Appunti Storia Del Jazz

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Appunti Storia del Jazz:

LE ORIGINI

Il Jazz è principalmente una musica di


origine “afroamericana” anche se in realtà
non si può parlare di “origini” del Jazz,
poiché i fenomeni culturali non sono
“lineari”.
Neanche La diffusione dei “tratti distintivi” del
Jazz è lineare. Bisognerebbe quindi chiedersi:
cosa sono i tratti distintivi di una cultura? Cos’è
un tratto culturale?
Un tratto è un aspetto caratteristico che
definisce una singolarità.
Bisogna innanzi tutto precisare che un tratto
culturale non è mai progettuale, è un
processo spontaneo e quindi nel momento in cui
si sta concretizzando avviene in modo totalmente
inconsapevole da parte degli attori coinvolti, è
quindi impossibile individuare le origini dei
tratti culturali. La stessa cosa avviene nella
musica.
Alla parola jazz agli inizi si associavano così tanti
stili musicali che è impossibile identificarne uno
solo.
E’ utile affermare anche che, dopo aver
individuato che non esistono origini definite nel
Jazz, allo stesso modo non possiamo parlare di
evoluzione per il percorso storico che ha avuto,
ma possiamo parlare solo di
trasformazione, e questo concetto si applica a
tutta l’arte. L’Evoluzione è un termine di natura
consumistico-scientifico-economica

Il Jazz ha come gruppo fondamentale di


esponenti gli afroamericani, ma New Orleans,
città dove è nato e si è iniziato a sviluppare NON
è una città afroamericana. New Orleans è
una città CARAIBICA.
E’ impossibile che il jazz potesse nascere ad
esempio a New York dove c’e un tipo di cultura
europea anglosassone e protestante. Gli stati del
sud sono invece cattolici-caraibici. New Orleans
ha una storia molto complicata e pregna di
influenze eterogenee, data la presenza di
svariate etnie le quali, ad un certo punto,
suonavano quasi tutte la stessa musica e questa
cosa ha fatto si che il jazz avesse una serie di
influenze diverse che mutualmente hanno
concorso alla creazione di questo genere, e la
città stessa (New Orleans) aveva delle
caratteristiche che ne hanno permesso lo
sviluppo e la diffusione; ad esempio il fatto che
fosse alla fine del Mississippi ha permesso che
molti dei musicisti che suonavano lì potessero
esibirsi anche nei battelli e quindi portare questa
cultura in altre città lungo il fiume. (ricorda che
con l’invenzione e la diffusione del treno e delle
ferrovie molte società di Battelli fallirono ma
molte vennero convertite in crociere turistiche
cosicché molti musicisti, anche noti, o che
diventeranno famosi in seguito ebbero la
possibilità di continuare a lavorare e sostentarsi e
quindi continuare e contribuire a diffondere lungo
tutto il mississippi i vari linguaggi del jazz)
Originariamente gli schiavi venivano dall’area
sud-sahariana (Senegal, Gambia, Costa d’Avorio,
Mali) e dall’africa centrale ed appartenenti alle
culture Bantu (un insieme di lingue) - etnia Walof
- Bambara (è una etnia) - Yoruba (gruppo etno-
linguistico presente in Nigeria e Sierra Leone)
A differenza di quanto sostenuto nelle prime
storie del jazz pubblicate NON è vero che non si
ritrovano elementi diretti della cultura africana
nel jazz, è anzi possibile, ma il problema è che
attraverso processi di acculturazione e
inculturazione il jazz si è talmente mescolato ed
ibridato con altre cose che, come il DNA si
mescola fra le razze, così ha fatto il
jazz…..potremmo infatti dire che in ognuno di noi
c’è qualcosa del sangue di shakespeare. Fino al
Jazz degli anni 20 almeno si possono riconoscere
al suo interno dei frammenti di musica Africana, è
invece il contrario che non avviene: ovvero gli
africani non riescono a riconoscere il Jazz come
loro musica. La musica degli afroamericani si
sviluppa attraverso un modello linguistico che
deriva dalle loro culture. Queste lingue si
dividono in lingue accentuative e lingue toniche
(la musica degli Yoruba e dei Bantu, ad esempio,
aveva delle caratteristiche che si erano
sviluppate in un certo modo proprio perché
queste due culture hanno lingue toniche).
Nei confronti di queste lingue e culture i
protestanti e anglicani che stavano nella costa
est si comportavano in maniera diversa rispetto
ai cattolici del sud.
Nel 1526 Carlo V di Spagna con un editto bloccò
l’importazione di schiavi di etnia Walof poiché
essendo musulmani erano troppo combattivi (per
via della Jihad) e quindi non erano buoni schiavi.
I musulmani Africani avevo un tipo di cultura
musicale di cordofoni e canto possibilmente
molto ornamentato. Infatti tutti gli schiavi di
quell’area finchè vennero importati andarono a
popolare gli stati del sud ed è da lì che il blues
discende, infatti il blues trova le sue fondamenta
nella chitarra e voce e nel banjo non nei tamburi.
I tamburi (le culture ritmiche) sono arrivati invece
nei caraibi, le culture africane che adottavano le
danze con tamburi vennero dapprima deportate
in Brasile ed in tutti i caraibi, quindi nel sud
america e solo successivamente arriveranno
anche a New Orleans. L’altra ragione è costituita
dal legame tra strumento e lingua (per gli Bantu,
nelle loro leggende di cosmogonia il mondo e
quindi anche la musica nasce da un grande
tamburo a due facce diviso tra Dei e uomini ad
un certo punto questo tamburo si rompe ed agli
uomini rimane un solo tamburo…In queste
culture il tamburo oltre ad avere una radice
spirituale ha una valenza anche a livello di
comunicazione, queste culture comunicano
attraverso l’uso dei suoni prodotti con i tamburi,
motivo per cui gli anglicani vietarono agli schiavi
l’uso del tamburo e invece i cattolici accolsero
questa caratteristica, come è d’altronde loro
caratteristica e abitudine da secoli, ovvero quella
di essere inclusivi nei confronti delle nuove
culture. Gli Anglicani avevano capito che gli
schiavi comunicavano con i Tamburi (talkin drum)
e quindi li vietarono, cosa che portò come
conseguenza che gli schiavi iniziarono a
“suonare” il proprio corpo tramite delle danze
chiamate pattin’ juba. Invece i cattolici accettano
i tamburi, però alla condizione che, seppur
mantenendo i loro riti, dovevano pregare il Dio
Cattolico invece che i propri Dei tradizionali (da
qui hanno origine gli spirituals). Il cristianesimo
ha sempre agito così, come ad esempio quando
fecero il calendario cattolico sopra a quello
pagano.

Nel1895 inizia il fenomeno del RAGTIME che avrà


durata breve perché nel 1917 è già finito, ma
nonostante questo avrà un impatto notevole per
una serie di storie e di musicisti. Possiamo
affermare però che non ha un’influenza diretta
sul jazz, non si può dire che il Rag time è il diretto
antecedente del jazz, anche perché se noi
guardiamo una delle prime storie del Jazz che è
quella di Rudy Blesh (storico degli anni ’30) che è
stato uno dei primi storici della musica
afroamericana, e uno dei primi storici del jazz. La
storia “scritta” del jazz è iniziata grazie al grande
contributo che hanno dato gli storici di stampo
Marxista (quindi di sinistra) che c’erano negli anni
’30 in USA e lui era uno di questi e loro si
chiedevano quale fosse la vera musica
Americana e la risposta che si diedero fu “la
Musica del popolo oppresso”. Anche se i più
oppressi di tutti erano gli indiani. Scrisse un libro
che si intitolava “They all played rag time”.
Questo libro usa la parola rag time intendendo
una mescolanza di rag time e jazz. L’uso della
terminologia, come spesso accade nella storia
della musica, non è mai precisa mentre uno sta
vivendo il momento, si stratifica e poi la
definizione precisa si da sempre dopo.
Cmq il Rag Time è stato importante non fosse
altro perché con Joplin ha dato un contributo
molto ampio (e non solo attraverso il rag time -
che vuol dire “tempo stracciato”) alla coscienza
della musica afroamericana.
Il Rag time non era soltanto una musica fatta per
pianoforte, ma si arrangiava molto per le
marching band e per le bande militari.
La struttura tipica di un Rag Time era AA BB CC
DD. Scott Joplin fu anche nelle finzioni
cinematografiche, infatti il Rag Time (e anche il
Jazz) nasce insieme al cinema (parallelamente) il
Jazz è stato da subito preso come soggetto e
commento cinematografico…quindi non solo
come colonna sonora ma anche e soprattutto
come soggetto (non a caso il Rag Time nasce nel
1895 che è lo stesso anno della nascita del
cinema).
18 Agosto 1899 - anno in cui è stato composto
Maple Leaf rag - anno in cui è nato Duke Ellington
- La composizione della notte trasfigurata di
Schoenberg. Prima che il jazz possa essere
riconosciuto come arte e musica in quanto tale
dobbiamo aspettare gli anni 30 con Charlie
Parker perché fino a quel momento era sempre
un qualcosa destinato ad uno scopo, molto
spesso il ballo, oppure una colonna sonora,
oppure una “gara” di abilità come raccontato su
“piano cutting contest” un film che parla di Joplin
e del Rag Time. In pochi sanno che Scott Joplin
scrisse un’opera chiamata Treemonisha, che non
ebbe successo perché troppo complicata e con
un intreccio troppo complesso… però è simbolico
di quanto Scott Joplin abbia contribuito ad
elevare la cultura afroamericana, anche se
quando la fece sentire suonata al pianoforte non
piacque e quindi non fu mai rappresentata.
Quest’opera in tre atti attinge dalla cultura
classica diversi elementi, non ultimo l’unità di
tempo che viene attinta dalla tradizione
dell’opera greca, ovvero tutti e tre gli atti si
svolgono in una giornata (come ad esempio le
nozze di figaro di Mozart). Dobbiamo dire che,
data la complessità del suo intreccio,
funzionerebbe meglio come film che come opera
lirica e potremo anche sostenere che quest’opera
è un autorevole antecedente di Porgy e Bess di
gershwin. Bisogna quindi riconoscere agli
afroamericani, a partire da Joplin, una
dimensione culturale importante che fino a quel
momento non c’era stata. da sottolineare che,
quindi, Joplin aveva una formazione culturale
elevata e bianca.

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