Segatto Di Masi Surian L'Ingiusta Distanza 2018
Segatto Di Masi Surian L'Ingiusta Distanza 2018
Segatto Di Masi Surian L'Ingiusta Distanza 2018
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L’INGIUSTA
La qualità delle strutture e dei percorsi di accoglienza, la scelta dei tutori,
l’accesso alle procedure di asilo, gli ostacoli frapposti alla riunificazione familia-
re: sono queste le quattro aree di attenzione segnalate dall’Agenzia Europea
dei Diritti Fondamentali quando si tratta di agire nel miglior interesse dei minori.
a cura di
Barbara Segatto,
Diego Di Masi,
Alessio Surian
Politiche
e servizi
sociali Copyright © 2018 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891772992
L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d’autore ed è pubblicata in versione
digitale con licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate 3.0 Italia
(CC-BY-NC-ND 3.0 IT)
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licenza d’uso dell’opera previste e comunicate sul sito
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dinanza italiana o dell’Unione europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello
Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana, privo di assistenza o di rappre-
sentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leg-
gi vigenti nell’ordinamento italiano» ex legge n. 47/2017, art. 2.
francisci, Alessandro Fabri, Alessio Menini; Antonio Pietropolli, Mariasole Pepa, Anna
Scapocchin, Alice Tria, Serena Varetto dei corsi di Laurea in Culture, Formazione e Società
globale e Mediazione Linguistica e Cultural e Local Development.
4 Si ringrazia l’associazione YaBasta di Padova ed in particolare Vilma Mazza per
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Negli ultimi dieci anni, la presenza dei minori soli negli spostamenti
umani, è divenuto un fattore comune delle migrazioni a livello mondiale. Il
loro numero è drammaticamente aumentato e costituiscono in molti paesi di
destinazione, un segmento importante della popolazione alla ricerca di pro-
tezione e asilo1.
I minori e i giovani “in movimento” sono diventati, nel panorama inter-
nazionale, i nuovi protagonisti dei processi legati agli spostamenti umani e
costituiscono, a partire da questo secolo, un vero e proprio soggetto migra-
torio (Jiménez e Vacchiano, 2011).
La migrazione di giovani, non ancora maggiorenni, che intraprendono il
viaggio da soli, si è manifestata nel panorama italiano durante gli anni No-
vanta, contestualmente all’intensificarsi dei movimenti migratori globali. Il
profilo tracciato dall’analisi delle storie di vita di minori stranieri non ac-
compagnati (di seguito anche MSNA) raccolte nell’ambito di alcune ricer-
che qualitative2 volte a esplorare e analizzare le spinte motivazionali, il
∗
Il presente articolo curato da Monia Giovannetti, secondo la consolidata prassi edito-
riale, può essere così attribuito: Monia Giovannetti ha redatto i paragrafi 2 e 3, Marco Acco-
rinti il paragrafo 4, mentre il paragrafo 1 è frutto di un lavoro congiunto degli Autori.
1 L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati stima che circa la metà delle
2007); Campani, Lapov e Carchedi (2002); Campani e Salimbeni (2006); Candia, Carchedi,
Giannotta e Tarzia (2009); Bosisio (2011); Vacchiano (2012). Per uno sguardo più letterario
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attraverso i loro comportamenti in occasione dei rientri nei Pesi di origine, costituiscono
l’immagine dell’immigrato che in Italia ha saputo sfruttare le opportunità offerte e agire fa-
vorevolmente per un innalzamento della propria qualità della vita.
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4 Sono flussi migratori particolari che si situano in una zona d’ombra dei dispositivi le-
gislativi, a metà strada tra l’ingresso illegale e il soggiorno legale “successivo”, in virtù di
condizioni di protezione assicurate dal diritto internazionale e nazionale. Nello specifico si
tratta “di flussi che presentano tre caratteristiche particolari, e cioè: a) sono composti da
soggetti entrati illegalmente ma non espellibili, in quanto rientrano in una serie di categorie
tutelate dal diritto nazionale e internazionale, come i richiedenti asilo, i minori e le vittime
della tratta; b) non hanno uno sbocco immediato sul mercato del lavoro e quindi sono flussi
non immediatamente produttivi sul piano economico; c) infine, sono flussi migratori che
presentano un costo particolarmente elevato per il sistema di welfare locale, il quale è chia-
mato a farsi carico dell’assistenza di soggetti particolarmente vulnerabili” (Caponio, 2004).
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grato di interventi e servizi sociali” è la legge per l’assistenza, finalizzata a promuovere in-
terventi sociali, assistenziali e sociosanitari che garantiscano un aiuto concreto alle persone e
alle famiglie in difficoltà.
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7 Per una disamina delle controversie questioni normative e giurisprudenziali che hanno
determinato una “condizione giuridica a geometria variabile” dei minori stranieri non ac-
compagnati si rimanda a Turri (1999); Miazzi (1999, 2002, 2006, 2008a, 2008b, 2009);
Moyersoen e Tarzia (2002); Tarzia (2008); Perin (2008); Miazzi e Perin (2009); Consoli,
Giovannetti e Zorzella (2010 e 2011); Biondi Dal Monte (2013); Anzaldi e Guarnieri
(2014); Matarese (2014); Biondi Dal Monte (2014).
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8 Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è stato istituito dalla
legge n. 189/2002 ed è costituito dalla rete degli Enti locali che – per la realizzazione di pro-
getti di accoglienza di migranti forzati – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al
Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, gestito dal Ministero dell’Interno e
previsto nella manovra di finanza pubblica dello Stato.
9 Con la Circolare del 25 luglio 2014, avente in oggetto i “Minori Stranieri Non Accom-
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27/08/2016) relativo alle nuove modalità di accesso da parte degli Enti locali alla rete dei
progetti per i servizi di accoglienza dello SPRAR con il quale è stato introdotto un sistema
d’accesso permanente, il sistema di seconda accoglienza dedicato ai MSNA risulta necessa-
riamente in continua evoluzione, dal momento in cui anche i progetti e conseguentemente i
posti destinati ai minori soli sono destinati a incrementare e a ridefinirsi nel corso del tempo.
13 Tra gli altri si può vedere Giovannetti, 2014 e Giovannetti, 2016.
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Come è stato già detto negli ultimi tempi, non solo in Italia, il tema dei
“minori soli” è stato posto al centro dell’agenda politica e anche dell’azione
pubblica: sicuramente la dimensione quantitativa del fenomeno ha portato a
decisioni “straordinarie” e a una riflessione sulle cause ma soprattutto sulle
politiche e sulle pratiche di inclusione messe in campo. Tuttavia sembra
che si possa dire che molto poco sia stato analizzato relativamente
all’impatto che tali scelte hanno avuto (e stanno avendo) sul sistema del
welfare a livello locale né sembra che si siano considerati gli effetti che le
decisioni governative pongano in termini di correttivi alle misure intraprese.
Nei paragrafi precedenti già si è detto che dalla mancata attuazione della
“filiera accoglienza” si stanno originando criticità nelle politiche sociali de-
dicate ai minori soprattutto dal punto di vista dell’intervento sociale. In
questa parte si vuole esplicitare non tanto l’impatto che la sostanziale “ride-
finizione” del sistema di accoglienza abbia sulle modalità di tutela, assi-
stenza e presa in carico previste dal nostro ordinamento per i MSNA, piut-
tosto si cercherà di evidenziare alcuni elementi collegati all’approccio di
governance e all’organizzazione dell’assistenza ai MSNA conseguenti alle
decisioni prese e non ancora implementate.
Anzitutto con il superamento del precedente regime che distingueva i
minori non accompagnati richiedenti asilo dai non richiedenti asilo e la pre-
figurazione di un sistema per fasi di accoglienza, recepito e puntualmente
delineato nel Decreto Legislativo 18 agosto 2015, n. 142, allo stato attuale
non sembra che sia implementato il percorso specifico (di prima e seconda
accoglienza) con il risultato che si considerano in stesse progettualità, biso-
gni e condizioni sociali peculiari (legati a percorsi migratori, progetti, viag-
gi, aspettative, legami, vissuti).
La non realizzazione di quanto previsto dal succitato Decreto del 2015 e
l’assenza del “sistema nazionale di accoglienza”, porta a risposte non ade-
guate e confusive. La parcellizzazione degli interventi ha avuto, inoltre,
come conseguenza una moltiplicazione e polverizzazione degli attori istitu-
zionali (e non) deputati alla presa in carico dei MSNA, non assicurando pe-
rò, contestualmente, un coordinamento tra gli stessi.
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Bibliografia di riferimento
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Purtroppo l’immediata apertura della tutela e la conseguente tempestiva nomina del
tutore non avviene sui territori in modo uniforme e rimane ancora una criticità sulla quale
intervenire. Dall’ultima rilevazione Anci, risulta infatti che i minori accolti in seconda acco-
glienza per i quali vi è stata l’apertura della tutela costituiscono circa l’84% dell’universo
degli accolti e nella maggioranza dei casi è stato nominato quale tutore definitivo del minore
un soggetto istituzionale, rappresentante un ente di assistenza.
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1. Introduzione
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La ricerca sui minori stranieri non accompagnati, condotta dagli autori che firmano
questo capitolo, è stata svolta nell’ambito del progetto europeo ProspecTsaso - Réseau
Transfrontalier de Prospective et d’Innovation en Intervention Sociale et SocioSanitaire,
coordinato dall’Università di Parpinyà Via Domitia (UPVD), con il sostegno dell’Unione
Europea attraverso il Fondo europeo di sviluppo economico regionale (FEDER) e in cui
l’Università di Barcellona partecipa come partner. Inoltre, uno degli autori è un ricercatore
post-dottorato in formazione nell’insegnamento e nella ricerca presso la Scuola di Servizio
Sociale nell’ambito di un programma promosso dall’Università di Barcellona grazie al sup-
porto della Obra Social della Fundación Bancaria La Caixa.
1 Esempio superlativo di questa tendenza è la Convenzione sui diritti dell’infanzia del
1989 approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNICEF, 1989), che
all’articolo 1 definisce come fanciullo ogni essere umano avente un’età inferiore a diciotto
anni.
2 Aumento del volume dei migranti, estensione delle reti migratorie e diversificazione
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5 L’articolo 172 del Codice civile spagnolo considera una situazione di abbandono quel-
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Legge sull’immigrazione (7/1985) non prevede dei meccanismi legislativi per risolvere la
loro situazione amministrativa. Si stabilisce allora un meccanismo denominato processo di
regolarizzazione (Risoluzione del 7 giugno 1991) la cui struttura accoglie due componenti: il
riconoscimento di un’insufficienza legislativa nella risoluzione della questione amministra-
tiva e un sistema “ad hoc” per compensare tale vuoto legislativo (Risoluzione del 15 feb-
braio 1994; Decreto reale 155/1996; Legge 4/2000 e Regio decreto 2393/2004 – Disposizio-
ne addizionale terza).
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Allo stesso tempo in Spagna – alla fine degli anni Novanta e poi soprat-
tutto a partire dal 2002 – si realizza l’arrivo di Minori Non Accompagnati
provenienti dal Marocco e (in parte minore) dall’Africa subsahariana, dan-
do luogo a un nuovo profilo migratorio composto da maschi minori di età.
In percentuale inferiore compaiono anche delle giovani donne (Quiroga,
2003; Jiménez, 2004; Quiroga, Alonso e Sòria, 2009).
Da una prospettiva storica, il fenomeno del minore migrante non rappre-
senta una novità, nonostante acquisisca dei tratti distintivi, dato che si in-
quadra in un contesto di carattere sociale, economico e politico che oltre-
passa le frontiere nazionali. La presenza dei minori implica una percezione
sociale e politica particolare, differente dal fenomeno migratorio globale, e
comporta la protezione di diritti che devono essere preservati in forma spe-
ciale (UNICEF, 1989).
Tuttavia la percezione sociale offre, in certe occasioni, delle zone
d’ombra. Come indica Horcas (2016), spesso la percezione della condizio-
ne di immigrato predomina su quella del minore, da cui deriva
l’atteggiamento arbitrario dell’amministrazione, il cui obiettivo è il rimpa-
trio (2016). Al contrario, secondo Bravo e Santos-González (2017), il mo-
dello sviluppato dallo Stato spagnolo ha privilegiato lo status di minore sul-
la condizione di immigrato8.
I poteri pubblici, pertanto, di fronte alla problematizzazione della que-
stione, si vedono nella necessità e nell’obbligo di fissare dei dispositivi e
dei mezzi di protezione volti a fornire un’assistenza adeguata ai minori non
accompagnati. Non si può tuttavia fare a meno di citare le indagini radiolo-
giche sull’età ossea (Prada et al., 2013), volte a collocare i ragazzi sotto o
sopra la soglia dei diciotto anni. Sopra perderanno la protezione destinata ai
minori, rimanendo in una situazione di vulnerabilità o, secondo la defini-
zione di Quiroga e Soria (2010), invisibili.
In un parere della Commissione di Accoglienza alla Diversità del Colle-
gio del Lavoro Sociale della Catalogna (COTS, 2012) si suggeriva che, nel
caso in cui le prove radiologiche dimostrino la maggiore età,
l’Amministrazione non ha l’obbligo di esercitare la tutela neanche se il mi-
grante risulta dal passaporto minorenne. Così i ragazzi vengono espulsi dai
centri di accoglienza, in una confusa situazione legale. Questa è una prima
8 I risultati di uno studio condotto nei Paesi baschi fotografano, tra altre questioni,
l’opinione maggioritaria della società basca a favore del rimpatrio dei minori, assieme a una
prospettiva in cui l’aspetto di “immigrato” viene anteposto a quello di “minore” (Moreno,
2012).
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soli; una seconda tappa con mogli e figli assieme; una terza tappa di cui sono protagoniste le
donne sole, provenienti principalmente dall’America Latina.
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di tutto i bambini è stato accolto in maniera diversa in distinti paesi. Da qui derivano prati-
che diseguali, legate al difficile equilibrio tra protezione e controllo dei flussi. Per Bravo e
Santos-González (2017) la situazione siriana rende esplicita la tensione tra questi due con-
cetti.
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12 Ministeri, Comunità autonome, Procure, Polizia e enti del terzo settore, come
l’UNICEF.
13 Sono le principali Comunità autonome di arrivo dei primi minori non accompagnati in
Spagna.
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14 La fonte dal 1993 al 2009 è Quiroga e Sòria (2010), con elaborazioni a partire da dif-
ferenti fonti officiali (Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali e diverse Comunità auto-
nome). Il numero di minori accolti nel 2009 è stato di 7339.
15 Secondo la Procura Generale dello Stato (2013) il numero di minori accolti è stato di
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16 Ci riferiamo, in primo luogo, all’articolo che Morante e Trujillo hanno pubblicato nel
2007 sui MSNA di genere femminile; in secondo luogo ai lavori pubblicati dal Gruppo
IFAM, radicati in Catalogna, sulle “Ragazze invisibili” e al lavoro monografico di Alonso
(2009) sulle MSNA provenienti dall’Europa dell’est e impiegate come lavoratrici del sesso.
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guali tra uomini e donne, come quella del Marocco, assistiamo a una supervisione molto più
stretta e rigida delle norme relative alle adolescenti, in confronto ai loro compagni maschi.
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7. Conclusioni
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Bibliografia di riferimento
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Riferimenti Normativi
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1. Introduzione
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1 Si vedano i report statistici di monitoraggio mensile pubblicati dal Ministero del Lavo-
ro e delle Politiche Sociali.
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2 Milanese (2005) richiama il ruolo fuorviante che possono ricoprire i passeurs che, ben
conoscendo la legislazione internazionale che impedisce il respingimento, si presentano alle
famiglie con le credenziali di chi sa condurre a buon fine i viaggi migratori, contribuendo
così ad alimentare pratiche di elusione delle norme sugli ingressi regolari.
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5 In parte il problema è collegato anche alla limitata disponibilità degli enti locali di ade-
rire alla rete Sprar.
6 Linee di indirizzo per l’accoglienza nei Servizi residenziali per minorenni - v.3.2 del
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7 Il progetto vede impegnati 4 Paesi Europei - Italia, Grecia, Spagna e Regno Unito – nel
periodo 2016-2018. Per approfondimenti si veda: http://www.reculm.eu/.
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nianze di minori incontrati per strada, tra i 12 e 17 anni, che affermano di essere fuggiti per
la scarsa sorveglianza degli operatori sugli episodi di prevaricazione e violenza nei centri.
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4. Conclusioni
nalizzati e una dotazione monetaria di 500 € per la partecipazione al tirocinio per minori non
accompagnati prossimi alla maggiore età o giovani neo-maggiorenni.
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Bibliografia di riferimento
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accompagnati in Italia, CRN Edizioni, Roma.
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Amoruso M., D’Agostino M., Jaralla Y.L. (a cura di) (2015), Dai barconi
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Toscana, testo disponibile al sito:
http://www.regione.toscana.it/documents/10180/23832/Atti+seminario+Emerg
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1. Introduzione
La maggior parte dei MSNA giunti in Italia ha trovato fino ad oggi una
collocazione prioritaria in seconda accoglienza presso comunità, dunque
strutture che hanno lo scopo di garantirne una presa in carico professionale,
grazie alla presenza di personale qualificato. I dati del Ministero del Lavoro
(agosto 2017) indicano che a metà del 2017 i MSNA accolti in strutture di
seconda accoglienza erano 11.144 e rappresentavano il 60% dei minori non
accompagnati presenti sul territorio italiano. Il 33% di essi risultava invece
accolto in strutture di prima accoglienza, mentre il 3% era collocato presso
privati. Del restante 4%, dalle segnalazioni pervenute alla Direzione Gene-
rale non risultava enucleabile la tipologia di collocamento. Nella seconda
accoglienza rientrano sia le strutture afferenti alla rete SPRAR che quelle
finanziate su fondi FAMI che, infine, tutte le strutture di secondo livello
accreditate/autorizzate a livello regionale o comunale.
Le strutture di accoglienza censite nella Banca Dati della Direzione Ge-
nerale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione che ospitano
MSNA sono in tutto 2.039. Le Regioni italiane che hanno un maggior nu-
mero di strutture di accoglienza sono: la Sicilia che copre il 24,9%, la
Lombardia il 10,1%, la Campania il 9,2%, la Calabria il 7,1%, la Puglia il
6,9%, l’Emilia Romagna il 6,8%, il Lazio il 6,2% e il Piemonte il 5,8%
(Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, agosto 2017).
L’accordo sui requisiti minimi per la seconda accoglienza dei MSNA
nel percorso verso l’autonomia siglato il 5 maggio 2016 dalla Conferenza
delle Regioni e delle Province a statuto autonomo prevedeva che
all’ingresso del minore in comunità venisse stilato un PEI (piano educativo
individualizzato), in grado di garantire:
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innovative è stata pubblicata in: Valtolina G.G. e Pavesi N. (2017), “I minori stranieri non
accompagnati”, in Fondazione Ismu, Ventitreesimo Rapporto sulle migrazioni 2017, Fran-
coAngeli, Milano, 2017
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I dati anagrafici sui MSNA presenti in Italia ci dicono che si tratta per
più del 90% di giovani maschi ultra quattordicenni, sovente molto vicini al
compimento della maggiore età. Per questo motivo le comunità educative
come tradizionalmente pensate e strutturate, per un’utenza tendenzialmente
infantile e comunque con problematiche generalmente differenti da quelle
dei MSNA, appaiono poco adeguate oltre che eccessivamente dispendiose.
Per questo motivo in alcuni territori sono state sperimentate forme più leg-
gere di accoglienza che hanno il vantaggio di essere più consone alle con-
dizioni attuali dei ragazzi accolti, ma anche di offrire maggiori strumenti di
accompagnamento verso forme autonome di vita.
È questo il caso della Regione Veneto che, d’intesa con i Comuni capo-
luogo e con il Garante dei diritti alla persona, ha sperimentato nel 2016, e
rinnovata nel 2017, la possibilità – accanto alle tradizionali forme della
comunità-alloggio – di attivare dei gruppi-appartamento in semi-
autogestione. Il progetto prevede una prima accoglienza in comunità allog-
gio dove una équipe multidisciplinare ha il compito di operare un primo as-
sessment, ossia una valutazione in merito alla storia personale, alle caratte-
ristiche sociodemografiche, ai problemi e alle risorse del minore, garanten-
do in questo modo una precisa attenzione alle single caratteristiche del mi-
nore, tanto in termini di problemi/bisogni, quanto di risorse che questo può
mettere in campo. Dopo tale periodo, i ragazzi che sono ritenuti in grado di
avere una buona autonomia gestionale vengono accolti in appartamenti che
possono ospitare ad un massimo di 6 minori. In essi è prevista la presenza
di educatori e mediatori culturali per due ore giornaliere e la costante pre-
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3https://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-
comunicati?_spp_detailId=2970403
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4 https://minorinonaccompagnatialluniversita.wordpress.com/info/.
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Fra le novità introdotte dalla legge 7 aprile 2017 n. 47, che ha introdotto
una serie di modifiche alla normativa vigente in materia di accoglienza e
presa in carico dei MSNA, vi è l’assegnazione agli enti locali del compito
5 Never Alone è un bando che rientra nel quadro dell’iniziativa europea Epim (European
Programme for Integration and Migration) e che ha lo scopo di favorire progetti innovativi
di integrazione ai MSNA. È promosso da Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo,
Fondazione con il Sud, Enel Cuore, Fondazione CRT, Fondazione Cassa di Risparmio di
Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi
di Siena.
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6 http://www.coopnazareth.net/attivita/area-migranti/minori-stranieri-non-accompagnati/
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Alcune Regioni avevano istituito degli albi per tutori volontari già prima
della legge 47/2017, attivando sperimentazioni interessanti che meritano di
essere valorizzate: si tratta di Basilicata, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna,
Veneto.
Proprio le esperienze che hanno preceduto (e in parte stimolato)
l’introduzione di questa misura su tutto il territorio nazionale hanno mostra-
to come essa possa essere ricca di sostanza, quando non rappresenta esclu-
sivamente un adempimento meramente burocratico. L’idea che ha guidato
le diverse sperimentazioni è ben chiarita nel caso di Reggio Emilia, laddove
si esplicita che «il tutore non è soltanto una figura di rappresentanza o un
burocratico amministratore, ma colui che primariamente svolge una funzio-
ne di cura tanto che questa deve caratterizzare la qualità della relazione con
il bambino o il ragazzo di cui deve occuparsi»7. Per questo motivo i proget-
ti analizzati hanno previsto non soltanto un percorso di formazione per gli
aspiranti tutori, ma l’ente pubblico si è assunto l’onere di accompagnare e
monitorare l’attività dei tutori volontari. In alcuni casi nei processi sono
state coinvolte anche organizzazioni del privato sociale, come
nell’esperienza di Bologna e Ferrara che, oltre ai Comuni e al Garante re-
gionale per l’infanzia e l’adolescenza, ha visto la collaborazione della coo-
perativa sociale Camelot. In questo caso il percorso di formazione per gli
aspiranti tutori volontari si è centrato sulla conoscenza dei servizi territoria-
li, sull’apprendimento di competenze per l’ascolto dei minori, per
l’accoglienza e la gestione dei traumi che questi ragazzi hanno vissuto. Già
durante il percorso di formazione alcuni aspiranti tutori hanno avuto modo
di entrare in contatto con MSNA ospiti delle comunità educative, in modo
tale da iniziare a instaurare un primo contatto. L’esperienza di Bologna e
Ferrara ha anche messo in luce l’importanza di costruire degli abbinamenti
accurati tra tutori e MSNA: in particolare, proprio per garantire il diritto del
minore ad avere voce ed essere ascoltato nelle sue esigenze, ogni abbina-
mento è stato reso esecutivo soltanto dopo avere avuto la certezza della to-
tale accettazione dei tutori da parte dei minori. A differenza delle esperien-
ze in cui il tutore risultava essere il Sindaco o l’Assessore ai Servizi sociali,
che dunque non aveva alcun rapporto reale e incisivo con il minore, nel
nuovo modello i tutori rivestono un ruolo fondamentale nel percorso dei
MSNA verso una piena autonomia: occorre perciò che si crei un rapporto di
fiducia all’interno del quale possano davvero essere assunte in modo con-
7 http://www.asp.re.it/Struttura.jsp?id=34
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9. Per concludere
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Bibliografia di riferimento
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all’Università. Percorsi di inclusione linguistica per minori stranieri non ac-
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88
Sitografia
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comunicati?_spp_detailld=2970403 (15/1/2018).
https://minorinonaccompagnatialluniversita.wordpress.com/info/ (15/1/2018).
http://www.coopnazareth.net/attivita/area-migranti/minori-stranieri-non-
accompagnati/ (15/1/2018).
http://www.ilgirasolecremona.it/site/intervista-a-due-giovani-ragazzi-affidatari-
della-coop-nazareth/ (15/1/2018).
http://www.asp.re.it/Struttura.jsp?id=34 (15/1/2018).
89
∗
Rita Finco è autrice del paragrafo 1 e 2. Il paragrafo 3 è frutto dell’elaborazione con-
giunta delle due autrici.
1
L’equipe clinica multiprofessionale e pluriprofessionale è composta: Dr. Rita Finco,
pedagogista e antropologa, responsabile Centro FO.R.Me, Prof. Pietro Barbetta, psicologo e
psicoterapeuta, direttore del Centro di Terapia della famiglia di Milano, Dr. Fulgenzio Rossi,
psichiatra e psicoterapeuta, già direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda
Ospedaliera di Treviglio.
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L’attitude la plus ancienne, et qui repose sans doute sur des fondements
psychologiques solides, puisqu’elle tend à réapparaître chez chacun de nous
quand nous sommes placés dans une situation inattendue, consiste à répu-
dier purement et simplement les formes culturelles: morales, religieuses, so-
ciales, esthétiques, qui sont les plus éloignées de celles auxquelles nous
nous identifions (1952, p. 19).
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Ha delle crisi terribili di rabbia durante le quali rompe tutto ciò che gli è at-
torno, critica tutte le persone che cercano di stargli accanto. Fortunatamente
non sfoga la sua collera picchiandoli.
Double Absence. Des illusions de l’émigré aux souffrances de l’immigré, Paris, Le Seuil,
1999.
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La mediatrice continua:
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Bibliografia di riferimento
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1. Introduzione
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www.ismu.org
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tra il febbraio 2017 e il febbraio 2018 che ha coinvolto i diversi protagonisti del sistema di
accoglienza allo scopo di comprendere il funzionamento e le problematicità legate
all’ospitalità dei MSNA. Attraverso un’analisi narrativa (Daiute, 2013) delle interviste semi-
strutturate a rappresentanti istituzionali, operatori, famiglie e minori si è inteso mettere a
confronto le priorità dei diversi attori coinvolti nel sistema di accoglienza e delinearne gli
aspetti di rischio, di risorsa e di innovatività.
3 Introdotte dalla legge n.47/2017. Nello specifico si fa qui riferimento all’art.7
sull’affidamento familiare.
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re 124, di cui il 44,3% provenienti dall’Albania, il 22,6% dal Kosovo, il 24,2% richiedenti
asilo, originari, in buona parte, di paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea e il restante
9% appartenente ad altri gruppi etnici. Si tratta principalmente di adolescenti maschi di
un’età compresa tra i 15 e i 17 anni (Dati resi pubblici dal Comune di Padova tramite comu-
nicato stampa in data 18/01/18, consultabile online dal sito istituzionale padovanet.it).
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4. Conclusioni
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Bibliografia di riferimento
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1. Accogliere e Accompagnare
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3. L’esperienza padovana
Le interviste realizzate con gli operatori dei Servizi Sociali del Comune
di Padova e con alcune famiglie accoglienti, sia italiane che straniere, ci
hanno permesso di delineare la storia degli affidi dei MSNA a Padova e le
rappresentazioni degli attori coinvolti2.
Il Comune ha iniziato a realizzare affidi di MSNA già nel 2007 ed ha
quindi maturato un’esperienza decennale sul tema, dalla quale è possibile
oggi attingere riflessioni utili per le progettazioni future. L’esigenza di uti-
lizzare il canale dell’accoglienza familiare muoveva da un doppio bisogno:
da un lato la necessità del Comune di trovare una soluzione al carico eco-
nomico rappresentato dall’accoglienza dei MSNA e, dall’altro, dal bisogno
dei minori di poter usufruire di un contesto di vita favorevole allo sviluppo
della loro autonomia e integrazione sociale.
In principio gli affidi di MSNA si sono orientati verso la popolazione
migrante stabilmente inserita nel territorio. Attraverso l’attività dei media-
tori culturali operanti per il Comune, è stato possibile sensibilizzare al tema
dell’accoglienza le diverse comunità etniche di appartenenza dei MSNA già
presenti nel padovano realizzando così una prima rete di famiglie. Negli
anni successivi, la crescente varietà delle provenienze dei MSNA ha reso
però sempre più complesso operare in questa direzione, sia per la mancanza
di riferimenti nel territorio delle specifiche comunità di provenienza dei ra-
gazzi, sia per l’assenza di una cultura dell’accoglienza in alcune realtà. I
referenti dei Servizi per l’Immigrazione del Comune si sono quindi orienta-
ti verso un’ottica di welfare generativo.
tra il febbraio 2017 e il febbraio 2018 che ha coinvolto i diversi protagonisti del sistema di
accoglienza allo scopo di comprendere il funzionamento e le problematicità legate
all’ospitalità dei MSNA. Attraverso un’analisi narrativa (Daiute, 2013) delle interviste semi-
strutturate a rappresentanti istituzionali, operatori, famiglie e minori si è inteso mettere a
confronto le priorità dei diversi attori coinvolti nel sistema di accoglienza e delinearne gli
aspetti di rischio, di risorsa e di innovatività.
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4. Conclusioni
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Bibliografia di riferimento
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Agire nel miglior interesse dei minori dovrebbe guidare tutti gli inter-
venti che li riguardano, comprese le procedure che regolano le migrazioni e
le richieste di asilo, come richiede l’Articolo 24 (2) della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione europea e come sancito nella Convenzione delle
Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. È questo il messaggio ribadito a feb-
braio 2018 nel rapporto Migration to the EU: five persistent challenges
dall’Agenzia Europea dei Diritti Fondamentali (FRA). L’Agenzia evidenzia
come il tema dei MSNA sia una delle cinque sfide chiave che l’Unione Eu-
ropea è chiamata ad affrontare in tema di migrazioni. Il rapporto sottolinea
che, nonostante il numero di questi minori nell’UE sia complessivamente
diminuito dal 2016, il grado di protezione stenti a migliorare ed individua
quattro aree chiave di lavoro: la qualità delle strutture e dei percorsi di ac-
coglienza, la scelta dei tutori, l’accesso alle procedure di asilo, gli ostacoli
frapposti alla riunificazione familiare. Il rapporto mette, anche, in evidenza
come in quattro Paesi, Francia, Grecia, Spagna e Italia, in controtendenza
rispetto al resto dell’Unione Europea, il numero dei MSNA sia rimasto par-
ticolarmente alto a fronte di condizioni di accoglienza giudicate insufficien-
ti. Dal 2011, il numero dei MSNA che annualmente arrivano in Italia si è
moltiplicato per sei, comprendendo anche un incremento dei minori di
quindici anni e di bambine.
Fra i risultati di questo scenario si segnala anche la recente legge italiana
47/2017. La legge definisce il MSNA come «il minorenne non avente citta-
dinanza italiana o dell’Unione europea che si trova per qualsiasi causa nel
territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana
privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti
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il febbraio 2017 e il febbraio 2018 che ha coinvolto i diversi protagonisti del sistema di ac-
coglienza allo scopo di comprendere il funzionamento e le problematicità legate
all’ospitalità dei MSNA. Attraverso un’analisi narrativa (Daiute, 2013) delle interviste semi-
strutturate a rappresentanti istituzionali, operatori, famiglie e minori si è inteso mettere a
confronto le priorità dei diversi attori coinvolti nel sistema di accoglienza e delinearne gli
aspetti di rischio, di risorsa e di innovatività.
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3. Verso l’autonomia?
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4. Conclusioni
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Bibliografia di riferimento
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FrancoAngeli
Copyright © 2018 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891772992
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