TITOLI

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TITOLI

Approfondimenti per esame

Titoli
I titoli rappresentano strumenti finanziari che identificano l’impiego di capitale come finanziamento
di un ente pubblico o di un’impresa.
Distinguiamo i titoli che riguardano la partecipazione al capitale delle aziende, cioè le azioni
(shared capital) oppure i titoli di debito, ovvero titoli che vengono conferiti a fronte di una
sottoscrizione di un debito dell’azienda emittente (bond o titoli di stato).
Alcuni titoli di debito stato possono essere “zero coupon” o “senza cedola”, ovvero non maturano
interessi ma vengono emessi solitamente sotto la pari (l’interesse attivo viene liquidato a scadenza
in un’unica soluzione: sotto la pari significa che viene emesso con un valore percentuale minore
rispetto al valore nominale.
Differiscono da questi, i titoli con cedola (es. BTP), nei quali l’interesse attivo viene liquidato
periodicamente lungo la durata dell’investimento.
Per i titoli di debito esiste un mercato primario e uno secondario. Il mercato secondario dei titoli
italiano è il MOT, mercato obbligazionario telematico.
Ma esistono, anche per le azioni, un mercato primario e uno secondario. Una volta acquistato, il
titolo finisce sul MOT. Qualora si decidesse di vendere il titolo prima della sua scadenza dovremmo
vederci corrisposto non solo il valore percentuale del titolo in quel momento, ma anche gli interessi
maturati fino a quel momento.
Solo i BOT e le azioni sono quotate a corso tel quel, ovvero la quotazione comprende già gli
interessi maturati fino a quel momento.
I titoli obbligazionari e di stato possono essere emessi sotto la pari, sopra la pari o alla pari: sopra la
pari significa che vengono emessi con un valore percentuale maggiore rispetto al valore nominale;
alla pari, invece, i due valori sono uguali. Le azioni, invece, possono essere emesse o alla pari o
sopra la pari, ma mai sotto la pari.
I titoli generano interessi, possono quindi generare problemi di rateo di interesse poiché, essendo
spesso gli interessi pagati posticipatamente, si deve rilevare la quota di competenza dell’anno.
Le modalità di quotazione più diffuse sono: corso secco, ovvero la quotazione esprime solo la quota
capitale; corso tel quel (sopra); corso ex cedola, ovvero la quotazione esprime la quota capitale,
diminuita degli interessi che devono ancora maturare.

Principi contabili: OIC 20 (titoli di debito); OIC 21 (partecipazioni); OIC 17 (metodi di valutazione
azioni).

Differenza tra OIC 20 e 21 (Titoli dell’attivo circolante e attivo immobilizzato), nell’approccio


dello IASB cosa cambia?

L’OIC 20 si riferisce ai titoli di debito, mentre l’OIC 21 alle partecipazioni.


Entrambi gli strumenti possono essere classificati nell’attivo immobilizzato o nell’attivo circolante:
sarà l’intento manageriale a decidere in quale categoria dovrà essere inserito il titolo; i
titoli/partecipazioni destinati a permanere durevolmente nel patrimonio aziendale si iscrivono
nell’attivo immobilizzato, gli altri in quello circolante.

OIC 20: se un titolo di debito è iscritto nell’attivo immobilizzato, questo andrà iscritto al costo e
valutato secondo il metodo del costo ammortizzato, potrà essere soggetto solo ed esclusivamente a
svalutazioni di carattere durevole e si possono effettuare dei ripristini di valore non nei limiti del
costo ma nei limiti del costo ammortizzato;
se un titolo di debito fa parte dell’attivo circolante, esso sarà valutato al minore tra il costo e il
valore di mercato, sarà soggetto a svalutazioni anche non necessariamente di carattere durevole e il
suo valore potrà essere ripristinato, anche con l’aggiunta dell’eventuale presenza di un rateo di
interessi calcolati con il tasso di interesse nominale.

OIC 21: se il titolo si trova nell’attivo circolante questo sarà valutato al minore tra costo e valore di
presumibile realizzo, con la possibilità di ripristini di valore, ed è soggetto a svalutazioni sia di
carattere durevole che non (viene iscritto alla voce CIII “titoli”);
se il titolo viene iscritto nelle immobilizzazioni prende il nome di partecipazione e viene valutato al
costo d’acquisto salvo svalutazioni di carattere durevole.

L’unico caso in cui il codice civile dispone che un titolo è una partecipazione è con l’art.2359, il
quale afferma che, qualora si disponga di più del 20% di una società non quotata o del 10% di una
quotata, allora si presume che quel titolo sia una partecipazione.

Differenza tra OIC e IASB è che, per l’OIC, la valutazione di un’azione al 31/12 viene effettuata
considerando il valore medio dell’ultimo mese, mentre per lo IASB si considera il valore puntuale
al 31/12.

Quali titoli possono essere considerati HTC e quali OCI?


Quando un titolo supera il test del solely payment interests and principals, bisogna indagare anche il
modello di business.
Se il modello di business è esclusivamente difensivo viene inserito nell’HTC (held to collect) e
viene quindi valutato con il metodo del costo ammortizzato, prevedendo però anche la svalutazione
per expected loss (che avviene attraverso l’apposita creazione di un fondo perdite secondo lo IAS
37); se il modello di business è invece speculativo o in parte difensivo e in parte speculativo, allora
il titolo va inserito nel fair value through OCI, le svalutazioni e le rivalutazioni non passano per il
CE ma per la riserva OCI (che può essere sia negativa che positiva) fin quando il titolo non viene
venduto.

Costo ammortizzato (titoli e TIR)


Per i titoli di debito iscritti nelle immobilizzazioni il criterio di iscrizione è sempre il costo, ma il
criterio di valutazione è il metodo del costo ammortizzato. Il costo ammortizzato è il costo del titolo
che tiene conto del costo d’acquisto, degli oneri accessori e degli interessi calcolati con il tasso
effettivo di rendimento, è un ammortamento finanziario che distingue quota capitale e quota
interessi. Il tasso effettivo di rendimento degli interessi viene calcolato con il TIR, tasso interno di
rendimento, che tiene conto di tutti i flussi in entrata e uscita relativi al titolo per determinarne
l’effettivo rendimento. Il TIR consente di uguagliare flussi futuri attualizzati in entrata e flussi
presenti in uscita.

Come sono trattati i titoli in base all’IFRS 9? Quando i titoli rientrano in una determinata
categoria secondo lo IASB?
L’IFRS 9 è il principio contabile che definisce i metodi di valutazione delle attività finanziarie.
Secondo tale principio non è più presente la distinzione tra attivo immobilizzato e attivo circolante.
Le azioni che non sono partecipazioni possono essere valutate, al 31/12, solo secondo il metodo del
fair value through profit and loss, ovvero si prende il valore puntuale al 31/12 (e non il valore medio
dell’azione nell’ultimo mese). Esempio: compro un’azione a 98, al 31/12 vedo il valore puntuale, è
102 allora svaluto di 2; il fair value viene, quindi, esplicitato attraverso il CE (through profit and
loss). Lo IASB tratta i titoli secondo due fattori, uno soggettivo e uno oggettivo. Il fattore
soggettivo riguarda la scelta del modello di business attuato, cioè il modello di gestione dell’attività
finanziaria che potrà essere speculativo o difensivo; nel momento della valutazione del titolo sarà
necessario determinare l’alea con la quale è stato effettuato l’investimento. Le caratteristiche
oggettive del titolo riguardano invece la natura propria del titolo: se il titolo non supera il test del
solely payment interests and principals (non prevede il pagamento certo degli interessi) deve essere
necessariamente valutato al fair value through profit and loss (maggioranza dei titoli azionari); se,
invece, il titolo supera tale test è necessario indagare anche il modello di business. Se il modello è
esclusivamente difensivo è inserito tra gli held to collect e viene quindi valutato con il metodo del
costo ammortizzato, prevedendo però anche la svalutazione per l’expected loss (che avviene
attraverso l’apposita creazione di un fondo perdite secondo lo IAS 37). Se un titolo riguarda,
invece, un modello di business speculativo o in parte speculativo e in parte difensivo, allora, il titolo
va inserito nel fair value through OCI, le svalutazioni e le rivalutazioni non passano per il CE ma
per la riserva OCI (può essere sia negativa sia positiva) fino a quando il titolo non viene venduto.

Cos’è la CONSOB e la SEC


La Commissione nazionale per le società e la Borsa (CONSOB) si occupa di tutelare gli investitori
e di assicurare l’efficienza, la trasparenza e lo sviluppo del mercato mobiliare italiano. La funzione
di vigilanza viene svolta congiuntamente con la Banca d’Italia, per quanto riguarda le attività delle
banche italiane o di diritto estero operanti nel nostro Paese;
La Securities and Exchange Commission (SEC) è l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza
della borsa valori.

Segmenti della borsa


La borsa valori è composta da 4 segmenti:
Blue chip: aziende che hanno una capitalizzazione superiore a 1 MLD.
Star: aziende che hanno una capitalizzazione compresa tra i 40 MLN e 1 MLD e che hanno
peculiari requisiti di governance (o di bilancio e solidità)
Standard: Aziende che hanno come le star una capitalizzazione compresa tra i 40 MLN e 1 MLD
ma non hanno quei requisiti peculiari che hanno le aziende STAR.
 AIM: Ultimo segmento delle piccole e medie imprese.
Il FTSE MIB è, in Italia, l’indice che raggruppa le principali 40 blue chip italiane (che costituiscono
oltre il 90% del volume d’affari della borsa).

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