Il testo analizza un passaggio di Seneca che tratta i temi della morte, del tempo e della paura. Seneca spiega che la vita è come una clessidra e la morte ci accompagna ad ogni momento, portandoci via frammenti di vita ogni giorno.
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Il testo analizza un passaggio di Seneca che tratta i temi della morte, del tempo e della paura. Seneca spiega che la vita è come una clessidra e la morte ci accompagna ad ogni momento, portandoci via frammenti di vita ogni giorno.
Il testo analizza un passaggio di Seneca che tratta i temi della morte, del tempo e della paura. Seneca spiega che la vita è come una clessidra e la morte ci accompagna ad ogni momento, portandoci via frammenti di vita ogni giorno.
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ANALISI DEL TESTO “La clessidra del tempo”
Questo testo fa parte dell’opera più importante scritta da Seneca: Le “Epistulae ad
Lucilium”. Esso tratta di alcuni temi molto cari all’autore: La morte, il tempo e la paura. Il testo si apre con un imperativo categorico che Seneca fa all’amico Lucilio. Quest’ultimo si trovava davanti ad una situazione di combattimento contro un suo nemico che lo minacciava di morte, esilio e dolore. Seneca spiega all’amico come le preoccupazioni per questi avvenimenti e queste minacce sono inutili allo spirito, esse d’altro canto lo indeboliscono, non permettendogli di arrivare alla battaglia pronto e vigoroso. Seneca continua dicendo che l’uomo è nato per provare dolore. Dunque passa in rassegna tutte le cose che provocano dolori e dispiaceri all’uomo, molte di queste sono proprio quei piaceri come il cibo, la lussuria e le ricchezze che apparentemente rendono felici ma in realtà esse sono grande fonte di smarrimento per l’uomo. Seneca poi parla della morte e delle sue idee a riguardo. Egli è uno stoico, egli reputa la morte come qualcosa che o ci annienta o ci libera. La morte è solamente la fine di un percorso ma questo percorso deve essere vissuto al meglio così che la morte non possa portare a sé tutti quei momenti di vita che abbiamo passato sprecandola. Egli cita diversi esempi dalla mitologia greca per avvalorare la sua tesi, poiché egli crede che l’aldilà non sia qualcosa di così pauroso come le leggende vogliono far credere. Seneca infatti ripudia totalmente le favole di Cerbero, Sisifo ed Issione, tutti personaggi di miti greci che sono finiti all’inferno e che lì affrontano delle pene logoranti. Egli ripudia anche la “Epicuream Cantilenam” poiché la filosofia Epicurea aveva idee diverse dalle sue riguardanti la morte. Seneca infatti afferma che la vita è come una clessidra e che la morte ci accompagni in ogni momento di essa. È come se noi dividessimo ogni secondo della nostra vita con la morte e che quest’ultima, man mano che il tempo passa, porta via con sé i tempi passati. Egli anaforicamente afferma “cotidie morimur” cioè moriamo ogni giorno, poiché la morte ci porta via ogni giorno dei frammenti di vita che lentamente finiranno ed il nostro corpo perirà. Per questo motivo Seneca paragona la vita ad una clessidra. Egli spiega che non è l’ultima goccia della clessidra a svuotarla, ma tutte le altre gocce cadute prima di essa, allo stesso modo, non è l’ultima ora di vita che porta con sé la morte, ma tutte le ore che quest’ultima ci ha portato via man mano.