(2010-11) V5 - La Scapigliatura

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La Scapigliatura

La contestazione ideologica e stilistica


La Scapigliatura non è un movimento organizzato, ma un gruppo di scrittori che operano nello stesso periodo (1860/70)
e negli stessi ambienti (Milano, Torino, Genova), accomunati da:
1. Un forte disprezzo della letteratura contemporanea;
2. Principi e costumi borghesi;
3. Impulso di rifiuto e rivolta.

Gli scapigliati e la modernità


Con questo nuovo gruppo nasce il conflitto tra artista e società, che era l’aspetto costitutivo del Romanticismo straniero.
Il ruolo degli intellettuali ormai venne cancellato con il progressivo avanzare del processo di modernizzazione italiana.
Negli artisti italiani gli atteggiamenti ribelli e antiborghesi si fecero sempre più forti. Gli scapigliati tuttavia rispetto ai
punti salienti della modernità (progresso economico, scientifico e tecnico) assumono un atteggiamento ambivalente:
1. Repulsione ed orrore, e si aggrappano disperatamente ai valori del passato (bellezza, arte, natura ecc);
2. Accettazione e rappresentazione del “vero”, comprendendo la caduta inesorabile dei valori del passato.
Tale ambivalenza è una manifestazione tipica di un’età di crisi violenta e di rapido trapasso. Essi si sentono divisi tra
Ideale e Vero, bene e male, virtù e vizio, ecc. La loro opera è proprio l’esplorazione di questa condizione di incertezza, di
disperazione esistenziale (che in alcuni sorpassando il foglio di carta, arriva a cambiarne la vita reale).

La scapigliatura e le sue “radici”


 Romanticismo straniero: Tale situazione di disagio, di rivolta ecc, accomuna gli scapigliati alla condizione degli
scrittori romantici europei. La Scapigliatura quindi raccoglie una serie di temi che la nostra letteratura non
aveva ancora conosciuto (esplorazione dell’irrazionale e del fantastico, della dimensione del sogno e
dell’allucinazione, il “nero” ecc). Non può essere un caso che queste manifestazioni estreme compaiano dopo
l’unificazione: il “nero” romantico era la percezione delle forze negative che andavano a scatenarsi sul mondo.
 Romantici tedeschi: Hoffmann, Jean Paul, Heine ecc. Ma il vero e proprio capo guida è Baudelaire (pg 39 r 17),
il poeta che aveva cantato l’angoscia della vita moderna nelle grandi metropoli, la lacerazione che si produceva
nel comprendere tristemente la distanza tra l’ideale e il reale (pg 32 r 19-20).
 Poeti del Parnasse: una scuola affermatasi in Francia tra il 1866-1876, che esercitò una notevole influenza sul
culto estetizzante dell’arte degli scapigliati, mirando ad una forma perfetta, cesellata ed impeccabile.
 Naturalismo francese: Rappresentazione del “vero”.

Un crocevia intellettuale
Gli scapigliati, configurandosi come un grande crocevia intellettuale, che permise all’arte straniera di penetrare in Italia
svecchiandone il clima culturale, aprono le strade per l’affermazione del Naturalismo (mirando alla rappresentazione
del “vero”, con attenzione a descrivere nei minimi particolari tutto ciò che appariva patologico) e del Decadentismo (con
la loro continua tensione verso il mistero e l’inesplicabile, l’esplorazione delle zone buie della psiche ecc). In una direzione
decadente va anche la loro sensibilità acuta per la mescolanza delle sensazioni, che porta alla fusione dei diversi
linguaggi artistici. Anche il culto per la bellezza e per la forma anticipa per certi aspetti l’estetismo decadente.

Un’avanguardia mancata
Nella scapigliatura erano insite le potenzialità di un gruppo d’avanguardia, ma esse non vengono realizzate se non in
minima parte, per mancanza di chiarezza, di coraggio, di profondità, di elaborazione ecc. Sarà compito del
Decadentismo futuro ad aprire nuovi orizzonti, obbiettivo mancato dalla scapigliatura. Non svilupperanno mai un
linguaggio prettamente poetico, ma romperanno il rapporto razionale tra parola e significato codificato.

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