ.EVOç.

ZEu��ooç i) xpoLl) 'tE Xett i) xlipLç· Év oÉ IJ.E IJ.Lxpn


xpvcr'tocÀÀ{() 'tÒ xetÀÒv ocdorùov 'Apcrw6n
L IBRO NONO 379

Giuliano prefetto Coppa con pesci

Tètide accolse Dioniso cosf: l'invenzione d'Omero


si fa qui, benché tardi, fededegna.

77 2 Foca diacono I resti

Io sono cara al coppiere soltanto, ché proprio per lui


tutto il vino che resta, in me raduno.

773 Pattada Metamorfosi

Il fonditore cangiò l'Amorino, ne fece un tegame:


giusto, visto che brucia pure quello.

774 Glauco d'Atene Baccante

È, la baccante, di marmo di Paro, ma vita le infuse


l'artista : balza, come posseduta.
Scopas, ha fatto il tuo genio divino un prodigio: una vera
mènade folle che un capretto sbrana.

775 Glauco d'Atene Zeus satira

Questa baccante ha fatto del Crònide un satira: balza


nel folle coro, come posseduto.

Diodoro Miniatura

Sono, il colore e la grazia, di Zeusi. Ma qui mi dipinse


su vetro esiguo, e il bell'oggetto d'arte
ANTOLOGIA PALATINA

ypci.�Ciç 'tOih' E7tOpEV ICI'tUpi)Loç. Etllt o' ci.vci.CTCTT]ç


Etxwv, xCit IJ.Eyci.À.T]ç À.d1to!J.CIL oùo' òÀ.Lyov.

7 77 �tÀl11110U

"lo' wç Ò 1tWÀ.o<; XCIÀ.XoOCILOctÀ.� 'tÉXV�


xopc. Mwv ECT'tTJXE" OpL!J.Ù y!lp �À.É1twv
..

V�CIUXEV(SEL XCit OLT]VEIJ.WIJ.EVCI<;


xopuqri)<; iitdpCI<; oùp(wxEv É<; OpÒ!J.OV.
:s A.oxÉw, XCIÀ.woùç E'L 'tL<; TJVLOCT'tpocpo<;
ivCip!J.6crn yÉvucrcrL xci.1tLxEv'tpLcrn,
ò cròç 1t6voç, Avcrm7tE, xCit 7tCip tÀ.7tLoCI<;
'

'tctX' ExOpCIIJ.E�'tCIL" 'téj. 'tÉXV� yàp EIJ.1tVEEL.

rCii:CIV 'tTJV q>EpÉxCip7tOV OCTT]V ESWXE 1tEpLxitwv


WXECIVÒç IJ.Eyci.À.� KCI(CTCIPL 1tELitOIJ.ÉVT]V,
xCit yÀ.Ciuxi)v IJ.E MÀ.CICTCTCIV ci.7tTJXPL�WCTCI'to Kv7tpo<;
XEpx(crw tCT't07tÒVOLç 1tctV't' ci.1tOIJ.Cil;CIIJ.EVT].
:s KCILCTCIPL o' ÉX XELVT]<; xci.pL<; i]À.itOIJ.EV" Tjv y!lp ci.vci.CTCTT]<;
owpCI q>ÉpEw 'ttl itEo�<; XCI t 1tptv Òq>ELÀ.Ò!J.EVCI.

779

Awpov 'IouCT"t(voLo 'tUpCiwocp6vou �CICTLÀ.fio<;


xCit Iocp(TJ<; ci.Mxou, q>Éyyo<; ÉÀ.EuitEpLTJ<;,
WpctW\1 CTX07tLCISE CTOq>Ò\1 CTT]IJ.ctV'tOpCI XCIÀ.XÒ\1
CIV'tfj<; Éx !J.ovci.oo<; !J.ÉXPL ouwoExci.oo<;,
:s onwCI cruÀ.T]itÉv'tCI A.CxT]<; ltp6vov TJVLOXEvwv
EÙpEv 'IouÀ.LCIVÒ<; XEpcrtv ci.owpoo6xoL<;.

7 So 'A5lcrnO"tov

'!lpCivòv ci. xwpoi:crCI crocpà ).1.lto<;, &; o Là 'tU'titov


YVWIJ.OVO<; ci.EÀ.(� 1tCI\I'tL IJ.EPLCTOOIJ.ÉVCI .
LIBRO NONO

ad Arsinoe donò Satireio. Una grande sovrana


figuro, eppure non le cedo in nulla.

777 Filippo Il cavallino

Il cavallino è tutto fiero, guardalo,


per arte di scultura: sguardo vivido,
il collo eretto, i crini che svolazzano
al vento: pare che s'appresti a correre.
, Io dico che, se un guidatore gli applica
alle mascelle il morso e poi lo pungola,
il volo prenderà, Lisippo, l'opera,
ché, grazie all'arte, sembra avere un'anima.

Filippo L'arauo

Questa terra feconda che intorno l'Oceano ricinge,


docile tutta a Cesare sovrano,
e questo cerulo mare, con arte rendendoli, Cipro
li ricamò con spole di telai.
, Dono per Cesare siamo : ché debito fu di regina
recare doni già dovuti ai numi.

779 Anonimo Orologio

Dono fu di Giustino sovrano che uccise i tiranni


e di Sofia sua sposa. Luce libera,
guardalo bene quel bronzo che segna con arte le ore,
dall'unità giungendo fino al dodici.
' Fu rubato, e Giuliano, che regola il trono di Dice
con incorrotta mano, lo trovò.

A n onimo Meridiana

Pietra sapiente che il cielo contiene, che il tempo divide


d'ogni sole, col piccolo gnomone.
ANTOLOGIA PA LATINA

"H 'li ùdcrnc; IJ. ', à'IIÉ({lya: xa.t 1)'11 ol:�nc;, È!J.È xÀ.dcrE�c;.
Toi:oc; Èwv 't'TJpEi:v cròv o6IJ.ov ov ovva.IJ.a.�.

7 82 fiauÀou l:tÀE\I'tLap lou

'E'liMOE !J.�O"'tuÀ.À.oucr� opÒ!J.0\1 <lla.E�O'II'ti.ooc; a.l:yÀ.T)<;


àvÉpEc; wpàwv àiJ.cpt OUWOExào�.
uoa.cr� o' TJEÀ.i.o�o 't'a.À.a.\l't'EVOUO"� XEÀ.Ev�ouc;,
Èc; 1tÒÀ.o\l Èx ya.i.T)c; !J. i'j't�\1 ÈpELO"à(J.E\10�.

'A'II OpàcrLv 'EpiJ.i'jc; EL!J.�. yuva.��t oÈ Kv1tp�c; òpw!J.a.�·


àiJ.q>O'tÉpw'll oÈ cpÉpw crv!J.�oÀ.à iJ.o� 't'OXÉW'II.
Tov'IIExEv ovx àMywc; IJ.E ..òv 'EpiJ.a.cpp6o�'t'ov E�Ev't'o
à'll opoyv'llo�c; À.ou•poi:c; 1ta.i:oa. 't'òv à(J.cpi.�oÀ.ov.

Mi) \IEIJ.ÉO"a. �a.LOLO"L' xa.p�c; �a.�oi:crw Ò1tT)OEL'


�a.Lòc; xa.t Ila.cpi.T)c; E1tÀ.E't'o xoiipoc; "Epwc;.

MTJ'IIéic; xpvcrEov Epyov ÈodiJ.a.'t'o 1téiaw éoi.'t'a.�c; .


xuoa.i.'IIW\1 1t't'O).i.E�po'll ÈP�XPVO"W\1 �a.cr�À.TJW\1.

7 86 'A6É0'1tO'tO\I

TòvoE xa.��opucra.'ll't'o �E� 1tEp�xa.À .À.Éa. �W!J.ÒV


AEuxi'jc; xa.t Il't'EÀ.EOV IJ.É0"0"0\1 opov �É!J.E\10�
LIBRO NONO

Anonimo Cancello

Quando mi chiudi, sto aperto; soltanto se m'apri, mi chiudi.


Cosf, guardarti la casa non posso.

Pao l o S i l e n z i a r i o Orologio idraulico

Gli uomini qui la veloce parabola chiara del Sole


la spezzettano in dodici - le ore,
soppesando col metro dell'acqua la rotta dell'astro.
Da terra giunge il loro genio al cielo.

A n o nimo L'Ermafrodito

Sono per gli uomini Ermete, le donne mi vedono Cipri :


reco d'entrambi i genitori i segni.
Ecco perché nelle terme promiscue mi posero : sono
l'Ermafrodito dall'incerto sesso.

A n oni m o Le cose piccole

Quello ch'è piccolo t'urta? Ma no! C'è, nel piccolo, grazia:


piccolo il figlio fu di Cipri, Amore.

Anonimo Portico

Menas quest'opera d'oro per tutti i viandanti la fece


e di lustro copri la città degli aurei sovrani.

Anonimo Con/ine

Come confine mediano, quest'ara bellissima al dio


gli abitanti di Leuce e Ptèleo posero -
ANTOLOGIA PALATINA

twr:x.É'tr:x.t, IJ.OLpT)ç CTTJIJ.iJto\1 tXIJ.!J.Op(Tj ç 't'E'


a.ù't'�ç ll.'Jr:x.ç !J.r:x.xcipw\1 tcr't't !J.Écroç Kpo\laìTJç.

·o 1tPL\I aÀ.w61J.E\IOç xr:x.t tX\IÉCT't'L0\1 LX\IOç tÀ.r:x.tJ\IW\1,


EL't'' acp' éoot1top(T)ç, EL't' ' a1t� \lr:t.U't'tÀ.(T)ç,
t\IMOE \IU\1 1tpOCTLW\I CT't'fjCTo\1, çÉ\IE, CT�\1 1t6or:x. (OEupo),
\lr:t.LE't'ciEw tiMÀ.w\1, olxo\1 ihot!J.0\1 EXW\1.
, Et oÉ !J.E xr:x.t 't'Lç ihEuçE\1 tX\Ir:t.XpwÉotç, 1tOÀ.tfj't'r:x.,
EÙÀ.6ytoç, <l>r:x.p(T)ç tXPXtEpEÙç ayr:x.ìl6ç.

7 88 'Aiìt�1to"'COV

"OÀ.�to\1 ti"'l)pw1totcrw EXEt q>cioç a.!J.�po't'oç a.tw"'


oficrw im' twEcr(nç, EÙ"(E\IÉ'tEtpr:x. Tux11·
\IEUIJ.CX.'t't yà:p cr(iJ 1tci\I't'r:t. q>ÉpEt xÀ.Éoç ov 1tO't'E XEtpL
OEçL't'EPTI 1tr:t.PÉXELç r:t.ÙXÉ\Ia. l)ECT1tÉCTLO\I,
, Tou't'�.p xr:x.t �r:x.crtÀ.i}Eç tXIJ.UIJ.O\IEç cip!J.6so\l't'a.t,
xr:x.t À.O"(LW\1 tXyÉÀ.l)ç ll.!J,�pO't'OL 1)"(E!J.6\1Eç •

xr:x.t \lf)Eç À.t!J.É\IECTCTL CTCX.W't'Epo\1 tXIJ.1tCX.UO\I't'CX.L


cr-.)\1 Ot' tXpl)"(OcrU\11)\1 CTI.pS61J.E\ICX.L 1tEÀ.tX"(EL'
xr:x.t 1t6À.tEç xr:x.Cpoucrw tXXUIJ.O\IEç i}oÉ 't'E À.r:x.ot
10 xr:x.t l)r:x.À.EpG'N1tEOLW\I À.EL!J.r:t.XEç a!J.�p6crtot.
Tou\IEXCX. CT�\I l)Epci1tO\I't'CX. 1tp�ç oÀ.�t0\1 !Xl)pi}cra.crr:x.

TÉX't'O\Icl !J.E CTX01tLr:t.SE crocpG'N XOCT!J.i}'t'opr:x. !J.ul)w\1,


tM\10\I't'r:t. 't'ÉX\11)\1 EÙE1tL1)ç Xr:t.\16\lt,

79 0 'Avn1t&."Cpou

T(ç 1tox' a1t' oùMIJ.1toto IJ.E't'ciya.yE 1ta.pl)E\IEW\Ia.,


't'�\1 1tapoç oùpa.\ICotç ti.J.�E�r:x.w't'a. o61J.otç,
LIBRO NONO

segno di quello che spetta, di ciò che non spetta. Nel mezzo
s'erge il sovrano dei beati, Zeus.

Sofronio p a t r i a rca L'albergo

Tu che vagavi, il passo traendo senza ricetta,


dopo una camminata o traversata
ora accòstati qui, fermando il piede, straniero.
Cerchi soggiorno? Avrai la casa pronta.
, Se, cittadino, mi chiedi chi mai mi costrusse, rispondo :
di Faro il grande patriarca Eulogio.

Anonimo Preghiera alla Fortuna

Reca agli uomini il tempo perenne una prospera luce


per tuo volere, nobile Fortuna.
Al tuo cenno, a gloria ridonda ogni cosa per l'uomo
alla cui mano il collo eccelso cedi.
, A quel cenno, perfetti sovrani s'adeguano, e duci
dell'armata dei dotti, imperituri;
trovano requie con piu sicurezza nei porti le navi
che nel pelago salva il tuo soccorso;
godono intere città con i popoli, senza tempeste,
ro e prati eterni di fiorenti piane.
Volgi dunque a colui che felice ti serve lo sguardo

Anonimo L'oratore

Mira un artefice in me, che, curando lo stile verbale,


orienta a norme d'eloquenza l'arte.

790 Antipatro Artèmide E/esia

Chi trasfed dall'Olimpo la stanza di vergine, fissa


tra le dimore celestiali un tempo,
14
ANTOLOGIA PALATINA

Éc; 'lt6).w 'Avop6:ùoto, i>owv �ctcr�).wxv 'Iwvwv,


't'à.v oopt xctt Moucrcttc; ctL1tU't'chctv "EcpEcrov;
5 .,.H pct CTÙ cpt).ct!J.ÉVCI, Tt't'UOX't'OVE, IJ,É�OV 'Q).u!J.1tOU
't'à.v 't'pocp6v, Év 't'CIU't'� 't'ÒV cròv Ei>EU M).ctiJ.OV.

79I 'A1toÀÀwv[5ou

M TJ't'pt 'ltEpttr't'Eq>Éoc; trT}xou, Kui>Épnct, i>ct).t:icrcrn,


XPTJ'ItLOctc; �uiHctc; otOIJ.CI't't 1tTJçCIIJ.ÉVTJ,
Xct�pn y' tXIJ.Cj)L O'È 'ltOV't'oc;, É1tt �Eq>upoto 1tVOTICTW
à.�pòv imÈp VW'tOU xuctvÉou yE).t:icrctc;.
5 EtvEXCI o ' EÙCTE��T}c; VT}OU i)' OV ÉyELPCI't'O CTELO
llocr•oiJ.oc;, ctùxi)crn IJ.É�ov, 'Acppoi:, crù ll&:cpou.

79 2 'Avn1ta'tpou

NtXLEW 1t6VOc; OU't'Oc;, CIEt..,WOUCTCI


• .. • Y' N'EXUtCI
'Ì]trXT}IJ.Cit 'lttXtrT}c; i)p�ov i)).tXLT}c;'
OWIJ.CI't'CI o' Atowvijoc; ÉpEUVlJCTCIV't'Oc; 'OIJ,i)pou
yÉypCIIJ.IJ.Cit xdvou 1tpW't'OV a1t' CÌPXE't'Ù1tOU.

793 'IovÀLa:vo(i ad 'Y1tapxwv A(yu1t't[ou

ll6p•w 't'lJVOE Mupwvoc; towv, 't'CÌXct 't'ou't'o Boi)crEtc;·


<("H cpùcrtc; li.1tvo6c; Étr't'w, i) EIJ.1tvooc; E1t).E't'o 't'ÉXVTJ».

7 94 Tov au'tov

Boux6).E, 1t'ii 1tpoi>ÉEW IJ.E �tCÌ�Ectt; "IcrxEo vucrcrwv·


où y&:p (..I.Ot 't'ÉXVTJ xctt 't'oO' 01tCICTCTEV EXEW.
LIBRO NONO

nella città regina di lonia che Androclo eresse,


per armi eccelsa e per cultura, in Efeso?
5 Tu la città che ti crebbe l'amasti, omicida di Titio,
piu dell'Olimpo, e t'allogasti in lei.

79 1 Apollonida Il sacello

Per la marina matrice gettasti, Ciprigna, le basi


del sacello ricinto, in acque fonde.
Gode il pelago intorno, soave ridendo alla brezza
che sopra il dorso cerulo trascorre.
, Per la pietà, per il tempio che Postumo eresse, piu fiera,
Afrodite, sarai, che non di Pafo.

79 2 A n t i p a t r o (d i T e s s a l o n ic a ) La Nèkyia

Opera, questa, di Nicia : l'eterna Discesa all'Averno


raffiguro, la tomba d'ogni età.
Furono i regni dell'Ade scrutati da Omero: il dipinto
proprio da quell'archetipo discende.

793 G i u l i a n o Egizio p r e fe t t o La vacca di Mirone

Se di Mirone tu vedi la vacca, chissà che non dica:


«Senza vita è natura - se no, c'è la vita nell'arte».

794 Giul iano Egizio prefetto Sullo stesso tema

Dove alla corsa mi spingi di forza? Col pungolo, basta,


bifolco! L'arte non arriva a tanto.
ANTOLOGIA P ALA TINA

795 Tou �tu'tou

"H xochòv �wwcrE Mupwv crocp6ç, il -.!Xxoc 1t6p-.w


X!i)..xwCTE �Wà'\1 È!; ayé)..ocç Épucrctt;.

II)..!Xcr-.oc Mupwv, erto 1t6p-.w ooo�1t6poç Tj)..ilEv É)..!icrcrwv·


xoc)..xov OÈ \jlocucrctt;, cpwp XE'IIÒt; È!;Ecp!iv1).

Etcrop6wv (.I.E )..twv xoc!vE� CT't6(.1.ct, XEPCTL o ' adpE�


j'Et01t6voç �Euy)..1}'11 , aypov6(.l.Ot; xopU'\11)'11 .

T)..Tilh, Mupwv· 'tÉXV1l erE �t!i�E'tctv èi.1tvoov Epyov.


'Ex cpucrEwç 'tÉX'II1}" ov yàp cpucrw EupE'tO 'tÉXV1).

799

Euvouç (.I.ÈV �ctcrt)..Ei: Moucri})..toç· Epyct �owcrw


01}(.1.6cr�ct· crilEvctpl)v 1tp!iy(.l.ct'tct 1tLCT'tt'll EXE�.
MoucrEi:ov 'Pw(.l.n o ' ÉXctPLCTCTct'to xoct �ctcr�)..Tioç
ELx6vct ilECT1tECTL1}V Èv-.òç Eypct\jlE 06(.1.wv·
' 't�(.I.TJV (.I.OUCT01t6)..o�ç, 1t6)..Ewt; x!ipw, È)..1ti.Oct XOUpWV,
81t)..oc oè -.n.; apE-.Ti.; , xP-r11J.ct'tct -.oi:.; ayctiloi:ç.
LIBRO NONO

795 G i u l i a n o Egizio p re f e t t o Sullo stesso tema

Diede al bronzo la vita Mirone, o trasse la vacca


viva dal gregge e la cangiò nel bronzo.

Giu l i a n o Egizio p r e f e t t o Sullo stesso tema

Venne un viandante a rubarla, Mirone scultore, la vacca :


toccato il bronzo, il furto assurdo fu.

797 Giuliano Egizio p r e f e t t o Sullo stesso tema

Apre la bocca il leone vedendorni, il giogo solleva


l'aratore, la mazza il contadino.

G iu liano Egizio p refe t t o Sullo stesso tema

Sei nella morsa dell'arte. Mirone, rasségnati: inerte


l'opera. L'arte non crea la natura: da questa procede.

799 Anonimo Il Museo di Bisanzio

L'opere pubbliche sono garanti, e l'attestano i fatti,


che devoto è Muselio al suo sovrano.
Roma gratificò d'un Museo, dove fece effigiare
del sovrano l'immagine divina -
' fregio d'artisti, speranza pei giovani, ai buoni tesoro,
civico lustro ed arma di virru.
ANTOLOGIA PALATINA 39 0

Soo

Ta.u'tct )..6yo�c; à.vÉaT}xEv Èxwv Moucn)À�oc; Epya.,


'lt�CT'tEVW'\1 xa.aa.pwc; wc; 0E6c; ÈCT't� A6yoc;.

801

Moucrdou 'tà. !J.È'V a.Ù'tÒc; È'tEvçct'tO, 'ltOÀÀà. OÈ crwcra.c;


Ècr'tw'ta. acpa.ÀEpwc;, i:opucrEv &.acpa.ÀÉwc;.

802

Mopcpi)v 'ti]vo' 6p&.q.c; s� Èva.)..iyx�ov L7t7t�,


Ma.px�a.vòv cpopÉov't�, �po"twv �a.a�)..ij a. yEvÉaÀTJc;·
OEç�'tEpÌ")'V o. È'tct'VUCTCTE, aÉo'V'tct OÈ 'ltWÀO'V Ém(YEL
OUCT!J.E'VÉoc; xa.a{mEpaE'V, O'tL<; XEq>a.)..Tj IJ.W à.dpEL.

Aucroviwv oÉa7towa.v 'IouÀ�a.vòc; 'ltoÀ�ouxoc;


wc; CTOq>LT}<; !J.ECT'tÌ")'V èivaE'tO 'ti}'Vl:oq>LT}'V.

'Ioucr"tivov xa.'tà. XPÉoc; 'tÒ'V OECT7t6'tT}'V


'IouÀLct'VÒc; V7tctpxoc;, wc; EÙEpyÉ'tT}'V .

80.5

Etcr6xE aovpLoc; oihoc; È1tL xaovL XÉXÀL'tctL "ApT)c;,


OU'ltO'tE E>pT)�XLT} c; Èm�i]CTE'tct� Ea'VEct ro'tawv.
LIBRO NONO 39 1

So o Anonimo Sullo stesso tema

L'opera al culto del verbo l'offri di sua sponte Muselio :


convinto a fondo fu che il Verbo è Dio.

So x A n o n i mo Sullo stesso tema

Lui del Museo qualche parte costrusse, rendendone altre,


di malsicura statica, sicure.

802 Anonimo Marciano

Ecco, tu vedi un cavallo che pare animale vivente :


porta in sella Marciano, degli uomini tutti sovrano;
lui, con la destra protesa, sospinge il puledro alla corsa,
alto sopra un nemico, sul capo del quale si leva.

Anonimo Statua d'imperatrice

Pose Giuliano prefetto Sofia, la regina sapiente


d'Ausonia - lei che da sapienza ha nome.

Anonimo Statua di Giustino

Giuliano prefetto pose qui, per debito,


Giustino, come principe benefico.

Anonimo Stele di Ares

Fin_ che nel suolo rimanga furente di guerra quest' Ares,


ma1 calcheranno col piede la Tracia le genti dei Goti.
ANTOLOGIA PALATINA 39 2

8o6

Kij7tO� ET)'\1 OOE xwpo�· IÌ7tÒ CTXtEpW'V OÈ 1tE'tl))..wv


wx'tocp!l'VTJ� 'tEMi}wv ECTXE7tE'V i)t)..tov.
Nuv oÈ 1t!l'V!lty )..l)E'V't!l x!lt Euotov EvpE 'tE)..Écrcr!lt
:I:Épyto� !l1h67t'tT)� !-LUCT'tm6)..o� TpLtioo�,
, Evi}!l )..(i}o� CT't!l'tÒ� ov'to� !ÌELOL'VT)'t0'\1 àvàyxT)v
E7t'ttXXt� àyyÉ)..)..n &v'tuyo� ovp!l'V(T)�.

MTJX!l'VtXTJ l!>!lÉi}ov't!l �ttii;E't!lt IÌP!-LO'Vtxoi:crt


')''VW!-LOCTW tiypEVEW 'tÒ'\1 op6!-LO'V i)E)..(ou·
�!ltÒ� O' IÌ!-LcptÉ7tEL )..Li}o� &v'tU')'!l� 'Hpt)'E'VdT)�
wpov6w!> aocpLn X!lt crxt6E'V'tt 'tV1ttp.
5 l:Ep')'LOU IÌPXtEpijo� É7tOUp!l'VLncrw ÉcpE't!-L!lL�
'tOU'tO auvEtpytiai}T) Epyov Émxi}ovLwv.

8oS Kupov cinb 'Ynci'twv

�EL!-L!l'to M!l�t!-LL'VO� 'VE07tT)')'Éo� Evooi}t 'Pw!-LT)�,


!lV't!lL� i)t6'VECTCTt i}E!-Ld)..t!l X!lp'tEpà. 1tlJ�!l�.
'Ay)..(lLT) OÉ !-LOt IÌ!-Lcpt� tX7tELPECTLT) 'tE'ttX'\IUCT't(lt
'tU X!lL 'tU, X!lL omcri}E'\1 EXW 1t't6)..w , ti)..)..à. X!lt éi'V'tT)'\1
, 1ttivi}' òp6w y!l(T)� Bti}uvT)tOo� tiy)..!là. EP'"f!l.
'H!-LE'tÉpot� o ' u7tÉvEpi}Ev Éptcri}EvÉEcrcrt i}E!-LÉi})..ot�
7t6v'toc; à)..ò � 7tpoxoucrt xu).. LvOE't!lt Et� &)..!l oi:!lv,
't6CTCTO'\I Ém�!lVW'\1, cm6crov xi}ovò� &xp!l O tij'V!lt.
IIo)..).. àxt o' È� É!-LÉi}Ev 'tt� EÒ'V !-LÉY!l i}u!-LÒ'V Ltivi}T)
10 �!ltòv v7tEpxv�!l�, É1td Ei:crtoEv &)..)..oi}Ev éi)..)..(l ,
oÉvgpE!l, OW!-L!l't!l, vij!l�, éi)..!l, 1t't6)..w , i)Ép!l, ')'!lL!l'V.
LIBR O NONO 393

8o6 A n o nimo Meridiana

C'era un giardino, una volta; d'aspetto notturno per l'ombra


del fogliame, faceva schermo al sole.
Ebbe l'idea di cangiarlo, rendendolo chiaro di luce,
Sergio, che i veri trinitari scorge.
J Posta la pietra vi fu, che, del giro perpetuo e fatale
del cielo, indizio sette volte dà.

A no n i m o Sullo stesso tema

È dalla scienza forzato Fetonte a una rotta solare


regolata da giochi di gnomoni.
Sta sulla piccola pietra la volta ove nasce l'Aurora,
grazie a un assetto d'ore, a un segno d'ombra.
J AI patriarca, ai consigli celesti di Sergio si deve
se fatta fu quest'opera terrestre.

8oS Ciro console lA casa di Massimino

Massimino, all'interno di Roma novella, mi fece;


le mie solide basi piantò sulla riva del mare.
Illimitato fulgore dovunque intorno si stende
sia di qua che di là: la città m'è dietro; davanti
J c'è la Bitinia, coi campi fulgenti a perdita d'occhio.
Sotto le mie fondamenta possenti, la piana marina,
un rotolare di flutti che sfocia nel pelago vasto,
con un approccio leggero che sfiora appena la costa.
Spesso taluno senti vivamente nel cuore l'incanto,
10 quando, chinandosi un poco, mirava ora questo ora quello,
alberi, case, navigli, città, mare, cielo e terra.
ANTOLOGIA PALATINA 394

mvoctpov LIJ.EPOEV'tct 'ltctp' uoctcn Kupoc; ÉyELpEL,


ouvExoc cpopJJ.Cswv d1tEV' « "A p L u"' o v u o w p )) .

810

Où'toc; 'Iovu'ti:voc; I:oq>Cn O')CEOov· àJJ.cp6'tEpoL oÈ


XPVO'Eov itpyov E'tEV!;ctv à1t' 'AuuvpCoLo �pLà!J.�ov.

SII

<l>ctLOpÒV 'loVO''tLVLctVÒc; &vct!; È!J.È XWPOV ÈyELpEL,


'HE).C� 'ltctpÉxwv MJJ.�oc; àvEPXO!J.Év�·
OU'ltO'tE yàp 'tOLOU'tOV bt x�ovòc; EOpctXE xà).).oc;
ù\j;MEv oupctVCT)V o!JJ.OV È'ltEPX61J.EVOc;.

8!2

@Ei:ov 'loVO''tLVOV, Xct�ctpÒV cppovpi)'topct �EO'IJ.WV,


AoJJ.vi:voc; xct�ctpijc; Év 'ltpo�upoLO'L AtxT)c;.

81 3

Tijc; I:oq>CT)c; 'too' è.iyctÀ!J.ct ACxT)c; 1tpo1tàpoL�E �vpétwv·


où yàp &vEv�E olxT)c; E'ltpE'ltE 't'Ì)v uocpCT)v.

- NU!J.cpctL NT)LtXOEc; IJ.E'tct'JtXO''tLOL, oux è.iJJ.ct 'lttXO'ctc;


i]!;nv wL6JJ.T)V XEV!J.ctO'LV iJJJ.E'tÉpoLc;·
L IBRO NONO 39 5

Ciro console Pùrdaro

Ciro sull'acqua la statua di Pindaro amabile innalza,


perché in musica disse: « Ottima è l 'acqua ».

Sro Anonimo Giusti11o e Sofia

Questi è Giustino, gli è accanto Sofia. Quest'opera d'oro,


dopo l 'assiro trionfo, dall'uno e dall'altra fu fatta.

8II Anonimo Luogo ameno

Qui Giustiniano sovrano creò questo fulgido sito,


sf che il Sole sorgente ne stupf:
mai sulla terra mirò meraviglia siffatta, compiendo
là nelle altezze la celeste via.

Su Anonimo Giustino

Pose Domnino nell'atrio dell'integra Dice Giustino,


delle leggi integerrimo tutore.

Anonimo Sofia

Qui, di Giustizia alle soglie, Sofia (la sapiente) si leva:


senza il giusto sapienza non si dà.

Anonimo Un bagno

- Peregrinanti Ninfe, che tutte alle nostre correnti


voi qua veniste, non credevo, Naiadi.
ANTO LOGIA PALATINA

- Ei. OÈ -t6CT11V 't"Ò ÀOE't"pÒv EXE� xtipw, oÙOÈV OVTJCTEL


ò q�Mvoc;, EL NÙJ-L<pCl.� 'ltéiV Ò:'ltÉÀEmov vowp.

Edve, -t!. vuv CT1tEUOELc; òp6wv Ò:XECTWOUVOV vowp;


Eùq�pocruv11c; 't"Ò ÀoE-tp6v· Ò:1toppl.1t't"E� !J.EÀEOwva.c;,
J-Loxi}ov ÉÀa.q�pl.1;Ev -t6oe yò:p 1tol.11crE M�xa.l)À,
Be; XpCl.'t"Epijc; a.ÙÀTic; �Cl.CT�À11LOOc; 'IÌYEIJ.OVEÙE�.

816

'Anf.a. T11ÀEJ-Ltixo�o xa.t tyyùl}� II11vEÀo1tEl.11c;


-tf.'!t-tE, 'ltoÀv<ppÒ:O!J.WV, noÀu-ta.p�Éa. XEi:pa. 't"�-ta.l.vE�c;;
Oùx ÈpÉE� 1J.V11CT't"ijpcr� -tE6v 'ltO't"E VEVIJ.Cl. 't"�i}l)v11.

817 (llhpou)

'Ev -tii -tpa.nÉsTI -twv axpò:nwv i}u!J.Ò:-twv


na.i}wv -tvx6v-ta.c; -twv ùnÈp Xp�cr-tov yp&:cpw·
ovcr'ltEp yò:p a. i.-tw npòc; crxÉ1t11V EXEW Ilhpoc;,
<pp�X't"OU 't"Éi}E�XCl. ni:c; CTXE'ltÒ:CTIJ.Cl.CTW 't"O'ltOV.

8r8 (Toii a.v-roii)

Ka.t IIÉ-tpoc; &À.Àoc;, 't"ÒV -tticpov -tou Kvpl.ov


-tòv t;wo1to�òv Ei.cr�OELVIJ.'IÌ CTVJ-L<pMcra.c;,
EYÀv\jla. ol.crxov, IJ.VTJIJ.Cl.'t"Oc; i}dov 't"U'ltOV,
Èv � 't"Ò Xp�cr-tou CTWIJ.Cl. xùljJa.c; npocr�ÀÉ1tw.
LIBRO NONO 397

_Tanta è la grazia del bagno, che se dalle acque le Ninfe


sono fuggite, invidia nulla può.

815 A n onimo Altro bagno

Ospite, vedi quest'acqua che sana i dolori, e t'affretti?


Bagno d'Eufròsine è questo, di gioia: fa lievi i travagli,
scaccia le cure. Ché tale l'autore Io volle, Michele,
gran ciambellano di corte dei nostri possenti sovrani.

8r6 Anonimo Piatto istoriato

Presso Penelope stai, di fronte a Telemaco. Eroe


tutto saggezza, perché quella tremula mano protendi ?
Nulla ai proci dirà dei tuoi voleri la balia.

( P i etro) Tovaglia d'altare

Su questa mensa delle pure vittime


figuro chi pati per Cristo, i martiri.
Ne chiedo, io Pietro, protezione, e metterli
sui lini osai che il luogo pio proteggono.

8r8 ( P i etro) Il piatto

lo non riuscii, novello Pietro, a scorgere


la tomba del Signore, che vivifica.
Il piatto incisi, del Sepolcro immagine:
mi chino, e Cristo vedo qui cadavere.
ANTOLOGIA PALATINA

819 (Tou etu"tou)

Kpct"t''lÌP 'II OTJ"t'oc;, 1t\IEU[.I.ct"t'oc; iMou �Mcm


Xct"t'ct'llusEwc; pou\1 ÈYXÉW ui:c; xctpo!ct�c;.

820

TOU"t''\1 'louO'"t'W�ct\IÒc; liyctxÀ.Éct OEL[.I.Cl"t'O x wpo'li,


iloct"t'� xctt yctLTI xà;).).oc; ÈmxpE[.Liicrctc;.

821

Ko!pct'llo�, Ù[.LE"t'ÉpTJ'II à;pE"t''lÌ\1 xcip"t''c; "t'E xctt [pyct


ctùoi)crE� XP6'11oc; cti.É'II, [wc; 1toÀ.oc; cicr"t'Épctc; [).xn.

822

'ApyupEoc; 1toÀ.oc; ou"t'oc;, 07tTJ <l>ctÉi}o\l"t'ctl:EÀ.TJ'IITJ


OÉpXE"t'Cl� IÌ;\I"t'�"t'Ù1tW\1 1t�[.L7tÀ.ct[.LÉ\IT] q>ctÉW\1'
IÌ;1tÀ.ct'IIÉE<; o ' ÉXa"t'Epi}E Xctt IÌ;\I"t'�i}ÉO\I"t'E<; IÌ;À.fj"t'ct�
li'll opo[.J.ÉTJc; YE'IIEfjc; 1tC'iCTct\l èiyoucr� "t'ÙXTJ'II .

l:�yci"t'w ).cicr�o\1 àpuciow\1 À.É1tctc;, oi: -r' 1i1tò 7tÉ "t'pctc;


XpOU\IOL, Xctt �À.TJX'lÌ 1tOUÀ.U[.L�Y'lÌ<; "t'OXaOW\1,
ctÙ"t'Ò<; È1td crùp�yy� [.LEÀ.LO'OE"t'ct� EÙXEÀ.ciocp Ila\l,
ÙypÒ'II tdc; �EUX"t'W\1 XEi:À.oc; Ù7tÈp MÀ.a[.LW\1'
' ClL OÈ 1tÉP�S i}(l).Epoi:cr� xopÒ\1 1tOO't\l ÈO'"t'TJO'Cl\l"t'O
'Yop�cioEc; Nu[.!.cpct�, Nu!J.cpct� 'A[.LctopucioEc;.
LIBR O NONO 399

819 ( P i e tro) Il calice

Lo Spirito qui sgorga: eletto calice,


di contrizione il flusso io verso all'anima.

820 Anonimo L'Ereo

Qui Giustiniano creò questo splendido sito : sospese


sopra l'acqua e la terra la beltà.

821 A n o n i mo Sullo stesso tema

Sempre la vostra virtu, la potenza e le opere, il Tempo,


miei sovrani, dirà, fin che volga il cielo le stelle.

82 2 A n o n i mo Zodiaco

Volta celeste d'argento. Rimira il sole Selene,


che di riflessa luce si ricolma.
Stelle fisse o all'inverso vaganti, da entrambe le parti
reggono i fati dell'umana specie.

P l atone Idillio

Tacciano qui delle Driadi la roccia selvosa, dal sasso


le fonti, delle pecore il belato,
ora che Pan, modulando la musica fistula, scorre
l'umido labbro su congiunte canne,
' mentre coi floridi piedi d'intorno instaurano balli
le !driadi ninfe, le Amadriadi ninfe.
ANTOLOGIA P ALA TINA 4 00

Eva--.oxa lh')po�oÀ.Ei:u, xvvayha�. oL 'ltO'tÌ. 'tCiu'tav


llavòc; ÒpELW'tCl V�O"Ò!-LEVO� <rxomciv,
ahE À.�vo�c; �atvo�'tE 'ltE'ItotM'tEç, ClL'tE <r�Ocipti),
ai:'tE xat L!;EV'tCIÌ. À.aitpo�ÒÀ.ti) oòvax�·
, xci!-LÉ 't�c; V!-LE�wv Em�w<rci'tw· o!oa 1toOciypav
xo<r!-LELV xaì. Myxav xaì. À.�va xaì. xaÀ.ci!-Lovc;.

82)

navci !-LE 'tÒV Ou<rÉpw'tCJ. xaì. E!; VOcl'tWV Cj)Uj"EV 'Hxw.

Tòv BpO!-L�OV �ci'tvpov 'tEXV'Ii<ra'tO Oa�OaÀ.Él') xEI.p,


!-LOUV1') itE<r'ltE<rLwc; 'ltVEV!-LCl �aÀ.ou<ra À.�itctJ.
Et1-1ì. OÈ 'tai:c; Nui-Lcpata-w ÒI-LÉ\ji�oc;· civ'ti. OÈ 'tou 1tpì.v
'ltopcpvpÉov !-LÉWoc; À.apòv vOwp 1tPOXÉW.
, Evxl')À.ov o' ì:DvvE cpÉpwv 1tÒOa, !-L'lÌ 'tclXCI xoupov
xw'liCTTJc;, ci1taÀ.� XW!-LCI'tt itEÀ.yÒ!-LEVov.

Et!-LÌ.!-LÈV EuXEpcioto cp�À.oc; itEpci'ltwv A�ovv<rov,


À.EI.�w o' apyvpÉwv uOa'ta Nat:aowv,
l) t).j"W o ''liPE!-LÉOV'tCl VÉOV 'ltEPÌ. XW!-LCl'tL 'ltClLOCl
LIBR O NONO 4 01

Eric i o Pan

Voi che a questa vedetta di Pane alpestre venite,


a bersaglio mirate, cacciatori! -
siano le armi di cui vi fidate le reti, o veniate
col ferro o il vischio d'insidiosa canna.
5 Me ciascuno invochi, tra voi: sono io che di prede
orno tagliole e spiedi e reti e canne.

A n o n i mo Silenzio

Pene d'amor perdute, ché l'Eco dall'acqua mi fugge!

A n o n imo Il Satira ed Eros

Mano d'artefice egregia, che un alito infuse alla pietra,


lavorò questo Satira di Bròmio.
Io, di trastulli alle Ninfe compagno, quest'acqua gustosa,
anzi che l'ebbro vino rosso, effondo.
, Vieni con piede leggero, ché tu non ridesti il ragazzo
dalla malia d'un tenero sapore.

Ammonio Sul/o stesso tema

Io, di Dioniso cornuto diletto seguace, le acque


distillo delle Naiadi argentine,
mentre affascino il bimbo, che qui nel sopore riposa
LIBRO DECIMO

Ilpo't'pE1t't' �xci

Epigrammi protreptici
Sotto l'insegna di 'protreptici', questo breve libro, la cui composizio­
ne risale certamente a Cefala, comprende epigrammi rispondenti all'in­
tento parenetico, ma anche varie considerazioni sulla vi�a, non se!llpre
.
edificanti, gnome e proverbi. La mano è quella dello scnba B. De1 126
componimenti (ma in due casi si hanno numeri-bis), 1 1 0 dei quali si rin­
vengono in Pl e non pochi in sillogi minori, i primi 25 derivano chiara­
mente dalle raccolte di Meleagro (1-3), di Filippo (4-1 3; 1 7-25) e di Aga­
tia (1 4-16), e sono poeticamente i piu belli: di particolare suggestione,
sia nel prototipo leonideo sia nelle imitazioni, gl'inviti al viaggio per ma­
re all'avvento di primavera e, di là dall'omaggio agli dèi dei litorali o dei
porti (Priapo, Pan), la pittura idillica della stagione che si rinnova, il
senso dell'aperto e insieme della rassicurante serenità. La seconda sezio­
ne del libro (26-1 03) è per la massima parte occupata da Pallada con una
cinquantina d'epigrammi, alcuni dei quali assai indicativi dell'indole ri­
sentita, fiera e querula, atea e nostalgica, desolata e mordente del singo­
lare poeta alessandrino; ma non mancano testi giustinianei né qualche
stralcio dalla silloge di Filippo. L'ultima sezione ( 1 04-26) è un miscuglio
di sentenze di varia epoca e fortuna, in gran parte di riconoscibile deri­
vazione letteraria, che sembra presupporre fonti gnomologiche o pare­
miografiche. Un problema (che si ripresenta nel libro XI e altrove) è la
presenza di testi attribuiti a Luciano. Com'è stato ribadito recentemente
da B. Baldwin, che in «Phoenix» 1 975, pp. 3 1 1 -35, ha ripubblicato e di­
scusso tutti i 52 epigrammi che l'Antologia ascrive allo scrittore di Sa­
mosata, la paternità non si può stabilire con certezza per nessuno di es­
si sulla base di criteri stilistici e metrici (in 4 casi si ha la breve in cesura
di pentametro), e l'attribuzione fondata su analogie di contenuto e di
'spirito' resta un'«appréciation subjective» (J. Bompaire, Lucien écrivain,
Parigi 1 9 58, p. 646).
Dal punto di vista metrico, la prevalenza del distico elegiaco è schiac­
.
ciante; si hanno 1 5 epigrammi in trimetri giambici, 6 in esametri.
I AEwv(6ov

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À.E�!J.WVEç o ' à.vi}EVO"L, O"EO"L')'T)XE'V OÈ MÀ.CIO"O"CI
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EÀ.XE"tE o' à.yxupCiç cpwÀ.ciOCiç Èx À.�!J.ÉVW\1"
À.CiicpECI o' EùvcpÉCI 1tpo"tovisE"tE. TCiui}' o IIpi111toç
UIJ.IJ.W Èvop!J.L"tCiç 1tCILç È'VÉ1tW Bpo!J.iov.

3 Aol]).ov

Etç 'AiOT)V (i}Ei:CI XCI"tlJÀ.Va-�ç, Eh' à.1t' 'Ai}T)'VW\1


O""tELXOLç, d"tE vÉxvç via-ECI� Èx MEp6T)ç.
Ml) O"É y ' ci\ILci"tlù 1tci"tpT)ç CÌ1tO"tijÀ.E i}CI'V6'V"tCI"
1tci'V"toi}Ev Etç é cpÉpwv dç 'ALOT)'V èi"VE!J.oç.
I Leo n ida Viaggiare

Di navigare è tempo : la garrula rondine è giunta,


Zefiro torna e il bel tempo rimena.
Mettono fiore i prati, s'è fatto silenzio nel mare
che di flutti e folate ribolliva.
, Salpa le àncore, sciogli da terra le gomene, avanti,
con le vele spiegate, marinaro !
Questo è l'ordine mio, di Priapo signore dei porti :
uomo, a tutti i commerci fa' viaggio!

2 Antipatro di Sidone Sullo Ilesso tema

Tempo oramai per la nave sonante d'andare, né il mare,


già striato da brividi, s'infosca.
Ora la rondine fa sotto tetto i nidi rotondi,
ride nei prati il tenero fogliame.
, Su, marinati, tirate le madide funi, salpate
l'àncore che s'imbucano dai porti,
vele tessute spiegate ! Ché il figlio di Bròmio, Priapo
dio degli ormeggi, questo vi comanda.

3 A nonimo Dritta la via

Dritta la via che negl'Inferi va - che tu venga da Atene


o discenda cadavere da Mèroe.
Non ti crucciare se lungi ti fu, nella morte, la patria,
ché uno è il vento che nell'Ade porta.
ANTOLOGIA PALATINA

4 Mcipxou 'ApyEv-rttp!ou

Avuov ci1t' Eu6p�wv OOÀ.�xèt 1tpV�VljC1�11 vnwv,


EiJ-tpOXI1 o ' ÈX1tE'tcXC111c; À.l1�q>EI1 1tOV't01tOpE�,
E�1tOpE· XEL�WVEc; yètp cX1tÈOpi1�0V, iip•� OÈ XV�I1
y À.11vxòv i}nMvn 1tPTIVYEÀ.wc; ZÉcpvpoc;·
, i]on x11t cp�À.6•Exvoc; u1tò •p11vÀ.oi:u� XEÀ.�owv
xdÀ.EC1� Xl1pq>�'tTIV 1tTIÀ.OOO�EL MÀ.11�ov·
iivi)EI1 0' cXV'tÉÀ.À.OVC1� Xl1'tèt Xi)6v11· 't(il rJ"Ù IJp�ljmp
1tELi)6�EVOc; 1tcXC1Tlc; èi1t'tEO VI1V't�À.!Tlc;.

5 9ut>.>..ou

"H011 1tTIÀ.ooo�EvC1� XEÀ.�o6vEc;, i]on civ' oto�11


xoÀ.1tOV'tl1� �11À.11xètc; dc; M6v11c; ZÉq>vpoc;·
i)on XI1L À.E��WVEc; t11tÈ p 1tE'tcXÀ.WV ÈXÉ11V't0
livi)EI1, x11t •Pnxùc; ui:y11 �É�vxE 1topoc;.
, l:xo�vovc; �npuEui)E, Èq> ' 6hcio11 cpop•�I:;.Eui)E
ciyxup11c;, x11t 1tciv À.11i:cpoc; Eq>Eui)E xciÀ.o�c;.
Ti1v't' v��w 1tÀ.WOVC1W E1t' E�1top(nv 6 IIp�Tl1tOc;
6 À.��Evop�L'tTlc; VI1V't�À.�TIV ypciq>O�I1�.

6 I:tt-rupou

"Hon �Èv ZEq>upo�o 1t0Tl't6xov vypòv liTl�l1


ljpÉ�I1 À.E��wv11c; 1t�'tVE� E1t' civi)ox6�ovc;·
KExpo1tLOEc; o· iJxEvu�· YI1ÀTIVI1LTI oÈ MÀ.I1C1C111
�E�o�ciE� xpvEpwv li•po�oc; !!; civÉ�wv.
, 'A)..).. ' L'tE i)l1pCTI1À.Éo�, 1tpu�vljcr�11 À.UE'tE, V11V'tl1�,
1tL'tVI1'tE oÈ 1t'tEpuywv À.E1t'ti1À.É11c; cr•oÀ.(ol1c;.
"'n h' l1t' l�1top�nv 1t�crvvo� X11PLEv•� IIp�i)mp,
w L'tE oi) )..��Évwv 011��ov� 1tE�M�EVO�.
LIBRO DECIMO

4 M a rco A rge n t a rio Viaggiare

Stanno alla fonda le navi. Le gomene lunghe disciogli,


spiega, mercante, le tue vele e va'!
Ogni bufera d'inverno, sparita; soave-ridente,
Zefiro l'onda cilestrina placa.
, Fa con le balbe labbra la rondine amante dei figli
il suo nido di fango e di pagliuche;
c'è sulla terra uno sboccio di fiori. Da' retta a Priapo,
al navigare in ogni guisa attendi!

5 Ti ilio Sullo stesso tema

Fanno il nido di fango le rondini, Zefiro a mare


entro le vele tenere s'ingolfa,
fiori effondono ormai sugli steli i prati, silente
è l'aspreggiato valico del mare.
, Arrotolate le funi, gravate dell'àncora il bordo
e d'ogni vela mollate le scotte!
Voi, che fate pei vostri mercati viaggio - Priapo
dio degli ormeggi questo vi prescrive.

6 Sa t i ro Sullo stesso tem11

Zefiro, duttile fiato che l'erba ravviva, soave


cade sui prati già di fiori adorni;
c'è il garrito già delle rondini; placido il mare,
che piu non trema ai freddi venti, ride.
' Via, sciogliete fidenti le gomene, via, marinari,
l'ala di fini velature aprite!
Via, pei vostri mercati, nel dolce Priapo fidando!
Fate viaggio, il dio dei porti udite!
ANTOLOGIA PALATINA 4 10

7 'Apxlov

TouoÉ !..!.E xu!..!.o7tÀ.fiyoc:; É7tt o-xo7tÉÀoto ITpLTJ'Itov


vCiu...Cit E>pTJtXLou ilÉv"'o 1t6pou cpuÀ.CIXCI,
7tOÀ.À.axtc:; OL<; i)LI;CI "'CIXÙ<; XCIÀ.ÉOUCTt\1 apwy6c:;,
�Ei:vE, xCI"'à 'ltPU!..!.VTJc:; i)oùv èiywv ZÉcpupov.
' TouVEXE\1 ov ... èixvL0"0\1, O'ltEP i}É!..!.tc:;, ov... • É7tt0Eufj

ELCIp oc; ài}pi)o-Etc:; �W!..!.ÒV É!..!.ÒV O""'Ecpcivwv,


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-.6o-o-ov oo-ov -rt!..!.TJ OCIL!..!.o o-w àvocivE... cu.

8 Toii aù-roii

BCitòc:; LOEL\1 é llpLTJ'ItOc:; É'ltCitytCIÀ.htOCI VCILW


XTJÀl}v, Citi}uLCitc:; ov'lto"'' ÉVCIV-rL�toc:;,
cpo�6c:;, èi'ltouc:;, or6v XE\1 ÉPTJ!..!.CILTIO"W É'lt' à.x-rCii:c:;
�ÉO"O"ELCI\1 !..!.OYEPW\1 utÉEc:; txi}u�oÀ.W\1.
J 'A).).' 'Ì)V -rtc:; ypt7tEU<; !..!.E �oT)Mov f} XCIÀ.Cl!..!.EU"'TJ<;
cpwvl}o-n, 'ltvotfjc:; tE!..!.Ci t ò�u-rEpoc:;.
ÀEÙO"O"W XCIL -rà i}Éo\l""rCI XCii}' vOCI-roe;· Ti yàp à.'lt' i!pywv
OCIL!..!.OVE<;, où !..!.Opcpcic:; yvwo--ròv i!xouo-t -ru7tov.

Tòv �PCixuv, txi}u�oÀfjEc:;, u1tò O"XLV!.() !..!.E llpLTJ'ItOV,


O""'EtÀ.ti!..!.EVOt XW'ItCitc:; -ràv ÒÀ.LyCiv èixCI-rov
- OLx...u ' èiy' à.'ltÀ.WO"CIO"itE -, 'ltOÀ.Ù\1 o ' à.À.WTJXÉCI �WXCI
XCIL o-xtipov, où i}pLO"O"TJ<; v6o-cpw à.puO"O"cX!..!.EVOt,
J y À.CIUXÒ\1 ÉVtOpuvitÉV""rCI VcX'ItTI, O"TJ!..!.ti V-ropCI i}l}pT)c:;
""rLE-r' à.7t' oùx ÒÀ.Lywv �CILÒ\1 à.7tCipX6!..!.E \IOt.

IO 'Apxlov [NEw-rÉpouj

ITCivà. !..!.E -ròv OEtpfjc:; É7tt Àto-o-à.ooc:;, CILYLCIÀL""rTJV


ITCivCI, -ròv Eù6p1..1.wv -rfio' i!cpopov Àt!..!.Évwv,
LIBRO DECIMO 41 I

7 A rchia Priapo

Vigile qui dove l'onda s'abbatte, sul varco di Tracia,


posero me Priapo i marinai,
ché li soccorsi sovente ( gridavano aiuto) di slancio,
recando il dolce Zefiro da poppa.
, Quindi, di debite offerte mancante o di serti di maggio
l'altare mio tu non vedrai, straniero,
ma fumigante e ardente di fuochi. Non è l'ecatombe
quanto l'onore pio che ai numi piace.

8 A r chi a Sullo stesso tema

Sono Priapo, in vista piccino : su questo sperone


non per lottare coi gabbiani vivo,
privo di piedi, aguzzo, su lidi deserti polito,
come si può, da grami pescatori.
1 Ma, se in aiuto mi chiama chi pesca di rete o di lenza,
mi precipito, svelto piu del vento.
Quanto sull'acqua trascorre contemplo. I numi dai fatti,
non dalle forme esterne si conoscono.

9 Anonimo Sullo stesso tema

Sotto il lentischio san io, pescatori : Priapo piccino.


Sistemata coi remi la barchetta
(forza, le reti! ), dal mare la boga natante e lo scaro
e per di piu la cheppia avete attinto.
' Io sono qui, celestino, nel bosco, segnalo la preda:
una primizia a me, di quel bottino!

IO Archia [il G i o v i ne] Pan

Io sono Pane, il Pane dei lidi che guarda gli ormeggi.


Qui sulla rupe liscia i pescatori
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ZIV VNUV'lVd Vl90'10.LNV
LIBRO DECIMO 41 3

posero me, che premura di nasse mi prendo e talora


di chi le reti in queste rive getta.
, Fa' la tua rotta, straniero! Per quest'amichevole offerta
ti manderò benigno vento in poppa.

II S a t iro Sullo stesso tema

Sia che tu vaghi sui monti spalmando di vischio la canna -


porto d'uccelli - sia che lepri uccida,
chiamami « Pane! » È Pane che ai cani le piste lanose
svela e insiemi di canne ferme drizza.

12 Anonimo Refrigerio

Qui, sotto questo ginepro posate, viandanti, le membra,


presso Ermete che veglia sulla via,
oh, non in massa, ma voi che, per lungo cammino, la sete
e la fatica nelle gambe strema.
, Qui c'è aria, c'è ombra, là sotto la rupe la polla
sopirà la stanchezza che vi grava.
Salvi dal fiato solare dell'alta canicola, a Ermete,
dio delle vie, l 'onore giusto date!

S a t iro Sullo stesso tema

Oh, gli allori, che bello! che bella quell'acqua che sprizza
su dal suolo! Fa ombra il bosco fitto
corso da zefiri, in fiore - per quelli che passano, tregua
di sete, di stanchezza, di caldura.

A g a t i a S c o l a s t i co Il viaggio

Vivido il mare di luce, né piu s'imbiancano i flutti,


già solcati da brividi, nel vento.
ANTOLOGIA PALATINA

OÙXÉ'tL o È O"'ltL).aoEO"CTL 'ltEpLÙatriMtra M).auua


EJ..I.'lta).w cbrrw1tòc; 1tpòc; �ai}oc; E�trayE-.aL.
5 Ot SÉ(jlVpOL 'ltVELOVO"LV, È'ltL'tPÙSEL oÈ XE).LOWV
xapq>EO"L xo).).T)'tÒV 'ltT)�aJ..LÉVT) M).aJ..I.O V.
E>aptrEL, vav-.L).tT)c; ÈJ..L'ltdpaJ..LE, xèiv 1tapà. l:up-.w,
xèiv 'ltapà. l:LxE).Lx'Ì)v 'ltov-.o'ltopuc; xpoxa).T)v·
J..I.OVVOV ÈvOpJ..I.L'taO 1tapaÌ. �WJ..I.O�O"L IlpL'I)'ltOV
IO ìì uxapov ìì �wxac; cpM�ov ÈpEvi}oJ..LÉVOVc;.

15 IlauÀou l:LÀE\I'tLap(ou

"HoT) J..LÈV SE(jlUpOLO"L J..I.EJ..I.VXO'ta x6).1tOV avotyEL


Ei:apoc; EÙ).ELJ..I.WV l}E).l;LV60LO xapLc;·
ap'tL OÈ OOVpa'tÉOLO"LV È'ltW).LO"j}T)O"E xv).tvopoLc;
6hà.c; a1t' lJLOVWV Èc; �vl}òv ÈhoJ..LÉVT).
5 Aatq>Ea xvp-.wtrav-.Ec; chap�ÉEc; E�L'tE, vav-.aL,
'ltpT)VV aJ..I.OL�atT)c; cp6p-.ov Èc; ÈJ..!.'ltOptT)c;.
IILu-.òc; VT)Vtr� IIptT)'ltoc;, È1td E>É'tLV EVXOJ..I.aL dvaL
lJJ..I.E'tÉpov 'lta-.pòc; �ELVoo6xov BpoJ..!.t OV.

r6 ElEilL'ti]'tou IxoÀaCT'tLXov

"HoT) xa).).mhT)).ov È1t' EÙxap'ltoLtrL ).oxdaLc;


).'I)LOV ÈX poOÉWV avi}ocpopE� xaMxwv·
'ÌiOT) È1t' axpEJ..!.OVEO"O"LV �O"OSVYÉWV XV'ltapttrO"WV
J..I.OVO"OJ..I.aVÌ)c; 'tÉ't'tL� i}É).YEL cXJ..I.a).).ooÉ'tT)V'
' xaì. cpLM'ltaLc; U'ltÒ YE�tra o6J..LOVc; 'tEU�atra XE).Lowv
(xyova 'ltT)).oxu-.oLc; �nvoooxE� i}a).aJ..Lo Lc;.
'Y'ltVWEL o È M).auua, cpL).osEcpupOLO ya).'�)v'T)c;
vT)ocp6poLc; vw-.oLc; EvoLa 'ltE'lt'taJ..LÉVT)c;,
oùx È1tÌ. 'ltPVJ..LvaloLtrL xa-.aLytsovua xopuJ..L�oLc;,
' ' ' ' , ' ' ,
Io ovx Em PTJYJ..I. LVWV acppov ' EPEVYOJ..I.EVT).
Nav-.t).E, 'ltOV'tOJ..I.ÉOoV'tL xat opJ..Looo-.ijpL IlpL'I)m�
'tEvi}tooc; ìì -.pty).T) c; civi}EJ..L6Etrcrav hvv
ÌÌ O"XapOV aùo'I)EV'ta 1tapaÌ. �WJ..I.O�O"L 'ltVpWtrac;,
èi-.poJ..Lo c; 'Iovtov -.ÉpJ..L a i}a).autro'ltopEL.
LIBRO DECIMO

L'onda che, sulle scogliere frangendosi, in alto saliva,


ora non piu nei baratri s'avvalla.
, Spirano brezze leggere, garrisce la rondine: il nido
di connessi fuscelli ha fabbricato.
Va', marinaro, fidente, se anche rasente la Sirte
farai viaggio o le sicule ghiare.
Solo, presso le are del dio degli ormeggi Priapo
IO brucia uno scaro o qualche boga rossa.

15 P a o l o S i l e nz i a rio Sullo steSJo tema

Di primavera maliosa la grazia prativa dischiude


agli zefiri il seno a lungo chiuso.
Scivola ormai sui rulli di legno la nave oneraria,
che verso il largo dalla riva è tratta.
, Raccogliete le vele, marittimi, intrepidi uscite
al mutuo e piano carico di merci!
Io Priapo tutelo le navi. Ché un'ospite vanto
del padre Bròmio nella dea del mare.

16 Tee t e t o S cola s t i c o Sullo steSJo tema

Il viridario fiorente di bocci fecondi s'adorna


all'aprirsi di calici di rosa.
Sta di libra ti cipressi sui rami oramai la cicala,
pazza di canto il mietitore ammalia;
' fa sotto tetto il nido la rondine amante dei figli,
nelle culle di fango i nati alberga.
Dorme il mare; sul dorso che porta le navi distesa,
spira di brezza la bonaccia chiara,
piu sugli aplustri di poppa bufere non versano i flutti,
1o non eruttano spume sui frangenti.
Su, marinaro, a Priapo, del mare sovrano e d'ormeggi,
un opulento disco sugli altari
brucia, di seppia o di triglia o quel pesce parlante - lo scaro;
poi tutto l'Ionio senza tema varca!
ANTOLOGIA PALATINA

17 'AvncpO..ou

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LIBRO DECIMO

17 Antifilo Pellegrinaggi

Dio dei porti, beato, di placide brezze seconda


la vela d'Archelao su cheto mare
fino al regno tritonio ! Tu, dio sulla cima del lido,
verso il tempio Piteo salva la rotta !
::� Quindi, se Febo i poeti protegge, con zefiri dolci
anch'io di lf navigherò fidente.

J8 Marco Argentario Pietas

Gioia Dioniso ti dia con Ciprigna che ama chi ama,


Gobri, e dolci di lettere le Muse :
l'arte mieti di queste ; dell'altra ricerca le brame,
del terzo i dolci calici tracanna!

Apollonide L1 barba

Oggi quel primo fiore che t'orna le gote soave


e i ricciolini giovani recidi,
Gaio! La mano di Lucio tuo padre l'attesa peluria
riceverà. Vivrai per molti soli.
_5 Altri regalano l'oro, ma io questi versi festosi :
non vale meno di ricchezza il canto.

20 Ade o Inibizione

Vedi uno bello? Proclama la cosa, da' fiato alle trombe,


di' quel che pensi e poni mano al membro !
Ma se dici : « T'onoro, per te sarò come un fratello »,
non ce la fai : ti bloccherà il pudore.
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LIBRO DECIMO

21 Filodemo Fuor del pelago

Clpride, dea di bonaccia, che ami le nozze e coi giusti


t'allei, d'Amori alati madre, Clpride,
Clpride, mezzo strappato son io dai talami crocei,
ho da celtiche nevi intriso il cuore.
, Clpride, sono un mite né a vanvera parlo a nessuno,
ma il tuo torbido pelago m 'inonda.
Clpride, dea degli ormeggi, dell'orgia, tu me finalmente,
Clpride, salva nel porto di Nais!

22 B ianore L'aspide

Per i boscosi sentieri d'Egitto non mettere il piede


nudo! Scampa dai vividi serpenti,
cacciatore che frughi le canne! Al veleno di terra,
tu che miri agli uccelli in aria, bada!

23 Auto m e d o nte Oratoria

Come una brezza che investe leggera le sàrtie, Niceta


pianamente comincia il suo parlare;
ma, se il vento rinforza e su tutte le vele s'avventa,
lui le dispiega, e sul pelago corre
' come una nave oneraria, finché, terminando l'arringa,
felicemente a cheti porti giunga.

Crin a g o r a Protezione

Cuore divino del dio che scuote la terra, benigno


agli altri sii, che corrono l'Egeo,
come a me, perseguito da traci folate, porgesti
amabilmente, con mio gaudio, il porto.
ANTOLOGIA PALATINA 42 0

25 'Av'tL1tli1:pou

ct>oi:�E, KEcpaÀ.À.rrvwv À.L!J.Evoaxo1tE, i)i:va Ilavop!J.ou


va�wv 'tPTJXELTJc; &.v'tmÉpTJV 'IMxT}c;,
o6c; IJ.E oL' EÙ1tÀ.w'toLo 1tpòc; 'Aa�oa xu!J.a'toç ÈÀ.i)Ei:v,
IIdawvoç ÒoÀ.LXTI VTJt auvE0"1tO!J.EVOV,
, xat 'tÒV È!J.ÒV �aaLÀ.'ija 'tÒV liÀ.XLIJ.OV Eu !J.ÈV Èxdv�
i:À.aov, EU o' VIJ.VOLç lip'tLO"OV TJIJ.E'tÉpoLç.

26 AouxutVoO

'flç 'tEWT}l;61J.EVOç 'tWV O"WV &.yaDwv &.1toÀ.auE,


wç OÈ �LW0"61J.EVOç q>ELOEO O"WV X'tEfiVWV.
"Ea·n o, &.vi)p aocpòç OU'tOç, oç li!J.cpW 'tClU'tCl voi)aaç
q>ELOO� xat oamivn !J.É'tpov ÉcpTJp!J.OO"Cl'tO.

27 ToO aù1:ou

'AvDpw1touç !J.ÈV tawç À.TJO"ELç li't01t6v 't L 1toLi)aac;,


où À.TJO"ELç OÈ DEoùç oÙOÈ À.oyL�61J.EVoç.

28 Tou ctÙ'tou

Toi:aL !J.ÈV Eu 1tp&.nouaw li1taç o ��oç �paxuc; Èa'tw,


'toi:ç ÒÈ xaxwç !J.�a vù!; c'i1tÀ.E't6ç ÈO"'tL xp6voç.

29 Tou aù1:0u

Oùx o "Epwç liOLXE� !J.Ep61twv yÉvoç, &,).).' &.xoÀ.&.a'tOLç


�uxai:ç &.vDpw1twv (ai}' o "Epwç 1tp6cpaaLç.
LIBRO DECIMO 42 1

25 A n t i p atro ( d i T e s s a l o n i c a ) Preghiera

Febo, che dei Cefalleni proteggi il porto, e a Panormo


vivi, di contro ad Itaca petrosa,
fa' ch'io giunga su l'onde d'un mare tranquillo nell'Asia ­
Pisone scòrto sulla nave lunga.
, L'imperatore possente benevolo rendi a colui,
e fa' che sia sensibile al mio canto.

Luciano Equilibrio

Da mori turo fruisci dei beni che hai, ma risparmia,


come chi dovrà vivere, gli averi.
Saggio quell'uomo che a entrambe le cose riflette, trovando
al risparmio e al dispendio la misura.

27 Luciano Miser chi mal oprando

Forse agli uomini sfuggi se un atto scorretto lo fai :


ai numi, solo se lo pensi, no.

Luciano Relatività

Vanno bene le cose? Brevissima è tutta la vita.


Vanno male? Una notte è un tempo eterno.

Luciano Il pretesto

Colpe Amore non ha con il genere umano: pretesto


è per i cuori incontinenti Amore.
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LIBR O DECI MO

A n o n i mo Far presta
30

Sono piacevoli solo le grazie veloci: se tarda,


vana è la grazia, e grazia non è piu.

31 Luciano Precari�tà

È, dei mortali, ogni cosa mortale, sfiorandoci passa :


se no, chi sfiora e passa siamo noi.

32 [Paliada] Fra

Oh, fra la coppa e l 'estremo del labbro c'è tanto di mezzo !

33 Anonimo Maldicenza

Bello dir bene di tutti ; ma brutto dir male, se pure


sia meritato quello che si dice.

34 Pa l i a d a C'è chi ci pensa

Serve che tu ti dia cura? Sobbàrcati ai crucci e alle cure.


Se cura ha il dio di te, di che ti curi?
Senza il dio non sarai né crucciato né privo di cure,
ma che tu ti dia cura il dio si cura.

35 Luciano Rovesci

Bene ti vanno le cose? Sei caro a uomini e a numi :


i tuoi voti li ascoltano benigni.
Ma se cadi, nessuno t'è amico, ma tutto t'è avverso,
tutto trasmuta ai colpi di Fortuna.
ANTOLOGIA PALATINA

OMìÈv Èv c1vl)pw7tO�O'� <l>uu�ç xclÀ.E'ItW"t'EpOV EÙpEV


civl)pW7tOU XCLl)CLpà.v tYEUOOIJ.ÉVOU q>�À.LT}V'
ou y!lp El)' wç Éxl)pòv 7tp0q>UÀ.CL0'0'61J.El)'' CÌÀ.À.' CÌyCL'ItWV"t'Eç
wç q>LÀ.OV ÉV "t'OU't� 7tÀ.ELOVCL �À.CL7t"t'61J.El)CL,

37 Tou m u n u

'H �pCLOU'Itouç �ouÀ.i) !J.Éy' cliJ.ELVwv· i) oÈ 'tCLXE�CL


cttÈv ÈcpEÀ.XoiJ.ÉVT} -.i)v IJ.E"t'clVO�CLv EXE�.

39 "ASTJÀ.OV

9T}uctupòç IJ.Éyctç Eu-.· ciyctl)òç q>!À.oç, 'H).�6owpE,


-.Q XCLL 'tT}piiuCL� 'tOU"t'OV ÈmO"'tCLIJ.ÉV�.

M1)7tO"t'E 'tÒ'J 7tCLpE6V"t'CL 'ltCLpdç q>LÀ.OV aÀ.À.ov ÈpEU'JCL


oE�À.wv c1vl)pw7twv p'J)IJ.CLO"L 7tE�MIJ.Evoç.

4I Aoux•m vou

IIÀ.ou"t'oç ò -.iiç t!Juxiiç 7tÀ.ou"t'oç !J.Òvoç Èu"t'tv CÌÀ.T}l)l)ç·


"t'<iÀ.À.CL o' EXEL M7tT}v 1tÀ.dovCL -.wv x-.Ecivwv.
LIBRO DECIMO

Luciano Ipocrisia

Nulla di peggio trovò fra gli umani Natura, d'un uomo


che l'amicizia genuina finge.
Privi di quella cautela che ispira il nemico, l'amiamo
come un amico, e il danno è proprio qui.

37 Luciano Cautela

Lento consiglio, consiglio migliore: in quello veloce


c'è il pentimento che si porta dietro.

Timone Tempestività

S'ama a suo tempo, a suo tempo si scopa, a suo tempo si chiude.

39 Anonimo Il tesoro

Certo, prezioso tesoro l'amico sincero, Eliodoro,


per chi sa custodirselo a dovere.

T e og n i d e Costanza

Non trascurare l'amico che hai per cercartene un altro


dando retta alle voci degli sciocchi.

41 L u c i a no L'ape

Quella dell'anima è certo la sola ricchezza verace:


piu dolore c'è altrove che sostanza.
ANTOLOGIA PALATINA

T6v8E 1toÀ.uwt"Éavov xat 1tÀ.oucn6v ÉCT't'L oi.xaLov


XÀ.TISELV, oç xpficrl}aL 't'OL<; ciyal)oi:ç OUVC't't'IXL.
' EL OÉ 't'L<; ÉV �lJ(jlOL<; XC't't'C't't'lJXE't'IXL, fiÀ.À.OV É1t' fi).).�
CTWpEUELV atd 1tÀ.OV't'OV È1tELYO(.lEVO<;,
oihoç Ò1toi:a 1-lÉÀ.Lcrcra 1tOÀ.u't'plJ't'OL<; Èvt cri.(.l�À.oLç
1-loxl)i}crEL É't'Épwv opE1t't'O(.lÉvwv 't'Ò 1-lÉÀ.L.

42 Tou a u 't ou

'Appi}'t'wv É1tÉwv yÀ.wcrcrn crcppaytç ÈmxEi.crl)w·


xpdcrcrwv yà.p 1-lul)wv ii X't'Ecivwv cpuÀ.axi}.

43 •AS11'-ov

"Eç wpaL !-l6xl)oLç LXIXVW't'C't't'IXL" at OÈ (.lE't'' a\miç


ypci(.l(.l!XCTL OELXVU(.lEVIXL « sfil} L » À.ÉyoucrL �po't'o i:<;.

44 ( II a H a S a )

"Hv ò cpi.À.oç 't'L À.ci�n. « OÒ(.lLVE cppCÌ't'Ep » EÙwç liypa�Ev·


iìv o ' aù 1-llJ 't'L ).ci�n. 't'Ò <«ppci't'EP » EL1tE (.lÒvov·
wvLa yà.p xat 't'IX V't'IX 't'lÌ. pi}(.la't'a. Aù't'à.p liywyE
oùx Èi)ÉÀ.w << OO(.lLVE »" où yà.p lixw OO(.lEVaL.

45 T o u a u 't o u

"Av (.lVlJ(.l'I')V, fivl)pW1tE, À.ci�nç, Ò 1tiX't'lJP CTE 't' i. 1tOLWV


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AÀ.À.• ò TIÀ.ci't'wv ero t 't'vcpov òvELpwcrcrwv ÈvÉcpucrEv

1 .!\, 1 , , , ' ' , ,
IXUIXVC't't'OV CTE II.EYWV XIXL (jlU't'OV OUp!XVLOV.
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EL1t' &v 't'L<; xocr(.lWV 1tÀ.ciCT(.liX't'L CTE(.lVO't'Ép�.
Et o È À.éyov <;'l')'t'EL<; -.òv CÌÀ.'I'}l)wév, Èç cixo À.cil1't'OU
À.ayvdaç yÉyovaç xat (.lLapciç pavi.ooç.
LIBRO DECIMO

Ricco e di grandi sostanze conviene chiamare quell'uomo


che dei suoi beni è in grado di valersi.
, Chi si consuma nei conti, dall'unica brama sospinto
d'ammassare ricchezza su ricchezza,
compie il lavoro dell'ape: nei favi bucati s'affanna,
e a raccogliere il miele sono gli altri.

Luciano Segreteua

Per i segreti, sigilla la lingua! Ben piu che dell'oro,


delle parole la custodia vale.

43 A n o n i mo Giornata lavorotivtJ

Per il lavoro, d 'ore ne bastano sei; le seguenti


dicono per iscripto all'uomo : VIVI !

44 Paliada Formule

'Domine frater' scrive, se piglia qualcosa, l 'amico.


Non piglia niente? Scrive solo 'frater'.
Mere parole, anch'esse venali. Per me, non lo voglio
quel 'domine' : non do perché non ho.

45 Pallada LtJ spocchia

Uomo, se mai ti rammenti che fece, nel darti la vita,


tuo padre, smetterai d'insuperbire.
Ma fu Platone che in te, vaneggiando, infuse la spocchia:
ti chiama 'eterno' e ' rampollo di cielo'.
' Nato dal fango, di che vai superbo? Cosi ti direbbe
chi la cosa indorasse per decenza.
Ma, se la vera parola tu vuoi, da lascivia nascesti
immoderata e da una goccia immonda.
ANTOLOGIA PALATINA

..H !J.EyciÀ.Tl 'lto:�OEUcnr; tv à.vi}pw'lto�cr� cr�w'ltll'


(J.cip-rvpo: llvi}o:yòpo:v -.òv cro<pòv o:\l'tÒv itxw,
or; À.o:À.ÉEW dowr; È'tÉpovr; ÉO�OO:O"XE cr�w'ltiiV,
(jlclp(J.O:XOV l)avxtT)t; ÈyXpO:'tÈt; Eup6(J.EVOt;.

47 Tov a ù 't ov

"Ecri}�E, 'ltLVE, (J.vcro:r;, È'ltt 'ltÉvi}Ecr�v· où yà.p ito�XEV


yo:cr-rÉp� 'ltEvi}ilcro:� vExp6v, "O(J.T)por; E(j)T)'
xo:t yètp Ò!J.OU Ml);o:cro:v 6À.wÀ.6'to: owoExo: 'tÉxvo:
cri.-.ov 1J.VT)O"O:IJ.ÉVT)V -.l)v N �6�1')'11 1to:pciyE� .

Ml)1to-rE oovÀ.Evcro:cro: ywl) oÉcr1towo: yÉvo�-.o·


tcr-.t 'lto:po�(J.�o:xév, -.Qoé t}' 8(J.o�ov tpw·
(J.lJ'tE O�XT)V o�xcicrmv à.vl)p yEyovwç o�xoÀ.ÉX'tT)ç,
(J.T)O' O'tO:V 'Icroxpci-.ovç pT)'tOp�XW'tEpor; n.
, ITwr; yètp Ò (J.�cri}o:pvEi:V di}�O"(J.Évor; oùoÈv ho:tpo:ç
CTE(.J.'\16-.Ep0'\1 o�xcicro:� (..Li} pv'lto:pwç OVVO:'tO:�;

49 T o v aù .... o il

Ko:t IJ.VPIJ.T)X� xoÀ.l)v xo:t crÉp<p� <po:crtv ÉvEi:vo:�·


E!n xoÀ.l)v !J.Èv EXE� �Qo: -.èt <po:vM-.o:-.o:,
ÈXXEi:cri}o:� o' E(J.È 'ltiicr� xoÀ.l)v (..1.1) O"XOV'tO: XEÀ.EVE�ç.
wc; (J.T)OÈ \j;�À.oi:ç PlJIJ.O:O"W tiV'tO:O�XELV
, -.ovç itpyo�ç tio�xouv-.o:ç; 'A'Ito<ppci!;o:v-.o: OElJO"E�
À.omòv òÀ.ocrxotv� -.ò cr-r6(J.o: IJ.T)OÈ 'ltVÉEw.
LIBRO DECIMO

Paliada Il silenzio

Certo scuola sovrana nell'àmbito umano è tacere:


testimone Pitagora il filosofo.
Lui, che parlare sapeva, trovò, predicando il silenzio,
un gran segreto di tranquillità.

47 Pallada Il lutto e il cibo

Mangia e bevi, tacendo, nel lutto, ché piangere il morto


col ventre non è il caso - dice Omero.
Niobe è l 'esempio che dà: sepolti ben dodici figli,
del cibo tuttavia non si scordò.

Pallada L'azzeccagarbugli

Non sia mai che una donna da serva diventi padrona -


dice il proverbio; e io dirò, del pari:
sputasentenze sentenze legali giammai non sentenzi,
anche se piu facondo sia d'lsocrate.
' Uno che piu d'un'etèra di sé fece sempre commercio
come sentenzierà senza sporcarsi?

49 Pallada Indigna/io

Hanno travasi di bile persino formiche e zanzare


e gl'insetti piu infimi - si dice.
E alla mercè di chiunque tu vuoi ch'io stia senza bile,
cosi da non rifarmi con parole
' verso chi compie ingiustizia coi fatti? Restare dovrei
con la bocca cucita e senza fiato.
ANTOLOGIA PA LATINA 43 0

50 T o v ll V "< O v

Ti)v Kipx1JV ov cp1J1J.t, xoclh.;.lç EÌ:p1JXEV "01J.1Jpoç,


av't"' &.vopwv 1tOtELV 'ÌÌ auocç i)È À.Uxouç
't"OÙç OCihii 1tpOO"tOV't"OCç· hocipoc o ' OUO"OC 1tOCVovpyoç
nùç OEÀEocai)Év't"ocç 1t't"WXO't"(houç É1toin·
5 't"WV o ' avl)pW1tEtWV a1tOO"VÀTJO"OCO"OC ÀoytO"IJ.WV,
Eh' &.1tò •wv �oiwv !-L1JOÈV Exov•ocç E't"t
hpEcpEV EVOOV EXOUO"OC OtX1]V stiJwv aÀoytO"'t"WV.
"EIJ.cppwv o ' wv 'OovaEùç •i)v VEO't"1J't"OC cpuywv,
OÙX 'EpiJ.OV, Cj)UO"EWç o' Ì.Otocç ÉIJ.q>ÙV't"OC ÀoytO"IJ.ÒV
ro dxE yo1J't"Eiocç cpap�J.ocxov &.v't"t1tocÀov.

'Q cpi)6voç OÌ.X't"tpiJ.OV XOC't"tl !Hvoocp6v ÉO"'t"W tliJ.EtVWV'


ot �ocaxocw61J.EVot ÀOCIJ.1tpÒv EXOUO"t �Cov·
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IJ.lJ't" ' rJ.yocv EÙOOCLIJ.WV IJ.lJ't"' ÈÀmvòç Éyw·
' , ' " , , , , ., ,

' 1J IJ.EO"O't"T)ç yocp ocptO"'tOV, E1tEt 'tOC IJ.EV OCXpOC 1tECj)VXEV


xwouvouç É1taynv, EO"XOC't"OC o ' v�pw EXEt.

EuyE ÀÉywv 'tÒv Koctpòv Eq>T)ç l)E6v, EuyE, MÉvocvopE,


wç &.vi)p Mouawv xocL XocpL'tWV 'tp6cpt1J.oç·
1tOÀÀaXt ytÌp 't"OV O"cp60poc IJ.Ept1J.V1]l)ÉV'tOç rliJ.EtVOV
7tp00"1tEO"Òv EÙxoc(pwç EupÉ 't t 'tOCÙ'tOIJ.OC'tov.

Ei. 'tOÙç &.vopocp6vovç EÙOOCtiJ.OVOCç OV't"OCç opWIJ.EV'


où 1t&.vv i)ocuiJ.&.çw· 't"Ov At6ç ÉO"'tt yÉpocç.
Tòv yètp yEvvl)aocv'toc IJ.EIJ.tO"T)Xwç xocL ÉxEi:voç
X'tELVEV a.v, EÌ. o Kp6voç l)v1J'tÒç É'tuyxocvEV wv·
LIB RO DE CIM O 43 1

50 P a l l a da Circe

Io non dico, cosi come Omero, che d'uomini in porci


Circe cambiasse o in lupi tutti quelli
che s'accostavano a lei: da baldracca furbastra qual era,
li adescava rendendo li miserrimi;
, poi li spogliava del senno ch'è proprio degli uomini, e quando
non avevano piu, di proprio, nulla,
se li teneva in casa, nutrendoli a guisa di bruti.
Ma Odisseo, saggio e ormai non piu ragazzo,
non le risorse d'Ermete, ma il senno dell'indole propria
IO ebbe a rimedio contro la malia.

5I Pali ada Mediocritas

Vale invidia ben piu di pietà - cosi Pindaro dice.


L'invidiato conduce vita splendida,
gli sventurati ci fanno pietà. Ma eccessi non voglio
né di pietà, per me, né di fortuna.
' Meglio la via di mezzo, ché i vertici attirano rischi
e troppo in basso si patisce oltraggio.

52 Pali ada L'Occasione

Bravo Menandro! Una dea l'Occasione dicesti - da uomo


dalle Muse nutrito e dalle Grazie.
Spesso il caso, caduto nel giusto momento, risolve
meglio di ciò che fu pensato a lungo.

53 Pallada

Se gli omicidi vediamo talora godere fortuna,


è un regalo di Zeus - non mi stupisce.
Se fosse stato mortale quel Crono che vita gli diede,
l'avrebbe ucciso pure lui, per odio.
ANTOLOGIA PALATINA 43 2

' tiv·d OÈ "tOU X"tE�Va.L uùv "tt�ç TL"tijUL xoÀ.tisEL,


OÉO'J,lLOV wç À.lJU"t'Ì]V dç "tÒ �tipa.ìlpov Èvdç.

54 Tov a ù -r o v

Ou 'ltOLd Mva."tov p.6vov 1) cpìlLuLç, tiÀ.À.à. "tòv a.u"tòv


xa.t 'ltOÀ.À.'Ì) 'ltO.XU"tT]ç 'ltOÀ.À.tixLç dpytiua."to.
Tovo' ò "tupa.vvf)ua.ç ALovuuLoç 'Hpa.xÀ.da.ç
"tijç Èv "t� l16v"t� p.tip"tuç, Ò "tOU"tO 'lta.ì}wv.

55 Tov a ù -r ov

"Av mi.w xop.'lttislJç 'ltpou"ttiyp.a.uL 11-T! u'lta.xouEw


"tijç ya.p.E"tijc;, À.T]pdç. 'Ou yà.p tX'ltÒ opuòç d
ouo' tX'ltÒ 'ltÉ"tpT]ç' (jlT)ULV" O i}' ot 'ltOÀ.À.ot Xa."t' tXVtXYXTJV
, n ' • ' -
'ltO.UXOIJ.EV T) 'ltO.V"tEç, Xa.L UU yuva.LXOXpO."tlJ.
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oouÀ.EUELV UE À.Éyw IJ.E"tpLw"tEpov, d yE 'ltÉ'ltpa.ua.L
uwcppovL OEU'ltOi.VlJ IJ.T]OÈ À.La.v xa.À.E'lt'ij.

56 T o v aù-rov

OuoÈv uwcppouuvT)ç "tExp.i}pL6v ÈU"tL 'ltp60TJÀ.ov·


"tO�ç ÈIJ.'ltO.LSOIJ.ÉVOLç tivoptiUL "tO.U"ta. À.Éyw.
OihE "tÒ OUUIJ.Opq>OV 'ltliV"tWç tXVU'ltO'lt"tOV U'lttXPXEL,
oìh' tXXOÀ.a.U"tO.LVELV 'ltiiUa. 'ltÉ(jlUXE xa.À.i}.
' Ka.t ytip "tLc; O Là. "tTJV wpa.v "to�c; 'ltOÀ.À.à. OLOOUUL'\1
oux �'ltE"tO.L" 'ltOÀ.À.à.ç o ' EU"tL yuva.�xa.ç LOE�V
ouxt xa.À.à.ç "tTJV o\jJLV, Ò'ltULOIJ.Éva.ç tXXOpÉU"tWç,
xa.t n�c; XPTJUa.p.ÉvoLç 'ltOÀ.À.à. xa.pLsop.Éva.ç.
Oux, EL "tLç uuvtiyEL "tà.c; Òq>pua.ç ouoÈ yEÀ.wua.
10 cpa.LvE"ta.L òrpì}ijva.t "t' tivoptiuw Èx"tpÉ'ltE"ta.L,
uwq>pouuvT)ç "tp6'ltoç oihoç ÈXÉyyuoç· tiÀ.À.ti "tLç EupoL
IJ.O.XÀ.tXOa. p.ÈV XpV�OT)V "t'Ì)'\1 'lttXVU UEIJ.VO"ttX"tT)V,
"tà.ç o' LÀ.a.pà.ç xa.t 'ltiiUL q>LÀ.a.vì}pW'ltWç 'ltpOULOUUa.ç
UWq>pova.ç, Et uwcppwv ÈU"tt yuvi} "tLc; oÀ.wc;.
LIBRO DECIMO 433

, Anzi che ucciderlo, pena gli dà coi Titani, lo getta


nel baratro, legato come un ladro.

54 Pallada Il grauo

Oh non è solo la tisi a produrre la morte! L'effetto


della troppa pinguedine è lo stesso.
N'è testimone Dionisio, quel re d'Eraclea sulle rive
del Ponto: tale la sua sorte fu.

55 Pallada Schiavitu

Prova a vantarti dicendo che agli ordini, tu, di tua moglie


non ti pieghi: vaneggi! 'Non di quercia
sei né di pietra' - si dice. Schiavizza te pure la donna
(è il destino dei piu: meglio, di tutti).
, Ma se mi dici: « Non piglio scarpate e non devo in silenzio
sopportare gli sgarri di mia moglie » -
è schiavitu, la tua, ragionevole; è saggia, ti dico,
bisbetica non è chi t 'ha comprato.

Pallada L'onestÌJ

Dell'onestà d'una donna ci mancano segni palesi:


ai mariti beffati questo dico.
Né la bruttezza di forme preclude del tutto i sospetti,
né chi è bella è per forza una sgualdrina.
' C'è chi non cede, per quanto le paghino il fiore del corpo;
molte, al contrario, ne potrai vedere,
belle non certo d'aspetto, che mai della copula sazie
a chi usa con loro dànno assai.
Che se taluna, inarcando le ciglia, non mostra sorriso
1o e il contatto con gli uomini declina,
questa non è garanzia d'onestà. La piu seria del mondo
la troverai nell'intimo baldracca,
mentre le allegre, che a tutti s'accostano affabili, caste
le troverai, se donna casta c'è.
ANTOLOGIA PALATINA 434

I' 'HÀ.LXL� 'tOLVU\1 'tcXOE XPL\IE'tctL; 'A).).' 'AqJpOOL'tT)c;


o�a'tpW\1 dpl)VT}V OÙOÈ 'tÒ yijpctc; CiyEL.
"OpxoLc; À.OL1tÒ\I CiyEL 'tE 1tE1tOL�Cl[l.E'J" ci).).à. [lE�' opXO'J
ST}'tELV EO"'tL �Eoùc; owoExct xctwo-.Épouc;.

57 T o v et u "t o v

rcta'tÉpct [J.Lal)am �EÒc; x.ctt �pW[!Cl'tct ycta'tp6c; ·


EtVEXCl yà.p 'tOÙ'tW'J O"W(jlpOO"Ù'JCl À.ÙE'tClL.

rijc; É1tÉ�T}V yu[!vÒc; yu[!v6c; �· Ù1tÒ yctLCl'J Ci1tEL[l.L"


x.ctt 't� [l.tl'tT}\1 [l.OX�W YU[!VÒV cipwv 'tÒ 'tÉÀ.oc;;

59 T o v et u "t o v

Ilpoaoox�T} �ctvci-.ou 1toÀ.uwouv6c; Éa-.w civt:T}·


'tO V'tO OÈ X.EpOCl�\lEL WT}'tÒc; tl7tOÀ.À.V[J.EVOc;.
Mi) -.o�vuv x.À.ctuanc; -.òv ci1tEPX6lltvov �L6-.oLo·
oùoÈv yà.p �ctvci'tou OEU'ttp6v Éa'tL 1tci�oc;.

6o T o v o: • h o v

IlÀ.OU'tELc;· x.ctt ·d 'tÒ À.OL7tO\I; 'A7tEPXO[l.EVOc; [l.E'tà. actU'tOV


'tÒ\1 1tÀ.OV'tO'J aupELc; dc; aopÒv ÈÀ.X6[l.EVOc;;
Tòv 7tÀ.OV'tO'J auvciync; OCl7tCl'JW\I xp6vov· où OU'JClO"ClL OÈ
swijc; awpEVO"ClL [!É'tpct 1tEpLa0"6'tEpct.

6r T o v a. • h o v

<l>EuyE'tE -.oùc; 1tÀ.OU'tOVV'tctc;, civctLOÉctc;, otxo-.upciwouc;,


- , , ,
[l.LO"OU'J'tctc; 1tE'JLT}'J, [lT}'tEpct O"W(jlpOO"U'Jctc;.
LIBRO DECIMO 435

,, Vuoi giudicare dagli anni? Ma no ! ché gli assilli venerei


sai che non c'è vecchiezza che li plachi.
Nei giuramenti, nel sacro terrore fidiamo. Ma dopo,
altri dodici dèi giova cercare!

57 Paliada Il ventre

Siano il ventre e i cibi del ventre odiati da Dio !


Per colpa loro temperanza sfuma.

Paliada Nudità

Nudo balzai sulla terra, sotterra nudo ritorno.


Soffro: perché, se nudo vedo il fine?

59 Pallada La morte e l'attesa

È una pena che molto ci cruccia l'attesa di morte:


sta certo meglio l'uomo che perisce.
No, non lo piangere dunque colui che va via dalla vita,
ché non c'è, dopo morte, un altro guaio!

6o Pallada Spreco

Fai quattrini : e con questo? Con te, nell'andartene via,


ti trascini nel tumulo i quattrini?
l quattrini, con spreco di tempo li ammucchi : di vita
cumulare piu anni, no, non puoi.

6r Pallada I ricchi

Lungi dai ricchi, sfrontati tiranni di case, che in odio


hanno Penuria, madre d'onestà!
ANTOLOGIA PALATINA

62 Toii 11 Ù -t o ii

Où À.6yov, où v6(J.O'II OLOE TvxTJ, (J.Ep61CW'II oÈ 'tUpct'II'IIEL,


ni:c; tol.o�c; à).6ywc; pEV!J.ctcr� crupo(J.ÉvTJ·
(J.riÀ.À.ov -.oi:c; à:ol.xo�cr� pÉ7tE�, (J.�O"EL oÈ o�xctf.ouc;,
wc; È1CLOE�XW(J.É'IIT) -.i)v èiÀ.oyov OV'\Ict(J.W.

MTJOÉ7to-.E siJcrctc; o 7tÉvT)c; �po-.òc; oùo' Ò:7tO�TIO"XE�·


xat yàp siiv ooxÉwv wc; vÉxuc; Tjv o -.&.À.ctc;.
ot oÈ -.uxac; !J.EyciÀ.ac; xat xPiJ!J.a-.a 1toÀ.À.à À.ax6v-.Ec;,
où-.o� -.òv i}civa-.ov 7t'twcrw t:xoucr� �l.ou .

...H p&. j"E 1COU -.ò cppvcty(J.ct -.ò 'tT)À.l.xov ; Ot oÈ 7tEp�crcrot


1t'jj E�ctv Èçal.cpvT)c; cirx(7topo� x6À.ctxEc;;
Nuv yàp Exàc; 7t't6À.�oc; cpuyàc; cflXEO · -.oi:c; 7tp6-.Epov oÈ
otx-.poi:c; -.ljv xa-.à crou �Tjcpov EOWXE TVXTJ ·
, lloÀ.À.i) ero l., xÀ.u-.oEpyÈ TvxTJ, xripLc;, ovvEX' o(J.ol.wc;
7t&.v-.ac; &.d 1Cct(sELc; xdcrh� -.Ep7t6!J.Ei}a.

llÀ.ouc; crcpctÀ.Epòc; -.ò sTjv· XE�!J.cts6!J.Evo� yàp Év aù-.Q


1COÀ.À.cix� '\lctUT)j"WV 7t'tctf.O(J.E'II OLX'tp6'tEpct·
-.Tjv oÈ TVXTJV ��6-.o�o xu�Epv1}-.E�pctv t:xovuc;
wc; È7tt 'tOU 1CEÀ.ciyouc; ci(J.cpf.�oÀ.o� 7tÀ.ÉO(J.E'II ,
' ot (J.ÈV É7t' EÙ7tÀ.OtT)v, ot o' E(J.7tctÀ.w· &,).,),.' èi(J.ct 7t&.v-.Ec;
dc; EVct -.òv Xct'tà yijc; op(J.0'\1 Ò:1CEPX6(J.Ei}ct.
LIBRO DECIMO 437

62 Pallada

Non ragione, non legge conosce Fortuna: tiranna,


senza ragione a capriccio si volge;
verso gl'ingiusti declina, detesta i giusti, e uno sfoggio
del suo potere irrazionale fa.

Pallada Ricchi e poveri

Vita non ebbe, e del pari non ha, l'uomo povero, morte:
era, di vita illuso, già cadavere.
Ma per coloro che grandi fortune sortirono e beni,
è sf, la morte, il crollo della vita.

A g a t i a S co l a s t i c o LA be{/il

Tutte le arie oramai dove sono? E la folla adulante


che s'assiepava intorno a te, sparita?
Sei dalla patria in bando, ché a quanti facevano pena
il voto diede contro te Fortuna.
, Grazie, Fortuna maestra ! Ché beffe ugualmente ti fai
di tutti, e noi ci divertiamo ancora.

Pallada Navigazione

Lubrica rotta la vita: sovente penoso, tra i gorghi,


per noi piu che pei naufraghi lo scacco.
Regge Fortuna la barra, per noi, dell'esistere: andiamo,
come sul mare, della vita in forse -
' a un navigare per gli uni propizio, funesto per altri,
tutti a quel solo, sotterraneo approdo.
ANTOLOGIA PALATINA

66 ' A y a O ( o u l: ;p >. a o. .n x o u

Ev·tÉ ·ne; Èx 1tEVLTJc; 1tÀ.o\rro u "t'UX1l l}oÈ xat à.pxiic;,


ovxÉ"t'L ywwcnm 't'Le; 1tÉÀE "t'Ò 7tp6"t'Epov·
"t'TJV 1tO"t'E ycìp cpLÀLTJV à.7tCLVCLLVE"t'CLL' à.cppovÉwv OÈ
"t'Épl)iLv oÀLO'�TJPiic; où oEOà.TJxE TuxTJc;.
, .,.Hc; 1tO't"E ycìp 1t"t'wxòc; "t'CLÀ.CL7tELpLoc;· oùx È�ÉÀELc; OÈ
at't"LSWV à.x6Àouc; vvv É"t'ÉpoLc; 7tCLPÉXELV.
Ilà.V't"CL, Cj)LÀoc;, 1J..Ep01tEO'O'L 1tCLpÉpXE't"CLL' EL o' à.m�lJO'Tic;,
EIJ..7tC1ÀW ahtswv IJ..clP"t'UpC1 O'C1U't"ÒV EXOLc;.

67 M I1 X 1) 5 o v ( o u v n lr. 't O U

MVTJIJ..TJ xat Al)�TJ !J..Éya xatpE't"ov· l} !J..ÈV È1t' EpyoLc;


MVTJIJ..TJ "t'O�c; à.ya�o�c;. l} o' È1tL ÀEuyaÀÉoLc;.

68 'AyaD(ou

KaÀÒv IJ..ÈV O''t"UYOOEIJ..VOV EXELV voov· Et o' èip' à.và.yxTj,


clpO'EVLX'Ìj Cj)L}.O't"Tjc; IJ..TJ 1tO't"É O'E XÀOVÉOL.
ElT}ÀU't"Épac; Cj)LÀÉEW oÀLyov XCLXOV, OVVEXCL XELVCLLc;
Ku7tpLOLouc; Oà.pouc; 1t6"t'VC1 OÉOWXE cpuaLc;.
' aÉpXEO "t'WV à.}.Oywv S�WV yÉvoc;· Tj ycìp ÉXELVWV
OÙOÈV à.'t"LIJ..à.SEL �ÉO'IJ..LC1 O'USUYLT}c;'
èipO'EVL yCÌp �TJÀELC1 O'UVà.7t't"E"t'C1L' OL o' à.ÀEYEWOL
èivopEc; Èc; à.À.À.l}Àouc; çdvov èiyouO'L yà.!J..O V.

Tòv Mva't"OV 't'L cpo�E�O'�E, "t'Òv 'Ì}O'UXLTJc; "'( EVE"t'Tj pa,


"t'ÒV 1tC1UOV't"C1 voaouc; XC1L 1tEVLTJc; oouvac;;
Movvov èi1taç WTJ't"O�c; 7tC1paytvE"t'C1L, ovoÉ 1to"t'' av't"Òv
doÉv 't'Le; WTJ't"WV OEU"t'Epov ÈPXOIJ..Evov·
, at oÈ v6aoL 1tOÀÀ.at xat 1tOLXLÀ.C1L èiÀ.Ào"t' ' È7t' èiÀ.Àov
Épxo!J..EVC1L WT}'t"wv xat IJ..E"t'a�aÀÀ.o!J..EvaL.
LIBRO DECIMO 439

66 A g a t i a S co l a s t i c o Corri e ricorri

Quando da povero attinge ricchezza taluno e potere,


non riconosce piu quello che fu,
ché l'amicizia di prima rinnega, né sa, dissennato,
il gusto della lubrica Fortuna.
, Eri una volta un meschino pezzente, e adesso rifiuti
(li mendicavi un dO tozzi di pane.
Tutto per gli uomini passa, mio caro. Non credi ? Di nuovo
mendicherai, la darai tu la prova.

Macedonio console Le due riroru

Dimenticanza e Memoria s'allegrano entrambe: ma l'una


d'eventi lieti, di funesti l'altra.

68 Agat ia Eterorerwalità

Bello che l'animo il letto detesti; se t'urge il bisogno,


che l'amore d'un maschio non ti squassi !
Piccolo guaio l'amore di femmine: fece Natura
le intimità di Cfpride per loro.
, Guarda le bestie, che pure ragione non hanno: nessuna
viola la norma dell'accoppiamento.
Va con la femmina il maschio: gli strani connubi fra loro
sono gli uomini a farli - e fanno pena!

Aga tia Una rota

Generatrice di pace la morte: perché la temete?


Morbi e dolori di miseria spegne.
Viene una volta sola per gli uomini, e basta: nessuno
se l'è veduta mai ricomparire.
' Le malattie sono tante, d'aspetto diverso, dall'uno
passano all'altro - tutta un'altalena.
ANTOLOGIA PALATINA 440

70 M a x Tj 5 o v l o u u n & 't o u

Et �Lov tv p.Ep61tEO'aL Tux11c; 1tctLsovaw ha�pat


'E).1tLOE<; ci.p.�oÀ.ci.01}\1 1tci.v.-ct ;.:ctptsòp.Evctt,
1tctLSOP,ctL, d �po.-6c; dp.t• �po.-òc; o ' EU o!oct xctt ctu.-òc;
i>Vl}'t"Òc; Éwv. AoÀLXct�c; o ' ÉÀ.1tLO'L 1tcttSÒP,E\IO<;
, ctu.-òc; Éxov.-t yÉy1}i}ct 1tÀ.ctvWp.Evoc; ouOÈ "(E\IOLP,Tj\1
Éc; xp[aw i)p.E't"ÉpTj\1 1tLXpÒc; 'Apta't"O't"ÉÀ.l}c;.
Ti)v yàp 'Avctxpdov.-oc; Évt 1tPct1tLOEaat <pvÀ.ci.aaw
1tctp<pctCTL1}\I, cht OEL <ppov.-toct p.i) Xct't"ÉXEL\1.

71 Tov a u 't o v

Ilctvowp1}c; òp6wv yEÀ.òw 1t[i}ov oùoÈ yvvct�xct


p.Ép.<pop.ctt, ci.).).' ctu•wv .-à 1t't"Epà .-wv ci.yai}wv.
'11c; yàp h' OùMp.1toto p.E.-à ;.:i}ovòc; i)i}Ect 1tci.a1}c;
1tW't"W\I't"ctt, 1tL1t't"EL\I xctt Xct't"«Ì yf)v o<pEÀ.0\1.
' 'H OÈ "(V\ITJ P,E't"«Ì 1tWP,ct Xct't"WXPlJO'ctO'ct 1tctpEtàc;
WÀ.EO'E\1 ci.yÀ.ctLTj\1 W\1 E<pEPE\1 XctPL't"W\1'
ci.p.<po.-Épwv o ' i)p.ctpnv ò vuv �[oc;, O't"'t"L xctt aù.-i)v
"'(Tlpci.crxovactv EXEL xat 'ltLi}oc; oùOÈv EXEL.

72 ll a À. À a 5 ci

rx11v'JÌ 'ltéic; ò �[oc; xctt 'ltctL"(vtov· f) p.ci.i>E 'ltctLsELv


't"TJ\1 O''ltOVOTJ\1 P,E't"cti>dc; f) <pÉpE 't"«Ì<; ÒOU\Ict<;.

73 Tov a u 't o v

Et 't"Ò <pÉpov O'E <pÉpEt, cpÉpE XctL cpÉpou· d o' ci.yct\lctX't"EL<;,


xctt actv't"Ò\1 À.V'ltE�c; xctt .-ò cpÉpov aE cpÉpEL.
LIBRO DECIMO 44 I

M a c ed o n i o c o n s o l e Il gioco

Se, di Fortuna compagne, si fanno degli uomini gioco,


differendo ogni cosa, le Speranze -
sono mortale, e il gioco subisco: mortale e precario,
lo so. Giocato da speranze lunghe,
, io d'illusioni vaganti m'allegro, né voglio condanne
della mia vita, degne d'Aristotele.
D'Anacreonte conservo nell'anima il celebre detto :
« albergare le cure non si deve ».

Maced o n i o console Sporixioni

Se di Pandora il doglio rimiro, rido, e la donna


no, ma le ali di quei beni accuso.
Come infatti dal mondo terrestre rivolano in cielo,
ricadere dovrebbero nel mondo.
, Si dipinse la donna, levato il coperchio, le gote
di pallore, smarri le grazie fulgide.
L'uno e l'altro bersaglio mancò questa vita : la donna
ce l'ha, che invecchia, e il doglio non ha nulla.

72 Pallada LtJ recito

Recita e scena la vita. La recita impara, smettendo


la serietà ! Se no, sopporta i crucci!

73 Pali ada Quod /ors /erel /eremus

Ciò che trasporta ti porta? Sopporta che porti! Se sbuffi,


ti crucci - e ciò che trasporta ti porta.
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LIBRO DECIMO 44 3

74 Paolo S i lenziario Onde

Non ti gonfiare per l'onda di molto opulenta fortuna


né ti carpisca libertà l'angoscia,
ché si dibatte la vita di tutti, a instabili venti
trascinata di qua di là sovente.
, Immutabile e ferma Virtu : sopra i flutti di lei
compi fidente della vita il viaggio !

75 P a l i ada Aria

Dalle narici un'aria sottile aspirando, viviamo,


fisse al lume del sole le pupille,
quanti in quest'esistenza viviamo: strumenti che il fiato
d'una brezza vivifica ricolma.
, Ma se una mano comprime quell'alito esiguo, la vita
ci trafuga e nell'Ade giu ci mena.
Ecco: non siamo che nulla, ma tanta superbia ci nutre:
aria ci pasce e di ben corto fiato !

Paolo Silenziario L'obiettivo

Non il vivere è bello, bensf l'estirpare dal petto


ogni cura che fa le tempie grige.
Una ricchezza bastante desidero : l'ansia soverchia
che per l'oro delira rode l'anima.
' Onde per l'uomo vedrai povertà preferibile spesso
a ricchezza, e persino a vita morte.
Conscio di questo, dirigi le strade del cuore, mirando
a una speranza sola: la sapienza!

77 Pallada Accettazione

Uomo, a che scopo ti crucci, mettendo il mondo sossopra,


schiavo del fato che nascendo avesti?
ANTOLOGIA PALATINA 444

Tov-rt:p (j(lU"rb\1 aq>Ec;, -rQ 0(1L(J.O\IL p.i} <j>LÀO\IELXEL"


cri}v OÈ -rvxTJv cr-rÉpywv i}crux!TJv ay6.1t(1"
' p.liÀÀ0\1 È1t. EV<ppOcrV\IT}\1 OÈ �LaSEO X(lt 1t(lp!X IJ.OtpT)\1,
d ouv(1-r6v, �uxi}v "tEp1toiJ.É\ITJV IJ.E"tayEw.

78 Toii aùnil

'P�1t"rEy6ouc;, p.i} xcip.vE, 1t6crov XP0\10\1 ÈvMOE IJ.t(J.\IW\1,


wc; 1tpÒc; ÈXEt\10\1 oÀ0\1 "tÒ\I (J.E-r!X "r(lV"r(l �to\1 ;
Ilptv "tolwv crxwÀT}X(l �(lÀEi:v "tVIJ.�OLc; 'tE pL<pi'j\l(lL,
p.i} O(lp.cicrnc; �uxi}v swv (-rL xpwop.ÉVTJ\1.

79 Toii aùnii

Nux-ròc; !X1tEpxop.ÉvT}c; YEWWp.El}(l TjiJ.(lP È1t' Tjp.(lp


"tOV 1tpo-rÉpou �L6-rou IJ.TJOÈ\1 (xov-rEc; E-rL,
ci'ì..'ì..o-rpLwl}Év-rEc; "ti'jc; ÈXl}Ecrwi)c; OL(lywyi)c;,
-.cv Àomov OÈ �lou cri)p.Epov cipx6p.EvoL.
, Mi} nlvuv ÀÉyE CT(lu-ròv hwv, 1tpEcr�v-r(1, 1tEpLcrcrwv·
"tW\1 y!Xp a1tEÀi}6v-rW\I crl)p.Ep0\1 OV IJ.E"rÉXELc;.

So Toii aùnii

II (ltyvL6v Ècr"tL TvxTJc; IJ.Epé1twv �loc;, otx-rp6c;, ci'ì..l)"tTJc;,


1tÀov-rou X(lt 1tE\ILT} c; p.Ecrcrél}L pEp.�ép.Evoc;·
X(lt -roùc; p.È\1 X(l"rayouCT(1 1tciÀw CT<jl(lLpT)OÒ\1 cidpn,
nùc; o' ci1tÒ "rW\1 \IECj)EÀW\1 dc; 'AtOT}\1 X(l-rciyn.

Br Toii aù .. oii

"!l "ti'jc; �P(lxd(lc; 'Ì)Oovi'j c; -ri'jc; "tOV �Lou·


"t'Ì)\1 O�V"rTj"t(l "tOV xp6vou 1tE\Il}1)cr(l"tE.
'Hp.Ei:c; X(ll}ES61J.ECT1}(1 X(lt XOLIJ.WIJ.El}(l
p.oxi}ovv-rEc; il "tpUCj)W\I"tEc;· ò OÈ xpévoc; "tPÉXEL,
LIBRO DECIMO 445

Abbandonati a questo, non fare col dèmone liti,


pago del tuo destino ama la quiete!
, Meglio affannarsi a condurre, pur contro la sorte, alla gioia
l'anima in esultanza - se si può.

Pallada Non primtJ!

Via le lagnanze, non darti pensiero! Qui resti, e per quanto,


rispetto al tempo che sarà di poi?
Prima d'emettere vermi gettato laggiu nella tomba,
vivo una vita in forse non prostrare!

79 Pallada Quidquid tJetatis retro est, mors lenet

Passa la notte, e noi si rinasce giorno per giorno,


della vita trascorsa nulla resta;
dall'esistenza di ieri straniati - da capo comincia
oggi per noi la rimanente vita.
, Dunque, vecchio, che gli anni che hai sono troppi non dirlo !
Di quelli andati, parte piu non hai.

So Pallada La ptJlla

Della Fortuna trastullo la vita, penosa, vagante,


tra povertà e ricchezza sempre in bilico;
gli uni atterra e li scaglia di poi come palla su in alto,
gli altri giu dalle nubi all'Ade getta.

8r Paliada SprontJ lo tempo inverso me

Ahimè, piacere della vita efimero!


Del tempo deplorate il moto celere!
Inerti stiamo noi nel sonno immemore
fra crucci e orge. Intanto corre il tempo e va.
ANTOLOGIA PALATINA

' 'tPÉXE� xc.tìl' TJ(J.WV 'tWV 'tc.tÀ.c.tmwpwv �po-rwv


q:�Épwv Éxcicnou -r4) �!� xc.t-rc.tcr-rpocp1'Jv.

82 T o u a u "< o u

"Apc.t (J.TJ ìlc.tv6v-rEç -r4) Soxdv sw(J.EV (J.OVOV,


"EÀ.À.T)VEç éivbpEç, CTU(J.q>Op� 'ltE7t'tWXO'tEç,
ovHpov dxcisov-rEç dvc.t� -ròv �!ov,
d sw(J.EV TJ(J.E�ç -rov �!ou 'tEWT)x6-roç;

83 T o u a u "C o u

84 T o u a u "t o v

Ac.txpuxÉwv yEVO(J.TJV xc.tt Sc.txpucrc.tç ci'ltoìlviJcrxw·


bcXXpUCT� b' ÈV 'ltOÀ.À.oi:ç 'tÒV �!ov EUpOV OÀ.OV.
""!1 yÉvoç civìlpw'ltwv 'ltoÀ.uOcixpuov, cicrìlEvÉç, o�x-rp6v,
CTUpO(J.EVOV Xc.t'tà. yi'jç Xc.tt b�c.tÀ.UO(J.EVOV.

85 T c v a ù -. o v

IIciv-rEç -r4) ìlc.tvci-r� 'tT)pOU(J.Eìlc.t xc.tt -rpEq>O(J.ECTìlc.t


wç ciyÉÀ.T) xo!pwv CTq>c.tSO(J.Évwv ciÀ.Oywç.

86 T o v a u "t o v

Où Sc.t��À.wç (J.ÉV, ci),),' O(J.Wç xciyw 'tpÉq>W


'ltc.t�bc.tç, yuvc.ti:xc.t, SovÀ.ov, opv�ìlc.tç, XUV(l"
XOÀ.c.tç yà.p ovbdç 'tOÙç È(J.oÙç 'ltc.t'tE� bO(J.OUç.
LIBRO DECIMO 447

, e corre contro noi, mortali miseri,


recando ad ogni vita la catastrofe.

82 Pallada LA vita è sogno

Non siamo morti e in apparenza vivi, noi


Elleni, ormai prostrati da catastrofi,
per cui la vita pare un sogno e nulla piu,
se vivi siamo, ma la vita non c'è piu ?

Pali ada Ricchezza

Noia, problema, distretta, per uno ch'è ricco, pensare

cinture adorne, adulatori a frotte.

Paliada LAcrime

Lacrime piansi nascendo, cosi lacrimando perisco:


tutta fu tra le lacrime la vita.
Ahi, lacrimata stirpe degli uomini, grama, penosa!
Trascinata sotterra, si dissolve.

Pali ada All'ingrasso

È per la morte che siamo serbati tutti e ingrassati ­


branco di porci macellati a caso.

86 Pali ada Decoro

Non lautamente, tuttavia mantengo anch'io


figlioli, moglie, schiavo, polli e cucciolo;
scrocconi il piede in casa mia non mettono.
ANTOLOGIA PALATINA

"Av IJ.TJ y' EÀWIJ.EV 'tÒV ��ov 'tÒv opCL7tÉ'tTJV


TuxTJv 'tE 7t6pvT)ç �EUIJ.CLO"LV XLVOUIJ.É'IIT)V ,
òouvT}v ECLU'toi:ç 7tpoçEvou1J.EV 1tciV'tO'tE
civctç�ouç òpwv'tEç EU'tUXEO"'tÉpouç.

88 Toil Cl Ù 't oil

l:wi.J.CL 7tcii}oç �uxijç, ft oTJç, IJ.oi:p ', éixi}oç, civciyxTJ


xctt OEO"IJ.Òç xpCL'tEpÒç xctt x6À.cta-Lç �cta-civwv.
'A).).' él'tctv tçÉÀ.i}n 'tOU O"WIJ.CL'toç wç 6.1tò OEO"IJ.WV
'tOU i>ctvrhou, q>EUYEL 7tpÒç i}Eòv ciM:vCL'tOV.

Et i}Eòç i) <l>TJIJ.T}, XEXOÀWIJ.ÉVT} ÉO"'tt XCLt e11hi)


"EÀ.À.T}O"L, crq>CLÀ.Epoi:ç tçCL1tCL'tWC1CL À.ÒyoLç.
<l>TJIJ.T} O ', éiv 't L 1tcii}nç, ciVCLq>CL�VE'tCLL EÙWç CÌÀ.T}i}l)ç·
1tOÀ.À.ciXL XCLt <l>TJIJ.T}V [cpi}CLO"EV lJ 'tCLXU'tTJç.

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'tÒV EÙ'tUXTj IJ.LO"EL 'tLç, OV i>EÒç q>LÀEi:.
Oihwç civ6T}'tOL 't� cpMvc.p 7tÀ.CLVWIJ.Ei}CL,
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LIBRO DECIMO 44 9

Pallada Nel {lusro

Se non cogliamo la fuggiasca vita né


Fortuna - ch'è puttana estrosa e mobile,
ci provochiamo crucci, constatando che
il mascalzone di fortuna n'ha di piu.

88 Pallada L'anima e il corpo

Corpo, dell'anima cruccio, fardello, Ade, Parca, Destino,


vincolo ferreo, inferno di torture.
Ma se dal corpo va via, come fuori da vincoli duri
di morte, fugge all'immortale Iddio.

Pallada La Fama

Cova anch'essa, la Fama, se dea, rancore per noi


Greci: con voci subdole c'illude.
Ma nei rovesci la Fama si svela d'un tratto verace:
alla fulmineità la Fama cede.

90 Pallada Noi Greci

Malvagità suprema dell'invidia !


Odiamo il fortunato ch'è diletto a Dio.
Cosf cretini erriamo per invidia,
cosf supini schiavi siamo di follia.
' Noi Greci siamo già ridotti in cenere ­
sepolte in noi speranze di cadaveri.
La situazione è tutta sottosopra ormai.

16
ANTOLOGIA PALATINA 450

9r T o u o: v -r o v

T l l l
OV'tO<; j..l.Ey�CT'tT]V IJ.Wp�ctV Xct'tE�CTctyEV
q>ctVEpW<; yà:p ctÙ"t!{j "t!{j �EQ xopuCTCTE'tct�
XOÀOV iJ.ÉYLCT'tOV ÉX q>Mvov odÌEyj..l.ÉVo<;·
, OEL yà:p q>LÀEi:v ÉxEi:vov 13v �EÒ<; q>LÀEL.

92 T o u o: v 't o v

'E7td O�XclSELç xctt CTOq>LCT'tEVEL<; ÀoyoL<;,


xà:yw q>Épw CTOL "tijç ÉIJ.Tjç Ò:T]OOVO<;
.l. CTEIJ.VOV, &çLOV 7tctppT]CTLct<;·
È7tLypctj..!.j.ct
ò yà:p crÈ 1J.ÉÀ7twv "t'ii<; ALKTJ<; v7tvov<; EXEL.

93 ( T o v o: v 't o v )

BÉÀ"tEp6v Écr"tL TvxTJç xctt �ÀL�o!J.ÉvoLç civÉxEcr�ctL


"ÌÌ 'tWV 7tÀOV'tOUV'tWV "tij<; Ù7tEpT]q>ctVLT]<;.

94 T o u o: v 't o u

EivctL VOIJ.LSW q>LÀ6croq>ov xctL "tÒv �EÒv


�ÀctCTq>T]j..!.Lct�ç 'tÒV EÙWç oÙ �UIJ.OUIJ.EVOV,
XPOVtp o' É7tctvçtivov"tct 'tÒ:<; 'tL!J.WpLct<;
"tà:ç "tWv 7tOVTJpwv xctt "tctÀct�7twpwv �po"twv.

95 T o u o: v 't o u

MLcrw "tòv &vopct ,òv oL7tÀovv 7tEq>vx6"tct,


XPTJCT"tòv ÀoyoLcrL, 7toÀÉ!J.Lov oÈ ni:<; "tp67toLç.
LIBRO DECIMO 45 I

Pali ada Teo{ilo

Quand'uno aborre un uomo che sia caro a Dio


s'attira contro la piu tragica follia,
ché s'arma - è molto chiaro - proprio contro Dio
e dall'invidia cava orrenda collera.
, Bisogna amare l'uomo che sia caro a Dio.

Pallada Omaggio

Poiché tu dài sentenze e sei causidico,


dell'usignolo mio ti porto un canto anch'io,
un epigramma serio, franco e libero:
per chi ti canta le sentenze dormono.

93 Pali ada Parvenus

Meglio sarà sopportare, se pure oppressi, Fortuna


che non dei nuovi ricchi l'alterigia.

94 P a l i ada La nemesi tardiva

Iddio ritengo che la sappia lunga assai :


con i blasfemi non s'adira subito,
bensi col tempo le vendette accumula
su gli uomini malvagi e miserabili.

95 Pallada Doppiezza

Detesto l'uomo di natura duplice,


in ciò che dice buono, ostile in ciò che fa.
ANTOLOGIA PALATINA 45 2

"O'ta.\1 ÀoyLCTIJ.OL<; Xa.'ta.(.J.cil)w 'tcX 1tpciy(.J.a.'ta.


xa.t 'tcX<; cixa.(pouç !J.E'ta.Bo).àç 'tcX<; 'tOV B(ou
xa.t pEviJ.' a1tLCT'tov •iiç civwiJ.ciÀou TvxT)ç,
1tW<; 'tOV<; 1tÉVT)'ta.<; 1tÀoucr(ouç Èpyci1;,E'ta.L
' xa.t 'tOV<; EXOV'ta.ç XPT)lJ.cl'tW\1 a1tOCT'tEPEL,
't C'tE xa.'t' É(.J.a.U'tÒ\1 'tTI 1tÀcl\ITI CTXO'tOV(.J.E\10<;
IJ.LCTW 'tcX 1tcl\l'ta. 'tijç ciOT)Àla.ç xcipw.
Ilo(cp 'tP01ttp yàp 1tEPLyÉvw(.J.a.L •iiç TVXT)<;
•iiç Éç O:ol}Àou <p a.Lvo(.J.ÉvT)ç Èv • t!l B(cp
1 0 1topvT)ç yuva.Lxòç •ovç 'tpo1touç XEX'tT)!J.ÉVT)<;;

97 Tou ll Ù 't o u

A(•pa.v hwv 1;,1)cra.ç !J.E'tcX ypa.IJ.IJ.a.'tLxijç �a.puiJ.6xl)ou,


BouÀEU't'IÌ<; \IEXUW\1 1tÉ!J.1tOIJ.a.L Etç 'A(OT)\1.

Iléiç 'tL<; 0:1ta.LOEU't0<; q>pO\IL(.J.W'ta.'to<; ÈCT'tL CTLW1tWV,


'tÒV ).6yov Éyxpv1t'tW\I wç 1tcil)oç a.tcrxpo'ta.'to\1.

99 Tou a Ù 't o u

IIo).).O:xL, l:Éç, ·, ECT'tT)CTa. 'tE'lÌ\/ q>LÀ6'tT)'ta. xa.t v�pw·


xa.t 1tOÀV XOU<jlO'tÉpT)\1 cri)v cpLÀO'tT)'ta. (.J.a.l)wv,
ÀoLoop(T)\1 o È pÉ1toucra.v, Éxwp(crl)TJv q>LÀé'tTJ•oç
(.J.TjXÉ'tL �a.CT'tciSW\1 vBpw a'tL(.J.O'tci'tT)\1.
LIBRO DECIMO 45 3

Pallada La Fortuna

Se penso ai casi umani e se considero


i mutamenti della vita incongrui
e il flusso infido di Fortuna anomala ­
com'essa suole fare ricchi i poveri
, e defraudare di ricchezze chi le ha -
tra me e me, vagando nella tenebra,
detesto tutto per la grande oscurità.
E come mai Fortuna potrò vincer! a,
se nella vita emerge dalle tenebre
10 a guisa di puttana comportandosi ?

97 Paliada L'et�

D'anni ne vissi una libbra - con me la grammatica odiosa.


Senatore di morti all'Ade scendo.

Pali ada L'ignorante

Molto sapiente sarà l'ignorante se tace: nasconde


come il guaio piu turpe la parola.

99 Pallada Valutazione

Spesso, Sesto, pesai di te l'arroganza e l'affetto:


poiché trovai l'affetto piu leggero
e traboccante l'ingiuria, restai dall'affetto lontano,
piu non reggendo all'arroganza indegna.
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Ht VNILVìVd VI�OìO�NV
LIBRO DECIMO 4 55

1 00 Antifane Vecchiaia

Scarso, per l'uomo, di tutta la vita misera il tempo,


anche se la vecchiezza grigia attende.
Quello dell'acme, piu scarso. Fin quando l 'età lo consente,
ci siano vino, amore, canti a iosa!
, Poi, di vecchiaia l 'inverno, gravoso. Se spendi milioni,
non ti si rizza : coglionite cronica.

101 B i anore La vacca

Voga, con l 'arma che fende la solida terra, la vacca


e alla poppa si porta il vitellino :
teme da un lato il bovaro, dall'altro il piccolo attende,
abilmente provvede ad ambedue.
, Ferma, cursore di solchi, che scavi ! non darle l'assillo!
Doppio lavoro fa, doppia fatica.

102 B asso Nel mezzo

Né tra bufere la furia del mare mi spinga, né lieta


mi fu bonaccia senza vento, chiara.
Sempre nel mezzo il meglio. Cosf, se d'agire si tratti,
l'equa misura mi sorride ancora.
' Làmpide, resta contento, le tristi procelle detesta !
Anche la vita dolci brezze sa.

1 0J Filodemo Calmiere

Non rimirartela l'offa di prima, ma non defilarti !


Per una dracma acquista le regaglie !
Con una dracma u n fico s i piglia; se aspetti, n e pigli
mille. Pei poveracci il tempo è dio.
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9çt VNI�V'lVd VI!lO'lO�NV
LI BR O DE CI MO 4 .5 7

1 04 Cratete filosofo Moderazione

Dea sovrana, passione degli uomini buoni - salute,


Moderazione, di Saggezza figlia!
È per la tua virtu che chi pratica il giusto t'onora

1 05 Simonide Vicenda

Io sono morto, e taluno si gode. Con lui farà un altro


lo stesso. Tutti alla Morte dovuti.

106 Anonimo L'abito non /a il monaco

Molti che recano tirsi, ma misti bacchici pochi.

E u r i p i de Condizione

Da Dio lontano, un uomo prospero non c'è.

1 0 7 bis Euripide Anomalie

Per i mortali, quali sorti anomale!


C'è chi sta bene e c'è chi penosissime
sventure soffre, pur essendo molto pio.

ro8 Anonimo Dio e i voti

Voti o non voti, il bene tu daccelo, re dei celesti!


Anche a dispetto dei voti, tu stornalo il male da noi !
ANTOLOGIA PALATINA

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1 14

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LIB RO DE CI MO 459

10 9 Anonimo Parole e /alli

Ogni parola è vana se poi non si compie nel fatto;


in ogni azione la parola è fatto.

IlO Eschi l o A/cibiade

Non nutra prole di leone la città;


di piu, non nutra mai leone la città.
Se lo si nutre, ci s'adegui all'indole.

III Anonimo Da sé

Spesso l'invidia da sé con le proprie saette si fiacca.

112 Anonimo Pericoli

Vino, bagni, passioni violente di Cipride fanno


precipitoso verso l'Ade il viaggio.

1 13 Teognide Il poco

lo d'arricchire né bramo né m'auguro. Dato mi sia


di vivere del poco e senza guai.

Anonimo PreparaZtone

C'è sottoterra il giudizio, c'è Tantalo. Certo, lo credo :


la povertà m'allena per l'Inferno.
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LIBRO DECIM O

Anonimo RAzionalità

Col senno vivi, e non avrai necessità !

u6 Anonimo Contraddizion�

«Non c'è chi sposi e non s'impelaghi nei guai » :


lo dicono, lo sanno tutti - e sposano.

1 17 Fo c i l i d e Lealtà

Sono un amico sincero, conosco se amico è l 'amico,


mentre i malvagi tutti mi repugnano.
Io non adulo nessuno fingendo; a quelli che onoro
dal principio alla fine voglio bene.

II8 A no n i m o Il nulla

Io come nacqui? e donde? Perché ( per andarmene ? ) venni ?


Se nulla so, come potrò capire?
Nacqui dal nulla; di nuovo quel nulla sarò, come prima,
ché nulla e zero è la mortale stirpe.
' [Presto, versami dunque gradevole flusso di vino,
poiché questo è l'antidoto dei guai].

Anonimo La via

Edificarsi piu case, nutrire parecchie persone ­


è la via regia per la povertà.
ANTOLOGIA PALATINA

1 20 ( N 6vvov)

llCicrCI yuvi) <pLÀ.ÉEL 7tÀ.Éov tivÉpo.;, CILOO!J.ÉVTJ oÈ


XEU�EL XÉV'tp0\1 EpW'tO<; ÈpW(..L CI\IÉOUCTCI XCit CIÙ'tlJ.

121 " P ét. p o v

Oùx oihw �À.ci7t'tEL !J.LCTE�\1 ò À.Éywv tivCI<pCivo6v,


wcr7tEP ò 'tlÌ\1 XCI�Cipà:v \j!EUOÒ!J.EVO<; <pLÀ.LCI\1.
Tòv !J.ÈV yà:p !J.Lcrov\l'tCI 7tpOELOÒ'tE<; Èx'tpE7tO!J.ECT�CI,
'tÒv oÈ À.Éyov'tCI <pLÀ.dv où 7tpo<puÀ.CicrcrÒ!J.E�CI.
5 'Ex�pÒ\1 Èyw XPL\IW xdvov �Cipuv, o.; 1tO'tE À.ci�pn
'ti)v ti1tò "ii.; <pLÀLCI.; 1tLcr'tw Exwv tioLxd.

122 A ovxtavou

lloÀ.À.à: 'tÒ OCIL!J.ÒVLov ouvCI'tCIL, xèiv i'i 7tCipciooçCI.


'tOÙ<; !J..LxpoÙ<; tivciyEL, 'tOÙ<; (..LEyciÀ.ou.; XCI'tCLj'EL"
, _ � , , ' ' - ,
XCIL CTOU 'tTj\1 o<ppu\1 XCIL 't0\1 'tU(jl0\1 XCI'tCI1tCIUCTEL,
" ' - , , ,
XCI\1 1tO'tCI(..LO<; XPUCTOU \ICijJ.CI'tCI CTOL 1tCIPEXTI ·
5 Où �puov, où !J.CIÀ.cixnv l:i.vE!J.Ò<; 7tO'tE, 'tà:.; oÈ !J.EYLCT'tCI<;
ìì OpUCI<; ìì 7tÀ.CI'tCL\IOU<; OLOE XCI!J.Cit XCI'tCLj'EL\1.

1 23 [A ( a w n o v ]

llw.; 'tL<; ìivEu �Civci'tou erE <puyoL, �LE; MupLCI ycip crEu
À.uypci, XCit OÌhE (j)Uj'E�\1 EÙ!J.CipÈ<; oihE <pÉpEL\1.
'HoÉCI (..LÈ\1 ycip crEu 'tà. <pucrEL xCIÀ.ci, YCI�CI, MÀ.CicrcrCI,
l:i.cr'tpCI, CTEÀ.TJVCILTJ<; xuxÀ.CI xCit Ì')EÀ.Lou·
'tiiÀ.).CI o È 1tciv'te1 <po�oL 'tE xCIt l:i.À.YECI· xììv 't L 1tci�n 't L<;
Ècr�À.Ò\1, ti(..LO L�CILTj\1 ÈXOÉXE'tCIL \IÉ(..LECTL\1.
LIBRO DECIMO

120 Nonno Pudore

Ama piu forte dell'uomo, la donna. Però si vergogna


e, delirante d 'amore, l'assillo d'amore nasconde.

121 R a ro L'infido

Tanto danno non reca chi l 'odio ben chiaro denuncia


quanto chi finge un'amicizia schietta.
Quello che odia possiamo, sapendolo prima, evitarlo :
non ci guardiamo da chi dice ' t 'amo' .
, È il nemico peggiore, per me, chi fiducia riscuote
dall'amicizia e di nascosto nuoce.

122 Luciano u piu alte cime piu percuou

Molte cose può fare, persino incredibili, Iddio:


porta i piccoli in alto, i grandi abbatte .
Anche di te spegnerà la burbanza e le arie, se pure
correnti d'oro ti fornisca un fiume.
' Mentre l'erbetta e la mal va rimangono integre, atterra
i platani e le querce immense il vento.

1 23 [Esopo) I beni

Vita, che scampo se non nella morte? Innumeri guai


( arduo fuggirli e sopportarli ) rechi .
Dolci quei beni che dà la natura, la terra, le stelle,
il mare, l'orbe della luna e il sole :
' tutto il resto, paura, dolore. Qualcosa di buono
capita? C'è una nemesi : si paga!
ANTOLOGIA PALATINA

1 24 n.. u x wvo�

IIchrta yÉÀ.wc; xaL 1tciV'tct x6vLc; xaL 1tciV'tCl 'tÒ 1J.1JOÉv·


1tciV'tCl yà.p l!; ci)..6ywv Èa'tL 'tà. yLVÒ(.l.EVCl.

<I>pov'tLOEc; ot 7tct�OEc;· (.l.Éya (.l.ÈV xax6v, Ei: 'tL 7tcii)oLEV"


daL o È xaL �wv'tEc; q>pov'tLOEc; oùx òÀ.Lyat.
'H yr:x(.l.E't'Ì) XP1J a't'Ì) (.l.ÈV EXEL 'tLVà. 'tÉp�Lv Èv aù'tij,
'Ì) oÈ xcxx'Ì) 7tLxpòv 'tÒv �!ov civopL q>ÉpEL.

125

Ilpliy(.l.r:x (.l.ÉV Èai)' Ò cp(À.oc; 1tcivv OvaxoÀ.ov· daL O� 7tOÀ.À.oL


xcxL axEOÒV ot 1tciV'tEc; (.l.ÉXPL 7tpOa1)yop(ac;.

126

Xp1jaa(.l.Év� i)Epci7tWV ò xpl)aL(.l.Òc; Èa't' ciyaMv 'tL"


cxù'tcipx1Jc; OÈ xaxwv Èa'tLV ci7tELPÒ'tEpoc;.
LIBRO DECIMO

1 24 G l icone L'aJJurdo

Tutto una beffa, tutto non è che cenere e null a :


ché dall'irrazionale tutto nasce.

124 bis Anonimo I figli e la moglie

Grane i figli. È funesta la sorte? Rovina tremenda.


Vivono ? Sono grane, e non da poco.
Qualche piacere procura la buona moglie : la trista
rende all'uomo amarissima la vita.

1 25 Anonimo Gli amici

È una difficile cosa l'amico. Cosi numerosi ­


quasi tutti, però, di nome, e basta.

1 26 Anonimo Chi /a da sé

Certo che un utile servo presenta a chi l'usa vantaggi.


ma non conosce guai chi fa da sé.
LIBRO UNDICE S IMO

I:v(J.:rto·nxà x�t crxw7t't�xci

Epigrammi conviviali e scoptici


Dci 450 epigrammi che compongono in P il libro XI ( scriba B, del
secolo xr), alcuni sono ripetuti, alcuni replicati da altri libri, alcuni infi.
ne vanno scissi in due, sicché il numero complessivo è di 442. L'accosta·
mento di due sezioni disuguali e diverse, designate con etichette appros­
simative (epigrammi simposiaci r-64 ; scoptici 65-442 ), si deve a Jacobs.
Sul raggruppamento e sulle esclusioni (52 epigrammi ) in Pl (libro Il)
non è possibile qui soffermarsi. Molti epigrammi sono presenti in sillo­
gi minori, poche le attestazioni in epigrafi e in citazioni. Le attribuzioni,
in genere dichiarate dai lemmi, sono talora manifestamente erronee, ta­
lora dubbie; secondo molti critici, a cominciare da Setti, tutti gli epi·
grammi attribuiti a Luciano sarebbero da assegnare a Lucillio o ad altri.
Se la sezione dei simposiaci, dovuti per lo piu a poeti delle raccolte di
Filippo e di Agatia, che presentano i temi topici del carpe diem, spesso
con suggestivo lirismo, talora con elementi satirici, è sostanzialmente
omogenea, quella degli scoptici ( motteggiatori), la piu importante e nu·
trita, è ordinata per argomenti nella prima parte ( 65-247 ), caotica nella
seconda ( 248-442 ), tuttavia non senza tracce di raggruppamenti alfabeti·
ci derivanti da raccolte anteriori. Non mancano intrusioni di terni allotri
in entrambe le sezioni.
Lo scomma verte molto di rado su personaggi storici (Nerone, Temi·
stio): per lo piu alieno dall'attacco personale, si esercita su un campio­
nario tipologico di persone caratterizzate da difetti fisici (deformità del·
le membra, del naso, magrezza, nanismo, laidezza senile, ernia, fetore),
vizi o tare morali (l'avarizia sordida e assurda, la pederastia e la sconcez­
za, la gola, l'accidia, la cleptomania), incapacità dannose o grottesche (de·
gli astrologi, dei filologi e dei filosofi, dei poeti e dei teatranti, dei medici·
spiccialetti, dei cerusici, degli atleti ). La deformazione basata sull'iperbo­
lc, e la sottolineatura del dissidio fra il parere e l'essere, fra l'ostentata e
burbanzosa presunzione e una realtà grama o sinistra, sono le fonti d'una
derisione che conosce di volta in volta i toni dell'ironia e della satira, del­
la denuncia sarcastica e dell'aggressione mordace. I poeti, in parte pre·
senti nelle raccolte di Filippo (Antipatro di Tessalonica, ca. ro epigram­
mi; Automedonte, 8, ecc.), di Diogeniano e di Agatia, sono poco piu di
6o; alcuni sono documentati con grande larghezza, soprattutto i poeti del
I·ll secolo d. C., Lucillio (ca. 1 3 0 epigrammi), di cui fu utilizzata quasi
certamente un'edizione particolare; Nicarco (ca. 40 ); Ammiano ( 2 5 ) ; fra
i poeti del IV·VI secolo emergono Pallada (oltre 50) e i giustinianei Aga­
tia ( I o, di cui alcuni lunghi) e Macedonio console ( 9 ). La forma metrica
larghissimamente prevalente è quella del distico elegiaco; appena 8 epi·
. _
?
grammi sono i n e�amet : i, una � zzina (com� resi 4 monastici ) in trimetri
.
giambici, due m d1metn giambici anacreontei.
Se l'epigramma scoptico si giova della brevità e, in ogni caso, trae ef­
ficacia da que ll 'aliquid luminis che costituisce la pointe, non mancano
spunti narrativi, contenuti nella misura in Lucillio e Nicarco, sviluppati
con un gusto dell'aneddoto in Pallada e Agatia. Frequentissimo il ricor­
so al gioco verbale, alla paretimologia, al cambio di lettera o ad altri par­
titi degni dell'enigmistica. Il doppio senso celebra i suoi trionfi specie
nelle sue applicazioni allo scomma lubrico e osceno. Il riferimento a
esemplari figure o a note vicende rnitiche dà luogo a un tessuto di allu­
sività, mentre la tradizione letteraria ( Omero, Archiloco) , il formulario
celebrativo-epigrafico, il patrimonio proverbiale servono all'imitazione
parodica, all'abusio comica d'una citazione, alla stessa evidenza d'una
formulazione.
L'arguzia è talora insipida quanto piu è lambiccata, l'iperbole sperti­
cata non fa sorridere, la 'freddura' non morde; e non manca la consueta
aemulatio d'un poeta con se stesso o con altri a illanguidire nell'esercizio
letterario il brillio d 'una trovata: difetti e limiti connaturali al 'genere'
e riscontrabili un po' dappertutto. Ma la svalutazione indiscrirninata di
questo libro, in parte dovuta a difetto di senso storico, potrà essere con­
trastata con l 'esame approfondito e sensibile dei singoli poeti e soprat­
tutto di Lucillio, tanto bistrattato anche fra noi ( Romagnoli, Stella) do­
po le condanne di Gelfcken. Indipendentemente dalla sua incidenza su
Marziale (materiale già in O. Autore, Marziale e l'epigramma greco, Pa­
lermo 1 9 3 7), Lucillio ha acquistato, grazie a penetranti indagini recenti,
il prestigio d'un poeta autentico che, pur nell'àmbito d'una satira gene­
rica (gli stessi nomi dei personaggi scherniti sono fittizi), mal collocabi­
le nel solco della tradizione greca dei giambografi e dei comici antichi,
rivela un geniale talento inventivo e soprattutto una non comune consa­
pevolezza espressiva. In Italia è da deplorare l'irresponsabile volumetto
di P. Crupi, L'epigramma greco di Lucillio, Napoli 1 9 6 4 , mentre non
mancano buone osservazioni in V . Longo, L'epigramma scoptico greco,
Genova 1 967. Non si loderanno mai abbastanza i contributi di L. Ro­
bert ( specie in Entretiens 1 9 69, pp. 1 8 1-29 5 ), non solo per le rigorose
disamine filologiche e archeologico-antiquarie, ma anche per la valutazio­
ne, spesso rivelatrice, dell'arte.
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I N ica reo Perdita

Mentre alle feste d'Ermete recava sei congi di vino,


Afrodisio inciampò. Costernazione .
'Anche il Centauro fu perso dal vino' : magari noi pure!
Ma siamo noi che abbiamo perso lui.

2 Callictere I malati

L'hanno con me quei prodi, Teodoro di Eschilo . Aiuto !


Hanno tutti la pietra. Vuoi bloccarli?

3 Anonimo Deterrente

Essere ricco vorrei come Creso fu ricco una volta,


vorrei dell'Asia immensa farmi re.
Ma, se Nicànore guardo, quel cassamortaro, e rifletto
a che scopo le fa le sue custodie,
' ecco che impasto farina, l'irroro di coppe, e mi vendo
per unguenti e corone l'Asia intera.

4 P a r m e n i one Il magnaccia

Uno si piglia una moglie che già se la fa col vicino:


lui russa e pappa. Comodo lavoro,
non navigare o scavare: russarsela, piena la pancia,
a spese d'altri foraggiato, e bene.
ANTOLOGIA PALATINA 47 2

"Otr't'�� itcrw 1tupov� X<X't'<XÀ<XJ.l�avE� oùx liyop6.�wv,


xdvou 'A!l<XÀÌM<X� 6. yuv6. Étr't'� xÉp<X�.

n't'wxou tcr't'� r&.llo� xuvÉ<X J.lax<X, EMù xuoo�J.lo�.


À.o�oop�<X�, 1tÀ<Xy<XL, �T)J.l(<X, itpy<X, o�x<X�.

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xwti:v tx ljJuxii� 't'Ep7t6J.l.Evo� ouv<X't'<Xv
o\hw� T} cpvtr�c; Étr't't cp�À.6xv�cro�. aÀ.Ào't'p�6xpwc;,
X<XL �T)'t'EL O�OÀ.OU 't'Ì')V �EVOXUtrÌ}<XmhT)V.

MÌ') J.l.Vp<X, !l.Ìl tr't' Ecp6.vou� )..�i}�v<X�� tr't'TJÀ<X�tr� X<XPL�ou,


J.l.T)OÈ 't'ò 1tup cpÀÉ�n�· t� xEvòv 11 o<X1taVJ').
Zwv't'L J.l.O�, EL 't'� Ì}ÉÀE��. xap�tr(lV 't'ÉcppT)V OÈ J.l.EÌ}vcrxwv
1tT)ÀÒV 1tO�lJC"ELç, XOÙX o Ì}(lVW\1 1t�E't'!l�.

9 AEwvlSou

MÌ') 1taÀ� J.l.O� J.l.E't'à. o6p1tOV, O't'' oùxÉ't'� y<Xtr't'Ép<X 1tdi}w,


ovi}<X't'!l X<XL xo(pwv cl\l't'!l 't'�i}EL 't'EJ.laXT)'
oùoÈ yà.p Épyo1t6vo�cr� J.l.E't'à. tr't'axuv OJ.l�poc; èix<X�po�
XPTJC"LJ.l.O�, où V<X1h<X�� Év À.�J.l.Év� �Écpupo�.
LIBRO UNDICESIMO 473

C a l i ie tere Il corno

Uno che senza comprarla si trova la grassa pasciona


ha nella moglie un corno d'Amaltea.

6 Callic tere Ménag�

Sposa un povero? Lotta canina le nozze - una rissa,


ingiurie, botte, danni, guai, processi .

7 N i c a rco L'infedeltà

Sbattere sempre una donna, la stessa, non è, Caridemo,


un'autentica gioia per nessuno.
B la natura che pomicia sempre, cangia di pelle,
cerca l'inganno con la fica altrui.

8 N i ca rco I doni

Non mi recare su stele di pietra né unguenti né serti,


non accendere roghi ! Spesa vana.
Recami doni, me vivo, se vuoi : se le ceneri inebri
non fai che fango : il morto non berrà.

9 Leonida Fuori tempo

No, dopo cena - ché piu non mi segue lo stomaco - te t te


non m'imbandire e trance di suino :
ai contadini, raccolte le messi, non serve la pioggia,
né la brezza ai marittimi nel porto.
ANTOLOGIA PALATINA 474

IO A o v x <À. : U o v

Tòv "t"Ou omtvap!ou \IOIJ.0\1 otOCI"t"E' cniiJ.Epov uiJ.&c;,


AuÀ.E, xaÀ.w xawotc; o6yiJ.CIO'L O'UIJ.1tOcr!ou.
Ov IJ.EÀ.01tOLÒc; ÈpEt XCI"t"CIXELIJ.EVOc;, o\hE 1tCipÉ!;ELc;
oufr' it!;ELc; CIÙ"t"Òc; 1tpciyiJ.IX"t"C1 YPCIIJ.IJ.CI"t"LXci.

II T o u a v -r o u

Ovx t\OEL\1 O'E "t"pay�o6v, 'E1t!XpC1"t"Ec;, OVOÈ xopaÙÀ.Tj\1,


oùo' G.).).' OVOÈ\1 oÀ.wc;, W\1 xopòv EO'"t"L\1 EXEL\1'
Ò:À.À.' ÈxciÀ.OU\1 O'E IJ-6\I0\1' crù o ' EXW\l xopÒ\1 otxofrE\1 llXELc;
OPXTJO'"t"W\1, CIV"t"Oi:c; 1tci\l"t"C1 OLOoùc; o1t!crw.
' E! o' oihw "t""U "t"' Ècr"t"!, crù "t"OÙc; oovÀ.ouc; XCI"t"ciXÀ.L\10\1'
TJIJ.Ei:c; o' CIU "t"OV"t"OLc; 1tpÒc; 1tOOac; ÈPXOIJ.EfrCI.

I2 ' A ).. x a l o v

Otvoc; xat KÉv"t"aupov, 'E1t!xpa"t"Ec;, oùxt crÈ IJ.Ouvov


wÀ.EcrEv i}o' Èpa"t"i}v Ka).).!ou i}À.Lx!T}v .
"Onwc; o!voxcipwv ò IJ.OV6IJ.IJ.CI"t"oc;, t;) crù "t"ciXLCT"t"a
"t"'Ì)\1 av"t"'Ì)V 1tÉIJ.IJiaLc; Èl; 'A!oEw 1tp61toO'L\I.

IJ ' A � 1.n a v o u

'Hwc; Èl; i)ouc; 1tC1PC11tÉIJ.1tE"t"C1L, Eh' ciiJ.EÀ.OÙ\I"t"W\1


'JÌIJ.W\1 Èl;a!qJVT}c; ill;EL Ò 1tOp(jlÙpEoc;,
XCIL "t"oùc; IJ.ÈV "t"i)l;ac;, "t"oùc; o' Ò1t"t"'Ìjcrac;, Èv!ouc; OÈ
cpucri)crac;, fl!;EL 1tciv"t"ac; Èc; E\1 �cipafrpov.

I4 T o u a v -r o u

'ExfrÈc; bt !;Ev!av xÀ.TJfrdc;, i:in xaLpèc; v1tvou IJ.CL,


"t"VÀ.TI È1tEÙ(vi)T}\I ropy6voc; il NLO�T}c;,
LIBRO UNDICES IMO 47 5

IO Luci i l i o Divieti

Delle cenette, l'usanza v'è nota. V 'invito per oggi,


Aula, a banchetto con regole nuove:
non parleranno a mensa poeti, né avrai né darai
noia con la grammatica tu stesso.

II Luci! l io l parassiti

Non ti sapevo trageda, virtuoso di flauto o comunque


persona a cui spettasse un coro, Epkrate.
Io t'ho invitato da solo, ma un coro che balla ti porti
e gli passi ogni cibo per didietro.
5 Se cosi è, sul triclinio fa' stendere i servi, e noialtri
ci metteremo ai loro piedi, là.

I2 Alceo (di Messene) Brindisi

'Anche il Centauro fu perso dal vino' né vittima fosti


soltanto tu col vago Callia, Epkrate.
Proprio un beone di morte quel guercio : dall'Ade tu brinda
al compiersi, per lui, d 'eguale sorte!

A m m i ano La /ine

Seguono aurore ad aurore, finché spensierati, d'un tratto,


ci coglierà la livida parvenza :
gli uni struggendo, gli altri bruciando, taluni gonfiando,
tutti a un baratro solo porterà.

A rn m i a n o Il letto

Ieri, invitato in casa d'un ospite, all'ora del sonno


ebbi un letto di Gorgone o di Niobe,
ANTOLOGIA PALATINA

i)v o vode; Vq>T}\IE\1' &:'!tÉ7tpLO"E o' i) 1tEÀ.EXlJO"O:c;


Èx 't"W\1 À.a:'t"OIJ.LWV llYO:YEV dc; 't"à. IIp6xÀ.ov.
, 'Eç Tjc;, Et l-L'lÌ i>a.'t"'t"0\1 È7tT}yÉpl)T}v, IIp6xÀ.oc; &v IJ.OL
't"'IÌ\1 't"VÀ.T}\1 O"'t"lJÀ.T}\1 i1 cropòv dpylicra:'t"o.

Et IJ.ÈV 't"OÙc; &:1tò Ci.À.q>a: 1-1.6vovc; xÉxptxa:c; xa:'t"OpvcrcrEtv,


AovxtE, �ovÀ.Ev't"lic;, xa:t 't"òv &:oEÀ.q>òv EXEtc;·
d o', 01tEP EvÀ.oy6v ÈO"'t"L, XO:'t"à. O"'t"OLXEL0\1 OOEVELc;,
llOT} crot 7tpOÀ.Éyw, '!lptyÉvT}c; À.ÉYOIJ.O:L.

16 ( T o il Cl 1 h o il )

KvÀ.À.oc; xa:t AEvpoc;, ovo E>Ecrcra:À.ot ÈYXEO"tiJ.wpot·


KvÀ.À.oc; o' Éx 't"OV't"W\1 ÈYXEO"LIJ.Wp6't"Epoc;.

17 N L x lt p x o u

"'Hv �'t"Éq>a:voc; 7t't"wxòc; XTJ7tEvc; l)' éi.1-1.a:· vvv oÈ 1tpox6�a:c;


7tÀ.ov't"Ei:, xa:t yEyÉvT}'t"' EMù <l>tÀ.ocr't"Éq>a:voc;,
't"Écrcra:pa: 't"<{j 7tpW't"l!-J �'t"Eq>livl!) xa:À.à. ypliiJ.IJ.O:'t"O: 7tpocrl)Etc;·
EO"'t"O:L o' dc; wpa:c; '17t1tOXpO:'t"L1tmlioT}c;,
, i1 otà. 't"Ì)v cr7ta:'t"liÀ.T}v �towcrto7tT}ya:v6owpoc;·
E\1 o' &:yopa:VOIJ.(4J 1t0:\l't"L 1-l.É\IEt �'t"Éq>a:voc;.

I8 T o il Cl v 't o u

Ovx Èv ya:cr't"pt À.a:�ovcra: <l>tÀ.a:Cvtov 'HÀ.toowpl!-J


l)lj).Et0:\1 't"(X't"Et 1tO:LO' 0:7tÒ 'tO:V'tOIJ.!i'tOV.
Tov o' È1tL l)T}À.dn À.V1tOV1J.Évov, Eç Ota:À.d7tEt
lliJ.O:'t"O:, xa:t 'tLX'tEW éi.pO"E\10: 1ta:i:o' Eq>O:'t"O .
, oo..wc; Bov�a:cr't"tc; xa:'ta:À.VE't"a:v Ei. yà.p Èxlicr'tTJ
'tÉçEut wc; O:V'tlJ, 't"(c; l)EOV ÈO"'tL À.6yoc;;
LIBRO UNDICES IMO 477

non tessuto, bensi con la sega o la scure tagliato


dalle latòmie e tratto là, da Proclo.
, Se non mi fossi svegliato ben presto, quel Proclo m'avrebbe
fatto del letto un cataletto o un cippo.

15 Ammiano L'al/a � l'omegtJ

Lucio, se i soli buleuti sotterri il cui nome comincia


per alfa, H c'è Adelfo ( tuo fratello).
Ma, se secondo alfabeto procedi (ed è logico), sappi
che Origene è il mio nome - con l' omega.

16 A m m i a no Ammazzasette

Cillo e Leuro son qui - matamori tessalici entrambi -:


d'essi il piu matto matamoro è Cillo .

N i c arco Cambio di nome

Stefano fu giardiniere pitocco. Ha fatto carriera,


è ricco, e adesso è Stefano de Stefani :
al nudo nome di prima s'è aggiunto un illustre casato.
Cavalcante sarà de' Cavalcanti,
, o, debosciato com'è, diverrà Graziadio de' Finocchi :
ma per tutti, ai Mercati, è sempre Stefano.

18 N i c a rco Parti

lngravidata Filenio non fu, ma una figlia regala,


femmina, ad Eliodoro, Dio sa come.
Ma della femmina lui si dispiace. Passati sei giorni,
'ha generato un figlio maschio' - dice.
' In pensione Bubasti ! Se figliano tutte le donne
cosi, chi fa piu conto della dea?
ANTOLOGIA PALATINA

Kat 1ttE vuv xat Epa, àa(J.6xpa·m;· ou yà.p Èç ai.d


1tLO(J.Ei}' ouo' ai.d 1taLCTL O'U'II EO'O'O(J.Ei}a.
Kat O''t'E<pocvoLç XE<paÀ.à.ç 1tuxaa-w(J.Ei}a xat (.J.upla-w(.J.E'\1
au't'ovç, 1tptv 't'V(J.�oLç 't'aU't'a <pÉpEL'II É't'Épouç.
, N uv Èv È(J.ot 1tLÉ't'w (J.É&u 't'Ò 1tÀ.Éov òa-'t'Éa 't'à.(J.ci·
'\IEXpà. OÈ àEuxaÀ.ttù'\1 au't'à xa't'axÀ.uO'à.'t'w ..

<l>EvyEi}' oa-oL Mxxaç iì À.o<pvloaç iì xa(J.aa-i'jvaç


Q.oE't'E, 1tOLTJ'tW'II <pUÀ.0'\1 cixavi}oÀ.Òywv,
ot 't ' È1tÉwv xÒO'(.J.0'\1 À.EÀ.uyLO'(.J.É'II0'\1 à.a-xl]a-av'tEç,
XPTJ'IITjç Èç LEpi'jç 1tt'IIE 'tE À.L'tÒ'\1 vowp.
' l:Tj(.J.EP0'\1 'ApXLÀÒXOLO xat èipO'E'IIOç Tj(J.ap 'O(J.l)pou
0'1tÉ'II OO(J.E'II ' 6 XPTJ't''lÌP ov OÉXEi}' vopo1tÒ'taç.

2I l: 't p d 't W V O ç

IIp0TJv 't''lÌ'II a-avpav 'Aycii}wv poooocix'tuÀ.ov ELXE'II '


'\IU'\1 o ' au'ti)'ll ilOTJ xat p0001tTJXU'II EXEL.

22 T o ij a V 't o G

"Ea-'tL àpcixwv 'tLç E<pTJ�oç èiyav xaÀ.Òç· àÀ.À.à opcixwv wv,


1twç Ei.ç 't'lÌ'li 'tpwyÀ.TJ'II èi.À.À.ov o<pLv OÉXE'taL;

·nxv(J.op6v (J.E À.ÉyouO'L oal](J.O'II Eç OC'IIÉpEç èi.O''tptù'll '


EL(J.L (J.É'II , ci).).' ou (J.OL 'tOU'tO, l:ÉÀ.EUXE, (J.ÉÀEL.
Ei.ç 'Al.OTJ'II (J.ta 1t1iO'L xa'tal.�aa-Lç· d oÈ 't'axl.wv
TJ(J.E'tÉPTJ, M lvw Ma-a-cv È1to\ji6(J.Ei}a.
LIBRO UND I CE S IMO 4 79

19 Stratone Prima del diluvio

Bevi, Damòcrate, e ama ! Poiché non berremo per sempre,


, . . . .

ne col ragazz1 c1 umremo sempre.


Via, cingiamo corone, spalmiamoci tutti d'unguenti,
prima ch'altri ne adorni i nostri avelli.
, Ora quest'ossa mie mi s'intridano tutte di vino,
Deucalione le inondi dopo morte !

20 Anti patro d i Tessalonica Poetica

Via, cantori di faci, di clàmidi, di camaseni,


genia di va ti in cerca di bellurie,
che, di snervati ornamenti verbali solleciti, un'acqua
sciapa sorbite dalla fonte sacra.
, Oggi libiamo alla festa d'Archiloco, a quella d'Omero
virile. Esclusi i bevitori d'acqua.

21 S t r a t on e La lucertola

Fu la lucertola breve che aveva Agatone un rosato


dito: ce l'ha come un rosato braccio.

22 S tra t o n e Il buco

Drago è uno splendido efebo ; ma drago qual è, come mai


nel suo buco riceve un altro serpe?

23 A n t i p a t ro ( d i T e s s a l o n i c a ) La via

Gente esperta di stelle 'di vita breve' mi dice:


Seleuco, lo sarò, ma me n'infischio.
È la calata nell'Ade per tutti una sola: piu svelta
sarà la mia? Vedrò prima Minasse.
ANTOLOGIA PALATINA

' IHVWIJ.EV" xa:l ol} yà.p É"ti}"tUIJ.OV Etc; 6oòv (1t1tOc;


o!voc;, É1tEl 1tEsoi:c; à."tpa:1tòc; Etc; 'A(oT}v.

24 T o ii 11 v -r o ii

...n 'E)..�xwv Bo�w"tt, uù IJ.ÉV 1tO"tE 1tOÀ.À.ax�c; vowp


EvE1tÈc; tx 1tT}yÉwv [�À.uua:c; 'Hu�òoc.p·
vvv o' iJIJ.LV [i)' 6 xovpoc; 61J.WWIJ.oc; Avuova: Baxxov
otvoxoEi: xpi}vT}c; � &:IJ.EP�IJ.VO"ttpT)c; .
' BouÀ.OLIJ.T}V o ' a.v [ywyE 1t�ELV 1ta:pà. "tOVOE XV1tEÀ.À.ov
(v 1-16vov, i] 1ta:pà. uEv xt)..�a: IIT}ya:utooc;.

25 ' A 1t o ì.ì.wv l 6 o u

·y7tVWE�c;. W"t!ILpE· "tÒ OÈ uxvq>oc; (lV"tÒ �o� UE"


« "EypEo, IJ.'Ì) "tÉp1tOU IJ.O�p�OLTI IJ.EÀ.É"tTI ».

Mi} q>dO"'l, a�òowpE· À.a�poc; o ' dc; BO:xxov ÒÀ.�uilwv,


iixp�c; É1tt crq>a:À.Epov swpo1t6u� yòva:"toc;.
, "EcrcrEil', ()"t' OV mÒIJ.ECTila:, 1toÀ.Ùc; 1tOÀ.Vc;· Q:}.}.' iiy' É1tdyou·
i) cruvE"t'Ì) xpo"taq>wv èi1t"tE"ta:� TJIJ.E"tÉpwv.

26 ' A p y t v 1: 11 p lo u

:Eq>aÀ.À.OIJ.!l� axpi}"tc.p IJ.EIJ.EilUCTJJ.ÉVoc;· aÀ.À.à. "tic; !Ìpa:


crwcrE� 1-1 ' Éx BpoiJ.iou yui:a: cra:À.EUOIJ.EVOV;
'ne; éio�XOV ilEÒV Eupov, oilovVEXEV !lV"tÒc; ÉyW CTÉ,
B<ixxE, q>Épwv v1tò crov "TiiiJ.1ta:À.� 1ta:pq>Épo1J.a:�.

:EuppÉV"tOU "tPT}XEL!l iJ.UPL1tVOE, xa:i:pE, XOVLT},


xa:t IloÀ.À.EV"tLVWV )'!lL!l iJ.EÀ�XPO"ta"tT},
'Acr"ti} i)' i) "tp�1tÒilT}"toc; O:q>' Tjc; �POIJ.�WOE!1 1tT)À.ÒV
cpvpT}cra:v B<ixxc.p "TP�suyÉEc; XO:p�"TEc;,
LIBRO UNDICESIMO

, Su, beviamo! Cavallo per strada infallibile il vino;


scabra la via per chi discende a piedi.

24 A n tipatro d i Tessalonica Copp�

Spesso, Elicona, montagna beotica, garrula linfa


per Esiodo sgorgò dalle tue fonti.
Ora un omonimo tuo, quel ragazzo, un italico vino
da fontana piu immemore ci versa.
, Voglio una coppa soltanto da lui, piuttosto che mille
da te, fontana pegasea, sorbire!

25 Apollonida Urgenza

Dormi, compagno. Ma ecco, la coppa gridando ti dice:


« Sveglia! A fatali cure non indulgere! »
Niente grettezza, Diodoro! Concediti a Bacco, di furia,
bevilo puro, fino a vacillare.
, Lungo, lunghissimo il tempo che piu non berremo. Fa' presto!
Maturità ci sfiora già le tempie.

M arco A r g e n t a r i o L'ebbro

lo vacillo, briaco di vino : chi c'è che mi salvi,


con le mie membra tremule per Bròmio?
Ingiustizia divina! È il colmo: Bacco, ti porto,
e tu trasporti, per converso, me.

M a c e d o n i o d i Tess a l o n i c a L'argilla

Salve a te, di Sorrento fragrante polvere scabra,


soave suolo di Pollenza, a te,
Asti bramata, a te. Ché la bacchica argilla per Bròmio
le tre Grazie impastarono di qui,
17
ANTOLOGIA P A L ATINA

' 7tÀ.ou-.ou XCIL 7tEVLTJ<; xowòv X't"ÉCip· o!ç !J.ÈV avciyxTj<;


CTXEuoc;, -.oi:c; OÈ 'tpucpijc; xpijcr� 7tEp�crcro't" ÉpTJ.

28 ' A p y t v 't o: p l o u

IlÉv't"E l)Civwv xdcrn xa•Éxwv 7t60CI<;, oùoÈ . � 't"Ep7tv�


swijç oùo. CIÙy�ç O�ECI� i}EÀ.Lou·
WCT't"E À.CI�W\1 Bcixxou swpòv OÉ7tCI<; EhE YEYTJllwç,
K[yx�E, XCIÀ.MCT't"Tj\1 ayx�ç EXW\1 èf.).oxov.
' m OÉ ero� allCivli'tou CTO(j)LTJ<; v6oç, \:cri)� KÀ.EcivllTjç
XCIL Zi}vwv 'ALOTJ\1 'tÒ\1 �Cii)ùv wc; EIJ.OÀ.0\1 .

IlÉ!J.7tE, xliÀ.E�· 1tcin' Ècr•tv ho�IJ.a. ero�· i')v oÉ 't�ç (Mn,


't L 7tPTJSE�<;; l:CIU't"Q oòc; Myov, Aù'té!J.E00\1.
Ai.hTJ y�p cr�crcipou À.CiyCipW'tÉPTJ 7tptv aXCIIJ.7tTJ<;
swcrCI, \IEXp� IJ.TJPW\1 7tiiCTCI OÉOUXE\1 ECTW.
, Ilé).).' È1tL crot yEÀ.acroucrw, avap!J.EVO<; &v 7tCIPCIBci).).TI
7tÀ.WELV, 'tlJV XW7tTJV IJ.TJXÉ't' EXWV ÉpÉ'tou.

·o 7tptv Èyw xe1t 7tÉv't"E xe1t ÈwÉCI, vuv, 'AcppooL'tTJ,


EV !J.6À.�ç Èx 7tpW't"TJ<; vux't"Òç Èç i}ÉÀ.�ov,
OLIJ.O� txCit 'tOU't't XCI't� BPCIXU' 7tOÀ.À.cix� o ' i)OTJ
TJIJ.�llCivÈc; wiJcrxEL' "t"OU't"O "t"Ò TEp!J.Ép�0\1.
, ..n yij pCiç, yij pCic;, 'tL 1toll ' vcr't"Epov, i')v cicpLXTJCI�,
r.o�i)crELc;, c'tE vuv woE IJ.CIPCIWé!J.Ei)CI;

JI 'Av't , r. l h p o u ( 9 t i7 17 <1 ÀovLxtwç)

Ov IJ.O� IIÀ.TJLOCOW\1 q>O�EPTJ oucr�c;, OUOÈ l)CI).cicrCTTjç


wpuov CT't"U(j)EÀ.Q XUIJ.Cl T.Ept crxor.ÉÀ.�,
L I B RO UNDICES IMO

, bene di poveri e ricchi - stoviglie d'uso primario


agli uni, oggetti di gran lusso agli altri.

M a r co A r g e n t a r i o Carpe diem

Occuperai cinque piedi di terra da morto, né gioia


vedrai di vita né raggio di sole.
Prendi una coppa di vino purissimo e bevi felice,
stringendo, Quinzio, una compagna splendida.
, Pensi all'eterna sapienza? Ricorda ! Cleante e Zenone
in fondo all'Ade scesero anche loro.

29 A u tomedon t e L'arnese

Manda! Chiama! Ecco qua : tutto pronto. E se quella t'arriva,


che fai? Renditi conto, Automedonte.
Moscio piu della bieta, l'arnese, da rigido e vivo,
è morto e sta imbucato fra le cosce.
, Grandi risate di te si faranno, se affronti la rotta
in disarmo, se il remo non ce l 'hai .

Filodemo Impotenza

Erano cinque, nove le volte, Afrodite . . . Oramai


una si e no, da prima sera all'alba,
ah, brevissima anch'essa. Sovente, di già tramortito,
muore: è il guaio termèrio che mi tocca.
' Ah vecchiaia, vecchiaia, venendo, che mai ci farai,
se siamo già cosi sciupati adesso?

31 A n t i p a t ro d i Tessalonica Paure

Io né le Pleiadi occidue pavento, né l'urlo dell'onda


marina attorno alle scogliere dure
ANTOLOGIA PALATINA

ovo ' O't"rL\1 aO"'t"pa1t't"TI (J.ÉyrLc; ovprLv6c;, wc; XrLXÒV ri.vOprL


't"rLp�w XrLL IJ.V�W\1 (J.\Ii)(J.OVrLc; uopo1t6uc;.

32 ' O v t CT 'I" O U

MovO"T)c; vov�EO"t11 v qnÀ.o1trLty(J.ovoc; EvpE't"o Baxxoc;,


w ILxvwv, Èv O"oÌ. XWIJ.OV ri.ywv XrLpL't"wv·
oi) yO:p EÀ.Eyxov EXEL yÀ.vxEpw't"rL't"ov, (v 't"E yÉÀ.W't"L
XÉV't"pov· XW (J.E�VW\1 aO"'t"ÒV ÈO"Wcpp6VLO"EV.

33 cJ> t).. b t Tt O U

Aa�pL0\1 Ép1tT)O"'t'Ì")\I O"XOÀ.LÒ\1 1t60a., XLO"O"É, xopEVO"rLc;,


ri.yxELc; 't"'Ì]V Bpo(J.tOV �O't"pU01trLLOrL xapw·
OEO"(J.ELc; o . ovx i}(J.iic;, oÀ.ÉxELc; OÈ O"É' 'tte; yO:p EÀ.OL't" O
XLO"O"Ò\1 È1tL xpo't"acpoLc;, !J.'Ìl XEpaO"a.c; BpOIJ.LOV;

AEVxotvovc; 1taÀ.L oi) xrLt �aÀ.IJ.rL't"a. xrLt 1taÀ.L Xtovc;


otvovc; xrLt 1taÀ.L oi) O"(J.vpva.v EXELV IuptT)\1
XrLÌ. miÀ.L XW(J.ctSELV XrLÌ. EXELV 1taÀ.L OL�ctOrL 1t6pVT)V
ovx È�ÉÀ.w· (J.LO"W 'trLihrL 't"èL 1tpòc; (J.rLVtT)\1.
, •AÀ.À.a 1-LE vrLpxtO"O"oLc; civrLoi)O"rL't"E xrLL 1tÀ.rLYLrLvÀ.wv
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yEvO"a.'t"E xa.L xpoxL\IOLc; XPLO"rL't"E yvLrL (J.vpoLc;
xa.t ML-.vÀ.T)VrLLf.t.l 't"Òv 1t\IEV!-10VrL 't"Éyl;a.u Bci:xxf.t.l,
xa.t CTVSEV!;a.'t"É (J.OL cpWÀ.aOa. 1ta.p�EVLXi)V.

35 Tov cx u 'l" o v

Kpci:1-1�11v 'Ap't"E!-ltOwpoc;, 'AptO"upxoc; OÈ -.apLxov,


�OÀ.�LO"Xovc; o' TJ(J.L\1 OWXE\1 'Ai)T)vrLy6pa.c;,
i}r.!i't"Lov cl>LÀ.60T)IJ.oc;, 'A1toÀ.À.ocpav11c; oÈ ouo IJ.viic;
XOLpdov, xa.t -rpE'Lc; i)O"a.v ci'lt' ÈX�Èc; E't"L.
LIBRO UNDICES IMO

né le saette del cielo, cosi come temo un malvagio


o, di chi beve acqua, la memoria.

O n es t o Castigai ridendo mores

Bacco trovò della M usa giocosa la vena morale


quando le Grazie in te guidò, Sicione.
Piena è cosi di dolcezza la critica, ed è il pungiglione
nel riso, e l 'ebbro inculca la saggezza.

33 Filippo L'edera e il vino

Edera, danzi con torti viticci furtivi rampanti,


s trozzando la vinosa grazia bacchica.
Ma non ci leghi, e te stessa rovini: chi d'edera cinge,
senza mescere Bròmio, le sue tempie?

34 F i lodemo La nausea e il gusto

Viole ancora e accordi di cetra, ancora quei vini


di Chio, quella siriaca mirra ancora,
fare ancora baldoria, tenersi una spugna d'etèra . . .
no! 'ste cose da pazzi le detesto.
' Serti, per me, di narciso ! Sapore di flauti trasversi,
un'essenza di croco sulle membra
datemi, e vino di Lesbo mi bagni le viscere, e a letto
una ragazza casalinga voglio!

35 Filodemo Pic-nic

Artemidoro ci ha dato dei cavoli, aringhe Aristarco,


cipolline Atenàgora, foie gras
Filodemo, due mine di porco Apollòfane, inoltre
da ieri ne avanzavano altre tre.
ANTOLOGIA PA LATINA

, X�ov xoct cr-rEq>civovc; xoct crci!l�CJ.ÀCJ. xoct !lVPOV 'IÌ!l�V


).. ci11�ocvE, 1toc�· oExci-rTJc; Evi)ù M)..w 1tocpciyELv.

'Hv�XCJ. !lÈV XCJ.ÀÒc; Tjc;, 'ApXÉCT'tpCJ.'tE, Xci!lq>t 1tCJ.PELCJ.�ç


otvw1toc�c; �vxtic; Eq>ÀEyEc; i}Li)Éwv,
'IÌ!l E'tÉpT]c; q>LÀ�T]c; ovodc; Myoc;· ciUti !lE't' èi.Uwv
1tCJ.�SWV, 'tTJV ciX!lTJV Wç pOOOV 'JÌq>ciVLCTCJ.c;.
' ·ne; o' Èm7tEpxcisELc; !lLCJ.PTI 'tPLX�. vvv q>�Àov EÀXWV,
'tTJV XCJ.Àci!lT]V OWPTI, OoÙç È'tÉpOLç 'tÒ i)Époç.

37 ' A v n ,-; &. -r p o u ( E> E CT C" Il k O \I L X É w ç )

"HoTJ -roL q>i)Lv61twpov, 'E1t�XÀEEç, Èx oÈ Bow-rov


swvT]c; 'Apx-rovpov ÀCJ.!l1tpòv èipwpE crÉÀocc;·
i)OTJ xoct cr-rocq>vÀoct OpE7tcivT]c; È1tL!lL!lviJcrxov-rocL,
XCJ.� 'tLc; XEL!lEPLVTJV ci!lq>EpÉq>EL XCJ.ÀV�T]V.
' l:ot o' OV'tE XÀCJ.�VT]c; i)EP!lTJ xpoxùc; OV'tE XL'twvoc;
Evoov· ci1tocrxÀTJITTI o ' cicr-rÉpoc !lE!lq>O!lEvoc;.

'H 1t-rwxwv XCJ.P�Ecrcroc 1tCJ.V01tÀ�TJ cip-roÀciyvvoc;


CJ.V'tT], xoct OpocrEpWV Èìt 1tE'tciÀwv cr-rÉq>CJ.voc;,
xoct -rov-ro q>i)L!lÉVoLo 1tpocicr-rLov tEpÒv òcr-rEvv
ÈyxEq>ciÀov, �vxiic; q>povpLov cixp6-roc-rov.
, « II�vE » ÀÉyEL -rò y ÀV!l!lCJ. « xoct Ecri)LE xoct r.Ep�xncro
èi.vi)Eoc· 'tOLOV'tOL j'LVO!lEi)' Èl;CJ.1t�VT]c;».

39 M m x ;, o o v l o u 8 E cr cr m }. o v L x É w ç

'Exi)Éç !lOL crvvÉmvE yvvl}, 1tEpt Tjc; Myoc; EppEL


ovx vyLl}c;. rroc�oEc;, ì}pocvcroc-rE -rtic; xvÀLxocc;.
LIBRO UNDI CES IMO

� Vino, corone, babbucce, profumi - da prendere è questo,


ragazzo. Si va in tavola alle cinque.

Filippo La paglia

Finch'eri bello e le gote vermiglie bruciavano i cuori


dei giovinetti, Archèstrato, di me
nessun conto facevi. Nei giochi d'amore con altri,
come rosa sciupasti il tuo rigoglio.
� Ora, nerastro di sconce pelurie, ti cerchi un amante,
ma doni paglia : d'altri fu la spiga.

37 A n t i p a tro d i Tessalonica Il freddo

:bpicle, siamo all'autunno: l 'abbaglio lucente d'Arturo


è sorto già dal cinto di Boote.
Del falcetto oramai si sovvengono i graspi, e taluno
già la capanna per l'inverno copre.
, Bioccoli caldi di manti non hai né di tuniche in casa:
avvizzirai, maledicendo l 'astro.

P o l e m o n e re Memento

Eccola qui, la graziosa panòplia dei poveri : pane


e fiasca, e un serto di fogliette fresche,
e quel teschio che fu d 'un cervello la sacra ridotta,
baluardo d'un'anima supremo.
' «Mangia e bevi - proclama la seri tta - ricinto di fiori :
diventiamo cosi, tutto d'un tratto>> .

39 Macedonia di Tessalonica L'alone

Ieri una donna ha bevuto con me, d'un alone malsano


cinta. Rompete quelle coppe, servi!
ANTOLOGIA PALATINA

40 'Avn <T 't lou

Evf-LÉVEOc; KÀ.E001jf-LO<; E"t'L �pctxvc;, à.À.À.!Ì xopEUEL


aùv 1tcttatv �ctt{!) fJ.Lxpòc; t't' E.v lhà.a�·
T}vi.OE XctL a"t'LX"t'OLO Oopi)v E.swact"t'O VE�pou
xctt adEL l;ctvlHic; xtaaòv Ù1tÈp XEq>ctÀ.fjc;.
, .,.flvct aU f-LLV KctOf-LELE "t'i.ilEL fJ.ÉYClV, wc; /iv Ò fJ.Ua"t'1}c;
ò �pctxùc; T}�T}"t'ctc; ctùihc; èiyot lltà.aovc;.

'E1t"t'!Ì "t'PL1]X6V"t'ECTCTLV È1tÉPXOV"t'ctL À.vxci.�ctV"t'E<;,


ilo1J f-LOL �L6"t'ov crxts6f-LEVctL crEÀ.i.oEc;·
i]o1} XClL À.Evxcti. f-LE Xct"t'ctCT1tdpovcrw tilELpctL,
Ec:r.vlli.1t1t1], avvE"t'fjc; èiyyEÀ.OL TjÀ.txi.1]c;.
, 'A}.}.' E't t f-LOL \jictÀ.fJ.6c; "t'E À.à.À.oc; XWfJ.Oi. "t'E f-LÉÀ.ov"t'ctL,
xctt 1tup à.1tÀ.T}cr"t'� "t'uq>E"t'' Èvt xpctoi.n.
Av"t'i)V Ò:À.À.!Ì "t'ci.XLCT"t'C( xopwvi.oct ypci.\jict"t'E, MouCTctL,
"t'ctU"t'1]V iJfJ.E"t'Ép1]c;, 0ECT1tO"t'LOEc;, f-LctVi.1]c;.

42 K p <�� a. y o p o u

Ei. Mi. crot Éopcti:oc; ò:d �i.oc;, ovoÈ MÀ.ctcrcrc:r.v


E1tÀ.wc;, XEpcrc:r.i.ctc; 't' oùx È1tci."t'1Jcrctc; éoouc;,
Ef-L7t1}<; KExpo1ti.1]c; È1tL�TJf-LEVctL, ocpp' &.v ÈxdvClc;
Ai)f-L1]"t'poc; fJ.EyaÀ.1}c; vuxuc; tonc; tEpwv,
' "t'WV èi1to xò:v swoi:crw Ò:X1]0Éct, XEv"t'' &.v �X1JCIL
Èc; 7tÀ.E6vwv, tl;ELc; ilvf-LÒV ÈÀ.ctcppé"t'Epov.

43 Z w v ci

Aéç f-LOL "t'ovx ycti.1}c; 1tE1tOV1Jf-LÉvov cioù xu1tEÀ.À.ov


<ic; YEV6f-1.1]V XctL vcp' q_ XEtCTOf-1.' !Ì1tocpi}(.fJ.EVOç.
LIBRO UNDICE S IMO

Antistio L'adepto

Piccolo è ancora Cleodemo di Èumene; e intanto, piccino,


coi bimbi danza in un coretto sacro.
Ecco, s'è cinta la pelle d'un cervo screziato, viticci
d'edera scrolla sulla testa bionda.
, Sire Cadmeo, fa' che cresca, cosi che il piccolo mista
cori d 'efebi al tempo giusto guidi.

F i l odemo Finir

A trent'anni ben sette s'aggiungono, pagine ormai


dimidiate del libro della vita;
bianchi capelli oramai mi ricoprono e sono, Santippe,
i messaggeri dell'età matura.
, Pure, mi premono ancora le garrule cetre, le feste,
cova nel cuore inappagato un fuoco.
Lei come 'Fine' scrivete sull'ultima pagina, Muse
sovrane - fine della mia follia.

Crin agora I misteri

Se sedentaria è la vita che fai, né mari solcasti


né vie calcasti sulla terraferma,
va' nell'attico suolo, rimira le celebri notti
sacre alle feste di Demetra grande:
' cuore sereno ne avrai tra i viventi e, nel di che tu giunga
nel numero dei piu, cuore piu lieve.

43 Zona La materia

Dammi la coppa soave che fu nell'argilla compiuta


donde nacqui, ove morto giacerò.
ANTOLOGIA PALATINA 49 0

44 ol> t' >. o S iu• o u

AvpLov dc; À.vniv r:rE xa.À.Lcioa., cpLÀ."t'a."t'E IIdr:rw·�.


È� Èv ci"t'T} c; EÀ.xEL (..LOvr:rocpLÀ.T) c; Éupoc;,
dxcioa. OEL'ltVLSWV ÈVLa.VIJ'LOV' d o ' ci7tOÀ.EL�EL<;
ovi)a."t'a. xa.t BpO(..LLOV XLO)'EVTj 7tp07tOIJ'W,
, ciÀ.À.' hci pove; o�n 1ta.va.À.T}i)Éa.c;, ciÀ.À.' Èmx:xoviJ'l)
<l>a.vr'jxwv ya.LT}<; 'ltOVÀ.Ù (..LEÀ.LXPO"t'Epa.·
iìv oÉ 7tO"t'E IJ'"t'pÉijlnc; xa.t Èc; TJ(..LÉa.c; o(..Lp.a."t'a., IIdr:rwv,
èi�o(..LEV Èx À.L•Tic; dxcio a. mo"t'ÉpT}v.

45 ' O v É a -r o u

A1hoi)EÀ.i)c; f}OLIJ'"t'O<; cid 'lto-.oc;· o c; O É x' civciyxn.


ù�pLIJ'"t'TJ<; oi:v� 't ' Èr:r"t't xa.t otvo'lto"t'TI'
"t'ÒV (..LÈV ycip ya.LTI 7tpOXÉEL xpvcpa.· "t'ÒV o ' Ùr.Ò ya.LTI
r.oÀ.À.ciXL 7tpÒc; Ai}i)T}c; 'ilya.yE mxpòv uowp.
' IIovÀ.V(..LEi)Ei:c; xa.LpOL"t'E' "t'Ò o ' 07t'ltOIJ'OV i)où r.oi)Tjva.L,
l , ' , , ' ,
(..LE"t'pOV E(..LOL 'lta.IJ'T}<; a.pXLOV EVcppOIJ'VVT}<;.

"Avi)pw7tOL odÀ.T}c;, éi"t'E 'ltLVO(..LEV' iìv OÈ yÉVT}"t'a.L


opi)poc;, È1t' ciÀ.À.i}À.ovc; i}TjpEc; ÈyELPO(..LEI)a..

47 [ ' A v a x p É o v '!' o ç ]

ov (..LO L (..LÉÀ.EL (•ci) rvyEw


"t'CV I:a.poLwv èiva.x"t'oc;,
o vi)' a.LpÉEL (..LE XPVIJ'O<;,
où oÈ cpi)ovw "t'vpcivvoLc;·
, È(..Lot (..LÉÀ.EL (..LVPOLIJ'L
Xa."t'a.�pÉXELV Ùrd)VT}V'
È(..Lot (..LÉÀ.EL péOOLIJ'L
• •
Xa."t'a.IJ'"t'EcpEW Xa.pT}Va..
LIBRO UNDICESIMO 49 1

44 F i lo d e m o Invito

Verso le quattro, domani, nell'umile nido t 'invita


per la cena del venti, anniversaria,
caro Pisone, un amico diletto alle Muse; in assenza
di tettine di scrofa e di buon Chio,
, vi troverai genuini compagni, e accenti v'udrai
piu dolci che al paese dei Feaci.
E se mai tu rivolga gli sguardi, Pisone, su noi,
l 'umile festa diverrà piu ricca .

45 O n e s to Il metro

Bere se uno ne ha voglia dà gusto; per forza, è violenza


alla bevanda e al bevitore inferta:
l 'una a terra di furto si versa; l 'altro si spinge
spesso sotterra al Lete d 'acqua amara.
, Grandi beoni, salute! Ma bere fin tanto che piace
è per me d'ogni gioia la misura.

A n t i me d o n t e d i Cizico Metamorfosi

Uomini siamo la sera, bevendo ; se spunta l'aurora


ci risvegliamo belve contro belve.

47 [Anacreonte] L'importante

Di Gige, il gran sovrano


di Sardi, non m'importa,
né mi conquista l 'oro,
chi regna non l 'invidio.
' Importa a me bagnare
i baffi miei d'unguenti,
importa a me la testa
di rose incoronare.
ANTOLOGIA PALATINA 492

Tò C"TUJ.Epov IJ.H.E� 110�·


1o '"tÒ o ' eti.ip�ov '"tLç OLOEV;

Tòv èipyupov '"tOpEuC'etç,


"llq>et�C''"tÉ, IJ.O� 7t0�TJC'OV
7tCtV07tÀ.�CtV !J.ÈV OUX�.
7tO'"ti}p�ov OÈ xoi:À.ov
' OC'OV ouvn (3cii}uvov.
Ilo�EL oÉ 1-10� xet'"t' a1hou
1-1iJo' èiC"'"tpet 1-1iJ o ' a!J.ciçaç,
IJ."IÌ C''"tuyvòv '!lp�wvet,
ci)..).. ' ci!J.7tÉÀ.ouç xÀ.owC"aç
10 xat (36'"tpuaç yEÀ.wv'"taç
C"ÙV ...� xaÀ.� Aua�<p.

49 E u i) v o u

Bcixxou !J.É'"tpov èip�C"'"tov, O IJ."IÌ 1toÀ.Ù IJ.TJO' ÈÀ.cix�C"'"tov·


EC''"t� yèt.p iì M1tTJç aì:'"t�oç iì IJ.rL"V�TJç.
Xa�pn x�pvci!J.Evoç oÈ '"tp�C"tv Nu!J.q>a�u� ""tÉ'"tetp""toç·
'"tii!J.oç xat i}a)..ci!J.o�ç ÉO"'"tL"V È'"tO�IJ.O'"tet'"toç·
' Et OÈ 1tOÀ.Ùç 1tVEUC'E�EV, a1tÉC''"tptl1t'"t(l� !J.ÈV "Epw'"taç,
(3a1t'"t�SEL o' V1tV� ')"EL'"tOV� '"tOU i>avci'"tOU.

Euoa�!J.wv 1tpw'"tov !J.Èv é IJ.TJOEvt IJ.TJOÈv òq>dÀ.wv·


Eha o ' é 1-L"IÌ YJiiJ.aç· '"tÒ '"tp�'"t0"\1 OC''"t�ç èi1ta�ç.
"Hv oÈ IJ.avdç Yli1-1n '"t�ç. EXE� xcipw iìv xanpuçn
EMùç ""ti)v yet!J.E'"ti}v, 1tpoi:xa À.a(3wv !J.Eyci)..TJV.
' Tetv'"t' dowç C'Oq>Òç tut}�· IJ.ct'"tTJV o' 'E1t�Xoupov EtlC'OV
1tov '"tÒ XEVÒv STJ'"tELV xat '"t�VEç al IJ.OVctOEç.
LIBRO UNDICESIMO 49 3

A me dell'oggi preme :
Io chi sa cos'è il domani?

[An acreonte] Ceselli

Se tu ceselli argento,
Efesto, a me non fare
un'armatura, fammi
un concavo bicchiere,
, per quanto puoi profondo.
E sopra non ci fare
costellazioni o Carri
né quell'orrendo Orione,
ma viti verdi in fiore
Io e grappoli ridenti

col bel Liberatore.

49 E ve no Miscela

È la misura ideale nel vino né il troppo né il poco,


ché il dolore comporta o la follia.
Se come quarto si mesce con triplici Ninfe, ne gode :
è assai propizio al talamo cosf.
, Prende un aire maggiore? Declina gli amori, e sommerge
in un gran sonno prossimo alla morte.

Au tomedonte Punti /ermi

Prima d'ogni altro felice chi nulla deve a nessuno;


poi lo scapolo, e poi chi non ha figli.
Chi s'impazzisce e si sposa, se presto sotterra la moglie
prendendosi la dote, ha gran ventura.
' Limita a ciò la saggezza, lasciando che cerchi Epicuro
dov'è il vuoto o l'essenza delle monadi !
ANTOLOGIA PALATINA 4 94

5I •AOT]À.ov

Tfiç wpctç ti7t6À.ctuE· 7tctpctxiJ.tisn 't"ctxù 7ttiv't"ct·


[v �Époç Èl; Èpi.cpou 't"PT}XÙV (i}T}xE 't"ptiyov.

52 •AOT]À.OV

I1ct�Od4J, 8pctcrv�ouÀ.E, crctyT}vEu�dç {m' (pw't"�


ticr�IJ.cti.vE�ç, OEÀ.cptç wç .. �ç È1t' ctty�ctÀ.ou
XV!J.ct't"oç tiJ.dpwv· OpÉ7tctvov oÉ ero� oÙOÈ 't"Ò IIEpcrÉwç
tipxE� tX7tO't"IJ.fil;ct� OLX't"UOV (il oa.ÌEO'ct�.

5J "'Aiil]À.Ov

Tò p6oov tixiJ.IisE� �ct�òv xp6vov· i)v oÈ 7tctpÉÀ.�nç,


ST}'t"wv Eùpi)crE�ç où p6oov, ti}.}.ti �ti"tov.

54 Il a À. À. a ò ii

fT}pctÀ.ÉOV !J.E yuvct�XEç tX7tOO'XW7t't"OUO'�, À.Éyoucrct�


dç 't"Ò XtX't"07t"tpOV opéiv À.EL�ctVOV i)À.�XLT}ç.
'A}.}.' Éyw d À.Euxtiç cpopÉw "tpi.xctç Ei:'t"E !J.EÀ.cti.vctç,
oùx tiÀ.Éyw, ��6"tou 7tpÒç "tÉÀ.oç ÉPXOIJ.EVOç.
, EùéoiJ.otç OÈ !J.vpo�cr� xctt EÙ7tE"ttiÀ.o�ç O'"tEq>tivo�cr�
xctt Bpo!J.L4J 7tctvw cppov"ti.Octç tipyctÀ.Éctç.

55 Tou au"tou

Aòç mÉnv, tvct Btixxoç tX7tOO'XEOticrnE !J.EPLIJ.Vctç


èì.� tXVct�Ep!J.ctLVWV �UXOIJ.ÉVT}V XpctOLT}V.
LIBRO UNDICES IMO 49 5

Anonimo Alterazioni

Goditi il tempo migliore, ché tutto ben presto declina :


fece un'estate d'un capretto un becco.

Anonimo La rete

Preso oramai, Trasibulo, nei lacci d'efebici amori,


boccheggi, come a riva fa il delfino
tutto smaniato di mare. La falce di Pèrseo non vale
a tagliare la rete che ti serra.

53 Anonimo Stornello

Breve rigoglio, la rosa: se passi di lungo e la cerchi,


non trovi piu la rosa, trovi spine.

54 Pallada Verro la mela

Vecchio per beffa le donne mi chiamano 'guarda - dicendo -


guarda allo specchio i resti dell'età ! '
Bianche o nere che siano le chiome che porto sul capo,
me n 'infischio : la vita volge al termine.
' Con aromatici unguenti, con serti di foglie ridenti
placo, e col vino, le mie tristi cure.

55 Paliada Calore

Dammi da bere, ché Bacco disperda le cure, e di nuovo


questo cuore riscaldi, che si gela !
ANTOLOGIA PALATINA

mvE xclt EÙcppa.�\IOV' 't( yètp Cl.UpLO'II ll 't( 'tÒ !J.EÀ.À.0\1


oùoEÌ.c; j"L\IWCTXEL. Mi) 'tPÉXE, l-L'lÌ X07tCa.,
wc; OV\ICl.O'Cl.L xcipLCTCl.L, IJ.E'tciooc;, cpciyE, �\IT}'tèt À.oy��ou·
'tÒ �Tj\1 'tOV l-L'lÌ �Tjv oÙOÈ\1 oÀ.wc; ci7tÉXEL.
, lllic; Ò �Coc; 'tOLOCTOE, p07tTJ IJ.0\10\1' éì.v 7tpoÀ.ci�nc;, crov,
a.v OÈ Mvnc;. É'tÉpov 7t ciV't Cl. , crù o ' oÙOÈ\1 EXELc;.

57 ' A y 11 b l o u l: x o X 11 1l"t � X o 0

ra.cr'tÉpa. !J.È\1 CTECTciÀ.Cl.X'tO yÉpW\1 EÙWOE� Bcixx�


Otvo7t�W\I, EIJ.7tT}c; o ' oùx ci7tÉ�T)XE OÉ7ta.c;·
ci).).· hL OLtVwwv to�n xa.'tEIJ.ÉIJ.q>E'to XELpt
wc; ci7tÒ XPTJ'tfipoc; IJ.T}OÈ\1 cicpuCTCTCl.IJ.É\Ill .
, ot oÈ vÉoL pÉrxo vcrL , xa.t où cr�Évoc; oùo ' ci1t' cipL�!J.ov
'tètc; XÙÀ.Lxa.c; j"\IW\ICl.L 'tètc; hL 7tL\IOIJ.ÉVCic;.
mvE, yÉpov, xa.t �Tji)v IJ.ci'tT)\1 o ' ri.pa. �Ei:oc; "O!J.Tjpoc;
'tELpEcri>a.L 7tOÀ.L'JÌv Éx \IEO'tT)'toc; EcpTJ.

58 M ll X 1J Ò o v l o u u n 6. "t o u

"Hi>EÀ.0\1 où XPVCT0\1 't E xa.t rLCT'tECl. IJ.VpCa. ya.CT}c;,


oùo' ocra. 'tètc; el]�a.c; EL7tE\I "O!J.Tjpoc; EXEL\1'
ci).).' �\ICI IJ.OL 'tPOXOECTCTCl. XÙÀ.L� �À.ÙCTCTELE À.ua.C�·
xdÀ.Eoc; ciEvci� vci!J.a.'tL À.ouo!J.Évov
' XCIt j"EpCipW\1 crvvÉm\lE À.ciÀ.oc; xop6c;, o t OÈ 7tEpLcrcrot
. , ' , , , , , ,
Cl.\IEpEc; Epj"Cl.'t L\ICI L XCII-L\10\1 E(jl T}IJ.EpLCTL\1.

Ou'tOc; É!J.Ot 7tOÀ.Ùc; oÀ.�oc;, ciEÌ. cp�À.oc;· oùò' ciÀ.EyC�w


'tW\1 XPVCTÉW\1 \J7tci'tWV, 't'JÌ\1 cpLciÀ.T}\1 XCI'tÉXW\1.

59 ToO �tun O

XCivOo7tÒ'tCIL, �CICTLÀ.Tjoc; ciE�À.T)'tTjpEc; 'Icixxov,


è:pyCI xu7tEÀ.À.o!J.cixov CT'tlJCTOIJ.E\1 dÀ.CI7t�\ITJc;,
LIBRO UNDICES IMO 497

A n on i m o Il segreto

Bevi e gioisci ! Che cosa saranno il domani, il futuro,


non si sa. Niente furia, niente affanni !
Mangia, partecipa, da' come puoi, ragiona da uomo !
Tra il vivere e il non vivere c'è un filo.
, Tutta la vita è una china. Per te, se l 'afferri, ogni cosa;
se muori, è d 'altri e nulla c'è per te.

57 Agatia Scolastico Il vecchio

S'era colmata la pancia di vino aromatico il vecchio


Enopione, e non lasciò la coppa.
Alla sua mano ( l'ardeva la sete) moveva rimbrotti
ché dal cratere non cavava nulla.
, Russano i giovani, e forza non hanno neppure pel conto
delle coppe che restano da bere.
Bevi, vegliardo, e salute ! Sbagliato è l'assunto d'Omero,
che la canizie a gioventu la cede.

M a ced o n i a c o n s o l e Il borghese

Io non oro vorrei né le mille città della terra


né quanto Omero a Tebe attribui,
ma che per me zampillasse, la coppa rotonda, di vino,
d 'eterno Busso si bagnasse il labbro,
' garrulo coro bevesse con me di persone di conto
e gli altri lavorassero alle viti.
Grande ricchezza per me, cara sempre: se stringo una coppa,
di cònsoli dorati non mi curo.

59 Ma cedo n i a c o n s o l e Vino e basto

Grandi beoni, campioni del sire lacco, un banchetto


faremo in cui si lotta con le coppe,
ANTOLOGIA PALATINA

'Ixo:piou Ci1tÉVOOV'tE<; tiqmOÉo: owpo: Auo:tou·


èiÀÀ.OLCTLV !J.EÀ.É'tW TpL1t'tOÀ.É!J.OLO yÉpo:,
, TIXL �6Ec; xo:t èipo-.po: xo:t tcr-.o�oEùc; xo:t ÉXÉÙT)
xo:t cr-.tixuc;, tip1to:!J.ÉvT)c; txvLo: <l>EpcrEcp6vT)c;.
H 1tO'tE oÈ cr-.o!J.Ò:'tECTcrL �o:À.Ei:v -.Lva: �pwcrw tivciyxT),
cicr-.o:cptc; oi.vo1tÒ'to:Lc; èipxLoc; 1) Bpo!J.i.ou.

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wcro!J.EV civopocpòvov cppov-.i.oo: -.o:i:c; cpLciÀo:Lc;.
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òcr-.Éo: o' o:v \IE1t00WV 'tO:IJ.ECitXPOO: XELÀECTL q>W'tWV
d!;ci-.w o!c; 'AtOT)c; cpi.)..'tEp oc; TJEÀi.ou·
TJIJ.LV o ' 6À.�L6owpov ciEl. !J.É�u xo:ì. �ÒcrLc; (cr-.w
Io xo:t 1to-.6v· Ò:!J.�pocri.T)v o ' èiÀÀoc; EXELV ÉaÉÀ.oL.

6r M a; x n S o v l o u u 1t <i -r o u

xaL�Ò\1 É!J.OÌ. \IOCTÉO\I'tL 1tO:pLCi'tO:'tO OlJLO<; civl)p,


LT)'tpoc; omciwv vÉx-.o:p cl1tEL1tÒ:IJ.EVO<;"
d1tE o' vowp 1tL\IELv, civE!J.WÀLoc;, oùo' ÉOLOciX�Tl
onL !J.Évoc; !J.Ep61twv o!vov "O!J.T)poc; Eq>T) .

TiiicrL ao:vEL\I IJ.Ep01tECiCTL\I Òq>ELÀE'tO:L, OÙOÉ 't L<; ÉCT'tLV


o:vpLov d �l)crEL wT)-.òc; É1tLcr-.ci11Evoc;.
Tou-.o cro:cpwc;, èivapw1tE, IJ.O:awv Evq>pO:LVE CiEO:U't0\1,
).l)aT)v 'tOU ao:vci-.ou 'tÒ\1 BpÒ!J.L0\1 xa.'tÉXW\1.
, TÉp<.Eo xa.t Tia.cpi.n -.òv Éq>T)!J.ÉpLov �i.ov E:Àxwv·
-.ci)..)..a. o È 1tciv-.a. Tuxn 1tpciy11a.u oòc; oLÉ1tEw.
LIBRO UNDICES IMO 499

vino d 'lcaria copioso libando, donato dal dio.


Altri pensino ai doni di Trittòlemo,
, là dove aratri e bovi vi sono, e stive, timoni,
spighe - tracce del ratto di Persèfone.
Se sotto i denti dovremo pur mettere cibo, l'uvetta,
ch'è di Dioniso, ai bevitori basta.

6o Paolo S i lenziario Sullo stesso tema

Noi bevitori, al dio del riso libando, coi nappi


cacceremo da noi l'angoscia boia.
Getti, il villano che stenta, nel ventre abbuffato farina ­
la madre di Persèfone abbrunata.
, Carni abiette, cruente di cene-macelli saranno
per fiere e alati, ghiotti di carogne ;
spine taglienti di pesci si lascino al labbro di quelli
cui piu del sole l 'ombra inferna è cara.
Cibo e bevanda per noi quel vino che dona la gioia;
IO il desiderio dell'ambrosia ad altri.

6r Maced o n i a console Il medico

Ieri non stavo bene. D'accanto, quel medico tristo


che mi vietava il nèttare dei calici.
Disse ( imbecille ! ) di bere dell'acqua. Nemmeno sapeva
che Omero disse: « All'uomo è forza il vino » .

Pallada Parènesi

Sorte a tutti comune la morte, né uomo si trova


che se domani sarà vivo sappia.
Renditi conto, mortale, di questo, e te stesso rallegra,
l'oblio ponendo della morte in Bacco.
:s Anche di Cfpride godi, traendo l'efìmera vita,
e alla Fortuna tutto il resto affida.
ANTOLOGIA PALATINA 5 00

63 M a x n s o � l o v v 1t <i 't o v

'AvÉpEc;, o!cn 1-LÉ!-LT)Ì..EV Ò:7tl}IJ.OVOc; opyta. Bò:xxou,


ÈÌ..7ttCTL\I iJ!-LEPLOW\1 p[�a."t"E 'tTJV 7tE\ILT)\I.
A\mxp È!.lo t xpTJ'tTJP 1-LÈv Eot OÉ1ta.c;, tiYXt o È ì..T)vòc;
&:v't't 7tti)ou, ì.. ma.pTjc; EVOtov EÙ<ppocrvvTJc;.
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Ov 't'poiJ.Éw oÈ Mì..a.crcra.v Ò:l.ldì..txov ovoÈ xEpa.uvovc;,
mcr't'Ò\1 Ò:'t'a.p�i)'t'ou Mpcroc; EXW\1 BpoiJ.lou.

64 ' A y a; l!l o v I x o À a l1 't < X o ii

'H!-Ldc; !-LÈV 7ta.'t'ÉOV't'Ec; Ò:7tdpova. xa.p7tÒ\I 'Ici.xxou


ril.l!-LLya. �a.XXEU't'TJ\1 pui)IJ.ÒV cXVE7tÌ..ÉXOIJ.E\I.
"HoT) o ' èiCT7tE't'O\I OLOIJ.a. xa.'t'ÉppEE\1' o!a. OÈ Ì..ÉI.l�OL
XLcrcrv�ta. yì..uxEpwv vi)xEi) ' \mÈp poi)lwv,
, o!crw ò:pucrcrci.!-LEVot crxÉotov 7tO't'Òv f]voiJ.EV floTJ,
i)EpiJ.WV NT)Lci.OW\1 où l.lci.Ì..a. OEU6!-LE\IOL.
'H oÈ xa.ì..i) 7tO't't Ì..T)vòv \mEpXv7t't'oucra. 'PoOci.vi)T)
1-La.PI.la.puyflc; xci.ì..ì.. ouc; Vcil.la. Xa.'t'T)YÌ..ci.tO'E\1,
llci.V't'W\1 o' ÉXOEOO\IT)\I't'O i)oa.t <ppÉvEc;, oÙOÉ ·ne; i}(.J.ÉW\1
IO TiEv, oc; où Bci.xx� Oci.IJ.Va.'t'O xa.t IIa.cp[lJ.
Tì..iJ!-LOVEc;, ò:ì..ì.. ' o !-LÈV E!p7tE 7ta.pa.t 1tocrtv &cpi)ovoc; iJI.l�\1,
'Tic; o ' &p' v7t' tì..7twpfl iJ.ouvov È7ta.ts6!-LEi)a..
LIBRO UNDICE S IMO JOI

M acedonio console Ad proelia /rudit inertem

Voi che amate di Bacco sereno le orge, cacciate


con speranze di viti la miseria!
I o come tazza un cratere vorrei, non u n doglio, m a un tino ­
sede d'un'opulenta gioia - accanto.
, Basta ch'io beva un cratere del nostro Dioniso, e t'affronto
senza indugio la prole di Camastra.
Non m'impaurano flutti crudeli né fulmini : m cuore
saldo è l'ardire dell'invitto iddio.

Agatia Scolastico Svinatura

Noi tessevamo, calcando di bacchici frutti un acervo,


d'un baccheggiante ritmo la cadenza.
Inesauribile mosto colava; nuotavano coppe
come barchette sopra flutti dolci;
, estemporaneo liquore traendo, ciascuno beveva,
senz'annaffiarlo con tepide linfe.
Lei si chinò sul tino, la bella Rodante, a quell'onda
diede il barbaglio della sua beltà.
Presto girarono tutte le teste, né c'era, fra noi,
10 chi non cedesse a Cfpride, a Dioniso.
Poveri noi ! ché ai piedi correva l'uno copioso,
l'altra illudeva di speranze e basta!
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� 0 1\!'l ) I\ Hi d D U ç9
Parmenione Dilemma

Tra la fame e una vecchia, difficile scelta: la fame


patirla è duro, far l'amore è peggio.
Filli affamato sognava la vecchia, a letto la fame.
Vedi che iella, povero ragazzo !

66 A n tifilo d i Bisanzio Restauri

Anche se tiri alla gota crepata la pelle rugosa,


segni a carbone gli occhi senza cigli,
tingi i canuti di nero, di crespi cernecchi circondi
arricciolati e penduli le tempie -
, queste ridicole cose puoi fare e ben altro: non serve!

Mirino Megera

Bocca a u - quattrocento. Ma d'anni, il doppio ne hai,


Làide vezzosa, cornacchia d'un'Ecuba -
di Deucalione sorella, di Sisifo tu sei la mamma.
Tingiti, forza! e chiamaci « papà » !

68 Luci Ilio Acquisto

Dice qualcuno che tu te li tingi i capelli, Nicill a :


li hai comprati al mercato, cosi neri.
ANTOLOGIA PALATINA

Tàc; 1toÀ.�àc; �ciljJCLcrCL Elq.LLCT't"O\Iél] •p�x6pw\loc;


"(�\IE't"CL� È!;,CL7t�\IT]<; OÙ \IÉCL, à).).à 'PÉCL.

70 A E w v l li o u ( ' A ). E !; a v � p t w ç )

fpfiv\1 E'YTJI-LE <l>�À.�\Ioc;, éh' Tj\1 'IIÉ oc;· TJ\I�XCL 7tpÉcr�vc;,


OWOEXÉ't"�\1' IlCL(jl�TI o ' wp�oc; OÙOÉ7tO't"E.
To�yàp Cl7tCL�c; Od!-LEWÉ 7tO't"E CT7tdpw\l lc; &xu.p7tCL,
\IV\l 0 ' È't"Épo�c; "(i} !-LCL<; àl.l(jlO't"ÉpW\1 CT't"ÉpE't"CL�.

"HX!-LCLCTE N�XO\Iél]· xàyw À.Éyw· ilX!-LCLCTE o ' CLÙ't"'Ìj


TJ\I�XCL �EVXCLÀ.�W\1 Cl7tÀ.E't"O\I ELOE\1 uowp.
TCLV't"CL I..LÈ\1 OU'\1 TJI..LEL<; oùx OLOCLI..LE\1, ci).).' ()'t� 't"('f.U't"T]\1
oùx Cl\IOpCL ST]'t"E�\1 \IV\1 EOH, à).).à 't"à(jl0\1.

72 B a <T <T o u I: JJ. u p v a l o u

'H 1toÀ.�'Ì) xpo't"ci(jlo�cr� Kv't"W't"CLp�c;. i) 7toÀ.ul.lvl)oc;


'YPCL�CL, OL. ll\1 N ÉCT't"Wp ouxh� 7tpECT�U't"C1't"O<;,
i) (jlàoc; àl)pi}crCLcr' ÈÀ.à(jlov 7tÀ.Éo\l, i) XEPL À.CL�fi
yfjpCLc; àp�l)!-LE�CTJ)CLL OEU't"Ep0\1 àp!;CLI..LÉ\11],
' Z:wn XCLL À.EUCTCTOVCTCL XCLL àp't"�7toc;, orà 'tE \IUI.l(jll],
wcr•E 1-LE o�cr•cisEw 1-LiJ ·� 7tÉ7to\ll)' 'A�oTJc;.

fpCL�CL XCLÀ.i}· 't� yàp; Qrcrl)CLc; ()'t' Tj'll \IÉCL' à).).à "t6"t' i'\'t"E�,
\IV'\1 o· ÈitÉÀEL oov'IICL � 1-LLcrl)ò'\1 ÈÀ.CLV'\101-LÉ\IT] .
Evpi}crnc; "tEX\I�•w· ihCL\1 OÈ 7t�TI. "t6"tE l.liiÀ.À.o\1
dc; 8 l)ÉÀ.nc; CLÙ"ti)'ll EÙEr.�'t"CLX't"0\1 EXH<;.
LIBRO UNDICESIMO 5 05

Luci ilio La decrepita

Toh ! Temistònoe, la vecchia cornacchia, s'è tinta. Diventa


non giovinetta : sant'Elisabetta.

Leonida d ' A lessandria L'intempestivo

Giovine, prese una vecchia, Filino; da vecchio, una bimba


dodicenne : con Cipride, sfasato.
Figli non ebbe, ché il seme cadeva su sterile terra;
per altri sposo, ormai gli manca tutto.

71 N i c arco L'età

Era un fiore Nicònoe - d'accordo. Ma il tempo del fiore?


Quando vide il diluvio Deucalione.
Non ci resulta, va bene. Ma è certo che adesso dovrebbe
non un uomo cercarsi, ma un sepolcro.

Basso di Smirne Fenomeno

Tutta bianca alle tempie Citòtari, vecchia ciarliera,


toglie la palma di vecchiaia a Nestore;
vista la luce piu a lungo d'un cervo, da capo ha ripreso
con la sinistra il computo degli anni.
' Bene, è viva, ci vede, cammina, che pare una sposa.
Cos'è successo, mi domando, all'Ade?

73 N i c a rc o La vecchia

Bella, la vecchia. Eh già, la ricordi ragazza (chiedeva,


per cavalcarla, un prezzo : ora Io dà).
Un'artista, vedrai. Se beve, piu docile ancora
la troverai per tutte le tue voglie.
ANTOLOGIA PALATINA 5 06

' mvn yàp X(lL -.pdç X(lL 'tÉO"Cl"(lp(lç, iìv Èi}e:À:r]crnç,


t;ÉCT't(lç, XCÌX 'tOU'tOU ')'�VE't' èivw 'tcX XCÌ'tW'
XOÀ.À.a't(l�, xv�çn, 'lt(li}LXEUE't(lV i]v 't� O�OQ 'tLç,
À.(liJ.�ciVEL' f)v IJ.lJ oQ, IJ.�cri}òv EXn 'tÒ 'ltcii}oç.

74 T o O tt u 't o O

Ti)v oucrxwrpov 'YP(lL(l\1, 'Ovr]cr�IJ.E, 'ltpÒç A L6ç, è't;w


EX�(lÀ.E' 'ltOÀ.À.à À.�Tj\1 'ltpriy(J.(l'tci IJ.O� 'lt(lPÉXE�.
"Hv (lU'tTI -.upoùç ci'lt(lÀ.oùç EL'ItW(J.EV ÈvÉyX(lL,
ou -.upouç, 'ltUpoùç o' EPXE't' EXOUO"(l vÉouç.
, IIptiJTJv -.i)v XEqJ(lÀ.i)v È'lt ovouv, X(lL 'ltTJ')'(lVOV (11hi)v
il-.ouv· 1) o ' è'rpe:pe:v -.l)y(lvov òcr-.pcixwov.
"Av Ò1tÒv (lt-.l)crw, ooxòv dcrrpÉpn· &v « Arix(lv6v IJ.O� »
e:t'ltw « o6ç » 'lte:wwv, e:ui}ù rpÉpe:� À.cicr(lvov.
"Ot;oç Èàv (lt-.w, -.6t;ov rpÉpe:v èiv oÉ ye: -.6t;ov,
IO ot;oç· oÀ.wç o ' o À.Éyw OU'It0't0 È'lt(lLCTMVE't(lL.
Atcrxpòv -.i'jç yp(loç IJ.E xcipw XTJPUX(l ye:vÉcri}(lL,
X(lL IJ.EÀ.E'tav è't;w vux-.òç Èye:�pÒIJ.EV0\1.

75 A o v x L >. M o v

Oihoç é vvv -.o�ovnç 'OÀ.UIJ.'It Lxòç dxe:, Ie:�(lcr-.É,


piv(l, yÉve:Lov, érppvv, w-.cip�(l, �À.Érp(lp(l·
e:h' ci'ltO')'p(l�ri(J.EVOç 'ltUX'tTjç ci'ltOÀ.WÀ.EXE 'ltciV't(l,
wcr-.' Èx 'tWV 'lt(l'tpLxwv IJ.TJOÈ À,(l�ELV 'tÒ IJ.Époç·
, dx6vLov yàp cioe:À.rpòç è'xwv 'ltpoe:vl)voxe:v (lÙ-.ov,
Mt xÉxp�-.· ci:À.À.6'tpLoç IJ.TJOÈv O(J.OLOV è'xwv.

'Nnoç è'xwv n�ov-.ov, 'OÀ.u(J.'It �xÉ, IJ.'rl-.' È'ltt xp1JvTJv


().i}nç, IJ.TJ't' Èv opn 'ltpoç -.� OL(lU')'Èç uowp.
K(lt crù ycip, wç N cipxLcrcroç, towv 'tÒ 'ltpOCTWT:0\1 ÈV(lpyÈç
-.e:wl)t;n, IJ.Lcrwv cr(lu-.òv è'wç i}(lvcinu.
LIBRO UNDICES IMO

, Di foiette di vino, tre, quattro, se vuoi, ne tracanna :


di conseguenza, il di su va di sotto.
Lei ti s'incolla, titilla, ti lascia il didietro. Le dài ?
Piglia. Non dài ? La paga è il suo piacere.

74 N i c arco La sorda

Cacciala, Onèsimo, fuori, per Dio, questa vecchia sordastra !


Sono troppi i fastidi che mi dà.
Uno le dice che porti dei teneri pezzi di grana :
non con il grana viene, ma col grano.
, Per l'emicrania, or è poco, volevo da lei la tisana:
se ne venne portandomi un tegame.
Chiedo le fave, mi porta la trave ; domando un ditale
e quella porta subito il pitale.
Cerco la feccia, mi porta la freccia; la freccia, la feccia;
•o di quel che dico non capisce un tubo.
Resta Io sconcio di me che, cangiato in araldo per lei,
m'alleno fuori, alzandomi la notte.

75 Luci!! io I connotati

Ebbe Olimpico - quello che vedi, Augusto, - una volta,


orecchie, naso, mento, ciglia, palpebre.
Perse, quando s 'iscrisse fra i pugili, tutto, persino
la sua porzione d'asse ereditario.
' Quando il fratello esibi quel ritratto che aveva di lui,
l'identità fu esclusa per sentenza.

Luciilio Specchia/o sembiante

Sta', con quel grugno che hai, lontano da fonti, su l'alpe


non t'accostare ad acque chiare, Olimpico.
Come Narciso, tu pure, si netto vedendoti il viso,
te stesso odiando a morte, morirai.
ANTOLOGIA PALATINA

77 Toii a: v -r o ii

EtxocrÉ'touc; crwàÉv-.oc; 'OoucrcrÉoc; dc; 'tcX 1ta.'trx(ja.


(yvw 'tlJ'V IJ.Opcpl}v "Apyoc; lowv ò xvwv·
CÌÀ.À.cX c"Ù 1tUX'tEvcra.c;, 1:-.pa.'tO(j)WV, É1tL 'tÉC1C1a.pa.c; wpa.c;
ov xucrtv èiyvwcr-.oc;, Tii oÈ 1t6À.n yÉyova.c;.
, "H v ÉàÉÀ.nc; -.ò 1tp6crw1tov toEi:v Éc; (cro1t-.pov la.u-.ou,
<< ovx dJ-Lt 1:-.pa.-.ocpwv » a.v-.òc; ÈpEi:c; òJ-L6cra.c;.

78 Toii a: v -roii

K6crxwov l} xEcpa.À.l} crou, 'A1tOÀ.À.6cpa.vEc;, yEyÉvT)'ta.�


ì') 'tW\1 C1T)'tOXÒ1tW\I �u�À.a.pLW\1 'tcX xci-.w·
ov-.wc; !J.Up!J.l}xwv -.pv1t1}1J.a.'ta. À.OScX xa.t òpM,
ypCÌ!J.IJ.C1.'ta. -.wv À.up�xwv Avo�a. xa.t cl>pvy�a..
, IIÀ.i)v cicp6�wc; mix-.EuE· xa.t ì')v -.pwàiic; ycXp èivwàEv,
-.a.uà', ocr' EXEL<;, ESE�c;· 1tÀ.ELO\IC1. o ' ov ovva.cra.�.

79 Toii a: u "Co ii

IlvX'tT)<; wv xa.-.ÉÀ.ucrE KÀ.EÒ!J.�po-.oc;· Eha. ya.!J.l}cra.c;


(voov EXE� 1tÀ.T)ywv "IcràJ-LLa. xa.t NÉJ-LEa.,
ypa.uv !J.ct.XLIJ.T)\1 'tV1t'tovcra.v 'OMJ-Lma., xa.t 'tcX 1ta.p' a.v-.Q
J-LiiÀ.À.ov toEi:v cpptcrcrwv i] 1tO'tE -.ò C"'tCÌOL0\1.
, "Av ycXp civa.1tvEvcrn, oÉpE'ta.� 'tcX<; 1ta.v-.òc; ciywvoc;
1tÀ.T)'YcXc; wc; cÌ1tooQ· XOC\1 CÌ1tooQ, OÉpE'tC1.L.

So T o ii a: u "Coii

Ot crvva.ywvLcr-.a.t -.òv 1tuy!J.cixov Èvàcio' tàT)xa.v


..A1tL\I" ovoÉva. YcXP 1tC.:.l1to't' hpa.UIJ.a'tLO"E\1.
LIBRO UNDICESIMO

77 Luc i l l io Riconoscimenti

Dopo vent'anni Odisseo raggiunse, salvo, la patria :


Argo, il suo cane, lo conobbe a vista.
Tu, Stratofonte, hai boxato quattr'ore, né piu ti conosce
non dico un cane, ma la tua città.
, Se in uno specchio vorrai rimirare il tuo viso : « Non sono
Stratofonte» dirai, con giuramento.

LuciI l i o &ssegna1ione

T'è divenuta un setaccio la testa, Apollòfane, o l'orlo


d'un libriccino preda di tignale.
Buchi, sf, di formiche, diritti e obliqui - nel testo
dei lirici, notine lidie o frigie.
, Boxa senza paura! Dall'alto le pigli ? Starai
come adesso, ché peggio non si può.

79 LuciIlio Il pugile suona/o

Pugile un tempo, a riposo s'è messo Cleòmbroto. Sposo,


l 'Istmo e Nèmea ( e le botte) ce l'ha in casa:
una vecchia rissosa con colpi da Olimpia - e la casa,
piu che lo stadio un di, gli fa paura.
' Se rifiata, è picchiato di santa ragione da quella
perché replichi. Replica? È picchiato.

Bo Lucillio Riconoscenu

Statua del pugile Api. Dai contendenti fu posta :


da lui nessuno fu ferito mai.
ANTOLOGIA PALATINA 5IO

Br Tov tt v T Ov

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83 A o v x , ).), l o v

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7tpw-ro<; ÉXlJPUXiJlJV 7tEV'rE'rpLa.�6(J.EVO<;.
LIBRO UNDICES IMO JI I

81 Lucillio In/or/uni

Quante di pugilato le gare che indicono i Greci,


tante ne disputai. Sono Androlao.
Pisa mi valse un'orecchia, Platea la pupilla d'un occhio,
Pito ( non respiravo) la barella.
, Proclamazione: a mio padre Demòtele e ai miei s 'intimava
di togliermi di pista, morto o storpio.

N i carco L'ultimo

Fece in Arcadia, con cinque rivali, la gara di fondo


Carmo, e - cosa incredibile - fu settimo!
«Erano sei - mi dirai: - come settimo ? )> Tutto vestito
s'intrufolò un tifoso : « Forza, Carmo! ))
, Lo precedette. Mettiamo che fossero cinque i tifosi,
oltre a quello : arrivava dodicesimo.

Luci Ilio L'unico

Ieri che tutto crollava, la terra immensa non smosse


Erasistrato solo, il velocista.

LuciIlio Il verdello

Piu celermente nessuno crollò nella lotta, nessuno


fu piu lento di me nei cento metri.
Quanto al disco, neppure vicino ci andai; per il salto,
non ce la feci a sollevare i piedi ;
' nel giavellotto, era meglio uno storpio. Ma fui proclamato ­
con cinque smacchi in cinque gare - primo.
ANTOLOGIA PALATINA

Nvx't'Ct. IJ.ÉCTTJV htoi.TJCTE 'PÉxwv TIO't'È Mcipxoc; oTIÀ.i.'t'T)c;,


wcr,· Ò:TioxÀ.wrufiva.L Ticivni)E -rò cr-rcioLov.
O t y!Ìp 01)1-J.OCTLOL XE'i:cri)a.i. 'rLVCJ. TiaV'rEc; EOo!;a.v
ÒTIÀ.L-rT)v -rLIJ.fic; EÌ:vExa. -rwv À.Li)i.vwv.
' Ka.t -ri. ycip ; Etc; wpa.c; T)voi.j"E'rO x a.t 'rÒ't'E Mcipxoc;
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Tj).i)E, 7tpOCTEÀ.À.d7ttùV -r4) CT'rCJ.Oi.cp cr-raOLOV.

86 (Tov a v 't o v )

Tò cr-rcioLov TIEpLxÀ.fie; EÌ:-r ' è:opa.IJ.EV Eh ' Èxcii)TJ't'O,


oùodc; OLOEV oÀ.wc;· OCI.LIJ.ÒVLOc; �pa.ou-ri)c;.
'O ljJ6cpoc; Tjv vcrTIÀ.T)yoc; Èv oua.crL, xa.t CT't'Ecpa.vou't'o
èiÀ.À.oc;, xa.t TIEpLxÀ.fic; Ocix't'uÀ.ov où 7tpoÉ�T).

TL!J.ÒIJ.a.xov -ròv 1-J.Ct.xpòv 6 'itEn6pyuLoc; Èxwpn


otxoc;, tJTIÈp j"CJ.LT)c; TiaV't'O't'E XEXÀ.L[.l.ÉVOV'
CT't'fjVCJ.L o ' EL TIO-r' EXP1lSEV, EOEL -roùc; TICJ.LOCJ.c; ò:TI' opi)pou
-r'Ì)V Òpocp'Ì)v -rpficra.L TIÉV't'' ÈTIL TIÉV't'E 7tÒOa.c;.

88 T o v ll v 't o v

T'Ì)v 1-J.LXp'Ì)v TICJ.i.soucra.v 'EpW't'LOV f}pTICJ.CTE xwvw\)1·


'
1) OÉ' (( Ti. )) (j>T)CTLV (( opw, ZEu Tici-rEp, EL 1-1 Èi)ÉÀ.nc;; ))

·o �pa.xùc; 'Ep!J.oyÉvTJc;, o't' a.v Èx�ci).n Etc; -rò xa.p.a.i. · n ,


è:).xn 7tpÒc; -rà xchw -rou't'o oopuOpE7tcivcp.
L I B RO UNDIC E S IMO .5 1 3

L u ci I l i o La statua

Mezzanotte correndo raggiunse Marco l 'oplita,


sicché tutto sbarrato era lo stadio.
Per una statua d 'oplita di quelle onorifiche, in pietra,
fu scambiato da tutti i funzionari.
, Nuova stagione, apertura, comparsa di Marco . Uno stadio
gli mancava alla meta dello stadio.

86 Lucillio L'immobile

Pericle corse lo stadio ? Si mise a sedere? Nessuno


certo lo sa. Lentezza formidabile.
C 'era il ronzio dello start negli orecchi, di già si premiava
un altro. E quello stava sempre li.

Luci Ilio Il gigante

Sempre sdraiato per terra, Timòmaco il lungo c'entrava


in una stanza d 'otto metri e passa .
Per stare ritto, esigeva che schiavi forassero all'alba
cinque via cinque piedi di soffitto.

88 Luci llio La zmrzara

Una zanzara Amoretta rapi, che giocava. « Che fare,


padre Zeus, se mi vuoi ? » disse la piccola.

Luci I l i o Il nano

Se fa cadere un oggetto, lo tira, Ermògene il nano,


giu verso sé con un 'astata falce.
ANTOLOGIA PALATINA 5 14

T<{) 7tO:'t'pt i)u!J.wi}dc;, ALovvcne:, Mcipxoc; o !J.Lxpòc;


1tvpTjvo: cr't'Tjcro:c; o:v,òv cimwx6vLcre:v.

'Ev xo:Àci!J.f{J 7tTJço:c; cii}Épo: :E't'po:'t'6vLxoc; o ÀE7t't'6c;,


xo:t 't'PLxòc; (xoTjcro:c;, o:u't'òv cimlYx6vLcre:v·
xo:t ,L ycip; Ouxt xci,w �ptcre:v �o:pvc;· ci)..)., ' u�>Èp o:u't'wv,
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\IT]VE!J.LO:c; OVCTT]c;, \IEXpoc; 0:\IW 7tE't'O:'t'O:L.

rciLoc; ÈX7tVEVCTO:c; 't'Ò 7t0:\IVCT't'O:'t'O\I ÈXi)Èc; o ÀE7t't'Òc;


dc; 't''Ì"}V ÈXXO!J.LO'Ì"}v ouOÈV ci<pi'jxe:v oÀwc;·
xo:t 7tÉpo:c; dc; 'ALOT]\1 XO:'t'O:�à:c; oÀoc;, o roc; c't' ' EST],
't'WV u1tÒ yTjv crxe:Àe:'t'wv Àe:r.'t'6't'o:'t'oc; 7tÉ't'O:'t'O:L.
, Ti)v OÈ xe:vi)v xÀLVTJV ot <ppci't'ope:c; i)po:v É1t' W!J.WV,
Éyypci '-l; o:n e:c; èivw· « rciLoc; ÈX<pÉpE't'O:L » .

93 Tov au'tOu

Twv 'E1 nxov p dwv à:'t'6!J.wv r.o't'È Mcipxoc; o ÀE7t't'Òc;


'Ù XEC,?O:Àii 't'pTja-o:c; dc; 't'Ò !J.ÉCT0\1 OLÉ�TJ.

94 Tov a u -t ov

:EcLÀ<.Lswv E<.ve:va-e:v ca-ov �po:xù Mcipxoc; o ÀE7t't'6c;,


xo:t xcnà: 't'TJc; XEC,?O:ÀTjc; opi)òc; à.r.Tj)..i)e; xci't'w.
LIBRO UNDICES IMO JIJ

Luci ! ! io Suicidio

Sappi, Dionisio, che, irato col padre, quel nano di Marco,


fissato un nocciolino, s'impiccò.

Luci ! ! io Il fuscello

Sopra una canna fissò Stra tonico il sottile una spiga;


poi v'attaccò un capello e s'impiccò .
Beh, non fu tratto dal peso per terra. Là sopra volteggia
morto - e non spira un alito di vento.

Lucillio Funerale

Reso ieri l 'estremo respiro, Gaio il sottile


non ha lasciato, pel trasporto, nulla.
Sceso intero, qual era da vivo, nell'Ade, svolacchia,
degli scheletri cton1 il piu sottile.
, Hanno recato i suoi sulle spalle quel feretro vuoto;
sopra, una scritta: « Gaio non c'è piu » .

93 Luci Ilio Il varco

Fece fra gli atomi, un di, d'Epicuro Marco il sottile


col capo un buco, e in mezzo ci passò.

94 Luci Ilio Contraccolpo

Strombettò con un soffio brevissimo Marco il sottile


e andò diritto all'Ade a testa in giu.
ANTOLOGIA PALATINA

95 Toii a Ù 't o ii

Tòv 1.uxpòv Maxpwvct i>Épouç xoLIJ.W!J.Evov Evpwv


dç 't'pwyÀ.T]V (l.Lxpou 't'OU 7tOOÒç EtÀ.xucrE (l.Ut;'
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À.ELIJ.WVWV È't'Ù!J.Wç, EppE't'E, VUX't'Epi.OEç.

97 ' A �I-" 11 \I O V

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MTJ't'p07tOÀ.Lt;' 1-LTJ vuv, Ì')VtXct !-LTJOÈ 1tOÀ.Lç.

99 A o v x �).).(ov

Tòv À.m't'Òv cpuO"GiV't'ct 't'b 1tup IIp6xÀ.ov TjpEv o Xct7tv6ç,


xctt OLIÌ 't'Giv i)upl.owv (vi>Ev ci1ti)À.i>Ev (xwv.
'AÀ.À.IÌ (l.OÀ.Lç VEcpÉÀ.11 1tPOI1Evi}�Cl't'O, XctL OL' ÈXELVT]ç
7tp011Xct't'É�TJ 't'pwi)dç (l.UptCl 't'cti:ç ci't'o!J.OLç.
LIBRO UNDICE S IMO JI7

9.5 Lucillio L'P.racle

Era d'estate, Sorpreso nel sonno, il piccolo Longa


per un piede fu tratto nel suo buco
da un topolino. Era inerme, nel buco. Strozzandolo, disse :
«Tu vedi, Zeus, un Èracle novello ».

N icarco I tordi

Fatto non fu dagli uccelli di Sdmfalo agli Arcadi il danno


ch'ebbi dai tordi morti con l'ossame
secco, da queste carcasse d'Arpie - dieci un soldo. Dannati
pipistrelli dei prati, alla malora!

97 Ammiano Alternativa

Una novella città per Io Stratoniceo fabbricate


o per costoro una città novella.

A m m i ano I l nome

Sia Metropoli prima una polis; e dopo si chiami


Metropoli: ora no, che non è polis.

99 Luci Ilio Evanescen1.1J

Proda il sottile soffiava sul fuoco; ma il fumo lo prese,


con lui per la finestra se n'andò.
Fino a una nuvola a stento nuotò, dentro cui ridiscese,
bombardato dagli atomi, quaggiu.
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81ç
LIBRO UNDICES IMO 519

1 00 Luci Ilio U ZJ1VOrra

Gaio era tanto leggero leggero, che, quando nuotava,


un sasso o un piombo al piede s'attaccava.

101 LuciIlio Sventagliata

Artemidora sottile dormiva. Facendole vento,


dalla casa Demetrio la spazzò.

102 Ammiano o Ni carco Il buco

Si sforzava d'estrarre, Diodoro sottile, una spina,


ma bucò proprio col suo piede l'ago.

1 03 Luci I l io Revisione atomistica

Scrisse Epicuro che tutto consiste d'atomi il mondo:


li credé l'elemento piu sottile.
Fosse vissuto Diofanto, li avrebbe scorti in Diofanto,
piu sottile degli atomi, i primordi.
j O avrebbe scritto che tutto consiste negli atomi, e questi
sono fatti, mio caro, di Diofanti.

Luc i l l i o Paragone

Disarcionato Menèstrato fu - cavalcava, montando


una formica come un elefante.
Mortalmente colpito da calci, gridò: « Tutta invidia!
Cavalcando cosi, peri Fetonte . » . .
ANTOLOGIA PALATINA 5 20

I0 5 Tou a: ù -r o u

TÒ\1 !-iÉya\1 ÈçTJ"tOV'J EÙ!-LTJXL0\1' oc; o ' Èxtii)EUOE\1


!-LLX{)({j V1t' òçu�ticp� "tà.c; XÉpac; ÈX"ta\IÙCTac;.

I06 Tou a: ù -r o u

'Api)dc; tç aupT}c; ÀE1t"tllc; É1tO"téi"tO OL' al:i)pT}c;


XaLPTJI-LW\1 &.xvpou 1toÀÀÒ'J ÈÀacppÒ"tEpoc;·
xat "ttix' a\l Èppo�çT}"tO OL' ai.i)Époc;, EL I-l'lÌ tiptix'Jll
nùc; 1t6oac; È!-i1tÀEXi)dc; u1t"tLoc; ÈxpÉ!-ia"to .
' Aùnv o'Ì") \IVX"tac; 'tE xat f\1-La'ta 1tÉ\I"tE XPE!-LCl.CTi)dc;
Éx"tai:oc; xa"tÉ�TJ '.ITJ!-iCl."tL "Tlc; &.ptix'.ITJc;.

I 07 Tou a: ù -r o u

Ai.ydpou cpvÀÀ� 1tEq>OPTJ!-LÉ'J� Éç à.'JÉ!-LoLo


1tÀT}ydc; XaLPTJI-LW\1 U1t"tLoc; tçE"ttii)TJ.
KEi:"taL o ' iì TL"tUQ É'JaÀ�yxLoc; iì 1ttiÀL Xti!-L1tll ,
6.1tÀwcrac; xa"tà. yilc; crw1-1a "tÒ xawti�wo\1.

I o8 •A�TJ).ov

KÒ'JW\1 o�1tTJXUc;, 1) yu\I'Ì") OÉ "tECTCTtipwv·


É\1 -rii xÀ�"ll oÈ -rwv 1toowv i.crou!-LÉ'JWV,
crx61tEL K6'Jw'.loc; 1tov -rò XEi:Àoc; EPXE-raL.

I 09 ( AÒT]À.ov)

Oùo' È1tLxv�aL rxEL .iTJ!-Li}-rpLoc; ouoÈv ò !-LLxp6c;·


EPPL1t"taL OÈ xa!-Lat 1tti'J"t0"t' È1taLpÒ!-LEVOc;.
LIBRO UNDICESIMO .5 2 !

1 05 Lucillio Gigante

Longo il lungo cercavo. Ma lui, con le braccia distese,


sotto un'oliera piccola dormiva.

106 Lucillio Il volo

Preso da un'esile brezza volava Cherèmone in cielo,


ché piu d'una festuca era leggero.
L'aria avrebbe solcato stridendo, ma giacque riverso,
preso coi piedi in una ragnatela.
, Cinque le notti e i di che rimase sospeso; nel sesto,
lungo il filo del ragno scese giu.

10 7 LuciI l i o Lo scheletro

Giacque Cherèmone a terra riverso: una foglia di pioppo


trasportata dal vento lo colpi.
Simile a Titio giace (piuttosto ad un bruco), disteso
quel canovaccio del suo corpo al suolo.

108 Anonimo LtJ metà

Canone due, sua moglie quattro cubiti.


Se mai nel letto i piedi si pareggiano,
le labbra di Canone dove arrivano?

Anonimo Appiattimento

Cosa su cui chinarsi non c'è per il nano Demetrio:


per quanto si sollevi è sempre a terra.
ANTOLOGIA PALATINA 522

I IO N t x 6. p )( O V

TpE'Lc; ÀE1t-rot 1tp�TJV 1tEpt ÀE1t-rocruvT)c; ÉI..L!ixono,


-r�c; 1tpoxpd}dc; dT) ÀE1t'rE1t�ÀE1t-r6-rEpoc; .
.,.!lv 6 1-LÈV dc;, "Ep!-LWV, 1-LEytiÀT)V ÉVEOdS!l'rO 'rÉXVT)V,
x11t o�Éov p!lq>Looc; -rpfil-lll À�vov x11-rÉxwv·
' .ilT]!-lac; o ' ÉX -rpwyÀT)c; �!lL\IW\1 Éc; tiptixv�ov EO"'rT),
i) o ' ciptiXVTJ vlji}ovcr' !lÙ'rÒ\1 Ò:'ltEXPÉ!-l!lCTE\1.
kWCTL1t!l-rpoc; o ' É�6T)CTEV· « 'E!-LÈ cr-rEq>!lVWCT!l'r' · Éyw yà.p
d �ÀÉ1t0 1-l ', ll'r'tT)!-l!lV 1t\IEVI-l!l ytip d1-1� 1-16vov ».

IlI A o v x t ).. ).. l o v

BovÀél-lEv6c; 1toi}' 6 ÀE1t'tòc; ci'lttiy!;!lcri}!l� ..::l �oq>!lv-roc;,


vfil-l!l À11�wv ciptixvTJc; 111hòv Ò:1tTJYX6v�crEv.

112 T o v a v 't o v

Ilp�v a ' Év!lÀd�!lcri}!l�, .IlT}l-l6cr-rp!l-rE, « X11i:p ', tEpÒv q>wc; ))


d1tÉ, -.tiÀ11c;· oihwc; Eucrxo1t6c; Écr-.� ..::l �wv.
Où 1-16vov i!;E-rurpÀwcrEv 'O).v!-lmx6v, ci).).à. to�· 111hov
dx6voc; Tic; ELXEV 'tà. �ÀÉq>!lp' ÉSÉ�IlÀEv.

IIJ T o v a Ù 't O V

Tov ).�i}�vov ..::l�òc; ÉXi}Èc; 6 ù�v�xòc; ll�!ln Mtipxoc;·


x11t ).�i}oc; wv x11t ZEuc;, crlJI-lEPov Éxq>ÉpE-r!l�.

'Ep!-LOYÉVTJV -.òv L!l'tpÒv 6 cicr'tpoÀ6yoc; ..::l �6q>!lv'toc;


EL'!tE 1-16vovc; l;wi'jc; ÉvvÉ!l l-lfiv!lc; EXELV.
KcixEi:voc; yEÀticr!lc;, (( n 1-lÈ\1 6 Kp6voc; ÉVVÉ!l l-lT}\IWV »
q>T)a� « ÀÉyE�, crÌJ v6EL· 'tÒ:!-là. o È aUV'rO!-lti ero� )>.
LIBRO UNDICES IMO 5 23

I lO N i carco l.a gara

Dianzi una gara ci fu di magrezza : tre uomini magri


si contesero il palio del piu magro.
Uno, Ermone, mostrò la piu grande destrezza, passando
col fìlo in mano la cruna d'un ago.
, Dima, sortendo da un buco, restò nella tela d'un ragno :
tessendo, il ragno, lo tenne sospeso.
« Datela a me la corona - Sosipatro disse. - Ho perduto
se mi vedete : sono puro spirito ».

IIl LuciIlio Il filo

Di strangolarsi un bel giorno Diofanto il magro decise :


prese un filo di ragno e s'impiccò.

112 LuciIlio L'oculista

Caro Demòstrato, prima di ungerti, di' : « Sacra luce,


addio ! » Diane non fallisce un colpo.
Pensa a Olimpico! L'ha non soltanto cecato : ci aveva
una statua di lui : le ha tolto gli occhi.

113 Luci ! ) i o Il tatto

Il marmoreo Zeus fu toccato dal clinico Marco.


Era marmo, era Zeus: al cimitero!

Luci Ilio L'astrologo e il medico

Nove mesi di vita Diofanto l'astrologo diede


ad Ermògene il medico, e non piu.
Quello ridendo: <( Gl'influssi, di qui a nove mesi, di Crono
sono affar tuo. Ma io con te mi spiccio ».
ANTOLOGIA PALATINA

, Er7tE, xctt Èx-tdva.ç (J.6vov ill)ia.·to' xa.t Àt6rpa.v'toç


aÀ.À.ov ti7tEÀ.7t�SWV Cl.U"t"Òç ti7tT}CTXtiptCTEV.

II5 T o v a Ù "t D V

" Hv ,w· [xnc; ÈxDp6v, ÀtovucrtE, IJ.iJ xa.'ta.pticrn


'tlJV Tlcrw "t""U'ttp IJ.TJOÈ "t"ÒV 'Ap7toxpti"t"TJV,
IJ.TJO' Et "t"Lç "t"Uq>À.oùç 7totEi: l}E6ç, ti;).).ci L�(J.wva.·
xa.t yvwcrn 't� l}Eòç xa.t 't� L�(..LW\1 OUVCl."t"Cl.L.

r r6 T o v a ù "t o v

Etc; "Ai:ooç xa.'tÉ7tEIJ.\jJE 1ttiÀ.a.L 7tO'tÉ, ÒÉcr7to'ta. Ka.i:cra.p,


wc; À.6yoç, Eupucri}tùç "t"ÒV (J.Éya.v 'Hpa.xÀ.Éa.·
vuv o ' È(J.È MT}VOq>cXVT}ç 6 xÀ.wtx6ç· WCT"t"E À.EyÉcri}w
xÀ.wLxòc; Eupucrl}tuc;, IJ.TJXÉ'tt MTJvorpcivTJc;.

'ITJ'tpòc; Ka.7t�'twv XpuCTT}v ÈvÉxptcrEv opwv'ta.


OX"t"W (J.ÈV (J.Cl.XpÒv 7tupyov a7tÒ CT"t"Cl.O�wv,
li.vopa. o ' a7tÒ CT"t"Cl.O�ou, Otci OWOEXCl. o ' op'tuya. 7tTJXWV,
q>i}Ei:pa. o' ti1tò crmi}a.IJ.wv xa.t ouo OEpXOIJ.Evov.
' Nuv o ' cX7tÒ (J.ÈV CT"t"Cl.O�ou 7t6À.w ou �À.É7tEt, Èx OÈ Ot7tÀ.Éi}pou
xa.LOIJ.Evov xa.'ttOEi:v "t"Òv q>cipov ou ouva.'ta.L"
L7tT.OV ti1tò CT7tLJ}a.(J.ijç OÈ IJ.6À.tç �À.É7tn, civ"t"L OÈ "t""U 7tptv
op'tuyoç ouOÈ (J.Éya.v CT'tpoui}òv tOEL\1 OU\ICl."t"Cl.t.
"A\1 OÈ 7tpOCTEYXP�CTa.ç Cl.U"t"Ò\1 q>Mcrn, ouo' ÈÀ.Éq>Cl.V"t"Cl.
10 ouxÉn IJ.TJ7tO't to11 1tÀ.TJCT�ov lcr,a.6'ta..

r r8 N L x li; p x o u

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0\h' [xÀ.ucrtv ci>dowv IJ. oM' ill)ia."t""· ci).).ci 7tupÉça.ç
É(J.VTJCTJ}T}v Cl.U"t"OU "t"OV\IO(J.Cl., Xa7tÉi}a.vov.
LI BRO UNDICES IMO 525

, Disse, protese la mano, tastò, nient'altro: Diofanto


spacciava un altro e mori lui, d'infarto.

Lucili io Potenl4

Hai nemici, Dionisio? Non serve che invochi su loro


maledizioni d'lside o d'Arpòcrate
o d'altro nume che accechi: rivolgiti invece a Simone.
Che può un Dio? che Simone? Lo vedrai.

I I6 Luc i l l i o Il nome

Cesare, sire, si dice che Èracle il grande, una volta,


fu spedito da Eudsteo giu nell'Ade.
Ora è me che spedisce Menòfane il clinico. Cambi
nome: clinico Euristeo, non Menòfane!

I I7 [ S t r a toce] L'oculista

Da Capitone il collirio fu messo negli occhi di Crise,


che discerneva a otto stadi una torre,
una persona a uno stadio, a dodici braccia una quaglia
e un pidocchio a distanza di due palmi.
, Ora un'intera città non la vede a uno stadio, a due pletri
non distingue neppure il faro acceso,
a mala pena a un palmo discerne un cavallo, e gli sfugge
non la quaglia di prima, ma uno struzzo.
Se coi colliri continua, se anche vicino gli stia
10 un elefante, non Io scorgerà.

II8 Nicarco M'assolse il sovveni'

Niente clisteri, né il polso mi prese Fidone: il suo nome


ricordai nella febbre, e fu la morte.
ANTOLOGIA PALATINA

I 19 T o u a Ù 't O U

'Irrr pòc; -ri}v ypauv Eh' (xÀucrEv, d-r' 6:1tÉ1tvLçEv,


oùéìdc; ywwcrxEv éìaLIJ.ÒvLov -rò -r&:xoc;.
'O ljl6cpoc; Tjv xÀucr-ri)poc; Èv ouacrL, xat cr-rEq>avou-ro
TJ cropÒc;, OL o' aÀÀOL 'tÒ\1 q>aXÒ\1 T}V"tpÉ1tLC1CX'V.

1 20 T o u ll Ù 't O U

'Op�wcraL -ròv xup-ròv \mocrxÒIJ.E'Voc; �L6éìwpov


l:wxÀi) c; "tE"tpa1tÉoouc; -rpEi:c; È1tÉ�T}XE ).. (�ouc;
nu xup-rou cr-rL�apoùc; È1tt -ri}v p&:xw· O;)..).. èx. mEcr�dc;
-rÉ�\IT}XE\1, yÉyovE\1 éì' òpM-rEpoc; xav6voc;.

121 T o U tt V 't o U

XELpoupywv (crcpcxçEv 'AxEcr-ropCOTJ'V 'AyÉÀcxoc;·


«Zwv yèx.p xwÀEVEL\1 )) q>T}cr(v « EIJ.EÀÀE -r&:Àac; ))

122 T o u a Ù 't o u

mv, · tTJ'tpòc; "AÀEçLc; a(.J.• txÀucrE, 1tÉv-r' Èxci�TJPE,


7tÉn ' i:éìEv O;ppwcr-rouc;, 1tÉv-r' È'VÉXPLC1E 1tci:Àw·
xat 1tiiC1L'V (.J.Ca vvt E\1 q>ctp!J.CXX0\1' dc; C10p01tT}y6c;,
dc; "tctq>oc;, dc; 'A(éìT}c;, dc; X01tE"tÒç yÉyO\IE\1.

1 23 ' H S v ì.. ou

...Ay�c; 'ApLC1'tCXYOPT}\I ou-r' EXÀUC1E\I ou-r' E�Ly' aù-rou·


&;).).. • ccrov dcri)À�Ev, xcf>xE-r • 'Ap�cr-.ayopTJc;.
IIou "tOLTJ'V &:x6v�-roc; EXEL epvcrw; ...n cropo1tT}yoC,
...Ayw xext !J.C-rpcx�c; �ci:ÀÀE-rE xex t crncpcivoLc;.
LIBRO UNDICES IMO

N icarco Alla svelta

L'ha soffocata, la vecchia? Le ha fatto un clistere? Mistero.


Rapidità del medico, sublime!
C'era ancora un ronzio di clistere, e di fiori era cinta
la bara, preparavano il purè.

I 20 N icarco Successo tecnico

Per spianare a Diodoro la gobba, tre pietre squadrate


sesquipedali Sode sulla schiena
mise del gobbo. Compresso dal peso mori, ma divenne
piu diritto d'un regolo Diodoro.

I2I N i c arco Fortuna!

Quando Acestòride morto restò sotto i ferri, Agelao


« Vivendo avrebbe zoppicato » - disse.

I 22 Nicarco Compagni d'una sorte

Cinque il medico Alessi di purghe e clisteri ne diede,


cinque malati vide e n'unse cinque.
Ebbero tutti una sola ricetta, una notte, un becchino,
una tomba, un corrotto, un aldilà.

I2J Ed ilo Micidiale

Àgide non lo palpò, non gli diede clisteri, ma come


Aristàgora entrò, fu bell'e morto.
Ha l'aconito siffatto potere? ma dove? Becchini,
fiori e corone ad Àgide recate!
ANTOLOGIA PALATINA p8

- EdvE, -.;{. !J.tÌV 1tEuiln; - T!.vEc; Év xDovt -roi:cro ' \mò ":U!J.�Otc;;
- Oilc; yÀuxEpov cpÉyyouc; Zw1tupoc; Écr-rÉptcrEv,
D.Ci!J.tc;, 'Aptcr-ro-rÉÀ11c;, Do1l!J.TJ'rptoc;, 'ApxEcri.Àaoc;,
l:wcr-rpcnoc; ot -r ' cml.crw !J.ÉXPt llet.pet.t-rovl.ou.
, K11puxtov yètp EXWV �uÀwov xat 1tÀacr-rèL 1tÉOtÀC1
wc; 'Ep(J.i'jc; Xet.-rciyEt -roÙc; ilEpet.1tEUO!J.ÉVOUc;.

I 25 'ASta1to'tov

'I11-rpòc; KpCI-rÉac; xat Doci!J.wv Év-rCicptacr-ri}c;


xowÌjv tÌÀÀ'i)Àotc; ilÉv-ro CTUVW!J.OCTLTIV.
Ka!. P' ò !J.ÈV ovc; XÀÉ1t'rECTXEV ch' Év-racpl.wv 'rEÀCt.(.l.WVet.c;
dc; ÉmOECT!J.Eunv 1tÉ!J.7tE cpi.Àct-> Kpa-rÉq:
' -ròv o' Ò:1tCI!J.Et�O!J.EVoc; KpCI-rÉet.c; dc; Év-ret.cpt<ÌSEW
1tÉ!J.7tEV oÀouc; et.\mj) -.;oÙc; i}Epet.1tEUO!J.ÉVOUç.

126 •A5'1}MV

l " ' - - ,
CT1toyyov EXWV Xet.WOV ":WV ypet.cptXWV 1ttvet.XWV'
-ri}v !J.TJÀTIV o ' EÀxWv É�ÉCT1tCICTE -rò �ÀÉcpet.p6v (.l.OU
fns6DEv, il !J.TJÀTl o' Evoov E!J.mEv oÀ11.
' "Av OÈ o te; ÉYXPLO"Tl !J.E, 7tOVWV 1t<ÌÀtv oùx ÉvoxÀTJCTW
òcpi}aÀ!J.oÙc; aù-r{ii· 1twc; yètp ò !J.TlXÉ-r' EXWV ;

1 27 n w >. >. � a v o u

El.crt xCIt Év MouO"TlCTtv 'EpwuEc;, ai: CTE 1totova-w


1tOt1l'rlJV, àvi}' WV 1tOÀÀ(Ì ypacpEtc; Ò:xphwc;.
Tol.vuv, a-ov oÉo!J.Cit, ypcicpE 1tÀEI.ova· (.l.Ei.sova ycip CTOt
EV�(la-i}Ct.t ""rCt.U""rTlc; où OUVCI!J.Clt !J.Ct.VLCt.V.
LI BRO UNDICES IMO

1 24 N i carco Lo psicopompo

«Che vuoi sapere, straniero? » «Chi c'è nella tomba sotterra? »


«Chi Zòpiro privò del dolce !ome:
sono Aristotele e Dami, Demetrio ed Arcesilao,
Sòstrato e gli altri fino a Paretonio.
, Con caduceo di legno, con scarpe ortopediche, guida
i suoi pazienti, come Ermete, all'Ade ».

1 25 Anonimo Alleanza

Cràtea dottore e Damone fossore con patti giurati


strinsero fra di loro comunella.
Nel seppellire, il secondo, rubando le funebri fasce,
come bende al compare le mandava.
, Cràtea, rendendo il servizio, mandava a quell'altro i clienti,
come defunti ormai da seppellire.

126 Anonimo Soluzione

Non con la sonda, bensf col tridente Carino mi unse,


e usò una spugna inedita: il cassino.
Via mi strappò, ritirando la sonda, l'intera pupilla,
e la sonda nell'orbita restò.
' Se mi riunge, per lui delle mie sofferenze la noia
finirà: gli oc..hi miei non li avrò piu.

Polli ano Follia

Si, fra le Muse ci sono le Furie: le Furie che fanno


di te un poeta, per cui scrivi a pera.
Scrivi dunque di piu, te ne prego: piu grande follia
certo augurarti non saprei di questa.
ANTOLOGIA PA LATINA 5 30

128 T o v C1 U 'I' O v

Et JJ.Ìl xo:tpw, <l>À.wpE, j"EVOLJ.l.T}V oa:x-tuÀ.oc; iì 1tOÙc;


T - ' - l
ne; 'tWV UWV 'tOU'tWV 'tWV XO:'tO:'tELVOJ.l.EVWV.
-

Xo:i.pw, vÌ") 'tÒV xÀ.Tjpov, ov EuxÀ.l)pT)uo:c; Èv èii}À.oLc;,


wc; 7tEpt XOLpdo:c; 'tOU U'tE<pcivou J.l.Eptooc;.
, ToLyètp Mpun, <l>À.wpE, xo:t Evi}uJJ.oc; 1ttiÀ.L yi.vou·
ov'tw vLxfjuo:L xo:t ooÀ.LXOV ouvo:uo:L.

1 29 K t p E C1 À ( o u

lloLTJ'tÌlc; (À.i}wv dc; "Iul}JJ.LO: 1tpòc; 'tòv &.ywvo:,


Evpwv 1tOLTJ'tètc; EL'!tE 7to:ptul}JJ.L' EXELV.
MÉÀ.À.EL o' t!;owéiv dc; ITui}Lo:· x&v 7tciÀ.LV EVPTI.
d'!tELV ou OVVO:'tO:L' (( Ko:t 1tO:P0:7tVl}L' EXW )),

130 Il w >.. >.. L a. v o v

Toùc; xuxÀ.touc; 'tOV'touc; 'toùc; o: ù 't èt p E 1t E L 't o: À.Éyov'to:c;,


JJ.Luw, À.W7tOOV'to:c; &.À.À.o'tpi.wv E7tÉwv.
Ko:t OLèt 'tOu't' EÀ.ÉyoLc; 7tpouÉxw 1tÀ.Éov· ouoÈv EXW yètp
llo:pì}Evtou xÀ.É7t'tELV iì 1tciÀ.L Ko:À.À.LJJ.cixou.
, E> T) p t JJ. È V o u o: 't o EV 't L j"EVOLJ.l.T}V, Et 7tO'tE ypciljlw,
ELXEÀ.oc;, h 1t O 't O: J.l. W V x À. w p èt x E À. L o 6 v L O: .
Ot o ' OV'twc; 'tÒV "OJJ.T}POV &.vo:Lowc; À.W7tOOU'tOUULV,
WU'tE ypci<pELV i)OT} JJ. ii V L V cX E L O E , i h ci .

131 A o u x ,'), ), ( o u

Ov't' E7tL aEuxo:À.i.wvoc; uowp, chE 7tciv't' Ej"EVTJì}T},


ouì}' 6 XO:'t0:7tpl]uo:c; 'tovc; È7tt yfjc; <l>o:Éì}wv,
&.vì}pr.:mouc; EX'tELVEV ououc; llO'tclJ.l.WV 0 1tOLT}'tTJc;,
xo:t xnpoupyl)uo:c; WÀ.EUEV 'EpJJ.Oj"ÉVT)c;.
, "!1u't' È!;, o:i.wvoc; xo:xèt 'tÉUuo:po: 'tO:U't' ÈyEvl)i}T},
aEuxo:À.LWV, <l>o:Éì}wv, 'EpJJ.Oj"ÉVT}c;, llo'tciJJ.WV.
LIBRO UNDICESIMO 53 1

!28 P ol l i a n o Il vincitore

Se non godo, ch'io possa cangiarmi in un dattilo, Floro,


o in un piede dei tuoi, cosi protratti.
lo - per la sorte che avesti nei Giochi lo giuro - ne godo
come d'una braciola, del tuo serto.
, Sta' di buon animo, Floro, coraggio! Ben puoi riportare
la vittoria nel fondo, in questo modo.

129 Cerea! io Scuse

Giunto un poeta all'agone poetico ai Giochi corinzi,


trovò poeti e disse: « Ho la corizza».
Ora, se altri ne trova recandosi ai Giochi di Pito,
non potrà certo dire: « Ho la pipita ».

IJO Polliano Plagi

lo questi ciclici, questi che dicono i n d i p e r a l t r o ,


di versi altrui predoni, li detesto.
All'elegia m'interesso di piu, ché non m 'offrono nulla
Callimaco o Partenio da rubare.
, A l l ' o r e c ch i u t o a n i m a l e sarei somigliante, scrivendo
l e c h e l i d o n i e p a l l i d e d a i fiu m i .
Tanto sfacciato è il saccheggio che fanno costoro d'Omero,
da scrivere cosi: C a n t a m i , o d i v a .

IJI Luci Ilio I flagelli

L'acqua che, quando fiori Deucalione, ogni cosa sommerse,


o quel Fetonte che incendiò i terrestri
tanta moda fra gli umani non fecero quanta il poeta
Potamone ed Ermògene il chirurgo.
' Quattro dunque dai tempi dei tempi i flagelli : Fetonte,
Deucalione, Potamone, Ermògene.
ANTOLOGIA PALATINA .5 3 2

132 T o v a ù -c o v

M�crw, OÉcr1wroc Koci:crocp, ocro�ç vÉoç oùOÉT.o-r' oùodç


i'}pECTE, xèìv EL1tll (( p. i) V L'V èi E L O E , � E a )) '
Q.).).' ìlv p.i) IlpLap.ou -r�ç EXTI xp6vov 'ÌJ!J.�cp6.).ocxpoç,
ÌÌ xoct XUp-rÒt; èiyocv, OÙ OVVCl'r' è().cpoc ypaq:JELV.
' Et o ' ov-rwç o\hwç -rou-r' [cr-r' EXOV, w UT.Cl'rE ZEii,
dç 1:0Ùt; XT)Ài)-rocç EPXE"rCl� i) crocp[oc.

133 T o v a ù -c o v

TÉDvT)x' Eù-ruxtOT) t; o !J.EÀoypacpoç. O t xoc-ra. yoci:ocv,


<p Evy E -r' · EXWV c.iJOtXt; EPXE"rCl� Eù-ruxtOT)t;'
xoct x�Dapocç oc\m� O�E-ra�oc-ro cruyxoc-rocxocucrocL
owoExoc xoct x[cr-rocç dxocrmÉv-rE v6p.wv.
, N uv V (..LLV o Xapwv ÈT.EÀi)).uDE· 1rou -r�ç aT.ÉÀ�TI
Àom6v, ÈT.d xQ.OT)V Eù-ruxtOT)t; XCl"rÉXEL;

1 34 T o v a ù -c o v

'Apx6p.ED'' 'H).�6owpE; IIo�i}!J.Cl'rCl 1i:CltSO!J.EV ou-rw


-rocu-roc 1rpÒç Q.).).i)).ouç; 'H).�6owpE, i}ÉÀELt;;
... A cr cr o v ti) ' , W t; X E V i) ci cr cr o v 6 Hi) p o u · xoct "(tXp [p.' o\j;EL
(..locxpocpÀuocpT)-ri)v 'H).�oowpo-rEpov.

135 T o v a ù -c o v

MT)xÉn, !J.T)XÉ't'�, MapxE, -r ò T.oc�o[ov, Q.).).' Èp.È x61r-rou


1:'ÒV T.OÀÙ UU 1i:ClptX crot VEXp6-rEpOV 'rEXVtOU.
Ei.ç Èp.È vuv ÈÀÉyouç r.o[n T.aÀw, dç È(..LÈ i)pi}vouç,
OrJim, -ròv cr-r�x(v� crcpocs6p.Evov i)ocv6.-r�.
' Tcu crou "J"tXP .. a.crxw VEXpou xapw, oroc .. a.i)oLEV
ot XCl't'CLOd�av-rEt; �L�À(oc xat xa).6.p.ouç.
LIBRO UNDICES IMO 533

132 Luci Ilio Ernia e poesia

Cesare, sire, detesto chi ai giovani nega valore


anche se il canto sia « Cantami, o diva ».
Uno che gli anni di Priamo non abbia e la testa pelata
o la gobba non può scrivere un ette.
, Sommo Zeus, cosi stando davvero le cose, gli erniosi
sono i depositari del talento.

133 LuciIlio Allarme

Morto Eutfchide, autore di liriche. Voi di sotterra,


scappate! Arriva coi suoi canti Eutfchide.
Volle che insieme con lui si bruciassero dodici cetre
e venticinque ceste di canzoni.
, Ora è venuto, novello Caronte, da voi: dove andare,
se occupato da Eutkhide è l'Averno?

1 34 Luci Ilio A gara

Attacchiamo, Eliodoro? Facciamo un bel gioco coi versi,


botta e risposta? D'accordo, Eliodoro?
V i e n i p i u p r e s s o : p i u p r e s t o l a m o r t e . . . Ma sf, mi vedrai
piu Eliodoro ciarlone d'Eliodoro.

135 Luci I l i o Morte da versi

No, non piangere, Marco, sul figlio! Tu piangere devi


su di me, piu cadavere del bimbo.
Boia, componi elegie su di me, su di me trenodie!
Muoio, ammazzato dai tuoi versi, anch'io.
' Quanto il tuo morto mi dà da soffrire, vorrei che soffrisse
chi fu di libri e penne l'inventore.
ANTOLOGIA PALATINA 534

I 36 T o u a: Ù 't o u

Oùx ou'tw x ct x o E p y ò v È X ct ). x E u cr ct v 't o 1-lO:XctLpctv


éivi>pw7toL oLoc 'tocç È!;ct7tLvl)ç ÈvÉopctç,
oiov O:xl}pvx'tov, Kct).).Lcr'tpct'tE, xctt crù 7tpocrE).i>wv
7tOLELç !lO L cpOVLXWV È!;ct!-lÉ'tPWV 7tO).E!-lOV.
, I:O:).my!;ov 'tctXÉwç O:vctx).T)'t"Lx6v· dç O:voxocç yocp
xctt IIptct!-loç x).ctucrctç ill-lEptwv hvxEv.

137 T o u a: Ù 't o u

'!1!-lO�OELOV !lO� 7tctpcti>Etç 'tO!-lOV, 'H).�6owpE,


xctt 'tpLCL !-lO� xEpO:crctç W!-lO�OELO'tEpct,
EÙi>Ù XCL'tctxMsELç È7tLyp0:!-l!-lCLCT�V. Et o' tiCTE�l}crctç
�E�pwxEw 't"Lvoc �ovv 'tWV 0:1tò TpwctxpLctç,
' �où).ol-l' éi7tct!; 7tpÒç XV!-lCL XCLVELV" EL o' Ècr'tt 'tÒ XV!-lCL
EVi>CL !-lCLXptiv , éipctç ELç 'tÒ cppÉctp !lE �ti).E.

138 T o u a: Ù 't O u

"Av 'tov YPct!-l!-lct't�xov 1-lVT)cri>w !-l6vov 'H).Loowpov,


EMù cro).oLxtsov 'tÒ cr't6!-lct !-lOV OÉoE'tctL.

1 39 T o u a: Ù 't O U

rpct!-l!-lCL'tLXÒV ZT)vwvtç EXEL 7tWj"WV(l MÉvctvopov,


'tÒV o ' VLÒV 'tOU'tl!) cpl)crt CTVVECT'tctXÉVCLL.
Tocç vùx>ctç o· ctù'tfl l-lE).E..wv où 1tctuE'tctL ou'toç
7t'tWO"ELç, CTVVOÉO'!-lOVç, crx1J!-lct'tct, crvsvytctç.

Touutç 'toi:ç 7tctpoc oEi:1tvov O:oLoo!-lO:xoLç ).oyo).Écrxct�ç,


'toi:ç 0:1t' 'ApLcr'tO:pxov YPCL!-l!-lct'to).�xpLcptcrw,
LIBRO UNDICES IMO 535

Luci llio L'agguato

Tanto m al e f i c a spada non hanno gli umani f o r g i a t o


per le imboscate rapide, Callfstrato,
qual è la guerra che, non dichiarata, mi scagli : coi colpi
di micidiali esametri m'assali.
, Presto, fiato alle trombe, ritfrati! Fino alla tregua
placò i nemici col suo pianto Priamo.

I J7 Luci l! io Annegamento

Tu m 'hai servito una trancia di carne cruda, tre coppe


ben piu crude mescendomi, Eliodoro.
Ecco che poi d'epigrammi m'inondi. Sacrilego pasto
d'un bove feci, un bove di Trinacria?
, Farla finita nel mare vorrei ! Ma se il mare è lontano,
prendimi, avanti, gettami nel pozzo!

Luci l! io Spauracchio

Basta che io d'Eliodoro grammatico il nome ricordi :


mi si lega e sproposita la lingua.

1 39 Lucillio La pratica della grammatica

Tiene Zenònide in casa Menandro, barbuto maestro :


da lui prende lezioni il figlio - dice.
Ma con lei l'esercizio la notte non cessa: figure,
declinazioni, congiunzioni, copule ...

Lucillio I filologi

Ai chiacchieroni che a pranzo discutono d'arte - genfa


di severi pedanti aristarchei,
ANTOLOGIA PALATINA

otç ou O'XW!J.!J.Cl À.ÉyELV, OU 'ltE�V cp{À.ov, aÀ.À.'avaXELV"t'ClL


VT)1tV"t'LEV6(J.EVOL NÉO'"t'OPL xetL I1pLa(J.�.
, !J.lJ !J.E �aÀ.lJç Xet"t'a À.É!;Lv E À. w p x et t x u p !J. Cl y E v É u i} et L .
Ii)(J.Epov où OEL'ItVW J..L fj V LV èi E L O E , i h ci .

141 T o v ct u 't O O

XoLp(OLOV xett �ouv a'ltOÀ.WÀ.EXCl, xett J..L(Clv et!yet,


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woE uoÀ.oLxi.sll 'Poucpoç ò ypet!J.!J.Cl"t'Lx6ç ».
LIBRO UNDICES IMO 537

cui né lo scherzo sorride né il vino, che stanno attaccati


bamboleggiando a Nestore ed a Priamo -
, non mi gettare, secondo la formula, i n p a s c o l o e p r e d a !
Oggi non ceno col «Cantami, o diva ».

Luc i l l i o L'avvocato

Per il furto d'un porco, d'un bue, di quell'unica capra,


io t'ho pagato, Mènecle, l'arringa.
Io con Otrfade non ho proprio nulla a che fare, in giudizio
quelli delle Termòpile non chiamo;
, è con Eutkhide e basta, la causa; che vuoi che m'importi
di Spartani e di Serse, a questo punto?
Non ti scordare di me, se non vuoi ch'io gridi: « Una storia
Mènecle narra, il mio porcello un'altra ».

LuciIlio Linguaggio

Ha meditato 'non guari', 'suddetti', e a iosa 'Signori


della Corte', e 'la legge faccia fede',
indi 'cotesto', 'pertanto', 'vigesimo' e ancora 'talaltri'
e 'sf, perbacco' e 'poffarbacco, no'.
, Retore è adesso Critone, fa scuola, e al suo repertorio
'ette', 'favella ! ' e 'desso' aggiungerà.

1 43 Luci I l i o Il mole e il peggio

Marco il retore è morto. Laggiu non lo vuole Plutone.


Dice: « Di cani qui ci basta Cerbero.
Ma, se proprio ci tieni, le arringhe declamale a Titio,
a Melitone il lirico, ad Issfone.
' Qui non c'è guaio peggiore di te, fino al giorno che venga
il grammatico Rufo a smarronare! »
ANTOLOGIA PALATINA

1 44 KEpEaÀ lou

Où -rò À.Éynv 'ltapcicrl}JJ.CX xat 'A-r·nxà. {niJJ.a-ra 'ltÉV-rE,


Evi;,i}À.wç Ècr-rtv xat cppovtJJ.wç JJ.EÀ.E-rCiv·
ovoÈ yà.p Et « xO:pxaLpE » xcxt Et (( xova�Ei: » -r6 'tE (( crt!;,n »
xcxt « xEÀ.O:pu!;,E » À.Éynç, EVilùç "OJJ.T)poç E01J .
, Novv Ù'ltoxEi:cr�aL OEi: ni:ç ypci!-L!-LCXO"L xcxt cppO:crLv aù-rwv
dvaL XOL\IO'tÉpa\1, wç ("E \IOEL\1 éì. À.É("ELç.

1 45 "AOT)ÀOV

Etxwv i) l:Éç-rou 1-LEÀE-rq., l:Éç-roç oÈ crLw'ltq.·


Etxwv ljv pi}-rwp, ò oÈ pi}-rwp dx6voç dxwv.

1 46 'A��Havov

'E'It'ttX O"OÀ.OLXLO"JJ.OÙç «l>À.axx� 'tli) PlJ'tOpL OWp0\1


1tÉ1-L�cxç, O:v-rÉÀ.a�ov 'ltEv-rO:xL oLaxocrtouç·
xat (( Nvv JJ.ÉV >> cpl)crtv (( -ro1houç O:pL�I-Lt:!l ero L E'ltE!-L�a,
-rov À.OL'Itov OÈ 1-LÉ'tp�, 1tpÒç K{mpov ÈPXÒJJ.Evoç ».

1 47 Tov a�Hv

'Pi}-rwp Èça'lttvl}ç 'AcrLa-rLx6ç· oùoÈv èimcr-rov·


xat 't O V't' Èv 8i}�aLç \IV\1 yÉ("O\IE\1 'tÒ 'tÉpaç.

MT}OÈ À.aÀ.wv 'ltp�T)\1 ÈcroÀ.otxLO"E «l>À.O:xxoç ò pi}-rwp,


xat 1-LÉÀÀ.wv xcxtvnv EÙ�ùç È�ap�O:pLO"E\1
xat -rii XELpt -rà. À.OL'Ità. croÀ.oLxt!;.EL OLCX\IEÙwv,
xà.yw o. aÙ'tÒ\1 towv - 'tÒ O"'tO!-LCX JJ.OU OÉOE't!XL.
LIBRO UNDICE S IMO 539

1 44 Cerea l i o I prcziosismi

Non nel valersi di cinque parole atticistiche o strane


stanno l'impegno e il senno del discorso.
Se ' tintinnava' o 'strepe' tu dici, 'pipfa', 'chioccolava',
non sarai certo, tutt'a un tratto, Omero.
, Nelle parole un senso ci vuole, e la lingua di tutti,
per far capire ciò che dici, occorre.

1 45 A nonimo u sta/ ua parlante

Parla il ritratto di Sesto, lui tace. Il ritratto è oratore,


altro non è l'oratore se non d'un ritratto ritratto.

A m m i ano I solecismi

Feci al retore Fiacco l'omaggio di sette smarroni:


ne ho avuti in cambio duecento per cinque.
Dice : «Per ora non mando che questi, contati. I n futuro,
se vado a Cipro, te ne mando a staie» .

1 47 A m m i ano Prodigi

Ha la qualifica, a un tratto, di retore, Asiatico. È strano?


Questo è un altro miracolo d'Egitto.

Lucillio L'ignorante

Ha smarronato, sia pure tacendo, il retore Fiacco:


sul punto d'aprir bocca, barbarismi,
poi solecismi soltanto coi gesti. Al solo vederlo
io ... la lingua è legata, mi s'inceppa.
ANTOLOGIA PALATINA 54 0

1 49 "A01JÀ.OV

A\rtÒ\1 opw aÉ, MHiov, 't"Ò\1 PT)'t"Opa.. <l>Eu, 't"L 't"Ò �rl.U(.la.;
l:'tnÀ.tt!J.EVOt; aLyéj.ç· oubÈV OIJ.OL6't"Epov.

150 ' A il ! H a v o u

« 'Apxa.SLxÒv 1tO..ov xa.'t' Èvu1tvLov 'Apxt1St Swpov


'Ep!J.dTI PJ)'t"Wp �fjXE\1 'A�l)va.y6pa.ç ».
Et !J.ÈV xa.t PJ)'t"Wp Xrl.'t. ÉVU1t\ILO\I, otUOIJ.EV 'Ep(.ln·
d S' v1ta.p, t1pxd'tw· « ElfjxEv 'A�l)va.y6pa.ç ».

15 I 'AòtO"'tO'tOV

'Pi}upoç éi.S' ELXWV' ò oÈ pi}'twp, dx6voç ELXWV.


Ka.t 1twç; Ou Àa.ÀÉEL' oubÈV OIJ.OLO't"Epov.

EL �ouÀEL .. òv 1ta.rSa. StM!;a.t pi}upa., ITa.uÀE,


wç OU't"OL 1ttt\l't"Eç, yptt!J.IJ.rl.'trl. IJ.Tj IJ.rl.�É'tw.

ETL\lrl.L IJ.EV XU\ILX6V UE, M E\IECT'tprl.'t"E, Xr1\IU1t0ol)'t"O


• . • ' !:'
V,
xa.t PLYOU\1 ouSdç tt\l't"LÀ.ÉyEL xa.MÀ.ou·
riv SÈ 1ta.pap1tttl;nç éip'touç xat xÀ.ttaiJ.a.'t' t1va.Lbwç,
Xttyw pct�Sov EXW, xa.L aÈ À.ÉyouaL xuva.
LIBRO UNDICES IMO .5 4 1

1 49 A n o n imo La statua muta

È proprio te che vedo, Medone, il retore. È strano ?


Composto, taci. Somiglianza piena.

1 50 Ammiano L'iscrizione

« Feltro d'Arcadia che in grazia d'un sogno all'Ermete d'Arcadia


Atenàgora pose, l'oratore ».
Oratore nel sogno? Si porti a Ermete! Sul serio?
« Atenàgora pose » basterà.

151 Anonimo L'effigie

Questa è l'effigie. Ma lui, l'oratore, è un'effigie d'effigie.


Perché? Non parla: somiglianza piena.

152 Ammiano L'ignoranza

Paolo, tu vuoi che tuo figlio da retore studi? Sia privo,


come tutti costoro, di cultura!

1 53 LuciI l i o Il 'cane'

Nulla da dire che tu sia cinico e scalzo e che voglia


bubbolare, Menèstrato, dal freddo.
Ma se sfrontato sgraffìgni bocconi di pane, una mazza
anch'io ce l'ho: ti chiami cane - bada!
ANTOLOGIA PALATINA 54 2

1 54 T o u a v -r o u

Il ciç oç a\1 TI 7t't"WXÒç xctt ciypci(J.(J.ct't"Oç, oùxh' ciÀ.'l)�EL,


wç 't"Ò 7tp�\l, OÙO' cttpEL q>Op't"�ct (J.LCT�ctp�OU'
ciÀ.À.ci 't"pÉcpEL 7tW)'W\Ict xctt Éx 't"pL60ou çvÀ.o\1 èìpctç
_ , - T ' ' l
't"T)ç ctpE't"T]ç EL\lctL Cj)T)CTL\1 O 7tpW't"OXUW\I,
' 'Ep(J.OOO't"OU 't"OOE o6y(J.ct 't"Ò 7tci\ICT0Cj)O\I' Et 't"Lç cixctÀ.xEi:,
(J.TJXÉ't"L 7tEWci't"w �dç 't"Ò XL't"W\IapL0\1.

1 55 ' A ��<avou

Oihoç o 'iiç cipE't"iiç cioci(J.ctç �ctpvç, oihoç o 7ta\l't"TJ


1tiiaw Ém7tÀ.'l)crcrw\l, oihoç o pLyo(J.cixoç
xctt 7tW)'W\Ict 't"pÉq>W\1 EciÀ.w. - n ycip ; - 'A7tpE7tÈç EL7tEL\I
ci),),' EciÀ.w 7tOLW\I Epyct xctxoCT't"O(.J.cl't"W\1 .

OtEL 't"Ò\1 7tW)'W\Ict q>pE\IW\1 7t0LTJ't"LXÒ\I Et\lctL,


xctt O Là. 't"oiho 't"pÉcpnç, cp�À.'t"ct't"E, (.J.ULOCTO�TJ\1.
KEi:po\1 É(J.ot 7tELCT�dç 't"ctXÉwç· oihoç yà.p o 7tW)'W\I
q>�ELPW\1 7tOLT)'t"'l)ç, ovxt q>pE\IW\1 yÉ)'O\IE\1 .

157 T o u a v -r o u

(( '!1yct�É )) XctL (( (.J.W\1 O V\l )) xctt (( 7t0L o i) xctt 7tO�E\I ' w 't"cl\l ))
Xctt « �ct(J.cl >> xctt <( q>ÉpE O'!) >> XctL « XO(J.LOii » Xctt <( t�L »
xctt CT't"oÀ.Lo\1, (J.ciÀ.Lo\1, 7tW)'W\ILO\I, W(.J.L0\1 Eçw·
Éx 't"OV't"W\1 i) \IV\1 EVOOXL(J.EL crocp�ct.

Atci�EL 7t'J)p1J 'tE xctt 'HpcixÀ.EL0\1 èìpLCT't"0\1


�pL�Ù Iww7t�'t"ou ALO)'É\IEuç p67tctÀ.o\l,
LIBRO UNDICES IMO 543

1 54 Luci I l i o L'editto

L'illetterato tapino non gira la macina, e i pesi


per quattro soldi non li porta piu :
nutre una barba, solleva dai trivi la mazza, proclama
se stesso il protocane di virtu.
, È l 'editto sapiente d'Ermòdoto : 'Privo di soldi
lascia le spoglie e non avrai piu fame'.

1 55 Ammiano Sporcaccione

Adamantino campione, costui, di virtu, di ciascuno


fustigatore, questo bubbolante
tutto barbuto, fu còlto sul fatto. - Ma come? - Tacere
è bello: agiva con la bocca sozza.

Ammiano La barba

Credi che crei la saggezza la barba, e per questo lo nutri


codesto cacciamosche, amico mio.
Tagliala, dammi retta! Non crea che pidocchi codesta
barba, saggezza non ne crea di certo.

C 57 Ammiano Stile moderno

« Ottimo » oppure « nevvero » ? « di dove e dove, carino? »


« sovente» « via, vediamo », « affatto », « orsu »,
e mantelletto, ciuffetto, barbina, spallina di fuori:
oggi di ciò si gloria la sapienza.

Ant ipatro Dit•ario

Geme la sacca e geme l'erculea clava pesante


che fregio fu del sinopita Diogene,
ANTOLOGIA PALATINA 5 44

xat 'tÒ xMìT)V pU1tOEV't� 1tLV� 1tE1ta).ay(.J.Évov [al}oç


om).6)ì�ov, xpuEpwv tlV'tL'lta).ov V�q>à.Owv,
, c't't� 'tEo�ç WIJ.O�a� IJ.�atvE'ta�· Ti yà.p ò !J.ÉV 1tou
oùpà.v�oç, aù o' Eq>U<; OÌN a1toO�fla� xùwv.
'A).).à. (.J.ÉÌ)Eç, !J.ÉÌ)Eç o'lt).a 'tà. (.J.'Ìj aÉl}Ev· (i}.).o ).E6V'tWV,
(i}.}.o YEVE�T)'tWV tpyov opwpE 'tptÌywv.

TQ 1ta'tpi. IJ.OU 'tÒv à.oE).cpòv o t à.a'tpoMyo� 1J.axp6yT)pwv


1ttlV'tE<; È(.J.CJ.V'tEÙaavì)' W<; à.cp' ÈVÒ<; a't6(.J.a'toç·
ti).). ' 'Ep!J.ox).Ei.oT)ç aÙ'tÒV (.J.6voç E!1tE 1tp61J.otpov·
d'!tE 0 ', c't' aÙ'tÒV [aw VEXpÒv ÈX01t'tOIJ.Eì)a.

1 60 Tou a: v 't o u

IIà.v'tE<; oao� 'tÒV "ApT)V xat 'tÒV Kp6vov wpoì)E'tOvaw,


ii.!;�ot Eta� 'tUXE�V 1ttlV'tE<; ÈVÒ<; 'tU'lttlVOU.
"O�o!J.at où IJ.axpà.v aÙ'toÙç 'tuxòv Et06'taç ov'twç
xa.t 'tt 1tOE� 'tCJ.Vpoç, xat 'tt ).ÉWV OVVCJ.'ta�.

161 T o u a: v 't o u

Ilpòç 'tÒV (.J.à.V'ttv "O).u!J.1tOV 'Ovi)at(.J.O<; T)).l}Ev Ò 1tVX'tT)<;,


EL !J.É).).E� YT)piiv �ou).6(.J.EVO<; 1tPOIJ.aì)dv.
Kà.xE�voç· (( N aL )) q>T)ai.v (( Èà.v i]OT) xa'ta).vcrnç·
èìv OÉ YE 1tUX'tEVTI<;, wpoì)E'tE� aE Kp6voç )).

Etç 'P6oov Et 1t).Evan 't�ç 'O).u!J.'lt�xòv T)).l}Ev Épw'twv


'tÒV !J.tlV'ttv, xaL 1twç 1t).EvaE'ta� à.acpa)..Éwç.
Xw (.J.à.V't�ç· (( IlpW'tOV !J.ÉV >> Eq>T) (( xawi)v EXE 't'Ì}V vavv,
xat IJ.'Ìl XE�IJ.WVO<;, 'tOV OÈ l}Épouç avà.you.
LIBRO UNDICES IMO 545

geme quel doppio vestito di sozza lordura cosparso


che contro nevi gelide contrasta:
, tutto sugli omeri tuoi si contamina. Cane celeste
fu lui, sei cane d'immondizie tu.
L'attrezzatura, via! non è roba per te: ché non fanno
barbuti becchi ciò che fa il leone.

1 59 Luci I l i o La profezia

Per il fratello una lunga vecchiezza gli astrologi tutti


a mio padre predissero concordi.
Solo Ermoclide una fine precoce predisse. Predisse,
quando già in casa piangevamo il morto.

1 60 Luc i l l i o Pro/eli di sventure

Quanti gli oroscopi fanno per Marte e Saturno, ben degni


sono tutti d'un'unica tortura.
Sperimentare costoro vedrò fra non molto nei fatti
che porta il Toro, cosa può il Leone.

161 LuciIlio La condizione

Fu ad Olimpo profeta da Onèsimo pugile chiesto


se il suo destino fosse d'invecchiare.
Quello : «Ma certo - rispose - se smetti; se ancora combatti,
a fissarti l'oroscopo è Saturno » .

N i carco Sicurezza

Chiese un tale « M'imbarco per Rodi? » a Olimpico il va te


e «Come avere una rotta sicura? »
« In primo luogo - il profeta rispose - sia nuova la nave ;
non partire d'inverno ma d'estate.
19
ANTOLOGIA PALATINA

, Tov't'o yàp &v 1to�iic;, f}!;E�c; x&.xdcrE xcd woE,


riV (-LlJ 1tE�pCI't'Tj<; É\1 1tEÀ.ci.yE� CTE À.ci.�TI ».

llpòc; 't'Ò\1 (-Lci.\l't'L\1 "0À.V(-L1t0\l 'Ovi)CT�(-LOç Tj),l}' Ò 1tCIÀ.ct�CT't'lJç


xat 1tÉV't'cti}À.oc; "YÀ.ctc; xat CT't'ctO�EÙc; MEvExÀ.i'jc;,
't'te; (-LÉÀ.À.E� \I�XcX\1 ctÙ't'W\1 't'Ò\1 ci.ywvct i}ÉÀ.O\I't'Eç
yvwva�. Kci.xE'Lvoc; 't'o'Le; tEpo'Le; (v�Swv·
, «<Ici.v't'Ec; » Eq>TJ « v�xCi't'E, (-Lovov l-L'li 't'�c; crÈ 1tctpÉÀ.i}n
xat crÈ xct't'ctcr't'pÉ\jln xat crÈ 1tctpct't'poxci.crn ».

El1tE\I ÉÀ.T)À.vi}Évct� 't'Ò 1tE1tPW(-LÉvov, ctÙ't'Òç ÉctV't'OV


't'TJ\1 yÉ\IECTL\1 s�ai}dc; AvÀ.oc; ò &.cr't'poÀ.6yoc;,
xat l;i)cmv wpac; h� 't'Écrcrctpctc;· wc; oÈ 1tctpi'jMEv
dc; 1tÉ(-L1t't'TJV, xat l;i'jv Ei.o6't'ct (-LTJOÈv EOE�,
, a(crxuvi}dc; TIE't'ocr�pw &.7ti)y!;ct't'o· xat (-LE't'Éwpoc;
wi)crxn (-LÉ\1, i}vi)crxE� O ' OÙOÈ\1 Émcr't'ci.(-LE\IOç.

Où yÀ.i)xwv� Kpt't'W\1 Ò q>�À.ci.pyvpoc;, ci.À.À.à o�xci.À.x�


ctu't'òv &.7tocrcppa(vn, i}),��o(-LÉvov cr't'o!-Lci.xov.

l 66 •A/i1J).ov

IIÀ.ov't'E'Lv cpacr( erE miV't'Eç, Éyw oÉ crÉ q>TJI-L� 1tÉvEcri}av


xpficr�c; yàp 1tÀ.OU't'OV (-Lci.p't'vc;, ,A1tOÀ.À.oq>ctvEc;.
"A\1 (-LE't'ÉXnc; ctÙ't'W\1 crv, crà yt\IE't'ctL" &v OÈ q>uÀ.ci.'t''t'Tic;
XÀ.T)p0\10(-LO�ç, ci.1tò \IV\1 yt\IE't'ct� ci.À.À.Ò't'p�ct.
LIBRO UNDICES IMO 5 47

, Ciò compiuto, buon viaggio d'andata e ritorno farai,


ove in mare un pirata non ti colga ».

Luci I l i o Se

Chiesero a Olimpo profeta « Di noi chi la vince la gara? »


il lottatore Onèsimo, lo sprinter
Mènecle, e Ila campione di pentatlo. A quella domanda,
lui, scrutate le vittime, rispose:
, «Tutti, se te non abbatte nessuno, nessuno sorpassa
te, piu forte di te non va nessuno ».

LuciIlio Vergogna

Aula l'astrologo disse che l 'ora fatale era giunta


{s'era fatto l'oroscopo da sé):
solo quattr'ore di vita. Ma venne la quinta, e col marchio
dell'ignoranza gli toccava vivere:
, di Petosiri arrossendo, s'impicca. Pendulo in aria,
muore, ma il marchio d'ignoranza resta.

Luci Ilio Il rimedio

Non suffumigi di menta respira Critone l'avaro,


se gli duole lo stomaco, ma soldi.

1 66 Anonimo LJ ricchezza

Ricco, Apollòfane, sei per la gente; per me, bisognoso.


Quello che attesta la ricchezza è l 'uso.
Se ne partecipi tu, si fa tua; se, pensando agli eredi,
la serbi, aliena ti si fa sin d'ora.
ANTOLOGIA PALATINA

XctÀ.XÒ\1 EXWV, 'ltWç ovoè:v EXELç I-Lciik 'ltciV'tct octvdsnç·


o\hwç oùoè:v EXEtç ctù't6ç, tv' li'ì.'ì.oç EXTI ·

168 ' A v nq> d V O V �

'l'T}<ptsnç, XctXOOctti-L0\1' 6 OÈ xp6voç wç 'tOX0\1 oihw


xctt 'ltOÀ.tÒ\1 'ttX'tEL yi)pctç È1tEPXO!-LEVOç.
KoihE 'lttwv o\h' livi}oç È1tt xpo'tci<potç &.vctoljactç,
oÙ 1-LÙpov, oÙ "(À.ctcpvpòv yvouç 'ltO't' ÈPW!-LÉVtOV,
, 'tEi}vljçn, 'ltÀ.ov'touactv cicpdç 1-LE"(ciÀ.T}V oto:i}TjxT)v,
ÈX 'ltOÀ.À.wv oBo'ì.òv !-LOU\10\1 ÈVE"(Xci!-LEVOç.

'Exi}è:ç ci'ltci"(XEai}o:t 1-LÉÀÀ.wv advo:pxoç 6 cpdowv,


r'ì.ctuxE, ot' Eç XctÀ.xouç OÙC'[J.Opoç oùx Ei}ct\IE\1'
Eç XctÀ.xwv tjv ycìp 'tÒ axowtov· ci).).' Èovawvn
Euwvov sT}'tWV liÀ.À.ov tawç i}civct'tov.
' Tou'tO qnÀ.ctpyvptctç OEWi)ç opoç, oç "(. ci'ltoi}vljaxwv'
r'ì.ctuXE, ot' Eç XctÀ.xouç OUC'!-LOPOç oùx Ei}ct\IE\1.

b.ctxpun !l>dowv 6 <ptÀ.cipyvpoç, oùx O'tL i}vljaxn,


ci).).' O'tL 1tÉV'tE 1-LVWV 't'Ì")V aopòv È1tptct'tO.
Tou't' ctÙ'tt{) xctptactai}E, xcti., wç 'tO'ltOç Èa'ttv Èv ctÙ'ti'i,
'twv 1toÀ.À.wv 'tExv(wv EV 'tt 'ltpoaEI-L�ciÀ.E'tE.

8vflaxwv 'Ep!-Loxpci'tTJç 6 cptÀ.cipyvpoç Év OLcti}TjxctLç


a.u'tòv 'twv toi.wv EypctcpE xÀ.TJpov61-Lov.
LIBRO UNDICES IMO 549

Pol l i a n o L'usuraio povero

Soldi ne hai: perché non hai nulla lo sai ? Tu li presti:


perché tutto sia d'altri, nulla è tuo.

168 A n t i Ca n e Cui prodest?

Sciagurato, non fai che conti. Ma il tempo coi frutti


viene, e ti frutta la vecchiaia grigia.
Senza esperienza di vino, di serti alle tempie, d'unguenti,
d'un'amichetta liscia liscia ignaro,
, te ne morrai, con un gran testamento arricchendo gli eredi.
Di tanti soldi non avrai che un obolo.

N i ca reo Il colmo

Glauco, ieri Dinarco, quel tirchio, voleva impiccarsi :


per sei soldi, meschino, non mori.
Già, sei soldi costava la corda. Parendogli cara,
si cercò un'altra morte a buon mercato.
, Fu d'avarizia il colmo : quell'uomo era li per morire:
per sei soldi, meschino, non mori.

N i ca reo La giunta

Piange Sparagna l'avaro, ma non perché muore : l'avello


ha dovuto pagarlo cinque mine.
Fategli dunque un regalo : là dentro c'è posto: stiva te
uno dei tanti figli in soprappiu!

Luci I l i o Convenienza

Nel testamento che in punto di morte Ermòcrate avaro


scrisse, si fece dei suoi beni erede.
ANTOLOGIA PALATINA 55 0

'l'T]cpLswv o' tivÉxn-to 1t6crov OWCTEL OLEyEpi}dc;


LTJ'tpoi:c; IJ.LCTi}ou xa.t ,[ vocrwv Oa.1ta.v�·
' wc; o ' EVPE 1tÀ.dw Opa.x!J.i}V J.LLa.v, ftv OLa.crwi}fi·
« AucrL'tEÀ.Ei: i}viJcrxELV » d1tE xa. t ÈçE'tctDTJ .
KEi:'ta.L o' OÙOÈV EXlùV éBoÀ.ou 1tÀ.Éov· ot OÈ 'tct xdvou
(xpiJJ.L a.'ta. xÀ.1Jpov6J.LoL i]p1ta.cra.v ticr1ta.crtwc;).

172 T o ii a u 't o ii

rEvvT]DÈv 'tÉXVOV Xa.'tE1tOV'tLCTEV AuÀ.oc; ò xvm6c;,


�TJcptswv a.v'tou cr<pso!J.Évou Oa.1ttiva.c;.

Et 'tÒ !J.ÈV ÈxOEOctVELxa.c;, o o ' ap'tL otowc;, o OÈ !lÉ).).nc;,


ovOÉ1to't' E! 'tOU crou xupLoc; tipyup[ou.

1 74 AouxtÀÀlou

Tcìv tiva.OUOIJ.ÉVa.v ct1tÒ IJ.a.'tÉpoc; ap'tL i}a.).ticrcra.c;


Ku1tpLV OÀ.T]V xpucriiv ÈXi}Èc; ExÀ.E�E Lltwv·
xa.ì. XEPÌ. 1tpocrxa.'tÉcrupEv òÀ.ocrcpupTJ'tOV "Aowvw
Xa.Ì. 'tÒ 1ta.pECT'tT]XÒt; IJ.LXpÒv 'Eptù'tctpLOV.
' Av'tot vuv ÈpÉoucrw OCTOL 1tO'tÈ (j)WpEc; apLCT'tOL'
« O v x É 't L er o t X E L p w v d c; E p Lv È P X O IJ. E i} a. �> .

175 Toii a u 't o ii

Tòv i}Eòv a.v'tòv ExÀ.E�Ev, cv òpxLsEcri}a.L E!J.EÀ.À.Ev


Ev•uxLOT]c; EL1tWV' « Ov OUVa.J.La.[ cr' OIJ.OCTa.L».
LIBRO UNDICES IMO 55 1

Stava li calcolando la somma da dare ai dottori


guarendo, e il costo della malattia.
, Come scopri che una dracma di piu gli costava salvarsi,
« Giova morire » - disse, e giacque steso.
Altro che un obolo ormai non gli resta: di tutto gli eredi
hanno fatto man bassa volentieri.

LuciIlio Risparmio

Natogli un figlio, affogare quel tirchio d'Aulo lo fece:


contò le spese se restava in vita.

I 73 F i l i p p o ( o L u c i l l i o) L'usuraio

Parte è a prestito, parte la dài, ciò che resta darai :


padrone dei tuoi soldi non sei mai.

I 74 Luci I l i o L'imbattibile

Ieri una Cfpride, appena dall'onda materna nascente,


d'oro massiccio sgraffignò Dione.
Poi tirò giu con la mano la statua massiccia d'Adone
e l'Amorino che gli stava accanto.
' Ora i migliori del mondo fra i ladri, concordi diranno :
« Con te niente piu gare di destrezza! »

I 75 Luci Ilio Sfiducia

Disse, rubando quel dio per il quale doveva giurare,


Eutichide: « Giurare a te non posso ».
ANTOLOGIA PALATINA 55 2

Tòv 7t'H1'VÒ'V 'Ep(.l.ii'V, "tÒ'V ì)Ew'V tmT)pÉ"t(l'V,


"tÒ'V 'ApxÒ:OW\1 a\1(1X"t(1, "tÒ'V �OT]À.Ò:"t(l'Y,
Éu"tW"t(l "tW'YOE yu(.l.V(lCTLW\1 É1ti.crxo7tov,
o vux-.LxÀ.É7t"t(1ç AùÀ.oç EL'!tE �(1CT"tÒ:CT(1ç·
, << IIoÀ.À.ot (.l.(li>T]"t(lt xpEi.crcrovEç OL0(1CTXÒ:À.wv » .

1 77 T o u a. v -r o v

Tòv "tW'V x).E'It"tO'V"tW'V (.l.(1'VIhop(1 <l>o��ov EXÀ.Eij;Ev


E\rtuxi.oT]ç d1twv· << Mi) 1t6.w 1toÀ.À.Ò: À.Ò:À.EL,
crvyxpL\IO\l OÈ "tÉXVTJ'Y "tÉXVTI X(lt XELPECTL XPTJCT(.l.OÙç
X(lt (.l.Ò:'V"tL\1 xÀ.É1t"tTI XC1t ì)EÒ\1 Ev-.uxi.on·
, •wv o ' 6.x(1À.ww-.wv cr-.oJ.l.6.-.wv x6.pw (1u-.i.x(1 7tp(1ì)dç,
-.o�ç W'VT)CT(l(.l.É'VoLç 1tiiv 6 ì)ÉÀ.nç (.LE À.ÉyE » .

Bo u x 6À. E , "t Ò: \l 6. y É À. C1 v 7t 0 p p w \l É (.l. E , (.l.TJ CTE llEpLxÀ.iiç,


o xÀ.É7t"tT)ç (1V"t(1�ç �oucrt CTU'VESEÀ.Ò:CTTI .

1 79 T o u a v -r o u

Et 7t00(1ç ELXE ai.wv otC1ç XÉP(lç, CVXÉ"t' éìv 'Ep(.l.iiç


'lt"tT]'YÒç E\1 6.vì)pw7toLç, Ò:À.À.Ò: ai.wv Èxpi.ì)T] .

1 80 ' A 1! 1.u a v o u

Ei.oo�ç ov xpi.vn IIoÀ.ÉJ.!.wv, vwve1Lç X(1"tC1xpi.vEv


xéìv oQç , xéìv J.l.1Ì oQç, ECT"tL\1 6.d IIoÀ.ÉI..I.W \1.
LIBRO UNDICES IMO 553

Luci l l io Emulazione

L'alato Ermete, il servitore degli dèi,


il rubavacche, il principe degli Arcadi
che a protezione dei ginnasi stava qui,
quel ladro d'Aula se lo prese ed osservò:
, « Piu dei maestri valgono i discepoli ».

1 77 LuciIlio Il /adro e il dio

Fece Eutfchide il furto d'un Febo che i furti denuncia,


dicendo al dio: « Se chiacchierassi meno!
L'arte all'arte confronta, le mani agli oracoli, a un ladro
te profeta, a te nume opponi Eutfchide!
1 Per la tua lingua sfrenata, ben presto ti vendo: racconta
ai compratori ciò che vuoi, di me! »

Lucillio Il rischio

P a s c i , p a s t o r e , l o n t ano l a m a n d r i a , ché Pericle il ladro


non ti si porti via con le tue vacche!

1 79 Lucillio Destrezza

Se, com'è lesto di mani, lo fosse di piedi Diane,


non Ermete, ma lui parrebbe alato.

180 Ammiano L'inflessibile

Idi : sentenze non dà Polemone. Alle None, condanna.


Doni o non doni, è sempre Polemone.
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Q O J. � 'I) Q O � ISI
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LIBRO UNDICESIMO 555

181 Ammiano Il corruttibile

Che Giovenale tu fossi era noto fra noi, Polemone.


E le prime tre lettere? Sparite?

1 82 Dionisio Il porco rubato

Un 'porcel' non del 'lotto' son io. 'Porcellotto' dicendo,


ben lo sapete che non c'entra il 'lotto'.

L u c i ! ! io Contro /'oroscopo

Come Eliodoro capi di Sa turno l'influsso nefasto,


di notte portò via il Sa turno d'oro:
« Prova, Signore, chi fece per primo del male - gli disse: -
chi per l'altro è Sa turno lo vedrai.
, A s e s t e s s o f a m al e c o l u i c h e a d u n a l t r o f a m a l e .
Trovami soldi e sorgi quanto vuoi ! »

LuciIlio Analogie

Alle Esperidi, ninfe di Zeus, sottrasse Menisco


tre pomi d'oro, com'Èracle un di.
Diede alla gente, sorpreso sul fatto, spettacolo grande,
bruciato vivo, com'Èracle un di.

L u c i li io Il Nauplio

Cesare, sire, alla Grecia, venuto a cantare il suo <( Nauplio »,


Egèloco donò la libertà.
Nauplio alla Grecia funesto fu sempre, scagliando su navi
gran tempesta o con tale citaredo.
ANTOLOGIA PALATINA

Nux·nx6pa.ç �OEL i)a.va.-rT]cp6pov· &_).).' él-ta.v �11TJ


ATlJJ.ÒcpLÀ.o�, i)viJO'XEL xa.ù-rò� o vux-rLx6pa.ç.

:ELJJ.ÙÀ.o� o �&.)..,� •où� yd•ova.� Ex-ra.vE 1t&.v-ra.�


vux•ò� oÀ.T]� �ciÀ.À.wv, 'ltÀ.'JÌv [vò� 'flpLyÉvou�·
xwcpòv ytip cpvcn� a.ù•òv Éihixa.n· nuvExEv a.ù•Q
�w1)v civ-r' cixoii� owxE 'ltEpLO'O'O't'ÉpT]V.

x 88 ' A � � " •vov

NLXTJ't'Tl� �owv 't'W\1 �owv ÉO'"tL\1 'A1tÒÀ.À.wv·


èì.v o' ta.-rpEVTI, 't'W\1 i)Epa.'ltEUOJJ.ÉVW\1.

ITÉv•' ò�oÀ.wv 'ltÉ'Itpa.xEv 'A'ltoÀ.À.ocpciv,� o -rpa.yi.()OÒ�


'ltÉ\I't'E i)Ew\1 O'XEUTJV, 'Hpa.xÀ.ÉOU� �Ò'Ita.À.0\1,
TLO'Lq>ÒVT]� 't'eX q>Ò�T]'tpa., IloO'ELOwvo� 'tpLÒOov•a.,
o1tÀ.ov 'Ai)T]va.�T]�, 'Ap-rÉJJ.LOO� cpa.pÉ"tpT]v.
, o t o È i) E o L 1t ti p z,v t x a. i) l) JJ. E v o L ÈçEovi)T]O'a.v
d� �pa.xù O'L-ra.p�ou xÉpJJ.a. xa.l otva.p�ou.

Tòv oa.O'Ùv 'EpJJ.oyÉ\11]\1 �T]'t'EL 'ltoi)Ev èipçEi)' 6 xoupEÙ�


XELpELV "t'JÌ\1 XEq>a.À.l)v, cvi)' OÀ.0\1 W� XEcpa.À.l)v.
LIBRO UNDICE S IMO 557

186 N i carco Funereo canto

Canto di morte ha il gufo; ma quando Demòfilo canta,


è addirittura lui che muore, il gufo.

Leo n i d a Compemazione

Similo artista di cetra, per tutta la notte sonando,


tutti i vicini uccise, tranne Origene.
Sordo lo fece natura: per questo una vita piu lunga
in cambio dell'udito gli donò.

1 88 Amm iano Il medico cantore

È Niceta un Apollo che stermina canti se canta;


quando cura, è uno stermina-pazienti.

L u c i I l io Svendita

Apollòfane attore per oboli cinque ha venduto


di cinque dèi gli attrezzi: clava d'Èracle,
scudo d'Atena, tridente del dio Posidone, spauracchi
di Tisifone, fàretra d'Artèmide.
, Furono dunque i n u m i p a r e d r i d i Z e u s denudati,
per due soldi di pane e di vinello.

Lucillio Il pelom

Cerca il barbiere l'attacco per radere a Ermògene il capo:


tutto il corpo è una selva, come il capo.
ANTOLOGIA PALATINA

T A p E c; , " A p E c; � p o "t' o À. o t y É , (J. t ct t cp 6 'V E , 7ta:vEo, xoupEv,


, ' ' , • l - -
"t'EJ.l.VW'\1' OU ya:p EXEL<; OUXE"t'L 7t0U (J.E "t'E(J.EL<;'
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J Nu'V (J.È'\1 yà:p (J.ULW'\1 o "t'67toc; yÉ(J.EL' iì"�� o ' im(J.d'Vnc;,
o\)IEL xa:t YU7tW'V E�'\IE('L xa:t xopà.xw'V.

Ma:xpo-.Ép� O'"t'ctup0 cr-.a:upov(J.E'V0'\1 li.À.À.0'\1 ErLU"t'OV


o cp�o'VEpòc; Atocpw'V iyyùc; tow'\1 hà.xTJ .

I 93 'Aotcnto-rov

·o cpM"Voc; Ècr"t't xcixtcr-.oc;· EXEL oÉ "t't xa:À.ò"V È'V a:v-.<{J·


-.ljxEL yà:p cpi}o'VEpW'V OJ.lJ.lO:"t'rL xa:t xpa:O�TJ'V.

1 94 A o vx , }, ). ( o v

IIa:'Vt q>LÀ.00'7tl}À.uyyt xa:t ovpEOq>OL'tciO't Nv(J.q>cttc;,


xa:t ra:"t'vpotc; tEpa:i:c; .. . E'\100'\1 'AJ.la:Opucicrw,
O"Ù'V xucrt xa:t Mrxa:tc; cruocp6'V"t'LO'L Mà.pxoc; (o à.ypEùc;)
(J.TJOÈ'V EÀ.t.:N, a:v-.oùc; -.oùc; x{Na:c; ÈxpÉ(J.a:crE'V.

1 95 � L oo-xop [ o ov

rci)..)..o'\1 'AptO'"t'rLYOPTJ<; wpxl}crct"t'O' -.oùc; OÈ q>LÀ.07tÀ.ouc;


TTJJ.lE'V�Oa:c; o XrLJ.lW'V 7to)..)..à: otijÀ.i}o'\1 Èyw.
xw (J.È'V "t'LJ.lTJaEtc; à.7tE7tÉ(J.7tE"t'o· -.i)'V oÈ -.ci)..a: wa:'\1
'Yp'VTJ�W xpo-rciÀ.w'\1 EL<; l)i6cpoc; ÈçÉ�a:À.E'\1.
J Etc; 7tUp 'Ì')pww'\1 t..E 7tpl}stEc;· E'V yà:p à.(J.ovcrotc;
xa:t xépuooc; xvx"Vou cpi}ÉyyE"t'' à.otOO"t'EPO'V.
LI BRO UNDICES IMO 559

L u c i I l io Macello

A re c r u e n t o , f l a g e l l o d 'u m a n i , desisti, barbiere,


dal taglio! Piu non hai dove tagliarmi.
Tempo è ormai che alle parti carnose tu passi, che scenda
giu sui polpacci. Taglia H, m'arrendo.
1 S 'empie di già la bottega di mosche; se insisti, vedrai
venire a sciami i corvi e gli avvoltoi.

Lucillio Confronto

C'era un altro, a una croce piu lunga confitto. Diofonte


l 'invidioso, vedendolo, schiattò.

1 93 Anonimo L'invidia

Pessimo vizio l'invidia, ma include qualcosa di buono:


agl'invidiosi gli occhi e il cuore strugge.

1 94 Luci Ilio Ex voto

Nulla predò con i cani e le lance che uccidono i verri


il cacciatore Marco, e a Pan degli antri,
ai Satirelli, alle Ninfe dei monti, alle dee delle querce
i suoi cani medesimi appiccò.

1 95 D i o s c o r id e Pantomimi

Fece Aristàgora il ballo dei Galli; i Temènidi in armi


io dopo tanti sforzi presentai.
Lui rientrò ricoperto di plauso; da unanimi fischi
la mia povera Irneto fu cacciata.
' All a malora, vicende d'eroi ! Per la gente profana
è piu dolce l'allodola del cigno.
ANTOLOGIA PALATINA

'Pvyxoc; (xovcnx. Bvtw 'tP�1tdh)xwov, oì:ov toovcrav


'tTJV 'Exci'tTJV aÙ't'Ì]v oi:oiJ.' rt1tayxov�cra�.
(( Et!J,� )) ÀÉyn « awcppwv, Aovx�ÀÀ�E, xat !J.OVOXO�'t W )),
AtoEi:'ta� ycìp i:awc; « llapi}Évoc; EL!J.� » ÀÉyE�v.
' Et oÉ yÉ 't�<; !J.�CTE� !J.E, xaxòv 'tO�OU'tO ya!J.'J)crac;,
- ' - , , ,
'tTJ<; av'tTJ<; axo� TJ 't Exva craocppocrvvTJ<;.

1 97 T o ii a. u 't o ii

"Hi}EÀE << op�!J.V<; » Q.yav 'tÒ 1tp6cri}' 'lEpWVV!J.O<; E!vaL'


vuv oÈ 'tÒ « Op� » !J.ÈV EXE�, « ÀO<; » oÈ 'tÒ « !J.Ù<; » yÉyovEv.

'Ep!J,OXpci'tT]<; 'tci<; pwoc;· É1ttt, 'tCÌV p�va ÀÉ)'OV'tE<;


'Ep!J.oxpci'tovc;, !J.�xpo�c; !J.axpcì xap�so!J.Ei}a.

1 99 AEwvtSou

'Ixi}uv o ypv1tÒ<; l:wa�1t'tOÀ�<; oùx ayopcisE�,


1tp0�)((L o ' EXE� 1tOÀÀ'Ì]v Él; ci.Àòc; EÙ�OCT�TJV'
où À�vov, où xci.Àcx!J.OV 1tpoaciywv, 'tfi pwt oÈ 1tpocri}Etc;
" , ' ' ,
ayX�CT'tpOV avpE� 1tCLV'tCl 'tCl VTJXO!J.EVCL.

200 T o v a. u -ro ii

ZTjvoyÉvovc; orxoc; XCl'tEXCl!E'tO, 1tOÀÀCÌ o ' ÉIJ.OXi}E�


Éx i}up!ooc; sTJ'tWV aù'tòv Ù1tExxcxÀcicrcxv
LXp!cx C1VIJ.1t'l)l;cx<; OÙX (cpi}ClVEV' o\j;È o' É1t�)'VOV<;,
-.Tjv pi.v' 'AV't�IJ.cixov xÀ�IJ.ClXCl i}dc; (cpvyEv.
LIBRO UNDICES IMO

Luci I l i o Il moJiro

Bito ha un grugno di scimmia siffatto, che al solo vederla


Ècate andrebbe certo ad impiccarsi.
« lo sono casta, Lucillio - mi dice - e dormo da sola ».
Per pudore non dice « Sono vergine ».
, Se c'è qualcuno che m'odia, che sposi una simile peste
e n'abbia prole casta come lei!

1 97 Luci I l io Cambio di lettera

Di 'catone' si dava le arie Gerolamo: adesso


il ca rimane, e c'è fone per tane.

Teodoro &pporti

'Naso d'Ermòcrate' dici? Subordini al piccolo il grande.


È meglio dire 'Ermòcrate del naso'.

1 99 L e o n i d a ( d ' A le s s a n d r i a) Il naso

Pesci certo non compra Sosfptoli naso aquilino:


dal mare cava ricca preda gratis.
Senza né rete né canna, munendosi il naso d'un amo,
tira su tutti gli esseri natanti.

200 Leon i d a u Jalveua

Mentre la casa bruciava, faceva Zenògene sforzi


per sgusciarsene via dalla finestra.
Non c'era tempo di farsi un assito. Capf. Come scala
usò il naso d' Antfmaco e scampò.
ANTOLOGIA PALATINA

20! ' A il >L W V l 5 o u

'Av·mtct"!pa.v yv[J.VTJV EL "!Lç IIcipi}oLaw EOEL!;Ev,


EX"!oi}Ev l:ì.v CT"!T}À.wv 'Hpa.xÀ.Éovç E<pvyov.

202 "A5T]ÀOV

Ti]v ypa.uv Èxxo!J.�cra.ç, <ppov�!J.wç 1tctvv M6crxoç EYT}IJ.E


1ta.pi}Évov· i] q>Epvi] o ' E\100\1 EIJ.ELVE\1 OÀ.T).
"A!;Lo\1 a.tviicra.L M6crxov <ppÉva.ç, oç IJ.OVOç o!OE
xa.t "!�va. OE� xwE�v xa.t "!�va. xÀT}povo!J.ELV.

20 3 ( A5T]">.ov)

'H ptç Kcicrup6ç ECT"!LV, lha.v CTXct1t"!TI "!L, o�xEÀÀa.,


CTctÀ.my!; o ' l:ì.v PÉYXTI. "!TI OÈ "!puyn opÉ1ttx\IOV,
EV 1tÀO�OLç &yxvpa., Xtx"!txCT1tdpoV"!L o' &po"!pov,
riyXLCT"!pOV VtxU"!txLç, Ò\jiO<pctyoLç XpEctypa.,
' VtxV1tT}YO�ç crxÉvovÀa., yEwpyo�ç OÈ 1tpa.cr6xovpov,
"!ÉX"!OCTW ci!;�vT}, "!O�<; oÈ 1tVÀ.WCTL x6pa.!;.
O\hwç Evxpi)cr"!ov crxEuovç, Kcicr"!wp "!E"!VXT}XE,
,_ , , , ,
p wa. <pEpWV 1t tl.CTT}<;, txp[J.E\10\1 Epya.CTL
' T}ç.

204 n a >. >. a 5 ii

'Pi)"!opa. Ma.upov towv hEi}i)1tEa. pvyxEÀÉ<pa.v"!a.,


xdÀECTL À.L"!pa.�oLç q>Myyov Una. <j)0\10\1.

20 5 A o u x ù >.l ou

OùoÈv à<piiXE\1 oÀ.wç, ALOVÙCTLE, À.d\jla.vov AvÀ�


Ev"!vx(oT}ç oEL1tvwv, TiPE o È 1tctv"!' ò1t�crw·
xa.t vuv Ev"!vx�oT}ç !J.Èv EXEL IJ.Éya. OE�1tvov lv o!x�,
1-LTJ XÀT}i}dç o' AuÀ.oç !;T)pO<pa.yE� xa.i}(cra.ç.
LIBRO UNDICES IMO

20I Ammonide Spauracchio

Volgere i Parti in fuga, chi Antfpatra nuda mostrasse,


oltre i riguardi d'Èracle poteva!

202 Anonimo Abilità

Mosco, sepolta la vecchia, s'è presa una giovine in moglie.


Bravo ! La dote gli è rimasta in casa.
È da lodare l'ingegno di Mosco : da chi ereditare
e chi sbattere, piu d'ogni altro sa.

203 Anonimo L'attrezzo

Naso di Castore. Serve, se scava, da zappa, se russa


è una tromba, una falce a mietitura,
àncora gli è per le navi, per semina ferro d'aratro,
amo a chi pesca, ai buongustai forchetta,
, pei contadini sarchiello, tenaglia a chi barche rimpalma,
è un'accetta, è un batocco da portoni.
Quale strumento prezioso la sorte a Castore diede!
Gli è, per ogni lavoro, attrezzo il naso.

204 Pallada L'e/e/ante

Una proboscide aveva quel retore Mauro. Stupii.


Tuonava morte da labbra d'un chilo.

20 5 L u c i l l io L'ospite

Non una briciola ad Aulo lasciò, Dionisio, del pranzo:


si portò tutto via da dietro Eutfchide.
Ora si celebra in casa d'Eutfchide un pranzo coi fiocchi :
Aulo, escluso, digiuna a casa sua.
ANTOLOGIA PALATINA

206 Tou m v -t o u

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2 IO A o v X L >.. >.. t o u

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LIBRO UNDICES IMO

206 Lucillio A stecche/lo

Tutti quei piatti, Dionisio, ti facciano prò. Ma l'usanza


vuole che tu mi passi qualche cosa.
Sono invitato anch'io, l'intenzione di Publio è che gusti
qualcosa anch'io, c'è parte anche per me.
, Sempre che tu non mi creda, vedendomi magro, malato
e non spii, ch'io non mangi di nascosto.

20 7 Luci Ilio Avanzi e rifiuti

Gamo, per cinque lupi tu mangi, e gli avanzi degli altri


( oh, non i tuoi) li passi per didietro.
Vieni domani con quel recipiente ch'è presso i tuoi piedi,
ma porta scopa, spugna e segatura.

208 Lucil !io Arcelerazione

Lento Eutkhide fu nella corsa. Ma verso una cena


correva tanto, da far dire 'vola'.

20 9 Amm iano Limiti

Anche se sconfinando l'estremo tu tocchi del mondo,


parte di terra uguale a tutti avrai,
e giacerai come Iro, non piu d'un obolo avendo,
disfacendoti in terra non piu tua.

210 Luci I l io Il filone

Aulo il soldato addosso si caccia carbone ed alloro,


stringendo l'abituccio verdolino.
Anche l 'inutile spada che ha gli dà i brividi. Digli :
« Vengono » e cade subito riverso.
ANTOLOGIA PALATINA

' OÙOEvt o ' où IIoÀÉ!J.WV� 7tpocrÉpXE'tCL�, où k'tPCL'tOXÀ.don,


Q:}.}.à cpi.À� XPfi'tCL� 1taV'tO'tE Aucr�!J.<iX� ·

211 T o v tt u "t o v

rpCL1t'tTJV Év -roi.x� KCLÀ1tovpv�oc; o CT'tPCL't�W'tT)c;,


wc; (i}oc; ÉCT'tLV, LOWV 'tTJV É1tt VCLUCTt !J.<iXT)V,
acrcpux-roc; XCLt XÀWpÒc; Ò itovp�oc; É!;E'tCLVVCTitT),
« ZwypE�'tE » xp<i!;CLc; << TpwEc; <ipTJtcp�Ào� ».

, KCLt !J.TJ 'tÉ'tpw'tCL� XCL'tE!J.<ivitCLvE, xCLt !J.OÀ�c; (yvw


sfiv, ihE -ro�c; -roi.xo�c; W!J.OÀéyT)CTE ÀV'tpCL.

212 T o v tt u "t o v

(TExvi.ov Eii!J.opcpov, .6.�6owpE, yp<icpnv cr' ÉxÉÀEUcrCL·)


6.}.}.6. CTV !J.O� 7tpOq>Épnc; 'tEXVLOV aÀÀé'tpLOV,
'tTJV 7tpO'tO!J.TJV CLÙ'tQ 7tEpLitdc; xuvéc;· wcr'tE !J.E xÀ<iELV
1twc; !-lOL Zw1tupi.wv È!; 'Ex<i�T)c; yÉyovEv.
, KCLt 7tÉpCLc; (!; OPCLX!-lWV 'EpCLcri.cr'tpCL'toc; o xpE07tWÀT)c;
Éx 'tWV i.crLxi.wv utòv "Avou�w EXW.

213 A E w � l !ì o u

mxévCL MT)VOOO'tOU yp<i\jiCLc; ALoOwpoc; EfrT)XE


1tÀi)v -rou MTJvooé'tou 1t<icnv o!J.oLo't<i'tTJV.

214 A o u x <'), ). l o u

rp<il)iCLc; AEuxCLÀi.wvCL, MEvÉcr'tpCL'tE, xCLt <I>CLÉfrov'tCL


STJ'tEi:c; -.i.c; '"tOV'tWV a!;Léc; ÉCT'"tL -.i.voc;.
To�c; i.oi.oLc; CLù-rovc; 'tL!-liJcrol-lEv· &!;toc; ov'twc;
ÉCT'tL r.upòc; <l>CLÉfrwv, AEUXCLÀ.i.wv o' VOCL'toc;.
LIBRO UND ICES IMO

, Lui non s'accosta a nessun Guerrieri, a nessun Fieramosca,


e non ha per amico che Pacifici.

2II Luci Ilio Sullo steSJo tema

Vide il soldato Calpurnio dipinta sul muro la Lotta


presso le navi (un tema assai frequente ) :
senza piu polso, sbiancato, quel prode riverso si giacque,
«Vivo - gridò - prendetemi, Troiani! »
, E s'informava se fosse ferito. Capi ch'era vivo
concordando col muro il suo riscatto.

212 Luci I l i o Muso di cane

Io di ritrarre ti chiesi, Diodoro, uno splendido figlio,


mentre tu mi presenti un figlio d'altri.
Muso di cane gli hai dato, per cui mi domando, nel pianto,
come d'Ecuba nacque Zopirino.
, Con le salsicce che io, salumiere Eras!strato, vendo,
mi trovo figlio, per sei dracme, Anubi.

2 13 Leonida Il ritratto

A Menòdoto fece Diodoro un ritratto, che a tutti


somiglia molto, tranne che a Menòdoto.

2 14 Lucillio Il prev.o

Hai Deucalione e Fetonte ritratti, Menèstrato, e chiedi


che cosa vale l 'uno e cosa l'altro.
Li stimeremo da ciò che distingue ciascuno: a Fetonte
conviene il fuoco, a Deucalione l'acqua.
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LIBRO UNDICES IMO

2 15 Luci I l i o l! il padrd

Ha Fortunato pittore prodotto ben venti figlioli:


anche nei figli, somiglianza zero.

216 Luci Ilio Il pathicus

Il pederasta Cratippo. Sentite! Ché nuovo prodigio


v'annuncio: sono grandi assai le Nemesi.
Nel pederasta Cratippo scoprimmo una razza novella
d'invertiti. Potevo immaginarlo?
, L'immaginavo, Cratippo. Stupirmi se tu, che dicevi
d'essere lupo, ti svelasti agnello?

217 Luci Ilio Le sposo

Si sottrasse ai sospetti sposando, Apollòfane; e sposo


traversò tutta l'agora, dicendo :
« Avrò un figlio, domani» . Tornò, l 'indomani, ed aveva,
anzi che il figlio, quei sospetti addosso.

218 Cratete Il linguaiolo

Chèrilo vale ben meno d'Antimaco; eppure Euforione


Chèrilo aveva ogni momento in bocca,
e lavorava di lingua, nel genere erotico esperto
a perfezione, america qual era.

2 19 A n t i p a t ro ( d i Tessalonica) Ditfida

Io non ci bado, ma è vero. Comunque, se m'ami, d'amore


non darmi baci, Pamfilo, per Dio!
ANTOLOGIA PALATINA 5 70

220 "ASTJ)..ov

'AÀ.q>E�ou 0'' 0!-J.Cl q>EUj"E' cp�À.E� xoÀ.1touc; 'ApEi)ovO'T}c;


1tpT}vi]c; E!J.1tL1t,WV cXÀ.!J.upòv (c; 1tÉÀ.ctyoc;.

221 • A � � H !1 V O U

Ovx, ih� •Òv xci.À.Cl!J.OV À.ELXE�c;. s�ci •ou•6 O'E !J.�O'W,


ci).).' ih� •ou•o 1to�Etc; xctt oi.xct •ou xctÀ.ci.�J.ou.

222 •ASE0'1tO'rOV

XELÀ.WV xctt Adxwv LO'Cl ypci.!J.!J.Cl'Cl. 'Ec; .t OÈ nu•o;


AdxEL ycip XdÀ.wv, xèiv tuct, xèiv &v�uct.

Et �wEi: cl>ct�opi:voc; cimu•Etc;· !J.T}Xh' cX1tLO',EL'


ctv•6c; !J.o� �wttv E!1t' tot�.p a-•6�-Lct•�.

'Eu•T}xòc; •ò Ki.�J.wvoc; i.owv 1tÉoc;, E!cp' é Tipi.T}1toc;·


« ÙL!J.O�, tmò WT}•ou À.EL1tO!J.C1� cii)ci.vctnc; )).

'H XÀ.LVT} 1tci.uxov•ctc; EXE� ovo xctt ovo opwvuc;,


ovc; CTÙ OOXE�c; 1tci.v•ctc; •ÉO'O'Clpctc;· dut OÈ •PE�c;.
"H\1 OÈ 1tvi)n «<l wc; nu•o ; )) •òv EV !J.ÉO'O'I.p o te; cipi.i)!J.E�,
xow!Ì 1tpòc; cX!J.q>o•Épouc; [pyct O'ClÀ.Euo!J.Evov.
LIBRO UNDICES IMO 57I

2 20 A nonimo Oralità

Fuggi la bocca d'Alfeo: per baciare Aretusa nel grembo,


piomba in un mare salsa a capofitto.

22I A m m iano Sullo stesso tema

Non perché lecchi lo stilo ti odio, bensf per il gesto


che in mancanza di stilo tu ripeti.

222 A n o n i mo Sullo stesso tema

Lecca e Becco: parole di lettere uguali. E con questo?


Uguali o no, di certo Becco lecca.

223 [ M e l e agro] Sullo stesso tema

Che Favorino s'accoppia non credi. Ma sf, se lo dice


lui che s'accoppia con la propria bocca .. ! .

22 4 A n t i p a t ro Dimensioni

Come mirò di Cimone l'eretto membro, Priapo


« Un uomo batte - sospirò - me dio».

22 5 Stratone Amore di gruppo

Due che agiscono, due che subiscono sopra quel letto:


quattro sembrano in tutto, e sono tre.
Com'è possibile? Conta colui ch'è in mezzo due volte!
Si sbatte e presta ai due doppio servigio.
ANTOLOGIA PALATINA 572

226 • A � J.H .. V O U

HTJ ero� xo:-rà: yi'jc; xovcpTJ x6v�c;, otx-rpÈ N Éo:pxE,


ceppo: CTE PTJ�Otwc; ÉSEPVCTWCT� XVVEc;.

227 T o u " u -c o u

81i't't0V 1tO�lJCTE� 1-LÉ).� xcivi)o;poc; ÌÌ yci).o; XWVW\jl


ìì crV 't� 1to�i)crnc; crxop1ttoc; wv ciyo:i)6v.
Ou-rE yà:p o:ù-ròc; lxov-rt 1to�Ei:c; oi.h' (;i).).ov cicptTJc;,
wc; cicr-ri)p Kpov�xòc; 1tliCTLV ci1tEXM!-LEVOc;.

MTJ-rÉpo: -r�c;. 1to:-rÉp' (;i).).oc; ci1tÉx-ro:vEv, Ci).).oc; à:oùcp6v·


ITw).�o:vòc; -roùc; -rpE�c;. 1tpw-roc; ci1t' Otot1toooc;.

'O�É 1toi)' i] 1to0ciypo: -ròv Éo:u-riic; Cis�ov EupEv,


ov 1tooo:ypliv 1tpò hwv Cis�ov Tjv Éxo:-rév.

Mo:cr-ro:vpwv cicpE).wv ovo ypci!-1!-Lc.t-ro:, McipxE, -rà: 1tpw-ro:


èis�oc; EL 1to).).GJv 'tWV Ù1to).E�1t0!-LÉVWV.

23 1 T o u " u -c o u

8T}ptOV EL 1tc.tp!Ì; ypci!-L!-LO: XO:L Civi)pw1toc; O�!Ì; ypci!-L!-10:"


Cistoc; E! 1to).).GJv wv 1to:pà: ypci!-L!-Lc.t ypciq>n.
LIBRO UNDICES IMO 573

226 Ammiano Augurio

Lieve laggiu ti sia, sciagurato Nearco, la terra,


si che i cani t'estraggano piu presto !

22 7 Ammiano Adynaton

Lo scarafaggio del miele farà, la zanzara del latte,


prima che tu, scorpione, un po' di bene.
No, da te non ne fai né ad altri di farlo consenti;
sei come l 'astro di Sa turno odiato.

228 Ammiano Primato

Chi l a madre ammazzò, chi il fratello, chi il padre. Paliano ­


dopo :t:dipo il primo - tutt'e tre.

2 29 Ammiano Finalmente!

Troppo tardi colpi l'uomo degno la gotta, ché degno


era costui di gotta da cent'anni.

2 JO A m m i a no Aferesi

Agl'Incroci tu leva due lettere, Marco, le prime:


meriti certo ciò che resta, a iosa.

2J I Amm iano Marco-arco

Senza una lettera, un'arma sarai; con la lettera, un uomo :


meriti certo ciò ch'è senza, a iosa.
ANTOLOGIA PALATINA 5 74

232 K et >. >. t o v ' A p y d o v

Atd xpvO"(ov TiO"ilCI, IIoÀ.uxpL'tE' vvv oÈ 1tE1twxwc;,


V;CI1tL'IIT} c; ÈyÉ'IIOV À.VO'O'O(J.CI'IIÉc; 't L XCIX0\1.
Atd (J.OL ooxÉELc; xCixòc; EfJ.fJ.E'IICI L' otvoc; ÈÀ.ÉYXEL
'tÒ'II 'tp61tov· ovx ÈyÉvov vuv xCix6c;, ti}.}.' ÉcptivT}c;.

233 A o v x L >. >.t o v

«l>Cii:Opoc; 1tPCIYfJ.CI'tLXÒc; XCit swypticpoc; ilPLO'E 'Poucpoc;


'tLc; M0"0'0\1 ypti�EL XCit 'tLc; O(J.OLO'tEP0\1.
'A}.}.' Èv oO"�.p 'Povcpoc; -.pL�EL\1 -.ti XPWJJ.CI-.· EfJ.EÀ.À.Ev,
«l>Cii:Opoc; EYPCI�E À.CI�W\1 dxovLxÌ")v ti1tOXTJ'II .

23 4 T o u ll v "r o u

Toùc; 1toOCic; d KpCI-.EpÒc; xCit -.tic; XÉPCic; Etx' oÀ.oxÀ.i}povc;


oùx Civ -.Ì"jv XE<pCIÀ.Ì")v ELXE -.oLCiu-.CI ypticpwv.

23 5 tl. T] � o S 6 x o v

KCit 'tOOE aT}(J.OOoxov· Xi:oL XCIXOL' ovx ò (J.É'II , oc; o' ou·
1tci'll'tEc;, 'l'tÀ.Ì")v IlpoxÀ.Éovc;· xCit IlpoxÀ.ÉT}c; oÈ XLoc;.

Ilciv'tEc; (J.È'II KLÀ.LxEc; XCixot tivÉpEc;· Èv oÈ KLÀ.Ll;w


Etc; à.yCiì>òc; Kwup11c;, xCit KwupT)c; oÈ KLÀ.Ll;.
LIBRO UNDICES IMO 5 75

23 2 Callea d 'Argo I n vino verilas

Eri, Polfcrito, d'oro. Ti sei sbronzato, e di botto


ti sei fatto una furia bieca e trista.
Ma di natura eri tristo, ché prova dell'indole è il vino :
non ti sei fatto, ma svelato tristo.

233 Luc i l l i o La gara

Fedro sensale con Rufo pittore contese: chi avesse


piu svelto, chi piu somigliante il tratto.
Rufo tritava i colori, ma intanto con tratto fedele
falsificava Fedro una quietanza.

234 Lucillio Brul/ure

Integri i piedi e le mani può darsi che Cràtero avesse :


la testa no, quando dipinse questo!

23 5 D e m o doco La regola e l'eccezione

Non uno si uno no: tutta trista la gente di Chio,


tranne Prode - anche lui di Chio. (Demodoco)

D e m o d oc o Sullo stesso tema

Tutti i Cilid malvagi; ma c'è tra i Cilici un onesto :


è Gnira - ma Cinira è cilicio.
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LIBRO UNDICES IMO 5 77

237 Demodoc o Dov'era il veleno?

Morso un Cappàdoce fu da una vipera trista: a morire


di quel sangue venefico fu lei.

Anonimo I Cappàdoci

Tutti i Cappàdoci tristi; se ottengono un grado, piu tristi ;


se si tratta di lucro, poi, tristissimi.
Metti che due, tre volte raggiungano il carro di Stato :
proprio supertristissimi divengono.
, No, quattro volte no, te ne prego, sovrano - ché il mondo
non precipiti cappadocizzato!

23 9 Lucillio La peste

Non esalò la Chimera d'Omero una simile peste


né la mandria di tori sputafuoco
della leggenda, né Lemno né lordi escrementi d'Arpie,
né Filottete col piede in cancrena.
, Superi tu, Telesilla, per voto concorde, Chimere,
Lemnfadi, purulenze, tori, uccelli.

Lucillio Fetore

Lei, Demostràtide, puzza. Ma questo non basta: succede


che chi l'odora puzzi di caprone.

N i ca r e o Sullo stesso t�ma

Della tua bocca e del culo l'odore è lo stesso, Teodoro:


bella impresa per medici, distinguere!
Ti ci vorrebbe una scritta: qui bocca, li culo. Parlavi,
e io credevo che tirassi peti.
2D
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L I B RO UNDICES IMO 5 79

N i c arco Sullo Jteuo tema

Ha spetezzato o sbadiglia Diodoro? Non so, non distinguo,


perché Io sfiato, sopra e sotto, è uno.

243 N i c a rco Tempi lunghi

Per lavarsi parti, dirigendosi Onèsimo al bagno ­


era il 1 2 Distro, sotto Antifilo.
Quel lattante che in casa lasciò, di ritorno dal bagno
padre lo troverà di due figlioli.
, Scrive « a suo tempo verrÒ ». Per allora difatti i bagnini
s'impegnano a distruggere la stufa.

244 N i c a rco Il boiler

Eliodoro, un paiolo di rame comprasti, al calore


piu della tramontana refrattario.
Non soffiare, non darti da fare: non dèsti che fumo.
Per l'estate l 'hai preso, il calderone!

24 5 Luci l l io La barcaccia

Dalle murate ogni sorta di flutti s'imbarca, Diofanto;


è l'Oceano che irrompe dagli oblò.
Nel tuo vascello nuotare si vedono splendide figlie
di Nèreo insieme a frotte di delfini.
, Basta aspettare, e vedrai navigare qua dentro una nave,
visto che l'acqua non c'è piu nel mare.

L u c i ! l io La nave dura

Da quali cave di pietra tagliasti, Dionisio, i fasciami ?


Di quali mole questo scafo è fatto?
ANTOLOGIA PALATINA

Et yàp Èyw 't� vow, !J.OM�ou yÉvo�. où opu6� ECT'tW,


oùo' n..chTJ�. 1-L�"pou P�so�oÀ.d 'tà xchw·
, xa.t 'tuxòv Èl;a.7tLVTJ� ECTO!J.a.� ).Li}o�· tha., 'tÒ XEi:pov,
ypci�n IJ.1 w� N�6BTJV opii!J.a. cra.7tpÒv MEÀ.L'tWV.

2 47 Tou a u "t o u

.,.H 1tÉÀ.a.yo� 1tÀ.ÉO!J.EV, A �ovùcr�E, xa.t yEyÉ!J.�CT'ta.�


'tÒ 1tÀ.oi:ov 7ta.V'tÒ� 7ta.v'ta.XMEv 7tEÀ.ciyou�.
'Av'tÀ.Ei:'t a.� o ' 'AopCa.�, Tupp1Jv�x6�, 'Icrcr�x6�, A�ywv·
où 7tÀ.oi:ov, 7tl]j"i} o' 'fixEa.vou l;uÀ.LVT] .
, '07tÀ.Lsou, Ka.i:cra.p· A�ovùcr�o� èi.pXE'ta.� f\OTJ
oùxÉ't� va.uxÀ.T] p ti:v, ciÀ.À.CÌ i}a.À.a.crcroxpa.'tEi:v.

Tò crxcicpo� où �ui}ò� ELÀ.E. II6i}Ev �ui}6�; Où yètp E7tÀ.wcrtv,


oÙOÈ No'to�. 7tpÒ No'tOU o ' WÀ.E'tO xa.t 7tEÀ.ciyEU�.
"HOT] ycip IJ.W cl7ta.cra.v È7tL suyèt YO!J.q>Wi}Ei:cra.v
f\À.ucpov 7tEÙXT]� 'tU À.�7ta.pfl VO'tLOV
' 1tLCTCTa. o ' V7tEp�pa.crlMcra. 7tUpÒ� q>À.oyt 'ti)V èt).t mcr'ti)V
'tEUXO!J.ÉVT]V ya.LTI odl;Ev cimCT'tO'tÉpT]V.

'Aypòv MT]VOq>ciVT]� wvi)cra.'tO xa.t o�èt À.�!J.ÒV


Èx opuò� ci).).o'tpLa.� a.Ù'tÒV ci1tTJYXOV�CTEV.
Pijv o' a.Ù'tl;j 'tEi}vEG:m �a.À.Ei:V oùx ECJ"XOV èi.vwi}Ev,
ci).).' hcicpTJ !J.�cri}ou 7tp6� 't�va. 'tWV Ò!J.opwv.
' EL o' Ey\IW 'tÒV ciypòv 'tÒV MT]vocpcivou� 'E7tLXOUpo�.
, , , - "' " . , ,
T.a.V"ta. j"E!J.EW a.ypwv ELT.EV a.V, OUX a.'tOIJ.WV.
LIBRO UNDICES IMO

Piombo è qui la materia, non quercia né abete (mi sbaglio ? ),


presto la chiglia metterà radici,
, rupe sarò. C'è di peggio: darò, come Niobe, lo spunto
per un putido dramma a Melitone.

2 47 Lucillio TalaJJocrazia

Sf, per il pelago andiamo, Dionisio, e del pelago intero


interamente questa nave è colma.
C'è il mare d'Isso, il Tirreno, l'Egeo, l'Adriatico: nave
non piu, ma fonte dell'Oceano, lignea.
, Cesare, all'armi! Oramai non governa Dionisio una nave,
bensf comincia a dominare i mari.

B i anore L'incendio

Non negli abissi peri (non salpò : quali abissi? ) la nave,


né per Noto : prevenne Noto e il mare.
Era già tutta, all'altezza dei banchi, chiodata; s'ungeva
con la lucida resina del pino :
, pece bollente bruciò quella nave, sul mare fidata
e troppo infida in terra la mostrò.

24 9 Luci Ilio Il podere

S'era comprato un campo Menòfane; poi, per la fame,


alla quercia d'un altro s'impiccò.
Terra bastante a coprirlo da morto non c'era, e sepolto
presso un vicino, a pagamento, fu.
' Se conosceva Epicuro quel campo, diceva che il mondo
non d'atomi era pieno, ma di campi.
ANTOLOGIA PALATINA

2 50 •ASt<rnO'tOV

TÒ\1 1t!IXÙ\I EU ìtypaljl' o swyplicpoç· !il).,' a1tOÀ.OL't'O,


d OUO �LCTTJ't'OÙç avi}' ÉVÒç olji6�Ei}a.

auCTXWq>tp OUCTXWq>Oç Èxpi.VE't' O, xat 1tOÀ.Ù �Ci.À.À.0\1


l)v o XPL't'lJç 't'OU't'W\1 't'W\l Ouo XWq>O"t"Epoç .
..!1\1 o �È\1 av"t"ÉÀ.EyE\1 "t"Ò Èvoi.XL0\1 !IÙ"t"Ò\1 oq>ELÀ.EL\1
JJ.TJVW\1 1tÉvi}'· o o' ìtcpTJ vux•òc; alTJlExÉvaL.
:s 'E�BlÉ�aç o ' aùni:ç o xpL"t"i)ç À.ÉyEV « 'Eç 't'l. JJ.axtcri}E;
JJ.'I]"t"T}P (cri}' Ù�Giv· aJJ.q>O't'EpOL 't'pÉq>E't'E )) .

E JJ.E q>LÀ.E'Lç, JJ.Lcrt'Lç JJ.E, xat d JJ.LCTE'Lç, crÌJ q>LÀ.E'Lç JJ.E'


d OÉ JJ.E �i) JJ.LCTELç, cpi.À."t"!l't'E, JJ.l] JJ.E cpi.À.EL.

'Ex 1tOI.W\I o 1t!l"t"l]p CTE OpUW\1 't'É't'JJ.TjXE\1, 'Api.CT"t"W\1,


ÌÌ 1tol.wv CTE JJ.UÀ.OU xoljla"t"O À.!I"t"OJJ.LW\1 ;
.. H yà.p a 1t Ò O p u Ò ç È cr cr t 1t !I À. !1 L q> a "t" O U ÌÌ a 1t Ò 1t É't' p Tj ç ,
OPXTJCT"t"l]ç, N LOBTJc; EJJ.1t\IOO\I apxÉ't'u1tO\I,
:s WCT't'E �E i}au�lisov"t"a À.ÉyEL\1 éhv (( Kat cru 't'L ATj't'OL
ilpLcraç· où yà.p lì.v l)ç aù"t"oJJ.Ii•wç ).(.i}woç >) .

254 Tov a u 'tO v

Illiv•a xai}' tcrnpi.TJv opxouJJ.Evoç, E\1 "t" Ò JJ.ÉyLcr"t"ov


't'W\1 ìtpywv 1t!IpLowv l]vl.acraç JJ.Eylilwç.
Ti)v �È\1 yà.p NLO�Tj\1 òpxou�E\IOç wç ).(.i}oç ECT't'Tjç,
xat 1taÀ.w wv Ka1tavEùç H;a1tl.vT}ç E1tECTEç·
LIBRO UNDICES IMO

Anonimo Il pancione

Bello il ritratto del grasso che ha fatto il pittore. Accidenti!


Di repugnanti ne vedremo due.

N i c a rc o l tre lOrdi

Si celebrava un processo fra un sordo e un sordo; d'entrambi


era piu sordo il giudice, di molto.
L'uno esigeva l'affitto di cinque mesate, ma l'altro
di macinare a notte l 'accusava.
5 Disse: «Perché litigate? - guardandoli il giudice in viso:
è vostra madre; nutritela entrambi ».

N icareo Bocca pe<li/era

Se mi baci, mi odi; cosf, se mi odi, mi baci.


Se poi non m'odl, non baciarmi, caro!

2 53 Luci I l i o Danzatore impietra/o

Da quali querce, Aristone, tuo padre ti trasse, da quali


latòmie di macigni ti cavò?
Tu, danzatore, n a s c e s t i d a q u e r c i a a n t i c a o d a p i e t r a ,
tu, spirante modello d'una Niobe,
, tanto ch'io dico, stupito: «T'oppose una disputa a Leto,
ché da te non potevi farti pietra ».

2 54 Luc i l l i o Mancato Juicidio

Tu che sui dati del mito danzavi, la cosa essenziale


hai, con nostro rammarico, negletta.
Ché nella parte di Niobe restasti lf come pietra,
crollasti, come Capaneo, d'un tratto,
ANTOLOGIA PALATINA

, àÀ.À.' È1tt ·dic; Ka:vàxl}c; &.cpuwc;, B·n xa.t !;lcpoc; Tiv ero L
xat swv l!;ijÀ.�Ec;' "t'ou"to 1ta.p' LI:T"t'OPLTJV.

Aàcpvl)V xa.t Nt6BTJV wpxl}cra."to MÉ(..lcptc; Ò CTt(..l6 c;,


wc; !;,uÀ.woc; AàcpVTJV, wc; ).t�woc; Nt6BTJV .

AouECT�a.L CTE À.Éyoucrt 7tOÀ.Ùv xp6vov, 'HÀ.toowpa.,


ypa.i:a.v hwv ÉXa."tÒV !-l'lÌ Xa."ta.À.UO(..LÉVT}V.
IlÀi)v Eyvwxa. "t'L'IlO<; 7tOLEi:c; xàpw· wc; ò 7ta.À.a.tòc;
ÉÀ.7tLSEtç IlEÀ.La.ç Éljlo(..LÉVT} VEàCTa.t.

25 7 T o u o: ù 'tO u

'Ep(..loyÉvTJ "tòv ta."t'pòv i.owv At6cpa.v"t'oc; lv v7tvotc;


ouxh' àvl}yÉp�TJ, xa.t 7tEpLa.(..l(..la. cpÉpwv.

TQ mcrl}c; (..LE OÉCV"t'L "tÒ xpa.vCov AÙÀ.oc; ò 7tUX•TJc;,


E'li xa.�· (v à�po(cra.c; ocr"t'Éov, àv"tL�E"ta.t.
:EwiMc; o ' EX NE(..lÉa.c;, ZEu OÉCT7tO"t'a., crot "t'àxa. �TJCTEL
xa.t "t'oùc; àcr"tpa.yàÀ.ouc; "toùc; E"tt À.Et7tO(..lÉvouc;.

259 T o u o: Ù "t o u

ElEc;-cra.À.Òv i:1t1tov EXELc;, 'Epa.crCcr"tpa."t'E, à)..)..èL cra.).Eucra.t


où ouva."t' a.Ù"t'Ò'\1 OÀ.T}c; q>àp(..la.xa. ElECTCTa.À.LT}c;,
0'\l"tWç oouptov L7t7tO'II , cv Ei. ll>pvyEç ELÀ.XOV éi7ta.V"t'Eç
c;-ùv Aa.va.oi:ç :Exa.tètç oùx riv lcrijÀ.�E 7tvÀ.a.ç·
LIBRO UNDICES IMO

1 ma come Cànace fosti maldestro: la spada l'avevi,


e uscisti vivo - e questo è contro il mito.

2 55 P a l i a da Medesimazione

Mem6 camuso danzò nelle parti di Niobe e di Dafne:


legnoso in Dafne fu, pietroso in Niobe.

Luci I l i o Bagni di giovinezza

Molto a lungo, Eliodora, ti lavi (si dice) - sei vecchia


di cent'anni, tuttora sulla breccia.
Il perché lo so io : come il mitico Pelia tu speri
cotta nel brodo di ringiovanire.

25 7 Lucillio Il sogno fatale

Come Diofanto sognò del medico Ermògene - aveva


l 'amuleto, ma piu non si destò.

Lucillio Ossa votive

Aulo pugile il cranio - raccolte una a una le ossa -


per voto al dio sire di Pisa l'offre.
Sommo Zeus, se da Nèmea si salva, può darsi che doni
a te le poche vertebre rimaste.

2 59 Lucillio Il cavallo torpido

È di Tessaglia il cavallo che hai, ma i tessali filtri


non riescono a smuoverlo, Erasfstrato.
Proprio un cavallo di legno! L'avessero i Frigi coi Danai
tratto, le porte Scee non le varcava.
ANTOLOGIA PALATINA

E� �Èv È1t' h"t'EÀri�ouc; èiyE"t'CXL CT"t'pcx"t'6ç iì xuvo�u!cxc;


iì �ucxc; iì ljJuUwv t1tmxòv iì �cx"t'pcixwv,
raLE, xcxt O"Ù q>O�OV �i) xcxt CTÉ "t'Lç ÈyXCX"t'CXÀ.Él;TI,
wc; &v "t'ijç "t'OU"t'WV èil;LOV OV"t'CX �rlXTlc;.
5 Et o' à.pE"t'ijç à.vopwv èiyE"t'CXL O""t'pCX"t'6ç, èiÀ.Ào "t'L 1tC1�SE"
'Pw�cxtoLç y ' ouodç 1tpÒç yEprivouç 1téÀE�oç.

'l'EUoÈc; i'cro7t"t'pov i'xn à11�ocrl>Evic;· d y<Xp à.À.Tll>Èc;


E�ÀE1tEV' oùx lì.v oÀ.wc; f}l>EÀ.EV CXÙ"t'Ò �ÀÉ1tELV.

KEpxt:ooc; où XPTISELç ò ÀoyLCT"t'Lxéc;, ovoÈ �ÉÀEL crov


xcxt yètp à.�CXCTXrlV"t'Wç p�VCX "t'p!7tTlXUV EXELç.

Où ouvcx"t'cxL 'TI xnpt IIp6xÀ.oc; "t'i)v p�v· à.1to�vcrcrEw,


- ' ' ' ., ' , ,
"t'T'le; pwoc; ycxp EXEL "t'T'lV XEPCX �Lxpo"t'EPTlV"
OVOÈ À.ÉyEL" « ZEv CTWCTOV » , Éètv 1t"t'rlPTI" OV yètp rlXOVEL
"t'ijç pw6ç· 7tOÀÙ yà.p "t'ijç àxoijç à.1tÉXEL.

'0 "t'CV àLÒç 1tcxi:ç XCXÀ.À.LVLXOç 'HpcxxÀ.ijç


oùx d�t AovxLoc;, à.).).' àvcxyxrisoucrt: �E.
LIBRO UNDICESIMO

Luci Ilio Il pigmeo

Truppe s'apprestano contro locuste o topi o tafani


o schiere equestri di ranocchi o pulci?
Temi allora anche tu che arruolino, Gaio, te pure,
come idoneo a tal genere di pugna.
, Ma, se truppe di prodi s'apprestano, cambialo, il gioco !
Nessuna guerra fra Romani e gru.

L u c i i l io Lo specchio

Ha Demostènide specchio mendace. Se il vero vedesse,


non avrebbe piu voglia di vederlo.

Anonimo Regolo naturale

Metro a te non occorre, geometra: che te ne importa?


Senza invidia, hai tre cubiti di naso!

268 Ammiano Cirano

P rodo pulirsi non può con la mano il naso : del naso


la mano che si trova è piu piccina.
E se starnuta, non dice « Salute! » : il rumore del naso
non l'ode - troppo dalle orecchie dista!

(Anon i m o) Adattamento

Di Zeus il figlio, l'Èracle invincibile ­


non sono Lucio, ma mi ci costringono!
ANTOLOGIA P A LATINA

, 0'11 CT'tlJCTClç !Ìvà:lh)I.J.Cl i)EOV 'tL'IIOç, EL 'ltpOCTÉXELç (..I.O t,


'tCÌ.ç xpti)à.ç 1tOLEL 'toi:ç 'tEX'IILOLç 'lt'tLCT!Ì'\11]'11 .

260 •ASn>.ov

Tov•o •ò « ovÀ.EuELv » E!xEç 'lt!ÌÀ.ctt· à:À.À.à. -.ò �ii•ct


oùx bnywwcrxw· oÉÀ.'tct yà.p Èyp!Ìq>E'to.

262 •ASn>.ov

Ati}EpLT]'II OLCÌ. 'IIUX'tCl 'IIÉOL Xct't!Ì)'OVCTL �EÀ.TJ'IIT]'\1


i){.i)Eot <l>ctpi.T]ç èi'II OLXCl 'tE(..L'IIO (..LÉ'IIT]'\1.

IIauÀ.� xwJ.L�oQ xa•' ovap cr•à.ç d1tE MÉvavopoç·


« OvOÈ'\1 Éyw Xct'tCÌ. crov, xctt crù Xctxwç (.LE À.ÉyELç )),

Iloti)craç oct7t!Ì'IITJ'II Év v'ltvotç o q>tÀ.cipyvpoç "EpJ.LW'II


Èx 7t EPLWOV'II Lctç ctV'tÒ'II !Ì7t1JYX6'11tCTE'II .
LIBRO UNDICES IMO

, Come ex-voto a un dio tu lo devi piazzare (da' retta );


fa', con l'orzo, ai tuoi figli una tisana.

Anon i m o Cambio d'inizia[�

Tu l'<dnistro » ce l'hai da un pezzo; ma l'm iniziale


non la conosco: prima c'era l's.

Anon imo Onanismo

Tanto per bene quel figlio sarà di Patrizio; ma schiva


tutti i compagni per veneri impure.

Anonimo Selene

Buttano giu nella notte celeste, i ragazzi di Faro,


una Selene che a metà si fende.

Paliada Ingiuria grave

Disse a Paolo l'attore, venendogli in sogno, Menandro:


« Il tuo dire m'infama : che t 'ho fatto? »

Luci I l i o

Fece una grossa spesa l'avaro Ermone nel sogno:


per la disperazione s'impiccò.
ANTOLOGIA PALATINA 59 0

2 70 ( AliÉtr1tO'tOV)
'

Etx6va. O"o�, �a.O"�À.Ev XOO'!J.OcpMpE, 't"TjVOE O'�Ol)pov


èivi)EO"!X.V wç X!X.À.xov 1tOÀ.À.ÒV <Ì't"�!J.O't"ÉpT]V
!ÌV't"L cpovov 1tEV(T]ç 't"' oÀ.ofjç À.�!J.OV 'tE xa.t Òpyfj ç,
oÌ:ç 1tci:V't!X. cpi}dpE�ç Éx q>�À.OXPTJ!J.OO'UVTJ<;.

27 I ( AliÉtr1tO'tOV)
'

'Eyyul}� 'tfiç :ExuÀ.À.TJ<; xa.À.E1ti)v O''t"TjO"a.v'to XO:pv�ow,


èiyp�ov W!J.TJO''t"i)v 'tOV'tOV 'Ava.O"'t"ci:O"�ov.
ÀELO�i}� xa.t O"u, :ExuÀ.À.a., 't"Ea.i:ç q>pEO'L !J.iJ O"È xa.t a.1hi)v
�pw!;n, xa.À.xdTJv oa.t!J.ova. xEp!J.a.'t"LO'a.ç.

2 72 •AliT)>.ov

'AvÉpa.ç i}pvl)O"!X.V't"O X!X.L OUX ÉyÉVOV't"O YVV!X.LXE<;'


o\h ' èivopEç yEyci:cr.O"�v, É1td 1t0:i}ov Epya. yvvcr.�xwv,
oihE yuvcr.i:xEç Ecr.O"�v. É1td cpuO"�v EÀ.À.cr.xov àvopwv.
'AvÉpEç dO"t yuva.�!;t, xcr.t O:vopci:O"�v dO"t yuva.i:xEç.

2 73 ( II et U et ll <i )

XwÀ.Òv EXn<; 't"Òv vovv, wç 't"ÒV 1tÒocr.· xa.t yò:p <ÌÀ.TJJ}wç


dx6vcr. 't"WV Év't"òç O"i) cpuO"�ç Éx't"Òç Ex n.

E t 1t É !J. O � d p o !J. É V � , KuÀ.À.Tjv�E, 1twç xcr.'t"É�cr.�vEv


AoÀ.À.Lcr.vov �uxi) Ow!J.a. 't"Ò <ll EpO"Eq>ÒvTJ<; ;
ecr.v(.J.cr. (.J.ÉV, d O'LYWO"Cl.' 't"UXÒV OÉ 't"L xcr.t O'È OLOO:O'XELV
ì'ji)EÀ.E. <llEv, xdvou xa.t vÉxuv <ÌV't"Lci:O"a.L.
LIBRO UNDICESIMO 59 1

Anon imo Anastasio

Il simulacro di ferro (del bronzo piu vile) fu posto,


re che distruggi l'universo, a te,
per i delitti, la trista miseria, la fame, la furia,
onde, per cupidigia, tutto stermini.

A n o n i mo Sullo stesso tema

Posero accanto a Scilla, funesta Cariddi, la statua


di quel mostro crudele d'Anastasio.
Abbi, Scilla, paura che inghiotta te pure, e in moneta,
il tuo bronzo fondendo, dea, ti cangi.

Anonimo Il terzo seno

Rinnegarono i maschi, però non divennero donne


e non divennero punto, fungendo da donne, dei maschi;
donne non sono però, ché di maschi sortirono il sesso;
maschi sono perciò per le donne, per gli uomini donne.

2 73 Pallada Lo zoppo

Zoppa la mente che hai, cosi come il piede: di fuori


si svela a pieno ciò che dentro sei.

2 74 Luciano Il maestro

l o t e l o c h i e d o , r i s p o n d i , Cillenio; in che modo Lolliano


nel regno di Persèfone calò?
Tacque? Miracolo! Qualche lezione da darti l'aveva ...
Incontrarlo anche morto ... ahimè che guaio!
ANTOLOGIA PALATINA 59 2

2 75 ' A 11 o ). ). w v t o •• Y P il J.l J.l ll 't t X o ii

KctÀ.À.t(..lctXoc; 'tÒ xcii}ctp(..lct , 'tÒ 'TtcttyvLo\1, o çuÀ.Lvoc; vovc;·


cthLoc; Ò ypci�ctc; Ai:'t"Lct KctÀ.M(..lctXOc;.

Etc; q�vÀ.ax'i}v �).Tli}dc; 1tO'tE Mcipxoc; ò ti.pyoc;, Éxov'tt


OX\IW\1 ÉçEÀ.i}E�\1 W(..lOÀ.6yTjO'E (jl0\10\1.

2 77 Toii ll Ù 't o ii

Tijc; vvx..òc; 'tpoxciO"ctc; Év i.htvoLc; 1to'tÈ Mcipxoc; o ti.pyòc;


OÙXÉ't' ÉXOL(..lTJi}Tj (..lTJ 1tciÀ.L 1tOV 'tPOXaO'n.

"Eçw 1tctLOEUELc; IlcipLooc; xctxti. xctL MtvtÀ.ciov


(voov EXW\1 1to).).oùc; O'ijc; 'E).ÉvTjc; IlcipLOctc;.

2 79 Toii ll Ù 't o ii

Oùodc; ypct(..l(..lct't"Lxwv ouvct'tctt 1tO'tE (oÀ.�Loc;) ttvaL,


opy'i}v xat 1..1.ilvw xat xoÀ.ov tùil'Vc; (xwv.

BÉÀ.'ttpov ' H yÉ(..lovoc; ).TIO''tOX'tovov Éc; xptO'L\1 ÉÀ.i}dv,


i1 'tOV XELpovpyov rtwctOLOV 1tctÀ.ci(..lctc;.
"Oc; (..lÈ\1 yti.p (jlO\IÉctc; OO'LW<; O''tVyÉW\1 Xct'tct'tÉ(-1\IEL,
éìc; OÈ À.ct�W\1 (..1LO'i}oùc; dc; 'AtOTj\1 Xct'tti.yEL.
LIBRO UNDICESIMO 593

2 75 Apollonio i l grammatico Stroncatura

Merda Callimaco, testa-di-legno, buffone; di colpe


causa chi Cause scrisse, lui, Callimaco.

Luci I l i o Autodenuncia

Marco stracco in prigione fu messo: a uscire restfo,


d'un omicidio s'accusò da sé.

Lucillio I l pericolo

Marco stracco sognò che correva . . . Era notte, m a gli occhi ,


per non correre piu, non li richiuse.

Luci I l io Il grammatico cornuto

Fuori, i guai che patf Menelao con Paride insegni.


Dentro, d'Elena tua tutti quei Paridi. ..

2 79 Lucillio Colpa d'Omero

Quale maestro è felice? Le prime parole che trova


sono l'ira, la collera, il rancore.

280 Pali a d a CeruJico

Meglio affrontare il giudizio d'Egèmone scanna-pirati


che di Gennadio chirurgo le mani.
Degli assassini il primo, con sacro sdegno, si spaccia;
l'altro, per soldi, ti spedisce all'Ade.
ANTOLOGIA PALATINA 59 4

281 Tou a u -r o u

Mliyvoc; o't' dc; 'AUÌTJV xa.'tÉ�TJ, 'tpOJ.J.Éwv 'A�owvEÙc;


dnEv· « 'Ava.cr'ti)crwv fjÀ.vi}E xa.t vÉxva.c; ».

282 Tou a u -r o u

Toùc; xa.'ta.À.dljla.'ll'ta.c; yÀ.vxEpòv cplioc; oùxÉ'tL l}pT)vw,


'tOÙc; o ' Ènt 7tpOCTOOX�11 SW'II'ta.c; ciEt i}a.va'tOV.

IIoÀ.À.ot noÀ.À.à. À.Éyovcrw, Oj.lWc; o ' où nav'ta. ouva.'ll't a.L


pi)j.la.crw içELnEi:v pEuj.la.'ta. crwv na.i}Éwv·
E'li o ' Ènt CTOU na.pliooçov Èi}a.vj.laCTa.j.lE\1 xa.t cX1tLCT'tO'II ,
Oaxpva. nwc; XÀ.É7t'tW'II dxEc; É'tOLj.lO'ta.'ta..
, Xa.À.x�ooc; Èx ya.�TJc; cinExaÀ.xLcrE 't'Ì")v 7toÀ.Lv iJ!-lw'll
XÀ.É1t'tW'II , xa.t XÀ.É7t'tW'II oaxpVCTL XEpOa.À.ÉOLc;.

'Ex yi)c; Aw'tocpaywv 1-lÉya.c; opxa.1-1oc; TjÀ.i}E Avxliwv


Xa.h�ooc; ix ya.�TJc; civ'tLOXEVoj.lEvoc;.

8TjÀ.vcpa.vÈc; na.paooçov [i}a.vj.laCTa.j.lE\1 1tai}oc; cXÀ.À.o·


i:xÀ.a.LE'II xÀ.Én'twv, xÀ.En'toj.lÉvovc; ÈÀ.Ewv,
oc; XÀ.É7t'tW'II TJ'Y'IIE VE xa.t Ò:y'IIEUW\1 ci1tECTuÀ.a.,
1-lTJOÈv i:xwv xa.i}a.p6v, 1-lTJOÈ 'tÒ crw1-1a. punov.
LIBRO UNDICES IMO 595

281 Pallada Il pericolo

Disse tremando, all'arrivo di Magno nell'Ade, Plutone :


« Questo adesso resuscita anche i morti ».

Pallada I condannati

Non chi lasciò la luce soave compiango, ma piango


chi nell'attesa della morte vive.

Pallada Lacrime di coccodrillo

Eh, se ne dicono tante, ma il flusso di tante passioni


esprimerlo a parole non si può.
Ma di te ci stupf questa cosa incredibile, assurda:
come, rubando, avevi pronto il pianto.
, Venne da Calcide, lui; scalcinò la città con i furti,
e con proficue lacrime rubando.

Pali ada Adeguamenti

Qui dai Lotòfagi venne Mandrillo, gran testa di capo :


da Chiavari oramai sodomizzato.

Pallada Contraddizioni

Altra femminea stranezza di lui ci stupf: lacrimava


rubando, i derubati compiangeva,
puro restava rubando, da puro faceva man bassa ­
neppure il corpo netto da lordure.
ANTOLOGIA PALATINA

286 T o v 11 v -r o v

O v o È v y v v c u x Ò <; X E � p o v , O Ù O È 'tij<; X CI À. Tj <; ·


o o v À. o v O È X E � p o v O Ù O É\1 , O Ù O È 't O V X CI À. o v ·
xPnsn<; o!J.w<; ovv ..wv àvarxalwv xaxwv.
Evvovv \101-f.�sn<; oovÀ.0\1 EL\ICI� OE0'7t6'tn;
' KaÀ.Ò<; o' av ELT] oovÀ.o<; (ò) 't&. O'XÉÀ.T] XÀ.àO'CI<;.

· o 'tTJ\1 yvva�xa 'tTJ\1 èil-f.oprpov ovcr..vxwv


À.vxvov<; àvci\)Ja<; Ècr7tÉpa<; crx6'to<; �À.É7tE�.

288 T o v 11 v -r o ii

KovpEv<; xat pa:rp�oa<; xa:'tE\Ict\l't�ov Tj).ilov àywvo<;,


xa:t 'tciXct v�xwcrw 'tÒ �vpòv cti. pa:rpi.OE<;.

"n 'tij<; ux�cr'tTJ<; àp7tctyij<; 'tijç 'tOv �i.ov·


àvi]p Octvncr'ti)<;, 'tW\1 xpovwv yÀ.Ùrpwv 'toxov<;,
'tÉilVT]XE\1 EvilÙ<; E\1 p07tij<; Xct�pt;i �PctXd,
E\1 O!IX'tVÀ.O�O'� 'tOÙ<; 'tOXOV<; O'(jl�"("(W\1 E'tL.

aa:x-rvÀ.LXTJ\1 I)Jilrp6v 'tL<; EXW\1 7tÉpL ociX'tVÀ.CI xnpwv


ljn)rp� 'tOv ilavci-rov 7tpovÀ.ct�E\I Et<; 'Ai.OTJ\1.
Zii o' i) I)Jilrpo<; vvv 'tOV o/r)rp�sov'toç i.piJI-f.TJ ,
\)Jvxii<; &.p7tCIY�1-f.TJ<; [vìlEv ÉÀ.ctvvol-f.É\11]<; .
LIBRO UNDICES IMO 597

286 Paliada I mali neceHari

N o n c ' è d i p e g g i o d ' u n a d o n n a , s i a p u r s p l e nd i d a ;
né c 'è d i p e g g i o d ' u n o s c h i a v o , s i a p u r s p l e n d i d o .
Ma questi mali necessari tu li vuoi.
Un servo avrà per il padrone simpatia?
, È bravo il servo che l 'azzoppa come può.

Paliada f. notte

Chi ci ha la moglie brutta, sventurato lui,


accende i lumi a sera e vede tenebra.

288 Pallada Armi improprie

Mise un giorno una lite barbiere e sarto di fronte,


e presto gli aghi vinsero il rasoio.

Paliada Calcolo inte"otlo

Ahimè, la vita, che rapina celere!


Un usuraio registrava gli utili,
e morto fu nel volgere d'un attimo:
stringeva ancora nelle dita gli utili.

Pallada Sullo fleHo tema

Uno sul pallottoliere scorreva le dita. Sorpreso


dalla pallina della morte fu.
Vive il pallottoliere, ma il conta-palline gli manca:
l'anima sua rapita è via di qui.
ANTOLOGIA PALATINA

29 1 Tou avTOu

TI. wq>ÉÀT)a-a.c; 't'Ì)v 1t6Àw a-'tlxovc; ypO:q>wv,


xpva-òv 'tOO"oihov À.a.j..L�O:vwv �À.a.O"q>T)j..Lla.c;,
1tWÀWV lO:j..L�ovc;, wc; EÀCI.LOV Ej..L1t Opoc;;

"Av'tvyoc; oupa.vlT)c; Ù7tEpTJj..LEVOc; Èc; 1tOi}ov TjÀ.i}Ec;


èiV'tV'(Oc; apyupÉT)c;· a.ta-xoc; a1tELpÉO"LOV"
Tja-M 1tO'tE xpdO"O"WV, a.iJi}Lc; o ' ÈyÉVOV 1tOÀ.Ù xdpwv.
�Evp' avci�T)i}L XcX'tW, VVV yà:p èivw XCI.'tÉ�T)c;.

2 93 Tou a v '< o il

"l7t7tOV ll7tOQ"XOj..LEVOc; j..LOL '0À.Vj..L1tLOc; ilya.yEV oupav,


Tjc; OÀ.L'(OOpa.vÉW\1 �1t7tOc; a7tEXpÉj..LC1. 'tO.

2 94 A o u >IL À À t o u

llÀ.ov-rov !lÈV 7tÀ.ov-rovV'toc; EXELc;, l)ivxl)v oÈ 7tÉVT)-roc;,


w 'to�c; XÀ.T)povoj..LoLc; 7tÀ.ouO"LE, a-o t OÈ 7tÉvT)c;.

Ei: -rw' EXELc; �Lovva-ov È v L j..L E y ci p o L O" L 't E O � O" L ,


'tÒV XLO"O"ÒV Ò:q>EÀWV i}pLOaXWV q>UÀ.À.OLc; O"'tEq>cXVWO"OV.

Tl.c; o' OV'toc; X'tLÀ.oc; wc; È1tL1tWÀ.E�'tC1.L O"'tlxa.c; cXVOpwv;


MwÀ.U'tTJc;, È1tÉwv q>LÀ.oc;, "Aa-a-Loc;, oÀ.j..Loc; èi-roÀ.j..Loc;.
LIBRO UNDICES IMO 599

Pallada Poeta venale

In che giovasti alla città coi versi tuoi,


prendendo soldi per calunnie in quantità,
vendendo giambi come l 'olio i bottegai ?

Pallada Il su e giu di Temistio

Stavi lassu sopra un carro celeste: d'un carro d'argento


ti venne voglia. Che vergogna immensa!
Eri migliore una volta, peggiore oramai ti sei fatto.
Risali in giu, ché andando su sei sceso!

2 93 Pallada Promessa e realtà

Non il cavallo promesso: da Olimpio una coda mi venne,


con un'estenuata rozza appesa.

2 94 Lucillio Il grel/o

Hai la ricchezza d'un ricco, ma l'anima l'hai di pezzente ­


per te pezzente, e per gli eredi ricco.

2 95 Lucillio L'aceto

Qualche Dioniso per caso ce l'hai nelle stanze di casa?


L'edera portala via! D'insalata coronalo, il dio!

Ti mone C/eante

Oh, chi mai come ariete per file guerriere s'aggira?


Un parolaio cretino, di Asso, un macigno coniglio.
ANTOLOGIA PALATINA 6oo

2 97 "A5T]À.OV

- llwc; qn).Énc;, w l-Lii 'tEp, EIJ.OU 1tMov utÉoc; o!vov ;


L\òc; 1tdEw otvo�o, É1td ya).a. 'tÒ 1tptv [owxa.c;.
- ....n 'ltO:L, cri]v !J.ÈV o!�o:v EIJ.ÒV ya).o: 'tÒ 'ltptv E'ltCI.UCTE"
vuv i:lh, 'ltLVE vowp xo:t 'ltO:VEO O��O:V crEi:o.

AÉpXEO 'ltWt; s ��wv utòc; XÉPOC IJ.1]'tÉp� 'tdVEL"


i] oÈ ywf), chE micro: yvvi}, XEXPOC't1)1J.ÉV1) oi:v�.
Èv ).ocyvv� 1t!voucroc, 'too' EWE'ltE ).o!;òv tooucro:·
« 'Ex �p6xi}ou 6).!yo�o 't L ero� ow, 'tÉxvov EIJ.Ei:o ;
, EÉcr'tocc; yò:p 'tp�axonoc 1J.6vouc; ).ayuv6c; y ' ooE xwpEi: » .
(( Mi)'tEp, IJ.1)'tpv�iic; xo:).E'ltÒ\1 'tpO'ltOV av't�XpOC'tOUCTOC,
aiJ.'ltÉ).ov TJOU'tci't1)t; 't ciOE Ocixpvoc o6c; IJ.O� ciq>VCTCTEW » .
M ij 't E p É !J.i} , O V CT IJ.1) 't E p , CÌ. 'lt 1] V É oc i} v !J. Ò V [ x o u cr oc ,
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d q>�).ÉE�ç IJ.E 'tÒV VLO:, O�OOU 1-LÉ ·n 'tU'ti}Òv CÌ.q>VCTCTEW >> .

2 99 ll a À. À. a S ii

'Y�p�snc;· 't� 'tÒ i}o:u!J.OC; Tt OUCTXEPÉ<;; 'A).).ò: q>Épw erE·


'twv yò:p u�p�sov'twv 'h i}poccrv't1JS x6).occr�c;.

JOO Toii a v -c o ii

llo).).ò: ).a.).Ei:c;, èivi}pw'ltE, xociJ.o:t o È 't�i}n IJ.E'tò: 1J.�xp6v.


l:�yo: xoct IJ.E).É'ta. swv h� 'tÒV Mvo:'tov.

JOI T o ii a v -c o ii

"H).�oc; civ�pw1to�c; a.uyi)c; �E6c;· Et oÈ xoct ocu'tòc;


v�p�sEv <pa.�vwv, ouoÈ 'tÒ <pwc; É1t6�ouv.
LIBRO UNDICES IMO 6o1

29 7 Anonimo Ubriaconi

- Mamma, il vino perché piu di me tuo figlio t'è caro?


Latte mi désti una volta, di vino dissetami adesso.
- Il mio latte una volta calmava codesta tua sete.
Cércati adesso dell'acqua perché la tua sete si calmi.

Anonimo Sullo stesso tema

Vedi come assetato la mano il figlio protende,


mentre la madre, da donna qual è, dominata dal vino,
alla boccia bevendo, lo guarda in tralice dicendo:
- Qui non ce n'è che u n sorso : che vuoi, figlio mio, che ti dia ?
5 Trenta grame foiette la boccia, non piu, ne contiene.
- Madre, che altro non sei che matrigna sgarbata nei modi,
fa' ch'io le lacrime, queste, di vite dolcissima succhi !
- M a d re , m i a t r i s t a m ad r e d a l c u o r e c r u d el e , se m'ami
(sono tuo figlio), concedi che solo un pochino ne succhi !

299 Pa I l ad a Il castigo

Sei prepotente: che c'è di penoso? di strano? Sopporto :


dei prepotenti l'arroganza è pena.

JOO Pali ada Silenzio!

Chiacchieri troppo, mio caro! Ti mettono in terra, fra poco.


Taci, e da vivo medita la morte!

JOI Paliada Il Sol�

Elio, dio della luce. Se fosse, brillando, violento,


l'uomo piu non vorrebbe quel brillio.
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'Z 0 9 VNUV'lVd VI90'10�NV
LIBRO UNDICESIMO

3 02 Paliada L'oltraggio

Oh, non me, Povertà violentasti. Quaggiu patirebbe


persino Zeus, se povero, violenza.

303 Paliada Innocenza

Povero sono, e con ciò? Perché m'od1 se colpa non ebbi?


È della sorte il fallo, non dell'indole.

3 04 Pallada Evidenza

Tutti vigliacchi e vantoni, segnati magari da un altro


dei difetti possibili fra gli uomini.
Ma chi ha senno, il difetto non va spiattellandolo a tutti :
in sé lo cela con intelligenza.
, Mentre dell'anima tua spalancata è la porta: Io sanno
tutti che sei codardo e fanfarone.

3 05 Pallada Né filosofo né filologo

Tu, d'impudenza rampollo, creatura d'assurdo, bestione,


se non sai nulla, di', perché ti gonfi?
Tu 'platonico' sei, tra i grammatici. Ma se Platone
ti si chiede, grammatico ritorni.
, Passi da un abito all'altro, però la grammatica ignori
come arte, e platonico non sei.

3 06 Pallada A caccia di marito

Se ad Antiochia ti rechi, lasciando Alessandria, e in Italia


metti, partita dalla Siria, il piede,
non troverai chi ti sposi, fra i ricchi - è ben questo lo scopo
per cui saltelli di città in città.
ANTOLOGIA PALATINA

3 07 T o ii a. u 't o ii

Ytòv EXELç -.òv "Epw-.ct, yvvct�xct oÈ -.'Ìjv 'Aq>poot:n]v·


oùx liot:xwc;, xct).xEv, -.òv 1tÒOct xwÀ.Òv EXELç.

3 08 A o u x L).. ). t o u

Tòv 1tÒOct -.ij �EÀ.6vn -.pv1twv KÀ.E6vLxoc; 6 À.En"t"6ç,


ctÙ"t"Òç hpÙ1t1)0"EV -.Q 1t00L -.'Ìjv �EÀ.6VT]V.

3 09 T o ii a. u -r o ii

eapO"Ù!J.aXE, 1tÀ.oihov 1tOÀ.vv wÀ.Eo-ac; H; É1tL�OvÀ.i)c;,


dc; oÙOÈV o' i']xELç èii}À.Loç Él;a1tLVTjç,
(j)ELO"a!J.EVOç, OaVLO"aç, -.oxi.O"ctç -.6xoV, ÙOp01tO-.TJO"aç,
1tOÀ.À.aXL IJ.T]OÈ q>aywv, wo--.E -.L 1tÀ.E�OV EXELV .
, 'A}.}.' d !J.OL À.oyt:a-aLo -.ò "!tELVi)v xat -.6-.E xat v uv,
oùoÈv i:'À.ct-.-.ov i:'xnc; wv -.6-.' i:'oo!;ac; EXELV.

3 10 T o ii a. u 't o ii

'Hy6paa-ac; 1tÀ.oxciiJ.ovc;, q>vxoc;, !J.ÉÀ.L, XTJp6v, 6o6v-.ctc;·


-.i)ç ctÙ"t"i)ç Oct1tciVT]ç o\jJw èiv 1]y6pcto-ac;.

31 1 T o ii a. u 't o ii

Oihwc; i:'o--.. lipyòc; Ilav-. at:VE"t"Oç, wo--.E 1tVpÉI;ctc;


!J.TJXh' livao-"t"i)vaL 1tav-.òc; ÉOE�-.o i}Eov.
Kat vvv oùx Éi}ÉÀ.wv !J.ÈV ÈyELPE"t"ctL, EV o' EVL ctÙ"t"Q
Y.Wq>à. i}EWV aOLXWV Oua-.ct IJ.E!J.q>Ò!J.EVOç.
LIBRO UNDICES IMO

Pallada L'E/eJto

Eros ha nome tuo figlio, tua moglie Afrodite si chiama :


che tu sia zoppo si capisce, fabbro !

J08 LuciIlio Eiilitil

Stava Cleonico il magro con l'ago bucandosi il piede,


e bucò, proprio con quel piede, l'ago.

Luci Ilio L'avido

Per un'insidia un'immensa ricchezza, Trasfmaco, hai persa,


e sei ridotto d'improvviso a zero.
Hai risparmiato, prestato, con frutti su frutti, hai bevuto
acqua, per arricchirti hai digiunato.
, Pensa alla fame d'allora e d'adesso! Non meno possiedi
di quanto ti pareva un di d'avere.

JIO L u c i I l io Tanto valeva

Miele, capelli, rossetto, cerone, denti comprasti :


ti compravi una faccia, per quel prezzo.

JII Lucillio ProteJta

Pigro è Pantèneto al punto, che, avendo la febbre, pregava


tutti gli dèi di non alzarsi piu.
Suo malgrado, si leva. Rinfaccia ( nient'altro gli resta)
a ingiusti dèi le orecchie da mercante.
ANTOLOGIA PALATINA 6o6

3I2 T o u et u 't o u

OùoEvòc; ÈvMoE vvv -.EwTJx6-.oc;, w 'ltctpooi:-.rt,


Mcipxoç ò 'ltO�TJ'ti}ç 0xooÒ!J.TJXE -.cicpov,
xat ypci�ctç È'lt(ypct!J.!J.ct !J.Ov6cr-.�xov wo' ÈXciPctSE"
« KÀrtvcrrt-.E owoExhTJ Mcis�!J.ov Ès 'EcpÉcrov » .

, ovoÈ yò:p doov Èyw -.wa Mcis�!J.ov· dc; o' l'lt(oE�sw


'ltO�T}nv xÀatnv -.oi:ç 'ltctp�ovcr� ÀÉyw.

'ApyupÉn }.�!J.<i) -.�ç Èç dÀa'lt(VTJv !J.E xaÀÉcrcraç


EX'!ctVE, 'ltELVctÀÉovç -.oùç 'lttvrtxaç 'ltpocpÉpwv.
' O x ìh1 cr rt ç o ' èi p ' E H'lt o v Èv cipyupocpEyyh }.�!J.<i)·
«llov !J.O� xop-.acrtTJ òcr-.pax(vwv mvcixwv ; »

'EZ:l)-.ovv mvcixwv 'ltÒl>Ev ouvo!J.ct -.oG-.o XctÀÉcrcrw,


XctL 'ltctpÒ: CTOL XÀT]J>dç EVP0\1 oJ>Ev ÀÉyE'tct�.
il dV'T]<; yÒ:p !J.Eyci).T]<; !J.Eyci).ouç 'lt(VctXct<; 'ltC1pÉJ>T]Xct<;,
opyrtvct '!OV À�!J.OV 'ltELVctÀÉouç 'lt(\lctXct<;.

Etcr�oEv 'Av-.(oxoç -.i}v Aucr�!J.cixov 'ltO'tÈ -.vÀ'T)v,


xoùxh� -.i}v -.vÀ'T]v Etcr�oE Aucr(!J.axoç.

316 T o u et u 'tO u

Etc; tEpÒv 'lto-.' ciywvrt Mt).wv !J.Òvoç Tj).l}' ò 'ltctÀct�cr-.l)ç·


'!Ò\1 o ' EÙW<; CT'!Eq>ctVOV\1 ciJ>).ol>É'!'T]<; ÈxciÀn.
llpoCT�C1(VW\I o ' WÀ�CTJ>Ev È1t' tcrx(ov· OL o ' È�ÒTJCTct\1
- ' - t , " .,
'!OU'!0\1 !J.TJ CT'!Eq>ct\IOUV, E� (.1.0\10<; W\1 E'ltECTE\1.
LIBRO UNDICES IMO

3 12 Lucillio Il pianto

Marco il poeta ha qui costruito, viandante, la tomba,


ma per adesso morti non ce n 'è.
« Qui su Massimo efesio di dodici anni piangete »
l 'epigramma d'un verso che ha scolpito.
, lo nessun Massimo vidi. Però per poetico sfoggio
raccomando di piangere a chi passa.

Luc i l l i o Il servizio

Uno, invitatomi a pranzo, con fame d'argento m'uccise


presentandomi piatti da digiuno.
lo, nella fame lucente d'argento, sdegnato gridai :
« A me la grascia in piatti di terraglia ! »

Luciilio Etimologia

Di déjeuner quale fosse cercavo l'ètimo e il senso :


da te invitato ne capii l'origine.
Gran déjeuners m'imbandisti di grandi digiuni - strumenti,
quei déjeuners digiuni, della fame.

Luci ilio Furto

Come Antioco, un bel df, di Lisimaco vide il cuscino,


piu non vide Lisimaco il cuscino.

Luci I l i o La sfida

Il lottatore Milone fu solo in un sacro certame:


l'arbitro al premio lo chiamò senz'altro.
Ma sdrucciolò nell'andare, sul fianco. Gridava la gente :
'era solo, è caduto: niente premio! '
ANTOLOGIA PALATINA 6o8

, 'AVO"'tàc; o ' ÈV (.lÉO"O"OLc; ètnÉXpCiyE\1" « 0ÙXL 'tp{.' ÈO"'t(v·


(v xE�(.lCIL" À.omòv -.&).).ci (.lÉ -.Le; �aH'w » .

'Av-.(0"1tCIO"'tOV È(.lo( 't Le; ovov (.lCIXpé�v(.lov (owxEv,


'tW\1 �CIO"'tCISO(.lÉVW\1 op(.l0\1 ooomop(T) c;,
vtòv •iic; �paov-.fjnc; ovov, 1tévov, oxvov, ovE Lp ov ,
'tW\1 ètVCIXCI(.l1t'tO\I'tW\I ÙO"-rénLOV 1tpé-rEpov.

'AV'tLxpci'tT)c; TI OEL -.à O"q>CILpLxà (.liiÀ.À.ov 'Apètnv


1toÀ.À.Q, -.i)v to(T)v o ' oùx ÈvéEL yÉvEO"w·
OLO"'tci?;Ew yàp Eq>TJ, 1tO'tEP' Èv KpLQ YEYÉVTJ'tCIL
ii ALOUI.LoLc; ii -.o�c; 'Ix�uO"w èt(.lcpo-.ÉpoLc;.
' EvpT)'tCIL OÈ O"Ciq>Wc; Èv 'to�c; 'tPLO"i: XCIL yà.p oxEV-rÌ')c;
XCIL (.lWpÒc; (.lCIÀ.axéc; • • ÈO"'tL XCIL o ljiocpciy oc; .

'Avi}pax(wv oÉxa (.lÉ'tpa q>Épwv, EO"O xat O"Ù 1to À.('tT) c; ·


iiv oÈ xat ùv ètyciync;, aù-.òc; o Tpm-.éÀ.E(.loc;.
AE� OÈ XCIL 'HpaxÀ.don Ùq>TJYTJ•iiPL oo�fj\I CIL
ii xavÀ.oùc; xpci(.l�T)c; ii cpaxòv ii xoxÀ.(ac;.
, Taù-.' EXE, xat À.ÉyE O"av-.òv 'EpEX�Éa, KÉxpo7ta, Kéopov,
ov x' È�ÉÀ.nc;· o ùo dc; oùoÈv Èmcr-.pÉq>E'tCIL.

320 • A p y E v "t a p ( o u

'AV 'tLyévT)V EO"'tEpyE <I>tÀ.éO"-.panc;· iiv o È 7t CIÀ.CitO"-r a�c;


Ò 't À.TJ(.lW\1 "lpov 1tÉ\I'tE 1tEVLXPO'tEpoc;.
EùpE o ' \mò xpv(.lOÙ yÀ.vY.Ù cpcip(.lCIX0\1" civ -. (a yà.p O"XIlW
youva't' ExOL(.lTJ�T) . �ELVE, (.lE't' 'Av-rty6vT)c;.
L I B RO UNDICES IMO

, Lui si rialzò, replicando : « Non tre le cadute, ma una :


chi può, m'atterri pel conto totale! »

3 17 Pallada L'asino

Contrastivo, paziente, quest'asino a me regalato,


àncora, nel viaggiare, di bagagli -
asino, ànsito, assillo, fantasima, figlio d'Indugio ­
nel dietro-front è, da ultimo, primo.

318 Filodcmo I segni

Era Antfcrate esperto, ben piu d'Arato, degli astri,


ma l 'oroscopo suo non lo capiva.
A suo dire, tra influssi diversi esitava : l'Ariete?
Forse i Gemelli ? O la coppia di Pesci?
5 Validi tutti, in efietti : ché fu corridore e demente,
efieminato e , per di più , ghiottone.

A u t omedonte Be nem c•n·"-:.e

Se di�:ci staia darai di carbone, sarai cittadino ;


se rechi un porco, poi, sarai Trittòlemo.
AI tuo patrono Eraclide, però, pagherai la tangente :
di cavolfiori o lenticchie o telline.
, Quindi proclàmati Codro, proclàmati Cècrope, Erètteo
o quel che vuoi, ché tutti se ne fregano.

3 20 M a rco A r ge n t a r i o Gina c ginoccbi<1

Innamorato di Gina Guerrino. Era povero in canna,


di cinque spanne piu meschino d'Ira.
Dolce rimedio, nel gelo, trovò : le ginocchia sul petto,
credeva di tenersi Gina a letto.
ANTOLOGIA PALATINA 6xo

321 4> L À. l1t 11 0 U

rpC11-.ll-.la:nXOL, MWI-.lOU a't"UYLOU 't"ÉXVC1, afj't"Eç àxctvi}wv,


't"EÀ.XLVEç �L�À.wv, ZTJV006't"OU axvÀ.ctxEç,
KctÀ.À.tl-.lctXOU a't"pC1't"LW't"C1L, ov wç O'ltÀ.OV ÈX't"C1VUaC1V't"Eç,
oùo' ctù't"ov xdvou yÀ.waactv CÌTtoa't"pÉq>E't"E,
, auvoÉal-.lWV À.uypwv i}T)pTJ't"OpEç, otç 't"Ò « 1-.lLV » 'Ì) « aq>LV »
EtlctOE, XC1Ì. STJ't"ELV EL xvvctç ELXE KvxÀ.w�.
'PL�oLaa· dç ct1.wvct xct't"ct't"pvsonEç àÀ.L't"pot
(i).).wv· Èç o ' i)l-.lciç LÒV èmoa�Éact't"E.

322 ' A vn qdt Y O U �

rpctl-.ll-.lC1't"LXWV 1tEPLEpyct yÉVTJ, pL�WPUXC1 1-.lOVaT)ç


àÀ.À.o't"pLTJç, huxE'Lç afj't"Eç cixctvao�a't"ctL,
't"wv 1-.lEYctÀ.wv XTJÀ.LoEç, È1t' 'HpCvvn oÈ XOI-.lWV't"Eç,
mxpo1. xct1. I;TJpo1. KctÀ.À.LI-.lcixou 7tp6xuvEç,
, 7tOLTJ't"WV À.w�c.u, 7tctLa1. ax6,oç cipxol-.lÉVoLaLV,
EPPOL't"', EÙ<j>WVWV À.ctapooaXVC1L x6pLEç.

323 Il ct À. À. ct 6 ci

'Pw xctt À.ctl-.l�Oct l-.l6vov x6pctxctç xoÀ.axwv oLopL�n·


À.otTtòv 't"ctÙ't"Ò x6pctl; �wl-.loMxoç 't"E x6À.ctl;.
TovvExa 1-.lOL, �ÉÀ.'t"Lan, 't"6oE ��ov 7tEq>vÀ.ctl;o,
dowç xctt swv,wv nùç x6À.ctxctç x6pctxctç.

- �ÉI;ctL, <l>o'L�E, 't"Ò OEL'ltvov o aoL q>Épw. - "H v 't"Lç Ècia'TI


oÉI;ol-.lctL. - Ehct q>o�ii xctt av 't"L, ATJ't"OLOTJ;
- OùoÉvct 't"WV CiÀ.À.wv, 7tÀ."IÌV "AppLOV' ounç EXEL yàp
Il ' , - ,
ctp7tctyoç LX't"LVOU XELPC1 xpct't"CILO't"EPTJV,
, cixvCaou �WI-.lOLO vEwx6poç· i)v 't"EÀ.Éan oÈ
't""IÌV 7t01-.l1tTJV, Cipctç lf>XEa• a'ltC1V't"C1 7taÀ.LV.
LIBRO UNDICES IMO 611

321 Filippo I grammatici

Figli di Momo l'odioso, grammatici, tarme di spini,


piaghe di libri, cani di Zenodoto,
di quel Callimaco truppe, che voi come un'arma brandite
ma che la vostra lingua non risparmia,
, cacciatori di nessi pietosi, di « eglino » e « desso >)
lieti, e dei cani del Ciclope in cerca,
contro gli altri un garrire perpetuo vi stremi, malvagi,
s'estingua il vostro tossico per me!

3 22 Antifone Sullo stesso tema

Indiscreta genia di grammatici, tarme di spini


grame, di musa altrui sradicatori,
luride macchie dei grandi, che vanto menate d'Erinna,
di Callimaco cani amari e secchi,
, peste dei va ti, per quanti principiano tenebra, occulte
cimici roditrici, alla malora!

Pallada Cambio di leiii!Ta

L'adulatore - kolax - diverge da korax - il corvo ­


per un cambio di lettera e nient'altro.
Guàrdati, caro, da quell'animale! Lo sai cosa sono
gli adulatori : corvi di viventi.

Automedonte u /ame

- Febo, il pranzo che reco ricevi. - Se m'è consentito,


lo ricevo. - Anche tu texni qualcosa?
- No, nessun altro che Arrio: costui, sagrestano d'un'ara
senza fumo di vittime, ha la mano
, ben piu rapace d'un nibbio. Poniamo che faccia la festa:
si prende tutto indietro e se ne va.
ANTOLOGIA PALATINA 612

'Ev ALÒc; Ò:J.l�pocr�n 1tOÀ.À.'Ì) xapLc;· dc; yò:p iìv VJ.lÉWV


i)J.lT]V, d À.LJ.lOV xcd i}Eòc; ncrMvE"t"O.

'Ex3Èc; OEmvljcrac; "t"payEov 1t6oa, xat OEXa"t"ai:ov


xavva��vTJc; xpaJ.l�TJc; ll-riÀwov acr1tapayov,
d1tEi:v "t"Òv xaÀ.Écrav"t"a <pvÀ.acrcroJ.laL" ECJ"t"L yò:p òçuc;,
xat <p6�oc; oux ò "t"vxwv J.l-ri J.lE 1taÀ.w xaÀ.Écrn.

llwywv xat À.aCTLO:L J.lTJPWV "t"P�XEc;, wc; "t"O:XÙ 1tana


ò xp6voc; Ò:À.À.acrcru· KÒVV LXE, "t"OV"t" ' ÉyÉvov .
Oux [À.Eyov· « Mi) 1tav"t"a �apùc; 3ÉÀ.E J.lTJOÈ �avavcroc;
dvav xat xaÀ.À.ovc; der� "t"LVEc; NEJ.lÉCTELc; » ;
, ""H).i}Ec; [crw J.lcivopTJc;, \mEplj<pavE· vvv é5"t"L �ouÀEL
o�OO:J.lEV" <i).).' Éçijv xat "t"O"t"' EXELV erE <ppÉvac;.

3 27 • A v n 1t a "t p o v 8 E a a a ). o v L x t w ç

Ti)v çTJpi)v É1tt vw"t"a Avxaw�oa, "t"lJV 'A<ppoo�"t"T]c;


À.W�T]V, "t"lJV ÈÀ.ci<pov 1tO:V"t"Òc; Ò:1tVj'O"t"ÉpT]V,
abt6À.oc; ii J.lEi}uwv ovx li.v 1tO"t"E, <pacr�. crvv�KEL.
roi:, yoi:. ToLO:V"t"O:L �d}ov�wv li.À.OXOL.

Ti)v J.l�O:V 'EpJ.lOj'ÉVT]c; xayw 1tO"t"E xat KÀEÒ�ovÀ.oc;


i)yoJ.lEV dc; xowi)v xu1tpw 'ApLcr"t"oO�KTJV"
Ti c; [ À. a x o v J.l È v È y w 1t O À. L i) v li À. a v a L É J.l E V a u "t" 6 c; ·
dc; yò:p [v, ov 11:civ"t"Ec; 1tciv"t"a, omÀ.ÒJ.lE3a.
' 'EpJ.lO"'(ÉVT]c; o' EÀO:XE CJ"t"Vj'EpÒv O O J.l O V E V P W E V "t" O: ,
., ' ' - - ' ,
VCJ"t"O:"t"OV, uc; O:(j>O:VT] XWPOV V1tEPXOJ.lEVOc;,
(vi}' ax"t"at vExuwv, x a t È p L v E o t l} V E J.l Ò Ev "t"E c;
OLVEVV"t"O:L 1tVOLn OVCJKEÀ.ciowv Ò:VÉJ.lWV.
LIBRO UNDICESIMO

Sia benedetta l'ambrosia di Zeus ! Ché dei vostri sarei,


se la fame patissero gli dèi.

3 25 Automedonte Il timore

Ieri ho mangiato una zampa di capro e la costa fibrosa


d'un cavolo marron di dieci giorni.
Chi m'invitò, non lo dico. È cosi suscettibile, e temo,
sul serio, che m'inviti un'altra volta.

Au tomedonte t:. tardi

Barba, alle cosce una selva di peli ... che svolta veloce,
il tempo! A questo sei ridotto, Cònnico!
Te lo dicevo o no: « Non essere greve né bullo,
anche su la beltà grava la Nemesi » ?
, Stai nella cuccia adesso, superbo: lo so, lo vorresti . . .
Ma il buon senso dovevi averlo prima!

A n t i p a t r o d i Tess a l o n i c a Donna-CTisi

Quella Lupetta scarnita di schiena, di Cfpride obbrobrio,


senza natiche peggio d'un cerbiatto!
Manco un capraio briaco ci andrebbe - per dire - con lei.
Le femmine dei Traci, eccole. Puah !

N icarco L'amore di uuppo

Per l 'amore di gruppo portammo Aristòdice a letto


io, Cleobulo ed Ermògene, una volta.
Quanto a me, mi toccò d'abitare nel candido mare
(ci spartimmo le zone, una ciascuno).
, Ebbe Ermògene il fondo, quell'orrida e muffa dimora :
s'insinuò dove non è che luca,
sulle rive dei morti, là dove fìcaie ventose
scrollano fiati di sinistro suono.
ANTOLOGIA PALATINA

Z'ijvtt OÈ i)Èc; KÀEo�ouÀov, oc; oùpttvòv ELCT(lV(l�(l,VEW,


10 -rò �oMEv xtt-rÉxwv Èv XEPt 1tvp, tÀttXEV.
fil o' E!J.EVE � u v i) 7t &: v -r w v · �'(li)ov yè!p Év ttÙ'tU
cr-rpwcrttv-rEc;, -ri)v ypttvv woE otEtÀé!J.Ei)tt.

3 29 T o v a u -r o v

�TJ!J.WVtt�, !-L'lÌ 1ttiv-rtt xti-rw �ÀÉ1tE, !-LTJOÈ XttP'sou


'tU yÀWCTCTTJ" OEW'IÌV xo�poc; èixttvi)ttv iixn.
Kttt crusnc; 'IÌ!-L�V, Èv <l>ow,xn oÈ xtti)EuOEtc;,
xoùx wv Èx l:E!-LÉÀTJc; !J.TJpo-rpttq>i)c; yÉyovttc;.

3 30 T o v a u -r o v

'ExÀ1ii}TJV ÈXi)Éc;, �TJ!J.l}'tptE· crl}!J.Epov Tj)..i)ov


OEt7tVE�V. Mi) !J.É!J.�TI. xÀ'!J.ttX' EXEtc; !J.EytiÀTJV"
Èv 'tttU'tTI 7tE7tO,TJXtl 7tOÀVV xpovov· oùo ' iì.v Ècrwi)Tjv
crl)!J.Epov, &;)..).. ' tivÉ�TJV xÉpxov ovou xtt-rÉxwv.
, .,.H�ttt -rwv èicr-rpwv· ZEùc; i)v,xtt -ròv fttvu!J.l}OTJV
f\p7tttcrE, -rno' ttù-r6v, q>tt,vE-r', iixwv &:vÉ�TJ.
"Evi)Ev o' dc; 'A'OTJV 1t6-r ' tiq>,�Ettt; Oùx O:cpui)c; d·
EVPTJMc; 'tÉXVTJV 1twc; iicrn è!Mvtt-roc;.

33 I T o v a u -r o v

Eì:xE <l>LÀwv ÀÉ!J.�ov l:w-rl}ptxov· &;)..).. ' Èv Èxdv�


crwi)'ijv' oùoÈ Zruc; ttù-ròc; i:crwc; ouvtt-rttt.
OvVO!J.(l yè!p IJ.OVOV Tjv l:w-rl)pLxoc;, o t o' È7tL�tiv-rEc;
t7tÀEov f\ 7tttpè! y'ijv f\ 7tttpè! <l>EpCTECJlOVTJV.

33 2 T o v a u -r o v

Où 7tÀE�v. &;)..).. ' O:vùdv iJ!J.éic; Ei:xttvopoc; o 7tp�pEùc;


Etc; -ri)v dx6cropov cptt,vEut È!J.�L�ticrttc;·
LIBRO UND I CE S IMO

Di' che Cleobulo fu Zeus: l'ingresso alla gola celeste


IO col fulmine brandito gli toccò.
Sede comune la terra: distesa su quella una stuoia,
fu cosi che la vecchia ci spartimmo.

N icarco Fissazione

Leva gli occhi di li, non indulgere sempre alla lingua,


Demonatte: il boschetto ha brutte spine.
Anche se vivi con noi, le tue notti in Fenicia le passi :
non sei Dioniso e la coscia ti nutre!

33 0 N i ca reo Le scale

Era per ieri la cena: non giungo che oggi, Demetrio.


Scusami: le tue scale sono tante!
Quanto tempo a salirle ! Neppure oggi arrivavo
senz'aggrapparmi alla coda d'un asino.
, Tocchi le stelle. Zeus sali per di qua - si direbbe ­
quando rapi su in cielo Ganimede.
Quando ci arrivi nell'Ade, di qui? Mica stupido! Il mezzo
per essere immortale l 'hai trovato!

33 I N i carco Di nome

Ebbe Filone un vascello: « Salvezza»; ma quanto a salvarsi


lassu, neppure Zeus ce la farebbe.
Era « Salvezza» di nome, ma nulla di piu: l'equipaggio
rasentava la costa o l'altro mondo!

3 32 N i c a rc o Idropisia

Non navigare: asciugare. Direi che lo scopo d'Icandro


sia stato questo nel pigliarci a bordo.
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919 VNUV'lVd V I 90'lO�NV
LIBRO UNDICES IMO 6q

D'acqua ce n'è non poca qua dentro: diresti che varchi


Posidone, qui sopra, all'altra riva.
, Nave idropica: cosa mai vista. Ma quello che temo
è che da barca ti si cangi in bara.

333 Callictere Il medico ladro

Lebbra e verruche Rodo ne coi farmaci toglie di mezzo :


toglie di mezzo il resto senza farmaci.

334 Anonimo La pesa

Peste e Damàgora: somma di lettere uguale. Lo seppe


un tale e li pesò con la stadera;
ma di Damàgora il piatto spostò dalla sua l 'equilibrio,
e piu leggera risultò la peste.

3 35 Anonimo Mutilazioni

Ah, Cinegiro, che guaio per te, fra i vivi e da morto


mutilato nel nome e dalla scure!
Ché combattendo, una volta, ti cadde in battaglia la mano,
adesso un piede t 'amputa il grammatico !

A no n i mo L'impavido

Prese dell'Asia le spoglie, Carino in un giorno d'inverno


salpò, che tramontavano le Capre.
C'era sul carico l'occhio di Nemesi, e lui navigava:
beffe si fece degli dèi del mare.
ANTOLOGIA PALATINA 6r8

3 37 •A510"110"COV

BovÀ.Evw;, 'Ay(li)i:vt· '"t"Ò �Tj'"t(l oÈ '"tov'"t' È1tpi.w vvv,


EL1tÉ, 1tOCTT]ç '"t"LI.I-Tiç; oÉÀ.'"t(l yò:p 7)v 1tPO'"t"Epov.

338 •A 510"110"COV

Ti}v q>WVÌ"jv Èv o 1t i) v vE À.ÉyEL'V ÈOLO(lçEv "01.1-TJPOç·


'"tÌ"jV yÀ.wCTCT(l'V o ' Èv Ò1tTI '"ti.ç cr' Hìi.&(lçEv EXELV ;

3 39 •A510"110"COV

Ti}v XE<p(lÀ.Ì"jv CTELELç, X(lt '"t"Ì"jv 1tvyi}v CLV(lCTEi.nç·


t:v �.�-Èv �.�-(lwo�.�-Évov, Ev oÈ 1tEP(lLVOI-1Évov.

3 40 il o: À. À. o: 5 <i

"f!I.I-OCT(l i.I-VPLCLXLç È1tL)'PCLI.I-1.1-(l'"t(l 1.1-TJXÉ'"tL 1tOLELV"


1t0À.À.wv yÒ:p I-LWPWV EXi)P(lV È1tECT1t(lCTCLI.I-T]V"
ti).).' Ò1tÒ"t(lV X(l"ti.ow >tov II(lq>À.(lyovoç >tò 1tp6crw1tov
II(lV"t(lytii)ov, CT"tÉç(lL '"t"Ì"jv v6crov où OVV(ll.l-(lL.

341 Toil o: v -c o v

Ai.vi.sELV 1.1-ÈV èipLCT'"tOV, 6 oÈ �6yoç EXi)Eoç tipxi)·


tiÀ.À.Ò: X(lXWç EL1tELV A'"t'"tLXOV ÈCT"tL 1.1-ÉÀ.L.
'

34 2 'A51rno-cov

Ki)}.TJV XT]À. i)"tOV 1.1-Ìl (j>(lL'VOI.I-ÉVOV 1tPO'"t" Éi)ELX(lç .

Mi) 1.1-0L >t"ÌJv xiJÀ.TJv· (lÙ>tòv toEi:v oÉOI.I-(lL.


LIBRO UNDICESIMO

337 Anonimo Cambio di leu.,a

Sei ministro, Agatino. Comprasti quell'm da poco:


a che prezzo? Una volta c'era l's.

A n on i m o Sillabazione

Chiami la voce clamore: maestro fu Omero. Clam ore


nel buco agisci: chi maestro fu ?

339 Anonimo Gesti

Muovi la testa e sommuovi le chiappe: il primo dei gesti


è d'invasato, l'altro d'inculato.

Pali ada Il vizio

Mille volte giurai di non farli mai piu gli epigrammi,


ché l 'odio m'attirai di tanti sciocchi.
Ma se Pantàgato guardo, quell'uomo paflàgone, in faccia,
a quel mio vizio non resisto piu.

34 1 Paliada Il nètlare

Sempre meglio lodare, ché nasce dal biasimo l'odio;


ma il dire male è un miele dell'Imetto.

34 2 Anonimo Tumescenu

L'ernia mi mostri e l'ernioso sparisce. Vedere non farmi


l'ernia! Chi debbo visitare è lui.
ANTOLOGIA PA LATINA 620

343

r�).�a.vòc; ovo 'lta.�oa.c; EXWV, Otv6v 't'E xa.t "Y'lt\10\1,


oùxÉ't'� 't'<Ìc; MovO"a.c; oùoÈ cptÀ.ouc; cp�À.Én·
ci).).' ò J..l.Èv Èx À.EXÉwv v w Èvppooc; Èc; cppÉva. ilÉÀ.yE�,
c'iÀ.À.oc; o' Èc; i}a.À.ci.J..l.OUc; PEYXOJ..l.EV0\1 Xa.'t'ÉXE�.

3 44 'A5t0'1t01:0V

MTJ't'p6oo't'oc; O"'t'uyÉwv 'ltpa.O"t:vwv a.twv�ov O.xi}oc;


J..l.VTJJ..l.OO'V\IT]\1 J..l. LO'ouc; 't'TJVOE 't'pci'ltEsa.v EXE�.

345 'Alih1to-rov

MTJ't'p6cpa.vEc;, xvxvo��. oa.,.,Ji}p�t o�E 'ltEÀ.a.pyÉ,


'TI xa.t 't'TI xpa.Ociwv xEcpa.À.Ì)v yEpcivoLO'L\1 ÒJ..l.OLTJV,
J..l.TJXEOa.vòv xa.pcixa.À.À.ov Ù'ltÈX Oa.'ltÉOoto XOJ..l.LSELc;.

Mtxpt 't'tvoc;, IloÀ.Vxa.p'ltE, XEviic; 'lta.pciO't't'E 't'pa.'ltÉsTJc;,


À.TJa'Tl XEpJ..l.a.'t'totc; XPWJ..l.Evoc; ciÀ.À.o-rptotc;;
Où yò:p E-r' dv ciyopn O'E �À.É1tw 'ltoÀ.vv· ci).).' \moxciJ..l.'lt't'Etc;
ilOTJ, xa.t STJ'!E�c; 'ltO� O'E cpÉpwO'L 'ltOOEc;.
, n a.,.�v É'lta.yyÉÀ.À.n· « KoJ..l.LO'a.L "!Ò O"Òv a.uptov· Epxou
xa.t ).O:�o>· xoùo' ÒJ..l.ÒO"a.c;, oùxht 'ltLO''t'LV EXELc;.
Kus�x6i}Ev O'E Cjl É p w \1 a. \1 E J..l. o c; La.J..l.6i}p�çL 'lt ÉÀ. a. s E .
'!OU'!O O'E '!OU À.omou 't'ÉpJ..l.a. J..l.ÉVEL �LO'!OU.

347 4ZI L À. l 1t 1t 0 V

Xa.(potil' ot 'ltEpt XOO'J..l.OV ciEL 'ltE'ltÀ.a.vT]xÒ-rEc; OJ..l.J..l.G. ,


ot -r ' ci1t' 'AptO'-rapxou O'ii-rEc; cixa.vilo).6yot.
LIBRO UNDICESIMO 621

343 (Pali ada) Ciclo

Vino e Sonno: Silvano non ha per amas1 che questi :


piu non ama gli amici né le Muse.
S'alza dal letto, e il primo, nel cuore fluendo, l 'incanta;
a russare lo tiene l'altro a letto.

344 Anonimo Il verde

Odia d'un astio perenne Metròdoto i Verdi : a memona


del suo rancore questo desco tiene.

345 Anonimo Il /rate

Santa cicogna, villoso Metròfane, testa di cigno,


che quel capo di gru da una parte scrolli e dall'altra,
sul pavimento una coda di lunga cocolla trascini.

A u tomedonte Bancarotta

Fino a quando userai dell'altrui, parassita, nell'ombra,


sparecchiata la cassa, Policarpo?
Certo che in piazza di rado ti vedo: scantoni oramai,
e un posto cerchi per alzare i tacchi.
, « Porta il conto domani - proclami. - Se vieni, l 'incassi ».
Ma neppure se giuri ti si crede.
A Samotrace t ' ad d u s s e , lontano da Gzico, i l v e n t o .
Terminarla dovrai laggiu, la vita.

347 Filippo Chiaro e osc11ro

Tanti saluti a voi che nel cosmo con l'occhio vagate,


tarme di spini, prole d'Aristarco!
ANTOLOGIA PALATINA 622
Ilo� yàp È[LOL srrrdv 't"twzç EOpCI[LE\1 "H).�oç OL[LOUç
xe.tt 't"tvoç Tjv IlpW't"EÙç xe.tt 't"tç o Iluy(J.e.tÀ.!wv ;
' rL\IWO"XO�[L· OO"CI À.EUXÒ\1 EXEL O"'t"txov· i} oÈ (J.ÉÀ.e.tL\ICI
LO"'t"optT) 't"TJXO� 't"oÙç IlEp�xe.tÀ.À.�fJ.cixouç .

..n i}T)pwv Bpo't"È [LéiÀ.À.ov civi)(J.EpE, 7tciv't"e.t O"E fJ.�O"d,


7tCI't"poÀ.É't"Wp· miV't"T) o' ÈXOÉXE't"e.tt O"E (J.Òpoç.
''Hv È1tt yijç cpE{rroç, cirxou Mxoç· ilv oÈ 7tpÒç u\j;oç
OEVOpoBe.t't"ijç, cio-1ttç OEi:(J.' Ù1tÈp cixpE(J.O\IW\1.
' IlELpcisELç XCIL NEi:À.ov; ·o o ' È\1 otve.t�ç xpox6onÀ.ov
E't"pEcpEV, dç cio-EBdç i}Tjpe.t O�XCI�O't"CI't"0\1.

349 Il a >..>.. a o ci

Et1tÈ 7t6i}Ev a'Ù J:lE't"pE�ç xÒO"[L0\1 xe.tt 7t E L p e.t 't" e.t y e.t t T) ç
V; ò).tyT)ç ye.ttT)ç O"W(J.e.t cpÉpW\1 ÒÀ.{yov.
re.tu't"ÒV ciptlt(J.T)0"0\1 7tPO't"EPOV XCIL yvwi}� O"ECIU't"0\1,
XCIL 't"O't", cip�i}[lTJO"E�ç 'Y Cl� Cl \1 ci 1t E � p E O" t T) \1 .
, Et O' ò).t yov 7tT)À.Ò\I 't"OU O"W(J.e.t't"oç où XCI't"C.tp�i}[Ldç,
r.wç ouve.to-e.t� yvwve.t� 't"wv cit:Lhpwv 't"à IJ.hpe.t;

35 0 ' A y a D l o v I: x o À a 11 n x o u

Ni)mE, 7tWç O"E À.ÉÀT)i}E �txT)ç suy6v, ov \IOÉE�ç OÈ


ciVOpci.O"�\1 OÙX Òo-to�ç �Tjcpo\1 ÒcpE�À.O[LÉVT)\1 ;
'Pi)'t"plJ 7t�O"'t"EUE�ç 7tUX�v6cppov�, o-ij 't"E (J.E\10�\ITI
1tO�XtÀ.ov e.tvOTjO"CI� [LUÌt0\1 Èr.LO"'t"CI(J.ÉVTJ .
, 'E}.r.tsELv E!;Eo-w 8É[L�v o' ovx otoEv cit.Ld\j;e.t�
't"Tjç O"Tjç lJÀE[Lci.'t"OU 7te.tt"(\I�Cl cpe.t\l't"CIO"tT)ç.
LIBRO UNDICES IMO

Che me ne frega che strade percorra il Sole, che padre


ebbe Pròteo, chi era Pigmalione?
, Testi di limpidi versi ricerco: la bruma erudita
sia degl'ipercallimachi lo strazio!

Ant ifane Natura vindice

Tutto ti odia, mortale, che sei delle belve piu crudo,


parricida! Per te non c'è che morte.
Se sulla terra ti salvi, c'è un lupo vicino; se balzi
sulle piante, c'è un aspide sui rami.
, Varchi il Nilo? Alla belva piu giusta con gli empi dà vita
nei suoi vortici il fiume: al coccodrillo.

3 49 Paliada Limiti

Di', l'universo e i confini di tutta la terra misuri,


di grama terra corpo gramo, tu?
Prima il calcolo fa' di te stesso, conosci te stesso,
poi lo farai dell'infinita terra!
, Ma se del gramo tuo fango non l'hai, come mai la misura
dell'incommensurabile saprai?

3 .5 0 A g a t i a Scol a s t i c o Parlantina

Stolto, perché la bilancia di Dice ti scordi e non pensi


alla sentenza che sugli empi incombe?
Tu nella scaltra oratoria confidi, nell'abile forza
di quella tua speciosa parlantina.
, Certo, sperare puoi; ma non cangiano mai la Giustizia
d'un'inventiva stupida i giochetti.
ANTOLOGIA PALATINA

TQ 7t't�crciVTJV 7tw'ì.. ovv't� "t"Ò xE'ì..'ì.. t:ov ÈXi}Èc; (owxa,


xat cpo�Epòv 7tVX'tTJV crr)J.lEpov Evpov (crw.
'.O.c; o ' (À.Eyov· « l:Ù 'ttc; d; I16i}Ev l) ).. u i} E c; i) (J. É "t"E p o v o w ; )>

,
T.U)'(J.GtX�TJc; XGt't ' E(J.OU
, ' - - , ,
XHPGtc; Gt\IECTXE\1 Gt\IW.
' 'l'V't"t"Gt o' Èyw XGt'tE'tEWGt, cpo�EV(J.E\Ioc; &yp�0\1 &vopGt,
'tÒ\1 1t't�cretvéiv 1tvX'tT]\I É�Gt1tLVT]c; 6p6wv.
'Aì.ì.ci erE 1tpòc; 1tvx'tou IloÀ.uoEvxEoc; i)oÈ xat a1hov
Kcicrupoc; txvov(J.Gt� xat ��òc; txEcrtou,
'tÒ\1 1tVX'tT]\I ci7t6xpoucrov, È(J.Ò\1 x6ì.ov· où OV\IGt(J.Gt� yàp
Io 1tuxuvnv xai}ci7tet� J.lTJVÒc; È7tEPXO!J.Évou.

3 52 ' A y CI D l o u L X O h CI O" "rL X O u

Tòv crocpòv Èv x�i}cipn , "t"Òv J.loucr�xòv 'Avopo'ttwva


dpE'tO 't�c; "t"" LT]\1 xpou(J.Gt't�XTJ\1 crocpLT]\1"
« �E��"t"EpTJ\1 tl1tci"t"T]\I 01t0"t"E 1tÀ.TJX'tpO�CT� 00\IT]CTGtc;,
i) 'ì..et�i} VTJ"t"T] 1tciÀ.'ì..E"t"Gt� GtV'tO(J.ci"t"Wc;
, À.E1t"t"Òv V1tO'tpLt;,oucra, xat civ'tL'tU1tO\I "t"EpÉ't�crJ.lGt
1tCicrxE�, 'tijc; ts.:TJc; 1t'ì..TJcrcroJ.lÉVTJc; \mci'tTJc;·
WCT"t"E J.lE ì}au(J.cit;,Ew 1twc; rL1t\IOGt \IEVpGt "t"Gti}Év"t"Gt
i) cpvcr�c; ciì.ì.i}ì.o�c; ì}T}xet'to cruJ.l1tGtì}Éa )).
�Oc; oÈ "t"Ò\1 ÈV 1tÀ.TJX'tpo�crw 'Ap�cr'to�EW0\1 ciyT]'tÒ\1
IO W(J.OCTE (J.TJ )'\IW\IGt� "t"TJ\IOE Ì}ET]J.lOCTV\IT]\1"
« "Ecr'� o · )) (cpTJ « À.vcr�c; i) o E· ,à vEupt:a 1tciV"t"Gt "t"É'tux'ta�
É� o�oc; XOÀ.ciOW\1 rLJ.l(J.�)'Gt "t"EpCTO(J.E\IW\1"
"t"OV\IEXÉ\1 dcrw ciOEÀ.cpci, XGtL wc; �VJ.lcpv'ì..Gt CTU\IT]XEL,
�vyyEvÈc; ciHi}ì.wv cpì}ÉyJ.lGt J.lEP�so!J.EVGt.
x, fvi}cr�Gt yàp 'tciOE 1tciv"t"Gt, J.l�iic; rL'tE yacr'tpòc; ÈOV"t"Gt,
xat "t"W\1 civ't�'tV1tW\I x'ì..TJPOVO(J.EL 1tGt'tciywv.
Kat yàp OE��òv OJ.lJ.lGt xaxov(J.E\I0\1 OJ.l(J.Gt"t"L À.et�Q
1toÀ.'ì.. cixL 'toÙc; to.:ovc; civ't�OLOWCTL 1t6vouc; )).

353 TI CI U CI S ii

'Ep(J.oÀ.vxov ì}uyci"t"TJP (J.Eyci)..� 1tGtpÉ'ì..Ex'to 1t�ì}T}x�·


i) o' E"t"EXE\1 7to'ì..).. oùc; 'Ep(J.omÌ}T]x�ciOetc;.
LIBRO UNDICESIMO

3 .5 1 Paliada Me/amor/ori

Ieri gli diedi il locale: vendeva tisane. Quest'oggi


ci trovo dentro un pugile tremendo.
Come gli ho detto «Chi sei? Quale vento ti porta da noi ? »
alza le mani, in guardia, per combattere.
, Tac! mi defilo, schivando quel bruto - che fifa vedendo
ch'era un pugile a un tratto il tisanaro !
Ora supplico te per Polluce ch'è pugile, e anche
per Castore e per Zeus, dio di chi prega,
caccia quel pugile, mia dannazione, ché fare non posso
10 ogni primo del mese un pugilato!

3 .5 2 A g a t i a S c o l a s t i co Conronanu

Androzione faceva concerti di cetra. Un quesito


gli pose un tale, sulla percussione:
« Quando la corda di destra, l'estrema, percuoti col plettro,
vibra a sinistra il cantino, da sé,
, con un rintocco sottile - si tratta di murmure, d'eco
ripercossa dal colpo dell'estrema.
Ora mi chiedo perché fra le inanimi corde Natura
volle una strana mutua simpatia».
Quello giurò che il maestro del plettro Aristòsseno ignora
Io questo problema nella sua dottrina.
<( C'è però la risposta - soggiunse. - Le corde non sono
che minugia seccate alla rinfusa:
sono sorelle perciò, come affini consuonano, ognuna
ha, nelle note apparentate, parte.
I' Figlie legittime tutte, ché nacquero tutte da un ventre,
sono di suoni ripercossi eredi.
Spesso accade del pari che l'occhio destro malato
al sinistro trasmetta i suoi dolori ».

3 .5 3 Pallada Ibridi

Con un cercopiteco la figlia d'Ermòlico giacque


e molti Ermopitechi generò.
ANTOLOGIA PALATINA

Et o' 'EÀ.ÉVT]V o ZEvc; ML KàO'"t"OPCI ML IloÀ.vOEtn(T)\1


Èx AiJoTJc; E"t"ExEv xvxvov àfl.ELI);àfl.Evoc;,
, 'EpJ.lLOVTI yE x6pct!; 7tCipEÀ.H;a"t"o· i) oÈ "t"àÀ.CIL\ICI
cppLX"t"W\1 OCILfl.OVLW\1 Épfl.CIYÉÀ.T)\l hEXE\1.

3 54 ' A y a O l o v l: x o >. a cr · u x o v

"AÀ.À.ov 'ApLO'"t"O'tÉÀ.T]V, NLXOO'"t"pCI"t"OV, to-o1tÀ.à"t"wva,


O'XLVOCIÀ.Cifl.OcppàO'"t"T)\1 CIL1tV"t"à"t"T)c; O'OcpLT) c;,
"t"oi:a 7tEpt l);vxiic; "t"Lc; àvdpE"t"o· « Ilwc; i)ÉJ..LL c; d1tEi:v
"t"TJV l);vxi)v; 8VT)"t"TJ\I ii 1tàÀ.L\I àMVCI"t"OV;
, �Wfl.CI oÈ oEi: xaÀ.ÉEL\1 ii àO'Wfl.CI"t"ov ; 'Ev oÈ VOT)"t"oi:c;
"t"CIX"t"É0\1 ii À.T)1t"t""i:c; ii "t"Ò O'VVCifl.cpO"t"EP0\1 ; »
AÙ"t"!Ìp o "t"!Ìc; �[�À.ovc; !ÌvEÀ.Éça"t"o "t"W\1 fl.E"t"Ewpwv
Mt "t"Ò 7tEpt l);vxiic; Epyov 'ApLO'"t"O"t"ÉÀ.ovc;,
XCIL 1tCip!Ì "t"� !l>a[owvL IIÀ.CI"t"WVLXÒ\1 ulj;oc; Èmyvovc;,
Io miO"av ÈVT)O"xi)i}T) 7tàvni)Ev !Ì"t"pEXLT)\1.
Eha 1tEPLO'"t"ÉÀ.À.wv "t"Ò "t"PL�WVLOV, Eha yEvdov
èixpa xaul);i)xwv, "t"TJV À.VO"L\1 ÉçÉcpEpEv·
« Etm p oÀ.wc; EO""t"L l);vxiic; cpvo-Lc; - ovoÈ yàp OLO CI -,
ii i)vT]"t"TJ 1tànwc; ÈO'"t"L\1 ii à.Mva"t"oc;,
I ' O""t"E('\IOcpv'i}c; ii èivÀ.oc;· O"t"CIV o' 'AXÉPO\I"t"CI 1tEPTJO"nc;,
xEi:i)L ,ò VT)fl.EP"t"Èc; rvwO"ECIL wc; o rr).a.,wv.
Et o' Èi)ÉÀ.ELc;, "t"ÒV 1tCILOCI KÀ.EOfl.�pO"t""\1 'Afl.�PCIXLW"t"T)V
fl.Lfl.Ou xat "t"EyÉwv o-òv OÉfl.Cic; ÈxxàÀ.aO"ov·
xat XEv Èmyvo(T)c; otxa O"Wfl.CI"t"oc; CIÙ"t"LXCI O'CIV"t"ov,
20 flouvov o1tEP sTJ"t"Ei:c; "t"oui)' v1toÀ.EL1tOfl.Evoc;».

355 II a H a S a

« <làv"t"a fl.Èv o!oa » À.ÉyELc;, CÌ"t"EÀ.T]c; o' Èv miO"Lv \màpxELc;·


('EVOfl.EVOc; 1tà\l"t"W\I OÙOÈV EXELc; LOLOV.

3 56 'A6tCT'I!O'tOV

Etc; O"È Mt cilj;EVoTjc; Èlj;EvO"Cl"t"O �L�À.oc; 'Ofl.iJ pov,


o.-).o"t"Épwv ÈVÉ1tOVO"C1 fl.E"t"TJOPC1 OTJVEC1 <pW"t"W\1.
LIBRO UNDICES IMO

Zeus, mutatosi in cigno, dal grembo di Leda alla vita


Elena diede, e Castore e Polluce.
, Ma con Ermfone un corvo si giacque, sicché la meschina
d'Ermeti orrendi generò un armento.

3 .54 A g a t i a Sco l a s t i c o L'anima

Era Nicòstrato un bis d'Aristotele, un altro Platone,


spaccacapelli di sapienza eccelsa.
Uno, sull'anima, questo gli chiese: « Ma dunque, che dire?
Sarà mortale l'anima o immortale?
, Incorporea o corporea? Va messa fra gli esseri astratti
o concreti o partecipa d'entrambi?
La Meteorologia prese l'altro allora a sfogliare
e il libro d'Aristotele Su l'anima;
poi ravvisò nel Fedone l 'altezza platonica, e attese
Io a ricavare da ogni parte il vero.
S'avvoltolò nel mantello, la punta lisciò della barba,
ed enunciò cosi la soluzione:
« Se una natura nell'anima c'è (non mi consta), comunque
mortale dovrà essere o immortale,
I' immateriale o compatta. Varcato che avrai l'Acheronte,
là lo saprai come Platone, il vero.
Puoi buttarti, se proprio lo vuoi, dall'alto d'un tetto,
imitando Cleòmbroto d'Ambracia:
libero allora dal corpo, di te saprai subito tutto:
20 altro piu non sarai che quel che cerchi ».

3 .5.5 Pallada A meuo

«Tutto so io » vai dicendo, ma in tutto non resti che a mezzo:


degusti tutto, e nulla che sia tuo!

A nonimo Il giovine costante

È, nel tuo caso, fallace, nel libro infallibile, Omero,


là dove dice vaganti le menti dei giovani in aria.
ANTOLOGIA PALATINA

357 n a ), ), a S<i

Ytòç xat yEVE'tTJP ò·i'jpLV <p�À6vE�xov E�Ev'to,


'ti.ç 1tÀ.Éov Èxoa1tavwv xÀ:ijpov éhto:v'tcx cpciyn.
Kat JJ.E'tèL •nv Bpwcnv •nv XPTJJJ.Cl't�xi)v 1J.cÌÀcx 1téicrcxv
ucr'to:'tov à:).).ij).ovç 'ì..o�1tòv EXOVCT� cpcxyE�v.

'Povcpw�cxv6ç, 'Poucpoç wv o�cru'ì..'ì..cxBoç,


crvvEçÉ'tnvE 'tO�ç xcxxo�ç 'tèLç crv'ì..'ì..cxBciç·
ou 'ì..cxvMvn oÈ •nv o�cru'ì..'ì..o:Bov Ai.xT)v.
KÀT)�i)CTE'tO:� yèLp xcxt o�cru'ì..'ì..cxBoç 1tcÌÀ.LV,
' . Poucpoç XClXOupyoç xext y6T)ç, wç Tjv 1tO'tE.

35 9 ('A6ÉC11tO'to�)

..!1 'tijç 0:1tcÌCTT)ç bVVcÌJJ.EWç tmÉp'tO:'tE,


crwcr6v JJ.E 'tÒV OUCT'tT)VOV Èx 1tClV'tÒç cpMvov.
eD.nç cÌXOUCTCl�, BouÀOJJ.Cl� xà:yw À.ÉyE�v·
'tÒ y0:p �ÉÀ.T)JJ.Cl 'tTJV XcÌPLV 'ti.X'tEL OmÀ.ijv,
' OL1tÀ.OUV 'tE xci'ì..'ì..oç •Q ).6y� xcxpi.sE'tClL
À.ÉyOV'tL xocrJJ.oç, xcxt x'ì..U oV'tL CTEJJ.VÒ'tT)ç.
<l>wcr'ti)p yèLp d CTÌJ xcxt 'ì..6ywv xo:t 't'Wv v6JJ.wv,
VOJJ.OLç o�xciswv xcxt ).éyo�cr�v ÈX1tPÉ1tWV.

At'ì..ovpov doov xpvcri.ov 'tÒV 1tpi.yxmcx,


IO il BoÉÀÀ.av WJJ.i}v, xpvcrox6'ì..).T)'t0V x6'ì..o v.

3 6o ( AStrno-ro�)
'

N uv ò cr•pcx•TJròç 'EpJJ.avouBTJç ÈyÉvE'to


xuwv, cioEÀ<povç crv'ì..'ì.. o:Bwv 'EpJJ.éiç ouo
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\jivxpovç ciwpovç To:p'to:pi.ovç 'tE oai.JJ.ovcxç.
LIBRO UNDICES IMO

357 Pallada lA mangiata

Una scommessa ci fu tra padre e figlio, una gara :


chi piu mangiasse, scialacquando, i beni.
Altro, dopo quel pasto di tutti gli averi, non resta
se non che si divorino l'un l'altro.

Anonimo Il nome

Rufiniano - Rufo, un di, bisillabo -


al nome aggiunse, coi malestri, sillabe :
sfuggire a Dice, ch'è bisillaba, non può.
Riprenderà quel nome suo bisillabo
, di Rufo, reo di colpe e frodi, quale fu.

3 59 Anonimo Aiuto!

Oh, tu che tutte le potenze domini,


meschino sono, dai maligni salvami!
Udire certo vuoi, parlare voglio anch'io:
il buon volere fa la grazia duplice:
, nelle parole la beltà si duplica
se bello è il dire, se l'ascolto è nobile.
Un luminare di discorsi e leggi sei:
nel dire spicchi e con le leggi giudichi.

Il sire Gatto d'oro, la crudivora


to mignatta, all'oro l'incollata collera ...

Anonimo L'indole

Quest'Ermanubi, già stratego, è cane ormai:


ben due fratelli Ermeti, due ladruncoli
d'argento, ha presi, in vincoli stringendoli,
precocemente freddi dèi del Tartaro.
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of9 VNU.V"lVd VI90"lO�NV
LIBRO UNDICES IMO

, Io non conosco un luogo spia dell'indole,


ma spia d'un luogo, lo sostengo, è l 'indole.

Au tomedonte Le mute

Mule degli anni senili compagne mi tirano il carro,


alle Preci d'Omero in tutto eguali :
zoppe, rugose e losche da entrambi gli occhi, d'Efesto
scorta, divinità di pelle e ossa,
, che, perdio, neppure nei sogni gustarono mai
l 'orzo d'estate, l'erba a primavera.
Bene, vivete per me, raggiungete un'età da cornacchie
o da cerve, pascendo l'aria vuota!

Calli maco L'errore

Fortunato l'Oreste del mito, che d'altre pazzie,


Lèucaro, pazzo fu, ma non di questa!
Lui su quell'uomo focese non fece un'indagine, a prova
dell'amicizia, ché l'avrebbe perso
, se gli faceva una parte del genere: io, che l'ho fatta,
non ho, di tanti Piladi, nessuno.

Dioscoride Vergogna

Ad Alessandria decoro non c'è, se fra i giovani ha vinto


Mosco di Tolemeo la fiaccolata.
Mosco di Tolemeo. Miseranda città! Ma le infamie
della madre, il bordello della casa?
, E i lupanari? i porcili? Oramai fate figli, puttane!
La corona di Mosco v'incoraggi!
ANTOLOGIA PALATINA

Ovnç ò j..1Tj OÉV, ò ÀL"t"Òç, ò xctt Àci"t"pLç, OV't"Oç, opcin,


ÈCT't"� 't"LVOç \jlvxfiç XUpLoç ciÀÀO't"p�Tjç.

3 65 ' A r a D lc u I: x c >.. a cr · u x c u

KcxÀÀLyÉvT]ç ciypoi:xoç, O't"E cr1t6pov El-l�CIÀE ycx�n.


oixov 'ApLCT't"ocpcivovç Tj)..i}Ev Èç cicr"t"poÀéyov,
ÌhEE o ' ÈçEpÉELV d7tEp i}Époç cxtCTLOV CIÙ"t"!{j
ECT't"CIL xcxt CT"t"cxxuwv iicpi}ovoç EÙ1top�TJ·
' oç OÈ Àcx�wv \j!Tjcpi:ocxç, Ù1tÈP 1t�vcxxéç 'tE 1tvxciswv
ocix"t"vÀci 'tE yvcij..11t't"WV, cpi}Éyçcx'to KcxÀÀLyÉVEL'
« Et1tEP iitoj..1 � p1Ji}TI 't"Ò cipoupLOV ocrcrov ci1tÒXPTJ ,

j..1Tj OÉ 't"LV' ÙÀCI�TJV 't"ÉçE'tClL civi}ocruVTJV,


1-lTJOÈ 1tciyoç pi)çn 't"'Ì')v cxvÀcxxcx, 1-lTJOÈ XetÀcisTJ
IO iixpov ci1toOpvcpi}i) opciyj..1et'toç èpwj..1ÉVOV,
1-lTJOÈ XEj..1<Ìç XELPTJCTL 't<Ì ÀTJLCt, j..1Tj OÉ 't" LV' iiÀÀTJV
i)Époç ÌÌ )'Cl�T]ç O\j!E't"Cl.L cij..11tÀCJ.X�TJV,
Ècri}Àév CTOL 't"Ò i}Époç j..1ClV'tEUOj..1Cl. L, EU o' ci1tOXO�ELç
't"OÙç CT't"ciXVClç· j..10UVClç OELOLi}L 't<Ìç cixp�Oetç ».

3 66 M a x T) O c v l c u Ù 1t d "t c u

<l>ELOwÀéç 't"Lç civi)p cicpéwv i}T)cretvpòv òvdptp,


ìli}E).. ' ci1towiJcrxELv 1tÀoucrLov v1tvov i'xwv·
wc; o' LOE 't"'Ì')V 1tpO't"ÉpTjV, CTXLOEV j..1E 't"<Ì xÉpooç òvdpov,
Èç v7tvov 7tEVLTJV, civ"t"Lxcii}EvOE 1tciÀw.

367 ' I c u >.. L a v c v ' A v 't L X i) v cr c p c �

"0\j!Lv i'xnç CT"t"povi}!{j 1tClVOj..10 �Lov. "'H pci erE K�pXTJ


Èç 1t't"Tj\I'Ì')\I j..1 E't"Éi}T]XE q>UCTLV XVXEWVCl 1tLÒV't"Cl.
LIBRO UNDICES IMO

Bianore Il padron�

Ecco lo zero, il pezzente, lo schiavo - guardatelo, dunque! -


Ha il dominio d 'un'anima non sua.

A g a t i a Scol as t i c o

Com'ebbe messo, il villano Calligene, il grano sotterra,


se n'andò dall'astrologo Aristofane,
e gli chiedeva di dirgli se prospera fosse l 'estate
e copioso il raccolto delle spighe.
, Quello prese i sassetti, sul tavolo ad arte li mise,
sulle dita contò, disse a Calligene :
« Se pioverà quanto basta sul campo, e d'erbacce maligne
non vi sarà soverchia fioritura,
se non si rompono i solchi pel gelo e le spighe nascenti
ro non le spezza la grandine alla cima,
se la gazzella i maggesi non bruca, e dall'aria o dal suolo
nessun altro disastro apparirà,
io ti predico un'estate felice, un raccolto copioso :
guàrdati solo dalle cavallette ! )>

Macedon io c o n s o l e Il sogno

Uno spilorcio, nel sogno toccando un tesoro, voleva


con quel miraggio splendido morire.
Come, ridesto dal vago profitto del sogno, rivide
l'antica povertà, riprese sonno.

G i u li ano A n tecessore Le struuo

Sei tale e quale uno struzzo, d'aspetto. Di certo fu Circe


che, propinando l'intruglio, di te fece un essere alato.
ANTOLOGIA PALATINA

3 68 T o v a u 't o v

'AJJ.Tj't"Òç 1toMc; Ècr't"t 'tE'Ì"}\1 Xct'tà. oticrxto\1 o�w·


't!{) erE XP'Ì"J OpE7tcivotcrt xctt ov �ctÀ.tOEO"CTt xctpi'jvctt.

'Acr<pctÀ.Éwc; otxT)crov Èv cxcr'tEL, JJ.-f} erE xoÀ.ti�n


cttJJ.ct'tt IIvyJJ.cttwv 'Ì"}OoJJ.ÉVTJ yÉpctvoc;.

37 0 M a x E 6 o v l o v v lt ci't o v

Où À.ctÀ.Én 'tÒ xti't"07t'tpov· Èyw oÉ crEv ctùi}tc; ÈÀ.Éy�w


't'Ì"}\1 voi}oxctÀ.À.ocrÙVT)\1 <pUXEL XPLOJJ.ÉVT)\1.
Tov'to xctt i}ovMpT)c; 7tO'tÈ mvoctpoc; ( ...) ÈÀ.ÉYXW'J,
EL1tE'J Ci p t O" 't 0 \1 u o w p , <pUXEoc; Èxi}pé'tct't0\1 .

37 1 n a >.. >.. a 6 ii

Ml) JJ.E xtiÀ.n otcrxwv È7tttcr'topct À.tJJ.O<popl)wv)


�pw'tuv JJ.Ot <popÉwv 't'Ì"}v xoÀ.oxvvi}tcioct.
'ApyvpÉT)\1 uÀ.T)\l o v 'tPWYOJJ.EV, i')v 7tctpct�ciÀ.À.nc;
À.tJ..L0 XpT)'ttSW'J 'tOÙc; JJ.EÀ.Éovc; 1tt'JctXctc;.
:s Zl)'t"Et 'JT)CT'tEuonctc; Èc; cipyvpÉTJV È1ttOEt�w,
xctt 'té'tE i}ctvJJ.cis11 XOV<pO'J CXCTT)JJ.0\1 EXW\1.

3 72 ' A y a & l o v l: x o >.. a O" 'f L x o v

:EwJJ.ct <pÉpwv crxtonoÉc;, cioEpxÉt crÙJJ.7tvoov ctvpn,


JJ.-f} 1tO"tE i}ctpcr-f}crrJc; CXYXL 'tWÒç 7tEÀ.tXCTctt,
' " - ' , ,
JJ.Tj 't te; ECTW JJ.VX'tT)pOç ct'Jct1t'JELW'J CTE XOJJ.LO"crrJ
cxcri}JJ.ct'tOç i}EptOV 7tOÀ.À.Ò'J ci<pctvpé'tEp0\1.
, Ov crù JJ.épo\1 'tPOJJ.Énc;· 'té'tE yà.p 1tciÀ.w ovoÈ\1 ciJJ.d.�ctc;
ECTCTEct� wcrctu'twc; CjltXO"JJ.ct , 'té1tEp 'tEÀ.Éi}nc;.
LIBRO UNDICES IMO

3 68 G i u l iano A n tecessore

Quanto da mietere c'è nella faccia selvosa che mostri!


No, per tosarti non serve la forbice, occorre la falce.

G i u l iano A n tecessore Il pigmeo

Resta al sicuro in città, ché non abbia a linciarti l'uccello


che gusta il sangue dei Pigmei, la gru.

3 70 Macedonio console La beltà /ucata

No, lo specchio non parla, ma io ti convinco di falso:


la tua beltà la tingi col belletto.
Pindaro dolce cantore lo disse, accusando, una volta :
'ottima è l'acqua' - che il belletto aborre.

37 1 Pallada Argenterie

Non m'invitare ( quei piatti che affamano ben li conosco)


per servirmi una pizza di zucchine!
Non la mangiamo la roba d'argento che tu ci presenti ­
vani piatti ad illudere la fame.
, Digiunatori provvedi per sfoggi argentari! In quel caso
s'ammirerà il metallo senza peso.

A g a t i a Sco l a s t i c o Larva

Ombra il corpo che hai, che d'un soffio invisibile spira.


D'accostarti a taluno non osare,
ché non risucchi, col fiato che tira, nel fondo del naso
te, piu vano dell'alito dell'aria.
, Tu non la temi, la morte. Nessun mutamento ne avrai :
un fantasma sarai, quale sei già.
ANTOLOGIA PALATINA

373 U 11 À. À. Il li li

Ticiv'twV !-LOUCTo7t6Àwv +, KctÀÀL07tT} i}E6c; ÈCi'tLV'


+, cri] KctÀÀLÒ1tT} Tct�ÀLÒ7tT} ÀÉj'E'tctL.

374 M ll X E ii o v t o u ù n a 't o u

TI{J �LI-Lvi}� 1-LÈV cid ÀL7tOCTctpxÉct 'tE�VE 7tctpmiv,


Actoo(xT}, Àcto�c; [vOLXct 'tLVU!-LÉVT}'
1-LTJ 7tO'tE o' Evpvvnc; crÉo XEtÀEct' 'ttc; yè!p ÒOÒV'tWV
DPXct'tOV È!-L7tTJ!;EL q>ctp!-LctXOEV'tL OoÀ�;
J Ti]v xcipw È!;ÉppEUCTctç OCTT}V EXEc;· ovx cl7tÒ 7tT}j'Tjç
ciyÀcttT} !-LEÀÉwv EÀxE'tctL ciEvciou.
'!1ç OÈ p6oov i}ctÀÉi}EcrxEc; Èv EÌ:ctpL· vCiv o ' É!-Lctpcivi}T}c;,
yi)pctoç ctVX!-LTl PQ xctpq>O!-LÉVT} i}Épd.

"E7t'tctpov l:ij'XL 'tcl(jlOLO Xctt f}i}EÀOV ctÙ'toi}' clXOUCTctL


otà. TIEP WLCTci!-LT}V 1-l.O�pctv ÈI-I.Tic; ciMxou.
"E7t'tctpov Ei.c; civÉ!-Louc;· l:iÀoxov oÉ 1-l.OL ou 'tL XLXciVEL
Àuypòv Èv è!vi}pw;toLc;, où v6croc;, où Mvct'toc;.

'Pi)npct 7tpÒç �LoOwpov à.vi)p OEtÀctLoc; cl7tEÀi}wv


ELPE'tO 1-LL'II 'tOtT}c; cl!-L(jlL 0LXctCT7tOÀtT}c;'
« 'H!-LE'tÉPTl i}Epci7tctwct cpvyEv 7to'tÉ· 'tÌ"Jv oÉ 'tLc; Evpwv

à.ÀÀo'tptT}V , · dvctL Àci'tpw ÈmCT'tci!-LEVoc;


:1 SEv!;Ev ÉQ i}Epci7tOV'tL. TÉxEv o ' v7tÒ 7tct�Octc; Èxdv<p·
xctt 'ttVL oouÀEvELv dcrt OLXctLO'tEpoL; »
"Oç o' C'tE 1-LEP!-LTJPL!;E XctL EOpctxE �(�Àov ÉXclCT'tT}V,
EL7tEV Èmcr'tpÉ�ctc; yupòv È7tLCTXVVLov·
(( 'HÈ CTOL ÌÌ 'tl{j ÉÀ6V'tL "tEÌ"jV i}Epcl7tctLVctV clVcl)'XT}
IO oouÀEVEL'\1 xdvouc;, wv xcipw È!;EpÉnc;·
LIBRO UNDICES IMO

3 73 Pali ada Poeta giocatore

È Calliope la diva di tutti i poeti sovrana.


Tabliope ha nome la Calliope tua.

3 74 Macedonie console Decadenza

Spianala pure via via col cerone la guancia scarnita


pagando il giusto al popolo, Giustina.
Ma non aprirle, le labbra: fissare i filari dei denti
con trappole di filtri chi potrà?
, L'hai liquidata la grazia che avevi : da fonte perenne
lo splendore non sgorga delle membra.
A primavera eri rosa fiorente: ti pieghi sciupata
a quest'arida estate di vecchiaia.

375 Macedonie console Lo starnuto

lo starnutii d'una tomba nei pressi, ansioso d'udire,


secondo il cuore, di mia moglie il fato.
lo starnutii nel vento, ché nulla al mondo di triste
mia moglie tocca: né morbo né morte.

A g a t i a Sco l a s t i c o Il parere

Un poveraccio andò da Diodoro causidico un giorno,


e un quesito giuridico gli pose:
« C'era scappata la serva. La trova un tale - sapeva
ch'era a servizio in casa d'altri, eppure
, a un suo famiglia la sposa. Da questo la donna ha figlioli :
secondo legge di chi sono schiavi ? »
Quello esitò, compulsò lungamente ogni sorta di libri,
quindi aggrottò le sopracciglia e disse:
«Schiavi saranno per forza, coloro su cui mi consulti,
10 o di chi ti carpi la serva o tuoi.
ANTOLOGIA PALATINA

OLSEO o ' EÙfJ.EVÉOV'rct OLXt1CT7tÒÀ.ov, ct!l);ct o ' &.7toicrn


lj;i]q>ov apELO'rÉPTJV, Et YE OLXCILCI À.ÉyELç )).

3 77 n a ).). a o ii

"OpVEOV i}crtHOfJ.E\1 XExÀ.T}fJ,ÉVOL &l)À.L0\1 èivOpEç


&À.À.wv òpvii)wv BPWfJ.ct'rct yLVÒfJ.E\IOL"
xoct -ròv fJ.ÈV TL'rvòv xoc•ò: yi]ç oùo yv7tEç (oovcrLV,
'IÌ!liiç o È swv•ctç •ÉcrcrctpEç octyvmof..

Où OU\ICifJ.CIL YctfJ.E'ri)ç xctt ypctfJ.fJ.CI'rLXi)ç a\IÉXECTl)ctL,


ypctfJ.fJ.CI'rLxi)ç &.1t6pov, xoct YctfJ.E'ri)ç &.oixov.
'AfJ,q>O'rÉpWV 'rÒ: 7tal)Tj i) !i v ct 'r O ç X CI L (J. O L p ct 'r É 'r V X 'r ct L .
Ti)\1 ouv ypctfJ.fJ.ct'rLXi)v vvv fJ.ÒÀ.Lç ÉSÉq>vyov,
, où ouvctfJ.ctL o ' &.Mxov •ilç &.vopofJ.IixTJç &.vocxwpEi:v·
dpyEL yò:p x&.p-rl]ç xctt \IÒfJ,Oç Aùcr6vLoç.

3 79 ' A y a � l o u l: x o >. a a n x o O

o v •Lç aÀ.oLTJ•ilpocç toEi:v •hÀ.TJxEv òo6v•ocç


ÙfJ.E•Épovç, L\lct croi:ç É\1 fJ.EycipoLç 7tEÀ.cicrn.
"'H yò:p &.d BouBpwcr•Lv EXELç 'Epvcrixl)ovoç ocù•ov·
voct •cixet octpOcii);ELç xoct q>LÀ.ov ov xctÀ.ÉELç.
' •AÀ.À.. où CTELO fJ.ÉÀ.ctl)p&. (J.E OÉSE'rctL" où yò:p E)'W)'E

BTJCTOfJ.CIL ÙfJ.E'rÉPTI )'CICT'rpt q>VÀ.ctCTCTOfJ.EVOç.


Et OÉ 1to•' Éç 'rEÒ\1 o!xov ÉÀ.EUCTOfJ.ctL, où fJ,Éy' &vvCTCTE\1
Aocp•LciOTJç l:xuÀ.À.TJç xcicrfJ.ctcrLv &.v•Lacrocç·
&.).).' (crofJ.ctL 7toÀ.U•À.ocç •Lç Éyw 1tÀ.Éov, d crÈ 7tEpl)crw,
10 KuxÀ.w1toç xpvEpov fJ.TJOÈv ÉÀ.ctq>p6•Epov.
LIBRO UNDICESIMO

Cércati un giudice bene disposto, e il verdetto piu caldo,


sempre che tu deponga il giusto, avrai ».

377 Pallada Avvoltoi

C'invitarono: il pranzo non era che un povero uccello;


ma d'altri uccelli divenimmo pasto.
Se sono due gli avvoltoi che divorano Titio sotterra,
per noi, viventi, ne trovammo quattro.

Paliada Divorzi

Io né grammatica so sopportare né moglie : indigente


è la prima, e la moglie prepotente.
M o r t e e r o v i n a i dolori che l'una mi provoca e l'altra.
Sono scampato dalla prima a stento,
, ma separarmi dall'altra - la moglie pugnace - non posso:
le scartofEe lo vietano e la legge.

37 9 Agatia Scolastico L'ingordo

Dei tuoi denti molari nessuno la vista sopporta


si da mettere piede in casa tua.
Si, d'Erisittone è degna la fame perenne che hai:
finirai per mangiarti l'invitato.
, No, casa tua non mi vede: da te non ci vengo di certo,
vittima designata del tuo ventre.
Che se un giorno m'accosto - di fronte alla gola di Scilla
non fu piu prode il figlio di Laerte!
Piu coraggioso sarò di gran lunga se a te m'avvicino,
xo del Ciclope aggricciante non piu mite.
ANTOLOGIA PALATINA

J80 M a X E 5 o v ! o v v n &. 'T O V

Tiapi)ivoç EÙ1ta-rÉpua Ab(T), 1tpÉcr�upa 1to).l)wv,


où -ròv E.v EÙcrEBLTJ xpucròv tÌ.1tocr-rpÉq>E-rav
à.).).à xat aù-rà -rci).av-ra A�Òç 1tcirxpucra -rE).Écr�T),
oicr� -ra).av-rEuu 1tà.na VO!J.OV ��6-rou·
' « K a t '! O H o -i} X P U CT E � a 1t a -r 1} p h (-r a � \I E -r ci ). av -r a » ,
d !J.TJ 'OtJ.T)pdwv E!;EM�ou xap(-rwv .

381 ll a ). ). a li li

Ticicra yuvi) x6).oç E.cr-r(v· EXU o ' à.yaMç ouo wpaç,


-ri)v !J.Lav E.v i}a).ci!J.�, -r-i}v !J.Lav E.v i}avà.-r�.

KE�-ro !J.ÈV 'A).x�!J.ÉVT)ç xExaxw!J.Évoç EX 7tUpt-ro�o


xat 7tEpt ).auxav(T)v pparxà ).apuyy�6wv
vucrcrotJ.Ev6ç -rE -rò 1t).EUpòv éht t;�q>ÉEcrcrw à.tJ.ux�Èv
xat �a!J.<Ì OUC1XE).cioo�ç tlC1�!J.aCTL 1tVEUCT'tLOWV·
, Tj).�E oÈ Ka).).(yvw-roç 6 Kt:JLOç, 6 1t).a-ru).ÉCTXT)ç,
-ri'jç 1taLWV�ciooç 1t).T)MtJ.EVOç CTO(jlLT)ç,
1tciaav EXWV 1tp6yvwcrw E.v èi).yEcrw, o v -rL 7tEpL-r-rÒv
èi).).o 7tpoayyÉ).).wv iì -rò yEVT)C10!J.EVov .
'A).XL!J.ÉVouç o ' EOOXEUE\1 à.vcix).�crL\1 EX 'tE 1tpOCTW1tOU
xo q>pcisE-ro xat 1ta).citJ.T)ç \jlauEv E.ma-ratJ.Évwç
xat -rò 7tEpt xpLdtJ.wv q>aÉwv E.).oy(sE-ro ypcitJ.tJ.a,
r.à.n' àvar.EtJ.1tciswv oùx Éxàç '11t1toxpci-rouç.
Kat -r6u -ri)v r.p6yvwcrw E.ç 'A).x�(.LÉVT)\1 à.vEq>WvEL
CTE!J.V01tpOC1W7tlJCTaç xat CTO�apEUO!J.EVoç·
x, « Et yE q>cipuyt; �otJ.BEuaa xat èiypLa -ru!J.!J.a-ra 1t).Eupou
xat 1tUpE-r0 ).lj!;TJ 1tVEU!J.a OaC1UVO!J.EVOV,
OÙXÉ-rL -rEi}vl)!;EL 1t).EUpL't LOV -rou-ro yàp lJ!J.�V
cru(t�o).ov E.crao!J.ÉVT)ç E.cr-rtv tÌ.1tT)!J.OCTUVT)ç.
8cipaEv -ròv VO!J.�xòv oÈ xci).E� xat XPTJ!J.a-ra crau-rou
20 Eu OLai}dç �L6-rou ).TjyE !J.EPL!J.Vo-r6xou,
xa( !J.E -ròv LT)-rp6v, r.poppl)crLoç E!vEXE\1 E.a�).Tjç,
E.v -rp�-rci-rn !J.OLPTJ xci).).�;;E x).T)povotJ.ov >>.
LIBRO UNDICES IMO

M acedonio console L'oro

Nobile vergine, Dice patrona di Stati non spregia


l'oro che a lei dalla pietà deriva;
anzi, la stessa bilancia di Zeus era tutta dorata,
su cui le leggi della vita pesa.
, « Pr o p r i o a l l o r a i l p a d r e d o r a t e b i l a n c e l i b r av a »
- o il bel verso d'Omero l'hai scordato?

Pallada Misoginia

Fiele è sempre la donna. Due soli momenti felici:


il primo il letto, l 'altro il cataletto.

A g a t i a Sco l a s t i c o Prognosi

Stava Alcimene a letto, stremato di febbre: la gola


non emetteva che rantoli rochi,
come da colpi di spada sentiva punture nel fianco,
e con sinistri sibili ansimava.
, Lo visitò Callignoto di Cos, quel gran ciacolone
tutto ripieno di sapienza medica,
sempre, nei morbi, capace di prognosi, con previsioni
dalla realtà futura non difformi.
Il decubito osserva d'Aldmene, fa deduzioni
xo dalla cera, gli tasta bene il polso,
indi il computo fa delle settime ( i giorni di crisi),
valutando ogni cosa come lppocrate.
Quindi la prognosi annuncia riguardo ad Alcimene, il volto
pieno di gravità, l 'aria solenne:
x, « Ove il rantolo cessi, le fitte acute nel fianco
vengano meno e l 'ansito febbrile,
non morirai di pleurite: ché i segni per noi sono questi
d'un'imminente fine del pericolo.
Fatti coraggio ! Ma chiama il notaio e dei beni disponi,
20 uscendo da una vita che t'angustia.
Quanto al tuo medico, a me, per quest'ottima prognosi, lascia
l 'eredità d'un terzo dei tuoi beni! »
22
ANTOLOGIA PALATINA

.. IIv èipcx xa.t xcivi)wo-� TuxTJ xcx).E1ti) 'tE xcxt Éo-i)).l],


xex t Kp6voc; wpo'VOJ-Ld 'tE'tpct1t60W'V yÉ'VEO'"�'V.
'E!;6'tE yà.p xa.t 'tOV'tO'V O'VO'V xcx).E1tÒc; xp6voc; EO'"XE'V,
t!; ci).a.�a.pxdTJc; ypcxJ-LJ-Lct't�xov yiyovEv.
, T).i)i)� q>ÉpEw ).om6v, xcxvi)l]).w ypa.J-LJ-LCX't�Xo�c; yà.p
ouoÈ 'tÉ).oc; xp�i)ij, xp� OÈ J-L6'VO'V ).ÉyE'tCX�.

Et JJ.Ovcxxo(, 't( "too-o(oE; Too-o(oE oÉ, m:;)c; 1tci).� J-Lovvo�;


.. n 1t).T)Wc; J-LO'VCXXW'V �EUO'"CXJ-LÉ'VTJ J-LO'VclOct.

II).cxo-'tòv EXnc; 'tÒ'V [pw'tcx, q>6�� oÈ q>�).dc; xcxt civciyxn·


'tov oÈ q>�).dv oihwc; oùoÈv cimo-'t6'tEpo-v.

3 86 Tov ct u "t o u

l:-ruyvi}v 'ti}v N (xTJv "'�c; towv xcx'tà. 'ti}v 1t6).w txi)Èc;


.. e . ' , , !\ .,
Et1tE" « � ECX N �XTJ, 'tm'tE 1tE1tO'Vvctc; ctpct; »
'H o ' cl1tOOUpOJ-LÉ'VTJ xcxt J-LEJ-Lq>OJ-LÉ"VT) xp(o-w d1tE'V"
« Oùx [yvwc; o-V J-L6voc;; llct'tp�xt� OÉOOJ-LCX� » .

, ..H v èipcx xcxt NLXTJ 1to).uwouvoc;, f}v 1tcxpà. i)Eo-J-LÒ'V


llct'tpLx�oc; 'VCXU'tTJc; f}p1tCXO'"E'V wc; èi'VEJ-1.0"11 .

IIcivuc; èi1ta.!; 'tpwyouo-w· o-rcxv oÈ 'tpÉq>TI :Ecx).cxJ-L�Voc;,


otxcxo. cip�O'"'tWJ-LE'V OEU"tEPO'V Épx6J-LE'VO�.
LIBRO UNDICES IMO

Pali ada Apocope

Anche ai somari è dunque benigna o avversa Fortuna


e ai quadrupedi Crono dà l'oroscopo.
Triste, per quest'asinello, la cronaca: dall'alabarca
nelle mani è caduto d'un grammatico.
, Povera bestia, sopporta, rasségnati ! Infatti non fieno
i grammatici dicono, ma fien !

Pallada Monachesimo

Perché tanti, se soli? Perché sono soli, se tanti ?


Soli a frotte . . . Mentita solitudine!

Pallada Simulazione

Finta passione la tua! Per paura tu ami e per forza.


Nulla piu infido di siffatto amore.

Pallada L'occasione

Ieri un tale, in città, rabbuiata scorgendo la Nice,


« Dea Nice - disse - cosa t'è successo? »
Piagnucolava la dea, del verdetto dolendosi. Disse:
« M'hanno data a Patrizio: non lo sai ? »>
, Costernata sul serio, ché contro le norme Patrizio,
come un pilota il vento, l'afferrò.

Pallada Integrazione

Mangiano tutti una volta; ma se Salamino c'invita


facciamo un'altra colazione a casa.
ANTOLOGIA PALATINA

3 88 A o v x <'). ). l o v

"Axp�ç &v Tic; èiya.(.J.oc;, Nou(.Ll}v�E, 7t&.v-.a. ooxE� croL


Év -.((j Z:Tiv dva.L -.wv &.ya.i}wv &.ya.M·
dò' éha.v dcrÉMn ya.(.J.E'tl}, 1taÀ.w EMù ooxd croL
lv -.Q sTjv dva.L 7tcLV'ta. xa.xwv -.èt xa.x&..
' - 'A'ì.À.èt xapw 'tEXVLWV ; - "E!;EL<;, Nou(.J.l}VLE, -.Éxva.,
xa.'ì.xòv EXWV" 7t'tWXÒ<; o' OÙOÈ -.èt 'tÉXva. qnÀ.Ei:.

Et (.J.Èv siic; ÉÀ.aq>ou -.a.va.òv xp6vov i)È xopwvT}ç,


cruyyvw(.J.T} 7tÀELCT'tOV 7t À.OU'tOV ayELpO(.J.Év�·
d OÉ -.(ç ECTCTL �pO'tWV ovç a.u-.(xa. yTjpa.ç tcL7t'tEL,
IJ.iJ crÉ y' cL7tELpEcr(wv o!cr-.poç EÀTI X'tEavwv·
, p.Ì'J crù IJ.Èv !iùl}-.otcrw lv èi'ì.yEcrL i}u(.J.Òv ÒÀ.Écrcrnc;,
XP1JCTOV'ta.L 0 ' clÀ.À.OL CTOL<; !iya.i}o�ç !i7tÒVWç.

39 0 T o v a v -t o v

Et IJ.E q>LÀ.Ei:ç, È'py� IJ.E q>(À.EL xa.t IJ.1J IJ.' !iotxl}crnc;,


!ipxÌ'Jv 'tOU �À.ti7t'tELV 'tÌ')V q>LÀ.La.V i}É(.J.EVO<;.
IIO.crt yètp !ivi}pw7to�crw Éyw 1toÀ.Ù xpÉcrcrova q>T}IJ.L
'tÌ']V q>a.vEpètv EXJ}pa.v -.Tjç ooÀ.Epi'jç q>LÀ.(a.ç.
, ll>a.o-t OÈ xa.t vl}Ecrcrtv à.À.mÀ.a.vÉECTCTL XEpdouç
-.ètç uq>!iÀ.ouc; 7tÉ'tpa.ç -.wv q>a.vEpwv CT7ttÀ.!iowv.

39 1 T o v avn v

Muv 'AcrxÀ.T}mà.OT}ç ò q>LÀ.!ipyupoç EtOEV Év oi:x�.


xa.t « T( 7tO�Ei:<; >> q>T}cr(v « q>(À.'ta.'tE (..LV , 7ta.p' É(.J.o(; »
'Hoù o' ò (.J.uç yEÀ.ao-a.ç· << MT}OÉv, <pLÀ.E » <pT}CTL « <pO�Tii}fiç·
oùxt -.poq>Tjç 7ta.pèt crot XPTISOIJ.EV, !i'ì..'ì..èt (.J.ovi]ç».
LIBRO UNDICES IMO

Luc i l l i o Stato civile

Fin che sei celibe, credi, Numenio, che il vivere sia


la ventura per te delle venture.
T'entra in casa una moglie? Ti sembra che il vivere sia
null'altro che sciagura di sciagure.
, - Già, ma i figlioli? - Ne avrai, Numenio, di figli, coi soldi :
neppure i figli sono cari al povero.

L u c i I l io Respice /inem

Ove un'età da cornacchia ti sia riservata o da cervo,


averi immensi accumula ! Pazienza!
Uno degli uomini sei, che vecchiezza rapida doma?
La mania non ti colga del possesso!
, Da insoffribili pene non farti annientare! I tuoi beni
altri se li godrà, senza fatica.

39 0 Lucil ii o Lealtà

Amami dunque, se m'ami, di fatto, e non farmi del male,


sull'amore basandoti per nuocere.
Vale per gli uomini tutti ben piu l'avversione scoperta
che un'amicizia subdola: l 'affermo.
, Piu rischiosi alle navi vaganti sul mare - si dice ­
subacquei scogli che scoperte rocce.

J 9I Luci Ilio Il bisogno

Disse Asclepiade l'avaro, trovandosi un topo per casa:


«Topo mio caro, cosa fai da me? �>
Disse il topo ridendo: <(Nessuna paura, mio caro!
Non vitto cerco in casa tua, ma tetto ! »
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9 t9
LI BRO UNDICES IMO

39 2 Luci llio Lo scheletro

D'una formica alata sul dorso, a cavallo si mise


e disse Adrasto il retore cosf:
« Vola! Sul dorso tu rechi, mio Pègaso, Bellerofonte >>
l 'eroe sovrano - mezzo morta larva.

393 Luci I l i o Baratto

Peso piu grave non c'è d'una figlia. Leggero ti pare,


Euctèmone ? Benone, ascolta me.
Io ci ho una figlia, tu l'ernia: ti prendi la figlia, e per lei,
ch'è una, d'ernie ne dài cento a me.

3 94 Luci Ilio Il compenso

Quello che a cena la gente che ascolta i suoi versi convita


è il poeta migliore, in verità.
Uno che legge e la gente la manda a casa digiuna
la sua follia contro di sé rivolga!

3 95 N i carco Il peto

Peto: morte per molti, se via d'uscita non trova;


Peto: salvezza, se lene gorgheggia.
Dunque se, a turno, letale si svela e salvifico il peto,
c'è nel peto il potere ch'hanno i re.

Luciano L'aceto

Tu m'inviasti sovente del vino, e grato ti fui,


di quel soave nèttare godendo.
Ma non mandarmene adesso, se m'ami : d'un vino siffatto
non ho bisogno: non ho piu insalata.
ANTOLOGIA PA LATINA

39 7 T o u a u -c o u

TioÀ.À.ò:ç IJ.UpLcHìaç o/r)q>[swv 'Ap'tEIJ.LOwpoç


xat IJ.llOÈV OCl'!tCl\IW\1 sii p[ov 'ÌJIJ.L6vwv·
1tOÀ.À.cixLç ai: xpuaov 'tLIJ.ClÀ.q>ÉCl q>Òp'tov rxouO"ClL
1tOÀ.À.ÒV ÌmÈp VW'tOU, xop't0\1 EOOUO"L IJ.6vov.

Ti)v xEq>aÀ.i)v Pci1t'twv 'tLç à.1twÀ.EO"E 1:ò:ç -.p[xaç a1hciç,


xat oaO"Ùç wv ).[av, �òv oc1taç yÉyovEv.
Tou'to Paq>EÙç É1t61lO"E, 'tÒ IJ.llXÉ'tL xoupÉa 'tÉIJ.VELV
IJ.i} 'tE XOIJ.llV À.Euxi)v 1J.i}'tE !J.EÀ.ClWOIJ.ÉVll\1.

399 " A Tt o À À w a p ( o v

rpCl!J.IJ.Cl'tLXOç 1tO't' OV!iJ E1tOXOVIJ.EVOç E!;ExuÀ.[aì}ll


xat 'tijç YPCliJ.IJ.Cl'tLXTjç, wç À.Oyoç, É!;,É'ltEO"E\1"
dì}' È!;ijç Èp[ou xowòv p[ov, wç toLW'tllç,
W\1 ÉOLOClO"XE\1 ò:d IJ.llOÈV E'!tLO"'tci(.LEVOç.
' 'AÀ.À.Ò: rÀ.vxwv E'!tClì}Ev 'tOV\ICl\l'tL0\1" W\1 yò:p OC'!tELpoç
xat xowijç yÀ.W't'tllç, ovx O'tL ypCliJ.IJ.Cl'tLXTjç,
vvv ALPuxoùç xcivì}wvaç òxoviJ.EVoç, Eh' à.1t01tL1t'tWV
1tOÀ.À.cixLç, É!;a[q>vllç ypCl(.LIJ.Cl'tLXÒç yÉyovEv.

"I).aì}L, rpa!J.IJ.Cl'tLxi) q>ua[soE, t).aì}L, À.L!J.ov


q>cip!J.axov EVPOIJ.ÉVll « Mijvw ocELOE, ì}Eci ».
N11òv Éxpijv xat aot 1tEPLXClÀ.À.Éa OW!J.i}aaaì}aL
xat Pw!J.ÒV ì}uÉwv IJ.iJ 1tO'tE OEUOJ.l.EVOV.
, Kat yètp aov IJ.EO"'tat IJ.Èv òoo[, IJ. E O" 't 'ÌJ o È ì} ci ). a a a a
X Cl t À. L IJ. É\1 E ç , '!tci\l'tW\1 OÉX'tpLCl rpCl(.LIJ.Cl'tLXi}.
LI BRO UND I CE S IMO

397 Luciano Come i muli

Artemidoro i soldi li conta a milioni e milioni,


e come i muli vive, senza spesa.
Portano quelli sovente sul dorso un carico d'oro
prezioso, ma non mangiano che fieno.

N i carco La tintura

Perse un tale, a furia di tingersi, tutti i capelli


e diventò, da capellone, un uovo.
Quest'efietto colui che lo tinse raggiunse: il barbiere
né chiome bianche taglia piu né grige.

3 99 Apollinario L'incidente

Dalla g i u m e n t a crollò rotolando un grammatico, un giorno,


e andò, come si dice, g i u d i m e n t e .
Quindi una vita menò comunissima, piu non sapendo,
di quanto prima professava, nulla.
, Mentre a Glicone è successo l'inverso: la lingua comune,
non solo la grammatica, ignorava:
ora che monta somari di Libia e piu volte ne cade,
eccolo li grammatico d'un tratto!

4 00 Luciano Elogio della Grammatica

Alma Grammatica, siimi propizia, ché tu della fame


il rimedio lo sai: «Cantami, o diva . » ..

Meriteresti l'omaggio d'un tempio bellissimo e un'ara


dove un'offerta non mancasse mai.
, Piene le strade di te, sono pieni il pelago e i porti,
di tutto ricettacolo, Grammatica!
ANTOLOGIA PALATINA

40 1 T o u a Ù 't o u

'hrn)p ·nç Èp.o t -ròv ÉÒv cpO..ov vtòv E'ltEIJ.�Ev,


wcr-rE J..L a.DEi:v 1ta.p • ÈJ..Lot -ra.u-ra. -rà ypa.J..LJ..La.-rtxti.
'f!ç OÈ -rò << Miivtv èi.ELOE )) xa.t << èi).yEa. (..L upi.' [i}T}xEv >)
[yvw xa.t -rò -rpl.-rov -roi:cro' à.x6).ovDov E'ltoç
, « 1to).).àç O ' i.cpi}I.(..L oVç �vxàç "A�OL 1tpota.�EV >) ,
OÙXÉ'tL !J.LV 1tÉ(..L1tEL 1tpoç (..LE (..La.i}T}CTOIJ.EVOV.
'A).).&; J..L' towv o 1ta.-riw << kot J..LÈv xtiptç» d1tEv « ha.i:pE·
a.ù-ràp 6 1ta.i:ç 1ta.p' ÈJ..Lot -ra.u-ra. (..La.i}Ei:v ovva.-ra.L"
xa.t yàp Èyw 1to).).àç �vxàç "A�ot 1tpo�ti1t-rw,
IO xa.t 1tpòç -rou-r' oùoÈv ypa.J..LJ..La.-rtxou oÉoJ..La.L ».

4 02 T o u a Ù 't o u

MT}odç IJ.OL -ra.v-rT}v, 'Epa.crl.cr-rpa.-rE, -ri}v CT1ta.-rti).T}v crov


T.OLi)CTELE DEWV, Ti CTÌJ Xa.'ta.CT1ta.-ra.).q.ç
[cri}wv Èx-rpa.r.ÉÀwç CT'tOJ..LtiXWV xa.xti, XELPOVa. ÀL(..LO U,
eta. cptiyoLEV È!J.WV à.v-rtol.xwv -rExvl.a..
' IlELVticra.L(..LL yàp a.vi}Lç hL 1tÀÉOV ÌÌ 1tptv È1tELVWV,
ÌÌ xop-ra.cri}Ei.T}V 'tTlç 1ta.pà CTOt CT1ta.-rti).T}ç.

40 3 T o u a Ù 't O U

MLCTO'lt'tWXE DE<i, IJ.OVVT} 1tÀOV'tOU Oa.(..Lti'tELpa.,


i} -rò xa.Àwç �iicra.L 1ttiv-ro-r' Émcr-ra.J..LÉVT},
d OÈ xa.t &;).).o-rpl.otç ÉmL�OIJ.EVT} 1tOCTt xa.l.pnç,
XW1tÀocpopEi:v otoa.ç, xa.t J..Lvpa. crot J..LÉÀE-ra.L,
, -rÉpr.EL xa.t cr-rÉcpa.v6ç erE xa.t Aùcrovl.ov 1to!J.a. Btixxov·
-ra.u-ra. 1ta.pà 1t-rwxoi:ç yl.vE-ra.L ovoÉ1to-rE.
TouvExti wv cpEvynç IlEvi.T}ç -ròv à.xti).xEov oùo6v,
-rÉp-:tn o' a.v IT).où-rov 1tpÒç 1t6oa.ç ÉPXOJ..LÉVT} .
LIBRO UNDICES IMO

40 1 Luciano Il maerlro

Volle un medico, un giorno, mandare il suo figlio diletto


a imparare grammatica da me.
Quello «Cantami, o diva », « che lutti addusse infiniti )>
apprese, e il verso 3 che viene dopo:
, « molte anzi tempo all'Orco travolse alme d'eroh>.
Da quel momento non lo mandò piu.
Ecco che il padre m'incontra: « Ti sono gratissimo - dice ­
ma mio figlio può apprendere da me.
Molte anch'io ne travolgo di anime all'Orco : per questo,
ro non ho nessun bisogno d'un maestro)>.

4 02 Luciano Scialo

Erasfstrato, no, che nessuno mi doni, fra i numi,


lo scialo in cui scialando sguazzi tu !
Micidiale la roba che ingurgiti: meglio la fame!
La genfa di chi m'odia se la mangi!
, Voglio una fame piu nera di quella che un tempo provavo,
anzi che satollarmi del tuo scialo.

Luciano LI gol/a

Dea che i pitocchi detesti, che vinci (tu sola) ricchezza,


dell'arte esperta della dolce vita,
certo, su piedi non tuoi ti compiaci d'insistere; eppure
armarti sai, ti curi di profumi,
, delle ghirlande e del vino che Italia ci manda t'allegri ­
tutto questo tra i poveri non c'è.
Ecco perché di Miseria la soglia squallida fuggi,
e lieta ai piedi di Ricchezza vai.
ANTOLOGIA PALATINA 6p

Oùobto't • dç 'ltopi}(..LEi:ov ò XTJÀ.'TJ'tTJç .:lL6cpa.vuç


É(.l�OC�\IEL (..L ÉÀÀWV ELç 'tÒ 'ltÉpa.\1 !Ì'lt�\IOCL'
'tllç XTJÀT}ç o' É'ltlÌVWilE 'tCÌ q>Op't�OC 'lt!Ì\I'tOC 'tEl)ELXWç
xa.t 'tÒV ovov, OLOC'ltÀEi: owo6v' É'lta.pà(..LEVOç.
' "f!cr'tE (..LlÌ'tT}\1 Tp�'tWVEç ÈV voa.crL o61;a.v EXOVCTLV,
d xa.t XTJÀTJ'tT}ç 'ta.Ù'tÒ 'ltOLEi:v oùva.'ta.L.

·oypv1tòç N�xwv òcrcppa.�vE'ta.L oi:vov èipLcr'ta.,


où oùva.'ta.L o' EL'ltEL\1 otoç lìv Ti 'tOCXÉWç.
'Ev 'tpLCTLV wpa.Lç yCÌp l)EpLVa.i:ç (.l6ÀLç a.tcrilàvE't' a.Ù'toç,
wç àvÉxwv 'ltT}XWV pi:va. OLa.xocr�wv.
, "n (..LEyà)...ov (..LVX't'ilpoç· o'ta.v 'lto'ta.(.lòv OLa.�a.�vn,
l)TjpEVEL 'tOV't� 'ltOÀÀlÌXLç txMoLa..

Tov ypv1tov N�xwvoç òpw 'tTJ\1 pi:va., MÉvL'lt'ltE"


OCÙ'tÒç o' OÙ (..LOCXpCÌV CjlOC�VE'tOCL EtVa.L hL.
llÀTjv ii!;n, (..LEL\IW(..LE\1 o(.lwç· d ycìp 1toM, 1tÉ\I'tE
'tllç �LVÒç CT'tOCO�ovç, oto(.la.L, OÙX !Ì'ltÉXEL.
5 'A)..).., ' a.Ù'tTJ (..LÉV, Òp(i.ç, 1tp01tOpEVE'ta.L· ì)v o ' È1tL �ovvòv
Ù�T}Mv CT'tW(..LEV, xa.Ù'tÒ\1 Écro�O(..LEl)a..

Tòv ÀE'lt'tÒ\1 i}a.xEU\I'tOC MEVÉCT'tpOC't0\1 Ei:a.poç wpn


!-lVP!-lTJI; li;E)...ilwv Et)...xvcrEv dç pa.yàoa.·
(..LVLOC o' Èm-:t'téicr' a.Ù'tÒV àvi)p'lta.CTEV, wç ra.VV(..LTJOT}V
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ÉX o' àpàxvT}ç LCT'tOV 'tW\1 �ÀEq>àpwv xpÉ(..LOC'tOCL.
L I B RO UNDICES IMO

Luciano L'ernitJ

Certo a bordo di nave l'ernioso Diofanto non sale


per un traghetto su l 'opposta riva.
Armi e bagagli, e persino il somaro sull'ernia sistema,
spiega le vele e fa la traversata.
, Vana perciò la nomea che sull'acqua i Tritoni circonda :
anche un ernioso come loro fa.

Luciano Jl ntJSO

Sente Nicone grifagno l 'odore del vino a quel Dio,


ma precisarlo subito non può.
Per avvertirlo, tre ore d'estate gli bastano a stento,
ché regge un naso di duecento cubiti.
, Quale immensa canappia! Se va per un fiume, ci pesca,
con un naso del genere, i pescetti!

N icarco Sullo stesso temtJ

Sf, di Nicone grifagno lo vedo il naso, Menippo:


si direbbe che lui non sia lontano.
Basta aspettare, verrà. La distanza dal naso, a dir molto,
sarà di cinque stadi e non di piu.
, Ecco che il naso s'avanza, lo vedi? Mettendoci in alto
sopra un monte, vedremo pure lui.

N icarco L'esile

Di primavera, faceva la siesta Menèstrato. Emerse


una formica e lo tirò nel buco,
quando una mosca volò, lo rapf, come l'aquila assunse
nei talami celesti Ganimede.
, Lui dalle zampe le cadde, né suolo toccò: per le ciglia
restò sospeso ad una ragnatela.
ANTOLOGIA PALATINA

TÌ]v wpa.À.Ì]v �ct1t"t'ELc;, "t'Ò oÈ yijpa.c; ou1tO"t'E �ciljJELc;,


oùoÈ 7ta.pELciwv Èx"t'a.vuouc; pu"t'l.oa.c;.
MÌ] "t'' I.wv ,ò 1tpécrw1tov rimxv lj!L�ui}tp xa."t'ci7tÀ.a."t"'t'E,
" - , , , "
WCT"t'E 7tpOCTW1tELO'V XOUXL 7tpOCTW1tO'V EXELV.
, OùoÈv yà:p 1tÀ.Éov Écr"t'l.· ,(. �a.l.vEa.L; Ou7to"t'E cpuxoc;
xa.t ljl��ui}oc; "t'EUSEL "t'Ì]V 'Exci�T)V 'EÀ.ÉVT)V.

TE"t'pcixLc; ci�cpopÉwc; 7tEpt xdÀ.ECTL xdÀ.Ea. i}Ei:cra.


LELÀ.T)vtc; 1tcicra.c; ÉsEpécpl)crE "t'puya.c;,
Eùxa.l.,a. .t.LéwcrE. LÈ o ' voa.crLv oùx È�I.T)vEv,
ci)...)... ' otoc; 7tpW"t'T)c; Tj)...i} Ec; ci1t' ol.vo1tÉOT)c;,
, "t'oi:év erE 7tpoumvEv cicpELOÉEc;, ètyyoc; EXOucra.
dcré"t'E xa.t vExuwv Tj)...i}Ev È1tt ljlci�a.i}ov.

Tou 1twywvocpépou KuvLxou, -.ou �a.x"t'po7tpocra.l.-.ou,


Etoo�Ev Év od1tvtp 'tÌ]v �EyciÀ.T)v crocpl.a.v.
8Ép�wv �Èv yà:p 7tpw"t'ov ct1tÉCTXE"t'O xa.t pa.cpa.vl.owv,
�Ì] OEi:v oouÀ.EUELV ya.cr"t'pt À.Éywv cipE'tlJV.
, EihE o ' Év ocpi}a.À.�oi:crw Ì:OEV XLOVWOEa. �ÒÀ.�a.v
cr"t'pucpvl]v, (il) 7tLw"t'òv iioll EXÀ.E7t'tE véov,
TI'll crEv 1ta.pà: 1tpocrooxl.a.v xa.t E"t'pwyEv ciÀ.1Ji}wc;
xoùoÈv Eq>1J �éÀ.�a.v 'tÌ]v cipE'tÌ]'V cioLxEi:v.

41 l 'ASIO"!to'COV

Tou"t'o 1tupà:v �CiÀ.À.ov xÀ.'IisELv OEi:, xoù �a.À.a.vEi:ov,


iiv 1toi}' ò lll)À.dol)c; Tjlj!E MEvoL'tLcion,
ii "t'Òv MT)OELT)c; cr"t'Écpa.vov, -.év y ' a.ti}Ev 'Epwvc;
Év i}a.)...ci�oLc; rÀ.a.ux1]c; EL'VEXE'V Al.crovl.oou.
LIBRO UNDICES IMO

Luciano Il trucco

Tingere non la potrai la vecchiezza tingendo la testa,


né sulle gote spianerai le rughe.
Non l'alterare l'intera tua faccia col trucco, cangiando
del tuo viso la cera in un cerone.
, Ché costrutto non c'è. Che follie sono queste? I belletti,
d'Ecuba non potranno fare un'Elena.

40 9 G e t u l i co L'ubrtacona

Quattro volte posò sulle labbra dell'anfora il labbro


e tutti i mosti ne succhiò Silènide,
ben chiomato Dioniso. Né d'acqua t'inflisse la macchia:
quale sprizzasti dalla vigna cruda,
, tale scialando ti bevve, recandosi l'anfora in mano,
fino all'approdo sul lido dei morti.

410 Luciano Il bocconcino

Di quel barbuto pitocco d'un cinico armato di mazza


la gran sapienza la vedemmo a pranzo.
Da ravanelli e lupini s'astenne da prima, dicendo
'che non sia la virtu schiava del ventre'.
, Poi, come vide una vulva di scrofa, candida, asprigna,
da mandare in delirio menti sagge,
contro l'attesa, ne volle; mangiando di santa ragione,
'non nuoce - disse - alla virru la vulva'.

4II Anonimo Term�

Questo un bagno non è: sarà meglio chiamarlo una pira,


quale accese per Patroclo il Pelide,
o di Medea la corona, che in casa di Glauce l'Erinni
a motivo di Giàsone incendiò.
ANTOLOGIA PALATINA

, «l>E�O"ctL (..lOV, Pct).ctvEv, 1tpòç "tou ��6ç· d(..lt yà.p &:vi)p


miv'tct yp!iq>wv 'tà. ppo'twv (pyct xctL O:i}ctva'twv·
d oÈ 7tp6xu'tct( o-o� 7to).).oùç swv'tctç xct'tctxct(uv,
Ci1t'tE 1tvpà.v �vÀLvT}v, OTJ(..l�E, (.li) ).d}LvT)\1.

412 'Avn6xou

'l'vxi)v (.lÈV ypci�ct� Xct).E7t6v, (..lopq>'Ìjv OÈ xctpci.�ct�


plj.o�ov· Q:).).' É7tt o-ot 'tOU(..11tct).w a(..lq>6'tEpov.
T'i]ç (..l ÈV yà.p �vx'i]ç 'tÒ o�!iO"'tpOq>0\1 E�W Cl"(OVO"ct
É\1 'tO�ç (j)ctWO(..lÉVO�ç TJ cl>uO"�ç ELP"(clO"ct'tO'
, 'tòv o' É1tl 't'i]ç (..lopq>'i]ç MpvPov Xctt o-w(..lct'toç vppw
1twç Civ 't�ç ypli�ct�, (..lTJ O' Èo-�odv Èi}É).wv ;

'flç X'i]1tO\I 'tEi)vxwç, 0EL1t\I0\1 7tctpÉi)T}XE\I 'A7tE).).1)ç,


OLO(..lEVOç P6o-xE�\I av'tL q>().wv 7tp6Pct'tct .
...H v pctq>ctv(ç, o-Ép�ç Tjv, 't'i]).�ç, i}p(octxEç, 7tp!io-ct, Po).pot:,
WX�(..l0 \1, TJOUOO"(..l0\1, 1tTJ"(ct\IO\I, a0"7t!ipctyoç·
' OELO"ctç o' Èx 'tOU'tW\1 (..lTJ xctL x6p't0\1 7tctpcti}ii (..10 �,
OEL7tVTJO"ctç i)Ép(..lovç TJ(..lLPPEXE�ç Eq>vyov.

Avo-�(..lE).ouç Baxxov xctL ).vo-�(..lE).ouç 'Aq>poOL'tTJç


"(EW<i'tct� i}vyci'tT)p ).vO"L(..lE).i)ç 1to0ciypct.

415 ' A v n n cb: p o u i\ N � x cl: p x o u

Tt:ç crou, MEV'tOpLOT), 7tp0q>ctvwç oihwç (..lE'tÉi)T}XE\1


'tTJV 1tV"(TJV, OV7tEp 'tÒ CT'tO(..l' EXE�'tO 7tpÒ 'tOV ;
Bodç yàp xoux &:vct1t\IE�ç. cpi)ÉyYlJ o' Éx 'tW\1 Xct'tct"(ELW\1.
8ctv(..lci (.l' EXU 'tCÌ x!i'tw 1twç crov Civw yÉyovEv.
LIBRO UNDICES IMO

, Abbi pietà, bagnino, per Zeus ! Sono un uomo che scrive


tutte le gesta di mortali e numi.
Ardere viva una massa di gente desideri? Un rogo
di legno accendi e non di pietra, boia!

412 A n tioco Deformità

L'anima è arduo ritrarla; tracciare una forma riesce


meglio. Per te va tutto alla rovescia.
Evidenziò la stortura dell'anima tua la Natura,
la recò nella sfera del sensibile,
, mentre il pasticcio di quella tua forma, quel fisico oltraggio
chi lo traccia, se l 'occhio ne rifugge?

Anonimo Olus omne

Sacrificato un orto, ci mise a tavola A pelle:


pecore, non amici intese pascere.
C'erano porri, radicchio, cicoria, lattuga, cipolle
e basilico, menta, ruta, asparagi.
, Io, per timore che lui m'imbandisse, alla fine, dell'erba,
mangiai lupini fradici e scappai.

Ed i l o Dissoluz:ione

Scioglie Dioniso le membra, le membra scioglie Ciprigna :


figliano l'ernia che le membra scioglie.

A n t i p a tro o N i carco Il posto

Chi t'ha cambiato di posto cosi, Mentòride, il culo,


e dov'era la bocca l'ha piazzato?
Tu non respiri: spetezzi, dagl'inferi affiora la voce.
Quel ch'era sotto è su: com'è successo?
ANTOLOGIA PALATINA

XpTJI.LC1'tC1 XC1L 7t6pvC1L<; 1tC1PC1YLVE'tC1L' oùx aÀEYLSW.


MLC1EL'tW !-LE 'tcXÀClç xpvaòç ò 7t0pVO<pLÀC1ç.

"AÀÀT}V opuv BC1ÀcXVLSE, MEvÉcrlhov· où yà.p EYWYE


EXXCILpov 1-1-riÀwv 7tpocroÉXOI-LC1L pv'tLOCl"
CÌÀÀ' ClLEL 7tEr;éi)T}XC1 CTVVC1X!-LclSOVCTC1V Òm.:.,pT}V.
".O.cr'tE 'tL 7tELPcXSELç ÀEvxòv i.OELV xépC1XC1;

418 T p c u a � o v � a cr. ì.. t w �

'AV'tLOV TJEÀLOV CT'tTJCTClç PLVC1 XC1L CT't0!-LC1 xci:crxwv,


odl;EL<; 'tCÌç WpClç 7téiCTL 7tC1PEPXOI-LÉVoLç.

419 ol> l ì.. w � o �

At r;oÀLClL crùv v<{j yEpC1pW'tEPC1L' ClL yà.p rhEp vou


!-LéiÀÀov 'twv 1toÀÀwv Ei.crtv ovELooç hwv.

4 20 ( AOTJ).o�)

At 'tPLXE<;, ì'lv crLyq.ç, Ei.crt <ppÉvEç· ì'lv oÈ ÀCIÀi}crnç,


wç ClL 'tijç i'! BTJ<;, où <ppÉvEç, à.)..)..à. 'tPLXE<;.

42 1 ' A 1t o Ì.. Ì.. < � a p l o u

"Av 1-LÈV ci;;òv'tCI ÀÉynç l-LE xCixwç, oùoÈv cioLxEi:ç !-LE,


èiv oÈ r;CipÒv'tCI XCIÀwç, tal)L xCixwç !-LE ÀÉywv.
LIBRO UNDICES IMO

Anonimo Alla /arJY1

Anche a puttane, di soldi ne toccano: non me ne curo.


Che m'odl l 'oro, gramo puttaniere!

Anonimo La vecchia

Scuoti la ghianda d'un altro, Menèstio, ché io delle rughe


di pomi mézzi non voglio saperne,
e vagheggiato non ho che uno sboccio di frutti concorde.
Cerchi la mosca bianca: perché mai?

Traiano i m p e r a tore Meridiana umana

Contro sole il naso puntando, spalanca la bocca!


Potrai segnare, per chi passa, l'ora.

Fi lone I canuti

Hanno prestigio i canuti, se il senno non manca; se manca,


per l 'età sono un'onta molto grave.

4 20 Anonimo Sullo stesso tema

Senno i capelli canuti, se taci; se ciarli, non senno,


solo capelli - come in giovenru.

42 I Apollinario Falsità

Male tu dici, in assenza, di me? Nessun torto mi fai.


Bene in presenza? Tu m'offendi, sappilo.
ANTOLOGIA PALATINA 66o

422 ' Avn6xou

Bi]crctç, d q>pÉvaç ELXEV, tl1tTJYXE't0' VV\1 o ' \m' avo(aç


XClt STI XC1t 1tÀ.OU'tE�, XC1t IJ.E'tà. 'tTJV 1ttlpOOOV.

423 ' E ), ). d t o u

Ba1t'tWV 1tciv'ta, �acpEv, xat XPWIJ.Cl'tLoLç IJ.E'ta�ciÀ.À.wv,


xat 'ltEVLT)\1 �ciljlctç 1tÀ.OUCTLO<; ÉI;,EcpcivT)ç.

424 Il ( O' W V O �

ra(T)ç ÈX rctÀ.Cl'tWV IJ.T)O' Civì}EC1, 1jç a1tÒ x6À.1tWV


avì}pw1toLç oÀ.É'tELpC1L 'EpLVUE<; È�À.ciCT'tT)CTCl\1.

rwwcrxnv CTE ì}ÉÀ.w, ITÀ.C1XLC1VÉ, CTClq>W<;, éhL 1téiCTC1


EYXctÀ.xoç ypct�C1 1tÀ.oucr(a Écr'tt crop6ç.

rpcitJ.tJ.C1 1tEPLCTCTÒV EXEL<; 'tÒ 'ltpOXELIJ.EV0\1" i)v acpÉÀ.n 't L<;


'tOv't6 croL, otxE�ov X'tTJCTTI a1tÀ.wç ovo!J.C1.

f.C1LIJ.OVC1 1tOÀ.À.à. À.ClÀ.WV OSOCT'tOIJ.O<; Èl;,opXLCT'tTJ<;


ÈI;,É�C1À. ', OUX opXW\1, aÀ.À.à. XO'ltpWV OUVcitJ.EL.
LIBRO UNDICES IMO 66r

422 A n t ioco Declamatore

S'impiccherebbe, se avesse buon senso, quel Besa. Incosciente !


Dopo quel bel debutto, vive e prospera.

423 Eli adio Tinture

Tingi ogni cosa, e pittando, tintore, la cangi. Tingendo


la povertà, mi sei spuntato ricco.

Pisone Erinni

Non un fiore dal suolo dei Galati. Fu da quel grembo


che germogliarono al mondo le dive di morte, le Furie.

Anonimo La moglie ricca

Voglio che tu , Placiano, lo sappia: una vecchia dorata


altro non è che un'opulenta bara.

Anonimo Labeone

C'è una sill aba in piu da principio. Se uno la toglie,


ecco che il nome che ti spetta avrai.

Luciano Il deterrente

Spesso dimonia cacciò l'esorcista dal fetido fiato :


non le formule agirono, ma il lezzo.
ANTOLOGIA PALATINA

Etc; -.;t �ci'tTJV vtrnnc; OÉ(..Lac; 'Ivo�x6v; "la'xEo 'tÉXVTJc;


oÙ ouvacra� OVOq>Epi)v \IUX'tet xai)TjÀ.�cicra�.

'Ev 1tii.crw (.J.Ei)uoucrw 'Ax(vouvoc; i]i)EÀ.E vl)q>Ew,


-.;oì.ivExa xat �EMELv aù-.;òc; t:oo!;E �6voc;.

43 0 T o v ll v 't o v

EL -.;Ò -.;pÉq>EW 1tWYW\ICl Ooxdc; croq>(et\l 'ltEpmo�EL\1,


xat -.;pciyoc; EÙ'ltWYW\1 a!ljl' oÀ.oc; Écr-.;t II).ci-.;wv.

43 1 T o v �t u 't o v

- , - , , - ,
-.;o�c; 'ltOCT� CTOU 'tpWyE, XCl� 'tPEXE 't� CT'tO(..LCl 't�.

43 2 T o v �t u 't o v

"Ecr�EcrE -.;òv Mxvov J..LWpoc;, \jluÀ.À.wv \11t ò 1toÀ.À.wv


oaxv6�Evoc;, À.É!;ac;· <( Oùxh� (..LE �À.É'ltE'tE » .

433 T o v ll v 't o u

Zwypciq>E, -.;à.c; J..LOpq>à.c; xÀ.É'lt'tELc; J..Lovov· où ouvacra� OÈ


q>wvi)v cruÀ.i)cra� XPW(..L et 't� 1tELi)6�Evoc;.
LIBRO UNDICESIMO

Luc i a n o Il negro

Corpo d'Indiano. Lavarlo, perché? Desisti! Non fai


chiara di sole tenebrosa notte.

Luciano Il sobrio

Volle fra tanti ubriachi serbarsi Adndino sobrio:


cosf parve ubriaco solo lui.

43 0 Luciano La barba

Credi che dia la sapienza nutrire la barba? Un caprone


ben barbuto sarà, dunque, un Platone.

43 1 Luciano Tullo va a posto

Rapido sei nel mangiare, nel correre debole? Ebbene,


mangia coi piedi e con la bocca corri!

43 2 Luciano Il furbo

Spense la luce uno sciocco, da innumeri pulci mangiato.


Disse: «Cosf non mi vedete piu ».

433 Luciano Limiti

Altro non puoi carpire che forme, pittore. La voce,


obbedendo al colore, non la rubi.
ANTOLOGIA PALATINA

434 Tov 11 v -r o v

"Hv Èo-lonç xEcpocÀ:rJV 1-J.ClOocpà:v xoct O"'tÉpvoc xoct WIJ.ovç,


IJ.1')5ÈV ÉpW'tTJOllç " IJ.WPOV òpq.ç cpClÀ.Clxp6v.

43 5 Tov ll Ù "t O V

eocv!J.a.sE�v IJ.O� E1tna-�v, o1twç Bu'tOç Éa-'tt a-ocp�a-'tliç,


o v-rE À.6yov xowòv ov'tE À.oy�O"IJ.ÒV EXWV.

E>ii't'tov E'I)V À.wxoùç x6pocxocç 7t't1)v6.ç 'tE XEÀ.wvocç


Eupdv, i'J o6x�!J.ov pT)'topoc Koc7t7toco6x1)v.

437 . A p d "t O V

Attisw ��6't�IJ.OV oç Èv 7tÉ"rpCl�O"� xtil>'l)'tCl�,


rocpyocpÉwv 1tCl�o-tv �ij-roc xoct èiÀ.cpCl À.Éywv.

Kopwl}�� 1t�O"'tEVE, xoct 1-J."ÌJ XPW cpO.�.

439 .6- L 'I' l ). o v

Tò 1-J.ÈV "Apyoç L1t1t�OV, ot o ' Évo�XOVvtEç À.uxo�.


LIBRO UNDICES IMO

4 34 Luc i a n o Il cinico

Vedi un capo spelato cosi come il petto e le spalle?


Non domandare! Vedi un pazzo calvo.

43 5 Luci a n o Il negato

Bito solista. Com'è? mi domando talora stupito:


non ha né la favella né il cervello.

L u c i a no RBrità

Bianche cornacchie piuttosto trovavi o testuggini alate


che un retore valente in Cappadocia.

43 7 Arato Il maestro

lo lo compiango Diotimo, che ai bimbi di Gàrgara insegna,


fra le rocce seduto, l'abc.

43 8 Menandro Ma l'amore no

Fidarti d'un Corinzio devi, amarlo no.

43 9 Difilo Argo

Equestre suolo d'Argo ... Lupo chi ci sta.


ANTOLOGIA PALATINA 666

4 40 fi L't 't ll X O V

'O IIupcuEùc; xcipuov iJ.ÉY' Éo-·tt xctt XE'VÒ'V.

442 'A5É0"7!0'tOV

TpLc; IJ.E "t uprxwl)o-rxv"trx "too-rxu"tcixLc; �EoLw�Ev


OijiJ.oc; 'EpExi>ijoc;, xrxt "t ptc; È7tT)yciyE"t o,
"tÒ'\1 IJ.Éj'ct'\1 E'V �ou).fl IIELO"LO""tpct"tO'II , oc; "tÒ'\1 "OIJ.T)P0'\1
ìli>pOLO"Cl, 0"7tOpci01)'\I "tÒ 7tpt'll ciEL061J.E'IIO '\I"
, TJIJ.É"tEpoc; yà.p xE�voc; ò xpvo-Eoc; Tjv 7to).Ll)"t1)c;,
EL7tEp 'Ai>T)'IICl�OL �IJ.VP'IICl'\1 CÌ7tt!>XLO"C11J.E'II .
LI BRO UNDICES IMO

440 P i t taco Cautela

I Megaresi fuggi ! Sono piattole.

44I F i l isco E le navi?

Immensa noce vuota il porto del Pireo.

442 Anonimo PiJ!Jtrato

Fui tre volte tiranno, tre volte la gente d'Erètteo


mi cacciò via, mi richiamò tre volte.
lo Pisfstrato, grande politico, feci d'Omero,
sparsamente cantato, un'unità.
, Concittadino ci fu quell'aureo poeta, se Atene
colonizzò, come s'afferma, Smirne.
Nota critica
Registro qui le principali lezioni discordanti dal testo di Beckby, indicando,
là dove la lezione adottata non sia nella tradizione manoscritta, l'autore della pro­
posta (per le lezioni di Beckby rimando al suo apparato). Ometto varianti grafi·
che e oscillazioni d'accentazione o d'interpunzione di scarso rilievo.
Libro IX
1.2 dMcnzç Burguière: oUìoÙCl'T]ç mXjjÒv: 7t�XjjÒç
9·3 É1tl Page: (·n
9 ·4 À.�[lÉva Schrnidt: À.�[lÉvaç
1 r .3 À.moyv�ov: À.�1toyvlov
16.3 txa·nip�Cl'EV wçt: XCI1:dpuel'EV, W<;
24.2 E[l1tvpov Meineke: E[l1tvpoç
25.3 olO'( -r' Kaibel: ol�v
26.9 aù-rà. Stadtmiiller: aù-rà.ç
32.5 (xat} èi.(y}E� Waltz: -r' <XvayE�
46.3 crux: nulla crux
46.5 É1ti]xooç Brunck: Ù1ti]xooç
58.7 toÈ x' Tiv to Et : xat ijv· « "Io E
6p Avo"Ì"J: AvOTJ
63.3 Av oi}v : AvolJv
64.3 crux: nulla crux
72.2 Cl'1tEVOO[lÉvo�ç Hecker : Cl'1tEVOO[lEvoç
76.5 "'"Hv lip': Ti yàp
8r.6 O�Cl'�avÉa Stephanus: OVCl'�CivÉa
82.3 EV �Xa1t1tECl'EV: EV� xa1t1tECl'EV
83.2 7tEÀ.ayEvç: 7tEÀayovç
84.1 ri1t': E1t'
85·5 "HyayE o': f}yayEv [lE: OE
89 ·4 EX ... axvpwv Reiske: Ex Cl'"l:CIXVWV
90.2 <Xwp��PÉ!lTI Stadtmiille r: à�,UP�XPE!Lli
98.5 XCI"rTIVTJCl'CIV Page: xa-rlivECl'Cl'CIV
1 0 1 .4 ii Cl'X01tÉÀ.ov Rubensohn: CIL1tOÀ.(ov
109.3 � É � a�ov Meineke: Cl'E �a�òv
1 14.2 Moi:pa� Passow: Moi:pa
122.2 -rÉ-r-r�y· <X1t-r civo� Waltz: -rb·-r�ya 1t-;avoi::;
134 ·7 ITal!;od}' ti-rE Desrousseaux: 1tal!;o�-r· ECl'"l:E
1 39·3 Tljç: xnlç lacuna Reiske: nulla lacuna
142.2 "ltE-rpwov -r ov OE xÉxEv�E 06[lov: "ltE-rp(vov -r o�o E xÉXTJOE OO[lC'J
150.3 lx-ravEv: itx-ravE o'
159 ·3 OE��"l:EPTI Scaliger: OE��"l:Ejj"Ì"Jv
169.2 oÙÀ.O!lÉVTJ Boissonade: oÙÀ.O[lÉVT]ç
NOTA CRITICA 672
172 unum carmen: duo disticha
1 74.1 I "tE Saumaise: o�
l 7J.J 9EQ: 9EWV
1 77.2 t1tlwv l-rctJ.liic; Stadtmilller: imE6v-r� xaxijc;
r 88.6 crxiiJ.lct ] acobs : criiJ.lct
1 90 . 1 O.ov: Et ot
192.1 -rlvoc;: -rlvEc;
2 1 0.6 xav6vac;: XctJ.lchouc;
2 1 5 .2 Kì.EUvlxTJc; J acobs : Kì.Eovlxl)c;
2 1 6.6 xdc; J acobs : o' Etc;
2 1 8 .4 OTJCTOJ.lEVWV Stephanus: ì.ucroJ.lÉvwv
21 9-4 9vJ.l�pw: ev�p�v
222.3 -rl Schacfer: -rb
230.3 7tOVO<;: 1t6poc;
234·1 hl: h' t7t'
239·3 lic; ò Tl)�oc; xvxvoc; Jacobs: 7tpÉcr�uc; lic; ò Tl)�oc;
240.1 xopv7t-rTJc;: Kctì.V7t-rpTJc;
240·5 ..Ap': -ij p' rL7t6 y' Page: c'L7tb
24 r .:; ÉVEPYE� Van Groningcn: Évctpy"Ì]c;
247·1 EVl>ctì.Ect: Evlh]ì.ij
25 1 .6 �acrxc1vc.p li<)iTJq>Ov Page: �O.crxavov tv <)iljq>c.p
E7tELCTctyci.ync; Saumaioe: E7tE�crayliyn
256·5 oyxov Jacobs: o xì.ov
257·6 h' ÉJ.lt Bothe: �"t� 1-U
267.1 ( ...) 7t).wwv: 7tÀ.WWV (7tptÌJTJV)
269·5 yc1p aì.acr-rwp Meineke: 7tctVctÌ.acr-rwp
269.6 "TTJPWV Reiske: KTJpwv
270.2 tovo' ... opoc;t: ovo' liì.ì.wv ì.clt; t�apuv' ci6pouc;
272.2 OJ.l�poo6xTJv: ÒJ.l�poo6xov
272-:S cruces: XEPJ.laOct ot IJiaJ.lJ.lWV CTq>ct�pwv 7tO"toV
274·6 OctJ.laÌ.TJc; Brodaeus : oaJ.lctÌ.�c;
280.7 V7to Page: É1tl
284.2 dJ.lJ.lO p lTJ : clJ.lJ.lO p lTJc;
284·3 TpolTJc; ego: yctlTJc;
284·5 OEDE�crct: o o DE�crct
290.1 à.t;aouc; Page: tx t;aouc;
290·5 7t).ctVWJ.lÉVTJ Reiske: 7tÌ.ctVWJ.lEVoc;
29 1 .5 x al Boissonade: xal
300.6 tx6J.l7tOV J.l1Jt: XOJ.l7tOV �XE'.
30 1 .3 civayxn Reiske: à.v ayxTJc;
306.6 1tT)X-rbv Làskaris: 1tVx-rbv
308.2 in:tx Jacobs : vr.tp
309·3 J.licrCTTJ : JJ.É crcm
3 1 2.4 xal Jacobs: �
313.1 d1tac;: -riicro'
3 1 4·4 cruces: cixpaÈc; xpava V7to7tpoxÉEL
NOTA CRITICA

3 1 6.6 a.t x' Saumaise: a.h'


320.5 Xa!-Li:V « Kv7tpL<; avo1t>..o<; » ego: Xa IJlv Kvr.ç;L<; a•J07tÌ.?ç·
324.1 "t OL : ""tV
333.1 crux: nulla crux
333-3 a.lyE(pOLCTL : a. lyE(po LO
334.1 lm�wcrn: lm�wcrn<;
3J8.6 crux: nulla crux
340·5·6 cruces: 7ta:rpò<; o\.i 7ta.pcu:(cra.<; l E"'f'IWCTih}, ct>ol�ov x).avòv t(.;nsE'J f;;L<;
342 · 3 oo)..(xov : oo)..LXÒ<;
345-2 E"tE Xv o�6vEL: E"t Exvo�6va.
345 · 3 �OVEVOL: �OVEVTI
349·3 (mi>.. w) Hcringa: ("tpLCTtv)
352.1 9 vl.l� J'LO o<; : 9v � pLoo<; (isopsephiae causa)
355-1 1-l(I-LTJI-LCT.: 1-ldi-LTJI-la. (i. c.)
356·4 xd<;: xi}� ' (i. c.)
364·3 7t pox éovcr w: �o�éovcrw

365- J TJ!-LE"tépOLCTL OOVEUV"ta.L: TJ!-LE"tépoL<; oovéov"ta.L


367·7 7tEpl: 7ta.pà
373·3 XCT.V!-LCT."tL: X�!-LCT."tL
384.1 ll7tEPXO!-LéVOLO W altz: ll7tT]E)..(oLO
384.2 Aùcrov(oL<;: Aùa-ov(TJ<; D'
384.20 x' ay&.yw waltz: xa."t&.yw
385.14 v1tv� >..EXÉEcrcr( "tE: >..ExéEcrcrL crùv il1tv� , ·
394.1 >..V7tTJ<; Stadtmilllc r: o8vVTJ<;
395·4 llT]vEM7ta.<;: -a.L<;
397 · 6 CTW�O!-LÉVTI Herwerden: CTW�OI.léVT]
398.2 1-LTJ"tpvi:ci<; Laurens: 1-LTJ"tpL&.crw
403·3 xopdT]<; Page : xopdT]V
404.2 xa7t>..a.CT"t OL Jacobs: a7tMCT"tOL
409 ·5 cruces : 1-LEPL!-LVTJ"t"Ì}v
410.1 Zl.l(vfto<; Weigand: l:l.l(vfto<;
4 1 0.5 Ao�(ov Jacobs : "t6�wv
4 13 ·4 crux : nulla crux
414.1 tlò<;t: o\.ipo<;
4 1 6. 7 W<; 7t0"t': aCT"t6v ,.
420.2 anv t <; Hecker: <'L7tVd<;
421.5 tòv Heringa: lva. i'} 7tO"tE: i] "t6"tE
423 · 3 Kpo(CT� : xpvcrciJ
42J.6 ,q. Laurens: xa.t
430 · 3 E7t (l-la.>..>..oL Reiske: tm �-LQ.>..>..o(
43 3.1 MoLG"civ : Nul.l�civ
433 · 3 lrrvDEv aLCTEL: a.l-li-LLya. DÉ>..�n
433 ·5 >..a.a(a.<; OpuÒ<;: >..a.crLa.vXEVO<;
436.2-4 "toi:l; (quinquies) : "tcu
437 ·3 aCTxEM<; Jahn: "t PLCTXEÀ.È<;
437·I I aT]Oov(oE<;: alìov(òEç

Z3
NOTA CRITICA

437·14 a;;o<r"tpÉ\jla.�: cbo<r"tÉp�a.�


438.1 i]v(xa. "tÉvliov Gow-Page: i]v(x' �nvliE
438·5 lacuna: (xàpq>a.ç)
439·5 xa."tà Sternbach: 7tf>... a.ç
440·7 a\rr W : aù-roU
4�0.16 aJ... ),wç Valckcnacr: a),)...�
440.22 7t).dov liÉ oL: ;.),Éov à lia.tç
463.2 àila.và"to�<r�· "t L : 6:i)a.và"to�ç· 1'j
474 · 1 <rÉo: <rÒv ytvÉil).T)ç: yEvÉi)),TJ
488.3 a.ù Laurens: lv
495·2 yuva.(o�ç Stadtmi.iller: yuva.��L
498.1 M7t"tEW Jacobs: Ml)inç
503 . 1 !;wu(j)(o�ç Toup: to�l;v(j)o�ç
503.2 !;wvqnov Boissonade: li(!;ucpov É\1
503·4 xpo>twv Waltz: xp6"twv
505·7 E>a.À(T] Stephanus: E>àÀE�a.
524·9 E>pi]�xtt, wp<ro(j)6pov More! : wp<rocp6pov, E>pi]�xa.
5 29 ),ÉXoç: ÀÉX"tPOV
5 46·5 xpf f;;ov"ta. Schneidcr: xE pu7twv"t' tlio�!J.�: É<rLOO�!J.�
546.6 O""tpW"tTJ Meineke: 7tPW"tT]
5 55 · 1 yi)v Stadtmi.iller: "ti]vli'
555·3 6:p6>tpou: 6:pc"tpEv
560.2 "tW!J.uO"Oi.LÉVW\1 : "tW!7.0"0"61J.EVOV
563.6 axpTJ"tOU: a�ÀTJ"tOU
564·3 <rà Waltz: <rV
569·4 7t6Àtuç: 7tOÀloç
569·5 Ul.lLV : UIJ.IJ.W
569.6 i'o�xa.: i'otxEv
570·3 IJ.V P � coni. Jacobs: 1-lVpov
574.1 'Ayàva.�: "Ava.�lç
576.2 "tOUiJ.ÒV o' àpr.a.ÀÉ� Jacobs: àp7ta�a.<ra. li' l!J.ÒV
577·3 1to<rL ya.(T]ç: ya.(T]ç 7to<rLv
584 . 1 3 oxa.: on
598.2 ÀEOV"tOIJ.tXX!7.V: ÀElOV"tOIJ.tXX!7.V
6oo . 6 avopa. 7tOÀL"t!7.V Wordsworth : à\lopL 7tOÀ!"tq.
6oo.7 <roq>wv �olxE Kaibel: <rwpòv yàp dxt l-li7.PV!7.1J.Évouç: !-l!7.pvàiJ.EVOl
602.3 i)a.),à!J.!t-1 Brunck: Da.ÀaiJ.wv
602.7 xa.Àxòç: Xa.Àxtç
6!2.1 otvopov �pa.xvq�uÀÀov : xÉòpou �pa.xù <pvÀÀov
657 tit. 'Aya.i)(ou Waltz: Ma.ptà\IOU
696 . r 7tVÀT]v Brunck: 1t6Àw
706.5 r.tp�lipv9Hç Chardon: 7ttpt5pvl)inç
722.2 O:r.txl;cxt"ta.�: v7tExÒÉXE"ta.t
734.1 7t6p>tw: 1-16crxo\l
74 2 -4 "tÉXV�: "tÉXVCl
744·2 tr.a.poÀx(lia.v: r.àp ).o<ptéiv
NOTA CRITICA

746.2 wç: E� wç: wç


746.3 crux: nulla crux
752.3 KÀE�o1t0:"t"PTJ<;: KÀ.Eomhp1]ç
774 · 3 lacuna: (a1t�CT"tov)
775 . 2 IJ.a�VO!J.ÉV1]V Jacobs : !J.awo!Jlvw\1
778 .5 S' lx xdV1]ç Brunck: oÈ x).nv(ij
788.3 ou Waltz: �
'
79!.3 y ego: rs·
79 1 .4 yEM:craç: xEoaCTa<;
79!.6 II6CT"t"O!J.O<; Waltz: II6CT"t" OU!J.O<;
8 1 5.2 cir.oppt1t"tn: ci1toppv1tn�
824 · 5 1tOOaypav Schneider: 1t0"t0 aypav

Libro X
ro.r "t"Òv OE�pi'jç Jacobs: "t6vS' lé pi'jç
22.3 Souvaxolncpa Huschke: Souvax6S�cpa
24.1 !J.Eyti)..ou Meineke: 1]-

78.2 �(ov ; : �(ov.


78.3 �aÀE�v : Àa�E�v
82.4 d: i'l
'
87 . 1 y EÀW!J.EV: "(EÀW!J.EV
924 V1t\IOU<; EXE�: V!J.VOU<; XÉE�
ror.5 tcrxE' Jacobs: !crxE<;
l 02.2 1tOÀU\11]VE!J.(1]\1: 1taÀ� Vl]VE!J.(1]\1
103.1-2 cruces: nulla crux
103.2 vuv: (]:)..).. '
103.3 Kat: vuv

Libro XI
8 tit. (N�xO:pxou) Stadtmi.iller: 'ASÉCT1tnov
9·2 av"ta Piccolos: ap"tà
26.3 . -" .
OuOUVEXE'J GOW: ou.. _,, ,,
E�VEXE\1
29·3 CT�CTapou Dindorf: Àaxavou Àayapw"t"Ép1] Gow: crav�w-:É�1]
1tplv: 'Ì) 1tplv
30 · 3 txat "tou"t't: !J.O�, xat "tou"to
35 ·5 Xi:ov Gow: tiJòv
44 · 3 0:1toÀEl\)JE�<; Brunck: -nç
46 tit. 'AV't�!J.ÉOOV"toç: AÙn!J.ÉOov-:oç
5 3 ·1 1tapÉÀVn<; Bu.ffi ère: -n
76.2 Èv opE�: Evépa
84.2 E!J.CU y' Peek: oÀ.wç
86 tit. (fou aù"tou) Brodaeus: "AS1]Àov
88.2 q>l]CT(v « Opw Hecker: cp1]cr( « <.avw
I I 2.3 crux: S'i] av"tou
I I 8 tit. N �xapxou : (Ka).)..�x"ti'jpoç)
NOTA C R I T I C A

1 3 7.6 r·Jila Buffièrc: rvilt


I.H.6 wc; YE: wcrn
155 tit. 'Ai tl.uavoii : Toii av-roii (se. Lucilli)
! 80 . 1 Etooi:c; Huschkc: Etooùc;
194·4 av-rovc; Opsopocus: aù-ròc;
1 95·6 cpilÉ')'YE< ' : cpilÉyç,E<'
2 1 2.6 Lcrtx(wv J acobs : 'Ivdwv
260.1 ovÀEVELV Brunck : �ou).EUELV
265.6 y' BuiJièrc: o'
268 tit. 'Ap.IJ.tavoii: om.
268.J 7t-r6:pn : 7t-ra pfi
273 tit. (TlaÀÀaoéi): om.
288.1 �acptoéic; : �acptStùç
294 ti t. Aovxt).'ì.(ov: Aovx1avoii
296.2 q>(Àoç, : ).(iloç
297·4 CTEi:o : loi:o
3 I 1 .3 EV o' �VL BuiJièrc: tv OE o�
329·3 crvl;fiç Brunck: crù l;iic;
338.2 tv Ò7tTI Aubreton: lvo7tÌ]v
346·7 7t ÉÀal;E: 7tÉÀaCTCTEV
362.2 cl!J.Ò.V Schncider: À(av
370 . 1 CTEV avili<; ego: CTE 7téiCTLV
375-4 Àvypòv : ÀV-rpov
376·9 'HÈ Keydcll : "H
379 ·3 ""H Keydell: d
379·6 q>vÀacrcr6(.LEvoç Keydcll: cpv'ì-aç6(.LEVO<;
'
403·4 X!;J7t).ocpo pEi:v Buffière: mÀocpopEi:v -r
405·4 O:vÉxwv Aubreton: iiv EXWV
4 1 1 .3 y' atiltv Buffière : O:vEi:pEv
Note
Libro IX
P· 7 1 . Il « commercio » (v. 5 ) è propriamente il passaggio della morte dalla
madre al figlio. È di.f!icile precisare l'animale indicato da 6�px6.; : gazze lla,
damma, capriola, cerbiatta.

2. Compendio del precedente. Il nome della madre è leggermente diver­


so: XE[.L(�)aç.
3 · Si sono stabiliti contatti fra la Nux pseudovidiana e questo epigram­
ma, d'attribU2ione dubbia, che fu tradotto negli Epigramma/a Bobiensia
44·
9 4· v. 4 : cfr. Virgilio, Georgiche I I 82.
7 . È da escludere che chi parla sia Odisseo, ansioso di tornare da Scheria
(Corfu) a Itaca. Il dio invocato è Zeus Kasios.
8. L'epigranuna è da considerarsi autonomo. Senso: perdiamo tempo a
sperare, finché la morte interviene a stroncare ogni nostro disegno.
II 9 bis. È di.f!icile considerarlo distico finale del precedente, dal quale è
staccato in Pl dove appare due volte.
ro. Analogo raccontino in Eliano, Natura animalium VII I I , che forse di­
pende dall'epigramma. Il mimetismo del polipo è proverbiale: dr. Ovi­
dio, H alieutica 30. Le « braccia » (propriamente « i piedi ») sono i tentaco­
li (v. 5).
I I. Il senso è chiaro: ciascuno, mettendo in comune ciò che ha, integra
ciò che l'altro non ha; con questo mutuo concorso e soccorso si ricompone
un'integrità fisica. Ma l'espressione è approssimativa e confusa. Il v. 5 ri­
corda un verso di Eratostene. Per il motivo, oltre ai tre epigrammi se­
guenti, dr. Poli2iano, Epigr. 4 1 Ard.
1 2 . Isopsefo. Ormeggia il precedente nell'espressione.

13 13. Epigramma in sé compiuto; non va unito, come resulta da Pl e anche


da P, al seguente.
1 3 bis. Al v. 5 il senso è che le due nature mutile si componevano a inte­
grità come in un unico corpo.
14. Cfr. 94 e 227.
15. Epigramma alquanto misterioso, s'immagin a scritto per una statua di
Eros o d'un Ragazzo che atti:ua il fuoco (dr. Plinio, Saturalis Historia
XXX I V 79). La metafora del fuoco interiore è frequente nel genere eroti­
co al quale l'epigramma è ricondotto dal lemmatista.

15 16. Erotico. È da riferire a una figurazione di Eros con arco e frecce. Al


v. 2 otcr"to�olovcn Blomfield (' scagliano sttali'). Al v. 3 manca il soggetto.
NOTE 68o
Traduco xaTdpvcr' "Epwc;, congettura plausibile (si potrebbe proporre ad­
dirittura xaTi}wcr' "Epwc;) sempre che non si consideri violato il ponte di
H e rm a n n.
1 5 1 7. Attribuito all'imperatore Adriano dal corree/or. Per il cane marino,
cfr. 18 e 269. L'espressione proverbiale del v. 5 (propriamente 'da fuoco a
fi amma') è resa liberamente.

18. Compendio del precedente. Il cane celeste è Sirio. Cfr. Ausonio,


Epigr. 35, p. 325 P.; Epigramma/a Bobiensia 29.
19. Imitazione, piena di sbavature, del 2o, esteticamente migliore. « Aqui­
lotto » è il nome del cavaUo, vincitore delle gare pitiche, nemee, olimpiche
(Pisa) e istmiche. Ai vv. 9-1 0 si aUude alla condizione di servaggio a cui
:f::racle fu ridotto da òmfalc.
1] 20. Il nome dell'autore, Lconteo, dato da Pl, è dubbio: si è pensato a un
poeta-attore di cui Ateneo V I I I 343 f. Alfeo è il fiume d'Olimpia; la Ca­
stalia è la fonte di Delfi.
2 1 . Il cavallo non è il mitico Pègaso, ma « Un >> Pègaso. Al v. 5 Nisiro:
isola del Dodecanneso. Il frutto di Deo (Demetra): il grano.
22. I « sacrestani » saranno forse anche i preti, i ministri del cui to. La
figlia di Leto: Artèmide.
23. Di quale Antipatro si tratti è impossibile dire. Il Tessalonicese è pre·
ferito da Gow-Pa3e.
19 25. Epigramma encomiastico per i Fenomeni del poeta-scien2iato Arato di
Soli, scritti ca. il 277 a. C. Delle steUe << erratiche» (i pianeti) Arato pro­
priamente non parla. Ai vv. 5-6 la traduzione non aderisce a pieno alla sin­
tassi del testo.
26. v. r. « Queste » : le seguenti, o quelle effigiate in un'opera figurativa.
Il numero 9 è canonico. Per le poetesse che non figurano neU'Antologia,
basti ricordare che PrassiUa di Sicione visse a metà del v secolo a. C., co­
me TelesiUa argiva; Corinna e Mirtide vissero in Beozia e sono connesse
con Pindaro.
21 27. Il problema deU'attribU2ione è insolubile. Si è sospettata l'isopsefia.
L'invito iniziale è un « favete linguis ».
28. Cfr. 101-4 e 1 51-56. Ilio: propriamente la città di Ilo, l'eroe eponimo
(Iliade XX 230 sgg.).
2 � . L'ultimo distico può essere anche inteso come un periodo ipotetico:
surpe deU'oro sarebbe queUa che mirasse il mare da !ungi.
30. Compendio del seguente (che Pl assegna a Zeloto; anonimo in P).
23 34· Parla una nave.
3 5· Cfr. 33, col quale
_ _ � i� tervenuta una confusione nei codici; l'attribu­
Zione ad Antdìlo (Cillemo m P!) è dubbia.
25 37· Alquanto misterioso. L'acqua d'una fonte che ha nome 'La Quiete' di­
VIene amara al gusto, se chi l a t tinge rompe la quiete con parole incongrue.
'

3�· Pl rico;da la fonte Salmàc�de, che avrebbe avuto poteri antiafrodisiaci


(Strabone XIV 2. 16). c MolhccJo »: pathicus.
39· Si citano i Dialoghi degli dèi di Luciano ( 1 9.2).
27 42. Il nome del \'ento (occidentale) al v. 3 è propriamente Argeste.
LIBRO NOI'-:0 681

29 44· L'attribuzione di questo epigramma e del seguente a Statilio F1acco è


dubbia per le stesse circostanze della trasmissione in P e Pl. Il nome alter­
nativo .. Platone il Grande " può riferirsi in realtà a Platone il Giovane. Il
motivo favolistico (dr. Weinrcich, in Mélanges Grégr;ire I I I 4 1 7 sgg.J
echeggia in molte versioni antiche (a cominciare da Ausonio, Epigr. 14
Peiper) e moderne.
46. Al v. 3 Eùihiç è corrotto; vlov Reiske è troppo comoda congettura.
47. Parla una capra.
JI 49· Si cita a confronto un epigramma dell'Anthologia Latina ( I 498 Buche­
ler) da un sarcofago romano. Cfr. IJ4 e I72.
50. Figura nella silloge di Teognide, vv. 795-96.
51. Attacco identico al virgiliano <� Omnia fert aetas » (Ecloghe 9 -5 1 ).
52. Al v. I <� crinito» o <� peloso » vuoi dire fornito d'un lungo crine di ca­
vallo; ma l'agg. è usato per l'antitesi con .. spelato " (sema capelli) . Discus-­
sa l'identificazione del poeta, Carpillide o Carfi.llide (dr. VII 260).
53· Epigramma anaciclico (si legge egualmente dalla fine al principio: dr.
VI 314-20 e 323). lppocrate: dr. VII 135.
33 54· Cfr. Cicerone, De senectute 2.4.
55· L'attribU2ione a Menecrate è forse dovuta a una presunta analogia di
contenuto col precedente. L'autore può ben essere Lucillio. Senso: la rea­
lizzazione del voto di vivere formulato da un vecchio dovrebbe tradursi nel
castigo di vivere una vecchiezza interminabile.
56. Motivo largamente documentato: dr. V I I 542. ll presente epigramma
è il piu freddo di rutti. Al v. 7 le .. viscere " - il figlio; il fuoco è quello del
rogo.
57. Si allude al notissimo mito di Tèreo che violentò Filomela (la figlia di
Pandione), sorella della moglie Procne, cangiata in rondine: dr. 70.
58. Le meraviglie del mondo erano le mura di Babilonia e i giardini pen­
sili di Semirarnide, le piramidi d'Egitto e il colosso di Rodi, la tomba del
re Mausolo ad Alicarnasso e la starua fidiaca di Zeus a Olimpia (presso
l'Alleo), oltre al tempio di Artèmide a Efeso, qui esaltato in seguito ad au­
topsia. Cfr. 790.
35 59· Destinatario è Caio Cesare, figlio di Giulia e di Agrippa, e nipote di
Augusto. Si allude a decorazione pittorica d'un soffitto. Al v. 7 !racle è de­
signato con l'epiteto, qui inopportuno, di �O'Jqlci:yoç (mangiatore di buoi).
6o. Per il faro costruito da Sostrato di Cnido (283 a. C.) nell'isola di Faro
dinanzi ad Alessandria.
6 x . Motivo largamente ricorrente: dr. V I I 230. Al v. 6 « stirpe » : propria­
mente " genitore "·
62. Al nome dell'autore è aggiunto erroneamente « Siciliano ... Forse di c

Ascalona » (Preisendanz), dr. 75·


37 63. S'inquadra nella polemica estetica fra Callimaco, che defini grossola­
na la Lide, poema elegiaco mitologico di Antimaco di Colofone (v secolo
a. C.), e Asclepiade che l'esaltò. Qui si gioca sul titolo, che è nome di don­
na (l'amata del poeta secondo Plutarco, Moralia ro6 b) ed è insieme un
etnico. Le « figlie di Codro ,. (un rnitico sovrano) vale forse le donne della
lonia, e il senso può essere: io, benché lidia, sono piu augusta delle donne
greche. Altri pensa al proverbio « piu nobile di Codro "'·
NOTE 682
37 64. Si allude al proemio della Teogonia (vv. 23 sgg.) dove Esiodo è ispira­
to dalle Muse mentre pasce le greggi in Elicona. Al v. 2 « videro » vale
'guardarono con favore'. Il v. 3 è cor�otto, anche se G. Giangrande (<< �er­
,
mes », 1968, p. 174) difende EPUCTCTct(.LEVctL (- SpÉ\jlctcrctL) e G. Salamtro
( « Hclikon >>, 1 968, pp. 1 28 sgg.) anche 1tÉpL (tmesi inv�rsa). Ho tradotto,
tanto per tradurre, 1:� congettura Épctcrcra(.LEVctL 1tEPL 1tctv-rwv Hecker. �a
fonte d 'acqua « divin a >> (cioè ispiratrice, fatidica) è l'lppocrene, scatunta
per un calcio di Pègaso. Al v. 7 (.l.ctxapwv yÉvo� fa pensare alla Teogonia,
(pyct a Le opere; ma J.LOÀ.1tct�� ... �ypctqJE� sa di corruzione e tutto l'ultimo
distico suscita legittimi dubbi. L'attribuzione ad Asclepiade non sembra
probabile.
65. Forse epigrafe per caduti nelle guerre persiane. Attribuito a Crinago­
ra, non si sa perché, dal Calcondila.
66. Cfr. 506.
39 68. Il mito di Fedra che s'innamora del figliastro lppolito e ne causa la
rovina è notissimo soggetto di tragedie. A una rappresentazione figurativa
si pensa anche per 69.
70. Cfr. 57· La figlia di Pandione è ora Procne ora Filomela, ora la rondi­
ne ora l'usignolo. Nel secondo distico il poeta deplora che il lamento del­
l'uccello sia interminabile e lo invita a smettere, se non vorrà pagarla cara:
l'btd - 'perché altrimenti', 'se no .. .' o simili, implica una minaccia piutto­
sto consueta (cfr. 286; V 3 ecc.). Il confronto con Bione, Epitafio di Ado­
ne 97 sg. OE� CTE 1tci),w XÀ.ctVCTctL, mi"ì..w dc; �"t O� aÀ.À.O SctxpvCTctL (W. Seel­
bach) è meramente esterno: cfr. K. J. McKay, in « Hermes», 1969, pp.
1 2 1 sg.
41 72. Cfr. 3 1 6.
73· t trattato l'angoscioso problema delle cangianti e contrastanti corren­
ti dell'Euripo, lo stretto fra l'Eubea e il continente, che avrebbe provocato
con la sua insolubilità il suicidio di Aristotele. Al v. 3 timcr-rov è poco pro­
babile; limcrn Page non soddisfa.
75· Cfr. 99· Parla la vite. L'epigramma, iscritto su una casa pompeiana a
ill ustrazione d'una scenetta dipinta, è riportato da Svetonio, Domiziano 14.
Cfr. Ovidio, Fasti I 357·
76. Quale Antipatro sia l'autore è dubbio. Optano per il Tessalonicese
Gow-Page.
43 77 · Notissimo è il mito di Ganimede figlio di Priamo, rapito dall 'aquila
di Zeus inn amorato del bellissimo efebo.
78. L'isopsefia conforta l'attribuzione a Leonida d'Alessandria, non a Leo­
nida Tarantino indicato nel titolo; cosi per 79 e 8o.
79· Del tutto congetturale v. 2 1tctvcrov. Al v. 4 si allude al re trace Licur­
go, che osteggiò il culto di Dioniso e fu ferocemente punito (cfr. già Iliade
VI 1 30 sgg.).
Bo. Contro la piaga degli astrologi che provocò, com'è noto, provvedimen­
ti d'espulsione e persecuzione, per es. di Vespasiano.
45 B r . L'esempio di Nicia, amico di Cicerone, tiranno di Cos fino al 3o a. C.
è ricordato da varie fonti. Al v. 6 OLcrl}avÉct Stephanus è correzione brii:
!ante e, credo, sicura.
82. Si allude al Initico ratto di Dioniso da pane di pirati tirreni ' di cui
all'Inno omerico 7·
LIBRO NONO

45 83. Si gioca sull'equivalenza (erronea) delfini - cani di mare.


47 87. L'epigramma è fra i piu apprezzati per misura stilistica.
88. Al v. 2 si allude implicitamente alla vicenda di Tèreo, Filomela e
Procne svoltasi in Tracia. Notissimo il mito di Arlone salvato dal delfino.
49 89. Testo incerto ai vv. 3-4; ma il senso è sicuro.
90. Invocazione a Posidone. Lo scoglio dell'Eubea è forse il Capo Cafe­
reo. La marzia città è Roma.
9 r . Còrico : in Cilicia.
92. Destinatario, come per 93, sarà Lucio Calpumio Pisone: dr. VI 241,
249 e 335 ·
51 94· Cfr. ro e 14.
95· Procne procurò la morte del figlio I ti; Medea uccise i figli: miti e per­
sonaggi notissimi.
96. Né di Antigene né della moglie (chiamata Achèide al v. 5) si sa nulla.
53 97 · Si citano notissimi personaggi o episodi dell'Iliade. Omero è chiama­
to propriamente il Meònide, un etnico comunissimo. Per le 'zone dei due
continenti' (v. 6), dr. per es. Sofocle, Trachinie IO I .
98. Fra le tragedie di Sofocle s i ricordano l'Edipo re, l'Edipo a Colono e
l'Elettra e si allude a un dramma su Atreo o Tieste (il motivo del Sole che
cambia per l'orrore la sua rotta celeste è assai caro ai tragici).
99· Cfr. 75·
100. Si parla dell'isola di Delo, mobile sul mare finché Leto vi partorl
Apollo e Artèmide (Callimaco, Inno a Delo, al.). L'isola è ormai desolata,
ma la sua gloria supera la sventura. Al v. 4 si allude polemicamente a
408.3.
55 101 . La scomparsa di Micene ricca d'oro, fondata dai Ciclopi o da Pèrseo
( 102.1), è uno dei tanti temi di compianto per una città distrutta svolti nel­
l'Antologia (28, 62, 103, 104, 1 5 1 , 408, 423 e 425). Al v. 4 testo congetru­
rale (per c:rxonÉÀ.ou dr. 28.2). Difende il tràdito aLr.o).Lou, ma correggendo
nav"t'Òc; in Ilavoc; (dr. Pausania I 32.7), E. K. Borthwick, in « Class. Quar­
terly >> , 1971, p. 43 1 .
102. Al v. 2 1'astro metaforico è Agamennone.
103. La stirpe degli Atridi risale a Zeus, padre di Tantalo. Troia fu fon­
data da Apollo e Posidone. Alla ricostruzione e valorizzazione di Troia si
pensò dall'età dei Diàdochi agl'inizi dell'Impero romano, talora con oppo­
ste prospettive.
57 105. Cfr. 30, 3 1 , 131 e 376.
106. L'attribU2ione a Leonida d'Alessandria, non di Taranto come voglio­
no i codici, è avvalorata dall'isopsefia.
107. L'attribU2ione ad Antipatro di Tessalonica si ricava da Pl.
108. Allusione alla trasformazione in cigno di Zeus innamorato di Leda.
Cfr. Epigramma/a Bobiensia 19.
109. Cfr. 4o-42.
59 uo. L'epigramma, in faleci non individuati dal lemmatista, è ri\·olto a un
ignoto Macrino (nome, sembra, d'età imperiale). Al v. 4 si gioca su ciyav.
NOTE

L'espressione �TJiitv ayav - ne quid nimis, è connessa con la sapienza


dcllica c proverbialc.

59 I I2. Ncstorc è il saggio eroe omerico vissuto per tre generazioni.


II 3· Lambiccato gioco di parole, reso molto approssimativamente. Senso
letterale: le cimici si sono saziate di me a sazietà; ma io mi sono saziato a
sazietà di liberarmi delle cimici.
I I 4. Dubbi testuali al v. 2.
6I I I J. Titolo dai Sepolcri del Foscolo, che evoca l'episodio delle armi d'A­
chille assegnate a Odisseo, ma portate dall'onda sulle ossa d'Aiace.
I I 5 bis. Ripresa del precedente; è caduto almeno un verso dopo v. 1. Sa­
lar.Jina è l'isola d'Aiace.
I I 6. Telamonio: Aiace, figlio di Telamone. Achille è chiamato propria­
mente I'Eàcide (nipote di Eaco).
1 1 7. Pirro, figlio d'Achille, uccise Polissena, figlia di Priamo e di Ecuba
(figlia di Cisseo) sulla tomba del padre. Il sacrificio è chiamato 'luttuoso
. .
Imeneo .
I I 8. t nella silloge teognidea, vv. 527-28. Attribuito a Pallada o a un au­
tore sconosciuto di Besantinupolis, o a un poeta di nome Besantino: cfr.
XV 25 e 27.
I 20. Attribuzione dubbia o falsa.
I 2 I . Epigramma criptico. La pianta è il giacinto, connesso con u n efebo
di Sparta, dal cui sangue sarebbe nato, e con Aiace di Salamina, sulla cui
tomba sarebbe fiorito. Sui petali del fiore si leggeva AI, un lamento.
I 22. L'attribuzione resulta dalla tradizione, dove non manca peraltro l'a­
oÉcrr.o-rov. I personaggi sono la rondine (- Filomela, figlia del re attico
Pandione) e la cicala. Anche questa è considerata « migrante», l'una e l'al­
tra (in greco sono però di sesso diverso) appaiono nella buona stagione, in
estate (in primavera secondo una pedantesca correzione di Pl). La tradu­
zione impoverisce il gioco di corrisponde02a fra gli epiteti.
65 I 2 3 . lsopsefo. La guarigione della cateratta nelle capre è osservata da na­
turalisti e paradossografi.
I24. Il ferro che intacca l'alloro dà luogo a un connubio illecito di Ares
con Dafne, consumato in asse02a d'Apollo. Prosodia erronea in 5" sede.
I 2 J . Raccontino esametrico (con errore prosodico al v. 7) d'un'usa02a ri­
cordata con vivace interesse etnografico da Giuliano l'Apostata (Discorsi
I l p. 8 I Bidez; Epistole r6) e da altre fonti. Il fiume, geloso della purezza
della stirpe e dei connubi, fornisce la prova della paternità, risparmiando
i bimbi legittimi posti su uno scudo a galla sull'acqua.
1 26. Parla Clitemestra al figlio Oreste che sta per ucciderla: cfr. Eschilo,
Coefore 896 sg., 908. Dubbio i'J al v. 2.
1 27. Al v. 3 ovr.w Desrousseaux per OV'rW è correzione brill ante, anche se
non proprio indispensabile. Senso: quando non ha ancora toccato il fondo
della vita, ma un po' di vita rimane, come il residuo di vino nel vaso ...
67 1 28. Come I 29, si riferisce alla leggenda del Cefiso, fiume delfico prosciu­
gato dal rnitico serpente Pitone (il mostro, la fiera).
I29. Il v. I dà l'idea delle proporzioni del mostro, con le 'sezioni' del cor­
po in atteggiamento diverso.
LIBRO NONO

67 130. La pianta vergine e sobria che parla è l'ulivo, a contrasto con la vite
di Dioniso (Bròrnio).
1 3 1 . Cfr. 30, 3 1 , 10.5 e 376.
132. Riflessione sulle vicende dell'lppolito di Euripide.
69 134. Cfr. 49 e 172. AI v. 6 reminiscen2a di Iliade VIII 164: si ripresenta­
no le note difficoltà d'interpretare -yì.i)'n}: 'pupattola' (dunque, qui 'fatuo
miraggio') o 'sgualdrina'? Il poeta si rivolge da prima ai..Ia sola Speranza.
13.5 . Connesso per errore col precedente in P. L'ultimo verso è un'aggiun­
ta spuria.
1 36. La città che l'autore sta per lasciare è Costantinopoli : Ciro vi fu pre­
fetto del pretorio nel 439 e console nel 441 d. C. I fuchi sono i malvagi,
che opprimono le api operose sacre alle Muse, cioè i buoni.
71 137. Plutone e Febo (nel testo Fetonte) rappresentano rispettivamente la
morte e la luce della vita. Un'ulteriore replica del mutilato al sovrano fu
immaginata dal Poliziano, Epigr. 44 Ard . : « Nessun torto: ché il Sole la
parte ch'è morta non vede, l delia viva Plutone se n'infischia " ·
138. Cfr. XI 70 (Leonida d'Alessandria).
139. Al v. 2 si allude a cembali o tamburelle. Dopo il v . 3 è da supporre
lacuna. N<;mostante gravi incertezze testuali s'intravvede una notevole for­
za espressiva.
140. Epigramma assai poco chiaro, anche per l'ambiguo le mma e per una
corruzione mal sanata al v. 4· Un declamatore, che un servo ha defraudato
della sedia che avrebbe dovuto sostenerlo nella recitazione, sembra aver
fatto di necessità virru, resistendo, in piedi, ai..Ia fatica. L'« Elicona» sarà la
sala dell'accademia poetica.
73 142. A quanto sembra, si riferisce a una cascatella d'acqua purissima che
cela una roccia, dimora occulta di Pane; ma il testo è dubbio al v. 2 .
143. I l tempietto di Clpride incute paura al mare (cfr. 144.3)- Il senso
degli agg. mn6c; e xa:;m;6ç non è pacifico.
144. La statua è certo un idolo !igneo.
7.5 14.5. Uno dei tanti aneddoti moralistici su Diogene, il filosofo cinico (" ca­
ne»). II re Creso, ricco dell'oro del fiume Pattolo, nell'Ade non ha nulla
da esibire, avendo perso rutti i suoi beni. Diogene, ricco di beni interiori,
occupa piu posto di lui.
146. La Speran2a invita i poveri, Nemesi ammonisce i ricchi, destinati a
perdere tutto. Altri interpreta altrimenti.
147. Sènocle di Xèinide (il patronimico è restituito per congettura da un'i­
scrizione) costrui un ponte sul Cefiso, presso Eleusi, centro del culto di
Demetra, nel 321-320 a. C.
148. I filosofi Eraclito di Efeso e Demòcrito di Abdera incarnano conce­
zioni opposte della vita. Si cita Seneca, De ira II 10.
149. Il nome di Aristide è seguito da una parola misteriosa �:xl;;;;�::J;,
forse un etnico, che può essere corrotta.
77 1.50. Cfr. 149 e 2.5.5.
1 .5 1 . S i riferisce ai..Ia presa della ricchissima Corinto, patria del m.itico Si­
sifo, da parte di Lucio Mummie ( 146 a. C.). Posta su due mari, Corinto è
cara alle ninfe marine, che qui sono dette alcioni, cioè uccelli queruli, ri-
NOTE 686
masti a piangere la rovina. L'epigramma è un significativo esempio di poe­
sia tlclle città distrutte - un tema ricorrente.
79 1 5 3 . Come 1 5 2 , riguartla Troia. Per il manto del v. J, cfr. l'Inno omerico
4.65. La diva indigete (v. 4) è propriamente la Tp �'toyEvl)ç, un nome di
Pallatle.
1 54. Il pastore (propriamente bovaro) è Paride, che conferi la mela della
celebre gara di bellezza alla dea Afrodite, defraudando Atena Poliade, che
s'è ventlicata.
I 5 5 · Si allude alla rinascita di Troia in età romana. Figlia di Troia è Ro­
ma, destinata a vendicare sui Greci le colpe dei padri. Al v. 6 forse onwv,
ma OT)twv, con la correptio dell'T), può essere appoggiato da VI 1 2 3 .2
(Anite).
I 56. Per un'opera d'arte figurativa che rappresenta il famoso cavallo di
Troia (cfr. 152), l'agguato che scattò dopo una guerra decennale. Espressio­
ne alquanto ardua nel primo distico.
8t 1 57. Per un'opera figurativa che rappresenta la morte violenta d'una ma­
dre col figlioletto, e la lapidazione punitiva d'un uomo (il marito adulte·
ro). Cupido - Eros ha una spada anzi che l'arco.
15 8. Forse per una rappresentazione figurata.
1 59· v. 5 : l 'osso è il teschio.
83 r6o. Com'è noto, ciascuno dei 9 libri delle Storie di Erodoto fu intitolato
dagli Alessandrini a una Musa.
1 6 1 . Giochetto intraducibile tra "Epyet, titolo del piu importante poema
di Esiodo (che il poeta legge svolgendo il voi umen), e l'espressione � pyet
7tetPÉXELV dar da fare, dare molestie.
-

162. Si tratta del calamo scrittorio, iniziato ai misteri d'Elicona, cioè mi­
nistro delle Muse ispiratrici.
163. Per un'opera figurativa con Enea e Anchise.
164. Per una statua di Dice (Giustizia).
85 165. Per il misoginismo di Pallada, dr. XI 3 8 1 . Nel mito (Esiodo, Opere
37 al.) la donna (Pandora) fu data agli uomini come castigo per il furto di
Prometeo: perciò è detta rivalsa o ricambio del fuoco. Sulle liti fra Zeus
ed Era, dr. Iliade I 561 sgg.; XV 1 8 ecc.
r 66. Al v. 6 sia Waltz («l'Iliade - le malheur meme -») sia Beckby (<< der
Ilias Leiden ») fraintendono 'tO r.6VT)J.LIX, che vale 'l'opera d'arte, il poema'.
C'è chi unisce a questo l'epigramma seguente.
167. Per il rapporto mitico donna-fuoco, dr. 165. Si cita inoltre Euripide,
fr. 429 1\", che definisce le donne un fuoco piu rovinoso e ribelle del fuoco.
1 68. L'epigramma gioca sull'« ira funesta » con cui s'apre l'Iliade, il testo
base dell'insegnamento di gr ammatica, che è il mestiere di Pallada. Analo­
ghi spunti, insieme con quelli della misoginia e della povertà, in 169.
87 I 71. Nel secondo distico ho reso in qualche modo il gioco 0'\J'J'ta.,-aoJ.Letlr
IT'Jv'tetE;�;:
il sostantivo all ude alla « sintassi », materia d'insegnamento del
poeta. La vendita dei libri è spiritosamente presentata come un nuovo me­
stiere.
172. Cfr. 49 e 1 34. Il secondo distico è, nel codice Laurenziano 32.16, un
epigramma autonomo e tale è considerato da Jacobs, Stadunill.ler, Beckby,
forse a ragione.
LIBRO NONO

87 173. Cfr. 168. Nell'ultimo distico, oltre a IJn gioco fonico -r:b-:t-7-i".,i}-:.�,
c'è l'ambiguo uso di T:-c•.:...,.n.:;, i « casi ,. della declinazione grammatita!e e
il declinare della sorte.
89 1 74. Seràpide : il dio supremo venerato in Egitto. L'usanza di cambiare
scuola per non pagare il maestro è ben testimoniata: si citano, fra gli altri,
Giovenale 7. 1 51 sgg.; Agostino, Confessioni 5 . 1 2 .

1 75· Cfr. 1 7 1 e 173. La « sintassi » del v. 3 è l o stipendio che Doròteo, il


padre d'un alunno, non corrisponde piu al maestro, dopo averlo preavvi­
sato; secondo altri, Doròteo è un messaggero dell'autorità che annuncia la
soppressione della scuola. Al v. 5 Eltr{) <pCI.E - Eld•;>•.Ì..c: (il patriarca� J ; la
proposta 8Éurv <pO.E Meineke è suggestiva: Teone potrebb'essere il mate­
matico, padre della celebre Ipatia (ma dr. 400). La « Congiunzione ,. del
v. 6 è parola equivoca, appartiene alla grammatica.
91 177. L'epigramma gioca su un effetto d'eco: dr. XV I 152 e F. �-L P., Le­
zioni sul teatro cretese, Padova 1980. Le parole dd v. 3 sono in Iliade XV
727. L'aneddoto in Filostrato, Eroico I I 9·
1 78 . La connessione Rodi-Sole in Pindaro, Olimpica 7 · Decaduta e di­
strutta (42 a. C.), Rodi fu, dal 6 a. C. al 2 d. C., soggiorno di Tiberio. Ma il
Nerone del v. 4 non va identificato in cosrui (che fra l'altro in quell'epoca
non era Cesare), bensi nell'imperatore Nerone, che ridiede la libertà ai Ro­
diesi (Tacito, Annali XII 58) nel 53 d. C., una data posteriore alla pubbli­
cazione della Ghirlanda di Filippo, a cui Antifilo appartiene : ciò pone il
problema della provenienza dell'epigramma nell'An tologia.
1 79. La gomma o la resina dell'incenso trattata col fuoco fa pensare a una
pitrura a encausto. Ma forse si tratta d'una staruetta di Eros rappresentato
con le frecce : attributi, in questo caso, incongrui, perché Eros, che bersa­
glia gli dèi, è ora a sua volta bersaglio d'un dio (anche se Efesto colpisce
col fuoco e non con l'arco).
1 80. L'autore svolge in 4 epigrammi ( 1 8o-83) lo stesso tema: il tempio
della Fortuna (ad Alessandria) è diventato, in tempi cristiani (ca. 391
d. C.) una bettola o peggio. In 181 e 182 srnaccati giochi di parole. Attenta
analisi in C. M. Bowra, Palladas on Tyche, in " Class. Quarterly ., 196o,
pp. 1 1 8-28.
93 1 84. Epigramma letterario ( dr 26) sui nove poeti melici, con disuguali
.

tentativi di caratterizzazione. I poeti sono troppo noti perché qui se ne


debba parlare. Al v. 9 si allude ai partenl (canti di fanciull e ).
95 1 85. Convenzionale caratterizzazione di Archiloco come poeta della ra­
bies, destinata forse a un'edizione della sua opera.
186. Destinato forse a un'edizione, l'epigramma loda il maggiore co=e­
diografo greco con notevole efficacia. L'edera di Acarne ( un demo attico,
dr. Gli .At:arnesi dello stesso Aristofane) simboleggia l'ispirazione e il suc­
cesso nell'arte drammatica. Dioniso è il dio del teatro. La « grazia terribi­
le,. è un apparente ossimoro : allude alla bruciante satira personale che nel­
la commedia si connette alla levità giocosa. Dell'ultimo distico, controver­
so nel testo e nel senso, do un'interpretazione che mi sembra coerente.
1 87. Scombiccherato nella dizione, l'epigramma esalta, con i.m.magini an­
che viet�, la gloria del corifeo della co=edia nuova, Menandro, e della
sua patna.
1 88. Al v. 5 il senno di Samo è la dottrina pitagorica.
97 189. Forse per una rappresentazione di Sa.ffo alla testa d'un coro f=m.i­
nile nel tempio mitilenese di Era, onorata con un inno e una danza.
NOTE 688
97 1 90. Per Erinna, cfr. VII I I sgg. La poetessa, ritenuta seguace d i SalTo, è
detta erroneamente lesbia. Al v. 5 si allude alla Conocchia, Ja sua opera piu
apprezzata.
1 9 1 . La proverbiale oscurità del dramma Alessandra (Cassandra) di Lico­
frone (ca. 280 a. C.) è sottolineata in un epigramma destinato forse a un'e­
dizione dell 'opera, che qui parla. Per i vv. J-4, cfr. Alessandra 1467-68.
192. Si connette con un rilievo di Archelao di Priene (II secolo a. C.) rap­
presentante, molti secoli prima del celebre q•Jadro di lngres, l'apoteosi
d 'Omcro, con personiticazioni femminili dell'Iliade e dell'Odissea, le due
Muse che si aggiungono alle nove ben note. L'apostrofe iniziale è ai libri,
femminili in greco.
99 193· Come 1 94, si connette con un'edizione d'un'opera di Filostorgio, un
ariano, autore (ca. 420 d. C.) d'una Storia della Chiesa in 12 libri acrostici
(le iniziali di ciascun libro formavano il nome dello scrittore).
1 95. Asclepiade (qui chiamato Asclepio) e Dioscòride furono le glorie del­
la città di Anazarbo in Cilicia. Qui s'allude a un'opera ignota del primo, di
storia patria.
196. Dubbia l'attribuzione di quest'epigramma e di 1 97 al neoplatonico
Marino (VI secolo d. C.), autore d'una nota biografia, in versi e prosa, di
Proclo, di cui fu il successore nella scuola.
101 198. Nonno di Panopoli, vissuto a Faro (Alessandria) nel v secolo d . C.,
incluse una Gigantomachia nelle sue Dionisiache (1. XLVIII). A Nonno ri­
salgono l'inizio (ma cpwvi}EV't'L pro cpoLvi}Ev't'L, ibid. XXIX 273) e la clauso­
la del v. 2 (ibid. IV 443 al.).
199. « E. >> : s'intende il libro. Oribasio (325-400) scrisse per Giuliano l'A­
postata un'enciclopedia medica. La Parca sembra temere che il sapiente
possa con la sua arte resuscitare i morti dall'Ade (cfr. XI 281).
200. I personaggi sembrano quelli ricordati da Libanio nelle lettere 362
e 369.
201. Paolo d'Alessandria (IV secolo d. C.) scrisse un libro d'astrologia, che
qui parla.
202. Opere di Teone, matematico alessandrino (ca. 380 d. C.), e di Proclo,
il filosofo neoplatonico originario della Licia (la patria dell'eroe omerico
Sarpèdone), erano riunite insieme nello stesso libro. Dei vv. 3-4 almeno
uno è spurio.
103 203. Considerazioni morali sul noto romanzo di Achille Tazio (cronologia
incerta fra il II e il v secolo) relativo alle vicende di Clitofonte e Leucippe.
204. Epigramma per una pietra in cui s'identificava quella scagliata da
Aiace in Omero (Iliade XIV 410).
105 205. Per una silloge di poeti bucolici antologizzati da Artemidoro (ca. 70
a. C) .
206. Uno scriba ha copiato faticosamente, emendandola, la Prosodia uni­
versale (una Summa) del grammatico Erodiano.
207. Forse per un libro del filosofo stoico Epitteto, di lettura edificante
(il .Manuale secondo il lemma). Cosi 208.
107 210. Il lemmatista chiarisce che si tratta della Tattica, noto adattamento
d'un'opera di Arriano, dovuto a Urbicio e dedicato all'imperatore Anasta­
sio l (491-51 8 ) .
LIBRO NONO

107 2 1 1 . Nicandro di Colofone (m secolo a. C.), ben noto autore dci Theria­
cà e degli Alexiphàrmaca, è accostato ai medici piu celebri del mito (Peo­
ne, medico degli dèi; il centauro Chirone; il dio Asclepio) e della s toria
( lppocrate di Cos). Per un libro di Nicandro fu scritto anche 2 1 2 , pedisse­
qua imitazione di Odissea IV 2JO-J2, mentre in 2 1 3 si celebra la patria
dello sciemiato, la stessa di Omcro (dr. XVI 295 sgg. e po}.
109 214. Il nome del 6.1osofo Porfirio, discepolo di Plotino, suggerisce l'im­
magine della porpora e quindi del murice che la produce. Fuori di metafo­
ra, lo stile di Porfirio affascina con l'ornato.
2 15-3 12. Serie di testi derivati dalla Ghirlanda di Filippo. Si osserva la
disposizione alfabetica.
2 1 5 . Un fatto reale suggerisce il richiamo alla patetica leggenda di Ero e
Leandro, immortalata piu tardi da Museo. Al v. 4 si allude alla caduta di
Elle, figlia di Atamante, nel Ponto a cui diede nome : dr. Ovidio, Eroidi
1 8.127. « Pochi stadi » (v. 6 ) : 1 350 metri.
2 16. Armònia: moglie di Cadmo; Edipo e Antigone sono ben noti. lno,
figlia di Cadmo e moglie di Atamante (che « divenne tanto insano ,), fu
trasformata in divinità marina. La cetra è quella d'Amfione, che mosse le
pietre a formare le mura di Tebe. Il flauto è quello che accompagnò la di­
struzione della città operata da Alessandro Magno. Per il tema della me­
scolama di bene e male nelle vicende tebane, dr. 250 e 253.
217. « Elegantissimum carmen » (} acobs), forse ispirato alla rappresenta­
zione d'una scena bucolica. Il dio del v. 4 è Pan.
II r 21 8. L'ultima frase significa che la ciurma è in porto, ma come naufraga­
ta: mentre i naufraghi periscono in mare, gli uomini sono qui giunti in por­
to, ma sono cadaveri.
2 1 9 . Il Nerone, paragonato a Neottòlemo figlio d'Achille e conquistatore
di Troia, è il fururo imperatore Tiberio, reduce dalla Spagna diciassetten­
ne, nel 24 a. C. Ai vv. 3-4 il greco dice propriamente che il giovane torna
al Tevere avendo mutato (il luogo dove si trovava) con Roma.
220. Cfr. 2 3 1 .
IIJ 222. Parla un delfino. Cfr. VII 2 14-16.
223. Cfr. 265. Al v. 5 ho tralasciato J.Lovoc;: il poeta sembra voler dire (in
un greco dubbio) che il Cretese non costiruf eccezione alla regola. La cor­
rezione cp6voc; Graefe è, d'altra parte, insoddisfacente. Al v. 7 " piazza to ..
(propriamente 'a dormire') : dal Cretese.
224. Cesare è Augusto, piu potente di Zeus (v. 6). L'episodio dei vv. 3-4
si può riferire al viaggio in Grecia e in Asia del 22-19 a. C. Nell'ultimo di­
stico si allude al catasterismo della capra Amaltea, che alla ttò Zeus.
225. Si tratta delle fonti Pirene (dono dell'Asopo) a Corinto e lppocrene
sull'Elicona. Le « vene » (v. J ) : le acque. Cfr. 230.
Il5 226. Ricerca lessicale, che dà luogo anche ad hapax. Al v. 1 l;o'Jb�L: 'ron­
zanti' o 'agili' o 'fulve' (dr. 564). Non è chiaro il valore di 7.E��X'JLÒ!.a
(v. 2 ) ; ardito il sostantivo aggettivato �À.�O""tl]f'LO� (v. 7 ). La fumigazione è
un espediente per stanare le api dall'alveare.
227. Cfr. 1 4 e 94· Ai vv. 7-8 l.iypTJc; 4L�ubil]c; Jacobs non è meno dubbio
dell'accusativo tràdito.
229. Cfr. VI 248. Ai vv. 5-6 giochi di parole intraducibili: av•j!J.OE'J�:� .
vale 'sema nozze' e 'senza contatto con ninfe (linfe, acqua)' '· -r.:6:jl,v è lo s�
so ma anche l'atto del bere.
NOTE

117 230. L'acqua pcgasea: Ippocrcnc, cfr. 225.


2 3 1 . Attribuzione erronea ad Antipatro di Sidone nel titolo.
232. Adria: Atri nel Piceno, centro d i produzione vinaria: dr. VI 257.
II9 233. I I « ragno » può essere uno scorpione. « Monco » : propriamente 'con
una gamba sola'.
2 34· AI v. I xEvcr:ic; f1tL è prcferibilc a XEvetiaw f1t' a causa del ponte di
Hcrmann. Lo iato è tollerabile se si pensa a *FE'ì.7tla'�. Moderna suggestio­
ne deli 'indefinito nella frase finale.
235. L'occasione dell'epigramma è indicata nelle nozze di Cleopatra·Sele­
nc (cfr. VII 633) con Giuba II, re di Mauretania, nel 20 a. C. Imprecisio­
ni geografiche cd espressione singolarmcn te impacciata e confusa.
236. Al v. 4 la << celeste patria » è Roma.
I21 237. :traclc, l'Alcide ( nipote di Alceo), è detto propriamente Tirintio al
v. 3·
238. L'autore è certo Antipatro di Tessalonica. La statua bronzea di cui si
parla è l'Apollo (il figlio di Leto e di Zeus) scolpito da Onata di Egina (v
secolo a. C.), di cui Pausania VIII 42.7. Interpunzione discutibile al v. I.
Nell'ultimo distico si dice che l'opera, una sorta di parto propiziato dalla
dca delle nascite Ilitia, fu ammirata da Era, moglie di Zeus, a dispetto del­
la gelosia per Leto.
239. Ad Antonia, la figlia di Antonio e Ottavia (36 a. C. - 37 d. C.), il poe­
ta olTre in dono un volume comprendente 5 libri delle liriche conviviali ed
erotiche di Anacreonte. I vv. 3-4, espunti dai piu come interpolati o sosti­
tutivi d'un distico perduto, sono due trimetri giambici inseriti fra i distici
elegiaci con ardita novità. Al v. 3 xvxvoc; è congettura di Jacobs per i]lìùc;
r;p[O"�vc; che non dà metro.
240. L'ariete, oltre che 'dalle corna ricurve' e 'imbaldanzito' è detto 'coz­
zante' (xopv7t't'TJc; v. I , cfr. xopv<J;cr:� del lemma). Perché il cinghiale sia « di
:tracle » non è chiaro. La pietà di :tracle per gl'infanti può derivare dal ri­
cordo dell'insidia dei serpenti, tesagli da Era nella culla. Ma il testo e il
senso della frase finale lasciano non lievi dubbi.
I 23 241. Febo si cangiò in bovaro per amore di Admeto (l'amasio del v. 3 ) ;
Zeus i n cigno per Leda; Posidone in cavallo per Demetra; Ammone in ser­
pe per Olimpiade, madre di Alessandro Magno. Ai vv. 5·6 « stupra» o un
crudo verbo del genere sembra taciuto nel testo; ma è quasi certamente
fvEpyEi celato da fvcr:pyf]c; (dr. il pudico !l'ì.la'XE� di P!), come ha visto
acutamente Van Groningen (« Mnemosyne >>, 1968, p. 76).
242. Nesso: fiume in Tracia.
244. Al v. 4 « umido>>: propriamente l'acqua vaporante.
1 25 246. Gioco analogo a quello A�6c; - .Mwv in Aristofane, Nubi 147 1 . La
folgore colpi Sèmele, che ebbe in sé il figlio Dioniso, come la bottiglia il
vino. La scenet�a fa pensare a mimi e commedie (R. Del Re, in « Maia » ,
1953, p. 19 dcll estratto).
247. L'uso di ravvivare col vino piante fiaccate dalla bufera è ben attesta­
to: Plinio, Natura/is Historia XII 8 ; Marziale IX 6 1 ecc.
1 27 248. Pilade: famoso mimo d'età augustea, cfr. XVI 290. Al v. 5 a'Vyycr:­
IJ.O<;:
il letto di Zeus era in ... condominio fra Era e Sèmele.
249 . . I termini di colore, per il vigneto e per il grappolo, sono resi appros­
sunati\'amente.
LIBRO NONO

127 250. Cfr. 2 r 6 . Al v. 2 Armònia: moglie di Cadmo. Ma si può scrivere &.;;­


�ovb')<; (cosi Beckby), col senso che la Musa distruttiva sarebbe andata
contro l'armonia costruttiva (étp�61;rJJ).

251. Le tignole divorano (pare) un testo di aritmetica, di calcolo, sacro al­


le Muse perché ha un valore letterario. Il possessore, defraudato delle car­
tuscelle, apparirà uno che non conosce i conti e che non conta piu nulla
(ambivalen2a di 6 li<jll)(j)OV). Ma il valore di 3 <Jni(j)o�?'� e l'assetto del testo,
congetturale, al v. 6 sono tutt'altro che certi.
1 29 252. Tema popolare ricorrente in Eliano, Natura animalium I I I 6 e al­
trove.
253. Cfr. 2 1 6 e 250. Al v. 5 Antiope: madre di Amffone {costruttore del­
le mura a suon di cetra) e Zeto.
255. Cfr. 149 e 150 (di questo epigramma, di Antipatro di Tessalonica,
sono qui replicati i vv. 3-6 con la variante 7tEO'�?'o:.ç per ).•;y,;J?'o:.;).
131 257. Cfr. 374·
258. L'etnico dato dal titolo è dubbio: Antifane è 'Macedone' in VI 88.
Al v. 2 7t'tWX'h Nv�qJwv: propriamente 'pitocca delle Ninfe'. Altri scrive
W�qJiiv intendendo 'povera d'acque'. Il senso dell'ultima battuta è chiaro:
l'acqua s'accoppia col vino, non col sangue.
133 259. Il crollo è dovuto a un terremoto: dr. VII 375; Cassio Dione
LXVI II 25.
260. Cfr. V 273; VI r, r 8-2o; VII 2 1 9 . Al v. 2 s'intende: la nemesi rap­
presentata o esercitata dagli anni. Testo dubbio al v. 3 ·
261. Forse per una donna dal nome k'tO:.(j)VÀ.l) (Uva).

262. L'usignola e l'alcione piangono figli perduti: proverbiale la loro que­


rula voce.
263. Per la divin22ione con pietre, dr. Dione Crisostomo XIII 2 .

135 264. Può essere suggestivo al v . 3 lìo:.(lìo:.)..' o:.\rtovpywv p.ÉÀ.l) di Page. Pia­
lia: in Tessaglia. Cfr. 273·
265. Cfr. 223. Al v. 4 traduco i}Ép�oç di Boissonade, anche se leggo i}Ep6-
i>Ev, sgradevole dopo 2 Oupo:.véi}E\1.
266. Iàgnide (dr. 340) è il padre del satiro Marsia, presunto inventore
dell'aulo, sconfitto e scuoiato da Apollo in una gara d'infausto esito (6 (i.j..
rto:.vÀ.ov itpw) sul fiume Meandro in Frigia.
137 267. Al v . 6 si allude alla caduta di Icaro nel mare che da lui prese nome
e che fu sordo alle suppliche di Dedalo.

2 6 8 . Artèrnide protegge l a caccia e l e nascite, anche degli anim ali (dr. 303
e 3 1 1 ). Ilitia è la dea dei parti. L'ultimo verso è per lo meno dubbio: il
senso 'imparando a conoscere i figli' non si ricava agevolmente da "";"ÉXvo:.
lì�oo:.rrx6�Evo:.�. Cfr. Eliano, Historia animalium VII 1 2 .
269. Le congetture accolte negli ultimi due versi dànno u n greco e un sen­
so plausibili, ma sono tutt'altro che certe.

270. La corruttela del v. 2 appare insanabile. Ai vv. 5-6 si gioca sul dop­
pio senso di xo�oç ('ordine' e 'mondo'). La Lira e la Corona: note costel­
l22ioni.
139 2 7 1 . Sui giorni alcionii, sacri all a poesia antica e moderna dr. Aristotele
Historia animalium 542 b. AI v. 5 ho accolto �i:o:.. una c'orrezione tant�
NOTE

ammirata, pur ritenendo possibile il tràdito j'!1i:!1. L'epigramma potrebbe


trovare posto ncl lil.. ro V l l .
139 272. Tema popolare largamente attestato: Plutarco, Moralia 967 a ; Pli­
nio, Nat u ralis llisloria X 125, ecc. Al v. 3 Xlh)iEv 'si spenzolò' sarebbe da
sostituire a x).ciy!;Ev. AI v. 5, corrotto, il senso è abbastanza chiaro: col
gettito delle pietruzze il corvo fa salire il livello dell'acqua alla portata del
becco (piu difficile che faccia sprizzare gocce che avidamente carpisce a vo­
lo). La proposta di Jacobs XEPJJ.ciO!l oÈ ljlciJJ.JJ.WV (iam Saumaise) Gq>!1Lpwv
( 'lapidibus arenae, glareae, collectis et stipatis') è, anche paleograficamen­
te, la migliore. AI v. 6 G. Giangrande (« Journal Hellenic Studies >> 1975,
p. 36) propone À.!lo"tl"t!l\l"t0\1 (da <L"t!llvw) - 'expanded by the stones'.

273. Perché la lingua della cicala sia duplice non è ben chiaro. Cfr. VII
1 95. Al v. 4 anche : 'la canterina ... dell'aria'. Cfr. 264.
274. Cfr. X 1 0 1 .
141 275. I I poeta non va confuso col Macedonia console d i età giustinianea.
L'etnico 8ECTCT!1À.OvLxÉwc; è aggiunto in P a XI 39·
143 279. Per i Trecento di Leonida morti alle Termopile. « Nuovamente » : la
prima volta trecento Spartani morirono alla battaglia di Ti rea, dr. VII 242
sgg. AI v. 6 Enialio: il clio della guerra.
280. Lelio (forse D. Lelio Basso, console degli Ausoni, cioè romano, nel
6 a. C.), visitando Sparta, dà in un'esclamazione poetica che le gazze ripe­
tono, incoraggianclolo con un implicito auspicio a perseverare in un'arte di
presa sicura. Al v. 7 è opportuna correzione \mò 't'!li:O'L - 'per istigazione di
quelle' (cfr. Odisseo XIU 82).
2 8 1 . Ai w. 3-4 si allude alla cattura delle cavalle antropofaghe del trace
Diomede, operata da f:racle.
282. La pianta vergine è l'alloro, in cui fu cangiata Dafne insidiata da
Apollo. Si cita Nonno, Dionisiache Il 100. II pietro era ca. 3 1 metri.
145 283. II problema dell'attribuzione (Cichorius assegna l'epigramma a Bas­
so con P!) è meno rilevante di quello storico-geografico. f: celebrato Ger­
manico figlio di Druso, famoso per la campagna in Germania dell'n-16
d. C. Ma qui si tratta di Celti (Galli) e d'una conquista che va dalle Alpi ai
Pirenei. Gow-Page pensano alla disfatta (dr. v. 5) inflitta nel 7-10 d. C.
ai Pannoni, che potrebbero essere considerati Celti (ma la menzione dei Pi­
renei lascia perplessi ), oppure a operazioni militari non altrimenti note, e
qui gonfiate per adulazione, compiute da Germanico, come comandante in
capo in Gallia e sul Reno (Tacito, Annali I 13), nel 1 3 d. C. Al v. 5 la dea
della guerra è propriamente Enio. Gli dèi sono « in debito» del loro aiuto
a un prode come Germanico.

284. Corinto, la città dei Bacchiadi (un'antica famiglia dorica che vi re­
gnò), distrutta e saccheggiata da L. Mummio, fu ripopolata da Giulio Ce­
sare nel 44 a. C. con libertini, che il poeta considera gentaglia (propriamen­
te 'schiavi piu volte venduti'). Al v. 3 X!ll y!llT)c; x&!1f..1.!1À.w-cÉpT) può esse­
re sostenuto dal confronto con 1 0 1 .2, ma sorride un toponimo come pen­
dant a AL�uxijc;. Piuttosto che X!1lj'U1t"tlT)c; di Borthwick (<< Class. Quar­
ter!y .. , 1971, p. 432), proporrei, senza convinzione, TpolT)c;. La frase è im­
probabile se si accoglie y!llT). Al v. 5 ooi}Ei:O'!l Saumaise migliora il senso·
ma 6Ei}Ei:cr!1 (cioè OL!l ... oE&Ei:O"a:, 'posta in catene') può essere mantenuto:
Nell'ultimo verso c'è forse un'allusione alla profanazione delle tombe e al
traflico degli oggetti prelevati.
285. Si riferisce a un corteo processionale. L'imperatore (A ugusto morto
nel 1 4 d. C.?) è trasportato in effigie. Cichorius pensa alla consa�azione
LIBRO NONO

del tempio di Augusto nel 37 d. C.; Gow-Page ai primi anni del regno di
Tiberio.
145 286. Pirra: cfr. 16r. Per l'invettiva contro il gallo, cfr. XII 137 (Melea­
gro). Ottima correzione (1.l(.i.risl1<; Jacobs pro riì.ì.,' E�,E'.<; (&.ìJ.' Es�� a"E �,,_...
1-1-6<; debuit).
147 287. Nerone è Tiberio, che visse a Rodi, l'isola del Sole (cfr. 178), dal 6
a. C. al 2 d. C. Ma l'epigramma, che narr a un fatterello documentato in
Svetonio (Tiberio 14), è posteriore (v. 6) alla morte di Augusto (14 d. C.)
o almeno all'adozione (4 d. C.) del futuro « divus ...
288. Iscrizione fittizia dopo la vittoria macedone a Cheronea. I Cecròpidi
sono gli Ateniesi. Al v. 5 si allude al celebre giuramento di Demostene
( 1 8 .2o8) per i caduti delle guerre persiane. Cfr. VII 245.
289. Nauplio, padre di Palamede, per vendicare l'uccisione del figlio, in­
gannò i Greci reduci da Troia con falsi segnali di fuochi sul Capo Cafèreo
nell'Eubea. Ai vv. 1-2 si dice, in modo contorto, che le rocce soppress.ero il
ritorno dei Greci e la loro flotta (reduce) da Troia.
290. Suscita forti perplessità al v. 4 dç liì.a 1t"tu<1a<;, e la correzione dç
ciì.òt; 1t"tU)(ri<; Wakefield è splendida. Testo incerto anche al v. 5 · I dèmo­
ni salvatori (v. 6) sono i Dioscuri o i Cabiri.
149 29r. Al disastro, probabilmente non metaforico, d'un 'inondazione e insie­
me a un grave rovescio militare, patiti entrambi dai Romani fra l'Oceano e
il Reno, in Germania, si allude ai vv. 1-2, che fanno pensare alla clades Lol­
liana del 16 a. C. (il Cesare del v. 4 sarebbe Augusto) o agl'infortuni di
Cecina e Vitellio durante le campagne di Germanico del r5 d. C. (Tacito,
Annali I 63-70) o anche ai fatti del 1 6 d. C. (II 25-26): in tal caso il Cesare
è Tiberio. Al v. 4 la frase epesegetica OESLà. <11]!-1-a(vELV è alquanto ardita
(si semplifica leggendo Ka(o-apa Hillscher come sogg. d'un'infinitiva di­
pendente da i>apcraÀÉTJ) ; in ogni caso all ude a ordini propizi o a favorevo­
li auspici: cfr. (Stadtmi.iller) Arato 5 sgg.

292. Cfr. 262.


293· Il comportamento di Serse è ben diverso in Erodoto VII 23 8 . Al v.
4, come in 294.3, sembra che si alluda al re spartano Demarato.
151 296. L'episodio di Scillo (Scillia, Scillide) che, nuotando con la figlia sot­
t'acqua (nei recessi del dio marino Nèreo), recise gli ormeggi delle navi
persiane, è ricordato da Erodoto VIII 8 e narrato da Pausania X 1 9. 1 ; fu
rappresentato in un quadro (Plinio, Naturalis Historia XXXV 1 39). L'ini­
ziativa è qui attribuita a Tem.istocle.
297. Si tratta della spedizione contro un colpo di Stato dei Parti in Anne­
nia, affidata da Augusto (Zeus), nell'I a. C., al nipote e figlio adottivo Caio
Cesare. Cfr. Ovidio, Ars amatoria I 177 sgg.
153 298. Al v. 3 le dee sono Demetra (Deo, cfr. v. 5) e Persèfone (Kore), ve­
nerate con misteri notturni a Eleusi.
299· Cfr. 347; Eliano, Natura animalium XIV 25. Paradossalmente i buoi '
che da terra tirano la rete, 'arano (per ottenere) un frutto' nel mare.
300. Cfr. VI I I 5 . L'epigramma, male articolato, non manca d'ironia. Nel
lemma � toro è chia_mato 1:;6!-1-�Po<;, (bisonte?) Dobero: città e regione del­
la Peorua (Macedorua) : c peoruu e detta nel testo la lancia al v. 4· Al v. 6
XO!!r.ov �)(EL e le altre soluzioni della corruttela sono insoddisfacenti.
Un'ardita e ... greve metafora sarebbe x61-1-1t0V Èj.J.(�.
NOTE

3 0 1 . Al v. 2 propriamente: 'mi cacciate (dal mio abituale posto al giro


della mola, spingcndomi) al girotondo fra i cavalli dell'aia'.

155 302. Al v. 4 ot o' con la 1• plurale non è assurdo, ma d o' è ottimo. Al v. 5


i nomi dei genitori del bimbo: da loro viene il monito. Al v. 6 �ÉÀ.oc; Ja­
cobs è plausibile, ma !J.ÉÀ.L può essere serbato. G. Giangrande (« Journal
I lei!. Studics >>, 1975, p. 40) chiarisce: « they, too, have something bitter,
which in theii case, as opposed to snakes, happcns to be honey » . Cfr. 548.
304. Scrse trasformò l'Ellesponto in terraferma mediante il ponte di bar­
che e tagliò l'istmo del monte Athos. I Trecento: i compagni di Leonida.
305. Stretta relazione fra vino e amore. Di qui la menzione del casto (e
verisimilmente sobrio) Ippolito (cfr. 68).
157 306. Il costruttore delle barche di cui si parla (già note a Erodoto I 194)
è identificato in Poppeo Sabino, di cui Tacito, Annali XIII 45 al. L'<< Ar­
go » è la celebre nave degli Argonauti , costruita da Atena.
307. Cesare: Augusto. Analogo il racconto di Quintiliano VI 3·77·
308. Notissima leggenda di Arione e il delfino, cfr. Erodoto I 23.
159 3 10. Storiella nota d a altre fonti (Piutarco, Moralia 5 2 6 a ; Plinio, Natu­
ralis Historia VIII 57 ecc.).
3 1 2 . Alcune espressioni omeriche (Iliade XXII 1 2 6 ; Odissea XIX 1 64)
d'aspetto proverbiale sembrano postulare un'origine dell'umanità dalle
querce o dalle pietre.
3 1 3 . Si ritiene che parli una statua di Pan. Il senso di 2 wpcx!ov, con vO:­
IJ.CXToc;, non è chiaro; per G. Giangrande (« Eranos », 1973, p. 72) si tratte­
rebbe della pioggia stagionale. An ovpELov (cfr. 328.2)?
161 3 1 4 . Parla un'erma. Il v. 4 è probabilmente insanabile, anche dopo l'ardi­
ta difesa del testo tràdito tentata da D. Geoghegan (<< Liverpool Class.
Monthly » I 5, mag. 1 976, pp. 5 1 sgg.) , che intende ljiuxpov cixpcxÈc; (- IJ."ÌJ
XExpcxiJ.Évov) come apposizione di xpcivcx, e rifiuta di sostituire V7tOLcXXEL
(ma la metrica ? ) con un transitivo VitOitPOXÉEL o siinili.
3 1 5 . Parlano, sembra, le Ninfe, ma c'è qualche dubbio sul testo e sull'in­
terpretazione del secondo distico.
316. Parla un'erma bifronte: da un lato il dio Ermete, dall'altra Èracle,
proverbiale ghiottone: cfr. 72. Dopo il v. 5 , che termina nei codici 7tOT'
cxvTovc; seu 1tofr' cxvTovc;, si suppone, forse giustamente, una lacuna.
3 1 7 . Dialogo, di cui il lemmatista denuncia l 'oscenità, fra l'Ermafrodito
(che dice i vv. 1-2 e la seconda battuta del v. 5 ) , Priapo (vv. 3-4 e battuta
finale) e un capraio (prima battuta del v. 5 ) . Un idolo !igneo di Priapo è
sotto un pero. In luogo di Priapo taluno suppone Sileno. L'ispiiazione
è forse tratta da un rilievo.
163 3 1 9. Al v. 3 non si tratta di un percorso di 20 stadi, ma (Jacobs, Gow­
Page) di 20 vittorie nella corsa dello stadio (m 355). Se Tlepòlemo di Mira
in Licia è l'oliinpionico del 256 a. C. di cui Pausania V 8.1 1 , l'autore dell'e­
pigramma non può essere il ditirambografo Filòsseno di Citera (IV secolo).
320. Al culto spartano di Afrodite armata (cfr. Plutarco, .Moralia 3 1 7 e
ecc.) si contrappone la disarmata dolcezza della dea d'amore. A questa si
richiamano gli amici del poeta (otOE) mentendo spudoratamente, perché
sanno bene come la dea che si presume inenne affili contro il poeta le sue
armi. La correzione che propongo al v. 5 non è indispensabile; per il resto,
l'interpretazione che do è discutibile. Molto diversamente i piu: " Certo,
LIBRO NONO

Cfpride è inerme: chi dice che presso di noi [Spartani] l anche la dea sia ca­
tafratta, mente».
I63 3 2 r . Cfr. 320. Al v. I « maniali » : propriamente di Enialio (Ares). La di­
va Tritonia è Atena.
I65 322. Cfr. VI I63.
323. Imituione del precedente. Enialio (v. 6): Ares, che 'contamina'
(v. 3) col sangue.
324. I piu scrivono "Epw·w; e II6voç con la maiuscola.
I67 325. Per una conchiglia con un rilievo di Eros.
326. L'epigramma, coi 5 seguenti, sarebbe a suo posto nel libro VI. Al
v. I è dubbia la connessione di xa:-ra:r.ti).p.E'IO'J con èiìJ.of.L'l'.� o con T.&.ì�
À.Of.La:�. Ai vv. 3-4 XOO"f.L�a: ... w xoG pa:� è in sostanza una perifrasi per :�:�·;­
poxoo-f.LLO:, statuine di fanciulle.
328. Cfr. VI I 89. Il nome del dedicante fu probabilmente ritenuto il no­
me dell'autore. « Verri >>: cinghiali.
329. << Figliole di Doro » - Doriche.
330. Parla un Pan itifallo. Al v. 5 xpuo--rti)J.wo:: forse 'ghiacciati'. La
brillante supposi2ione di Saumaise, d'una replica supplice, bruscamente in­
terrotta al v. 7, non è accolta da tutti. Al v. 9 plausibile li' ÉT.�TJç ('se t'ac­
costi') di Stadtmi.ill er.
3 3 1 . Giustificuione mitologica dell'accoppiamento acqua-vino. Dioniso,
nato da Sèmele incinerita da Zeus, fu raccolto e lavato, 'rotolante' fra le ce­
neri, dalle Ninfe.
332. Dedica d'un'etera. Al v. 2, forse 'decorata d'oro', nonostante il lem­
ma xpuo-oG'J iiyo:À.f.Lo:.
333· Il v. I è incomprensibile in greco: verisimilmente T.6'J"tOU cela un to­
ponimo; ma Il6'J-rou non elimina la difficoltà dell'epiteto àJ.r pp!i'r:��:�. an­
..

zi la aggrava con un putido equivoco. Al v. 3 o:tydpo•.O"L P! per o:lyE(;;�· :� ..

sarà ovvio, ma non è detto che sia falso. Per l'epiteto �oui>o:t (v. 4), dr. 226
e 564.
I7I 334· Parla u n dio minore, u n 'san Gregorio' plebeo. È identificato con
Priapo; ma l'interpretuione oscena sostenuta da G. Giangrande non è pro­
bante (dr. Q. Cataudella, in « Revue Études Grecques», I969, p. 375). Al
v. 3 ho accolto la fortunata correzione OT]f.LO"tÉPW'J Hecker; ma 1S -r� f.;'Ì'j f.L:I­
'YEPW'J è forse sostenibile, intendendo f.LOYEPW'J òE6ç - dio dei sofferenti,
dei disgruiati.
335· Dedica, sembra, d'un'erma; ma la lezione e l'interpretazione sono
dubbie al v. 2.
336. L'eroe protettore della casa, collocato nell'atrio, è rappresentato sen­
za cavallo e con un serpente (simbolo del rapporto degli eroi col mondo
ctonio) attorcigliato e storto. La ragione della pietosa trascuratezza del ri­
lievo è schenosamente vista in una bega privata del dedicante con un ca­
valleggero. Al v. 4 propriamente 'si mise accanto'.
I73 338. Forse su una rappresentuione figurativa di Dafni sorpreso da Pan e
Priapo.
339· È una favoletta.
340. Iàgn.ide: padre di Marsia (dr. 266) inventore dell'aula. La Madre
NOTE

Idea è Cibele, la Magna Mater; i Cfbeli sono una catena di monti in Frigia.
Il ter�o distico è incomprensibile, e rinuncio a tradurre.
' 73 3 4 1 . Le parole del messaggio possono essere riferite dalle Ninfe a Pan,
ovvero lette direttamente dal dio. Màlea e Psofi: in Arcadia. Cfr. 556.
1(5 342. Il poeta d'epigrammi ha il respiro corto e teso come lo sprinter, cioè
il corridore della corsa veloce (lo stadio, m 355), in confronto del fondista.
Incertezze testuali nel secondo distico.
343· Cfr. 76 e 396. Il valore di I a\rta�c;. invano corretto, è chiarito da
G. Giangrande, in « ]ournal Hell. Studies », 1975, p. 42.
344-56. In questi epigrammi l'isopsefia è talora ot tenibile con modifiche
grafiche; ma gl'interventi sul testo sono particolarmente rischiosi.
3H· Da geometra e scienziato, Leoni da è diventato poeta.
345· Atamante, che uccise il figlio Learco, e Medea, la donna della Còl­
chide che, per gelosia, uccise i figli, sono figure mitiche a tutti note. Per
Medea, dr. XVI 135·43· La lezione presenta non poche incertezze.
1 77 347· Cfr. 299.
349· Contigliano: in Sabina. Il Cesare di cui si festeggia il compleanno è
probabilmente Claudio, padre di Petina, Ottavia e Britannico. Altri pensa
a Vespasiano, padre di Tito, Domiziano e Domitilla.
3 5 1 . Cfr. I I 4. Astianatte, figlio di Ettore, fu gettato dalle mura dopo la
presa di Troia.
179 352. Il « Nilo » : il poeta egiziano. Forse si festeggia Nerone scampato al­
la congiura dei Pisoni (65 d. C.). Altri pensa ad altre circostanze e anche
ad altri imperatori.
354· Non si può dire di quale suicida si tratti: un personaggio storico?
Aiace? E l'epigramma s'ispira a un quadro?
355· Poppea Augusta, moglie di Nerone dal 62 al 66 d. C., aveva interes­
si culturali (Tacito, Annali XIII 45).
181 356. Epigramm a liminare d'un libro (il secondo) di Leonida, conscio del­
la sua abilità non comune nell'isopsefia. Momo: dèmone della critica ma­
levola.
357· I vincitori dei giochi olimpici sacri a Zeus erano premiati con una
fronda d 'ulivo, quelli dei giochi pitici sacri ad Apollo con pomi (o alloro),
quelli dei giochi istmici sacri a Palèmone (Melicerta) e Posidone con serti
di pino, quelli dei giochi nemei sacri ad Archèmoro (Ofelte) con apio o pe­
trosella. L'epigramma fu tradotto da Ausonio, Ecl. 20 Peiper.
358. t:: respinta sarcasticamente l'atetesi del Fedone platonico avanzata
dallo stoico Panezio (n secolo a. C.), che nell'anima distingueva due prin­
cipi, negandone l'immortalità. Parla il libro.
359· L'attribuzione ha piu d'un'alternativa nelle fonti e non può essere
stabilita. L'epigramma è contesto di luoghi comuni, a sostegno d'un tema
topico almeno da Teognide 42.5 sgg. I modi espressivi ricordano Aiessi, fr.
141 Kock. Traduzione in Epigramma/a Bobiensia 2.5; Ausonio, Eclogae 2 . 1
p . 8 7 P.
1 83 360. Non è chiaro quale Metrodoro sia l'autore. Cfr. Epigramma/a Ba­
biensia 26.
361. Centone omerico: v. I : dr. Odissea XXIII 97· v. 2 : dr. Iliade V
361. v. 3 : ibid. X 83. v. 4: ibid. XXI .50. v . .5 : ibid. XVI 333· v. 6 : dr. Odis-
LIBRO NONO

sea V 268. Al verbo scelto nella traduzione al v. 6 è ailidata l'allu�ione al


liquido seminale, indicato nel testo da o•jç.?v (- 6ç.6v), equivoca variante
dell'omcrico ovpov 'vento'. La metafora della spada è ovvia.
362. Ben noti gli amori dell'Alfeo o Alfeo, fiume d'Oiimpia IPisa), sacra
a Zeus e sede dci celebri giochi, per la ninfa Aretusa: il fiume la raggiun­
ge a Ortigia (Siracusa) passando sotto il mare: cfr. Ovidio, Metam'>r/osi
V 572 sgg. I l componimento, che sembra parte d'una sorta di 'epillio' e fu
a torto attribuito a Museo, è lacunoso (posi vv. I I e 23); sembra alludere,
ai vv. 24 sgg., ad Alarico, sanguinario vincitore dei Greci, punito da Dice
(la Giustizia) con la sconfitta e con la morte (410 d. C.).
363. F. una sorta d'idill io, d'attribuzione discussa; presenta reminiscc:nze
di Oppiano e di Nonno ed è stato accostato a testi classici e bizantini per
analogie descrittive.
364. L'autore (cfr. 129 e 537) scrisse Metamorfosi, di cui questi versi sem­
brano il proemio. Reminiscenze nonniane.
365. Celeberrima descrizione d'un organo a mantici (inventato, pare, nel
1 secolo). Il materiale espressivo è tributario dell'epos, da Omero ad A poi­
Ionio a Nonno. Epigrammi greci su organi si ritrovano in età umanistica:
Poliziano, Epigr. 37 e 51 Ard.; Laskaris, Epigr. 48 e 49 Meschini.
366. Lista canonica, risalente al Peripato, dei Sette sapienti e delle loro
sentenze celebri, connesse con l'insegnamento delfico. Cfr. VII 8 1 . Si noti
la formulazione ovoE.v (anzi che IJ.TJOtv) liyav al v. 5 ; il v. 7 è una condan­
na della 'massa'.
367. Attribuzione falsa; l'autore è Giuliano l'Apostata? Si tratta d'un
raccontino favolistico con la morale.
189 368. Disprezzo per la birra, bevanda barbarica ottenuta con la fermenta­
zione di cereali. Al v. 5 Demetrio - figlio della Terra. Al v. 6 il greco è piu
ricco rispetto alla sbrigativa e approssimativa traduzione, in cui va perduto
fra l'altro il gioco 7tupoyEvfj per r.up�yEvij (- nato dal fuoco, come, appun­
to, Dioniso).
369. Cfr. 342.
370-71 . Cfr. 17, r8 e 83, ecc.
191 372. Oltre a 373, cfr. 122, 264 e 273 . La cicala è simbolo del poeta, cfr.
X I I 98.
374· Per il nome della fon:e, cfr. 257.
193 375· Cfr. 79·
376. Cfr. 30, 3 1 e 105.
195 378. Si è pensato che la pasete di cui al v. r sia il muro del tempio di Serà­
pide ad Ale:;sandria, distrutto dai Cristiani nel 391 d. C.
379· Invece del maiale, altri legge nel testo il topo (xdv IJ.uc;) o la capra
(xliv a!!;) o la pecora (xdv ol:.; Nauck).
380. Casi di adynala. Palladio - Pallada?
381. Per � tema, cfr. VII 6.66 al. Si tratta, come per 361 e 382, d'un cen­
�one omenco. v. r : cfr. Odtssea XXIV 82. v. 2 : cfr. Iliade I I 5 1 4. v. 3:
zbzd. VI 373· v. 4: cfr. Odtssea XIX 34· v. 5 : ibid. II 351. v. 6 : ibid. V I I
276; V I I I 5 6 1 . v . 7 : cfr. Jliade XXIV 363. v . 8 : cfr. Odissea V 402. v. 9 :
zbzd. XIV 93· v. r o : cfr. Ilzade XX I I 128. v . I I : ibid. XIV 296. v . 1 2 : ibid.
I l 836. Il v. 8 va espunto o spostato.
NOTE

1 9.5 382. Centone omcrico: v. 1 : dr. Iliade I I no. v. 2 : dr. OdiJSea IV 140.
v. 3: ibid. V 238 c 4ll9. v. 4: ibid. XII 449· v. 5: ibid. X 228-29. v. 6 : ibid.
IX 497· v. 7 : ibid. XII 453· v. 8 : cfr. Iliade X 432. v. 9 : cfr. OdiJSea XIX
478. v. 10: cfr. Iliade XX 250.

197 383. L'anno egiziano cominciava a settembre e terminava ad agosto. AI


v. 3 Suvoucra.v è lezione piu rispondente di q>a.(voucra.v alla realtà astrono­
mica. Al v. 5 si allude all'entrata in carica dei consoli a gennaio, cfr. 384.2.
1 99 384. Cfr . .58o; Draconzio, De mensibus (Poctae Latini minorcs V 2 14).
38.5. I titoli dei libri dell'Iliade, dati dagli scoliasti e da Eustazio, sono qui
enunciati in un acrostico aUabetico (deroga al v. 9), pienamente in linea
con l'uso di designare ciascun libro con una lettera.
20I 386. Cfr. V 73 al. Per la nascita di Afrodite dallo sperma di Urano, cfr.
Esiodo, Teogonia r 8 8 sgg.
387. Se il testo latino di Germanico (Poetae Latini minorcs IV I09) è tra­
duzione dal greco e non viceversa, l'autore del greco (ovviamente non
Adriano) fu forse lo stesso Germanico. Mirmfdoni: popolo tessalo, guer­
rieri di Achille nato a Ftia. Enèadi: i Romani. Cfr. 1.5.5 e 236; VII 297·
388-89. Botta e risposta, introdotte da didascalie in prosa. L'autore sareb­
be lo spartano Dcmarato.

388. v. I : cfr. Iliade XVI 70 (parla Achille).


203 389. vv. 2-3: cfr. Archiloco I D'. Enialio: Ares.
390. Cfr. 2.54, 262, 292; VII 2 6 1 , 369, 386, 467 e .583 al. lnterpunzione e
interpretazione controverse nel distico finale.
3 9 1 . Cfr. XVI 97· L'epigramma illustra un gruppo statuario o un dipin­
to. Ad Argo, famosa per la lotta, !rade s'istrui. Libico è Anteo.
392. Scoptico. A leràpoli in Frigia, dove c'erano note sorgenti calde, l'ac­
qua fredda doveva essere imbevi bile.
20.5 395· v. r : cfr. OdiJSea IX 34· v. 3 : ibid. I _58. La correzione r 'OSucrcrEuç
G rotius pro "OJ.LT]poç è già nel Vat. Gr. u69.
396. Cfr. 76 e 343· La dea: Artèmide; il sire della cetra: Apollo.
397· Cfr. 6 r , 447; VII 230 e 433 al.
207 398. Cfr. 34, 36, ro6; XI 248 ; XII 289, 290 e 293.
399· Affascinante, ma indimostrabile l'ipotesi che l'autore sia Pallada e
l'oggetto di tanta ammirazione sia lpatia (cfr. 400).
400. L'interpretazione 'cristiana' dell'epigramma (Luck, togliendolo a
Pallada, adduce impressionanti confronti testuali con ekfraseis di chiese
della Madonna) non è parsa a tutti cosi convincente da indurre a refutare
il lemma: questo identifica la destinataria nella scienziata e filosofa lpatia,
figlia del matematico Teone, e martire ad Alessandria del fanatismo cristia­
no (41.5 d. C.), la quale ispirò, nei secoli, scrittori e poeti (da ultimo, Ma­
rio Luzi). Ma Bowra, Cameron e altri restano su posizioni negative, e la
prudenza consiglia almeno un non liquet.
401. Donando un nécessaire per scrivere. Cfr. Antifane, fr. 196 Kock; Fi­
lemone, fr. I I K.
402. Non resultano templi in onore di Pompeo, sicché si è inteso va.o'Lç
�ptòov·n come 'prodigo di templi' o simili. Appiano, Guerre civili II 86 '
ritiene che si tratti d'un'iscrizione reale.
LIBRO NONO

209 403-23. Provengono dalla silloge di Filippo; è chiara la successione alfa­


betica.
403. Forse scritto per un dipinto? La mossa iniziale è propria dell'inno
cletico a Dioniso: dr. Virgilio, Georgiche II 7-8.
404. Al v. r si allude alla nascita spontanea del miele dalla rugiada ce­
leste.
405. Adrastea e Nemesi, divinità del fato punitrici (spesso confuse o iden­
tificate), sono invocate a stornare l'invidia divina da Druso, figlio di Livia
e fratello di Tiberio, e da chi ne tesse le sperticate lodi.
406. Una rana è cesellata all'interno d'un cratere d'argento. Appare sim­
bolo del poeta, la cui ispira2ione è favorita dal vino, non dall'acqua; e nel
dispre2zo per gli aquae potores sembrano coinvolti Callimaco e i suoi se­
guaci. Cfr. gli epigrammi di Antipatro di Tessalonica 305; XI 20. Forti
dubbi sul significato letterario traslato esprime peraltro G. ]. de Vries, in
<< Mnemosyne >>, 1970, p. 23. Attribuzione controversa.
211 407. Funerario. L'attribuzione ad Antipatro di Tessalonica (con di Sido­
nc come in P) è certa, data la colloca2ione nella serie.
408. L'isola di Delo, prima vagante, poi costretta a fermarsi perché Leto
vi partorisse Apollo e Artèrnide, deplora l'attuale stato di desola2ione. Era,
gelosa di Leto amata da Zeus, esercita ora la sua vendetta. Cfr. 421 e 550.
In polemica esplicita, roo.
409. Al v. 4 qualche dubbio sul testo; « lucri » : propriamente gl'interessi
dell'usura. Al v. 5 la corruttela non pare sanabile. Cfr. XI r65 sgg. al.
410. Al v. 4 << lo strozzÒ >> è sbrigativo: il greco ha una frase sostenuta, con
in tento parodico (il topo è una 'fiera ' ! )
2!3 4I r . Cfr. v 1 17- A i vv . 3·4 è apparsa dubbia l a frase o•ÌxÉ"tL o' 7JJ..Lt�ç et
7tctpo.; nel senso che le è stato attribuito da Jacobs, e si è ritenuta, ma for­
se a torto, intollerabile la ripeti2ione di ÉÌ.1ttlìo.; ('Eì.�Liio.;, come femmini­
le, Gow-Page, che leggono il.; pro ot). Linguaggio della lotta nell'ultimo di­
stico (ci si perdonerà il k.o.). « Argento » : piuttosto l'argent, con allusio­
ne, forse, a una moglie ricca.
41 2. Incertezze testuali ai vv. 3-4 e qualche problema d'interpunzione e
d'interpretazione ai vv. 6-7. Per i vv. 7-8, dr. V I I 519.
4 1 3 . Terebinto ('Cicerchia'), il cui nome è adombrato nell'epiteto ini2iale
del testo greco, è una delle isole dei Principi. Cfr. 555· La corruttela al v. 4
rende dubbio anche il senso.
215 414. Al v . r olov Reiske pro t6:; ovvia al senso.
415. Ai vv. 5 sgg. metafore e doppi sensi.
4r6. Corruzione probabile, forse lacuna alla fine.
417. Le corre2ioni adottate al v. 5 sono piu soddisfacenti del testo tràdi­
to al o' it�ì.ucra\1 7tctpa Nv!J.cpaL (ogg. vowp) con tmesi inversa, difeso da
G. Giangrande, in « ]ournal Hell. Studies », 1 975, p. 40.
217 418. L'uso del mulino ad acqua invalse nella prima età imperiale. Kisiro:
isoletta del Dodecanneso, forniva pietra adatta per le mole (dr. 2 1 .5). Ai
vv. 7-8, dr. Esiodo, Opere 1 12 sgg.
419. Si allude alle Aquae Augustae o Aquae Tarbellicae, dO\·e Ottaviano
(Augusto dal 27 a. C.) si recò per curarsi al tempo della guerra cantabrica
NOTE 7 00

(25 a. C.). La selva Ercinia era in Germania, Solunte in Mauretania (Libia).


I ùuc continen ti : Europa e Africa (dr. 97).
217 420. Motivo frequente nel libro V ( I 6 e 3 0 sgg.) e altrove. Cfr. V I76.
42 I-27. A eccezione di 422, sono ispirati alla distruzione e decadenza di
città famose.
421. Sifno e Folegandro: irrilevanti isolette delle Cicladi. La prima fu, un
tempo, assai ricca: cfr. Eroùoto III 57; VIII 46. Per Dclo, dr. 408.
219 422. Cfr. V I I 298 e 572.
423. Gige (687-5 2) e Aliatte (617-563) padre di Creso: monarchi della Li­
dia, di cui l'opulenta Sardi, sul fiume aurifero Pattolo, fu capitale. Satrapb
persiana dopo la morte di Creso, la Lidia (e Sardi) rappresentò la poten­
za persiana in Asia Minore. Per le costruzioni in mattoni, dr. Plinio, Na­
turalis Historia XXXV 172. Per il terremoto del 1 7 d. C., a cui qui si allu­
de, cfr. Tacito, Annali II 47· Bura ed Elice: città dell'Acaia, distrutte per
cause diverse ma considerate entrambe sommerse dal mare (373 a. C.) : dr.
Ovidio, Metamorfosi XV 293-94. Testo dubbio ai vv. 3 e 7·
424. II sinistro si colloca attorno al 300 a. C.; la città, ricostruita da Lisi­
maco, ebbe, almeno dal 289-288 e per breve tempo, il nome d'Arsinoe. Al
v. 4 possibile iJ.axpwv (lunghi) anzi che iJ.axcipwv.
425. La data del disastroso terremoto, seguito da incendi, di Berito (Bei­
rut), di cui Agatia, Storie I I 1 5 , è controversa. Laurens la pone ancora nel
529, mentre è piu verisimile il J 5 I : dr. Stein, Histoirc du Bas Empire, I I
605 e 757; McKail, in « Greek Roman Byzant. Studies », I967, pp. 241 sgg.
221 426. Bèroe è propriamente figlia d'Afrodite; eponima della città. Per l'e­
pigrafe nell'epigramma, dr. 101 al.
427. Cfr. 408.4. I numi ospitali sono inospitali. Per la struttura della ma­
linconica frase finale, cfr. VII JJJ.Z.
428. Dedica a L. Calpurnio Pisone (cfr. VI 24I al.) d'un poem:1 celebrati­
vo delle campagne ( I 3 a. C.) contro la popolazione trace dei Bessi.
223 429. Cfr. V I38. Aristo: una citareda. Per Nauplio, cfr. 289. II mito fu ar­
gomento di tragedie e, in età imperiale (cfr. Svetonio, Nerone 39), di can­
tate, pantomime ecc.
430. Agarra: in Armenia, dove scorre il fiume Arasse. Si è identificata la
pecora o capra esotica (una 'cosa vista' dal poeta) col muOone. Testo dub­
bio al v. 3- Al v. 5, dr. Odissea IV 86; ma alcuni ritengono che 'tpL'tOXE�
alluda a parto trigemino.
43I- II lemma 'su un ladro che trovò una spada d'oro' è probabilmente un
autoschediasmo.
225 433· t difficile scegliere fra le lezioni di P e quelle dei codici bucolici. Le
contaminazioni dd testo qui offerto sono insoddisfacenti e forse bisognerà
accettare dai bucolici anche I NviJ.cpiiv per MoLcriiv, 3 6.1-'-IJ.L'Ya lk)..l;d. Al
v. 5 si è rinunciato al peregrino À.ac:rLavxEvoc; P (pro À.acrtac; Spv6c;) che
Bcckby, anch'egli contaminando, accoglie. Al v. 6 « orbo » : privo.
434· Certamente spurio, scritto per un'edizione o un ritratto. Interpreta­
zione controversa della prima frase, che sembra distinguere il Teocrito si­
racusano dall o storico e retore Teocrito di Chio (IV secolo a. C.) e non già
contrapporre Teocrito a Omero (il poeta di Chio). Al v. 4 si può intendere
che la poesia di Teocrito è genuinamente siciliana, oppure che nella raccol­
ta delle poesie non ci sono intrUsioni spurie.
LIBRO NONO 70 1

225 435· Attribuito a Leonida da Pl. Sembra una sorta d'insegna per una ban·
ca sempre in funzione, gestita, forse in un porto, da tale Caico. Ma açuta­
mente A. H. GrifEths, in " BICS », 1970, p. 35 ha rivendicato il carattere
scoptico denunciato dal lemma, chiarendo i molti bi:;ensi e scorgendo nel­
l'epigramma un attacco ai comportamenti sessuali di Caico, 'a male prosti­
tute' sempre disponibile, anche di notte (per l'e;pressione Y.r.tl wx-.;6ç, dr.
V 6 1 ; XII 34) e con chiunque, al commercio carnale (t}dç •bE)-';_j dr. '-'-ç
>..a!3t ecc.) e alla gestione di " abnormal affaires " (6Ò"'JE�r.t x;:rf.p.t7."':r.t nel
senso metaforico), senza scuse dilatorie del tipo di quelle esemplificate in
Orazio, Satire I 2.II9.
436. Attribuzione a Teocrito erronea (manca nei codici teocri tei), dovuta
a erronea congiunzione al precedente. Il v. 4 è un e;ametro; gli altri, tri­
metri giambici. L'epigramma è enigmistico.
227 437· Attribuzione a Teocrito da respingere. Gli editori delle " Belles
Lettres » spiegano le confusioni intervenute nella scrittura di 434, 435,
437.1-6, 433 (seguito in P da VI 340 ! ) ; 432 (seguito da 437 ·7 ·18). Il 437,
un'elegia, reca lemmi all'inizio delle varie parti ( r-6, 7-12 e 13-18) in cui fu
considerato diviso. Parla un innamorato di Dafni, noto personaggio della
poesia pastorale.
439· Cfr. 1 5 9 ; VII 383 ; XI 38 ecc.
229 440. Famoso idillio (un epigramma sul tema è in V 1 77), tradotto dal Po­
liziano e imitato largamente in età moderna. Si noti che Amore non è, co­
me altrove, cieco (vv. 7-8).
23 1 44 1. v. 3 « di tre lune »: nato o concepito (da Alcmena) in una notte di
durata tripla di quella normale.
443 · Cfr. V 2 1 6 (Agatia).
444· Contra V 85.
233 445· Taziano: prefetto del pretorio (388-92)? " D'oro » : integerrirno. Di­
ce: la Giustizia, che siede sul trono accanto al magistrato, come r:cr.�E'3;;�ç.
446. Polemica con 359, dr. 360.
447· Cfr. 397 e nota.
448. v. 2 propriamente: 'Ciò che prendemmo lasciammo, le co�e non pre­
se portiamo'. Omero, incapace di risolvere l'indovinello (soluzione: i pi­
docchi) si sarebbe gettato in mare.
235 449-80. Serie d'immaginarie battute di personaggi per lo piu mitid, forse
ill ustranti scene figurate; secondo altri, meri esercizi retorici. Per le concor­
danze stilistiche nella serie 457-79, dr. Laurens ad l. {pp. 2 1 5-16). Secon­
do A. Wifstrand la serie non sarebbe anteriore alla seconda metà del v se­
colo d. C., per il rispetto delle leggi nonniane. A. Cameron non esclude, al­
meno per la maggior parte di questi epigrammi, l'appanenenza a un unico
autore.
449· Cfr. XVI 251. Per l'espressione del v. 3 , dr. Iliade VI 1 0 1 .
450. Versi riportati anche nelle Vite di Euripide. Cfr. VII 471.
451. t superfluo citare ancora altri epigrammi sulla fosca vicenda di Filo­
mela, Procne, Tèreo.
453· Se�ondo il lemma ! parlerebbe_M�eagro (il poeta di Gadara? ) uden­
d<? muggire un bu.e d�t:nato al sacrifico. Nel secondo distico, allusione al
ID.lto di Zeus cang�atOSl iD toro per amore di Europa.
NOTE

237 4 54· � un penta metro isolato. La Musa Calliope parlerebbe di Giorgio di


Pisidia, noto poeta del vn secolo d. C . Come per gli epigrammi seguenti, le
indicazioni sul contenuto sono fornite dai lemmi.
455· Parole di Apollo relative a Omero da lui ispirato.
456. Parole di Pasifae, la « falsa vacca >> innamorata del toro.
457· Cfr. lliade Xl 2 5 I sgg.; XVI 49-IOO. Il v. 6 è memore di Iliade I 284
(riferito peraltro ad Achille).
458. Cfr. Odissea X I I I 352 sgg. v. 5: ibid. IX 34 (cfr. 395).
239 459· Ibid. Xl 467 sgg., con altre reminiscenze. Il titolo è dato dal lemma.
460. Cfr. Iliade XIX I 8 sgg.
46r. La vicenda di Pirro (Neottòlemo) figlio d'Achille, a Troia, a parte
l'accenno in Odissea Xl 492-540, è in Quinto Smirneo VII, specie 701 sgg.
462. Deidamfa generò Pirro ad Achille.
24 I 463. Parlerebbe l'indovino iò:leno figlio di Priamo, non Ettore come vuo­
le il lemma. Probabile al v. 2 1'i Jacobs (pro 't() che rende la frase profetica,
non interrogativa. Cfr. 473·
464. Parole del troiano Pàndaro che ferisce Menelao (cfr. Iliade IV 95
al.), non, come vuole il lemma, di Paride.
465. Altea esorta Meleagro, figlio suo e di Èneo, a combattere: cfr. Iliade
IX 527-99.
466. Pelia aveva promesso la figlia Alcesti a chi avesse aggiogato un leone
e un cinghiale. Secondo il lemma, qui Alcesti si rivolge ad Admeto, vinci­
tore della prova. Traduzione approssimativa dell'impacciato v. 2.
467. Pèleo è il padre di Achille, educato dal centauro Chirone (cfr. Iliade
XI 832) sul monte Pelio in Tessaglia. Cfr. Iliade XI 783-84.
243 468. L'apoteosi è il premio delle fatiche di Èracle e pone fine alla collera
della dea Era. v. I : cfr. Esiodo, Opere 289.
470. Cfr. Odissea XI 553-62 (dove però parla Odisseo); Quinto Smirneo
V 574 sgg.
472. « Eversor di città » : tradU2ione vulgata dell'omerico 7t"to>.htop�oc;.
245 473· Parla Agamennone: cfr. Iliade XIX 56 sgg., 364-9I.
474· Menelao è trattenuto a Faro da venti avversi ed è salvato dall'appa­
rizione di ldòtea (Odissea IV 365 sgg.). Nell'Elena di Euripide (993 sgg.),
Elena è aiutata da Teònoe, figlia di Pròteo, a raggiungere Menelao e a fug­
gire con lui. Qui ldòtea e Teònoe vengono identificate (cfr. Euripide, Ele­
na I I ). Le ragioni delle letture erto e j'EVE�>.T}c; al v. I sono dette da A. Ca­
meron, in « BICS », 1967, p. 68.
475· I duellanti sono Paride e Menelao: cfr. Iliade III 324 sgg.
476. Fra le spoglie carpite da Ettore a Patroclo ucciso, non c'è la lancia
d 'Achille, che Patroclo non era stato in grado di reggere: di qui le doglian­
ze dell'eroe troiano: cfr. Iliade XVI 140 sgg.; XVII I30 sgg., I 89 sgg.;
XIX 387 sgg. Per le risposte di Patroclo conservate negli scoli all'Antolo­
gia, cfr. da ultimo F. M. P., in Miscellanea I , Padova I978.
477· Tèlefo, impigliato col piede in una vigna, fu ferito da Achille. Teti
prevede il momento in cui Achille stesso, il suo ramo o germoglio (suo
figlio), sarà colpito da Apollo Dafneo (il dio dell'alloro) per mano di Ales­
sandro (Paride).
LIBRO NONO

247 478. II dono ironicamente detto 'splendido' è la rivelazione che Èl<:ntJ,


figlio di Priamo, fa ai Greci sul modo di prendere Troia: dr. P�eudo-AprJl­
lodoro V 9- r o.
479· Pèrseo, grazie alla testa di Medusa, ha liberato Andromeda legata a
una rupe. Questo è quanto l'eroe direbbe ad Andromeda ove rifiutasse di
prendcrlo per sposo.
480. Parole d'Ippodamfa a Pèlope, ove questi, dopo averle ucciso il pa­
dre Enòmao nella gara per il possesso della ragazza, rifiutasse di sposarla.
Il v. I può essere scritto senza punto interrogativo. Va detto che Stadtmill ­
ler assegna a Ippodamfa il v. I , scorgendo nei vv. 2-3 la risposta di Pè:lope;
cosi Beckby.
48I. Giuliano Egizio fu forse confuso con l'imperatore Giuliano l'Aposta­
ta: a questo può essere riferito l'appellativo IJ.E-r:tr,Jp.,ç, non proprio equi­
valente di 7tO'.PO'.Bct-r:T]ç, ma di senso spregiativo (Esichio spiega 'stolto'),
con allusione alle vane e fatue ambizioni di restaurazione del paganesimtJ.
482. Nel lemma dç -r:èt Àv-r:èt [la soluzione del problema?] Zi}'I''J'I�<; -:�:j
f30'.0'�À.Éwç Saumaise corresse 't'èt À.v't'èt in 't'ctf3).av (o 't'O'.•j).O'.v), ' tavo!iere'
(del tric·trac, ngr. 't'ctf3À�). L'imperatore di Costantinopoli è Zenone I'Isau­
rico (474·9I). La situazione del gioco, in cui il bianco e il nero dispongono
ciascuno di I 5 pedine che si muovono in base al gettito dei dati, resulta vi­
sivamente dal seguente grafico, dovuto a R. G. Austin (« ]ournal Hell. Sru­
dies », I934, pp. 202 sgg.); aggiungo l'indicazione delle caselle designate
con nomi speciali ( O'OU!J.!J.O<; e olf3oç sono termini latini) :

nero --- ---- bianco

24 2} 22 21 20 19 J8 17 r6 ,, I .j l}

D s A
o • o o • • • •
• o o • • •

o
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00 • o • •
00 • o o • •
S - somnu
l 2 J 4 ' 6 7 8 IO Il 12
D �cli1·a
9
A - Antigone
bianco --• ---- nero

Al bianco, che deve portare le sue pedine nel settore I 9-24, spetta a que­
sto punto la mossa. Una volta che dal cestello (una 'torre' o torretta !ignea
con una 'scala' o scanalarura interna) escono i tre dadi coi numeri 6, 2 , 5 ,
tenendo conto delle caselle bloccate dal nero, le uniche mosse consentite a
Zenone sono gli spostamenti Io-I6, 2o-22, I 9-24, che lo portano a trovarsi
con otto pedine isolate alla mercé dell'avversario: oltre a quelle delle casel­
le 9 e 23, altre sei alle caselle Io, I6, I 9, 20, 22, 24. II racconto minuzioso
della partita, che l'imperatore ha persa, è inquadrato da banali riflessioni
moralistiche.
249 483. Un tale, forse un ba.mbin'! , � mo �to per colpa d'una ianta detta per­
p
srca o persea (e connessa col mmco Perseo o co1 Perstaru) . È caduto giu,
NOTE

come vuole il lemma? O è stato soliocato o avvelenato dal frutto (dr. Co­
lumella X 405 sg.) o da un insetto dell'albero?
249 484. Giocando con reminiscenze omeriche (Odisseo X I 9 ; V 284) e con
termini che indicano 'aria', il poeta lamenta l'inconsistenza del dono d'un
uccello farcito, inviatogli da un amico. Cfr. 486.
485. Canto in pentametri (cfr. XIII I) usati xa-.cì Cl''tLX0\1, o piuttosto se·
rie di hemiepe accoppiati, con finale ancipite, dr. 71, Io', I I , 131). i:. tratto
dal romanzo Le Etiopiche ( I II 2.4) di Eliodoro: dr. 490. A Delfi è onora·
ta la tomba (cfr. Pausania X 24.6) del distruttore di Troia, Neottòlemo, na·
to da Deidamia (qui chiamata Pirra al v. 8 ) e da Achille , figlio della marina
Teti, figlia di Nèreo.
486. Il ventre è forse d'un porcellino farcito. Cfr. 484.
487. Per i fichi di Cipro, dr. Ateneo 77 b. Gioco con « ciprio» - ven e·
reus?
488. Terpe: da identificare con Terpandro? Nei luoghi ombrosi a cui si
allude al v. I, si celebravano le feste Carnee (Ateneo I4I e).
253 489. Cfr. Ausonio, Epigr. 6I Peiper. La prole: un maschio, una femmina,
un androgino; secondo il lemma, due gemelli di sesso diverso nati-morti.
Nella forma, il v. I appare una parodia di Esiodo (Teogonia 363 al.).
490. Da Eliodoro, Etiopiche V I II 1 1 .2: dr. 48:;. La pantarbe era una pie·
tra usata per i sigilli, a cui si attribuivano anche virru magnetiche.
491. Verso relativo ai giorni della settimana, in ordine ... sparso. Ho tra·
dotto usando promiscuamente nomi greci e latini. L'attribuzione a Mane­
tone (Teone in P) è di Stadtmi.iller.
492·94· Alla scommessa dell'autore, che stipa in un solo verso termini re·
lativi all'armamento (analoghi tours de force 357·3·4; XVI 3 e 297-98) si
aggiunge la scommessa del traduttore.
495· Cfr. la serie 457-So; e ricorda Odisseo XI 406 sgg.
255 496. Contrapposizione della visione epicurea della vita, rutelata da Èrato,
una delle Muse (propriamente 'delle figlie di Mneme', cioè di Mnemosine),
alla visione ascetica dello stoicismo.
497. Proverbio variamente trasmesso e compendiato (persino in un !cci­
zio À.L(.I.6\I, EL oÈ J.ni, �p6xo\l).
498. Con formule epiche (v. I : cfr. Iliade XVI I 272; v. 2 : dr. Esiodo,
Opere 563) si allude sdegnosamente agli usi persiani dell'esposizione dei
cadaveri e dell'incesto. Cfr. Euripide, Andromaca 173; Agatia, Storie I I
22·24.
499· I vv. 5-6 sono considerati da alcuni un epigramma a sé stante. D'al­
tra parte, in Pl, :;oo e 50I sono uniti a 499· L'attribuzione a Pallada (Stadt­
mi.ill er) è estremamente probabile; Ci.OTJÌ.. O'J P.
500. Se riferito al terremoto di Bèrito (dr. 425) del 55 I (secondo altri del
529), come vuole il lemma, l'epigramma non è di Pallada. Se è di Pallada
(dr. XI 377.4) si riferisce forse ai torbidi di Alessandria del 39I conse­
guenti all'editto di Teodosio.
257 :;or . Neppure quest'epigramma (cfr. 500) sembra avere a che fare con Bè­
rito. Il linguaggio è metaforico, cfr. X 82. L_'ipotesi di A . C2.meron (« Jour­
nal Hell. Srudies ,., 1 965 , pp. 23-24) per cw \IEXUE.ç - gli dèi pagani e r.po­
'tEP0\1 va unito a l;wa-a\1 è brillante.
LIBRO NONO

257 502. II « condito» è il vinum conditum o piperatum, cioè mielato o pepa·


to, usato in Italia anche come rimedio per malattie gastriche. Al v. 4 " ro­
manaccio » : connotato affettivamente piu che spregiativamente; in greco
'romanissimo'. Non credo che il destinatario si chiamasse Romano di nome
(Zerwes).
503. Si tratta delle mignatte? Purtroppo S'..ù'Jtp(()...; è congetturale e non si
può star certi che il testo non alluda a erbe (!;�!;·j':>':l�.<;?) Anche !"applica­
zione' è problematica (alla pelle? come amuleto? } . Traduzione approssima­
tiva dell'immagine proverbiale del v. 4 (propriamente 'come una zecca').
503 bis. Da Nicandro, Theriaca 741 . Credenze genetiche diffuse e docu­
mentabili.
504. Sulle 9 Muse, dr. già Esiodo, Teogonia 76 sgg. II presente epigram­
ma, costituito da 9 monastici giustapposti, è pieno di confusioni e assai gra­
mo sul piano espressivo.

259 505. Qui sono giustapposti 9 distici, epigrafi fittizie con variazioni metri­

c e per quadri di Muse. v. 6 bt�CT1tÉPXOVCTct (dr. v. 1 5 ) Keydell, forse a ra­
giOne.
506. Cfr. 66 e 5 7 1 .9 e soprattutto VII 407 e 14.
261 507. Esiodo è considerato modello di Arato di Soli in Cilicia (dr. 25),
poeta epico-didascalico di cui è lodata l'elaborazione espressiva che porta
alla squisitezza stilistica. La correzione GVIJ.f3:�Àov al v. 4 è presso che cer­
ta, dr. 689; VI 338.

508. A1fettuosamente scherzoso, si basa su una superstizione popolare an­


cora viva, per cui la qualità della giornata è determinata dal primo incon­
tro mattutino. Che sia rivolto a lpatia (dr. 400) è ipotesi gratuita.
509. Vaticinio, già noto a Erodoto (VIII 96), relativo alla rotta delle na­
vi persiane a Salam.ina. Còlia: un capo della costa attica.
5 x o. Parla la statua . Forse iscrizione reale.
5 1 1 . Peone è Asclepio. Parla una statua votiva, di marmo.

263 512. Testo dubbio. Alcuni scrivono Ilpw-ro�o (cosi Beckby), che sarebbe
l'autore d'un libro, materialmente scritto o illustrato da Filòpono.
5 1 3 . Menandro: dr. 1 8 7 ; per il v . 2, dr. VII 22.6.

5 14. Mènide: attore, piuttosto che poeta, comico. Proci.ll a è stata identifi­
cata con la moglie di L. Caninio Rufo, sepolta a Mitilene. L'autore sarebbe
Crinagora (Cichorius); la data il 5o-4o a. C.
5 1 5 . Cfr. V 140, 146, 149 e 196. Non credo che la donna a cui l'epigram­
ma è rivolto si chiamasse Grazia e scrivo 2 xc:i:p�-rcr. con la minuscola.
5 1 6. t quella che gli editori francesi chiamano un'c épigramme repor­
tage ,., dr. 419. L'autore fu in Italia e Spagna piu volte. Al v. I un prover­
bio: dr. Orazio, Epistole I 1444 al.

265 5 1 7. Il B.autista Glàfiro, dal nome parlante (' elegante, fine, brillante'), è
stato variamente identificato con musici noti. Orfeo, Marsia: figure miti­
che notissime. Atena, inventrice dell'aulo o B.auto, lo gettò via perché de­
formava le gote. Pasitea: sposa di lpnos (Sonno).

,5 1 8 . Pindarizzant e ed enfatica esaltazione delle vittorie d i Filippo V di


1�acedonia . Se si pen�a all'ostilità
. � Alceo .ve� il �mano (cfr. 5 1 9), l'e­
pigramma SI può considerare sarcasuco. Seria, 1n ogru caso ' l'imitazio:::�e ri-
'
ferita a Roma, in p6.

24
NOTE

5 1 9. filippo V è reo di venelicio. L'epigramma è ripetuto dopo XI 1 2 . l


vv. 5-6 sono comiderati un'aggiunta posteriore. Il dio del torchio è Bacco;
per il v. 2, cfr. Odiss ea IX 297 (si ricordi che Filippo V era J..LOVOJ..LJ..LOC"t'Oç,
monocolo come il Ciclope). Al v. 5 propriamente 'presso il cratere', cioè
nel simposio.
520. Sia o no la risposta di Filippo a 5 1 9 (Stadtmiiller), il distico è un cru­
do e volgare epitalio sarcastico. Per la pena dell'adultero poccp O:v o�ç "t'lJV
i'opocv (o "t'lJV 1tuyl]v) �E�UO'J..L Evoç, cfr. Aristofane, Nubi Io83.
52 1 . Cfr. VII I 4- 1 7 al. In P segue un verso desunto da Iliade II 56, in cui
Sa!Io direbbe << Madre, nel sonno un sogno m'apparve, divino ».
522. Il parlante sarebbe un letterato, ovvero Omero stesso o l'epigram­
matista (correggendo 3 "t'Ov J..LE in "t'OVOE). In ogni caso la perenne giovinC2-
za della gloria è a contrasto con la vccchie2za fisica esibita forse da una rap­
presentazione figurativa allegorica.
523. Il nuovo Achille non è identificabile; si tratta comunque d'un topos.
Omero è figlio di Calliope (dr. XVI 296 al.). L'Elicona è chiamato J..LE)..�O'­
O'TJW; da Nicandro, Tberiaca I I (cfr. scolio ad 1.).
524. Inno fatto interamente di epiteti in una lista acrostica da oc a w, com­
prendente 4 epiteti della stessa iniziale per ciascun verso: un gioco d'abili­
tà che la traduzione, qua e là anche approssimativa, necessariamente man­
da perduto. Il verso introduttivo è ripreso alla fine. Gli epiteti evocano ca­
ratteristiche etniche o genetiche, gesta o prerogative del dio derivate da va­
rie tradizioni. La poesia non è anteriore al v secolo d. C.; fu imitata in àm­
bito cristiano da Giovanni Geometra (secolo x). Cfr. Inni orfici 30 e 43·
269 525· Struttura e caratteri come in 524; alcu ni epiteti sono comuni alle due
divinità. Cfr. lnni or/ici 8 e 34·
271 526. Cfr. 5 1 8 . Arbitraria la connessione con la conquista romana della
Britannia (43-44 d. C.).
527. Secondo Erodoto V 56, cosi avrebbe parlato un uomo apparso in so­
gno a lpparco figlio di Pisistrato prima che fosse ucciso.
p8. Per l'epiteto dato all'autore, cfr. 4 8 1 . La sopravvivenza di statue
bronzee di dèi pagani sottratte alla fusione e alla trasformazione in mone­
ta spicciola per gli usi della vita quotidiana (cpEpEO'��ov, v. 3 ) è localizzata
dal lemma nella Casa di Marina - un'istitu2ione fondata a Costantinopoli
dalla figlia di Arcadio e ancora superstite nel IX secolo. Si tratta d'un auto­
schediasmo: la Casa Marina risale al 425 ca., data che sembra incompatibi­
le con la cronologia di Pallada, nato ca. il 3 1 9. L'epigramma, ironico, può
essere datato al tempo dell'editto di Teodosio (39I) o poco dopo, e il
« qui » del v. 2 varrà 'ad Alessandria': dr. C. M. Bowra, in << Byzantinische
Zeitschrift », I96o, pp. I sgg.
529. Dafne (la pianta d'alloro) fuggi il connubio con Apollo ed è divenu­
ta un letto di puttana.
530. Epigramma scoptico, attribuito a Pallada.
53 r . !sauri: popolazione a Nord del Tauro, sconfitta dall'imperatore Ana­
stasio (dr. 656.I9).
273 533· Numero d'agilità funambolica d'un bestiario nell'arena.
535 · Per la struttura, cfr. 65.
536. Cfr. 362. Attribuito a Nestore di Laranda da Planude. Nulla prova
che siano di quest'ul timo anche i monastici 529, 53 I e 534·
LIBRO NONO

273 537· Nestore di Nicca fu identificato con Ncstore di Laranda. Sviluppa un


motivo proverbiale cosi formulato da Erasmo: « equitandi peritus ne ca­
nas ,.. Cfr. Gregorio di Nazianzo, Epistole 1 78.
275 538. Sono impiegate nel verso tutte e 24 le lettere dell'alfabeto: dr. 539
e 547· Esempi di analoghi divertimenti ci sono anche in latino. Ho tradot­
to, con qualche libertà, impiegando le 2 1 lettere dell'alfabeto italiano; ma
l'italiano non dispone di composti come quello che occupa l'intero secondo
emistichio.
540. Cfr. 1 9 1 ; VII 50 e 127. Scritto forse su un libro.
541. Teògene: matematico e astronomo alessandrino. Pisone: dr. VI 241.
Le coppe, probabilmente di metallo, decorate internamente con motivi
astronomici (dr. Virgilio, Ecloghe 3.36 sgg.), mostrano tutti i fenomeni ce­
lesti e rendono inutile la consultazione dei Fenomeni di Arato di Soli. Cfr.
355 e 822.
542. Filònide è il cantore (che forse s'accompagnava con uno strumento)
e Batillo il mimo d'un 'libretto'. Batillo, un favorito di Mecenate, è capace
d'interpretare piu personaggi. Al v. 4 XEPWV Jacobs, che allude alla mimica
gestuale, è assai suggestivo, anche se xopwv Porson (-bv P) può essere
giusto.
543· Descri2ioni di simili prove di abilità in spettacoli circensi in Plinio,
Naturalis Historia VIII 182; Svetonio, Claudio 2 1 ; Eliodoro X 30 al.
544· Galene: ninfa della bonaccia marina (dr. VII 668), qui effigiata da
Trifone, un tagliatore di gemme a noi noto.
545· Famoso epigramma sull'/;cale, 'epillio' di Callimaco sull'ospitalità
concessa dalla vecchia :E.cale all'eroe attico Tèseo in procinto di affrontare
il toro di Maratona. La metafora del v. 2 è comune (Euripide, Medea 278
ecc.). Al v. 3 si è riconosciuta una citazione da Callimaco, fr. 263.3 Pf. De­
stinatario lo stesso Marcello di VI r 6 1 .
546. Efficace impressione di vita vissuta a bordo. Incertezze di testo spe­
cie al v. 5· Al v. 7 « dare-avere,. è espresso in greco con la formula 6b; ).0:­
�E ('da' e piglia!'), ricavata da Epicarmo e divenuta proverbiale (per es.
Menandro, Monastici 443 ].).
279 547· Altro verso (questa volta un trimetro) comprendente l'intero alfabe­
to: dr. 538. Il senso di t!;i)vv�t;E non è pacifico. La traduzione è approssi­
mativa e non segue il metro, ma contiene tutto l'alfabeto italiano.
548. Cfr. 302. « Nate dal bove ,.: le api, dr. VII 36.
549· Il pianto delle sorgenti, le cui acque divengono lacrime, è motivo bu­
colico. Agricola è ignoto.
550. Sulla decadenza di Delo (detta Ortigia), dr. 408. A Teno, isola delle
Cicladi, Èracle uccise Zeto e Càlai figli di Borea. I monti Rifei : all'estremo
Nord, nella Sci2ia.
281 551. Epigramma eziologico. Calcèdone: città sul Bosforo. È per lo meno
probabile che si debba leggere Kapxl]owv e riferire l'epigramma a :r\m·a
Car_thago in S pai?la, presa nel 209 a : C .. d � Scil?i <;me nel modo qui descrit­
to, m parte comc1dente con le narraz1oru di Polib10 X 8-15 e di Liv:io XXVI
7 .sgg.: �r. A. H. Gr!ffi � s, in «BICS ,., 1 9_7�. P: 38. Resta comunque dub­
bio 3 <l>o��oc; e non s1 puo escludere una distm21one di 'parti'. Per 8 Ol]Lwv
anzi che onwv dr. nota a I 55·
552. Cfr. VI 241.
NOTE

281 553· Quasi tutti i toponimi in Strabone VII 7.6; X 2.2. Ho tradotto « Vit­
toriu il nome della città, Nicòpoli, per il gioco con « vittoria ». I n relazio­
ne ad Azio, dr. VI 236 e 25 1 .
554· Cfr. V 7 (per il nome Eraclea) ; V 105 (per l a fellatio). Al v . 6 gioco
"11�1] (amata da tracle) - i)� l] (pubis).
555· Nel primo distico la dizione non è troppo limpida; al v. 8 la conget­
tura -r� (n' twp!rrÙT]v e la spiegazione di Rubensohn sono estremamente
dubbie. Il nome ridicolo, Sybota, fu congetturato da Reiske. Databile for­
se al 26 a. C., cfr. 5 1 6 e 559· Modello di 4 1 3 .
556. Epigramma bucolico, cfr. 3 4 1 e 5 5 8 ecc. Parla Pan. Probabile il pun­
to interrogativo alla fine del v. 4·
557· Fra i foci similes addotti dai commentatori, il piu interessante è l'i­
mitazione in un epigramma latino (39) del Poliziano per un cavallo di Lo­
renzo dc' Medici: « Hunc aut carceri bus aut meta cernere in ipsa, l Laure,
licet; medio non licet in stadio ».
558. Bucolico (cfr. 556), splendido anche per inventiva lessicale.
559· Il geografo Menippo di Pergamo è invitato a fornire o forse a scrive­
re per il poeta, che viaggia verisimilmente nel 26-25 a. C., una guida appo­
sita. Scheria: Corfu.
560. Il terremoto, che danneggiò probabilmente Mitilcne, patria del poe­
ta, non è databile. Al v. 2 si avanza una ben nota ipotesi sull'eziologia del
sisma. La lezione "rWC10'0'61J.EVov è accettabile. Meno convincente (ppEL ('va,
corre'), corretto in Cttpn da Chardon de la Rochette e difeso da G. Gian­
grande, in « }ournal Hell. Srudies », 1975, p. 38, che obbliga a far dipende­
re C'E da -rwCtrrrr61J.Evov. Né è da difendere il volgarismo Eto(Cl) al v. 4·
561. L'lberia non sarebbe la Spagna, ma una zona del Caucaso. Licurgo,
mitico re degli Edoni (cfr. 79), è visto come il distruttore delle viti: cfr.
Plutarco, Moralia 15 e.
562. Il motivo del pappagallo ammaestrato è frequente anche in latino. I l
Cesare è Augusto; se l'epigra=a s i assegna a Filippo, sarà Caligola.
287 563. L'epigramma è erotico e i termini hanno doppi sensi. Una donna,
forse avanti negli anni (coi capelli bianchi? dr. 3 ÀEvxo67twpoc;), vuole che
un uomo, cacciatore di femmine, faccia l'amore con lei, colga il fico ( Ctl.­
-

ooi:ov) maruro, che è come un bocconcino di pane stracotto, ma senza fuo­


co. La verginità è ancora intatta, ma l'uomo deve affrettarsi, a evitare che
qualcuno lo preceda. Il messaggio è forse temerario e vano (xovcpov v. 2),
data l'età della donna, implicitamente presa in giro dal poeta. Per un ulte­
riore apprezzamento del linguaggio metaforico, in particolare per la con­
nessione fico-pane del v. 4, si veda la mirabile analisi di G. Giangrande
(« Journal Hell. Studies », 1975, pp. 29 sgg.), che giustamente considera
l'epigramm a « a jewel of Hellenistic obsceniry » .
564. v. 2. �ovDci: forse « ronzante >> piuttosto che « fulva>>, cfr. 226 al.
565. Teeteto: poeta di lavori teatrali oltre che d'epigrammi. Gli era man­
cato il successo (v. 2), ma Callimaco gli attesta la propria stima, con un pre­
sagio di fama panellenica.
566. Il trisillabo è in greco un bisillabo, VLXW. v. 4 « Com'è andata? »: in
greco, domanda relativa all 'esito d'un gettito di dadi ('quanto hai fatto?' o
simili).
289 567. La collocazione in una serie dedotta dalla Corona di Meleagro indu­
ce ad attribuire l'epigramma ad Antiparro di Sidone (Setti). v. 4 « lisiaca »:
LIBRO NONO

cantatrice nelle Lisiodie, spettacoli lirici inventati da Llside nel IV secolo


a. C. « Brio di sbornie & : si può scrivere MÉt}l]ç e intendere ' trastullo, deli·
zia dell'Ebbrezza (personificata)'. Per la rappresentazione del corpo femmi·
nile magro, duttile, sinuoso, si confronta Marziale V I I I 64.8 sgg.; Ariste·
neto I I .

289 569. Sono conflati insieme due noti passi del Poema lustrate di Empedo­
cle: i fr. 104 Gallavotti ( I I 7 D.-K.) e x oo Gall. ( I I2 D.-K.). Il primo ri­
guarda la dottrina della palingenesi attraverso meuunorfosi. Il secondo è
l'inizio dell" Epistola iatrosofistica', l'esordio del poema, rivolto ai maggio­
renti della città di Agrigento, impegnati in « opere " (di governo). Al v. 2
l'aggettivo con cui è qualificato il pesce è variamente dato dalle fonti (Gal­
. oç 'squamoso'). Al v. 6 loLxa e non �OLl'-4 è la lezione
lavotti accoglie n,,).O'lt
giusta. Per il senso di tutto il passo, in cui Empedocle non si autodivinizza,
ma riferisce l'impressione dei cittadini che lo considerano un nume in ter­
ra, dr. C. Gallavotti, Empedocle, Milano 1975, pp. 264 sgg.

291 570. Bionda, Biondina è il nome della donna: dr. V 4· Considero, non
senza esitazione, spurio l'ultimo distico, di1eso tuttavia come genuino da
G. Luck, che in Entretiens, pp. 406-8, dà un'interpretazione romanzesca
(De Vries, in « Mnemosyne &, 1970, p. 32) dell'intero epigramma , e da R.
Merkelbach, che in « Rheinisches Museum .. , 1972, pp. 2 1 9 sgg. lo inqua­
dra negli esempi di « epilogischen Gedichten " e vi scorge la risposta di
Xantho. Rimane problematica l'interpretazione del v. 3, dove si può esitare
a correggere !J.vpov in IJ.VPC!J, sintatticamente piu verisimile, ma difficilmen­
te si potrà intendere 'fa' vibrare (piz2icando la cetra) un profumo' e sup­
porre che il profumo sia metaforico - aLOlJ.a !J.upwé;Eç. Al v. 5 ciV'1'JtX-:wç
è ben difficilmente una 'ironie épicuréenne'; significherà 'per eterno', non
'irnmortalmente'; ed è probabile che qualifichi 1touMv (dr. 0'1!.1J.O'JLw;
sim. con aggettivi).

571. Sui 9 lirici del canone, dr. 1 84. Testo forse corrotto ai vv . 5-6. Per
Saffo decima Musa, dr. 66 e 506.

572. Citazioni degl'inizi della Teogonia di Esiodo (v. x) e dei poemi ome­
rici (v. 3). AI v. 8 si allude forse al censo di cavaliere.

293 573· Protreptico. TradU2ione approssimativa del gioco d'astratti al v. 6.


574· Funerario.
575· Una serie di adynata culmina con l'esclusione che possa perire la fa­
ma d'Omero, il va te della Meonia.

576. Atena (nei testo Tritogenia) è raffigura ta con un pomo (frutto d'A­
frodite) in mano. v. 6 « la guerra » : di Troia.

295 577· Si trova anche in codici dell'autore, il celebre astronomo Gaudio To­
lemeo (ca. 150 d. C.).

578. Le Sezioni coniche sono un'opera del celebre scienziato Apollonia di


Perge in Pa.m.filia (ca. 25C>-190 a. C.). Delo era famosa per i nuotatori. Al
v. 8 si allude alla diffida di Platone, che vietava d'entrare nell'Accademia a
chi non fosse ferrato in geometria.

579· I Corinz.i del m.itico Archia fondarono la colonia di Siracusa (desi­


gnata con la fonte Arerusa) in Sicilia (Trinacria).

580. Cfr. 384 e 383. Si osserva che il consolato fu abolito da Giustiniano


nei 542 d. C. Al v. 8 si allude ai Brumalia, festeggiati con banchetti nei
giorni del mese corrispondenti all'iniziale dei nome dei vari offerenti. Al
v. 9 si allude alle chiassose feste dei Sarurnali.
NOTE 710

297 5 8 1 . L'autore è u n imperatore (Leone i l Filosofo secondo Pl), che appro­


va Io spettacolo di caccia grossa (cfr. VII 626), purché incruento. Al v. 2
la « sorella ,. è Artèmide. Al v. 5 il Dio di clemen2a è Zeus.
582. Per gl'Iberi, cfr. 561. La conversione avvenne sotto Costantino: cfr.
Socrate, Storia ecclesiastica l 20; Sozomeno, Storia ecclesiastica I l 7 e, per
gli Armeni, II 8 .
5 8 3 . Parla i l libro. L'epigramma si trova anche in vari codici d i Tucidide,
l'arduo storico ateniese (cecròpide nel testo) del v secolo a. C.
584. Cfr. VI 54· Qui il racconto è piu minuto. La statua di :E:unomo con
la lira e la cicala di bronzo si trovava a Locri (Strabone VI 26o) o a Delfi
(lemma). Il nome del rivale varia nelle diverse versioni.
299 585. Raffigurazione su un miHorium, un grande piatto d'oro o d'argento.
586. Il « pastore » è il dio Pane (in effigie), amante di Eco (cfr. VI 79). Al
v. 5, piu che di flauto si tratterà della 'siringa' di canne. Al v. 6 i « verzie­
ri >> sono propriamente le aie dove si secca la passolina (VI 45 al.).
587. Probabilmente il recipiente poteva contenere acqua calda per intie­
pidire il vino (Bacco) o acqua fredda (Ninfe).
588. Pausania IV I 5·3 riferisce sulle vittorie di Clitòmaco di Tebe figlio
d'Ermòcrate (ca. 2 1 6 a. C.) e sulla sua statua a Olimpia.
301 589. Per un gruppo statuario. Era è matrigna di :t:racle, figlio di Alcmena
e di Zeus.
590. Secondo il lemma, nel gruppo statuario vi sarebbe stato, oltre ad
Atena e a Efesto (cfr. Pausania l 14.6), anche Eretteo (ma leggi: Eritto­
nio).
59 r. Il Sole denunciò al marito Efesto l'adulterio della dea Afrodite con
Ares. Qui, con un eccesso di collera, deteriora persino la rappresentazione
a encausto (cfr. 594) dell'amplesso.
303 593· Per una rappresentazione realistica di Medea, turbata da un conflitto
di sentimenti, mentre sta per uccidere i figli. Cfr. XVI 1 3 5 sgg.
594· L'autore è Barbucallo (cfr. XVI 327)?
597· Ritratto votivo del medico guaritore, esposto, secondo il lemma, ad
Anazarbo in Cilicia.
305 598. Epigramma in faleci, per una statua del poeta ciclico Pisandro di Ca­
miro (nell'isola di Rodi), autore d'un'Eracleide (VI secolo a. C.).
599· Il distico è composto d'un trimetro giambico e d'un falecio. Per Ana­
creonte, cfr. VII 24 al.
6oo. Tetrametri trocaici (epitriti) catalettici i vv. 1 , 5 e 9; Reiziani i vv. 2,
4, 6 , 8 e ! o (quest'ultimo esasillabo); trimetri giambici i vv. 3 e 7· Per Epi­
carmo, VIsto come poeta sentenzioso e maestro di moralità (vv. 7 e 9), cfr.
VII 8 � . I l v. 6 sembra voler dire che i Siracusani considerarono il poeta
uno d1 loro, anche se era nato a Cos. Secondo alcuni i dedicanti non sareb­
bero i Siracusani, ma meteci di Cos a Siracusa. Incertezze ai vv. 5·7·
307 6or . Anatematico.
6oz . . Esempi di mutamenti di sesso in Plinio, Naturalis Historia VII 4.3;
Gellw IX 4.15 e altrove. Al v . 7 EJ.. Eyov è dubbio: l'unico esempio di ÀÉ·
yw nel sens? di 'raccontare la storia di' sembra Platone, Convito 2 2 1 e (cfr.
_ cd\inemosyne », 1970, p. 29). Per la leggenda di Tiresia,
G . J. de Vnes, lll
LIBRO NONO 71 1

il profeta cieco di Tebe mutato in donna, poi tornato uomo, dr. Ovidio,
Metamorfosi III 322 sgg. ecc. La !J.("tpa. (una sorta di reggiseno) è contrap­
posta alla x:ì..a.!J.vç (mantelletto virile, militare, dr. VI 282), ma l'ultima
parola del v. 7 lascia perplessi: la correzione di La Croze X11b:t; (Calcide,
contrapposta a Tebe) non soddisfa.
603. Raffigurazione bacchica. v. 4 « d'Arcadia " : il testo dice « Licaonio »
(da Licàone, mi tico re di quella regione).
604. Cfr. VI 352 sgg. ecc.
309 6o6. Tiresia sarebbe stato accecato per aver visto Atena al bagno: dr.
Callimaco, Lavacri di Pallade 71 sgg. Si tratta qui d'una raffigu razione in
un bagno. Segue una lunga serie (607·40) d'epigrammi relativi a bagni.
6o7. Cfr. 6 r 6 . Il « lume" o il « fulgore " è in greco 0:y).a.t1], il nome d'una
delle tre Grazie.
6o9 bis. L'insegna era, evidentemente, « Bagno delle Grazie"· Cfr. 63!:1.
3II 612. La correzione xÉopou ppa.xù cpvÀÀov Preisendanz è felicissima.
613. Momo è il genietto della critica e del biasimo: qui è seccato e piagnu­
cola perché il bagno è irreprensibile, come la sua padzona Maria (forse la
figlia di Stilicone, moglie di Onorio nel 398 d. C.).
6 14. Per lo Zeuxippo, dr. libro Il. L'Amorino è una piccola stella pr05si­
ma al Carro.
615. Attribuito ad Agatia. Non identificabile il funzionario restauratore;
dubbia la localizzazione a Smime (lemma). Cfr. L. Robert, Hellenika, IV,
pp. 130 sgg.
313 6 r 7 . Contraltare parodico dei consueti elogi dei bagni ; dr. X I 4 I I , per un
bagno troppo caldo. :E.olo è il mitico re dei venti ; il v. 3 è citazione da
Odissea X 2. Brivido e Paresi sono personi.ficazioni. Il mese d'agosto è in­
dicato col nome egiziano Mesori, dr. 383.12.
6I8. Per il loto, dr. Odissea IX 9I-104.
6 r 9. Alessandro: Paride. AI v. 4 le acque sono quelle del fiume lnaco.
3I5 620. In Cassio Dione LXIX 8 si ricorda u n editto d i Adziano che vietava
la promiscuità nei bagni (ma dr. 783). Qui, una porticina chiusa, che sbar­
ra l'accesso al settore riservato alle donne, blocca Afrodite.
621 . Per lo « sciame >> d'amanti (v. 5), dr. VI r.

623. « Ripagò » : con la beltà del sito: dr. 607.


317 624. S i tratta d'un piccolo edificio per bagni (dr. 6 I4) eretto accanto a un
bagno pubblico (lo Zeuxippo? ). Al v. 4 le « grazie » : i comforts.
625. v. 5· Citazione da Iliade XX I 3 I .
626. Epigramma eziologico. Il bagno si chiamava " Amore ,. (lemma).
627. AI v. I propriamente 'stremato da un tenero sonno': una sorta di os­
simoro, onde 1tE7tEOTJIJ.Évoç ('avvinto') P!. Al v. 4 a.ti)E ... a�laC"�IJ.(V : sin­
tassi giustificata da Keydell. Le Ninfe .. Amorette " presiedevano alla fonte
d'acqua calda che alimentava il bagno di cui all 'epigramma 626; ci sono
ignote. Si è scorta un'imitazione nei sonetti I 53 e I 54 di Sha.kespeare.
31 9 628. Un ricco, spendendo molto oro, ha restaurato il bagno detto .. del Ca­
vallo », ormai fatiscente. Il « Cavallo » suggerisce le metafore della sferza o
frusta e del morso. L'autore è Barbucallo?
NOTE 712

319 629. « Ottima è l'acqua » è il celebre attacco dell'Olimpica 1 d i Pindaro.


630. Si tratta delle terme di Prusa in Bitinia.
63I. Il luogo è Smirne (lemma). L'arte di Podalirio è la medicina (cfr.
Iliade II 732). Cfr. Filostrato, Eroico I I I 35·
3 1. 1 634. Il re della luce: Apollo.Sole.
635. Gioco su Dafne, la ninfa amata da Apollo, e Sd:cpVI] - alloro. Si noti
che -rò EÙ7thaÀ.ov è propriamente una varietà d'alloro.
636. Cfr. Odissea I V 22I, dove il verso non è riferito a un bagno, ma a
una droga esilarante infusa nel vino da Elena.
637. Alessandro: Paride. Cfr. 6I9.
638. Orcòmeno: in Beozia, sede delle Grazie, cfr. Pindaro, Olimpica I4 .
Cfr. 6o9 bis.
323 639. Cfr. 634.
640. Gl'immortali: l'imperatore e i suoi; i semidèi: gli alti dignitari.
« Nella tarda mattina » : propriamente all'ora quinta. La « marmaglia » (pro­
priamente ' tutti gli altri flagelli') si lavava all'ora ottava o nona.
641. Giustiniano, vincitore di Persiani (Medi) e Vandali, fece costruire
nel 554-55, sul fiume bitinico Sangàrion, che sfocia nel Ponto, un ponte di
pietra: cfr. Procopio, Edifici V 3 ecc.
642. Qui e nei due epigrammi seguenti si tratta probabilmente della latri­
na pubblica fatta costruire da Agatia stesso a Mirina, sua patria, cfr. 662.
Mattsson nega l'attribuzione, ma a torto (Beckby). Al v. 2 il verbo xpt­
vw - !Ì7toxptvw, Éxxptvw.
643. Beckby difende anche qui con confronti lessicali l'attribuzione ad
Agatia. Analogamente per 644.
325 645. Elogio di Sardi, la capitale della Lidia (Meonia). Il Tmolo : monte;
l'Ermo: fiume. Zeus fu generato da Rea e nascosto all'occhio di Crono che
voleva divorarlo. Per l 'origine !ida di Dioniso (Bròmio), cfr. Euripide, Bac­
canti 462 sgg. Cfr. 423; V II 709.
327 646. Parla la città di Eraclea in Bitinia, omonima o metropoli di città
sparse ovunque nel mondo ellenizzato.
647. Uno scolio a Pl (che assegna l'epigramma a Pompeo jr) dice che una
statua di Nice (Vittoria) a Roma era stata mutilata delle ali da un fulmine.
648·49. Per la casa che il poeta s'era costruita a Cibira in Frigia.
650. Per lo Zeuxippo, cfr. 6I4. L'epigramma sembra scritto per un alber­
go vicino sia alle terme che all'Ippodromo.
6 5 I . La casa è su un'altura. Frasi omeriche al v . I vw-ra ilaÀ.cicrcrt}c; (Ilia­
de I I 159 al.) e al v. 3 (cfr. Iliade VIII I ) . Al v. 4 non dovrebb'essere l'Au­
rora, ma il Sole a non voler tramontare. La casa parla anche nell'epigr. 652.
653. La casa è a Costantinopoli, in alto, ed è preceduta da una scalea. Al
v. I citazione da Esiodo, Opere 289.
655. f:racle: l'imperatore Eraclio I (61o-4 t ) , vittorioso in campagne mili­
tari con l'aiuto di Cristo. Secondo il lemma l'edificio sarebbe un triclinio
nel palazzo della Magnaura (Magna aurea). Fattura dei versi penosa.
331 656. Secondo il lemma, si tratta della dimora denominata Chalkè edifica­
Costantino, abbellita e rinnovata da Zenone e da Anastasi� ; secon-
ta so tto
LIBRO NONO

do Jacobs del palazzo delle Blacherne, ornato di triclini. L'architetto Ete·


rio ci è ignoto. Il boschetto Rufinio di Pergamo (v. 14) è quello del .1\'ice­
forion, piantato da Èumene (Strabone X I I I 4.2) e abbellito da Rufino mi­
nistro di Arcadio. Il tempio di Cizico (v. 1.5 ) dedicato a Zeus restò celebre
in età medievale. Ai vv. 17-18, tre delle meraviglie del mondo. Per la vitto­
ria di Anastasio sugi'Isauri (494-97), dr. II 398 sgg.
33I 6J7. Il palazzo di Sofia, moglie di Giustino II, nella nuova Roma !Co­
stantinopoli) sulla costa asiatica del Bosforo, fu costruito nel _s68; di qui
l'attribuzione dell'epigramma ad Agatia (dr. Zonara, Epitome 14.10) anzi
che a Mariano, vissuto sotto Anastasio (Waltz).
6_s 8. Per la ricostruzione del Palazzo di Giustizia di Costantinopoli, rea­
lizzata sotto Giustino I l da Domnino, probabilmente prefetto della città.
Cfr. 8 r 2.
333 659. Parla Dice (la Giustizia).
66o. La Basilica di Costantinopoli, ricostruita fra il 476 e il .532 (date di
due incendi), era sede degl'insegnamenti giuridici.
661. Parla il legno di cui fu fatta la cattedra del retore Cràtero (il Forte),
per cui dr. VII _561 e 562.
662. Cfr. 642-44. Il luogo è Mirina, non, come vuole il lemma, Smirne.
335 663. Il mare è incanalato nella terra fra gli alberi ; acqua dolce e salata si
mescolano. Forse si tratta d'un parco costruito da Giustiniano nel palazzo
dell'Ereo presso Calcèdone. Cfr. 820.
665. Dafne: sobborgo arboreo con santuario apollineo ad Antiochia in Si­
ria; secondo altri, un luogo analogo a Costantinopoli. Lo Scuro-chiomato è
Posidone.
667. Dioniso: viti. Cfr. 663 e 665.
337 668. Amasea: sul Ponto. Iri (v. 7 ): fiume « antico », forse perché menzio­
nato nella leggenda degli Argonauti. Cfr. 437·
339 670. Tèseo: fondatore di Atene; Pèlope: fondatore di Micene.
671. Milaseo: di Milasa in Caria. Si tratterebbe (lemma) del faro di Smir­
ne, dr. 67_5.

672. Giovanni: non identificato. Forse l'opera a cui si allude fu un molo,


o l'abbellimento d'installazioni portuali.

673. lppolita è un'amazzone; ma s'ignorano l'oggetto e la ragione della


dedica. Forse il testo è corrotto.
674. Il celebre faro d'Alessandria fu riedificato forse sotto Anastasio da
un patrizio insignito del titolo di « padre dell'imperatore ». I l dio del v. 6 è
Posidone.
341 67_5. Gli Asclepiadi: un collegio di medici o di sacerdoti-medici. Ma la le­
zione 'AcrxÀ.T}mao�v è dubbia; forse 'ACTXÀ.T}1tl.aX�v? C'è un riferimento
all'Asclepio di 673 ?
676. Le ninfe di una sorgente sull'Olirnpo in Bitinia vantano le loro pre­
rogative, pur riconoscendosi inferiori alle ninfe di Prusa e di Pitia, città bi­
tiniche con rinomate fonti calde e terme.
677. Musonio: prefetto di Costantinopoli nel _s56.
678. Bassa: valle presso Smirne, dove il ricco Agaclide ha ripristinato il
flusso d'un corso d'acqua.
NOTE

341 679. Assioco : ingegnere idraulico. Asso: in Misia, su un monte scosceso.


34 3 68o. Consueto gioco fra Grazie e grazie. Localizzato ad Antiochia dal
lemma.
681. Conchiglia a uso di coppa con figurazione di Afrodite: cfr. 749 e 771.
682. Si tratta d'un obelisco egiziano di ca. 20 metri innalzato nel 390 sot·
to Tcodosio, a cura di Proclo, prefetto di Costantinopoli.
683. Per il mito di Alfeo e Aretusa, cfr. 362 e 536 ecc.
684. Ptèrela: fis]io di Ares c mitico re dei Telèboi dell'isola di Tafo, ucci·
so da Amfitrione.
34 5 685. Risposta di Apollo agli abitanti di Camarina in Sicilia, che volevano
prosciugare paludi. II responso divenne un proverbio (cfr. Callimaco, fr.
64 Pf.).
686. Basilio, prefetto, poi imperatore come Basilio I (867-86), riportò vit·
torie su popoli asiatici. La sua statua era sopra la porta orientale di Salo­
nicco (lemma). L'omosessualità maschile era considerata un vizio infaman·
te dci barbari. Al v. 6 si allude al detto spartano « muri nostri arma su n t »
(Scneca, Suasorie I I p. 640). La starua è detta regale, {3ct0'0.E�ov, con un
gioco di parole col nome Basilio.
687. Dialogo fra il pittore (vv. r-2) e il ritratto.
688. Lcrna: in Argolide. La porta era ad Argo (lemma).
347 689. Giuliano è l'Apostata (361-63), che promosse opere difensive a Bi­
sanzio prima d'affrontare in campo aperto i Persiani. Qui si tratta (lemma)
della « porta d'Eugenio ». Testo dubbio al v. 4·
690. L'imperatore è Teodosio I I (408-50). La porta è quella detta Xilòker­
kos, a Bisanzio. Cfr. 682.4.
69 1. La porta è quella detta di Resio.
692. Viviano: prefetto del pretorio nel 459-6o.
693. Cfr. 697.
349 694. Messalino: architetto di Efeso.
695. L'epiteto cixo('t'ovov (-'t'wvov), che contrassegna la pietra nel lemma,
vale Aquitanum?
696-97. Si tratta della basilica di Costantinopoli, cfr. 66o. Teodoro: forse
il console del 399· I lavori di ampliamento e abbellimento risalirebbero al
regno di Teodosio I I.
698. Mopsueste, città cilicia a specchio del fiume Piramo, sarebbe stata
fondata da Mopso, figlio di Manto e nipote del va te Tiresia.
699. Olimpiade era il nome della madre di Alessandro Magno.
351 700. Polignoto: celebre pittore (475-55 a. C .). Il quadro di cui si parla era
a Delfi: dr. Pausania X 27.
701. Il tempio, in parte superstite, era antichissimo; fu compiuto da
Adriano nel r 30 d. C.
702. Atene: propriamente « i Cecròpidi ».
703. Queste righe in prosa (Erodoto IV 91), forse scritte a margine in
qualche esemplare dell'Antologia di Cefala, furono erroneamente scambia­
te per un epigramma : cfr. XIV So e 95· Tearo: fiume trace.
LIBRO NONO 7IJ

351 704. Iscrizione reale, trovata sulla pietra, insieme con un'altra analoga, ad
Afrodisia in Caria, la patria di Asclepiòdoto ( fine v secolo d. C.). Per il v.
r, dr. VII 225.
353 705. Termesso: città della Pisidia. Non si sa di che offerta si tratti.
706. Le Eliadi, sorelle di Fetonte, ne piansero la caduta dal cielo col carro
del padre Sole, e furono cangiate in pioppi (Ovidio, Metamorfosi I I 340
sgg.). Il v. 5 fa intendere che l'offesa recata a una pianta fuori mano non
può essere casuale. Cfr. 282.
707. Lo Strimone, grande fiume della Macedonia (Emazia), vanta la pro­
duzione d'una sorta di castagna d'acqua (« trapa natans » , dr. Teofrasto,
Historia plantarum IV 9.1; Plinio, Naturalis Historia XXI 98), da cui si
traeva farina.
708. Al v. I si allude all'impresa di Serse, dr. Erodoto VII 34· Pozzuoli :
il nome greco è Dicearchea, dr. VII 379·
355 709. Si tratta della statua bronzea del fiume Eurota, dovuta a Eutichide
di Sicione (ca. 300 a. C.), descritta da Plinio, Naturalis Historia XXX I V 78
con parole vicine a quelle del nostro epigramma.

710. La leggenda della temerità dei Giganti che « monte impose a monte "
è diffusa, con varianti, in moltissime fonti greche e latine.
7 1 1 . Vittore: forse Sulpicio Vittore, che scrisse lnrtitutiones oratoriae
(ca. 380 d. C.).
712. Giovanni : un ignoto; vedi VII 697.
7 13-42. Serie di 30 epigrammi (738-42 non monodistici) sulla celebre vac­
ca di Mirone (ca. 430 a. C.) che, eretta nell'agora di Atene, fu poi traspor­
tata a Roma e infine a Costantinopoli. Il tema del realismo espressivo è ri­
preso, sempre a proposito della vacca, nella serie 793-98. Alcuni di questi
epigrammi furono imitati e tradotti da Ausonio, negli Epigramma/a Bo­
biensia, in età moderna da Goethe, ecc.
357 715. Attribuzione ovviamente falsa. Cosi per 716.
359 722. Forse a7tEXOÉXE'ta� 'aspetta' è preferibile a tJ7tEXOÉXE'ta�; altrimenti
occorrerebbe pensare che la scultura rappresentasse anche il vitello.
723. v. 2: reminiscenza di Iliade XXI 3 5 1 .

361 728. È probabile che le parole iniziali siano state erroneamente copiate
dall'epigr. 724 e vadano espunte. L'attribuzione ad Antipatro di Tessalo­
nica è preferita da Gow-Page.

365 741 . Gioco verbale s�· (pywv, Épya'tLV, Etpycicra-co. Ma il significato di


&' (pywv non è sicuro.
742. L'attribuzione si ricava da Pl.
367 743· I tònia: venerata a Itone in Tessaglia, dr. VI 130. Fràdmone: sculto­
re argivo (ca. 420 a. C.), dr. Plinio, Naturalis Historia XXX IV 49; Pausa­
nia VI 8 . 1 . Non è chiaro a quali guerre si alluda al v. 4·
744· La fine di v. è insanabile. Al v. 3 gli epiteti di Ermete sono in rela­
2
zione alla protezione dei greggi. L'offerta è d'un caprone di bronzo (diver­
samente VI 1 67 al.); cosi in 745·

746. Corruzione al v. 3, ma il senso è sicuro. Al v. 4 l'ovile è il castone del


sigillo. Jacobs addusse a confronto Eliodoro V 14. Cfr. 750.
369 747· L'autore sarà Platone il Giovine, dr. 748 e 751.
NOTE

369 748. L'ametista era contro la sbornia (a privativo + I).ElhiEw).


749· Il secondo emistichio del v. 2 è un proverbio.
750. Cfr. 746 e 747·
75 1 . I l giacinto è una pietra rossastra. Gioco con Giacinto, il mitico gio­
vinetto amato da Apollo, come la ninfa Dafne.
752· Cfr. 748. Cleòpatra: la figlia d'Antonio e Cleòpatra, se l'autore è An·
tipatro di Tessalonica; la sorella di Alessandro, regina d'Epiro (morta ca.
il 308 a. C.), se l'autore è Asclepiade. Sintassi non chiarissima.
371 753· Da un blocco di cristallo di rocca è stata ricavata una sfera con raffi·
gurazioni del cielo, riempita d'acqua.
754· Si tratta d'un blocco di ghiaccio.
755· Statua bronzea di Scilla (il mostro omerico) a Costantinopoli : cfr.
Temistio, Orazioni 22, p. 279 b.
756. Gruppo scultoreo di Sileni, identificato in quello che a Roma ornava
il monumento di Asinio Pollione (Plinio, Naturalis Historia XXXV I 23).
Per il concetto, cfr. gli epigrammi sulla vacca di Mirone.
373 757· !Hone: pittore sconosciuto. Cfr. XIII I7.
758. Cimone: pittore della fine del secolo VI a. C.
759-60. L'epigramrnatista fa sfoggio di bravura nominando in un solo ver­
so (cfr. 492-94) gli oggetti figurati in un solo blocco, scolpito per una vitto­
ria agonale. Ho tradotto come ho potuto, anche con termini alloglossi.
76r. Si è pensato alle nature morte di Zeusi, celebre pittore della fine del
sec. v a. C., su cui Plinio, Naturalis Historia XXXV 65 ecc.
762. « Presso gli Enèadi >• : a Roma. Asclepiade è ignoto. Il piatto è un
missorium , dr. 585.
375 763. Si tratta d'un'ascia littoria.
764. Per 764-66 e per le zanzare e le zanzariere in genere, cfr. F. M. P.,
Mali culices, in « Siculorurn Gymnasium » , 1979.
765. Febe: Artèmide. Dunque la rete non è da caccia.
377 767. Si tratta del tavoliere del tric-trac, dr. 482. Può essere intarsiato di
marmo, o le pietre (v. I) possono essere le pedine del gioco.

no. Cfr. v 171. Anicezia sarebbe la figlia del poeta (lemma).


379 771. Coppa con raffigurazione di pesci in movimento. Si allude a Iliade
VI 135 sg., dove la dea Tètide accoglie Dioniso, spaventato dal trace Licur­
go, in fondo al mare. Cfr. X I5.7-8.
773· Si allude alla fusione delle statue degli dèi pagani da parte dei cri­
stiani e alla loro trasformazione in oggetti d'uso: dr. 528; Socrate, Storia
ecclesiastica V r 6 . Analogo è XVI I94·
774· Scopas: celebre scultore del secolo IV a. C. Cfr. XVI 6o e la descrizio­
ne di Callistrato, Imagines 2. Al v. 3 un errore di scrittura nasconde la ca­
duta d'una parola.
775· Si tratterebbe di Antiope violentata durante un'orgia da Zeus can­
giatosi (dr. 48) in satiro (dr. Ovidio, Metamorfosi VI I ro sgg.).
776. Si tratta di miniatura su vetro, cosi elegantemente dipinta da far pen­
sare a Zeusi. Arsinoe: figlia di Tolemeo XIII e sorella di Oeòpatra; fatta
LIBRO NONO

uccidere da Antonio nel 41 a. C. a Efeso dov'era esule. Satireio, il pittore,


è ignoto. L'ultima frase è ambigua: può voler dire che la miniatura non è
inferiore a un quadro grande.
777· Lisippo: celebre scultore (368-3 15 a. C.). Il cavallo era forse qTJello
dell'Ippodromo di Costantinopoli, su cui si conosce un epigramma di Psel­
lo (Cougny III 267). Beckby adduce a confronto una bella descrizione di
Niceta Coniate (De signis Io).
778. Cipro, la donatrice dell'arazzo con la rappresentazione dell'Impero
romano, inviato verisimilmente a Baia nel 39 d. C. (cfr. Flavio Giuseppe,
Antichità XVIII 6-7), è la moglie di Erode Agrippa I , rimesso sul trono
della Giudea da Caligola (il Cesare del v. 2).
779· Si tratta d'una meridiana o d'un orologio idraulico (cfr. VII 641 ),
collocato (lemma) nella Basilica di Costantinopoli. L'inizio è involuto e la
traduzione è dubbia. Giustino II (cfr. 6:;8) è chiamato convenzionalmente
'tirannicida'. La luce della libertà è probabilmente la luce del sole " i.iber
einem freien Stadt ,. (Beckby). Giuliano: prefetto del pretorio, cfr. 803-4.
780. « D'ogni sole » : cioè d'ogni giornata, quale che ne sia la lunghezza .
383 781 . Attraverso un cancello chiuso si può passare; se il cancello è appog­
giato al muro non offre varchi, ma in tal caso è aperto.
783. La promiscuità nei bagni fu per lo piu vietata o considerata segno di
dissolutezza. Cfr. 62o; Ausonio, Epigr. 102 Peiper.,
784. Per un bagno piccolo (le=a): cfr. 6u e 614.
785. Si tratta d'un portico nel Foro di Costantinopoli. Menas: il prefetto
o il costruttore.
786. Leuce (AEvxl] 'Ax-ti}) e Ptèleo: nel Chersoneso trace. Il dio dei con­
fini è Zeus Horios. Brillante la correzione J..LO lP"TJc; ciJ..LJ..LOf:-Ll]<; "t E Jones
•••

(nel testo XWP"TJ<; e OÉ), basata su Odissea XX 76.


385 787. Eulogio fu patriarca d'Alessandria (Faro) dal 581 al 6o8.
788. La Tyche, divinità minore cantata già in età classica (tutti ricordano
l'Olimpica 1 2 di Pindaro), ebbe culto soprattutto a partire dall 'età elleni­
stica. Qui siamo in presenza d'una sorta di inno (dr. Inni or/ici 72). Testo
dubbio al v. 3 · Manca un verso alla fine.
789. Le « norme ,. sono piuttosto una « regola ,. analoga al « regolo ,. del
costruttore.
790. Artèmide, la dea vergine che uccise, col fratello Apollo, il gigante Ti­
rio, insidiatore della madre Leto, fu cresciuta a Ortigia, identificata sia con
Delo sia con un luogo boscoso di Efeso. A Efeso, fondata dall'ateniese An­
droclo, figlio di Codro, e patria di scrittori e artisti (Eraclito, Ipponatte,
Parrasio, Apelle), fu eretto alla dea un tempio che fu centro religioso della
Ionia. L'autore è probabilmente Antipatro di Tessalonica (dr. 58).
387 791. Controversa l'identificazione di Postumo (v. 6); testo assai dubbio.
792. Il pittore ateniese Nicia (ca. 3 1o-300 a. C.) donò il dipinto alla città
rifiutando i talenti di Tolemeo (Plutarco, Moralia 1033 c) o di Attalo (Pli­
nio, Naturalis Historia XXXV I I ). L'archetipo omerico è il libro XI deli 'O­
disrea.
793-98. Molti i contatti con 713-42, che è superfluo indicare. In quella se­
rie era già presente Giuliano (738 e 739).
NOTE

799-8or. II Museo di Costantinopoli (chiamata Roma: 799-3). ist! tuzione


culturale con biblioteca, restaurata da Muselio (un ciambellano di Teodo­
sio I I ? ) era presso il « Filadelfeo ,., su una colonna del quale gli epigrammi
sarebbero stati incisi.
39I 8oo. Al v. 2, dr. I 8o.2.
8o2. Marciano: imperatore (450-57). Cfr. XV 2 .
803. « D'Ausonia,.: dei Bizantini. Giuliano: prefetto (dr. 779 e 804) sot­
to Giustino II e sua moglie Sofia. La statua era all'ingresso dello Zeuxippo
(lemma).
805. L'epigramma, certo pagano, è oscuro. Sembra che si tratti d'una sta·
tua di Ares adagiata ( ? ) in un luogo della Tracia.
393 8o6. Sergio: patriarca di Costantinopoli sotto Eraclio (6ro-38). « Sette
volte » : mediante 7 linee che dividono il quadrante in 6 sezioni? O si tra!·
ta dei 7 pianeti? Per la meridiana, dr. 780.
So7. Al v. 4. cfr. VI 2o.6.
SoS. Massimino: questore del Palazzo sotto Teodosio II. La casa sorgeva
sull'attuale Punta del Serraglio. Per la fattura dell'ultimo verso, dr. 759 e
760 al.
395 So9. Cfr. 629.
S ro. L'«opera» è stata identificata col Porto di Sofia; dr. XVI 72. II
trionfo « assiro >> : sui Persiani.
Su. Si tratta d'una statua dell'imperatore Giustino nel Pretorio (Dice: la
Giustizia). Cfr. 658 e 659.
S r 3 . Ancora un gioco :I:oq>L'I) - croq>L'I), cfr. 803.
8 r 4. II senso complessivo sembra questo: il trasferimento delle Ninfe,
che, abbandonate le altre acque, sono qui convenute, è singolare; tuttavia
l'invidia o il malocchio non hanno luogo, perché il bagno è cosi bello da
giustificare la diserzione. Non è certa la distinzione di 'parti' fra i due di­
stici. L'espressione è goffa, e il testo e la sintassi lasciano dubbi.
397 S r 6. Raffi gurazione di Odisseo con Penelope e Telemaco, esibita, secondo
il lemma, da un missorium (dr. 5S5) d'un certo Eubulo, o conservato nel
'quartiere di Eubulo'. Odisseo ha paura che la nutrice non mantenga il se­
greto che egli ha raccomandato: cfr. Odissea XIX 479 sgg.
8 r 7-r9. Un certo Pietro, omonimo dell'apostolo, ha istoriato stoffe e og­
getti destinati a usi liturgici: cfr. P. Waltz, in « Revue ftudes Grecques ,.,
I945. PP- I05-I7-
8r8. Nel Vangelo di Giovanni (20.4) si dice che l'apostolo Pietro, quan­
do arrivò al sepolcro di Cristo, lo trovò vuoto. Al v. 3 « mi chino ,.: nell'of­
ficiare (si tratta d'un prete). Che sul piatto (la patena) vi fosse la rafligura­
zione del Cristo morto, per gli archeologi è dubbio; « vedo» sarà da inten­
dere 'con gli occhi della fede'.
399 S2o. L'Ereo: palazzo con parco edificato da Giustiniano (Procopio, Edi­
fici I r r .r6 sgg.). Cfr. 663 e S u .
82r. Sovrani : Giustiniano e Teodora.
822. Selene: la Luna (è il soggetto). Raffigurazione astrale su un misso­
rium; si è addotto a confronto Petronio 35·
LIBRO DECIMO

399 823. Cfr. XVI 226.


40I 824. Parla Pan: cfr. 337; X I I . La correzione -r;�;ii 6.n'7.V Schneider (dr.
VI 296 ) per 7t o -. ' iiypa.v (se. 7tO'tl iiypa.v) è solo probabile.
825. Anche qui parla Pan, cioè una sua statua in riva a un'acqua da cui
non viene nessuna eco. Per gli amori di Pan e Eco, dr. 586.6; V ! 78, 79, 87.

826. Gruppo statuario d'un Satiro (servo o seguace di Bròm.io, cioè di


Dioniso) con Eros dormiente, presso una fontana.

827. L'attacco ricorda Archiloco I D'. Dioniso è rappresentato frequente­


mente con corna taurine. Il bimbo: Eros, dr. 826. Manca almeno un verso.

Libro X
r. L'epigramma è un gioiello. Costitul il modello di 2 ; 4 ; 5 ; 6; I 4 ; I 5 ;
I 6; I X 363; Catullo 4 6 ; Ora2io, Carmi IV I 2 ecc. F u presente alla memo­
ria di Cicerone, Ad Attico IX 7·5 e I8.3; X z . r . Per Priapo, divinità della
spiaggia e dei porti, dr. 8 , e inoltre VI 3 3 ; 89; I92; I93·

2. Al v. 7 Bròm.io � Dioniso. La madre era Afrodite.


3 · Mèroe: regione etiopica, dr. V 3 01. Il motivo è frequente anche nei
tilosofi. Per l'ultimo verso, dr. VII 477.

4II 7 · Al v . I la località è forse Làrnpsaco nel Chersonneso trace.


8. Testo congetturale e dubbio al v. 2. Al v. 7 « sull'acqua ,. per xr:J.ò' C�r:J.­
"toc; sembra plausibile: l'allusione è alle barche; chi intende « sott'acqua ,.
pensa alla fauna marina.

9· La sintassi pesante ha fatto supporre la caduta d'un distico dopo il v. 2 .


IO. Emendamenti dubbi al v. I ; ma i tentativi di difendere f.Epii ç, o ���ci:­
ooc; (se. 7tÉ'tpT]c;) e persino Ctly�ClÌ.. L'tT]c; non sono soddisfacenti. AI v. 5 E.j...
7tOLT]c; Jacobs è correzione geniale; se si accetta il tràdito E�).ctT]:; s'inten­
de 'per questo tragitto felice'.

4I3 I 2 . Alcune note idilliche ricorrono altrove, per es. V I 3 3 4 (Leonida), XVI
227.
I 4. Per il v. 2 , dr. 2 . 2 . Si noterà la ripresa e la contam.ina2ione di motivi
e d'espressioni di vari epigrammi della serie 'priapea': fra l'altro, per la
rondine dei vv. 5-6, dr. 4.6; per i pesci del v. Io, dr. 9·3·4·

4I5 I5. L a descrizione è qui limitata al porto, co n esclusione degli elementi


'primaverili'. Per lo spunto m.itico dell'ultimo distico (Bròmio-Dioniso,
perseguitato da Licurgo, si rifugiò nel regno di Teti, a cui donò per grati·
tudine un'urna d'oro), dr. Iliade VI I36.

16. È l'elabora2ione piu ampia del tema 'priapeo'. Al v. 3 « librari » : pari


d'altezza. Al v. I J , dr. Oppiano, Halieut. I 234 sg. XCll uxci:pov, 6:; o'Ì] !J.�0-
voc; Év lxvvu� 1téiuw ci:vCtvoo�c; l qJÒÉyyt'tCl� lx!J.Cl)..ÉT]v À.a).Ctyr'lv X't ì. . Per
Aristotele (Hist. Anim. 508 b al.) Io scaro sarebbe un pesce 'ruminante'.

417 1 7. I l dio invocato al v . I è Priapo o Pan. Testo molto incerto nel primo
distico. AI v. 3 il regno tritonio (nel testo semplicemente Tritone - Posido­
ne) è l'alto mare. II dio del v. 3 è probabilmente Apollo. AI v. 4 il Piteo è
forse un tempio oracolare.

1 8 . Gobri è certamente un orientale.


NOTE 7 20

1 9. Cfr. VI I6I e I98. Gaio sembra essere il figlio di L. Calpurnio Pisone


frugi, protettore di Antipatro di Tessalonica e d'altri poeti.
20. Cfr. XII 42.
2 1 . Maltrattato dalla moglie e cacciato dal talarno nuziale, col cuore gela­
to e l'animo in subbuglio, il poeta intona una sorta d'inno cletico alla dea
dell'amore, lamentandosi con lei e chiedendole di donargli scampo nell'a­
more d'un'etèra (Nais, cfr. V I07). Metafore perspicue, linguaggio scelto.
23. Per l'immagine cfr. Aristofane, Rane 998 sgg., Platone, Protagora 328
a ecc. Il soggetto di liJ.7tVEVO'TJ (v. 3) può essere il vento (Gow-Page), ma
anche lo stesso retore EIJ.1tVovc;: cfr. E. K. Borthwick, « Ciass. Quarterly»
I97I, pp. 433 sgg., il quale sottolinea anche la coerenza delle metafore (che
investono anche "tÉpiJ.a"ta al v. 5) e al v. 6 ripropone Eunopoc; anzi che
Eur.Àooc; di Sakolowski per il corrotto i'iJ.npocri>Ev. l piu identificano Nice­
ta col retore d'età augustea di cui Seneca, Controv. IX 2.23 e 29, Suas. 3 .6
al.; ma può trattarsi anche dell'asiano Niceta di Smirne, di cui Filostrato,
Vite dei sofisti 1 . 19, p. 24 Kayser.
24. Il dio è Posidone.
42I 25. Il poeta segue L. Calpurnio Pisone Frugi (cfr. VI 24I) in un viaggio
in Asia, probabilmente fra il IO e 1'8 a. C. (Cichorius). Panormo: porto di
Ccfallonia. Itaca « petrosa »: cfr. Odissea IX 27 al. L'imperatore è Augusto.
26. Motivo topico, dall'A Demonico dello Ps. Isocrate allo Ps. Ausonio,
Epigr. I B, p. 427 Peiper. L'autore sembra lo stesso dell'epigr. 4 I . La diere­
si dopo lo spondco 4" (v. 3 ) è rarissima; ma dr. XI 397, attribuito anch'es­
so a Luciano.
27. Per il contenuto, la paternità lucianea sembra da escludere.
28. Si cita, fra altri confronti, il comico Apollodoro, fr. 3 Kock.
29. Il moralismo su un tema erotico non sembra consono a Luciano.
423 30. Imitazione di Ausonio, Epigr. I6, p. 3 I 6 Peiper. Ma il motivo è comu­
ne: cfr. Seneca, De beneficiis II I al. L'autore sembra lo stesso di IX I 20.
3 1 . L'inizio ricorda Pindaro, lstmica 5.I6 l'Na•à l'Na•orcr� npÉnn. L'ov­
vietà del contenuto non consente illazioni sulla paternità.
32. Proverbio certo antichissimo, variamente ripreso: cfr. Gellio XIII
1 7·3·
34· Le parole IJ.ÉÀELV, IJ.EP�IJ.vCiv, Sat!J.Wv s'affollano in un gioco piuttosto
banale, che ingenera fastidio. Nel primo distico un detto proverbiale ovvio
(cfr. Apostolio, 6.67 L.-S.), a cui il secondo distico (considerato autonomo
nel Laur. 32.16) risponde rettificando.
35 · Motivo topico almeno da Tcognide. Si cita Ovidio, Tristia I 9·5 ecc.
425 36. Cfr. 95 e nota, e soprattutto I2r.
37· Cfr. Teognide 329. Il riferimento metaforico di � paSvnovc; all'astrat­
to �ov),l) sembra un unicum.
38. L'attribuzione di quest'esametro sul xatp6c; a Timone di Fii unte si de­
ve ad Ateneo VII 28I e.
39· Sentenza menandrea (Monostici 575 e Sro Jaekel; Dyskolos Su sg.).
40. t nella silloge teognidea (v. I I5 I ) . In Teognide 1262 anche il v. 2
(ii.Hwv pro OEL),wv).
LIBRO DECIMO 72 !

4 1 . Al v. 3 comincerebbe secondo alcuni un nuovo epigramma . Un'e�pres­


sione nonniana (Dionisiache XIII 255) al v. 7· Cfr. 26.
42. Il valore del silenzio è sostenuto da poeti gnomici e da filosofi. Cfr. 46
e 98. Per il motivo, dr. già Odissea XIV 466; l'immagine del sigillo in Teo­
gnide 1 9 al.
4 3. Planude nota che le lettere della parola t;Tji}� ( '" vivi,., cioè 'mangia per
vivere') corrispondono ai numeri (delle ore) 7, 8, 9, ro.
44· Tema fondamentale: l'attacco contro i falsi amici e la denuncia della
venalità; tema surrettizio: la propria miseria. Oltre all 'innesto dell'apostro­
fe latina (con giustapposizione ironica di frater, corrente nell'uso cristiano,
e domine, diffuso in età imperiale romana), si noti il gioco paretimologico
OO�WE/06�EVCl� al V. 4·

45· Allude (vv. 3 sg.) polemicamente a Platone, Timeo 90 b, dove l'uomo


è detto (jlU"tOV oux �YYE�OV &_)..),.' oup&.v�ov. Per la creatura di fango (v. J )
dr. Aristofane, Uccelli 686; Callimaco, fr. 495 Pf. L'origine dallo sperma,
che si presume immonda (Aristofane, Cavalieri 1285 "t'Ì)v &.r.�tr-:-:•n-::;•J
op6crov), serve alla psicologia distorta di questo moralista laico a giustifica­
re la sua concezione degli uomini come branco di porci (X 85). E da dire
che la stupenda meccanica della generazione dal « sangue perfetto che mai
non si beve l dalle assetate vene ,. è esaltata, per converso, da una coscien·
za morale insospettabile: Dante, Purg. XXV (e XVIII).
429 46. II motivo che il tacere è bello (per l'ignorante, X 98; per tutti, XI 300;
XV 20) riceve qui una solennità prestigiosa dal richiamo a Pitagora, inven­
tore della regola ascetica del silenzio.
47· Simonide 5 1 2 Page "lt�VE "lt�v· É1tl cru�opa:� sembra garantire al v. I
�ucra:c; parentetico. Cfr. Teognide 33; Alceo 91 D'. Al v. 2, dr. Iliade XIX
225 ya:cr"t"Ép� ov 1twc; �cr"t� vÉxuv "ltEvi}ijcra:� X"tÀ.. e, per l'esempio di Niobe,
Iliade XXIV 6o2. I figli di Niobe (14 nella splendida narrazione di Ovidio,
Metamorfosi VI 136 sgg., come in AP VII 549, XVI 1 3 1 ) sono 1 2 anche in
XVI 132 (Teodorida).
48. Bersaglio del disprezzo 'di classe' per i corrotti uomini del potere è
qui un leguleio o causidico o azzeccagarbugli divenuto giudice togato. Al
v. 3 ho ormeggiato il gioco verbale insistito. Isocrate (v. 4) : il grande ora­
tore attico del sec. IV a. C.
49· Fra la citazione d'un proverbio (dr. Scollo ad Aristofane, Vespe 352)
all'inizio e un modo di dire (attinto a Eschine 2.21, con la sostituzione di
&.1tocppacrcrew, dr. Maccabei I 9·55 ad &.r.oppcir."tEW) alla fine, si esprime
con vivido piglio il risentito sdegno d'una coscienza 'impolitica'.
431 50. Razionalizzazione (dr. Orazio, Epist. I 2.23 sgg.) dell'episodio ame­
rica di Circe (Odissea X 21o-393). La parodia è piegata al moralistico rifiu­
to della seduzione femminile.
51. Consueto ricorso a proverbi letterari (Pindaro, Pitica 1 .65 xpÉ77Wv
yèLp olx"t�p�ou cpi}6voc;, dr. Erodoto III 52) e di sapienza popolare (�TJOÈv
ayav oppure "ltaV"tWV !J.Écr' apW"tCl, dr. Teognide 335 ecc.).

52· Nel contesto di Menandro (fr. 249 Kiirte) "tctu-:61J.11-:év É7-:w, W;


EOLXÉ, "ltOU DE6c;, l crwt;EL "tE "lt�).À.èL "tWV à�pa"tWV r.;;a:YIJ.(i-:wv a cui si al­
lude, probabilmente "tctu"t6J.Lct"tOV (dr. qui v. 4) - Ka:Lpéc; (dr. XVI 275 ),
un concetto astratto, mancante in Omero, largamente invocato già in età
classica (Pindaro, Pitica 9.135 al.).
NOTE 72 2

43 1 53· Crono, figlio di Urano e Gea, sposa Rea e genera Zeus, che lotta col
padre precipitandolo nel Tartaro: cfr. Esiodo, Teogonia 137 sgg. Il mito di
Zeus parricida, biasimato da Platone, fu sfruttato dall'apologetica cristiana
come esempio d'aberrazione religiosa (per es. Lattanzio, Istit. I 10).
433 54· Dionisio re del Ponto (337-305 a. C.) fu un famoso grassone: cfr. Ate­
neo XII 549· Pallada deplora i piaceri del ventre: cfr. 57·
55· Nasce, come il seguente, dalla misoginia di Pallada, che « propriae
causae accendebant ». Il tema, letterario, è svolto con astioso mordente. Il
proverbio dei vv. 2-3 (- 'sei un uomo') in Odissea XIX 163. Al v. 5 si cita
Giovenale 6.612 « et solea pulsare nates » ; Luciano, Dia/. degli dèi 1 1 . 1 .
56. Fonte è Euripide, Elettra 367-79. I l v . 1 5 è stato tormentato d a corre­
zioni; al v. 1 8 Paton, autore della geniale correzione XctWO"TÉpovç, pensa ai
1 2 apostoli (meglio diventare cristiani e conciliarseli! ) : è assurdo. I 1 2 dèi
sono i 1tctÀct1ot, i xpct"TEV""tctl OWOEXct, troppo indulgenti con gli spergiuri:
il senso è chiarito dal confronto con Eufrone comico, fr. 6 Kock.
435 57· Cfr. 54; IX 170.
58. L'attribuzione dell'epigramma, trasmesso da molteplici fonti, non è
concorde. I motivi della nudità dell'uomo che nasce e della nudità dell'a­
nima priva del corpo (Platone, Crati/o 403 b), o anche del corpo privo del­
l'anima all'atto della morte, risuonano variamente in testi antichi e moder­
ni. Singolari i riscontri con la Scrittura (lob I 2 1 ; Ecc/es. V I4). Per la nu­
dità materiale posi mortem sono molte, ma esterne, le analogie con poeti
latini. La formulazione è qui incisiva, specie nel chiasmo del v. I , col forte
spicco di -rv!!v6ç.
59· Due motivi tipici del pessimismo greco: a) l'attesa d'un male è peg­
giore del male (Epitteto, Manuale 5 ) ; b) la vita è dolore, per cui la morte è
un guadagno (Erodoto VII 46; Euripide, fr. 449 N'). Cfr. IX I I I e 500.
6o-6r . Pallada, un escluso, mentre maledice la propria miseria, proclama
ideali di dignitosa povertà (cfr. IX I 72 bis, 394 ecc.). L'esecrazione dell'o­
ro e l'esaltazione della penuria è topica in fonti greche e latine. Il contra­
sto TIEvlct-TIÀoiiuç fu immortalato da Aristofane nel Pluto (ivi, v. 543,
Penia elogia se stessa come fonte di crwq>pocrvvl]).
437 62. L'idea della Tyche irrazionale baldracca è basilare nella visione di Pal­
lada, cfr. IX I8o-83; X 87 e 96 ecc. Cfr. Menandro, fr. 464 Korte.
63. L'epigramma è ambiguo. Nel primo distico la condizione !arvale del
povero è livellata a quella del morto o del non-esistente, nel secondo il crol·
lo della vita è disastroso per chi visse sul serio. Dall 'accostamento sembra
resultare un conforto per chi è nella condizione dei vv. I-2 e una deplora·
zione di chi è nella condizione dei vv. 3-4, che, tutto sommato, soffre di
piu; ma la consolazione può essere amaramente ironica.
64. Il mutamento di condizione d'un potente abbandonato nella disgrazia
da tutti torna questa volta a lode della Forruna e di quel 'giocare' gli uomi­
ni che altrove le è rimproverato.
65. Motivi e immagini alquanto banali, espressione decorosa. La lezione
a!-Lq>L�OÀOV del Laur. 32,I6 al v. 4 rende piu plausibile la grammatica, ma
impoverisce la poesia.
439 66. L'impulso a sovvenire alle necessità elementari dei poveri (cfr. Me­
nandro, fr. 250 Kiirte) dovrebb'essere basato sulla consapevolezza delle al-
LIBRO DECIMO

ternative della Fortuna, sRecie quando siano state sperimentate. Motivi to­
pici. Al v. 6 at-r(1;wv lixoì.ovç, dr. Odisrea XVII 222.

439 67. Il lemma Év ovdprp si spiega male. Di MV�I.I.TJ personificata non c'è
traccia (nota è MvTJj..LOo:TuVTJ ) ; Al)ih) è già in Esiodo, Teogonia 227; ma dr.
soprattutto Euripide, Oreste 2 1 3 sg. Il v. 2 è scombinato: è ripre-;o M·ni­
I.LTJ ma non Al)àTJ, e Ì.EvyaMoç non è l'antonimo di liyaà6ç. L'interpre­
tazione complessiva sembra questa: il poeta constata ( 1 xat:;o-o:ov indicati­
vo) che la Memoria conserva il ricordo d'eventi lieti, la Dimenticanza obli­
tera eventi tristi: sono perciò due risorse eguali e diverse per l'uomo. Il
dubbio che xa(pEnv sia imperativo è peraltro fondato: dr. IX 49·

68. Forte attacco contro la pederastia (dr. V 277 di Eratostene Scolasti­


co, ma anche V 208 e XII 41 di Meleagro), dopo la delineazione dell'ideale
cristiano della castità. Gli animali sono presi a modello dell'amore 'natura­
le': Stratone (XII 245) aveva sostenuto la superiorità degli uomini 1:'J"f(...
1;nv Evp6nEç!
69. Si cita Seneca, Epist. I I I 3 .17. Ma il motivo è antichissimo: dr. alme­
no Eschilo, fr. 255 N'.; Sofocle, fr. 698 Pearson.

441 70. Gusto di cullarsi nell'illusione pur sapendo che è tale, rifiuto d'atteg­
giamenti censori propri dei filosofi (Aristotele), richiamo alle suggestioni
d'un paganesimo illuminato. Per l'ultimo distico, dr. le anacreontiche
38.16 e 40.5 Rose.
71. I n Babrio 58, Pandora (per cui dr. Esiodo, Opere 42-105; Teogonia
565 sgg.), ricevuto da Zeus un vaso pieno di beni, lo apre per imprudenza:
i beni volano in Olirnpo e vi restano, sicché gli uomini ne sono defraudati.
Non resta neppure la consolazione di contemplare la bella donna, sciupata
dallo sgomento. Dallo spunto mitico si ricava una considerazione genera­
le della vita squallida e angustiata dalla vecchiaia.

72. L'immagine della vita come scena si ritrova in innumeri testi antichi
(si citano Svetonio, Augusto 99; Luciano, Nigrino 20 ecc.) e moderni. Pal­
lada pone qui un'alternativa stringente: stare al gioco o soffrire rassegnati,
cioè: l'unico modo d'illudere la tragicità della vita è sentirla come gioco.

73· Il gioco verbale (un vezzo di Pallada), difficilmente traducibile, si ri­


scontra già in Terenzio, Formione 1 3 8 « quod fors feret feremus" ecc., in
Giuliano imperatore, fr. 170 B.-C., piu tardi nella monaca Casia (!.X seco­
lo). Ma l'idea dell'ineludibile accettazione della via segnata dalla sorte è
stoica (Cleante, fr. 527 Arnim, dr. Seneca, Epist. XVI I I 4 . I I ) . La fortuna
dell'epigramma è dimostrata dal gran numero di fonti che lo trasmettono.
L'interpunzione corretta non è dopo ì.v-::E�ç (Diibner: xa( - etiam sic), ma
dopo liyavax-rEi:ç (Inge, « Class. Review » 1939, 9 : xa( ... xaL correlativi).

44 3 74· È possibile indicare molti punti di contatto con la parènesi stoico-cini­


ca relativa alla virtus e (per l'epigr. 76) alla paupertas, quale già echeggia
in vari carmi oraziani. Poeticamente, l'epigramma si basa su una metafora
marina largamente documentabile, a partire almeno da Teognide 671 sgg.

75· Motivo di Epicarmo (fr. ro D.-K.), per cui gli uomini sono c otri gon­
fiati ». Tono solenne e meditativo, patina epicizza nte. L'inconsistenza !ar­
vale o la spettrale vanità dell'uomo è vista in chiave satirica da Lucillio,
XI 88-95. Tono parodico anche in Agatia, XI 372, che echeggia chiaramen­
te Pallada sul piano verbale.

77. Si notino i vari nomi della stessa forza fatale.


445 78. Cfr. 47 e 77· Sintassi e interpunzione dubbie nel primo distico. Al
v. 3 non ritengo crxwì.TJ!; - "!EPTJOW\1 né accetto À.a�Ei:v di Graefe (peggio
NOTE

�o-rdv Jacobs) per �aÀE�V, che è crudo e forte. Non c'è un vcr-rEpov 7tp6-rE­
pov: il -rE è nesso intimo fra i due infiniti. Espressione vivida anche al v. 4·
445 79· Il motivo che la vita passata appartenga alla morte è tipicamente stoi­
co: cfr. Scneca, Epist. I I . 2 al. Al v. I è meglio serbare lo iato che spezzare
l'espressione TJI..La p É1t' TiJ.Lap trasponendo yEvvWJ.LEfr (a) con T. L. Agar,
« Class. Quarterly » I923, p. 86.
So. L'espressione iniziale trova molti riscontri, da Platone, Leggi 803 c a
Plauto, Captivi 22, da Eunapio a Cinnamo. Al v. 3 crcpawno6v, cfr. Iliade
XIII 204.
8 1 . Il motivo letterario del rimpianto dell'età che fugge è ripreso con ac­
centi originali. Per l'esclamazione del v. I , cfr. XI 289. Per l'espressione del
v . 5 , cfr. Dante, Par. XVII I06 sg. « si come sprona I lo tempo inverso me».
Trimetri giambici.
447 82. La suggestione di questo celebre epigramma è alquanto imprecisa e il
segno espressivo è poco netto. Ogni valutazione è legata anche alla soluzio­
ne d'un problemino testuale al v. 4: se si accetta "' (Musuro), c'è antitesi
fra il v. I (non siamo vivi che in apparenza) e il v. 4 (siamo vivi realmente,
ma il nostro sistema di vita è morto); se si legge El (- siquidem) l'antitesi è
solo nel v. I (fra &av6v-rEc; e l:;wJ.LEv), e i vv. I e 4 sono due diversi modi
d 'esprimere la stessa idea. Cfr. A. Cameron, « Class. Quarterl[ » I965, p.
2 I 8 . Una forte analogia si riscontra con Euripide, fr. 638 N . Quanto a
"EÀ.À.TivEc; del v. 2 (- gentili, pagani), sembra giusto scorgervi la nostalgia
di Pallada, invano ritenuto un convertito, per la religione del passato spaz­
zata via dall'editto di Teodosio del 39I d. C. e dalle persecuzioni che ne
seguirono (cfr. 89·9 1 ) . Per l'immagine del v. 3 i confronti sono innumere­
voli, da Pindaro e Aristofane fino a Shakespeare e Calder6n. Trimetri
giambici.
83. Distico enigmatico, da nessuno emendato in modo plausibile. Sembra
un attacco contro i ricchi, per cui anche il buon senso è qualcosa di critico,
noioso, fatale (ma il senso dei vocaboli in cumulus del v. I è incertissimo).
Il v. 2 non si può che mettere fra croci: ottima proposta &.yÉÀ.TI Jacobs per
ci.vci.yx11 ; ma nel primo emistichio occorre lasciare da parte le fantasiose
correzioni di Zerwes e Beckby l:;wljc; 7tov'ij-rtc; e limitarsi a sW\1'11<; 7tOLXLÀ.l'l1
Dubner o a sW\1'11 1tOLXLÀ.-ri} (ego, dubitanter). L'ipotesi di Dubner della
caduta di due versi (indicanti le cose di cui si occupa il ricco) fra v. I e v. 2
è accettabile.
84. L'ossessiva replica di oci.xpu e derivati è il tema musicale della 'roman­
tica' poesia, molto fortunata e imitata (dr. V I I 339). Al v. 3 è da leggere
r.oÀ.voci.xpvov (cfr. Iliade XVII I 92; la stessa correzione in Euripide, Era­
cle 427 Wakefield), poiché è improbabile che Pallada sbagli la quantità di
T.oÀ.vOci.xpv-rov che ha la penultima lunga (Iliade XXIV 6 2o ; Odisseo XIX
2 1 3 ecc.).
85. Esempio del realismo pall adiano (Irmscher) e vertice dell'espressività
del suo stile concreto e lapidario. Al v. I , dr. 105.
86. Sui redditi d'un maestro di scuola nel basso Impero, dr. A. Cameron,
« Class. Review ,. 1965, p. 257. Pallada, che in IX 174 descrive i metodi
impiegati dagli scolari per imbrogliarlo, qui sembra in un momento d'eufo­
ria. Al v. I , dr. Euripide, fr. 54 N'. Quanto a opvd}ac; - galline , dr. Ate­
neo IX 373 c, che cita Menandro, fr. I 55-56 Korte. Trimetri giambici.
44 9 8 7 . Replicato dopo XV 1 9 ; inscritto su un lavatoio a Efeso con varianti ai
vv. I y' f).WJ.LEv (recte, per yd•.WJ,LEv) e 2 7tlvov-rEc; [propriam. 7ttvwv-rEc;]
"' -rpvq>wvnc; i'l )..EÀ.OVJ.LÉvot ( invece di Tvx11v -rE 1tOPY1Jc; [7t6pY1]v p•] pEv­
!Laaw xwovJ.LÉYl]v). Secondo Cameron (« Oass. QuarterJy ,. 1965, pp. 226
LIBRO DECIMO 72 5

sgg.) l'iscrizione sarebbe il prototipo e l'epigramma serbato da P Pl un


adattamento; ma le sue argomentazioni sono piu speciose che plausibili.
Nulla osta all'ipotesi che l'adattamento sia invece da ravvisare nell'iscrizi<F
ne, che può avere intonato il v. 2 al carattere e all'uso dell'edificio. Comun­
que y' EÀ.WJ.lE\1 è necessario. Trimetri giambici.

449 88. L'attribuzione, sostenuta naturalmente da chi crede alla cristianità di


Pallada (Waltz), è contestata da altri, per ragioni di contenuto e anche di
forma. G. Luck (« Harvard Studies in Class. Philology ,. I958, p. 459) rie<F
nosce una derivazione platonica (per il v. 2 , dr. Fedone 62b), ma ritiene
topico il tema; Beckby si rifà ai Dieta aurea pitagorei (70). Si potrebbe
pensare a ironia (Sternbach), osservando fra l 'altro che le apposizioni a
CTWJ..LO'. del v. I sono affastellate (dr. 83) e non in climax, come se il poeta
rifacesse il verso a definizioni di filosofi platonici. In ogni caso né la tradu­
zione « inferno ,. (v. 2) né « immortale iddio» (v. 4) devono indurre a in­
terpretare l'epigramma in senso cristiano.

89. AI v. I evidente reminiscenza di Esiodo, Opere 763-64. La personifi­


cazione piu celebre della Fama è in Virgilio, Eneide IV I73 sgg. L'evento
che qui sbugiarda la fama sarebbe una disfatta militare, prima annunciata
come una vittoria: Waltz pensa alla sedizione del goto Gainas (399 d. C.);
Keydell alla vittoria, disastrosa per gli "E).À.l]\IEç, riportata nel 394 da
Teodosio su Eugenio.

90. Strettamente connesso col precedente. La J..LW PUt (v. 4) sarebbe l'edit·
to di Teodosio del 391 (Reiske) o comunque l'intransigenza confessionale
cristiana (Jacobs). Ma difficile è spiegare il v. 2 : probabile allusione (Key­
dell) al patriarca alessandrino Teofilo, inviso ai pagani per la distruzione
del tempio di Serapide. Pallada si attribuirebbe sarcasticamente il modo di
pensare degli avversari (dr. 9 I ) . I dubbi restano; la stessa connessione fra
i vv. 1-4 e 5-7 non è chiara. Trimetri giambici.
45I 9 1 . Strettamente connesso al precedente. Il concetto dei vv. 1-2 già in
Iliade XVII 98 sg. al. AI v. 2, cfr. 77·3· La collera del v. 4 è quella divina.
Trimetri giambici.

92. Se l'epigramma è diretto a un personaggio investito di poteri giurisdi­


zionali, diflicilmente si tratta d'un « Loblied der Gerechtigkeit ,. (Beckby),
come emergerebbe dalla recensio di Jacobs: 6 yO:p CTE p.D.;:w\1 TI)� t.�xl]�
VJ..L\IOUç XÉE� al v. 4· Pallada odia i legulei (dr. 48), gli apx:�vtE� (XI 280
ecc.) e gli adulatori (83, 86 ecc.) : dr. A. Cameron, « Ciass. Quarterlp
1965, pp. 2 I 5 sg. , che legge ov ycip cr' 6 J..LÉÀ."JtW\1 'tiiç t.!xl]ç VJ..L'JC'J� xi<:�
('chi ti canta non canta certo la Giustizia'). Ma il senso dell'insieme può
essere un altro: tu sei un giudice implacabile e sottile, ma il canto di chi
t'elogia può far dormire la giustizia, uno che ti canti s'assicura la tua ac­
quiescenza: basterà la correzione, nel testo ttàdito, di ov in 6. Qualcuno ha
pensato che questa sia la dedica d'una silloge e che l'epigramma annuncia­
to al v. 3 sia il seguente 93· Per !'« usignolo » del v. 2, dr. ad VII Bo. Tri­
metri giambici.

93· Cfr. IX I72 bis.


94· Motivo diffusissimo della "' sera numinum vindicta »; venature ironi­
che. Struttura chiastica ai vv. 2-3 e analogie strutturali fra i vv. 1-2 e 3·4·
Trimetri giambici.

95 · Replicato dopo XV 20. Cfr. Teognide 9 1-92; ma il motivo è diffuso


(36; 1 2 1 ; XI 390 ecc.). Trimetri giambici.
453 96. Replica di motivi e persino di espressioni (dr. 6z; Bo; 87), tuttavia
NOTE

con un tono nuovo di angoscia rabbiosa. Al v. 3 cfr. Euripide, fr. 684 N'
( AP X 107 bis). Trimetri giambici.
-

4H 97 · Nel basso Impero la libbra d'oro era coniata in 72 pezzi (aurei o soli­
di) : il poeta ha dunque 72 anni. Sull'odio per la grammatica, cfr. IX r68-
169, 1 7 1 , 1 73-75- Sembra che, nonostante le critiche per chi desiderava o
deteneva cariche, il poeta abbia aspirato invano a diventare senatore. L'i­
ronia del v. 2 non è nuova: cfr. Plutarco, Catone Magg. 23. Bowra ritiene
che questo sia l'ultimo epigramma di Pallada.
98. Il silenzio, esaltato altrove come ascesi (46, cfr. XI 300; XV 20), qui è
denuncia d'ignoranza. � banalizzata la massima per cui conviene cnyfi.v o
À.ÉyELV "tà Xa.(p�a..
99- Hecker ha brillantemente individuato l'apostrofe l:�o-1:' (l:�"t') nel
testo corrotto.
45 5 roo. Al v. 5 « milioni » è traduzione esagerata: propriamente 1 0 mine,
cioè mill e dracme. Vivido scarto dell'epigramma alla fine, dove l'impoten­
tia coeundi è designata con crudezza.
Io I. Cfr. IX 274- Stile ricercato.
103. Ha fatto luce sull'epigramma G. Giangrande, in « Rheinisches Mu­
seum » 1 963, pp. 255 sgg. La ' torta' (iNJ..L ÉÀTJ era un dolce sacrificale, veri­
similmente pregiato), cioè l'amante d'un tempo, è divenuta inaccessibile,
costa troppo. Per ora conviene accontentarsi d'un cibo vile, cioè d'una mu­
liercula a buon mercato, nutrendo fiducia nel futuro ribasso dei prezzi (che
sarà inevitabile con l'età). Il doppio senso erotico (per o-uxov, cfr. XVI
240.8 al.) non è però immediatamente perspicuo, e nel primo distico, a
parte il sospetto iNJ..LÉÀT]v (posto fra croci da Gow-Page), è certamente cor­
rotto xoÀoxopS6xoÀa., e la proposta d'emendamento xoÀoxvvihciSa. resta
una brillante congettura. Il v. 4 è proverbiale.
457 104. Frammento d'una sorta d'inno. Il primo distico è citato da Giuliano
imperatore, Or. 6.199 e. Manca almeno un verso.
105. Nel testo c'è il nome del morto, Teodoro. Attribuzione ovviamente
falsa: si è proposto Pallada. Cfr. VII 342. L'espressione i)a.vci"t� 1tcivnc;
Òr,?ELÀ6J..LEi)a. (cfr. Orazio, A.P. 63 « Debemur morti nos nostraque ») ha l'a­
spetto d'un lapidario proverbio.
ro6. Famosissimo esametro, forse d'origine ortica, citato non proprio te­
stualmente in Platone, Fedone 69 c. L'esteriorità dell'adesione al culto è
altra cosa dall'autentica iniziazione e dall'intima partecipazione al mistero.
107. Anche questa sentenza e la seguente sono nul/ius, variamente attri·
bui te e comprese in raccolte gnomologiche. Trimetro giambico.
107 bis. Trimetti giambici.
I08. Preghiera citata, con la variante a1ta.ÀÉ�ELV per a1tEpuxo�c;. da Plato­
ne, Alcibiade II I43· Esametri.
459 1 IO. Il riferimento ad Alcibiade e l'attribuzione si desumono da Aristo­
fane, Rane I43 1 ; Plutarco, Alcibiade 16. Cfr. pure Valerio Massimo VII
2 . 7. Trimetri giambici.
I I r . Cfr. XI 1 93, assegnato, come quest'epigramma , a Pallada. La stessa
considerazione è attribuita ad Alessandro da Curzio Rufo VIII 1 2 . 1 8 .
I I 2. Noi diciamo che Bacco, tabacco e Venere riducon l'uomo in cenere. I
bagni sono sinonimo di vita lussuriosa!
LIBRO UNDICES IMO

459 1 1 3. Versi dati come adespoti in P ma compre�i nel corpus teognidL-o, vv.
I I 55·56 e attribuiti a Teognide da S. Ba� ilio, Libr. gentil. 9 . 1 x o.
I I4· Figurazioni pagane del Tartaro, e in particolare il supplizio di Tan­
taio, sono ancora presenti in àmbito cristiano, dr. VIII 104.
I I 5 . Trirnetro giambico.
I I 6. L'attribuzione a Pallada, sostenuta da Franke per molti degli epi­
grammi di questo gruppo (da 105 a I I 9), in questo caso si basa sulla nota
avversione di Pallada alle donne e al matrimonio. Trimetri giambici .
I I 7. Diviso da alcuni in due distici distinti.
I I 8. Cfr. X I 305 e, per le coincidenze letterali, VII 33 9 (che è imitazio­
ne). Sorprendenti i contatti con Gregorio di Nazianzo, Carmi I 2 . 1 5 , 1 sgg.;
2 . 1 6, 1 sgg. (P.G. XXXVII, pp. 766, 778), che potrebbero far pensare a imi­
tazione diretta di quest'epigramma, attribuito a Pall ada, da parte del poeta
cristiano ( morto nel 390). Si tratta tuttavia di domande che l'uomo si pone
perennemente. Le nichilistiche affermazioni del secondo distico trovano ri­
scontro in un carme epigrafico latino ( 1 495 Biicheler) : « Nihil sumus et
fuimus mortales. Respice, lector, l in nihil ab nichilo quam cito recidi·
mus » . Cfr. pure Ps. Ausonio, Epigr. I , p. 4 1 9 Peiper ( Epigr. Bobiensia
-

43). L'ultimo distico, un banale appello al 'carpe diem', sembra da espun­


gere; dr. tuttavia (se l'autore è Pallada) XI 54 e 5 5 ·
120. Fine osservazione in esametri, desunta da Nonno, Dionisiache XLII
209. Si confronta Ovidio, Ars amatoria I 275.
1 2 1 . II nome del poeta è sconosciuto. P! assegna l'epigr amma a Pallada,
altri ad altri. Per il motivo, dr. 95 e nota.
1 22. È stata notata un'analogia fra l'inizio dell'epigramma e il finalino ri­
corrente in alcune tragedie euripidee (Alcesti, Andromaca, Baccanti, Elena,
Medea) e citato da Luciano, Convivio 48. B. Baldwin ritiene almeno "' Lu­
cianic >> l 'epigramma, che P attribuisce a Lucillio.
124. A un'elegia dell'ignoto Glicone sarebbero da attribuire, come excerp­
ta, gli ultimi quattro epigrammi del libro X (Luck).
1 24 bis. Cfr. IX 359·

Libro XI
471 r. Gioco di parola sul 'perdere', con cita2ione lievemente mod.i.ficata di
Odissea XXI 295 al v. 3 : dr. 1 2 ; VII 725 . Congio : capacità oltre 3 litri.
2. Si suppone che un medico, pressato da malati di calcolosi renale, si ri­
volga per aiuto a uno specialista, intendendo sottrarsi a interventi chirur­
gici che non può fare e alle rappresaglie dei pazienti delusi. Doppio senso
di 'pietra'.
3 · Attribuito a Pallada da Weigand, che al v. 6 scorge una reminiscenza
del verso comico cr·mpa\louc; 1t!lpaaxou l;wnL cr!lu-r� x11L J..l.u ;;!l (Filemo­
ne, fr. 1 73 Kock); ma l'unione di unguenti e corone si trova dovunque.
4 · Si citano Terenzio, Eunuco 1078 sgg.; Ovidio, Amores III 4-45 sgg. ;
Giovenale 1 .55 sgg.
473 5· L'etnico o il soprannome che segue nel titolo il nome del poeta è inde­
cifrabile; M!lVT]CT[ou Preisendanz difficilmente vale 'di M!:tvij(;"l.C\1 (città
frigia)'; tanto meno 'di Magnesia' ( ! ). II como d'Amaltea (simbolo di fe.
NOTE

condità donato da Zeus alle Ninfe) indica la ricchezza (cfr. Focilide, fr. 7
D'); è probabile l'allusione alle 'corna' che il marito cosi fortunato deve
mettere in conto.
473 7· Al v. 2 �L\IE�\1 Paton è seducente; ma XL\IE�\1 ha comunque il senso eli
'fottere'. Al v. 3 il verbo 'pomiciare' allude al pelling: voce gergale.
8. Cfr. Teognide I I9I. I versi, con l'ampliamento d'un distico, si ritrova­
no come iscrizione su pietra. L'attribuzione è congetturale.
9· L'autore sembra Leonida d'Alessandria, anche se non è evidente l'iso­
psefia.
475 IO. Le reci tazioni di versi e le dispute erudite infestavano i banchetti (dr.
Marziale I I I 45 al.). Aulo è un grammatico.
I I . La folla di parassiti-ballerini che ha invaso il triclinio comporta una
deroga all'usanza per cui i cibi venivano passati ai famigli ai piedi de! letto:
cfr. 205; 207; Marziale III 23.
I 2 . Per il v . I , dr. I .J . Si allude all'avvelenamento d i Callia ed Epicrate,
probabilmente due poeti (il primo tragico, l'altro comico), secondo altri un
diplomatico e un ammiraglio, perpetrato dal 'Guercio', cioè da Filippo V
eli Macedonia, detto J.l0\16J.lJ.lO.'toc; (monocolo) e qui definito con un neolo­
gismo ol\lox<ipw\1 (propriamente 'Caronte del vino', forse anche nel senso
che mette a morte ubriaco). Per i rapporti fra Alceo di Messene e Filippo,
dr. IX 5 19.
1 3 . La livida parvenza è la Morte (1topcpvpEoc; M\la.'toc;, dr. Iliade V 83
al.). Al v. 3 si allude alla tisi, alla febbre, all'idropisia.
I4. La G6rgone cangiava in pietra; Niobe fu cangiata in pietra. Non sem­
bra identificabile Proclo, l'ospite. Al v. 6 ho reso in qualche modo il gioco
fonico 'tvÀ.T]\I·O''ti)À.T]\1.
477 I 5· Il destinatario può essere una spia politica che provoca esecuzioni eli
senatori, o un medico spiccialetti. Il fatto che il suo nome cominci con l'ul­
tima lettera dell'alfabeto assicura a Orlgene per lo meno una dilazione.
16. Il suggerimento di rendere con 'matamoro' l'omerico hXEO'lJ.lwpoc;
(Iliade I l 692 al.) mi viene da Aubreton; ho aggiunto il 'matto' (J.lwpoc;).
I7. Ho reso con approssimazione, ma non senza aderenza ai giochi sernan­
tici, i nomi 'nobilitanti'. Al v. 3 il greco parla propriamente dell'aggiunta
eli quattro lettere (<pLÀ.o-) al nome !:'tÉ<pa.voc;.
18. La sostituzione del figlio maschio alla femmina può avvenire in quan­
to si tratta eli supposi ti: Filenio è infatti una sterile. Per miracoli del gene­
re, non occorre comunque pregare la dea egizia della fecondità, Bubasti.
479 19. Deucalione: mitico progenitore dell'umanità dopo un diluvio univer­
sale. Qui significa un diluvio eli quell'acqua che dev'essere bandita dal
VinO.
20. Il motivo che gli aquae potores non scrivono versi accettabili (Orazio,
Epistole I 19) è congiunto con la critica dei linguaioli pedanti (&.xa.\l&oM­
"(OL, dr. 347; 322), privi eli quel nerbo poetico che fece grandi Archiloco e
Omero. Al v. I tre termini peregrini; il camlSeno è un pesce. Qualche dub­
bio sulla sintassi al v. 5 ·
2 1 . La lucertola è il pene, cresciuto co n Agatone. Gli epiteti � oo o ocix'tu­
).oc; e poo6nTJxvc; appartengono alla tradizione poetica. Cfr. XII 3 e soprat·
tutto 242.
LIBRO UNDICES IMO

479 22. Il senso osceno del buco e del serpe (Aristofane, Ecclesiazuu 9'"J 9) è
evidente. C'è anche un gioco sul nome dell'efebo: è un pathicus, eppure
porta un nome maschio e severo: t.pétxwv era un celebre legislatore.
23. Per l'immagine del cavallo (v. ,5), attribuita a Cratino, dr. XII 29. Chi
discende a piedi sarà chi non indulge alle gioie conviviali. Dà chiarimenti
su É1tEl e 7tEço�ç (v. 6) G. ]. de Vries, « Mnemosync ,. 1970, pp. 24-26.
24. Esiodo di Ascra, il poeta della Teogonia, incontrò sul monte Elicona
le Muse e n'ebbe l'ispiruione poetica, simboleggiata dall 'acqua d'Ippocre­
ne, la fonte sgorgata per un calcio del mitico cavallo Pegaso. Antipatro ri­
fiuta volentieri tutta l'acqua sacra della poesia per una sola coppa di vino,
cioè per l'obliosa dolcezza che gli propina un efebo di nome Elicone.
25. Fatali cure (v. 2): la JJ.éÀ.É-rTJ �a.va-rou, cioè la preparuione ascetica al­
la morte, di cui il sonno è immagine. Al v. 6, dr. V 1 1 2 .
26. Bròmio: Bacco, vino. Al v. 4 « trasporti » : facendomi sbandare.
27. Sorrento in Campania, Asti e Pollenza in Piemonte (dr. Plinio, Natu­
ralis Historia XXXV 160). L'argilla è in rapporto con Bròmio come materia
di coppe da vino. Linguaggio ricercato; sintassi poco limpida ai vv. 5-{ì.
28. Al v. 5 a&a.va-rou Boissonade per D:�ava.-roç è probabile, ma il senso
resta dubbio. Cleante e Zenone: filosofi, il primo (m. 232 a. C.) scolaro del
secondo (m. 264), che fu il fondatore della severa scuola stoica: dr. V 1 34·
29. All'inizio e alla fine metafore marinare. Al v. 3 il testo è frutto di cor­
rezioni ; se non si integra (1)}7tplv con Schneider, l'errore metrico (trocheo
anzi che dattilo 4") si ritiene intenzionale : il verso è 'moscio' come il mem­
bro di Automedonte, inuzzolito invano. Cfr. V 47; Canùlo 67.2 1 .
JO. Le « volte » : dr. Canùlo 3 2 .8 novem ... furutiones. Testo e senso in­
certi al v. 3 , corrotto e oberato di congetture. Al v. 4 si allude alla leggen­
da del brigante Tèrmero, che rompeva la testa agli altri finché Eracle ruppe
la sua; il « guaio termerio » è dunque espressione proverbiale (dr. Plutar­
co, Teseo 1 1 ) . Ai vv. 5-6, dr. Ovidio, Amores III 7.17 sgg.
3 1 . Il tramonto delle Pleiadi, a novembre, segnava l'inizio delle bufere
(Esiodo, Opere 6 1 8 sgg.). Al v. 4 gli astemi sono temuti perché si ricorda­
no e ricordano ad altri le cose dette nel vino (e dimenticate) da chi beve:
non occorre pensare a spie! Cfr. il proverbio 1.w:n� J..I.V ctJ..L�va. CT'JJ-1.7:6-:-a.·J.
485 32. Sicione in Peloponneso (Fliunte in VII 707) sarebbe stata la culla del
dramma satiresco, a cui qui si riconosce un umorismo temperato, una comi­
cità rattenuta dal moralismo. Al v. 4 la saggezza è inculcata propriamente
al 'cittadino' (acr-r6v), dotato di urbanitas.
33· Parlano i ceppi di vite. Strettamente connessa con Dioniso (Bròmio),
l'edera non può e non deve soffocare la vite: l'edera stessa non serve a nul­
la se il vino non c'è.
34· A piaceri preziosi e costosi sono contrapposti piaceri piu familiari, con
un contrasto non del rutto perspicuo. Il nocciolo dell'epigramma è rutta­
via la stanchezza per conviti ed etère e il desiderio di sposare una verginel­
la (motivo 'anti-sympotic': dr. G. Giangrande, in Entretiens, p. 145, poi in
« Gruer Beitrage » 1973, pp. 147 sg.). Al v. 7 -:":'JEVJ..I.Ova. -rÉ-y;a.-:-E: cfr. Al­
ceo 94 D'. Al v. 8 « casalinga » : propriamente 'che sta nella sua tana' ( sen­
so controverso).
35· Attribuzione discussa, per lo strano modo in cui è introdotto il nome
dell'autore al v. 3 · l personaggi sembrano storici : Artemidoro tentò di sal-
NOTE

vare Cesare dalla scadenza fatale delle Idi di marzo (Piutarco, Cesare 65);
Apollofane fu ammiraglio di Sesto Pompeo (Cichorius). Al v. 6 « alle cin­
que » : propriamente 'all'ora decima'.

487 36. Archèstrato: cfr. X I I I40.


37· Ai vv. 5·6, dr. Esiodo, Opere 536 sg.
38. Descrizione d'una raffigurazione incentrata s u un teschio (dr. I X 439)
con iscrizione. La meditazione su inaugurate immagini dell'Orco durante
il banchetto è, in Erodoto ( I I 78), una costumanza egiziana; si ricordi an­
che la cena di Trimalchione in Petronio 74, e XVI 89.

39· L'alone è probabilmente il lezzo che emana dalla bocca, cfr. Marziale
I I I 5 ; XII 74· Piu diflicilrnente si tratta d'una 'renommée' equivoca. Assai
dubbio v. I [ppE�.

489 40. Il si re Cadmeo è Dioniso, figlio di Sèmele figlia di Cadmo.


4 r . Splendido per tono e coerenza d'immagini. Le pagine del libro della
vita sono « dimidiate » perché il poeta ne ha compiuto la prima parte, di
cui Santippe sarà suggello. « Fine » o « Finis >> è la xopwv(ç, cosi frequente
nei manoscritti e nei libri ; cfr. XII 257. Che Santippe (v. 3) sia la Xanto di
v 4? L'espressione 0'\1\IE'tljç ayyEÀ.Ot TJÀ.tXLT}ç è identica in v I I 2 + Al v.
6 , cfr. V I 24+ Tutt'altro che improbabile, anche se meno suggestiva, al
v. 8, la costruzione OE0"7t6'ttOEç TJJ.l.E"ttpT}ç JJ.Clv(T}ç (de Groot). Per tutto l'e­
pigramma, cfr. G. Giangrande, « Grazer Beitrage >> I973 , pp. I 4I·47·

42. I misteri della dea Demetra a Eleusi in Attica (propriamente nella


' terra Cecropia') davano, com'è noto, visioni e certezze escatologiche agl'i­
niziati. Per l'espressione del v. 6, cfr. VII 73 r .6.

43· Nostalgia di patria nell'aiietto per una coppa di ceramica.


49 I 44· Per volere dello stesso Epicuro (Diogene Laerzio X I 8), il genetliaco
del fi.losofo si celebrava il giorno IO Gamelione (gennaio·febbraio), mentre
il 20 d 'ogni mese si teneva una riunione di amici in memoria del maestro.
Qui sembrano confuse o sovrapposte la festa annuale e la ricorrenza men­
sile. Pisone è il protettore del poeta (dr. X 2 1 ) . Il paese dei Feaci: una sor­
ta di terra promessa, in Odissea VIII.

47· L'attribuzione ad Anacreonte è dovuta ad analogia di metro (dimetro


giambico catalettico) e di contenuto con le anacreontiche. Per Gige, dr.
Archiloco 2 2 D'.

493 48. Metro e attribuzione come sopra. Efesto, il dio fabbro, è invitato a ce­
sellare una coppa con raffigusazioni bacchiche (il Liberatore, dagli affanni ,
è Dioniso), non già un'armatura con figure astrali (come quelle dello scu­
do di Achille in 1/iade XVI II 483 sgg.).

49· Il v. 3 prescrive il dosaggio: Y. di vino per Y. d'acqua (dr. Esiodo, Ope­


re 596). Che il troppo vino sia antiafrodisiaco è ben noto: si rammenti
Shakespeare, Macbeth, atto II se. 3". II Sonno è propriamente fratello del­
la Morte (Thànatos): dr. lliade XIV 2 3 1 ; Esiodo, Teogonia 756 al.

50. Cfr. Esiodo, Opere 373 sgg. Le speculazioni fi.losofico-scientifiche sul


vuoto e sugli atomi sono dispreuate ironicamente.

495 5 r . Allusione al cangiarsi delle carni lisce in un corpo duro e peloso (dr.
36 al.).
52. Pèrseo: l'eroe che decapitò la GOrgone.

B · Svolge un proverbio tramandato dalla Suda: �6oov 7tapEÀlh�v J.lT}Xl'tt


LIBRO UNDICESIMO 73 I

t;irt"n 7tcH.w. Vi scorge una metafora erotica chi l'unisce (come nella Syl·
loge Crameriana) a XII 29. Cfr. pure V 28.
495 54· Pallada sembra tradurre l'anacreontica 7 Rose in metro diverso; ma
fa un'altra cosa, accentuando il senso della morte imminente e del proprio
sfacelo. Il secondo emistichio del v. 4 è quasi uguale in Vll 685.2.
55· Aggiunto come conclusione al precedente in alcune fonti, riscatta il
gioco dell'antitesi (v. 2) con un lampo di poesia.
497 56. Attribuito dai piu a Pallada (dr. 62). Si confronta Euripide, Alcesti
782 sgg.; ma i motivi sono topici.
57 · Schizzo d'un vecchio bevitore impavido, che si direbbe tracciato dal
vero; ma il nome parlante del personaggio (nel mito Enopione è figlio di
Dioniso), la reminiscenza del Socrate del Simposio platonico, il riferimen·
to a Omero (Iliade VIII 102, dr. I V 3 1 5 ) denunciano la 'letteratura'.
58. Ideale di mediocritas tipico di Macedonie, anche se tutto è conven­
zionale. L'ambienta2ione sottolinea il divario fra la gente 'bene' e i lav�
ranti che s'affannano alle viti, senza nessuna solidarietà umana per questi
ultimi. Per le ricchezze di Tebe (v. 2), dr. Iliade IX 3 8 1 sgg. al. I consoli
sono dorati (v. 8) per la toga orlata d'oro o per i fasci d'oro: allusione alla
dignità consolare (forse solo nominale) dello stesso poeta?
59 · Scherzoso capovolgimento della consueta parènesi a nutrirsi di cibi
sani moderandosi nel bere: qui l'esorta2ione è a bere a garganella: a De­
metra (la dea del pane) e al suo regno è contrapposto Dioniso (lacco, Lieo,
Bromio): dr. 6o. Al v. 3 il vino !cario s'identifica col vino di Pramno. Per
Trittòlemo (v. 4), dr. l'Inno omerico a Demetra, 1 5 3 . Per la terminologia
del v. 5, dr. Esiodo, Opere 429, 461, 47 1 (il polisindeto sottolinea la noia
per gli oggetti enumerati). Per i vv. 7-8, dr. Nonno, Dionisiache XII 2 I I .
499 6o. Al v. 4, con Demetra dea della terra, madre di Persèfone, è identifica­
to il pane. Ma il poeta se la prende con ogni genere di cibo, specie con la
carne e col pesce che lo disgustano. In realtà vuole solo bere : rinuncia per·
sino all'ambrosia.
6 r . Alla satira topica contro i medici ignoranti (dr. I I 9 sgg.) s'unisce la
rea2ione del buon senso popolaresco, ammantato qui d'autorità letteraria
(Iliade VI 26 1 ; IX 706), contro il divieto del vino, farmaco dell'anima e
anche dei mali fisici.
62. Cfr. 56; Euripide, Alcesti 782 sgg.; Epigramma/a Bobienria 42.
501 63. Impostato su iperboli, l'epigramma è piu simile al delirio d'un ebbro
che al ragionamento d'un sobrio. Specie nel finale, la spacconeria da mi/es
gloriosus sembra smontare con l'ironia, dall 'interno, l'effusione entusiasti·
ca. Ma l'apparentarsi dell'imbelle Dioniso ad Ares è documentabile (Euri­
pide, Baccanti 302 sgg.) e ha radici in episodi mitici (Ora2io, Carmi I I
19.33 sg.). Lo stesso Ora2io (Epistole I 5.17) dice che il vino « ad proelia
trudit inertem » . Per le ill usioni di grandezza e di benessere date dal vino,
dr. per es. Bacchilide, fr. 20 h Snell; Ora2io, Carmi III 2 1 . 1 8 ; Ovidio, An
amatoria I 239 ecc. Al v. 6 s'all ude ai Giganti, figli di Camastra, cioè resi­
denti su un promontorio a picco in Macedonia.
64. Al v. 6 « linfe » : propriamente 'Naiadi'. Efficace quadro dal vero; n�
tevole la sopravvivenza dello spirito pagano di festa dionisiaca.
503 65. Cfr. Marziale IX 8o.
66. Attribuzione incerta. Dubbia la lezione e l'interpunzioce al v. 5· �lan­
ca almeno un verso alla fine. Per il tema, dr. 374 al.
NOTE 73 2

67. Bocca a u : un modo di fare 'boccuccia'; ma forse il greco allude a


un'interiezione v v frequente sul labbro della balba vecchia. In ogni caso
l ' u (v) è il segno del numero 400. La vecchia, che h� gli anni d'un'Ecuba
(la moglie di Priamo) o d'una cornacchia (l'uccello piu longevo, dr. 389 al.)
e potrebb'essere addirittura sorella e madre di personaggi mitici (noi di­
remmo che ha l'età di Matusalemme o simili), fa la graziosa, s'atteggia a te­
nera puttanella (Laide). Cfr. Marziale I 100.
68. Cfr. Marziale VI 12.
69 . Ho reso con discutibile arbitrio il gioco assonante del v. 2 vÉa-'Pla.
Rea: moglie di Crono e madre di Zeus.
70. Isopsefo. Al v. 4 « per altri sposo »: la giovine moglie sarà fecondata
da altri: lui non è piu in grado.
7 1 . Deucalione: cfr. 1 9 . Cfr. Marziale I I I 93·
72. Nestore: il piu longevo degli eroi omerici, vissuto tre generazioni. Il
cervo: animale longevo come la cornacchia (cfr. 389). Sulla mano destra si
contavano le centinaia e le migliaia, sulla sinistra le unità e le decine. Qui
la sinistra serve per continuare (o ricominciare) il computo. Il v. 6 vuoi
dire: come mai Ade non se l'è presa, l'ha lasciata in vita?
73· Foiette (v. 5): propriamente 'sestari', dal la t. sextarius, circa mezzo li­
tro. Cfr. Marziale IX 37·
507 74· Ho reso con approssimazione i giochi d'assonanze, talora usando ter­
mini diversi per valore semantico da quelli del testo.
75· Olimpico: nome fittizio, scelto per ironia. Augusto: sarà Nerone.
509 77· Cfr. Odissea XVII 301 sg.
78. Al v. 3 gioco intraducibile: IJ.VPIJ.l)XEc; vale 'formiche', ma anche 'ce­
sti' del pugilato (che producono 'buchi'!) I l gioco è complicato dalla meta­
fora per cui IJ.VPIJ.l)XLa� o IJ.VPIJ.l)Xoc; Ò:"tpano[ (cfr. Aristofane, Tesmofo­
riaxuse 100) erano definite le scale enarmoniche della musica d'avanguar­
dia orientaleggiante. Dubbio il senso di ypci.IJ.IJ.a"ta, per lo piu inteso co­
me la notazione musicale (mediante segni alfabetici) che accompagnava il
testo destinato al canto; ma dr. A. C. Cassio, « Rivista di filologia e istruz.
classica » 1975, pp. 141-42.
79· L'Istmo, Nèmea, Olimpia: sedi di tre dei principali agoni sportivi.
So. L'ironia è persino nel nome - quello dell'innocuo bue sacro Api - po­
sto nel testo in posizione spiccante, staccato da "pugile ».
5II 8 1 . Pisa: Olimpia. Platea: i giochi Eleuterl. Pito: Delfi. Al v . 3 con « mi
valse » (- ci rimisi) ho reso l'ambiguità di �a-xov (che lascerebbe pensare a
'premio, vittoria'). Nell'ultimo distico, parodia della proclamazione ufficia­
le dei vincitori. Acuta analisi dell'epigramma , di L. Robert, in Entretiens,
pp. 1 8 1 · 201.
82. Ho omesso il nome del destinatario, un certo Zoilo, omonimo d'un
critico alessandrino d'Omero.
83. Neppure un terremoto vale a spoggiare un ... velocista, di cui persino
il nome è una beffa.
84. « !::loge à rebours,. (L. Robert).
51 3 85. L'aùeta che dopo un anno (o quattro?) non ha ancora raggiunto il tra­
guardo gareggia qui nella corsa oplitica (in armi). Gioco di parole alla fine
su « stadio » (misura lineare e specialità agonale).
LIBRO UNDICESIMO 733

513 86. � dato come anonimo, ma l'attribuzione a Lucillio è �tremarnente


probabile. Al v. 2, dr. 1 1 9.2. Al v. 3 <�- star/ 1> : traduzione approssimativa e
abusio alloglossa.
87. � superfluo fare il calcolo �atto delle misure della stanza e dell'aper­
tura.
88. Amoretta, una ragazza senza peso e di dimensioni minuscole, si sente
un Ganimede rapito da Zeus per amore mediante l'aquila.
89. L'iperbole finisce per essere insipida: la situazione 'non si vede'!
92. Al v. 3 7tÉpaç è sospetto: 't'Épaç, proposto da Dubner, può sorridere.
La battuta finale significa, ambiguamente: « Gaio è portato a seppellire » .
95· Antitesi fra l'aggettivo 'piccolo' e il nome 'Lungo' (che ho sostituito
con Longo, cognome tra noi frequente). L'impresa di soffocare il topolino
è paragonata a quella di �rade bambino che strozzò i serpenti.
96. �rade liberò l'Arcadia dagli uccelli voraci che inf�tavano il lago di
Stimfalo. I tordi morti, scarniti come Arpie (dr. 239) rinsecchlte, rovina­
no probabilmente lo stomaco al poeta.
97· Stratoniceo: enorme tempio di Smirne in onore di Stratonice, moglie
di Antioco l. « Costoro » : gli abitanti.
98. Metropoli: in Asia minore; <�- polis »: riconoscimento onorifico della
dignità di città.
519 roo. Anche il poeta Filita di Cos si metteva i piombi nelle scarpe.
ro2. Imitazione di 308.
IOJ . Cfr. 93 e 99· Al v. 4 « primordi .. : i primordio rerum lucreziani. Al
v. 6 nel testo c'è un'apostrofe: « Alcimo ».
104. Fetonte, a rigore, non cavalcò, ma guidò il carro del Sole e cadde fol­
gorato. Cfr. Epigramma/a Bobiensia 65; Ps. Ausonio, Epigr. 20, p. 428
Peiper.
521 107. Titio: dr. IX 790. Testo congetturale al v. 3 ; non chiaramente af­
ferrabile l'immagine finale.
ro8. Attribuito dal lemma a Giuliano l'Apostata. Trimetri giambici.
523 r ro. Al v. 2 il testo pr�enta un composto inaudito 'piu magro de' magri',
'piu re de' magri' o simili, dr. 238. Per la battuta finale, dr. Marziale
Xl ror.
r r r . Cfr. 90; 9 1 .
r r 2. Al v. r « ungerti >• : col collirio prescritto dal medico. L'invocazione
alla luce è di tono tragico. La fine del v. 3 è corrotta; non soddisfa òlj a.j..
'tov Boissonade, né S�auyovç Scaligero.
r r3 . Cfr. Ausonio, Epigr. B r , p. 342 Peiper.
r r4. Crono (Satumo) è un pianeta sinistro, dr. r 8 r ; r83. Cfr. Ausonio,
Epigr. So, p. 342 Peiper.
525 r r 5. lside, nota divinità egiziana, e Arpòcrate, suo figlio, avevano il pote­
re di accecare. Cfr. Giovenale I3·93·
r r 6. Una delle mitiche fatiche imposte da Eurlsteo re di Tirinto a trade
fu quella d'andare a prendere Cerbero negl'Inferi. �are: forse .::\'erone.
r r 7. Attribuzione dubbia. Capitone sarebbe un medico del tempo di
NOTE 734

Adriano. Valori delle misure di lunghezza: stadio - m 1 77; braccio (cubi­


to) - m 0,44; palmo - m o,22; pietro - m 29,6.
u8. L'attribuzione a Nicarco è in P!. L'epigramma e il seguente sono ri­
portati in P dopo il 332 e attribuiti a Callictere.
5 27 I I 9 . Nella fattura, l'epigramma è memore di 86. Il purè: di lenticchie, in
uso nei funerali.
I 22. Per il secondo distico (parod.ico), dr. VII 270.
I23. L'attribuzione a Èdilo fu già negata da Làskaris (liOl)À.ov).
I 24. Il medico è immaginato con una verga e con calzarure correttive, pa­
rodia del caduceo e dei calzari alati del dio Ermete, che accompagnava le
anime agl'Inferi. Al v. 4 Parctonio: l'ultimo dei clienti; secondo altri una
città ai confini della Libia.
1 26. Al v. 2 << inedita » traduce xaw6v, ma potrebbe trattarsi della spu­
gna 'comune' (xow6v Keydell).
53 I 1 28. Il Floro che è bersaglio dell'epigramma (secondo alcuni lo storico e
poeta latino coevo di Adriano) abusava evidentemente di versi spondiaci
e in genere di spondei, e qui gli si rifà il verso nella fattura dei primi emi­
stichi. I Giochi: forse il Certame Capitolino in cui Floro avrebbe ottenu­
to, forse a buon mercato, un premio (ma l'immagine della braciola di maia­
le al v. 4 non è ben chiara). Perseverando, il lento e pesante poeta potrà
correre e vincere addirittura una gara di fondo (circa m 4250).
I 29. Ho reso in qualche modo i giochi d'assonanze "IcrfrjJ.LCI/7tap(cril!J.LC1 e
lluilLCI/7tCipC17tUilLCI (hapax). Senso: il poeta in questione, per vincere, non
dovrebbe avere rivali; ma dovrà pur misurarsi con gli altri.
I30. Contrapposizione delle poesie brevi e delle elegie alle imitazioni dei
poeti epici e omerizzanti, che consistono spesso in furti di locuzioni (« in­
di peraltro » - a\rtà:p E7tEL"tC1) o di modi ovvi (addirittura l'attacco dell'I­
liade al v. 8). I modelli cari a Polliano sono Callimaco, di cui ormeggia la
poetica (cfr. XII 43), e Partcnio (I secolo a. C.), meno imitabili di altri, ove
non si voglia ragliare in modo ridicolo. Al v. 5 le parole spaziate sono di
Callimaco (fr. 1 .3 1 Pfeiiier), al v. 6 di Partenio (fr. 27 Martini).
1 3 1 . Dcucalione: dr. I 9 ; 7 1 . Fetonte: dr. I04.
533 I32. Al v. 4 « un ette>> : propriamente « un alfa » : cfr. Eroda 3 .22.
I3 3· I rotoli di papiro erano conservati in « ceste » o casse (Orazio, Satire
I 10.63).
I 34· Eliodoro: evidentemente un poetastro parolaio. Al v. 3 citazione
della sfida di Diomcde c Glauco in Iliade VI 143· Al v. 4 due hapax.
I35· Un padre poeta, compiangendo in versi il figlio morto, finisce con
l'ammaz2arc l'ascoltatore, tanto i versi sono atroci. L'ascoltatore è dunque
piu degno di compianto del bambino.
535 I 36. Al v. I le parole spaziate sono attinte ad Arato, 1 3 1 . Ai vv. 5-6 il mi­
cidiale avversario è invitato a ritirarsi e a chiedere piangendo una tregua,
come Priamo in Iliade XXIV 460-517.
I37· Dopo un pessimo pasto, Eliodoro ha ammannito i suoi versi a Lucil­
lio. Questi si sente come i compagni di Odisseo che, divorati i buoi del So­
le in Sicilia. sono destinati a pagarla cara. S'augura la morte in mare, come
Euriloco (Odissea XII 350) o, in mancanza, l'annegamento nella profluvie
poetica dell'ospite. Cfr. Marziale III 4.5 e .50 al.
L I BRO UNDICES IMO 73 5

535 I 39· Doppi sensi erotici di termini grammaticali-stilhtici. Testo non �icu·
ro al v. 3, dove élv-rwc; Musuro è degno di considerazione.
I40. Contro i glossatori emuli del celebre filologo alessandrino Aristarco:
cfr. r o; 3 2 1 ; 347· L'espressione è intenzionalmente sostenuta da preziosi­
smi lessicali. Le parole spaziate al v. 5 in Odirsea III 2 7 1 . Al v. 6 citazio­
ne di Iliade I I .
537 141. Contro l e digressioni storiche d'un avvocato verboso che perde di vi­
sta, oltre al buon gusto, l'argomento della causa. Otriade: eroe spartano
(Erodoto I 82, dr. VII 244); le allusioni alle guerre persiane sono ovvie.
Cfr. Marziale VI 19.
142. Ho imi tato con qualche approssimazione e alterazione di comodo le
locuzioni formulari, i termini e le forme atticizzanti o poetiche che impre·
ziosiscono il linguaggio ridicolizzato del retore. Al v. r « a iosa .. : propria­
mente 'tre a botta'.
143. Isslone e Titio: due dei grandi peccatori mitici, ai quali è accostato
sarcasticamente un poeta contemporaneo, Melitone (dr. 246). Contempo­
raneo, e ancora vivo, il lilologo Rufo del v. 6.
539 I44· I verbi del v. 3 rispettivamente in Iliade XX I 57; II 334 al.; Odirsea
IX 394; Iliade XI 8 1 3 al.
145· Cfr. 149; I 5 1 ; XVI 3 1 7 e 3 1 8 ; Marziale I 97 ecc. Esametri.
146. II dialetto di Cipro era ritenuto scorretto (solecismo da Soli, città ci­
priota).
147. « D'Egitto » : propriamente di Tebe. L'Egitto era fecondo di prodigi
e di magie.
I48. Per gli errori nel gesto, dr. Quintiliano I 5 .36. Notare l'anacoluto al
v. 4, dove il secondo hemiepes replica 13 8.2.
541 I49· Cfr. 145; I 5 1 ecc. « Composto » : ben drappeggiato.
150. L'offerta d'un copricapo a Ermete viaggiatore è consueta. Qui è in
discussione la pertinenza della qualifìca del donatore inserita nella dedica.
1 5 1 . Cfr. 145; 149; Ausonio, Epigr. IO, p. 3 1 4 Peiper.
I 53· Gioco abusato cinico-cane. Cfr. 158; Marziale IV 53 ecc.
543 I 54· Ermòdoto è personaggio immaginario. L'ultimo verso è discusso : se­
condo alcuni vEI.c; -ro x�-rwvcip�ov sarebbe un invito a 'indossare' il mantel­
letto dei cinici, secondo altri a 'deporre' la runica, aderendo cosi alla setta
dei cinici che non la portavano. Per M. Gigante (« :-!aia ,. I970, p. 49) il
XL"twvcip�ov è 'l'ultima tunica, il corpo', per cui l'espressione è un comico
invito al suicidio, ultima ratio . Ho tradotto ormeggiando in qualche modo
l'ambiguità del testo (noi parliamo di 'spoglie mortali').
1 55. L'ultima parola è frutto di correzione: il testo ha Xl1xoo;-:oiJ.axwv,
che tuttavia Aubreton considera praticamente equivalente (o-"t61J.11X:l<; 'ori­
fices'). Attribuzione dubbia.
156. Il motivo che la saggezza non risiede nella barba è comune. Si cita
Giuliano, Misopogon 338 c; dr. 430. In greco c'è un gioco d'assonanza in
antitesi cpÙE�pwv/cppEvwv che va perduto.
157· Le parole virgolate sono colloquialismi frequenti anche in Platone e
facilmente imitabili dai cinici, che sembrano far consistere in simili este­
riorità la sapienza.
158. L'autentico saggio, Diogene di Sinope fondatore della scuola cinica,
NOTE

« cane celeste ,. (dr. Diogene Laerzio V I 2.77), è ben distinto dagli stolti
imitatori che ne riproducono, degradandole, alcune caratteristiche esterne.
Dubbio al v. I ap\O"'t0\1.

H5 1 60. La ncmesi dei profeti di sventura è la sventura che si abbatterà sul


loro capo. Le costella2ioni citate sono funeste. Ma si è pensato che al v. 4
si preveda uno sbranamento dci profeti nel circo.
1 6 1 . Comincia come 163. Saturno (Crono): dr. I I4; 1 83 .
547 1 63. Comincia come 1 6 1 .
1 64. Pctosiri: astrologo e matematico egiziano del n secolo a. C. (Plinio,
Naturalis Historia II 23; VII 49; Giovenale 6.581 e 677).
549 167. Cfr. 1 73. Congiunto al 166 da L. Herrmann.
1 68. L'obolo è quello che occorre per traghettare l'Acheronte: dr. 1 7 1 .7 ;
209.3 ecc.
170. Cinque mine è una grossa somma, per cui o-op6ç significherà 'avello',
non, come di solito, 'bara'.
1 7 1 . Cfr. VII 6o7. L'ultimo verso, mancante nei manoscritti, fu integrato
nell'ed. veneta del 1 521 .
551 1 73· L'attribuzione a Lucillio (PI) sembra preferibile. Altri pensò anche
a Pallada.
174. II furto d'opere d'arte preziose sembra avvenire in un tempio. Il v. 6
è preso di peso, salvo xnpwv invece di Jl.Opq>ii<;, da un epigramma d'Anti­
patro di Sidone (XVI 178.6).
553 176. Notissime le caratteristiche mitiche del dio Ermete, sire dell'Arcadia
dove nacque e ladro delle vacche d'Apollo, oltre che messaggero dei numi
e protettore dell'attività sportiva. II ladro del dio è piu bravo a rubare del
dio dei ladri. II v. 5 è un proverbio (cfr. Cicerone, Familiari IX 7). Trime­
tri giambici.
q8. Replica parodica d'un verso, relativo alla vacca di Mirone, dell'epi­
gramma IX 71 5.
1 7 9· Dione: cfr. 174. Cfr. XII 75·
1 80. I nomi dei giorni del mese, le Idi (il 1 3 o il 15) e le None (il 5 o il 7),
nascondono un doppio senso (El lìwç; /iv wvfiç oppure non ais?) tuttavia
non chiaro: cfr. 1 8 1 . Ben noto il retore Antonio Polemone, vissuto a Srnir­
ne ca. 88-145 d. C.
555 1 8 1 . Ho usato, in luogo di Antonio del testo (in cui si sente wv1o<; 'vena­
le') il nome Giovenale, che consente il giochetto. Ma il bersaglio è Io stesso
del precedente.
1 82. Ho reso con molta approssima2ione e in modo alquanto insulso il
gioco di parole del testo. Parla un maiale rubato che sta per essere sacrifi­
cato: è chiamato XOIPL0\0\1 (diminutivo di xoi:poç) ma non è tow11 (di pro­
prietà).
1 83. Saturno: costella2ione malefica, dr. 1 14; 161. Al v. 2 si tratta d'una
statua del dio che viene rubata. II v. 5, un proverbio (cfr. Esiodo, Opere
265), è una cita2ione da Callimaco, fr. 2.5 Pf.
1 84. Le ninfe Esperidi custodivano pomi d'oro nell'estremo Occidente:
f:racle li rubò e !inf male, bruciato sull'Eta. Analoga sorte (un supplizio nel
circo) tocca qui a un ladro di pomi d'oro nei giardini della Domus aurea
(L. Robert).
LIBRO UNDICESIMO 73 7

55 5 I 85. All'imperatore Vespasiano l'autore ricorda come Nerone abbia san­


cito (67 d. C.) la libertà della Grecia, dopo essersi esibito come citaredo,
interpretando un testo relativo a Nauplio (per cui cfr. IX 289, 429). Nero­
ne è identificato con Egèloco, un pessimo attore schernito da Aristofane,
&ne 303 : è un nuovo, e funesto, Egèloco.
557 I86. Identificazione non sicurissima dell'uccello notturno (« ferali carmi­
ne bubo » Virgilio, Eneide IV 462). Demòfilo ('caro al popolo' o 'amico del
popolo') è un sarcastico nome fitti2io: si è pensato a un'allusione a Nerone.
I87. Isopsefia dubbia.
I 88. Gioco sul nome di Apollo, connesso con ar.6)J.w, adD.•JJ.l.� (Eschi­
lo, Agamennone Io8o al.).
I89. Tisifone: una delle Furie, raffigurata anguicrinita. Al v. 5 « pare­
dri » : che siedono accanto; c'è una reminiscema testuale di Iliade IV I al.
559 I 9 I . L'apostrofe iniziale da Iliade V 455· Il barbiere (secondo alcuni un
cerusico) è identificato col dio della guerra, dr. Marziale XI 84.
I93· Cfr. X I I I; Isocrate, Evàgora 6 ecc. Il distico, d'aspetto proverbiale,
è attestato in iscri2ioni.

I94· La pointe è nell'ambiguo (( appiccÒ » (ÉxpÉJ.1.C10'EV invece di avtÙT]xtv


'dedico
") .
I95· Un pantomime che ha rappresentato la tragica vicenda mitica di Dei­
fonte, genero dell'eraclide Tèmeno, e di sua moglie Imeto, che ispirò an­
che Euripide (dr. Pausania I I I9 e 28), è stato cacciato dalla scena a suon
di fischi, mentre un altro, che ha imitato le dame orgiastiche dei Galli (mi­
nistri del culto di Cibele), ha riscosso un grande successo. Incompetema
del pubblico! Per il confronto allodola<igno, dr. V 307; IX 380.
56 I I96. �ca te: la dea degl'Inferi.
I97· Resa approssimativa. Se opD.oc; significa verpus si potrebbe giocare
con e-letto/e-retto o simili.
I98. L'uomo (il piccolo) dipende dal naso (il grande).
I99· Isopsefo. Sarà di Leonida d'Alessandria.
200. Non isopsefo; l'attribuzione a Leonida d'Alessandria è dubbia.
563 201. I Parti erano nell'estremo Oriente; le colonne d'�racle all'estremo
Occidente.
204. « Chilo » : propriamente 'libbra' (327 grammi). Per il retore Mauro,
dr. XVI 20.
205. «Da dietro » : dr . n; 207.
565 206. Cfr. Marziale VII 20.
207. Cfr. n; 205.
208. Cfr. 43 1 .
209. Iro: il mendicante di Odissea XVIII. Per l'obolo, dr. I68.
2 IO. Sembra che il carbone e l'alloro abbiano un potere scararnan tico. AJ
v. 4 « Vengono ,.: s'intende i nemici. I nomi parlanti dell'ultimo distico so­
no resi approssimativamente.

567 2 n . L'affresco a cui s'allude è una raffigurazione ispirata a Iliade XIII.


2I2. Zopirino o Zopirione ('Argento-vivo', dr. Teocri to I 5 . I 3 ) è il figlio

25
NOTE

del salumiere, a cui il pittore dà un muso canino, come se fosse figlio d'E­
cuba (la moglie di Priamo cangiata in cagna dopo l'uccisione di Polimèsto­
re), o come se fosse un Anubi, figlio della dea egizia Iside. Il v. I supplito
da Boissonade. Testo congetturale al v. 6.

567 213. Non isopsefo; attribuito a Lucillio.

2I4. Deucalione e Fetonte: notissimi personaggi mitici, cfr. I9; 7 I ; Io4;


1 J I ecc.; qui, argomenti di opere letterarie o pittoriche degne di finire dav­
vero (èhrtwç, v. 3) nell'acqua e nel fuoco. Imita2ione in Marziale V 53·

569 2 1 5 . Doppio senso: non si tratta d'infortuni pittorici, ma di corna.

2 1 6 . Evidentemente il pederasta attivo (lupo) s'è svelato passivo (agnel­


lo, propriamente 'capretto') a dispetto dell'età non piu tenera.

2 I 7. I sospetti: che fosse un invertito.

2 1 8 . Chèrilo di Samo e Antimaco di Colofone: poeti epici del v secolo


a. C. Euforione di Calcide (cfr. VII 406), nel m secolo, preferiva il primo,
probabilmente per una qualche affinità nell'uso dell"epillio' storico, oltre
che per le riserve della corrente callimachea su Antimaco. Altri identifica
Cherilo con Cherilo di Iaso (ca. JJO a. C.); altri pensa a nome fittizio. In
ogni caso l'epigramma è giocato su doppi sensi osceni. A parte il fatto che
il nome XoLpt)..oç fa pensare a xo�poç ('cunnus'), le espressioni 'aveva in
bocca' e 'lavorava di lingua' (propriamente 'faceva poesie linguaiole' o 'lec­
cate') sono chiaramente ambigue; anche la qualifica, apparentemente lette­
raria, di 'omerico' fa pensare a J.ll]p6ç (coscia, natiche). Dubbia al v. 3 la le­
zione q�L)..TJ'tpa: Dobree enucleò il nome ben noto d'un altro poeta, Filita.

2 1 9. Doppio senso di q>tMw, cfr. 252. Al v. I « è vero » : propriamente 'ci


sono persone fededegne (che lo dicono)'. Attribuzione ad Antipatro di Tes­
salonica controversa.

571 220. Alfeo e Arerusa: nomi esemplari, per una vicenda mitica notissima,
cfr. IX 362. Le metafore lubriche sono chiare.

222. In greco, anagramma di nomi. Cfr. Ausonio, Epigr. 85, p. 343 Peiper.

223. Attribuzione falsa. Il gioco è dato dall'ambiguo riferimento dello


strumentale.

224. L'autore è probabilmente Antipatro di Tessalonica (di Sidone secon­


do Brunck). Priapo è, com'è noto, divinità itifallica, dal membro smisura­
to. Cfr. Marziale XI 72.

225. Per l'amore di gruppo, cfr. 328.

573 226. L'augurio, consueto anche a Roma, « sit tibi terra levis» è piegato a
una cruda impreca2ione. Cfr. Marziale IX 29.

227. Per Sarurno, cfr. n4; 1 6 1 ; 183 ecc.

228. Èdipo uccise il padre Laio e fu causa della morte della madre-moglie
Giocasta e dei figli-fratelli Eteocle e Polinice (Sofocle, Edipo re 1405 sgg.)

2JO. In greco il gioco è fra il toponimo M&.cr'taupa (città della Lidia) e


C1'taup6ç, la croce.
2 3 1 . I n greco il gioco è fra M&.pxoç e apxoç (- apx'toç), l'orso.

575 232. Il motivo 'in vino veritas' in Alceo, fr. 104 D'; Teognide 500 al.

235. Imita2ione d'un famoso epigramma di Focilide (VI secolo a. C.) su-
LIBRO UNDICESIMO 739

gli abitanti di Lero (fr. x D'). Ho inserito nel secondo verso la 'fuma'
(crcppay(ç), che in greco è all'inizio.
577 238. Il sovrano è probabilmente Giustiniano, e può darsi che si alluda al
suo funzionario Giovanni il Cappàdoce. Il carro di Stato: segno di poteri
amministrativi.
239· Omero ricorda la Chimera spirante fuoco (Iliade VI x 82), ma non le
attribuisce fetore; lo stesso va detto per i tori affrontati da Giàsone nella
Colchide (Apollonia Rodio III 1303) e per le donne andricide di Lemno
(ivi I 6o9 sgg.). Le Arpie (donne-uccelli mostruose) lordavano invece le
mense (ivi II 285; Virgilio, Eneide III 218), e Filottete, a Lemno, esalava
fetore da una piaga al piede (Iliade Il 7x6; Sofocle, Filottete, passim) .
240. I l lezzo del sudore ascellare (le olidae caprae) è spesso rilevato con
schifo da poeti latini: Catullo 99; Orazio, Epistole I 5.29; Marziale III 17;
VII 94 ecc.
241. Cfr. 4 1 5 ; Catullo 97·
579 243. Distro: nome macedone del mese che in Attica si chiamava Elafeèx?
lione (marzo-aprile). La stufa sarà distrutta perché, dopo tanti anni, non
funzionerà piu.
246. Niobe cangiata in pietra per avere oltraggiato la dea Leto fu tema
d'innumerevoli opere: qui il poeta paventa l'elaborazione drammatica d'un
poeta da strapazzo, Melitone (dr. 143). Per la nave impietrata, dr. Odis­
sea XIII 163.
581 247. Il mare d'Isso: in Cilicia; ma i codici hanno 'lcr't'p�x6ç (l'Adriatico
settentrionale). Cfr. 245; 332.
248. Situazione non nuova: dr. IX 34; xo6; 398.
249. Il campo era di proporzioni infinitesimali : cfr. IOJ.
583 251. Beckby cita una novella del Sacchetti.
252. Cfr. 2 1 9. In greco il gioco di antitesi tra cp�ÀÉw e (.I.�CTÉW si giova del
doppio senso di cp�ÀÉW, 'amare' e 'baciare'; per giunta, « caro » è cpLÀ't'a't'E.
253 . Il v. 3 da Odissea XIX 163. Per Niobe, dr. 246.
254. Capanèo (accentiamo secondo l'usus); uno dei Sette contro Tebe. Fu
folgorato da Zeus e crollò dalle mura che stava scalando. Cànace, figlia
d'Eolo, si suicidò dopo la scoperta d'un suo incesto col fratello. Cfr. Auso­
nio, Epigr. 20, p. 317 Peiper.
585 255. Dafne, amata da Apollo, si cangiò in alloro. Traduzione-limite in Ps.
Ausonio, Epigr. J I , p. 434 Peiper.
256. Secondo il mito, Pelia, re di lolco in Tessaglia, fu immerso dalle
figlie in un paiolo perché recuperasse la giovinezza.
257. Cfr. Marziale VI 53·
258. Parodia d'una dedica. L'oggetto offerto non è un xpa\loç (elmo), ma
un xpa'J(o\1 (cranio), e il termine che indica le vertebre significa anche gli
aliossi. Il dio di Pisa: Zeus. Nèmea: i giochi nemei.
259. La Tessaglia era famosa per i cavalli e per le magie. Ai vv. 3-4 si al­
lude al celebre cavallo ligneo di Epeo, il cavallo di Troia. Ironia analoga
in 8J; 86.
260. Lo stesso gioco in 327, dr. Lisia 3 1 .26 Albini. Ho tradotto approssi­
mativamente: l'antitesi greca è fra (3ouÀEuEw (essere buleuta, senatore) c
liouÀEUE�\1 (essere schiavo).
NOTE 740

587 26r. Zerwes lo riferisce « in cinaedum pathicum ».


262. La lettera parla di Selene (la luna) a metà del ciclo, tirata giu d� cie­
lo con pratiche magiche. Ma il doppio senso è evidente: una donna di no­
me Selene è buttata a terra e violentata da giovinastri ad Alessandria
(Faro).
263. Menandro : il corifeo della commedia nuova. Gioco su xaxw.; Ì..É­
yEw: 'dire male' (di qualcuno) e 'recitare male'.
264. Il secondo hemiepes del v. 2 anche in 90; 9 1 ; III.

265. Che Gaio sia un pigmeo �i ricava dall'allusione alle gru, leggendarie
avversarie dei Pigmei (Iliade III 3 sg.), al v. 6. Cfr. 369.
266. Il disgusto per l'immagine dello specchio anche in 76.
269. La statua di Èracle xaì..).(\ILXO<; (cfr. Archiloco, fr. 120 D' al.) è sta­
ta contraffatta: la testa dell'imperatore Lucio Commodo (r8o-r92 d. C.) è
stata sostituita a quella del dio: di qui la parodia d'un'iscrizione reale, di
cui l'epigramma riprende testualmente il primo verso (cfr. Diogene Laer­
zio VI 50). Secondo il discusso lemma, Èracle sarebbe stato mutato in un
san Lucio. Trimetri giambici.
591 270. Per una statua dell'imperatore Anastasio I (491-5 18), considerato un
affamatore del popolo, nell'Ippodromo di Bisanzio.
271. La statua di Anastasio (cfr. 270) sullo stretto di Messina, dove pree­
sisteva una statua di Scilla, è come il simulacro d'una vorace Cariddi, l'al­
tro mi tico mostro di quel luogo.
272. Il sarcasmo è aggravato dal colorito epico di questi esametri.
274. Il dio Cillenio è Ermete, lo psicopompo. All'inizio, cfr. Odissea XV
263. Lolliano sarebbe un retore d'Efeso del tempo di Adriano (cfr. Filo­
strato, Vite dei solisti I 2 3). L'identificazione è ovviamente negata da chi
attribuisce l'epigramma a Lucillio anzi che a Luciano (cfr. V . Longa, L'e­
pigramma scoptico greco, Genova 1967, pp. 69 sg.).
593 275. Controversa l'attribuzione al poeta Apollonia Rodio, in aspra pole­
mica letteraria e personale con Callimaco (dr. XII 43). Al v. 1 imitazione
parodica di termini callimachei, al v. 2 gioco fra at·no.; (reo, colpevole) e
Atna, il titolo dell'opera principale del poeta di Cirene (cfr. VII 42).
279. Le prime parole: nel canto I dell'Iliade, testo base dell'insegnamen­
to: cfr. IX 173 al.
595 28r. Plutone: nel testo 'Ai:!iw\IEuc;, nome già omerico (Iliade XX 6r) del
re degl'Inferi. Bersaglio dell'epigramma un medico o un negromante o, co­
me vuole il lemma, uno 'iatrosofista'.
282. Allude ai malati incurabili, ma si può estendere a tutti gli uomini.
Cfr. X 59·
283. La traduzione adombra appena il gioco Xaì..x(!io.;-ci.7tEXcXÌ..XLCTE del
v. 5· Secondo il lemma si tratterebbe d'un prefetto Damonico. I Calcidesi
avevano fama d'invertiti : questo è ladro.
284. La traduzione adombra, sia pure con surrogati, i doppi sensi impli­
citi nell'espressione. « Mandrillo » : propriamente Licàone (cioè 'come un
Licàone', spregiudicato eroe arcade che nel nome ha ì..u xoc;, in accezione
sessuale, dr. 216); « testa di capo » : propriamente opxaJ.Lo.; (OPXEL<;, co­
glioni); « Chiavari »: propriamente 'Calcide' (dr. 283 ); << sodomizzato>>:
propriamente 'divenuto Antiocheno' (i costumi di Antiochia sono ben no­
ti). Il personaggio, lo stesso di 283 e 285 secondo il lemma, viene dal pae­
se mitico e america dei Lotòfagi, una terra d'oblio ( Odissea IX 82 sgg.).
LIBRO UNDICE S IMO 74 I

595 285. Evidentemente il personaggio, sozzo nel corpo oltre che immorale,
vantava la sua integrità, le sue 'mani pure'.

597 286. I vv. I-2 da Menandro, Monastici 6o9; I97 Jaeckel. Al v. 5 l'inter­
pretazione corrente 'è bravo il servo che si rompe le gambe (e perciò non
scappa)' è stata confutata da E. Degani (« Bollettino Lincei » n. s. I4, I966,
p. 95). Già Piccolos, leggendo ( I 853) 'tOvo' per oovÀoc;, aveva inteso il sen­
so. Trimetri giambici.

287. Al v. 2 ax6'toc; �ÀÉ1m ricorda �ÀÉ1tona. ax6'toc; di Sofocle, Edipo


re 4I9. Trimetri giambici.
288. Al v. x �a.cpLòcic; è sostenuto giustamente da Th. Drew-Bear, « Oass.
Review >> I 972, p. 6 e da O. Masson, « Zeitschrift f. Papyrologie u. Epigra­
phik>> I972, pp. 97-1 0 1 . Il rasoio: non af!ilato.

289. Cfr. X 8 1 .2. L'usuraio registra sulle tavolette cerate gl'interessi, che
calcola ripiegando successivamente le dita. Trimetri giambici.

290. Si gioca su \jlfiq>oc;, che è il voto decisionale, oltre che la pallina per
il computo; la Oa.X't"VÀLXTJ \jlijq>oc; sarebbe una rudimentale calcolatrice.

599 291. Non identificabile con sicurezza il Nicandro che sarebbe (lemma)
bersaglio di questi versi. Il v. 3 fu applicato al Po!iziano da Giano Làska­
ris nella prima stesura dell'epigr. 22 Meschini. Trimetri giambici.

292. Al v. 3 la lezione i'jo-Da. xchw xpdaawv, àva.�ètc; o' EyÉvov 1-lÉya.


xdpwv ('eri migliore quaggiu, ti sei fatto peggiore salendo'), data da Teo­
doro Irtaceno (epist. 6 1 ) e da altre fonti, sembra quella originaria (dr. Epi­
gramma/a Bobiensia 50 Munari « sursum peior eras, escendens sed mage
peior>>), poi alterata e mal restituita con zeppe (a.VVLc;): dr. A. Cameron,
« Class. Quarterly >> 1965, pp. 225-26. Che il bersaglio dell'epigramma sia
il 'filosofo' Temistio, divenuto prefetto di Costantinopoli (non però sotto
V alentiniano e V alente, ma nel 384 d. C.) è attestato dai lemmi, in parti­
colare in P!. L'epigramma si basa su un gioco d'antitesi fra il metaforico
carro della speculazione filosofica e il carro argenteo (anche auratus) pro­
prio dei magistrati (cfr. 238) secondo il codice di Teodosio, fra a.raxoc;
CÌ1tELpÉO"Lov e Euxoc; CÌ1tELpÉaLov degli encomi ai funzionari (L. Robert), ol­
tre che su antonimie, ossimori e chiasmi. Il rapporto con l'or. 34 di Terni­
stio, in cui il solista si giustifica d'essere disceso dalla filosofia alla politica
con analoghi giochi d'antitesi fra alto e basso, è controverso. Cameron ri­
tiene che sia Pallada a satireggiare, secondo un vezzo parodico, le espres­
sioni di Temistio; Peek e altri che sia Temistio a replicare all'epigramm a.
La seconda ipotesi è piu verisimile (dr. Temistio II p. 2I9, r. x8-2o del­
l'ed. Downey-Norman, Lipsia 1970, che dànno l'impressione d'un'apolo­
gia puntuale), anche se può apparire strano che un personaggio d'alto pre­
stigio senta il bisogno di difendersi dall'epigramma d'un maestro di scuo­
la. Se l'epigramma fu scritto, com'è probabile, a Costantinopoli ( Irmscher),
ciò limiterebbe l'alessandrinità di tutta la produzione di Pallada, sostenu·
ta da Bowra, Cameron e altri.

293. Cfr. Sinesio, Epist. I33 (Rubensohn).

295. Contro chi ha donato al poeta vino cattivo, buono a condire insala­
ta: questa va sostituita all'edera dionisiaca. Cfr. 396. Al v. I clausola ome­
rica (Odissea I 295; XI I I9). Attribuzione incerta. Esametri; il v. 2 clau­
dica.

296. Cleante di Asso successe nel 264 a. C. a Zenone nella direzione del­
la scuola stoica. Qui è trattato da imbecille. Il v. I è parodia di Iliade III
I96; al v . 2 gioco fonico oÀj.loc; lhoÀj.loc;. Esametri.
NOTE 742

6oi 297. Esametri. Il v. 4 forse volutamente penoso e scorretto.



298. Al v . 5 foiette: r. 73· L'ip erbole è gro� solan� . v. � �
( per erro­
re - 8 in Beckby) dubb1o il senso di_ ltv-e�xpa:-eovua:. L ulumo distico è u� a
variante del precedente (è caduta una batruta della madre? ) Il v. 8 - Odts­
sea XXII 97, cfr. AP IX 361.I. Esametri.
300. Al v. 2 s'allude alla J.l.EÀ.É"tTJ i)a:v!i"tov platonica, ma il verbo J.l.EÀ.E­
-eciw è proprio del retore. Di qui il bisenso: 'Taci e, vivo, disserta sulla
morte ! '

30I . La violenza va rifiutata, anche a costo di rinunciare a quanto c'è di


piu prezioso.

303. Cfr. Esiodo, Opere 7I3 sg.


305. Mop�TJc; al v. I è dubbio: i)pÉJ.l.J.J.' ltJ.J.op�TJc; (- disgraziato ! ) Sitzler.
307. Un fabbro riproduce in rutto e per rutto la condizione del dio Efe­
sto, fabbro, zoppo e cornuto (dr. Odissea VIII).

308. Cfr. I02.


3IO. II miele era usato in cosmetica: dr. Ovidio, Medicamina 66 al. Cfr.
Marziale XII 23.

J I I . Testo dubbio al v. 3·
607 3 1 2. Ritengo che sia la tomba stessa a parlare.
3 I 3. Al v. 3 un emistichio attinto a Iliade XI 403.
3 I4. Ho reso approssimativamente, ricorrendo a un termine alloglosso
d'uso internazionale, il gioco paretimologico basato sull'omofonia Tt�va:"f,/
nti:va: (fame).
3I6. Milone di Crotone (vr secolo a. C.: cfr. II 230), celeberrimo vincito­
re di mille giochi, non ebbe piu avversari (dr. Pausania V I 4). Ma il nome
del protagonista di questa vittoria aXO'II�"t� è fittizio ed è scelto per ironia.
Per intendere la battuta finale, si ricordi che veniva dichiarato sconfitto chi
fosse stato messo spalle a terra tre volte. Al v. 6 nel testo À.om6v - 'dun­
que', come in neogreco.

6o9 3I7. Al v. I « contrastivo »: termine oggi in uso nella grammatica, è stato


scelto per ltv-e�una:u-eoc; che, riferito all'asino, ne indicherà la resistenza a
farsi tirare, ma, in bocca a un grammatico come Pallada, richiama il nome
d'un metro in cui s'avvertiva la batruta controtempo; poiché tale metro è
l'ultimo dello 'scazonte', si è pensato a un'allusione alla zoppla della be­
stia. Al v. 2, i bagagli sembrano ancorati, perché l'asino non si muove. Al
v. 3 ho ormeggiato con approssimazioni il gioco di termini assonanti del
testo.

318. Arato di Soli (m secolo a. C.), celebre autore dei Fenomeni, un poe­
ma astronomico, è termine di confronto. Discutibile il nesso fra le caratte­
ristiche dell'astrologo e i singoli segni celesti; forse la demenza si connette
con l'Ariete, l'effeminatezza coi Gemelli (!iL!ivJ.J.O� - testicoli), la ghiottone­
ria con i Pesci.

3I9. Si allude all'usanza d'accordare la cittadinanza d'Atene o il titolo di


'ecista' a persone in grado di comprarsi una dignità araldica. Questo mer­
cato fu proibito da Augusto. Trittòlemo (v. 2), mitico eroe attico, propria­
mente eleusinio; al v. 5 antichissimi re d'Atene. Per la clausola del v. 6
cfr. V 48.6; Teognide 440.
LIBRO UNDICES IMO 743

320. H o reso in qualche modo l'insulso e lambiccato giochetto fra 'Av-rt.­


y6vTJ e av-r!oc yoùva-ra. Iro: cfr. 209. Al v. 4 nel testo c'è un vocativo l;E�
vE, come spesso negli epitirnbi.
6II 3 2 1 . Violento attacco alla gretta e oziosa pedanteria dei filologi, figli del
genietto della critica Momo (Esiodo, Teogonia 2 1 4 al.), attaccati come ti­
gnole alle spinose di.flicoltà di testi che in tal modo gualciscono come dè­
moni rovinosi (Telchini, v. 2), seguaci pedissequi, e talora stoltamente ag­
gressivi, dei grandi filologi alessandrini Zenodoto e Callirnaco, amanti dei
preziosismi linguistici e delle questioni contenutistiche oziose (se il Ciclo­
pe omerico avesse cani e quanti). Cfr. 20.

322. Agl'insulti dell'epigramma precedente se ne aggiungono altri. La


predilezione per i piccoli autori come la poetessa Erinna (per cui dr. VII
II sgg.; 7 1 3 ; IX 190) è un'affettazione; la devozione a Callirnaco non ri­
scatta dall'aridità; la critica riduttiva e oscura nuoce ai giovani che affron­
tano la critica o la poesia.

323. Mentre i x6paxEc; aggrediscono i cadaveri, i x6ÀaxEc; sono x6paxEc;


di vivi. Non ho trovato modo di surrogare il gioco e ho lasciato i termini
greci. Cfr. Aristofane, Vespe 43 sgg.

324. Dialogo fra un offerente e il dio Apollo, defraudato delle vittime da


un addetto al tempio. Per fortuna il dio può nutrirsi d'ambrosia! Altrimen­
ti morirebbe di fame, come gli uomini.

613 326. Cfr. XII 33 e 3.5·


327. Il nome Auxa�v!c; (Lupetta) può essere scelto con intenzione. Al v.
4 si è incerti fra :I:�Dov!wv (dei Traci) proposto da Hillscher e :I:�oov!wv P.
L'interiezione yo� sembra piu di raccapriccio che di disgusto.

328. Cfr. 22.5. Le metafore sono ben comprensibili: il candido mare (il
v. 3 ricalca Iliade XV 190) è il mare salmastro di 220, l 'umido organo ses­
suale femminile; l'orrida e muffa dimora del v . .5 (dr. Odissea X .5 1 2) do­
ve ficaie ventose (dr. Iliade XXII 14.5 ; qui - verruche, emorroidi) sono
battute da fiati rumorosi (- peti ) , è il culo; ai vv. 9-10 « la gola celeste» tra­
duce oùpocv6c; nel doppio senso di 'cielo' e 'palato' (dr. V 10.5); il fulmine
brandito è il membro virile. Ancora al v. I I cfr. Iliade XV I93·

61.5 329. Al v. 2 ho sostituito l'immagine del 'boschetto' a quella del 'porco'


(- fica, cfr. Aristofane, Acarnesi 739 e sopra 2 1 8). Non è chiarissima l'allu­
sione alla Fenicia del v. 3, ma E. Degani ( « Philologus » 1963, p. 1 .52 ) la
connette con cpow�x!1;Ew - 'cunnum tingere'. Al v. 4 s'allude alla mitica
maturazione del neonato Dioniso nella coscia di Zeus; in ben aluo senso
Demonatte, che 'lecca', è IJ.TJpo-rpacpl)c;.

3 3 1 . « Salvezza »: propriamente 'Salvatore'.


332. Al v. I « asciugare >> : tirando via l'acqua dalla sentina. Al v. 6 gioco
�op6v/dx6�opov (nave a 20 remi). Per il motivo, dr. 247.
617 334· Nella traduzione non s i coglie il sale dell'epigramma , basato sull'e­
quivalenza della somma dei numeri rappresentati dalle lettere (isopsefia)
nelle due parole ÀO�IJ.6c;, 'peste', e �a1J.ay6pac;. Cfr. XII 6.

33.5· Gioco, incomprensibile nella uaduzione, sul nome Kuva!yELpoc;


d'un fratello di Eschilo, che a Maratona ebbe tronca la mano menue s'af.
ferrava agli aplustri d'una nave (Erodoto VI I I4, dr. XVI I I7). I gram­
matici lo scrivono KuvÉyEtpoc;, misurando breve anzi che lunga la secon­
da sill aba: il 'piede' è amputato d'una mora.
NOTE 744

617 336. Carino sarebbe l'imperatore M . Aurelio Carino (283-85). Il tramon­


to della costellazione delle Capre: a dicembre: cfr. VII 272.6 al.
619 337· Identico gioco in 260.
338. Intraducibile gioco fra É"VO"IITJ (- 'voce' in Omero) e Év émii ( 'nel -

buco': testo congetturale). Ho reso in modo insoddisfacente; giocando con


fragore e fra gore si può forse capire di che ambigue gore si tratti.
340. Contro un politicante, definito « paflàgone » come il demagogo Cleo­
ne dei Cavalieri di Aristofane.
342. L'ernia (o il tumore) è cosi grossa, che l'occhio del medico non vede
piu il malato! Cfr. VI r66.
621 343· Attribuzione a Pallada (P!) assai controversa.
344· Si tratta d'un tavolino che il possessore ha dipinto di verde per te­
ner vivo l'odio verso i Verdi (una delle fazioni dell'Ippodromo di Bisan­
zio, cfr. XV 41-50 al.).
345· È mera congettura che il personaggio sia un frate allampanato. Il no­
me della « cocolla>> nel testo è xapcixaì..ì..ov, un latinismo (caracalla, cara­
callis). Esametri.
346. Al v. 7 reminiscenza di Odisseo IX 39 (dove si legge "IIÉÀ.acrcrE, dato
qui da Pl in confronto di "IIÉÀ.at;E P), un verso divenuto proverbiale nel
senso di cadere dalla padella nella brace o simili (cfr. Eliodoro II 21). È
discusso il senso del cambio di residenza da Cizico (Propontide) all'isola di
Samotracia. Il bancarottiere cerca di fuggire da Clzico, la sua patria (per
mare? al v. 4 1160E� potrebbe alludere alle 'scotte'), ma rischia d'incorrere
in peggiori disastri. Cfr. E. K. Borthwick, « Class. Quarterly » 1971, pp.
435 sg.
347· Cfr. 321; 322. Qui si deplorano le curiosità scientifico-astronomiche
e genealogiche. Aristarco e Callimaco sono ancora i lontani modelli, ma i
filologi contemporanei esagerano le loro istanze d'erudizione. Pròteo: dio
marino; Pigmalione: re di Cipro, innamoratosi della statua da lui creata.
Per le questioni oziose dei vv. 3-4 si confronta Giovenale 7.232 sgg.
623 348. Cfr. Esopo, favola 48 Halm. Il coccodrillo era ritenuto, in Egitto,
simbolo della Giustizia.
349· Reminiscenze omeriche (Iliade XIV 200; XX 58) ai vv. I e 4·
350. Dice: la Giustizia, che al v. 5 è chiamata, nel testo, Tèmide. Bersa­
glio è un avvocato senza scrupoli.
625 351. Al v. 3 clausola omerica (Odisseo II 262). Al v. 6 sarà da leggere
1':-rLcraviiv (- "ll"tLO"cX"VTJ"V "!IWÀ.ovv-ra) con Saumaise (sostenuto da Keydell,
Drew-Bear, Masson, dr. pacptoii� 288) anzi che "ll"tLO""t'Ì'}"V con Scaligero.
Polluce e Castore : i semidei gemelli, figli di Zeus e di Leda.
352. Aristòsseno di Taranto: celebre teorico della musica (rv secolo a . C.).
Per l'ultimo distico, cfr. Aristotele, Problemi 19.24.
353· Mentre la prole di Zeus non reca tracce delle sembianze animali as­
sunte dal padre, nell'aspetto di certi uomini si riscontrano segni visibili di
accoppiamenti mostruosi. Al v. 6 gli Ermeti sono dèmoni orrendi, perché
legati al regno dei morti.
627 354· Agatia si fa beffe della presunta sapienza, ammantata di spettacolare
gravità, di scienziati, filosofi, astrologhi, profeti (dr. 365). Il Nicòstrato di
questo epigramma è, secondo alcuni, identificabile con un filosofo ricorda­
to dall'aristotelico Simplicio (secolo VI d. C.). Ai vv. 7-8 due note opere di
LIBRO UNDICES IMO 7 45

Aristotele. AI v . I 8 Cleòmbroto d'Ambracia: suicida dopo la lettura del


Pedone platonico (dr. XII 47I ) . AI v. 20 « quel che cerchi » : l'anima.
627 355· Contro la presuntuosa ignoranza: dr. 305; Marziale III 79·

629 356. Polemica contro una sentenza di Iliade III Io8. Esametri.

357· Cfr. IX 367.

358. Contro la mania di 'nobilitare' i nomi : dr. I7. Dice: la Giustizia.


Trimetri giambici.

359· Epigramma alquanto ermetico. II poeta si rivolge a un potente in to­


no adulatorio, chiedendogli protezione e difesa da un malevolo. Negli ul­
timi due versi, forse d'un altro epigramm a o comunque staccati dai prece­
denti, si allude a un principe Gatto, che potrebb'essere Tirnoteo Àiluros
(Gatto), vescovo d'Alessandria nel 457 d. C., e se ne denuncia l'ipocrisia
- un'avida ferocia sotto l'orpello della maestà (con un gioco fonico XPVCTo­
x6À.Àl]'t"O"V x6ì..o-v che ho reso in qualche modo). Trimetri giambici.

360. Anche quest'epigramma è ermetico. Un Ermanubi (nome parlante:


mezzo Ermete, dio dei ladri, e mezzo Anubi, dio egizio dal muso di cane,
cfr. 2I2), trasforma tosi da generale in questurino, ha arrestato due ladri di
preziosi, simili (benché ancora vivi) a dèrnoni del Tartaro. Che vengano
dal Tartaro è dimostrato dal loro comportamento. Ma restano dubbi il rap­
porto di Ermanubi coi ladri (CTVÀÀ.Cl�W"V al v. 2 potrebbe far pensare a com­
plicità), il valore di liwpovç al v. 4, il nesso dei vv. 5-6 coi precedenti. Tri­
metri giambici.

63 I 361. Ai vv. 2-3 si allude a Iliade IX 503. Le mule sono 'scorta di Efesto'
in quanto zoppe come il dio. AI v. 5 << perdio » : propriamente 'per il Sole! '
La cornacchia e il cervo: animali longevi (cfr. Esiodo, fr. I 7 I Rzach al.).
II proprietario delle mule è un avaro: le nutre d'aria.
362. In una staffetta con fiaccole ad Alessandria, la vittoria è stata asse­
gnata a un bastardo d'un Tolemeo (forse Tolerneo IV Filomator, 22 I·203
a. C.), la cui madre era nota per scandalosi costumi.

633 364. Non chiarissimo il senso del v. 2 e quindi la pointe dell'epigramma.


'Questo zero, pezzente, schiavo - è oggetto d'amore: l è padrone dell'ani­
ma d'un altro' si ricava accettando Èpéi'tcz� Scaligero per opéin.

365. Cfr. 354; 376; 382 e anche I62 (Nicarco).

367. L'intruglio di Circe (Odissea X 290) è detto ciceone. Esametri.

635 368. Contro un filosofo? Esametri.

369. Cfr. 265. Per il v. 2, dr. Callimaco, fr. 1 . 14 Pf.

370. Testo congetturale al v. I , lacuna al v. 3; e chissà che la clausola del


v. 3 non abbia influenzato il v. I o viceversa. Tuttavia il senso è chiaro. Lo
scomrna contro la bellezza fucata, a cui è contrapposto il viso 'acqua e sa­
pone', è antichissimo (da Archiloco 27 D') e comunissimo, dr. 310. II se­
condo distico è comunque frigido; la citazione di Pindaro, Olimpica I . I è
un cipressetto.

37I. Cfr. 3 I 3 ; 3I4; Marziale Xl 3 1 . AI v. 4 « illudere » è detto col verbo


xpl]'t(t;w (imbrogliare come i Cretesi). AI v. 6 « senza peso »: perché i piat­
ti sono vuoti.

372. Cfr. 88-95; X 75·


NOTE

637 373· Gioco in traduci bile. Tabliope - la dea del gioco del tavoliere, dei da­
di (ancor oggi -rei�)..� . cfr. IX 482, 767).
374 · Cfr. 370. La derisione della vecchia edentula invano ritinta è aspra,
anche se topica. Poesia intonata, di segno sicuro. Gioco onomastico etimo­
logizzante ormeggiato in qualche modo al v. 2, d'interpreta2ione non pa­
cifica: 'pagando una giusta pena'? 'pagando il giusto compenso ai garzoni'
(Stumpo, dr. Iliade XVII 389 sg.)? 'pagando il dovuto tributo alla gen­
te'? Al v. 4 q>ClP!lClX6Ev-r� S6ì..l!) può essere strumentale (l'artificio del fil.
tro, se vale per il viso non vale per i denti) o anche locativo 'nella trappola
fucata' (la bocca : cosi Jacobs). Al v. 5 'ltTJyfic; è brillante correzione di Sca­
ligero per ya(TJc; ( < ['ltTJ]yi'jc;). L'ultimo distico è splendido; per xapq>O!lÉ·
\ITJ• dr. Archiloco I I3 D'.

375· Lo starnuto presso una tomba è di cattivo augurio: il poeta vorrebbe


che alla moglie fosse capitato un guaio; è impa2iente; ma la moglie crepa
di salute! Al v. 4 ì..uypòv P! per ì..U -rpo\1 (serbato, Dio sa con quale senso,
da Beckby) sembra indispensabile.
376. Cfr. 365 al. Nell'ultimo distico, l'invito a rivolgersi a un giudice cor­
ruttibile. Il verdetto << piu caldo � è quello che il cuore desidera, ma anche
quello che 'scotta', che può dar luogo a controversie (in greco il gioco è con
cipE�6-rEpoc; che fa pensare ad lipE�oc;).
639 377· Non si sa bene chi siano i rapaci commensali. Titio: dr. 107; 143·
378. Al v. 3 cita2ione di Iliade III 101. Per analoghe deplora2ioni in Pal­
lada, dr. 303; IX 165-69; 1 7 1 ; 174-75; X 97· Al v. 6 si allude al diritto 'au­
sonio' che, da Costantino a Giustiniano, contemplava il divorzio solo in ca­
si estremi.
379· La fame dell'eroe tessalo Erislttone, punito da Demetra, fu cantata
da Callimaco nell'In no a Demetra. A tutti note le vicende del « coraggio­
so» (piuttosto patiens) Odisseo alle prese con Scilla e col Ciclope.
641 380. Secondo il lemma, il poeta polernizza con Arabio Scolastico, che ave­
va sostenuto (XVI 314) l'incompatibilità fra Dice (la Giustizia) e l'oro a
proposito dell'erezione d'una statua all'esarca di Ravenna. Iliade VIII 69
avvalora l'opinione di Macedonie. Per Dice, vergine figlia di Zeus, dr.
Esiodo, Teogonia 902 al.
381. Cfr. Ipponatte, fr. 68 Masson; inoltre IX 165.
382. Cfr. 365 ecc.; Plinio il Giovine, Epist. Il 2o. Al v. II le << settime » si
calcolano nelle malattie polmonari: non c'è nel testo.
643 383. Al v. 2 Crono (Saturno): cfr. I I4; 183 ecc. Gli alabarchi: magistrati
egiziani, sovrintendenti della colonia ebraica. All a fine è deriso il tronca­
mento di xpdh'l (orzo) in xp�. cfr. VI 85.
384. Gioco di parole mal traducibile su !lO\IClX6c; - 'solo' e 'monaco'.
385. Cfr. 390; Teognide 87-92.

386. Forse la v(xTJ è una vittoria agonale (o in un processo?) attribuita in


modo frodolento; ma s'ignora chi sia Patrizio.
645 388. Cfr. X 1 24 b. L'ultimo verso denuncia le preoccupa2ioni che i figli
costituiscono per chi non ha mezzi per mantenerli; cambia il senso se si
legge 'lt-rwx6v: 'un povero, neppure i figli l'amano'.
389. Per la cornacchia e il cervo cfr. 361 ecc.
LIBRO UNDICESIMO 747

64.:; 390. Cfr. 38.:;. L'ultimo distico ha aspetto proverbiale.


647 392. Cfr. 104 al., sui magri. Pègaso : il cavallo alato montato dal mitico
eroe corinzio Bellerofonte (dr. VII 683).
393· Sull'ernia, dr. 342; 404; 414; VI 166.
394· È probabile che 1tavtiptcr-toç ét).l]ilwç significhi ambiguamente 'è
proprio un rutto-pranzo' (aptCT-tov) oltre che 'è davvero ottimo': dr. A. C.
Cassio, « Riv. di filologia e istruz. classica � 197.:1, p. 141.
39.:1· Eraso in Pl.
396. Cfr. 29.:;.
649 399· Ai vv. 1-2 s'allude al gioco proverbiale a1t' ovov l a1tÒ vou (1tECTELV)
(dr. Aristofane, Nubi 1 273; Platone, Leggi 701 d), che ho imitato nella
traduzione. Glicone s'è forse arricchito col commercio degli asini libici; co­
munque, cambiata condizione, s'atteggia a grammatico.
400. La paternità lucianea degli epigr. 4oo-4o.:; è contestata dai piu. Veri­
simile l'attribU2ione a Lucillio. L'Iliade, di cui al v. 2 è citato l'inizio, era,
come s'è visto piu volte, il testo base dell'insegnamento. Ai vv . .:;-6 remini­
scenza parodica di Arato, vv. 2-4. Nell'enfatico elogio c'è lo scherzo, spe­
cie al v. 6. Cfr. Epigrammata Bobiensia 46 e 47; IX 169.
6.:;r 401 . Al v. I, reminiscenza di Iliade IX 437 sgg.; ai vv. 3-.:; citazione di
Iliade I 1-3 (ho adattato la notissima traduzione del Monti).
403. Graziosa personificazione e divinizzazione della malattia che a.flligge
i ricchi in conseguenza delle loro sregolatezze. Molto dubbio al v. 4 Ò1t).o­
<popEi:v (portare un bastone?), ma insoddisfacente è anche m).oq>opEi:v Ja­
cobs, che alluderebbe a babbucce di feltro (dr. Platone, Simposio 220 b).
Le maiuscole ai vv . 6-7 sono mie.
6.:;3 404. Cfr. 393; VI 166.
40.:;. Ore d'estate (v. 3): le piu lunghe. La lunghezza del naso ritarda la
percezione. Al v . .:; « canappia >> : dialettale.
406. Cinque stadi (v. 4): ca. 900 metri.
407. Cfr. 88, ro6 al.
6.:;.:; 408. Cfr. 374; 398; V 103. Al v. 4 il gioco è propriamente fra maschera
(1tpoCTW1tEi:ov) e volto (7tpOCTW1tov): dr. Gregorio di Nazianzo, Carmi
!.2.29.3 (PG XXXV I1 .884). Ecuba: la vecchissima moglie di Priamo. Ele­
na: la bellissima.
409. Silènide: nome fittizio, connesso con Sileno e dunque con Dioniso
dio del vino: dr. VII 4.:;6. L'anfora: 26 litri. Al v. .:; molto sospetto per la
forma è a<pEtSÉEç; non si può escludere del rutto aq>nSÈç Eç (Pl) anche se
Éç iiyyoç per ÉV ayyEt è Strano con �XOVCTa.
410. Derisione della falsa austerità dei cinici da strapazzo. La vulva di
scrofa (un boccone prelibato) è forse in guazzetto agrodolce (CT-tpvq>vi}v).
Accettabile l'interpretazione di Aubreton al v. 6 (« elle escamota ses sages
pensers � ; cosi Beckby), se si accoglie mvv-tov nonostante la breve finale
(mvv-tou ex -àv Pl); inesatta al v. 8 (« sans dire le moins du monde que la
vulve fait tort à la verru �).
4 I I . Un bagno troppo riscaldato, che rischia di bruciare un grande ( ! )
poeta (vv . .:;-6), suggerisce l'immagine del rogo eretto da Achille a Patroclo
(Iliade XXIII 164) e della corona mortale inviata da Medea, per gelosia di
Giàsone, alla rivale corin2ia Glauce figlia di Creante (Euripide, Medea).
Testo dubbio al v. 3·
NOTE

413. Ai partecipanti a un sacrificio si dava un pranzo, ammannendo parte


delle carni offerte: qui l'am.fitrione sembra aver fatto un sacrificio d'ortag­
gi. Traduzione approssimativa dei nomi di vegetali.
414. Gioco su ÀvC"tj.LEÀTJc; (dr. VII 105). Dioniso: il vino; Ciprigna: l'a­
more.
415. Cfr. 241; 242. Attribuzione dubbia; Nicarco sembra da preferire.
417. Menèstio è donna. La ghianda: senso osceno. Concordi: propriamen­
te che raggiungono insieme l'acme; insomma, una giovine coetanea. L'e­
spressione del v. 4 (propriamente 'cercar di vedere un corvo bianco') è pro­
verbiale; la mosca bianca è, per la vecchia, un amante consenziente.
418. Il naso farà ombra sui denti. Errore prosodico �(va. per ��va..
419. Il senso del v. 2 sembra essere che l'età senile riceve dai canuti di­
sgiunti dal senno maggior vergogna, cioè, in sostanza, che la vergogna è
maggiore in ragione dell'età.
420. « Canuti >> non c'è nel testo; va integrato per il senso.
66x 422. << Debutto >> : una lettura pubblica ... fischiata.
424. Galati: popolazione del Ponto, una zona ritenuta inospitale e sini­
stra. Esametri.
426. Ho imitato il gioco servendomi d'un nome latino. In greco 'O-ma.­
v6c; (lemma): ciò che resta togliendo l'iniziale porta a 1ttvw, 'bere'.
663 429. Teognide 627 aveva ammonito che un sobrio fra ubriachi è altrettan­
to brutto che un ubriaco fra sobri.
430. Contro le esteriorità dei filosofi : cfr. 368.
665 434· Si tratta d'un filosofo cinico.
4 36. Contro i Cappàdoci, di cui qui si denuncia la cattiva dizione, anche
237; 238.
437· Gàrgara: in Asia minore, luogo d'esilio per il letterato Diotimo? Cfr.
Eustazio, Il. 978.41, e Macrobio V 20.8. Al v. 2 , cfr. Orazio, Epistole I
20.12 « pueros elementa docentem >>.
438. Sulla lealtà dei Corinzi, cfr. Erodoto I 24. Trimetro giambico.
439· Argo è tradizionalmente << aptum equis >>. Ma gli abitanti sono lupi!
Trimetro giambico.
667 440. << Piattole>>: il greco mxpot vale 'amari', 'pungenti' o simili. Trime­
tro giambico, forse d'un comico.
441. Si è pensato alla situazione del Pireo dopo la disfatta ateniese nella
guerra del Peloponneso. Trimetro giambico.
442. Di una triplice tirannide di Pisistrato in Atene, a metà del secolo VI
a. C., parlano Erodoto I 59-64 e Aristotele, Costituzione degli Ateniesi 14-
15. Qui il tiranno si vanta per aver curato l'edizione di Omero, patrocinan­
do la raccolta di canti epici sparsi. Smirne, una delle patrie di Omero, sa­
rebbe stata fondata dagli Ateniesi, per cui Omero stesso sarebbe da consi­
derare ateniese: ma il distico finale è probabilmente ironico.
Indice
p . VII Nota alle illustrazioni

Antologia Palatina

3 Libro nono
4 03 Libro decimo
4 67 Libro undicesimo

66 9 Nota critica
67 7 Note

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