Il documento descrive l'evoluzione urbanistica di Parigi nel corso dei secoli, dalle prime fortificazioni gallo-romane fino ai giorni nostri. Vengono menzionate le sei cinte murarie costruite tra Medioevo e Età Moderna e l'espansione della città nell'Ottocento con l'annessione dei comuni limitrofi. Il testo illustra inoltre i principali interventi urbanistici realizzati sotto i vari regnanti francesi e presidenti della Repubblica.
0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
179 visualizzazioni5 pagine
Il documento descrive l'evoluzione urbanistica di Parigi nel corso dei secoli, dalle prime fortificazioni gallo-romane fino ai giorni nostri. Vengono menzionate le sei cinte murarie costruite tra Medioevo e Età Moderna e l'espansione della città nell'Ottocento con l'annessione dei comuni limitrofi. Il testo illustra inoltre i principali interventi urbanistici realizzati sotto i vari regnanti francesi e presidenti della Repubblica.
Descrizione originale:
Italian Essay about urban history of the city of Paris - France
Il documento descrive l'evoluzione urbanistica di Parigi nel corso dei secoli, dalle prime fortificazioni gallo-romane fino ai giorni nostri. Vengono menzionate le sei cinte murarie costruite tra Medioevo e Età Moderna e l'espansione della città nell'Ottocento con l'annessione dei comuni limitrofi. Il testo illustra inoltre i principali interventi urbanistici realizzati sotto i vari regnanti francesi e presidenti della Repubblica.
Il documento descrive l'evoluzione urbanistica di Parigi nel corso dei secoli, dalle prime fortificazioni gallo-romane fino ai giorni nostri. Vengono menzionate le sei cinte murarie costruite tra Medioevo e Età Moderna e l'espansione della città nell'Ottocento con l'annessione dei comuni limitrofi. Il testo illustra inoltre i principali interventi urbanistici realizzati sotto i vari regnanti francesi e presidenti della Repubblica.
Scarica in formato RTF, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Scarica in formato rtf, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 5
Urbanistica
La prima cinta, la prima “difesa” dell’isolotto occupato dai Parisii, era
totalmente naturale: “La terra di quest’isola fu la prima cinta, e la Senna il suo primo fossato”, scriveva Victor Hugo. La crescita demografica incessante, la necessità di una difesa militare e quella di fissare e percepire delle imposte per finanziare lo sviluppo della città, nonché il ruolo politico sempre più importante esercitato da Parigi hanno portato alla costruzione di sei cinte murarie nel corso dei secoli. Ogni cinta ha comportato l’annessione di alcuni territori e villaggi circostanti alla capitale. La muraglia gallo-romana I Parisii, approfittando del periodo di pace nei rapporti con i Romani, estendono il proprio territorio, limitato alla sola Île de la Cité, andando a occupare la riva sinistra della Senna. Nel I e II sec. d.C si sviluppa così una cittadina gallo-romana dotata di monumenti e costruzioni tipici dei domini imperiali. Tuttavia, negli anni 276-285, le invasioni barbariche obbligano i Parisii a rifugiarsi nel loro sito originario, la Cité, che viene circondata da una muraglia eretta per mezzo delle pietre ricavate dalla distruzione dei monumenti romani. Nel IV e V sec. la città rimane rinchiusa in questa piccola cinta muraria. Da Clodoveo a Suger Dal VI al X sec., le zone paludose sono prosciugate e coltivate, e intorno a place de Grève si sviluppano attività portuali e commerciali. Nel periodo merovingio vengono costruiti diversi santuari, di cui però rimangono soltanto poche vestigia nella chiesa della cappella St-Symphorien della chiesa di St-Germain-des-Prés (che fu la necropoli dei sovrani merovingi). Sotto il regno di Ugo Capeto, la città allarga il suo territorio dislocandosi sulle due rive del fiume. Il re soggiorna al Palais de la Cité (attuale Palazzo di Giustizia). Sull’Île de la Cîté vengono edificati nuovi santuari, grazie soprattutto a Suger, abate di Saint-Denis e ministro di Luigi VI e Luigi VII. La cinta di Filippo Augusto Dal 1180 al 1210, un poderosa muraglia è edificata su ordine di Filippo Augusto, che voleva garantire una protezione a Parigi e ai suoi abitanti prima di partire per la sua crociata. La cinta si estende per più di 5 km ed è rinforzata, a monte, da uno sbarramento di rilievi montuosi e, a valle, dalla fortezza del Louvre e dalla torre di Nesle (attuale Institut de France). Le strade vengono pavimentate, contribuendo così al miglioramento del traffico e delle condizioni igieniche. Il paesaggio parigino si arricchisce sempre più di fontane, e grazie allo sfruttamento delle fonti, come quella di Belleville, la città viene dotata di un migliore sistema di approvvigionamento idrico. Vestigia della cinta di Filippo Augusto: rue des Jardins-St-Paul e rue Clovis. La cinta di Carlo V Étienne Marcel, il prevosto dei Mercanti, carica che aveva acquisito un grosso potere, intraprende il restauro delle vecchie mura di Filippo Augusto nel 1356. Inizia inoltre la costruzione di una nuova muraglia, che verrà terminata sotto il regno di Carlo V e che per questo ne porterà il nome. Questa nuova fortificazione è potenziata a est dalla fortezza della Bastiglia. È preceduta da fossati, come evocano i nomi delle vie odierne (rue des Fossés-St-Bernard e rue des Fossés-St-Jacques). Parigi occupa allora 440 ha e conta più di 150 000 abitanti. Esistono già le strade che raggiungono il villaggio di Montmartre, la basilica di Saint-Denis, la commenda del Temple, il castello fortificato di Vincennes. Le mura di Luigi XIII Nel XVI secolo Parigi cresce ancora. Nonostante la Lega, le guerre di Religione, e l’assedio di Enrico di Navarra, la moltiplicazione del numero di edifici civili e religiosi non conosce rallentamenti. Carlo IX e Luigi XIII prolungano verso ovest la cinta di Filippo Augusto, allo scopo di proteggere il palazzo del Louvre, in fase di ampliamento, e i quartieri di St- Germain e di Gaillon. Costruita tra il 1633 e il 1636, la cinta di Luigi XIII sussisterà fino al 1754. Luigi XIV e Parigi La corte reale lascia Parigi; Luigi XIV, che fa il suo ingresso nella capitale nel 1653, vi soggiorna per poco tempo. Decide infatti di abitare a Versailles, senza tuttavia dimenticare Parigi: fa eseguire, al contrario, numerosi interventi urbanistici, come quelli in place Vendôme e in place des Victoires. Intorno al 1670, di ritorno da Vincennes in carrozza, Luigi XIV è colpito dal pessimo spettacolo che offrono le fortificazioni di Carlo V: sono molto rovinate e hanno perso tutta la loro utilità. Ordina dunque di demolirle e di tracciare, al loro posto, un viale piantato con quattro file di alberi. I fossati vengono colmati e viene realizzata una terrazza sopraelevata con vista sulla campagna. L’insieme diventa un bel luogo dove passeggiare, in cui quattro carrozze possono procedere affiancate. La composizione di questi “grands boulevards” dà inizio all’espansione della città in direzione dei sobborghi. Viene costruito il Faubourg St-Antoine e quelli di St-Germain e St-Marcel vengono collegati al centro. Le mura degli esattori generali A partire dal 1784, i limiti di Parigi sono marcati dalle mura degli Esattori Generali. Non si tratta più di una muraglia di protezione, ma di un muro “fiscale”, eretto per evitare le frodi. Costruito tra il 1784 e il 1797, ricalca il tracciato attuale dei boulevard esterni. Lungo 23 km, alto più di 3 m, circonda Parigi con le sue 57 “barriere”, create dall’architetto Ledoux. Suscitò parecchio malcontento tra la popolazione, espresso efficacemente nel motto “le mur murant Paris rend Paris murmurant”. Oggi restano ancora quattro di quelle barriere: le rotonde di Monceau e di La Villette, i pavillons carrés di Denfert-Rochereau e de la Nation. Le fortificazioni di Thiers L’obiettivo di queste nuove fortificazioni è militare. L’invasione dell’armata russa in Francia, e a Parigi, nel 1814 e nel 1815, ha messo in evidenza la necessità di proteggere la capitale. Louis-Adolphe Thiers (1797-1877) propone di costruire una cinta fortificata distante da 1 a 3 km dalle mura degli Esattori Generali, capace di resistere alle batterie nemiche. L’idea è approvata il 1° agosto 1841. Si innalzano 39 km di mura in pietra da taglio e pietra molare, protetti all’interno da un largo fossato di 15 m (gli attuali boulevards des Maréchaux) e all’esterno da una zona militare larga ca 200 m, potenziata da 94 bastioni... Tali fortificazioni non furono mai utilizzate per respingere truppe nemiche, ma servirono allorché, diciotto anni più tardi, un progetto di legge stabilì di estendere i limiti di Parigi fino ai fossati interni. L’annessione del 1860 – A partire dal 1860, tutti i territori situati tra le mura degli Esattori Generali e la cinta muraria di Thiers vengono dunque annessi alla capitale. Quattro comuni - Vaugirard, Grenelle, La Villette e Belleville - scompaiono dalle mappe, diventando parte della città. Sette comuni cedono una parte del loro territorio (come Passy, Auteuil, Bercy), mentre altri 13 concedono una parte minoritaria (Vanves, Issy, Neuilly, Saint-Ouen...). Da questi 7 800 nuovi ha, che porteranno alla creazione di 20 arrondissement anziché 12, e dai prodigiosi lavori del prefetto Haussmann, nascerà la Parigi moderna. Dalla Comune al 1900 Gli incendi della Comune nel 1871 comportano alcune conseguenze positive, dal momento che quasi tutti i grandi edifici pubblici vengono ricostruiti (l’Hôtel-de-Ville, il Ministero delle Finanze, la Légion d’honneur). Vengono restaurati il Palais Royal e il Palazzo di Giustizia, si conclude la costruzione dell’Opéra Garnier e comincia la realizzazione del Sacro- Cuore. Nel 1889, in vista dell’Esposizione Universale, la Tour Eiffel si staglia nel cielo di Parigi, icona della modernità. Il Novecento non è da meno e contribuisce all’arricchimento urbanistico con il pont Alexandre-III, che collega gli Champs-élysées agli Invalides, e la stazione d’Orsay, eretta di fronte al Louvre, sulla riva destra. Ma, soprattutto, prende il via la costruzione del mondo sotterraneo della metropolitana: gli ingressi delle stazioni firmati Hector Guimard diventano anch’essi simboli della modernità. I limiti attuali La Terza Repubblica fa demolire le fortificazioni di Thiers (1919) e fissa, tra il 1925 e il 1930, i limiti definitivi di Parigi: il bois de Boulogne e il bois de Vincennes portano la sua superficie a 10 540 ha e la popolazione a 2 700 000 abitanti nel 1945. Il dopoguerra Durante la V Repubblica, Parigi intraprende grandi operazioni immobiliari. All’inizio degli anni Cinquanta, il governo decide di pianificare una città d’affari che regga il confronto con altre capitali mondiali: nasce La Défense. Questo progetto grandioso viene disposto lungo un asse prospettico altrettanto grandioso, quello che dal Louvre raggiunge l’Étoile e prosegue fino alla periferia ovest. Dopo la costruzione della Maison de Radio France e della realizzazione del front de Seine sotto de Gaulle, il presidente Georges Pompidou consegna a Parigi un edificio innovativo e molto discusso: il Centro d’arte contemporanea di Beaubourg, inaugurato nel 1977. Nel corso del settennato di Valérie Giscard d’Estaing, viene stabilito che la stazione d’Orsay diventi un museo, e i mattatoi di La Villette un museo delle Scienze. Da Mitterrand a Chirac La reputazione dei grandi progetti architettonici del presidente Mitterrand è internazionale. Tuttavia, bisogna precisare che solo il Grand Louvre, tra tutti i progetti portati avanti, è il risultato di un incarico diretto dato dal presidente a un architetto. Gli altri monumenti sono stati oggetto di un concorso nazionale, come il Ministero delle Finanze, l’Istituto del Mondo arabo, la Città della Musica, o internazionale come l’Opéra del quartiere della Bastiglia, la Biblioteca Nazionale o l’Arche de la Défense. La presidenza di Jacques Chirac ha lasciato a Parigi il Museo del Quai Branly, ma sembra che l’era dei grandi monumenti si sia pressoché conclusa, in favore di un’azione sulla “città ordinaria”, per lo meno nella zona del centro storico. Oggi La priorità è oggi il miglioramento dell’ambiente quotidiano degli abitanti e la salvaguardia del patrimonio architettonico, con imponenti lavori di ristrutturazione. Tuttavia, basta spostarsi verso ovest e si ritrova l’impulso verso le costruzioni innovative della città del futuro: la grande opera di rinnovamento di La Défense investe sia nella realizzazione di nuovi edifici, svettanti creazioni dei più celebri studi internazionali, sia nella conversione del quartiere, un tempo solo d’affari, in un’area di maggior vita sociale e importanza culturale. Nel quadro generale di una “partizione dello spazio pubblico”, i maggiori sforzi sono oggi compiuti per migliorare la circolazione e la rete dei trasporti: sviluppo di nuove strade e di piste ciclabili, realizzazione della metropolitana Météor (prima linea di metropolitana interamente automatica), sviluppo della rete tranviaria lungo il perimetro della città (la linea T3 scorre a sud, una nuova linea dovrebbe collegare, nei prossimi anni, la parte orientale). Un obiettivo primario è, infatti, quello di limitare l’uso e il numero delle automobili. Alcuni vecchi tratti ferroviari o stabilimenti industriali abbandonati vengono riconvertiti per dare un nuovo assetto ai quartieri. Il grande cantiere di Paris Rive Gauche che ha ridefinito i quartieri di Austerlitz, di Tolbiac e di Massena ne è un esempio significativo. Il suo monumento faro, la Biblioteca di Francia, è d’ora in poi circondata da uffici, appartamenti, e da un polo universitario nei pressi degli Anciens Moulins. Il riallestimento del quartiere si coniuga con la riabilitazione di monumenti inizialmente votati alla distruzione: i Magazzini Generali d’Austerlitz, trasformati in una Città della moda e del design, o l’ex stabilimento Sudac, che accoglie una scuola d’architettura. Inoltre, grazie alla passerella pedonale Simone de Beauvoir (2006), è stato gettato un ponte tra la riva sinistra e la riva destra, imperniato sulle nozioni di cultura e di piacere. E domani? Bertrand Delanoë , sindaco di Parigi dal 2001, è stato rieletto nel 2008 e si è così guadagnato la possibilità di lasciare un’impronta più nitida nella storia cittadina. Il suo impegno per la riduzione del traffico e dell’inquinamento (corsie per gli autobus, linea tranviaria, Velib’) trova seguito nel piano climatico territoriale che mira a ridurre le emissioni di gas serra del 30% entro il 2020. Tra i grandi progetti futuri, spiccano quelli di riassetto di diverse aree ferroviarie: un immenso giardino nella cour du Maroc (XIX arr.), nelle vicinanze della gare du Nord; un nuovo quartiere con appartamenti, strutture pubbliche, uffici e parco intorno alla gare St-Lazare e alla gare de marchandises des Batignolles; un ostello della gioventù, una biblioteca e un giardino al posto delle messaggerie di rue Pajol (XVIII arr.). Altri grandi edifici devono essere riconvertiti: ex grandi siti ospedalieri (Boucicot, Broussais, Laennec), acquisiti dalla Città di Parigi, stanno per lasciare il posto a vari tipi di alloggio; l’area delle vecchie Pompe Funebri municipali, rue d’Aubervilliers (XIX arr.), è pronta ad accogliere il centro “Le 104”, luogo di creazione artistica contemporanea. Infine, una questione molto discussa riguarda l’espansione di Parigi (chiamata Grand Paris o Paris Métropole), con l’integrazione all’area cittadina di alcuni comuni limitrofi. Il dibattito suscita già oggi parecchie polemiche, spostando l’attenzione dal “come ingrandire Parigi” al “perché si vuole ingrandire Parigi?” Occorre immaginare un’annessione dei comuni vicini, come avvenuto già altre volte in passato? Ma questo comporterebbe la crescita della popolazione comunale, che arriverebbe a 3 milioni d’abitanti, con conseguenti interrogativi sui problemi di gestione. O piuttosto bisogna pensare a una “comunità di agglomerati”? L’ampliamento di Parigi sarà una questione importante del dibattito politico, come testimonia la presa di posizione del nuovo presidente francese, Nicolas Sarkozy, che si è espresso in favore di un rafforzamento del ruolo statale nell’ambito delle decisioni e della progettazione, finora di competenza principalmente comunale.