04 - Collegamenti Filettati - DTI

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Corso di Disegno Tecnico Industriale (6 CFU)

A.A. 2016/2017
S.S.D. ING-IND/15

«Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale»

Collegamenti Filettati
Prof. Alessio Balsamo
[email protected]
Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII)
Scuola Politecnica e delle Scienze di Base
Università degli Studi di Napoli Federico II
Agenda

 Introduzione – Prime definizioni


 Uso degli elementi filettati
 Elementi principali
 Sistemi di filettature
 Lavorazione delle filettature
 Rappresentazione degli elementi filettati
 Quotatura e tolleranze degli elementi filettati
 Collegamenti filettati
 Elementi unificati (viti, dadi, inserti, rosette)
 Bullone, vite mordente, vite prigioniera
 Dispositivi antisvitamento

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Introduzione – prime definizioni

COLLEGAMENTI
Smontabili Fissi

Filettati Albero - Mozzo Forzamenti Incollaggi

Vite mordente Coll. con chiavette-


Vite prigioniera Linguette
Bullone Profili scanalati Chiodature Saldature
Introduzione – prime definizioni

I collegamenti filettati costituiscono un tipo di unione di larghissimo impiego nelle


costruzioni meccaniche con funzione di collegamento, di arresto, di registrazione,
di manovra.

Filettatura: Risalto a sezione costante (FILETTO), avvolto ad elica sulla superficie


esterna di un elemento, cilindrico o conico che prende il nome di VITE, o sulla
superficie interna di un elemento analogo che prende il nome di MADREVITE.

Madrevite

Filettatura

Dn
Passo

Vite
Introduzione – prime definizioni

ELICA: curva descritta da un punto che si muove animato da due moti uniformi
simultanei, uno circolare ed uno rettilineo, su una superficie cilindrica o conica,
secondo un angolo costante.

PASSO: distanza tra due spire successive. Può anche essere definito come la
distanza percorsa in direzione assiale per ogni giro completo intorno all’asse (con
la velocità costante anche il passo sarà costante).
Uso degli elementi filettati

• Organi di collegamento

L’accoppiamento vite-madrevite è utilizzato


per ottenere il collegamento (per attrito) di
parti che debbono risultare facilmente
smontabili.

• Organi di trasmissione
Vite e madrevite possono realizzare un
accoppiamento elicoidale tale che la rotazione
di uno dei due elementi (impedito di traslare),
provochi la traslazione dell’altro (impedito di
ruotare): vite di manovra
Elementi principali di una filettatura

a) Forma del profilo

b) Passo

c) Numero dei principi

d) Diametro nominale

e) Angolo e senso dell’elica

f) Lunghezza di avvitamento
Elementi principali di una filettatura: a) forma del profilo

PROFILO: figura risultante dalla intersezione del filetto con un semipiano


avente per origine l’asse della filettatura; può essere triangolare, a
sezione a trapezio, a dente di sega, rettangolare, tondo, etc.
Elementi principali di una filettatura: a) forma del profilo
Si distinguono tre tipi di profili:
• Profilo base: caratterizza la filettatura (altezza H)
• Profilo nominale può differire dal precedente per troncature e arrotondamenti (altezze h3 e H1)
• Profilo di esecuzione: profilo effettivamente realizzato che differisce dal nominale a causa delle
inevitabili imperfezioni costruttive
Elementi principali di una filettatura: b) passo

Il passo (P) è la distanza tra le creste di


due filetti consecutivi o più in generale,
tra due punti corrispondenti situati su
fianchi paralleli, misurata parallelamente
all’asse della vite.

P è proporzionale ad H (altezza del filetto)


Elementi principali di una filettatura: c) numero di principi

La filettatura a più principi viene utilizzata quando si vuole ottenere la combinazione di un


passo lungo, con una ridotta profondità del filetto (accoppiamento rapido senza
diminuzione della resistenza della vite).
Sul medesimo elemento si avvolgono più filetti elicoidali contigui (massimo 3)

Nota: Passo della filettatura (L) = Passo del profilo (P) x numero dei principi
Elementi principali di una filettatura: d) diametro nominale

Diametro nominale: utilizzato per la designazione della filettatura. Coincide con il diametro esterno:
d della vite (misurato sulla cresta) e D della madrevite (misurato sul fondo).

Diametro di nocciolo: misurato sul fondo del filetto della vite d3 e sulla cresta della madrevite D1.

Diametro medio: è il diametro d2 = D2 misurato sulla linea media.


Linea media: linea contenuta in un piano assiale e tale che le sue intersezioni con i fianchi del filetto siano
equidistanti.

d D

d3 d2 D1 D 2
Elementi principali di una filettatura: e) angolo dell’elica

Angolo formato tra un piano perpendicolare all’asse della filettatura e la tangente condotta
per un punto dell’elica risultante dall’intersezione di un fianco del filetto con un cilindro di
diametro uguale al diametro medio di filettatura.

Filettatura destrorsa: la rotazione, durante l’avvitamento, avviene in senso orario attorno all’asse del pezzo

Filettatura sinistrorsa: rotazione in senso antiorario attorno all’asse del pezzo.


Elementi principali di una filettatura: f) lunghezza di avvitamento

È la porzione di vite che va a contatto con la madrevite; viene misurata in lunghezza nella
direzione dell’asse (normalmente è pari a 1 -1.5 d).
L’aumento del numero di filetti in presa non influisce sulla resistenza in quanto gli sforzi assiali
non sono ugualmente ripartiti.

ricoprimento

Quando vite e madrevite sono accoppiate, i rispettivi fianchi sono a contatto solo per un certo
tratto: la lunghezza di questo tratto misurata perpendicolarmente all’asse della filettatura si
chiama ricoprimento, indicato con H1 nella figura.
Filettature metriche ISO
Il profilo ideale delle filettature metriche ISO è un triangolo equilatero.
Il profilo nominale della madrevite presenta troncamenti (sia in cresta che in fondo).
Il profilo nominale della vite presenta troncamenti in testa ed arrotondamenti nel fondo.
Il profilo di esecuzione di vite e madrevite presenta comunque arrotondamenti nel fondo.

Le formule di
proporzionamento
sono espresse in
funzione del passo

H = 0.86603 P
Filettature metriche ISO

Tabella diametro - passo

Il sistema di filettature metriche ISO definisce un


insieme di diametri nominali unificati.
I diametri nominali sono divisi in tre gruppi: a, b e c.
Nella progettazione sono da preferire i diametri del
gruppo a, mentre quelli degli altri due gruppi
debbono limitarsi come seconda e terza scelta.
A ciascun diametro nominale è sempre associato un
valore di passo detto grosso e uno o più valori di
passo detti fini

segue
Filettature metriche ISO

Tabella diametro - passo


Filettature metriche ISO - designazione
1) La filettatura è tra quelle unificate a passo grosso.
Viene designata con il simbolo M seguito dal valore del diametro nominale
Esempio: Vite Unificata a passo grosso, diametro 10mm => M10

2) La filettatura è tra quelle unificate a passo fine.


Viene designata con il simbolo M seguito dal valore del diametro nominale, poi dal
segno x di moltiplicazione ed infine dal valore del passo.
Esempio: Vite Unificata a passo fine di 1 mm, diametro 10mm => M10 x 1

3) La filettatura in questione è metrica non unificata.


Viene designata indicando nell’ordine il diametro nominale, il segno x di
moltiplicazione, il valore del passo ed infine il simbolo M.
Esempio: Vite Metrica, non unificata diametro 10mm, passo 0,5 => 10 x 0,5 M

Altri esempi
Vite a più principi (ad es. 2) = M20 x L3 – P 1,5 L: passo della filettatura; P passo del profilo

Vite ad elica sinistra = M12 x 1,25 LH (Left Hand)


Filettature metriche ISO – indicazioni generali

Passo grosso
• Maggiore resistenza del filetto -> utilizzate per materiali caratterizzati da bassa resistenza a trazione;
• Si utilizzano quando non sono richieste esigenze specifiche di precisione;
• Si utilizzano in caso di collegamenti rapidi;
• Si utilizzano in caso di alto rischio di danneggiamento del filetto (corrosioni ed urti);
Filettature metriche ISO – indicazioni generali

Passo fine
• Il primo dei passi fini indicati nella tabella diametri nominali – passi è da preferire nel caso dei comuni
organi di collegamento (bulloneria)
• I successivi si utilizzano per gli organi che presentano un diametro grande rispetto alla lunghezza della
filettatura (ghiere, ottiche per macchine fotografiche, etc.).
• Vengono utilizzate quando si desiderino spostamenti graduali e più precisi.
• Il gioco tra creste e fondi è minore in quanto è proporzionale al passo.
Esecuzione delle Filettature
Le filettature si possono realizzare mediante due tecniche differenti:
a) lavorazione per deformazione plastica a freddo, o rullatura, adottata per grosse
produzioni;
b) lavorazione per asportazione di truciolo, adottata per esigenze di precisione o per filetti
di grosse dimensioni.
Esecuzione delle Filettature: rullatura
Processo di coniatura a freddo su apposite macchine a ciclo automatico dette rullatrici.

Caratteristiche:
 Lavorazione di filettature esterne con elevata produttività;
 Non adatta per materiali ad elevata resistenza;
 Non adatta per elevate precisioni.

Pettini piani

Rulli cilindrici
Esecuzione delle Filettature: rullatura

Le fibre sono compattate e non tagliate


Per incrudimento il filetto diventa più resistente all’usura ed ai fenomeni di fatica

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Esecuzione delle Filettature: asportazione di truciolo

1. Impiego di maschi e filiere, a mano ed in modo automatico


2. Fresatura di filetti, impiegata principalmente su pezzi di elevata precisione dimensionale
3. Filettatura al tornio
Esecuzione delle Filettature: asportazione di truciolo

Impiego di maschi e filiere

Maschio

Giramaschio
Esecuzione delle Filettature: asportazione di truciolo

Impiego di maschi e filiere

Filiera a scatto Filiera

Girafiliera
Esecuzione delle Filettature: asportazione di truciolo

Filettatura al tornio
Esecuzione delle Filettature: asportazione di truciolo

Filettatura al tornio
Gola di scarico:
 Evita la formazione di un tratto terminale a filettatura incompleta;
 Assicura all’utensile la possibilità di disimpegnarsi (non è sotto sforzo al termine della corsa);
 Permette di avvitare una vite fin contro uno spallamento o fino in fondo ad un foro;
 Evita la formazione di bave nel tratto di filetto incompleto.

Inserti a profilo multiplo


Corso di Disegno Tecnico Industriale (6 CFU)
A.A. 2016/2017
S.S.D. ING-IND/15

«Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale»

PAUSA (5 min)
Prof. Alessio Balsamo
[email protected]
Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII)
Scuola Politecnica e delle Scienze di Base
Università degli Studi di Napoli Federico II
Rappresentazione degli elementi filettati

È una rappresentazione convenzionale (non legata all’effettiva geometria della filettatura) e


ha lo scopo di rendere veloce l’esecuzione dei disegni (Norma UNI EN ISO 6410).
A volte nei disegni complessivi, le filettature non si rappresentano affatto, limitandosi
ai soli assi di simmetria ed alle relative indicazioni.

VITE: filettatura esterna in vista


la cresta del filetto è rappresentata con linea continua grossa,
il fondo con linea continua fine.

Il limite del tratto utile di filettatura è rappresentato da


una linea trasversale grossa.
Due piccoli tratti sottili ed inclinati (z) completano la
rappresentazione (ma possono essere omessi se non
hanno un’importanza funzionale).
Rappresentazione degli elementi filettati

MADREVITE
Nel caso della madrevite, la rappresentazione
risulta invertita in quanto il diametro di
nocciolo viene rappresentato con linea grossa,
mentre la linea sottile indica il diametro
esterno.
Rappresentazione degli elementi filettati

Nella vista assiale, il fondo del filetto è rappresentato da circa ¾ di


circonferenza tracciata con linea continua fine (non si disegna lo
smusso).

Quasi sempre si ha uno smusso all’inizio della filettatura esterna ed


una svasatura all’inizio di quella interna.

La linea spessa rappresenta sia nella vite che nella madrevite i


contorni del pezzo non ancora filettato (la cui distanza è misurabile
con il calibro), mentre la linea sottile indica sempre il risultato
della lavorazione.
Rappresentazione degli elementi filettati

Rappresentazione di filettature in sezione


La rappresentazione del fondo e della cresta del filetto si
realizzano nelle sezioni con gli stessi criteri delle
filettature in vista.
Il tratteggio (campitura) raggiunge sempre la linea grossa
ed attraversa quella fine.
Rappresentazione degli elementi filettati

Nel disegno di vite e madrevite accoppiate le filettature delle viti nascondono


quelle delle madreviti

Accoppiamento vite - madrevite in sezione


Rappresentazione degli elementi filettati

La rappresentazione dei filetti incompleti talvolta è


omessa.
Rappresentazione degli elementi filettati
Rappresentazione degli elementi filettati secondo le norme americane ANSI (American
National Standard Institute).
Esiste una rappresentazione schematica ed una rappresentazione semplificata.
Rappresentazione degli elementi filettati

Processo di filettatura di un foro cieco: foratura e maschiatura

L: quota tecnologica
f: quota funzionale Nella pratica: L = 1,25 f
Rappresentazione degli elementi filettati
 La profondità della filettatura f deve essere maggiore della lunghezza di avvitamento per evitare il
forzamento
 La lunghezza minima l del foro filettato è data dalla somma di f più una camera di sfogo y che serve a:
-Accogliere la parte di imbocco del maschio;
-Cautelarsi contro la maggiore corsa della maschiatrice;
-Contenere i trucioli non evacuati.
Rappresentazione degli elementi filettati

Processo di filettatura di un foro cieco: foratura, svasatura e maschiatura


Quotatura delle filettature

La quota con la designazione di una filettatura deve riferirsi al diametro esterno


corrispondente, e quindi risulterà legata alle linee grosse della vite ed a quelle sottili del foro,
cioè il diametro da quotare è il diametro nominale comune alla vite ed alla madrevite.
Quotatura delle filettature

Per il rilievo dal vero si utilizza un calibro per filettature o contafiletti

È costituito da una serie di lame sagomate come profili di filettatura

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Quotatura delle filettature: riepilogo
Elementi di collegamento: VITI

I collegamenti mediante accoppiamento filettato sono effettuati utilizzando appositi


elementi, normalizzati o no, che coprono una vasta gamma di necessità.
Vite: elemento costruttivo meccanico costituito da un gambo cilindrico, filettato in tutto od
in parte, recante ad un’estremità un ingrossamento, detto testa, di forma opportuna per
consentire l’applicazione di un attrezzo mediante il quale si possa far ruotare la vite.

DADO

Dado: organo di collegamento, costituito essenzialmente da un prisma esagonale o


quadrato con un foro filettato centrale.
Bullone: insieme di vite più dado
Elementi di collegamento: VITI

Esistono svariate tipologie di viti che si differenziano in base alla


forma della testa e dell’estremità del gambo

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Elementi di collegamento: VITI
VITI PRIGIONIERE (O PRIGIONIERI): cilindri filettati da entrambe le parti (anche con
passo diverso), una delle quali (radice) viene avvitata a fondo, con leggero forzamento, in un foro,
mentre l’altra (gambo), rimanendo sporgente, consentirà il collegamento con l’uso di un dado di
serraggio.
Utilizzo:
- quando il materiale del foro non sopporta frequenti svitamenti (ghisa, leghe leggere, ecc.); in questo
caso si utilizzerà un passo grosso lato radice e un passo fine lato gambo;
- Quando vi sono esigenze di disegno (accessibilità, spazi di manovra).
- Elementi di riferimento per ilcentraggio.

FORO LATO
SPORGENTE
Elementi di collegamento: VITI
VITI PRIGIONIERE (O PRIGIONIERI): cilindri filettati da entrambe le parti (anche con
passo diverso), una delle quali (radice) viene avvitata a fondo, con leggero forzamento, in un foro,
mentre l’altra (gambo), rimanendo sporgente, consentirà il collegamento con l’uso di un dado di
serraggio.

Montaggio e smontaggio di un prigioniero. Si effettua avvitando sul lato gambo due dadi
(dado e controdado). Una volta a contatto la rotazione di uno dei due dadi provoca la
rotazione del prigioniero.
Elementi di collegamento: VITI
Elementi di collegamento: DADI
Dado: elemento con foro filettato, con dispositivo di
trascinamento (esagono, quadro, alette, zigrinatura, etc.),
destinato ad essere avvitato su di una vite od un prigioniero,
per realizzare un collegamento a pressione.

Nella elaborazione delle norme sono stati valutati


in particolare due parametri:
1. l’area della faccia di appoggio,
2. La sezione di nocciolo
Elementi di collegamento: Ghiera e rosetta di sicurezza
Ghiera: dado cilindrico di dimensioni diametrali molto ampie rispetto alla lunghezza assiale.
Utilizzo: montaggio dei cuscinetti volventi
Elementi di collegamento: Rosette o rondelle

Rosetta: elemento cilindrico piatto forato posto fra il dado (o la testa) ed il pezzo da serrare,
allo scopo di aumentare la superficie d’appoggio, proteggere il materiale in caso di
frequenti svitamenti ed in particolari casi svolgere funzioni di tenuta o bloccaggio.

Rondella d’appoggio – UNI 5692 Rondella d’appoggio a fascia larga – UNI 6593
Collegamento filettati

Collegamento Collegamento con Collegamento con


con bullone vite mordente vite prigioniera
Collegamento con bullone
Bullone: insieme (smontabile) di vite e dado
 Ha come funzione il collegamento per serraggio di parti che sono provviste di fori passanti.
 È più economico del collegamento con vite mordente, però è ingombrante a causa della sporgenza
del dado.
 I fori sono eseguiti con diametro maggiore del diametro del gambo della vite e le loro dimensioni
sono raccolte nelle tabelle UNI EN 20273.
Collegamento con bullone
Bullone: insieme (smontabile) di vite e dado

 Il rapporto tra diametro e lunghezza del gambo deve essere tale da garantire un’adeguata deformabilità
longitudinale con buona elasticità in grado di assorbire vibrazioni (valori tra 1/5 e 1/8).
 Il raggio di raccordo tra testa e gambo deve essere sufficiente per evitare concentrazioni di sforzo.
Collegamento con vite mordente
 La vite si impegna in un foro filettato che può essere
passante o cieco.
 Può essere utilizzato per unire tra loro due piastre oppure
una piastra con un pezzo di notevole spessore.
Collegamento con vite mordente

La rappresentazione grafica è aderente alle


esigenze tecnologiche di montaggio.

Se il foro filettato è cieco, la lunghezza di


avvitamento deve risultare inferiore alla lunghezza
della parte di filettatura utile della madrevite.

Il collegamento con vite mordente occupa poco


spazio, con una conseguente riduzione degli
ingombri e delle dimensioni dei pezzi collegati e
consente la manovra della vite con accesso da una
sola parte.

Se sono richiesti frequenti smontaggi, si può


presentare l’inconveniente della rapida usura dei
filetti della madrevite.
Collegamento con vite prigioniera
È usato quando si prevedono frequenti smontaggi delle parti.
La vite prigioniera rimane forzata (lato radice) nella relativa
madrevite ed evitandone di conseguenza l’usura.

La vite prigioniera è forzata con il lato radice nel foro


filettato di uno dei due pezzi, mentre nell’altro è praticato un
foro passante di diametro maggiore di quello del diametro di
vite del lato gambo.

Il serraggio delle parti si ottiene mediante il dado che si


avvita sulla parte filettata del lato gambo.
Collegamento con vite prigioniera

Il limite del tratto utile della filettatura del lato gambo deve
risultare compreso, a montaggio avvenuto, entro lo
spessore della parte non filettata.

Il forzamento del lato radice viene indicato graficamente


facendo coincidere con l’inizio del foro filettato il
termine della linea rappresentativa del tratto a filetti
incompleti.

La lunghezza di avvitamento del lato radice deve risultare


inferiore alla lunghezza di filettatura utile della
madrevite in caso di foro cieco analogamente a quanto
avviene per la vite mordente.
Dispositivi antisvitamento spontaneo
Rosette elastiche:
Assicurano una spinta elastica diretta assialmente, garantendo sempre il contatto tra i fianchi dei
filetti della vite e della madrevite.
In pratica si comportano come degli assorbitori di vibrazioni.
La sicurezza è relativa alla capacità elastica dell’elemento

Rosetta dentata Rosetta spaccata (GROWER)

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Dispositivi antisvitamento spontaneo
Rosette elastiche:
Assicurano una spinta elastica diretta assialmente, garantendo sempre il contatto tra i fianchi dei
filetti della vite e della madrevite.
In pratica si comportano come degli assorbitori di vibrazioni.
La sicurezza è relativa alla capacità elastica dell’elemento

Rosetta a tazza Rosetta ondulata

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Dispositivi antisvitamento spontaneo
Dado e controdado

Veicolo da corsa

Gardaland
Dispositivi antisvitamento spontaneo
Dado e controdado
Dispositivi antisvitamento spontaneo

Rosetta con linguetta Rosetta con dentino


Dispositivi antisvitamento spontaneo

Piastrine
Dispositivi antisvitamento spontaneo

Copiglie
Dispositivi antisvitamento spontaneo

Copiglie
Corso di Disegno Tecnico Industriale (6 CFU)
A.A. 2016/2017
S.S.D. ING-IND/15

«Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale»

APPENDICE
Prof. Alessio Balsamo
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Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII)
Scuola Politecnica e delle Scienze di Base
Università degli Studi di Napoli Federico II
Sistemi di filettature

I sistemi di filettature utilizzati e normalizzati a livello nazionale ed internazionale sono

1) Filettature a profilo triangolare


- Metriche ISO
- Whitworth
- Gas

2) Filettature a profilo non triangolare


- Trapezoidali
- A dente di sega
- Speciali
Filettature Whitworth

Sono state le prime ad essere unificate nel 1841 ed hanno costituito la base di molti sistemi di filettature.
 Il profilo di base è un triangolo isoscele con angolo al vertice di 55°.
 Nel profilo di esecuzione fondo e cresta del filetto sono arrotondati sia nella vite che nella
madrevite.
 Dimensioni espresse in pollici;
 Passo definito in base al numero z di filetti presenti su una lunghezza assiale di un pollice
Filettature Whitworth: designazione
Le filettature Whitworth sono designate indicando: il diametro nominale, espresso in
pollici o frazioni di pollice, seguito dalla lettera W.

Esempi:
½W d= 12.700, P=2.117, z=12 In tabella
½ x 10 W (Dnom) x (# fil/ pollice) W Non in tabella

segue
Filettature Whitworth: designazione

Tabella Filettature Withworth

Formule utili

25,4
p
z

h  0,96049 p

f  0,64033 p

r  0,13733 p
Filettature GAS

Derivate dalle filettature Whitworth, si differenziano per i passi che sono più fini.
La denominazione gas è dovuta all’impiego che esse ebbero inizialmente in condutture di gas.
Sono utilizzate nei collegamenti per tubazioni ed apparecchiature adibite al convogliamento dei fluidi.

Sono previste due tipi di filettature gas:

• non a tenuta stagna sul filetto (Vite cilindrica – Madrevite cilindrica);


• a tenuta stagna sul filetto (Vite conica – Madrevita cilindrica o conica).
Filettature GAS: designazione

Filettatura gas NON a tenuta stagna sul filetto


DESIGNAZIONE
Filettatura
UNI 338 UNI ISO 228/1
Interna G1¼ Una classe di tolleranza G1¼
G1¼
Classe di tolleranza A (stretta)
A
Esterna G1¼
G1¼
Classe di tolleranza B (ampia)
B
Filettature GAS: designazione

Filettatura gas a tenuta stagna sul filetto


DESIGNAZIONE
Filettatura
UNI 339 UNI ISO 7
Interna cilindrica Gj 1 ¼ Rp 1 ¼
Interna conica Rc 1 ¼
Esterna conica Gc 1 ¼ R1¼
Filettature GAS: tabella UNI-ISO 228/1

Filettatura gas NON a tenuta stagna sul filetto


Filettature GAS: tabella UNI-ISO 7

Filettatura gas a tenuta stagna sul filetto


Filettature Trapezoidali
Sono utilizzate per viti di manovra cioè quando, ruotando la vite o la madrevite, si vuole ottenere uno
spostamento reciproco di due organi meccanici, soprattutto per trasmissione di carichi di notevole entità.
Minore è l’angolo θ, maggiore è l’angolo α, maggiore è il rendimento, migliore è la trasmissione del
moto.
Il rendimento massimo si avrebbe con il profilo quadrato che però presenta difficoltà di realizzazione

Norme di riferimento: UNI ISO 2901-2904 (ritirate)


Filettature Trapezoidali: designazione
La designazione si effettua indicando il simbolo Tr seguito dal diametro nominale e dal
passo del profilo. Se la vite ha più filetti, dopo il diametro nominale si indica il passo
dell’elica e poi tra parentesi il passo del profilo; se la filettatura è sinistra, si aggiunge LH
(Left Hand).

Esempi:
Tr 50 x 8 diametro nom. 50 mm, passo 8 mm

Tr 50 x 24 (P8) LH diametro nom. 50 mm, 3 principi, passo 8mm, sinistra


Filettature a dente di sega

Il profilo a dente di sega (trapezio asimmetrico) è usato nei collegamenti filettati tra
tubi sottili soggetti a sforzi relativamente intensi nel solo senso assiale.
Tra vite e madrevite è previsto un forte gioco assiale ed un centraggio sul diametro esterno.
Filettature a dente di sega: designazione

Secondo la UNIM 127 e 128 (ora ritirate) la designazione di una filettatura a dente di sega
si effettua indicando il diametro nominale seguito da uno dei due simboli:

SgN Normale

SgF Fine

Nel caso di vite a più filetti o di vite con elica sinistra, si devono aggiungere le relative indicazioni.

Esempi:
80 SgN diametro nom. 80 mm, normale

80 SgN 2 fil sin diametro nom. 80 mm, 2 principi, sinistra


Filettature speciali
• Filettatura per viti autofilettanti
Sono capaci di creare la loro sede filettata, cioè la madrevite.
Largamente utilizzate in campo automobilistico, ferroviario, aeronautico
e negli elettrodomestici.

• Filettatura per viti da legno (tabella UNI 699)


Realizzata su gambo conico con filetto piccolo rispetto al passo.
Designazione: diametro nominale ed il riferimento della norma. Viti da
legno
Es.: filettatura 5 UNI 699.

• Filettatura BA (British Association)


Differisce dalla Whitworth perché ha l’angolo di 47° 30’, invece che di 55° ed usata per diametri
nominali da 0,25 a 6mm.

• Filettatura UN (Unified Screw Thread)


Simile alla metrica (angolo del profilo 60°) ma con diametro definito in pollici e passo stabilito in
base al numero di filetti per pollice.

• Filettatura Edison
Con profilo generatore semicircolare, per attacchi di lampade.
Corso di Disegno Tecnico Industriale (6 CFU)
A.A. 2016/2017
S.S.D. ING-IND/15

«Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale»

FINE
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