Appunti Ottoni
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OTTONI 4
Dall’ immagine precedente possiamo osservare gli armonici naturali del cor-
no (senza la mano) e una scala suonata con la mano inserita, alternando ar-
monici naturali a posizioni intermedie della mano per produrre gli altri gradi
mancanti. Si nota una discontinuità spettrale molto evidente.
4.2. Valvole e pistoni Per ovviare a questo problema, due musicisti e co-
struttori tedeschi, Heinrich Stolzel di Breslau e Frie-
drich Bluhmel di Silesia, nel 1814, costruirono un sistema di pistoni e cilin-
dri applicandolo a dei corni in primo luogo, e poi estendendo questa inven-
zione agli altri ottoni.4 Questo sistema permette, premendo uno dei tasti, di
allungare temporaneamente il canneggio di una piccola quantità.
4.3.1 Cuivré
Un "effetto" decisamente caratteristico degli ottoni è chiamato cuivré, in ingle-
se brassy, che appunto, come ci suggerisce il termine, è uno dei suoni più tipici.
Consiste in un sovradosaggio dell’aria (overblowing) in modo che il fortissimo
provochi anche una vibrazione eccessiva del metallo, introducendo tantissime
frequenze acute inarmoniche rispetto alla fondamentale, insomma distorcen-
do il suono. Si usa indicarlo direttamente col termine, ma sarebbe meglio de-
dicare un simbolo anche a questo effetto, spiegandolo in legenda, in modo da
minimizzare le descrizioni in partitura.
Cuivré di un trombone
CAPITOLO 4. OTTONI 7
4.3.2 Staccato
Gli staccati sono molteplici e variano in base alla lunghezza-incisività ed al-
l’articolazione. Oltre allo staccato semplice, abbiamo lo staccatissimo, il dagger
(praticamente un impulso), il doppio e triplo staccato.
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2
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3
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4
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5
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1: staccato semplice, 2: doppio, 3: triplo, 4: staccatissimo, 5: dagger
4.3.3 Microtoni
In tutti gli ottoni sono possibili note con intonazione microtonale; la produ-
zione di tali note è diversificata a seconda dello strumento: i corni alterano
l’intonazione con diverse posizioni della mano nella campana e pressione del
labbro; tromba, tuba e flicorni, con l’estrazione progressiva di alcuni tratti di
canneggio, il trombone con posizioni intermedie della coulisse.
Sono di facili produzione ma poco agili, in quanto ogni suono deve essere
"ricercato". Esiste anche una versione di tromba microtonale con una quarta
valvola appositamente costruita per quarti, sesti od ottavi di tono. 5
5 Tromba Microtonale - Video su YouTube
CAPITOLO 4. OTTONI 8
4.3.4 Slap
Di facilissima esecuzione, ve ne sono due varianti; la prima, simile al tongue-
ram dei legni, la seconda invece, si ottiene sbattendo il palmo della mano sul
bocchino. È di notevole efficacia su strumenti di grandi dimensioni (tipo trom-
boni e tuba o flicorni bassi) ma comunque sonoro anche sugli altri strumenti.
Si segna con la consueta simbologia dello slap a cui va specificato, nel secondo
caso, col palmo della mano.
4.3.5 Multifonici
Per gli ottoni è impossibile produrre multifonici simili ai legni, non c’è possi-
bilità di enfatizzare in modo "selettivo" solo alcuni armonici in luogo di altri,
proprio per causa della modalità di produzione del suono. Intendiamo quindi
multifonici per gli ottoni, la sovrapposizione di una nota suonata e di una can-
tata. La modalità di scrittura è quella che per i legni si riferisce appunto a nota
cantata-suonata.
4.3.6 Split-tones
Una similitudine con i multifonici si ha con gli split-tones, dove l’interprete a
tutti gli effetti riesce a dividere il labbro in due sezioni che, vibrando in modo
leggermente diverso, riesce a "forzare" lo strumento a produrre due armonici
vicini. È una tecnica molto complessa e instabile che richiede tempo di pre-
parazione e grandissima concentrazione. Ciononostante si può sovrapporre ad
uno split-tone, anche una nota cantata (per un totale quindi, di tre suoni si-
multanei). Essendo una tecnica molto problematica, va usata con parsimonia
e sicuramente con un contatto diretto (ma questo dovrebbe valere per tutto il
processo di composizione strumentale) con un interprete.