Eccequambonum19 PDF
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n°°
Dicembre 2018
Ecce
Quam
Bonum Rivista di studi del
Sovrano Ordine Gnostico Martinista
יה ש וה
Ecce quam bonum 2 Dicembre 2018
EDITORIALE
di Filippo Goti
Riscontrando stravaganti idee, frutto di ignoranza o dell'Uomo di desiderio in un nuovo mondo ed in una
di comodo, è utile porre alcune riflessioni attorno al nuova dimensione mediante la creazione del legamento
martinismo e alla sua funzione: nella speranza che il iniziatico che termina con la trasmissione del
fratello o il semplice curioso abbiano la possibilità di Sacramento dell'Ordine e con la potestà sacrale di
dipanare un po' della nebbia dialettica che circonda poterlo a sua volta conferire. La possibilità di una
il nostro cammino. iniziazione soggettiva, realizzantesi cioè in virtù del
Fondamentalmente è possibile affermare che il lavoro e delle applicazioni pratiche dell'iniziato che lo
martinismo è una libera associazione di uomini e porta sino alla soglia dell'Adeptato, sino cioè alla soglia
donne che si riconoscono attorno ad un ideale di della realizzazione ultima. Qui finisce la missione
reintegrazione spirituale, e perseguono questo dell'Ordine Martinista. Tale missione si estrinseca
obiettivo tramite gli strumenti e gli insegnamenti mediante: a) la trasmissione fisica da Iniziatore ad
propri della struttura in cui operano. Questo ideale, Iniziando delle energie eggregoriche, che avviene
seppur in forme e contenuti peculiari, è presente in durante i differenti riti di Iniziazione (il legamento); b) la
ogni tradizione e cultura iniziatica; ed assume nel trasmissione di una dottrina che è quella contenuta nei
martinismo veste simbolica, esoterica, ed operativa rituali e che deve essere sviluppata da ciascuno
cristiana. In quanto il martinismo è Ordine mediante una ricerca, uno studio ed una applicazione
Cristiano Iniziatico ed è quindi nei suoi simboli, costante; c) il simbolismo che rinserra parte della
narrazioni, miti, e corrente spirituale che trova dottrina e parte delle tecniche, prima tra queste la
impianto, fisionomia e linfa vitale la propria introspezione, la purificazione, la meditazione ecc… ; d)
docetica e ritualità. i riti di catena (che possono essere variati in ogni
La struttura martinista, sia essa un Ordine, oppure momento senza pertanto comportare una variazione
costituita dalla loggia del singolo Iniziatore, ha nella sostanza e nello scopo dei riti di catena stessi) con
come finalità quella di trasmettere la forma e la l'inevitabile effetto traente dell'Eggregoro e la
sostanza dell'iniziazione martinista. La quale si rivelazione degli Arcani; e) i riti individuali trasmutatori
sviluppa, a seguito di un rituale associativo, dopo la rivelazione. Questa è la nostra risposta alla
attraverso un duplice binario: la formazione domanda: "Dove porta il Martinismo?"
filosofica ed operativa dell'iniziato alla via della L'accesso al martinismo avviene tramite una
reintegrazione dell'uomo nell'uomo e dell'uomo nel regolare e tradizionale iniziazione conferita da un
divino. Ben comprendo che sussistono strutture, Superiore Incognito Iniziatore. Essa si esprime in
per me poco comprensibili, dove la formazione una rituale associazione solitaria o all'interno di una
martinista è ridotta a studio di testi, oppure, e loggia, ma sempre rispettando la forma consona ai
peggio ancora, all'abbeverarsi delle narrazioni, riti e simboli propri del Nostro Venerabile Ordine.
ampie, di taluni filosofi, che confondono l'Oriente Nel martinismo non vi sono, o non vi dovrebbero
con un luogo di perenne logorroica conferenza. essere, pregiudiziali legate al sesso, alla razza,
Ritengo, pur tuttavia, che elemento peculiare all'orientamento politico, o spirituale. Salvo
dell'iniziazione martinista sia il procedere oltre la ovviamente verificare, e tale gravoso compito
fase meramente informativa, lungo una via di dovrebbe essere svolto da colui che accoglie nella
formazione rituale e di serio lavoro interiore. catena fraterna, oltreché dallo stesso postulante,
che non sussistano degli elementi, nella vita profana
A proposito della funzione dell'Ordine Martinista, e animica dell'aspirante fratello, conflittuali con il
scrive Nebo (Francesco Brunelli): "Voglio concludere desiderio di reintegrazione, e con l'insieme dei
che lo studio approfondito dei rituali di iniziazione e valori espressi e raccolti dalla struttura di
delle tecniche note mi fanno affermare che l'Ordine riferimento.
conferisce ai suoi membri: - una iniziazione oggettiva
caratterizzata dall'introduzione - Elenandro XI S:::I:::I:::-
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
יהשוה
Editoriale
Il Tempio Martinista
Cerchio,Triangolo e Quadrato
Arte e Magia
Sovrano ordine
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Ecce quam bonum 4 Dicembre 2018
Il Tempio Martinista
Nebo (Francesco Brunelli)
Per il Martinista il Tempio è in realtà lui stesso, la sua significazione, la sua funzione ...
ed è la costruzione della sua personalità, del Quando il tempio è stato costruito secondo i
proprio essere, la trasmutazione del proprio mezzi noti, rappresenta quel punto sulla terra
microcosmo verso le immensità dove il Martinista lavora e parte per la sua
macrocosmiche. Quando avrà compiuto avventura iniziatica, per vincere o morire nelle
l’Opera unificatrice non vi saranno più tenebre del mondo profano, in cui
significazioni differenti, ma una cosa sola inesorabilmente l’Eggregore lo respingerà se
e s p r i m e rà i l Te m p i o : l ’ u o m o U n o c o n non avrà in se sufficientemente alimentato
l’Universo. E si avrà il compimento questo sacro fuoco che lo rende atto alla lotta. E
dell’integrazione ed il termine del lavoro morirà, in realtà, anche se continuerà a sedere
martinista. Il Tempio Martinista è qualsiasi per tutta la vita in uno dei quattro punti
luogo su questa terra, al chiuso o all’aperto, che cardinali di cui è costituito il Tempio ed in cui la
in virtù dei poteri in possesso ai S.I. e per mezzo tolleranza, la pietà e l’amore dei fratelli lo
del Rito è suscettibile di trasformarsi in luogo collocheranno e lo tollereranno.
consacrato. La trasformazione di un luogo Tante cose ancora poteremmo dire, invocare ed
consacrato è evidenziabile perché in quel evocare a pro di coloro che si avvicinano a noi
punto e in quel momento si salda, anche in affinché gli siano sufficienti per fargli muovere
forme e modi sperimentabili, la catena dei vivi e ciò che da sempre in lui c’è o per farlo rinunciare
dei morti che appartengono ed hanno ad andare oltre una – terra ignota - che , per
appartenuto all’Ordine. questa volta e per questa vita è meglio che
In questo vibrare ed in questo ritmico - stato rimanga tale!
d’essere -, percepibile sensibilmente da coloro Tutte queste cose sono il Tempio del Mar
che sono - svegli e presenti -, non percepibile da tinista! Che è da sempre è aperto a tutti, e
coloro che sono - presenti ma assenti -, che il chiuso per coloro che non sanno, non possono e
Tempio si costituisce. non vogliono bussare nelle debite forme ...
Non c’è bisogno di locali, non c’è bisogno di perché bussare è facile, ma ciò che è difficile è
muri, non c’è bisogno di orpelli, di patacche, di entrare se non si bussa in modo adeguato.
diplomi attestanti i sogni irrealizzabili degli E ci sia concesso di aggiungere che bussare in
impotenti ad essere se stessi ! C’è solo bisogno forma adeguata significa semplicemente
di ESSERE per poter costituire un Tempio. acquisire la qualificazione per essere ammessi.
Ed allora questo Tempio assume - Non siamo, carissimi fratelli, nel mondo
indipendentemente dal luogo dove siamo pietistico e profano di certo cristianesimo;
riuniti e dove si opera - il luogo ove la presenza siamo in un mondo differente ove la carità è
cosmica ed i Maestri Passati vengono ad Caritas, ove la pietà è Amore e non pietismo,
illuminare i Fratelli e le Sorelle riuniti intorno al ove i metalli si pesano per quel che valgono e
S.I.. E ben diverso è allora il Tempio Martinista non per quanto luccicano.
da qualsiasi altro Tempio eretto alla gloria di un Così è.
Dio o di un grande Artefice dei Mondi! È ben
diverso perché differente è la sua costruzione,
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 5 Dicembre 2018
Processo di vastissime proporzioni ch'è, giusto, uno dei momenti docetici del Martinismo !
In esso comprendiamo anche la conoscenza del fenomeno esistenziale, così come si rileva nel
quotidiano divenire, e che noi, almeno fino ad un certo punto, poniamo al vertice delle conquiste
da realizzare secondo una ben definita tradizione e la cui essenza va ricercata nella universalità
delle Idee-Madri che debbono orientare il nostro spirito nell'ambito dell'indagine umanistica,
verso la realizzazione dell'ordinato possesso della Vita del Pensiero, conseguendo la ricerca
secondo una ben precisa fedeltà ed originalità. Universalità delle Idee-Madri che penso di
intendere sull'aureo tracciato della Storia del Pensiero, ovvero identificandola nella tradizione.
Non è però da credere che l'affermazione a priori della fedeltà al principio Tradizionale abbia
valore solo per se medesima. È implicito che limitando a ciò il nostro atto di fede staticizzeremmo
un concetto che vuole e deve essere essenzialmente dinamico. Il principio Tradizionale implica
necessità di manifestazione e di adempimento nella circolarità delle apparenze ove i Centri Vitali
dell'esistenza si trovano immersi e ciò perché dall'inconscio del loro essere si realizzi il trapasso
al possesso cosciente, atto di conquista facitore del principio d'integrazione.
La Tradizione non ha nulla di sé che sia immobile né in relazione al passato né per un particolare
concatenamento ad una determinata esegesi della problematica esistenziale. La Tradizione è
piuttosto la somma di Pensiero nel significato globale della propria vivente Unità, la quale,
proprio perché eternamente vivente, è, nello scorrere del tempo, valore dinamico di ripresa nel
continuo divenire delle forze ideali come valore di un Eterno Presente. Penso di non essere in
errore affermando dunque che il volto perfetto della Tradizione è la Conoscenza, che noi
preferiamo definire la GNOSI, nella sua santità e perfezione.
Fratelli e Sorelle nella catena Martinista !... Chiudendo il mio messaggio non trovo altra
oggettivazione dell'augurio che Vi porgo dal profondo del cuore che l'invocazione rivolta al
Grande Architetto dei Mondi ch'Egli voglia favorire, nell'anno che inizia, la Vostra personale,
individuale conquista di Conoscenza, ciò che equivale, sostanzialmente, alla conquista della
vera, autentica Pace !...
Gran Maestro dell'Ordine Martinista
ALOYSIUS S: : I: : I: : IV
da Roma il 1 gennaio 1972 A.D.
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 6 Dicembre 2018
Nell’Antico Egitto l’anima del defunto, dopo Per compenetrare quindi la reale
l’abbandono del corpo fisico, deve dimostrare portata di ciò che sente l’egiziano riguardo
di essersi sempre comportata, quando era in l’abisso del post mortem, del Duat, e come può
vita, secondo i dettami di Ma’at, la Dèa che affrontarlo con la ragionevole speranza di
presiede alla Funzione di Verità-Giustizia. E conquistare la propria immortalità animica,
questo status di essere in linea con Ma’at, deve occorre rispondere alla seguente domanda:
essere asserito a più riprese, di fronte a che cosa realmente intendevano gli Egiziani per
numerose Entità e Dèi: la pena, per chi non Ma’at?
risulta essere vissuto rispettando i dettami di A questo quesito non ci si può limitare
Ma’at, è quella di perdere per sempre la propria rispondendo solo con una semplice traduzione
individualità, la propria Anima. E ciò avviene nel del termine egiziano, attraverso un’analisi
più terribile dei modi: l’anima riconosciuta filologica (anche se tale indagine va comunque
colpevole viene divorata da Ammit, una effettuata), quanto, piuttosto, occorre cercare
terribile bestia dalla testa di coccodrillo, con la di comprendere la filosofia che sta dietro a
criniera e la parte anteriore del corpo del leone questo concetto molto complesso.
e la parte posteriore del corpo di ippopotamo. Ma procediamo con ordine. Sotto un profilo
Risulta quindi importante cercare di capire etimologico la parola Ma’at deriva dal termine
quale siano i “contenuti” che, secondo la ma-ha (m3 ‘a) che significa vero, giusto; questa
Teologia egiziana, questa Funzione esprime, in parola viene poi anche declinata, con l’aggiunta
modo da comprendere l’importanza che la di un prefisso (bu ),
Casta Sacerdotale ha assegnato a questa
divinità. con il significato più ampio di verità, giustizia.
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 7 Dicembre 2018
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 8 Dicembre 2018
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 9 Dicembre 2018
gioisce anche il paese intero. non fu [più] distrutta dai tempi di Osiride. Viene
Ma’at quindi è l’attuazione dell’emanazione punito chi viola le legge, [ma] l’avido non lo sa.
stabilita dall’alto della creazione dal dio La malvagità ammassa tesori, [ma] le
originario, e questa condizione di ordine- trasgressioni non hanno mai portato a nulla.
giustizia deve essere a tutti i costi mantenuta o Quando arriva la fine, resta solo Ma’at”; più
ripristinata (in quest’ultimo caso attraverso oltre: “l’uomo che agisce secondo Ma’at
l’eliminazione del suo opposto). E’ utile infine sopravvive..., ma non esiste tomba per l’avido”.
riportare delle affermazioni, le quali Interessante è l’accenno che viene fatto all’
sottolineano la provenienza divina di Ma’at, “avidità”, cioè il sentimento di appropriarsi con
testi che risalgono al periodo greco, e che ogni mezzo, ad ogni costo, di qualsiasi cosa,
presentano i tempi delle origini, quasi come forse anche con l’astuzia e la forza13 , con una
fossero appartenuti ad una qualche “età condotta che speso coinvolge e degrada sia
dell’oro”, quando Ma’at appariva come una l’uomo semplice che il funzionario pubblico,
manifestazione celeste: “Ma’at scese in terra magari corrotto. Molto probabilmente durante
nel loro tempo (in quello degli dèi originari) e il lungo periodo in cui l’Egitto ha avuto una
s’imparentò con gli dèi, ecc.” e poi: ”Ma’at venne organizzazione amministrativa capillare, si
dal cielo nel loro tempo e si associò a coloro che sono verificati numerosi episodi di
vivevano sulla terra”10. arricchimento illecito tanto da essere
ampiamente ricordati.
Ma tutto ciò che viene posto “in ordine” deve
rientrare in un determinato disegno Vi è anche una esortazione e una lode a Ma’at in
complessivo, ove il bene viene in un qualche una frase di un abitante delle oasi, un certo
modo gratificato ed il male (il disordine) non Khuenampu, un uomo modesto, un contadino,
può che essere sanzionato; nel racconto della il quale ha subito un grave torto e che, pieno di
creazione degli Dèi e delle Potenze che speranza, si rivolge a un alto funzionario per
dispensano gli alimenti, vengono fatte le ottenere la giustizia dovuta: “Di Ma’at, fa Ma’at,
seguenti precisazioni: “Cosi il diritto verrà dato perché essa è grande, è possente, è duratura”14
a chi fa ciò che viene amato [e] il torto a chi fa ciò . In questo contesto Ma’at non viene vista tanto
che viene odiato. Cosi la vita viene data al come la Funzione che soprassiede all’ordine
pacifico e la morte all’empio”11. L’idea della cosmico quanto, più umanamente, come un
ricompensa insita nel riconoscimento del principio di diritto di ogni uomo, quale che sia la
proprio diritto è sottolineata in modo chiaro nel sua condizione sociale, ad avere trattamento di
testo: il diritto di cui si parla, viene inteso giustizia equanime, in un contesto ove Ma’at è
sicuramente nel suo senso giuridico, ma rivolta anche agli uomini e non solo alla divinità.
significa anche, per estensione, il diritto alla Il visir Kagemni, ci arricchisce, infine, riguardo
vita. Viene così ribadita l’origine divina di Ma’at, ai contenuti che può avere la Funzione di Ma’at,
sottolineando la sua continuità dai tempi mitici quando riporta un insegnamento da lui stesso
di Osiride e la capacità di durare al di là di ogni ricevuto: “Opera per Ma’at, per il re, (perché)
esistenza umana. ciò che il dio [il re?] ama è Ma’at; parla di Ma’at al
re, [perché] ciò che il Re ama è Ma’at!” 15.
Ma attenzione: ogni singolo cittadino, per sé Poiché sembra che in questo contesto il
stesso e per la sua vita, ha il compito di termine “dio” venga utilizzato come sinonimo di
mantenere attiva Ma’at andando quindi a fare re, il saggio esorta il suo lettore a parlare e ad
nel suo microcosmo ciò che il Re deve compiere, agire secondo Ma’at, e questo proprio perché il
in generale, per tutto il Regno. Andando a Re la ama e quindi anche lui risulta essere felice
leggere quanto ci comunica il saggio quando vengono seguiti i suoi precetti di
Ptahhotep12 si trova questo insegnamento: Verità-Giustizia.
“Grande è Ma’at, essa è duratura ed efficace;
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 10 Dicembre 2018
viene vista tanto come la Funzione che sono soltanto il frutto di espressioni devote da
soprassiede all’ordine cosmico quanto, più parte di gente comune, ove magari si può
umanamente, come un principio di diritto di pensare che queste siano dettate da un
ogni uomo, quale che sia la sua condizione concetto semplicistico di “colpa”, oppure frutto
sociale, ad avere trattamento di giustizia dell’ignoranza. In questa analisi, infatti, occorre
equanime, in un contesto ove Ma’at è rivolta tenere presente anche altre attestazioni di crisi
anche agli uomini e non solo alla divinità. Il visir interiori di coscienza per non aver agito bene,
Kagemni, ci arricchisce, infine, riguardo ai parole queste proferite da nobili o addirittura
contenuti che può avere la Funzione di Ma’at, dai re; a titolo di esempio, risulta eloquente
quando riporta un insegnamento da lui stesso l’insegnamento destinato al Re Meri-kara18,
ricevuto: “Opera per Ma’at, per il re, (perché) nel quale si può rilevare la più antica
ciò che il dio [il re?] ama è Ma’at; parla di Ma’at al professione di colpa di cui si sia venuti a
re, [perché] ciò che il Re ama è Ma’at!” 15. conoscenza in Egitto.
Poiché sembra che in questo contesto il
termine “dio” venga utilizzato come sinonimo di
re, il saggio esorta il suo lettore a parlare e ad Analogamente a quanto avviene oggi (ma che è
agire secondo Ma’at, e questo proprio perché il sempre avvenuto nel corso dei secoli), in base
Re la ama e quindi anche lui risulta essere felice quindi alla nostra stessa esperienza, si può
quando vengono seguiti i suoi precetti di ritenere che tutto ciò che ci circonda assuma un
Verità-Giustizia. aspetto diverso a seconda delle singole
persone e del loro comportamento soggettivo;
In questo aspetto, ove la Verità-Giustizia opera con ciò si vuol dire che anche in Egitto ci sono
sia a livello archetipale che su tutto ciò che stati uomini sensibili e uomini indifferenti di
riguarda la vita ordinaria, dell’uomo comune, si fronte alla morale o alla religione, ove la
inseriscono le espressioni di una religiosità coscienza di una responsabilità dinanzi alla
personale, dovute ad individui che, in umiltà, divinità, o il rispetto per il prossimo, può essere
confessano al dio le proprie colpe, sperando stata presente o assente. Le considerazioni che
così in una remissione o addirittura nella grazia: qui sono state effettuate possono pertanto
“Se il servo è pronto a commettere peccato, il riguardare gli Egiziani solo presi nel loro
padrone è pronto a essere misericordioso”. A insieme, ed abbiamo cercato, nei limiti fissati
questa ammissione di possibile colpa – intesa dai contenuti dei documenti in nostro
proprio come peccato – viene chiesto il relativo p o s s e s s o , d i a c c e r t a r e l ’e s i s t e n z a d e l
perdono: “Non punirmi per i miei molti peccati, sentimento del peccato all’interno di questa
perché io sono uno che non conosce se stesso, comunità.
sono uno stolto.”16 Non bisogna pensare, Numerosi richiami alla morte e constatazione
leggendo le ammissioni di colpa, cioè di dell’insicurezza della vita sono stati sempre
peccato, che si possono rilevare in vari presenti nel pensiero egiziano. Una diretta
documenti pervenuti, che in Egitto l’uomo testimonianza ci deriva dalla cd. biografia di
possa essere considerato intrinsecamente Pet-Osiri19, scritta sulle pareti della sua
cattivo, marchiato da un qualcosa che possa tomba, dalla quale si può constatare che il
assomigliare al nostro “peccato originale”17; giudizio dei morti relativo a tutta la vita terrena
l’assenza di una “colpa iniziale” si ricava dal fatto è stato preso molto sul serio, e molto sul serio è
che non si è mai passati dalla coscienza che stata considerata dunque anche la possibilità di
ammette e riconosce i propri peccati legati ad peccare. Né con la magia, né con il prestigio
una causa concreta, ad una concezione personale del defunto si sfugge a questo
ontologica del peccato. Le parole sopra giudizio:
riportate, ove si riconosce di aver peccato e si
chiede perdono di ciò che è stato fatto, non
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 11 Dicembre 2018
Il fine ultimo di questa puntigliosità normativa l’uomo egiziano vive una propria realtà
(anzitutto religiosa, ma con ampi effetti nel interiore che lo porta ad essere prudente, ma
sociale), portata fino agli estremi, è quello di anche modesto e riservato, un “giusto
regolare tutta l’esistenza dell’uomo in modo silenzioso”27. Quando si cerca di stabilire quali
che, una volta messi tutti i “paletti”, veri e propri siano per gli Egiziani i dettami di Ma’at ci si
confini oltre i quali non si può andare, e stabilite rende conto che non vi è mai una affermazione
una volta per tutte le cose che si debbono o non né un ordine né tantomeno una imposizione su
si debbono fare (quindi una intrinseca un qualsiasi aspetto che riguardi la vita degli
conoscenza e obbedienza alla Legge), il fedele uomini: i vari consigli che sono correlati ai casi
osservante della Legge non possa più compiere concreti della vita, derivano dalla esperienza
errori. personale di uomini che hanno fatto di Ma’at il
Come si è visto, nell’ebraismo la legge religiosa loro modello di comportamento.
viene applicata in forme esplicite, andando ad Riguardo i molti principî morali presenti
invadere, attraverso mille dettagli, ogni aspetto nell’etica degli Egiziani, mancando una dottrina
della vita umana. Di certo questa ingerenza specifica dispositiva specifica di Ma’at, questi ci
“fiscale” della Legge con i suoi dettami può aver sono noti grazie a numerose biografie degli
reso insopportabile la vita a molti uomini, i quali insegnamenti sapienziali, testimonianze
hanno probabilmente avvertito il bisogno di circostanziate presenti in antiche iscrizioni
ricondurre tutto il mare magnum di precetti a sepolcrali28, nonché di dichiarazioni effettuate
un’unica idea di base, fondamentale. Si dice che dal defunto davanti al tribunale nel Duat. Da
per poter essere accettalo come affiliato alla tali documenti risulta che vengono affermati
religione ebraica, il non ebreo sarebbe stato dei valori di base che ci permettono di definire,
accettato nella comunità solo se fosse stato in modo ragionevolmente aderente alla realtà,
possibile insegnargli la Legge mentre si teneva il codice etico presente nella vita dell’egiziano,
ritto su un piede solo, cioè in un tempo riconducibile allo sforzo dell’uomo di
assolutamente insufficiente. Data la natura conoscere il senso specifico di Ma’at. Senza
vessatoria di tale precetto (è ovvio che nessuno alcun dubbio, il primo fra tali principî, è stato
riesca a soddisfare tale condizione), il rabbino proprio quello di conformarsi nel parlare e
liberale, Hillel25, vissuto intorno ai tempi di nell’agire secondo i valori di base che il principio
Gesù, ha condensato tutta la Thora nella breve, di Verità-Giustizia esprime; emergono inoltre,
a u r e a m a s s i m a , a n o i p e r ve n u t a c i n e l in modo chiaro, anche due aspetti (già rilevati in
famosissimo detto: “Non fare agli altri ciò che precedenza), che ci sembrano essere degni di
non vorresti che gli altri facciano a te.”26 una particolare sottolineatura: gli atti malvagi
Contrariamente a quanto fatto dai sacerdoti da evitare, e le azioni buone da compiere.
e b r e i , i q u a l i , a t t rave r s o l e n u m e r o s e L’astenersi dal male è sicuramente un
disposizioni emesse, hanno disciplinato ogni “comandamento” interiore fortemente
evento sacro e profano del proprio popolo, in radicalizzato nella coscienza degli Egiziani, il
Egitto vengono formulate solo particolari quale fa parte del fondo più antico delle
norme di vita, le quali non sono il frutto di una iscrizioni sepolcrali sopra citate29, e che molto
qualche legge religiosa, quanto, piuttosto, dopo (al momento dell’emergere dei Testi dei
vengono ispirate e si riferiscono unicamente Sarcofagi e del Libro dei Morti) ha la sua
alla Funzione di Ma’at, la quale viene recepita e s t r i n s e c a z i o n e n e l l e d i c h i a ra z i o n i d i
c o m e n o r m a g e n e r a l e , c o m e u n’ i d e a innocenza dinanzi al tribunale di Osiride.
fondamentale cui riferirsi. Il tipo di uomo che
vive secondo Ma’at, il suo seguace, non sente la
necessità che qualcuno dall’esterno gli
imponga precisi modelli di comportamento,
magari elencandoli con pedissequa pignoleria;
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 13 Dicembre 2018
Tale aspetto di assoluta “negazione del male” ci riportate nel Libro dei Morti, attestano una
può far comprendere meglio il modo in cui le profonda angoscia che queste dichiarazioni
varie biografie sono state scritte, ove proprio suscitano nella sua anima e pertanto sono da
per dimostrare la propria “positività” si trova considerare anche come una presa d’atto
molto spesso un tono narrativo riguardo l’atteggiamento che lo stesso assume
sostanzialmente posto sulla difensiva. nei confronti del peccato; l’egiziano in effetti,
Ma anche l’aspetto attivo dell’essere (il “non come già poco sopra accennato, non crede
fare” non può dare la certezza e l’intima affatto di essere immune da colpe, in quanto
soddisfazione di aver agito secondo i dettami di sente dentro di sé cosa sia la Giustizia ed i Bene.
Ma’at), gioca un ruolo importantissimo; Che la vita normale dell’egiziano venga
accanto alle direttive “negative” del tipo: “Io considerata una vita certamente non esente
non ho mentito”, “Io non ho commesso frodi”, dal peccato, risulta anche da un passo del testo
“Non ho ucciso i miei simili”, “Io non ho dei sarcofagi, ove è riportato che la lettura del
diffamato” ecc… , si trovano infatti anche Libri Sacri aiuta l’uomo, dopo cento anni di una
indicazioni riguardo azioni concrete e massime vita piena di “ingiustizia, di impurità e di
che prevedono un agire, in senso “positivo”. trasgressioni”, a terminare questo deplorevole
C o s i s i p o s s o n o r i l ev a r e a f f e r m a z i o n i modo d’essere, per il resto dei suoi giorni.31
riguardanti la disponibilità a soccorrere in
modo concreto il prossimo, ovvero a Il capitolo CXXV del Libro dei Morti ha un titolo
combattere per la giustizia in caso di necessità, significativo, quando recita: ”Separazione di N
del tipo: “Ho dato pane all’affamato”, “Ho d a t u t t o i l m a l e d a l u i c o m p i u t o ». 3 2
traghettato chi non aveva barca”, “Ho salvato il Amenemope nel suo Insegnamento
debole da chi era più potente di lui”, ma anche saggiamente consiglia. “Non dire: in me non v’è
aspetti riguardanti il proprio intimo “Io mi sono peccato”,33 esprimendo così una certa
arricchito solo in modo lecito”, “Io non ho fatto esortazione, rivolta a un uomo vivente, perché
altro che quanto era buono e giusto” 30: Risulta non fraintenda le varie dichiarazioni presenti
quindi chiaro che gli Egiziani hanno ben chiaro nel Libro dei Morti cui viene attribuita una virtù
quali siano le massime generali - come quella di magica, ritenendo in questo modo, anche nel
evitare di diffamare -, senza però specificare caso di una cattiva condotta, che tutto si possa
quali presupposti si trovino all’origine di questi “aggiustare” attraverso una recita pedissequa
atti di mancanza di amore verso il prossimo. di vari, opportuni, formulari34.
Forse ci si trova di fronte ad una etica ove un
certo sentire “intimo” crea una particolare Nel Papiro Ani (esemplare particolarmente
disposizione d’animo tale in cui il singolo ricco di immagini, conservato presso il British
individuo è libero, a suo modo di “sentire”, di Museum), che viene parzialmente riprodotto
applicare, nella fattispecie concreta, le qui sopra, rileviamo che il defunto esercita la
massime morali generali. L’etica egiziana, che propria “Dichiarazione di Innocenza”, cioè la
soggiace all’indicazione di agire secondo i Confessione Negativa da noi ricordata, di
dettami di Ma’at, si riferisce a un modo di essere fronte a 42 dèi (numero questo sacro per gli
soggettivo che “deve” trovarsi in armonia con il Egiziani), per assicurare loro che non ha
principio archetipale della Verità-Giustizia; commesso, in vita, nessun peccato degno di
tale morale è stata sempre compenetrata nella nota.
coscienza e nella vita dell’individuo,
polarizzando su Ma’at il comportamento
dell’uomo di fronte al prossimo, agli dèi ed alla
società.
Sotto un profilo esistenziale le due confessioni
dell’egiziano, quella negativa e quella positiva,
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 14 Dicembre 2018
Ogni colonna è concepito secondo lo stesso kara”, di cui poco sopra si è già accennato, un
modello: in alto viene proferito il nome del dio corposo insegnamento politico redatto nel
con l’invocazione “Salute a te [nome del dio]” Primo Periodo Intermedio. Questa opera, che si
mentre sotto si specifica “io non ho commesso trova in tre copie risalenti alla XVIII dinastia35
[nome del peccato]”. Come si può rilevare (ma in effetti, come detto, risale alla X dinastia
dall’immagine sopra riportata nella cornice eracleopolitana), può dare alcuni elementi in
superiore viene inserita (in corrispondenza di più per comprendere come il significato di
ciascun registro relativo alla divinità cui ci si Ma’at possa essere ulteriormente declinato.
rivolge) una piuma di struzzo – simbolo di Ma’at L’Insegnamento, com’è consuetudine in questi
– proprio per sottolineare il fatto che il defunto scritti, è rivolto al Re Meri-kara dal padre Khety
è un “giusto di voce”, cioè è puro e sincero nelle II. E’ ragionevole pensare che il testo sia stato
sue dichiarazioni. composto per volontà dello stesso Meri-kara
Nella parte destra di questa parte del Capitolo poiché nella composizione, che ha forma di
(che riportiamo ingrandita, qui a lato), sono testamento politico, mentre esalta (come
raffigurate le due dee Ma’at (in quanto il “luogo” doveroso) il padre del sovrano, gli vengono
ove si svolgono le dichiarazioni del defunto è consigliare le azioni che Meri-kara in effetti ha
chiamato “Stanza delle Due Verità”, proprio per già compiuto: la colonizzazione del Delta, il
indicare che sia l’Universo che la dimensione rafforzamento dell’Egitto contro i nomadi
umana soggiacciono allo stesso principio di beduini, il comportamento da tenere nei
Verità-Giustizia) e subito sotto vediamo Ani riguardi dell’Alto Egitto - il cui centro è Tebe -
che omaggia il dio Osiride; non manca contro il quale il regno di Heracleopolis è in
l’onnipresente Anubi che pesa l’anima di Ani (il lotta. Dal documento emerge come, in
Ba), assistito da Ammit, che vigila. Infine, in conseguenza dei disordini dell’età precedente, i
basso, c’è il principio ermetico di Sapienza e vari privilegi regali siano ormai perduti; il Re
Conoscenza rappresentato da Thoth il non è più il re-dio, superiore al giudizio divino:
quale registra tutto (paradigma del karma), anch’egli per conquistare la beatitudine
rispettando la Verità di ciò che è avvenuto nel nell’aldilà deve vivere con giustizia e adempiere
corso della vita del defunto e di come si sta ai suoi doveri verso il popolo; la regalità è ora
svolgendo il Giudizio (Verità-Giustizia concepita come dovere: la protezione del
rappresentata dalla penna di struzzo che gli sta popolo, del “gregge” e la pratica di Ma’at
di fronte, simbolo di Ma’at). rappresentano un preciso dovere, ma anche
Alla luce di quanto emerge dalle considerazioni l’unico punto di riferimento, per una effettiva
fatte riguardo il peccato e l’etica secondo gli equità e giustizia sociale:
Egiziani, risulta di particolare interesse dare
una scorsa al il cd. “Insegnamento per Meri-
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Ecce quam bonum 15 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 16 Dicembre 2018
1 Cfr. A. Gardiner, Egyptian Grammar Being an 13 Cfr. il Racconto del Contadino, B, 1, 292: “Tu
introduction to the study of hierogliphs - sei avido... tu porti via (‘w'f)”
Griffith Institute A.M. 1982 p. 567
14 Il testo detto “L’Oasita eloquente” ci è giunto
in quattro versioni differenti, tutte antecedenti
2 Urkunden des aegyptischen Atertums, la XIII Din
Leipizig. IV, 384 sg., iscrizione di Speos
Artemidos. 15 Letteratura e Poesia dell’Antico Egitto, op.
cit., p. 30 sg.; Cfr. anche Edel, Mitteilungen des
3 Siamo al termine della XVIII dinastia (ca. 1335 Institutes für Orientforschung Berlin, p. 220
a.e.v.), quando, dopo una intensa lotta civile,
viene ucciso il Faraone Akhenaton il quale, in 16 Papiro Anastasi II, 10, 7
precedenza, aveva “destituito” tutti gli dèi,
imponendo il culto del dio unico Aton. 17 In Egitto in caso di morte da bambino o da
giovane si considera il defunto come esente da
introduttiva del decreto inteso a ripristinare qualsiasi colpa; cfr. Sander-Hansen, Tod p. 29
l’ordine nel suo paese, Haremhab formula in
questi termini l’unione del faraone con Ma’at : 18 Letteratura e Poesia dell’Antico Egitto, op.
“È venuta la Ma’at dopo essersi unita [con il Re cit , L’insegnamento per Meri-kara [amato dal
Haremhab].4 . Ka di Ra], pag. 83
4 Helck in Zeitschrift fur Egyptische Sprache 19 Pet-Osiri (cielo di Osiride) la cui tomba si
und Aleterumskunde, Leipzig, 80, 1955, p. 114 trova a Tuna el-Gebel (vicino Ermopoli) è stato
e tav. X, linea 6. sommo sacerdote presso il regno di Filippo
Arrideo (età Tolemaica); Cfr. Letteratura e
5 Edfu, I, 521 (Tolomeo IV) Poesia dell’Antico Egitto, op. cit., p. 537; cfr.
Lefebvre Le tombeau de Petosiris I-II, Cairo
6 Dendera, II, 58 (Nerone) 1023-24
9 Ibidem . IV, 2026; è la cosiddetta “stele della 21 Cfr. Ibidem, p.83 sgg.
restaurazione” – Ulteriori approfondimenti in
Posener, Littérature et politique dans l’Égypte 22 Nell’ebraismo rabbinico si è addivenuti ad
de la XII dinastie, 1956, pp. 57 sgg. un’apoteosi della Legge: essa “dura in eterno”,
esisteva prima della creazione del mondo,
10 Templi di Tebe del periodo greco-romano, viene spiegata dal dio in una casa celeste della
95Ä-90k: testo e trad. in Sethe, Amun, 125 e dottrina, ecc…; cfr. Morenz, op. cit. nota 29 pag.
tav. IV. 191.
11 Pietra di Shabaka, 57
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23 Questi rigidi precetti sono particolarmente 33 Letteratura e Poesia dell’Antico Egitto, op.
noti, anche grazie a quanto riportato del Nuovo cit, Insegnamenti di Amenemope p. 491 sg.
Testamento relativamente alle varie lotte di
Gesù e dei primi cristiani. Cfr. Marco VII, 1 sgg., 34 Il perdono delle colpe può avvenire a seguito
o 23 sgg - Cfr. anche nel Talmud babilonese, di un pentimento sincero (tesi del sacramento
Jebamoth 21a. della Confessione cattolica), ma tale “pulizia”
veniva praticata nella cristianità, una volta,
24 La Torah contiene 613 Mitzvot dei quali 248 anche mediante l’acquisizione delle cd.
sono, comandamenti positivi, obblighi a “ i n d u l g e n z e” c h e s e m b r a v a n o s a n a r e
compiere una determinata azione (come ad comportamenti deplorevoli mediante azioni
esempio l'obbligo della circoncisione maschile), del tutto profane, che poco avevano a che
mentre 365 sono comandamenti negativi, spartire con la religione.
divieti, come ad esempio il divieto di indossare
capi composti da lana e lino insieme. Ciascuno 35 Cfr. Letteratura e Poesia dell’Antico Egitto,
di questi precetti nasconde in sé un preciso op. cit,p. 83 sgg. II manoscritto principale è il
significato simbolico. papiro III6a conservato nel Museo
dell’Ermitage a San Pietroburgo. Nell’opera di
2 5 H i l l e l ( B a b i l o n i a , 6 0 a . e .v. c i r c a – A. Volten, Zwei altägyptische politische
Gerusalemme,7 e.v.) è stato un grande rabbino, Schriften (Analecta Aegyptia, a, IV),
primo dei Maestri della Mishnah ed è vissuto a Kobenhavn 1945, viene riportato l’elenco e le
Gerusalemme al tempo di Erode il Grande. referenze dei tre manoscritti che riportano
questo importante insegnamento politico; un
26 Talmud di Babilonia, Shabbath 31 commento con traduzione parziale, in S.
Donadoni, Storia della letteratura egiziana
27 Cfr Letteratura e Poesia dell’Antico Egitto, antica, Milano 1957, pp- 86-94
op. cit, Insegnamento di Amenemope, p.491
sgg.; documentazione in Lange, Amenemope, 36 E. Otto, Mitteilungen des Deutchen
pp. 20 sg.. Questo insegnamento figura nel Aechaolog. Inst. Abt. Cairo/Augsburg/Berlin,
papiro del British Museum n. 10474 e parte 14, 1956, p. 151; Otto parte dallo studio della
figura in una tavoletta di legno conservata al legislazione e della giustizia nell’Antico Egitto e
Museo Egizio di Torino. Si ritiene che la non da aspetti filosofico-religiosi.
datazione di tali documenti possa essere
stabilita tra la XXII e XXVI dinastia.
37 Insegnamento di Amenemope, in
28 Cfr. Edel, Phraseologie, pp. 39 sg. Letteratura Poesia Antico Egitto op. cit. p.491
sgg.
29 Ibidem, p.55
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Rimandiamo ad altri testi per l’analisi del pragmatica e senza essere pedante, attraverso
sistema degli Eletti Cohen, dato che in questa la costante ripetizione dei concetti, dei cicli e
sede si intende invece comprendere come e se il con l’escamotage dei tipi, scandisce con
Trattato abbia qualche influenza e precisione il percorso che dovevano attuare gli
utilità pratica nel lavoro di un martinista. Eletti Cohen, ma che anche noi martinisti del
XXI secolo dovremmo attuare, sempre che se
Iniziamo col dire, senza perderci in frivolezze ne prenda coscienza.
degne della politica da quattro soldi, che fare
martinismo oggi, qui, non è come fare gli Eletti Il testo
Cohen, se non altro perché non ci chiamiamo Le parole chiave del martinezismo sono
così e non siamo strutturati alla stessa maniera. Riconciliazione, Reintegrazione, Culto Divino;
Eppure il fare martinismo non può prescindere parole che si danno stranamente per scontate,
dall’opera di Martinez de Pasqually, banal- senza però riuscire a delinearle con precisione.
mente perché la figura principale che ha dato il Se non si comprende esattamente cosa si
nome al movimento martinista è Louis-Claude intenda con queste espressioni, si finisce in un
de Saint-Martin, il quale sì ad un certo punto confuso procedere, in una fumosa routine e
abbandonò gli Eletti Cohen, ma mai ne rinnegò quando il ritmo diventa vacuo, si va alla ricerca
l’opera e mai cessò di utilizzare i concetti, i di risposte semplici ma improbabili, sempre al
termini e le idee contenute nel Trattato. di fuori del perimetro di questa Tradizione.
Riteniamo che questo punto sia fondamentale
e da solo basterebbe a fare chiarezza, a 127 Il termine Riconciliazione compare nel
anni dalla fondazione dell’Ordine Martinista e a Trattato, sia come sostantivo che in forma
102 dalla morte di Papus, su come dovrebbe aggettivale, circa 70 volte, contro le 20 volte
orientarsi la docetica martinista. della parole Reintegrazione, mentre il termine
Culto, nella sua accezione positiva, da solo o
La situazione attuale del martinismo, accompagnato all’aggettivo “divino”, compare
limitandoci unicamente all’Italia, sembrerebbe più di 80 volte. Due di queste tre
piuttosto confusa sul piano delle basi espressioni chiave vengono ampiamente
docetiche, sembra che si sia perso il lume guida. sviscerate nel testo e a lettura avvenuta
Noi riteniamo invece che per tentare la strada sarebbe impossibile non accorgersene.
del martinismo, pur senza risvegliare la Pur avendone già diffusamente trattato in
struttura e le pratiche degli Eletti Cohen, si precedenza, è utile riepilogare il fatto che col
debbano assorbire le riflessioni e i linguaggi termine Riconciliazione si intende il ripristino
del Trattato per poter comprendere in che delle virtù e potenze originarie, da parte
direzione ci stiamo muovendo con le nostre di Dio, in Adamo, in seguito alla prevaricazione
pratiche e su quale struttura intellettuale ci di quest’ultimo e alla conseguente punizione.
ancoriamo. La materia dunque è quella
della consapevolezza, risultato della lucidità,
dell’autocritica, a loro volta frutti del
lavoro sulla presenza di sé.
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Ecce quam bonum 23 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 24 Dicembre 2018
Una lettura mediamente attenta del Trattato, dell’introspezione e del silenzio come la
che è il testo da cui TUTTO il martinismo, il quarantena dei patimenti che seguono la
maertinezismo e la massoneria Rettificata prevaricazione di Adamo, pene che porteranno
in fin dei conti hanno avuto origine, potrebbe al pentimento e alla richiesta di perdono da cui
aiutare a prendere coscienza di molte scaturirà la Riconciliazione e il ripristino delle
questioni irrisolte. E’ dirimente considerare qualità divine.
l’impianto mitopoietico nel quale la nostra Drammaticamente c’è la tendenza, del tutto
narrazione si incardina, ed è il mito di Genesi, illusoria e arrogante, di ritenere che
commentato in chiave arcana nelTrattato. La l’iniziazione sia una sorta di elezione, quando
prevaricazione di Adamo è il peccato originale più prosaicamente andrebbe vista come una
ereditato da tutti gli uomini; ogni individuo formalizzazione della propria presa di
dunque si ritrova già nella condizione della coscienza dello stato di materialità,
materialità, pur essendo posterità di Adamo, prevaricazione e peccato in cui si trova l’uomo
quindi potenzialmente in grado di redimersi per discendenza. Stiamo naturalmente
dalla melma della propria condizione e, parlando di una condizione di “peccato
ottenuta la Riconciliazione, intraprendere il originale” che trova le sue spiegazioni nella
lungo cammino verso la Reintegrazione teologia, nel simbolismo, nel linguaggio del
attraverso la pratica del Culto Divino. mito, ma che è altresì utile per far comprendere
come la logica del superuomo non sia efficace ai
La presa di coscienza è quella che si esplica nel fini della Reintegrazione, anzi è proprio la logica
famoso richiamo spirituale, tutta quella serie di dell’autosufficienza rispetto al divino che ha
interrogativi che portano un individuo a generato la prevaricazione dei primi spiriti
cercare risposte non banali e non materiali e e quella di Adamo.
magari a bussare alla porta di qualche Tempio.
Nei percorsi spirituali eredi della tradizione
Cohen e più prosaicamente nella Libera
muratoria, chi si approccia viene stimolato a
porsi ulteriori domande rispetto all’esistenza, a
maturare l’esigenza dell’introspezione, la quale
poi si concretizza nel Gabinetto di Riflessione e
scaturisce nell’iniziazione dell’Apprendista e
nel silenzio che domina il periodo di
apprendistato.
Alla luce del Trattato e della dialettica Cohen
questa fase presente ulteriori aspetti
interessanti. Nel capitolo relativo alla figura di
Noè, l’Arca “misteriosa” viene presentata come
“l’involucro caotico che conteneva ogni
principio di creazione e forme corporee” e in
definitiva rappresenta la dimensione
normale della vita umana legata ai meccanismi
biologici. Ancora “I quaranta giorni in cui
gli animali furono privati della luce elementare,
rappresentano con chiarezza Il libero arbitrio
l’operazione fisica che gli uomini sono costretti a
provare nella loro riproduzione Uno dei temi centrali del Trattato, che viene
corporale” e “i quaranta giorni che quelle acque particolarmente affrontato nel primo
grossolane hanno impiegato per capitolo, è quello del libero arbitrio, tema
scendere giù rappresentavano i quarant’anni di presente anche nella teologia cristiana e
pene e di patimenti che Adamo ha nella filosofia più in generale. All’atto pratico -
provato nell’anima e nello spirito dopo la sua perché ripetiamo, il Trattato è
prevaricazione”. Possiamo rileggere la fase
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Ecce quam bonum 25 Dicembre 2018
pragmatico - non esiste una sorta Tempio divino che è l’Uomo riconciliato. Nel
di predestinazione, il fatto di prevaricare o primo capitolo Pasqually ci ricorda come “il
meno è materia di libera scelta; tradotto in Tempio di Re Salomone fu costruito senza utensili
termini umani, l’uomo è colui che liberamente di metallo: il Creatore ha voluto dimostrare a tutti
sceglie lo spirito o la materia e nemmeno Dio gli uomini che la formazione del primo uomo è
può intervenire su questo aspetto, Egli avvenuto senza alcuna operazione fisica
potrà intervenire solo sulle conseguenze di materiale.”.
questa scelta, ed è proprio su questo
problema che si incentra tutto il dramma della La narrazione della sacralità dell’Uomo
prevaricazione e Riconciliazione. Il tema riconciliato viene meglio esplicitata
del libero arbitrio è sottile e a mio modo di più avanti, nella lunga orazione di Mosè dove
vedere le seguenti parole di Willermoz nei parla del Tabernacolo: “Soprattutto non
“Nove Quaderni D”, delineano bene la dimenticare che questo tabernacolo è, come ti ho
delicatezza della questione “Dopo che un essere già detto, l’immagine della forma corporea del
pensante ha concepito un qualunque pensiero, minore” e ancora “La porta d’oriente del
questo pensiero va a colpire il trono di Dio che lo tabernacolo di Bezalel, lì dove entro per invocare gli
vede e lo giudica. Lo accoglie se è conforme alla sua abitanti del superceleste, rappresenta il cuore
legge, e lo respinge se invece è contrario”. Tali dell’uomo; con il cuore il minore riceve le più grandi
questioni filosofiche ed esistenziali, come si soddisfazioni come i più grandi favori che Dio gli
vede, non rimangono concettuali, ma si invia direttamente tramite gli abitanti del
sviluppano nelle scelte concrete di un percorso superceleste”.
iniziatico.
Ad esempio il tema dell’autosufficienza Spesso tra di noi ci diciamo come le suddivisioni
rispetto all’universo e al divino è presente in tra Via Cardiaca, Teurgica e Sacerdotale siano
diverse correnti iniziatiche, così come viene più che altro schemi di comodo, in effetti alla
riproposto in vari contesti ideologici di luce delle parole appena lette “Via Cardiaca”
matrice materialista che imperversano nella assume ben altre e più ampie valenze e ci fa
nostra società. Porsi queste domande e sospettare che il momento in cui le porte del
riflettere sui contenuti che un testo di tal specie Tempio-Uomo si apriranno sarà di molto
ci propone, è compito di chi si avvicina successivo. Si parlava prima di “elezione” e nel
ad un percorso spirituale; sarebbe fuorviante conformarci ai tempi scanditi dalla narrazione
ritenere, ad esempio, di essere completamente delle vicende cosmosofiche ed escatologiche di
padroni del proprio essere materiale e Adamo e della posterità dei minori, non
spirituale, perché questo andrebbe in possiamo che chiederci quando e semmai
disaccordo con tutto il percorso cristiano della giungerà la Riconciliazione per chi percorre con
massoneria Rettificata, e ci si porrebbe nella profitto e sincerità la via della purificazione.
condizione dei prevaricatori, quindi è
importante capire che lingua si vuole parlare e
soprattutto se la si vuole parlare. La Riconciliazione e i “frutti spirituali”
Q u e s t a a t t i t u d i n e r i g u a r d a t ra l ’a l t r o Nel mito la Riconciliazione giunge per Adamo e
l’autoconsapevolezza, lo spirito critico, l’umiltà, viene scandita dalla lunga impetrazione
la presenza interiore. che lo stesso pone in atto per chiedere perdono
al Creatore. A proposito della Riconciliazione di
La purificazione Adamo Pasqually scrive “è Adamo ad aver dato
Lo stato di oscurità del Gabinetto di Riflessione, per primo una esatta conoscenza alla sua posterità
il silenzio dell’Apprendista, la sepoltura di delle differenti virtù, potenze e proprietà che erano
Hiram, i Maestri che giungono incatenati nella innate nel Creatore, affinché questa posterità
Camera Scozzese di S. Andrea, la veglia di potesse apprendere che era nata per combattere a
preghiera che precede la consacrazione degli maggior gloria di Dio e per tributargli il culto per cui
Scudieri, sono situazioni che esemplificano la è stata perpetuata.”
discesa nei 40 anni di pene del Dio-Uomo, la
spoliazione dai metalli per ripristinare quel
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Ecce quam bonum 26 Dicembre 2018
Si capisce allora che il Culto Divino sorge dopo prevaricatori che adularono Adamo avessero
l’avvenuta Riconciliazione, tutte le altre fatto leva sul suo orgoglio, così come in
essendo operazione preparatorie di generale gli spiriti maligni si presentano spesso
purificazione. I dettagli del Culto vengono in forma illusoria, ricordandoci così il
spiegati in particolare nel capitolo di Noè e serpente di Genesi, di cui nel Trattato non si fa
nella lunga allocuzione di Mosè. cenno ma che in realtà è la totalità degli
Se negli Eletti Cohen le operazioni seguivano spiriti prevaricatori.
pari pari le descrizioni e le catalogazioni del Ecco allora che parte del percorso si basa sullo
Trattato, nella nostra prassi martinista e sviluppo della consapevolezza, del
martinezista le stesse operazioni hanno subito discernimento, della ricerca della verità, della
un cambiamento nella compilazione, ma non capacità di orientare il proprio libero arbitrio in
nel significato e nel posto che esse occupano. modo che torniamo ad essere esseri pensanti,
Bisogna essere però sinceri nel riconoscere non più pensosi, non più frastornati da quel
come i passaggi formali di grado e la consegna rumore di fondo demoniaco, in grado di captare
delle specifiche ritualità non necessariamente i pensieri buoni instillati dagli spiriti buoni. Ecco
si accordano nella pratica con la prova perché è importante assorbire un certo
dell’avvenuta Riconciliazione, se non altro linguaggio, perché i termini sono specifici e ci
perché, come si accennava prima, non ci danno l’esatta delimitazione del loro utilizzo.
riferiamo in maniera semplicistica a promesse Per riprendere il concetto, ricevere il sigillo
di “visioni luminose” o cose del genere. dell’iniziazione martinista non significa dunque
Riteniamo che oggi come oggi, mutate le automaticamente essere riconciliati, né
condizioni culturali e sociali in cui ci si trova ad aspettarsi manifestazioni sovrannaturali nel
operare, i segni della Riconciliazione siano se cerchio operatorio è l’attitudine corretta. I
possibile ancora più ambigui e complessi da segni della Riconciliazione sono qualcosa di
rilevare e rimangano materia di discernimento profondamente intimo che riguarda tutto il
individuale. complesso vitale e spirituale dell’Iniziato.
Nella nostra esperienza quotidiana alcuni
Fratelli e Sorelle, nel continuo confronto con i
propri mentori, pongono sul piatto la possibilità
che sogni, esperienze spirituali, intuizioni
elevate ecc possano costituire segni di
progresso sul percorso iniziatico. Più
prosaicamente però, e con un approccio se
vogliamo più scettico, spesso bisogna smentire
questi romantici afflati, perché non tutto ciò
che appare è ciò che sembra. E’ una questione di
metodo e di corretta assunzione di iconemi e
linguaggi. Sincuramente il Trattato ci parla dei minori
Il Trattato anche su questi aspetti fornisce riconciliati, dediti al Culto Divino, come veri e
materiale prezioso di confronto e riflessione: si propri guerrieri spirituali profondamente
accenna al fatto che la materialità non dediti al Culto stesso, proiettati verso un unico
costituisce la vera realtà ma è una forma obiettivo. Ad esempio l’arduo percorso
illusoria, in quanto la realtà è nello spirito e nel dell’errore nell’approccio al Culto Divino ci
divino, che si possono a fatica riconquistare; si viene raccontato nelle vicende di Giacobbe e
ribadisce che a causa della discesa nella della lotta spirituale con l’Angelo, oppure nella
materia in seguito alla prevaricazione, lotta di Mosé coi maghi egiziani, dove a parità di
comunque l’uomo anche dopo la abilità magiche, alla fine chi soccombe è il mago
Riconciliazione deve per forza operare il Culto egiziano divorato dai pidocchi, al
Divino attraverso la cerimonia, diversamente termina della decima e ultima operazione in cui
dai primi spiriti che Mosé ricostituisce l’equilibrio dopo che
operavano un Culto puramente spirituale; la sua fede aveva vacillato nel confronto con gli
inoltre si sottolinea spesso come gli spiriti stregoni egizi.
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Ecce quam bonum 28 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 30 Dicembre 2018
Ecco come ne parla invece il Trattato, sempre a tre giorni della sua discesa agli inferi, le qualità
proposito di Noè e del Diluvio: “La colomba che divine di Adamo (intenzione, volontà, parola). Il
uscì, volteggiò per la prima volta attorno all’arca e ternario ritorna nella suddivisione dell’intero
vi si posò: è il vero simbolo dello spirito angelico diagramma del Trattato, la stessa terra è
divino che guidava e custodiva l’arca con tutto descritta come triangolare. Mi limito ad
quello che conteneva e faceva conoscere a Noè la esporre questa descrizione dal Trattato:
volontà del Creatore, in merito alla manifestazione “Dunque questa figura non rappresenta altro
della sua giustizia. La colomba rappresenta anche che le tre essenze spiritose che hanno cooperato
lo spirito compagno dei minori che circonda con il alla forma generale terrestre. L’angolo inferiore
suo cerchio spirituale per difenderli dallo choc rappresenta Mercurio, quello verso mezzodì lo
demoniaco che gli spiriti perversi mettono in atto Zolfo e quello verso nord il Sale”. Il Trattato però
ad ogni istante contro di loro”. va oltre, cercheremo quindi di ragionare,
collegando parti diverse del testo, sulla triplice
Il ternario divisione del corpo e su cosa significa nella
nostra dialettica.
Ritorniamo invece a parlare dell’attività
generale del percorso martinista - martinezista Nel capitolo di Noè così si dice così: “Dividiamo
e cerchiamo di capire ulteriormente come nulla tutta l’ossatura della forma umana in tre parti (…)
è puramente strumentale ma tutto risente di Queste tre parti principali del corpo umano mi
una struttura chiaramente delineata nel consentono di spiegarvi anche le tre azioni
Trattato. principali che hanno causato l’incremento di tutti i
Nella nostra pratica e docetica si insiste molto corpi caotici (…) Con queste tre operazioni la
sulla triplice suddivisione del corpo-tempio creazione universale ricevette leggi, precetti e
uomo, sia nella ritualità di purificazione, sia in comandamenti e quando ogni cosa ebbe ricevuto,
altre pratiche di perfezionamento. In breve, il appunto, leggi, precetti e comandamenti avvenne
corpo viene suddiviso in tre macro aree, l’area l’esplosione del caos. Allora ogni forma corporea
superiore, centrale e inferiore, anziché nei contenuta nel caos si mise in azione operando
canonici 7 centri energetici o chakra. Il secondo l’ordine ricevuto”. Nel capitolo su Adamo
simbolismo collegato a questa triplice così si dice “Dopo la putrefazione, escono dalla
suddivisione è ampio, ad esso possono essere forma corporea degli esseri corporei che
collegati i tre principi alchemici, le tre lettere chiamiamo rettili che ci sono fino a quando i tre
madri ecc. Nel Trattato l’uso dei numeri è ampio principi spirituali che hanno cooperato alla forma
e continuo, tanto significativo da essere corporea dell’uomo, non sono reintegrati. (…) I tre
naturalmente e perfettamente coerente con la principi - Zolfo, Sale, Mercurio - operando per la
nostra prassi. Ritroviamo costantemente la loro reintegrazione, urtano le ovaie seminali che
triplice suddivisione, come le tre parti stanno lungo tutta l’estensione del corpo. (…) La
dell’universo (universo, terra, particolare), i tre vita e l’azione degli animali nell’umido radicale
principi consegnati da Dio ad Adamo prima derivano dall’operazione dell’asse, fuoco centrale,
d e l l a p r ev a r i c a z i o n e ( l e g g e , p r e c e t t o , che toglie con la sua ultima operazione, tutte le
comandamento), le tre dita della mano che impurità che circondano le tre essenze spiritose
rappresentano gli spiriti buoni in che ancora sono mantenute nella
contrapposizione a quelli cattivi (medio-anima, forma del cadavere”.
pollice-spirito buono, indice intelletto buono),
le parole dei demoni che corrompono Adamo
dicendogli che egli è possessori di pesi, numeri e
misure, i tre cerchi del corso universale
(sensibile, visuale, razionale); Questi ultimi in
particolare tendono a descrivere come l’uomo
opera nel cammino della Riconciliazione,
fornendo una suddivisione meta-spaziale.
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Ecce quam bonum 32 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 33 Dicembre 2018
E la Reintegrazione?
Si potrebbe realmente continuare a lungo, ma
riteniamo che siano stati forniti adeguati
stimoli di approfondimento. Quello che
vorremmo comunicare è che il percorso
martinista-martinezista andrebbe finalmente
affrontato coerentemente a quelle che
sono le sue origini, e le sue origini sono nel
Trattato sulla Reintegrazione degli Esseri.
Abbiamo parlato poco di Reintegrazione in
realtà, perché essa costituisce l’obiettivo
ultimo di ogni minore, il ritorno nell’immensità
divina, il ritorno alla condizione
primigenia dei primi spiriti, la totale
conformazione a Dio. La Reintegrazione
avviene per tappe spesso inafferrabili, ci
immaginiamo che nella costante messa in atto
del Culto Divino, in stato di grazia a seguito di
una Riconciliazione insondabile all’
esterno, l’uomo riconciliato rarefaccia
progressivamente la propria materialità fino al
momento in cui la Shin opererà la disgregazione
del corpo fisico. Allora la Reintegrazione
continuerà, il
Culto Divino proseguirà secondo nuove regole
per noi inimmaginabili. La Reintegrazione non è
un percorso semplificabile, non è una
descrizione di tappe, è uno stato profondo
che travalica ad un certo punto l’individualità,
perché necessariamente deve divenire
Reintegrazione dell’intera umanità, dell’intero
universo, in un movimento così ampio da
non essere apprezzabile né a parole né a
pensieri. Vorremmo che i Fratelli e le Sorelle,
p r e s e n t i e f u t u r i , i m p a r a s s e r o l ’a r t e
dell’introspezione e acquisissero la pazienza di
raccogliere i buoni frutti che derivano dallo
studio assiduo di testi come il Trattato, che
sono la nostra origine e la nostra guida. La voce
dei buoni spiriti arriva anche da lì…
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 35 Dicembre 2018
LA FORMULA PENTAGRAMMATICA ED
IL CORPO UMANO
Ignis A:::I:::
alieni favorevoli o avversi; subirli, combatterli;
L’insieme delle 4 lettere ebraiche יהוה trarne beneficio o danno come miseri esseri
Yod - He - Vau - He, o formula TETRA reattivi o interpretarli come riflesso delle
GRAMMATICA, articolate generalmente in nostre azioni o stati d’animo. Usare corpo e
YAHVEH, sono comunemente associate al mente come armatura o come una fucina
nome del dio biblico; quel dio che tradizioni capace di scomporre elementi grossolani per
Gnostiche Alessandrine individuano come trasformarli in energia sottile con cui nutrirsi,
Demiurgo, imperfetto creatore del mondo correggersi, rigenerarsi
manifesto e di Adamo. Un mondo imperfetto -Adamo, plasmato con i 4 elementi, prende vita
quanto la stirpe che lo abita, creato da un Eone attraverso un soffio. -
invidioso, permaloso e vendicativo, confinato Giovanni l’Evangelista, nell’incipit del suo
in un angolo del creato dal Vero Dio a causa Vangelo, racconta di un Dio che crea per mezzo
della sua prevaricazione. del Verbo; una azione consapevole che
attraverso la parola, un suono, una vibrazione
יהוהcontrolla il mondo manifesto ed i 4 crea. Allo stesso modo il Demiurgo attraverso il
elementi principali di cui è composto sono in lui soffio trasforma materia incosciente in “essere”
riconducibili attraverso la scomposizione del cosciente, assoggettandolo alle leggi
suo nome in “FORMULA”: Yod (aria), He (terra), imperfette della manifestazione, per proprio
Vau (fuoco), He (acqua). Tutto ciò che imprime capriccio.
forma e sostanza alla realtà possiede elementi -Uomo ad immagine e somiglianza di Dio -
affini agli elementi materiali e spirituali che Immaginando di indossare la formula tetra-
animano ogni essere umano, tanto che possono grammatica, la Yod sarà posizionata sul capo, la
interagire ed influenzarsi. prima He su gola, spalle e braccia, la Vau sarà
Se gli elementi esterni fossero realmente alieni posizionata sul tronco a coprire, per così dire,
al nostro essere, potrebbero interferire polmoni e spina dorsale, la seconda He bacino e
esclusivamente sulla nostra sfera materiale, sul gambe.
corpo fisico; come una freccia che colpisce un La testa, è direttamente collegata all’elemento
bersaglio o una piuma che sfiora la pelle e aria, elemento sottile come l’intelletto. Il centro
portare esclusivamente risposta sensoriale. energetico della YOD può essere intuito nella
Ma ciò è negato dall’evidenza, in quanto la zona intra-cigliare corrispondente al “terzo
nostra psiche ne rimane influenzata e non solo occhio”
come memoria esperienziale, ma come una spalle e braccia, destinati a sorreggere le
vera e propria cicatrice interiore che forma o fatiche ed a manipolare la materia sono legate
deforma il carattere. Qualcosa penetra e si fissa all’elemento terra. La prima HE ha come centro
all’interno della nostra anima, interferendo, energetico la gola.
alle volte, persino sulla manifestazione Il busto contiene gli organi predisposti alla
esteriore dell’uomo, con posture innaturali, trasformazione degli alimenti che con la spina
atteggiamenti grossolani, azioni disordinate o dorsale sono di sostentamento al corpo, una
compulsive. vera e propria fucina alchemica con il suo
Possiamo quindi continuare a percepire ed elemento fuoco. Il centro energetico della VAU
analizzare gli stimoli esterni come elementi risiede nel plesso solare.
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 36 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 38 Dicembre 2018
È opinione diffusa che vi sia una Tradizione riprendono in maniera più o meno evidente le
Universale e Perenne che poi, a causa di una forme del Cerchio, del Triangolo e del
progressiva degenerescenza, si sia Quadrato, figure geometriche considerate
frammentata in molteplici espressioni, che oggi “sacre” nella quasi totalità delle tradizioni,
sembrano non avere nulla in comune tra loro. tanto d’Oriente quanto d’Occidente, come
Molti autori hanno trattato questo aspetto, dimostrano - solo per citare due esempi - molte
René Guénon è forse il più noto e prolifico, e calligrafie giapponesi o le incisioni della
rimandiamo quindi a loro il lettore che voglia “Atalanta Fugiens”. Partendo da questa
analogia visiva, analizziamo di seguito il
approfondire questo aspetto; a noi basta
significato di queste forme della spiritualità
ricordare che tanto in Oriente quanto in
giapponese in generale e dell’Aikido in
Occidente molte sono le Arti e le discipline in particolare.
cui si evidenzia questo concetto, dall’ “Ora et Le tre forme dell’Aikido
Labora” delle comunità religiose del Medioevo Morihei Ueshiba, il Fondatore dell’Aikido,
al “Ken fude ittai” (“La spada e il pennello sono la disegnava e citava spesso il Triangolo, il Cerchio
stessa cosa”) con cui si evidenziano le ed il Quadrato per illustrare i principi tecnici e
similitudini tra la scherma e la calligrafia spirituali della sua Arte marziale.
giapponese. Per questo, può accadere che
praticare una disciplina o un’Arte ci aiuti a
comprendere meglio le tecniche ed i principi di
un’altra disciplina o Arte, apparentemente
diversissima dalla prima.
Un corpo, tre punti
Nel rituale di purificazione che viene eseguito
in occasione del novilunio, ciascun
appartenente al N.V.O. esegue tre invocazioni,
focalizzando l’attenzione in altrettanti punti
specifici del corpo. In particolare, la
invocazione rivolta alla Madre è eseguita
concentrandosi sulla zona addominale, Il Cerchio rappresenta universalmente il
l’invocazione rivolta a Cristo Re è focalizzata
principio femminile nelle sue varie espressioni,
sul plesso cardiaco, mentre l’invocazione
a partire da quella fisica: sin dalla notte dei
rivolta all’Eterno Padre si focalizza sulla zona
intraciliare. tempi i seni ed i fianchi abbondanti, ovvero le
Al fine di favorire la concentrazione "curve" prosperose, erano nelle donne segno di
dell’attenzione nelle tre zone sopra indicate opulenza ed indice di buona salute e di sicura
durante la recita delle relative invocazioni, ho discendenza. Il cerchio nell’Aikido è Taru
trovato utile assumere posture specifiche con musubi, ovvero il "fondamento del
le braccia e le mani. Durante l’invocazione alla completamento", come l'Eva biblica creata per
Madre ho posto le due mani sull’addome, una "completare" Adamo e simboleggia quindi il
sopra all’altra, con le braccia che assumevano regno vegetale, la Madre Natura rigogliosa
una forma circolare. Nell’invocazione rivolta a rappresentata dai miti di Cerere e Demetra.
Cristo Re le braccia si piegano portando le mani Nell’invocazione alla Madre si fa riferimento
giunte all’altezza del cuore con i due palmi a all’Acqua, e così possiamo vedere nel cerchio
contatto tra loro, mentre nell’invocazione formato dalle braccia la bocca di un pozzo o il
rivolta all’Eterno Padre ho aperto le braccia profilo di una coppa che contengono l'Acqua
all’altezza delle spalle, portando gli avambracci che assicura la vita e che scende verso il basso e
verticali, con le mani aperte ai lati della testa ed scorre in orizzontale.
all’altezza della fronte.
Le braccia, nelle tre posizioni prima descritte,
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Ecce quam bonum 39 Dicembre 2018
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 40 Dicembre 2018
Conclusioni
E’ appena il caso di rimarcare che oltre a IL DOMINIO
quanto sopra, le tre forme rappresentano
simbolicamente molto altro: possiamo SULL’AGENTE MAGICO
ricordare l’analogia con i tre mondi dell'uomo: il
mondo materiale, composto da quattro
elementi, è rappresentato dal quadrato; il Ra A:::I::: Gruppo Parthenope -
cerchio rappresenta il Divino, l'Uno che tutto Napoli
contiene e che non ha ne' inizio ne' fine mentre il
triangolo, che nella tradizione pitagorica si Il Mago (Arcano I dei Tarocchi) - centro
manifesta come Tetraktys simboleggia l'ascesa d’azione originario, autonomo e intelligente
dal molteplice all'Uno e secondo il Wirth, - applica la sua volontà sul piano di
collocandosi tra il cerchio ed il quadrato, formazione del mondo materiale: il piano
rappresenta il mondo spirituale, il tramite tra la astrale. Egli è attivo creatore e/o sfruttatore
Materia e il Divino, la modalità in cui l'uomo dell’altrui suggestionabilità, il cui centro
(dalla Trinità cristiana alla Trimurti induista) intellettivo è capace di produrre il fenomeno
tenta di raffigurare l'inconoscibile. della realizzazione della sua volontà quando
Nel ringraziare il paziente lettore che mi ha non è in balia delle sollecitazioni che
seguito sino a qui, concludo questo lavoro che provengono dai sensi fisici. Solo la perfetta
nasce, come altri in precedenza, senza alcuna emancipazione della volontà intelligente
pretesa di originalità ed è anzi prima di tutto assicura il dominio sull’Azoth. In magia il
la dovuta testimonianza e il sentito potere psichico è la causa, le forze astrali
ringraziamento ai chi, con ingegno e pazienza, sulle quali esso agisce sono il mezzo, la
ha indirizzato i miei passi e le mie azioni. A loro, creazione materiale è l’effetto. Il creatore
come sempre, il merito di quanto di buono il attivo non agisce dunque direttamente sulla
lettore troverà in queste righe, mentre sono
materia ma su di un intermediario, che a sua
esclusivamente da addebitare a chi scrive
volta reagisce sulla materia.
errori, imprecisioni, lacune e mancanze.
Quest’intermediario è il Grande Agente
Magico che muove i pianeti e dà energia alla
luce del sole, fa battere il cuore e circolare il
sangue, dà col cibo e la respirazione la vita
agli animali, ci fa amare e odiare persone,
cose o idee; si manifesta nel momento
dell’amplesso, presiede alla generazione
fisica, dopo la nascita resta a sostegno del
corpo, si libera nel momento della more.
Anima, riscalda, magnetizza, calamita,
respinge, vivifica, distrugge, coagula, separa,
spezza e rimescola tutte le cose. Solvente
universale e agente formatore e coagulante.
Forza cieca in sé stessa, che può essere
diretta dalle volontà possenti oppure avere
un effetto disgregante e mortifero. È la Forza
che serve a creare e a distruggere, che può
dunque essere usata liberamente sia per il
bene che per il male. Per suo mezzo si
compiono i prodigi che hanno un effetto nel
mondo materiale.
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Ecce quam bonum 41 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 42 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 43 Dicembre 2018
Arte e Magia
Nicodemus A::: I::: - Gruppo Nova Lux - Roma
“La pittura è un’arte, e l’arte non è inutile dice molto serenamente che l’idea che
creazione di cose che svaniscono nel vuoto, abbiamo dell’atto magico è completamente
ma è una forza che ha un fine, e deve servire irreale: il primo esempio di magia al quale
allo sviluppo e all’affinamento dell’anima […]. possiamo pensare può essere il creare un
È un linguaggio che parla all’anima con parole oggetto dal nulla, o trasformare un cavallo in
proprie, di cose che per l’anima sono il pane una sedia. Questa non è la Magia della quale
quotidiano, e che solo così può ricevere.” (Lo illustri menti hanno voluto parlare,
spirituale nell’arte, pag. 88). perché questo tipo di magia esiste solo
È importante, anzi fondamentale, slegare nell’immaginazione popolare. La Magia può
questo discorso da ogni valenza religiosa. solo quello che è naturalmente, e dunque
Qui non si tratta di perpetuare una cosmicamente possibile. Lo stesso Encaussè
conoscenza presa in prestito, né tantomeno definisce la Magia “l’applicazione della
l’artista chiede allo spettatore un atto di volontà umana finalizzata all’evoluzione
fede: la valenza spirituale di un’opera d’arte è rapida delle forze viventi della natura”.
ben sperimentabile da quest’ultimo e ciò che (traitè methodique de magie pratique, Per
rende difficile parlarne è proprio la natura Valentin Tomberg essa è “la messa in pratica
del fenomeno. Lo spirituale, o invisibile, è ciò del dominio del sottile sullo spesso, della
che sta oltre la materia, e si può tentare di forza sulla materia, della coscienza sulla
parlarne soltanto attraverso il linguaggio dei forza e della coscienza superiore o divino
simboli. Ecco perché si potrebbe affermare sulla coscienza” (meditazioni pag. 85).
che ogni vera opera d’arte sia allo stesso
tempo una ierofania (dal greco antico hieròs,
“sacro” e phainein, “mostrare”).
Per “vera opera d’arte” si intenda quanto
detto da Kandisky: “è bello ciò che nasce dalla
necessità interiore. È bello ciò che è
interiormente bello”. Osserva poi riguardo
questa affermazione: “Per bello non
intendiamo la morale, esteriore o interiore,
comunemente accettata, ma ciò che anche
impercettibilmente affina o arricchisce
l’animo. Ad esempio, in pittura ogni colore è
interiormente bello, perché provoca
un’emozione mentale e ogni emozione
arricchisce l’anima. Per questo può essere
interiormente bello ciò che esteriormente è
<brutto>. Sia nell’arte che nella vita. Nulla è
<brutto> nei suoi esiti interiori, cioè nel suo
influsso sugli altri”.
Ora che abbiamo, seppur a grandi linee,
definito la valenza di Arte e di Spirituale,
possiamo analizzare il perché io li metta in
relazione alla Magia. E qui occorre, anzi direi
che diviene fondamentale, fare chiarezza
sulla definizione di magia, perché in media si
ha una concezione che non corrisponde al
fenomeno reale se non a livello “popolare”.
Gerard Encaussè, meglio conosciuto come
Papus, nel suo “Trattato di magia pratica” ci
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Ecce quam bonum 45 Dicembre 2018
Ma dove sarebbe la connessione tra Arte e indicate nel postulato sopra esposto).”
Magia? La risposta ci viene data dallo stesso Alla luce di quanto detto, troviamo una
Tomberg quando scrive: “Il senso magico è seconda analogia: è fondamentale ed
quello della Proiezione […] ‘Proiettare’ vuol imprescindibile comprendere tutti gli aspetti
dire emettere fuori, seguìto dal distaccare da qualitativi dell’oggetto sul quale si intende
se stessi i contenuti della vita interiore, attuare il cambiamento, il ché implica non
operazione simile a quella che si produce sul solo le sue qualità fisiche ma anche quelle
piano psichico nella creazione artistica e sul sottili o invisibili e quindi, nel caso dell’arte,
poetiche. Quello che in Arte si indica come
piano fisico nel parto. Il talento dell’artista
“senso poetico” in Magia lo si indica come
consiste in questo: egli può rendere obiettivi,
“c o r r i s p o n d e n z a” : t u t t o i l ra p p o r t o
cioè proiettare, le sue idee e i suoi sentimenti microcosmo- Macrocosmo è regolato dalla
in modo da ottenere un effetto più profondo l e g g e d e l l a “ s i m p a t i a r e r u m” ov ve r o
sugli altri rispetto all’espressione di queste l’attrazione dei simili e la repulsione degli
idee e di questi sentimenti da parte di chi opposti.
artista non è. L’opera d’arte è dotata di una Per tentare di approfondire il postulato di
vita propria. E lo stesso per una donna che Crowley possiamo dire che per ottenere un
partorisce un bambino, un essere dotato di cambiamento intenzionale occorre osservare
vita propria. La magia, l’arte e la procreazione i seguenti requisiti:
sono essenzialmente analoghe ed
appartengono alla stessa categoria di 1. Comprendere la Circostanza: un medico
proiezioni o di esteriorizzazioni della vita può fare una diagnosi sbagliata e la cura
interiore.” (Tarocchi, pag. 77). danneggia il paziente, così come un artista
Quella della Proiezione è dunque la prima non comprende lo spirito del tempo in cui
analogia che troviamo, che si attua sul piano vive.
concettuale. 2. Applicare il tipo esatto di Forza (qualità): un
Crowley aggiunge un postulato alla sua ignorante cerca di spegnere una lampadina
definizione di Magia: “Ogni cambiamento elettrica soffiandovi sopra, un artista vuole
voluto può essere ottenuto mediante parlare di leggerezza usando come media il
l’applicazione del grado e della specie di Forza piombo
più adatti nel modo più adatto, attraverso il 3. Applicare il giusto grado di Forza (quantità):
mezzo più adatto diretto verso l’oggetto più un lottatore non riesce a mantenere la presa
adatto. (Esempio: io voglio preparare un’oncia sull’avversario, l’opera artistica è visivamente
di cloruro d’oro. Devo prendere il tipo giusto poco efficace o debole di concetto
di acido, nitro-cloridrico e non un altro, in 4. Applicare la Forza nel modo adatto: un
quantità sufficiente e di forza adeguata e uomo presenta un assegno in banca allo
devo metterlo in un recipiente che non si sportello sbagliato, un artista presenta un
rompa, non perda e non si corroda, in modo progetto per un’opera video ad una galleria
che non produca risultati indesiderati, con la che tratta principalmente sculture.
quantità d’oro necessaria; e così via. Ogni 5. Servirsi del mezzo adatto: l’artista si
cambiamento ha le sue condizioni. accorge che il colore usato per un dipinto
Allo stato attuale della nostra conoscenza e sbiadisce o cambia.
del nostro potere vi sono alcuni 6. Applicare la Forza sul mezzo adatto: un
cambiamenti impossibili in pratica; per uomo cerca di spezzare un sasso credendo
esempio, non possiamo causare eclissi, o che sia una noce. Se Picasso avesse realizzato
trasformare il piombo in stagno, o cambiare i Guernica a matita su un foglietto di carta?
funghi in uomini. Ma è teoricamente
possibile causare in ogni oggetto qualunque
cambiamento di cui l’oggetto stesso sia
capace in natura; e le condizioni sono
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 46 Dicembre 2018
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 47 Dicembre 2018
Nei governanti predomina quindi, l’anima sole e capirebbe che queste e solo queste sono
razionale e la loro virtù specifica è la “sapienza”. le realtà vere e che il sole è causa di tutte le altre
A l c e n t r o d e l l a “ C I T TÀ” d e t t a a n c h e cose visibili. Innanzitutto, il mito della caverna
“REPUBBLICA” si colloca un celeberrimo mito simboleggia i generi dell’essere sensibile e
detto “della caverna”. soprasensibile con le suddistinzioni:
Immaginiamo degli uomini che vivano in una le ombre della caverna sono le mere parvenze
abitazione sotterranea, in una caverna che sensibili delle cose, le statue le cose sensibili; il
abbia l’ingresso aperto verso la luce per tutta la muro è lo spartiacque che divide le cose
sua larghezza, con un lungo andito d’accesso; e sensibili e le soprasensibili; al di là del muro le
immaginiamo che gli abitanti di questa caverna cose simboleggiano il vero essere e le Idee, e il
siano legati alle gambe ed al collo in modo che Sole simboleggia l’Idea del Bene.
non possano girarsi e che quindi possano In secondo luogo, il mito simboleggia i gradi di
guardare unicamente verso il fondo della conoscenza nelle due specie e nei due gradi di
caverna medesima. queste: la visione delle ombre simboleggia
Immaginiamo poi che, appena fuori dalla l’immaginazione, e la visione delle statue
caverna, vi sia un muricciolo ad altezza d’uomo simboleggia la credenza; il passaggio della
e che dietro questo, (quindi interamente visione delle statue alla visione degli oggetti
coperti dal muricciolo) si muovano degli uomini veri e la visione del sole, prima mediata e poi
che portano sulle spalle statue lavorate in immediata, rappresenta la dialettica nei vari
pietra e in legno, raffiguranti tutti i generi di gradi e la pura intellezione.
cose. In terzo luogo simboleggia l’aspetto mistico e
Immaginiamo, ancora, che dietro questi uomini teologico del platonismo: la vita nella
arda un grande fuoco e che, in alto, splenda il dimensione dei sensi e del sensibile è vita nella
sole. caverna, così come la vita nella dimensione
Infine immaginiamo che la caverna abbia una dello spirito è vita nella pura luce; il volgersi dal
eco e che gli uomini che passano al di là del muro sensibile all’intellegibile è espressamente
parlino e che le loro voci rimbalzino per effetto rappresentato come conversione; e la visione
dell’eco. suprema del sole e della luce in se è visione del
Ebbene, se così fosse, quei prigionieri non Bene e contemplazione del Divino.
potrebbero vedere altro che le ombre delle Nella concezione squisitamente platonica si
statue che si proiettano sul fondo della caverna esprime, in quarto luogo, la concezione politica.
e u d r e b b e r o l ’e c o d e l l e vo c i ; m a e s s i Platone parla infatti anche di ritorno nella
crederebbero anche che le voci dell’eco fossero caverna di colui che si era liberato dalle catene,
le voci prodotte da quelle ombre. di un ritorno che ha come scopo la liberazione
Ora, supponiamo che uno di questi prigionieri dalle catene di coloro in compagnia dei quali,
riesca a sciogliersi a fatica dai ceppi; ebbene, egli prima era schiavo. Questo ritorno è
costui con fatica riuscirebbe ad abituarsi alla indubbiamente il ritorno del filosofo – politico,
nuova visione che gli apparirebbe e, il quale se seguisse il suo solo desiderio,
abituandosi, vedrebbe le statuette muoversi al resterebbe a contemplare il vero, e invece
di sopra del muro e capirebbe che quelle sono superando il suo desiderio, scende per cercare
ben più vere di quelle cose che prima vedeva e di salvare anche gli altri (il vero politico,
che ora gli appaiono come ombre. secondo Platone, non ama il comando ed il
Supponiamo che qualcuno tragga il nostro potere, ma usa comando e potere come servizio
prigioniero fuori della caverna e al di là del per attuare il bene).
muro; ebbene, egli resterebbe abbagliato
prima dalla gran luce e poi, abituandosi,
vedrebbe le cose stesse e, da ultimo, prima
riflessa e poi in se, vedrebbe la luce stessa del
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 48 Dicembre 2018
HOD I:::I:::
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 51 Dicembre 2018
Si dice che anche un grande cammino inizia col Ma non importa: occorre perseverare, anche se
primo passo, e così non ci si può nascondere che il mondo irride alla tua devozione. Poi,
la prima iniziazione che si riceve (restiamo gradualmente, tutto diventa più fluido e con la
volutamente nel vago) è solo un primo passo di fluidità si inizia a capire qualcosa di più: i rituali
un cammino tutto da compiere e che è un assumono un significato ed una completezza
cammino in buona parte individuale e che non si erano fino a quel punto comprese, e si
personale. Siccome chi bene inizia è alla metà inizia a riempire di senso la costruzione del
dell’opera, è bene comunque focalizzarsi su perimetro sacro in cui si opera.
questo primo passo. Il fatto è che - e Poi, un giorno, ci si scopre a guardare il mondo
aggiungerei, per fortuna - diversamente da con occhi diversi e nemmeno ci si spiega bene
quanto talvolta si millanta nei peggiori come sia potuto accadere. E’ come se ci si fosse
ambienti liberomuratori, una inziazione non è in qualche modo “sganciati” da vincoli
una Pentecoste, nemmeno in sedicesimo, e preesistenti. Si inizia a capire come in genere le
nessuna fiammella scende dal cielo a posarsi sul persone che sono attorno a noi sono ancora
capo del recipiendario. molto legate alla necessità di avere confini,
Compiuto il rito, l’(ormai) iniziato è ancora punti di riferimento e binari, senza i quali
esattamente quello di prima, con in più la sembrano incapaci di muoversi e addirittura
possibilità di non essere mai più quello di prima. incapaci di interpretare la realtà che li circonda.
Insomma l’iniziato che si sia soffermato Si comincia a guardare a tutti questi angusti
adeguatamente sul senso della propria riferimenti come a qualcosa di finto e si
iniziazione, capisce che il cambiamento è comprende come sia possibile iniziare a vedere
ancora e come sempre nelle sue mani e nella sua oltre e lasciare che lo spirito soffi.
volontà. Con la differenza che a seguito della
iniziazione ha comunque ricevuto un dono: gli è Forse è questo seguire la via cardiaca: evolvere
stata mostrata una direzione e gli sono stati da psichici a pneumatici. Nemmeno questo
dati degli strumenti. Ma è l’iniziato che deve basta, perchè il passaggio successivo è ancora
scegliere se sedersi sulla soglia del cammino rendersi conto che questo è solo un altro passo
che ha di fronte, tornare su suoi passi o iniziare e molti altri se ne possono fare. Insorge una
a camminare, ed è sempre l’iniziato che deve insoddisfazione che prelude alla ambizione di
imparare a servirsi degli strumenti che gli sono una iniziazione più alta per poter ottenere
stati forniti. Comprare un violino è un buon ancora altri strumenti, non tanto perchè quelli
primo passo per iniziare a suonare, però poi con che abbiamo siano per noi esauriti (forse che
dedizione e costanza occorre arrivare a una volta diventato un eccellente virtuoso, un
impadronirsi davvero di quel violino. Ma come musicista smette di suonare?) o perchè ormai
per gli strumenti musicali, gli strumenti che ne siamo del tutto padroni, ma perchè è giusto
riceve l’iniziato devono essere utilizzati con chiedere l’opportunità di poter progredire
costanza nella quotidianità, anche quella ancora. L’associato dopo l’iniziazione è sulla
profana, perchè è in detta quotidianità che pista di rullaggio. Ma alla fine desidera
germina il vero seme del cambiamento e decollare.
dell’apprendimento. Giorno dopo giorno
l’iniziato muta impercettibilmente fino a Quindi il miglior indizio di iniziazione riuscita
diventare profondamente diverso quasi senza sia il fatto che i progressi iniziatici inizino a
accorgersene. intravvedersi nella vita profana, il che è cosa
E’ un cammino il cui fascino è difficile da rarissima.
esplicare ed i cui frutti sono generosissimi:
inizialmente con costanza testarda ci si applica
a un qualcosa che forse nemmeno si capisce
fino in fondo e che a volte sembra vuota forma.
Sovrano ordine
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 52 Dicembre 2018
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 53 Dicembre 2018
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 54 Dicembre 2018
Sezione «Approfondimenti»
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 55 Dicembre 2018
certo potere, ovvero qualcuno prescelto fra suoi uomini, mentre affidarsi al caso significa
una comunità dai suoi stessi membri. correre dei rischi. E’ forse questa la lezione che
Il vocabolo “eletto” che compare nella dicitura viene dalle differenze fra i due gradi? Difficile
del Nono e del Decimo Grado (Eletto dei Nove, dirlo, soprattutto se si pensa che Salomone ha
Eletto dei Quindici) potrebbe far pensare in confermato nel gruppo dei quindici i nove eletti
prima battuta che si tratti di un soggetto scelto scelti in precedenza dal caso.
fra un gruppo di Nove o di Quindici. Questa tesi, Infine abbiamo il terzo grado di “elezione”, dove
che è stata sposata da alcuni degli autori che si deve ancora una volta fare una scelta: una
abbiamo potuto consultare, sembra corretta, scelta di dodici uomini fra i quindici che hanno
soprattutto per quello che attiene il Nono portato a pieno compimento la seconda
Grado, dove nella leggenda abbiamo un missione. E qui Salomone si affida nuovamente
protagonista assoluto, il Segretario Intimo alla sorte, non volendo o potendo fare una sua
Joabert, “eletto” in qualche modo dai suoi pari personale scelta.
per compiere una certa azione. Nel grado Questa tripla modalità di “elezione”, sempre
successivo questa individualità non esiste, svolta in modo differente, ha fatto riflettere e
trovandoci in presenza di un'azione dal meditare molti studiosi, senza che tuttavia si sia
marcato senso collettivo, ma ciò non toglie, mai arrivati ad una soluzione o spiegazione
come meglio si potrà vedere studiando la definitiva. Salomone non si è sentito in grado di
leggenda del grado, che ciascuno degli Illustri fare una scelta importante, nonostante la sua
Eletti dei Quindici ha, in un certo senso, un proverbiale saggezza, ed è ritornato sui suoi
ruolo da protagonista. primi passi? Forse anche questa è stata un
La tesi più tradizionale interpreta invece il ulteriore modo di manifestare saggezza;
concetto di “eletto” in senso più essoterico, evitando di ferire in qualche modo i tre esclusi,
ovvero che siamo in presenza, di nove, quindici che avrebbero così potuto recriminare solo
o dodici "eletti", a prescindere dal modo con cui contro la sorte, Salomone ha voluto in questo
questa elezione è avvenuta. In ogni Grado si modo dimostrare di apprezzare in identica
appalesa una situazione dove è necessario maniera i suoi Maestri Eletti.
effettuare una selezione fra tutti coloro che Ai dodici prescelti viene affidata una Tribù
potrebbero attendere ad una certa azione, non ciascuno e questa elezione li carica di
essendo pensabile che tutti i Maestri possano responsabilità e di potere, di cui dovranno
essere coinvolti. dimostrare di saper fare buon uso. Agli altri tre,
Nel Nono Grado assistiamo ad una scelta liberi da quelle responsabilità, resta comunque
attraverso la sorte di nove Maestri in una cosa importante e spesso sottovalutata: la
un’assemblea di novanta candidati. La scelta in possibilità di dimostrare il loro valore e la loro
questo caso è affidata al caso e questo significa autorità spirituale, acquisita non più attraverso
che tutti sono meritevoli di essere prescelti per il caso o il favore del sovrano ma attraverso
la missione decisa dal Sovrano. Al decimo l’esercizio costante di azioni positive e
grado, ai nove eletti del precedente se ne meritevoli.
aggiungono sei per compiere un’altra missione, Tralasciando gli aspetti leggendari ed
ma questa volta la scelta è fatta personalmente esaminando il concetto che lega i tre gradi sul
da Salomone, sulla base dei caratteri delle piano concreto, si può affermare che gli “Eletti”
persone che ha a disposizione o del suo dei tre Gradi della Vendetta sono Maestri che si
personale gradimento. E, guarda caso, mentre sono particolarmente distinti per il loro lavoro
la prima missione conoscerà i risvolti tragici che su sé stessi ed hanno ben compenetrato la
tra poco conosceremo, la seconda fila liscia necessità di conoscersi a fondo, riuscendo a
come l’olio, senza problema alcuno. La saggezza compiere una netta distinzione fra ciò che è
di Salomone si è rivelata migliore della sorte? bene e ciò che è male.
Evidentemente si. Il sovrano conosceva bene i
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 56 Dicembre 2018
Quella che è una sorta di purificazione al nono grandi erano all’ordine del giorno e la vita
ed al decimo grado, offre infatti i due sbocchi umana aveva ben poco valore.
alternativi rappresentati simbolicamente I Liberi Muratori all’epoca (parliamo dei primi
nell'ultimo dei Gradi della Vendetta, l'essere anni dell'800) erano in molti casi una sorta di
chiamati a svolgere un compito di estrema élite a carattere intellettuale, figli della filosofia
rilevanza nella consapevolezza di averne le dei Lumi, che tendeva al proprio ed all’altrui
capacità, ovvero di poter proseguire nel miglioramento: per costoro assumere, sia pure
perfezionamento di sé stessi sapendo che simbolicamente, certi ruoli poteva essere
quanto fatto sinora è stato giustamente comunque malvissuto a livello emotivo,
apprezzato. soprattutto per chi aveva elaborato il giusto
Affrontando adesso il tema della violenza, e concetto che vendetta è antinomica a giustizia.
riprendendo l’argomento della cattiva fama di “Occhio per occhio” poteva andare bene per
questi Gradi presso la gran parte dei Liberi uomini rozzi ed incolti, ma non poteva
Muratori di ogni tempo, dobbiamo fare un certamente essere un principio coltivato da chi
breve cenno ad un episodio avvenuto agli albori aveva collaborato alle prime codificazioni ed
del XIX secolo, appena costituito il Supremo aveva posto i semi per il germoglio di una vera
Consiglio Francese del Rito Scozzese e già democrazia.
accennato in precedenza. Meglio quindi mettere da parte quei gradi che
Siamo nel momento in cui il Rito negli Stati Uniti potevano creare incomprensioni ed effetti non
è stato infine elaborato su 33 gradi ed ha voluti. Questo abbandono si è protratto, nel
assunto una fisionomia completa e pressoché bene o nel male, sino ai giorni nostri, dove lo
definitiva (infatti i massacri dei rituali esistenti studio di quella materia è stato riservato a
sono stati per lo più effettuati sui testi delle pochi interessati. Fu così quindi che già nel
Logge Azzurre ed in particolare dei primi due 1806 il Supremo Consiglio di Francia decise che
gradi, mentre quelli sui Gradi più alti verranno il Nono Grado sarebbe stato concesso solo per
in seguito per ragioni di “laicità” o più comunicazione e che non sarebbe più stato
semplicemente per la stupidità di coloro che si praticato nelle Logge di Perfezione come pure i
dilettano a giocare con i rituali). In quel tempo, due successivi.
certamente per l’aspetto violento e cruento del Non possiamo biasimare più di tanto chi, oltre
Nono Grado, il Supremo Consiglio aveva duecento anni fa, assunse certe scelte
decretato che questo grado non venisse pensando di aver fatto una cosa giusta. Oggi
praticato ma che venisse concesso solo possiamo affermare che quella scelta forse non
attraverso comunicazione, abolendo qualsiasi fu stata particolarmente oculata, ma è facile
fascia e gioiello. trarre conclusioni con il senno di poi.
Irène Mainguy, che ha citato questo episodio I Gradi della Vendetta, se correttamente
nel suo testo dedicato alla Simbologia dei Gradi interpretati nella loro filosofia, contengono una
di Perfezione, fa notare che una decisione del lezione morale e spirituale che non va
genere doveva essere non solo stata meditata a sottovalutata e che va ben al di là del sangue e
fondo, ma anche presa da soggetti che delle feroci punizioni. Anche in questo caso
c o n o s c ev a n o b e n e q u e s t i g ra d i e c h e bisognerà penetrare nel cuore della terra per
evidentemente temevano che venissero mal trovare la pietra occulta che si cela fra le pagine
interpretati i loro aspetti più cupi. La violenza di quegli antichi e nobili testi.
che si esprime nei gradi della vendetta nel testo
dei rituali che ci sono pervenuti è tipica di
un'epoca differente dalla nostra, dove pure la
stessa violenza non manca, perché in allora la
coscienza popolare e civica praticamente non
esisteva, fatti delittuosi e vendette piccole e
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Ecce quam bonum 57 Dicembre 2018
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Gnostico Martinista
Ecce quam bonum 58 Dicembre 2018
Questo è così poco vero che anzi si può mattoni o pietre, e non di legname, come erano
m o s t ra r e c o m e l a p a r o l a m a s s o n e r i a , in generale le case nelle campagne,
massonico ecc.. sia stata adoperata in Italia specialmente nei luoghi alpestri come era
parecchi secoli prima che in Francia ed in Chiuro».
Inghilterra. La parola Mason non si trova in Ad ogni modo, anche se il copista ha sostituito
Inghilterra prima del XIV secolo (Cfr. Gould. la espressione casa maconica ad altra
History of Free-masonry. Vol. I, pag. 302 e seg.), espressione, è segno che al tempo del copista
la parola Maszun appare in Francia nel 1217 cioè nel XII secolo, l'espressione casa maconica
(Cfr. Gould. His. of Freem. Vol. I, pag. 307), era adoperata ed aveva un significato. Si risale
mentre l'aggettivo massonico compare in Italia dunque sempre ad un periodo anteriore a
sin dal X secolo. quello in cui l'analoga voce francese maçon, e
Nel Codex Diplomaticus Langobardiae che quella inglese mason, o voci prossime a queste
forma il tomo XIII dei «Historiae Patriae erano in uso in Inghilterra ed in Francia. Con
Monumenta», Torino 1873, a pag. 826- 828 è questo l'origine italica della parola massone, e
riportato un atto notarile fatto nel mese di la sua priorità ed indipendenza dalle voci inglesi
novembre del 918, fatto a Gravedona sul lago di e francesi resta dimostrata.
Corno, con il quale un tal Petelpertus de Questa voce latina barbarica, che troviamo
Graveduna vende certe terre in Ponte e Clure usata nel comasco sin dal 918 o dal XII secolo
(oggi Chiuro nel distretto di Ponte in Valtellina) almeno, come pure la voce francese maçon
a certo Alloni del medesimo luogo di Clure, e usata anticamente nel centro della Francia,
così pure certi beni stabili che appartengono, corrisponde al basso latino machio, usato nel 7°
dice il manoscritto, a una casa maconica: secolo da Isidoro (Isid. lib. 19. Orig. cap. 8), ed a
«vendo... mea portio de accessa tam in monte numerose altre forme affini usate in documenti
quam in planis, tam de poria quam et de solivo, di quei tempi, come mado, maco, macho.
qui pertinet de casa maconica». II Glossarium Mediae et Infimae latinitatis del
II Merzario (Prof. Giuseppe Merzario. I Maestri Du Cange riporta le parole machio, macho,
Comacini; Milano 1893. Vol. 2), che riporta a mado, mattio, il cui significato in francese è
pag. 288 del Vol. I. della sua opera questo passo maçon, ed in latino latomus (muratore).
di questo documento, così annota: «Il latino è La parola latomus si trova in una iscrizione in
barbaro, le parole poria e de solivo non si Parigi nel 1257 (Gould. Hist. of Freem. Vol. I,
comprendono, se pure poria non vi stia per pag. 307, nota), ed un manoscritto inglese del
boria (borea), e de solivo non significa a 1396 identifica i latomos coi frammassoni:
mezzogiorno (solatio). Ma la parola maconica o lathomos vocati ffre maceons (Cfr. Gould. Hist.
maçonica o massonica è nuova per quei tempi, e of Freem. vol. I, pag. 307).
potrebbe essere interpretata nel senso di casa Isidoro che ci dà la più antica menzione della
fatta in muratura, dove le case vicine erano parola machio ne dà anche la etimologia:
forse costrutte in legno o nel senso di casa di «Machiones dicti a machinis, quibus insistunt
muratori o di unione di massoni». propter aititudinem parietum»; etimologia che
Bisogna però osservare per la verità (ed il naturalmente è tutt'altro che certa, ma che non
Merzario lo tace) che non si tratta di una carta è neppure da scartare senza altro. Il Du Cange
originale del X secolo ma di una copia fattane riporta che la parola maco si trova nel 1202
nel XII secolo, e quindi a stretto rigore non si apud D. Brussel tomo 2 de usu feud. Pago CLX:
può escludere che queste parole poria, solivo, «Et pro duobus maçonibus, et pro duobus
maconica siano state mal lette e mal riprodotte fabris... ».
dal copista. Una nota a pagina 827 dei «Hist.
Patr. monumenta. Volume XIII» dice: «Credo
che la casa maconica sia una casa fatta di calce e
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Ecce quam bonum 59 Dicembre 2018
La parola Machoneria si trova nella Charta essa un buon maestro, che sapesse eseguire
Communiae S. Quintini Vicomand. anno 1237 , bene certe opere indicate». (Merzario, Maestri
ex Chartular. Monaster. S. Quintini in insula Comadni, Vol. 1, pag. 289-290).
pag. 156: «Construi fecimus nostris sumptibus In questo passo la massoneria si può intendere
tres arcus lapideos, et illos tres arcus lapideos in due modi, nel senso francese maçonnerie -
tenemur de omni Machoneria nostris costruzione, e nel senso attuale di
sumptibus...». confraternita massonica o di corporazione di
Le voci massoneria, massonerius, massonus si muratori. Anzi questo secondo senso pare dal
trovano rispettivamente nel Bullarium Fontn. contesto il più verosimile. Né vi è alcuna
MS. fol. 119; in un catalogo manoscritto di difficoltà di ordine storico ad interpretare il
Tolosa del 1328, ed in un istrumento dell'anno passo in questa maniera, perché in quel tempo
1304. Questa parola è rimasta tuttora in lingua non soltanto esistevano le gilde francesi e le
francese nella terminologia tecnica muratoria corporazioni inglesi e scozzesi ma era tuttora
ad indicare quel che oggi noi indichiamo con floridissima la celebre ed antichissima
fabbricato, muratura. corporazione dei Magistri Comacini, e lavorava
Ma se oggi essa non è più adoperata in questo proprio all'opera del Duomo di Milano. Ed ai
senso in Italia, lo è stata molti secoli fa; e forse maestri comacini il Merzario è propenso ad
ha pure indicato anche la corporazione dei attribuire una curiosa ed interessante notizia
muratori. data dagli scritti di Matteo Paris, monaco
La parola massoneria si trova infatti in un inglese, il quale racconta che nel secolo XIII Ivo
verbale del 21 Febbraio 1400 degli atti del di Narbona venne di Francia in Italia e fu accolto
Duomo di Milano, la cui fabbrica come riferisce a Corno, a Milano, a Cremona «sempre in luogo
il Merzario era pressoché tutta nelle mani dei segregato, con scambio di segni degli uni e degli
maestri comacini e specialmente dei altri», «semper in recessu accipiens ab aliis ad
campionesi . Riportiamo il passo per la sua alios inter signa». Ora a Corno, a Milano, a
importanza: «Erasi manifestato allora un Cremona erano a quei tempi i maestri comacini,
profondo dissenso tra il parigino Mignotto e gli cui nulla vieta di attribuire questo segregato
ingegneri nostri circa la solidità delle modo di accogliere Ivo di Narbona.
fondamenta, l'ordine dei lavori ed il metodo per La parola Massoneria si trova dunque usata in
condurli innanzi. Essendo capitati a Milano Italia sin dal X secolo, od almeno dal XII. Nel XIV
mentre ferveva la disputa, tre ingegneri secolo essa è poi tuttora adoperata, e forse
francesi, francisci, avviati a Roma, Simoneto serve ad indicare proprio una corporazione
Nigro, Giovanni Simonerio e Mermeto di muratoria; una corporazione che sin dal VI
Savoia, furono, dietro istanza del Mignotto, secolo venerava i quattro Santi Coronati , e che
invitati a riguardare le opere del Duomo, e a probabilmente come la Massoneria moderna
pronunziare intorno ad esse e gli insorti dissidi faceva uso di segni di riconoscimento.
il loro parere. Nel verbale nel quale sono
riassunte le idee dei tre ingegneri, si leggono le
seguenti parole: Nos inzignerii et operari
massonerie; «noi ingegneri ed operai della
massoneria» e più innanzi: Nobis videtur quod
si habeant unum bonum Magistrum operarium
massoneriae, qui faciat cambiare...; «a noi pare
che, se vi ha un buon maestro della massoneria,
che faccia cambiare...». Dunque una massoneria
esisteva dentro la fabbrica del Duomo: i tre
ingegneri francesi consigliavano di scegliere da
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Ecce quam bonum 60 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 61 Dicembre 2018
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Ecce quam bonum 62 Dicembre 2018
AMMISSIONE AL MARTINISMO
proprio cammino.
E’ possibile accedere al Sovrano Ordine
Gnostico Martinista a seguito di una
preventiva verifica dei requisiti formali e
sostanziali del bussante, a cui seguirà l’esercizio
in una pratica meditativa preparatoria
all’associazione, che può avvenire da uomo ad
uomo oppure in loggia.
Essendo richiesto da parte degli associati un
costante lavoro filosofico ed operativo, che
segue l'avvicendarsi delle stagioni, l'alternasi
dei cicli lunari e solari, tendiamo a sconsigliare
Il Sovrano Ordine Gnostico Martinista non la semplice richiesta di informazioni da parte di
pone, e non intende porre, nessuna esclusione coloro che non sono in grado di gestire
basata sul sesso o sulla razza dei desiderosi di minimamente la propria vita quotidiana.
porsi su di un sentiero tradizionale, ma Sussistono altre realtà martiniste, dialettiche e
pretende che i suoi associati siano persone in non operative, a cui queste persone potranno
grado di poter lavorare individualmente e rivolgersi e trovare un ambiente in grado di
collettivamente in modo armonico con gli riceverle.
strumenti e l'insegnamento posti a Concludiamo ricordando che da parte nostra
disposizione. La nostra visione è quella di un non sussiste nessun obbligo nell'associare
percorso maturo, che si rivolge a persone chiunque bussi alla nostra porta.
consapevoli dei limiti e delle misure che un domanda di ammissione (in formato pdf)
sentiero realmente iniziatico impone.
Verrà quindi posta la dovuta attenzione alla
capacità dell'individuo di potersi integrare
all'interno di una comunità operosa, dove
viene richiesto un puntuale impegno nello
svolgimento dei riti e nella preparazione dei
lavori filosofici.
La nostra docetica e gli strumenti che poniamo
a disposizione dell’associando, configurano un
percorso di perfezionamento squisitamente
legato al simbolismo cristiano. Tale evidenza
impone la presenza nell’associato, di quel
patrimonio culturale, psicologico ed iniziatico
proprio del cristianesimo. Coloro che sono
gravati da nodi insoluti nei confronti della
religione e coloro che non sono in grado di
distinguere fra forma religiosa o forma
יהשוה
spirituale è bene che rivolgano altrove il
Sovrano ordine
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