Introduzione Alla Linguistica Italiana (Notes)
Introduzione Alla Linguistica Italiana (Notes)
Introduzione Alla Linguistica Italiana (Notes)
italiano
variet della lingua nello spazio linguistico italiano <= variazione diatopica,
diastratica, diafasica, diamesica; varianti occasionali
norma
comune
tratti dello standard normativo entrati nell'uso quotidiano + tratti delle variet sub-
standard generalmente accettati come forme standard
neo-standard = comprende forme e costrutti entrati solo recentemente nello standard
italiano dell'uso medio = di uso comune nel parlato e nello scritto, nelle situazioni
formali e informali, anche presso i parlanti colti
dislocazione a sinistra = ordine marcato che anticipa l'oggetto rispetto all'ordine non
marcato SVO e lo riprende con un clitico, cio un pronome atono ("questa cosa devi
farla adesso"); un elemento del predicato occupa il normale posto del soggetto ed
ripreso dal clitico; il tema ci di cui si parla, il rema l'informazione aggiuntiva
(dislocazione a sinistra come tematizzazione/topicalizzazione/focalizzazione)
frase scissa = distribuzione dell'informazione su due unit ("sei tu che non vuoi", "non
che mi presteresti la penna?"); francesismo
"c'" presentativo = il rema si porta all'inizio e gli si costruisce intorno una frase
principale ("c' un tale che bussa alla porta")
trapassato remoto = solo in testi molto accurati, a causa dell'alto grado di formalit
imperfetto = azione iniziata nel passato e continuata e ripetuta; indica che l'azione
sullo sfondo rispetto all'evento principale; anche nel periodo ipotetico, in usi
controfattuali (v. "imperfetto ludico"), in usi attenuativi ("imperfetto di cortesia")
futuro = spesso sostituito dal presente indicativo con l'introduzione di una marca
temporale lessicale anzich morfologica; futuro epistemico (esprime un'inferenza
legata al presente o al passato) e futuro deontico (obblighi, necessit, concessioni
sancite per legge)
infinito = in espansione nelle istruzioni, nelle costruzioni in cui si porta a tema l'azione
("piacere mi piace, ma..."), nel foreigner talk
introduzione
labili confini tra le famiglie dialettali; manca un accordo tra i linguisti su quali siano i
requisiti minimi perch si possa parlare di una variet regionale
opportuno non fare distinzioni classificatorie troppo analitiche; tre maggiori variet
regionali
centrale = toscana e mediana (Firenze e Roma, centri irradiatori, sono una di diritto e
una di fatto i luoghi della lingua-modello)
l'importanza di una variet di italiano legata al prestigio di cui gode, dunque si crea
un quadro molto variegato
settentrionale
caratteristiche fonetiche principali
/n/ intervocalica si realizza come nasale velare non solo davanti a consonante velare
come in toscano, ma anche prima di parola con dittongo ascendente
manca opposizione fonematica tra e/o aperta e chiusa; si verificano inversioni rispetto
all'italiano normativo
aspetti verbali con realizzazioni diverse dallo standard ("sono dietro a mangiare", "non
stare a perder tempo", "fa che chiudere", "non pensarci su")
pronome personale oggetto me/te usato anche come soggetto (tratto ormai recessivo)
= "ci penso me"
toscano
la parlata locale si chiama vernacolo e non dialetto perch una variante rustica
dell'italiano, non un codice differente; prestigio in diminuzione
opposizione fonematica tra sibilante sorda e sonora (['fu:so] per filare, ['fu:zo] voce del
verbo "fondere")
affricata dentale realizzata nelle due varianti sorda e sonora (che tende a
generalizzarsi perch percepita come pi elegante e moderna)
pronuncia fricativa delle affricate palatali e pronuncia affricata della fricativa dentale
dopo n/r/l
pronomi personali oggetto me/te usati anche come soggetto ("lo dici te")
"noi si" + verbo alla terza persona singolare in luogo della prima persona plurale ("noi
si va")
forme nella coniugazione verbale censurate dall'italiano standard (dasti, stassi, dicano,
dichino...)
mediana
diffusione attiva e passiva della variet romana di italiano regionale dovuta alla storia
di Roma, al suo prestigio di capitale, al fascismo, al secondo dopoguerra; forza
espansiva che copre l'intera area mediana ed estende la connotazione di prestigio nel
resto della penisola
caratteri fonetici specifici dell'area mediana e comuni sia alla variet mediana che a
quella toscana
pronuncia scempia della vibrante geminata; palatalizzazione della sibilante davanti a
nasali e occlusive; pronuncia sorda dell'affricata dentale
vocalismo tonico a sette vocali, con distribuzione di e/o aperta/chiusa spesso diversa
dal toscano
pronuncia fricativa delle affricate palatali; pronuncia affricata della sibilante dopo n/l/r
apocope dei nomi personali usati come appellativi nel registro familiare e colloquiale
tratto tipico dell'italiano regionale di base romana il suffisso -aro < -ARIUM, donde
varianti diatopiche e tipi lessicali autonomi
"che" enfatico nelle frasi interrogative (ora connotato come diastraticamente basso
anche nella parlata romanesca)
"a" in luogo di "in" nei complementi di stato in luogo; uso di "da" dopo il verbo
"dovere"
costrutti particolari per rendere l'aspetto durativo del verbo ("sto ancora a scrivere")
centri egemoni sono Napoli sul versante tirrenico e Bari sul versante adriatico;
comprende la sottovariet meridionale estrema
frequente passaggio delle vocali atone [e] e [o] soprattutto finali a vocale indistinta
schwa
realizzaione dei dittonghi ascendenti [je] e [wo] come se fossero ['ie] e ['uo]
inserimento della semivocale [j] dopo consonanti palatali; palatalizzazione di [a] tonica
in sillaba libera sul versante adriatico
realizzazione sonora delle affricate sorde [ts] e [tS] soprattutto dopo [l] o [n] e delle
occlusive sorde dopo nasale
realizzazione mediante consonante retroflessa dei gruppi [tr], [dr], [str] (tipico di
Sicilia-Calabria-Salento, area meridionale estrema)
realizzazione lunga della vibrante iniziale; realizzazione aspirata delle occlusive sorde
lunghe o precedute da nasale
uso del participio passato in dipendenza da verba voluntatis ("vorrei spiegata meglio
la lezione")
uso del congiuntivo e del condizionale nel periodo ipotetico diverso da quello standard
preposizione "senza" come avverbio di negazione; uso del Voi come pronome di
cortesia
sardo
nel lessico si registrano prestiti di necessit alla lingua italiana e calchi dal dialetto