Glottologia

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GLOTTOLOGIA Bruno

Le lingue mutano nel tempo e nello spazio come ha notato Dante in De Vulgari eloquentia. Non
mutano solo nel singolo individuo ma anche nella comunità (vi sono infatti molte lingue e dialetti).
Per padronare una lingua è necessario sia padronare bene le strutture che essere consapevoli del
mutamento di esse, nel passato e nel presente.

Si distinguono due prospettive: (molto prima di Saussure)


1) Linguistica sincronica (asse della simultaneità): vede la lingua in un determinato momento
prescindendo dai vari cambiamenti che l’hanno portata a quello stato (non necessariamente
nel presente); (STATO)
2) Linguistica diacronica (asse delle successioni): considera gli atti evolutivi delle lingue;
(EVOLUZIONE)

In realtà tale distinzione non esiste perché ogni stato di lingua è dinamico e quindi è solamente
un’antonimia apparente.

Glottologia: composto neoclassico che significa studio della lingua. Sono due morfemi che come
morfemi liberi non si trovano mai soli a differenza di capostazione (prefissoidi, suffissoidi).È una
scienza descrittiva e non prescrittiva che nasce a metà del 1800 per indicare l'insieme delle scienze
che si occupano il linguaggio e si rifà alla prospettiva diacronica.

Da questa divaricazione glottologia per computare che la linguistica è prettamente diacronica,


storica ed evolutiva.
Infatti Saussure sostiene che non esiste lingua senza massa parlante e che le lingue cambiano perché
vengono a contatto tra un individuo e un altro.
Se bambino dice “io vieno” si tratta di un’ innovazione individuale, se assunto da altre persone
“innovazione totale e quindi la variante di uno diventa variante della lingua. (Foscolo diceva “Io
niego” al posto di “io nego”).
La linguistica è una scienza descrittiva e non prescrittiva.
L’evoluzione della parola non ha niente a che fare con la sua funzione o il suo uso e il parlante ne può fare a
meno (si può usare la parola penna correttamente e associarla al suo contenuto senza sapere che la forma
contiene la radice pet, dal greco volare).

In sincronia forma plurale da singolare distinta.


In diacronia innalzamento vocale centrale bassa.

Saussure con questo esempio dimostra come sincronia e diacronia sono opposte, indipendenti tra
loro

Lo studio della variazione linguistica interessa sia la prospettiva diacronica che quella sincronica
(anche intuito da Dante). La variazione diacronica (tempo), la variazione interlinguistica (spazio) e
intralinguistica (società) sono i punti chiave del cambiamento linguistico.
I punti chiave che individuano il contesto tridimensionale del cambiamento linguistico sono tempo,
spazio, società.

Variazione diacronica
Saussure sostiene che l’immobilità assoluta non esiste ed è osservabile soprattutto basandosi sulle
testimonianze scritte.
Il confronto tra i sistemi linguistici del passato e del presente si rifà al principio di uniformità
secondo cui i processi naturali osservati nel passato sono gli stessi del presente.

Variazione interlinguistica (spazio)


Ciò che salta all’occhio è la diversità tra le lingue secondo Saussure.
Inglese mouse father
Tedesco Maus Vater
Sanscrito mus pitar
Osservando questa lista si possono notare numerose somiglianza fra tedesco e inglese, tuttavia anche il
sanscrito condivide degli elementi con le due lingue germaniche. E' possibile quindi ipotizzare una parentela
fra esse.
L’Ottocento è un periodo in cui nasce la filologia comparativa e la grammatica comparata e vi è
interesse verso il confronto tra le lingue, in particolar modo quelle indoeuropee.
William Jones ipotizza che vi sia una relazione di parentela linguistica tra alcune lingue europee,
ipotesi che si concretizza osservando il sanscrito.
Sebbene la società indiana sia articolata in caste rigide e la casta dei sacerdoti renda impossibile l'accesso al
sanscrito, c'erano connessioni con l'occidente (via della seta) che permettono agli studiosi di notare delle
somiglianze. Jones sostiene che il latino, il greco, le lingue germaniche e celtiche e il sanscrito abbiano una
lingua comune originaria che poi è scomparsa.
Tra le lingue indoeuropee venivano riconosciute somiglianze nel lessico:
- Sanscrito
- Greco
- Latino
- Gotico
- Con altre lingue antiche
Quando la linguistica è nata si chiamava linguistica storica e non è facile che rimanga nel rango
indoeuropeistica.
La somiglianza forte si nota sempre e solo fra lingue ANTICHE e storicamente attestate, infatti la
documentazione su cui si basa la teoria dell'indoeuropeo riguarda le lingue antiche e non moderne.
Jones è il padre della teoria dell'Indoeuropeo, tale concetto è astratto, è emerso alla fine del 1700
per trovare una soluzione alle similarità riscontrate nel lessico e nella grammatica di lingue antiche,
lontane nello spazio e nel tempo.
Idea di decadenza linguistica: nel passaggio dalle lingue del passato alle lingue del presente si
registra una perdita o riduzione della flessione, ossia la categoria che dà indicazioni sui tratti
grammaticali che sono espressi obbligatoriamente dalla lingua (esempio: lupi>morfema flessivo
“i”che mi dice che la parola è maschile e plurale, in latino oltre a genere e al numero la parola
esprime il caso, in italiano abbiamo avuto una riduzione della flessione che è percepita come
decadenza.
Altri studiosi notano questa somiglianza> Filippo Sassetti (fiorentino del 1500) afferma che ci sono
delle somiglianze fra sanscrito e fiorentino (ad esempio: divino, numero 7).
Chiaramente la difficoltà sta nell'argomentare e arricchire tale intuizione che parte da Jones
(trovando ad esempio altre lingue sorelle), per questo nel 1800 si sviluppa il metodo storico-
comparativo: metodo di confronto che parte dalla comparazione sistematica di lessemi ma
soprattutto della struttura morfologica e fonetica delle lingue.
Perché ci si basa maggiormente sulla fonetica e sulla morfologia?
lessico: più permeabile all'immissione di elementi esterni
morfologia e fonetica> sono meno permeabili quindi studiando esse si fanno passi avanti nella
ricerca delle lingue sorelle
Nell'accostamento fra elementi si notano concordanze e differenze, queste ultime sono importanti
perché sistematiche ossia regolari, così comincia ad insinuarsi l'idea che il mutamento linguistico
sia suscettibile di una formalizzazione scientifica.
Un'area molto conservativa (poco permeabile a flussi esterni) delle lingue del mondo è quella dei
numerali.
Nell'accostamento fra elementi si notano concordanze e differenze, queste ultime sono importanti
perché sistematiche ossia regolari, così comincia ad insinuarsi l'idea che il mutamento linguistico
sia suscettibile di una formalizzazione scientifica.
Un'area molto conservativa (poco permeabile a flussi esterni) delle lingue del mondo è quella dei
numerali.

latino greco sanscrito gotico


3 tria tria tri prija
5 quinque pente panca fimf
6 sex heks sas sehs
7 septem hepta sapta sibun
8 octo okto astau ahtau
10 decem deka dasa taihun

Guardando questo schema si nota l'esistenza di una corrispondenza regolare di differenze e concordanze>
*dove in greco abbiamo un'aspirazione (h), nelle altre lingue abbiamo una fricativa alveolare
-Armeno si comporta come il greco in questo caso

*dove il latino e il greco hanno un elemento velare (octo/decem ; okto/deka> da non pronunciare post-
alveolare perché non esisteva all'epoca tale fono), il gotico ha una fricativa (legge di Grimm)

*in latino>quinque; in greco>pente, la spiegazione è sistematica in quanto noi diciamo equino ma anche
ippico. Il primo elemento deriva da latino il secondo dal greco

Conclusione del comparativista> le lingue conservano la forma della lingua madre, nei casi in cui ciò non
avviene, c'è un'innovazione interna che è avvenuta all'interno della singola lingua.

Esempio> molto probabilmente visto che la maggior parte delle lingue europee conservano il segmento
della fricativa alveolare, esso deve essere il tratto ereditato dalla lingua madre. L'assenza in greco della
fricativa è sentita come un'innovazione.
Ovviamente ancora non si parla di fonetica perché è argomento futuro della linguistica generale, all'epoca
gli studiosi si occupano delle singole lettere.

latino greco sanscrito gotico


7 septem hepta sapta sibun
8 octo okto astau ahtau
10 decem deka dasa taihun

*in greco e in sanscrito troviamo un elemento vocalico finale


*in gotico e latino troviamo un elemento vocalico finale accompagnato da una nasale
L'evoluzione a partire da un segmento sonante (elemento consonantico che può entrare nel nucleo sillabico
in assenza di vocale, possono essere le vibranti, le laterali e le nasali) potrebbe spiegare tale situazione,
ossia nelle lingue in cui non sono documentate non è raro che prima di una consonante si possa produrre
una vocale di appoggio che può sostituire la consonante.
Sorge quindi un'ipotesi>attraverso il metodo storico-comparativo si ipotizza che la lingua madre (common
source secondo Jones) abbia un inventario fonetico che non necessariamente debba coincidere con le
lingue documentate storicamente. Nel caso precedente quindi le lingue prese in esame avrebbero
semplificato una struttura sillabica complessa e si tratta di una semplificazione dovuta all'evoluzione.

*cuore (italiano); cor (latino); srd (sanscrito)>srdhayati (esatto equivalente della parola credere, in essa c'è
fossilizzato il nome del cuore> credere vuol dire porre il cuore nell'altro)
*molle (italiano); mollis (latino); mrd (sanscrito)
Sempre parlando di sonanti (N.B. non riguardano l'italiano perché esso ha solo nuclei sillabici vocalici), ci
sono lingue antiche (sanscrito) che hanno solo le laterali come foni sonanti>in sanscrito la laterale diventa
una vibrante

N.B. -posizionamento dell'asterisco (*) prima di un dato segmento è usato quando si parla di una
ricostruzione (tipico della indoeuropeistica)

Alla luce della variazione regolari (sopra indicate) nasce l'idea che il mutamento linguistico sia soggetto a
regolarità e sottoposto a leggi>all'epoca è radicata l'idea che la lingua risponda alle leggi della natura in
quanto organismo. Il motivo per cui le lingue cambiano è la natura di esse che è sottoposta a leggi come un
qualsiasi altro organismo (nascita, sviluppo, decadimento, morte). A queste teorie sono contemporanee le
teorie di Darwin.
Il cambio di idea avviene con Saussure>non esiste lingua senza massa parlante

Variazione intralinguistica (società)


La lingua non è libera e saranno le forze sociali a sviluppare le loro differenze. La loro
diversificazione è ambito di studio della SOCIOLINGUISTICA che si occupa della:
- Variazione diatopica (luogo): l’antico alto tedesco è il tedesco del sud. Si chiama alto perché
nella Germania meridionale ci sono molte montagne. L’alto tedesco con il moderno
- Variazione diastratica (stratificazione della società): tedesco che si insegna, standard ha una
base in una varietà diatopica ovvero quello del tedesco del sud.
Rapporto antico alto tedesco: antecedente del tedesco moderno
- Variazione diafasica (situazione comunicativa): formale e informale
- Variazione diamesica (mezzo): scritto e parlato
TUTTO QUESTO È COMPITO DEL DIASISTEMA

La variazione intralinguistica (diafasica) e sincronica non sono indipendenti tra loro.

Tale schema spiega le variazioni del tedesco:


-variazione diatopica: l'antico alto tedesco deriva e prende il nome dal Sud della Germania dove ci sono
tante montagne
-variazione diastratica: tedesco moderno, ossia quello parlato oggi ha come base il tedesco del sud (precisa
varietà diatopica), da esso distinguiamo il tedesco standard che è ufficiale e formale.
Nei tre stadi di lingua si considera il funzionamento dell'opposizione fra singolare e plurale della parola:
a.a.ted.> simile all'italiano in quanto il plurale viene fatto con la desinenza i
ted. mod.> no aggiunta i ma modifica della vocale a
Il fatto che il plurale cambi la forma nel tempo e che esso si opponga al singolare sono fattori indipendenti
secondo Saussure
*sincronicamente: considera che entrambe le lingue hanno l'opposizione fra plurale e singolare
*diacronicamente: considera la forma tramite cui la categoria è rappresentata (cambiamento della forma
del plurale).
Perché l'opposizione fra singolare e plurale è così segnata?
La ragione poggia su un meccanismo fonetico co-articolatorio (aggiustamento e semplificazione dei foni). Si
tratta di metafonesi, processo per cui la vocale alta può innalzare l'articolazione di una vocale interna (in
questo caso la i di gasti è innalzata e anteriorizzata si ottiene così Gäste).
Ex: variazione singolare – plurale nel tempo con anteriorizzazione vocale sono indipendenti perché
uno riguarda la fonetica e uno la diacronia. Diacronia e sincronia operano in modo diverso.
E’ una ragione che poggia su un meccanismo fonetico coarticolario (aggiustamento foni in
seguenza). Per esempio l’assimilazione (diversità sequenza foni viene meno). L’esempio di gasti e
gesti è un esempio di metafonia.

Tra le frasi “domani vado” e “domani andrò”, nonostante entrambe siano corrette si tende a usare
maggiormente la prima in quanto il futuro è riservato a contesti più formali.

La linguistica storica ha come obiettivi:


- Descrivere la storia delle comunità;
- Riconoscere e descrivere i vari mutamenti;
- Definire teorie dei vari cambiamenti;

Il contatto tra le lingue è una delle maggiori cause di cambiamento e possono accadere fenomeni di
prestito come la parola strada (in inglese street e in tedesco Strasse oppure river e riviere).

I mutamenti sono ancora più evidenti quando in una certa area linguistica oltre al lessico si
acquisiscono anche le strutture e il processo di interferenza è il nodo centrale.

La trasmissione dei caratteri linguistici è legata a:


- Fattori geografici: confini
- Fattori politici: latino (espansione Impero Romano), arabo (espansione Islam)
- Fattori sociali: prestigio di individui o gruppi che vengono imitati

Certi tratti o costrutti sono più frequenti o comuni rispetto ad altri. Ad esempio nessuna lingua ha il
triale se non ha il duale, e nessuna ha il duale se non ha il plurale. Gli elementi grammaticali
tendono inoltre a svilupparsi dagli elementi lessicali.
I veri universali del linguaggio sono diacronici e tra l’approccio sincronico strutturale e il
diacronico evolutvo si innescano i principi che regolano i mutamenti. Il rapporto tra cambiamento
linguistico e universali è il filo conduttore delle analisi dei vari fenomeni deli livelli di unità
linguistica.

La glottologia/linguistica storica ha come obiettivi:


- Descrivere la storia delle comunità linguistiche: prevede la raccolta di informazioni sulle
vicende di esse
- Riconoscere e descrivere i vari mutamenti: presuppone la conoscenza dei termini e dei
criteri con cui classificare le differenze fra stati di lingua successivi
- Definire teorie dei vari cambiamenti: capire i meccanismi e i principi generali che regolano
la trasformazione delle lingue
Il contatto tra le lingue è una delle maggiori cause di cambiamento e possono accadere fenomeni di prestito
come la parola strada, in inglese street e in tedesco Strasse.
I mutamenti sono ancora più evidenti quando in una certa area linguistica oltre al lessico si acquisiscono.
Nella riflessione sul mutamento è quindi ovvio il ruolo centrale dei processi di interferenza.

La trasmissione dei caratteri linguistici è legata a:


- Fattori geografici: confini nazionali ed ostacoli naturali possono rallentare la trasmissione
delle innovazioni
- Fattori politici: la diffusione dei popoli dominanti può ridisegnare il panorama linguistico,
basti pensare al latino (collegato all'espansione Impero Romano) ed all'arabo (collegato
all'espansione dell'Islam)
- Fattori sociali: il prestigio di individui o gruppi può decretare il successo o meno di
un'innovazione, attraverso l'imitazione e l'adozione da parte degli altri membri della
comunità

Dopo Saussure nasce la filologia e con la scoperta di comparazione tra le lingue nasce la filologia
comparativa o grammatica comparata. L’Ottocento si focalizza soprattutto sulle lingue indoeuropee.
Dal discorso di Jones (sanscrito) non si compara le lingue solo attraverso il lessico ma anche i
sistemi grammaticali.
- Da Jones interesse anche verso lingue orientali;
- Schlegel: primo a usare il termine “Grammatica comparata”
- Bopp: confronto morfologia flessiva e derivativa (la morfologia è una rete di elementi
costitutivi dotati di forma e stabili;
responsabile dell'affinamento del metodo storico-comparativo e autore dell'opera “Sul sistema di
coniugazione del sanscrito in confronto con quello greco, latino, persiano e gotico”.
Grazie a lui vengono aggiunte altrelingue alla teoria dell'indoeuropeo elaborata da Jones tra cui l’antico
slavo, l’iranico e il tedesco;
L'idea alla base rimane che il mutamento linguistico sia uguale al mutamento di un organismo, si parla
ancora di linguistica come fisiologia e si parla di leggi fisiche applicabili agli organismi (lingue).
- Rask: propone uno studio sul sistema consonantico delle lingue germaniche;
- Grimm: introduce i fondamenti della filologia germanica inserendo stark/schwach, Ablaut (apofonia
paradigmi verbi irregolari), umlaut (metafonesi);
- Schleicher sostiene che la botanica come la grammatica comparata mette a confronto organismi
diversi individuandone le specificità e le somiglianze.
C'è ancora l'idea che l'evoluzione porti con se il decadimento, diversamente da Darwin che ritiene che la
selezione naturale porti ad un rafforzamento della specie.
Schleicher mette ordine all'interno della famiglia delle lingue indoeuropee affermando che fra esse l'antico
indiano è una lingua sorella (non più lingua di partenza come in Jones). Il sanscrito infatti, grazie ai tratti
conservativi, è stato considerato fino a questo momento dagli studiosi, la lingua madre ossia l'Ursprache
(prelingua/unità linguistica preistorica). Già in Bopp, in realtà, serpeggia l'idea che il sanscrito possa essere
lingua madre in quanto le lingue indoeuropee sono dette sanscritiche.
Schleicher crea la Stammbaumtheorie nel 1853 (teoria dell'albero genealogico) in cui afferma che la
frammentazione dell'attualità rispetto all'omogeneità della lingua madre è causata da un procedimento
diacronico avvenuto per progressive scissioni/ramificazioni all'interno della lingua madre. Schleicher si è
immaginato una comunità linguistica omogenea che si è scissa a causa delle migrazioni. Queste scissioni
sono intuite sulla base della ricostruzione dei rapporti di somiglianza fra i diversi gruppi linguistici.
I gruppi con le lingue più arcaiche sono quelli che si sono separati prima dalla lingua madre.
Alla base Schleicher pone la Ursprache che chiama indogermanische
Per quanto riguarda le lingue nel mezzo (Grundsprache), sono stati riportati fenomeni di convergenza ma
non sappiamo niente dal dal punto di vista storico
Le lingue all'estrema destra sono attestate
La teoria dell'albero genealogico è ovviamente aggiornata alla situazione linguistica nel 1853.

Il passo successivo alla teoria dell'albero genealogico è rappresentato dalla Wellentheorie di Johannes
Schmidt, allievo di Schleicher.
La teoria delle onde nasce osservando la teoria di Schleicher ed in particolare i rami che mostrano
convergenze e innovazioni comuni.
Accanto al processo di diversificazione progressiva di Schleicher si inserisce la componente spaziale come
evidenza del fatto che le lingue più vicine siano quelle che possiedono più innovazioni, in Schmidt non esiste
più l'idea della lingua come organismo, non ci si basa più sul modello delle scienze naturali.
Secondo la Wellentheorie al centro troviamo la varietà di lingua più arcaica con tratti conservativi, intorno,
una cornice di lingue prive di confini netti fra esse. Tutte queste lingue sono interessate da una gradazione
di tratti condivisi e da una differenziazione graduale (Schmidt utilizza la metafora di un sasso lanciato
nell'acqua che crea cerchi concentrici che sono, più fitti, quanto più vicini al luogo di caduta, poi si
allargano).
I mutamenti linguistici non hanno necessariamente lo stesso punto di irradiazione, essi, propagandosi e
combinandosi delineano i profili delle lingue europee così come storicamente si configurano. La
Wellentheorie considera quindi lo spazio.
Con Schmidt la lingua viene riportata nella prospettiva della società, lo spazio della lingua non è geografico
e basta, si parla anche di comunità (20 anni dopo Schleicher).

-
Sulla base di queste somiglianze si ipotizza di una relazione di parentela tra queste lingue. Questa intuizione
è resa più concreta dalla nascita della grammatica comparata tra queste lingue. Esiste all’interno delle
lingue un vocabolario essenziale più impermeabile rispetto ai mutamenti linguistici e diventa una disciplina
di studio della GLOTTOCRONOLOGIA.
Un elemento ricorrente è la ricerca della lingua madre, della Ursprache (Schleicher dice che il sanscrito è
una lingua sorella ma il capostipite è un’entità linguistica preistorica che viene chiamata Uhrsprache).
Vi sono 2 personaggi che offrono una sintesi:
1) Bopp: morfologia flessiva e derivazionale; chiama le lingue europee lingue sanscritiche
2) Schleicher ne “Compendio di grammatica comparata delle lingue indoeuropee” ricostruisce la
lingua madre tramite il confronto tra le lingue figlie.
Sviluppa la teoria dell’albero genealogico (Stammbaumtheorie): a partire dalla Uhrsprache le lingue
si sono sviluppate secondo Grundsprache dando origine a una sottofamiglia, i cui membri sono
accomunati da corrispondenze lessicali e mutamenti di suono paralleli;
La lingua è dinamica; il sanscrito è la lingua madre delle lingue indoeuropee.
La Stammbaumtheorie di Schleicher considera solo il tempo ma vi sono altre 2 coordinate del
mutamento linguistico.
Un discepolo di Schleicher, Schmidtvi inserisce anche la coordinata spaziale oltre a quella temporale
sviluppando la Wellentheorie o teoria delle onde: secondo tale teoria l’innovazione linguistica è
paragonata al lancio di un sasso in un lago che crea onde. Un esempio ne è il passato analitico (ho
detto): l’uso dell’ausiliare trova le sue origini in greco e poi ciò si trasmette al latino e così via.
La Stammbaumtheorie e la Wellentheorie non si escludono ma si completano a vicenda.

Nel Settecento si trovano alcuni fissisti (Cuvier, Buffon, Saint-Hilaire) opposti a Lamarck e Darwin, i quali
credono che la scienza si emancipa dal fissismo e si apre alla dinamica della mutazione.
La

Le unità su cui il significante si basa sono i segmenti fonici. A destra vi è la frammentazione delle lingue
indogermaniche in opposizione all’omogeneità dell’indoeuropeo. (Scleicher: teoria dell’albero genealogico
in cui la frammentazione dell’attualità rispetto all’omogeneità dell’Uhrsprache è descritto come un processo
diacronico avvenuto con scissioni. Queste scissioni (ondate migratorie) sono ricostruite tramite minore o
maggiore somiglianza linguistica tra i gruppi linguistici). Tutto ciò che precede le lingue a destra sono frutto
della grammatica comparata.
L’albero genealogico procede per biforcazioni binarie: la prima diramazione è un ramo slavo-germanico e
tutto il resto.
Solo quelle a destra sono storicamente attestate mentre le altre sono derivate da fenomeni di convergenza.
La linguistica è una scienza naturale perché studia l’evoluzione di un patrimonio genetico.
La documentazione parte dal II millenio a.C: ramo indiano, anatolico, greco. Senza l’indiano non sarebbe
nato il concetto di indoeuropeo.
Il ramo anatolico (turco) comprende tavolette in scrittura cuneiforme ed è stata riconosciuta una lingue
indoeuropea; è un ramo estinto.

Nasce l’idea che sia subordinato a leggi. Le lingue cambiano a causa di mutamenti che sono insiti nella loro
natura. Le tappe di evoluzione sono scandite secondo le tappe di crescita di un organismo (glottica)

Estraneo all’idea darwiniana di evoluzione è la connotazione negativa di evoluzione: decadimento


L’idea di decadenza linguistica si ha nel passaggio dalle lingue del passato a quelle del presente
registrando una perdita o riduzione della flessione. (ex: la i di lupi è un morfema flessivo indicante
il plurale e maschile; in latino oltre a genere e numero mi dà anche il caso). Questa perdita di
flessione nel passaggio da latino a italiano è vista come decadenza.
Filippo Sassetti, un fiorentino del 1500, nota delle somigliane tra sanscrito e fiorentino (divino,
numero 7).
La difficoltà sta nell’argomentare e arricchire l’intuizione di Jones ed è per questo che nel 1800
nasce
il metodo storico-comparativo, un metodo di confronto che parte dalla comparazione sistematica di lessemi
ma soprattutto della struttura morfologica e fonetica delle lingue.
Ci si basa maggiormente sulla fonetica e sulla morfologia perché il lessico è più permeabile all'immissione di
elementi esterni. Al contrario morfologia e fonetica sono meno permeabili quindi studiando esse si fanno
passi avanti nella ricerca delle lingue sorelle.
Nell'accostamento fra elementi si notano concordanze e differenze, queste ultime sono importanti perché
sistematiche ossia regolari, così comincia ad insinuarsi l'idea che il mutamento linguistico sia suscettibile ad
una formalizzazione scientifica.

Un'area molto conservativa (poco permeabile a flussi esterni) delle lingue del mondo è quella dei numerali:

Guardando questo schema si nota l'esistenza di una corrispondenza regolare di differenze e concordanze,
dunque esiste forse una serie di mutamenti che segue un percorso a partire da una fonte comune
(indoeuropeo):

- dove in greco abbiamo un'aspirazione (h), nelle altre lingue abbiamo una fricativa alveolare
-Armeno si comporta come il greco in questo caso
- dove il latino e il greco hanno un elemento velare (okto, decem> da non pronunciare post-alveolare
perché non esisteva all'epoca tale fono), il gotico ha una fricativa (legge di Grimm)

- in latino>quinque; in greco>pente, la spiegazione è sistematica in quanto noi diciamo equino ma


anche ippico. Il primo elemento deriva da latino il secondo dal greco

Conclusione del comparativista: le lingue conservano la forma della lingua madre.


Nei casi in cui ciò non avviene, c'è un'innovazione interna che è avvenuta all'interno della singola lingua.

Molto probabilmente visto che la maggior parte delle lingue europee conservano il segmento della fricativa
alveolare, esso deve essere il tratto ereditato dalla lingua madre. L'assenza sia in greco che in latino della
fricativa è sentita come un'innovazione.
Ovviamente ancora non si parla di fonetica perché è argomento futuro della linguistica generale, all'epoca
gli studiosi si occupano delle singole lettere.

- in greco e in sanscrito troviamo un elemento vocalico finale


- in gotico e latino troviamo un elemento vocalico finale accompagnato da una nasale

L'evoluzione a partire da un segmento sonante (elemento consonantico che può entrare nel nucleo sillabico
in assenza di vocale, possono essere le vibranti, le laterali e le nasali) potrebbe spiegare tale situazione:
nelle lingue in cui non sono documentate non è raro che prima di una consonante si possa produrre una
vocale di appoggio che può sostituire la consonante.
Sorge quindi un'ipotesi: attraverso il metodo storico-comparativo si ipotizza che la lingua madre (common
source secondo Jones) abbia un inventario fonetico che non necessariamente debba coincidere con le
lingue documentate storicamente. Nel caso precedente quindi le lingue prese in esame avrebbero
semplificato una struttura sillabica complessa e si tratta di una semplificazione dovuta all'evoluzione

- cuore (italiano); cor (latino); srd (sanscrito)>srdhayati (esatto equivalente della parola credere, in
essa c'è fossilizzato il nome del cuore> credere vuol dire porre il cuore nell'altro)

- molle (italiano); mollis (latino); mrd (sanscrito )

Sempre parlando di sonanti (N.B. non riguardano l'italiano perché esso ha solo nuclei sillabici vocalici), ci
sono lingue antiche (sanscrito) che hanno solo le laterali come foni sonanti. In sanscrito la laterale diventa
una vibrante
N.B. -posizionamento dell'asterisco (*) prima di un dato segmento è usato quando si parla di una
ricostruzione (tipico della indoeuropeistica)

Alla luce delle variazioni regolari (sopra indicate) nasce l'idea che il mutamento linguistico sia soggetto a
regolarità e sottoposto a leggi (all'epoca è radicata l'idea che lingua risponda alle leggi della natura in
quanto organismo).
Il cambio di idea avviene con Saussure secondo cui non esiste lingua senza massa parlante
Nell’ultimo trentennio dell’Ottocento un gruppo di studiosi di Lipsia chiamati Neogrammatici o
Junggrammatiker approfondiscono lo studio sul mutamento fonetico e delle leggi che lo regolano.
Posteriormente si fa avanti l’idea che è necessario studiare le lingue vive piuttosto che quelle letterarie dato
che aprono la strada a una ricerca dialettologica. Hugo Schudart fa avanti la tesi di una geografia linguistica.
Un neogrammatico è Brugmann che sostiene:
“Ogni mutamento fonetico, in quanto procedemeccanicamente, si compie seguendo delle leggi
ineccepibili;cioè la direzione del moto fonetico è costantementela stessa fra tutti gli appartenenti a
una comunitàlinguistica, salvo che subentri la scissione dialettale,e tutte le parole in cui il suono
soggetto almoto foneticoappare nelle medesime condizioni sono afferrate senzaeccezioni dal
mutamento”

PANORAMA DELLE LINGUE IN EUROPA


Pedersen nel 1903 ha detto che l’indoeuropeo fa parte di una macrofamiglia chiamata nostraniano dai
linguisti russi.

Rami piccoli e antichi


Documentate dal II millennio a.C
Documentate dal I millennio a.C
Documentate dal I millennio d.C
lingue documentate a partire dal II millennio d.C
1) LINGUE ANATOLICHE: erano parlate nel territorio dell’attuale Turchia. Tra queste lingue prevale
l’ittita ed è nota oggi grazie ai documenti di scrittura cuneiforme;
2) GRECO: un tempo era suddiviso in vari dialetti. Dopo il medioevo ellenico la documentazione scritta
riprende con un nuovo alfabeto (adattamento del sistema grafico dei fenici). Grazie ad Alessandro
Magno le varie varietà si sono unite in una lingua comune chiamata koinè: è basata sul dialetto
dell’Attica ed è continuata nel greco moderno o neoellenico;
3) LINGUE INDO-IRANICHE (VI sec.): questo ramo si suddivide nelle lingue iraniche e nelle lingue
indoarie, questa biforcazione è probabilmente dovuta ad un cambio di religione in quanto si ha
l'avvento dello zoroastrismo. Quando accade ciò, la religione nuova ha come divinità maligne quelle
della religione passata. Le lingue indoarie hanno tre ramificazioni: vedico (lingua dei Veda ossia inni
religiosi), sanscrito (India) e i pracriti (da cui derivano pali, lingua del canone buddista, hindi e urdu).
4) LATINO: è la lingua di Roma e del suo Impero. Il latino colloquiale detto anche volgare si allontana
da quello classico e sarà la base delle varie lingue neolatine;
5) LINGUE ITALICHE:l’Italia è un insieme di lingue europee accompagnate da molte non europee
(etrusco, retico ecc). Il nucleo delle lingue italiche è l’osco e l’umbro;
6) LINGUE CELTICHE: si suddividono in due sottogruppi che sono celtico continentale (Gallia e Iberia) e
insulare (isole britanniche). Include poi le lingue gaeliche o goideliche e quelle britanniche;
7) TOCARIO: è la lingua più orientale tra quelle indoeuropee. Era parlata nel Turkestan cinese mentre
oggi nella regione del Sinklang. È tramandata tramite testi religiosi e si suddivide in un due varietà
ovvero tocario A e B;
8) LINGUE IRANICHE (VI sec): le lingue iraniche includono l’avestico e l’antico persiano e tra quelle
ancora parlate vi sono il curdo, pashto e baluchi. Le lingue indoarie presentano delle ramificazioni
tra cui il vedico, il sanscrito e dei pracriti (da esso deriva l’odierno hindi, urdu e le lingue zingariche
giunte in Europa; da esse si separa precocemente l’armeno che confina con l’albanese (parlato
anche nel Sud Italia nelle aree arbereshe). L’antico persiano si evolve nel persiano moderno o farsi
(Iran). Tra le lingue iraniche ancora parlate ricordiamo infine il curdo, il pashto (Afghanistan) e il
baluchi. Le lingue iraniche sono una diramazione delle lingue indo-iraniche;
9) LINGUE BALTICHE: sono documentate a partire dal Cinquecento e comprendono il lituano, il lettone
e l’antico prussiano. Comprende anch’esso lingue distaccatosi da una ramificazione più grande;
10) ALBANESE(XIV sec.): lingua isolata che presenta due varietà ossia il ghego (nord) e il tosco (sud).
11) ARMENO (V-VI sec.): deriva dalle lingue indoiraniche, per molto tempo ha subito le interferenze di
arabo e iranico per questo si pensava che fosse iranica. L'armeno è tuttora parlato nella Repubblica
di Armenia.

Rami grandi e nuovi


1) LINGUE SLAVE: hanno una vicinanza con le lingue baltiche e derivano dal protoslavo. Sono suddivise
in:
- Lingue slave occidentali: sono scritte in alfabeto latino e includono il ceco, il polacco, lo
slovacco e il sorabo. Si trovano in Germania, regione di Lusazia, Polonia e Repubblica Ceca;
- Lingue slave orientali: sono scritte in alfabeto cirillico e comprendono il russo, bielorusso e
ucraino;
- Lingue slave meridionali: sono scritte in alfabeto latino e comprendono lo sloveno, il croato, il
serbo, il macedone e il bulgaro;
2) LINGUE GERMANICHE: si sono separate dal proto-germanico e vi si avvicinano le iscrizioni runiche
- Lingue germaniche occidentali: gotico
- Lingue germaniche orientali: inglese, tedesco (basso tedesco nel Nord / alto tedesco al sud),
frisone, nederlandese, afrikaans, yiddish;
- Lingue germaniche settentrionali: sono anche chiamate lingue scandinave e includono lo
svedese, il norvegese, l’islandese, il feroese e il danese;
3) LINGUE ROMANZE o neolatine: si sono diffuse nella Romania che si distingue in orientale e
occidentale:
- Lingue ibero-romanze: portoghese, castigliano, gallego e catalano;
- Lingue gallo-romanze: francese, provenzale, franco-provenzale, guascone (sud occ Francia),
aranese (Spagna);
- Italo-romanzo: italiano (anche in Svuzzera) e corso (affine a toscano);
- Reto-romanzo: romancio svizzero, ladino (Belluno, Bolzano e Trento) e friuliano (no zona
costiera);
- Sardo
- Rumeno

4) LINGUE ROMANI o romanes

Lingue di altri alberi


Alla famiglia uralica o macrofamiglia uraloaltaica appartengono finlandese, ungherese e estone. Sono dette
lingue ugro-finniche in quanto dispongono di una morfologia agglutinante.
- Ungherese: ungari si cristianizzano e si sviluppa tramite i prestiti del latino;
- Finlandese: la sua storia risale al periodo della Riforma con una serie di testi religiosi;
- Estone: ha una lunga storia di dominazione economica e culturale tedesca l’Estonia. La sua storia
risale al periodo della Riforma;
- Basco (euskara): lingua isolata per eccellenza, viene cristianizzato relativamente tardi, resiste
all'avvento dei Visigoti ed alla conquista araba. Nel 1500 inizia la documentazione relativa a questa
lingua.

Alla famiglia uralica appartiene inoltre l’insieme delle 11 lingue sami o lapponi che sono parlate in piccole
comunità della Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia.
IL MUTAMENTO FONOLOGICO
I due orientamenti degli anni 70 del 1800 che illustrano le diverse idee di mutamento linguistico
sono:
- I Neogrammatici (da Schleicher): L'etichetta neogrammatici è data da un linguista esterno al
movimento al fine di ridicolizzare la loro rivoluzione. Nel 1878 i principi dei Neogrammatici
vengono racchiusi nel manifesto di Hosthoff e Brugmann.
L'idea alla base della prospettiva dei Neogrammatici è l'ineccepibilità del mutamento linguistico a
livello fonetico.
Secondo i Neogrammatici se il mutamento è senza eccezione, esso si propaga regolarmente.
L'essere umano è predisposto ad esso grazie all'apparato fonatorio.
E' ancora radicata l'idea per cui il mutamento sia legato alla natura, ma la lingua non è più un
oggetto naturale ma lo strumento di comunicazione.

Accanto a ciò abbiamo la rottura degli schemi:


- invito a considerare il presente:
secondo i Neogrammatici si deve lasciar perdere la ricostruzione della protolingua o Ursprache in
quanto non si deve più guardare al passato, è necessario parlare del cambiamento linguistico e di
come le lingue del presente funzionano. Si deve studiare le grammatiche delle singole lingue
quindi attuare un lavoro di profondità sulle singole tradizioni linguistiche.
- uniformismo:
secondo i Neogrammatici i principi su cui poggia una lingua oggi sono gli stessi della lingua del
passato, quindi le lingue del passato funzionano come le presenti (simile al riconoscimento
plausibilità>sonanti).

- Geolinguistica (componente spaziale)

Il compendium di Schleicher è il primo testo di filologia comparata e tramite il confronto tra i vari
fonemi individua le leggi fonetiche. Ma saranno i Neogrammatici ad approfondire ciò.

Dato che c'è l'idea che la direzione del moto fonetico sia costantemente la stessa fra tutti gli
appartenenti alla comunità linguistica, il mutamento è regolare se si parla di stesso suono in stessi
contesti (salvo subentra: scissione dialettale), è necessario sapere che il cambiamento dei suoni
avviene in due modi principali:

Il cambiamento dei fonemi può avvenire:


- In modo sistematico: con regolarità in un’articolazione;
- Mutamento non condizionato: condizioni indipendenti dal contesto
- Mutamento condizionato: condizioni dipendenti dal contesto come fonemi vicini o
accento di parola
- In modo non sistematico o sporadico: avviene occasionalmente
Le consonanti del germanico sono un esempio di mutamenti sistematici e non condizionati.

Prima rotazione consonantica del germanico o legge di Rask-Grimm


(Grimm conosceva l’antico indiano mentre Rask no)
Individua le corrispondenze sistematiche tra le lingue germaniche e le altre lingue europee. Il
fenomeno che andremo ad analizzare prende il nome di prima mutazione o rotazione
consonantica.
Si fonda sull’osservazione di 3 classi di corrispondenze tra lingue germaniche e le altre della
tradizione indoeuropea.

I ordine corrispondenze
Lingue non germaniche (OCCLUSIVE SORDE) – Lingue germaniche (FRICATIVE SORDE)
[p]/[f] ; [t]/[θ] ; [k]/[h]-[x]
I fonemi non sono più momentanei, bensì continui quindi perdita del tratto di occlusività
Penna – feather

II ordine corrispondenze
Lingue non germaniche (OCCLUSIVE SONORE) – Lingue germaniche (OCCLUSIVE SORDE)
[b]/[p] ; [d]/[t] ; [g]/[k]
Perdità del tratto di sonorità
Dubus – deep

III ordine corrispondenze


Lingue non germaniche (OCCLUSIVE SONORE ASPIRATE) – Lingue germaniche (OCCLUSIVE
SONORE)
[b]/[p] ; [d]/[t] ; [g]/[k]
Si perde il tratto dell’aspirazione e da digramma si passa da digramma lingue non germaniche) a
monogramma (lingue germaniche)
Madhya – middle
La legge di Rask Grimm però presenta delle eccezioni (che lui stesso individua) e i Neogrammatici
sostengono che il mutamento fonetico è un processo meccanico regolare e le leggi operano senza
eccezioni.

A>aspirate <occlusive sono aspirate e occlusive germaniche>


M> media <occlusive sonore>
T> tenui <occlusive sorde>

I suoni aspirati si deaspirano, in seguito si desonorizzano ed alla fine il ciclo si ricostruisce grazie
alla fricativizzazione delle occlusive.
Lo schema di Grimm segue una direzione oraria.

Eccezioni: haben e habere non si possono ricondurre a una forma indoeuropea comune secondo
Grimm mentre geben e habere si.
Haben non ha la stessa radice di habeo, bensì di capio e di conseguenza la legge di Grimm è
verificata.
In latino si è ristretto il significato mentre in tedesco si è allargato.
Lottner (interferenze con Legge I) osserva che nel passaggio da occlusive sorde a fricative sorde (I
serie) se le occlusive erano precedute da fricativa primaria e secondaria, esse restavano occlusive.
Ex: aster – stern / noctis – Nacht
Dalla teoria di Lottner ne consegue che è impossibile il succedersi di due fricative. Anche se limita
l’azione di Grimm, dall’altro dimostra che le eccezioni sono anche loro governate da altri principi di
regolarità.
I prestiti latini nelle lingue germaniche ci aiutano a ricostruire l’originale articolazione velare del
segmento. In un prestito infatti sia significato che significante replica il modello alloglotto della
lingua.
Legge di Verner (interferenza con legge III (posteriore a Grimm):già Grimm aveva individuato che
sfuggivano alcuni particolari.
Lingue non germaniche (OCCLUSIVE SONORE ASPIRATE) – Lingue germaniche (OCCLUSIVE
SONORE)
Dal latino pater si passa al gotico fadare inglese father e non faßar
A tal proposito Verner ipotizza che vi è un’influenza del contesto ed è possibile recuperare tali dati
tramite la comparazione tra le lingue. Verner si basa sull’influsso dell’accento e quello delle vocali
adiacenti.
Ex: Nel germanico in posizione intervocalica e in ambito sonoro vi è una sonorizzazione delle
consonanti.
Per quanto riguarda l’accento ha lasciato eccezioni e nelle lingue germaniche sono presenti nei
paradigmi dei verbi irregolari (ex. Ziehen – gezogen; was/were).
Seleconsonanti indoeuropeek,p,tnell’internodellaparolacompaionooracomeh,f,ƥoracome
g,d,b,ciòècondizionato”:
- Dalcontestosonoro:
leocclusivesordesitrovanocioètradueelementisonori(nonsolovocali,maancheliquideenasali);
- dall’accentazionepiùanticaricostruibileattraversolacomparazioneconilgrecoeilsanscrito:leoc
clusivesordenoneranoimmediatamenteprecedutedaaccento.
Verner ammette che la prima mutazione consonantica non ammette nessuna eccezione a
prescindere.
Il mutamento non sistematico o sporadico
Si riferisce a mutamenti casuali, scarsamente diffusi nel lessico e presenti sia in diacronia che
sincronia.
1) Dissimilazione: diversificazione tra due suoni uguali o simili, di solito non contigui
Ex: natare – notare
Turtle – turtre
2) Assimilazione: suoni adiacenti che tendono ad acquisire, in parte o in tutto, tratti
articolatori comuni
ESISTONO TRE TIPI DI ASSIMILAZIONE
- Assimilazione progressiva o perseverativa: elemento che precede influenza il
successivo ex: want to – wanna
- Assimilazione regressiva o anticipatoria: elemento successivo influenza il
precedente;
ex: octo – otto

- Assimilazione bidirezionale: influsso congiunto di due elementi adiacenti (lenizione)


Ex: ripa – riva
- Assimilazione totale o parziale: centum – cento
- Dilazione: interessa elementi fonici a distanza. Un esempio è la metafonia o
metafonesi (Umlaut) che caratterizza i plurali nelle lingue germaniche: una vocale interna
alla parola si modifica per effetto di una vocale finale. Foot-feet fuss-füsse
I processi implicano o cancellazione o inserzione o permutazione
- Aplologia: perdita di una sillaba identica o simil all’adiacente
Ing: gentlely – gently
- Sincope: perdita di elementi all’interno della parola;
ex: calidus - caldo
- Aferesi: perdita di vocali o sillabe in posizione iniziale
Instrumentum - strumento
- Apocope: perdita di elementi in posizione finale di parola
Poco – po’
- Epentesi: introduzione di un elemento vocalico o consonantico all’interno della parola
Pono – pongo
- Prostesi: aggiunta di elementi fonici non etimologici all’inizio della parola
Laurum - alloro
- Epitesi o paragoge: aggiunta di elementi fonici non etimologici alla fine della parola
- Metatesi: scambio nell’ordine di due suoni distanti o contigui (interversione)
Ex: frist – first
Parabola – palabra

I processi di tipo non fonetico sono quelli di prestito e analogia oltre all’onomatopea e alla
tabuizzazione linguistica (madosca, cribbio).

Se la legge di Grimm non prendeva in considerazione il contesto, Verner si. Si tratta di mutamenti
sistematici che riguardano le lingue germaniche.

Great Vowel Shift (grande mutamento delle vocali)- Von Jaspersen


Considera il passaggio dall’ingese medio al moderno.
Il medio inglese era articolato solamente su 3 gradi di apertura per quanto riguarda le vocali brevi
toniche.
Le vocali lughe avevano invece 4 gradi di apertura.
Vi è la tendenza di distribuire le vocali lunghe in sillaba aperta e quelle brevi in sillaba chiusa.
Se la scrittura inglese rimane legata alle consuetudini del ‘400, la pronuncia si evolve
costantemente.

L’italiano standard presenta un sistema eptavocalico.


In alcune varietà dialettali vi sono diversi esiti del vocalismo italiano come in Sardegna e Lucania
(arcaico), in Sicilia, Calabria e parte della Puglia (adstrato greco), il tipo italico accomuna
portoghese, francese, spagnolo e italiano.

- FONOLOGIZZAZIONE: elemento fonetico assume valore fonologico (ancora); accrescimento


inventario fonemi
- RIFONOLOGIZZAZIONE: elemento fonico muta le relazioni oppositive con gli altri elementi
del sistema;
- DEFONOLOGIZZAZIONE: un elemento del sistema perde il suo valore fonologico
diventando un allofono; decrescimento inventario fonemi

Perdita completa / parziale dei fonemi


Fusione completa / parziale dei fonemi

La fusione di due elementi è detto coalescenza


La separazione con un segmento è detto scissione

MUTAMENTO A CATENA (Martinet) : serie di spostamenti correlati all’interno di un sistema


Andre Martinet e l'economia dei mutamenti fonetici (1955)>
Andre Martinet è il padre del principio della doppia articolazione del linguaggio per cui il
significante articolato a due livelli:
1°unità linguistica con significante che si interfaccia a significato. Il significante è organizzato e
scomponibile in unità chiamate morfemi
2°unità linguistica con significante che non si interfaccia al significato. I morfemi sono scomposti in
fenomeni che non sono più segni linguistici poiché non portano un significato
L'economia alla base del funzionamento del linguaggio poggia sull'impiego massimale di segmenti
minimi non dotati di significato. Con economia si intende l'insieme delle modalità tramite cui la
lingua fa uso delle risorse.
Sul piano diacronico questo principio economico alla base della lingua in Martinet si traduce in un
modello di lingua bilanciato in cui un mutamento non ha un valore in assoluto/di per se, ma
procede e si diffonde dalla singola unità a tutte le altre con cui si relaziona.
Martinet riprende da Saussure l'idea della lingua come un insieme ordinato di unità linguistiche
che hanno relazioni reciproche.

Catena di propulsione o spinta:la modificazione


diunsegmento,chevieneacoincidereconunaltro,spingeglialtriadifferenziarsi. In una catena di
mutamenti in cui il principio che innesca il mutamento è l'occasionale coincidenza formale di unità
che sono originariamente tenute distinte, il mutamento avviene per ristabilire la distinzione che è
stata offuscata.

In una lingua X esiste la coppia minima baha (cane) e ba (gatto), ad un certo punto l'aspirazione
viene persa e le forme coincidono. Si crea confusione fra i nuovi significanti modificati e i vecchi
che non si sono modificati, per ristabilire l'equilibrio nella coppia si innesca un mutamento che
nasce dalla necessità di distinguere il significante. Quando ba si converte in pa, si ha la nascita di
una nuova coincidenza con la parola che vuol dire topo. C'è quindi la creazione di un altro conflitto
fra nuove unita e vecchie unità, e la necessità di recuperare le antiche opposizioni. Si ha quindi un
ulteriore slittamento perché pa diventa fa eccetera eccetera.
Il principio alla base della sostituzione è dato dal mutamento formale che porta a confondere la
distinzione fondante, cruciale nel sistema di partenza, quindi si ha la necessità di ristabilire
l'equilibrio iniziale.
Secondo il modello della catena di spinta/propulsione si ha la sostituzione in sequenza di classi di
fonemi:

Catena di trazione: la modificazione di un segmento


portatofuoridallaseriedelleopposizioni,creaunvuotonelsistemache innesca glialtrimutamenti;

In una lingua X ci sono tre classi di suoni occlusivi, ossia: sonore, sorde e aspirate. Ad un certo
punto c'è un mutamento che squilibra il sistema, esso consiste nel trascinamento di una classe
fuori. Ciò comporta che una delle tre classi si fricativizza e lascia un punto vuoto nel sistema,
questo è molto rilevante perché l'opposizione fra occlusive sorde e sonore è la opposizione più
produttiva.
Il sistema ricostituisce e colma lo spazio con materiale equivalente tramite le occlusive sonore che
perdono il tratto della sonorità e ricostituiscono le perdute occlusive sorde.
Tuttavia c'è ancora un posto vacante nel sistema, per ovviare a ciò si attua la deaspirazione delle
occlusive, ciò comporta una semplificazione del sistema.

Per studiare le fasi storiche linguistiche ci si deve basare su testi scritti.

Come è cominciata la ristrutturazione del sistema consonantico del germanico? La risposta è solo a
livello teorico:
-considerazione di tipo comparativo: consiste nel guardare cosa succede nelle lingue sorelle per le
stesse classi di suoni). Da questa osservazione si deduce che solo l'antico indiano conserva la classe
delle sonore aspirate quindi è plausibile pensare che la ristrutturazione (perdita dell'aspirazione)
abbia avuto luogo in tutte lingue sorelle tranne che nell'antico indiano. >catena di spinta
-considerazione tipologica: dal punto di vista articolatorio le occlusive aspirate pongono maggiori
difficoltà nella pronuncia, infatti in tutte le lingue dove sono state perdute, sono state sostituite da
segmenti che sono più semplici e che fanno prevalere la sonorità o la sordità
CAUSE DEL MUTAMENTO FONETICO
Il fatto che le lingue sfuggano alle modificazioni di Grimm si può spiegare considerando che le
lingue non dipendano solo alla trasmissione del tempo ma dalla permeabilità, infatti nel corso della
storia, fra le varie lingue nascono dei contatti, questo fa si che una lingua diventi un modello per
l'altra.
La propagazione irregolare del mutamento è un effetto di tre fattori:
- interferenza di un'altra legge fonetica (Lottner & Verner)
- spazio (prestiti)
- parlante (analogia)
La prima ragione risiede nell'interferenza con un'altra legge fonetica (Lottner & Verner)
Il secondo elemento che può turbare la regolarità del mutamento linguistico è il fatto che le lingue
non evolvono solo nell'arco del tempo ma anche grazie ai contatti che le lingue intrattengono nel
corso della storia in momenti successivi rispetto alla diversificazione rispetto alla comunità
originaria. Siamo in contesto che accoglie la dimensione di Schmidt e vede la falla nel sistema di
Schleicher che prende in considerazione solo i processi di diversificazione, che riguardano la lingua
madre omogenea, in lingue sorelle.
La regolarità del processo di diversificazione del proto indoeuropeo può essere offuscata dal fatto
che le lingue vivano nel corso della storia. Esse sono parlate in comunità che possono avere
contatti con altre comunità, da qui la conferma alla teoria di Schmidt per cui i rami delle famiglie
indoeuropee che si trovano più vicini fra loro geograficamente, presentano più elementi comuni,
quindi la dimensione dello spazio e della dimensione nel modello dei Neogrammatici diventa un
motivo di confusione della regolarità del processo per cui dall'Indoeuropeo si generano le lingue
figlie.
Oltre all'interferenza di un'altra legge fonetica e lo spazio c'è un altro elemento che può turbare la
regolare modificazione delle lingue nel tempo, ossia il ruolo del parlante. Le lingue cambiano
regolarmente a meno che il parlante non intervenga attivamente, interferendo in quello che è un
percorso naturale, si è ancora legati all'idea che il cambiamento linguistico possa essere descritto
come un ciclo di nascita, sviluppo e decadenza.
Questa possibile interferenza del parlante la identificano con il meccanismo dell'analogia
(somiglianza), che sintetizza la capacità del parlante di rintracciare all'interno di un sistema
linguistico alcune correlazioni fra elementi, che instaura sull'asse sincronico (per il parlante solo la
sincronia esiste, solo il momento esatto, la diacronia è un artificio), malgrado la storia e
l'evoluzione delle lingue.
Ad esempio:
evoluzione di pitrr in father> non è un'eccezione alla legge di Grimm in quanto l'elemento sonoro è
spiegabile tramite la legge di Verner
evoluzione di bhrātrr in brother> l'elemento sonoro secondo i Neogrammatici è dovuto al parlante,
il quale, vedendo somiglianza con gli altri nomi dell'ambito familiare (mother, father) codifica e
riformula il significante della parola del fratello in modo che sia più simile alla parola del padre e
della madre. Abbiamo un esito irregolare rispetto allo schema di Verner, tale irregolarità è spiegata
dal ruolo dell'analogia, il parlante ha stabilito un mutamento in maniera storicamente impropria
ma sincronicamente coerente in quanto fonda una somiglianza formale fra elementi con lo una
somiglianza anche a livello di contenuto.
Seconda mutazione consonantica dell’alto tedesco

Sia l’inglese tundre e il tedesco under mostrano il doppio effetto della legge di Grimm.
Per quanto riguarda zehn e ten e two e zwei, invece, hanno subito una seconda fase di mutazione
che prende il nome di seconda mutazione consonantica. Essa non si articola solo nel tempo ma
soprattutto nello spazio. Il fenomeno prende in considerazione l’alto tedesco, diffuso nelle regioni
meridionali della Germania.
Alto e medio tedesco: p t k > f(f) s(s) x(x) (water wasser)
Alto tedesco: p t k pp tt kk > pf ts kx (apple – apfel)
Alto tedesco b d g > p t k (do tun)

nche la cosiddetta seconda rotazione consonantica (zweite Lautverschiebung) fu identificata da


Jakob Grimm. Essa investe esclusivamente i dialetti alto-tedeschi, così chiamati perché parlati nella
zona montuosa nel sud della Germania[1], e cioè in Germania meridionale, Svizzera e Austria. Grimm la
identificò con questo nome, ma in realtà non si tratta di una vera e propria "rotazione" incondizionata: è
in gran parte una trasformazione di fonemi occlusivi sordi condizionata dalla loro posizione all'interno
della parola: posizione iniziale, o finale dopo consonante; posizione intervocalica, o finale dopo vocale;
posizione interna quando in germanico la consonante era rappresentata da un fonema rafforzato
(raddoppiato).

L'alto-tedesco si suddivide in tedesco superiore (blu) e tedesco centrale (verde) ed è distinto dal
continuum basso tedesco-olandese (giallo) dalla presenza della seconda mutazione consonantica. Le
maggiori isoglosse, la Benrath e la Speyer sono evidenziate in rosso.
Come "rotazione" è meno sistematica della prima, poiché non coinvolge tutti i fonemi né tutte le
parole del tedesco standard.[2] Nonostante infatti questa lingua si basi sul dialetto meridionale
bavarese non tutte le parole risentono di questo cambiamento. Esempio:
inglese apple (mela) → tedesco standard Apfel, ha subito la rotazione
inglese give (dare) → tedesco standard geben /ˈge:bən/, non ha subito la rotazione (esiste nei
dialetti meridionali il verbo kepan (dare) in cui la rotazione ha avuto pieno effetto)
La seconda rotazione muta le consonanti occlusive sorde in affricate o fricative
sorde raddoppiate (che in certi casi si semplificano) e le occlusive sonore in occlusive
sorde. Meno sistematicamente le fricative sorde diventano occlusive sonore e le fricative
sonore nate per la legge di Verner diventano occlusive sorde.
Da occlusive sonore a sorde[modifica | modifica wikitesto]
 /b/ → /p/
 /d/ → /t/
 /g/ → /k/ (molto attestato nel tedesco superiore)
per cui:
 inglese blare, olandese bleren, basso tedesco blarren → tedesco plärren ‘squillare (di
tromba); strombazzare (di clacson)’
 ingl./b. ted. deep, oland. diep → ted. tief ‘profondo’
 ingl. dish ‘piatto’ (dal latino discus ‘disco’), oland. dis, b. ted. Disch →
ted. Tisch ‘tavolo’
 ingl. bridge, oland. brug, b. ted. Brügg → ted. Brücke ‘ponte’
Da occlusive sorde a affricate/fricative sorde[modifica | modifica wikitesto]
 /p/ → /pf/-, -/f/-, -/f/
 /t/ → /ʦ/-, -/s/-, -/s/
 /k/ → /χ/
per cui:
 inglese pepper, olandese peper, basso tedesco Peper → tedesco Pfeffer ‘pepe’
 ingl. ten, oland. tien, b. ted. taihn → ted. zehn ‘dieci’
 ingl. eat, oland./b. ted. eten → ted. essen ‘mangiare’
 ingl. make, oland./b. ted. maken → ted. machen /maχnn/ ‘fare’

Inoltre vi è il passaggio tra tedesco e olandese che non riguarda proprio la seconda mutazione
consonantica ed esempi sono think – denken e that – das

Georg Wenker individua i confini dei dialetti tedeschi osservando la propagazione de fenomeni
dell’alto tedesco.
Voleva dimostrare la tesi dei neogrammatici proiettando su carta il mutamento tracciando le
isoglosse, linee immaginarie che uniscono i punti estremi ai quali arriva un dato fenomeno
linguistico, segnando i confini tra il territorio in cui si dà quel fenomeno e il territorio che ignora il
fenomeno.

Sono state identificate secondo il ventaglio Renano (Reinischer Flacher). Nel Ventaglio renano i
confini tra isoglosse sono irregolari, ma non sono casuali: spesso seguono il confine di antiche
divisioni politiche diepocapre-Napoleonica.

- linea/isoglossa Speyer, tra medio e alto tedesco: Wenker individua le varietà Appel (a nord
di Speyer) ; Apfel (a sud di Speyer)
- linea/isoglossa Benrath, tra basso e medio tedesco: individua le varietà maken (a nord di
Benrath) ; machen (a sud di Benrath)
- linea/isoglossa Ürdingen: individua le varietà ik (a nord di Ürdingen) ; ich (a sud di
Ürdingen)
- linea isoglossa Bad Honnef; individua le varietà Dorp (a nord di Bad Honnef) ; Dorf (a sud
di Bad Honnef).
Appel, maken, ik e Dorp sono forme non ruotate, che non rispettano quindi la “Seconda rotazione
consonantica”
Apfel, machen, ich e Dorf sono forme ruotate

Le forme non ruotate, che si trovano sempre a settentrione rispetto a quelle ruotate, sono le più
simili all'inglese.
Sulla base del modello di Wenker si notano e individuano :
- macro aree dialettali (basso, medio e alto tedesco, quest'ultima è un luogo di transizione)
- distribuzione imperfetta del mutamento linguistico
- trattamento non omogeneo delle occlusive sorde [p] ; [t] ; [k]

Per capire l'aspetto disgregato delle isoglosse di Wenker, si deve tenere a mente che lo spazio del
confine linguistico coincide con lo spazio del parlante, infatti sebbene le isoglosse siano irregolari,
non sono casuali perché spesso seguono il confine di antiche divisioni politiche di epoca pre-
Napoleonica:
- linea ik-ich> confine nord ducati di Julich, Berg ed elettorato di Colonia
- linea dat-das> confine sud elettorato e arcivescovado di Treviri
- linea dorp-dorf> confine sud ducati Julich, Berg ed elettorato di Colonia

Dopo Wenker si sono diffusi i seguenti dizionari linguistici: ALF in Francia e AIS in Italia e
Svizzera meridionale.

La diatopia, la diastratia e la diafasia riguardano la sociolinguistica.


Secondo il punto di vista diffusioni sta il mutamento ha origine in un gruppo limitato di parole per
poi espandersi in modo graduale ad altre serie di elementi lessicali con cui rapporti fonetici,
morfologici, sintattici e semantici sono presenti.

La linguistica storica ha individuato un metodo di classificazione genealogica delle lingue del


mondo mentre la tipologia linguistica attua una comparazione su metodi prevalentemente ma non
solo sincronici.
Compito della classificazione tipologica è di individuare gli universali linguistici: assoluti o non-
implicazionali, implicazionali che riguardano rapporto, sensu scricto e tendenze universali.
Gli universali assoluti nell’ambito fonologico sono pochi: tutte le lingue hanno sia consonanti che
vocali; tutte le lingue hanno vocali orali.
La nozione di marcatezza è più congrua a una tipologia diacronica. Ex: pes, pedis e foot.

Bartoli sostiene che per ricavare indizi cronologici è necessario osservare la distribuzione
geografica delle lingue.
A fine del 1800 l'idea espressa dai Neogrammatici nel loro manifesto per cui il mutamento
linguistico è caratterizzato da regolarità e ineccepibilità viene scardinata da Wenker, il quale
compie una ricerca dialettologica al cui centro pone il parlante. Il suo lavoro spiana la strada a varie
ricerche che si formalizzano con il passare del tempo diventando da questionari a vere e proprie
interviste sul campo.
Matteo Bartoli è l'inauguratore dell'atlante linguistico italiano, iniziato negli anni 20 del 1900 e
terminato nel 1964 e rappresentante della Neolinguistica ossia la linguistica spaziale
Le sue teorie sono una provocazione rispetto all'idea dell'ineccepibilità del mutamento linguistico,
in quanto contrappone alle leggi neogrammaticali che governerebbero il mutamento delle norme
ossia delle tendenze. Le sue norme guidano, sono istruzioni e tendenze elaborate sulla base delle
sue esperienze e sulle statistiche, lontane dall'ineccepibilità neogrammaticale.
Bartoli adotta un tipo di ricerca e approccio al mutamento linguistico per cui lo spazio viene ad
essere un criterio per trarre conseguenze e informazioni su quello che è il procedere del
mutamento
Le norme areali sono istruzioni per interpretare ciò che è la distribuzione di un fenomeno nello
spazio in modo diacronico. Lo spazio può darci informazioni su come le lingue cambino nel tempo
in relazione a quella che è l'osservazione di più forme linguistiche concorrenti ( in uso) su un solito
territorio
Dalla distribuzione delle forme linguistiche concorrenti si può capire qualcosa rispetto al loro
statuto.
L'area da cui estrae le norme è la Romania ossia dove in passato viene parlato in latino e dove si
sono sviluppate le lingue romanze (territorio che continua la lingua ufficiale dell'impero romano).
Bartoli inizia osservando la presenza di più varianti sul territorio della Romania e sulla base della
loro distribuzione, stabilisce qual è il tratto più antico e quale più recente, usa quindi lo spazio per
una teoria del mutamento linguistico nel tempo.
Le norme sono 4 ed hanno un ordine gerarchico, quindi quella che precede ha una maggiore
aspettativa di realizzarsi. Le norme hanno carattere disgiuntivo in quanto o vale una o vale l'altra,
se la prima non corrisponde alla situazione si passa ad applicare la seconda e così via.

- Area isolata: in presenza di forme linguistiche concorrenti sul territorio, la variante più
antica viene tendenzialmente conservata nell'area più isolata.
Con isolata si intende non solo geograficamente ma isolata dalle comunicazioni, per i più svariati
motivi (politica, ideologia ecc.) conservata nell'area più isolata (dalle comunicazioni, il motivo
per cui esse non sono efficace più anche essere di ordine geografico ma anche di altro: politica
ideologia).
La variante più antica è identificata nel sardo (non perché la Sardegna è un'isola ma perché non
ha comunicazioni, altrimenti anche la Sicilia dovrebbe esserlo, in realtà presenta una varietà
linguistica che poco raccoglie i tratti antichi, perché costretta a comunicare). EX: domo (sardo) –
casa
- Aree laterali: in presenza di forme linguistiche concorrenti sul territorio, la variante più
antica viene tendenzialmente conservata nelle aree laterali a meno che l’area centrale non sia
la più isolata
Si parla di aree laterali in quanto l'innovazione non ci arriva perché si esaurisce prima (Schmidt).
La variante più antica è identificata nello spagnolo e nel rumeno. in presenza di forme
linguistiche concorrenti sul territorio, la variante più antica viene tendenzialmente conservata
nelle aree laterali.
Si parla di aree laterali in quanto l'innovazione non ci arriva perché si esaurisce prima (Schmidt).
La variante più antica è identificata nello spagnolo e nel rumeno.
EX: cerco – cerchio
- Area maggiore: in presenza di forme linguistiche concorrenti sul territorio, la variante più
antica viene tendenzialmente conservata nell'area maggiore, a meno che questa non coincida
con l’area più isolata o con quella più periferica.
La forma dell'area minore è infatti considerata un'innovazione. La forma linguistica più antica è
conservata nella maggior parte della Romania tranne che nella penisola iberica.
EX: La parola “hermano” dallo spagnolo continua la parola latina germano (e non frater), che viene
usata dal popolo latino in riferimento agli invasori provenienti dal nord, che premono sui confini
settentrionali alla vigilia della caduta dell'impero romano, data la loro organizzazione in tribù e il
loro essere confratelli che viene letto come tratto determinante.
- Area seriore: in presenza di forme linguistiche concorrenti sul territorio, la variante più
antica viene tendenzialmente conservata nell'area seriore.
Con seriore si intende “tardivo” quindi l'area seriore è l'area dove la lingua è arrivata più tardi.
Quindi si parla dell'esportazione della lingua dalla capitale alle regioni colonizzate, quindi le
province.
EX: A Roma, che rappresenta l'area centrale della lingua, ha subito un'innovazione ed un
ampliamento tramite l'aggiunta di un suffisso vezzeggiativo.
Nella penisola iberica, si ha la conservazione del tratto antico, quindi nell'area seriore c'è la forma
linguistica più conservativa.

C'è una profonda differenza fra la varietà del dialetto campano conservato a Napoli e la varietà del
dialetto campano di coloro che sono immigrati negli USA.
Oltre la dimensione diacronica:
In Bartoli c'è la presenza di varianti che non necessariamente sono in relazione solo alla variazione
diacronica ma che fanno riferimento all'articolazione sociale della comunità linguistica.
Esempio:

Sia italiano che francese derivano dal latino da plus alto.


Osservando questo schema si arriva alla conclusione che la forma più antica è conservata nelle
laterali e quella più recenti nelle aree centrali.
Plus altus rispetto a magis altus non è più recente in quanto entrambe le forme sono documentate
nello stesso tempo e stato linguistico, tuttavia sono documentate in testi di tipo differente:
plus altus> viene fatto pronunciare dallo schiavo delle commedie di Plauto
magis altus> si trova nei testi di tipo elevato (Ennio, poeta che si collega al modello alto classico di
omero).
La differenza fra forme linguistiche quindi non è solo sul piano della diacronia (differenza fra
antichità e modernità), ma anche a livello di convivenza all'interno dello stesso sistema per usi
diversi (comunicazione formale e informale)-
Grazie ad un uso non disgiuntivo delle norme ma integrato si arriva ad una considerazione di
profondità sociale.

B presuppone A e può sia incrementare il suo campo di appplicazione (feeding order) che ridurlo
(bleeding order)
A>B ,mele (it) > miele (lat)
B>A causa (lat) > chose (fr)

La regolarità appartiene alla forma in cui esso è documentato e il mutamento è graduale. La


gradualità è il filo conduttore della mutazione.
- Dal punto di vista articolatorio: filius – hijo (A>B)
- Nelle lingue slave e romanze si assiste alle paletizzazione che può essere sia anticipatoria
che regressiva;
- Inoltre vi sono processi di assibilazione che consistono nella scissione di un suono affricato
in uno consonantico;
Brogli sostiene che l'immissione della dimensione dello spazio frammenta l'idea di mutamento
linguistico visto come evoluzione della lingua, lo spazio entra inaspettatamente con Wenker
(differenziazione del tedesco rispetto alle varianti germaniche). Non più mutamento fonetico come
ineccepibile.
Reazione ai risultati dei primi passi delle geolinguistica
Hugo Schuchardt scrive “Sulle leggi fonetiche. Contro i Neogrammatici” in cui sintetizza gli effetti
dell'incursione dello spazio nelle questioni linguistiche. Mette in dubbio l'ineccepibilità/la
regolarità del mutamento ma anche che esso possa essere descritto come sottoposto a leggi, che
operano secondo principi che operano secondo la natura del linguaggio. La contraddizione alla
base la propone riprendendo gli argomenti che i Neogrammatici hanno addotto tra cuil’uniformità
delle lingue e l’ineccipitabilità delle leggi fonetiche e il fatto che le lingue siano viste come sistemi o
meglio diasistemi. Schuchardt e Brugmann non sono d’accordo con i Neogrammatici.
Schuchardt dice che nessuna pronuncia coincide con un'altra, ogni individuo è diverso.
La lingua non è più vista come un’unità o un elemento compatto.
singola realizzazione all'interno del singolo parlante> IDIO LETTO > varietà linguistica che ha come
ruolo di realizzazione i confini del singolo parlante.
La comunità linguistica è il luogo d'incontro dei vari Idio letti.

Rotazioni consonantiche/ casi di Lottner/ teorie di Verner>>>Che valori hanno queste


generalizzazioni adesso?
Le generalizzazioni dei Neogrammatici non prendono in considerazione le lingue vive ma la
questione esplode davanti alla gestione delle competenze dei parlanti.
Non trattano lo stesso tipo di lingua in quanto i Neogrammatici si soffermano sulle lingue
letterarie, c'è una differenze fra il prodotto linguistico su cui riflettono i Neogrammatici e su quello
di Wenker. In una lingua letteraria viene filtrata la dimensione della variazione che è connaturata a
tutti i sistemi linguistici. Nei Neogrammatici l'omogeneità dei sistemi linguistici che osservano, è
legato al fatto che osservano prodotti di lingua in cui la variazione è filtrata dalla dimensione
dell'ufficialità.
Dialetto: lingua dell'affettività. Non vi sono differenze fra dialetto e lingua in linguistica, la
differenza dipende dalle situazioni comunicative.
Gli specialisti delle lingue romanze sono coloro che si oppongono ai Neogrammatici secondo cui
non è possibile realizzare per le lingue romanze una tabella che spieghi il mutamento del latino
nelle lingue romanze. Con le lingue germaniche bene o male abbiamo un'evoluzione sistematica
ma nell'evoluzione dal latino alle lingue romanze a livello di consonantismo non c'è una
sistematicità, abbiamo tanta diversità tra cui assimilazioni, dissimilazioni, sincopi, aferesi, prostedsi,
paragogi, epentesi, metatesi.
Sono tutti fenomeni accomunati dalla coarticolazione, spesso per ottimizzazione della serie dei
movimenti che il parlante deve gestire nella fonazione, sono tutte modificazioni con unica
finalità>no modificazione di sistema (caso della rotazione consonantica)
focum> fuoco si mantiene
locum>luogo si sonorizza
mutamenti fuori dalla portata ineccepibile e regolare
frigidum> sincope, caduta i con conseguente assimilazione, eliminazione gd per favorire pronuncia
facile
stauta>metatesi
padule>palude>paludem>metatesi
non è un caso che questi fenomeni riguardano i fenomeni linguistici più recenti
Walter Belardi cerca di interpretare in termini di sistema e struttura e fa una riflessione sulla base
della sua esperienza di professore, si trova a insegnare indoeuropeistica. In essa la legge fonetica è
cruciale per capire la variazione linguistica nella filologia romanza delle lingue indoeuropee
indoeuropeistica> legge fonetica cruciale per capire la variazione linguistica:
- ricostruire la storia di una parola vuol dire (dal presenta al passato) restituire una sorta di
articolazione interna che si è persa;
sciame>nel passato era una parola composta da ag (agire, latino) ed ex (movimento verso
l'esterno) e suffisso derivazionale men >ciò che è spinto fuori dal segno fisso al segno articolatorio
Belardi pensa che nelle lingue indoeuropee c'è stato un mutamento nella significazione. Immagina
che nelle lingue indoeuropee a livello tipologico ci sia stato un mutamento da un segno
internamente articolato a un segno fisso: il modo tramite cui exagmen si richiama all'immagine
dell'insieme delle api non è lo stesso di sciame> movimento che getta fuori.
In una lingua in cui un segno è fisso, la presenza di fenomeni di assimilazioni ecc non sistematici è
largamente tollerabile dal sistema.
Il fatto che nelle lingue romanze ci siano tanti fenomeni che alternino i significanti è dovuto al fatto
che ciò che conta è il totale e non il singolo (forma singole parti) e quindi della legge fonetica resta
il valore come strumento di analisi.

Fonologia storica
Roman Jakobson ne “i Principi di fonologia storica (1931)” sostiene che «Ogni mutazione* deve
essere trattata come una funzione del sistema di cui fa parte”» (mutazione=mutamento)

★MUTAZIONI FONETICHE ≠ MUTAZIONI FONOLOGICHE


Una mutazione fonetica modifica un’articolazione senza modificare:
(a) l’inventario dei fonemi di una lingua
(b) l’insieme delle opposizioni in cui sono coinvolti

Dal latino al neo-latino:


- sonorizzazione delle occlusive sorde tra due vocali (assimilazione bidirezionale): cfr.
LACUS > lago (mutazione fonetica)
- anteriorizzazione delle velari davanti a vocale anteriore: lat. AMICUS, AMICI) (mutazione
fonologica: il sistema si arricchisce di una nuova classe di fonemi)

i. DA ALLOFONI A FONEMI: FONOLOGIZZAZIONE


[A] : [B] > /A1/ : /B1/
✪ Dall’inglese antico ad oggi
[f] : [v] > /f/ : /v/
a.ingl. [wulf] : [wulvas]
ingl. [’wʊlf] : [’wʊlvz]
wolf : wolves
(In a.ingl. [v] era l’allofono sonoro della fricativa /f/ in contesto sonoro)
ii. DA FONEMI A ALLOFONI: DEFONOLOGIZZAZIONE
/A/ : /B/ > [A1] : [B1]
✪ Dal latino al neo-latino:
/V/ : /V:/ > [V] : [V:]
lat. VĔNIT : VĒNIT; PĂLUS : PĀLUS

it. ['pe:.na], ['pen.na]; ['pa:.lo], ['par.lo]


(In lat. la durata vocalica aveva valore fonologico. In it. è invece funzione del contesto
sintagmatico)

iii. RIFONOLOGIZZAZIONE: l’opposizione fonologica si mantiene sotto una diversa sostanza


fonetico
/A/ : /B/ > /A1/ : /B1/

Nella ristrutturazione del consonantismo germanico nota come Legge di Rask-Grimm, sotto una
diversa forma fonetica, si mantengono le tre serie di opposizioni originarie.
Vi sono poi
- La coalescenza secondo cui due o più segmenti si fondono in uno:
lat. filius > it. figlio [lj] > [ʎ]
- La scissione secondo cui un segmento si scompone in una sequenza di due
lat. BŎNUM > it.['bwɔ:no] (ma: it. bontà)
Il mutamento morfologico
Gli aspetti dei cambiamenti a livello morfologico si capiscono se analizzati in concomitanza a quelli
che avvengono sul piano fonologico, sintattico e semantico.

Si differenziano due tipi di mutamenti:


- mutamento che produce regolarità: modifica in modo coerente una determinata classe di
morfemi;
- mutamento che non produce regolarità: modifica occasionalmente i singoli morfemi o un
numero limitato di parole;

I mutamenti morfologici possono procedere o per analogia (proporzionale e non proporzionale)


oppure per grammaticalizzazione (sequenze articolate di cambiamenti). L’analogia tende a
conformare gli elementi asimettrici di un sistema in un modello simmetrico.
ANALOGIA: tende in favore della regolarità.
L’analogia come forza propulsiva del mutamento linguistico: mutamento analogico come
un’estensione di relazioni di somiglianza riconosciute dal parlante tra le unità di un sistema
linguistico
- L’analogia proporzionale che omologa la singola forma a uno schema morfologico
preesistente. Cow – cows
Oltre alla regolarizzazione dei morfemi flessionali vi è l’omologazione di quelli lessicali alto-
altissimo.
- L’analogia non proporzionale o livello paradigmatico: consiste nella parziale o totale
eliminazione delle alternanze allomorfiche nella flessione. Un esempio è il verbo to choose.
È presente il principio di isomorfismo (one meaning – one form) in cui vi sono relazioni
biunivoche tra significati e forme. Tuttavia non è possibile prevedere la coesistenza di
doppioni e forme relittuali come was e were sono degli esempi.

- Morfologizzazione: un mutamento fonologico ha conseguenze che si riflettono sul piano


morfologico. Rosso-rossa (marca di genere). È responsabile delle eccezioni in inglese e della
Umlaut.
Processo per cui a partire da un mutamento fonetico/fonologico o sintattico si produce un
ampliamento dell’inventario dei processi morfologici di una lingua.
i) Dalla fonetica alla morfologia:
un esempio di morfologizzazione è la metafonesi (Umlaut) e la formazione del plurale
in tedesco. Ex: Gast – Gäste
I plurali in Umlaut in tedesco si originano dalla metafonesi innescata dalla terminazione
-i delle antiche classi flessionali nominali da cui si è estesa anche dove non
foneticamente motivata ex. Bäume;
ii) Dalla sintassi alla morfologia:
il futuro sintetico romanzo: la morfologizzazione di una perifrasi composta dal verbo
HABEO ‘ho’ ed un infinito con funzione originariamente modale.
it. canterò < Lat. CANTARE HABEO (‘ho da cantare’)

La morfologizzazione ha anche a che vedere con la grammaticalizzazione (Meillet).


➽Il concetto di si applica dunque anche a casi in cui il mutamento non ha effetti a livello
morfologico; ad es.
★ il futuro ingl. will < a.ingl. willan ‘volere’ ‘futuro’;
★ la negazione discontinua del fr. ne … pas ( < lat. PASSUM),
(cfr. it. non voglio mica la luna’)

- Demorfologizzazione o fonogenesi: i morfemi perdono significato e funzione e diventano


dei semplici segmenti fonici.
impoverimento dell’inventario dei processi morfologici di una lingua in seguito alla perdita
di funzione di un morfema
EX.
i) Dalla prima alla seconda articolazione. Dal livello morfologico al livello
fonetico/fonologico (àfonogenesi):
lat. ex+a(g)+men > neolat. (it.) sciam+e
ii) Dalla morfologia alla sintassi. Dal latino al romanzo: le sorti del caso come categoria
morfologica
lat. lupus/lupià[+numero], [+caso]
it. lupo/lupi à[+numero], [-caso]
Sturtevant sostiene che il mutamento fonetico è spesso regolare e produce irregolarità (paradigmi)
mentre il mutamento morfologico è irregolare ma produce regolarità (allomorfi).
Il paradosso di Sturtevant e i Neogrammatici: Phonetic laws are regular but produce irregularities.
Analogic creation is irregular but produces regularity.
L’ ingl. /ˈbrʌdər/ (cf. got. broƥar) è una formazione analogica modellata su /ˈfɑːdər/ e /ˈmʌdər/ à il
regolare esito sordo di /t/ > /θ/ avrebbe disgregato la compattezza formale della classe dei nomi di
parentela (cfr. lat. pater, mater, frater; sscr. pitàr, mātàr, bhratar).

Irregolarità morfologiche da regolarità fonetiche


i) Livellamento degli effe5 della legge di Verner sui paradigmi verbali delle lingue
germaniche.

➨L’analogia opera eliminando l’allomorfia all’interno di uno stesso paradigma procedendo con
l’estensione di una delle varianti (LIVELLAMENTO PARADIGMATICO).

ii) Dal latino al romanzo: effetto del mutamento vocalico


In sillaba tonica aperta le vocali brevi medie la2ne Ĕ, Ŏ > it. [jɛ], [wɔ] per scissione fonetica di un
segmento fonico in due contigui.
lat. PĔDEM > it. ['pjɛ:de] (ma pedale)
lat. NŎVUM > it. ['nwɔ:vo] (ma cf. novita)

it. (an2co) [no'vissimo] àit. [nwo'vissimo]


iii) I plurali nominali in -s dell’inglese moderno:

La flessione nominale in inglese antico (dal V sec.): un sistema articolato in piu classi flessionali
(con anche ≠ di genere).

Il mutamento analogico è guidato dalla tendenza delle lingue all’isomorfismo, cioè ad assegnare

forme uguali a significati uguali (one form ∼ one meaning) riducendo le dissimmetrie e irregolarità

(spesso prodotte dal mutamento fonetico).


a) i. cow (sg) : cows (pl) (ßkine)
Ii. brother / brothers (ßbrethren*)
*brethren resta nel sistema con un significato
diverso ‘confratelli’
b) ingl. mod. foot (sg) feet (pl); ox (sg) àoxen (pl);
sheep (sg) sheep (pl)

SI parla di analogia con indoeuropeisti, neogrammatici e con la fonologia, e per i neogrammatici è


un fatto re di turbamento perché c’è una diffusione regolare.
Oggi si compattano degli schemi a livello sintattico.
Si portano due esemplificazioni di mutamento sintattico dive quello che vediamo sono dei principi
generali, infatti nel preparare l’esame sono molto importanti gli esempi.
Anche qui si ha un mutamento, dalla fase A alla fase B.
dobbiamo definire cosa cambia e i passaggi alla base nel tipo di relazione che un elemento presenta
rispetto alla frase.
L a sintassi si occupa di analizzare la relazione tra gli elementi di una frase, quindi si passa dalla
morfologia alla sintassi andando oltre il confine della parola, si analizzano le relazioni tra le parole.
Nel primo caso ci si occupa del passaggio dal latino al francesese, e si ha un mutamento che ha
invetito la storia della lignua francese nella fidssazione della struttura della negazione nella frase. Si
hanno 2 strategie: quella frasale-verbale e quella discontinua, in cui il morfema della negazione è
costituito dal due elementi autonomii, di cui uno anticipa e uno segue il predicato verbale.
IL modulo della negazione doppia è abbastanza generale dal punto di vista linguistico, per esempio
si ha anche in italiano ma solo a livello di alcuni casi, in cui oltre a un elemento avvervbiale non” o
“ne in francese si ha anche un elemento non verbale, tipo “non ho capito un tubo”, un tubo non ha
un valore, il suo rapporto manifesta l espansione della negazione e eenfatizzare.
Si tratta di un modulo negativo con valore enfatico molto diffuso nelle lingeu del mondo, mentre in
francese è qulella canonica, non marcata, non enfatica. In particolare si puo dire che doveva esistere
proabbilmente in latino, che ha avuto successo nel francese. Era un modulo che non aveva nell
elemento post verbale un elemento fisso ma poteva avere forma variabile, per esempio ne
pas(passo), ne point (punto) e ne mie (mica), quindi in questo peridoo pas non è ancora fisso, c’era
anche gut che rimane oggi in un espressione proverbiale. Lo shcema era panromanzo, perche
doveva essere latino conservato nel neolatino, e infatti siamo in gradi di stabilire con
corrispondenze sistematiche, ad esempio alcune possibilita espressive che ha l italiano in alcuni
registri, ad esempio “Mica” o “punto”.
Possono essere varietà regionali, come il punto del toscano o il mia o miga dei dialetti settentrionali,
quindi il modulo era ocomune alle lingue romanze e nel francese ha avuto una strada privilegiata.
Il percorso che ah portato pas a perdere il suo valore di passo e diventare parte della negazione,
infatti inizialmente si aggiungeva al predicato con una preposizione che poi è sparita. La prima
occorrenza in cui passo è stato autorizzato a entrare come secondo modulo, è stato in strutture in cui
aveva rapporto con il preeidcato direttamente, in particolare il valore del predicato da cui discende
anche la portata negativa del processo, quindi l’elemento nominale rappresenta la condizione
minimanper cui il verbo posa realizzarsi. Quando l elemento nominale entra nella frase come
condizione minima per cui il verbo puo realizzarsi, si lega indissolubilmente, quindi non si nega
solo il verbo ma tutta la condizione minima.
“non mi muovo” e “Non mi muovo di un passo”, la differenza è che nel secondo caso non ha il
valore di introdutrre un altro elemento in scena, ma esprime la condizione minima, del predicato
che viene negato anche nella sua realizzazione minima.
Entra in causa come elemento enfatizzante e come evocazione della condizione minima per cui il
predicato puo reaizzarsi, e quindi inizia un proceso di erosione del contenuto in cui l’elemtno è
autorizzato dalla struttura per un certo motivo.
Quindi entra come contenuto lessicale ma poi diventa un elemento di negazione.
Quindi:
1- pas è autorizzato come elemento postverbale nella sequenza negativa con il significato di passo.
La condizione minima per il vetficarsi del processo designato di movimento. Ha una relazione
sintattica e semantica con il predicato.
2- Passo ha pero col tempo l’articolo, quindi passo no n entra piu come un complemento del
predicato, e non significa piu passo ma serve ad amplificare la negazione
divetna una relaizone avvertita dal parlante come legata all elemento negativo.
Quindi è stato rianalizzato il contenuto.
Dal contenuto, che viene cancellato, si ha un significato solo gramamticale.
I contenuti lessicali sono visti come piu complessi e articolati di quelli grammaticali, quindi quando
si passa dal lessico alla gramamtica c’è sempre una perdita, c’è un mutamento semantico quindi.
Millier ne parla come di un mutamento semantico imposto dal sistema lessicale.
3-Qunaod pas viene reinterpretato come relativo alla negazione, sparisce quel vincolo per cui non si
poteva non x (verbo) passi, ma si ha un estenzione, di cui se ne parla con l’analogia. Per eempio,
non dormo di un pass, o non piango di un passo, che ora è posssibilie, prima no.
4- pas diventa una semplice marca della negazione, sostituisce completamente il modulo preverbale
nel parlato, infatti la doppia negazione è tipica dellos critto, nel parlato non si ha piu ne.
Otto jespersen ne ha regolarizzato il fenomeno, e lo chiama ciclo della negazione, o ciclo di
jespersen:
1: negazione semplice preverbale, je ne sais
2.negazione doppia discontinua, je ne sais pas
3: negazione semplice postverbale, je sais pas.

Secondo caso studio: di nuovo dal latino al neolatino, e si rende in considerazione un asopetto
molto importante che è un fenomeno tipico della transizione rùomanza, ovvero il momento in cui il
latino si disperde nel neolatino.
SI ha in italiano il passato prossimo e in francese il passè composè, con un ausiliare avere o essere
piu il participio passato, che puo essere solo passivo e non esiste attivo.
Questa perifrasi, perfettiva nella sua connotazione aspettuale, in cui ci si focalizza sul processo,
quindi risultativa, azione passata con effetto sul presente.
Questa perifrasi(forma analitica) nasce come meccanismo di rianalisi, e cambia la relazione che un
elemento mostra ll interno della frase, quindi tra wuesto elemento e gli alltri, rialnalisi.
“ho una lettera scritta” e “ho scritto una lettera”, oggi abbiamo entrambe le forme. Litteram
scriptam habeo, in latino c’era solo questa, ma tra le due forme di oggi il participio passato ha una
relazione con il nome nella prima, mentre con il verbo nella seconda.
LE struttture perifrastiche verbale, nella fase originaria avevano un participio passao usato come
attributo di un nome in funzione di oggetto duretto, dove il predicato principale era il verbo avere.
In queste strutture il partiipio passato puo essere soistituito con un aggettivo, con “ho scritto una
lettera” no.
Se scritta prima ha solo un rapporto con il nome, ha anache un valore oassivo e puo avere un
soggetto diverso da quello di avere, ovvero “ho una lettera scritta da mia sorella”. Nell asecond
afase ho un a situazione in cui scritto ha valore attivo, e non piu passivo.
Sono gli ausiliari essere e avere che ci dicono se è passivo o no.

Lo stesso ci si puo chiedere con il pas e il ne: la rianalisi è stata autorizzata (il fatto di interpretare il
participio come non arte dell argomento ma come parte del verbo) i siutuazini in cui i due soggetti
coincidevano, ovvero “ho una lettera scritta e l’ho scritta io”.
Quindi ua coincidenza viene interpretata come una caratteritica della strttura.
“abbiamo molti beni ben ripartiti” e “ abbiamo ben ripartito molti beni”, passaggio di plauto in cui
dice “multa bona bene parta habemus”, quindi questa cosa è iniziata ij situazioni in cui si poteva
effettivamente confondere perche il soggetto era lo stesso.
Qui si ha la rianalisi.
Oppure in “ carthaginenses classem paratam habebant”, avevano una flotta pronta o avevano
preparato una flotta.
La rianalisi è un fenomeno mentale non tangobile, ma la oerdita dell accordo del aprticipio è un
tratto formale fondamentale che ci dice che non c’è piu ua relazioen attributiva tra participio e
nome, e il participio non regisce piu all accordo con l oggetto diretto, allora qui vedo gli effetti della
rinalisi, vedo che formalmente non c’è piu accrodo, la oerdita di questo è una traccia forma le
importante in cui si coglia la rianalisi.
Se dico ho scritto la lettera rimane maschile scritto, mentre se sostituisco con la particella clitica si
ha L’ho scritts, e questo perche le lingue cambiano lentamente e non in tutti i casi si ha la mancanza
di accordo, viene conservta e riemerge alla luce di alcune manipolazioni sintattiche, ad esempio
queta.
Poi ci sono passaggi di dante dove si ha evidenza del fatto che la perifrasi con avere ha una forma di
ritrazione, ha ridotto il suo campo di utilizzo: “tu hai mutato costume\moneta\legge
però “la donna che ci s’hae mostrata” mentre oggi arebbe “che ci si è mostrata” oppiure lo mio
cuore s’avea lasciato” oggi sarebbe “il cuore che si è lasciato”.
“poscia che tanti speculi fatti s’ha”.
In inglese, i plurali cows e brothers sono forme, più recenti, analogiche ottenute per:
1) livellamento paradigmatico (eliminazione dell’allomorfia del morfema lessicale) ed
2) estensione proporzionale (estensione dei plurali in -s).
Sono questi i principi che guidano pure la formazione (in parlanti non esperti) di forme regolari (ma
non corrette) come ad es. foots.

Older può essere sostituito da elder. In alcuni casi non è facile definire se si tratta di analogia
proporzionale o nonproporzionale e sembra che cooperino in modo articolato.

Kurylozwicz formule una serie di generalizzazioni. Leggi di Kuryłowicz (1949): una teoria e
tassonomia dei processi analogici.
1. Le marche morfologiche più complesse (‘più esplicite’) tendono a sostituire quelle piu
semplici:
(i) In ted. nel PL la metafonesi si combina al suffisso flessionale (cfr. ted. Baume < a.a.ted. boum-a;
cfr. anche Mann/Männer); (ii) in ingl. gli antichi plurali invariabili vengono rideterminati da -s: (cfr.
ships < a.ingl. ship).
2. L’analogia procede dalla forma morfologicamente basica verso la derivata: (i) il PL tenderà
ad es. a modellarsi sul SG (cfr. ingl. cows, da cow +s, che sostituisce kine)
3. La forma non analogica, se mantenuta, restringe il suo
dominio semantico: cfr. ingl. brothers/brethern, older/elder; (≠ ingl. silly gooses).
4. Le lingue tendono a mantenere opposizioni basiche a sfavore di quelle più marginali: cfr. lat.
lup-i > it. lup-i: [+numero], [+caso] > [+numero], [-caso]
- Forma basica – forma derivata (choose chose chosen)
- Se si diversifica una forma quella nuova assume una funzione primaria (older)
I plurali analogici dell’italiano come braccio braccia si sottraggono a tale legge.

Manczac sostiene la tendenza di rimpiazzare i morfi zero e monosillabili con morfemi pieni.
- Estensione: impiego di un morfema in contesti più ampi (diffusione desinenze verbali
italiano);
- Risegmentazione: interessa la struttura fonologica dei morfemi ma non la funzione.
Tempus-temporis è un eccezione e prende il nome di exaptation
- Fusione o blending: compromesso tra due forme con significato uguale o simile (Frau –
Fraulein)
- Retroformazione: processo derivativo procede in modo contrario beans - bean
- Contaminazione: coinvolge forme semanticamente correlate (grave e greve)
- Concrezione/discrezione: l’apis – lapis
- Etimologia popolare: rende trasparenti gli elementi opachi di un termine tramite
associazioni con altri lessemi (postumus che richiama a humus);

Tendenze generali del mutamento analogico (Mańczak 1958)


- (I-III) Le strutture morfologiche più lunghe sono tendenzialmente modellate sulle più brevi
come ad es. cows e modellato su cow;
- (II) le alternanze nei paradigmi vengono più facilmente rimosse che introdotte;

- (IV-V) i morfi ∅ (o monosillabici) sono tendenzialmente sostituiti da morfi pieni (o

polisillabici) come ad es. i PL ships, words soppiantano le forme ship e word; vd. I legge di
Kuryłowicz)
- (VI-VII) L’indicativo, tra i modi, e il presente, tra i tempi, sono tendenzialmente percepiti
come categorie basiche su cui gli altri temi verbali possono modellarsi (vd. II legge di
Kuryłowicz).
Il mutamento morfologico contempla analogia e grammaticalizzazione. La grammaticalizzazione
prevede la creazione di nuove forme e categorie grammaticali.
- Riduzione semantica: avere
- Riduzione morfologica: perdita di alcune proprietà morfosintattiche
that che perde la categoria del numero
- Riduzione fonetica: cantare habeo – canterò
- Inferenze pragmatiche: tale convenzionalizzazione porta alla reinterpretazione delle forme
e dei contesti d’uso
Be going to
- Metafora e metonimia: percorsi di estensione semantica
- Stratificazione di livelli: la coesistenza tra elementi più antichi e introdotti recentemente.
avere significa sia possedere ed è inoltre utilizzato come verbo ausiliare e futuro (latino)
- Ciclicità e rinnovamento: gli elementi perdono marcatezza pragmatica e possono essere
sostituiti da altri.
Un esempio è punto toscano usato sia per la negazione enfatica (non ho fame punto) che
come quantificatore (non ho punta fame).

I mutamenti innovanti contribuiscono alla scomparsa o alla nascita di elementi formali o categorie
e la redistribuzione della correlazione.
Sono conservanti quei mutamenti che vedono la sostituzione di forme e strutture con la medesima
funzione.
I percorsi di un mutamento morfologico sono imprevedibili. Centrali in questi mutamenti sono la
gradualità e il ruolo centrale dei parlanti. Si parla di “morfologia naturale”.
Andersen sostiene che il mutamento va dalle forma non marcate a quelle marcate. Questa teoria è
stata dibattuta in quanto si usa anta anche come parola singola e non solo come suffisso
derivazionale (ho superato gli anta) e ciò prende il nome di demorfologizzazione. Un altro esempio
è il genitivo sassone inglese ‘s).
Le forme di participio presente come cantante sono al limite tra grammaticalizzazione e
lessicalizzazione oltre che appartenenza a più categorie grammaticali.
In definitiva i mutamenti non sono unidirezionali.

La classificazione delle lingue in tipi morfologici ha luogo anche in Schlegel, Humboldt e Friedrich.
Humboldt inserisce l’etichetta agglutinante per le lingue del secondo tipo e incorporante in base
alla conoscenza delle lingue amerindiane.
Schleicher riflette sul percorso naturale e dinamico di una lingua.
Greenberg sviluppa 45 Universali che riguardano 4 tipi di generalizzazioni. Il mutamento è
diacronico e bidirezionale.
Tali mutamenti si riferiscono alla gradualità che non interessa solamente il tempo e il lessico ma
anche le categorie. Per esempio il plurale -a nasce dal prototipo delle membra corporee doppie.

Riguardo all’unidirezionalità sono stati forniti esempi in contrasto ad esso come la


degrammaticalizzazione. Esempi sono -anta, -ismo, -teen, prima usati solo come suffissi aggettivali
e poi hanno preso piede come sostantivi. I controesempi validi all’ipotesi di unidirezionalità non
sono molti.
Gli universali morfologici sono generalizzazioni sulla struttura morfologica delle lingue umane
possibili.
Sapir sostiene che le lingue sintetiche si sono frammentate in lingue analitiche come francese e
che le lingue agglutinanti hanno assunto tratti flessivi. Quindi per ogni tipo linguistico è possibile
un processo diacronico e ogni mutamento è bidirezionale ovvero si può ipotizzare una sequenza
opposta alla sequenza di cambiamenti avvenuta.
Il mutamento sintattico
Gli ambiti di pertinenza della sintassi riguardano le relazioni tra le parole e i mezzi che codificano
ciò.
I meccanismi principali del cambiamento sintattico sono:
- Grammaticalizzazione: il passaggio di strutture sciolte a strutture più legate;
implica la perdita di autonomia, è tendenzialmente unidirezionale e quindi irreversibile, è
graduale.
- Rianalisi: il mutamento nella struttura di un’espressione che non produce modifiche
immediate o intrinseche nella sua manifestazione superficiale.
In partenza ha un carattere non manifesto come si può notare dall’inversione verbo-
soggetto in francese per la frase interrogativa.
È istantanea, non causa la perdita di autonomia, è bidirezionale e quindi reversibile e si
fonda sull’ambiguità del costrutto di partenza.
- Estensione: l’introduzione di nuove costruzioni per codificare un ambito concettuale prima
espresso da altre costruzioni;
il concetto di estensione presuppone nuove costruzioni in un ambito concettuale
inizialmente codificato da altre costituendo un mutamento manifesto. Esempi ne sono
wegen che per correttezza vuole il genitivo e il dativo dopo esso è considerato colloquiale.
Un altro esempio è different than/from/to.

Il concetto di rianalisi rientra quasi sempre nel contesto più ampio di grammaticalizzazione.
Come esiste la rianalisi sena grammaticalizzazione, esiste anche la grammaticalizzazione senza
rianalisi come nel caso di congiunzioni temporali usate anche con valore causale ex. since.

Gli elementi coinvolti subiscono modifiche a due livelli:


- Al livello morfosintattico nel passaggio da una classe aperta a una chiusa, obbligatorietà
(perdita di autonomia) e nella fissazione (nell’irrigidimento posizionale);
- Al livello semantico-funzionale nella riduzione dei significati lessicali che conduce allo
sviluppo di significati grammaticali, nell’espansione di funzioni che si correla alla polisemia
degli elementi grammaticalizzati;

Hopper propone la grammatica emergente ovvero un quadro teorico in cui la grammatica di una
lingua è concepita come un insieme non delimitato da forme che viene sistematizzato dall’uso dei
parlanti in base alle esigenze dei processi comunicativi.

La centralità nei meccanismi di rianalisi crea delle tensioni tra input e output e individua il locus del
cambiamento nell’acquisizione delle forme linguistiche. Hermann sostiene che il locus del
cambiamento sta nell’idioletto ovvero una sorta di grammatica interiore.
L’input sono le esperienze iniziali che in due individui non sono identiche e i parlanti le imparano
entrambe.
I mutamenti sintattici hanno un livello di gradienza.

Vi sono 3 modi di guardare alla variazione sintattica:


- Sintattico: rapporti gerarchici, relazioni grammaticali e di dipendenza;
- Pragmatico: interazione comunicativa tra parlante e ascoltatore;
- Cognitivo: parlante sviluppa rappresentazioni mentali;
Il mutamento semantico-lessicale
La lingua non è limitata nella scelta dei suoi mezzi e il mutamento semantico-lessicale seppur
arbitrario non è del tutto svincolato da alcune condizioni.

In campo semantico cambia:


- Denotazione: ciò a cui un termine si riferisce (galera: nave a remi o prigione);
- Connotazione: ciò che un termine evoca (wife da wif donna);
- Registro: ambito d’uso di un termine;
- Etimologia
- Onomasiologia
- Semasiologia
Ullmann: il mutamento semantico avviene quando un nuovo significato è attribuito a un
significante e quando un nuovo significante è attribuito a un significato.
La somiglianza e contiguità a livello di sensi danno origine a metafora e metonimia mentre a livello
di nomi a ellissi e etimologia popolare.
La somiglianza tra i sensi – METAFORA: può interessare varie parti del discorso Kopf – coppa
La contiguità tra i sensi – METONIMIA: avere fegato
La somiglianza tra i nomi – ETIMOLOGIA POPOLARE essuyer - essayer
La contiguità tra i nomi – ELLISSI foglio giornale-giornale

Secondo Ulmann un mutamento di significato può comportare sia un’estensione che una riduzione
di esso.
Nel caso dell’estensione si amplia l’ambito semantico ed è il caso di panarium (cesta del pane) che
diventa paniere indiando un generico cesto di vimini.
Nel caso della riduzione si riduce l’ambito semantico ed è il caso di mete che perde il significato
generale di cibo proprio dell’antico inglese diventando meat (carne).

Sul piano qualitativo può portare a un miglioramento della valutazione di un termine come knight
da servo a cavaliere o a un peggioramento di esso come villanus (abitante di una fattoria) diventato
poi vilano nel senso di zotico.

Bloomfield individua:
- Iperbole: passaggio da un significato più debole a uno più forte ex. Kill tormentare –
uccidere
- Litote: passaggio da un significato più forte a uno più debole ex. Étonner

Secondo Coseriu l’organizzazione del contenuto rimane invariata nel caso di semplici sostituzioni
come nel caso di coscia sostituito da anca. La struttura del contenuto varia in caso di modificazioni
sul piano dell’espressione come la riduzione alle semplici etichette bianco e nero perdendo il tratto
brillante.
Il mutamento semantico avviene o per fattori linguistici o per fattori extralinguistici come fattori
sociali, storici, psicologici e socioculturali.

Nel mutamento semantico vi sono 3 tendenze (Traugott / Dasher):


- Passaggio da concreto a astratto ex: grasp;
- I significati diventano testuali, metalinguistici while
- È importante il ruolo del parlante nel mutamento he may come

Il cambiamento è graduale.
Swadesh fonda la glottocronologia basata sul fatto che ogni lingua possiede un lessico di base e
che la velocità con cui una lingua cambia nel tempo è costante. È stata molto criticata in quanto
prendeva in considerazione lingue molto datate. Vi è stata poi la lessicostatistica di Greenberg che
comparava in percentuale la somiglianza delle lingue.

La semantica universale è la teoria semantica mentre l’universale semantico è la proprietà che le


semantiche di tutte le lingue hanno in comune.
La sequenza gerarchica dei nomi riflette l’uso nella lingua e la loro frequenza. Infatti i cromonimi
bianco e nero sono i più usati e quelli più diffusi.

La LINGUISTICA DEL CONTATTO deriva da Weinrich secondo cui due o più lingue sono in contatto
se usate alternativamente dagli stessi parlanti.
La manifestazione del contatto linguistico prende il nome di interferenza ed esempi ne sono il
code-switching (cambiamento codice tipo lingua uff. - dialetto), forestierismi o xenismi o la
pronuncia secondaria di una lingua proveniente da bilingui imperfetti.
Tale linguistica prende in considerazione le modificazioni che tengono conto le modificazioni
dovute al contatto in una dimensione sincronica con altre varietà linguistiche. Fanno parte di
mutazioni esterne e non interne: ciò emerge già in Saussure.
È il contatto tra codici linguistici diversi. Può essere rintracciabile nel parlante che riesce a
maneggiare diversi codici linguistici dando luogo a formazioni contaminate. Un esempio è la lingua
prima , la varietà regionale e quella ufficiale a cui ci avviciniamo in un secondo tempo. (lingua –
dialetto distinti per ufficialità).
Per interferenza linguistica si intende le parole della moda, gastronomia (gourmet) va esplicitata
una condizione storico-sociale in cui una comunità deve accettare di accogliere una forma esterna.

- Prestito: parole e sintagmi / unità lessicali in cui viene riprodotto sia significato che
significante
Shoeshine – lustrascarpe
Il code switching è uno dei prerequisiti del prestito. Nell’alternanza dei due codici il parlante ha
messaggi interferiti.

Ci sono anche motivazioni dietro il prestito come nel caso della cristianizzazione dell’Inghilterra che
ha permesso di portare devil, priest.
Oppure il termine blitz derivante da blietzkrieg (guerra lampo).

Può avvenire sia l’acclimatamento se si fa uso protratto del termine come baretto da bar o
integrazione di essa su piano grafico, fonologico, morfologico e lessicale.
Nel caso dell’integrazione fonologica si distinguono:
 Approssimazione: bjuro bureau
 Adeguamento meccanico: Streik Strike
 Analogia: meilleur e migliore
Nel caso dell’integrazione morfologica
 Flirt – flirtare
Nel caso dell’integrazione lessicale e semantica
 Stambecco – Steinbeck
NEUTRALIZZAZIONE: abbandono del prestito o sostituzione del concorrente indigeno ex: honour
POLARIZZAZIONE: chiamata anche differenziazione funzionale si tratta di rendere periferico il
prestito rispetto al termine indigeno ex: pork – porc

- Calco: parole e sintagmi di cui rimane solo il significato. È l’imitazione della forma interna
di un modello alloglotto.
Basketball – pallacanestro
 Calco di derivazione: resa d un derivato formato da un termine base e da un affisso
ex.orangeade – aranciata
 Calco di composizione: resa di composti stranieri: redskin – pellerossa chainsmoker
 Calco sintagmatico: resa di gruppi sintagmatici ex. cold war – guerra fredda
 Calco fraseologico: resa di intere frasi ex. It goes without saying – geht ohne zu
sagen
 Calco imperfetto: Guerra mondiale Weltkrieg luna di miele honey-moon
 Semicalco: fantascienza science-fiction

Per stabilire la direzione dell’influsso linguistico è valida la storia culturale, evidenza cumulativa,
documentazione, anomalie del significante (twenty-five e funf und zwanzig) e fonetica storica
(obliare – oublier).

È possibile sia datare i mutamenti con i prestiti (Attila che ha subito molte variazioni) sia datare i
prestiti con i mutamenti come nel caso di quando manca un mutamento fonetico (Kaiser).

Alcuni elementi del vocabolario latino sono entrati nelle varietà germaniche parlate dagli Angli e
dai Sassoni.
La Gallia (Celti) era dominata dai popoli europei.
L’Antica Britannia vede all’avvicendamento dei popoli celtici e germanici. Importanti sono anche i
prestiti scandinavi come skill, skiin, sky che ha causato l’innalzamento a heaven (paradiso) e i
derivati nominali di ill, ugly, odd.
La Francia del Nord viene invasa dai Normanni o meglio dai Vichinghi ed esempi sono serve –
served.
La Guerra dei Cento Anni e la Peste Nera (XV sec. d. C) favorisce l’emergenza dei ceti anglofoni e lo
sviluppo di una lingua comune in Inghilterra.

Con la disgregazione dell’Impero Romano le popolazioni germaniche contribuirono a lasciare i


lasciti latini.
Uno dei processi più duraturi fu l’interferenza dell’arabo con le lingue romanze. Ciò ha inizio da
quando Maometto con il consolidamento della comunità di fede musulmana (Umma) ha fatto si
che la lingua araba assolvesse a funzioni religiose e istituzionali.

Su una scala di prestabilità vi sono


Elementi lessicali > elementi funzionali > affissi agglutinanti > affissi fusionali
Gli elementi grammaticali risultano meno prestabili di quelli lessicali e i nomi si inseriscono meglio
in un’altra lingua.

Una lingua prende in prestito prima le entità sulla sinistra TEMPORALE


Se accoglie prestiti da destra li accoglie anche da sinistra IMPLICAZIONALE
Prende più materiali dalla sinistra che da destra QUANTITATIVO
È più probabile che prenda materiale dalla sinistra PROBABILISTICO
In Valle d’Aosta si parla di un bilinguismo monocomunitario mentre in Trentino di un bilinguismo
bicomunitario. In Europa ci sono molte nazioni bilingue come Svizzera e Belgio.
Secondo la diglossia (Ferguson) solo una di esse viene considerata ufficiale e un esempio ne è
l’arabo classico e standard.
Secondo Berruto in Italia si parla di dilalia ovvero della coesistenza di varietà formali e informali.

Le lingue pidgin sono lingue che si formano da processi di acquisizione di lingue seconde. Le lingue
lessicalizzatrici come il portoghese, il francese e l’inglese sono lingue lessicalizzatrici di numerosi
pidgin. Attualmente è diffuso il WAPE, un insieme di varietà a contatto a base inglese.
I pidgin non hanno parlanti nativi in quanto parlati da adulti e vengono abbandonati quando si
dissolve il contesto multietnico e multiculturale. Nascono così le lingue creole a base inglese e
francese.

LEGA LINGUISTICA
Comunità linguistiche contigue caratterizzati da tratti comuni non associabili a una tradizione
storica. Queste comunità condividono una serie di innovazioni comuni che non sono dovuti a una
contiguità storica. Un esempio si trova nel continente europeo: Sprachbund è un termine coniato
negli anni ’30 che inizia con la linguistica areale di Trubetskoj applicato per rendere conto della rete
di relazioni linguistiche che sussiste nella lega balcanica e quindi le lingue dei balcani.
Si usa lega linguistica europea a standard average european (europeo medio di base) Una serie di
lingue presenta caratteristiche diverse da quelle della propria famiglia e comuni a lingue
geograficamente contigue.
Vi è per esempio la lega linguistica balcanica che raggruppa serbo, bulgaro, neogreco ecc.

HAVE PERFECTS è un tratto condiviso da tutte le lingue romanze, germaniche, slave (ceco, albanese
e greco: rami isolati).
A proposito del valore perfettivo con avere l’italiano del nord ha proprie varietà nucleari ovvero le
varietà settentrionali è sovraordinato e sostituisce gli usi della forma sintetica fino a diventare
l’unica forma (passato prossimo che sostituisce passato remoto). Quest’opposizione tra pass prox e
passato remoto si ritrova anche in francese in quanto nel parlato anche formale resta solo il passé
composée. Anche in tedesco si trova ciò: la forma analitica predomina sulla forma sintetica e si
parla della perdita della forma sintetica del passato.
Sulla cartina geografica emerge quello che è l’aspetto di un tratto areale ovvero quello che investe
vari paesi.
Isoglossa: confine geografico tracciato su base linguistica. Le varietà romanze coincidono con i
dialetti settentrionali e hanno centro di irradazione l’Europa centrale.
L’aria celtica è conosciuta anche come lega di Carlo Magno.

È una strategia linguistica condivisa da un numero alto di lingue.

Nicols ha definito il continente europeo una zona di diffusione ottimale poiché offre una
configurazione dei territori che non pone barriere dal punto di vista della comunicazione.
Dal punto di vista storico omogeneità mentre dal punto di vista di assenza di barriere ottimalità.
Era necessario trovare anche un’interlingua per facilitare il passaggio da una lingua all’altra: il latino
era una lingua di cultura.
Caratteristiche lega linguistica:
- area geografica
- lingue non imparentate genealogicamente o se lo sono devono appartenere a gruppi linguistici
diversi;
- tratti la cui condivisione deve essere interpretata per contatto e non per continuità storica;
- il concetto di lega linguistica trova le sue radici nell’idea di un’area di fitta circolazione linguistica
in cui le comunità hanno stretti legami tra loro. Sono comunità bilingui che hanno una lingua franca
che fa da trasmissione da una lingua all’altra

Nelle lingue ai margini la forma ha uno statuto più magistrale. Dal punto di vista formale in greco
esiste una perifrasi uguale di verbo aver e participio passato ma non ha valore temporale bensì
attributivo.

Inoltre Leopardi ne “Lo Zibaldone” nota che le lingue europee avevano in comune la continuità con
la tradizione greco-latina.
Un elemento del lessico scientifico è caratterizzato dai composti classici: il secondo membro è
-logia. Anche teatro deriva dal greco.

Anche teatro deriva dal greco, una lingua assunta dall’Impero romano come modello.

Gli aspetti della struttura grammaticale oltre al lessico (il lessico richiede meno competenza dei
parlanti) è la compenetrazione di strutture che fanno parte della lingua. La struttura consonante-
vocale è una tipicità come anche i ventagli vocalici con più di 3 o 4 elementi.

Più importanti sono le caratteristiche morfosintattiche (have perfects). Ogni lingua ha due articoli di
cui uno definito e uno non definito. Si tratta di un tratto naturale della dimensione europea.
Un'altra caratteristica del tipo linguistico europeo è l’ordine dei costituenti (soggetto – verbo –
oggetto).

Un altro caso di lega linguistica con cui è nata la lega balcanica e la linguistica. Haspelmath è un
tipologo che interpreta i fenomeni europei in chiave di lega linguistica.
Sapir è un europeo di origine ebraiche spostatosi negli Stati Uniti.
SAE (Standard Average European).

Il concetto di lega linguistica – Sprachbund nasce per rendere conto delle relazioni linguistiche tra
le lingue parlate su questo territorio. Un insieme si lingue contigue parlate in territori confinanti che
appartengono a gruppi linguistici diversi (neogreco, l’albanese, rumeno, lingue slave meridionali).
Tutte queste lingue presentano una serie di innovazioni comuni che le pongono a parte rispetto alle
loro più antiche tradizioni. I tratti linguistici comuni sono convergenza e innovazione e spesso
pongono a parte lingue rispetto ad dello stesso gruppo linguistico (ex: rumeno è lingua romanza e
ha l’articolo che però lo mette dopo il nome). La posposizione dell’articolo il rumeno lo condivide
con l’albanese (indoeuropeo) e una lingua balcanica. Questa posposizione pone il rumeno a parte.
L’unica lingua slava ad avere l’articolo è il bulgaro che è nei balcani ed è a contatto con essi e lo
pospone come il rumeno.
Si esclude che ciò sia frutto di una tradizione storica.
Un altro balcanismo è la perdita dell’infinito ovvero penso di andare non sono compatibili. Dicono
“penso che io vada” (greco – serbo -albanese). Si tratta anche del dialetto tipico meridionale e si
spiega con il contatto con la Magna Grecia.
Altro balcanismo è il futuro con volere (il rumeno lo fa con volere sul modello greco mentre le altre
lingue romanze no).
Il contesto storico che ha prodotto la possibilità di costruire più lingue su un’unica grammatica. Si
hanno più centri di irradiazione a seconda del momento storico.
9. Le teorie sul mutamento linguistico
Nelle lingue vi è il problema razionale in quanto le lingue non sono immutabili ma soggette a
trasformazione; inoltre il problema generale delle condizioni in cui si verificano i processi; il
problema storico.

Gli aspetti fondamentali del mutamento linguistico sono:


- Innovazione: creazione di una nuova forma o variante;
- Propagazione: processi tramite cui l’innovazione ha successo;
- Interpretazione: identificazione dei principi generali e le tendenze universali del
cambiamento;

L’incontro tra la Wellentheorie di Schmidt e la Stammbaumtheorie di Schleicher sono due


rappresentazioni complementari di dinamiche linguisticher.
La Stammbaumtheorie rivela il limite di non cogliere l’essenza del mutamento.
La linguistica si rifà all’antropologia biologica secondo cui i 4 meccanismi evolutivi fondamentali
sono mutazione, selezione, deriva e migrazione.

Con il termine biodiversità i intende la varietà della vita a tutti i livelli:


- Nelle aree con minore piovosità dove le popolazioni sono maggiormente a rischio ci sono
gruppi etnolinguistici più estesi. Le popolazioni organizzano reti di scambi commerciali;
- Nelle aree con maggior piovosità si concentrano gruppi etnolinguistici più ridotti e le
popolazioni sono più autosufficienti;

L’etnolinguistica si concentra sulle affinità e differenze nei legami della lingua mentre la
sociolinguistica prende in considerazione fattori sociali. Si contrappongono entrambe alla
linguistica teorica.
La variante preferita incrementa la sua frequenza di impiego e l’alternativa, diventando marginale,
viene infine abbandonata.

Adelung suddivide le lingue in tipi: monosillabiche o primitive oppure polisillabiche o evolute.

La metafora delle lingue come organismi viventi porta con sé l’idea della morte.

Una lingua è un entità strutturata ma allo stesso tempo dinamica in quanto subisce cambiamenti.
L’idea del movimento richiama la Wellentheorie di Schmidt che trova anche il consenso di De
Saussure.
Ciò che viene replicato sono le unità strutturali che prendono il nome di linguemi che fungono da
replicatori.

Per farsi capire Keller individua dei comportamenti da adottare:


- Ipermassima: per avere successo;
- Chiarezza: per farti capire dagli altri
- Economia: per non sprecare energia;
- Conformità: parla come gli altri;
- Stravaganza: per farti notare;
Il mutamento linguistico non presuppone l’intervento umano e di conseguenza secondo le
dinamiche ipotizzate da Smith ciascun individuo è guidato da una mano invisibile.

Inoltre vi è la teoria dei giochi in cui la soluzione è il nodo centrale. Essa presuppone le strategie di
calcolo dei giocatori.

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