Metodologia Della Storia Dell'arte
Metodologia Della Storia Dell'arte
Metodologia Della Storia Dell'arte
ALOIS RIEGL
Problemi di stile 1893 = affonda le radici tematiche e culturali nel clima della secessione riguardo
all'importanza dell'astrazione geometrica e alla svalutazione dei contenuti narrativi. Egli esamina
l'evoluzione di motivi decorativi (arti minori, dall'oriente al mondo bizantino) le cui potenzialità sono pari
agli oggetti di arte maggiori conservando una propria autonomia. Provengono infatti da un'evoluzione dei
modelli e dalle radici culturali precise. Studi derivati dalla sua attività al museo artistico industriale di Vienna
dove i temi ornamentali sono connessi a problemi di tecniche e del contesto economico e sociale in cui
nascono. Stilfragen (problemi di stile) = studio di testi britannici dell'800, concezione universalistica ed
evoluzionistica (Interrogativo dovuto alle esposizioni universali) Esigenza di una considerazione
universalistica dei fenomeni artistici e problema della genesi delle forme.
Riegl reputa fondamentale il KUNSTWOLLEN ossia l'impulso autonomo che orienta la produzione artistica
nelle differenti epoche.
Il suo pensiero contrasta con quello di Gottfried Semper (architetto autore di importanti strutture a Dresda e
Vienna) il quale sostiene il condizionamento dello stile e dei materiali e delle tecniche impiegate nonché
dell'imitazione delle forme naturali.
Il KUNSTWOLLEN prende diverse accezioni, ad esempio per panofsky è il senso definitivo dell'opera, per
Sedlmayr è una volontà interna individuale legata alla struttura di un gruppo umano. Per Otto Pacht e la
direzione dell'impulso artistico proprio di un popolo (come per la natura)
Industria artistica tardoromana 1901= sintesi dell'arte romana da Costantino a Giustiniano (periodo
tardoantico) considerato il momento più importante sotto il profilo culturale contrapposto a momenti di
decadenza, un processo di sviluppo continuo. L'opera di divide in 3 parti:
1) indaga linguaggio tardoantico attraverso le arti emergenti
2) tecniche praticate nelle botteghe del tempo
3) lineamenti di tale volontà artistica.
Le opere vengono indagate per la loro singolarità e per le loro leggi interne rendendole autonome. Utilizza
schemi visivi ossia le opere analizzate da vicino .
Egli evidenzia i valori anticlassici e anti naturalistici del tardoantico oltre che notando e apprezzando
rozzezza compositiva e simbolica in contrapposizione con i precedenti giudizi fondati sul concetto di
armonia. Rivoluziona anche il ruolo dello spettatore il quale partecipava con la sua visione al completamento
dell'opera piuttosto che risultare un'entità a parte, compiendo un atto interpretativo. Utilizza parametri della
pura visibilità frutto della concezione di von hildembrant (attività mentale che ordina gli elementi attraverso
la percezione).
Per spiegare la genesi e il concetto di stile, Riegl utilizza il Kuntsvollen scaturito dalle condizioni di vita
sociale che costruisce il Weltanshauung dell’epoca considerata, non venendone determinato.
Il barocco, a cui nella seconda metà dell’800 era stato già rivolto interesse in diverse aree europee, è uno dei
periodi riabilitati dagli scritti riegliani, (1902 -> il ritratto di gruppo olandese e nel 1908-> L’origine dell’arte
barocca a Roma) in particolare quello olandese, (genere del ritratto di gruppo - ‘700) ne studia i rapporti
formali e strutturali, verificandone i rapporti con l’arte italiana e i risultati formali con il kuntswollen
dell’ambiente olandese. Mette in atto una ‘’scienza artistica’’ fondata sull’estetica delle ricezione e
comunicazione. Nel testo del 1908 l’autore ricostruisce, attraverso la rivalutazione di fonti e l’analisi dei
caratteri, il quadro storico e sociale dell’epoca.
A seguito della sua nuova posizione all’interno della Commissione per i monumenti storici artistici, Riegl
dedicò attenzione al problema del restauro e della tutela dei monumenti valorizzandone il potere educativo
(Eitelberger).
Il moderno culto dei monumenti del 1903 -> esamina i valori insiti in monumento, ossia quello storico(di
memoria e documento), artistico(ideali estetici di cui è portatrice), d’uso(funzione pratica) e di novità(aspetto
estetiore). Caratteri che devono essere difesi con un corretto lavoro di restauro
Grammatica storica delle arti figurative del 1966 (opera postuma) -> voleva dimostrare l’evoluzione del
linguaggio artistico con diverse regoli grammaticali (mutevoli secondo il kuntwollen), il cui compito di
individuazione e descrizione spetta alla critica. Le analisi linguistiche derivano dal coinvolgimento dagli
studi di Humboldt, in cui è esaminato il concetto di struttura esteriore in cui è manifestato il linguaggio
artistico, discendente da una struttura profonda corrispondente alla percezione dell’artista rispetto la realtà,
ossia il processo creativo.
L’indagine artistica come essenzialmente storica. Distingue principalmente l’estetica dalla storia dell’arte in
quanto scienza storica e non sistematica e con una propria autonomia rispetto alle altre discipline storiche (.
Va’ distinta dalla storia della cultura ), il suo compito è la ricerca e l’illustrazione dei fatti che rendono
comprensibile il kuntswollen umano. La specificità artistica è l’analisi della storia delle forme e dello stile.
La concezione di storia e del suo processo, viene intesa non più con un carattere positivista (scientifico) ma
con un approccio idealista: un processo indivisibile che si sviluppa nel tempo ed è esso stesso mezzo per
conoscere la realtà. Di questa ‘storia dello spitiro’ (Geistesgeschichte) con una propria specificità, ossia lo
sviluppo continuo di forme nei vari momenti della civiltà.
La sua produzione storiografica è divisibile in tre periodi.
1)Primi del ‘900 - Compie una lettura stilistico-formale (ascendente di Wickhoff e Riegl), compie ricerche
sulla pittura e miniatura boema del Trecento evidenziando le relazioni con il quadro storico, politico e
culturale rivolgendosi ai dati documentari (Es. Influenze bizantine sulla miniatura del Trecento)
2)Primo decennio del’900 - Enigma dei fratelli Van-Eyek, storia come processo ininterrotto cerando di
cogliere i sistemi di relazione da cui scaturiscono i caratteri del tempo, lo stile assume la connotazione di
carattere insito nella storia delle forme artistiche.
3)Periodo maturo – Storia dell’arte come storia dello spirito, coincidente con il principio di sviluppo storico.
Elabora il concetto di bene culturale, come testimonianza della vita di una cultura che in quanto tale va
rispettata e difesa nel rispetto del passato, dalla speculazione mercantile e dall’ignoranza. Monumento=fonte
primaria per la storia, portatrice di valori tecnici, ideali ed estetici, va sempre rapportata ad un preciso
contesto.
Tietze
autore di Il metodo della storia dell’arte 1913, in cui la storia dell’arte è una scienza autonoma che non deve
essere unita a quella storica, essa infatti non vive solo attraverso le fonti, il materiale indagato accompagna il
divenire storico . La finalità della storia dell’arte è indagine ed esposizione dei fatti che consentono di
comprendere l’evoluzione del Kunstwollen.
La sua concezione di storia dell’arte, fa sì che la stessa si divida in due fasi: la prima narrativo-didattica
( dall’intento descrittivo pratico) e la seconda didattico-genetica in cui si ricercano le cause a monte degli
elementi specifici caratterizzanti delle opere e i collegamenti tra queste.
Relazionarsi agli studi estetici, contemporanei e passati, torna utile a Tietze per comprendere l’artisticità
dell’opera -> l’effetto, la forza vitala di un’opera in un’epoca (Ossia l’esperienza).
Il critico è un sostenitore dell’evoluzionismo (dall’andamento disomogeneo) dell’arte nei singoli periodi
storici in modo autonomo e ininterrotto, regolato solo da necessità interne.(Debito dagli studi, benchè rigidi,
Riegliani, che supera) La storia artistica è la storia di uomini che producono arte che con altri uomini
formano scuole di diverso stampo. Lo stile assume l’identità del singolo ma anche dell’intera scuola o epoca.
Egli aggiunge in oltre un’accezione spiritualista dell’opera d’arte conferendo un ruolo di rilievo alla
spiritualità dell’artista. Aggiunge, in oltre, l’aspetto contenutistico dell’iconografia nel processo
interpretativo come fondamentale, grazie ad essa si giunge all’intenzionalità dell’artista, ponte tra forme e
idee. Lo storico dell’arte deve dare sempre rilievo all’oggetto della sua considerazione e all’analisi del suo
sviluppo interno con i suoi elementi caratterizzanti.
Roger Fry
Formalista inglese, pubblicista e critico.
Visions and Designs 1920 (raccolta di saggi tra 1901-20)
La sua lettura punta a tracciare una linea che passa dai primitivi italiani (Masaccio, Bellini…) ai post-
impressionisti (Cézanne…). Gli elementi caratterizzanti comuni sono la padronanza del disegno, la sintesi
formale, la semplificazione compositiva, il rigore dell’impostazione prospettica. Il punto di interesse è su
come questi artisti risolvano il problema formale, il risultato delle relazioni tra le forme nelle opere. Gli
elementi formali prevalenti sono quelli che comunicano la costruzione di spazi in tre dimensioni, che
suscitano una sorta di tensione che ha scopo contemplativo, che porta l’arte ad un piano distaccato rispetto il
reale.
Le sue principali influenze provengono da Berenson (di cui adotterà l’approccio psicologico emozionale
all’opera d’arte e da Clive Bell l’idea che l’arte è forma significante. Tale ipotesi è espressa nel saggio Art
del 1914, dove Bell denota come punto di forza del sistema estetico ‘’l’emozione particolare’’ che suscita
l’opera, che ha una qualificazione diversa a seconda delle opere. Il compito della critica è quello di enucleare
quegli elementi la cui combinazione produce la forma significante (combinazione di linee e colori, particolari
rapporti di forme).
Fry diede in oltre un grande contributo allo studio della pittura e dell’arte barocca. I suoi esercizi da
conoscitore si rintracciano in oltre nelle note di diverse riviste a cui collaborò, rivolgendosi a conoscitori e
collezionisti, commentando oggetti di grande rilievo che passavano per il mercato londinese, nodo tra Europa
e Stati Uniti.
INIZI XX SECOLO
Francia:
Ancora forte la tradizione storico-documentaria testimoniata da alcuni periodici del tempo. Gli studi sulle
tematiche artistiche, considerati separatamente rispetto al contesto storico, assumono un’accezione più
complessa grazie all’opera di Emile Male, il quale predilige una lettura secondo le fonti letterarie coeve
(specialmente religione e teologiche) (Es. L’arte religiosa del 13° secolo in Francia del 1898, il cui le
figurazioni delle cattedrali gotiche vengono analizzate secondo i significati religiosi che comunicano.
Erudizione e chiarezza letteraria sono le principali qualità emergenti dai repertori iconografici di Male nelle
sue letture dottrinali e pedagogiche dell’arte, trascurando talvolta la dimensione spirituale e contemplativa,
specie nel rapporto artista-opera.
Il Medioevo fu un particolare punto di interesse tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, specie
sulla problematica dell’arte bizantina, di cui avviene una rivalutazione, sulla scia della tesi di Strzygowsky
-> Vedeva l’oriente come centro propulsore dell’arte paleocristiana e medievale. Sosteneva un’unità artistica
tra l’arte orientale e quella nordica in contrapposizione con la produzione mediterranea.
Storia dell’arte dall’epoca paleocristiana ai giorni nostri 1905-29 di André Michel e diversi collaboratori ->
sintesi storica di carattere generale, considera lo sviluppo delle arti in area occidentale con una diramazione
nell’America latina. Comprende la trattazione dell’arte industriale.
In Germania all’inizio del secolo prevale l’indirizzo storico-logico: 1) Springer fu autore di un Manuale
di storia dell’arte in 5 volumi e monografie su Raffaello, Michelangelo e Durer, che mirava a inserire la
storia artistica nella vita sociale e culturale; 2) Lipsia, Von Schmarsow all’impostazione filologica unì una
personale visione teorica, egli vuole scoprire le leggi, da lui definite “leggi di composizione”, che
presiedono alla storia delle forme nei vari periodi storici. Studiò gli stili come mutazione del rapporto tra le
arti principali nel tempo e come forme simboliche di una determinata cultura; diede grande rilievo, nei
singoli periodi storici, al tema della sintesi delle arti, sintesi che considerava al’origine dell’architettura,
l’arte dello spazio per eccellenza, da valutarsi in rapporto al nostro senso del movimento; la scultura è l’arte
delle forme mentre la pittura è l’arte delle immagini. Ogni epoca storica va intesa quale risultato della
contrapposizione dell’elemento pittorico a quello plastico; 3) Berlino, Goldschmidt avvierà una serie di
studi sui codici miniati medievali delle principali biblioteche europee secondo un metodo filologico che
considerava gli aspetti stilistici e iconografici, paleografici e storico-documentari delle opere miniate. Il
secondo periodo berlinese coincide con l’avvio di un’altra grande impresa di carattere scientifico rivolta alla
classificazione sistematica organizzata e complessiva della scultura in avorio all’età carolingia, romanica e
bizantina del X e XI sec; 4) Wolflinn autore di una storia dell’arte senza nomi in cui affronta il problema
del passaggio dello stile dal Rinascimento al Barocco, un periodo della storia artistica considerato non
classico. In cui afferma che i caratteri stilistici che contraddistinguono l’opera barocca sono: pittoresco
(valore pittorico delle opere), monumentale (senso del grandioso), massiccio (opprimente), senso del
movimento (dissoluzione dinamica delle forme) e questi caratteri contrastano con lo stile rinascimentale
fondato sulla regolarità delle forme. Ogni produzione formale è l’esito della reazione psicofisica individuale
di fronte alla realtà.
HEINRICH WOLFFLIN
Rinascimento e Barocco è il testo pubblicato a soli 24 anni dove affronta il problema del passaggio dello
stile tra i due periodi. Riallacciandosi alla teoria della pura visiblità, elaborata da Von Hildebrand e Fiedler,
ma rimeditando anche sugli scritti di Riegl, studiò il passaggio del rinascimento al barocco, intesi non come
fasi stilistiche storicamente determinate ma come categorie dello spirito ciclicamente ricorrenti. Elencate le
caratteristiche salienti del Barocco, va alla ricerca delle ragioni che hanno portato alla trasformazione dello
stile. Queste non sono da ricondurre a invenzioni individuali né tantomeno a mutati orientamenti di gusto,
cultura e di un periodo.
Il senso della forma che l’uomo porta con sé fa confluire nello stile ciò che è proprio di ogni singola epoca
storica (l’artista trova insite in ogni periodo storico determinate possibilità di vedere). Il suo sistema
interpretativo fu colpito da numerose critiche: esso avrebbe annullato il ruolo dell’artista in una storia
dell’arte senza nomi e sarebbe rimasto rigido, astratto, comunque incapace di spiegare lunghe fasi della storia
artistica. Tali accuse costrinsero Wolfflin a continue precisazioni e correzioni e confinarono presto le sue
teorie nell’ombra. Sopravvisse invece l’idea dell’arte come sfera autonoma dell’attività umana e una lezione
di metodo magistrale per la lettura formale delle singole opere d’arte. La rivalutazione del Barocco avviene
dopo la metà dell’800 partendo da Jacob Burckhardt che ne aveva iniziato a scoprire l’importanza a partire
dagli anni 40, le ricerche successive porteranno alla completa giustificazione come stile autonomo.
Per Wolfflin l’arte classica è quella esemplificata da Raffaello.
La storia dell’arte consiste per lui in una storia del mutamento del modo di vedere il mondo, gli oggetti, le
forme. L’artista si trova sempre coinvolto in una determinata situazione storica, trova già presenti certe
possibilità ottiche, quasi un lessico e una sintassi dei mezzi d’espressione artistici ai quali rimane vincolato.
Cerca di individuare le leggi che regolano e muovono lo svolgimento dei mutamenti di stile.
Con queste sue teorie svaluta l’individuo nella formazione delle opere. La sua storia senza nomi è quella del
vedere orientata da una logica interna indipendente da influenze esterne alle quali appartengono le condizioni
sociali di via e le disposizioni psicologiche individuali dell’artista. Egli ammise che la forma può essere
solamente la forma di un contenuti ma, i contenuti si realizzano solamente in una determinata
rappresentazione formale.
Aby warburg
La sua tendenza critica è volta a studiare i fenomeni artistici prevalentemente dal punto di vista
contenutistico, culturale e iconografico. La sua attività è legata prevalentemente alla costruzione di una
biblioteca ad Amburgo (trasferita poi a Londra) che rispecchiava l’idea dell’unità del sapere. La stessa era di
vista in quattro piani, con testi divisi per tematiche:
1. libri sui problemi generali sull’espressione dei simboli (antropologia,religione,filosofia e storia della
scienza)
2. Libri sull’espressione dell’arte, teoria e storia
3. Libri dedicati a lingue e letteratura
4. Libri dedicati alle forme sociali della vita umana (storia, legge,folklore)
Tale luogo diventa un centro di ricerca per studiosi, in esso si infrangono le barriere tra i singoli campi di
ricerca.
1893-> la nascita di Venere e la primavera di Botticelli. Ricerca sull’immagine dell’antichità del primo
rinascimento. ,
Le due opere vengono analizzate in tre momenti : 1’ individuazione delle fonti letterarie che hanno ispirato
l’opera ( es. Metamorfosi e Fasti di Ovidio / Orfeo di Poliziano) 2’ ricerca modelli figurativi e trasmissione
nell’ambiente fiorentino( es. bassorilievi di Agostino di Duccio / medaglie di Niccolò Fiorentino, statute
classiche) 3’ committente (Giuliano de medici)
1895-> I costumi teatrali per gli intermezzi del 1589. I disegni di Buontalenti e il libro dei conti di
Emilio de Cavalieri
Illustra criticamente gli apparati scenografici eseguiti da Buontalenti per la festa della corte medicea.
Warburg studia i significati simbolici di tali rappresentazioni teatrali e musicali attraverso l’esame azione di
testi, costumi e generi drammatici.
Per l’autore l’esperienza artistica è parte della storia culturale vista in un aspetto unitario e interdisciplinare,
che si esprime per immagini, considerato da Bialostocki come il precursore dei fautori degli studi contestuali,
ossia coloro che reputano l’immagine indissolubile dalla cultura e non solo come “pura visione”.
Gertrud Bing ha più volte sottolineato la peculiarità del metodo di warburg secondo cui le immagini sono
collegate ad altri campi del sapere che vanno considerati nella loro forma unitaria. Nei suoi primi saggi da’
rilevanza a due aspetti in particolare: rappresentazione iconografica e sulla funzione sociale dell’opera. Il suo
interesse si focalizza principalmente sul modo in cui l’arte classica è sopravvissuta ed è stata trasmessa ai
moderni, studiandone l’evoluzione e interpretandola. (In linea con il gusto rinascimentale del secondo
ottocento) la predilezione per il Rinascimento perviene dal suo incontro con altri autori, come ad esempio :
Henry Thode ( compie un’interpretazione dell’influenza del pensiero di Francesco D’Assisi sulla nascita del
realismo artistico, che non lasciava spazio all’incidenza dell’arte antica)
August Von Schmarsow ( si sofferma su aspetti teorici applicati all’arte), Jacob Janitschek ( tratta del
rinascimento con un taglio storico-culturale e di psicologia sociale).
La prospettiva storica- culturale era già presente nella storiografia tedesca del secondo ottocento. Il primo a
vedere la storia artistica come storia della cultura fu Jacob Burckhardt, succeduto da Springer (studioso
dell’influenza dell’antichità nel medioevo, considerava la relazione tra le manifestazioni dell’arte e la vita
sociale e culturale) e Carl Justi (ha applicato questo modello per una monografia su Velasquez) , questi
autori studiano l’arte come spirito del tempo; Warburg invece si concentra sui fattori, prevalentemente quelli
psicologici, che portano alla formazione di determinate forme e generi.
Fu sollecitato dalle interpretazioni di psicologia culturale del filosofo Usener, il quale aveva applicato ai suoi
studi di mitologia classica le chiavi offerte dall’antropologia e la psicologia e dallo storico Lamprecht che
studiò la storia tedesca come una successione di atteggiamenti psicologici dominanti. -> posizione della
psicologia associazionistica evoluzionismo nel settore storico-culturale. Attratto anche dai testi Darwiniani e
di Tito Vignoli (psicologismo scientifico). Altro influente studioso fu Friedrich Theodor Visscher, il quale
spiegava il simbolo in rapporto al significato, in termini psicologistici.
Simbolo per Aby Warburg-> spazio del pensiero nel quale attraverso la memoria, gli stimoli e le immagini
del fenomeno primitivo si potevano comporre in una forma ottimale intermediaria tra emotività e razionalità.
1902-1905Arte del ritratto della borghesia Fiorentina: Domenico Ghirlandaio in Santa Trinità: i ritratti di
Lorenzo de medici e i suoi familiari / Arte fiamminga e primo rinascimento fiorentino: studi
1. Esamina il ciclo del ghirlandaio, si sofferma sui ritratti del ciclo esaminandone il significato nel loro
stile realistico, dal carattere votivo,giustificandolo con la cultura del committente
2. Cultura Fiorentina del quattrocento, della presenza della corrente fiamminga e dell’impronta realista,
in aderenza al gusto della committenza.
La corrente si contrappone a quella di gusto idealista di stampo umanista, rappresentante una classe di gusto
differente presente a Firenze, coesistono infatti due ideali : uno apollineo è composto, l’altro dionisiaco e
dinamico.
Dal 1908, il campo di ricerca diventa lo studio dell’immaginario astrologico nella cultura e nell’arte
rinascimentale.
1912 Arte italiana e astrologia internazionale nel palazzo Schifanoia di Ferrara: studia il ciclo di affreschi di
Francesco del Cossa identificandone le fonti .
1920 Divinazione antica pagana in testi ed immagini dell’età di Lutero.
Importanti gli studi di Boll, filologo classico, suo docente e di Heidelberg. Per lii l’astronomia (Unione di
religione e scienza) era il punto di incontro di correnti culturali e interessi differenti. Durante una conferenza,
Warburg sostenne che i documenti tratti dalla storia dell’antologia sono testimonianze della lotta dell’uomo
per la conquista della razionalità.
Negli ultimi anni della sua vita, Warburg si interroga sul ruolo della memoria ‘’sociale’’, ossia nel suo ruolo
nella cultura. Per una società che si riflette nelle immagini, la storia dell’arte va classificata come scienza
sociale, dovendo gettare basi per il presente, proiettando una creatività attiva. Il suo era un programma di
educazione universale.
Fritz Saxl
storico dell’arte viennese, affiancò Warburg dal 1913 come bibliotecario, rendendo successivamente la
biblioteca un vero e proprio istituto di ricerca, grazie anche agli scambi con l’Università di Amburgo.
La sua formazione ebbe luogo a Vienna con Dvorak e Strzygowski e a Berlino. Compie dei primi studi sui
disegni di Rembrant in cui si mostra interessato alla comprensione storica di stile e forme secondo due valori
di cui tratta durante una conferenza ‘’Ragioni della storia dell’arte’’ nel 1948. I due valori sono: visivi -> dati
dello stile e dell’iconografia, che portano alla comprensione estetica
storici -> emergono dal collegamento dell’opera con altri documenti.
Nel 1911 incontrò Warburg, dopo aver deciso di dedicarsi allo studio iconografico dell’astrologia (dei
pianeti), già attuali negli ultimi anni del diciannovesimo secolo. Campo di sperimentazione e verifica del
mutamento di stile.
1915-1953 -> Catalogo dei manoscritti astrologici e mitologici illustrati nel Medioevo : recupero di diversi
testi inediti trascurati dagli studi.
Il punto focale della ricerca e dell’interazione con Warburg è fondato sulla ricerca di problemi e
strumentazioni che avvengono al di fuori della storia dell’arte per poi appropriarsene e riaccostarsi al mondo
delle immagini, favorendo l’abbattimento di confini e sviluppando le connessioni. (La storia permea e
riempie i fatti figurativi)
Dall’attività editoriale che durò dal 1922 al 1932 uscirono circa ventiquattro testi di studi e nove di
conferenze, volte a mettere a fuoco le complesse tessiture dell’immagine (magia, astrologia, religione,
cultura classica ecc...) tutto in chiave estremamente razionalistica.
Anni ‘20/’30 -> problemi di iconografia tardoantica, medievale (di particolare importanza, fondamentale per
il discorso della continuità nella storia dell’arte), rinascimentale : indaga le credenze e le immagini antiche,
specie di carattere astrologico.
1933 -> potere di Hitler -> La biblioteca venne spostata a Londra -> oggi unita all’Università.
L’attività scientifica dell’istituto Warburg si può seguire nelle pubblicazioni del ‘’Journal’’ con saggi , studi
(studies) ed esposizioni (Journal : rivista nata nel 1937 in accordo con la prospettiva degli orientamenti
dell’istituto, allo scopo di esplorare simboli, segni, immagini prodotti dall’antichità e impiegate nell’era
moderna, come strumenti di illuminazione e superstizione.)
L’istituto organizzò una serie di esposizioni fotografiche, per presentare al pubblico gli originali delle opere
trasferite nei musei durante la guerra. La dimostrazione di come questioni scientifiche potessero
appassionare i non specialisti ed essere gradevoli all’occhio, per approfondire il discorso dei messaggi
affidati all’immagini.
Le mostre furono 4:
1) 1939 -> Introduzione visiva al mondo classico -> combattere pregiudizio secondo cui l’attività classica era
unicamente composta di ‘’autori morti’’, promuovere una visione organica.
2) 1940 -> dedicata all’arte indiana -> mettere a fuoco il significato religioso dell’arte indù e buddista.
3) 1941 -> L’arte inglese e il Mediterraneo -> arte britannica dalla preistoria all’inizio del secolo e
l’influenza della cultura mediterranea.
4) 1943 -> Volto e carattere -> problema del rapporto modello raffigurato e artista.
Rudolf Wittkower, Edgar Wind, Jean Seznec, Otto Kurz
studiosi che operando nel periodo delle due guerre, operarono nell’Istituto e perseguirono in modo originale
l’opera warburghiana.
1) Una serie di saggi in cui tratta della trasmissione delle immagini e simboli dall’Oriente all’Occidente,
dimostrando l’interdipendenza e la compenetrazione di tutte le arti.
2)Co direttore del Journal. Si concentra sul concetto di ‘’scienza della cultura’’ in Warburg e il suo
significato per l’estetica -> Visione unitaria della cultura, in contrapposizione con la volontà di separare la
forma dal significato dell’opera. -> Es. studio sul ‘Festino degli dei’ di Bellini: analizza il dipinto in rapporto
al programma decorativo dello studiolo di Isabella d’Este. Intende disvelare i valori simbolici delle immagini
umanistiche, privilegiando l’aspetto filosofico e religioso.
3)Pubblica in uno degli Studies nel 1940 –> ‘’la sopravvivenza degli dei antichi’’ -> problema trasmissione
immagini delle divinità dall’antichità al rinascimento sotto il profilo del soggetto (idee) e delle forme. La
trasmissione delle idee (ossia i temi delle immagini degli dei) esaminata attraverso la tradizione morale,
storica, enciclopedica e quella delle immagini esaminata attraverso la tradizione figurativa dei manoscritti,
disegni ecc… dal tardoantico al rinascimento. La struttura dualistica (idee e forme) era pervenutagli dal
maestro Emile Male, la cui influenza ritroviamo nello studio su ‘la tentazione di S. Antonio’, nel rapporto tra
tradizione iconografica e letteraria, in cui sono presenti anche riferimenti astrologici.
4) Formatosi a Vienna alla scuola di Schlosser da cui imparò a coniugare curiosità del ricercatore ai vasti
orizzonti dello storico e di Strzygowsky, di cui non condivise le teorie ma ne assimilò le ampie vedute. Sotto
l’influenza di Tietze si interessò dei problemi bolognesi e grazie al contatto con Ernst Kris divenne
ricercatore presso la biblioteca di Warburg ad Amburgo, diretta da Fritz Saxl.
1934 La leggenda dell’artista, un saggio storico -> scritto in collaborazione con Kris, si analizza in genere
biografico, che ebbe ambia diffusione dall’età classica a quella moderna analizzandone le forme ricorrenti
( la funzione sociale delle biografie, l’esistenza di tratti costanti nelle psiche umana, le fonti ecc. )
Le sue successive ricerche si baseranno sul disegno antico, in particolare quello bolognese ( saggio di
catalogazione della scuola bolognese nella raccolta di Winsdor. Nel dopoguerra si interessò di falsi, di arte
islamica, dei contatti culturali tra Oriente e Occidente, su cui tra il 1969-70 pubblicherà una serie di saggi.
Nelle sue ultime lezioni trattò del problema della cultura materiale -> partendo dall’analisi storica di piante e
spezie, per considerare i benefici degli scambi di beni e conoscenze.
Panofky (1892-1968)
Spicca tra i collaboratori dell’Istituto Warburg negli anni di Amburgo.
Panofsky nei primi anni si era mosso principalmente sul territorio della teoria:
1915 Il problema dello stile nelle arti figurative -> sostiene che la visione è un processo fisiologico
immutabile, ciò che varia nella lettura stilistica è l’interpretazione di ciò che si vede. Modi di
rappresentazione = risultato di un’interpretazione, da cui si forma ‘’lo stile’’. (Contrapposizione alla tesi di
Wolfflin -> le caratteristiche formali dell’opera dipendono dai modi di vedere del periodo in cui l’artista
appartiene)
1920 Il concetto di Kuntsvollen -> non va’ spiegato come volontà dell’artista, né di una collettività, ma nel
senso che l’opera porta in se stessa, che si identifica con il fenomeno stesso dell’opera, il suo significato.
Alla definizione dell’opera formalista ( Riegl, Wolfflin), Panofsky sostiene che -> l’opera d’arte è un
linguaggio, le cui forme sono cariche di significato.
Relazione con il movimento della ‘’scienza generale dell’arte’’, animato da Max Dessoir, all’interno degli
studi giovanili. Il movimento -> vuole dare un fondamento scientifico all’arte, la scienza dell’arte va
ricercata nelle questioni genetiche delle forme, e non nell’estetica, occupandosi degli aspetti sociali, etici,
psicologici e culturali dell’opera e degli artisti.
1921 La storia della teoria delle proporzioni come riflesso sulla teoria degli stili –> analizza
storicamente , attraverso testimonianze letterarie, la teoria della proporzione il cui canone muta nel tempo e a
seconda della cultura.
1921 Melencolia di Durer -> saggio, complessa interpretazione dell’incisione del 1515, partendo dalla
ricognizione della figura di Saturno, attraverso varie contaminazioni-> Per dimostrare come alcune delle
creazioni artistiche e del pensiero si siano nutrite dalle credenze e pratiche popolari.
1924 Idea -> concetto dell’idea del bello dall’antichità classica sino al Seicento -> sostiene che non vi sia un
pensiero corretto riguardo la rappresentazione prospettico-spaziale, poiché è un a priori della conoscenza
elaborata nel periodo in cui emerge –> dimostra la non esistenza di contrapposizione tra spazialità
rinascimentale e antica, poiché vi era una concezione diversa dello spazio, quella moderna è fondata su
principi matematici-geometrici, secondo una concezione di spazio infinito.
Influenze :
tradizione storiografica viennese -> raccordare il significato di certe tematiche ai meccanismi alla base della
costruzione figurativa (proporzioni, idea di bello, prospettiva) al Kuntsvollen (ossia l’intenzionalità artistica)
e al materiale storico della cultura che lo elabora.
Cassier -> filosofo tedesco. il simbolo è al centro del suo pensiero, la realtà si manifesta attraverso le forme
simboliche -> simbolo come organo del pensiero, strumento attraverso cui un contenuto si costruisce. ->
L’uomo vive in un universo simbolico, la realtà retrocede man mano che l’attività simbolica avanza.
Panofsky ne fu influenzato ->
1930 Ercole al bivio e altre antiche rappresentazioni nell’arte nuova ->
1932 Sul problema della descrizione e dell’interpretazione del contenuto di un’opera d’arte figurativa
->
Panofsky afferma la necessità della considerazione stilistica per la comprensione del soggetto in tre tempi :
Livello esterno - semantico - documentario.
1939 Studies in Iconology -> distinzione iconografia e iconologia a partire dagli studi di Warburg.
La comprensione dell’opera si basa su tre livelli :
1. Interpretazione del soggetto primario ( preiconografico): identificazione delle forme pure. Si deve
accompagnare ad una corretta conoscenza della storia dello stile delle forme.
2. Identificazione del soggetto secondario: identificazione dei temi, ossia di analisi iconografica,
affiancata da una buona conoscenza delle fonti letterarie.
3. Significato intrinseco ossia di interpretazione iconologica, affiancata da una conoscenza delle
condizioni storico culturale in cui è stato prodotto, dandole significato.
Lo studio su più livelli perviene da altri pensatori come nel caso di Borinski e Mannheim ( individuazione
del senso -> senso del fenomeno, senso del significato, documento).
L’iconologia nasce dall’esigenza di arrivare allo strato ultimo di comprensione delle opere e di superare la
contrapposizione tra storia delle forme artistiche e iconografie.
Rapporto immagine-concetto attraverso due modalità : ( intesti dagli anni 40 ai 60) con la convinzione che
l’opera d’arte una funzione primaria come veicolo di comunicazione.
1. forma visiva esemplificata come concetto -> i tipi visivi = modi in cui diverse condizioni storiche
sono espresse mediante oggetti o eventi (il contenuto è visibile chiaramente)
2. Immagine considerata sotto un aspetto più complesso filosofico e teologico. -> il contenuto si
identifica con un determinato o teologico.
Roberto Longhi
la critica longhiana, come metodo d’indagine, tendente a chiarire il valore dell’opera d’arte mediante i modi
più individuanti dell’espressione, non è un metodo ad personam individuato nell’originalità estrosa del suo
autore. Gli scritti giovanili di Longhi furono pubblicati su “L’arte” di Adolfo Venturi. Longhi svolse una
critica sugli artisti del 600 in primis la corrente caravaggesca, diversamente dai critici precedenti a lui che
svolgono la critica muovendosi dalla successione dei fatti, date e opere, Longhi cerca di ritrovare
l’intuizione profonda che riassume la personalità dell’artista, di circoscrivere attraverso quella che chiama la
sua “cultura” l’impulso fondamentale che ha diretto la sua creazione. Non utilizza l’artista come argomento
nella dimostrazione di una tesi; si pone all’interno dell’opera, investe il personaggio e segue il suo divenire.
In sostanza per Longhi il fine principale è quello di destituire il fatto d’arte di qualunque referente
psicologico esistenziale, il messaggio figurativo viene riportato ai soli valori visuali e formali. L’arte è solo
forma.
La sua moderna concezione è definibile relazionale intertestuale, attorno all’opera d’arte singola si coagula
una fitta rete di rapporti, dalla filologia attributiva nasce il contesto.
- La sua critica costituisce nel metodo e nei risultati uno dei momenti più originali. Viene svolta seguendo un
metodo ad personam individuato dalla personalità estrosa del suo autore, difficilmente schematizzabile. La
sua attività iniziò con importanti scritti su Caravaggio, cercando di ritrovare l’intuizione profonda che
riassume la personalità dell’artista. Evidenti sono i riferimenti: - la linea severa filologica di impostazione
positivista fondata sui grandi conoscitori ottocenteschi; - agli influssi del formalismo fiedleriano e
purovisibilista, derivato dai viennesi; - omaggio a Berenson; - all’idealismo crociano. Dedica dei primi
scritti anche al debito dello sviluppo pittorico grazie alla scuola veneziana, (di P. Della Francesca) aspirando
ad un disegno storico in cui le singole opere si collegano in rapporti basati sullo stile;
Appoggiava il Manifesto del futurismo e lo supportava con alcuni saggi: sembra essere una reazione al
simbolismo di fine 800 per il superamento della staticità cubista. Tra gli artisti che predilige gli
impressionisti e i realisti che contrappose ai simbolisti.
Al culmine degli anni 20 si pongono due capolavori della storiografia longhiana: 1) Piero Della Francesca
che è un libro ricco di apporti filologici importanti, sia per quanto concerne la ricostruzione dell’artista, sia
per l’analisi dei fatti e delle scuole del 400 dell’Italia centrale 2) L’Officina ferrarese nasce come
commento sulla scuola pittorica ferrarese del 400 e 500 presentata alla mostra del 1933, taglio saggistico.
Ferrara come luogo esemplare di connessioni per l’Italia.
In questi due libri, che costituiscono il raggiungimento della maturità dell’autore, si coglie in maniera quasi
esemplare la modalità di stesura dei suoi testi critici insieme alla peculiarità della sua scrittura: I suoi testi
sono costruiti su due piani come una pala d’altare: - dipinto centrale -> corrisponde il testo, l’analisi dei
fatti stilistici; predella-> l’apparato filologico e documentario affidato alle note e alle appendici. La sua
scrittura è ricercata, preziosa, colta, che lo resero uno degli scrittori più originali del 900, specialmente per il
suo andamento narrativo quasi da romanziere. Il ‘’corpo’’ della pittura italiana è trattata come un’officina in
continuo movimento.
Alla fine degli anni 20 -> indagini sulla pittura del Trecento -> rivalutazione dell’arte trecentesca,
riconsiderazione di aree minori prima trascurate, identifica l’unità culturale dei linguaggi figurativi
provinciali cogliendo collegamenti tra le serie artistiche e storiche.
- Tra le due Guerre prosegue in Francia la grande tradizione di studi di archeologia medievale -> grazie a
mirabili esposizioni alla Biblioteca Nazionale con programmi di studio sulle miniature per proposte di
identificazione di personalità, di localizzazione e i modi di irradiamento e la definizione di intere correnti
stilistiche.
e ricerche sull’arte francese dal Rinascimento al tardo 700. -> Louis Dimier -> interessanti opinioni sul
mecenatismo di Francesco I, studi sul ritratto, sul clima culturale e le arti minori. Louis Hautecoeur E Louis
Réau -> indagine scientifica sul classicismo francese, con metodo storico (apporti teorici, tecnici e culturali
alla costruzione degli edifici). Grabar -> indagine sul mondo bizantino, rapporti tra oggetti, idee e credenze.
Concezione dinamica dell’aspetto iconografico -> iconografia nei suoi aspetti evolutivi dal mondo antico a
quello cristiano. Iconografia come oggetti per il riconoscimento.
In Belgio -> studi storico artistici di indirizzo filologico -> De Loo: studi su figure della pittura fiamminga
con analisi morelliana e dei documenti d’archivio. Marcel Laurent: studi sull’arte paleocristiana, arte
mosana unita all’età carolingia e gotica invece che romana. Jacques Lavalleye: preparazione del settore
archivistico e predilezione della critica dello stile -> problema dei rapporti culturali tra artisti fiamminghi e
l’Italia.
2) Arte italiana -> Hermann Voss (segue tradizione di Lanzi, Cavalcaselle e Morelli) -> ‘ Pittura del
tardo rinascimento a roma e firenze’’ 1920 -> non adotta il termine da poco introdotto ‘’manierismo’’ . Si
occupa anche di pittura barocca italiana conferendo rilievo alla scuola romana. Poi intensi saggi su artisti del
600-700 Napoletano e Veneto, ricchi di precisazioni attributive.
3) Arte spagnola e paesi bassi del nord -> temi preferiti : pittura medievale, scultura rinascimentale,
Velasquez, Goya, minatura fiamminga 15° E 16° e Rembrant. Ricerce sulle tecniche artistiche e il disegno
antico. (es. Rosenberg , Valentiner) interesse che matura in concomitanza con la sistemazione dei fondi
museali già iniziata al principio del 900 e in parallelo alle ricerche inglesi.
4) Arte tra 800 e 900 -> sorge la figura del critico militante che opera al di fuori delle istituazioni
accademiche, punto di unione tra artista e mercato. Alfred Julius Meier-Graefe -> rapporti con ambienti
parigino, sostiene ambiente post-impressionista, sostegno dei contemporanei. Gustav Pauli ->
riorganizzazione e rilancio culturale a favore del contemporaneo tramite il lavoro museale e analisi critica dei
fenomeni tedeschi comparsi nell’800
Tra gli anni 20 e 30 in Germania c’è il dibattito sulla metodologia storico-artistica. Alla fine del primo
decennio il dibattito si era concentrato principalmente sulle idee e sulle opere di Riegl, Wolfflin. Oggetto di
critiche fu la concezione ottocentesca ripresa da questi autori.
Argomenti del dibattito: 1) Storia dell’arte come scienza: la teoria dell’arte analizza i problemi
fondamentali e particolari (formali) di una determinata opera. La storia dell’arte conduce a individuare le
proprietà caratteristiche di una certa opera e i suoi aspetti peculiari di stile in uno specifico contesto storico.
L’approccio storico-scientifico proposto da Panofsky consiste nell’analisi dello stile attraverso cui l’artista
esprime il suo mondo ideale. Lo stile è il carattere specifico della forma artistica (geografia artistica). 2)
Geografia artistica: è parte della scienza naturale, chiarisce le cause e il senso dell’opera. È connessa con il
carattere del popolo; determina negli aspetti climatici e naturali lo stile; è fondamentale come fattore
costitutivo dell’opera (per l’aspetto dei materiali usati e disponibili) è parte integrante dell’itinerario culturale
degli artisti. 3) Genesi dello stile: sul problema dello stile ne tratta Pinder. L’opera d’arte è la risposta
psicologica dell’uomo agli ideali del mondo. Per giungere a cogliere in profondità il suo autentico significato
è necessario analizzarne gli aspetti formali e stilistici, senza trascurare effetti culturali (sociali, politici) e
psicologici (dell’osservatore che la recepisce). La storia artistica è per Pinder il frutto dell’azione in un
determinato spazio temporale di differenti generazioni di artisti che agiscono parallelamente tra di loro e che
creano stili differenti. Per Pinder la storia dell’arte a concepita in modo spaziale dove le diverse generazioni,
ognuna con il suo problema formale e le sue relative soluzioni, lavorano accanto le une alle altre. Si
promuovono così in questi anni iniziative editoriali rivolte a illustrare i monumenti artistici secondo la
suddivisione regionale del territorio.
La rivalutazione del cosiddetto manierismo che a cavallo tra i due secoli veniva considerato in termini
negativi o confuso con il barocco avviene a opera della critica tedesca tra le due guerre. In stretta
connessione con la riscoperta del manierismo, si giunge in Germania anche a un approfondimento del
discorso sul barocco.
Werner weisbach -> ha affrontato il problema del manieriamo in connessione a quello del barocco, mira ad
individuare i caratteri stilistici di questa corrente che nella sua visione esalta la libertà creativa e
l’espressività dell’artista tramite virtuosismi. Scrive “il barocco come fenomeno stilistico”1924. Egli nega
che il manierismo sia espressione degli ideali religiosi della controriforma e al contrario lo valuta come
decadenza del vuoto formalismo e della modernizzazione della vita ecclesiastica(contrario di Pevsner)
Dvorak -> intende lo spiritualismo alla base di tale movimento come una tensione di tipo metafisico che si
distingue dalla nascente visione empirico e scientifica del mondo, lo considera una manifestazione vitale che
soppianta il rinascimento. Opinione che suscitò diverse critiche.
Tra gli altri che hanno offerto un contributo alla rivalutazione di tale movimento va ricordato Pinder e
nikolaus Pevsner -> aderisce alla concezione della teoria del Geistesgeschichte di Dvorak secondo cui gli
stili del passato sono interpretati come il prodotto dello spirito del tempo sociale e politico. Mira ad
evidenziare un parallelismo tra il manierismo e la controriforma, sostiene che la deformazione delle
immagini e la rinuncia all’individuazione vanno lette nel clima controriformistico.
Wittkower ha individuato 3 fasi distinte nel processo di rivalutazione del barocco da parte della storiografia
moderna: 1. Fase dei pionieri: con Wolfllin e Riegl va dal 1887 fino alla prima guerra mondiale e furono
questi pionieri ad aprire la via per un atteggiamento imparziale verso il barocco italiano; 2) Rinascimento
degli studi barocchi: una nuova generazione con Longhi, Brinckmann, Voss, Fry allargarono il campo di
questi studi, utilizzando un metodo che partiva da una posizione positivistica e trapiantando nel nuovo
campo di studi il metodo critico della “Pura visibilità”; 3) un’altra corrente di studiosi tedeschi tra gli
anni 20 e 30, capeggiati da Worringer e Hamann intende diversamente l’arte barocca. Questo fenomeno
figurativo è interpretato come movimento tipico della Germania, nel quale rivivono i principi del
tardogotico.
Intorno agli anni 30 si assiste in ambito viennese a una nuova riscoperta dell’interpretazione formalista delle
vicende artistiche. I caratteri specifici di questo indirizzo di studio, definito della Nuova Scuola di Vienna si
possono riassumere: 1)reazione a una storia dell’arte intesa come storia dello spirito e della cultura:
porta a ribadire la centralità dell’aspetto formale e stilistico nell’opera d’arte e quindi va a una rivisitazione e
rivalutazione dell’opera di Riegl, interpretato in senso strutturalista ( l’opera d’arte non come unità indistinta
ma come una totalità organizzata in una struttura.); lo stile dell’opera d’arte dipende dai principi di struttura
centrale secondo i quali le opere sono formati, esse sono produzioni simboliche le cui parti sono determinate
nel loro essere. Sedmaier -> rivaluta il kunstwollen, la suddivisione dei confini degli stili non si identificano
con le divisioni di carattere nazionale ed è impossibile porre il tempo è il suo spirito come portatore del
kunstwollen, poiché tutte le opere sviluppatesi allo stesso tempo dovrebbero presentare sempre lo stesso
stile. Il portatore del kunstwollen è sempre un certo gruppo di uomini diversificati a spiegare la coesistenza
di diversi stili nello stesso spazio. Nuova storiografia di carattere scientifico volta ad indagare le
corrispondenze tra le opere, le loro relazioni genetiche e le cause producenti delle stesse, si auspicava ad una
visione unità alle altre scienze. I significati nella struttura dell’opera sono stratificati, esistono gradi di
indipendenza tra le parti, con alcune costanti di carattere nazionale, formale o regionale. Il carattere dinamico
è il valore che si coglie attraverso la percezione. I caratteri fisiognomici sono i valori di espressione di
un’opere ( tristezza, pesantezza ecc.) 2) riaffermata validità e attualità di un’analisi delle opere d’arte in
chiave formale, anzi strutturale; 3) ipotesi della costituzione di una scienza storico-artistica.
La Nuova Scuola di Vienna reagisce al concetto di storia dell’arte come la storia dello spirito di Dvorak.
La Teoria della psicologia della forma nasce in Germania all’inizio del 900. Si poneva in posizione critica
rispetto agli assunti della psicologia sperimentale della fine dell’800. Tre in particolare sono le proposizioni
della psicologia sperimentale improponibili per la Gestalt: 1) Psicologia sperimentale esaminava il
rapporto tra stimolo e sensazione, sostenendo che il variare di questi elementi si presenta non sono
interrelato, ma geometricamente proporzionale; 2) direttamente derivata dalla precedente proposizione era
quella secondo la quale ogni sensazione dipende dallo stimolo di una determinata struttura fisiologica; 3) la
comprensione della realtà per la psicologia tradizionale avviene attraverso un dualismo epistemologico;
4) la psicologia gestaltica ha una visione in cui lo stimolo veniva considerato come l’unico elemento
determinante della percezione, sostituisce un’interpretazione strutturale unitaria di questa, che dà spazio al
soggetto con i suoi complessi meccanismi recettivi. Le forme sono percepite come unità prima di essere
analizzate.
Leggi gestaltiche
1. legge della vicinanza o continuità -> colgo le parti di un insieme in unità vicine
2. Somiglianza ( unità = somiglianza)
3. Forma chiusa
4. Continuità di direzione
5. Movimento solidale ( elementi che si muovono in modo simile come gruppo unitario)
6. Pregnanza ( forme caratterizzate dall’ semplicità ed equilibrio, percepite per prime)
7. Esperienza
8. Sedmaier -> analizza l’architettura di Borromini nei suoi caratteri gestaltici. 1950 “ la storia dell’arte
su nuove vite” -> la storia dello stile e del,e strutture di determinata epoche vengono messe a
riscontro con lo spirito del tempo storico espresso da gruppi umani, in particolare quello religioso.
Da un’interpretazione negativa dell’arte del 700 -> esclusione del sacro e del divino, ciò condurrebbe
l’uomo alla perdita del centro e della nozione di verità.
Pacht influenzato da Riegl e dalla gestalt, la sua attenzione era rivolta a evidenziare i principi
formali che in diverse aree europee informavano le opere d’arte e che costituivano la lingua
cosiddetta internazionale. Questi principi riguardavano i modi di resa spaziale, gli schemi
compositivi, l’organizzazione delle immagini. Secondo lui iconografia e iconologia non dovevano
assumente il primo piano nell’analisi d’un opera e dunque non diventare il carattere esclusivo
dell’indagine. Sostiene che la storia dell’arte deve restare disciplina di riferimento, oltre questioni
possono essere risolte senza chiamare in causa discipline complementari. Negli ultimi anni della sua
vita sintetizza le sue posizioni teoriche nei confronti della storia artistica, intesa come scienza
dell’arte e disciplina autonoma. L’approccio all’opera d’arte deve essere primariamente di tipo
formale e strutturale. Per Pacht l’opera d’arte non è mai un fatto isolato, ciascuna opera va inserita
in una catena evolutiva, in rapporto ai suoi precedenti storici e ai fenomeni stilistici posteriori.
Convinzione evoluzionistica di riegl, il significato dell’opera va ricercato.
Guido Kaschnitz von Weinberg -> archeologo viennese, applica il metodo di Pacht nel settore dell’arte
antica. Conoscenza contenuto simbolico delle singole strutture nel quale si sensori e la forma di vita legata
ad una particolare visione del mondo.
STORIA SOCIALE DELL’ARTE 1950-70
La storia sociale dell’arte che si è sviluppata in Europa a partire dal 1950 affronta il problema della
produzione artistica in stretto rapporto con la società. Nasce come reazione alla storia dell’arte autonoma e
strutturale delle forme. La storia sociale dell’arte si è adoperata al fine di svelare i complessi legami esistenti
tra opera d’arte e quadro sociale di riferimento, cercando di analizzare le componenti costitutive di tale
sistema, ovvero la funzione sociale dell’artista, il processo di produzione delle opere, la committenza, il
pubblico, le istituzioni artistiche e l’oggetto inteso come documento e deposito di relazioni sociali. Pioniere
di questo nuovo allargamento disciplinare, anche per la storia artistica, era stato Warburg, la cui attività
della sua vita conteneva già i presupposti di un nuovo metodo della stria dell’arte.
PEVSNER: il movimento moderno si origina in Gran Bretagna del dopo guerra ( quando cresceva
l’interesse per le questioni sociali ed economiche),ed è alle radici del Warkbund tedesco e la sua originalità
consiste nell’intrecciare architettura, arti applicate, produzione artistica e tecnologia. Alla base di questo
nuovo. Allargamento disciplinare ci sono gli studi Warburg il quale implica nella proposta metodologica
argomenti di natura sociologica. Altre indagini pervennero da Read
Klingender ha avuto la capacità di illuminare i rapporti e le interazioni tra arte e tecnologia, studiando la
rivoluzione industriale inglese e i suoi effetti sulle arti, legge i fatti artistici come avvenimenti primari della
rivoluzione industriale, alo stesso modo delle macchine e dei manufatti e comprende i loro autori tra i
protagonisti della mutazione cui direttamente contribuiscono, come, anche se con diversa funzione, gli
inventori e gli economisti. Ciò gli è possibile perché ha considerato sullo stesso piano il pittore e
l’illustratore, l’ingegnere civile e l’architetto. Antal nei primi testo(sul rinascimento fiorentino) verifica i
collegamenti delle produzioni con la struttura sociale, del mutamento economico e della mutazione del
pensiero. Oggetto di molte critiche poiché -> l’opera non è un documento passivo che rispecchia
esclusivamente il pensiero di una classe sociale. Il suo pensiero viene chiarito nelle successive ricerche ->
negli studi sul manierismo europeo considera l’opera d’arte come il risultato di un meccanismo complesso
luogo di confluenza di vari momenti dell’esperienza reale nella personalità dell’artista. L’opera d’arte
esprime da un lato la libertà di un gruppo socialmente attivo, ma dall’altro una relazione intima e personale
tra l’artista e la sua opera.
Punti centrali della ricerca: problema della contestualizzazione dello stile degli artisti e la verifica delle
tendenze culturali e della mentalità del pubblico.
La storia sociale dell’arte di Hauser costituisce il primo vasto tentativo di discutere la produzione artistica
occidentale nella sua globalità, traccia le linee essenziali dei vari periodi e movimenti artistici, non solo
figurativi, ponendoli in relazione alla storia sociale. La teoria sociologica di Hauser si fonda sul presupposto
che l’arte sia un prodotto di forze sociali e origine di effetti sociali che le opere d’arte siano sempre
intimamente connesse con le condizioni economiche e sociali del tempo in cui sono elaborate e l’artista sia il
portavoce dei suoi padroni e dei suoi mecenati. Sostenitore del valore propagandistico e ideologico delle
creazioni artistiche, l’ideologia contenuta dalle opere è uno dei protagonisti della storia sociale dell’arte.Di
grande interesse diventa lo studio dell’arte secondo gli stradi culturali per meglio comprendere il senso e
l’evoluzione artistica nel corso della storia , considera primari i fenomeni dell’arte popolare o di massa
Altre ricerche storico sociali applicate all’arte:
Haskell -> Studi sulla committenza nell’Italia del 600 -> ricostruzione documentata tramite fonti d’archivio,
i committenti vengono presentati secondo le loro preferenze, evita generalizzazioni teoriche puntando su
concreti fatti storici -> sostiene che non ci sia una trama di leggi valide in ogni circostanza. Altri studi su
modalità di recezione delle opere degli artisti alla storia del gusto -> Testo 1976 prende in esame il
collezionismo, le istituzioni museali e gli scritti d’arte per determinare la fortuna e sfortuna degli artisti. ->
indagine sulla scultura nelle forme del collezionismo, nei modelli dello stile ed iconografia. -> altri saggi
sulla formazione del gusto artistico tra 700 – 800.
Baxandall -> influenza della grammatica e della retorica sul modo di descrivere le opere. (rapporto
parola/immagine). Interesse sul pubblico del 400-> esso viene abituato all’apprendimento delle strutture
narrative delle opere, come il linguaggio simbolico e dei colori e sulla produzione -> revisione dei contratti
tra committenti e artisti, riesame di influenze e vincoli. Considera l’arte lignea germanica del rinascimento ->
prende in esame alcuni artisti concentrandosi ad esempio sui sistemi di lavoro in bottega.
problema del superamento dell’opera d’arte come riflesso di una determinata struttura sociale o come
documento rispecchiante una fase della società, viene affrontato e risolto in Francia nell’immediato
dopoguerra da parte di un sociologo, Francastel, per il quale l’arte non assume soltanto valor di documento
e di rivelazione nel tempo e nelle strutture sociali, ma è essa stessa produttrice di forme e di trasformazioni
dell’umana civiltà: è struttura. L’applicazione diretta di questa convinzione si può studiare in uno dei più
celebri saggi dello studioso, dove pone in discussione il fatto che la prospettiva, come mezzo per raffigurare
lo spazio entro il quale si svolte l’azione artisticamente rappresentata, sia da considerarsi il sistema più
adeguato per riprodurre otticamente e fedelmente il mondo e la realtà nella sua essenza materiale. In
sostanza, sostiene che il concetto di prospettiva sia in realtà un sistema convenzionale adattato dall’artista di
volta in volta, che non rispecchi lo spazio reale, bensì sia la proiezione dell’uomo nella società. Sostituisce
l’interpretazione simbolica data da Panofsky con una definizione sociale, ossia dalla definizione teoria
dell’arte come funzione. L’opera e lo stile sono un sistema indipendente di forme materiali e relazioni
mentali e non una trasposizione figurata e simbolica della realtà. L’arte è intesa come struttura è creazione
umana ex novo -> in essa l’uomo esprime la complessità della sua vita interiore e delle sue relazione con la
società. Ogni epoca ha una sua concezione di spazio in cui confluiscono più fattori.
In Italia -> gli studiosi prestano attenzione ai saggi di Antal. -> parlavano del valore intrinseco dell’opera e
del meccanismo del suo procedere dialettico che suscitava dubbi sulla corretta applicazione del metodo
marxista. Bandinelli ha segnato un rinnovamento negli studi sull’arte classica, superando la fase filologica e
archeologica con una valutazione storico-estetica ma legata all’ambiente sociale ed economico dell’opera
d’arte e dell’artista. La scuola di vienna-> interesse per il non classico (Riegl), l’espresienza dell’arte
d’avanguardia e l’estetica crociana-> attenzione posta sui problemi dello stile, del linguaggio e della
creazione della personalità artistica, sono le sue influenze. Intende l’analisi storico-artistica come analisi
culturale con avvicinamento al materialismo storico.
In Archeologia e cultura 1961 -> Nega il concetto di autonomia del procedere storico-artistico dal processo
culturale più generale, non ritiene l’opera frutto di un momento irrazionale ma al contrario lo ritiene un
procedimento determinato dalla struttura sociale da cui viene. Lo studioso suggerisce un piano metodologico
per la ricerca, articolato nei seguenti momenti: 1) Analisi filologica sui monumento e la cronologia->
mediante la ricerca filologica si stabilisce la validità e l’autenticità dei dati di fatto ricomponendone gli
elementi anagrafici e le connessioni tipologiche 2) studio dell’iconografia e dello stile “epocale”->
mediante la critica stilistica e formale convogliano gli elementi raccolti con l’indagine filologica
(attribuzioni a una scuola o maestro) e cronologica 3) ricostruzione della committenza-> si caratterizza il
percorso di produzione, il carattere e l’ambiente socio-economico a cui si riferisce il soggetto, con varie
conseguenze ideologiche scaturite 4) giudizio finale storico-artistico-> rapporto tra l’opera identificata
anagraficamente e formalmente, così da formulare un giudizio di valutazione storico-scientifico.
In Italia nasce un filone di studi di stampo marxista e sociologico nel settore della storia dell’architettura.
L’influenza di Freud ha pervaso profondamente l’arte e la critica d’arte del secolo XX. Freud frequentò sin
da giovane i grandi musei europei, fu ostile ai movimenti moderni. Scrisse una breve monografia su
Leonardo e un saggio sul Mosè di Michelangelo. Nel saggio su Leonardo, Freud evidenzia 3 aspetti
caratteristici della personalità dell’artista: l’incessante sete di sapere; la lentezza con cui porta avanti le
sue opere rimaste spesso incompiute; il rifiuto della sessualità. Freud spiega questi aspetti della
personalità dell’artista, che si riflettono sulle opere con il comportamento nell’infanzia. Analizza in
particolare la Monalisa e la vergine col bambino e sant’Anna, le figure della pittura leonardesca recano nei
ritratti e soprattutto nell’inimitabile sorriso, il segreto di questo primo e unico amore della vita di Leonardo:
la madre. Interpretazione fondata sul racconto romanzesco di Merezkovskij -> descrizione di
situazione edipica -> le prestazioni di un’artista come influenzate dalle loro impressioni infantili.->
Utilizza schemi di analisi clinici nell’analisi della vita di un artista.
Interpreta l’opera d’arte come un sogno ad occhi aperti, anticipa le successive ricerche sulla natura e i destini
delle pulsioni rimosse. (1900 -> esce l’interpretazione dei sogni)
La rivista “Imago” promossa da Freud nel 1912 dove pubblicava i risultati delle ricerche psicoanalitiche
applicate ai diversi settori culturali (mito, letteratura, arte e religione). Di fronte ad un’opera d’arte che
provoca un’impressione singolare (il Mosè di Michelangelo), Freud si chiede da dove derivi un messaggio
così oscuro e così ambiguo e penetrante. A indagarne le cause, Freud procede con l’osservazione diretta,
(analogia con il metodo morelliano) con la lettura degli scritti di storici dell’arte ad essa dedicati, con la
ricerca di materiale iconografico e con l’adozione di un metodo imparentato con la tecnica della psicoanalisi
medica consiste nell’esame attento dei particolari considerati irrilevanti e per questo trascurati. Per il Mosè,
l’attenzione ai minimi dettagli permette Freud di rilevare due elementi minuti: la posizione della mano
destra e l’inclinazione delle due tavole della Legge. E sono appunto questi particolari sfuggiti che
suggeriscono a Freud di riconoscere raffigurato nell’atteggiamento del Mosè michelangiolesco non già
l’avvio a un’azione violenta, bensì il residuo di un movimento trascorso. Valendosi anche di tre disegni,
Freud sostiene che la figura rivela il succedersi di tre fasi di un moto affettivo: lo scatto d’ira, il suo
superamento e la calma che vi succede. Del primo momento restano esili tracce, il secondo è quello
rappresentato, il terzo è suggerito. Freud propone un’analogia tra Michelangelo e al suo personaggio,
impiegati in un progetto grandioso ma capaci di superare il proprio temporaneo furore, innalzandosi
così al di sopra della loro stessa natura. Freud è convinto che ciò che dobbiamo cercare nell’opera è il
massimo contenuto psicologico delle figure stesse.
Jones ( neurologo e psicanalista britannico) ha ipotizzato che lo stesso Freud si sia identificato con Mosè ->
l’autore provava forti tensioni per la società psicanalitica.
ernst kris -> riconosce nel motto di spirito freudiano il modello germinale di qualsiasi spiegazione della
creazione artistica secondo linee freudiane -> esso nasce dal processo primario di condensazione e
trasformazione in immagine. L’artista è uno scopritore poiché scoprono la loro espressione formale nella
sintesi tra conscio e inconscio e in un processo di modificazione di carattere stilistico e iconografico di ciò
che già esiste.
Filone seguito del primo e secondo decennio del novecento.
Jones -> problema dell’arte di Andrea del Sarto -> si chiede in quale misura il linguaggio del pittore siano
stati influenzati dalla moglie descritta come oppressiva e autoritaria. Interpretazione vista come ‘’lettura
chimerica’’ dei dati biografici (da Wittkover).
Karl Abram -> studio su Segantini –> pretende di individuare nella scelta iconografica della maternità la
sublimazione di temi incestuosi derivati da un’infanzia difficile.
Ernst Kris -> Deve a Von Shlosser il suo interesse per le raccolte del Museo di vienna diventando
responsabile di una sezione che comprendeva oreficeria, statuaria gotica. Affrontò problemi sul naturalismo
(riproduzione di calchi utilizzati per la produzione di oggetti d’arte applicata) esplorando il limite tra scienza
e arte del rinascimento. Pubblicò molte interessanti monografie su oggetti museali, diventando presto
un’autorità internazionale, documentandosi presso gli archivi italiani. Nel 1927 si sposò con Marianne Ria,
giovane psicanalista, figlia di un amico di Freud -> la frequentazione di tale ambiente segnò una svolta sul
metodo di ricerca artistica supportato sempre da una base filologica. Kris cominciò poi ad esercitare la
psicanalisi e assunse la direzione della rivista ‘’Imago’’ -> primi studi sullo scultore barocco Messerschmidt
-> ne dimostra i caratteri psicotici nel contesto degli studi fisiognomici del 600 all’800. -> meccanismo delle
proiezioni delle forme del soggetto psicotico. -> indaga affinità e differenze con le condizioni di normalità
Indagò poi il mito e il potere magico degli artisti nell’antichità classica e nel rinascimento e a studiare il
problema della caricatura -> per lui nasce nel momento in cui ‘artista si slega dagli schemi creando una realtà
personale -> proiezione di un’immagine interna.
Nei suoi saggi, fu convinto sostenitore delle teorie Freudiane -> analizzò i meccanismi dell’apparato psichico
a livello del preconscio per capire in che misura il processo di simbolizzazione si traduca in forme precise e
il rapporto che conduce al meccanismo dell’ispirazione all’atto della comunicazione. -> Saggi dedicati al
processo espressivo -> psicologia dei processi creativi -> prende ad esame il problema dell’ispirazione-> ne
evidenzia e discute il carattere di preconscio, la confluenza delle pulsioni e dei desideri nel carattere
dell’ispirazione e prende in considerazione i rapporti tra pensiero razionale e fantasia del processo creativo.
-> Nel comportamento espressivo individua l’importanza del riso e della comicità.
FORTUNA DEL METODO ICONOLOGICO.
Le ricerche dell’istituto Warburg nel dopoguerra.
1949 Principi nell’età dell’umanesimo di Wittkover -> uno dei punti più alti della storiografia del dopoguerra
inserito nel filone delle ricerche simboliche e iconografiche promosse dall’istituto. -> metteva in luce il
significato dell’architettura sacra rinascimentale, la sua organizzazione proporzionale derivante dalla teoria
musicale, analizzava le tipologie di opere palladiane-> preminente diventa la messa a fuoco del significato
storico culturale dell’opera. Si occupa di studi su Michelangelo architetto in cui individua elementi manieristi
e l’attenzione filologica per il disegno berniniano -> nuovo interesse per gli aspetti ideativi e tecnico
esecutivi dell’opera. La storia dell’arte per lui non è soltanto attribuzione stilistica, ma intreccio difatti
artistici, clima culturale, pensieri matematici, religiosi ecc. e interazione committente e artista. Negli anni 50
amplia le sue conoscenze sul barocco. Gli studi sul Bernini convergono in una monografia.
Enthony Blunt -> si affianca a wittkover e Wind alla direzione del giornale del Warburg instituite e
all’organizzazione di una mostra sui disegni antichi. Fu uno specialista del barocco, la sua saggistica è
caratterizzata da un approccio storico chiaro e concreto ai fatti artistici affine a quello di Wittkower, il
pragmatismo storiografico lo orienta ad esaminare i fatti stilistici in collegamento con le situazioni politiche,
ideali, religiose senza nulla concedere al riduzionismo sociologico. L’interesse per i fatti artistici in
correlazione con gli aspetti culturali lo porta a rifiutare l’interpretazione estetizzante ed emozionale di
origine vittoriana e ruskiniana.
Il Warburg institute fu successivamente la morte di Saxl, diretto da: Henri Frankfort (studioso dei rapporti
tra religione ed organizzazione della società nel meridione), Gertrude Bing ed Ernst Gombrich. Nelle
produzioni dei Jourans figurò anche Frances Yates -> ricerche sul 500 e 600 europeo esplorando intrecci
interdisciplinari di tradizioni scientifiche, alchemiche e astrologiche le reazioni psicologiche e della mentalità
dove fatti visivi e immagini assumono un valore principale.
Gombrich giungeva nel 1935 al Warburg Institute di Londra. La sua formazione nell’ambiente viennese
dai maestri della scuola viennese apprese il rigoroso metodo filologico e l’esigenza di dare un fondamento
filosofico alla ricerca storica. Il passaggio del mondo viennese a quello anglosassone coincide nel suo
pensiero ad una critica radicale della storia intellettuale (geistesgeschichte) a cui preferisce una storia
descrittiva della cultura che rifiuta ogni lettura sintomatica dell’opera in rapporto ai periodi storici e
sostituisce alle ampie periodizzazioni i movimenti più circoscritti definibili attraverso le opere e gli
avvenimenti una reciproca connessione. Mostra di aderire alle tesi antistoriciste e della falsificabilità della
storia del filosofo Karl Popper. Reputa insoddisfacenti per l’applicazione rigida del concetto di
rispecchiamento (stile come riflesso diretti dei mutamenti sociali) semplicistiche nel giustificare il
cambiamento dello stile come indice di un diverso atteggiamento psicologico (ispirate al sistema hegeliano
della storia). La molteplicità e l’elusività dei significati delle immagini, la necessità di individuare un preciso
testo letterario a cui si ispirano le figurazioni, la difficoltà di cogliere in essi tra programmi iconografici e
interpretazioni degli artisti all’interno della tradizione e delle convenzioni figurative sono i principali temi su
cui l’autore insiste. Dimostra che la rappresentazione della realtà sarebbe impossibile senza l’intervento di
uno schema successivamente modificato attraverso il noto agli psicologi basato sul trial and error, l’artista
può copiare la realtà unicamente riferendosi ad altri quadri . Dimostra poi che la lettura di un immagine non
è mai ovvia , il messaggio appare ambiguo allo spettatore , che si trova a dover scegliere un interpretazione
corretta. La figurazione per Gombrich è originata dal confronto dell’artista con la tradizione. La sua
interpretazione nasce dal paragone dell’immagine artistica con l’esperienze percettive dello spettatore. Per
leggere l’immagine creata dall’artista dovremmo far ricorso alle nostre esperienze del mondo visibile e
confrontarle con l’immagine stessa. Nel testo “arte e illusione” 1959 , una parte rilevante viene assunta dalla
psicologia dell percezione visiva , non si tratta di quella gestaltica di Harneim ma si mostra in sintonia con
un nuovo movimento nato negli Stati Uniti chiamato “ new look of preception” -> ritengono che la
fenomenologia percettiva sia condizionata dalle esperienze e dalla cultura del soggetto percepiente e dal suo
leegme col mondo. fondamentale fu l’incontro di Gombrich con Kris e le sue aperture alla psicoanalisi.
Accanto all’iconografia egli vede però nei dati dello stile un altro elemento fondamentale costitutivo
dell’opera d’arte. Gombrich dimostra che la lettura di un’immagine non è mai ovvia, in quanto lo spettatore
si trova sempre di fronte a un messaggio ambiguo, ed è costretto a scegliere, tra le varie interpretazioni
quella giusta. Quest’accentuazione dell’importanza delle convenzioni artistiche e del valore della tradizione è
il risvolto positivo della polemica contro le interpretazioni impressionistiche della storia dell’arte. Essa si
lega al tentativo di applicare la teoria dell’informazione all’analisi dei fenomeni artistici. *nel dopoguerra
Harneim scrive “arte and visual perseption “ 1954 sottolinea l’importanza del meccanismo della percezione
della della pregnanza . Propone la gestalt diventa individuazione normativa del fenomeno artistico.
Sviluppando la tesi di Arte e illusione Gombrich ha perfezionato una teoria dell’immagine visiva intesa come
forma comunicativa. Studiando i caratteri dell’opera in relazione al fruitore: capacità comunicativa,
informativa, coinvolgimento emotivo, valore allusivo, simbolico ed estetico.
Il metodo iconologico incontra nel secondo dopo guerra una considerevole fortuna, in particolare in Europa.
Inizialmente il termine iconologia era sinonimo di iconografia.
Andrè Chastel -> influenzato da Focillon e inizialmente interessato al surrealismo, prese le distanze dalla
critica letteraria praticata in Francia e da Focillon deriva il senso della storia delle forme che si trasformano
semanticamente nel tempo, l’importanza di leggere le opere in rapporto al tempo presente, la convinzione
che la storia artistica sia frutto di continuità e innovazioni, di complessa intersezione tra ricerca tecnica e
ideali. Importante per lui fu l’incontro con la scuola Warburghiana (Saxl e Panofsky) -> studiare l’arte nel
contesto culturale e l’individuazione nell’iconografia del nesso tra immagini, frome e ambito storico.
Si avvicinò alla cultura italiana negli anni 30 -> affascinato da Longhi che l’ha stimolato nella precisione
filologica.
Primi studi sul rinascimento fiorentino -> sensibilità per la ricostruzione dei quadri culturali, convinzione
dell’importanza delle idee religiose per l’Umanesimo, All’immagine stereotipata di una Firenze nell’età del
magnifico (testo del 1956) paradisiaca sostituisce quella di un ambiente in crisi dove le iniziative artistiche
sono in contrasto tra loro e gli artisti sono costretti a migrare ponendosi come punto di arrivo la
decodificazione della complessa simbologia delle forme figurative e architettoniche. Utilizza ampiamente le
fonti letterarie ed evidenzia l’importanza delle strutture sociali (istituzioni, botteghe ecc.) Diventa
collaboratore del periodico ‘’Le Monde’’ in cui divulga gli avvenimenti e i problemi della cultura
internazionale specialmente contemporanei. Nei testi del 1965 coglie in modo accurato la svolta che stanno
vivendo gli studi storico-artistici e la loro marginalizzazione rispetto la nuova storia. Affronta questa svolta
con un tentativo di allargamento nel campo interdisciplinare dell’indagine insistendo sulla concezione
dell’arte come manifestazione dell’immaginario singolo o collettivo il vero intermediario tra l’uomo e il
mondo reale.
Robert Klein, collaboratore di Chastel -> predilesse le forme di recensioni e saggi, i suoi interventi vennero
raccolti in ‘’La forme e l’intellegibile 1970’’
studia in particolare il rinascimento di cui esamina diversi aspetti, sia artistici che non : ricerche sul rapporto
scienza-magia e le componenti delle stesse nel pensiero speculativo rinascimentale. Esplora partendo da
diversi punti di vista i diversi aspetti teorici che si intrecciano con l’esperienza diretta.
Stati Uniti -> influenza di Panofsky -> tendenza pragmatista delle cultura americana, verso una storia
dell’arte di respiro culturale e sociologico.
Millard Meis -> Saggio sul linguaggio pittorico iniziato dopo il 1350 a Siena e Firenze-> La sua indagine è
articolata in tre momenti: mutamenti di stile, cambiamenti dei soggetti iconografici, cause delle variazioni
linguistiche. -> tendenza a collegare i fatti figurativi con il contesto storico e culturali (tendenza emergente
negli Stati Uniti)
il significato globale dell’espressione artistica : 1)importanza del metodo del conoscitore -> influenza di
Berenson e Offner -> attrezzatura er lettura stilistica ossia la sicura capacità di riconoscere autori e maniere e
2) Verifica delle mutazioni iconologiche -> incontro con l’indirizzo warburghiano (specie panofsky) . Il
momento culminante è la correlazione del linguaggio dell’opera con il contesto culturale considerando anche
la condizione economica, i problemi sociali secondo una prospettiva sociologica. -> parallelismi con esiti
anglosassoni -> fine anni ’40 Frederik Antal 1948 ‘’pittura fiorentina e background sociale’’ ->
raporto opere-classi sociali committenti -> giudizi troppo schematici. Meiss invece evita lo
schematismo ma mirava a rendere più articolata la lettura.
Meiss anni ’60 -> storia medievale francese tardomedievale al tempo di Carlo VII-> alla corte del
duca di Berry, ne ricostruisce la biblioteca, ricostruzione storica caratterizzata da una scrittura
chiara dove stile e iconografia sono collegati al gusto dei committenti.
Meyer Shapiro -> ricerche ambito tradizione iconologica per poi orientare i suoi studi verso settori più
all’avanguardia (sociologia, psicoanalisi, semiotica, psicologia della percezione).
1) scultura romanica -> anni 30-40 -> fondamentali gli studi di Voge e Porter -> era interessato agli esiti
estetici, tecnici ed espressivi delle opere rispetto quelli attribuitici o classificatori. -> esplorava gli aspetti
dello stile e degli intrecci culturali e socioeconomici dell’ambiente in cui vivevano gli artisti -> polemica di
Baltrusajtis seguace di Focillon, assertore dell’interpretazione formalista della scultura romanica. -> Shapiro
cercava di spiegare le scelte degli artisti attraverso gli orientamenti culturali dei gruppi sociali -> formula dei
‘modi espressivi degli artisti’. -> interesse per il socioeconomico dato dalla frequentazione degli ambienti
marxisti.-> riteneva che l’opera d’arte non fosse il meccanico rispecchiamento della situazione sociale ma
complesso campo dinamico di energie conflittuali, intreccio di relazioni plurime, dove era primaria la
considerazione per la libertà creativa dell’artista e la sua reazione psicologica al contesto.
2) arte 800-900 -> influenzato dalla contemporanea critica americana contrari al formalismo purovisibilista.
Fondamentale fu lo scambio diretto con gli artisti (Matisse, Chagall) – contatto con pensier warburghiano ->
sentimento della parziale traducibilità tra linguaggi verbali e visivi. Esigenza di allargare lo stile alla storia
della cultura e delle idee, sensibili alle letture psicanalitiche e fenomenologiche.
3) teoria artistica, concetto di stile -> comprendere l’opera significa ricostruire la rete di riferimenti,
comprensione alla base della valutazione. Nel saggio sullo stile polemizza i formalisti puri, analizza gli
impieghi del termine nelle sue differenti accezione, sosteneva l’indissolubilità tra stile e significato
(Panofsky). Nell’immagine come segno -> analizza ad esempio la cornice o le dimensioni come elementi
contenenti l’immagine e importante per la percezione e il significato.
Richard Krautheimer -> specialista di architettura tardoantica e medievale, fenomeni artistici alla luce di
quelli culturali e sociali. Edificio come documento storico -> dopo la seconda guerra mondiale attenzione
alla scultura rinascimentale e l’umanesimo in generale (sollecitato da studi di Von Schlosser) –>
trasformazione di Ghilberti da artigiano a umanista. -> problema contestualizzazione dell’opera -> nel
volume su Roma inventa un nuovo genere storio grafico ‘’ la storia di una città attraverso i suoi monumenti’’
-> accompagna i lettori attraverso ogni struttura della città , concetto di revival per comprendere meglio
l’architettura (differenza tra ecclesiastica e vernacolare – utilità - ) -> monumenti nei loro aspetti tecnico-
materiali, stilistici, iconografici e simbolici con analisi storica per collocare l’edificio in un quadro più ampio
considerando i problemi della committenza, dell’ideologia, l’economia e della funzione dell’opera.
Tradizione filologia in Francia prosegue con: Louis Grodecki -> studi sull’arte gotica di cui compie studi
innovativi rispetto le vetrate delle cattedrali parigine e sull’arte ottoniana (influenza di Focillon) i cui studi
vogliono dimostrare derivazioni di tradizioni barbariche, islamiche e tardoantiche. E Charles Sterling per
quanto riguarda l’arte moderna -> (influenza Focillon) -> rivalutazione della natura morta e della relatà del
17° secolo (1600) -> pone al centro dell’interpretazione la conoscenza dello stile de la diretta esperienza
sensoriale dell’opera.
In Germania nel secondo dopoguerra, nel contesto degli studi storici artistici spiccano: Kurt Badt ->
specialista dell’arte dell’800, applica il concetto di spazio-avvenimento alla forma artistica -> sostituisce il
concetto di spazio con quello di luogo -> non un concetto matematico in cui si inseriscono materia e forma
dell’opera ma il luogo naturale immanente alla realtà artistica relativo ad essa poiché si produce nel
momento in cui prende corpo l’evento dell’arte. Il luogo-spazio dell’arte implica un’azione dinamica che
connetta alla produttività dell’evento artistico che la produce nel momento in cui la si costruisce.
Herbert Von Einem -> rileva l’importanza della critica dello stile, valuta positivamente l’importanza
dell’analisi iconografica simbolica della scuola warburghiana (devozione a Panofsky) e della filosofia
heidegeriana ai fini di una corretta interpretazione della fenomenologia dell’opera. -> è in oltre esperto
conoscitore dell’età romantica e neoclassica tedesca -> Rivalutazione arte neoclassica (già dal 1940-50)-> es.
Gusto neoclassico di Mario Praz del 1939 -> influenza francese (kaufmann - Hatecoeur).
Influenza Panofsky negli studi degli anni 80 di Hans Belting -> studi sulla funzione dell’immagine
medievale e rinascimentale nonché alla metodologia storico-artistica -> ha analizzato nei cambiamenti
iconografici il variale della liturgia, alle trasformazioni dell’ambiente sociali , alle specializzazioni del culto
nelle varie sedi ecc. al fine di rintracciare nelle immagini le condizioni e i messaggi che hanno determinato la
loro funzione e i mutamenti di queste nel corso del tempo. -> annessa all’esigenza di chiarire il metodo di
approccio adottato, ricerca le motivazioni ideologiche e culturali del fenomeno della dualità ricorrente ‘’dalle
origini al 900’.
Ricerche filologiche influenze -> scuola di Focillon, Panofsky, Krautheimer
A Vienna nel dopoguerra si ricompone la tradizione della celebre scuola, rientrarono in patria Otto Pacht e
Otto demus -< allievo di Strygowsky filologo e specialista di cultura bizantina.
Inghilterra -> portavoce della tradizione della connoisseurship. -> ‘’Burlinghton Magazine’’-> nel
dopoguerra diretto da Nicolson e ‘’Apollo’’ -> rilevato da Denis Sutton, divenne una delle voci più
autorevoli sotto il contributo di diversi autori europei. Sutton era attento al contesto culturale e letterario
delle opere e del loro carattere intrinseco. Dedicò interi fascicoli alle principali figure dei critici del nostro
tempo, alle collezioni mondiali, alle riscoperte di intere aree di gusto e alle esposizioni di cui fu egli stesso
organizzatore.