Oreste Scacchi - Musica Elettronica
Oreste Scacchi - Musica Elettronica
Oreste Scacchi - Musica Elettronica
. MUSICA ELETTRONICA
E.T.L. EDITORE
ORESTE SCACCHI
MUSICA
ELETTRONICA
E.T.L. EDITORE
BI nLIOTECA TECNICA DI RADIOELETTRONICA
Di musica si parla da sempre. Oggi come ieri. Bach, Porter, Miller, Baez, cia-
scuno a modo suo, hanno fatto musica. Se il pentagramma stato di tutti, le
note hanno individuato e personalizzato il pensiero musicale. Cos come lo
strumento scelto. Il mezzo tecnico, dal cembalo al pi sofisticato organo elet-
tronico, ha accompagnato il genio, /'ispirazione, il passaggio tematico, il
senso musicale.
Oggi c' ancora la musica, ed anche l'elettronica, con i transistor ed i circuiti
integrati. Gli strumenti musicali tradizionali, pur sempre validi, non bastano
pi. Sono nati i sintetizzatori, gli equalizzatori, i mixer. La musica anche
elettronica, le note sempre quelle.
Il mondo musicale che qui presentiamo fatto, appunto, anche di elettronica.
Non quella di Houston, o del Mare della Tranquillit, o del Viking. E' l'elettro-
nica che si traduce in musica, quella che permette la costruzione di apparecchi
nuovi, semplici, di facile realizzazione. Interesse, attenzione, sperimentazione,
collaudo, pochi soldini, permettono di comporre simpatici circuiti, piccolissimi
integrati in una unit che pu anche sorprendere il dilettante come l'appassio-
nato di effetti sonori. Con le nostre mani realizziamo qualcosa che un piccolo
segreto, e che possiamo usare in tanti modi: l'elettronica insegna sempre
Ci siamo sforzati, nei nostri limiti, di essere sempliCi, pratici; la variet dei
progetti e delle loro utilizzazioni soddisfer, speriamo, quella fascia giovanile
di appassionati per i quali l'elettronica soprattutto un hobby, una esperienza.
Non necessariamente uno studio, certamente uno svago. Una curiosit, ci augu-
riamo, per impegni maggiori. Questo libro per i curiosi degli effetti, gli
ascoltatori della sintesi elettronica, gli sperimentatori.
Nelle pagine che presentiamo si riconosceranno i giovani di oggi, quelli della
et elettrica, della societ tecnotronica. I giovani che comunque non rinunciano
alla musica come poesia della vita.
Alberto Magrone
9
INTRODUZIONE
Musica ed elettronica hanno percorso due lunghe strade paral-
lele, nel corso dei secoli; la prima, che trae le sue origini dalla
primordiale, inconscia volont de" 'uomo di sonorizzare , dar corpo
fisico a sensazioni astratte, collettivizzandole, ha seguito la sua
lunga via evolutiva lentamente, passando da sonorit essenzial i e
rarefatte ad altre, pi complesse e descrittive, per poi tornare alla
rarefazione iniziale attraverso un costante progresso tecnico degli
strumenti atti alla produzione dei suoni.
La seconda giunta ad oggi, invece, attraverso un itinerario
segreto, quasi in incognito, trasformandosi : magnetismo, elettri-
cit, elettrotecnica, fino alla rivelazione di un nuovo microcosmo:
la valvola, il transistor, l'integrato, l'energia nascosta in pochi mi-
cron, nuovi orizzonti per l'uomo e la sua capacit di comunicare.
L'incontro fra queste due strade, l'improvvisa convergenza di que-
ste vie parallele, viene ufficialmente datato a circa venticinque
anni fa, ma sappiamo bene che non esistono convergenze im-
provvise.
chiaro cio che, se a questo connubio si potuti giungere,
ci dovuto all'opera congiunta, anche se indipendente ed incon-
sapevole, di pi ricercatori, nell 'uno come nell 'altro campo. Non
si sarebbe potuti giungere a questo incontro senza Edison, senza
De Forest e la valvola termoionica da una parte; e senza i fautori
di una musica nuova, i dodecafonici, i futuristi dali 'altra. Eppure,
che a questo risultto si dovesse giungere, era scritto nella natura
stessa dell'uomo e del mondo nel quale l'uomo vive; non poteva
essere possibile, per una mente cos totale . , inserita in un con-
1
to altrettanto totale , l'accontentarsi dei cinque, poi dei sette,
I ncora dei dodici suoni, cos gravemente I imitativi nei confronti
di un universo espressivo tanto vasto. Il suono unico ed infinito ,
n n delimitabile da geometriche tastiere o fredde corde. Il suono ,
I mu sica, un grido iridescente i cui soli confini coincidono con
I confini stessi della natura umana. Diciamo natura per non rele-
g re il concetto di musica nell 'ambito angusto dell 'udibilit; il suo-
no, la musica, supera questa barriera, penetra in ben altri recessi
che non le sole orecchie .
L'elettronica ha reso possibile questo: la disgregazione del vec-
chio mondo musicale, delle sue limitazioni , delle sue superate basi
t eoretiche, per portare l 'uomo alla rappresentazione pi vasta pos-
sibile del suo proprio universo sonoro, e per converso alla com-
prensione pi estesa possibile dello stesso. Non poteva d'altronde
essere altrimenti. La tecnologia moderna , a tutti i livelli , ci ha fatto
da tempo superare le barriere acustiche del passato . Nuove sono-
rlt , inizialmente intese soltanto come figlie della tecnologia, i
motori, le onde radio, i crepitii e le esplosioni, non potevano non
modificare le nostre concezioni, i nostri stessi bisogni musical i.
~ perci quindi che la tecnologia, dopo aver modificato il nostro
substrato biologico, viene dallo stesso digerita, assimilata, stru-
mentalizzata per quei fini e quelle esigenze che la nostra nuova
composizione biologica ora, inesorabilmente, richiede. Per questo
appunto (e per altro ancora, celato forse nel nostro stesso desti-
no) che l'elettronica , la figlia pi sofisticata della tecnologia da
noi creata, diventa strumento idoneo a rappresentare la comple-
t ezza della nostra nuova dimensione sensoriale.
Come per molte altre scoperte ed innovazioni, anche per quanto
riguarda la musica elettronica stata indispensabi le l'opera di
alcuni precursori, i pi importanti dei quali vogliamo ricordare qui
di seguito. Soltanto grazie a questa lunga serie di scoperte trove-
ranno origine la musica concreta e la musica elettronica .
Dobbiamo risalire agli ultimi due decenni del secolo scorso per
trovare l'invenzione che render possibile successivi sviluppi: il
fonografo a cilindri o a rulli , di Edison e di Berliner. Sempre verso
la fine del secolo, ancora in America , Cahill idea e brevetta i penta-
grammi sonori. L'antenato del registratore magnetico , il Telegra-
phone di Poulsen, nasce in Danimarca in quegli stessi anni.
Nei primi anni del nostro secolo le scoperte in questo campo si
mo ltiplicano . Nasce il primo oscillatore di bassa frequenza, la prima
v Ivola t ermoionica . Sempre negli Stati Uniti, Cahi Il prosegue le
u rice rche ed inventa il Telharmonium. Intanto , anche musicisti
Il li ani com in cia no ad interessarsi , con entusiasmo, a questi nuovi
11
sviluppi: citiamo fra tutti Ferruccio Busoni. Giungiamo agli anni del
futurismo, che trova aderenti anche in campo musicale. Nel 1914,
a Milano, viene tenuto il primo concerto con l'intonarumori di Luigi
Russolo: era questo uno strumento acustico che produceva mecca-
nicamente svariati rumori che venivano poi ampi ificati per mezzo
di alcuni megafoni.
Intanto, musicisti statunitensi, francesi, tedeschi cominciano
ad auspicare, ed in alcuni casi a realizzare direttamente, nuovi
strumenti che diano nuove sonorit. Citiamo Edgar Varse, che per
primo fu favorevole ad una stretta collaborazione fra compositori
e tecnici; Darius Milhaud, che effettu esperimenti di trasforma-
zione del suono mediante il fonografo; Antheil, che nello spartito
del suo Ballet Mcanique inser partiture per incudini, seghe, trom-
be d'automobi le e motori d'aeroplano. I n Germania nascono a getto
continuo nuovi strumenti musicali elettronici : 1' Elektrophon ", il
Kaleidophon ", il Trautonium n. Nascono le prime colonne so-
nore per film e, sempre alla fine degli anni '20, in America Laurens
Hammond inizia la costruzione dei suoi strumenti musicali elettro-
nici: 1' Organo Hammond", il Solovox n, il Novachord n. In
quegli stessi anni nasce l'antenato degli attuali sintetizzatori mu-
sical i: si tratta di un apparecchio costituito da quattro osci lIatori
elettronici comandati da rulli di carta perforata.
Musicisti come Schillinger, Honegger, Hindemith iniziano a
comporre musica espressamente per strumenti elettronici, mentre
parallelamente si sViluppano gli studi sul suono disegnato n e su
altre tecniche sonore. Nel 1935, in Germania, viene costruito i I
primo registratore a nastro magnetico; in Unione Sovietica ven-
gono compiuti esperimenti con i Variophones n, apparecchi che
utilizzano immagini grafiche riportate su una pellicola, e che pre-
corrono la sintetizzazione dei suoni fotoelettrici.
Fra il 1939 ed il 1942, negli Stati Uniti, John Cage realizza regi-
strazioni di suoi concerti che prevedono l'utilizzazione di pianoforti
modificati, percussioni, giradischi a velocit variabile, oscillatori a
bassa frequenza, barattoli, molle amplificate e altri strumenti etero-
dossi. Negli anni immediatamente seguenti vengono realizzate ap-
parecchiature per musica I ibera comprendenti osci lIatori audio
e sistemi di sincronizzazione, e viene ideato un sintetizzatore a
schede perforate. Nel 1948, Pierre Schaeffer realizza i primi lavori
di musica concreta: il suo primo brano, Etude aux chemins de
fer , dura tre minuti, ed totalmente ferroviario n: fischi di loco-
motive, sbuffi di vapore, sferragliare di ruote sulle rotaie.
A poco a poco eccoci ai giorni nostri. Anno di grazia 1976, tra
ventiquattro anni gi il mitico Duemila. I Beatles, era ora, si
l
no suonare nelle Russie comuniste; in tutti i negozi del
I moltiplicano le vetrine dedicate agli apparecchi della
Ic I ttronica ...
Il descrivere della pittura. Anche la poesia pu, sotto questo
p tto, chiamarsi fortunata in confronto della musica e il suo
mlnlo non limitato come il mio; ma, in compenso, il mio si
t nde pi lontano in altre regioni. .. . Aveva forse immaginato
B ethoven (il brano sopra tratto da una lettera a W. Gerhard)
che un giorno (oggi) si sarebbe potuto scrivere congiuntamente di
note musicali e di transistors? Elettronica e musica: sino a poco fa
Il pi innovatore dei critici della scienza dell'armonia non avrebbe
scommesso granch sulla possibilit di trar fuori una sola nota da
qualche frammento sia pur drogato di germanio o di silicio colle-
gato qua e l con alcuni fili di rame ad una pila. Ebbene il miracolo
che avrebbe meravigliato certamente anche il grande infermo
(Beethoven, forse il pi grande compositore di tutti i tempi, era
sordo!) s' compiuto. Ostinatamente decine di scienziati e di tec-
nici son stati per anni a giocherellare, si fa per dire, con generatori,
amplificatori, filtri; migliaia di esperimenti e di esami di laborato-
rio; quindi i primi timidi exploit di questo o di quel complessino
musicale con strumentazione elettronica. Poi, ecco, i I mercato che
conta si impadronisce del fenomeno e subito a fiumi son chitarre,
organi, batterie, pianoforti tutti squisitamente elettronici. Infine, a
colmare la misura, le note programmate dai calcolatori elettronici
che diventano i Beethoven, i List del nostro tempo.
Leggiamo dunque insieme di piccoli organi elettronici, di siste-
mi automatici d'accompagnamento, di sintetizzazione elettronica
del suono. Proviamo anche a costruire direttamente con le nostre
mani qualche piccolo apparecchio: la musica elettronica diver-
tente, interessante, faci le.
13
p COLI ORGANI
Iniziamo il nostro studio dagli strumenti pi semplici, i quali
costituiscono comunque l'ossatura fondamentale di strumenti ben
pi complessi. A voler essere esatti, la definizione organo )) non
CI
elettrici, che altro non sono che apparecchi a lamine vibranti (co-
me l'armonica) nei quali l'aria generata da una piccola soffieria
elettrica. In un piccolo organo distinguiamo molto bene la tastiera,
di tipo normale, qualche commutatore che permette di cambiare
il timbro sonoro, una manopola di regolazione della potenza.
A terra, un pedale (facoltativo ma senz'altro opportuno) che
permette di colorire il brano interpretato col variare della potenza
del suono. Amplificatore ed altoparlante sono incorporati nell'ap-
parecchio. Questo strumento polifonico: mutando la posizione di
diversi pulsanti possibile realizzare accordi differenti.
Prima di iniziare lo studio di un apparecchio polifonico, prendia-
mo contatto con la musica elettronica sulla base di un piccolo
montaggio semplice.
Per fare della musica, cosa ci occorre? Prima di tutto, un oscil-
latore in grado di fornirci osci Ilazioni la cui frequenza si possa si-
1
a
3
1 r
2 I 4
5 -
Schema logico di un piccolo
organo: 1. tastiera, 2. oscll/atore,
3. circuito timbri, 4. amplificatore,
- --+-- --+- + Vee
5. alimentazione.
A destra un osci/latore con
transistor UJT. Da/la base 81 R
si prelevano i segnali.
E
E c
61
L'oscillatore
Occorre lavorare in bassa frequenza . Supponiamo che si vo-
gliano coprire due ottave, per esempio da 261,6 Hz a 1046,5 Hz. Un
mezzo molto semplice per real izzare questo osci lIatore consiste
nel prendere un transistor unipolare il cui simbolo in figura. Si
tratta di un transistor un po' speciale, dotato di due basi B1 e B2
e di un emittore E.
Il suo funzionamento semplice. Realizziamo quindi il mon-
taggio illustrato. Abbiamo un oscillatore che ha, attorno al transi-
stor, 2 resistenze ed 1 condensatore. Cosa succede, dunque? Alla
messa in tensione immaginiamo che il condensatore C sia scarico;
Il uo potenziale nullo, la tensione VB 1 massa nulla, il transistor
I cc to . Non passando alcuna corrente (tranne una debole cor-
r t I fuga) per l'emittore del transistor, il condensatore C si
rl tr mit la resistenza R con una costante di tempo RC . Quan-
1
I t nslone VEM (tensione d'emittore in rapporto alla massa)
u u I Ila tensione ai capi del condensatore, raggiunge la ten-
I n di picco del transistor (circa 3 V) , questo inizia bruscamente
condurre, e il condensatore si scarica rapidamente attraverso la
r Istenza di carico Rc. Poi, il transistor torna a bloccarsi, ed il
cic lo ricomincia. Abbiamo cos un oscillatore. Qual' la forma dei
egnali? Ai capi della resistenza Rc abbiamo un impulso positivo
ogni volta che il transistor passa in conduzione. Questo impulso
durer il tempo necessario al condensatore per scaricarsi.
81 il tempo di stabilizzazione della conduzione ( una co-
stante del transistor). 82 il tempo di scarica del condensatore C
attraverso la resistenza Rc.
Si tratta qui di un segnale a bassa impedenza la cui larghezza
(durata dell'impulso) debole rispetto al periodo. Ai capi del con-
densatore possiamo disporre di una rampa , o segnale a dente
di sega. Questo segnale ad alta impedenza: dobbiamo caricare
il meno possibile il tratto R-C. Si tratta di un segnale molto inte-
ressante, in quanto assai ricco di armoniche.
~ dunque questo il segnale che utilizzeremo per le nostre ap-
plicazioni.
Amplificatore con
transistor a collettore comune.
L'impedenza di uscita
di pochi ohm.
Re
1
Rl
470
2 BC 208 B
2 N 2646 Oscillatore
completo. La
tensione in uscita
c quella a dente
Re di sega presente
5,6k ai capi del
condensatore ma
amplificata.
La resistenza
variabile decide
la frequenza .
La tastiera
Ad ogni nota corrisponde un valore della resistenza R. Pi la
nota acuta, pi la frequenza elevata, dunque pi la costante
di tempo Re deve essere debole, e di conseguenza anche R. Dob-
biamo quindi commutare resistenze di differenti valori. Sia che si
adoperi una tastiera standard, sia che si adoperi un sistema di
pulsanti, occorre disporre di un contatto per ogni tasto o pulsante.
R1 la resistenza di valore maggiore, R1O quella di valore mi-
nore. Si pu anche fare un montaggio in serie, ma il montaggio in
parallelo senza dubbio meno diffici le, dal momento che un lato
di ogni interruttore in comune.
R1, R2 ... R10 ... potranno anche essere delle resistenze variabili
che verranno regolate, una volta per tutte , prima dell 'assemblaggio
dell 'apparecchio.
"'...
Rg R10 ~..
.~
4;,.
;
.'"
,
\
DO OO~ RE FA FA 1t LA LA 1 51
R R
a ... .& .... a.aaaa
I
Yri~.
Filtro passa basso. C mW
La frequenza di taglio dipende
dai valori di R e di C.
56kQ 56kQ
Uno schema
per il circuito
dei timbri. La
sonor/t cambia
Inserendo gli
Interruttori A e B. 56kQ
SI noti che sono
qui combinati
Insieme i filtri
passa basso
e passa alto.
21
I valori dei condensatori saranno scelti in funzione delle sono-
rit che si vogliono ottenere (da 2 nF a 1 mmF) . Se A e B sono
chiusi , non passa alcun segnale. Se A aperto, abbiamo un segnale
privo delle sue componenti acute. Se aperto B, abbiamo un se-
gnale privo delle sue componenti basse. Se A e B sono entrambi
aperti, abbiamo un segnale dominante a met fra bassi e acuti.
.9 V
O,lIl F
5,6kQ
POlo
10kQ SQ
10 9.
22Q
100p F 100pF
l 'O Il
F
L'amplificatore
sufficiente un amplificatore da 2 W. Utilizzeremo un amplifi-
catore esistente in commercio sotto forma di piccolo circuito inte-
grato, al quale aggiungeremo alcuni elementi esterni, fra i quali
I 'altoparlante .
Avremo una buona riproduzione delle note gravi con un alto-
parlante di grande diametro. Nello schema illustrato un possibile
esempio di amplificatore. equipaggiato con un circuito integrato
di tipo TAA 611 C.
Con un altoparlante da 8 Ohm, e con una tensione d'alimenta-
zione di 9 V, otteniamo una potenza di 1,5 W . Con 12 V abbiamo
Invece una potenza di 2 W.
Il potenziometro da 10 kOhm permette di regolare la potenza
I uscita dell'amplificatore. Si tratta di un potenziometro del tipo
22
....:L.. 4,5V
100 ~ F
4,5 V
Alimentazione
Per alimentare il complesso, sufficiente utilizzare due pile da
4,5 V montate in serie. Tuttavia, per stabilizzare al meglio l'oscil-
latore (la cui frequenza varia con la tensione d'alimentazione)
diamo l'esempio di un montaggio particolare .
La cellula Re costituita dalla resistenza da 1 kOhm e dal con-
densatore da 100 mmF, offre una stabi lizzazione sufficiente, poich
il consumo dell'oscillatore debole, e pressoch costante .
23
I MODULI
Cerchiamo di crearci una visione modulare della organizzazione
interna di uno strumento di questa categoria. Ogni modulo real izza
una funzione ben determinata. Quale il ruolo di ogni singolo
modulo?
I generatori
Ogni nota corrisponde ad una frequenza fondamentale precisa.
necessario generare quindi queste frequenze . Un generatore sar
dotato perci in primo luogo di un osci Ilatore di segnale alla fre-
quenza desiderata. Ma una tastiera comprende numerose ottave
(da 3 a 5) , e per ogni nota, le stesse note di ottave differenti sono
dei sottomultipl i di 2. Dobbiamo perci dividere per 2 la frequenza
fornita dali 'osci Ilatore, tante volte quante sono le ottave.
Un generatore comporta quindi un oscillatore e dei divisori di
frequenza.
Trattandosi qui di uno strumento polifonico, occorre poter di-
sporre simultaneamente delle dodici note per tutte le ottave della
tastiera.
Avremo quindi in un organo dodici generatori identici a quel I i
che abbiamo pi sopra descritti. L'unica differenza sar nella rego-
lazione degli oscillatori (essendo ogni oscillatore basato su una
nota de Il 'ottava) .
Di qui l'abbondanza dei componenti elettronici necessari, do-
vuta alla ripetitivit dei circuiti.
24
--------,
I'001 _ .I
--+ -
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1
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I
I
A,\ 8.\ C.\ 0,\
I I
~
N
Miscelatori d'armoniche
Disponiamo ora di dodicJ frequenze fondamentali e dei loro
sottomultipli, che permettono cos di coprire tutta l'estensione
della tastiera. Si potrebbe a questo punto accontentarsi di portare
ogni frequenza sulla nota corrispondente della tastiera. Ma in ef-
fetti questo sistema porterebbe ad ottenere suoni relativamente
poveri di armoniche.
Per ottenere un suono ricco di colore, dobbiamo portare su
ogni nota la frequenza che le compete, e in aggiunta una certa
percentuale di armoniche sapientemente dosate, tratte da fre-
quenze di note uguali prese dalle ottave vicine. Per capire meglio
si noti lo schema sinottico completo di un generatore per un or-
gano dotato di tastiera a 4 ottave. Nell 'esempio, si tratta di un La.
Abbiamo dodici generatori identici, le cui frequenze sono sempli-
cemente relative ad ogni nota dell 'ottava.
la tastiera
Le uscite dei generatori ci forniscono tutti i segnali di cui ab-
biamo bisogno. Non resta che 'selezionare il segnale prescelto in
25
Il preamplificatore
I nostri segnali sono stati indeboliti , avendo dovuto attraversare
26
Il riverbero
Sappiamo che, emettendo dei suoni all'interno di un locale, si
producono delle riflessioni sulle pareti, con relativo effetto di eco.
Il caso tipico quello della cattedrale, nella quale i muri sono nudi,
e le volte alte e arrotondate. Ovviamente, non la stessa cosa in
un appartamento, dove lo spazio senz'altro molto pi limitato.
Inoltre, le poltrone, le tende, eventualmente la moquette presenti
nel locale assorbono i suoni ed evitano le riflessioni.
Si quindi provveduto a ricreare artificialmente, con dei cir-
cuiti elettronici, questo effetto di riverbero: il quale risulta molto
gradevole, qualora beninteso lo si sappia sapientemente e corret-
tamente dosare, soprattutto nel caso dell'organo.
1/ segnale inviato dal preampl ificatore viene diviso in due, come
dallo schema: da una parte si ha un segnale diretto verso l'ampli-
ficatore, dali 'altra un segnale di retto ali 'unit di riverbero, che ne
provoca il ritardo rispetto al primo segnale.
A questo punto, i I segnale diretto e quello ritardato vengono
mescolati all'ingresso dell'amplificatore generale.
27
Il pedale d'espressione
Il pedale d'espressione viene azionato dal piede destro, e per-
mette di far variare la potenza d'uscita dell'organo. Interviene
quindi giusto prima dell'amplificatore di potenza.
L'amplificatore di potenza
I segnali preamplificati e dosati dal pedale d'espressione arri-
vano all'ingresso dell'amplificatore di potenza in grado di azionare
un altoparlante. Una potenza di 10 W , di solito, pi che suffi-
ciente.
Il vibrato
V' -
V'
<> +
L'al i mentazione
Questi apparecchi funzionano in corrente alternata a 110 o
220 V. I circuiti utilizzati richiedono basse tensioni continue di
qualche volt soltanto. Solo l'ampi ificatore richiede una tensione di
qualche decina di volts. Vediamo un esempio tipo di alimentazione:
a partire dalla rete, un trasformatore riduce la tensione a qualche
volt in c.a. Poi, un raddrizzatore trasforma questa tensione alternata
in tensione unidirezionale che viene filtrata ed applicata diretta-
mente all'amplificatore. Questa stessa tensione continua passa
inoltre in un sistema stabilizzatore che ne abbassa il valore alimen-
tando a valori stabili gli altri circuiti.
Per la stabilit generale dell'insieme opportuno che esista
un regolatore, perch gli oscillatori piloti hanno scarti di frequenza.
GENERATORI DI NOTA
In ogni organo ci sono dodici generatori corrispondenti a cia-
scuna nota dell'ottava. Ogni generatore, come abbiamo visto, com-
porta tre parti essenziali: l'oscillatore, i divisori di frequenza, i
miscelatori d'armoniche.
Abbiamo gi visto l'oscillatore pi semplice e pi stabile come
temperatura: l'oscillatore a transistor unijunction (UJT).
Tuttavia, non il solo montaggio esistente: ne esistono altri di
tipi.
L'oscillatore a induttore: molto stabile;
il montaggio a multivibratore;
l'oscillatore AC, pi utilizzato nella bassa frequenza (vibrato).
L'oscillatore a induttore
Questi utilizza un induttore in ferrite, che ha il vantaggio d'es-
sere molto stabile, ma il suo peso, il suo prezzo ed il suo ingombro
non sono trascurabili.
Il circuito LI-Cl d l'accordo inserito nel circuito del collettore
di un transistor. L'induttore ha due avvolgimenti; i I secondo che
serve da cc reazione (L2 ) conserva le oscillazioni. Il condensatore
Cl determina la frequenza e deve essere di buonissima qualit
(stabilit in temperatura ed in invecchiamento).
La polarizzazione del transistor assicurata da un punto di base
costituito da tre resistenze: Al, e A2 a ritorno di massa, A3 colle-
gata a Vcc. Il segnale generato dall'oscillatore prelevato sul col-
lettore del transistor, attraverso un condensatore C2 Il vibrato agi-
32
R3
" .
,,II
"
,"," L2
,"
,',
" ,
"
I ,
,
,,
,,
,,, ,I,
,, ,,
' , Ll
R4 R2 Cl ,'"
,'
,,, ,,'
Rl
Il
V;br.lo C2
L'oscillatore a multivibratore
Il suo principale difetto la mancanza di precisione. Questo
montaggio figura in tutti i libri di elettronica. Noi non riferiremo
la sua teoria. Ricordiamo rapidamente il suo funzionamento. lo
schema di base dato in figura. ~ un montaggio perfettamente
simmetrico. Due transistors TI e T2 sono sempre uno bloccato, l'al-
tro saturo. Re sono le resistenze di carico dei collettori dei transi-
stors . Rb sono le resistenze di base, Cl e C2 i condensatori che
33
+ Vee
PN P
220kQ 4,7k Q
3,3nF
10k Q
100 kQ o
02
NPN
10nF 6,8kQ
L'oscillatore a sfasamento
Il principio di questo schema il seguente: Un segnale appli-
cato sulla base di un transistor esce sul suo collettore s amplifi-
cato ma pure sfasato di 1800 in rapporto al segnale d'ingresso. Per
assicurare una autooscillazione bisogna reintrodurre sulla base del
transistor una parte del segnale del collettore , di cui si sar inver-
tita la fase . Una cellula RC crea uno sfasamento di 60. Decorre-
ranno dunque tre cellule identiche in serie per ottenere lo sfasa-
mento di 1800. Ma ogni cellula attenua il segnale . ~ cos dunque
34
+ Vee
--~----~----~----~---
Re
Schema di
un multivibratore
a due transistor.
Multivibra-
fore con
n n possibilit
di regolare
la frequenza
di oscilla-
zione.
l- In uscita
'" _J I I L_
segnali
asimmetrici
(sopra)
o simmetrici
(sotto) .
I divisori di frequenza
Dali 'asci lIatore si I ibera una frequenza fissa F. Noi abbiamo
visto che una tastiera comporta pi ottave. Seguendo il numero
delle ottave desiderate, dovremo dividere la frequenza F dell 'oscil-
latore 1, 2, 3, ... X volte.
35
Due diodi
(in basso
t--+---tt- J1..fL sullo
schema) per
compensare
l'effetto
della
temperatura .
E C
5
Una cellula Re: in uscita
un segnale S alternato
~
I:
sfasato di 600 rispetto a :~
:~ R
quello di entrata E. ~
"""
Un transistor montato
ad emettitore comune :
in uscita segnali
sfasati di 1800.
c c c
R R
Oscillatore con R
tre cellule di
sfasamento.
In uscita
un 'oscillazione
permanente.
nellati uno sull'altro per una resistenza di 100 kOhm con, in paral-
lelo, un condensatore di 1,5 nF. Le resistenze a collettore dei due
transistors non sono collegate direttamente alla tensione di ali-
mentazione ma a una resistenza comune di 2,2 kOhm. Gli emittori
di TI e T2 sono accoppiati da una resistenza di 100 Ohm che ritorna
alla massa.
Il principio di funzionamento sensibilmente identico a quello
del multivibratore: quando un transistor bloccato, l'altro conduce.
Ma qui il sistema non oscilla autonomamente: bisogna stimolarlo.
Sia il sistema a riposo: TI conduce, T2 bloccato .
T2 essendo bloccato, la base di TI resa positiva per le resi-
stenze RI, R2 e R3 in serie, RI essendo collegato a Vcc.
Un'impulso negativo, trasmesso per il condensatore di 1,5 nF,
arriva al punto di congiunzione RI , R2 Questo bruscamente por-
tato ad un potenziale nullo e la base di TI non pi alimentata .
F/ 2 F/2 F/ 2
F
Le cellule
divisori di
frequenza sono
F F/ 2 F/4 F/ 8
tutte uguali
fra loro e poste
in serie.
37
TI si blocca. TI bloccato: la base di T2 alimentata e T2 si mette a
condurre. Il sistema ha perso l'equilibrio (si capovolto ecc .).
L'impulso pu essere sparito, il sistema rester ormai in questo
nuovo stato.
Aggiungiamo tre fattori che favoriscono la perdita di equilibrio:
l'impulso negativo al punto di congiunzione RI , R2 , TI condu-
cente. Questo impulso tende a far si che il collettore di TI non
sia pi alimentato;
la resistenza emittente di 100 Ohm permette di portare ad un
potenziale uguale alla caduta di tensione in questa resistenza
gli emittori dei transistors;
i condensatori di 1,5 nF piazzati in parallelo sulle resistenze R3
e R'3 permettono di attivare il capovolgimento.
Un tale circuito si chiama bistabile (o flip-flop) perch ha due
stati stabi I i.
Quali che siano le forme del segnale di comando il segnale di
Vcc
R1
1,5 n F 2,2kQ
E'V
I
R2
R2 1,5 nF
27kQ
SUl...
R3 100 kQ
I S
33kQ
100 Q
Circuito
differenziatore
a resistenza
e capacit. R
] I l J l a frequenza F /2
(periodo doppia).
39
--
--,
Amplificatore
squad ratore:
elimina la
componente
negativa
del segnale.
Re
Circuito
a transistor UJr :
sulle basi segnali E
in opposizione
di fase .
41
:~
. ; RB2
I- D ::
---",/II- < Circuito equivalente
_E ;> E
....
.....
di un transistor tipo UJT .
Ol-----.:---~:---*-----r--t
Rapporti di frequenza
I
e di fase tra i segnali
l ------/\~~-----.
alle basi di un UJT
rispetto all'ingresso VE.
VB! t
V
B2
rl------~IV
:--_---- .. t
42
Come si raggiunge la tensione di picco, il transistor si mette
bruscamente a condurre a valanga. I carichi si smaltiscono in RB1.
Se applichiamo un segnale sinusoidale all'entrata deII'UJT, la parte
negativa della sinusoide non ha alcun effetto sul transistor. La
parte positiva in compenso, se sorpassa la tensione di picco del-
l'UJT, lo disinnesta. Si noti il diagramma delle tensioni. Noi abbia-
mo bisogno di un impulso positivo o negativo: preleveremo il
segnale sO ia sulla base BI sia sulla base B2
43
L'ARMONIA
Disponendo di un oscillatore che libera una frequenza F e di
molti divisori di frequenza messi in serie, che forniscono le fre-
quenze F/2, F/ 4, F/8, veniamo alla nostra tastiera di 4 ottave.
Utilizzeremo infatti un divisore supplementare per ottenere an-
che F/16. Due ragioni per questa scelta: .
4 ottave vogliono dire 4 volte la gamma, pi una nota supple-
mentare, un do se la tastiera comincia al do. Tutti i generatori
devono fornire 4 frequenze salvo quella del do che deve darne 5.
I segnali forniti dai divisori sono tutti dei segnali quadrati.
Quello che liberato dall'oscillatore ha una forma diversa salvo
se l'oscillatore un multivibratore.
dunque preferibile tenere questo segnale, se sinusoidale o
una rampa, per le mescolanze di armonia.
Riassumendo: noi disponiamo di un segnale di frequenza F si-
nusoidale o a dente di sega e dei segnali quadrati di frequenza
sottomultipla. Sopra gli cc organi )) della categoria che noi stiamo
descrivendo, si cercato di ottenere delle sonorit ricche pur
avendo dei circuiti sempl ici e dei montaggi meccanici poco onerosi
(un contatto per tocco di tasto in luogo di 2 a 10 come nei grandi
organi) . Possiamo realizzare le mescolanze in anticipo e queste
mescolanze saranno fisse.
Interveniamo nello schema realizzando due modifiche:
abbiamo bisogno di armoniche pari contenute nel segnale libe-
rato dall'oscillatore. Allora mescoleremo un po' di questo se-
gnale con qualche segnale quadrato;
vogliamo anche qualche armonica di frequenza vicina.
44
l l l r
l
Connessioni del generatore con i contatti della tastiera .
: ; : ; RI 8
: : R/ 2 :'~" R ~ R/2
: '~" : ~ R/ 4 :
~ ~ ~ :
l RE 1
v
~ 6aM2
~ ~o7nF
l 202H2 l 2 2kQ
0 ~ 2,2k Q i 2,2kQ
~ .9V
o
22kQt 4,nQ 4,
7kQ
l ~ ~,7kQ ~,7Hl l l ~,7kQ 4,nQ
~ l ~,7kQ 4,7 kQ
~
I l :5k:5~
4,7nF 4,7nF 4,7nF 4,7nF 4,7nF ~,7nF ~,7nF ~,7nF
~ I~"~ ''-@
CIT TI T2 BC20aB T:5 T~ BC20aB T5 BC20aB T7 Ta aC20aa T9
, 7TIm
h f! f~ f~ n
~
};rn
.. ..-
?OI
~
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I
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: lo~ I\)
:~ ~
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'P
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'P
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: ~~ ~..-
I
'P
: ~ OI
:i t ~
" I\)
'P
I
hh ,~
I I
5 ~ :5 12
~
01
46
Un'ottava costituita
da tutte le note
comprese entro due note
successive dello stesso
nome (per esempio
da DO a DO). Nella
figura in basso un mixer DO, 002 003 004 005
Montagna (Voghera). ~~~~
Nella pagina accanto 2 3 4
banco di regia FDF
(Rimini) .
,
t
"
plesso, ma solo delle resistenze saranno utilizzate per questa
operazione, e il prezzo di costo dell'insieme rimane basso. Si
veda lo schema di generatore completo. Esso comporta ~utti gli
elementi che noi abbiamo visto: oscillatore, divisore, mescolanza
di armoniche.
Per ben precisare le idee, studiamo questo schema indicando
le particolarit che non abbiamo ancora scoperte.
Partiamo dalla sinistra dello schema:
Un oscillatore a UJT assicura l'emissione di una frequenza sta-
bile. Il condensatore C2 e la resistenza variabile di 22 kOhm per-
mettono di accordare la frequenza desiderata. Il 2N2646 caricato
nella sua base 8 2 per una resistenza di 680 Ohm. Ai limiti di questa
resistenza sono disponibili degli impulsi negativi. I legami si fanno
per mezzo dei condensatori di 4,7 nF. Il primo divisore costituito
47
IL VIBRATO
Il vibrato un complemento molto utile in un organo. ~ un cir-
cuito molto semplice. Tutti gli organi elettronici, dal pi piccolo al
pi grande, ne sono generalmente provvisti.
Questo circuito, come noi l'abbiamo visto, d un suono legger-
mente modulato in frequenza.
Il potenziometro P1 permette di far variare la frequenza del-
l'oscillatore, dunque del vibrato. Il segnale prelevato sul collet-
tore dal transistor attraverso un condensatore di 1OOIJ.F. La resi-
stenza di 47 Ohm in serie con il potenziometro P1 una resistenza
tappo. In caso di assenza, quando il potenziometro andr verso il
suo valore di resistenza nulla, l'oscillatore si staccherebbe. Per
rilanciarlo, bisogner spezzare la tensione d'alimentazione un
istante!
Pi il va~re del potenziometro P1 debole pi la frequenza au-
menta. La gamma coperta dell'ordine di 1 a 10 Hz. Il segnale di
uscita una sinusoide abbastanza pura quando il sistema sim-
metrico.
Il potenziometro P2 permette di far variare la profondit di mo-
dulazione. Si pu anche ottenere un vibrato leggero o profon-
Cl
do .
3,3 kQ
Filtro
ii ~ iii iii iii jijO per flauto .
22"F 33nF 10nF
51
.9V
BC205 B
BC208 B 47H2 _ ... v
lin.
39~Q , Vibrato
,, 4,7kQ
&&&
a due
10 V
transistor,
2 l , Magnetic.
22~Q ,
6,8kQ
2,2 kQ
1 \1F/400V
.'"H', 470mH
"'
52
Filtri:
commutazione serie.
1
No =
27t VLC
ove L il valore dell'induttore, C il valore del condensatore.
Alla frequenza No. il circuito presenta un'impedenza massima .
A mano a mano che si scarta di No in pi o in meno, l'impedenza
diminuisce secondo una legge esponenziale.
Un filtro classico di clarinetto : l'induttore ammortizzato con
una resistenza di 22 kOhm . Questo circuito da usare per segnali
rettangolari che sono abbastanza poveri d'armoniche di rango pari.
Le corde sono caratterizzate da molte armoniche di rango ele-
vato, poco d'armoniche di rango basso. Noi utilizzeremo dunque un
filtro dei bassi: il pi semplice di questo filtro potrebbe essere un
condensatore di debole valore. Per essere omogeneo su tutta la
distesa del registro, converr realizzare una combinazione di filtri
dei bassi e degli alti.
Una scatola di timbri racchiude un certo numero di questi filtri.
Si incontrano generalmente almeno 4 timbri differenti ma quasi
mai pi di 8.
&&
., ...,.,
.....
I
lb
&&&&&
.,.,.,.,.,
Filtri: commutazione
parallelo.
Sintetizzatore FBT,
Recanati.
54
Vcc
10kQ
1,SMQ 2,SIlF
10k Q
Log . BC109C
270Q
Il preamplificatore
L'ampi ificatore
Non insisteremo su questo elemento che classico. Bisogna
utilizzare un buon amplificatore a bassa frequenza lineare d'una
potenza di 5 watts al minimo.
La figura mostra un montaggio classico che funziona a colpo
sicuro, e non presenta delle difficolt di messa a punto.
Regoleremo il potenziometro per ottenere a met uscita una
55
tensione uguale alla met della tensione d'alimentazione.
evidente che i due transistors d'uscita devono essere montati
su dei radiatori.
Diremo una parola sugli altoparlanti a larga banda. Questi ultimi
dovranno essere largamente calcolati in potenza per rapporto alla
potenza dell 'amplificatore. Essi dovranno sopportare una dinamica
importante soprattutto nelle basse frequenze.
Ultimo punto: l'alimentazione. Nulla di particolare da segna-
lare a questo riguardo. L'energia richiesta modesta, l'al imenta-
zione dunque incorporabile nello strumento.
Due tensioni sono generalmente necessarie:
la tensione di al imentazione dell 'ampi ificatore;
la tensione d'alimentazione degli altri circuiti.
Queste tensioni devono essere continue filtrate. Non neces-
sario, al contrario, stabilire la tensione d'alimentazione dell'ampli-
+ 34V
4,nQ
47~F/16V 4,7kQ
27kQ
470~F
25V
1
1,8kQ 2,2kQ AC182
000
68Q
63V
~
!2.l!fli
16Vl! 220pF BC204 B
15Q
22kQ
BC207B
6,8kQ
+23V
120 180T2
kQ
2,2kQ
--.2.200
L . -. . . . .
25V
BC208B BC208B
BZX46 100kQ
C 6V8
L'ACCOMPAGNAMENTO
Una possibilit semplice che si incontra assai sovente l'ottava
di accompagnamento. L'astuzia consiste nel rendere un'ottava sulla
tastiera, quella di sinistra, propria ad un accompagnamento grave
e profondo. Si pu allora a volont, commutare oppure no questa
ottava in accompagnamento.
Supponiamo che la nota che si suona normalmente in questo
basso di gamma sia spostata di un'ottava: evidentemente otterre-
mo l'effetto desiderato. ~ sufficiente dunque che la frequenza
emessa dalla nota suonata sia divisa per due. Ci fattibile perch
i segnali che arrivano sui contatti del tasto sono dei segnali qua-
drati usciti dal divisore. Questi segnali sono dunque adatti ad
azionare un nuovo divisore. D'altra parte, quando si realizza un
accordo d'accompagnamento con la mano sinistra, sufficiente
che la prima nota dell'accordo (il do di do, mi, sol per es.) emetta
la frequenza d'accompagnamento bassa perch questa ottava emet-
te sempre i I suo registro poi ifonico normale.
Ci vale a dire che la sonorit d'accompagnamento pu essere
monodica a condizione che la prima nota sia, quale ne sia l'accordo,
la nota pi lota dell'accompagnamento.
I sistemi automatici
Parleremo ora di un argomento che interesser particolarmente
coloro, fra i lettori, che non posseggono una pratica sufficiente
a consentire loro di ottenere dal proprio organo i grandi effetti che
essi desiderano.
58
Batteria normale
Batteria automatica
Un sistema sequenziale interno aziona gli strumenti in funzione
del ritmo prescelto. Esistono batterie dotate da 3 fino a 8 strumenti,
e da 5 fino a 15 ritmi diversi. Anche pi.
Non dimentichiamo che una batteria automatica pu essere resa
eventualmente manuale e/o semi-automatica. Quelle elettroniche
sono generalmente alla base di tutto il sistema automatico. Attual-
mente, possiamo trovare sia batterie indipendenti, sia batterie
(nella maggior parte dei casi) integrate all'organo stesso.
La batteria elettronica dunque concepita per sostituire il per-
cussionista ed i suoi strumenti. Essa comporter quindi due parti
ben distinte:
- i diversi strumenti: gran cassa, rullante, tam-tam, bongo, piatti,
triangolo, legrii ecc.;
un sistema logico che rimpiazza il batterista: questo d il ritmo
e aziona gli strumenti al momento opportuno. In realt, ogni
strumento emette una data sonorit a condizione che la si sti-
moli. Il percussionista stimola questi strumenti secondo un
CONTATORE ...
4 - 5 - 6
~
1 2 3
LOGICA ANALOGICA
~I _ _ _ _ _ _ _ _---'1 I I
Schema a blocchi di una batterla: 1. tastiera, 2. oscillatore,
3. sincro, 4. decader, 5. strumenti, 6. amplificatore.
61
TANGO
o o DG.
Analisi di un ritmo:
in basso il treno di impulsi
corrispondente.
A B C 5
o o o o
1 o o o
o 1 o o A \
1 1 o o 8 5
o o 1 o c L/
1 o 1 o
o 1 1 o
1 1 1 1
Schema di base di
un oscillatore bloccato
che realizza la forma
d'onda (vedi in alto).
. .
Organo
Yamaha con
sintetizzatore
modello
CSY 2 E.
270nF
+C
22_
+C
r:+C
~
c-
--l
~
+C
~
Rou
n~-
+C
22nFl 7
1T150nF 68 '~
00< ~
+
'2
~
~
1~ +C
+C
WkQ
10~F ~ ~ .
1<.
O
56kQ N
N ....
a:
001 ~ +-_......._....J
,1pF; .--..... Rose
~ t~
C/)
C')
::r 100kQ 1:
T 1~
56kQ CO)() CO"
150nF 007 39kQ
Cl)
3
Il)
-.c:::
Cl.. ",7nF r E 33kQ
-:- -=- _
.----~2,2kQ
':" -
T -
' CYL ':' = ':' r-
r r. _t_:
r----, 10nF l---4
- - ':' ':' I G I "701.11 t I :
~C '2~
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Il)
+r
t
t)-
O _I +C +C 2201.;- "'"
+C
........
Il)
22nF 2 1OO1dJ
...-.
Cl)
22nF ~'" "7kQ ~~ N 22kQ 22kQ ~ :I:E III 33nF- I
~ "
' So 1LQ
Il) BOO90 ...." 68kQ O T
~_~'
N
-...........
N N
(b
(b
g
-.
1001.11
"7 kQ
_,~~1~
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56kQ
1MQ
BL
~
~
&2~I
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~",,~Qo" T'~
" 7nF
I
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C') ",7nF . 1uF ~
I~
Cl)
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1 r=-ANf'-"?"",.-;;'"""yj.J...:..:.---.1 ':'
'"
~ ~
",7nF
33kQ
....-,w,f'-. -
L-n'?kO ,- I-~---"Tko_--
'l'
Il) r;+c O-i +C 1,5MQ' -,
-.
~
CI)
22nF 6,8kQ I~
-l I
~OkQ15pF 1,5MQ 5.,F
+C
271. I I
0 0 1 6 . J i ~-~for-+1I1-..,.-~Vr--t---Il-....~W--<t
Il)
I~
'- 1,5 MQ 150nF
0-0--",,, 331& 15nF 390kQ l' I 112V 3 I
100kQ~ , 56kQ
1MQ ':" ':" Ro., IL '" I I I
'---..L..--+-AII~'" I
I
1
1 51.11 - - --.J
' R 22kQ I
",7nF
33kQ
22 nF 014
VR04
2201cf!
100kQ
Rol2
100kQ
1,~Q II 120Q
I
I
_ _ ': 'l' ~..
I
221& - -
-
- L ____ -.JI ::" _ _ _ _':"_ _ _
65
maggior parte dei casi, partendo da un circuito che realizzi un
filtro a doppia T sistemato in un circuito amplificatore. Un simile
circuito, per un valore minimale della resistenza dell'emittore, si
mette ad osci Ilare ad una frequenza determinata dal fi Itro a dop-
pia T.
Se lo si tiene al limite d'ingresso in oscillazione, e si fa scattare
l'oscillatore con un impulso, si ottiene una sinusoide smorzata. Se
la frequenza di questa curva viene scelta convenientemente, si ot-
tengono praticamente le sonorit desiderate. Si pu migl iorare an-
cora il timbro applicando un filtro passivo supplementare.
Come azionare questo circuito con gli impulsi provenienti dal
sequenziale?
SPAZZOLE E MARACAS
I sonogrammi dei diversi tipi di piatti hanno una estensione
dello spettro coperto assai grande. Un mezzo semplice per giun-
gere a questo risultato l 'utilizzazione del suono bianco.
Sappiamo che i semiconduttori sono generatori di suono bianco.
Un diodo zener quanto occorre alla nostra realizzazione. Tuttavia,
il livello del suono molto debole, ed necessario amplificarlo,
come vediamo nello schema di principio.
Il diodo Dz viene polarizzato dalla resistenza R. Il condensatore
C preleva il suono bianco generato dal diodo e lo invia sul circuito
preamplificatore. Partendo da questo suono , dobbiamo ottenere lo
spettro dei piatti.
Occorre dunque ricreare delle composizioni, e selezionare una
banda di frequenza. Infine, occorre lasciar passare questo suono
secondo una precisa curva inviluppo.
Vediamo uno schema di principio spesso utilizzato in questa
particolare appl icazione.
Abbiamo uno stadio preamplificatore in cui il carico di collet-
tore costituito da un circuito osci lIante LC . Questo circuito per-
mette di ottenere le componenti richieste. La induttanza L lavora
a frequenza molto elevata. Possiamo quindi utilizzarne una in fer-
rite, che presenta il vantaggio di essere poco ingombrante, ed
offre un coefficiente di sopratensione elevato.
Il suo valore generalmente compreso fra 20 mH e 200 mH.
Il condensatore C2 determina la frequenza d 'accordo del circuito
LC . R3 una resistenza di smorzamento per adattare il coefficiente
68
c
Generatore
di rumore bianco. DZ
-.
Il
IIL
11 Cl
'-------4>-----i>--l ......
E. C,
I~~------~~
Circuito base per
piatti e spazzole
da simulare
elettronicamente.
-. -.
Il circuito preamplificatore
Terminiamo con l'ultima parte della nostra batteria: il pream-
plificatore. Ci che questo componente ha di notevole un circuito
chiamato d'accentuazione .
Ritorniamo alla realt: i I modo di suonare del batterista, la sua
esecuzione del ritmo. Il batterista spesso insiste su certi tempi,
70
battendo pi forte sul suo strumento. possibile ricreare questo
effetto vivo giocando sulla risposta del preampl ificatore.
Riguardiamo la parte in basso sullo schema il circuito pream-
plificatore . Il condensatore Ca44 conduce il segnale inviato dai di-
versi strumenti sulla base del transistor preampl ificatore Oa16.
Per evitare che il ponte di polarizzazione del transistor smorzi il
segnale d'ingresso, si crea un montaggio speciale con la resistenza
Ra80. L'accentuazione la si effettua giocando sul guadagno in al-
ternativa di questo stadio: la resistenza d'emissione Ra83 non di-
saccopiata diminuisce considerevolmente il guadagno dell'intero
stadio.
Se si collega in parallelo un condensatore, il guadagno ritorna
al suo valore massimo . questo processo che crea i I circuito d'ac-
centuazione.
L'impulso del sequenziale aziona il transistor Oa15 ed in questo
momento collegato in parallelo su Ra83 i I condensatore Ca46 in
serie con la resistenza Ra81.
In stato di riposo , Oa 15 viene bloccato , e viene collegato in
71
parallelo su Ra83 il condensatore Ca46 in serie con Ra81 ed Ra82.
Ra82 vale 100 kOhm, il che significa che in queste condizioni Ca46
non pu funzionare.
Vedremo appena pi avanti qualche schema di facile realizza-
zione per una batteria elettronica (bongo e generatore di ritmi).
I sintetizzatori di frequenza
Vogliamo ora inoltrarci in un regno ancora poco esplorato. La
ricerca sistematica, attraverso la sintesi dei suoni, ha portato a
scoprire degli effetti ' nuovi; un sintetizzatore di frequenza profes-
sionale un apparecchio assai compi icato . ~ dotato di numerosis-
simi regolatori e commutatori, di una matrice con numerosi in-
gressi che permettono di programmare con l'aiuto di apposite spine
le pi varie combinazioni di segnali e tensioni. Abbiamo inoltre
una tastiera, che pu essere composta di due o pi ottave. Un sin-
tetizzatore di frequenza deve fornire in modo indipendente il mas-
simo numero di segnali diversi per forma, fase e frequenza.
3,30 Typ
1.01 Typ
.. 1,52
Typ 0,5 1
7. ~ 7.62
T yp
Typ
'4
2 13
12
/I circuito integrato 8038 : 4 8 038 11
per mille applicazioni nel campo 10
della musica el ettronica .
9
Schema e dimens i oni.
7 6
+Vcc
R1 :
/'
~
~ RL : ~
:~
A
Hl
,A&
4 5 6
9 O
7
:~ 8038 .3 o
o----i Il
a
Vi brato " 2 o
10 11 12 1
100 IO:~
;.
;>
;.
c -$> 100 l
VN ---
V~~ . - ~
:-
~
/' "
Forme
d'onda
in uscita
ottenute
.~
da un
~ generatore
, ~ -
~ - ~ -
~
..; ~ . - r- - . ... utilizzante
/'integrato
I 8038.
' '.. I.
IL CARILLON
Nel Medioevo la parola carillon indicava un gioiosissimo
gioco di campane, che veniva suonato sui campani I i delle catte-
dral i. Era in voga soprattutto in Olanda, Belgio, nella Germania
settentrionale. Un po' meno in Inghilterra.
La parola fece poi un lungo viaggio di significati traslati (un
registro dell'organo, una composizione musicale, uno strumento
dell 'orchestra ... ) per arrivare ad indicare una scatola musicale con-
tenente un particolare meccanismo capace di produrre brevi e sem-
plici motivi musicali. Tutti, o quasi, da bambini abbiamo aperto il
carillon della nonna )) per vedere cosa c'era dentro.
CIRCUITO GENERATORE
-/
SEQUENZIALE 01 NOTA
-""
ALTOPARL ANTE
4 . S ~ SV
c-,.
e7-'- le
I
l u~ P4 '9 I .
I
I
..L.
-- rvJV'""J[P31
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I
8
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....
-- 1 7 1 7
o
::J P1 7 8
LJp -c P11
R3 ~ ~L:CI "'e3
~
e2 R1
..L.
(Xl
......
82
COMPONENTI
Nella pagina accanto: Eco EEX 200 FBr per gli effetti di eco,
ripetizione, riverbero.
. ........ ... ..
........ .... .
Alla Decodifica
+
BONGO SOUND
Si tratta di un semplice circuito, fornito anche in scatola di mon-
taggio (Amtroncraft UK 265 U), capace di riprodurre elettronica-
mente con grande efficacia e real ismo i I suono del tamburo bito-
nale di origine africana (Bongo). La semplice pressione di due pul-
santi collegati a due special i osci Ilatori, sufficiente ad azionare
il dispositivo, che deve essere collegato all'entrata di un qualsiasi
amplificatore di potenza. Mediante la semplice sostituzione di al-
cuni componenti si pu variare la nota base del tamburo sia per i
toni alti che per i toni bassi.
In questo modo, con una serie di circuiti semplicemente modi-
ficati, si pu ottenere un 'intera batteria, facendo a meno del note-
vole ingombro degli strumenti originali. La sua realizzazione mol-
to semplice e alla portata del principiante. Tutti i vari tipi di stru-
menti a percussione usati in un 'orchestra sono forse di sempl ice
azionamento (anche se un buon batterista necessita di una grande
abilit e di un eccellente senso del ritmo), ma dal punto di vista
acustico sono quelli il cui funzionamento pi difficile da spiegare.
Infatti i I suono di uno strumento a percussione della classe dei
tamburi, ha una costituzione molto complessa, formata da una nota
fondamentale, un gran numero di armoniche, ed una serie di rumori
che per non sono casuali, ma servono a dare ad ogni tipo di stru-
mento il timbro caratteristico che lo distingue. ~ possibile anche
fare della musica facendo solo uso di una ben assortita batteria.
Le affascinanti musiche ritual i usate dalla maggior parte delle trib
africane sono infatti Quasi tutte suonate con strumenti a percus-
90
sione , il cui rappresentante pi noto i I cosiddetto Bongo che
un tamburo dotato di pelle su ambedue le facce del cilindro di
sostegno.
Con l'aiuto dell'elettronica, si potuto riprodurre abbastanza
bene il suono dei vari strumenti che compongono una batteria, ri -
chiedendo mezzi modesti e soprattutto un minimo ingombro. Inol-
tre, con minimi cambiamenti dei componenti del circuito pos-
sibile cambiare a volont la resa acustica, cosa che impossibile
usando gli strumenti originai i, profondamente diversi tra di loro.
Questo kit risulta quindi molto utile per coloro che vogliono
esercitare il loro senso del ritmo, od addirittura adoperarlo in
un'orchestrina sia per ragioni di economia, di spazio che di denaro.
Fornisce il suono di due strumenti a percussione molto diffusi,
semplicemente accoppiandolo ad un amplificatore e premendo uno
o l'altro dei due pulsanti di cui dotato.
I suoni riprodotti sono stati scelti per imitare il timpano (bass-
drum) ossia un elemento a suono molto basso.
Il secondo pulsante invece fornisce un suono base molto pi
alto (High bongo).
Il circuito si pu montare insieme ad altri circuiti gi esistenti,
con i quali pOSSibile ottenere la pi grande variet di suoni, di
timbri e di effetti. I moderni organi elettronici sono in definitiva
una combinazione di un numero pi o meno grande di tal i circuiti.
Due oscillatori provvedono alla generazione delle note di base.
Lo stadio avente come elemento attivo il transistor Tr1 produce il
suono pi basso (bass-drum). Lo stadio costruito intorno al tran-
sistor Tr2 fornisce la nota pi alta (High bongo). Il circuito pro-
gettato in modo che, tenendo aperti gli interruttori a pulsante
CI)
C')
::r-
Cb
:3
CI)
-
Cb
Cb
..,..........
) Rl l R40 l R60 ; R95
-.
C')
O
10K 2,7K 10K 2,7K
o...
-o
Cb
Cl)
::J
tQ
C5J.
1OnF iii !ii
..
C~~
C1 5
1.r
Il
j
~
,. V ,
Tr l
BC148
(25 (30
C35 *
10nF
.. 1.t.. .
C14~
C45
\,~
r -V
Tr 2
BC148
.o
12K
R5
10 nF
R15
12 K
R20
10 0 K
R25
560 K
470~ .
Ili. _~O n F
iii~
R65
8. 2K
10nF
R70
8,2K
R75
100K
R80
560K
+
,
C)
15 +24 c.c.
~~ulsante 2
(
>-I Pulsante 1
-
()
(
Il
1
(12 0
..
~5~
,
470 nF 470nF
( )
USCITA
CD
......
92
Rl R2
TREMOLO BOX
Il generatore elettronico di tremolo stato uno dei primi appa-
recchi per la conversione timbrica del suono ad ottenere una larga
diffusione grazie anche alla sua sempl icit costruttiva ed al parti-
colare e piacevole effetto che permette di ottenere. Nuova invece
questa impostazione circuitale la quale, grazie anche all'impiego di
un transistore unigiunzionale, molto semplificata rispetto a quella
del tremolo tradizionale che impiega oscillatori di diverso tipo -
a sfasamento - pi complessi e non sempre di sicuro funziona-
mento.
Il tremolo elettronico produce un segnale a bassissima fre-
quenza che modula l'ampiezza del segnale musicale producendo il
caratteristico tremolio ". Ruotando il perno dei due potenziometri,
si varia la frequenza e l'ampiezza del segnale di uscita del tremolo
e si ottengono quindi effetti differenti. Questo dispositivo pu es-
sere indifferentemente impiegato per la conversione timbrica dei
suoni prodotti da chitarre elettriche o da organi elettronici.
Nel primo caso, il segnale di uscita del tremolo deve essere
applicato alla base di un transistore dell'amplificatore di BF; nel
secondo caso, deve essere inviato agli oscillatori locali che prov-
vedono a generare le varie note.
Il circuito del tremolo composto principalmente da un oscil-
latore il quale impiega come elemento attivo un transistore unigiun-
zionale . L'uso di questo elemento permette di realizzare un appa-
recchio molto compatto e poco costoso . Il transistore unigiunzio-
naie ha un comportamento del tutto diversO da quello dei comuni
96
+9 V
~ R 3
- TR 2
.....--f-,..,..~ + I USCITA
--~O
\~r
- C2
+
.. ~ C1 ... ~,. Re
R2
~
--------~----~--------~o-
COMPONENTI
R1 100 Ohm
R2 10 Ohm
R3 10 Kohm
R4 10 Kohm lin.
R5 10 Kohm log.
R6 10 Kohm
C1 10 IJ.F 12 V c. elettrolitico
C2 10 {.lF 12 V c. elettrolitico
TR1 2 N 2646
TR2 = BC 108
Un organo in scatola
di montaggio. Produzione
Kit Compe/, San Lazzaro
(Bologna) .
LO XILOFONO
Cos' uno xilofono? Si tratta di uno strumento musicale a lami-
ne vibranti, ciascuna delle quali riproduce una nota della scala
musicale . Lo xilofono tradizionale, a tale scopo, possiede lamine
di diversa lunghezza, disposte in ordine decrescente dalla pi lun-
ga, che produce la nota pi bassa, alla pi corta che d invece
quella pi alta.
Da un punto di vista pratico, lo xilofono senz'altro uno stru-
mento validissimo; infatti, non richiede operazioni periodiche di
accordatura, e non soggetto a guasti. maneggevole, facile da
trasportare, e pu essere agevolmente usato anche all'aperto. Inol-
tre, anche limitatamente alla sola estensione delle sette note mu-
sicali, consente di eseguire semplici melodie a chiunque, non es-
sendo necessaria la conoscenza della musica. insomma il clas-
sico strumento da suonarsi ad orecchio".
La realizzazione pratica di questo xilofono inoltre basata su
una strategia )) di montaggio che gli consente di trasformarsi in
una tastiera di fortuna .
Il principio di funzionamento pratico dell 'apparecchio I imitato
ad un plettro mobile (contatto) che l'esecutore fa scorrere lungo
i contatti fissi (tastiera), ciascuno dei quali riproduce una nota di-
versa dalla gamma sonora.
Lo schema di principio generale dello xilofono presentato in
figura: si nota immediatamente l'utilizzazione di 4 transistors, uno
dei qual i di potenza. La parte centrale del montaggio basata
sull 'impiego di un multivibratore ad accoppiamento incrociato,
102
.6 9V
Rl R2 R3 Pl H-P 8Q
2,2kQ l()()kQ 2.2 kQ~-'
2N2926 Cl 2N2926
r---tt:..:""'o Tl 6, 8 nF T2 ~
Schema
olettrico R4
dello 15 kQ
xII f no.
L-------*---~~----~----~~
_6 ~
COMPONENTI
R1 2,2 Kohm
R2 100 Kohm
R3 100 Kohm
R4 15 Kohm
P1 2,2 Kohm poto log.
C1 6,8 nF
C2 10 nF
C3 8,2 nF
C4 6,8 nF
C5 4,7 nF
C6 3,9 nF
C7 2,2 nF
C8 1 nF
C9 10 I-lF
T1 2 N 2926
T2 2 N 2926
T3 AC 127, 2 N 2222, 2 N 1711
T4 BD 136
GUITAR DISTORSORE
Il distorsore senza dubbio una delle apparecchiature elettro-
niche pi usate dai chitarristi per ottenere nuovi timbri, nuovi
sounds , sempre diversi e sempre pi strani. 1\ distorsore un
+ 9 V
Rl R3 R7
+
I O QUT
C3
R6
+
TRl
IN O I TR2
Cl
R2 Re
COMPON NTI
R1 22 Kohm
R2 1 Kohm
R3 1,5 Kohm
R4 220 Ohm
R5 470 Ohm lin.
R6 10 Kohm
R7 1,5 Kohm
R8 4,7 Kohm
C1 5 !J.F 12 V
C2 1000 pF ceramico a disco
C3 10 !J.F 12 V
TR1 BC 108
TR2 BC 108
IL METRONOMO
Tutti coloro che seguono o che hanno seguito dei corsi musicali
sanno quanto il metronomo si renda prezioso nell'apprendimento
di questa materia. Come dice il nome stesso (dal greco metron =
misura, nomos = legge), questo strumento, inventato quasi due-
cento anni fa, viene impiegato per scandire il tempo musicale. Il
metronomo classico (metronomo Maelzel) uno strumento simile
ad un pendolo rovesciato azionato da un congegno ad orologeria;
dal contenitore, solitamente a forma di piramide, fuoriesce un'asti-
na graduata sulla quale viene fatto scorrere un peso la posizione
del quale det ermina la frequenza delle oscillazioni.
Nel metronomo tradizionale queste oscillazioni hanno una fre-
quenza ben precisa compresa fra i 40 ed i 208 periodi al minuto
primo. Ad ogni cc movimento )) musicale (grave, adagio, andantino,
allegro, vivace ecc.) corrisponde una certa frequenza fornita dal
metronomo in modo che l'esecutore del brano musicale non possa
alterare minimamente il tempo del movimento. Ad es., all'allegro
corrisponde una frequenza di 100 periodi al minuto primo.
Il metronomo tradizionale pu essere vantaggiosamente sosti-
lui da un semplice dispositivo elettronico il quale, oltre ad evi-
tnr< I perazioni di ricarica , presenta delle dimensioni molto pi
c nlt ntlt . Inoltre, i I metronomo elettronico che come vedremo in
s ,011110 r alizzato con pochissimi componenti , viene a costare
mCllo di IIn m tronomo tradizionale . Ma, a prescindere da queste
c m dI , Izi Hll di carattere economico , la presenza di questo appa-
recchi. Ilo ti v r dal solito rende pi piacevole lo studio e contri-
110
AA.A. O +9 V
yty
R 1
COMPONENTI
~~R2
I I- ~, TR 2
TR1 -
TR2 =
R1 =
BC 108
BC 304
22 Kohm
~
"- R2 =
C1 --
250 Kohm lin.
15 nF
-
IV
~
TR 1
AP = 80hm
" .()-
~
V AP
r"-..
C1
UN PREAMPLIFICATORE
Un transistore, due potenziometri, qualche resistenza, pochi
condensatori, mezz'oretta di lavoro: questo quanto serve per co-
struire il semplice preamplificatore microfonico descritto in queste
pagine, un apparecchietto che potr essere utilizzato per mille dif-
ferenti scopi. Volete amplificare la vostra voce utilizzando la presa
f ono della vostra radio? Oppure volete amplificare il segnale mi-
crofonico del vostro baracchino? Realizzando questo apparecchiet-
to potrete amplificare notevolmente il segnale di uscita di un qual-
siasi microfono risolvendo con poca spesa tanti piccoli problemi
di ampi ificazione.
Come dite? Possedete l'apparecchio radio con la presa fono ma
non il microfono? Poco male. Potrete impiegare come microfono
qualsiasi altoparlante magnetico di piccolo diametro del tipo di
quelli utilizzati nelle radioline portatili. Il vostro apparecchio radio
non possiede la presa fono? Certamente, per, avrete a disposi-
zione un giradischi o un registratore alla cui unit di bassa fre-
quenza collegare il preamplificatore. Il circuito pu essere utiliz-
zato unitamente a qualsiasi tipo di amplificatore di potenza. Il pre-
amplificatore presenta una impedenza di ingresso medio-bassa e
quindi per ottenere un perfetto adattamento di impedenza dovran-
no essere uti I izzati dei microfoni magnetici i qual i, generalmente,
presentano una impedenza non superiore a 47 kOhm.
Utilizzando dei microfoni ad alta impedenza (Ipiezoelettrici) si
otterr una risposta poco fedele ed un abbassamento del guadagno
dello stadio. Passiamo ora all'analisi del circuito.
114
C1 R7 + 97.16 v
PC2 R2 R4 Oz1
C
+
C4
In
Tr1 Out
C3
R10
R1 R3
R6 Cs
COMPONENTI
ttttttt 00000
Montalt)o ..a
J J , ') ,
.~
SUPERACUTI
L'amplificatore per superacuti non che un particolare distor-
sore per mezzo del quale vengono eliminati i suoni gravi mentre,
quelli acuti e acutissimi vengono esaltati. Questo apparecchio pur
avendo fatto .Ia sua comparsa da poco, ha ottenuto un immediato
successo presso complessi e chitarristi. L'amplificatore per super-
acuti oltre ad esaltare le frequenze alte, provvede anche ad una
loro distorsione. A differenza di altri dispositivi elettronici, l'am-
plificatore per superacuti richiede, durante il suo impiego, partico-
lari attenzioni in quanto, per effetto della elevata amplificazione
che subiscono le note acute, molto probabile che si verifichi il
cosiddetto effetto Larsen il quale, come noto , si manifesta special-
mente alle frequenze pi elevate.
L'effetto Larsen si manifesta quando il microfono o il pick-up
di una catena di amplificazione captano in notevole misura il suono
irradiato dagli altoparlanti; si verifica cio una vera e propria rea-
zione di cui l'aria attraverso la quale si diffonde il suono rappre-
senta il circuito di reazione. Il fenomeno analogo a quello che si
verifica in un amplificatore di bassa frequenza reazionato positi-
vamente . opportuno quindi studiare attentamente la disposizione
degli altoparlanti e dei microfoni; inoltre, contemporaneamente al-
l'inserzione dell'amplificatore per superacuti opportuno ridurre
il livello sonoro degli amplificatori cosa che del resto non sempre
possibile effettuare specialmente se la potenza di uscita richie-
sta deve essere - come nel caso delle manifestazioni all'aperto
122
subiscono una prima selezione ad opera del condensatore C1 il
quale forma, insieme alla resistenza d'ingresso del transistore, un
primo filtro passa-alto che impedisce il passaggio dei segnali con
frequenza inferiore a 1DOn Hz.
Per giungere al secondo stadio, i I segnale ampi ificato presente
sul collettore di TR1 deve passare attraverso un doppio filtro RC.
Questo filtro il cuore" di tutto il circuito. I valori della resi-
stenza e dei condensatori del filtro sono stati calcolati in modo da
impedire il passaggio dei segnali con frequenza inferiore a 3000 Hz,
segnali che vengono cortocircuitati a massa. In questo modo, al-
!'ingresso del secondo stadio di amplificazione giungono esclusi-
vamente i segnali a frequenza elevata. Questo stadio abbastanza
simile al primo; anch'esso infatti impiega lo stesso transistore
montato nella medesima configurazione circuitale. Variano di poco
solamente il punto di lavoro (e di conseguenza i valori delle resi-
stenze di polarizzazione) e il valore della resistenza di uscita dello
stadio.
Esso in grado di ampi ificare anche segnali a frequenza molto
bassa ma, come abbiamo visto, ci non pu avvenire in quanto il
filtro RC di accoppiamento impedisce ai segnali di frequenza infe-
riore a 3 kHz di giungere ali 'ingresso di questo stadio i I quale,
similmente al primo, ha un elevato guadagno ottenuto per mezzo
della eliminazione della reazione di emettitore da parte di CS.
Questa altissima amplificazione porta anche, come abbiamo gi
accennato nella introduzione, ad una distorsione del segnale che,
come viene detto in gergo, risulta tagliato ". Volendo eliminare
questa distorsione si pu operare in due modi diversi. Il primo con-
siste semplicemente nella eliminazione dei due condensatori di
emettitore C2 e CS; il secondo nella sostituzione delle due resi-
stenze di emettitore R4 e R9 con due trimmer di pari valore i cui
cursori andranno collegati all'elettrodo positivo dei condensatori
elettrol itici C2 e CS. In questo modo, ruotando i cursori del trim-
mer, si ottengono gradi diversi di amplificazione e di conseguenza
distorsioni pi o meno accentuate in quanto, come si diceva prima,
al di sopra di una certa amplificazione il segnale viene distorto.
L'amplificatore di potenza al cui ingresso andr inviato il segnale
di uscita dell'amplificatore per superacuti dovr essere dotato di
comando di volume, in quanto, il segnale amplificato ha una am-
piezza elevata, ampiezza che potrebbe saturare l'ingresso dell'am-
plificatore di potenza.
La costruzione di questo dispositivo estremamente semplice
in quanto tutti i componenti vengono montati su di una basetta
stampata delle dimensioni da 40 x 70 mm. I componenti sono tutti
123
._
MC Jr Jr~~,rI\H\J()
"
. .t...... CH'C) l i
L'AMPLIFICATORE
L'amplificatore di bassa frequenza che ci accingiamo a descri-
vere, ha come principali caratteristiche la semplicit costruttiva e
la sicurezza di funzionamento che, insieme alla discreta potenza di
uscita, ne fanno un amplificatore particolarmente versatile, adatto
a molti usi. Tutto ci stato ottenuto unicamente mediante l'im-
piego di un circuito integrato monolitico realizzato dalla SGS e de-
nominato TBA 641 B; questo dispositivo racchiude in s tutti gli
elementi attivi dell'amplificatore (ben 17 transistori). Attualmente,
i circuiti integrati allo stato solido, cio quei particolari dispositivi
dove elementi attivi (transistori) ed elementi passivi (resistori)
vengono formati all'interno dello stesso pezzetto di semicondutto-
re, stanno rapidamente prendendo il posto di interi circuiti realiz-
zati con elementi discreti.
Nel nostro apparecchio, l'impiego di un circuito integrato per-
mette una notevole riduzione delle dimensioni dell 'ampi ificatore
nonch una maggiore sempl icit e speditezza nelle operazioni di
montaggio e di cablaggio.
La potenza massima di uscita dell 'ampi ificatore che di 4,5
watt efficaci, deve ritenersi pi che sufficiente per impieghi in
ambienti domestici; qualora si intendesse real izzare l'ampi ificatore
in versione stereofonica, la potenza massima risulterebbe, per 1.0-
cali di medie dimensioni, addirittura esuberante. L'amplificatore,
oltre al consueto controllo di volume, dispone di controlli di tono
separati che si rendono particolarmente utili nella riproduzione di
brani musical i particolari.
126
+ 14V
IN
AP
RI C6 CII
3 le I +
C4
C9
+
R3
C2 +
CI
Cs R9
R7
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R2 C3 Cs Rs
CIO
COMPONENTI
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In l tu----. In 2 ln3
R2 R" Ra RIO
~
~---. O.8v tt\E~-,o. av
C7
R9 R ll
+ +
RIS R17 + +
+ +
C2 C3 es Cs Ca C9
ou t
500 mV. D'altra parte quasi tutti abbiamo prima o poi tentato -
con scarsi risultati - di pilotare con un microfono l'ingresso fo-
no di una radio o di un giradischi.
Il miscelatore preamplificato che vi proponiamo dispone di tre
ingressi e pu essere impiegato con la maggior parte dei trasdut-
tori a bassa e media impedenza. I tre segnali il cui livello pu esse-
re regolato separatamente, prima di essere miscelati vengono am-
plificati da tre identici stadi ad alto guadagno e a basso rumore.
Quest'ultima caratteristica molto importante quando i segnali da
amplificare hanno un livello molto basso come avviene appunto in
un preamplificatore.
L'apparecchio impiega pochi componenti facilmente reperibili
e non per nulla critico. In poco tempo qualsiasi persona pu rea-
lizzare con successo questo apparecchio. Passiamo ora all'analisi
del circuito.
Il miscelatore pu essere impiegato per amplificare un massimo
di tre diversi segnali il livello di ognuno dei quali regolabile se-
paratamente. Il circuito infatti formato da tre stadi identici ognu-
no dei quali provvede all 'amplificazione di un segnale . Essendo i
tre stadi perfettamente simili , in seguito ci soffermeremo su uno
solo di tali stadi, precisamente sul primo . Ovviamente tutte le
osservazioni che faremo a proposito di questo stadio sono valide
anche per gli altri due .
Il segnale di ingresso viene applicato tra un estremo del poten-
ziometro a variazione logaritmica R1 e la massa. La resistenza di
ingresso dello stadio di circa 10' kOhm; questo valore rende pos-
sibile l'accoppiamento con le pi diverse sorgenti sonore . Per
131
COMPONENTI
LA BATTERIA
Un apparecchio come questo sostituisce tranquillamente un bat-
terista ed il suo strumento, ed anche, eventualmente, il direttore
d'orchestra. Semprech, naturalmente, si preferisca l'armonia elet-
tronica ali 'arte umana.
Si tratta del generatore di ritmi Amtroncraft UK 262 che scan-
disce il tempo di cinque ritmi ballabili tra i pi comuni, fornendo
inoltre i I sottofondo di una completa batteria.
I ritmi generati sono~ il valzer, il fox, il twist, la rumba, ed il
rock. Pi che sufficienti per accompagnare uno o pi buoni suona-
tori dr strumenti a fiato od a corda, sia durante una festa danzante,
che durante lo studio oppure in altre occasioni.
Siccome per non tutti i ritmi sono ugualmente veloci, stato
previsto un regolatore continuo della cadenza. Questo sia per adat-
tarsi ai vari motivi che al gusto dell'esecutore.
Un simile risultato, ai tempi non diciamo delle valvole ma anche
dei transistori, avrebbe richiesto apparecchiature di ingombri ele-
fantiaci e di costi favolosi. Oggi, con l'uso dell'elettronica integrata
tutto questo diventa alla portata di tutti e di quasi tutte le tasche.
I vari suoni fondamentali sono generati come segue.
Il suono dei piatti si ottiene con un generatore di rumore bian-
co. Il rumore bianco un insieme di tutte le frequenze udibili, in
analogia alla luce bianca che un insieme di tutti i colori. Il rumore
bianco viene generato da un diodo, che nel nostro caso la giun-
zione base-emettitore del transistore Tr6, polarizzato inversamente
da una notevole tensione. Questo rumore viene passato attraverso
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~~ n I I n n i i
ST T SlOW-.OCK LATIN TWIST 'O. WAlTI
137
il condensatore C55 alla base del transistor Tr7 che funziona da am-
plificatore bloccato.
Il suono dei tamburi viene ottenuto, sia pure con nota diversa
da tre osci lIatori costruiti intorno ai transistori Tr8, Tr9 e Tr10.
I potenziometri semifissi P4, P5 e P6 regolano la controreazione
e quindi il livello d'innesco. Gli oscillatori fynzionano con il nor-
male sistema della reazione in base del segnale, che deve passare
prima attraverso una rete di sfasamento di 18Qo formata dalle resi-
stenze R130, R135 e dai condensatori C70, C95.
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Un organo ad ottave multiple con due integrati tipo 555.
Per le resistenze che hanno valori strani utilizzare pi resistori
in serie (per es. R1 = 53 KOhm = 33 KOhm + 20 KOhm). Collegata
l'uscita OUT ad un amplificatore si ottiene un suono molto melodioso.
Con S si cambia l'ottava. I valori: R1 =53, R2 = 47, R3 := 42,
R4 = 39, R5 = 34,5, R6 = 30, R7 = 27, R8 = 25,8 tutti in KOhm.
I n troduzione pago 9
PiCflOli organi 13
I moduli 23
Generatori di nota 31
L'armonia 43
Il vibrato 49
L'accompagnamento 57
Spazzole e maracas 67
Il carillon 79
Bongo sound 89
Lo xilofono 101
Guitar distorsore 105
Il metronomo 109
Un preamplificatore 113
Superacuti 119
L'amplificatore 125
Mixer tre canali ~> 129
La batteria 135
Finito di stampare
in novembre 1976 dalle
Arti Grafiche Bellomi SpA - Verona
per conto della
Etas Periodici Tempo Libero SpA - Milano
Finito di stampare
in novembre 1976 dalle
Arti Grafiche Bellomi SpA - Verona
per conto della
Etas Periodici Tempo Libero SpA - Milano