Quaderno 02 Murature DallA Alla Z

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Albasi

Denominazione impiegata in passato per definire i laterizi poco


cotti, porosi e friabili e con sonorit cupa.
Alleggerimento
Si possono distinguere due modalit di alleggerimento dei
prodotti in laterizio:
- l'alleggerimento mediante foratura, che consente di ottenere
materiali pieni, semipieni o forati con riferimento alle norme e
ai decreti di legge;
- l'alleggerimento mediante miscelazione, alla materia prima di
base, di materiali combustibili di varia natura e provenienza
allo scopo di ridurre il peso specifico dell'argilla.
L'alleggerimento mediante foratura applicato a tutti i prodotti in
laterizio ad esclusione di tegole, coppi e mattoni pieni
tradizionali. E' quindi applicato a blocchi per solaio, per
tramezzature, per pareti di tamponamento, per murature portanti
ecc.
La riduzione del peso specifico dell'argilla applicata
generalmente a laterizi di grande formato, semipieni o forati.
Questi laterizi vengono definiti anche "alveolati" (Uni 8942) o
"alleggeriti in pasta" (D.M. 20/11/87) o, genericamente,
"porizzati".
I materiali combustibili (segatura, polistirolo) dopo cottura
lasciano cavit (alveoli) vuote, fra loro non comunicanti, che
alleggeriscono il manufatto e migliorano le caratteristiche
termiche dell'argilla.
E' possibile miscelare all'argilla anche materiali inorganici (ad
esempio perlite). In questo caso non si hanno pi alveoli, ma
inclusioni di materiali leggeri. A questi laterizi innovativi va
applicata la definizione di "laterizi alleggeriti in pasta".
Alveolater
Alveolater un sistema completo di elementi in laterizio
alveolato che si articola in quattro categorie in funzione della
percentuale di foratura del laterizio e del campo di impiego dei
blocchi.
- Alveolater 45: blocchi con percentuale di foratura non
superiore al 45%; sono pertanto blocchi artificiali semipieni
(secondo il D.M. 20/11/87 e il D.M. 16/1/96) con
classificazione BSA 11-31 secondo Uni 8942, idonei per ogni
tipo di muratura portante, anche in zona sismica.
- Alveolater 50: blocchi con percentuale di foratura compresa
fra il 45 e il 50 %; sono blocchi artificiali forati
(D.M.20/11/87) con classificazione Uni BSB 11-31, idonei
per murature portanti in zone non sismiche.

Alcuni esempi di blocchi a disegno unificato delle


classi Alveolater 45,
50, 55 e 60.
-

Alveolater 55: blocchi con percentuale di foratura compresa


fra il 50 e il 55 %; hanno ancora classificazione BSB 11-31 e
sono idonei sia per muratura portante, nei limiti previsti dal
D.M. 20/11/87, sia per muratura di tamponamento con posa in
opera a fori verticali.
Alveolater 60: blocchi con percentuale di foratura superiore
al 55%, fino a un massimo di 70%.Classificazione Uni BF 1131 (impiego esclusivo per tamponamento, a fori orizzontali)
ovvero BF 00-31 (impiego esclusivo per tamponamento, a
fori verticali).

Alveolo
Cavit vuota all'interno del laterizio, contenente solo aria, e
generata dalla combustione dei materiali di alleggerimento
mescolati all'argilla durante la lavorazione. Gli alveoli dovuti alla
gasificazione del polistirolo hanno forma sostanzialmente sferica.
Gli alveoli prodotti dalla combustione di segatura, sansa di olive,
ecc. hanno forma generalmente allungata.

Alveolato
Secondo le norme Uni 8942, definito prodotto di laterizio
alveolato per murature, o prodotto con massa alveolata, un
laterizio realizzato con argilla di peso specifico <= 1450 kg/m3
nella quale siano presenti alveoli vuoti non comunicanti fra loro,
diffusi uniformemente nella massa, con diametro massimo minore
di 2,5 mm. Assumendo quindi una densit apparente di 1450
kg/m3 la massa volumica dei blocchi varia, in funzione della
percentuale di foratura, da 870 kg/m3 (percentuale di foratura
F/A=40%) a 800 kg/m3 (F/A=45%) a 725 kg/m3 (F/A=50%) a
580 kg/m3 (F/A=60%). E' ammessa una tolleranza sulla massa
volumica e sulla percentuale di foratura: queste tolleranze devono
essere viste congiuntamente, in modo che la densit apparente di
1450 kg/m3 sia sempre rispettata.
Prendendo a riferimento un blocco 30x25x19 con il 45 per cento
di foratura, con densit di 1450 kg/m3, il peso sar di
[1450x0.25x0.30x0.19x(1-0.45)] = 11,36 kg. Nel caso la foratura
aumenti di 2 punti, passando al 47 per cento, il peso sar di kg
10,95, circa pari all'8 % in meno; se la foratura cala di 5 punti (40
%) il peso crescer a kg 12,40 (+ 8%)
Le definizioni utilizzate, richiamate nella tabella 4 della norma
non sono tuttavia corrette, e differiscono dalle definizioni date al
punto 7 parte 3, nel quale giustamente definita massa volumica
il valore 1450 kg/m3 (peso specifico dell'impasto cotto) e densit
apparente il valore vuoto per pieno (vedi anche la voce Massa
Volumica).
Il Consorzio Alveolater ha ritenuto di applicare al peso di 1450
kg/m3 la tolleranza dell'8% (prevista alla voce massa volumica),
per tenere conto della grande variabilit del peso specifico delle
argille impiegate per la produzione di laterizio alveolato,
lasciando alle certificazioni dei laboratori ufficiali il compito di
stabilire le prestazioni meccaniche e termiche del blocco di ogni
singolo produttore, che il progettista prender a riferimento per le
calcolazioni statiche e temoigrometriche.
Ancoraggi (Collegamenti fra due pareti realizzati con fili
metallici)
Secondo una consuetudine largamente diffusa in Germania, nelle
murature a doppia parete con intercapedine, lo strato esterno
viene collegato a quello interno mediante ancoraggi costituiti da
fili metallici di diametro non inferiore a 3 mm, in acciaio
inossidabile.
Il numero di tali collegamenti non deve essere inferiore a 5
(cinque) per m di parete. La distanza in verticale fra i
collegamenti non deve essere superiore a 30 cm; in orizzontale
non deve superare i 75 cm.

I collegamenti metallici devono avere forma tale da evitare che la


condensa, eventualmente formatasi, raggiunga la parete interna.
Possono essere impiegate anche graffe rigide o semirigide,
realizzate con spessori piuttosto consistenti e annegate nel giunto
di malta per almeno 5 cm. In questo caso la distanza in verticale
fra i collegamenti non deve essere superiore a 45 cm; in
orizzontale non deve superare i 90 cm.
Architrave
Vedi Piattabanda
Argilla
Si indica comunemente con "argilla" la materia prima per la
produzione dei laterizi.
In effetti l'argilla uno dei componenti delle terre per la
produzione di laterizi e terrecotte in genere.
Le terre o materiali argillosi sono composti da:
a) argilla propriamente detta;
b) scheletro di materiale a dimensione granulometrica pi
grossolana, che si comporta come inerte;
c) impurit di varia origine;
d) sostanze chimiche diverse.
e) acqua.
Le argille vere e proprie sono costituite da composti complessi di
silice, allumina e acqua e sono caratterizzate dalla estrema finezza
delle particelle, mai superiori a 20 e per la maggior parte
inferiori a 2 .
Nelle materie prime per laterizi, la frazione < 2 generalmente
variabile dal 15 al 30%, eccezionalmente 45% in peso.
Lo scheletro costituito da:
- quarzo, comunemente conosciuto come silice libera SiO2 o
sabbia silicea, in percentuale variabile dal 15 al 30%, con
granulometria per la massima parte superiore a 20 fino a un
massimo di 200 . Durante la cottura, sia in fase di
riscaldamento che di raffreddamento, a 570 C circa il quarzo
trasforma il reticolo cristallino con sensibile variazione di
volume, rispettivamente in aumento e in contrazione;
- carbonati di calcio e magnesio CaCO3 e MgCO3. Pi
frequente la presenza di carbonati di calcio. I carbonati
possono essere presenti in granulometria molto fine, pi
grossolana (calcinelli) o come resti di fossili. Le percentuali di
carbonati variano dal 5 al 25%;
- ossidi metallici ferrico (Fe2O3) ferroso (FeO) ossidi di sodio
e potassio (Na2O K2O). All'ossido ferrico dovuta la
particolare colorazione (generalmente rossa - cfr. anche la
voce "Colore") dei laterizi;

- feldspati (composti a base silico-alluminosa) e miche.


Fra le sostanze chimiche diverse sono frequenti i composti
facilmente solubili (solfati di sodio, magnesio, potassio, calcio).
Le efflorescenze (sottile patina biancastra che compare sulla
superficie dei laterizi) sono generalmente dovute a solfati solubili.
Eccezionalmente possono essere presenti anche Fluoro e Cloro.
Anche l'acqua un componente essenziale.
Si distinguono:
- l'acqua di impasto o di idratazione, che si elimina durante
l'essiccamento (fase che precede la cottura);
- l'acqua di costituzione, che si elimina solo ad alte
temperature, in cottura;
- l'acqua zeolitica, racchiusa nei vuoti del reticolo di alcune
strutture cristalline;
- l'acqua di cristallizzazione, che fa parte del reticolo cristallino
delle particelle argillose. La sua eliminazione costituisce una
trasformazione irreversibile.
Aspetto (Prova di -)
La prova di aspetto prevista dalle norme Uni 8942/1986 per
laterizi comuni o con massa alveolata consiste nel sottoporre a
esame visivo 125 elementi prelevati con criterio di casualit dalle
giacenze di magazzino (nel caso di controllo di accettazione
effettuato alla consegna del materiale) o al termine del ciclo di
produzione (nel caso di autocontrollo).
Ai fini dell'accettazione, nei prodotti a fori verticali, pieni e
semipieni, sono ammesse:
- 1 fessura interna nella direzione dei fori interessante tutta la
dimensione dell'elemento per elementi con sezione fino a 700
cm; due fessure per sezioni maggior di 700 cm;
- 4 fessure nella direzione dei fori sulle pareti esterne, non
maggiori del 20% delle dimensione dell'elemento misurata
secondo la direzione della fessura stessa;
- 2 fessure ortogonali alla direzione dei fori sulle pareti e sulle
facce esterne, non maggiori del 10% della dimensione
dell'elemento misurata secondo la direzione della fessura
stessa (due fessure concorrenti in uno spigolo, ai fini del
computo, sono da considerarsi come una sola).
In ogni caso il numero totale delle fessure ammesse sulla
superficie esterna complessiva dell'elemento non deve superare il
valore di 4.
Non sono da considerarsi nel computo lesioni aventi una
estensione 5% della lunghezza dell'elemento, misurata secondo
la direzione della lesione stessa.
Nei prodotti a fori orizzontali, blocchi semipieni, mattoni e
blocchi forati, fessure aventi una estensione 20% della

lunghezza dell'elemento, misurata secondo la direzione della


fessura stessa, non costituiscono motivo di rifiuto.
Il numero delle fessure interne di lunghezza maggiore (> 20%)
tollerato per ciascun elemento riportato nel prospetto. Sulla
superficie esterna non sono ammesse fessure con estensione
maggiore del 20% della lunghezza dell'elemento, misurata
secondo
la
direzione
delle
fessura
stessa.

(1)

(2)

(3)

Setti tagliati da un
Numero max fessure
Numero max fessure
Numero totale max
(1)
(2)
(2)
piano orizzontale
interne trasversali
interne longitudinali
fessure interne (3)
2
1
0
1
3
1
1
1
4
1
1
2
5 e pi
1
2
3
Due fessure interessanti due facce contigue e concorrenti nello spigolo comune alle due facce, ai
fini del computo, sono da considerarsi come una sola.
Il numero figurante nella quarta colonna non necessariamente uguale alla somma dei numeri
figuranti nella seconda e nella terza.
Per "setti tagliati da un piano orizzontale" si intende il numero di setti che vengono intersecati da
un piano ideale parallelo al piano di posa del blocco stesso.

La prima colonna del prospetto III Appendice B delle norme


riporta, tra parentesi, anche l'intestazione "numero di file parallele
a quello di posa" dove "quello" da correlare con "piano", e
quindi "numero di file di setti parallele al piano di posa del
blocco". Evidentemente quindi un blocco con posa in opera a fori
orizzontali va esaminato sia per il numero di setti verticali sia per
il numero di file di setti orizzontali. Pertanto un blocco con 2 setti
verticali e 5 file di setti orizzontali potr avere al massimo 1
fessura trasversale e 2 fessure longitudinali. Va precisato che si
parla soltanto di "setti" e non di "pareti". Non sono poi tollerate,
sulla superficie degli elementi, protuberanze o scagliature di
diametro medio maggiore di 30 mm; protuberanze e scagliature di
diametro minore non devono essere sistematiche.
La prova di aspetto risulta positiva se il numero dei elementi non
conformi ammesso globalmente nel campione esaminato, sia per
fessure che per scagliature e protuberanze, risulta:
NA 21 (NA = numero di accettazione)
Per materiali a vista, e per le facce che effettivamente devono
rimanere a vista, i difetti superficiali non devono superare i 5 mm
(6 mm negli spigoli) o 10 mm (12 mm negli spigoli)
rispettivamente per materiali lisci o rigati, sabbiati ecc.
Per questi, il numero di accettazione NA ridotto a 14.
Assorbimento d'acqua
Rappresenta la quantit di acqua che un blocco in laterizio pu
assorbire ed espresso in percentuale sul peso del blocco stesso.

Secondo le norme Uni 8942, il blocco deve essere essiccato fino a


massa costante in stufa a temperatura di 105 5 C e quindi
immerso completamente in acqua distillata per 24 ore a
temperatura ambiente, asciugato con carta bibula e pesato con
bilancia con precisione di 2 g.
Devono essere sottoposti a prova n 4 provini.
I risultati sono espressi dalla formula
P
Psecco
100 umido
Psecco
Deve essere calcolata la media di tutte le misure effettuate e la
stima dello scarto. I prodotti in laterizio normale, trafilati, pressati
o da rivestimento sono accettati se l'assorbimento compreso fra
10 e 25%; con massa alveolata se l'assorbimento compreso fra il
15 e il 40%.
In effetti l'assorbimento del laterizio alveolato non supera
generalmente di pi di 2-3 punti percentuali l'assorbimento del
laterizio normale prodotto con la stessa argilla.
Attraverso la stessa prova possibile determinare il rischio di
gelivit (vedi voce Gelivit).
Autocontrollo
La serie di controlli che il produttore attua sul ciclo di produzione
e sul prodotto finito, direttamente o tramite strutture esterne
autorizzate, costituisce l'Autocontrollo.
Le norme Uni 8942, Appendice A, considerano il solo Controllo
del Prodotto Finito, basato su prove di Aspetto, Dimensioni,
Forma, Inclusioni calcaree, Efflorescenze, Imbibizione,
Assorbimento d'acqua, Resistenza a compressione, Resistenza a
trazione per taglio, Resistenza a trazione per flessione su listello.
Trascurano invece, dichiarandolo espressamente, il Controllo di
Processo.
Il Consorzio Alveolater, al punto 2.3 del Regolamento, stabilisce
che l'Autocontrollo deve essere effettuato sia come Controllo di
Processo, mediante l'esame della qualit e dei dosaggi delle
materie prime utilizzate, la rilevazione di alcuni dati del ciclo
produttivo e il controllo dei semilavorati, sia come Controllo sul
Prodotto Finito, con riferimento alle norme Uni 8942 e ai valori
di riferimento riportati nelle Schede Tecnologiche di Prodotto che
ogni produttore associato deve redigere per conoscere in modo
approfondito ogni suo prodotto.
Per l'Utilizzatore (Prescrittore, Impresa o Utente finale) pu
essere considerato Autocontrollo anche il controllo al quale il
produttore associato al Consorzio Alveolater viene sottoposto da
parte degli organi tecnici del Consorzio stesso (controllo da parte
di un incaricato e ispezione di una commissione tecnica).

Bagnatura del laterizio


Allo scopo di avere buona aderenza fra malta e laterizio e quindi
ottenere la migliore impermeabilit della parete in muratura,
necessario che il laterizio, prima della posa in opera, sia bagnato.
In caso contrario la malta, al contatto con il laterizio poco
bagnato, viene privata dell'acqua necessaria per l'idratazione del
cemento. Bisogna tuttavia evitare anche un eccesso di bagnatura.
Se la bagnatura eccessiva, il ristagno di acqua sulla superficie
del laterizio impedisce la penetrazione della malta all'interno dei
pori: l'aderenza malta-laterizio viene fortemente ridotta.
Il laterizio deve essere quindi saturo di acqua ma a superficie
asciutta. Una insufficiente esperienza nella posa pu indurre a
compensare la scarsa bagnatura del laterizio con l'aumento
dell'acqua di impasto della malta. In realt una malta troppo fluida
cola all'interno dei fori o sulla superficie degli elementi con la
conseguenza di aumentare inutilmente i consumi. Inoltre pu
verificarsi che i laterizi del corso inferiore assorbano l'acqua in
eccesso, rendendo la malta troppo secca per la posa del corso
superiore.
Indicazioni di letteratura consentono di non bagnare il laterizio
soltanto qualora l'assorbimento specifico sia inferiore a 20 g/dm
al minuto, valutato immergendo l'elemento in acqua per un
minuto per un altezza di un centimetro.
Barriera al vapore
E' utilizzata quando si vuole impedire la penetrazione del vapore
all'interno delle pareti o dei solai di una costruzione. E' costituita
generalmente da fogli di plastica o metallo (e quindi con
resistenza la passaggio del vapore praticamente infinita) o da
carte catramate.
In linea di massima, la barriera al vapore si applica sui lati caldi
della costruzione (e quindi generalmente sulle superfici interne).
Blocco
Secondo le norme Uni 8942, si definisce "blocco" un prodotto di
laterizio per muratura, di forma generalmente parallelepipeda, con
volume maggiore di 5500 cm3
Calpestio
Vedi rumore impattivo
Capacit termica (di una parete)
E' una caratteristica fisica che indica la quantit di calore che una
parete pu immagazzinare. Tanto pi la capacit termica

elevata, tanto meno cambiano le temperature dell'ambiente


interno al variare delle temperature esterne, delle variazioni di
funzionamento degli impianti e delle attivit all'interno.
La capacit termica di una parete si pu calcolare con la formula
Cp = s c (kJ /m K)
dove:
s = spessore della parete;
= peso specifico della parete;
c = calore specifico del materiale costituente la parete.
La Capacit termica specifica definisce la quantit di calore
necessaria per innalzare di un grado la temperatura di un Kg di
materiale e si misura in kJ/kg K

Valori di capacit termica specifica di alcuni materiali


Materiali
Alluminio
Laterizio
Aria
Laterizio alleggerito
Fibre tessili
Plastica ed espansi
Legno e truciolari
Acqua

Capacit termica specifica (kJ/kg K)


0,80
0,84
1,00
1,00
1,30
1,50
2,10
4,20

Carta di controllo
Le carte di controllo, definite nelle Uni 4727 e 4728, consistono
in diagrammi nei quali le ascisse sono rappresentative del tempo
in cui sono avvenute le osservazioni e le ordinate rappresentano i
valori assunti dalle caratteristiche in esame.
L'andamento della curva rappresentativa di una caratteristica
permette di cogliere in tempo utile una tendenza e di intervenire
per eventuali correzioni.
Una linea orizzontale rappresenta il valore medio della
caratteristica che deve essere controllata; una linea superiore e
una inferiore (linea superiore e linea inferiore di controllo)
delimitano una banda entro la quale devono trovarsi i punti
rappresentativi delle osservazioni.
Sono previsti due tipi di carte di controllo:
- per variabili quando la caratteristica sotto controllo pu
variare con continuit;
- per attributi quando la caratteristica pu assumere solo due
configurazioni (accettabile o non accettabile).

Classe
Secondo la terminologia Alveolater, i blocchi alveolati si
dividono in quattro classi, ciascuna identificata da un numero che
rappresenta la percentuale di foratura dell'elemento.
- CLASSE 45: raggruppa tutti i blocchi con percentuale di
foratura 45 %, portanti anche in zona sismica. In zona non
sismica, impiegando blocchi di classe 45, e per costruzioni
fino a tre piani fuori terra, possibile
ricorrere al
dimensionamento semplificato previsto dal Decreto
ministeriale 20 Novembre 1987.
- CLASSE 50: comprende i blocchi con percentuale di foratura
45 % <F/A 50 %, per costruzioni in zona normale (non
sismica), con ricorso al calcolo secondo il Decreto
ministeriale 20 Novembre 1987.
- CLASSE 55: per gli elementi con pi del 50 per cento di
foratura, fino alla massima foratura ammessa per murature
portanti in zona non sismica (55%).
- CLASSE 60: per tutti gli elementi per pareti esclusivamente
di tamponamento, fino alla percentuale di foratura massima
del 70 per cento.
Classificazione e definizioni secondo UNI 8942/86
La norma Uni 8942/86 classifica i laterizi per muratura secondo i
seguenti parametri:
Mattoni: prodotti di laterizio per muratura, di forma
generalmente parallelepipeda, con volume 5500 cm3.
Blocchi: prodotti di laterizio per muratura, di forma generalmente
parallelepipeda, con volume > 5500 cm3
Mattoni pieni (F/A 15%) sigla MP oppure MPR se per
rivestimento;
Mattoni e blocchi semipieni di tipo A (15% <F/A45%) sigla
MSA o BSA, sigla R se per rivestimento;
Mattoni e blocchi semipieni di tipo B (45%<F/A55%) sigla
MSB o BSB, sigla R se per rivestimento;
Mattoni e blocchi forati (F/A > 55%) sigla MF o BF; MFR o
BFR se per rivestimento;
Mattoni e blocchi con posa in opera a fori verticali, e cio con
foratura ortogonale al piano di posa, sono codificati con la sigla
11. Mattoni e blocchi con posa in opera a fori orizzontali, e quindi
con foratura parallela al piano di posa, sono codificati con la sigla
00. In funzione della tecnologia di produzione si distinguono
prodotti estrusi con massa normale (sigla 21) e con massa
alveolata (sigla 31); pressati in pasta (sigla 41) o in polvere (sigla
51).
I prodotti formati a mano sono classificati con sigla 91.
Se rettificati o calibrati avranno rispettivamente la sigla R o C.

Un blocco Alveolater 45, formato 30 x 25 x 19, posa in opera a


fori verticali, sar classificato BSA 11 31
Nota: la qualifica di "forato" secondo la norma Uni differisce
dalla qualifica "forato" prevista dal Decreto ministeriale 20
novembre 1987. Il Decreto infatti classifica "forati" i laterizi con
percentuale di foratura 45% F/A 55%.
Clinker
Il Clinker un particolare laterizio cotto a temperature superiori
ai 1000 C e dotato di bassissimo assorbimento d'acqua (0,5 - 1%
in peso).
Il peso specifico dell'argilla cotta deve essere superiore a 1900
kg/m3 mentre la resistenza al gelo, caratteristica di questi
materiali, deve essere provata sperimentalmente.
Coefficienti di adduzione (o coefficienti liminari)
All'interno di un ambiente, lo scambio di calore fra l'aria e la
faccia interna della parete esterna regolato dalla relazione
Q = i S(ti-tsi)
La faccia esterna della parete esterna cede calore all'aria esterna
secondo la relazione
Q = e S(tse-te)
i detto Coefficiente di adduzione interno, ed esprime la
quantit di calore ceduto dall'aria interna nell'unit di tempo
all'unit di superficie della parete per ogni grado di differenza di
temperatura, ed espresso in W/mK o in kcal/hmC.
e il Coefficiente di adduzione esterno, ed esprime la quantit di
calore ceduto all'aria esterna nell'unit di tempo dall'unit di
superficie della parete per ogni grado di differenza di temperatura,
ed espresso in W/mK o in kcal/hmC.
I coefficienti di adduzione sono influenzati dalle caratteristiche
superficiali della parete e dalla velocit dell'aria.
A titolo di riferimento si possono assumere i valori standard
seguenti.

...
2

Pareti verticali
Pareti orizzontali, flusso ascendente
Pareti orizzontali, flusso discendente

W/m K
8
9
6

kcal/hm C
7
8
5

Negli angoli, il valore i pu scendere a 4 kcal/hmC, mentre


con vento molto forte e pu raggiungere un valore pari a 100
kcal/hmC.

W/m K
23
23
16

kcal/hm2C
20
20
14

Collaudo di accettazione
Le Norme Uni 8942/86 prevedono la possibilit di un collaudo di
accettazione da effettuare presso lo stabilimento di produzione al
momento della consegna dei prodotti.
Le prove sono le stesse previste per l'autocontrollo, e vanno
eseguite sostanzialmente sullo stesso numero di provini.
Deve essere assicurata la casualit del prelevo. Tale casualit pu
essere ottenuta suddividendo la fornitura in parti uguali al numero
di provini da prelevare, con prelievo casuale di un provino da
ogni parte di fornitura cos ottenuta.
Lo spessore dei setti e delle pareti, la percentuale di foratura e le
dimensioni dei blocchi (spessore del muro in opera) vanno
esaminati anche alla luce dei decreti mininsteriali vigenti per le
costruzioni in zona normale e in zona sismica.
Alcuni parametri (ad esempio peso specifico apparente, peso
dell'impasto cotto, resistenza a trazione per taglio, resistenza a
flessione per taglio, resistenza meccanica, spessore delle pareti e
dei setti nel caso di elementi in laterizio alveolato per
tamponamento) possono essere stabiliti in accordo con il
produttore.
Il controllo di accettazione deve naturalmente prevedere l'esame
delle certificazioni ufficiali, quando siano obbligatorie per legge.
Colore (dei laterizi)
I laterizi possono presentare una grande variet di tinte, dovute
prevalentemente ai composti ferrosi e alle sostanze carboniose
presenti nelle argille.
Anche la quantit di aria di combustione, e quindi di ossigeno, e il
tipo di combustibile impiegato possono influire sulla colorazione
del cotto.
Nelle argille si pu avere ferro sotto forma di
- ossido ferrico Fe2O3
- ossido ferroso FeO
- idrato di ferro Fe2O34H2O
- carbonato di ferro FeCO3
- solfuro di ferro FeS 2
- fosfato di ferro Fe3P2O3 8H2O
che pu dare origine a tutte le sfumature di colore comprese fra il
giallo, il rosso e il bruno.
Elevate quantit di carbonato di calcio, poich la calce forma con
il ferro un silicato doppio di ferro e calcio di colore biancastro,
porteranno a tonalit chiare.

Analogamente una cottura troppo rapida in ambiente scarsamente


ossidante daranno origine a cotti di colore rosato. Se manca
ossido ferrico, o se sono presenti alte percentuali di titanio, si
avranno laterizi di colore giallo.
Il colore dei laterizi pu essere modificato introducendo
nell'argilla ossidi metallici.
Il biossido di manganese d colori bruni; l'ossido di ferro
colorazioni rosse; l'ossido di cromo colorazioni verdi.
Condensa (Formazione di -)
La condensazione del vapore contenuto nell'aria (condensa) pu
avvenire sia sulla superficie interna di una parete esterna sia
all'interno della parete stessa.
Nel primo caso si hanno danneggiamenti degli strati superficiali
di finitura con formazione di depositi di polvere per elettroforesi;
nel secondo caso si ha degradamento delle caratteristiche di
isolamento dei materiali interessati, particolarmente se si tratta di
isolanti puri.
Condensazione superficiale: si ha condensa quando la
temperatura della superficie interna della parete esterna scende al
di sotto della temperatura di rugiada, ovvero al di sotto del valore
della temperatura per la quale, in quelle condizioni di temperatura
e di umidit dell'aria ambiente, si ha condensazione del vapore.
Le cause quindi non sono mai da imputare al materiale (spesso si
sentono affermazioni del tipo: "Quel materiale fa condensa") ma
esclusivamente a errate previsioni termoigrometriche della vita
del fabbricato. Questo naturalmente purch il materiale fornito
abbia le caratteristiche richieste e promesse.
Condensazione negli strati interni del muro: si ha quando le
pressioni relative di vapore raggiungono le pressioni di
saturazione.
Anche in questo caso si sono commessi errori di stima delle
condizioni termoigrometriche o delle caratteristiche dei materiali
usati o nella collocazione di tali materiali.
Conducibilit termica
Per conducibilit o conduttivit di un materiale omogeneo si
intende la quantit di calore che, in regime stazionario, si
trasmette nell'unit di tempo attraverso 1 m di superficie di uno
strato del materiale in esame, di spessore 1 m, quando la
temperatura fra le due superfici opposte piane e parallele dello
strato differisce di 1 C.
Il valore della conducibilit, espresso in W/mC e indicato dalla
lettera (lambda) sensibilmente influenzato dal tenore di
umidit presente nel materiale e aumenta con l'aumentare dello

stesso. Nel caso dei laterizi, con umidit dell'1%, si possono


adottare i seguenti valori:
Densit (kg/m3)
600
800
1000
1200
1400
1600
1800

(W/mK)
0,15
0,22
0,28
0,35
0,44
0,57
0,72

Questi valori, piuttosto prudenziali e superiori a quelli


sperimentali generalmente adottati, coincidono con i valori
indicati dalle Uni 7357 e 10351.
Conduttanza termica
La conduttanza esprime la quantit di calore che si trasmette in
un'ora attraverso 1 m2 di superficie per una differenza di
temperatura di 1 C tra le facce opposte e parallele di una parete
di materiale omogeneo con spessore s e conduttivit
C=/s
Conduzione
Vedi Trasmissione del Calore
Controllo di qualit
In passato il controllo di qualit aveva esclusivamente il
significato di controllo della rispondenza del prodotto finito alle
specifiche di progetto. Oggi si tende a dare a questa attivit un
significato pi ampio, coinvolgendo non solo il prodotto,
verificandone la rispondenza alle norme nazionali o comunitarie
vigenti, ma anche il processo di produzione e l'organizzazione
aziendale.
La direttiva Cee 89/106, recentemente recepita fra le norme
italiane dal D.P.R. n 246 del 21 aprile 1993 "Regolamento di
attuazione della direttiva 89/106/Cee relativa ai prodotti da
costruzione", e le norme Uni En 9000 costituiscono il riferimento
fondamentale.
La norma Uni 9002, al punto 4.1, parla espressamente di "Politica
della qualit", indicando che la Direzione dell'azienda produttrice
deve definire e documentare gli obiettivi e gli impegni previsti per
la qualit, assicurando che questa impostazione sia compresa,
recepita, attuata e sostenuta a tutti i livelli aziendali.
La norma Cee 89/106 parla dei requisiti essenziali che i prodotti
devono avere (resistenza meccanica e stabilit; sicurezza in caso
di incendio; igiene, salute e ambiente; sicurezza di impiego;
protezione dal rumore; risparmio energetico e ritenzione del

calore) per poter circolare all'interno della Comunit con il


marchio CE. Recenti documenti interpretativi stabiliscono che,
pur con le procedure meno onerose compatibilmente con la
sicurezza, prodotti o famiglie di prodotti possano avere
l'attestazione di conformit CE soltanto se preventivamente
sottoposti a prova. Nel caso di cicli di produzione complessi,
anche la fabbrica deve essere preventivamente ispezionata e
tenuta sotto controllo. Dalla attenta valutazione di questi dettati
normativi usciranno le linee guida che ogni produttore di laterizi
dovr seguire per rispondere alla crescente attesa di qualit.
Convezione
Vedi Trasmissione del Calore
Cordolo
Il D.M. 20/11/87 prescrive che tutti i muri portanti siano collegati
a livello delle fondazioni e dei solai mediante cordoli,
generalmente in cemento armato.
In corrispondenza dei solai di piano e di copertura i cordoli
devono avere larghezza pari ad almeno 2/3 dello spessore della
muratura sottostante e comunque mai minore di 12 cm, mentre
l'altezza deve essere almeno pari a quella del solaio e mai
inferiore alla met dello spessore del muro. Al punto 1.3.1.1. sono
indicate anche le armature minime, il valore minimo dei diametri
dei ferri correnti e delle staffe (in funzione dell'altezza del
fabbricato), e l'interasse delle staffe.
Lo stesso argomento viene ripreso nella
circolare illustrativa 30787 del 1989.
Prescrizioni analoghe sono riportate al punto
C.5.1 comma d) del D.M. 16/1/96 per le
costruzioni in zona sismica.
Alla circolare e ai decreti citati si rimanda per
una pi esauriente informazione.
Cottura
La cottura, o stabilizzazione ad alta
temperatura, trasforma la miscela argillosa in
laterizio, attraverso variazioni fisiche e
reazioni chimiche dei minerali presenti.
Fino a circa 100 C si elimina l'acqua che residua
dall'essiccazione; intorno ai 200-250 C si ha l'eliminazione
dell'acqua zeolitica;
dai 400 ai 650 C si ha la decomposizione della caolinite, la
trasformazione del quarzo con aumento di volume e il
completamento della combustione delle sostanze organiche; a 800

Cordolo in cemento
armato di collegamento tra
muro e solaio.
Per eliminare eventuali
cavillature esterne
necessario inserire un
cordone di elastometro [1]
tra solaio e muro, una rete
metallica fine (maglia 12
cm) nellintonaco in
corrispondenza del cordolo
[2], un foglio di distacco
tra cordolo e intonaco [3].

C si decompone il calcare con eliminazione di anidride carbonica


che termina a 950 C circa.
Dopo la permanenza di alcune ore alla temperatura di 950 C, ha
inizio la fase di raffreddamento.
Proseguendo nel riscaldamento si avrebbe dapprima (1000 C) il
rammollimento, quindi a 1050 - 1100 C la fusione con
formazione di pasta di vetro.
Cuore nero
La presenza di sostanze organiche nell'argilla e soprattutto di
sostanze carboniose pu causare colorazioni nerastre all'interno
del corpo ceramico se la vetrificazione superficiale della massa ha
inizio prima che il carbonio presente abbia potuto completare la
combustione. Questo fatto si verifica tanto pi facilmente quanto
pi rapido l'innalzamento della temperatura nel forno, ed
facilitato da un ambiente non sufficientemente ossidante.
Dichiarazione di conformit
La norma UNI 8942/86, al punto 5, parte 2, prescrive che ogni
fornitura sia accompagnata da una dichiarazione del produttore
attestante la rispondenza della fornitura stessa ai limiti di
accettazione previsti dalla norma.
Poich il Decreto ministeriale 20 novembre 1987 ha introdotto
l'obbligatoriet del calcolo, semplificato o esteso, delle strutture
in muratura, essenziale che il Direttore dei lavori e l'Impresa
abbiano certezza delle caratteristiche dei laterizi impiegati e
abbiano tutte le informazioni necessarie sulle modalit di posa.
La "Dichiarazione di Conformit" rilasciata dalle fornaci aderenti
al Consorzio Alveolater assicura al Prescrittore, al Direttore dei
lavori e all'Impresa una fornitura di qualit nel rispetto delle
norme e ricorda, in modo semplice e chiaro, il tipo di posa in
opera (a fori verticali o a fori orizzontali) e il campo di impiego
dei blocchi forniti (per murature portanti o di tamponamento).
Diffusione del vapore
In funzione della temperatura, l'aria in grado di assorbire
differenti quantit di vapore d'acqua. Aumentando la temperatura,
aumenta la quantit massima di acqua che pu essere contenuta
nell'aria. Indipendentemente dalla pressione dell'aria, il vapore
contenuto nell'aria possiede una pressione parziale di vapore
legata alla temperatura.
Se si dividono due ambienti, con diverse pressioni parziali di
vapore, mediante una parete porosa, le due pressioni parziali
tenderanno a compensarsi e pertanto le molecole d'acqua si
muoveranno verso l'ambiente con pressione parziale bassa;
mentre le molecole d'aria si muoveranno in senso inverso.

Normalmente la pressione complessiva, somma di pressione


parziale di vapore e pressione parziale dell'aria, uniforme da
entrambi i lati delle pareti divisorie.
Il vapore si diffonde sempre verso l'ambiente in cui c' minore
pressione di vapore e sempre verso l'ambiente pi asciutto.
Dilatazione allumidit
E' definita anche post-dilatazione all'umidit o espansione o
rigonfiamento per umidit e indica la variazione dimensionale che
un materiale subisce per assorbimento di umidit.
Per il laterizio si possono individuare due fasi: una fase
reversibile, che si pu rilevare effettuando cicli di bagnatura e di
essiccamento, e una fase irreversibile dovuta all'assorbimento di
vapore d'acqua da parte dell'argilla cotta dopo l'uscita dal forno.
La componente reversibile di modesta entit (< 0,02 % della
dimensione dell'elemento) mentre la componente irreversibile
pi elevata, pu raggiungere il valore 0,2 %, si esplica in aria
ambiente in tempi lunghi ed quasi certamente dovuta al tenore
di minerali micacei contenuti nell'argilla. Una efficace bagnatura
del laterizio prima della posa in opera fa avvenire, ed esaurisce, la
fase irreversibile dell'espansione.
Il Decreto ministeriale 14 Febbraio 1992, al punto 7 relativo ai
solai in laterizio, indica in 400 /m il limite massimo ammesso.
Vedi anche Rigonfiamento.
Dilatazione termica
E' la variazione dimensionale che un materiale subisce per effetto
della temperatura. Il coefficiente di dilatazione termica
quantifica questa variazione ma, dipendendo dalla temperatura,
pu variare a seconda dell'intervallo di temperatura considerato.
Per i laterizi da solaio, il Decreto ministeriale 14 Febbraio 1992
prescrive che il coefficiente sia = 6 10-6 C-1, in modo che sia
il pi possibile simile al valore del calcestruzzo (1,2 10-5 C-1),
valutato in fase di raffreddamento, fra le temperature di 70 e 20
C, in ambiente con umidit relativa Ur 25% a 70 C.
Dilavamento
L'acqua piovana, agendo sui giunti delle murature, pu portare in
superficie la calce ancora libera, che si combina con il CO2
dell'aria e forma carbonato di calcio insolubile, assumendo un
aspetto simile alle efflorescenze.
Dimensionamento semplificato
Vedi Normativa

Disposizione dei mattoni e dei blocchi


Le pi tradizionali disposizioni dei laterizi, fondamentali nella
realizzazione di murature a faccia a vista, sono:
- la disposizione "di punta", in cui rimane in vista la dimensione
minore (detta "testa" o "punta"), mentre lo spessore del muro
pari alla dimensione massima dell'elemento (detta "lista");
- la disposizione "a blocco", che presenta un corso di mattoni di
testa e il corso successivo di lista;
- la disposizione "di croce", simile alla precedente, ma con gli
elementi di lista sfalsati di una testa;
- la disposizione "gotica", in cui in ogni corso si alternano
elementi di lista e di punta;
- la disposizione "fiamminga", che alterna a un filare con elementi
di punta e lista un filare con solo elementi di punta;
- la disposizione "in spessore" in cui gli elementi presentano
soltanto la lista in ogni corso (caso tipico delle murature di
rivestimento a vista, di spessore cm 12);
- la disposizione "in foglio" o "in taglio", in cui il mattone
presenta in vista la faccia mentre la lista costituisce lo spessore
del muro.
Efflorescenza
L'efflorescenza (ossia la comparsa sulla superficie dei laterizi di
una patina generalmente biancastra e polverosa) pu essere
originata sia dalla presenza nel laterizio di sali e/o ossidi solubili
che migrano sulla superficie, sia dall'apporto esterno di sali (ad
esempio contenuti nelle malte, nelle acque di risalita capillare
ecc.).
L'efflorescenza pi diffusa dovuta a depositi di carbonato di
calcio insolubile.
In fase di cottura del laterizio infatti, il Carbonato di Calcio
CaCO3 presente nell'argilla subisce la trasformazione reversibile
CaCO3 = CaO + CO2- 42.500 kcal/kg
L'ossido di calcio, in presenza di umidit atmosferica, si idrata
secondo la relazione
CaO + H2O = Ca(OH) 2
L'idrato di calcio, trasportato dall'acqua che evapora, si deposita
sulla superficie, reagisce con l'anidride carbonica dell'aria e forma
carbonato di calcio insolubile
Ca(OH) 2 + CO2 = CaCO3 + H2O
Le efflorescenze causate da carbonato di calcio possono essere
eliminate lavando le superfici con soluzioni diluite (5 - 10%) di
acido cloridrico e risciacquando abbondantemente con acqua
pulita.

Altre efflorescenze possono essere causate da solfati di Magnesio,


Sodio, Potassio, Calcio, sia contenuti nella materia prima sia
originati nella fase di cottura del laterizio per ossidazione delle
piriti (fra 400 e 900 C), per dissociazione dei solfati (sopra gli
850 C), sia per la presenza di zolfo nei combustibili impiegati
nel forno.
La norma Uni 8942 classifica l'efflorescenza in:
efflorescenza nulla = nessun apprezzabile deposito di sali in
superficie;
efflorescenza leggera = apparizione di una sottile patina bianca
distribuita non uniformemente;
efflorescenza media = apparizione di una patina sottile uniforme;
efflorescenza forte = apparizione di un grosso strato di sale, di
spessore e distribuzione uniformi, con cristallizzazioni
superficiali che si staccano facilmente.
L'efflorescenza forte non mai accettabile.
La prova per la determinazione del grado di efflorescenza rapida
(quattro giorni) e semplice (immersione di tre campioni fino a un
quarto dell'altezza in acqua distillata e con i fori, se presenti, in
direzione verticale). Eseguita come prova di accettazione della
fornitura pu sollevare da successivi imprevisti e onerosi
interventi di pulizia.
Essiccazione
All'atto della trafilatura o della formatura, la terra per laterizi
contiene una percentuale d'acqua compresa fa il 18 e il 30 per
cento. L'essiccazione, e cio l'evaporazione di tutta l'acqua di
impasto o di idratazione contenuta nella terra, avviene in due
fasi. Nella prima fase si ha essiccazione con diminuzione di
volume (ritiro) rilevante e pari mediamente al 5 - 7 per cento, con
punte massime per alcune terre fino al 12 per cento. Il ritiro
termina quando stato espulso dal 40 al 60 per cento dell'acqua di
impasto. Ha quindi inizio la seconda fase in cui si ha essiccazione
a volume costante. L'essiccazione deve avvenire con gradualit,
evitando che gli strati pi esterni si secchino, e quindi si ritirino e
si induriscano, troppo rapidamente rispetto alla massa pi interna,
ancora di volume pari a quello iniziale. Se infatti la velocit di
evaporazione dell'acqua all'esterno molto elevata, diventano
sensibili anche le differenze di ritiro fra strato e strato, facendo
insorgere delle tensioni che, se risultano superiori alle forze di
coesione dell'impasto, rompono il prodotto a partire dalle
superfici esterne.
Estrusione
Estrusione (o trafilatura) la tecnologia usata per la produzione
della totalit dei prodotti laterizi forati e semipieni. Consiste nel

far passare attraverso una forma (filiera) l'argilla preparata in


mattoniera (estrusore).
Nella produzione dei mattoni pieni, oltre all'estrusione, pu essere
utilizzata la tecnologia cosiddetta "in pasta molle", che simula la
tradizionale produzione dei mattoni fatti a mano e che consiste
nel far cadere l'argilla molto umida in casseforme di dimensioni
opportune. In questo caso si ha "formatura", non si ha la
compattazione prodotta dalla spinta e dal degasaggio che si
verifica in mattoniera, ma l'assestamento dell'argilla avviene in
modo naturale o, al pi, favorita da una modesta pressatura.

Ferrigni
Definizione, ormai in disuso, per indicare mattoni troppo cotti,
duri, fragili e dal suono metallico.
Fessure - Fessurazioni
Le fessurazioni sono causate da spostamenti (deformazioni) che
non possono essere evitati e ai quali la struttura si adegua.
Sono state proposte diverse classificazioni in funzione della
larghezza. A titolo di esempio si riporta la classificazione di
Rainer:
- fessure molto sottili fino a 1 mm
- sottili
da 1 a 5 mm
- moderate
da 5 a 15 mm
- gravi
oltre 15 mm
Le fessure particolarmente sottili vengono anche chiamate
"cavillature".
Fessure di larghezza pari o inferiore a 0,1 mm non causano
infiltrazioni di acqua in quanto 0,1 mm la minima ampiezza
attraverso la quale pu penetrare la pioggia battente.

Le fessure possono avere origine da movimenti o cedimenti delle


fondazioni, da deformazione eccessiva delle strutture portanti, da
variazioni dell'umidit contenuta nei materiali da costruzione, da
difetti di esecuzione, da diverso comportamento dei materiali
usati, da variazioni di temperatura, da vibrazioni di qualsiasi
natura (traffico, sisma ecc.).
Ogni causa genera un quadro fessurativo abbastanza definito e
interpretabile.
Fonoassorbente
Vedi Rumore
Fonoisolante
Vedi Rumore
Forato
Vedi Foratura
Foratura
La percentuale di foratura il dato che maggiormente caratterizza
i prodotti in laterizio.
Ne individua infatti i campi di impiego; inoltre la giacitura dei
fori, in opera, ne determina la classificazione.
Il Decreto ministeriale 20 novembre 1987 suddivide i laterizi per
murature portanti a seconda della percentuale di foratura, in:
pieni, quando la percentuale di foratura F/A <= 15%
semipieni, quando 15% < F/A <= 45%
forati, quando 45% < F/A <= 55%
Il Decreto ministeriale 16 gennaio 1996 classifica allo stesso
modo gli elementi pieni e semipieni, ignorando i forati, non
ammessi in zona sismica.
La classificazione dei Decreti ministeriali differisce da quella
prevista dalla norma Uni 8942/86 (vedi voce Classificazione).
I laterizi per murature di tamponamento, generalmente a fori
orizzontali con percentuale di foratura superiore al 55%, non
hanno una suddivisione secondo norme o decreti: sono indicati
genericamente con il nome di forati e hanno nomi commerciali
del tipo:
tavella, per spessori di 4 - 6 cm
tramezza, per spessori di 8 - 10 cm
foratone, per spessori di 12 - 14 cm
Le norme Uni 8942/86 definiscono Percentuale di foratura il
rapporto 100 F/A, dove
A = area della superficie del blocco o mattone ortogonale alla
direzione dei fori e delimitata dal suo perimetro

F = somma delle aree dei fori compresi nell'area A, passanti e non


passanti.
A seconda dell'orientamento dei fori in opera, i mattoni e i
blocchi possono anche suddividersi in:
Blocchi perforati quando la posa in opera prevista a fori
verticali (perpendicolari al piano di posa)
Blocchi forati quando la posa prevista a fori orizzontali
(paralleli al piano di posa)
Gelivit
La valutazione della gelivit viene generalmente effettuato, in
prima approssimazione, attraverso la prova di assorbimento
d'acqua, riportando quindi i valori sul diagramma "assorbimento
percentuale-coefficiente di saturazione" previsto dalle norme Uni
8942. Tanto pi basso il coefficiente di saturazione, definito
come s = (Pumido - Psecco)/(Psaturo - Psecco), tanto pi
numerosi sono i pori che rimangono pieni d'aria. Il diagramma
suddivide il campo in tre zone: campo ad elevato rischio di
gelivit, a basso rischio di gelivit e zona di incertezza.
Nel caso il prodotto esaminato si trovi nel campo di incertezza,
bisogner operare con metodi di rilevamento pi accurati.
Il metodo pi conosciuto il metodo dei cicli di gelo e disgelo: il
prodotto viene sottoposto a una serie di 20 cicli fra -15C e +15C
secondo Uni 8635/11 e si verifica successivamente sia la presenza
di difettosit attribuibili al gelo sia la riduzione di resistenza
meccanica. La prova tuttavia non sempre d risultati conformi con
l'effettivo comportamento in opera del materiale.
Si pu ricorrere alla determinazione del diametro critico di
gelivit. Con un porosimetro a mercurio, a pressione, basandosi
sul fatto che tanto pi sono piccoli i pori, tanto pi si oppongono
alla penetrazione del mercurio, possibile stabilire il diametro
critico di gelivit, ovvero (secondo Uni 8942/3, punto 15.5) il
maggior diametro dei capillari, espresso in m, che corrisponde al
90% della porosit totale. Diametri critici superiori a 1,8
individuano materiali non gelivi. L'assorbimento d'acqua infatti si
ha nei pori che hanno diametro uguale o superiore a quello delle
molecole d'acqua, nei quali l'acqua non pu gelare.
Anche la temperatura di cottura influenza il comportamento al
gelo: elevate temperature riducono notevolmente la porosit
globale e fanno comparire pori di elevato diametro, che
influenzano positivamente il comportamento del materiale.
Giunti di dilatazione
Per consentire alle strutture di esplicare senza danno i naturali
movimenti
dovuti
alle
variazioni
delle
condizioni
termoigrometriche ambientali, necessario introdurre giunti di

dilatazione piuttosto frequenti.


I giunti sono indispensabili poich i movimenti delle murature,
oltre a causare fessurazioni, possono generare sollecitazioni di
notevole rilievo.
Supponiamo che un muro in laterizio:
- sia stato messo in opera a temperatura di +10 C, raggiunga la
temperatura di +35 C e abbia un coefficiente di dilatazione
termica di 5 10-6 C-1;
- abbia un tasso di rigonfiamento per umidit (irreversibile) di
200 10-6 m;
- abbia un ritiro per essiccazione (irreversibile) di 50 10-6 m;
- sia lungo 10 m, alto 2,70 m, e sia confinato ai due lati da una
struttura di telaio;
La variazione dimensionale in orizzontale per effetto termico :
lt = (35 - 10).5 10-6 .1000 = +0,125 cm
per effetto del ritiro per essiccazione
le = 5010-6.1000 = - 0,05 cm
per rigonfiamento
lr = 200 10-6 .1000 = +0,2 cm
La variazione dimensionale totale :
ltot = +0,125 + 0,2 - 0,05 = + 0,275 cm
Se la muratura confinata da un telaio in cemento armato, per
uno spessore di 30 cm, la forza messa in atto risulta:
F = Emuro . A muro . ltot /l
con E muro = 50000 daN/cm
Amuro = 30 . 270 = 8100 cm
da cui
F = 50000.8100.0,275/1000 = 111375 daN
Bisogner poi tenere conto dei ritiri della struttura in calcestruzzo
e dei suoi spostamenti elastici.
A titolo indicativo, la frequenza dei giunti pu essere la seguente.

...
Condizioni ambientali
Forti escursioni termiche ( > 50 C)
Medie escursioni termiche (25C)
Basse escursioni termiche (<10C)

Strutture in muratura

Murature di tamponamento

810 m
1220 m
2030 m

610 m
1018 m
1825 m

Questi valori presumono regolarit di pianta e di sezione


dell'edificio.
In presenza di irregolarit (non allineamento in pianta e/o in
sezione verticale dei muri, accostamento a strutture molto rigide o
molto elastiche, possibilit di esposizioni differenziate da zona a

zona al sole e/o agli agenti atmosferici) si devono


"opportunamente" ridurre i valori tabellati.
Giunti di malta

Blocchi posti in opera con


giunti di malta verticali e
orizzontali continui.

Come si detto alla voce Murature, nella muratura portante


tradizionale il giunto di malta deve essere continuo, sia in
verticale che in orizzontale; deve cio ricoprire completamente la
superficie sia della faccia verticale del blocco, sia della faccia
orizzontale, interrompendosi naturalmente in corrispondenza dei
fori di presa. In questo modo, con giunti di spessore di 5 - 15 mm,
limiti di spessore previsti dal D.M. 20 novembre 1987, si ha la
certezza di un efficace collegamento di tutti gli elementi e una
corretta ripartizione degli sforzi agenti sul muro. Sono comunque
possibili e frequenti murature
- a giunti interrotti verticali e orizzontali
- con giunto verticale a incastro
- con giunti a colla.
Le murature a giunti interrotti si ottengono stendendo due cordoni
di malta, lasciando la parte mediana vuota. Con questa tecnica,
che deve comunque essere applicata con particolare attenzione
per evitare concentrazioni di tensioni e insufficiente continuit
strutturale della parete, si ottiene l'interruzione del ponte termico
nel giunto di malta e, poich la conducibilit delle malte
generalmente superiore a quella del blocco in laterizio, in
particolare del laterizio alveolato, si ha un valido contributo alla
riduzione
della
trasmittanza
termica
della
parete.
Un ulteriore incremento della resistenza
termica della parete si pu avere inserendo,
fra i due cordoni di malta del giunto
interrotto, una banda di isolante specifico. I
giunti interrotti sono consigliabili nelle
murature di tamponamento, scarsamente
sollecitate. I blocchi per questo tipo di
murature hanno generalmente posa a fori
orizzontali e presentano spesso sulla faccia
inferiore e superiore un incavo che individua
la zona di interruzione del giunto.
I giunti verticali a incastro riducono le
dispersioni termiche e consentono risparmi
sui tempi di esecuzione e sui consumi di
malta.
Nelle murature portanti, operando con giunti interrotti e con
giunti a incastro, necessario, indipendentemente dalla
percentuale di foratura dei blocchi, disporre di prove di
laboratorio su muretti, soprattutto per valutare l'influenza della
minore resistenza a taglio rispetto ad una muratura tradizionale.

I giunti a colla non hanno diffusione sul nostro territorio mentre


sono in fase di sviluppo in Germania.
Richiedono blocchi a superfici rettificate. La posa rapida e,
riducendosi notevolmente lo spessore dei giunti, si migliorano le
caratteristiche termiche.
Le norme tedesche Din 4172 regolano lo spessore dei giunti in
funzione della dimensione dei blocchi.
Granulometria (Analisi o prova granulometrica)
Come si visto alla voce Argilla, esistono, nelle terre per fornace,
componenti con dimensioni variabili, dalle pi fini alle
grossolane. La composizione granulometrica influisce
profondamente sul ciclo di produzione. L'essiccazione infatti
agevolata dalla presenza di componenti di dimensione >> 20
che consentono la formazione di percorsi di uscita per l'acqua di
impasto.
Una elevata presenza di parti fini (comprese fra 2 e 20 o
anche < 2 ) caratterizzano invece terre di difficile lavorabilit
ma destinate a prodotti di elevate caratteristiche qualitative.
Per rappresentare graficamente le caratteristiche granulometriche
di un campione si usa il diagramma ternario di Winkler. Sulla
base del triangolo equilatero viene riportata in percentuale la
frazione > 20 ; sul cateto di destra la frazione < 2 ; a sinistra la
frazione compresa fra 2 e 20 .
Sul grafico sono riportate le fasce di pi opportuna destinazione
delle terre in funzione della loro granulometria:
- alta percentuale di parti fini = tegole, coppi e materiali di elevata
qualit;
- media percentuale di parti fini = solai e forati in genere;
- bassa percentuale di parti fini = mattoni pieni e semipieni.
Effettuata una analisi granulometrica e riportati i valori sul
grafico, si pu immediatamente individuare il campo di impiego
ottimale per la terra esaminata.
Imbibizione
Esprime la capacit di un laterizio di assorbire acqua. Per
determinare il valore dell'imbibizione sufficiente porre il
provino, precedentemente essiccato fino a massa costante, in un
recipiente a fondo piano contenente acqua distillata per una
altezza costante di 10 mm, estrarlo dopo 60 secondi, lasciarlo
sgocciolare per 45 secondi e pesarlo con precisione di 2 grammi.
Detto G" = peso finale; G'= peso iniziale; F = superficie di
appoggio, il rapporto (G" - G')/F esprime l'assorbimento specifico
o imbibizione.
Le modalit di prova e di espressione dei risultati sono indicate
nella norma Uni 8942/86.

Inclusioni calcaree
Nell'argilla possono essere presenti impurit, generalmente
costituite da granuli di ossido di calcio formatosi dalla
decomposizione dei carbonati in fase di cottura. Questi granuli, a
contatto con l'umidit ambientale, aumentano di volume e
possono provocare distacchi di piccole porzioni di laterizio,
negativi soprattutto nel caso di murature a faccia vista. Le norme
Uni 8942/86 fissano le dimensioni massime ammissibili dei
"crateri" originati dalle inclusioni calcaree (calcinelli o
calcinaroli).
Nei materiali normali non sono ammessi crateri di diametro
medio superiore a 15 mm. Sono ammessi al massimo 3 crateri
per ogni dm2 di superficie, con diametro compreso fra 7 e 15 mm.
Nel caso di materiali per rivestimento il diametro massimo
ammesso di 5 mm ed consentito un solo cratere di diametro
compreso fra 3 e 5 mm. Crateri con diametro minore non
costituiscono difettosit. Per ridurre la presenza di calce libera nel
cotto necessario aumentare sia la temperatura di cottura sia la
durata della stessa e anche immergere in acqua per circa due
minuti il materiale all'uscita dal forno.
Lindustria dei laterizi in Italia
Al gennaio 1998 erano attivi in Italia circa 285 stabilimenti
dislocati su tutto il territorio nazionale, con un totale
approssimativo di 17.500 addetti. Il numero di stabilimenti in
passato ha in pratica coinciso con il numero delle societ operanti
nel settore. Oggi sono in corso unificazioni e fusioni che stanno
modificando profondamente l'organizzazione del settore.
La produzione da sempre caratterizzata da un andamento
ciclico: nel periodo 1962-1996, il valore massimo stato di 24
milioni di tonnellate (1962) e il minimo di 15,2 milioni di
tonnellate (1995).
La produzione 1992 stata di 21,5 milioni di tonnellate. Nel 1996
si sono prodotti 18 milioni di tonnellate, nel 1997 16,5 milioni di
tonnellate; nel 1998 16,25 milioni di tonnellate.
La produzione media per stabilimento, che nel 1962 era di 18.000
ton/anno, oggi di 60.000 ton/anno circa.
Salvo lievi oscillazioni, il 38 per cento della produzione
destinato alle murature portanti, il 24 per cento al tamponamento
e ai laterizi per divisori;, il 28 per cento ai laterizi per solaio e ai
tavelloni; il 10 percento ai materiali per copertura.
La tendenza rilevata in Italia confermata anche in ambito
europeo: negli ultimi 12 anni il numero di stabilimenti passato
da 2950 a 1870; il numero di addetti sceso da 116.000 nel 1980
a 73.000 nel 1991; mentre aumentata la produttivit per addetto
e la produzione per stabilimento.

Inerzia termica
Una parete esterna soggetta a una temperatura variabile,
assimilabile a un'onda sinusoidale.
Se quindi
Te = Ae sin t
l'oscillazione termica sinusoidale esterna,
Ti = Ai sin (t -)
sar l'oscillazione all'interno dell'ambiente abitato, con ampiezza
ridotta Ai e sfasamento .
Si definisce Attenuazione termica il rapporto
= Ae / Ai
Il rapporto fra sfasamento e pulsazione , espresso in ore,
rappresenta il ritardo con il quale la parete trasferisce all'ambiente
le variazioni della temperatura esterna, attenuate, e si indica con
R:
R=/
Il prodotto G = detto Indice di inerzia termica.
Una parete pesante, a elevata inerzia termica, risente poco, e con
ritardo, delle variazioni della temperatura esterna. Una parete
leggera, anche ben isolata, ne risente invece immediatamente.

..
Valori sperimentali su pareti in laterizio Alveolater
Classe Alveolater
45
50
55
60

Peso parete (Kg/m2)


340
290
270
245

G
68
59
52
46

R (ore)
9,5
9
8,75
8

Intonaco
L'intonaco ha due compiti fondamentali:
- proteggere la muratura dagli agenti atmosferici (soprattutto dalla
pioggia battente);
- regolarizzare le superfici.
Non deve invece assolutamente assumere il ruolo di "copertura"
per mascherare gli errori costruttivi (giunti troppo larghi, laterizio
mal posizionato o di qualit non idonea ecc.).
Deve avere elevata permeabilit al vapore, in modo da non
ostacolare la migrazione di vapore dall'interno all'esterno delle
abitazioni.
Oggi si orientati alla realizzazione di intonaci ad un solo strato,
a base cementizia.

27
25
23
22

2,5
2,3
2,2
2,1

L'esecuzione dovrebbe, di norma, prevedere un fondo ad


assorbimento costante, ottenuto mediante un rinzaffo coprente e
strati successivi (generalmente due) di resistenza decrescente
verso l'esterno. I singoli strati devono esaurire le relative tensioni
di ritiro prima di ricevere lo strato successivo.
Per l'importanza che riveste, in Germania l'esecuzione
dell'intonaco regolamentata dalla norma Din 18550.
Irraggiamento
Vedi Trasmissione del calore
Malta
La composizione delle malte per muratura e la loro resistenza
sono regolate dal Decreto ministeriale 20 novembre 1987.
Sono individuati 4 tipi di malta, classificati M1 M2 M3 M4, la cui
composizione in volume risulta:

...
Classe
M4
M4
M4
M3
M2
M1

Tipo
idraulica
pozzolanica
bastarda
bastarda
cementizia
cementizia

Cemento
1
1
1
1

Calce aerea
1
-

Calce idraul.
1
2
1
0,5
-

Sabbia
3
9
5
4
3

Pozzolana
3
-

Il decreto specifica anche che possibile aggiungere una piccola


quantit di calce aerea con funzione plastificante.
Alle malte, anche di diversa composizione, possibile associare
le seguenti resistenze:
120 kgf/cm = 12 N/mm per l'equivalenza alla malta M 1
80 "
8
"
M2
50 "
5
"
M3
25 "
2,5 "
M4
Le malte M1 e M2, cementizie, sono le sole malte ammesse per
costruzioni in muratura in zona sismica.
Oltre alle malte cementizie e alle malte bastarde, ricordate dalla
norma, le malte pi usuali sono le malte di calce idrata (calce
spenta), le malte di gesso, le malte idrauliche (confezionate con
calci eminentemente idrauliche), impiegabili tuttavia soltanto per
murature poco sollecitate o, meglio, per intonaci.
Le malte possono anche essere additivate con additivi plastificanti
(per migliorarne la lavorabilit e l'adesivit), impermeabilizzanti,
antigelo, acceleranti, ritardanti, espandenti, alleggerenti.
L'Eurocodice 6 classifica le malte secondo la resistenza minima a
compressione a 28 giorni e la loro composizione secondo la
tabella che segue.

Tipo
M20
M15
M10
M5
M2

Resistenza
minima (N/mm2)
20
15
10
5
2

Cemento
1
1
1
1

Composizione
calce Idraulica
0-0,25
0,25-0,5
0,5-1,25
1,25-2,5

Sabbia
3
4-4,5
5-6
8-9

Malta termica Alveolater


La malta termica premiscelata Alveolater una malta
equivalente M2 la cui composizione tale da assicurare elevate
prestazioni termiche. La bassa conducibilit, pari a 0,30 W/m C,
fa s che la trasmittanza K di una parete di 30 cm di spessore,
senza intonaco, migliori fino al 10 %
Altri vantaggi della malta termica Alveolater si riassumono in:
- prestazioni (resistenza meccanica, modulo elastico, resistenza
termica ecc.) costanti per tutta la durata del cantiere;
- estrema facilit d'uso;
- migliore organizzazione del cantiere;
- omogeneit termica dei componenti della muratura, e quindi
assenza di ponti termici.
E' composta da cemento Portland R 425 in percentuale del 50%
circa, da perlite e da carbonato di calcio (al posto della sabbia
silicea), additivi aeranti e ritentori d'acqua.
Il peso allo stato fresco di 1200 Kg/m3, il peso allo stato secco
di 1000 Kg/m3 circa.
Il prodotto fornito in sacchi da 30 Kg. Il contenuto di un sacco
va miscelato con 10 litri di acqua; la durata di miscelazione in
betoniera di 2 minuti.
Con un quintale di malta Alveolater si ottengono circa 103 litri
di malta, resa impastata.
Massa frontale
Si definisce massa frontale di una parete in laterizio la massa di 1
m della parete stessa, comprensiva di intonaco e malta.
Un metro quadrato di parete realizzata con laterizio alveolato di
dimensioni cm 30 x 25 x 19, con percentuale di foratura pari al
45% e peso specifico apparente di 800 kg/m3 avr massa frontale
pari a:
- laterizio pezzi/m 19,2 x kg/cad. 11,5 = kg/m 221
- malta
litri/m 12,4 x kg/l 1,85
= kg/m 23
- intonaco
esterno cm 1,5
= kg/m 28
interno cm 1
= kg/m 18
tot
= kg/m 290

Massa volumica e densit apparente


La Massa Volumica del laterizio definita come rapporto tra la
massa dell'elemento essiccato a massa costante e il volume netto,
esclusi cio i vuoti, e rappresenta quindi il peso dell'argilla cotta.
Per un laterizio normale, la massa volumica pu variare da 1800 a
1600 kg/m3.
Per un laterizio alleggerito in pasta, il valore scende a circa 1450 1500 kg/m3.
La Densit Apparente, o Massa Volumica Apparente, invece il
rapporto tra la massa e il volume lordo (vuoto per pieno) e varia,
a parit di massa volumica, per ogni tipo di laterizio in funzione
della percentuale di foratura.
A questo proposito va rilevata una inesattezza contenuta nella
tabella pag. 4 delle Uni 8942/2, nella quale la densit apparente
per il laterizio alveolato indicata con 1450 kg/m3, valore che
invece va letto alla riga "Massa volumica".
Un blocco Alveolater 45 (F/A = 45%) avr:
Massa volumica = 1450 kg/m3
Densit apparente = 1450 (1-F/A) = 1450 x 0,55 = 800 kg/m3.
Analogamente la classe 50 avr densit apparente di circa 700
kg/m3, la classe 55 di 650 kg/m3, la classe 60 di 450-600 kg/m3
circa in funzione della percentuale di foratura.
Le tolleranze ammesse dal Consorzio Alveolater sono riportate
alla voce Alveolato.
Mattone
Si definisce MATTONE un prodotto di laterizio per murature di
forma generalmente parallelepipeda, con volume minore o uguale
a 5500 cm3 (ad esempio cm 14 x 28 x 14).
Secondo la norma Uni 8942, possono essere PIENI, se hanno
percentuale di foratura F/A < 15 %; SEMIPIENI di tipo A se 15%
< F/A <= 45 %; SEMIPIENI di tipo B se 45% < F/A <= 55%.
La definizione Uni differisce pertanto dalla definizione del
Decreto ministeriale 20 novembre 1987, secondo la quale si
definiscono Forati i mattoni con 45% < F/A <= 55%
La Norma Uni classifica poi i mattoni (come pure i blocchi), oltre
che in funzione della percentuale di foratura, anche secondo la
giacitura in opera e la tecnologia di produzione.
Un mattone pieno comune, con massa normale, estruso con F/A <
15% sar classificato come
MP 11 21
Lo stesso mattone, da rivestimento, sar
MPR 11 21
Un mattone in pasta molle, pieno, sar
MPR 11 41 MP 11 41

Per maggiori informazioni sulla classificazione, vedi la voce


Classificazione e definizioni secondo UNI 8942/86.
Mazzetta
Le porzioni di muro che delimitano lateralmente il vano di porte o
finestre sono dette piedritti. La forma particolare che i piedritti
assumono per consentire l'alloggiamento degli infissi chiamata
mazzetta.
All'estero (soprattutto in Germania), ma anche in Italia, sono
prodotti pezzi speciali, la cui forma consente di eseguire
correttamente il piedritto, e di realizzare nel contempo la mazzetta
per la posa del controtelaio o del telaio del serramento.
Mezzani
Mezzani o forti erano un tempo definiti i mattoni ben cotti,
compatti, di buona resistenza, dal suono chiaro e squillante.
Albasi e ferrigni rispettivamente i mattoni poco e troppo cotti.
Modulo elastico
Se non si oltrepassa il limite di proporzionalit fra sforzi e
deformazioni, in un corpo sottoposto ad un carico la
deformazione proporzionale alla tensione che la provoca. Il
fattore di proporzionalit E vale quindi
E=
ed chiamato Modulo elastico normale o secante (Modulo di
Young)
Poich la una variazione di lunghezza misurata nella direzione
della sollecitazione (l/l) e quindi un numero puro, il modulo
elastico E ha le stesse dimensioni della sollecitazione e quindi
si misura in kg/cm o N/mm.
Il modulo elastico secante E legato al modulo di elasticit
tangenziale G dalla relazione
m
G=
E
2(m + 1)
1/m detto coefficiente di Poisson.
Secondo il Decreto 20 novembre 1987, nella muratura i moduli
elastici E e G sono legati dalla relazione
G = 0,4 E
Il Decreto ministeriale 9 gennaio 1996 prescrive che il modulo
elastico dei blocchi in laterizio per solaio non superi il valore di
25 kN/mm (250.000 kg/cm).
Muratura
Il Decreto ministeriale 20 novembre 1987, al punto 1.2.2,
(Muratura costituita da elementi resistenti artificiali) riporta:

"La muratura costituita da elementi resistenti aventi


generalmente forma parallelepipeda, posti in opera a strati
regolari di spessore costante e legati tra di loro tramite malta."
Analogamente al punto 1.2.3. (Muratura costituita da elementi
resistenti naturali) conferma: "La muratura costituita da
elementi in pietra legati tra loro tramite malta". La stessa norma,
ai punti 2.3.1. e 3.3.1., limita la validit delle tabelle per la
determinazione delle caratteristiche della muratura alle sole
murature aventi giunti verticali e orizzontali riempiti di malta, di
spessore compreso fra 5 e 15 mm.

Muratura a doppia
parete in blocchi
Alveolater e tramezze
di laterizio normale con
intercapedine verso
l'interno. La parete
interna ha prevalenti
funzioni di protezione
termica e di finitura.

La Circolare illustrativa 30396 del 4 gennaio


1988 ribadisce che la norma ha valore per
muri costituiti da elementi resistenti, naturali
o artificiali, collegati da malta, con esclusione
dei muri a secco.
Una definizione di muratura potrebbe essere
pertanto: "Struttura realizzata dall'unione di
elementi resistenti, di forma generalmente
parallelepipeda, posti in opera mediante giunti
continui di malta verticali e orizzontali di
spessore compreso fra 5 e 15 mm, con giunti
di malta verticali opportunamente sfalsati".
Murature realizzate a giunti interrotti verticali
e orizzontali o con soli giunti orizzontali o
con giunti verticali a incastro, o realizzate con
leganti diversi dalle malte possono certamente
essere considerate murature, ma le loro
caratteristiche devono essere comprovate
sperimentalmente secondo le modalit dell'Allegato 2 del Decreto
citato indipendentemente dalle caratteristiche geometriche e
meccaniche degli elementi resistenti.
Muratura a cortina
La muratura a cortina una muratura di chiusura d'ambito
esterno, generalmente a vista e di modesto spessore, realizzata su
strutture intelaiate, in cemento armato o in acciaio.
Muratura a doppia parete
E' una muratura costituita da due pareti distanziate e, di solito, fra
loro collegate con ancoraggi metallici o in laterizio.
L'intercapedine pu alloggiare pannelli isolanti, costituire una
semplice camera d'aria o, nelle murature tecnologicamente pi
avanzate, costituire l'intercapedine della cosiddetta "parete
ventilata".

Generalmente soltanto una delle due pareti svolge le funzioni


strutturali.
Nel caso le due pareti siano realizzate a stretto contatto, si parla
pi propriamente di muratura mista.
Muratura a faccia a vista
La muratura a faccia a vista, ovvero la muratura per la quale non
previsto l'intonaco esterno, richiede materiali di elevata qualit e
cure particolari sia nella posa che nelle successive operazioni di
finitura.
Allo scopo di avere la migliore impermeabilit della parete,
necessario che i mattoni, prima della posa in opera, siano bagnati
in funzione della loro capacit di assorbimento d'acqua, affinch
la malta, al contatto del laterizio, non risulti "bruciata", ossia
privata della necessaria acqua di idratazione del cemento; ovvero
non si abbia ristagno di acqua sulla superficie del laterizio, in
modo che possa essere assicurata la penetrazione della malta
all'interno dei pori.
Lo spessore dei giunti deve essere il pi possibile uniforme, sia in
verticale che in orizzontale; l'allineamento deve essere regolare;
deve essere usata sabbia di granulometria differente in funzione
dello spessore dei giunti (massimo 2 mm per giunti di spessore di
5 mm; massimo 3 mm per giunti di spessore compreso fra 5 e 15;
massimo 5 mm per giunti di spessore superiore a 15 mm). I giunti
devono essere rifiniti o mediante costipazione (ovvero ripassando
il giunto, a malta ancora tenera, con un ferro sagomato) ovvero
mediante rigiuntaggio (asportazione della malta di allettamento
per una profondit di circa 1,5 cm, riempimento con malta grassa
di cemento e sabbia e successiva costipazione con ferri sagomati).
La forma dei ferri pu dare origine a giunti cosiddetti a sguincio,
ad angolo, rotondo, quadrato.
Altrettanto importante la pulizia della parete, per asportare con
una spazzola tenera o con una spugna, e con abbondante acqua
pulita, la malta eventualmente caduta sui mattoni.
Muratura armata
La normativa italiana parla per la prima volta di muratura armata
nel Decreto ministeriale 19 giugno 1984 "Norme tecniche relative
alle costruzioni sismiche"; muratura armata intesa comunque
come "sistema costruttivo a pannelli portanti prefabbricati o
costruiti in opera".
Il Decreto ministeriale 24 gennaio 1986 ripropose esattamente lo
stesso orientamento e pertanto il sistema "muratura armata"
richiese l'omologazione da parte della Presidenza del Consiglio
superiore dei lavori pubblici, da rinnovare ogni tre anni. Oggi,
con il Decreto 16 gennaio 1996, la muratura armata considerata

metodo costruttivo al pari delle strutture intelaiate, in legno e in


laterizio normale e quindi non necessita di omologazione.
La definizione di muratura armata, ricavata da alcuni passi del
punto C.5.3.1. del decreto, :
"Per muratura armata si intende una muratura costituita da
elementi resistenti aventi le caratteristiche di cui al punto 1.2.2.
del Decreto ministeriale 20 novembre 1987, e collegati
esclusivamente mediante malta cementizia M2, M1, con armature
metalliche verticali e orizzontali che le conferiscono continuit e
resistenza a trazione"
Il richiamo al punto 1.2.2. del Decreto ministeriale 20 novembre
1987 stabilisce che gli elementi resistenti devono essere elementi
resistenti artificiali, in laterizio normale o alleggerito e in
calcestruzzo normale o alleggerito.
Le Regole Generali (C.5.1., punto a) stabiliscono l'impiego di
elementi semipieni (percentuale di foratura massima F/A=45%).
La resistenza caratteristica richiesta molto bassa (70 kg/cm per
i pieni e 50 kg/cm per i semipieni).
Inoltre sono richiesti 15 kg/cm per i semipieni nel piano della
muratura, in direzione ortogonale ai carichi verticali.
Le altezze realizzabili in zona sismica, con struttura in muratura
armata, sono le seguenti:
S=6 S=9 S=12
25 m 19 m 13 m
(Si rammenta che con muratura ordinaria i vincoli sono
rispettivamente di 16 m, 11 m e 7,5 m).
Con il nuovo decreto sono possibili due metodi di calcolo:
- dimensionamento semplificato
- analisi statica come struttura intelaiata
Il dimensionamento semplificato si pu applicare rispettando
specifiche prescrizioni (evidenziate anche muratura ordinaria),
con interessanti agevolazioni sulle percentuali di muratura e sul
coefficiente riduttivo dell'area della muratura di piano; mentre il
calcolo a struttura intelaiata va fatto in tutti gli altri casi.
Lo spessore minimo ammesso il maggiore fra:
- 1/14 dell'altezza fra due diaframmi orizzontali (altezza fra
l'interasse dei solai)
- cm 24
Il calcolo statico (ma anche quello termico!) pu naturalmente
richiedere spessori maggiori.
L'armatura verticale (4 cm) va posta all'estremit del pannello
murario e comunque a interasse non superiore a m 5,0.
L'armatura orizzontale, per interpiani minori di m 4,0, coincider
con l'armatura dei cordoli di solaio (8 cm, min. 16, st. 6/25").
Per interpiani superiori andr aggiunta armatura orizzontale
localizzata (4 cm).
L'armatura orizzontale andr integrata con ferri 5 ogni 60 cm.

Al punto C.5.3.3.4. sono indicate le prescrizioni sulle armature


diffuse, anche verticali, richieste per i fabbricati con coefficiente
di importanza I > 1.
Il decreto stabilisce che la muratura armata pu sopportare
tensioni doppie rispetto a quelle ammissibili nella muratura
ordinaria.
Muratura cava
Nelle murature a pi teste, disponendo opportunamente i mattoni,
si possono ottenere cavit che contribuiscono a migliorare
l'isolamento termico. Naturalmente le cavit possono essere
riempite con materiali isolanti sfusi o, qualora si voglia aumentare
la resistenza meccanica, con calcestruzzo normale o leggero.
Muratura di tamponamento
La muratura di tamponamento (o di tompagno) una muratura di
chiusura d'ambito esterno di strutture intelaiate, in cemento
armato o in acciaio, generalmente intonacata. Pu essere eseguita
sia in monostrato che a doppio strato, con intercapedine vuota o
riempita di materiale isolante.
Muratura listata
Per migliorare le prestazioni statiche delle murature di pietrame
(pietra naturale non squadrata), a intervalli di circa 80100 cm
vengono inseriti due o tre corsi orizzontali di mattoni, allo scopo
di ricreare superfici piane.
Molto spesso anche gli spigoli sono realizzati in mattoni, per
aumentarne la resistenza e l'affidabilit.
In zona sismica, e per gli edifici con non pi di due piani fuori
terra, la muratura di pietrame ammessa solo se listata, con
interasse delle listature non superiore a 1,5 m, con impiego di
malta cementizia.
Muratura mista
E' una muratura realizzata con due o pi tipi di laterizio.
Solitamente si realizza con due pareti verticali accoppiate, fra loro
ammorsate, senza camera d'aria.
Per avere un comportamento omogeneo sotto carico, bene che i
laterizi impiegati siano simili per resistenza meccanica, modulo
elastico, coefficiente di variazione.
Muratura monostrato
E' una muratura realizzata con blocchi a tutto spessore di muro. I
blocchi impiegati devono assumere contemporaneamente le
funzioni statiche e termiche.

Questo tipo di muratura ha avuto un particolare sviluppo in


seguito alla produzione di laterizio alleggerito in pasta, di grande
formato.
Normativa

Soluzione d'angolo di
una muratura
monostrato in blocchi
Alveolater con
l'impiego del mezzo
blocco coordinato.

Le norme che regolano le costruzioni in


muratura portante sono:
- Legge n 64 del 2 febbraio 1974
- Decreto ministeriale 20 novembre 1987
"Norme tecniche per la progettazione,
esecuzione e collaudo degli edifici in
muratura e per il loro consolidamento";
- Decreto ministeriale 16 gennaio 1996
"Norme tecniche relative alle costruzioni
sismiche";
- Decreto ministeriale 2 luglio 1981
"Norme per le riparazioni e il
rafforzamento degli edifici danneggiati dal
sisma nelle regioni Basilicata, Campania e
Puglia"
I decreti del 1986 e 1987 sono
l'emanazione delle norme tecniche previste
dalla legge 64.
Va ricordata anche la Circolare illustrativa 30787, a commento
del Decreto ministeriale 20 novembre 1987.
Si pu quindi affermare che dopo un lungo periodo di assenza di
norme (in precedenza l'unico riferimento era il Regio decreto del
1939) si avuta una notevole produzione normativa.
Ai nostri fini sufficiente ricordare che il Decreto ministeriale 20
novembre 1987 prevede un calcolo basato sullo schema
dell'articolazione, ipotizzando cio che i nodi della struttura siano
fissi e non consentano la trasmissione di azioni di tipo flettente e
quindi si comportino come cerniere.
I singoli pannelli (o maschi) murari si comportano come pilastri
incernierati alle estremit e soggetti ad un carico eccentrico
(eccentricit dovuta sia ad esempio all'appoggio dei solai, sia a
problemi esecutivi).
La norma comunque consente l'impiego anche di schemi statici
diversi, ".....purch si tenga adeguatamente conto delle
caratteristiche tecniche strutturali del nodo muro-solaio e della
parzializzazione delle sezioni".
Ma la norma prevede anche un dimensionamento semplificato,
che consente di evitare il calcolo quando il fabbricato presenta
caratteristiche consolidate dalla pratica costruttiva, ed esattamente
quando:

- l'edificio non abbia pi di tre piani in muratura entro e fuori terra


(due piani fuori terra pi un piano interrato se di sola muratura;
tre piani fuori terra nel caso di fondazioni in calcestruzzo)
- il rettangolo che circoscrive l'edificio presenti un rapporto fra
lato minore e lato maggiore non superiore a 1/3;
- le murature abbiano snellezza minore o al massimo uguale a 12;
- l'area della sezione della muratura sia pari o superiore al 4%
dell'area totale in pianta dell'edificio (in entrambe le direzioni
principali, considerando i soli muri di lunghezza superiore a 50
cm ed escludendo dal computo dell'area le parti in aggetto, quali
balconi e scale);
- la tensione media alla base del piano pi basso non superi la
tensione ammissibile
= N/(0,65 A) m
dove N = peso totale dell'edificio (alla base del piano pi basso)
A = area totale dei muri portanti (allo stesso piano)
m= tensione ammissibile nella muratura (definita
nella tabella A e al punto 2.4.1. della norma)
- si impieghino elementi artificiali pieni o semipieni
(F/A 45%)
Si riportano anche gli estremi di altre norme che, in modo diretto
o indiretto, hanno attinenza con le costruzioni in laterizio.
In campo acustico:
- Circolare 1769 del 30 aprile 1966 "Criteri di valutazione e
collaudo dei requisiti acustici nelle costruzioni edilizie".
- Circolare 3150 del 22 maggio 1967 "Criteri di valutazione e
collaudo dei requisiti acustici negli edifici scolastici".
- Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991
(G. U. 8 marzo 1991 n 57) "Limiti massimi di esposizione al
rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno".
- Legge 26 ottobre 1995 "Legge quadro sull'inquinamento
acustico"
- Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre
1997 (G.U. 22 dicembre 1997 n 297) "Determinazione dei
requisiti acustici passivi degli edifici"
Per i carichi e sovraccarichi:
- Decreto ministeriale 16 gennaio 1996 (Suppl. n 19 alla G.U.
n 29 del 5 febbraio 1996) "Norme tecniche relative ai criteri
generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei
carichi e sovraccarichi".
- Circolare 4 luglio 1996 n 156AA.GG./STC Ministero
LL.PP. del 24 maggio 1982 "Istruzioni per l'applicazione
delle Norme tecniche relative ai carichi, ai sovraccarichi di
cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996".
- Decreto ministeriale 11 marzo 1988 - Supplemento G.U. n.
127 del 1/6/1988 n.47 "Norme tecniche riguardanti le indagini

sui terreni e sulle rocce, la stabilita' dei pendii naturali e delle


scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la
progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di sostegno
delle terre e delle opere di fondazione".
Per gli aspetti energetici:
- Decreto ministeriale 30 luglio 1986 - G.U. n. 244 del
20/10/1986 "Aggiornamento dei coefficienti di dispersione
termica degli edifici".
- Legge 9 gennaio 1991 n 10 "Norme per l'attuazione del
piano energetico nazionale in materia di uso razionale
dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti
rinnovabili di energia".
- Decreto 2 aprile 1998 "Certificazione energetica degli edifici"
Per la responsabilit del produttore:
- D.P.R. n. 203 del 24 maggio 1988 "Responsabilit del
produttore"
Per l'edilizia scolastica:
- Decreto ministeriale 18 dicembre 1975 - G.U. n. 29 del
2/2/1976 e D.M. 13 settembre 1977 - G.U. n. 338 del
13/12/1977 "Aggiornamento delle norme per edilizia
scolastica".
Per il comportamento al fuoco:
- Circolare n. 91 Ministero dell'Interno - 14 settembre 1961
"Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei
fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile".
Le norme Uni (vedi voce U.N.I.) sono invece fondamentali per
l'esatta definizione delle caratteristiche dei prodotti.
Pasta molle
Vedi Processo di produzione del laterizio
Perlater
Il blocco Perlater un blocco in laterizio nel quale le
caratteristiche termiche sono ottenute non pi miscelando
all'argilla sfere di polistirolo o di materiali combustibili, ma grani
di perlite espansa. A differenza dei materiali combustibili, la
perlite rimane inglobata nella matrice argillosa: la struttura
quindi compatta, senza cavit e, cosa veramente nuova nei laterizi
ad alte prestazioni termiche, i blocchi si presentano privi di fori
superficiali.
Le prestazioni termiche non differiscono sostanzialmente da
quelle dei tradizionali laterizi Alveolater: la trasmittanza di un
muro di spessore di 30 cm, privo di intonaco, realizzato con
blocchi con il 45 per cento di foratura pari a 0,78 W/mK,
contro il valore di 0,72 W/mK di un blocco di uguale disegno,
prodotto con la stessa argilla, alleggerito con polistirolo.

Cresce invece
notevolmente la
resistenza meccanica
caratteristica, che passa
da 160 kg/cm a 260
kg/cm.
A pieno titolo quindi il
blocco Perlater rientra
nel Sistema Alveolater
in quanto consente
l'impiego del laterizio
termoisolante anche in
strutture particolarmente
sollecitate.
Perlater un marchio
registrato del Consorzio
Alveolater
Perlite
La perlite un minerale a basso peso specifico ottenuto da una
roccia vulcanica effusiva che, macinata e portata alla temperatura
di circa 1000 C, espande e aumenta fino al 20% il proprio
volume, acquistando una estrema leggerezza. Il peso specifico (o
densit apparente) in mucchio varia infatti da 30 a 150 kg/m3. La
composizione chimica prevalentemente basata su silice SiO2
(67% circa) e ossidi di alluminio sotto forma di Al2O3 (13%
circa), di sodio e di potassio, mentre assente lo zolfo e quindi
molto simile alla composizione dell'argilla. In edilizia la perlite
viene usata sciolta come materiale termoisolante, come inerte
nelle malte termoisolanti per la posa dei laterizi o per intonaco e
come alleggerimento nella produzione di laterizi alleggeriti.
Viene usata anche in agricoltura, nell'alimentazione animale
nell'industria farmaceutica e nella filtrazione dei liquidi (vini, oli
vegetali ecc.).
Permeabilit al vapore
In regime invernale, l'aria interna pi calda di quella esterna e
quindi pu contenere una maggiore quantit di vapore. Si ha cos
una differenza di pressione, maggiore all'interno e minore
all'esterno.
La differenza di pressione instaura un flusso di vapore,
dall'interno all'esterno, che si diffonde attraverso le porosit dei
materiali costituenti il diaframma di separazione fra i due
ambienti.

Perlater un blocco ad
alte prestazioni termiche
e meccaniche dovute
alla presenza uniforme
nella massa di un
grande numero di
granuli di perlite.

Per la legge di Fick, la quantit di vapore che attraversa una


parete, fra due facce piane e parallele di materiale omogeneo per
unit di superficie e di tempo, proporzionale alla differenza di
pressione fra i due piani e inversamente proporzionale alla
distanza fra gli stessi, a condizione che in questo intervallo non si
verifichi condensa.
Se il diaframma costituito da un solo materiale omogeneo, in
genere al suo interno non si verificano fenomeni di condensa. Se
invece il diaframma costituito da pareti multistrato con
differenti caratteristiche termiche, il rischio di condensa alto.
Il coefficiente di proporzionalit prende il nome di Permeabilit
al Vapore v e rappresenta la quantit di vapore che passa
nell'unit di tempo attraverso una sezione unitaria di una parete di
spessore unitario sotto una determinata differenza di pressione.
Le unit di misura della permeabilit sono:
Sistema internazionale S.I. g/s m Pa (grammo/ secondo metro
Pascal)
Sistema tecnico
S.T. g/h m mmHg (grammo / ora metro
mm di mercurio)
La relazione fra le due unit di misura :
v SI = 2,0835 10-6 v ST
Spesso si fa ricorso al fattore di resistenza , rapporto fra la
permeabilit dell'aria e la permeabilit del materiale. E' un
numero adimensionale, sempre > 1 in quanto la permeabilit
dell'aria la massima possibile.
= 190 10-9 / v
Prove sperimentali condotte dal Consorzio Alveolater presso
laboratori ufficiali, secondo la norma UNI 9233, hanno fornito i
seguenti valori:

...
Massa volumica (kg/m3)

Fattore di resistenza Permeabilit v S.I. Permeabilit v S.T.

1600 (trafilato, alleggerito con perlite)


1630 (confezionato a mano)
1610 (trafilato)
1580 (trafilato, alleggerito con polistirolo)
1390 (confezionato a mano,
alleggerito con polistirolo)

12
10
9
8
6

1,59 10-8
1,94 10-8
2,16 10-8
2,38 10-8
3,23 10-8

0,76 10-2
0,93 10-2
1,04 10-2
1,14 10-2
1,55 10-2

Permeanza
Se uno strato di permeabilit v ha uno spessore s, il rapporto
v/s esprime la permeanza (come il rapporto lambda/s esprime la
conduttanza termica).

L'inverso s/v esprime la resistenza alla diffusione del vapore


(come s/lambda esprime la resistenza termica).
La permeanza si esprime in 10-9g/s m Pa.
Peso (della parete in muratura)
Il peso di una parete determinato dalla somma dei pesi dei
componenti ed esattamente dai pesi del laterizio, della malta che
costituisce i giunti e dell'eventuale intonaco.
A titolo di riferimento si riportano alcuni dati per materiali
normali e alveolati (pareti non intonacate).

...
Tipo di laterizio
Mattone Uni pieno
cm 5,5x12x25
Mattone Uni pieno
cm 5,5x12x25
Tramezza
cm 8x25x25
Foratoni
cm 12x25x25
Alveolater 45
cm 12x30x19
Alveolater 45
cm 25x30x19
Alveolater 50
cm 25x30x19
Alveolater 55
cm 25x30x19
Alveolater 60
cm 25x30x19

Spessore parete (cm) Peso laterizo (kg)

Malta (l)

Peso totale (kg)

12

155

45

250

25

310

90

500

46

52

12

65

4,5

73

12

100

11

118

30

220

29

280

30

190

29

250

30

175

29

235

30

160

20

200

Piattabanda
Si definisce piattabanda o architrave un elemento strutturale posto
al di sopra delle aperture per porte e finestre. La piattabanda
trasferisce il carico della muratura, sovrastante le aperture, sopra
le "spalle" delle aperture stesse. L'architrave deve appoggiare
sulle murature per una lunghezza tale da assicurare una buona
distribuzione dei carichi, indicativamente non meno di 1020 cm
ovvero di 2/3 dello spessore del muro.
I decreti vigenti non affrontano il problema dei carichi concentrati
dovuti agli architravi.
Le norme britanniche BS 5628 ammettono sforzi locali
maggiorati rispetto alle tensioni ammesse nella muratura e
variabili da 1,25 fk/c a 2fk/c (dove fk la resistenza caratteristica
della muratura e c il coefficiente di sicurezza) in funzione delle
soluzioni adottate.

Pieno
Secondo le norme UNI 8942 e i Decreti ministeriali 164 gennaio
1996 e 20 novembre 1987, si definisce pieno un elemento con
percentuale di foratura <= 15 %
Ponte termico
Con ponte termico si indica una zona del fabbricato o della
singola parete nella quale si concentra il passaggio del calore.
Esempi caratteristici di ponte termico in una costruzione sono:
- i cordoli in calcestruzzo,
- gli architravi delle porte e delle finestre
- - le strutture portanti in cemento armato (nel caso di strutture
intelaiate)
- gli angoli dei muri perimetrali.
E' certamente interessante poter quantificare le dispersioni dovute
ai ponti termici, ai fini del calcolo termico dei fabbricati secondo
le norme vigenti; ma ancora pi importante la conoscenza
dell'ubicazione delle isoterme 12 C e 14 C. Infatti a queste
temperature, con umidit relativa interna pari o superiore al 70%
si innescano muffe e macchie di umidit dovute alla formazione
di condensa. Naturalmente importante anche l'andamento
dell'isoterma 0 C, che indica se c' possibilit di formazione di
ghiaccio all'interno della parete.
Se ad esempio in un nodo solaio-parete le isoterme 12 C e 14 C
arretrano all'interno dello spessore del muro senza per incontrare
il solaio, non si avranno condense superficiali. Viceversa se le
isoterme 12 C e 14 C intersecano il solaio si avr, in quella
zona, formazione di condensa, deposito di pulviscolo e
formazioni di muffe.
Pressione parziale di vapore
La pressione parziale di vapore la pressione che eserciterebbe
una quantit di vapore sulle pareti di un ambiente chiuso senza
presenza d'aria.
La pressione parziale di vapore dipende dalla temperatura e si
misura in Pascal.
Processo di produzione del laterizio
Per ogni fase del ciclo di produzione si possono individuare
alcune macchine o impianti fondamentali.
Per l'escavazione si fa ricorso a escavatori meccanici a tazze, a
escavatori drag-line o a tradizionali macchine per il movimento
terra.
La formazione del cumulo avviene con l'impiego di autocarri e
ruspe.

Ciclo di produzione del


laterizio:

1.escavazione
2.formazione del cumulo e
stagionatura dell'argilla
3.prelavorazione
dell'argilla
4.formatura
5.essicazione
6.cottura
7.imballaggio
8.stoccaggio
9.carico e spedizione.

Generalmente il cumulo ha una dimensione tale da garantire il


quantitativo di argilla necessario per la produzione di un anno.
Il prelievo dal cumulo viene fatto con pale meccaniche che
alimentano, direttamente o tramite autocarri, le prime macchine
del ciclo, ovvero i cassoni alimentatori.
Superati i cassoni, ha inizio la fase di prelavorazione. L'argilla
passa attraverso un bagnatore-filtro, nel quale, se necessario,
viene aggiunta acqua e vengono comunque tolte le eventuali
impurit grossolane (radici, sassi ecc.). Segue quindi il
laminatoio, costituito da due cilindri controrotanti, fra loro a
distanza di circa un millimetro, che schiacciano, rendendole
innocue, le impurit denominate calcinelli (vedi voce Argilla). I
laminatoi possono anche essere in numero superiore a uno,
generalmente due, il primo con funzione di laminatoio
sgrossatore, il secondo di finitore.

Si passa quindi alla formatura, che pu avvenire secondo due


diverse tecnologie: formatura propriamente detta, e trafilatura.
La formatura avviene facendo cadere quantitativi predeterminati
di argilla entro forme, metalliche o di legno. Questa sistema di
produzione viene anche detto "produzione in pasta molle", per
la caratteristica consistenza dell'impasto acqua-argilla, e non
altro che la meccanizzazione delle antiche tecniche di produzione.
La trafilatura consiste invece nel far passare l'argilla attraverso
una filiera. La filera posta all'estremit (o bocca) di una
mattoniera (estrusore). L'argilla avanza spinta dalle eliche della
mattoniera, ovvero da alberi orizzontali paralleli controrotanti
dotati sul perimetro di profili elicoidali. I "tasselli" della filiera, se
presenti, realizzeranno i vuoti del laterizio trafilato.
Nella prima parte della mattoniera avviene anche l'operazione di
degasaggio: l'aria presente nell'argilla viene sottratta mediante una
pompa (detta comunemente pompa del vuoto). Aumenta cos la
compattezza della pasta e quindi la resistenza meccanica del
prodotto finito.
Sempre in mattoniera vengono eventualmente introdotti gli
additivi per realizzare il laterizio alleggerito in pasta (segatura,
sansa di olive, polistirolo, perlite ecc.).
E' chiara la destinazione delle due tecnologie: la tecnica in pasta
molle dedicata ai materiali pieni, generalmente mattoni; la
trafilatura prevalentemente destinata alla produzione di elementi
forati (blocchi da muro, da solaio, tavelloni, coppi trafilati).
Le tegole vengono invece prodotte per stampaggio, mediante
presse. Prima viene prodotto per trafilatura un elemento pieno, di
piccolo spessore, chiamato comunemente galletta. La galletta
viene quindi inserita nello stampo e pressata per raggiungere la
forma voluta.
Dopo la formatura si passa all'essiccazione, un tempo
esclusivamente naturale mentre oggi eseguita in modo artificiale
mediante essiccatoi. Gli essiccatoi possono essere dei tipo statico
(se il materiale rimane fermo nelle camere di essiccazione fino al
completamento dell'essiccazione stessa) o continuo, se il
materiale da essiccare viene introdotto mediante scaffali in locali
detti "gallerie". Quando uno scaffale di materiale cosiddetto
"verde" entra, uno scaffale di materiale secco esce.
La soluzione intermedia fra le due d origine all'essiccatoio
semicontinuo.
In funzione della tecnica adottata, la durata di essiccazione pu
variare da un minimo di 16-18 ore a un massimo di 72 ore.
Esistono poi essiccatoi "rapidi", dedicati ai materiali trafilati ad
elevata percentuale di foratura, che possono essiccare anche in
meno di un'ora. La struttura del'essiccatoio completamente
diversa: il materiale corre su rulli all'interno di tunnell di
essiccazione.

La cottura avviene, nella quasi totalit dei casi, in forni a tunnel.


Il materiale, caricato sui cosiddetti "carri del forno" in forma di
pacchi, per una altezza anche di due metri, ne percorre tutta la
lunghezza attraversando le zone di preriscaldo, cottura,
raffreddamento.
Esistono due ulteriori tecniche di cottura: con forno Hoffmann e
con forno a cottura rapida.
Nel forno Hoffmann il materiale fermo mentre i bruciatori, posti
sulla volta del forno, vengono progressivamente spostati. Nel
forno rapido i singoli blocchi corrono su rulli e percorrono tutta la
lunghezza del forno.
A seconda delle tecnologie e dei prodotti, i tempi di cottura
variano indicativamente dalle 40 ore dell'Hoffmann alle 2 ore del
forno rapido.
L'imballaggio pu essere realizzato con o senza pedana in legno.
Il materiale pu essere avvolto con fogli o "cappucci" in materiale
plastico termoretraibile, con pellicola plastica estensibile o con
reggette metalliche o di plastica. Si usano quindi macchine
imballatrici con forno di retrazione, macchine avvolgitrici o
macchine reggiatrici.
Le operazioni di stoccaggio e carico sono eseguite con carrelli
elevatori.
Il forno Hoffmann risale al 1858; la prima applicazione del forno
a tunnel in Italia del 1960.
I primi essiccatoi artificiali sono del 1895.
Gli studi per le prime mattoniere risalgono al 1800; le prime
applicazioni pratiche sono degli anni 1850-1870.
La mattoniera progettata secondo i criteri attuali del 1930.
Qualit
La qualit di un prodotto data dal rispetto delle caratteristiche
prestazionali e delle caratteristiche geometriche fissate dalle
norme.
Si pu quindi definire una "qualit prestazionale", e cio la
capacit del prodotto di rispondere a requisiti e prestazioni
prefissate indipendentemente dalle caratteristiche geometriche; e
una "qualit geometrica", ossia la rispondenza del prodotto a
standard di progetto dai quali lecito presumere determinate
qualit del prodotto.
Esempi di qualit prestazionale sono le indicazioni del Decreto
ministeriale 16 gennaio 1996 (Norme sulle costruzioni in zona
sismica) sulla resistenza caratteristica minima a compressione dei
blocchi artificiali semipieni (50 kg/cm a carico verticale, 1,5
kg/cm nel piano della muratura); le indicazioni del Decreto
ministeriale 20 novembre 1987 (Norme sulle costruzioni in
muratura in zona non sismica) riportate alla prima riga della
tabella A, dalla quale possibile presumere una resistenza

caratteristica minima fk degli elementi pieni e semipieni di 20


kg/cm e analogamente dalla tabella B una resistenza
caratteristica a taglio in assenza dei carichi verticali fvko di 2
kg/cm.
Le indicazioni geometriche sono ugualmente importanti perch
solo attraverso le prescrizioni geometriche possibile, in cantiere,
verificare l'immediata rispondenza alle norme in vigore e
presumere, con ampi margini di attendibilit legati alle
numerosissime esperienze di laboratorio, le caratteristiche
prestazionali richieste.
Fra le prescrizioni geometriche ci sono le indicazioni sugli
spessori minimi delle pareti e dei setti, la limitazione sulle
percentuali di foratura e sulla dimensione massima dei fori, le
tolleranze dimensionali, la numerosit e la posizione delle
eventuali fessurazioni, indicazioni previste dalle Uni 8942 e, nel
caso di materiali alveolati, i limiti di peso specifico apparente e di
peso dell'argilla cotta alleggerita .
La normativa Cee 89/106 prescrive che i prodotti da costruzione
diano garanzie in termini di resistenza meccanica e stabilit, di
sicurezza in caso di incendio, di protezione contro il rumore, di
risparmio energetico e ritenzione del calore, di igiene e protezione
dell'ambiente, di sicurezza nell'impiego.
Il D.P.R. 246 del 21 aprile 1993 ne il regolamento di attuazione
in Italia, e quindi i prodotti da costruzione dovranno
obbligatoriamente portare il marchio CE. Basta qui ricordare che
il marchio CE pu essere posto solo su prodotti per i quali il
fabbricante possa rilasciare un "Attestato di Conformit" che
presuppone un sistema di controllo della produzione che permetta
di stabilirne la rispondenza alle specificazioni tecniche. Sono
previste diverse procedure e metodi di controllo della conformit,
che prevedono anche il controllo interno permanente della
produzione in fabbrica.
Una delle ipotesi, certamente la pi qualificante, prevede una
ispezione della fabbrica da parte di un organismo ufficialmente
riconosciuto, allo scopo di valutarne l'idoneit (ossia la capacit
di tenere sotto controllo il processo produttivo mediante
procedure interne di carattere organizzativo), basandosi sulle
norme Uni EN 29000 (cfr. voce Controllo di Qualit).
Reazione al fuoco
Il Decreto ministero degli interni 14 gennaio 1985 fissa 5 classi di
reazione al fuoco, con valore crescente da 1 a 5. Tali classi
individuano la partecipazione del materiale alla propagazione
dell'incendio.

Esiste poi la Classe 0, attribuita ai materiali che non


contribuiscono alla propagazione dell'incendio. Il laterizio,
avendo come materia prima l'argilla, e quindi un materiale
composto da ossidi, solfati, carbonati, silice e silicati, risponde ai
requisiti richiesti dal decreto citato per i materiali di classe 0. Ad
esso quindi va attribuita la "Classe di reazione al fuoco 0" senza
la necessit di sottoporlo alla prova di non combustibilit secondo
ISO DIS 1182.2.
Materiali aggiunti per motivi tecnologici, quali polistirolo,
segatura, sansa di olive, polvere di carbone ecc., avendo subito un
ciclo di cottura con permanenza di alcune ore alla temperatura di
900 - 1000 C, non lasciano traccia di incombusti nel prodotto
finito e non ne modificano il comportamento al fuoco, dato che
tali sostanze vengono completamente eliminate in fase di cottura
e non possono essere pertanto considerate componenti del
prodotto finito.
Resistenza a compressione
Secondo il Decreto ministeriale 20 novembre 1987, la resistenza
caratteristica a compressione di una muratura si determina per via
sperimentale su almeno sei campioni di muro costituiti da non
meno di tre corsi di elementi resistenti. La lunghezza del
campione deve essere pari ad almeno due lunghezze di blocco e il
rapporto altezza/spessore deve variare tra 2,4 e 5.
La resistenza caratteristica data dalla relazione
fk = fm - ks
con fm = resistenza media
s = stima dello scarto
k = coefficiente dato dalla tabella
Numero campioni
k

6
2,33

8
2,19

10
2,10

12
2,05

20
1,93

Per murature in elementi artificiali pieni e semipieni, la resistenza


pu essere valutata anche in funzione delle propriet dei
componenti ricorrendo alla tabella A inserita nel testo di legge.
Il Consiglio superiore dei Lavori pubblici, con delibera n. 404 del
28 settembre 1989, ha stabilito che la prova di compressione su
muretti pu essere realizzata soltanto per la qualificazione iniziale
dei blocchi forati, e quindi effettuata "una tantum", potendosi poi
effettuare successivamente, a cadenza annuale, le sole prove sui
blocchi. Questo naturalmente purch le caratteristiche
geometriche e meccaniche dei blocchi non risultino variate.
A parit di malta, la resistenza a compressione di una muratura
realizzata con laterizio alveolato certamente pi bassa della
resistenza che si ha con un laterizio non alveolato di uguali
caratteristiche geometriche.

Secondo la tabella A del Decreto citato, la riduzione per non


proporzionale alla riduzione di resistenza del blocco. Supponiamo
infatti di avere blocchi semipieni non alveolati con resistenza
caratteristica di 40 N/mm2, blocchi semipieni alveolati di uguale
disegno con resistenza caratteristica di 10 N/mm2, e malta M1.
Dalla tabella A, nel primo caso si avr una resistenza
caratteristica di 14,3 N/mm2 e nel secondo caso di 6,2 N/mm2.
In sostanza, dal rapporto 1:4 della resistenza dei blocchi si passa a
un rapporto 1:2,3 della resistenza del muro.
Impiegando malta M3 il rapporto passa a 1:2,2.
Resistenza a taglio
Il Decreto ministeriale 20 novembre 1987 prescrive che la
determinazione della resistenza a taglio della muratura fvko in
assenza di carichi verticali venga effettuata mediante prove di
compressione diagonale su sei muretti e la resistenza caratteristica
sia ricavata dalla resistenza media secondo la relazione
f vko= 0,7 fvm
Analogamente alla determinazione della
resistenza a compressione, i muretti di
prova devono essere costituiti da non
meno di tre corsi di elementi resistenti. La
lunghezza del campione deve essere pari
ad almeno due lunghezze di blocco e il
rapporto altezza/spessore deve variare tra
2,4 e 5.
Per murature in elementi artificiali pieni e
semipieni, la resistenza a taglio pu essere
valutata anche in funzione delle propriet
dei componenti ricorrendo alla tabella B
inserita nel testo di legge.

Muratura in blocchi
Alveolater portanti a
fori orizzontali. Gli
elementi coordinati
terminali devono essere
posti in opera a fori
verticali.

Resistenza al fuoco (e qualifica R.E.I.)


La Circolare 91/1961 del Ministero degli Interni fissa, per i
fabbricati civili con struttura di acciaio, 7 classi:
Classe 15, 30, 45, 60, 90, 120, 180.
Il numero indicativo di ogni classe esprime il carico di incendio
virtuale, in kg/m di legna standard. Detto numero indicativo
esprime anche in minuti primi la durata minima di resistenza al
fuoco da richiedere alla struttura o all'elemento costruttivo in
esame.
La Classe si determina in base alla formula
C=kq

in cui
C il numero indicativo della classe
q il carico di incendio dichiarato (in kg di legna /m)
K un coefficiente di riduzione che tiene conto delle condizioni
reali di incendio del locale o del piano nel complesso
dell'edificio.
Le sigle R, E, I, associate al numero indicativo della classe,
rappresentano la capacit di Resistenza meccanica, Tenuta ai
fumi e Isolamento termico della struttura in esame.
Classi e sigle valgono attualmente per tutti i tipi di strutture.
Prove sperimentali eseguite su strutture intonacate realizzate con
laterizi Alveolater hanno fornito i seguenti risultati:

...
Laterizio classe Alveolater
60
60
60
55
45
Solaio Alveolater (non inton.)

Spessore parete
(cm)
10+3
12,5+3
15+3
25+3
12+3
20+4

Classe R.E.I.
90
120
180
180
180
60

Resistenza termica
Si definisce Resistenza termica l'inverso della trasmittanza K
(vedi Trasmittanza) depurata dei coefficienti liminari. E' espressa
dalla relazione
1
1
s
1
R= =
+
+
K i
e
La parete si oppone al flusso termico con una resistenza R che
la somma delle resistenze interne (s/) messe in serie. Infatti,
nel caso la parete di superficie S sia costituita da pi strati di
materiale di diversa conduttivit di spessore si, paralleli fra loro e
perpendicolari al flusso di calore, si avr
s
1
1
R=
++ i +
i
i
e
Rinzaffo
Il rinzaffo un pre-trattamento della parete da intonacare
(necessario soprattutto nel caso di supporto non omogeneo) fatto
allo scopo di ottenere un fondo con uniforme capacit assorbente.

Certificato
Ist. Giordano
14561/1987
38770/0043/90
11605/1987
38771/0044/90
14242/1987
61677/1063RF/92

Il fondo uniforme grantisce una uniforme asciugatura


dell'intonaco, riducendo il pericolo di formazione di cavillature o
crepe.
Va realizzato con sabbia grossa e applicato a spessore il pi
possibile costante.
Secondo le norme tedesche Din 18550, prima di effettuare il
primo strato di intonaco vero e proprio bisogna aspettare almeno
12 ore. Si raccomanda tuttavia di fare intercorrere almeno una
settimana.
Rumore (Protezione dal rumore aereo).
La protezione dal rumore aereo si ottiene attraverso l'isolamento e
l'assorbimento acustico.
Isolamento acustico: si riferisce all'attraversamento di una
struttura (solaio, parete..) da parte dell'energia sonora che incide
su di essa. Il grado di isolamento sar tanto migliore quanto pi
piccola sar la quota di energia sonora che attraversa la struttura
stessa.
Il livello di isolamento acustico si verifica sperimentalmente in
opera secondo la norma ISO 140/4.
Il potere fonoisolante di un materiale si verifica in laboratorio
secondo la norma ISO 140/3
L'isolamento acustico, misurato in opera, sempre minore del
potere fonoisolante, misurato in laboratorio. La differenza fra le
due misure pu essere anche piuttosto sensibile, dell'ordine di 5
dB e, in condizioni particolarmente sfavorevoli, anche di 10 dB
ed dovuta ai cammini di fiancheggiamento o ponti acustici
sempre presenti nelle costruzioni.
Nel caso di pareti omogenee, il potere fonoisolante (e l'isolamento
acustico) funzione della massa della parete (Legge di Massa);
nel caso di pareti pluristrato il potere fonoisolante legato alla
risonanza.
Per proteggersi quindi dai rumori aerei bisogna fare ricorso o a
pareti monostrato di elevato peso o a pareti pluristrato realizzate
in modo che le strutture che le compongono abbiano diversi
spessori e pesi e quindi diverse frequenze di risonanza.
Per una parete semplice, se la massa raddoppia, il potere
fonoisolante medio aumenta di 4 dB; se la frequenza raddoppia, a
parit di massa, il potere fonoisolante aumenta di 4 dB.
In laboratorio, su pareti intonacate monostrato in laterizio
Alveolater, si sono ottenuti i seguenti risultati:

...
Laterizio classe
Alveolater
60
60
60
60
45
45

Spessore parete
(cm)
10+3
15+3
20+3
37+3
12+3
30+3

Potere fonoisolante
(dB a 500 Hz)
40
41
42
45
41
44

Altre prove, organizzate dall'Andil, Associazione Nazionale


Industriali dei Laterizi, e realizzate dall'Universit di Parma,
hanno dato i risultati, ancora pi positivi, di seguito riportati.

Laterizio tipo
Tramezza
Semipieno
Semipieno
Mattone a due teste
Mattone a tre teste
Mattone semipieno a due teste
Semipieno alveolato
Tramezza cm 8+4+12
Tramezza con lana di vetro

Spessore parete Potere fonoisolante


(cm)
(dB a 500 Hz)
8+3
42,5
25
38
25+3
51,5
25+3
51
37,5+3
52,5
25+3
51
30+3
46,5
24+4,5
47,5
24+4,5
51,5

Assorbimento acustico: la quantit di energia sonora prodotta


in un ambiente che viene dissipata all'interno dell'ambiente stesso.
E' necessario ricorrere all'assorbimento acustico quando il livello
sonoro interno troppo elevato (lavorazioni rumorose) o quando
si hanno disturbi nell'ascolto (sale di spettacolo, di riunione).
L'assorbimento acustico di un ambiente pu essere modificato
applicando materiali ad elevato assorbimento.
Il coefficiente di assorbimento acustico viene determinato in
camera riverberante secondo ISO 354. La valutazione effettuata
misurando il tempo di riverberazione della camera con e senza
materiale fonoassorbente.
Il coefficiente di assorbimento definito dal rapporto fra
l'energia sonora assorbita Ea e l'energia sonora incidente Ei.
= Ea / Ei
Rumore (Protezione dal rumore di calpestio o impattivo)
La protezione dal rumore impattivo, prevalentemente dovuto al
calpestio sui solai di civile abitazione, si ottiene evitando la
trasmissione del rumore attraverso le strutture portanti

Certificato
Ist. Giordano
13801/1987
13803/1987
4353/1983
14404/1987
13727/1987
13728/1987

dell'edificio, ricorrendo quindi a pavimenti galleggianti, staccati


dalle strutture e posti in opera su strati ammortizzanti (sughero,
polistirolo estruso ecc.), evitando che i tramezzi vengano forzati
sotto i solai ma siano separati mediante una banda di materiale
comprimibile, staccando i battiscopa dal pavimento, montando le
tubazioni mediante manicotti elastici, montando gli impianti su
culle galleggianti staccate dal pavimento.
Rumore aereo
Rumore che si propaga all'interno di una struttura esclusivamente
per via aerea (ad esempio, rumore da traffico stradale all'interno
di una abitazione)
Rumore impattivo
Rumore generato dalla percussione su di una struttura (ad
esempio, rumore di calpestio sui solai di una abitazione). Viene
simulato in laboratorio attraverso un generatore meccanico
normalizzato. Le norme ISO prevedono due tipi di prova:
ISO 140 parte VI per l'esame di un solaio completo
ISO 140 parte VIII per l'esame di un rivestimento di pavimento da
allestire su solaio standard.
Semipieno
Secondo i Decreti ministeriali 20 novembre 1987 e 16 gennaio
1996, si definiscono Semipieni i mattoni e i blocchi con
percentuale di foratura 15% < F/A <= 45%
Diversa la classificazione secondo Uni 8942/86 (vedi voce
Classificazione).
Sfalsamento dei giunti (Legatura del muro)
Allo scopo di distribuire uniformemente carichi e forze nel corpo
murario, il muro va legato, ossia i giunti verticali devono essere
sfalsati. La misura dello sfalsamento , di norma, pari alla met
della lunghezza del mattone o del blocco. Norme tedesche
stabiliscono che lo sfalsamento minimo debba essere assunto
come il maggiore fra i due valori
s = 0,4 h
s = 4,5 cm
con h = altezza del mattone o del blocco
e che l'altezza del blocco non possa superare la sua larghezza.

Sfasamento
Lo sfasamento definisce il tempo che l'onda termica impiega per
passare dal lato esterno al lato interno di una parete d'ambito
esterno di una costruzione.
Per le pareti esterne di fabbricati destinati a residenza
generalmente vengono raccomandati i seguenti valori minimi:
- pareti a est, nord-est e nord-ovest
6 - 8 ore
- pareti a sud e sud-est
8 ore
- pareti a ovest e sud-ovest
8 - 10 ore
Un muro in laterizio alveolato, di 30 cm di spessore, intonacato
da entrambi i lati, ha uno sfasamento di circa 12 ore.
Tagliafuoco
Viene definita tagliafuoco una parete destinata a realizzare,
all'interno di un fabbricato e in caso di incendio, un comparto
particolarmente protetto dall'azione del fuoco.
Generalmente tali pareti devono avere una qualifica R.E.I. non
inferiore a 120.
Vedi a questo proposito anche la voce Resistenza al fuoco e
qualifica R.E.I.
Tagliola o traccia (per l'inserimento di impianti)
Le normative italiane non parlano espressamente di modalit di
esecuzione e di dimensione massima delle tracce o tagliole per
l'alloggiamento degli impianti. Certamente per vanno eseguite
con cautela e in modo strettamente legato allo spessore del muro
interessato. Le norme tedesche Din 1073 regolano con molta
attenzione questo fatto e consentono la realizzazione di tracce
nelle murature portanti soltanto se lo spessore del muro pari o
superiore a 24 cm. In questo caso la profondit non pu superare
3 cm e la larghezza 6 cm. Nei muri di spessore pari o superiore a
cm 36,5 si possono realizzare tracce fino alla dimensione
massima di cm 6 x 6.
In ogni caso, se le tracce non sono state realizzate mediante una
opportuna disposizione dei pezzi durante la costruzione del muro,
possono essere eseguite soltanto con operazioni di fresatura e non
a scalpello.
Analogamente normata la dimensione dei vani per
l'alloggiamento delle apparecchiature (ad esempio dei corpi
scaldanti).
Delle tracce parla diffusamente anche l'Eurocodice 6 (vedi
Quaderno n 5)

Temperatura delle superfici interne delle pareti


Per esigenze fisiologiche, la temperatura della superficie di una
parete che delimita un ambiente deve essere funzione della
temperatura dell'aria dell'ambiente stesso e compresa entro limiti
piuttosto ristretti. Indicativamente lo scarto massimo fra aria
ambiente e temperatura superficiale deve essere di 2 - 3 gradi al
massimo.
La parete andr quindi progettata in modo che la trasmittanza sia
tale da assicurare le temperature superficiali richieste.

...
Rapporto fra la temperatura superficiale della parete e dell'aria ambiente
Temp. aria (C)

Parete confortevole (C)

Parete troppo calda (C)

Parete troppo fredda (C)

14
16
18
20
22

26
22
20
17
14

34
27
24
21
18

19
16
14
12
10

Tessitura del muro


La dimensione dei mattoni, il loro colore, le dimensioni e il colore
dei giunti di malta, le soluzioni adottate per risolvere i punti
singolari (angoli, sporgenze, piattabande ecc.) determinano la
tessitura del muro. La parola "tessitura" definisce quindi gli effetti
cromatici ed estetici delle pareti in laterizio a faccia a vista.
La stessa parola pu anche indicare soltanto la disposizione dei
mattoni nel corpo della muratura (cfr. Disposizione dei mattoni).
Tolleranze dimensionali
Secondo la norma Uni 8942, la tolleranza sulle dimensioni
dichiarate risulta:
Dimensioni
Lunghezza nel senso dei fori
Altre dimensioni
Spessore pareti
esterne
interne
Lunghezza nel senso dei fori
Altre dimensioni
Spessore pareti
esterne
interne

Prodotti con massa normale

Prodotti con massa alveolata

4% (max 8 mm)
3% (max 6 mm)

4% (max 8 mm)
3% (max 6 mm)

7 mm min
6 mm min
Prodotti da rivestimento
3% (max 3 mm)
2% (max 5 mm)

10 mm min
7 mm min
Prodotti rettificati, calibrati, pressati
1% (max 5 mm)
1% (max 1 mm)

15 mm min
6 mm min

Stessi limiti a seconda se


comuni o da rivestimento

Le norme Uni non distinguono fra laterizi portanti o per


tamponamento e si trovano quindi in contrasto con il Decreto
ministeriale 20 novembre 1987. Il decreto fissa in 8 mm lo
spessore dei setti interni e in 10 mm lo spessore delle pareti
esterne dei blocchi portanti; ammette una tolleranza del 10% sullo
spessore dei setti interni, ma tale tolleranza prevista
esclusivamente per tenere conto di eventuali deformazioni del
blocco o della filiera in fase di trafilatura. Lo spessore dei setti
deve quindi essere di 8 mm; uno o pi setti di una stessa fila,
orizzontale o verticale, possono avere spessore inferiore a 8 mm,
fino a un minimo di 7,2 mm, purch la media dello spessore dei
setti della fila in esame sia non inferiore a 8 mm.
Le norme Uni sono in contrasto anche con il Decreto per le
costruzioni in zona sismica, che fissa in 12 mm lo spessore delle
pareti esterne.
In entrambi i casi i decreti non ammettono tolleranza sullo
spessore minimo dei muri, al netto degli intonaci, e quindi dei
blocchi (nel caso di pareti monostrato), tolleranza prevista invece
dalle norme (3%, max 3mm; 4%; max 8 mm per la lunghezza
nel senso dei fori).
Il regolamento tecnico del Consorzio Alveolater recepisce
integralmente le indicazioni dei decreti ministeriali per i materiali
portanti.
Tenendo poi conto che la norma Uni non distingue tra materiali
portanti e di tamponamento, ha ritenuto di portare a 8 mm e a 6
mm lo spessore minimo rispettivamente per pareti perimetrali e
per setti interni dei prodotti di classe 60, ad esclusivo uso di
tamponamento.
Trafilato - Trafilatura
Vedi Processo di produzione del laterizio
Tramezzatura
Per tramezzatura si intende ogni chiusura d'ambito interno, non
portante.
Le tramezzature in laterizio, o divisori in laterizio, vengono
generalmente realizzate con elementi forati di modesto spessore
(810 cm), posti in opera a fori orizzontali. Sono da qualche
tempo in commercio anche elementi in laterizio alveolato, sempre
di spessore 8 o 10 cm, a bassa percentuale di foratura (45% circa)
con posa in opera prevalentemente a fori verticali (non mancano
tuttavia esempi di posa a fori orizzontali).
Da esperienze condotte dall'Andil, Associazione nazionale degli
industriali dei laterizi, la tramezzatura in laterizio alveolato a
bassa percentuale di foratura consente un leggero miglioramento
del comportamento acustico.

A sostanziale parit di potere fonoisolante a 500 Hz (circa 42 dB),


la parete in laterizio alveolato ha un migliore potere fonoisolante
nelle frequenze comprese fra 100 e 250 Hz, tipiche delle voce
umana.
Qualora si voglia aumentare in modo rilevante l'isolamento
acustico, si dovranno prevedere tramezzature in doppio strato,
costituite da due tavolati, meglio se di diverso spessore in modo
da evitare fenomeni di risonanza. Pareti di cm 8 e di cm 12, con
intercapedine di cm 4, hanno un potere fonoisolante di 47,5 dB,
che pu aumentare fino a 51,5 dB inserendo nell'intercapedine un
materassino di lana di roccia di 4 cm.
Volendo poi evitare la trasmissione del rumore attraverso i solai,
la tramezzatura dovr appoggiare su di una base elastica.
Analogamente alla sommit dei tramezzi sar vantaggioso
utilizzare un elemento elastico di raccordo con il soffitto. Con
questa soluzione si evita inoltre che la tramezzatura costituisca un
vincolo non previsto nel regime statico del solaio. Si elimina cos
il rischio di sforzi secondari.
Trasmissione del calore
La trasmissione del calore pu avvenire in tre modi distinti ed
esattamente:
- per conduzione o conduttivit
- per convezione o trasporto materiale
- per irraggiamento o radiazione.
La trasmissione per conduzione un fenomeno interamente
molecolare, senza alcun trasporto di materia o movimento
visibile. E' il caso ad esempio di un'asta metallica riscaldata ad
una estremit. Il calore si trasporta all'interno dell'asta,
gradualmente, fino all'altra estremit.
La trasmissione per convezione si verifica invece per trasporto
materiale. E' quello che avviene riscaldando un liquido contenuto
in un recipiente. Si crea una corrente ascendente di liquido caldo
ed una corrente discendente di liquido freddo.
La trasmissione per irraggiamento del tutto simile alla
trasmissione del calore solare: avvicinandosi ad una sorgente a
pi elevata temperatura, un corpo ne assorbe l'energia raggiante e
la trasforma integralmente in calore proprio. Il trasporto di
energia si ha senza alcun intermediario materiale e quindi pu
avvenire anche nel vuoto.
Trasmittanza (in regime stazionario)
Il flusso di calore che attraversa una parete a facce piane parallele,
costituita da materiale omogeneo e isotropo, posta fra due
ambienti a temperatura diversa dato dalla formula generale:

Q=

1
(t t e )s
1
s
1 i
+ +
i e

posto
1
s
1
+
K = +
e
i
si ha

Q = K (t i t e )s

dove K detto Trasmittanza, ed esprime la quantit di calore che


si propaga in un'ora in regime stazionario attraverso 1 m di
parete quando la differenza di temperatura dell'aria a contatto con
le due facce delimitanti la parete stessa di 1 C. L'unit di
misura kcal /hmC oppure W/mK.
Umidit dellaria
L'aria in grado di assumere umidit sotto forma di vapore.
Aumentando la temperatura dell'aria, aumenta anche la quantit di
umidit che pu essere assorbita. Se il contenuto di vapore
dell'aria umida inferiore alla quantit massima possibile per
quelle condizioni di temperatura (il quantitativo massimo detto
"di saturazione") la pressione parziale di vapore
proporzionalmente inferiore alla tensione di saturazione.
Il rapporto fra pressione parziale di vapore e tensione di
saturazione di vapore detto "umidit relativa dell'aria".
C' differenza fra umidit relativa e umidit
assoluta dell'aria. L'umidit assoluta infatti
il contenuto effettivo di acqua presente in un
metrocubo di aria, espresso in grammi. Aria
a 20 C e 40% di umidit relativa ha una
umidit assoluta di 6,9 g/m3; aria a -5 C e
95% di umidit relativa ha una umidit
assoluta di 3 g/m3.
Pertanto, sebbene l'umidit relativa dell'aria
a 20 C sia meno della met di quella
dell'aria a -5 C, il suo tenore di umidit
assoluta pi del doppio.
Molto semplicemente: l'aria fredda pi
asciutta dell'aria calda.

Muratura in blocchi
Alveolater e tavelle in
larterizio Alveolater
per lattenuazione del
ponte
termico
in
corrispondenza
di
cordoli verticali o di
pilastri dangolo.

Umidit di costruzione
Si definisce umidit di costruzione l'umidit accumulata dai
singoli componenti durante la costruzione del manufatto edile
(muro, solaio ecc.).
Pu essere suddivisa in umidit voluta e umidit non voluta.
- Umidit voluta. E' l'umidit che si accumula dovuta all'acqua
delle malte, della bagnatura dei laterizi, dei massetti, delle solette
in calcestruzzo, dell'intonaco ecc.
- Umidit non voluta. E' l'umidit dovuta all'acqua piovana, che
pu penetrare in componenti edilizi non protetti (ad esempio,
all'interno delle murature o all'interno di solai con elementi forati
in laterizio, legno ecc.
L'umidit dovr evaporare fino a raggiungere l'equilibrio con
l'ambiente.
Il fenomeno della asciugatura delle murature legato alla
superficie di contatto con l'aria e alla permeabilit interna del
materiale.
Con la formula di Cadiergues sono calcolabili i tempi di
essiccazione di una parete che abbia tutte e due le facce a contatto
con l'aria esterna ( anche il caso di un edificio con finestre
aperte).
La formula orientativa la seguente:
t = c x d2
dove
t = tempo
c = coefficiente dipendente dal materiale
d = spessore della parete
I coefficienti di tempo risultano dalla tabella.
Materiali
Coefficienti di tempo (c)
Malta di calce aerea
0,24 0,26
Laterizio alveolato (*)
0,22 0,30
Laterizio
0,28 1,20
Calcestruzzo leggero
1,10 1,30
Malta bastarda
1,00 1,10
Calcestruzzo normale
1,50 1,80
Malta di cemento
2,00 2,50
(*) La variabilit del coefficiente in funzione della densit apparente
degli elementi e diminuisce al diminuire di questa.

I tempi di essiccazione di una parete in laterizio alveolato


intonacato con malta bastarda con spessore di circa 1 cm, e in
contatto con l'aria esterna nelle due facce sono mediamente di
350-400 giorni, mentre una parete in calcestruzzo di uguale
spessore essicca in tempo quattro volte superiore.

Umidit di equilibrio
I materiali da costruzione, posti in opera, non sono mai del tutto
asciutti anche dopo avere smaltito l'umidit di costruzione, ma
conservano un grado di umidit che varia con il variare
dell'umidit relativa dell'aria. Questa appunto l'umidit di
equilibrio.
Per i laterizi questo fenomeno di dimensioni molto modeste e
certamente minore rispetto all'umidit di equilibrio di tutti gli altri
materiali da costruzione.
La tabella pu fornire utili dati di riferimento.

...
Tenore di umidit dei materiali espressa in % del volume
Ur Aria
20%
40%
60%
80%

Legno (%)
2
3
4,5
7

Cls.Normale (%) Cls.Leggero (%)


1,5
2,25
3,25
4,5

1
1,5
1,8
3

Malta cemento (%)

Mattone (%)

1,8
2,75
4,25
6,25

0,25
0,5
0,75
1

U.N.I.
L'Uni, ente nazionale italiano di unificazione, ha emanato
numerose norme a tutela della qualit e delle caratteristiche dei
laterizi. Si riportano le norme di interesse del settore laterizi:
Uni 8942/ 1986 Prodotti in laterizio per murature;
9730/ 1990 Elementi di laterizio per solai
8089
8090
8091
8626
8635
sulla Definizione, Classificazione, Caratteristiche, Requisiti e
metodi di prova dei laterizi per coperture.
Sono tuttora in vigore le:
Uni 2105 Tavelle: tipi e dimensioni
2106 Tavelloni "" ""
2107 Tavelle tavelloni: requisiti e prove
Sono ormai superate le:
2619
Tegole piane: dimensioni
2620
Tegole curve (coppi)
2621
Tegole piane e curve: requisiti e prove
2720
Tavelle sottotegola
5628/ 1965 Mattoni pieni: tipi e dimensioni
5629/ 1965 Mattoni semipieni: " "
5630/ 1965 Blocchi forati: " "
5631/ 1965 Blocchi forati per solai: "

5632/ 1965 Blocchi per murature: requisiti e prove


5633/ 1965 ""
"" : requisiti e prove
5967
Mattoni forati: dimensioni
Queste Norme non hanno forza di legge, ma diventano vincolanti
nel caso siano inserite, e accettate, nei contratti e nei capitolati di
appalto.
Unit di misura
Con Decreto del Ministero dell'Industria del 30 dicembre 1989
stata recepita la Direttiva Cee 89/617/CEE sull'impiego delle
unit di misura del sistema internazionale S.I.
Nel Sistema Internazionale l'unit di forza denominata Newton
(N). Il Newton rappresenta la forza che comunica all'unit di
massa di 1 kg l'accelerazione unitaria di 1 m/s. Nel campo
gravitazionale a = g = 9,81 m/s e quindi
1 kgf = 9,81 N
Nei calcoli tecnici si usa tuttavia l'equivalenza 1 kgf = 10 N,
commettendo un errore del 2% circa.
Nel Sistema Internazionale si usano le unit di seguito elencate.
La tabella mostra le equivalenze con il Sistema Tecnico.

...
Grandezza
Modulo elastico
Tensioni di compressione
trazione e taglio
Pressione
Momento, Lavoro
Energia
Quantit di calore
Potenza
Flusso di calore
Conduttivit termica
Trasmittanza

Nome

Simbolo

Equivalenza al S.T.

Pascal
(N/m2)
bar
(105 Pa)
newton . metro
joule
(N.m)
watt
(J/s)

Pa

1N/mm2 = 1 MPa
(MegaPascal) = 10kgf/cm
1 mm H2O = 9,81 Pa
1 mm Hg = 133,3 Pa
1 kgf.m = 10Nm = 10 J
1 kcal = 4,186 . 103 J
1 kWh = 3,6.106 J
1 kcal/h = 1,163 W
1W = 0,86 kcal/h
1 c.v. = 735,5 W

watt per metro


e kelvin
watt per m2 kelvin

bar

J
W

W/mK
W/m2K

1 kcal/hmC = 1,163 W/mK


1 kcal/hm2C = 1,163 W/m2K
1 W/m2K = 0,86 kcal/hm2C

Cambiando le unit di misura cambiano anche i valori numerici ai


quali da tempo si era abituati.
Questo fatto non va sottovalutato soprattutto quando si esaminano
le certificazioni relative ai materiali e in particolar modo quando
si confrontano ad esempio le prestazioni termiche di due pareti in
muratura. Se non si presta attenzione alle unit di misura e si
confrontano i soli valori numerici, si penalizza la parete con le
prestazioni migliori.

Infatti, supponendo che due pareti abbiano, a parit di altre


condizioni e soprattutto a parit di coefficienti liminari, valori di
trasmittanza rispettivamente di 0,75 W/mK e di 0,68 kcal/hm
C, scegliendo la seconda parete si sceglie in realt il prodotto di
minori prestazioni (0,68 x 1,163 = 0,79 W/mK).
Zona sismica
Il territorio italiano suddiviso in zone in funzione del rischio
sismico, ed esattamente:
- prima categoria: zone ad elevato rischio di sismicit
- seconda categoria: zone a medio rischio di sismicit
- terza categoria: zone a basso rischio di sismicit
Esistono anche zone non classificate, per le quali da intendersi
un rischio sismico nullo.
Le zone possono essere suddivise anche in funzione del grado si
sismicit S (sempre maggiore di 2).
Si ha allora una classificazione del tipo:
- zone con S = 12, corrispondenti alla prima categoria
- zone con S = 9, corrispondenti alla seconda categoria
- zone con S = 6, corrispondenti alla terza categoria
Il grado si sismicit delle diverse zone, da assumere per la
determinazione delle azioni sismiche, risulta da numerosi decreti
Interministeriali.
Dai dati Istat, elaborati dal Servizio Sismico in data 1986, si
rileva che, su di un totale di 8083 comuni, 2958 sono classificati
sismici, di cui 369 in zona di sismicit S=12, 2490 in S=9, 99 in
S=6.
Complessivamente le aree interessate sono di 14450 km in zona
S=12, 118421 km in S=9, 3421 km in S=6.
Il 45% del territorio Italiano pertanto classificato sismico; tale
classificazione interessa il 40% circa della popolazione italiana.

Riferimenti
Documentazione tecnica Andil - Associazione Nazionale degli
Industriali dei Laterizi
Documentazione tecnica Consorzio Klimaton
Documentazione Deutsche Perlite
Manualetto R.D.B.
Raffellini, Rabitti, Zambonelli, Marchegiani, Munari, Pagliarini:
"Analisi conoscitiva del microclima dei componenti edilizi
generatori del ponte termico" Ed. C.C.C. Bologna, 1987
Claudio Modena, Lorenzo Bari, Gianfranco Righetti: "Esame
comparativo della normativa Europea e della normativa Italiana
sulle strutture in muratura portante" Andil - Associazione
Nazionale degli Industriali dei Laterizi, Ed. Lambda, Padova
1992
Norberto Tubi: "La realizzazione di murature in laterizio" Ed.
Laterconsult Roma, 1986
Norberto Tubi - Giorgio Zanarini: "Le murature in laterizio
alveolato" Ed. Consorzio Alveolater Bologna, 1987
Norberto Tubi - Giorgio Zanarini: "Costruire in laterizio
alveolato: criteri progettuali e codici di pratica" Ed. Centro
ceramico Bologna, 1989

Glossario
Italiano
- Inglese
- Francese
- Tedesco
- Spagnolo

Argilla
- Clay
- Argile
- Ton
- Arcilla
Aspetto
- Aspect
A
- Aspect
Albasi
- Aussehen
- Insufficiently fired brick
- Aspecto
- Brique cuite
Assorbimento d'acqua
isuffisantement
- Water absorption
- Gering gebrannter Ziegel
- Ladrillo insufficientemiente - Absorbtion
- Wasserabsorption
cocido
- Absorcin de agua
Alleggerimento
Autocontrollo
- Lightening
- Self-control
- Allgement
- Auto-contrle
- Gewichtsverminderung
- Selbstkontrolle
- Aligeramiento
- Auto-control
Alveolater
Alveolo
B
- Pit
Bagnatura
- Alvole
- Steeping
- Wabe
- Trempage
- Alvolo
- Benetzung
Alveolato
- Humectamiento
- Porous brick
Barriera al vapore
- Brique poreuse
- Vapour barrier
- Porenziegel
- Barrire vapeur
- Ladrillo poroso
- Dampfsperren
Ancoraggi (Collegamenti fra
- Barrera al vapor
due pareti realizzati con fili
Blocco
metallici)
- Block
- Wire anchorages
- Bloc
- Ancrages en fil de fer
- Blockziegel
- Drahtanker
- Bloque
- Anclajes en hilo de hierro
Architrave
- Lintel
- Architrave
- Tragbalken
- Dintel

Collaudo di accettazione
- Acceptance test
Calpesto
- Essai de rception
- Trampling
- Abnahmeprfung
- Pitinement
- Prueba de recepcin
- Trittschall
Colore
- Ruido de pasos
- Colour
Capacit termica
- Couleur
- Thermal capacity
- Farbe
- Capacit thermique
- Color
- Wrmekapazitt
Condensa
- Capacidad trmica
- Condensate
Carta di controllo
- Condensat
- Check list
- Kondensat
- Plan de contrle
- Condensado
- Kontrolliste
Conducibilit termica
- Lista de control
- Heat conductibility
Classe
- Conducibilit thermique
- Class
- Wrmeleitfhigkeitszahl
- Catgorie
- Conductibilidad trmica
- Klasse
Conduttanza termica
- Categora
- Thermal conductance
Classificazione secondo UNI
- Conductance thermique
8942/86
- Classification according to - Thermokonduktanz
- Conductancia trmica
UNI 8942/86
Conduzione
- Classification selon UNI
- (Thermal) conduction
8942/86
- UNI 8942/86 Klassifikation - Conduction (thermique)
- Wrmeleitung
- Clasificacin segn
- Conduccin (del calor)
UNI 8942/86.
Controllo di qualit
Clinker
- Quality control
- Clinker
- Contrle de qualit
- Clinker
- Gteprfung
- Klinker
- Control de calidad
- Clinker
Convezione
Coefficiente di adduzione
- Convection
- Surface conductance
- Convection
coefficient
- Konvection
- Coefficient de
- Conveccin
cheminement thermique
Cordolo
- Wrmekonduktanzzahl;
- Kerb
- Coeficiente de difusin
- Cordon
termica
- Randeinfassung
- Bordillo

Cottura
- Burning
- Cuisson
- Brennen
- Coccin
Cuore nero
- Black core
- Coeur noir
- Schwarzer Kern
- Cuesco negro

D
Dichiarazione di conformit
- Conformity statement
- Dclaration de conformit
- Konformittserklrung
- Declaracin de
conformidad
Diffusione del vapore
- Vapour diffusion
- Diffusion du vapeur
- Wasserdampfdiffusion
- Difusin de vapor
Dilatazione termica
- Thermal expansion
- Dilatation thermique
- Wrmeausdehnung
- Dilatacin trmica
Dilatazione all'umidit
(vedi anche rigonfiamento)
- Moisture expansion
(also: swelling)
- Dilatation l'humidit
(aussi: gonflement)
- Feuchtigkeitsexpansion
(auch: Quellen)
- Dilatacin a la humedad
(tambin: hinchamiento).
Dilavamento (lisciviazione)
- Lixiviation
- Dlavage
- Auslaugung
- Lixiviacin

Dimensionamento semplificato
- Simplified calculation
- Dimensionnement simplifi
- Vereinfachte Bemessung
- Dimensionamiento
simplificado
Disposizione dei mattoni
- Bond brickwork
- Apparellage des briques
- Ziegelverlegung
- Aparejo de los ladrillos

E
Efflorescenza
- Scum
- Efflorescence
- Ausblhung
- Eflorescencia
Essiccazione
- Drying
- Schage
- Trocknung
- Desecacin
Estrusione
- Extrusion
- Faonnage la filire
- Strangziehen
- Estiramiento

F
Ferrigni
- Hard burnt bricks
- Briques trop cuites
- Hartbrandziegel
- Ladrillos de cochura dura
Fessure - Fessurazioni
- Cracks
- Fissures - Fissurations
- Risse - Ribildung
- Grietas - Fisuraciones
Fonoassorbente
- Deadening
- Absorbant phonique

- Schallabsorbens
- Absorbedor del sonido
Fonoisolante
- Soundproof
- Isolant phonique
- Schallschutz
- Proteccin contra el sonido
Forato
- Hollow brick
- Brique creuse
- Hohlziegel
- Ladrillo hueco
Foratura
- Perforation
- Creusage
- Lochung
- Perforacin

G
Gelivit (Resistenza al gelo)
- Frost-resistance
- Gelivit
- Frostbestndigkeit
- Resistencia al hielo
Giunto di malta
- Mortar joint
- Joint de mortier
- Mrtelfuge
- Junta de mortero.
Giunto di dilatazione
- Expansion joint
- Joint de dilatation
- Dehnungsfugen
- Junta de dilatacin
Granulometra
- Measure of grain size
- Granulomtrie
- Krnigkeitsmessung
- Granulometra

I
Imbibizione
- Soaking
- Imbibition

- Durchtrnkung
- Imbibicin
Inclusioni calcaree
- Chalk inclusions
- Inclusions calcaires
- Kalkeinschlsse
- Impureza calcrea
Industria (L') dei laterizi
- (The) brick and tile
industry in Italy
- (L') industrie des briques en
Italie
- (Die) Ziegelindustrie im
Italien
- (La) industria ladrillera
Inerzia termica
- Thermic inertia
- Inertie thermique
- Wrmetrgheit
- Inercia trmica
Intonaco esterno
- External plaster
- Enduit extrieur
- Auenputz
- Revoque de exteriores
Irraggiamento
Radiation
Rayonnement
Strahlung
Irradiacin

M
Malta
- Mortar
- Mortier
- Mrtel
- Mortero
Malta termica Alveolater
- Alveolater
insulating
mortar
- Mortier
thermique
Alveolater
- Alveolater
Wrmedmmrtel
- Mortero
de
aislacin
trmica Alveolater

Massa frontale
- Verblendmauerwerk
- Frontal mass
- Mampostera a cortina
- Masse frontale
Muratura a doppia parete
- Flchenbezogene Masse
- Double leaf wall
- Masa frontal
- Maonnerie deux parois
Massa volumica
- Doppelwandmauerwerk
- Mass volume
- Mampostera a doble pared
- Masse volumique
Muratura a faccia vista
- Schttdichte
- Facework
- Masa volmica
- Maonnerie de parement
Mattone
- Sichtmauerwerk
- Brick
- Mampostera cara vista
- Brique
Muratura cava
- Ziegel
- Cavity wall
- Ladrillo
- Maonnerie creuse
Mazzetta
- Hohlmauerwerk
- Reveal
- Mampostera hueca
- Feuillure
Muratura di tamponamento
- Maueranschlag
- Not load bearing wall
- Mocheta
- Maonnerie non portante
Mezzani
- Ausfachendes Mauerwerk
- Correctly burnt brick
- Mampostera no portante
- Brique bien cuite
Muratura listata
- Hochgebrannter Ziegel
- Brick reinforced stone
- Ladrillo bien cocido.
masonry
Modulo elastico o Modulo di - Maonnerie de pierraille
Young
renforce par des briques
- Modulus of elasticity
- Ziegelverstrktes
Stein- Module d'lasticit
mauerwerk
- Elastizittsmodul
- Albarrada renforzada con
- Mdulo de elasticidad
ladrillos
Muratura
Muratura mista
- Masonry
- Mixed masonry
- Maonnerie
- Maonnerie mixte
- Mauerwerk
- Mischmauerwerk
- Mampostera
- Mampostera mixta
Muratura armata
Muratura monostrato
- Reinforced masonry
- One leaf masonry
- Maonnerie arme
- Maonnerie une couche
- Bewehrtes Mauerwerk
- Einsteinmauerwerk
- Mampostera armada
- Mampostera a un estrato
Muratura a cortina
- Curtain facework
- Maonnerie rideau

N
Normativa
- Standards
- Rglements
- Vorschrift
- Normas

P
Pasta molle
- Soft mud
- Pte molle
- Weichmasse
- Pasta blanda
Perlater
- Perlater
Perlite
- Perlite
- Perlite
- Perlite
- Perlita
Permeabilit al vapore
- Vapour permeability
- Permabilit au vapeur
- Wasserdampfdurchlssigke
it
- Permeabilidad al vapor
Permeanza
- Permeance
- Permance
- Wasserdampfschichtdicke
- Permeancia
Peso della parete
- Weight of the wall
- Poids de la paroi
- Mauergewicht
- Peso de la pared
Piattabanda
- Flat arch
- Plate-bande
- Sturz
- Dintel
Pieno
- Solid brick
- Brique pleine

- Vollziegel
- Ladrillo macizo
Ponte termico
- Thermic link
- Pont thermique
- Wrmebrcke
- Puente trmico
Pressione parziale di vapore
- Partial vapour pression
- Pression partiale de vapeur
- Wasserdampfteildruck
- Presin parcial de vapor
Processo di produzione del
laterizio
- Brick production
- Production de briques
- Ziegelproduktion
- Produccin ladrillera

Q
Qualit
- Quality
- Qualit
- Qualitt
- Cualidad

R
Reazione al fuoco
- Fire reaction
- Raction au feu
- Feuerreaktion
- Reaccin al fuego
Resistenza a compressione
- Compressive strength
- Rsistance la compression
- Druckfestigkeit
- Resistencia a la compresin
Resistenza a taglio
- Shearing resistance
- Rsistance au cisaillement
- Scherfestigkeit
- Esfuerzo cortante
-

Resistenza al fuoco (e qualifica


R.E.I.)
- Fire resistance and
- Rsistance au feu
- Feuerfestigkeit
- Resistencia al fuego
Resistenza termica
- Thermal resistance
- Rsistance thermique
- Wrmedurchgangswidersta
nd
- Resistencia trmica
Rinzaffo
- Rough cast
- Crpissure
- Rauhputz
- Enlucido aspero
Rumore
- Noise
- Bruit
- Schall
- Sonido
Rumore aereo
- Aerean noise
- Bruit arien
- Luftschall
- Ruido areo
Rumore impattivo
- Trampling
- Bruit de pitinement
- Trittschall
- Ruido de pisoteo

S
Semipieno
- Perforated brick
- Brique perfore
- Lochziegel
- Ladrillo perforado
Sfalsamento dei giunti
(Legatura del muro)
- Staggering of the joints
- Dcalage des joints
- Fugenverschiebung
- Desviacin de las juntas

Sfasamento
- Phase displacement
- Dphasage
- Phasenverschiebung
- Desfasamiento

T
Tagliafuoco
- Fire proof masonry
- Maonnerie de coup-feu
- Brandmauer
- Muro de fuegos
Tagliola o traccia
- Chase
- Cannelure
- Rille
- Ranura
Temperatura della superficie
interna
- Internal
surface
temperature
- Temprature de la surface
intrieure
- Innere Wandtemperaturen
- Temperatura
de
la
superficie interior
Tessitura del muro
- Wall texture
- Tissage de la maonnerie
- Mauergewebe
- Tejido del muro
Tolleranze dimensionali
- Dimensional tolerances
- Tolrances dimensionelles
- Matoleranzen
- Tolerancias de las medidas
Trafilatura
- Extrusion
- Etirage
- Ziehen - Austritt
- Extrusin - Molde

Tramezzatura
- Partition wall
- Mur de refend
- Zwischenwand
- Tabique
Trasmissione del calore
- Heat transmission
- Transmission de chaleur
- Wrmebertragung
- Transmisin de calor
Trasmittanza
- Transmittance
- Facteur de transmission
thermique
- Wrmerdurchgang
- Transmitancia

U
Umidit di costruzione
- Construction humidity
- Humidit de construction
- Baufeuchtigkeit
- Humedad de construccin.
Umidit di equilibrio
- Humidity contents
- Humidit d'quilibre
- Feuchtigkeitsgehalt
- Humedad de equilibrio.
Umidit dell'aria
- Air humidity
- Humidit de l'air
- Luftfeuchtigkeit
- Humedad del aire
U.N.I.
- U.N.I. Italian Standard
Institute
- U.N.I. Institute Normes
Italiennes
- U.N.I. Vereinigung fr
Vereinheitlichung in der
italienischen Industrie
- U.N.I. Unificacin Normas
Italianas

Unit di misura
- Measure unit
- Unit de mesure
- Maeinheit
- Unidad de medida

Z
Zona sismica
- Seismic zone
- Zone sismique
- Erdbebenzone
- Zona ssmica.

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