La Fuga

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LA FUGA

Elia Fumagalli
Nozioni preliminari
di teoria musicale
Caratteristiche generali del suono

• Altezza: frequenza dell’onda


sonora (Hz), definita dalla
posizione della nota nel
pentagramma;
Caratteristiche generali del suono
• Intensità: ampiezza dell’onda
sonora (dB), definita da
apposite indicazioni di
dinamica;
• Dinamica (intensità) ≠ agogica
(velocità);

Segni di dinamica e agogica


Caratteristiche generali del suono
• Timbro: forma dell’onda, dipende dallo strumento utilizzato;
Possibili forme d’onda
Caratteristiche generali del suono

• Durata: prolungarsi del suono nel


tempo, definito dalle diverse
forme grafiche delle note (o delle
pause).
Intervalli
• Differenza di altezza tra due note.
• Esistono moltissimi tipi di intervalli, a noi basti sapere che la loro
denominazione si basa sul numero di note «sottese» dalle due prese
in considerazione:
• Es: do – sol: intervallo di quinta, perché sol è la quinta nota che si incontra
salendo dal do (vengono «sottese» 5 note: do, re, mi, fa, sol)

Scale
• «Successione di un numero
variabile di suoni, ordinati in
senso ascendente o
discendente, nell’ambito
dell’ottava»*
• La musica occidentale moderna e
contemporanea si basa per lo più su un
tipo di scala detta diatonica (7 gradi)
in cui l’intervallo minimo è quello del
semitono.

* Mario Fulgoni, Anna Sorrento; Manuale di Teoria Musicale, volume I.










Scale
Esistono poi molti tipi di scala diatonica, di questi i più importanti sono 2, maggiore e
minore (ognuno dei quali ha diverse varianti sulle quali non ci soffermeremo).
Tonalità
Al concetto di scala è strettamente connesso quello di tonalità:
• Sistema di suoni tra i quali uno è riconosciuto come più importante.
In poche parole, ad ogni tonalità corrisponde una scala (maggiore o
minore) il cui primo grado (il più importante) dà il nome alla tonalità
stessa.
Scala di Do+ (do è la prima nota) -> tonalità di Do+
Scala di Sol- (sol è la prima nota) -> tonalità di Sol-
Scala di RE+ (re è la prima nota) -> tonalità di Re+

Aspetti generali di un brano


• Ritmica
• Melodia
• Armonia
• «Sonorità»*

*A differenza degli altri 3, «sonorità» non è un termine tecnico. È stato scelto per indicare l’insieme di quegli
aspetti non riconducibili alle altre tre categorie.

Ritmica
• Ritmo: susseguirsi di valori di note e pause.
Melodia
• Frase musicale formata dal susseguirsi di note (e pause) di varia
altezza e durata.
• Può comprendere una componente ritmica, a differenza del ritmo che
non comprende una componente melodica.

Accordi
• Sovrapposizioni di 3 o più note a creazione di un contesto sonoro in cui
esaltare una melodia («sostrato sonoro»).
Quasi mai, infatti, una melodia viene eseguita da sé: spesso è
accompagnata da altre note che, sebbene difficilmente riconoscibili,
esistono e danno il proprio contributo nella definizione di un’atmosfera
sonora in cui la melodia possa esaltare pienamente la propria potenzialità.

Accordi
Ad una stessa melodia, peraltro, è possibile abbinare diversi accordi, che
vanno così a suscitare diverse sensazioni in chi ascolta.
Accordi
• Gli accordi che compongono l’armonia di un pezzo si basano sulla natura di una
nota, ma non su come questa venga disposta all’interno dell’accordo:
• Es: Un accordo di La maggiore è formato dalle note La/Do#/Mi. Queste possono essere
disposte in vario modo. L’accordo, dunque, rimane quello di La maggiore indipendentemente
de come le sue note vengono disposte l’una rispetto all’altra.

Accordo La + La + La + La + La + La +
Nota in alto Mi Do# Mi La Do# La
Nota in mezzo Do# Mi La Mi La Do#
Nota in basso La La Do# Do# Mi Mi

Armonia
• Concatenazione di accordi.
Polifonia
• Contemporaneo sviluppo di più melodie che, sebbene mantengano
una coerenza individuale, risultano, in relazione alle altre, in
consonanza o voluta (ed efficace) dissonanza.
Polifonia
• Essendo più d’una le melodie, è inevitabile l’esecuzione contemporanea di
note diverse, poste dunque ad altezze altrettanto diverse, separate tra loro da
determinati intervalli.
• La polifonia crea perciò da sé un’armonia che, seppur non necessariamente
complessa (e completa*), approfondisce la natura del pezzo.

* si ricordi infatti che, a rigore, un accordo è per definizione una sovrapposizione di 3 o più note

Concatenazioni armoniche
• A titolo d’esempio prendiamo tre semplici accordi (tricordi) e proviamo a
concatenarli.
• Poiché si tratta tre tricordi avremo sempre tre note in contemporanea esecuzione:
immaginiamo di affidare tutte le note in alto ad un flauto, quelle nel mezzo ad un violino e
quelle in basso ad un violoncello.
• Finché l’armonia viene trattata in astratto a noi non interessa quale sia la disposizione delle
diverse note che compongono gli accordi all’interno degli stessi, ma nel momento in cui
fissiamo «su carta» la concatenazione e abbiniamo ad ogni strumento una nota, fissiamo
anche la disposizione dei suoni all’interno degli accordi (determinando quale delle tre note
sarà quella alta, quale quella media e quale quella bassa.)*
• Così facendo andiamo a creare tre linee melodiche che, sebbene molto semplici, hanno tutte
le carte in regola per essere considerate tali.

* l’Armonia è la disciplina che insegna, tra le altre cose, anche le regole alla base delle modalità di concatenazione.

Accordo Do + Sol + La - Re - Do + Sol +


Nota in alto Mi Re Do La Mi Re
Nota in mezzo Sol Si Mi Fa Sol Si
Nota in basso Do Sol La Re Do sol
Concatenazioni armoniche
• Storicamente parlando il processo s’inverte: il concetto di accordo deriva dalla
sovrapposizione di linee melodiche che «suonino bene» insieme.

• Quello che interessa ora è però comprendere come nella polifonia (di cui la fuga è
la massima espressione) sia importante sia la componente melodica delle singole
parti che quella armonica d’insieme.
• Forse, in ultima istanza, è possibile affermare che l’armonia di un pezzo è il suo
sviluppo verticale, mentre la melodia il suo sviluppo orizzontale.

Clavicembalo Ben Temperato


J. S. Bach
Contesto storico
• Il sistema tonale non è sempre esistito ma è andato formandosi nel
corso dei secoli, dopo tentativi di polifonia da parte dell’uomo e il
riconoscimento di consonanze in corrispondenza di determinati
intervalli, quali per esempio la quinta [giusta].
• Il Clavicembalo Ben Temperato sugella il percorso di adozione del
sistema tonale, andando ad esplorare ognuna delle 24 tonalità
disponibili (una maggiore e una minore per ognuna delle 12 note).
• L’espressione «ben temperato» deriva invece da un modo di accordare
gli strumenti che, sebbene noto da secoli, prese piede veramente solo
nel ‘600.

L’opera
• L’opera è divisa in 2 volumi; ogni volume è composto da 24 fughe
precedute da altrettanti preludi, composti nella medesima tonalità.
• In totale l’opera conta 96 pezzi.
• L’opera è una summa della tecnica del contrappunto (scrittura
polifonica) e, per quanto assai apprezzabile dal punto di vista
contenutistico-musicale, mostra una notevole componente di
virtuosismo formale.

La fuga

D’ora in avanti si cercherà di utilizzare solo esempi tratti dalla fuga XVIII del Clavicembalo (vol. I); in caso questo non fosse
possibile, verrà specificata la provenienza dell’esempio in questione.
Cos’è?
• Forma musicale, vocale, strumentale o mista, che raggiunge il massimo splendore
intorno alla prima metà del XVIII secolo.
• La fuga scolastica (sulla quale ci concentreremo noi) è una forma tripartita, nella
quale si riconoscono perciò tre momenti principali:
1. Esposizione,
2. Sviluppo,
3. Stretti.

Esposizione
• Momento iniziale, di presentazione degli elementi tematici. Da questi
l’autore attinge per la stesura e lo sviluppo del resto del corpo della
fuga. Tali elementi sono:
• Soggetto
• Risposta
• Controsoggetto
• (Coda)
In aggiunta agli elementi tematici esistono delle parti libere di
riempimento, eseguite quando una voce non sia impegnata col
soggetto, colla risposta o col controsoggetto.

Soggetto
• È la linea melodica che costituisce il tema principale. Solitamente
breve, incisivo e facilmente memorizzabile.
• Di norma è uno solo, ma non mancano casi di fughe a più soggetti.

Soggetto Coda

Risposta
• Trasposizione del soggetto (una quinta sopra o una quinta sotto)
Risposta
• Può essere reale, se nella trasposizione gli intervalli tra le note del
soggetto rimangono immutati, o tonale (come qui), se nella
trasposizione l’autore deve modificare gli intervalli per ragioni
armoniche.

Soggetto

Risposta una quarta sopra


(una quinta sotto)
Controsoggetto
• Nuova linea melodica di contrappunto al soggetto (e quindi alla
risposta)
Dal Clavicembalo ben temperato, vol. I

Soggetto

Risposta

Controsoggetto

Parti libere

Modificazioni del tema


• Il materiale tematico (soggetto e controsoggetto) può, nel corso dello
sviluppo, subire delle variazioni più o meno notevoli, che però, per
rimanere tali, devono permettere all’orecchio di riconoscerne la
provenienza, appunto il materiale tematico sentito durante
l’esposizione.
• Tra le varie modificazioni ricordiamo:
• Aumentazione
• Diminuzione
• Moto retrogrado
• Moto inverso

Aumentazione e diminuzione
• Aumentazione: aumento dei valori delle note che costituiscono una
melodia o un frammento melodico

Melodia di Fra Martino

• Diminuzione: riduzione dei valori delle note che costituiscono una


melodia o un frammento melodico

Moto retrogrado
• Esecuzione a senso invertito di una melodia (dall’ultima fino alla prima
nota)

Melodia di Fra Martino


Moto invertito
• Esecuzione di una melodia ad intervalli invertiti (con partenza in
comune rispetto al modello).

Melodia di Fra Martino


Moto invertito
Può capitare che nell’esposizione la risposta non sia solo una trasposizione del
soggetto, ma che presenti rispetto a quest’ultimo anche un moto invertito: in
questo caso si parla di controfuga.

Bach, L’arte della Fuga, V, incipit.


Altre modificazioni
• Ritmiche

• Di intervalli (come nel caso già trattato di risposta tonale)

• Etc. (es: note di passaggio,)

Melodia di Fra Martino

Tema generale de
L’arte della Fuga:

Aggiunta di note di passaggio, modificazione ritmica; moto invertito (controfuga), diminuzione.

Bach, L’arte della Fuga, VI, incipit.



Sviluppo
• Momento intermedio, di rielaborazione del materiale tematico.
• Nello sviluppo vengono riproposti il soggetto e il controsoggetto (o porzioni di
essi) in forma originale o variata, secondo le modalità presentate nelle slide
precedenti.

Divertimenti
• Un divertimento è un momento frapposto a due diverse riproposizioni del
materiale tematico (variato) e ha la funzione di rendere possibile (tramite un
processo detto modulazione) il passaggio da un contesto armonico (tonalità)
adatto alla prima riproposizione a un contesto armonico adatto alla seconda.

DIVERTIMENTO
Stretti
• Alla fine dello sviluppo l’autore torna nella tonalità di partenza e si concentra sugli stretti.
• Uno stretto è un processo di ripresentazione del materiale tematico attuato in modo che
una voce incominci ad eseguire un tema prima che un’altra abbia terminato di fare lo
stesso.

Soggetto Stretto

Bach, Clavicembalo Ben Temperato, vol. I, Fuga XVI

Pedale di tonica e finale


• Tendenzialmente nella coda della fuga, quella che segue la sezione degli stretti, il
basso (la voce più grave) esegue un’unica lunga nota che corrisponde alla nota
principale della tonalità: questa è detta pedale (su un organo verrebbe eseguita
proprio con la pedaliera). Sopra la nota del pedale le altre voci si articolano
presentando per l’ultima volta il materiale tematico.

Bach, Clavicembalo Ben Temperato, vol. I, Fuga II


La difficoltà della fuga
• Concettuali: la fuga è una delle forme musicali più difficile da concepire,
comprendere, analizzare e apprezzare.
• Di scrittura: seguire le regole del contrappunto, facendo in modo di creare
linee melodiche che, oltre a integrarsi in modo corretto con le altre, risultino
piacevoli pure singolarmente, è quanto di più complesso si possa immaginare
nell’ambito della scrittura musicale.
• Esecutive: spesso le fughe sono scritte per un unico strumento, che dunque
deve trovare il modo per fare distinguere all’orecchio dell’ascoltatore una voce
da un’altra. Una soluzione per ovviare al problema potrebbe essere
l’assegnazione di voci differenti ad altrettanti strumenti. Questi, sfruttando la
loro diversità timbrica, faciliteranno la distinzione delle voci.

Fuga XVIII
J. S. Bach; Clavicembalo Ben Temperato, vol. I
Dal Clavicembalo ben temperato, vol. I
Soggetto Risposta Controsoggetto

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