Lualdi Malipiero

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Caro Lualdi.

I rapporti darte e damicizia


tra G. F. Malipiero e A. Lualdi
alla luce di alcune lettere inedite

Laureto Rodoni
(Biasca, Svizzera)
Quanti lutti, quante rovine, quante umiliazioni senza conforto,
senza compenso alcuno: senza neanche poter dire in coscienza:
abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare.
Adriano Lualdi ( settembre )
Respiriamo fisicamente, dunque i nostri corpi vivono,
speriamo poter respirare spiritualmente e di poter vivere anche con la mente.
Quante nubi. Quanto nero. De profundis, o Te Deum? Si vedr.
Gian Francesco Malipiero ( giugno )

Io sono uno straniero per lItalia

. Da una lettera di Malipiero a Bas del marzo , pubblicata integralmente in Bianchi, Chiara:Caro
Bas. I rapporti tra G. F. Malipiero e G. Bas alla luce di lettere inedite, in questa miscellanea. Nella prima
parte del Florilegio epistolare inedito, pubblicato in appendice al presente saggio (= Appendice i), le lettere
di Malipiero trascritte integralmente sono di mia propriet (Archivio privato L. Rodoni, Biasca, Svizzera). Le
fotocopie di queste lettere sono state da me donate al Fondo Malipiero, Fondazione Giorgio Cini, Isola di San
Giorgio Maggiore, Venezia. Nella seconda parte del Florilegio (= Appendice ii) sono pubblicate le lettere
di Lualdi a Malipiero (Fondo Malipiero, Venezia) non incluse o solo in parte citate nel saggio, ma a esso
intimamente connesse. Sono ospitate infine una lettera di Lualdi a Scherchen (Fondo Malipiero), una lunga
lettera di Lualdi a Casella e due di Casella a Lualdi (Carte della Famiglia Lualdi, Roma). La pubblicazione
delle lettere malipieriane a Lualdi, contestualizzate e annotate, preceduta da un ritratto dei due musicisti, da
cui scaturiscono le diversit di carattere, del pensiero estetico e dellapproccio al regime fascista. Ringrazio la
Fondazione Giorgio Cini di Venezia e la Famiglia Lualdi di Roma per i documenti inediti che mi hanno messo
a disposizione. Sono inoltre riconoscente a Giovanni Morelli, Giuliana Lualdi, Cecilia Palandri e Tilman
Schlmp per la consulenza, le informazioni e i materiali di difficile reperimento che mi hanno fatto pervenire.
Un affettuoso ringraziamento, infine, agli amici che mi hanno aiutato, sostenuto e pazientemente ascoltato
durante la laboriosa stesura del mio lavoro. Dedico questa ricerca, con sconfinata gratitudine, a mia madre e
alla memoria di mio padre.

Laureto Rodoni

opo aver studiato per un breve periodo al Conservatorio di Vienna, Gian


Francesco Malipiero ebbe una irrequieta formazione musicale a Venezia e a
Bologna sotto la guida di Marco Enrico Bossi, con cui si diplom nel . Sui
suoi maestri, negli anni della maturit, fu elusivo e caustico nel contempo:
Non amo le recriminazioni, n accusare, per di quanti ammaestramenti
convenzionali, assurdi, errati, veri scogli contro i quali sinfrangono le migliori
energie giovanili, potrei lagnarmi se non ritenessi pi opportuno dimenticare un
insieme di fatti e misfatti che offenderebbero la memoria di quelli che facevano
professione di insegnanti e che nulla mi hanno insegnato salvo a guardarmi dai
falsi insegnamenti?

Fra il il soggiorn tre volte a Berlino. Nella metropoli prussiana pot


confrontarsi con le tendenze della musica contemporanea europea nellambito dei Concerti sinfonici di opere nuove e raramente eseguite promossi con acuta lungimiranza da
Ferruccio Busoni, che Malipiero conosceva sin dal . La profondit del pensiero estetico busoniano, sconcertante nei suoi aspetti visionari e profetici, la commistione di stili,
. Dallottobre al giugno . A met degli anni Sessanta, Malipiero espresse la convinzione che
lontano dal mio paese mi sarei smarrito e si pose la domanda: quale impulso mi spinse ad abbandonare,
nonostante lesito lusinghiero dello studio, il Conservatorio di Vienna e pi tardi, a Berlino, la carriera di direttore dorchestra?: Malipiero, Gian Francesco. Ti co mi e mi co ti. Soliloqui di un veneziano. Milano, Allinsegna
del pesce doro (Vanni Scheiwiller), (Larmonioso labirinto, ), pp. -.

. Nacque a Venezia il marzo e mor a Treviso il agosto . Cenni biografici essenziali si trovano
nella Nota bio-bibliografica, in: Malipiero, Gian Francesco. Larmonioso labirinto. Teatro da Musica -,
a cura di Marzio Pieri, Venezia, Marsilio, (I giorni), pp. -. Su Malipiero compositore permane
fondamentale il volume:Waterhouse, John C. G. La musica di Gian Francesco Malipiero, presentazione di Fedele
DAmico, Torino, Nuova Eri, .

. [] Venezia, era per lui la capitale di un mondo infantile, onirico, favoloso. Era la matrice in Malipiero
delloriginalissima invenzione delle maschere come simboli danima. [] In Malipiero quel mondo, anzi
quella che stata chiamata lossessione delle maschere [] nasceva tutta dallinterno dellispirazione pi
rigorosa e pi sua: non aveva nulla di espressionistico o di dialettale, cos come la sua musica respingeva
ogni mimesi onomatopeica. Con trasparenza autobiografica mi confidava (e poi avrebbe scritto): Guai se
le maschere mi abbandonassero. Le vedo in folla danzare intorno a me, vorrei ghermirne una per vedere la
sua vera faccia. Luomo si veste con stracci multicolori e si copre la faccia con la maschera per fingersi gaio
e amoroso, mentre il teschio ghigna di nascosto Io non mi tolgo la maschera e recito la mia commedia:
Branca,Vittore. Malipiero. Musicista da grandi battute, in: Il sole ore, marzo .

. Lopera di Gian Francesco Malipiero, saggi di scrittori italiani e stranieri, con una introduzione di Guido M.
Gatti, seguiti dal catalogo delle opere con annotazioni dellautore e da ricordi e pensieri dello stesso, a cura di
Gino Scarpa, Treviso, Edizioni di Treviso-Libreria Canova, , p. .

. Cfr. Sablich, Sergio. Busoni,Torino, EDT, (Biblioteca di cultura musicale. Autori e opere), pp. -.
I programmi di tutti i concerti si trovano in Dent, Edward. Ferruccio Busoni. A Biography, Londra, Oxford
University Press-H. Milford, , pp. -.

. Cfr. Busoni, Ferruccio. Entwurf einer neuen sthetik derTonkunst, a cura di Martina Weindel,Wilhelmshaven,
Florian Noetzel, (Taschenbcher zur Musikwissenschaft, a cura di Richard Schaal, ). La prima

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


registri, influenze (musicali, letterarie, pittoriche) connessa a unaudace sperimentazione
armonico-tonale, presente nelle opere che il versatile Kulturmensch empolese stava componendo in quel periodo, e la dirompente, rivoluzionaria originalit del suo pianismo
influirono non poco sul pensiero musicale di Malipiero e sulla sua concezione dellopera
darte in senso lato.
Altra esperienza fondamentale sul piano artistico e umano fu il soggiorno, nel ,
a Parigi, dove conobbe Casella e dAnnunzio (ai quali si leg con fraterna amicizia),
edizione di questo fondamentale trattatello fu pubblicata a Trieste nel . La pi recente traduzione italiana
si trova in: Id. Lo sguardo lieto.Tutti gli scritti sulla musica e le arti, a cura di Fedele DAmico, Milano, Il Saggiatore,
(Saggi di arte e di letteratura, ), pp. -.

. Die Brautwahl, su libretto del compositore, tratto da un racconto di E. T. A. Hoffmann. Cfr. Sablich,
Sergio. Busoni, op. cit. (vedi nota ), pp. -; Beaumont, Antony. Busoni the Composer, Bloomington
(IN), Indiana University Press, , pp. -; Nicolodi, Fiamma. Gusti e tendenze del Novecento in Italia,
prefazione di Fedele DAmico, Firenze, Sansoni, , pp. -.

. Di cui Busoni, pianista tra i sommi di ogni epoca, era pienamente consapevole: cfr. la lettera a Marcel
Rmy, in Busoni, Ferruccio. Lo sguardo lieto [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Sui rapporti tra Busoni e Malipiero, cfr. Sablich, Sergio. Malipiero e Busoni: un incontro personale
e fra concezioni di teatro, in: G. F. Malipiero e le nuove forme della musica europea, a cura di Luigi Pestalozza,
Milano, Edizioni Unicopli, (Quaderni di Musica/Realt, ), pp. -; Malipiero, Gian Francesco.
I miei incontri con Ferruccio Busoni, in: LApprodo Musicale, Roma-Torino, ERI, xxii (), pp. -.
legittimo supporre che a quellepoca uno degli argomenti di discussione fosse lesperienza musicale di
Debussy (Busoni inser LAprs-midi dun faune nel programma del , prima esecuzione a Berlino; Nuages
e Ftes in quello del , prima esecuzione in Germania). Una discussione da posizioni divergenti: Malipiero
era affascinato dal compositore francese, la cui musica ebbe palesi influssi sulla Sinfonia del Mare (), sulle
Sinfonie del silenzio e della morte (), e sulle prime Impressioni dal vero (). Busoni ne era invece molto
distante sul piano musicale ed estetico, e quando fu accusato di averne a sua volta subta linfluenza reag con
durezza nella Autorecensione (): Busoni, Ferruccio. Lo sguardo lieto [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.
Pur nellambito di una severa critica, da questo articolo emerge la profonda conoscenza, maturata nei primi
anni del secolo, che Busoni aveva della musica di Debussy. Per il rapporto Malipiero-Debussy vedi note e .
Anche Adriano Lualdi fu un convinto estimatore della figura e dellopera di Claude Debussy: vedi nota .

. Lesure, Franois. La Generazione dellOttanta vue de Paris, in: Alfredo Casella negli anni dellapprendistato
a Parigi, a cura di Giovanni Morelli, Firenze, Olschki, (Studi di musica veneta, ), pp. -.

. Cfr. Casella, Alfredo. I segreti della giara, Firenze, Sansoni, (Documenti e testimonianze), pp. , ,
e sgg.; Malipiero, Gian Francesco. Cos mi scriveva Alfredo Casella (-), in: Id. Il filo dArianna.
Saggi e Fantasie, Torino, Einaudi, (Saggi, ), pp. -.

. Cfr. Malipiero, Gian Francesco. Ariel Musicus, in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), pp.
-; Lualdi, Adriano. DAnnunzio e la musica, in: Piazza delle Belle Arti, Rassegna -, a cura di
Adriano Lualdi, Firenze, Atti dellAccademia Nazionale Cherubini, , vol. v, pp. - (vedi due spezzoni
nella nota ); Bianchi, Chiara. Il carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero (-), Bergamo,
Edizioni Ferrari, , pp. -; Petrassi, Goffredo. Autoritratto, intervista elaborata da Carla Vasio, Bari, Laterza,
(I Robinson), pp. -. Sul rapporto con Venezia dei due artisti, cfr. Lanza Tommasi, Gioacchino.Il gusto
musicale di dAnnunzio e il dannunzianesimo musicale, in: Musica italiana del primo Novecento: la generazione
dell. Atti del Convegno (Firenze - maggio ), a cura di Fiamma Nicolodi, Firenze, Olschki, (Historiae
Musicae Cultores. Biblioteca, ), p. e Damerini, Gino. DAnnunzio a Venezia, Milano, Mondadori,
(Quaderni dannunziani, ), in particolare pp. sgg. e sgg. Vedi infine la parte finale della nota .
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Laureto Rodoni
incontr di nuovo Busoni e approfond la conoscenza delle avanguardie musicali europee,
ascoltando composizioni di Ravel, Debussy, De Falla, Schnberg, Bloch, Berg, ma soprattutto di Stravinskij: il maggio di quellanno assistette infatti, stupito e commosso, alla
prima rappresentazione del Sacre du printemps, unesperienza che lo risvegli da un lungo
e pericoloso letargo.
Di animo inquieto, ipersensibile, febbrile, introverso, in conflitto con se stesso e con il
mondo, Malipiero fu indelebilmente segnato dal primo conflitto mondiale:
. Cfr. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg.; Id.Il linguaggio di Malipiero,
in: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. [] la sua musica indispensabile: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. . Cfr.
anche Malipiero, Gian Francesco. Tradizione e rinnovamento, in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota
), p. ; Id. La Voce, il Dramma, in: Id. Larmonioso labirinto [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

.Vedi note e . Cfr. inoltre: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. ; Minardi,
Gian Paolo. Lavanguardia solitaria di Malipiero, in: Malipiero. Scrittura e critica, a cura di Maria Teresa Muraro,
Firenze, Olschki, (Studi di musica veneta, ), pp. -, nota ;Waterhouse, John C. G. Gian Francesco
Malipiero e la dodecafonia, in: Malipiero Maderna -, a cura di Paolo Cattelan, Firenze, Olschki,
(Linea veneta, ), pp. -; infine le puntualizzazioni di John C. G. Waterhouse e il prezioso ricordo di
Domenico de Paoli (cui Malipiero, porgendogli il Pierrot lunaire, disse nel : Leggilo, molto interessante, ma non fartici prendere), in: Musica italiana del primo Novecento [], op. cit. (vedi nota ), p. -.
Sullimportanza di Schnberg nella storia della musica, Malipiero non ebbe mai dubbi. Tuttavia, poich la
sua cultura lo portava a condividere le questioni del modernismo italiano con al centro il nazionalismo, la
strada schnberghiana [] si rivel presto impraticabile: Pestalozza, Luigi. G. F. Malipiero: le canzoni del
silenzio, in: ibidem, p. . Secondo Malipiero, ricorda Vittore Branca, Schnberg spiega scientificamente
ogni cosa, dalla pi piccola alla pi grande, diminuendo le grandi e ingrandendo le piccole []. Persino
certe esperienze, saggiate appassionatamente anche da lui, erano drasticamente ridimensionate. A Cini che
gli chiedeva, nel , di spiegargli cosa fosse la dodecafonia, che sentiva ancora esaltata in certi compositori
contemporanei, lampeggiando di riso critico per le ritardate esagerazioni: Xe esser ancuo dodese volte cafoni
(e annotava in un suo taccuino: i dodecafonici oggi sono soppiantati dai rumoristi (vedi nota ), in realt
il cromatismo, Tristano, fu il precursore della dodecafonia): Branca, Vittore. Op. cit. (vedi nota ). Ben pi
grossolani e sarcastici furono invece i giudizi che Lualdi espresse sulla musica di Schnberg e della sua scuola:
vedi, a questo proposito, le note , , e la p. .

. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. ; ibidem, pp. -, in cui sono pubblicate due
lettere di Berg a Malipiero; Nicolodi, Fiamma.Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, in: Musica italiana
del primo Novecento [], op. cit. (vedi nota ), pp. -; - e - (vedi nota ). Cfr. pp. -.

. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. ; inoltre pp. - e -. [] la
prima del Sacre du printemps. Fischi, urla, motti di spirito. Da un palco Gabriele dAnnunzio apostrofa la folla e
gli fanno coro Florent Schmidt e tutti i giovani musicisti francesi e Alfredo Casella. Claudio Debussy, nascosto
in un palco, freme e tace. La carriera del Sacre du printemps ha dimostrato giusta la nostra convinzione di avere
assistito ad uno dei pi grandi avvenimenti della vita musicale: Alcuni scritti di G. Francesco Malipiero, in:
Bontempelli, Massimo. G. Francesco Malipiero, con illustrazioni musicali a cura di Raffaele Cumar e prose
critiche di Malipiero, Milano, Bompiani, , p. . Cfr. inoltre: Malipiero, Gian Francesco.Igor Strawinsky
a Venezia in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. ; Id. Strawinsky,Venezia, Edizioni del Cavallino,
(Musica), pp. -; Minardi, Gian Paolo. Lavanguardia solitaria di Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p.
.Vedi infine la parte finale della nota .

.Vedi nota .

. Cfr. Pestalozza, Luigi. Introduzione, in: La rassegna musicale, antologia a cura di Luigi Pestalozza, Milano,

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Ho passato giorni tremendi per me. Sono passati. Certo che mi rimane
limpressione e non indifferente. Forse passer anche questa. Difficilmente
per senza lasciar traccia. Non so che far. Probabilmente verso il marzo partir per Parigi - Londra. Partir? Pare. [] La guerra finita. finita per molti,
non per tutti per. Intendo dire che non a tutti concesso di vivere in pace mai.
Mai. Ed io mi credo tra questi. Ma non importa.

Tuttavia non fu ammutolito artisticamente dai terribili eventi della guerra. Come
Busoni, la sofferenza interiore non gli imped di dedicarsi alla composizione e di essere attivamente al fianco di Casella come operatore musicale. Nel , i due musicisti
organizzarono a Parigi un concerto dedicato alla musica italiana moderna: una sorta di
prova generale della loro imminente e frenetica attivit divulgativa in Italia. Quando lanno seguente Casella fece ritorno in patria, Malipiero sostenne con piglio energico tutte
le iniziative del vulcanico sodale per sprovincializzare lambiente musicale italiano. Dopo
aver proposto alcuni concerti di autori contemporanei, attirandosi lodio della mediocrit
connazionale, nel i due musicisti fondarono la Societ nazionale di musica, pochi
Feltrinelli, (I fatti e le idee. Saggi e biografie, ), p. lxx: Orribile estate la chiamer Malipiero quella
del [], bench non ci fosse bisogno di dichiararlo latteggiamento del musicista verso la guerra. Con
mirabile efficacia lo avrebbero testimoniato le Pause del silenzio (), la pi alta pagina musicale italiana, e
fra le pi alte europee, di quel tempo. [] sullo sfondo clamoroso della guerra e contro lesaltazione anche
musicale dei suoi retori, [Malipiero] oppose il silenzio, la solitudine del mondo preso dalla morte e dal dolore
[]. Lansiosa tensione della musica [] suon infatti condanna della storia stessa []. Quella di Malipiero fu
la sola voce musicale che insorse in Italia contro la guerra, anche per questo dandoci la misura antiprovinciale
della sua esperienza. Cfr. inoltre Fubini, Enrico. Malipiero e lestetica musicale in Italia fra le due guerre, in:
G. F. Malipiero e le nuove forme della musica europea, op. cit., (vedi nota ), pp. -.

. Lettera di G. F. Malipiero a Hlne Kahn, prima moglie di Casella, del febbraio (Archivio privato
L. Rodoni).

. Cfr. Rodoni, Laureto. Die Gerade Linie ist unterbrochen. Lesilio di Busoni a Zurigo: -, in:
Schweizer Jahrbuch fr Musikwissenschaft, xix (), a cura di Joseph Willimann, Berna, Peter Lang, , pp.
-.

. Le opere di questo periodo rispecchiano forse la mia agitazione, ciononostante ritengo che, se qualcosa
ho creato di nuovo nella mia arte forma-stile, appunto in questepoca: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op.
cit. (vedi nota ), p. . Su questo, cfr. Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota ), p. . Dopo la disfatta di
Caporetto, Malipiero fu costretto ad abbandonare Asolo e a trasferirsi a Roma: Ho passato giorni dinferno,
scrisse a Gatti il novembre , forse i peggiori della mia vita ed dir molto!: Malipiero, Gian Francesco.
Il carteggio con Guido M. Gatti -, a cura di Cecilia Palandri, Firenze, Olschki, (Studi di musica
veneta, ), p. . Sul rapporto guerra-musica, cfr. Casella, Alfredo. Tendenze e stile della nuova musica
italiana, in: + , a cura di Alessandra Carlotta Pellegrini, Olschki, (Studi di musica veneta, Archivio
Alfredo Casella, Studi, i), pp. -.

. Alfredo Casella: gli anni di Parigi. Dai documenti, a cura di Roberto Calabretto, Firenze, Olschki,
(Studi di musica veneta, ), pp. -; Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), pp. -;
Malipiero, Gian Francesco. Cos mi scriveva Alfredo Casella (-), op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. probabile che Casella includesse anche Lualdi, gi chiassoso militante nellambito dei musicisti
xenofobi e conservatori, in questa mediocrit nazionale.Vedi pp. sgg. e nota .
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Laureto Rodoni
mesi dopo ribattezzata col nome di Societ italiana di musica moderna (-). La
SIMM fu un pregnante preludio alla Corporazione delle nuove musiche (CDNM), definita
da Casella un nuovo organismo di cultura moderna, che aveva due scopi: far penetrare
in Italia le ultime espressioni, le pi recenti ricerche dellarte musicale contemporanea e
restituire alla luce le pi belle musiche antiche nostre, prime fra quelle le monteverdiane.
La CDNM venne sin dal suo apparire riconosciuta come sezione italiana della Societ internazionale di musica contemporanea (SIMC), appena costituita.
In quel periodo, il mai sopito patimento per gli accadimenti bellici fu esacerbato da
una insanabile crisi matrimoniale conclusasi tragicamente con la morte di parto della sua
prima moglie: [] tutti i miei progetti sono interrotti. La tragedia stata troppo orribile.
Chiss che Parigi non mi riveda, scrisse Malipiero a Hlne Kahn Casella, preziosa confidente in quegli anni terribilmente angosciosi:
[] nessuno sapr mai ci che ho sofferto. E la pi grande sofferenza fu
quella del giugno scorso quando vidi ancora una volta la morte mietere spietatamente una persona che mi stava vicino e per la quale nutrivo molto affetto,
nonostante la vita che conducevamo non fosse felice.

Queste esperienze acuirono la sua scontrosit, la sua misantropia e il suo pessimi. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg. La CDNM, concepita da Casella
e Malipiero ad Asolo nellestate del , fu poi sostenuta e patrocinata con entusiasmo da dAnnunzio. Cfr.
ibidem, p. sgg.; Labroca, Mario. Lusignolo di Boboli,Venezia, Neri Pozza, (Collana di varia critica, ),
pp. -. Cfr. anche il giudizio negativo sulla CDNM di Lualdi nella nota .

. Sulla SIMC, cfr. Labroca, Mario. La Societ Internazionale per la Musica Contemporanea, in: Parole sulla
musica, Milano, Ricordi, , pp. -; Malipiero, Gian Francesco. La SIMC, in: Id. Il filo dArianna [], op.
cit. (vedi nota ), pp. -. Cfr. i durissimi giudizi di Lualdi sui concerti della SIMC nella nota .

. Lettera a Hlne Kahn-Casella del agosto (vedi Appendice i). Cfr. Malipiero, Gian Francesco.
Il ragno, in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. : Durissimo fu il periodo fra il e il .
Ciononostante nel riuscivo ad abbattere un muro della mia prigione, ma senza poterne uscire. Attraverso
il foro da me praticato mi parve per di scoprire un nuovo mondo nel quale gli uomini vivevano, si agitavano,
pensavano e morivano musicalmente, un mondo artificiale perch lo immaginavo sotto forma di teatro. Se il
teatro finzione, cogliere dalla vita alcuni pretesti per rendere plausibile la duplice finzione del teatro musicale,
mi sembrava una trovata portentosa. Vedi nota .

. La lettera a Casella, dell maggio , citata in Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio
fascista, Fiesole, Discanto Edizioni, (Contrappunti, ), p. , nota .

. Purtroppo difficile evitare il commercio con gli uomini senza isolarsi, ma non impossibile, basta
farlo spontaneamente: Malipiero, Gian Francesco. Da Venezia lontan, Milano, Allinsegna del pesce doro
(Vanni Scheiwiller), (Larmonioso labirinto, ), p. . Cfr. anche la lettera a Gatti del febbraio , in:
Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. : Te lho detto
ancora chio desideravo ritirarmi dalla vita musicale italiana, per vivere molto italianamente in un bel paese
italianissimo. Amo il mio paese, ne sono schiavo, ma i suoi sistemi mi ripugnano, n mai potr abbassarmi
adottandoli. Verso il mondo borghese, Malipiero nutriva, come Pirandello, un orrore senza prospettiva e
La Favola del figlio cambiato (vedi pp. sgg.) fu un episodio che ratific questo fatto: dalla trascrizione di

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


smo che fu radicale e assoluto; unesperienza interiore che verificava il fallimento di un
mondo senza vederne il recupero.
I rapporti con gli ambienti musicali si fecero, in molte occasioni, conflittuali, grevi,
improntati alla diffidenza e a una sorta di mania di persecuzione, sebbene razionalmente
negasse di esserne affetto. Acre e sardonico nel giudicare eventi e persone, suscit non di
un intervento di Fedele DAmico durante il convegno malipieriano del , in: Omaggio a Malipiero, a cura
di Mario Messinis, Firenze, Olschki, (Studi di musica veneta, ), pp. e . Il sarcasmo di Malipiero
scrisse Massimo Mila le sue ironie, il suo perenne mugugno, sono totali, investono la condizione umana
nella sua interezza, con un pessimismo biblico, da Ecclesiaste. Malipiero deplora i tempi moderni, in cui gli
toccato vivere, ma sa benissimo che la douceur de vivre non mai esistita: Mila, Massimo. Modernit e
antimodernismo in Malipiero, in: ibidem, p. .

. Cfr. Damico, Fedele. Il pessimismo di Malipiero, in: G. F. Malipiero e le nuove forme della musica europea,
op. cit. (vedi nota ), pp. -; Pirrotta, Nino. Malipiero e il filo di Arianna, in: Malipiero. Scrittura e critica,
op. cit. (vedi nota ), p. ; Gentilucci, Armando. Il linguaggio musicale come negazione della forma in
Malipiero, in: G. F. Malipiero e le nuove forme della musica europea, op. cit. (vedi nota ), p. ; Pestalozza, Luigi.
Introduzione, in: La rassegna musicale, op. cit. (vedi nota ), p. cxlvii.

. Parole di Fedele DAmico pronunciate durante il convegno malipieriano del e trascritte in: Omaggio
a Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. . Per questo Malipiero continua DAmico un modernissimo
e al tempo stesso un solitario: questo paradosso dellartista moderno che esprime la societ negandola, ma
negandola anche come possibilit.

. Vivo ad Asolo per non smerdarmi in quelle pozzanghere dove nuotano i miei colleghi e per non
respirare la loro aria impestata: dalla lettera a Gatti dell ottobre , in: Malipiero, Gian Francesco. Il
carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. . Cfr. inoltre Lopera di Gian Francesco Malipiero,
op. cit. (vedi nota ), p. . A Giulio Bas scrisse: Non esiste essere umano, amico o nemico mio, al quale io
abbia fatto confidenze di sorta. Ho due o tre amici per i quali metterei le mani sul fuoco, e anche con questi
non ho mai parlato di nulla, nonostante io abbia avuto nella mia vita momenti difficili; dalla lettera del
maggio (Archivio privato L. Rodoni), trascritta integralmente in: Bianchi, Chiara. Caro Bas [],
op. cit. (vedi nota ). Cfr. inoltre le lettere a Hlne Casella del agosto e del dicembre , pubblicate
in Appendice i, e nella nota . Infine la lettera a Mussolini del marzo , pubblicata in: Sachs, Harvey.
Music in Fascist Italy, Londra, George Weidenfeld & Nicolson, ; trad. it. a cura di Luca Fontana, Musica e
regime. Compositori, cantanti, direttori dorchestra e la politica culturale fascista, Milano, Il Saggiatore, (La cultura.
Saggi, 514), pp. -.

. Cfr. le lettere a Gatti del maggio Ora mi occuper di controbattere certi teppisti che si
sono messi a tendermi delle imboscate [] e del febbraio : Non credere chio sia affetto da mania
di persecuzione. So perch ho molti nemici. Perch vivo isolato fuori dallintrigo mentre la fortuna mi ha
spinto, o attraverso i concorsi anonimi o altre circostanze dovute al caso, molto in alto. Bisognava impedire il
successo per scuotere la mia posizione. Se sono ancora in piedi il merito del mio carattere che mi permetteva di infischiarmene di tutto ci che volgare perch troppo minteressa il bello, cio tutto quello che mi
soddisfa intimamente; Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota
), pp. e .

. Anche gli amici: defin farabutto di prima forza Pizzetti (lettera a Gatti del gennaio : ibidem, p.
) durante la ben nota polemica sulla musica dellOttocento: cfr. ibidem pp. sgg. e Bianchi, Chiara.Caro
Bas [], op. cit. (vedi nota ). Nel si incrinarono per un breve periodo anche i rapporti di schietta
amicizia con Casella e Malipiero ebbe parole durissime nei suoi confronti: In questo volgare e turpe mondo
musicale dove regna lipocrisia, la vigliaccheria, la prostituzione, il basso tradimento forse naturale di agire
435

Laureto Rodoni
rado lostilit e la malevolenza di molti suoi colleghi. Ho conosciuto pi o meno da vicino, tutti i musicisti, confess nel da tutti mi sento, pi o meno lontano: lontano sia
umanamente sia artisticamente. Quando, alla fine degli anni Sessanta, Leonardo Pinzauti gli
chiese se avesse mai provato negli ultimi venti-trentanni, con qualche musicista, unemozione sconvolgente, analoga a quella suscitatagli dal Sacre di Stravinskij, Malipiero rispose:
Dopo il Sacre la cosa che mi ha fatto pi impressione sono stati i Canti
di prigionia di Dallapiccola. In Italia c poi anche Petrassi, che io scoprii a
come il Signor Alfredo. Lepisodio, di veniale gravit, raccontato in una lettera a Gatti dell ottobre :
Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. . Narra Vittore
Branca nellarticolo Malipiero. Musicista da grandi battute, op. cit. (vedi nota ): [] i giudizi sui contemporanei si risolvevano spesso in epigrammi []. DAnnunzio lamatissimo da questo scrittore visceralmente
antidannunziano era fatto comparire fra le paccottiglie del suo ritiro: Al Vittoriale applic la sua retorica
alle idee politiche che lo tormentavano; e gli abbondanti tendaggi, i cuscini, le comode poltrone assorbivano
la sua voce senza eco. Il Vittoriale stato, dal giorno in cui entr, la tomba di Gabriele dAnnunzio. Sul
sarcasmo malipieriano, cfr. anche il brano di Mila nella nota .

. Cerco di rimanere fuori dal mondo musicale perch senza volere, distrattamente, leggo sulla faccia
di quelli che vi appartengono, lostilit che ispiro: essi indovinano tutto ci che io devo pensare sulla loro
personalit. Il mio silenzio non mi salva: Malipiero Gian Francesco. Da Venezia lontan, op. cit. (vedi nota
), pp. -. Lualdi gli attribuisce questa sarcastica battuta: Io dedico alledizione monteverdiana tutto il
tempo che i miei colleghi dedicano a dir male di me. Per questo ledizione procede molto rapidamente;
Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Europa, Milano, Edizioni Alpes, , p. . Ricorda Leonardo Pinzauti:
[Malipiero] mi ha parlato di Casella, di Busoni e di Mitropoulos: eccettuato Casella, la sua separazione dagli
altri era stata sempre brusca, sottolineata da un litigio, e Malipiero li ricorda come per riaffermare la sua
indipendenza e insieme la stranezza di questa vita che porta per esser se stessi perfino a rompere con
gli amici; Pinzauti, Leonardo. La musica e le cose, Firenze,Vallecchi, , p. .

. Malipiero, Gian Francesco. La pietra del bando, in: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ),
p. . Inoltre: Casella, Alfredo. Il linguaggio di G. F. Malipiero, in: ibidem, pp. - e Waterhouse, John
C. G. Op. cit. (vedi nota ), pp. -;

. Pinzauti, Leonardo. Musicisti doggi.Venti colloqui, Torino, ERI, (Musica e musicisti, ), pp. -.

. La promulgazione delle leggi razziali, provoc il distacco del musicista dalle falsit ideologiche del
regime e unimmediata reazione anche nella sfera creativa con la composizione, per lappunto, dei Canti di
prigionia (-), che, secondo Fiamma Nicolodi, sono la pi alta testimonianza di musica impegnata
composta durante il fascismo in Italia: Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), p. . Nel
mondo confid Malipiero a Pinzauti non c un secondo Dallapiccola. Il suo Ulisse, son sicuro, sar una cosa
strepitosa. Ho avuto limpressione, per la prima volta, di un Malipiero che si sente in un atteggiamento di ammirazione totale, per luomo e per la sua musica, come se Dallapiccola fosse oggi pi vecchio di lui: Pinzauti,
Leonardo. La musica e le cose, op. cit. (vedi nota ), p. . Di nuovo Pinzauti: Malipiero considera ancora i
Canti di prigionia come il capolavoro di Dallapiccola. Ne ebbi unimpressione mi ha detto quando li
sentii la prima volta, come alla prima del Sacre Ma i tempi erano diversi; il Sacre di Stravinskij stato una
cosa unica, non si possono fare paragoni. Ma insomma sono stati una cosa simile: sono veramente bellissimi.
E di Dallapiccola oggi non c un secondo nel mondo; ibidem, p. .

. Petrassi ebbe con Malipiero un lungo rapporto di amicizia intima e intensa. Malipiero era un
personaggio estroso e complesso []. Trascinato da una immaginazione irrefrenabile, ha scritto una enorme
quantit di musica sui soggetti pi vari, sempre affondando le radici nellantichit, in quella cultura umanistica
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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Amsterdam nel . E invece quei giovani di cui si parlava [Bussotti, Stockhausen, Cage] mi creda rappresentano per me un grande dolore: mi vien fatto
tante volte di pensare: A chi lasciamo la musica, nelle mani di chi? E poi mi
prende lo scrupolo, e qualche volta mi domando se siamo noi che siamo rimasti
indietro o sono loro che sono andati troppo avanti. Daltra parte, quando guardo
Bussotti, non posso fare a meno di chiedermi: Ma lui sicuro di sentire, dopo,
quello che ha scritto in bella calligrafia? In fondo la colpa anche della pittura,
che anzi oggi pi responsabile di tanti guai della stessa musica; perch almeno i
musicisti fanno rumore e i pittori? Non so se in pittura esista una cosa come
il rumore. Comunque quante volte ci sento il bluff! E dire che devessere tanto
faticoso, e continuano ugualmente a farlo [] Lei sa che ho molto studiato
Monteverdi: credo che con questo musicista in certi momenti della mia vita
io abbia avuto quasi un rapporto medianico. [] Ma i miei musicisti del cuoche era parte integrante della sua vita. La cosa pi interessante che si esprimeva in un linguaggio musicale
attualissimo, quasi fosse bifronte; con una faccia voltata verso lantico e una verso il moderno: Petrassi,
Goffredo. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Ancora pi cupe le considerazioni in Malipiero, Gian Francesco. Di palo in frasca, Milano, Allinsegna
del pesce doro (Vanni Scheiwiller), (Larmonioso labirinto, ) p. : Coloro che con imponderata
prepotenza oggi si ergono eredi universali dellarte dei suoni, hanno tagliato i ponti col passato, nulla rimasto
nemmeno dello Schnberg o di von Webern, e lelettronica preannunzia lra atomica, in cui il silenzio sar
insopportabile. Purtroppo la paura del silenzio, che costringe a pensare, agisce disastrosamente e non si sa
perch, pi grande la confusione e pi si lasciano andare a pieno gas ogni sorta di intonarumori. Cfr. infine
Id. La SIMC, in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. : Non da escludere che il rumore
organizzato dal ritmo, caratteristico presso i selvaggi, diventi la forma di espressione musicale dellavvenire
e a suffragare questa ipotesi sta il fatto che il globo va sempre pi popolandosi, fatalmente si arriver al
cannibalismo.

. ben noto il disprezzo che Malipiero nutriva per la pittura astratta.

.Vedi nota seguente e .Vittore Branca ricorda le parole di Malipiero su Monteverdi (in corsivo) e le
commenta: Il suo stile, la polifonia vocale del XVI secolo, Monteverdi lo perfezion accostandosi, nellinevitabile ritardo
del suono rispetto alla luce, allarte del Rinascimento: ed definita con uno scorcio prodigioso la proporzione
matematica e metaforica, fisica ed estetica: suono sta a luce, come musica sta a pittura. Durante il XV e XVI secolo
la musica avanz compatta, quasi volesse dare in forze lassalto allavvenire: un crescendo militare, alla Chesterton, che
annuncia il grande secolo musicale europeo. Sciagurata musica, che cosa sono quei poveri che devono far stare allegri
i ricchi? Poveri di spirito, cio musici, che non sanno far meglio che cantare, sonare e ballare: una voragine grottesca e
apocalittica, alla Ensor, in cui minacciava di sprofondare nellOttocento la musica, come avvert questo nuovo
profeta di Babilonia; Branca,Vittore. Op. cit. (vedi nota ). Quanto allespressione profeta di Babilonia, vedi
nota .

. Malipiero immagin di essere il destinatario di due messaggi di Monteverdi dallaldil. Il primo


pubblicato in Malipiero, Gian Francesco. Cos parl Claudio Monteverdi, Milano, Allinsegna del pesce doro
(Vanni Scheiwiller), (La coda di paglia, ), pp. -. Il secondo pubblicato in un minuscolo libro
fotografico (con nove foto di Franco Bottino) di Cima, Annalisa. G. F. Malipiero a Venezia, Milano, Allinsegna
del pesce doro (Vanni Scheiwiller), (Occhio magico, ), pp. -; ecco un breve stralcio del secondo
messaggio dallaldil: Certamente [io, Monteverdi] ho composto una musica umanamente espressiva che
purtroppo si presta alle gonfiature, per se nessuno mi ha difeso vuol dire che nemmeno in questo frangente
si deplor la mia assenza. Il quarto anniversario della mia nascita offr molte occasioni ad astuti raffazzonatori
di musica antica, per mettersi in vista a mie spese. La piccola quantit di disinteressati ammiratori, sopraffatta
437

Laureto Rodoni
re diciamo cos sono Gesualdo da Venosa e Domenico Scarlatti; poi
anche Vivaldi, ma per una decina di concerti soltanto [] LOttocento, in
genere, mi interessa poco.Wagner [] stato il peggiore critico di Wagner che
io conosca: ma il Preludio e morte dIsotta la pagina pi grande dellOttocento.
dal dilagante e assordante malcostume musicale, si ricorder dellanno e di Claudio Monteverdi come di
una eccezionale indigestione (p. ).

. Gi nel , ne I profeti di Babilonia, Milano, Bottega di poesia, (I fascicoli musicali), pp. -,


Malipiero scrisse: Potei subito constatare che in Italia, la musica istrumentale non solo venne molto coltivata
sino alla fine del xviii secolo, ma che le sue origini erano una gloria prettamente italiana. Palestrina, Gesualdo
da Venosa, Orazio Vecchi, Claudio Monteverdi, Domenico Scarlatti divennero i miei veri maestri e cercai pure
di rintracciare la nostra musica popolare, anche attraverso il Canto Gregoriano. Ci gli permise di convincersi
che la musicalit italiana non era quella che comunemente si voleva spacciare come unica manifestazione del
nostro genio. Cfr. nellultima parte della nota , la posizione analoga di Busoni.

. Quanto a Gesualdo, Malipiero lo accosta, impavido, a Schnberg: Alcuni suoi madrigali, pur non
abusando del sistema e conservando quelle proporzioni che sono il dono divino di tutte le arti latine, hanno
passaggi armonici che fanno pensare ad Arnold Schnberg. Ascoltandoli nessuno pu torcere il naso, appunto
perch Gesualdo da Verona un maestro nellarchitettura e perci nelle proporzioni, mentre Schnberg
un fisico-farmacista che smercia soltanto i suoi specifici; ma se Gesualdo da Venosa tre secoli fa concepiva
lespressione musicale in una forma personale, armonicamente audacissima, come audaci erano tutti i nostri
musicisti, perch sapevano religiosamente rispettare lo spirito, oggi noi non dobbiamo rinunziare alla nostra
poliedrica musicalit solo per il fatto che Schnberg nato a Vienna e che i nostri cantanti preferiscono la
musica orecchiabile. Fra il cantante e la musica c di mezzo il Mediterraneo e sulle rive del Mediterraneo la
musica nata insieme alla poesia. Non calpestiamo la poesia per uccidere la musica; Minardi, Gian Paolo.
Lavanguardia solitaria di Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Cfr. Malipiero, Gian Francesco. Domenico Scarlatti, in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ),
pp. - e la nota .

. Cfr. Id. Antonio Vivaldi, in: ibidem, pp. -; Id. Antonio Vivaldi. Il Prete rosso, Milano, Ricordi,
(Piccola biblioteca Ricordi); Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. e pp. -.

. Gli avvertimenti per la realizzazione scenico-musicale della Rappresentazione di anima e di corpo di


Emilio de Cavalieri corrispondono quasi ai principi che Riccardo Wagner propugnava per il suo teatro
a distanza di due secoli e mezzo. possibile che segretamente egli abbia attinto le sue idee leggendo la
prefazione alla rappresentazione cavalieriana? Tutte queste ipotesi sono campate in aria e valgono solo a
constatare il misterioso ripetersi di certe evoluzioni dello spirito umano: Malipiero, Gian Francesco. Il filo
dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. . E ancora: Richard Wagner contribu col cromatismo ad allargare,
solo apparentemente per, il campo dellarmonia. Egli condusse il sistema diatonico alla esasperazione, tanto
che dopo il Tristano e Isotta la musica non riusc a prender fiato. Lantiwagneriano Claude Debussy tent
di porre un argine allinvadenza wagneriana, ma mor durante la prima guerra mondiale, dopo la quale
ebbe principio quella grande confusione che oggi tormenta e compromette lesistenza dellarte dei suoni,
condannata ad affogare nelle inutili parole: il diluvio e si salverebbe forse qualche musicista qualora larca
non si fosse trasformata in unimmensa uccelliera nella quale migliaia di pennuti schiamazzano e nel frastuono
lusignolo muore dinedia; Malipiero, Gian Francesco. Tradizione e rinnovamento, in: ibidem, p. . Vedi
infine la parte finale della nota . Per Lualdi il Tristano era lopera darte forse pi rappresentativa e completa
del Romanticismo tedesco, unopera darte vertiginosa e grande, sensuale e voluttuosa, pletorica anche, ma
sempre illuminata e riscaldata da una grandissima fiamma. [] Tutto, nel Tristano, fermento ed esuberanza
ed ardenza interiore, tutto ricchezza e gagliardia di espressione di colore. [] tutto appartiene al pi alto
spirito romantico. [] Wagner [] si impossessato di alcune figure medioevali e con esse ha istoriato una
438

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Quanto a Verdi, lei sa che mi accusano sempre di dir male di Verdi; e invece
una calunnia. Anzi, in questi ultimi tempi ci ho pensato molto: il iv atto di
Otello fra le cose pi potenti che siano state mai scritte, e lho sempre detto; e il
Falstaff davvero un testamento da miliardario per la musica che venuta dopo.
Mi sono ricreduto, invece, per Rigoletto e Trovatore: in quella che potremmo chiamare lopera popolare sono due grandi capolavori; nella Traviata, invece, che appartiene allo stesso genere, trovo ancora qualcosa che mi pare banale. [] Senza
dubbio lopera che mi impressiona di pi Pellas et Mlisande: una partitura e
un cantare, che mi fanno pensare al Busenello e allIncoronazione di Poppea.

Dallintervista emergono da una parte lamore viscerale che Malipiero nutriva per
i suoi antichi maestri, dallaltra la sparutezza delle musiche contemporanee da cui fu
impressionato, nonostante le copiose e doviziose esperienze vissute in patria e allestero
meravigliosa vetrata, portentosamente ricca e sfolgorante di colori e di luci preziose: Lualdi, Adriano. Serate
musicali, Milano, Fratelli Treves Editori, , pp. -.

. Sul rapporto tra Malipiero e il melodramma dellOttocento, cfr. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti
del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg. I veri detrattori di Giuseppe Verdi erano coloro che si
illudevano di poter fare come lui (sognavano il paradiso terrestre) grazie alla volgarit della loro musica e la
ponevano sullo stesso piano di quel Verdi che si presta alle riproduzioni meccaniche degli organetti di Barberia
e degli orecchianti. Erano dunque doppiamente antiverdiani, prima di tutto perch la loro banalit non si
poteva paragonare alla espressione popolaresca del Verdi della prima maniera e poi perch ripudiavano quasi
il Verdi dellultima maniera. La Gioconda, per costoro, non valeva meno del Trovatore perch si sentivano
pi vicini a Ponchielli che allautore del Falstaff : Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, Milano, Il
Balcone, , p. -; sul Falstaff cfr. ibidem, pp. sgg. Inoltre: Non accettare i dogmi del melodramma
italiano del xix secolo non significa distruggere i capolavori che esso ha dato, ch credendo in un nuovo
teatro musicale si glorifica quello del passato. Riconoscendogli la possibilit di generare nuovi musicisti,
nuovi capolavori, lo si esalta mentre lo si avvilisce dichiarandolo morto senza eredi; Id. Claudio Monteverdi.
Commiato, in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. .

. Cfr. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. ; Malipiero, Gian Francesco.Rispettate
in morti, in: Omaggio a Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Anche per Lualdi lopera di Debussy (il
grande Claudio di Francia) rivestiva unimportanza capitale; cfr. il lungo e notevole saggio, scritto nel :
Lualdi, Adriano. Claudio Debussy e la sua parabola, in: Tutti vivi, Milano, DallOglio, , pp. -. Cfr.
inoltre la recensione al Pellas rappresentato alla Scala il maggio: Dopo aver ascoltato Pellas et Mlisande, si
esce dal teatro stanchi di commozione, di nullaltro desiderosi che di solitudine, di silenzio, di raccoglimento.
[] [Questopera] ci ha rapiti nel suo turbine di sogni e di poesia, ci ha ubriacati delle sue luci azzurre, ci ha
riempiti di turbamento e di ansia; Id. Serate musicali, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Su questo, cfr. Noller, Joachim. Quando gli strumenti cantano. Malipiero, Maderna, la metafisica e il
concetto despressione nel Novecento, in: Malipiero Maderna -, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Sul
rapporto antico-moderno scrisse parole memorabili Massimo Mila: La modernit di Malipiero una modernit originale e autonoma da modelli, una modernit tratta tutta dal di dentro e largamente intrisa di quel
recupero dellantico che era laltra branca della tenaglia storica messa in atto dalla generazione dellOttanta.
Antico e moderno in Malipiero non restano separati, come due liquidi di peso diverso, ma anzi si mescolano
inestricabilmente come elementi omogenei. Non Strawinsky e Schnberg, ma Frescobaldi e Monteverdi sono
maestri di modernit a Malipiero; Mila, Massimo. Modernit e antimodernismo in Malipiero, in: Omaggio
a Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -.
439

Laureto Rodoni
a contatto diretto con le avanguardie artistiche. Malipiero fu s un musicista isolato, poich lontano sia dalle esperienze post-romantiche e decadenti, sia da quelle impressioniste,
espressioniste, nazionalistiche e neoclassicheggianti. Ma ci non significa che fosse estraneo
al suo tempo, che vivesse in una dimensione astorica; anzi, del suo tempo, seppe cogliere e
assimilare le sollecitazioni filologiche, estetiche, musicali e filosofiche, fruendone tuttavia
cum grano salis e in modo antidogmatico, eccentrico, contraddittorio, come acutamente intu Giovanni Morelli:
Il suo genio si costruiva, per dialetticofilia, nella scontentezza, nella
sopravvivenza della creativit dei non defunti poeti, intesa come monito al
comporre musica ancora, fare musica ancora. Proprio evitando di compiere
mai lultima e definitiva opera, coltivando attraverso una tecnica del malumore
la fiducia nel possibile di una biografia artistica del tutto coincidente con la biografia fisica. Nullaltro dal raccontare della sua vita che il farsi e rifarsi continuo
dellimpulso a creare frizioni di realt e sogno, vita e morte, poesia e antipoesia,
verit e finzione, carnevale e quaresima.

Nel suo eburneo isolamento, il comporre era strumento di comunicazione:


Scrivo la musica perch non faccio nessuno sforzo a scriverla E se volete sapere perch ho scritto una nuova opera [], io rispondo cos: lopera che
viene dopo la precedente; come la mia ultima sinfonia quella che vien dopo
la precedente; cos, per continuare a lavorare. Anche perch lunica cosa che so
fare, lultimo mezzo che ho per comunicare con me stesso e col mondo.

Di pregnante concisione e folgorante perspicacia il ritratto umano e artistico che di


Malipiero tracci Vittore Branca, suo intimo sodale; un ritratto in cui laspetto biografico
mirabilmente intrecciato con lattivit di scrittore e di musicista:

. Cfr. Fubini, Enrico.Malipiero e lestetica musicale in Italia fra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p. .
Anche sul piano umano il suo isolamento non ha mai significato ipersensibilit ai problemi e alle tragedie che
lo hanno circondato nella sua lunga vita, ma scelta dolorosa e rifiuto di unadesione retorica a valori che egli
non poteva condividere. Da qui deriva il suo distacco dal mondo che ne ha fatto uno spirito per certi aspetti
contemplativo e sofferente, ritirato in se stesso, ma non indifferente al mondo: ibidem, p. .

. Morelli, Giovanni. La poetica di un eterno scontento, in: Il sole ore, agosto . Questo il terzo
di tre ritratti pubblicati sul Sole sotto il titolo generale Il destro e lestro di Malipiero.Tre ritratti di un genio a
cui lo Stato italiano neg la pensione. Il primo, Ritratto di Malipiero, di Vittorio Branca, che lo ripubblic,
con modifiche, nel (vedi infra); il secondo, Le sue note, un paesaggio selvatico, di Andrea Zanzotto.

. Cfr. Pinzauti, Leonardo. Musicisti doggi, op. cit. (vedi nota ), p. . Riferendo il pensiero di Malipiero,
Guido M. Gatti scrisse: Sono perfettamente daccordo con te che il pubblico non ha bisogno di introduzioni
critiche e ideologiche allo spettacolo che si recato a vedere e che lautore si spiegato chiaramente (quando
vi riuscito), con lopera sua che si vede; Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -,
op. cit. (vedi nota ), p. .

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Il suo estro di musicista e di scrittore librettista sorprendente, memorialista elegantissimo, saggista fra i pi fulminei e penetranti sembrava
modulato sul suo muoversi e sul suo conversare. Lo accompagnavo spesso nelle
sue passeggiatine su Riva degli Schiavoni e le Zattere. Camminava lento, ma a
scatti, sostando a guardarti perch i cani che lo accompagnavano glielo imponevano, riprendendo dun tratto per fermarsi di nuovo o tornare sui suoi passi per
una vetrina o per un particolare stradaiolo che lo colpiva. Un passeggiare cos
per passeggiare, sembrava; ma aveva invece una direzione ben precisa, una meta
gi stabilita. Parlava a sprazzi e baleni, ad aforismi, in un dialogare spezzettato da
parentesi, da soste del suo sguardo interrogativo e da battute divaganti, misteriose
o pungenti, vibrate con quella sua voce dai timbri puri, come gridi di uccelli
marini. Ti avviava in una direzione, per poi svicolare in unaltra, sempre fra
deviazioni, arresti, falsi scopi, per farti solo infine avvertire che tutto il discorso
era, come la sua musica, logico e costruitissimo, e mirava a un fine, a una conclusione intuita e fissata da lui lucidamente sin dal principio. La sua stessa aria
perennemente svagata era un siparietto dietro cui signorilmente nascondeva una
memoria vivacissima e tenacissima, uneccezionale capacit di comprendere, un
prezioso e costante senso del pittoresco, una multiforme cultura volta sempre a
casi concreti. Il movimento della sua scrittura o della sua musica ha questo stesso
fascino: insieme dellimprevedibile, anzi del raddomatico, e del logico e del conseguente: dellavventura a sorpresa e del gi tutto prestabilito. Nel suo procedere
musicale o saggistico o narristico, tutto ambagi calcolatissimi e soste di parentesi
e deviazioni ammiccanti sfolgora improvvisa e decisiva lilluminazione. []
Lo scatto e la battuta, il saettare e il folgorare, fra entusiasmi e risentimenti, fra
passioni e puntigli, fra esaltazioni e maledizioni, fra tizzi e fiamme, erano i ritmi
nativi del vivere e del creare di quellunicum che fu Gian Francesco. Malipiero li
rimescola tutti nella sua musica con prodigiosa leggerezza da virtuoso alla Doni,
da artista vero e autonomo nella pi estrosa tradizione veneta, dal Marcello e dal
Gozzi alla Teotochi e al Nievo; e quei ritmi animano anche il fascino di quella sua bizzosa autobiografia che linedito singolarissimo scritto apologetico
Esalazioni epurative ().

. Sul rapporto Malipiero-compositore e Malipiero-scrittore, cfr. Messinis, Mario. Malipiero e


Maderna ventanni dopo, in: Malipiero Maderna -, op. cit. (vedi nota ), pp. -: Curiosamente,
dato che in realt Malipiero scrive, scrive molto, del Malipiero-scrittore, sino ad oggi, se ne era parlato
pochissimo. Il primo saggio credo [] che sia [] quello del , di Folena, il quale, a proposito della
voce parlata e della voce scritta di Malipiero, individua con molta acutezza, con molta finezza, le corrispondenze tra la scrittura letteraria, per cos dire, di Malipiero e la scrittura musicale, ellittica come
la chiamava Folena , del compositore, del musicista-Malipiero. Folena, in quel saggio, lanciava anche
la sua provocazione: negava le influenze di dAnnunzio su Malipiero; lo definiva antidannunziano,
riaprendo il dibattito per un aspetto molto importante ancora da verificare. Cfr. Folena, Gianfranco. La
voce e la scrittura di Malipiero, in: Omaggio a Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -; Pieri, Marzio.
Parlata per una gita al faro Malipiero, in: Malipiero Maderna -, op. cit. (vedi nota ), pp. -;
Zanella, Laura. Neologismi e invenzioni di Malipiero scrittore di cose musicali, in: Le parole della musica
II. Studi sul lessico della letteratura critica del teatro musicale in onore di Gianfranco Folena, a cura di Maria Teresa
Muraro, Firenze, Olschki, (Studi di musica veneta, ), pp. -.

. Branca,Vittore. Op. cit. (vedi nota ). Su Esalazioni epurative, vedi nota . Gran parte di questo articolo

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Laureto Rodoni
Durante il fascismo Malipiero si illuse, come tanti altri suoi colleghi, che il regime
potesse risollevare le sorti della musica italiana. Dopo il crollo della dittatura, con fiera amarezza, ammise di essersi sbagliato:
Ventitr anni son passati dal giorno in cui le campane dei comuni squillarono per la vittoria di una nascente dittatura. Il corrompersi degli ideali, la
minaccia di una guerra fratricida, mille e mille forze negative avevano assopita
la nostra chiaroveggenza. Ci nonostante siamo colpevoli del nostro cieco egoismo. Non potevamo credere, ma spesso abbiamo sperato, ci siamo imposti di
sperare perch, nati in un clima ancor vibrante di autentico amor di patria, non
potevamo disinteressarci alle sorti politiche dItalia. Chi va ad abitare un edificio
di recente costruzione e fiducioso vi trasporta tutto quello che possiede, pu
essere responsabile se crolla? Forse responsabile daver avuto fiducia nellarchitetto? Chi poteva immaginare che il materiale fosse tarato e irrimediabilmente
condannato a sgretolarsi?

Fino alla met degli anni Venti Malipiero non era ancora inviso al regime, come attestano le parole del deputato Franco Ciarlantini in occasione di una commemorazione di
Marco Enrico Bossi: un compositore che ebbe audacia di novatore e sensibilit ultra moderne di espressione. Non senza significato che dalla sua scuola sia balzato uno dei nostri
pi audaci musicisti davanguardia: il Malipiero.
Sui suoi rapporti con il fascismo, negli anni in cui il regime era ormai consolidato,
permangono miliari le riflessioni di Luigi Pestalozza: Malipiero, non volendo abbandonare
la sua patria, accettava con rassegnato pessimismo il contesto storico-politico in cui viveva
e operava. Fino al si rifiut di iscriversi al Partito nazionale fascista: Capirai bene
scrisse a Lualdi contro le opinioni e contro le proprie convinzioni non si pu andare. E nelle sue lettere, a differenza di Lualdi e Casella, compare solo alla met degli anni
confluito, con leggere varianti, ne Il destro e lestro di Malipiero [], op. cit. (vedi nota ). Spunti per questo
ritratto derivano da: Labroca, Mario. Malipiero musicista veneziano, con il catalogo analitico completo delle
opere compilato da Biancamaria Borri, Venezia-Roma, Istituto per la collaborazione culturale, (Civilt
veneziana. Saggi), pp. sgg.; Id. Passeggiata con Malipiero, in: Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi nota ), pp.
- e Gatti, Guido M. Una lezione di Malipiero, in: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota
), pp. -.

. Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), p. .

Camera dei Deputati, tornata del maggio , cit. in: Barbon, Antonio. Aspetti della privacy di un
dittatore. Mussolini e i musicisti del suo tempo, Milano, Franco Angeli, (Temi di Storia), p. .

. Cfr. la lettera a Mussolini nella quale Malipiero afferma Sarei molto addolorato se dovessi emigrare.
Amo troppo la mia patria: Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.Vedi anche nota . Sul contesto
storico-politico in relazione al mondo musicale, cfr. ibidem, pp. - e Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti
del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. - e -. Nel breve testo autobiografico Il ragno
contenuto in Malipiero, Gian Francesco. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. Malipiero
considera un martirio laver scelto di vivere in Italia durante il fascismo.

. Lettera a Lualdi del dicembre pubblicata integralmente in questo saggio alle pp. -. Il
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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi

Ill. : Foto di Malipiero scattata alla fine degli anni Sessanta. Franco Bottino, Milano.
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Laureto Rodoni
Trenta lanno dellera fascista accanto alla data. Dovette per capitolare quando, con una
serie di decreti del -, liscrizione al PNF fu resa obbligatoria per chiunque volesse
ottenere impieghi pubblici, di qualsiasi genere essi fossero. E in quel periodo i suoi problemi finanziari, divenuti ormai insostenibili, lo costrinsero infatti a compiere il triste, faticato
passo. Tuttavia, Malipiero seppe sempre parlar chiaro e sempre cerc di non lasciarsi irretire
o travolgere dalla propaganda e dalla demagogia. Sapeva anche contrapporre il rigore di
un gusto e di una coscienza culturale al ciarpame imperante. [] Egli ben sentiva quanto
la propria opera appartenesse a unarea culturale estranea al fascismo; il suo rapporto con
il regime fu quindi irrilevante rispetto alla sua esperienza artistica e spirituale, o meglio,
come nel caso di Pirandello, antagonistico.
Anche per Marzio Pieri vi fu uno sfalsamento storico fra lesperienza di Malipiero
e quella della cultura ufficiale, italiana; Malipiero, sfrenandosi allalba degli anni Venti, un
cavallo imbizzito e geniale nelluniversale placarsi dei destini darte. Non conosce, non
vede il ritorno allordine che, complice alla politica, complice la politica, ciascun altro, che
conti, persegue.
Dalla met degli anni Venti, il regime divenne freddo e diffidente nei suoi confronti,
sia per il suo difficile carattere sia per il suo passato sperimentale e avanguardistico sia,
infine, per le peculiarit della sua musica, ritenuta troppo cerebrale e quindi distante dal
gusto corrente: Le musiche di Malipiero devono essere condannate (e lo sono gi dal
popolo) perch frutto dello snobismo e del cerebralismo ebraico-internazionale, scrisse
pensiero mussoliniano sul significato di tessera fascista era, ancora nel , tollerante: Nel campo dellarte,
della scienza, della filosofia, la tessera non pu creare una situazione di privilegio o di immunit. Come deve
essere permesso di dire che Mussolini come suonatore di violino un dilettante molto modesto, cos deve
essere permesso di giudicare obiettivamente larte, la prosa, la poesia, il teatro, senza che ci sia un veto per via
di una tessera pi o meno retrodatata. La disciplina di partito qui non giuoca. La Rivoluzione qui non centra.
Un Tizio pu essere un valoroso fascista, ed anche della prima ora, ma, come poeta, pu essere un deficiente.
Non si deve mettere il pubblico nellalternativa di passare per antifascista fischiando, o per stupido e vile
applaudendo, a tutti gli aborti letterari, a tutti i centoni poetici, a tutti i quadri degli imbianchini. La tessera
non d lingegno a chi non lo possiede; Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Pestalozza, Luigi.Introduzione, in: La rassegna musicale, op. cit. (vedi nota ), pp. cxlviii-cxlvix. Quanto
al ciarpame imperante, vedi note e .

. Pieri, Marzio.Prefazione, in: Malipiero, Gian Francesco. Larmonioso labirinto [], op. cit. (vedi nota ), p. .

.Vedi note , e la parte finale della nota .

. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), p. : [] i trascorsi
sperimental-avanguardistici lo rendevano uno dei bersagli preferiti delle forze pi reazionarie. Cfr. inoltre:
Gentilucci, Armando. Il linguaggio musicale come negazione della forma in Malipiero, in: G. F. Malipiero e
le nuove forme della musica europea, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. La qualit della sua produzione non era ovviamente destinata a soddisfare gli appetiti pi gastronomici
e triviali che il regime tendeva ad acquietare: Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op.
cit. (vedi nota ), pp. .

. Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Tuttavia Mussolini fino
ai suoi ultimi giorni annoverava fra i compositori che preferiva anche Malipiero: Esemplare, seppure i suoi
444

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


un anonimo giornalista negli anni Trenta. Non stupisce quindi che le sue composizioni
fossero pi eseguite allestero che in Italia. Per esempio, la maggior parte delle prime rapoppositori non risparmino mai rimproveri, mi pare la fatica di Malipiero; DAroma, Nino. Mussolini segreto,
Bologna, Cappelli, p. . Sul presunto cerebralismo di Malipiero scrisse un divertente paragrafo Bastianelli,
Giannotto. Il nuovo dio della musica, a cura di Marcello de Angelis, Torino, Einaudi, (Einaudi Letteratura,
), pp. -: Malipiero, dati i limiti che il suo ironico dio ha saputo suggerirgli e il suo gusto aristocratico
accettare, a poco a poco ha saputo imporsi in terra straniera e di l trionfare fra noi italianissimo com
, a giocondarci con le sue frizzanti freschezze e con la sua incalcolabile sapienza musicale, non mai fatta
pesare come usavasi spesso fare dagli atleti un po da fiera del secolo xix, bens, con armonica leggerezza e
con chiarezza che a volte ha della rarefazione, fattaci tintinnire negli orecchi e negli animi con sonorit di
zecchino. Sullo snobismo e sul cerebralismo ebraico-internazionale, cfr. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in
Europa, op. cit. (vedi nota ), pp. -: [] un altro fattore della poca spontaneit e del poco equilibrio,
rispetto alla realt dei valori, di alcune tendenze e manifestazioni che si osservano in qualche gruppo musicale
parigino, costituito dal fenomeno dellarte israelita, che di anno in anno va assumendo maggiore importanza,
e del quale non possibile tacere senza trascurare uno dei caratteri salienti dellattuale momento artistico:
un fenomeno grandioso, di carattere internazionale, che ha i suoi generali a Vienna, Berlino, Parigi, e qualche
esimio luogotenente in Italia. Senza pensare a guerre religiose che non sono pi di moda e che nessuno pi
sente, e tanto meno rievocando le feroci ingiurie di Riccardo Wagner contro i musicisti ebrei, basta accennare a Schnberg, Strawinski, Hindemith, Bloch, Honegger ecc., per riconoscere lorigine della tendenza a
stabilire uninternazionale nella musica, e il prevalere tutto proprio dellarte ultramoderna del cervello
sul sentimento. superfluo, poi, aggiungere che fra i gregari, pi che fra i condottieri, di questi attivissimi
manipoli, lo spirito di coesione e di reciproca assistenza tanto forte, quanto sono irrefrenabili, fra i musicisti
cristiani, gli istinti del fraterno reciproco siluramento e il pio desiderio di far bistecche del caro collega; a meno
che, come ho detto, non ci sia di mezzo, lo statuto di qualche Societ. Cfr. inoltre Id. Larte di dirigere lorchestra,
antologia e guida, Milano, Hoepli, , pp. , - e p. . Come risulta anche da questi documenti,
lantisemitismo era ben presente nella cultura fascista prima del : [] inconfutabile che dopo lavvento
al potere di Hitler tra gli ebrei italiani crebbero inquietudine e disagio e in alcuni periodici fascisti comparvero
con molta pi frequenza espressioni antisemite; Stille, Alexander. Attenti a come si parla di storia, in: La
Repubblica, aprile . Lorribile legislazione razziale nel era stata quindi lungamente annunciata da
un fermento antisemita sotterraneo. Cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. -; Luzzato Voghera,
Gadi. Antisemitismo, in: Dizionario del fascismo, voll., a cura di Victoria de Grazia e Sergio Luzzatto, Einaudi,
Torino, -, vol. ii (L-Z), pp. -; Gabrielli, Gianluca. Razzismo, in: ibidem, vol. ii (L-Z), pp.
- e Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi nota ), p. , nota .

. Che il fenomeno fosse diffusissimo lo prova questo testo di Alfredo Casella del : Occorre che
cessi una buona volta sui maggiori quotidiani la incessante, intollerante diffamazione che consiste a dileggiare
lopera di artisti quali, ad es., un G. Fr. Malipiero, con argomenti da giornaletto umoristico oppure con volgari
ingiurie; quei critici che rappresentano nel giornalismo attuale una sopravvivenza della mentalit giolittiana,
vanno senzaltro allontanati dai quotidiani che ebbero la debolezza di tollerarli per troppo tempo. Occorre
poi ancora che venga soppressa in Italia quella deplorevole usanza di considerare il compositore posto di
fronte al pubblico, come un accusato che deve difendersi di fronte a un giudice. Il concetto democratico Vox
populi, vox Dei, che il Fascismo ha per primo saputo estirpare dalla vita politica, deve essere abolito anche dalla
vita artistica, dove esso rappresenta oggi nulla pi che un superstite pregiudizio dellopera melodrammatica;
pregiudizio per che non pi ammissibile in una nazione evoluta come lItalia odierna; Casella, Alfredo.
Musica italiana di ieri e di oggi, in: LItalia letteraria, marzo , cit. da Piazza delle Belle Arti, op. cit. (vedi
nota ), vol. iv, p. .
445

Laureto Rodoni
presentazioni delle sue opere fino al ebbero luogo in Germania, dove la sua musica
era molto apprezzata.
La tormentata, conflittuale convivenza col regime accrebbe non soltanto il suo
isolamento artistico (impostogli dal contesto storico-culturale), ma anche quello umano
e politico:
Nessuno potr mai penetrare nei luoghi dove ho nascosto i miei tesori,
ma se mi facesse piacere di parlarne spiegando ci che essi rappresentano PER
ME, credo che potrei dimostrare perch non vivo di illusioni. I documenti pi
preziosi sono strettamente legati alle evoluzioni, o per meglio dire, alle rivoluzioni che hanno sconvolto la musica durante la prima meta del xx secolo. Non
tutti i mali vengono per nuocere: grazie al mio forzato isolamento ho potuto
indagare tranquillamente sulle origini delle nostre evoluzioni musicali e sulle
espressioni che pi si confanno alla nostra musicalit, ho potuto in tal modo
raccogliere le prove del nostro diritto di staccarsi dalle formule di una recente
tradizione con la quale si vorrebbe tenerci al guinzaglio.
. A Coburgo, Monaco di Baviera, Braunschweig, ma anche a Parigi, Praga. A questo proposito, cfr. il saggio
di Schneider, Frank. Malipiero nellEuropa musicale degli anni Venti, in: G. F. Malipiero e le nuove forme della
musica europea, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Schneider piuttosto elusivo sullatteggiamento della Germania
nei confronti di Malipiero dopo il . Cfr. invece Petrassi, Goffredo. Op. cit. (vedi nota ), pp. -:
Con lasse Roma-Berlino le posizioni avverse si radicalizzarono a scapito della tendenza pi progressista.
Alcuni musicisti italiani fra i quali Casella, Malipiero, Dallapiccola e io furono vietati in Germania. Su
questa esclusione non si avevano notizie precise []. Ho ancora la lettera che [leditore Suvini Zerboni] mi
scrisse confermandomi la mia condanna come partecipe allarte degenerata. Quando Harvey Sachs chiese a
Petrassi se cerano musicisti italiani, a parte quelli di origine ebrea, le cui musiche erano proibite in Germania,
il compositore rispose: Ma s: Malipiero, Dallapiccola e io! Eravamo tutti e tre, dal punto di vista razziale,
ineccepibili,[] ma fummo messi al bando per motivi estetici. [] Ecco un esempio di come era confusa la
situazione: i tedeschi fondarono una societ internazionale per la musica moderna (vedi note e ), con
Richard Strauss presidente, che avrebbe dovuto essere in opposizione con la SIMC. [] Nel [] ci fu
una grande riunione di questa nuova societ a Berlino, e logicamente i tedeschi invitarono una delegazione
italiana. Come fu composta? Da Pizzetti, da Malipiero e da me tutti scelti da Nicola De Pirro! (vedi lultima
parte della nota ). Molti amici mi consigliavano di non andare, ma io dissi, Come si fa a non accettare?.
E quindi andai con gli altri. Dunque, passando davanti al negozio delleditore Bote & Bock, che era leditore
tedesco di Malipiero, entrammo, io comprai uno spartito del Torneo notturno di Malipiero, e lui mi fece una
dedica, proprio a Berlino, nonostante fosse un autore proibito in Germania. un documento che conservo;
Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Cfr. le acute osservazioni che Cecilia Palandri ebbe a scrivere alla fine degli anni Novanta, alla luce
del monumentale carteggio Malipiero-Gatti: Palandri, Cecilia. Premessa, in: Il carteggio con Guido M. Gatti
-, op. cit. (vedi nota ), pp. xiii-xiv.

. Malipiero, Gian Francesco. Il ragno, in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. . Cfr. anche
Minardi, Gian Paolo. Lavanguardia solitaria di Malipiero, (vedi nota ), p. : Malipiero era un artista che
non amava il mondo moderno [], e ci lo portava a ricreare un mondo tutto suo, ad affidarsi a una sua
qualit immaginativa che lunico termine realmente attivo della sua creativit: attraverso il quale risorge un
passato come splendido sogno impossibile e si esorcizza il presente. Cfr. infine le illuminanti parole di Fedele
DAmico trascritte in: Omaggio a Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. e la testimonianza di Malipiero stesso
contenuta nella nota .

446

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Malipiero trascorse coraggiosamente il periodo delloccupazione tedesca (dal al
) allinterno del Conservatorio di Venezia, di cui divenne direttore nel . Grazie al
suo prestigio e alla sua determinazione, sottrasse insegnanti e allievi al servizio militare e
ai campi di concentramento: Nonostante le minacce, le denunzie, le intimazioni, il Conservatorio ebbe soltanto vetri rotti dallo scoppio del marzo , ma si salv con tutto
il contenuto, scrisse alla fine della guerra. E aggiunse con amarezza: Confesso che dal
aprile in poi, cio per quasi cinque mesi, ho atteso che qualcuno [] venisse a dirmi
grazie per quello che ho fatto per il Conservatorio Benedetto Marcello durante la guerra.
Invece
Ventun settembre . Mattino radioso, di una luminosit che quasi
potrebbe far dimenticare gli orrori della guerra e le bassezze degli uomini.
Rompe lincanto larrivo di una lettera raccomandata: Comitato di Liberazione
Nazionale della provincia di Venezia. Penso che sia una lettera dencomio per
il direttore del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello, chesponendosi
a gravi pericoli ha impedito che i tedeschi occupassero il meraviglioso palazzo
Pisani, che vi organizzassero concerti e che lIstituto di cultura fascista, nonostante le minacce di Ca Littoria, vi si insediasse. Il direttore pur riuscito a
impedire che gli insegnanti giurassero e si iscrivessero al partito o ubbidissero
agli ordini di lavorare sotto la sferza tedesca alla difesa di Venezia. Riusc pure a
proteggere gli allievi minacciati da certi emissari del P.N.F. Aperta la lettera vi
trovai una sequela di ingiuriose accuse e dissi a me stesso: non possibile che
cos si tratti un veneziano che occupa un posto come il mio nel mondo dello
spirito; certo si tratta di errore dindirizzo, ma dovetti purtroppo convincermi
che mi ingannavo.
. Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), pp. -. La sede del Conservatorio
Palazzo Pisani fatto restaurare da Malipiero.

. Cfr. Id. Esalazioni epurative, parzialmente pubblicato in N con il duce n contro il duce, in: Il sole
ore, ottobre . Si tratta di un dattiloscritto che Malipiero non pubblic (ne furono realizzate poche copie
per gli amici). Si apre con una singolare dedica Al sindaco di Venezia. In esso racconta la sconcia favola, spettacolo di miseria morale dove contenuta la sua apologia dallaccusa di fascismo. La singolare dedica si chiude
con queste parole: Mi vergogno di essere veneziano. Trattandosi di un documento preziosissimo, inedito se
non si considera la fugace apparizione su Il sole ore, ritengo utile pubblicarne la continuazione: complessivamente si tratta delle prime tre pagine del dattiloscritto. Delle tre accuse che Malipiero contrassegna con
a) b) e c), Il sole ore pubblica le prime due. a) Apologia mediante produzioni musicali. Che si falsifichino
le mie opere prima della mia morte? Come fornire le prove di ci che non ho mai scritto? Dovrebbe essere
il Comitato a sottopormi le opere incriminate onde io possa constatare se sono apocrife. Mi piace ricordare
un episodio divertente e che dimostra quanto le mie opere facessero piacere in certi ambienti fascisti. Appena
consegnato la mia opera Giulio Cesare alleditore (nella mia fedele traduzione del dramma di Shakespeare,
suddito inglese, non iscritto al PNF) il testo venne per legge sottoposto alla censura. Dovetti recarmi a Roma
per comunicazioni. Difatti il censore mi disse che la frase: Colui (Giulio Cesare) che cammina trionfante
nel sangue di Pompeo bisognava mutarla perch si poteva interpretare come unallusione al delitto Matteotti.
Seduta stante la trasformammo in: Colui che cammina esultante nel trionfo su Pompeo. Pi avanti dovetti
mutare la frase di Giulio Cesare: Quel Cassio laggi troppo magro, pensa troppo in Quel Cassio laggi

447

Laureto Rodoni
troppo magro, odia troppo perch poteva far nascere il sospetto che Mussolini si preoccupasse di ci che si
pensava. Il libretto si stamp con le correzioni, nel testo musicale invece, che per mancanza di tempo si stamp
in facsimile e perci riproduce il mio autografo, mi rifiutai di mutare le due frasi e altre che non ricordo. Mi
si impose inoltre che alle rappresentazioni (come fu fatto a Genova nel febbraio ) Giulio Cesare cadesse
sotto il pugnale di Bruto dietro le quinte per non far nascere negli italiani il desiderio di far subire al duce la
stessa sorte di Cesare. Tanto si fece e tanto si vituper questopera che mai pi si rappresent in Italia, mentre
ebbe buona fortuna al Teatro Colon di Buenos Aires, nel Brasile, a New York e in Germania. Tutto il mio
teatro ricco di simili episodi. Mai ho scritto una nota che abbia qualsiasi riferimento al fascismo, spesso
invece mi preoccupai, dato il livello spirituale, delle sorti della mia patria. b) Malcostume: per avere fruito
di divieti di gerarchi in ordine alla critica della sua persona e delle sue opere: per aver goduto dellappoggio
anche finanziario di fascisti e nazisti per la rappresentazione di sue opere. Proposto da Gabriele dAnnunzio,
senza chio glielo chiedessi, allAccademia dItalia quando egli present a Mussolini la lista dei suoi candidati,
la mia nomina fortunatamente non ebbe luogo () perch il segretario federale di Treviso mi accus di
antifascismo. Non se ne parl pi grazie anche al mio contegno. Pi volte ho dovuto protestare contro le
ingiurie, anche offese personali della stampa fascista. Un paio di volte la cultura popolare (lultima volta circa
nel maggio , poi non me ne curai pi. Il primo aprile la stampa fascista milanese mi ha sepolto
sotto le contumelie) invi ai direttori di giornali linvito di smettere la campagna contro di me, quando cio
lo scandalo assumeva proporzioni internazionali! Su tutti i giornali dItalia venne pubblicato alla met di
dicembre un manifesto contro di me e Alfredo Casella, manifesto squisitamente fascista. Fra i musicisti
gerarchi fascisti firmatari c anche il nome (ultimo per ordine alfabetico) di un certo Guido Zuffellato.
Dispiacque a Mussolini la riproduzione sulla stampa estera di questo balordo documento e mi invit a Roma
per dirmi che non dovevo reagire. La stampa italiana defin sempre la mia arte antifascista e spesso ebbi a
preoccuparmi della mia sorte. Per esempio un certo signor Asvaro Gravelli di buona memoria pubblicava sul
suo giornale Ottobre (Roma marzo ) dopo lunica rappresentazione della Favola del figlio cambiato al
Teatro Reale dellOpera quanto segue: Non ci piaciuta lopera di Pirandello e Malipiero perch: ) essa
non risponde alle esigenze e ai caratteri del tempo fascista; ) una diffamazione di tutta la spiritualit che il
fascismo si sforza di imprimere al popolo italiano; ) decadente, pessimista, deleteria antimorale; ) diarrea
musicale; ) contrasta in pieno con lo spirito e la finalt delletica fascista. Mussolini vietava la seconda e
ogni altra rappresentazione. []. Ritengo utile pubblicare anche stralci di tre lettere a Gatti in cui Malipiero
parla di questo documento. Lettera del ottobre : Carissimo, fra qualche giorno riceverai un mio
memoriale. Parla anche con Rossi-Doria. So che a Roma (Ministero) si sta tramando contro di me.Vorrei che
il mio memoriale pervenisse a Parri. Hai una via? Io documento ogni cosa. Il marzo , per la mia azione
politica (vedrai) sono stato in pericolo. Soffiava in seno al P.F.R. Porrino. Ora questo turpe individuo qui.
mostruoso tutto questo. Vuoi sentire la denunzia contro di me: []completamente sconosciuto, si valse del
fascismo per raccogliere onori, soldi (io non ho mai avuto un soldo di pranzo) e grazie a Bottai ebbe il non
meritato posto di Direttore. (Pare che ci aspiri un certo M. Fasano di Cagliari, pezzo grosso a Roma ora).
il prototipo delle espressioni artistiche fasciste. Va epurato!. Per tua tranquillit sappi che io ho tutti i documenti
e sporgo querela. Sto molto male e sono finanziariamente rovinato non avendo contatti con lestero. Basta.
Mi vergogno dessere veneziano prima e italiano poi; Id. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit.
(vedi nota ), pp. -. Lettera del ottobre : Carissimo, ti mando questo documento segreto.
Parlane ma non mostrarlo finch non sapr la soluzione qui. A Roma larpista Cicognani (ora tornata a
Venezia) insieme a Mortari hanno lavorato sulla frode, contro di me, al Ministero. Lo so. Conosci il Ministro?
Sono stanco e nauseato. Non vorrei che mi cacciassero via. Sarebbe troppo. Sono rovinato completamente;
ibidem, p. . Lettera del ottobre : Caro Gatti, spero avrai ricevuto il mio opuscolo! Cose inverosimili.
Criminali. Come ti dissi, vorrei che la copia rimanesse in deposito presso di te. Leggila (gli originali sono tutti
depositati presso il mio avvocato), quando ti sarai formata una opinione parlane con chi crederai opportuno.
Le autorit qui credono che il colpo sia fallito, comunque le persone che a Roma dovrebbero un po venire
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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Ci fu dunque chi macchin per denigrarlo e spodestarlo, poich avrebbe scritto
musica per fare lapologia del fascismo. Fu accusato anche di malcostume, per
avere fruito di divieti di gerarchi in ordine alla critica della sua persona e delle sue
opere: per aver goduto dellappoggio anche finanziario di fascisti e nazisti per la rappresentazione di sue opere. Quelle grevi accuse lo prostrarono a tal punto che scrisse
allamico Gatti:
Mio carissimo Guido, sopravissuti miracol[os]amente, visto cose inverosimili, sopportato linsopportabile. [] Ho lavorato, ora aspetto perch non so se
vivo o sogno. Respiriamo fisicamente, dunque i nostri corpi vivono, speriamo
poter respirare spiritualmente e di poter vivere anche con la mente. Quante
nubi. Quanto nero. De profundis, o Te Deum? Si vedr.
Quando ci vedremo? Non avendo amici, non ho n macchine, n facilitazione alcuna.Vado avanti a forza di sacrifici. Quasi quasi penso che le ragioni
di tanto infierire sieno da ricercarsi nella necessit dei mediocri di tenermi
lontano. E perch? Quasi quasi il perch potrebbe forse fornirmi una ragione
per insuperbire.

Nellautunno del , allorch venne a conoscenza del testo di unaltra denuncia che
si concludeva con le parole: il prototipo delle espressioni fasciste. Va epurato!, Malipiero
scelse ancora Gatti per una confessione di lancinante scoramento: Mi vergogno dessere
veneziano prima e italiano poi.
Le cinque lettere di Malipiero pubblicate in questo saggio e finora inedite furono
redatte tra il dicembre e il luglio , in un periodo travagliato e cruciale della
sua vita.
informate sono il Direttore Generale Bianchi Bandinelli e il Ministro, ma non alla buona. Ci vorrebbe un
po di autorit. E chi? Dopo esser stato tollerato e ingiuriato per tanti anni sarebbe quasi comico che gli
agenti di Mul (Zuffellato per esempio) facessero con successo il loro giuoco. A Roma la insegnante di arpa
di Venezia, (la conosci) stata settimane per lavorare contro di me al Ministero. Giunse a Venezia giorni
fa e mi telefon per chiedermi se ero stato epurato! Roba dellaltro mondo. Adesso ridotta male. In nessun
caso perdoner. Basta. Quando ti scrissi non avevo ancora letto le accuse. Ti prego di non dar fuori di mano
lopuscolo. Ti ringrazio e saluto cordialmente. Conto sulla tua amicizia; Ibidem, pp. -.

. Ibidem.

. Ibidem.

. Ibidem, lettera del giugno , p. .

. Ibidem, lettera dell novembre , p. .

. Ibidem, lettera del ottobre , p. .

. Cfr. la nota .

. Precisamente, il dicembre ; il gennaio ; l agosto ; il dicembre ; il luglio


. Si tratta di lettere manoscritte che fanno parte dellArchivio privato dello scrivente.
449

Laureto Rodoni
Tu sai che allestero sono completamente sconosciuto
Adriano Lualdi, destinatario di queste missive, fu nei primi decenni del Novecento,
ma soprattutto durante il periodo fascista, una figura di primo piano nella vita musicale
italiana, non solo come compositore e operatore culturale, ma anche come direttore
dorchestra, critico musicale, musicologo, librettista, narratore autobiografico, didatta, politico e sindacalista.
. Lettera di Adriano Lualdi a G. F. Malipiero del agosto , Fondo Malipiero, trascritta quasi
integralmente a pp. -.

. Nacque a Larino (Campobasso) da famiglia veneziana nel e mor a Milano nel . Cfr.
Confalonieri, Giulio. Lopera di Adriano Lualdi, Milano, Edizioni Alpes, , pp. -; Zanetti, Roberto. La
musica italiana nel Novecento, Milano, Bramante Editore, , vol. ii, pp. -; Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi
nota ), pp. -; - e -; Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota
), pp. -, dove sono trascritte alcune lettere di Lualdi a Mussolini; Trudu, Antonio. Lualdi, Adriano,
in: Dizionario Enciclopedico Universale della musica e dei Musicisti, a cura di Alberto Basso, voll.,Torino, UTET,
-, Le Biografie, vol. iv, pp. -; Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Nel , allet di anni, venne nominato Cavaliere della Repubblica. Un documento che attesta il
conferimento di questa onorificenza si trova nellArchivio privato dello scrivente.

.Vedi nota , in particolare i testi di Harvey Sachs e di Fiamma Nicolodi.

. Lelenco delle sue composizioni si trova in Lualdi, Adriano. La bilancia di Euripide, Milano, DallOglio,
, pp. - e in Trudu, Antonio. Lualdi, Adriano, op. cit. (vedi nota ), vol. iv, p. .Vedi pp. -.

. Nel organizz, alla Fiera Esposizione di Milano, la settimana Opere e Musiche Italiane di quattro
secoli e nel la manifestazione italiana al v Festival di Musica contemporanea a Ginevra; negli anni
, , , , rispettivamente, il i, ii, iii e iv Festival Internazionale di Musica a Venezia, di cui fu il
fondatore (vedi pp. sgg.). Dal al fu Vicepresidente del Conseil Permanent pour la coopration
internationale des Compositeurs de Musique presieduto da Richard Strauss (a questo proposito, vedi note
e ).

. Inizi lattivit di direttore dorchestra come sostituto di Mascagni, Baroni e Serafin. Fece numerose e
lunghe tournes in Italia e allestero (in Europa, in America latina e nella Repubblica sovietica), raccontate con
discreto stile in volumi di memorie (vedi nota ), prolissi ma non privi di interesse e arguzia. Ebbe il merito
di divulgare composizioni contemporanee, di tendenze non sempre conservatrici, e musiche dei secoli passati
poco conosciute o sconosciute (vedi pp. - e nota ). Scrisse un fortunato ma controverso volume,
Larte di dirigere lorchestra, op. cit. (vedi nota ). Nel fond e diresse fino al lOrchestra da Camera
del Conservatorio di S. Pietro a Maiella. Cfr. le pagine autobiografiche in ibidem, pp. -, e S. Pietro a Maiella.
Lorchestra da Camera del R. Conservatorio, Napoli, Tipomeccanica, .

. Cfr. Lualdi, Adriano. Serate musicali, op. cit. (vedi nota ).

. Cfr. Id. Il rinnovamento musicale italiano, Milano-Roma, Treves-Treccani-Tumminelli, (Quaderni


dellIstituto nazionale fascista di cultura, ) e Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ).

. Lualdi raccolse i libretti delle sue opere nel volume Id. La bilancia di Euripide, op. cit. (vedi nota ).

. Id. Viaggio musicale in Italia, Milano, Edizioni Alpes, ; Id. Viaggio musicale in Europa, op. cit. (vedi nota
); Id. Viaggio musicale in URSS, Milano-Roma, Rizzoli, ; Id. Viaggio musicale nel Sud-America, Milano,
Istituto Editoriale Nazionale, ; Id. Viaggio sentimentale nella Liburnia, Milano, Quintieri Editore, .

. Nel periodo fascista, dal al , fu direttore del Conservatorio musicale di Napoli.

. Deputato al Parlamento Nazionale dal , in rappresentanza del Sindacato Fascista dei Musicisti:
Locchio di riguardo di Mussolini per la cultura musicale si pu anche dedurre dal consistente numero di

450

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Fu allievo di Falchi e Renzi a Roma, a Venezia di Wolf-Ferrari, con cui si diplom
nel e per cui nutr sempre una profonda stima, documentata in numerosi, appassionati
scritti:
Io sono [] e mi sento, discepolo di Ermanno Wolf-Ferrari, dal quale
appresi giovanissimo nellanno solo che studiai con lui, a Venezia quanto
di meglio io so; e dal quale mi riebbi, integra, quella fede che mi aveva spinto,
giovanetto, sulle vie dellarte; e che mi aveva quasi abbandonato tra il chiuso delle aule romane, dominate dai professori. Esso, parlandomi del passato, mi chiar
lavvenire; e, poco rimanendo al tavolo, nel Liceo Marcello, molto al pianoforte,
in casa sua; molto girovagando per Clli e Campi, seppe dirmi e far diventare
cosa mia quelle tre o quattro parole essenziali, che bastano ad orientare con
sicurezza la vita di un artista dotato di buona volont e di fermezza. E non
neanche da meravigliare che, cos nutrito, si sia fatto in me ancora pi vivo e
intransigente lamore per larte, e la disposizione a battermi (con le opere, immaginavo; allora non pensavo al giornalismo) contro lasservimento dellarte nostra
alla straniera, e alle mode; e la convinzione che una grande chiarezza di idee
e franchezza di modi despressione fossero la base necessaria ad ogni forma di
attivit italiana nel campo dellarte. A Venezia, vicino, finalmente, ad un artista,
conobbi, per merito suo, e potei amare altri idoli, pi degni. A Slome, che allora
era dovunque ber alles, fu sostituito Falstaff; allIris di Mascagni, il Guglielmo Tell
di Rossini, la Vestale di Spontini, lOrfeo di Gluck; alle seduzioni e ai fascini debussiani, che lo stesso Wolf-Ferrari subiva, fu opposto il colosso di G. S. Bach: il
Bach dei preludi e fughe, delle Cantate, sacre e profane, delle Messe, delle Passioni:
centinaia e centinaia di pagine, lette illustrate studiate a fondo in pochi mesi. []
rappresentanti del mondo dei musicisti che entrarono nel Parlamento nel . Essi furono: Lualdi, Mul, Di
Giacomo, Marchi, Pierantoni e Barattolo; Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi nota ), p. . Nel Lualdi
divenne anche membro della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Ricoprendo queste cariche, egli si batt
con vigore per la difesa dei diritti dei musicisti e per lelevazione non solo spirituale, ma anche materiale della
loro classe. Cfr. Lualdi, Adriano. Arte e regime, Roma-Milano, Edizioni Augustea, (Quaderni dattualit,
i); Id. Discorso alla Camera dei Deputati, novembre , in: Lundicesima Musa. Nino Rota e i suoi media, a
cura di Veniero Rizzardi, Roma, Editrice ERI, , pp. -; Id. Per la musica contemporanea in Italia,
discorso pronunciato alla camera dei deputati nella a tornata del marzo , Roma, Tipografia della
Camera dei Deputati, ; Id. Per il primato spirituale di Roma, Roma, Edizioni del Giornale dItalia, .

. Avevo lasciato, a Roma, nellambiente del Liceo (si era fra il e ), tutti maestri e discepoli
ubriachi di Strauss e di Debussy; pi del primo, che del secondo.Verdi era in gran ribasso; Puccini, poco
meno che compatito; Mascagni, sopportato, perch aveva il ciuffo ed era litigioso. Tutto questo gi ripugnava
a me, che ho sempre avuto listinto di diffidare di ogni forma di engouement collettivo, e di resistere ad ogni
cosa che possa esser moda; e che presentivo di quale imbastardimento dellarte nostra potessero esser fecondi
certi sviscerati amori, specie per il grande barbaro del Nord. In questa incompatibilit dellambiente col mio
modo di sentire (che per non osavo, allora, rivelare a nessuno) una delle ragioni del mio abbandono del
Liceo di Santa Cecilia, subito dopo aver compiuti gli studi e ottenuto il diploma: Id. Il rinnovamento musicale
italiano, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Per esempio: Id. Saluto a Ermanno Wolf-Ferrari e Il mio maestro, in: Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota
), pp. - e -.
451

Laureto Rodoni
Alle scapigliature e ai modernismi e agli estremisti di allora, eran contrapposti i nostri classici del Sei e Settecento, e i grandi polifonisti del Cinquecento.
Molte e molte abluzioni, dunque, nelle acque del Golfo Adriatico. Non da
meravigliare se, anche per virt di quelle, un po di sale mi sia rimasto, oltre che
nella zucca, anche sulla lingua e sulla punta della penna. E non neanche da
meravigliare che, cos nutrito, si sia fatto in me ancora pi vivo e intransigente
lamore per larte, e la disposizione a battermi (con le opere, immaginavo; allora
non pensavo al giornalismo) contro lasservimento dellarte nostra alla straniera,
e alle mode; e la convinzione che una grande chiarezza di idee e franchezza di
modi despressione fossero la base necessaria ad ogni forma di attivit italiana
nel campo dellarte.

Strenuo difensore e assertore dellitalianit e dei caratteri nazionali dellarte italiana,


allepoca della grande guerra e negli anni successivi in cui infuriavano le diatribe sul tema
del nazionalismo e del modernismo, Lualdi era dunque tenacemente schierato contro
. Id. Il rinnovamento musicale italiano, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Fu quindi il Maestro Wolf-Ferrari a
influire sulla Musikanschauung di Lualdi e i toni non erano meno sulfurei di quelli dellallievo: [] I musicisti
della mia generazione avevano per Maestri M. E. Bossi e Martucci. Questi erano artisti intedescati: ma cos
profondamente e severamente che tra i tedeschi di allora avrebbero fatto una buona figura. Non erano falsi,
ma solamente parlavano in una lingua straniera. I loro allievi, per il monopolio editoriale di allora esclusi dal
teatro, vollero strafare per superare quei loro maestri; e, pancia a terra davanti a strafattori tedeschi come Strauss,
da tedeschi divennero ostrogoti e si misero a parlare non una lingua, ma un gergo di gangsters della musica.
Facendosi fanfareggiare dai critici, o critici essi stessi, convinsero un po alla volta tutti gli snobs che il progresso
della musica stia l, nel parlare quel gergo. E quindi, se uno come me non lo parla, perch ha altro da fare, lo
trattano come un crumiro. Il pubblico mi d ragione sempre, perch stufo di falsit: ma quei delinquenti
hanno talmente denigrato il successo (come se esso fosse, sempre, frutto di lenocin e solo di questi; avere una
sintassi, unarmonia organica, secondo essi, gi lenocinio) che ci che per me un merito, secondo loro il
contrario: lettera di Wolf-Ferrari a Lualdi (), in: Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

.Vedi nota . Cfr. inoltre Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. sgg., in particolare, pp.
-. Suoi interlocutori in quel periodo furono Wolf-Ferrari e Tebaldini. Da una lettera di Wolf-Ferrari
a Lualdi del maggio si evince quanto accesa fosse la polemica lualdiana contro le avanguardie:
Avevo ricevuto la tua ultima del [maggio ] e non sapevo cosa rispondere perch mi fa sempre
pena un idealismo contornato di troppo disprezzo per le cose brutte. [] Sar [] contento se tu non
bestemmierai mai pi contro le canaglie e i materialisti di questo mondo. Primo: esistono, quindi bisogna
dire che sono necessari per natura. Secondo: il bello include lidea del brutto come suo necessario contrasto.
(Carte della Famiglia Lualdi, Roma.) Consigli che Lualdi, ovviamente, non seguir, come risulta anche dalle
lettere a Tebaldini qui riprodotte. Mario Labroca cos ricorda quel periodo incandescente: Per chi voleva
percorrerla, questa strada della musica, si trattava non gi di camminare, ma di saltare ostacoli; e quando ti
sembrava di aver sgombrato il terreno ecco che ti si parava un altro inatteso impedimento; e fu per anni
tutto un tormentarsi in schermaglie che sembrava non dovessero avere mai fine, in polemiche rabbiose e a
volte crudeli. Erano gli anni nei quali eseguire Debussy costituiva gi un bel colpo di audacia, Strawinski
una sfida al buon senso; lItalia in quegli anni, malgrado lazione preziosa dellAccademia di Santa Cecilia
e di qualche altra rara istituzione che avevano aperto con i loro concerti qualche finestra sul mondo, voleva
assolutamente restare il paese del melodramma, anzi di un certo melodramma, e non tollerava deviazioni dalle
abitudini. Immaginatevi la situazione dei giovani musicisti di allora che dovevano conquistarsi le esecuzioni a

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


le avanguardie musicali, diffuse in Italia soprattutto da Casella e da Malipiero. Anche
per questo motivo i periodici musicali lo ignoravano come compositore (e se ne lagnava
in continuazione), forse perch io appartengo e me ne vanto ad alcuna di quelle
societ di mutuo incensamento che conosciamo. Nel , la rivista Riforma musicale
lo addit con disprezzo come il vessillifero del nazionalismo musicale, il leader di questo
gruppo battagliero.
Lualdi appose con disprezzo letichetta fuoriuscitismo allatteggiamento dei compositori italiani che rivolgevano gli occhi e la mente a ci che avveniva oltre le Alpi; un
fenomeno che
furia di battere e ribattere, quando addirittura non dovevano procedere facendosi interpreti di se stessi. [].
Per chi, come me, era tornato a casa dallaver combattuto materialmente la prima guerra mondiale, lambiente
musicale apparve come un nuovo campo di battaglia: accanite le schiere avverse, duri i colpi quando era
possibile assestarli e soprattutto netta e ingrata la divisione che arrivava fino alle forme estreme del non saluto
e del voltarsi le spalle; il guardarsi in cagnesco era cosa che entrava oramai negli atteggiamenti ordinari; a parte
queste forme esteriori della lotta, quello che davvero pesava era la resistenza accanita di chi non voleva che le
nuove espressioni entrassero nella vita della musica. Spesso gli aggettivi destinati ai traditori della patria erano
legati ai nomi dei giovani musicisti, il tradimento perpetrato ai danni dello stile italiano era enunciato a piena
voce; ma non riuscivi a comprendere in che cosa certi esaltati facessero consistere lo stile della musica italiana.
Per i musicisti giovani si trattava soltanto di reclamare il diritto alla vita: le loro composizioni dovevano entrare
nel giro dei programmi normali, la loro attivit inserirsi nella scuola, negli studi, nella critica; Labroca, Mario.
Malipiero musicista veneziano, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Per Labroca il Festival veneziano fu una sorta di
armistizio tra avanguardisti e conservatori (vedi pp. -).

. Indicate spesso con il sinonimo spregiativo confusionismo.Vedi pp. , , e note e .

. Per questo motivo spesso etichettata col termine di casellismo, pure con valore spregiativo. Cfr.
Casella, Alfredo. + , op. cit. (vedi nota ), p. : Ogni mio lavoro veniva immancabilmente sabotato.
[] Venivo quotidianamente additato come paladino della cacofonia e soprattutto si negava ogni carattere di
italianit tanto alla mia arte come alla mia azione. E questa ultima accusa veniva esacerbata dalla esasperazione
bellico-nazionalistica del momento.

. In una lettera a Tebaldini dell aprile , Lualdi allude, scorato, alla musica di Malipiero, a quel tempo
troppo legato, a suo parere, alle avanguardie artistiche europee: Capisco, s, la Sua nostalgia per Venezia e per
Padova! Povere citt! Quale altra musica le avvolge ora! (Archivio privato L. Rodoni). Musicista, Malipiero,
con cui volle per collaborare allepoca dei festival veneziani inaugurati dal regime fascista, come risulta dalle
lettere di Lualdi a Malipiero scritte prima dei Festival veneziani del e del e pubblicate in questo saggio,
a pp. sgg. e in Appendice ii.

. Per esempio Ars nova, il periodico di battaglia, inaugurato da Casella (cfr. Casella, Alfredo. I segreti
della giara, op. cit. vedi nota , pp. e ) e La Riforma Musicale di Gatti (vedi nota seguente). Lessere
ignorato come compositore fu un Leitmotiv epistolare di tutta la sua lunga esistenza. Cfr. la lettera a Malipiero
del luglio (Fondo Malipiero), pubblicata in Appendice ii.

. Rivista legata a Gatti e a Malipiero, che il giugno scrisse: [] ho saputo della tua intenzione
di riprendere la pubblicazione dellottima Riforma musicale []. Casella e Malipiero offrirono subito la loro
collaborazione, inizialmente per trovare finanziamenti attraverso inserzioni pubblicitarie. La lettera citata, non
compresa in Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), fa parte
dellArchivio privato dello scrivente ed pubblicata integralmente in Appendice i.

. Il pensiero lualdiano sul tema del nazionalismo artistico compiutamente espresso nel volumetto Per
il Primato spirituale di Roma (vedi nota ).
453

Laureto Rodoni
[] fino ad ora, ha prodotto, come tendenza collettiva, le opere meno
durevoli. [] I viaggiatori si sono lasciati prendere nei gorghi del movimento
internazionale. Hanno seguto le vicende delle varie tendenze, hanno avuto
voce in capitolo nelle varie scuole e nei vari cenacoli. Gli idoli, e quanti falsi
idoli, anche, succedutisi sugli altari di Parigi, Berlino,Vienna, non li hanno trovati insensibili; la facilit dei contatti e degli scambi ha, un poco, reso meno sensibile, meno irritabile quel sano, prezioso, gelosissimo spirito provinciale che forma
una delle pi belle e caratteristiche qualit dellitaliano vero, dellitaliano puro
e incorruttibile. Meno fermi degli altri nelle loro convinzioni; pi preoccupati,
forse, di arrivare presto, e dappertutto; pi avvezzi a sentirsi cittadini del mondo
che di una delle nostre belle citt, si son lasciati tentare, si son lasciati guastare un
poco, anche; ma poi son ritornati a casa: ora sono fra noi.

In una scheda biografica inedita e non datata (probabilmente redatta alla fine degli
anni Trenta), Lucio DAmbra, a proposito del nazionalismo musicale lualdiano, scrisse:
Osservando quello che di nuovo si faceva nei cenacoli e nei gruppi
davanguardia italiani e stranieri, il Lualdi apre il suo spirito intelligente e cu. Lualdi, Adriano. Il rinnovamento musicale italiano, op. cit. (vedi nota ), pp. -.Vedi anche pp. -
e nota . Il pensiero lualdiano antitetico rispetto a quello di Casella, espresso per esempio nel mirabile
articolo Musica italiana di ieri e di oggi, op. cit. (vedi nota ), pp. -: La verit vera questa: non esiste
nessuna arte che sia nazionalmente parlando pura, come non esiste al mondo nessuna razza scevra
di incroci e di mescolanze. Non vi idea pi assurda di quella che vorrebbe fare di ogni arte nazionale, sia
essa musica, pittura oppure architettura, qualcosa di gelosamente chiuso in se stesso e totalmente refrattario
a qualsiasi influenza proveniente da fuori. Unarte che cos volesse vivere, sarebbe destinata invece a rapida
morte. Perch solamente dal giuoco incrociato delle influenze di varie colture e civilt che larte pu sperare
rinnovamento e perenne freschezza. Il voler assimilare la musica o qualsiasi altra arte ad un meccanismo del
quale ogni pezzo deve essere fabbricato nel paese con materie prime nazionali talmente ingenua da sembrare
impossibile che gente intelligente sottoscriva a simili sciocchezze (p. ). Non v dubbio alcuno che anche
Malipiero condividesse queste idee. Nel Casella ritorn su questo argomento: Io ritengo oggi che il
problema della cosidetta pregiudiziale del carattere nazionale nellopera darte debba ormai considerarsi
come superato. [] Nessuno di noi si cura oggi di essere nazionale quando scrive musica. E nemmeno se ne
preoccupano quei musicisti pi giovani di noi, che sono stati formati dal nostro esempio e dal nostro lavoro. Il
clima dellItalia attuale non quello dei tempi che furono, e che non ritorneranno pi. []; I segreti della giara,
op. cit. (vedi nota ), p. . E sullInternazionale dellArte: Due parole ancora in materia di nazionalismo
musicale. Si fatto un gran parlare negli ultimi tempi di un preteso stile internazionale secondo il quale la
musica cosidetta moderna sarebbe una specie di esperanto ovunque identico. In parte, questa opinione deriva dal
fatto che quando non si capiscono, tutte le musiche moderne si assomigliano, proprio, come sembrano uguali
le lingue cinese e giapponese a colui che non le parla. Ammettiamo tuttavia che vi sia qualche verit in questa
affermazione. Ma molto facile rispondere che si tratta in tal caso di arte mediocre e brutta, e che effettivamente
esiste una internazionale della mediocrit. Ma questa esiste non solamente nel campo dei modernisti, ma anche
e non meno deplorevolmente presso i nemici della modernit, i quali scrivono in tutto il mondo la stessa
musica. In materia, possono i reazionari di ogni tipo tendere la mano agli estremisti della SIMC: sono tutti in
realt la medesima internazionale: quella appunto della mediocrit universale; ibidem, p. .

. Conservata tra le Carte della Famiglia Lualdi, Roma.

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


rioso a tutte le voci pi varie e pi nuove. Senza per imprigionarsi in nessun
clan; ma anzi assumendo fin dallora, sebbene giovanissimo, atteggiamenti
vivacemente polemici in difesa dei caratteri nazionali dellarte italiana, e a salvaguardia della propria indipendenza spirituale e artistica. Insomma il Lualdi fra
mille diverse correnti pianta ben bene i piedi a terra, e assume una precisa posizione. [] Radicato profondamente nella sua terra, il Lualdi non concepisce che
qualcosa di vitale possa venire alla genuina ispirazione dei nostri compositori
da imitazioni forestiere; e quanto lestero possa avere di notevole e di fecondo
deve essere sempre sentito e risentito dagli artisti italiani in modo da assimilarlo
trasformandolo.

In quel periodo burrascoso Lualdi ebbe come autorevole e valoroso alleato


Giovanni Tebaldini, a cui scrisse l aprile del : [] le mie idee che hanno il solo
merito di essere sinceramente intese e sinceramente espresse (senza, cio, quella diplomazia
e quella prudenza, che hanno tanto contribuito a creare il confusionismo odierno) trovano cos largo e spontaneo consenso in Uomini che per essere profondissimi conoscitori del nostro passato sono quelli che meglio possono giudicare quale dovr essere e
sar il nostro avvenire musicale. Al musicista fece pervenire un anno dopo, il marzo
del , una sorta di autorecensione:
Ho cercato di realizzare, con le mie modeste forze, quellideale cos altamente, e, purtroppo inutilmente proclamato da Mazzini nella sua Filosofia della
Musica, da Mazzini che alla musica assegnava unaltissima missione di educazione sociale e civile. Ed in questo ma che non mi oda alcuno mi sento un
po innovatore. Un poco soltanto, ben inteso. Ma certo assai pi di tutti quei
nostri futuristi che vanno gridando ai quattro venti io sono innovatore e non
fanno che imitare o caricaturare le musiche e le idee dei nostri contemporanei,
mentre io, almeno, ho la coscienza di non conoscere forse per mia ignoranza
nessun dramma musicale di questi ultimi cento anni che sia ispirato alle idealit a cui ispirato il mio. Ecco perch io conto di aver fatto opera perfettamente
italiana pur scrivendo un dramma indiano [].

. Giovanni Tebaldini (-), compositore e musicologo, fu cultore insigne di gregoriano, di polifonia classica (Palestrina in particolare) in unItalia ancora dominata dal melodramma e quindi piuttosto restia a
tali recuperi musicali. Cfr. Lualdi, Adriano. Il rinnovamento musicale italiano, op. cit. (vedi nota ), pp. - (e
Dio sa lo scandalo che avevan recato, nel mondo burocratico e professorale, le sue manie per San Gregorio
e Palestrina). Cfr. inoltre Pilati, Mario. Giovanni Tebaldini, Bollettino Musicale Bibliografico Italiano, Milano,
e il breve ritratto di Mario Labroca, in: Parole sulla musica, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Archivio privato L. Rodoni. Nella stessa lettera, Lualdi tesse le lodi di Tebaldini: Come bello e
come raro nel nostro ambiente trovarsi di fronte ad anime sincere e pure, che credono alla sincerit e alla
purezza di altre anime! Credo bene che tanti valenti giovani Le siano cos profondamente affezionati. Poche
lettere scambiate con Lei sono sufficienti a stabilire una corrente di simpatia vivissima e di affetto figurarsi
poi la lunga e cara consuetudine che corre tra Discepolo e Maestro!

. Da una lettera inedita conservata tra le Carte della Famiglia Lualdi, Roma.

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Laureto Rodoni
In apparenza le posizioni nazionalistiche di Lualdi sono molto simili a quelle di
Busoni. Nella recensione alla prima edizione degli scritti teorici busoniani tradotti in
italiano, Lualdi cita una pagina di una lettera di Busoni a Guido M. Gatti, riprodotta in
facsimile, del giugno :
I nostri italiani, soggiogati da quel benedetto Wagner impararono ad
ammirare l, dove si annoiavano. Fu un [!] infezione. Cominciarono (e continuano) a scritturare delle mediocrit tedesche (delle notoriet di provincia)
per addormentarsi ai suoni della Passione di Bach (grandopera, ma contraria
alla nostra razza ed ai nostri gusti cattolici) e sinoltrarono su questa via fino ad
entusiasmarsi dei poveri ritmi a crome sincopate del Brahms. Qui si perdettero.
Ignorano il nostro genio Monteverdi e sorridono negligentemente di quellaltro
genio semi-latino: Mozart. Se non imitano Schnberg, imitano certamente lo
Strauss; e della scimmiottaggine del Debussy ne conviene Ella stessa. Questi son
fatti storici e non mia interpretazione. Io mi sento pi italiano di loro e non
mi stanco di combattere per la nostra causa. Se accuso i miei compatriotti lo
perch soffro del loro atteggiamento.

Quando si pensa commenta Lualdi che il Busoni fu tenuto per buon numero
danni come paravento ai vari contrabbandi delle Accademie del mezzo lutto nostrane e che
questa lettera indirizzata proprio ad uno di tali esponenti, c da sorridere e da ripetere la
vecchia e veridica storia, che il tempo galantuomo!
Si tratta palesemente di un fraintendimento del complesso e contorto (soprattutto
quando tocca il problema dellitalianit e del nazionalismo) pensiero musicale busoniano.
Lualdi non era in grado culturalmente e filosoficamente di comprenderne lo spessore e
le implicazioni psicologiche. Egli si limita a prendere alla lettera ci che Busoni afferma,
sottolineando una sorprendente (e per lui certo entusiasmante), ma insostenibile, identit di
. Lualdi stimava molto Busoni e ci traspare da tutti gli scritti in cui ne parla. Anche i giudizi sulle tre
opere che Lualdi conosceva (Arlecchino, Turandot e Doktor Faust) furono perlopi positivi, anche se talvolta
un assoluto dominio del cervello sul cuore e sul sentimento fanno sentire la loro malefica influenza: Viaggio
musicale in Europa, op. cit. (vedi nota ), p. . Inoltre Lualdi mai critica la scelta busoniana di scrivere in
tedesco o le patenti influenze germaniche nella sua musica. Paradossalmente fu invece Malipiero, negli anni
Venti, in una lettera a Gatti, a scrivere che Busoni non si pu considerare italiano!: unaffermazione perfida
e audace nel contempo, che tutti i suoi colleghi sotto sotto, e non del tutto a torto, condividevano. A questo
proposito, cfr. Sablich, Sergio. Malipiero e Busoni [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Busoni, Ferruccio. Scritti e pensieri sulla musica, a cura di Luigi Dallapiccola e Guido M. Gatti, Firenze,
Le Monnier, ; poi Milano, Ricordi, .

. Ibidem (edizione Ricordi), p. .

. E commentando laforisma busoniano, Il progresso deve costituire un arricchimento e non un mutamento di mezzi. Gli innovatori sventati cominciano col rinnegare e con labolire ci che gi esiste, Lualdi
scrisse: Appunto. Incominciarono gli innovatori sventati, proprio cos: rinnegando e radendo al suolo quel
che avevan trovato; ma poi che sarebbe oggi quanta ne hanno messa di acqua, nel loro vino: Giornale
dItalia, febbraio . SullAccademia del mezzo lutto, vedi note e .

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


vedute con i nazionalisti pi turbolenti, i quali non tengono conto come scrisse Fiamma
Nicolodi di un contesto psicologico carico di contraddizioni che pu giungere fino ad
abiurare convinzioni altrimenti radicate. Il fervore nazionalistico busoniano tende cio a
rimuovere parte di quella bipolare condizione anagrafica che credeva causa della sua non
accettazione da parte dei giovani italiani e quindi deve essere inserito nel suo intricato
contesto biografico-culturale.
Senza esitazioni, con tronfio entusiasmo e granitica determinazione, gi nel
Lualdi abbracci la causa fascista. Egli fu, fino al settembre del , anche nei momenti pi
bui e perversi della storia del ventennio, un fervente sostenitore, uno stucchevole adulatore
di Mussolini, cui scrisse innumerevoli e vacui messaggi, invi opere sue con dediche ridondanti, e da cui fu ricevuto in parecchie occasioni (la prima visita risale al ). Come
molti altri musicisti, alla fine degli anni Venti e negli anni Trenta vedeva nel dittatore un
taumaturgo destinato a risollevare le sorti della musica, come gi aveva fatto il Duce in altri
settori: Se c un uomo abbastanza innamorato dellarte e audace, di sicura fede e onesto;
e che dellarte conosca le necessit per averle vissute e sofferte, ben venga il Dittatore per la
musica scrisse a met degli anni Venti. E qualche anno pi tardi:

. Gusti e tendenze del Novecento in Italia, op. cit. (vedi nota ), p. ; in appendice sono pubblicate alcune
lettere del carteggio di Busoni con Carlo M. Gatti e Casella (pp. -).

. Cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. -; Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio
fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Eppure Lualdi, come appare anche dai suoi scritti, era una persona intelligente; ma la piaggeria era
allora uno sport nazionale particolarmente coltivato; e brillantemente sopravvissuto al fascismo: Barbon,
Antonio. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg. Con Lualdi cerano Alfano,
Pizzetti, Toni e Renzo Bossi. Cfr. Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.Vedi infine nota .

. Cfr. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), p. ; inoltre, Casella, Alfredo. I
segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), p. : Mi trovavo a Monaco-Baviera nei giorni della Marcia su Roma,
la notizia della quale fu accolta con delirante giubilo dal piccolo gruppo di connazionali che stavano con me
quella sera. Da anni, la figura di Benito Mussolini mi era gi apparsa grandissima. La sua ascensione al potere
mi parve un atto del destino nostro, e ne ebbi la immediata certezza di una prossima prodigiosa resurrezione
della nostra nazione. Grazie allinflusso di Margherita Sarfatti, la posizione di Mussolini verso larte e gli artisti
era, nei primi anni di governo, aperta e illuminata. Cos si espresse, a esempio, nel : Non si pu governare
ignorando larte e gli artisti. Larte una manifestazione essenziale dello spirito umano; comincia con la
storia dellumanit e seguir lumanit fino agli ultimi giorni. Ed in un paese come lItalia sarebbe deficiente
un governo che si disinteressasse dellarte e degli artisti. Dichiaro che lungi da me lidea di incoraggiare
qualche cosa che possa assomigliare allarte di stato. Larte rientra nella sfera dellindividuo. Lo stato ha un solo
dovere: quello di non sabotarla, di far condizioni umane agli artisti, di incoraggiarli dal punto di vista artistico
e nazionale. Ci tengo a dichiarare che il governo che ho lonore di presiedere un amico sincero dellarte
e degli artisti; Cannistraro, Philip V. - Sullivan, Brian R. Margherita Sarfatti. Laltra donna del Duce, Milano,
Mondadori, (Le Scie), p. .

. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), p. . Effettivamente il regime si impegn
molto nellambito della diffusione della cultura e della pratica musicale in Italia: cfr. Barbon, Antonio. Op. cit.
(vedi nota ), pp. sgg.

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Laureto Rodoni

Ill. : foto di Lualdi risalente alla fine degli anni Quaranta. Famiglia Lualdi, Roma.
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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Lo spirito pigro, strettamente casalingo e quietista, profondamente borghese in ogni sua manifestazione che aveva caratterizzato lepoca umbertina,
doveva essere sostituito, in un breve periodo danni, dallimpetuoso ridestarsi di
tutte le pi belle e ardite energie della Nazione chiamate a raccolta e risollevate
dal mortale abbattimento dalla gran voce di Benito Mussolini. Gli artisti italiani
e i musicisti compositori in ispecial modo, presentirono tutto questo; furono, anche questa volta, i barometri pi sensibili e pi antiveggenti del tempo che stava
per mutare e che era insomma lo spirito stesso dellItalia nuova: dellItalia di
Mussolini e del Fascismo.

Nel nuovo contesto storico, il suo nazionalismo musicale trov un terreno molto fertile e da quel momento Lualdi impegn tutte le sue forze per rivendicare allarte musicale
e ai musicisti italiani [] il diritto che larte musicale e gli artisti hanno al vostro [dei deputati] affetto e alla vostra difesa [] e per denunciare che gli sforzi e il consumo di energie e
di denari che il Governo fascista ha fatto e fa in favore della vita artistica nazionale, se sono
stati ricchissimi di risultati per la pittura, la scultura e larchitettura, sono rimasti del tutto
sterili per ci che riguarda la musica. Inoltre, permeato [] del Verbo mazziniano che
impone fin il sacrificio, nella convinzione sincera e profonda che la vita dellartista
come una missione, si sforz di contribuire anche in ambito musicale alla fondazione di
unarte che fosse lespressione pura e alta del regime, e che quindi non fosse contagiata da
tante epidemie che fanno strage oltrAlpe:
Io credo che sar sufficiente guardarsi dallo scimmiottare le pitture, le
sculture, le architetture, le musiche straniere. Resistere alle correnti mutevolis. Lualdi, Adriano. Il rinnovamento musicale italiano, op. cit. (vedi nota ), p. .
. Discorso pronunciato alla camera dei deputati nella a tornata del marzo , op. cit. (vedi nota ),
pp. -.

. Nel , a Milano, su una bancarella di libri usati, Lualdi trov per caso La Filosofia della Musica di
Mazzini: la lettura di questo testo fu decisiva per il suo orientamento estetico e spirituale e per la sua
formazione intellettuale. Negli anni successivi divulg in articoli di giornali e su riviste il pensiero mazziniano in ambito musicale.

. Lettera di Adriano Lualdi a Franco Gallini del marzo (Archivio privato L. Rodoni); cfr.
lIntroduzione di Lualdi a Mazzini, Giuseppe, Filosofia della Musica, Milano, Bocca, , pp. -; Per il primato
spirituale di Roma, op. cit. (vedi nota ), pp. - e ; Lualdi, Adriano. Arte e regime, op. cit. (vedi nota ), p. ;
infine, Id. Giuseppe Mazzini e il melodramma italiano, in: supplemento a Karakiri, ovvero il sabotaggio dellarte,
Milano, Sezione regionale lombarda del Sindacato Nazionale Musicisti, novembre , pp. -. Secondo
De Rensis, anche Mussolini era un seguace delle idee mazziniane sullarte portatrice di unaltissima missione
umanitaria e politica: Oggi [] pu svilupparsi nella nostra terra una grande arte che comprenda in s e
a sua volta informi tutte le manifestazioni della vita, unarte che devessere tradizionale, ed al tempo stesso
guardi allavvenire. Noi non dobbiamo rimanere dei contemplativi, non dobbiamo sfruttare il patrimonio da
porre accanto a quello antico, dobbiamo creare unarte nuova, unarte dei nostri tempi, unarte fascista; cit.
in: Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .

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Laureto Rodoni
sime della moda e dello snobismo; combattere linternazionale dellarte, che
in atto e imperversa nella pittura come nella scultura, nella architettura come
nella musica europee; ma per accontentarci dessere italiani: vale a dire di lavorare secondo lo spirito e il sentimento istintivo e vario della nostra razza; e non
per copiarci, fra italiani, lun laltro. Stile fascista? Ma si former [] spontaneo,
quando il Regime [] chiamer a s gli artisti, si interesser alle arti, e se ne far
alto patrono.

Lualdi espresse giudizi severi sulla Corporazione delle nuove musiche (CDNM)
e stronc con lespressione repellente musica il Pierrot lunaire di Schnberg, portato in
. Cos rispondeva Casella ad accuse di questo genere: Unaltra accusa che ci viene rivolta dai medesimi nemici e che una conseguenza della precedente [di non essere nazionalisti, vedi nota ], quella di
voler instaurare in Italia unarte musicale di carattere internazionale (alludendosi con questo benevolmente
a certa musica di origine giudaico-medieuropea, della quale notoriamente nessuno vuol sapere da noi). A
questa accusa per, non il caso di rispondere altrimenti che con una sdegnosa alzata di spalle, tanto essa
idiota e di completa malafede. Il voler far passare musicisti, la cui vita stata un solo e continuo atto di
fede verso la Patria e verso larte, come degli individui di dubbia moralit e di losco arrivismo, equivale a
dire quanta bassezza vi sia oggi ancora nei metodi di lotta usati nel campo artistico nostro da certa gente;
Casella, Alfredo. Musica italiana di ieri e di oggi, op. cit. (vedi nota ), p. . Casella definisce inoltre
balorda questa accusa, specialmente quando viene sfruttata a scopo polemico da qualche compositore
fallito ridotto a far critica sui quotidiani (ibidem, p. ).

. Lualdi, Adriano. Arte e regime, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Il termine strage fu ripreso da Lualdi
nella presentazione del programma ufficiale della prima edizione del Festival di Venezia: Il Festival organizzato interamente con le forze e il denaro italiano e ci si riserva quindi il diritto di scelta artistica, allo scopo
di far conoscere artisti e opere di ogni Paese, pubblicato anche in Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ),
vol. iii, p. . Lespressione scelta artistica implicava per Lualdi la possibilit di impedire limportazione di
certi veleni e stupefacenti artistici, che hanno fatto strage oltralpe. Cfr. anche Trezzini, Lamberto. Venezia,
la Fenice, la Biennale nellEuropa musicale, in: LEuropa Musicale: un nuovo rinascimento, la civilt dellascolto, a
cura di Anna Laura Bellina e Giovanni Morelli, Firenze,Vallecchi, (Problemi di cultura europea), p. .
Per Busoni, cfr. Nicolodi, Fiamma. Gusti e tendenze del Novecento in Italia, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg.Vedi
anche pp. -, nota e la parte finale della nota . SullInternazionale dellarte, vedi pp. , , e
nota . Il pensiero caselliano su questo argomento contenuto nella nota .

. Lualdi, Adriano. Serate musicali, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Scrisse per esempio: Questa
Corporazione delle nuove musiche si propone, fra laltro, la creazione di una nuova e moderna coscienza musicale
italiana, in ispecie il raggiungimento e la chiarificazione del nuovo stile musicale italiano, nonch la difesa e
la divulgazione in Italia come allEstero della nuova musica italiana pi conforme alla finalit stilistica
di cui sopra, facendo in pari tempo conoscere da noi le nuove musiche straniere pi interessanti. [] mai
formazione di nuova coscienza musicale o raggiungimento e chiarificazione di stile potranno, fra noi, avvenire
per virt di uno Statuto o di pochi artisti di una Societ e [] non si pu pretendere di fissar rotaie ai cammino dellarte la quale, specialmente da noi, sar sempre individuale e libera e varia nelle sue manifestazioni,
e pi sar libera e varia, pi potr essere grande; ibidem, pp. -. Le pagine lualdiane sulla CDNM sono in
parte riprodotte e contestualizzate in: Monicelli, Raoul. Sul rinnovamento della vita musicale italiana, in:
Musica italiana del primo Novecento. [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Lualdi, Adriano. Serate musicali, op. cit. (vedi nota ), p. . Significativo il fatto che Busoni, Casella e
Malipiero ne fossero entusiasti, mentre invece Pizzetti scrisse una inesorabile, definitiva stroncatura nel :

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


tourne da Casella; ma, a partire dalla met anni Venti e nei primi anni Trenta, divenne
pi tollerante e aperto nei confronti di composizioni , come le Sette Canzoni di
Pizzetti, Ildebrando. Di Arnold Schnberg e di altre cose, in: Id. Intermezzi critici, Firenze, Vallecchi,
, pp. -. A questo proposito, Cfr. Minardi, Gian Paolo. Lavanguardia solitaria di Malipiero,
op. cit. (vedi nota ), pp. -, nota . Su Schnberg, cfr. ancora Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in
Europa, op. cit. (vedi nota ), in cui Lualdi qualifica il compositore austriaco come tragico scocciatore
(p. ), bacillo virgola della musica (p. ) e definisce la sua musica gradeolente prodotto delle
esperienze di laboratorio di un pedante accademico (p. ), antimusica che non ha neanche il pregio
della variet (p. ). Tuttavia il fascismo non pose al bando la scuola di Vienna, come fece il nazismo,
limitandosi a tollerarla: dapprima con neutrale indulgenza, pi tardi, negli anni del patto dacciaio,
con sempre pi sospettosa diffidenza: Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit.
(vedi nota ), p. . Nel pot addirittura andare in scena allOpera di Roma il Wozzeck di Berg:
cfr. DAmico, Fedele. La musica sotto il fascismo, in: Un ragazzino allAugusteo, a cura di Franco Serpa,
Torino, Einaudi, (Saggi, ), p. . Su queste incredibili aperture del regime, propiziate da Nicola
De Pirro, cfr. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol i, pp. -. Nei ricordi di Petrassi Nicola
De Pirro era un uomo non comune, seguace di Bottai e quindi dellala pi aperta e liberale della cultura
fascista. Si parlato molto delle divisioni di campo in quel periodo: da una parte Bottai, con il premio
Bergamo per la pittura, che fu dato nel alla Crocifissione di Guttuso []. Per la musica era Lualdi
il difensore della sana tradizione italiana contro qualsiasi apertura verso lestero: tra laltro era stata
coniata una definizione parallela a quella dellarte degenerata in Germania, che suonava pi o meno
arte giudaico-massonica-bolscevica: Petrassi, Goffredo. Op. cit. (vedi nota ), p. . Su Lualdi visto
da Petrassi, vedi nota . Cfr. inoltre larticolo di De Pirro, allora Direttore Generale per il Teatro e
per la Musica, sulliniziativa presa dal Ministro della Cultura Popolare: De Pirro, Nicola. Cicli di opere
contemporanee, in: Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. iii, pp. -. Sul ruolo di De
Pirro in ambito musicale, cfr. Nicolodi, Fiamma. Musica, in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota
), vol. ii (L-Z), pp. - e Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. - e - (di nuovo una
testimonianza di Petrassi). Infine, sulla tourne del Pierrot lunaire, cfr. Labroca, Mario. Lusignolo di Boboli,
op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Basta scorrere il programma della prima edizione della Biennale di Venezia, concordato con lacerrimo
nemico artistico Alfredo Casella per rendersene conto: Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp.
-. Quanto allatteggiamento critico, ironico ma tutto sommato benevolo, di Lualdi nei confronti di
Casella, cfr. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Europa, op. cit. (vedi nota ), pp. - (recensione della Partita
per pianoforte e orchestra); p. : Le opere di Kodaly e De Falla, di Petyrek e Casella, bastano a far apparire
questo convegno [Zurigo, iv Festival internazionale di musica contemporanea, ] come non inutile; e
p. : Questa composizione [la Sonata per pianoforte e violoncello] si ispira, secondo lattuale maniera del
Casella, alle antiche forme dei nostri sonatisti. Come un figliuol prodigo di buona pasta in fondo, Alfredo
Casella, dopo essersi abbandonato alla dbauche artistica, cedendo alle lusinghe delle pi varie sirene oltremontane, ritorna alla casa paterna e singinocchia dinanzi ai lari domestici. Vogliamo, a causa dei suoi antichi
trascorsi, respingerlo sdegnosamente? Neanche per idea. Apriamogli invece le braccia, e teniamolo bene
stretto, ch non ci riscappi via. Sul tema lualdiano del fuoriuscitismo, cfr. anche p. . Di estremo interesse
una lettera inedita del , scritta da Lualdi in risposta a una breve comunicazione polemica di Casella.
Questi documenti sono integralmente pubblicati in Appendice ii. Cos Lualdi immagina, ironicamente, una
autorecensione di Casella: Come direttore dorchestra sono arrivato alla maniera di comperarmi terre e di
costruirmi castella; come compositore sono arrivato, vero, alla mia terza maniera; ma, in compenso, non voglio
pi ricordarmi in che maniera si suoni il pianoforte; Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), p. .
461

Laureto Rodoni
Malipiero e il Sacre di Stravinskij, certo lontanissime dal suo modo di concepire la
musica.
Negli anni Trenta Lualdi si batt con vigore contro il dilagare dellopera verista e in
favore di autori moderni che potessero soppiantare il vecchio, vieto e comune repertorio,
ovviamente alla condizione che non fossero inquinati e pervertiti dallarte barbara nichilista e snobista da una parte e dal dilettantismo pacchiano ignorante dallaltra. Artisti,
. In sostanza Lualdi dopo aver obiettivamente descritto le sette scene, critica Malipiero per i lunghi e
agghiaccianti silenzii di troppe figure sceniche, per avere dato ufficio e valore di sintesi a quelli che non
sono se non frammenti; per lessersi servito anche troppo [] di modi che appartengono pi alle varie
esperienze moderne straniere (e perci eminentemente passatiste, per leffimero della loro vita) che al vero
futurismo italiano. Infine, gli sembra manchevole in pi di un punto lorchestrazione sia per qualit di
impasti che per equilibrio. Ma poi: Ad esse bisogna riconoscere un merito, che nellidea di aver voluto
presentare in sette brevi momenti scenici sette momenti drammatici, romanticamente contrastanti luno con
laltro, e poggiati ognuno su un altro contrasto, dir cos interno, di carattere romantico anche questo: la
serenata e la morte; lindifferenza del campanaro e la furia dellincendio; il carro dei penitenti e la compagnia
delle maschere; Id. Serate musicali, op. cit. (vedi nota ), p. . Nel Lualdi torn sulle Sette Canzoni,
modificando in senso negativo il suo giudizio (vedi nota ).

. Cfr. le osservazioni di Lualdi su Stravinskij e sul Sacre in particolare in occasione della prima rappresentazione del balletto in Italia (alla Scala, nel ; venne per eseguita solo la prima parte) diretto da
Hermann Scherchen: Igor Stravinskij un grande artista che ha detto, con larte sua, parole nuove [].
questa unopera turbolenta e potente. Composta dopo Petruska forse, tra le produzioni di Strawinski, la pi
rappresentativa e completa. [] Credo [] che si debba considerare questopera come il gesto eroico di un
grande artista creatore che, trovandosi a vivere in unepoca, come la nostra, essenzialmente e profondamente
antiartistica, esasperato dalla solitudine nella quale si trova, dalla incomprensione alla quale si vede condannato
non come fabbricatore di musiche [], ma come spirito anelante ad un sogno che non pu essere realizzato
in questi tempi, e in questa societ, getta il suo grido di dolore, lancia il suo inno rivoluzionario. [] sensibile
al ritmo affannoso della vita moderna, dava al suo Sacre du Printemps una vita ritmica e un travolgente impeto
meccanico che, se altro non fosse, resteranno, da soli, come documento eloquentissimo della nostra epoca
e della nostra civilt. Triste epoca? Civilt malata? Daccordo. Ma quello che si sentito ieri sera non ne
che la specchio, brutale e senza complimenti. [] Opera che scuote, che soggioga, che fa meditare; che
sembrerebbe inutile dirlo non pu essere imitata senza che i contraffattori si coprano di ridicolo; che
non pu segnare e non segna le nuove vie dellarte, ma una magnifica eccezione: e che, come tale, merita di
essere ammirata: per il suo ardimento, per la sua novit e per la sua potenza; Id. Serate musicali, op. cit. (vedi nota
), pp. -. Una ventina di anni dopo, Lualdi, prima di descrivere e lodare larte direttoriale di Stravinskij,
lo defin una grande figura di compositore moderno: Id. Larte di dirigere lorchestra, op. cit. (vedi nota ), p.
. In Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), p. , traendo spunto da uno scritto di Malipiero, Lualdi accosta
Stravinskij a Schnberg: Scrive il Malipiero: [Schnberg] colui che ha fornito allarte musicale lossigeno
che la tenne in vita mentre si maturavano gli eventi; la guerra e il resto. Non era ossigeno; erano gaz asfissianti.
Scrive il Malipiero: La Sagra di Primavera dello Strawinski, il figlio pi maschio, per quanto illegittimo, di
Arnold Schnberg. Pu darsi, ma anche il vino un derivato del solfato di rame, pure velenosissimo.
(Io credo invece che questo Sacre de Printemps sia il figlio pi legittimo non di un sistema armonico,
ma dellepoca nella quale fu composto e della nostra civilt, di cui rester eloquentissimo documento).
E poi cosa ne dite di questo pap che, per avere un figlio, ha bisogno di farselo confezionare da un
altro? Lualdi seppe anche apprezzare opere di Hindemith, Busoni, Kodly, Schulhoff, Jancek, Korngold,
Honegger (vedi note e ).

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


insomma, che, secondo la sua visione della vita musicale di allora, potevano degnamente
rappresentare lo spirito nuovo dellItalia del dopoguerra.
Si comprende quindi la veemenza lualdiana contro limmobilismo dei teatri dopera
che continuavano a privilegiare un repertorio trito:
Credo che, come nelle mostre di arti figurative, e nelle opere di architettura attuali, la maggior parte delle fatiche e delle attivit debba essere spesa,
anche nei teatri dopera e nelle sale da concerto, a favore degli artisti viventi, s
che il pubblico impari a conoscere e ad apprezzare limportante nuovo repertorio italiano di musiche teatrali e sinfoniche che esiste, e che un giorno dovr
necessariamente sostituire quello antico. Ma questo nuovo repertorio non potr
mai essere selezionato, concretato e avvicinato al pubblico se non si stabilisca con
chiarezza che i grandi teatri sovvenzionati hanno lobbligo preciso di costituire
laccogliente, normale vetrina di diritto dei maestri viventi di gi sicura rinomanza; ne abbiamo otto o dieci di primissimo ordine, superiori individualmente
e collettivamente alle scuole straniere e coetanee .

La visione lualdiana del teatro era fortemente influenzata dal pensiero mazziniano,
esposto nella Filosofia della musica:
Per la intima rispondenza che trovai subito tra il mio indistinto sentimento e le cose dette dal genovese; per limpressione che ebbi di riconoscere un
volto anche prima amato, feci subito mie le idealit altissime esposte dal Mazzini
nei riguardi del dramma musicale: nel senso di dare unidea, un significato superiore, e che trascenda ci che appare della vicenda scenica, un centro comune
ai vari momenti che compongono un dramma musicale; nel senso di risalire alle
origini filosofiche del problema musicale, di riconoscere e rintracciare i vincoli
che uniscono la musica alle arti sorelle, di ispirarsi al concetto fondamentale della
musica elemento di progresso nelluniverso terrestre del dramma musicale, sintesi o presentimento della sintesi generale dellepoca o di un momento storico
della societ civile. Abbracciate queste idealit (avr avuto, allora, ventanni), mi
sono staccato fin da principio (vale a dire gi con la prima opera: Le nozze di
Haura, composta nel ) dalla tendenza dominante e fortunatissima dellopera
verista; e mi son preoccupato di dare al dramma musicale, pi che novit di
apparenze esteriori e di forme [], novit di sostanza, di spiriti, di intenti; convinto, convintissimo comero e sono, che da unanima nuova data al dramma
. Cfr. Lualdi, Adriano. Per il primato spirituale di Roma, op. cit. (vedi nota ), p. .
. Discorso pronunciato alla camera dei deputati nella tornata del marzo , op. cit. (vedi nota ), p. . Un
discorso che ricalca quello che, secondo la testimonianza di Lualdi stesso, fece Mussolini nel , in occasione
delludienza accordata, anche a Pizzetti, Alfano, Renzo Bossi e Alceo Toni (vedi nota ): Lualdi, Adriano.
Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Il discorso di Lualdi non cadde nel vuoto: un mese
dopo fu infatti fondato il Ministero della cultura popolare (MinCulPop) che diede poi vita a un Ispettorato
del Teatro. Cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. ; Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio
fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

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Laureto Rodoni
musicale sarebbero spontaneamente, per necessit di armonie, derivati alla musica nuovi atteggiamenti e nuove forme.

Lualdi compose una decina di opere teatrali, musiche di scena, poemi sinfonici, musica da camera, liriche. Fu anche trascrittore e revisore di opere del Settecento (i concerti di
Durante e di Pergolesi; le sinfonie di Cherubini; le opere di Paisiello). Le sue composizioni
ebbero in patria un buon successo di pubblico e di critica, e autorevoli interpreti,
soprattutto durante e subito dopo il periodo fascista; erano per poco eseguite allestero (e se ne lamentava spesso), bench fossero, nel complesso, ben recensite, anche da
eminenti musicisti.
. Lualdi, Adriano. Il rinnovamento musicale italiano, op. cit. (vedi nota ), pp -. Cfr. lintroduzione di
Lualdi a Mazzini, Giuseppe. La filosofia della Musica, op. cit. (vedi nota ), pp. -: Non soltanto, dunque,
Mazzini vuole che il Dramma musicale si arricchisca di un contenuto filosofico o etico che lo riallacci in
qualche modo e lo renda in qualche modo partecipe della vita sociale e del moto progressivo della civilt,
non soltanto chiede, ad ogni dramma, la sua propria atmosfera, il suo proprio colore, il suo proprio accento;
ma fissa anche, con rigore, i principii e i limiti e i modi entro i quali dovr svolgersi la rivoluzione che e li
bandisce nel campo ideale, e giunge fino a precisare per quali vie e per mezzo di quali innovazioni formali
(sempre procedenti, per, dalla nuova spiritualit che egli auspica) tale rivoluzione potr essere compiuta.
Individualit che vuol dire caratterizzazione di luoghi, di tempi, di persone sceniche: una pi ricca
vita sinfonica a illustrare il dramma; ad ogni personaggio, entro latmosfera generale, il suo proprio accento;
ladozione del motivo conduttore; il Coro, quale elemento di vita e di contrasto drammatico; una pi alta ed
estesa funzione al recitativo obbligato (oggi lo chiamiamo declamato), elemento essenziale nel Dramma musicale
italiano, la cui formula schematica perfetta [] Recitativo e Aria; un pi largo e libero respiro allAria
(pare quasi che preconizzi la melodia infinita). Sulla tendenziosit dellesegesi mazziniana in epoca fascista,
cfr. Pestalozza, Luigi. Introduzione, in: La rassegna musicale, op. cit. (vedi nota ), pp. clv-clvi e Parlato,
Giuseppe. Risorgimento, in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. ii (L-Z), p. .

. Molto interessanti, per il raffronto che il poeta fa con lopera verista, le note di Eugenio Montale sulla
tragedia La figlia del Re: Che cosa resta in questa sua tragedia degli accorgimenti, del colore e dellenfasi vocale
che furono cari ai veristi? Forse solo il taglio sicuro degli episodi, levidente senso della teatralit, una scrittura
vocale che pur imponendo duri sforzi rispetta ancora le esigenze della gola umana. assente per la ricerca
del pezzo, della romanza, di tutto quello che pu consentire al pigro ascoltatore di racchiudere il significato di
unopera intera in poche battute. Diciamo pure lorrenda parola: la musica della Figlia del re la musica di uno
spiritualista come ne esisteva pi di uno quando dal verismo si svilupparono i fermenti dellart nouveau: una
musica che respingendo lemotivit troppo scoperta e diretta, e rifiutando insieme loggettivismo di chi nega
un significato ai suoni, cerca una sintesi diversa e chiede alla musica di sommuovere il mondo delle idee. In un
solo brano, peraltro di larga impostazione: il sogno di Damara, vero e proprio interludio sinfonico che figur
pi volte in programmi di concerti, Lualdi sembra tirare le somme e annodare i temi pi scoperti dellopera;
ma in tutto il resto la musica scorre accanto allazione, se ne nutre ma non fa mai dimenticare che allazione
scenica lautore ha fervidamente creduto; Corriere dinformazione, Milano, - luglio , ripubblicato in:
Lualdi, Adriano. La bilancia di Euripide, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Toscanini, Serafin, Gui, Santini, Georges Sebastian ecc.

. Cfr. per esempio lopuscolo su Lualdi pubblicato da Ricordi nellottobre del (nella Collana di
Autori Italiani Contemporanei), che contiene numerosi stralci di articoli di critici musicali italiani, tedeschi,
inglesi, francesi e americani, ma soprattutto le pagine curate da Mario Morini, nella parte finale del volume

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Il compositore Florent Schmitt e il critico musicale mile Vuillermoz cos si espressero sulla Suite adriatica ():
La Suite adriatique est une uvre claire, solide, bien quilibre, riche de
substance, et qui, nest-il que cela son actif, classerait Adriano Lualdi parmi les
plus remarquables musiciens de lItalie prsente.
Ce compositeur vnitien possde une verve naturelle, une facilit dlocution, une clart et un quilibre de pense qui constituent, de nos jours, des
qualits aussi rares que prcieuses. [] Le Finale [] montre les dons pittoresques dun compositeur qui nignore aucune des ressources de son mtier.

La sua musica era conosciuta anche in America; sul Chicago Tribune del marzo
apparve il seguente giudizio:
Lualdi uno dei pi seri fra i moderni compositori italiani. I suoi lavori si sono affermati in Italia, in Germania, ecc. Il suo talento essenzialmente
melodico ed assecondato da un sicuro senso della forma, da un fine sentimento
poetico e da una sicura potenza delle risorse orchestrali.

Infine, in The Musical Quarterly del , Reginald Smith Brindle scrisse le seguenti
considerazioni sul Diavolo nel campanile:
Lestensione considerevole dello schizzo originale di Lualdi vale
magistralmente Poe stesso. Egli esprime le personalit umane e riporta una
sequenza di eventi intriganti che culminano nel magnifico finale. [] Lo
spartito di Lualdi a prima vista una miscellanea sorprendente di stili e di
epoche ma, come nei sonetti di Shakespeare, rivela significati inattesi, dopo
attento studio. Lualdi usa molti stili, dal periodo polifonico fino allepoca
presente, con intenti ironici, e ricchezza di nascosti significati. [] La sua
musica incisiva e colorita, ironica e grottesca e compie ogni cosa con mano
sicura, cosicch il lavoro, nonostante una divergenza di stili, ha una omogeneit eccezionale, dovuta al magistrale senso della teatralit che il Lualdi
possiede. I recenti mutamenti scenici e le aggiunte includono una parodia
di musica dodecafonica (passacaglia del mondo alla rovescia) che illustra il
mondo quando il diavolo fa tornare indietro il tempo.

lualdiano La bilancia di Euripide, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg., con recensioni di Confalonieri, Montale,
Scaglia, Cogni, Abbiati, Della Corte, ecc.

. Le Temps, Parigi, aprile ; spezzone riprodotto nellopuscolo Ricordi su Lualdi (vedi nota ).

. mile Vuillermoz, Excelsior, Paris, marzo ; spezzone riprodotto in ibidem.

. Giudizio trascritto in ibidem.

. Smith Brindle, Reginald. Current Chronicle: Italy, in: The Musical Quarterly, xl/ (ottobre ), pp.
-, ripubblicato in: Lualdi, Adriano. La bilancia di Euripide, op. cit. (vedi nota ), pp. -.
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Laureto Rodoni

Ill. : Due battute autografe dellopera Il diavolo nel campanile di Adriano Lualdi. (Archivio privato L. Rodoni).

Nel (estate) e nel (estate-autunno) Lualdi usc dai confini italiani per approfondire nel resto dellEuropa la conoscenza della musica contemporanea. Alla fine dei
suoi viaggi trasse un bilancio delle sue esperienze dascolto. Espresse giudizi negativi sulle
tendenze estremiste, che contano i loro pi accesi campioni nei paesi di lingua tedesca,
ossia sulloggettivismo in musica, sullatonalit, sulla politonalit, sui quarti di tono:
[] si tratta dunque, pi che altro, di fenomeni di estetismo (antiestetico)
e di intellettualismo spinti alle pi estreme conseguenze [] che hanno, come
primo movente, la volont di reazione contro larte del xix secolo (musica programmatica, simbolismo, realismo, influenze letterarie) e, come corollario, la ricerca di
nuovi mezzi di espressione o estensione degli antichi (arricchimento dellarmonia;
sovvertimento nella gerarchia dei timbri orchestrali; abbandono del sistema temperato per esperimentare quello per quarti di tono; abbandono della tonalit per le
esperienze politonali e atonali; ricerca di un nuovo tipo di melos).
. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Europa, op. cit. (vedi nota ), p. . Il discorso verr ripreso qualche anno
dopo ne Id. Il rinnovamento musicale italiano, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg. (vedi nota ). Lualdi espresse invece
giudizi lusinghieri su Hindemith (p. : senza dubbio uno dei pi forti ingegni musicali tedeschi doggi), Casella
(pp. -); Kodly (pp. -); Busoni (pp. -: recensione al Doktor Faust, Francoforte, giugno ).

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Fu di nuovo inesorabile nei confronti della cosiddetta, e per lui famigerata,
Internazionale dellarte:
Sullesempio dei capiscuola tedeschi e austriaci, si formata, fra alcuni
compositori belgi, francesi, russi, olandesi, inglesi, svizzeri, una vera e propria Internazionale dellarte, che sembra ispirarsi ad ideali di bruttezza, di spiacevolezza
e di maleducazione che non hanno esempi nel passato; e che, nel presente, trovano riscontro soltanto in certi pittori (anche questi appartenenti ad una Internazionale: tanto impossibile, dai loro quadri, riconoscere lolandese dal russo,
dal francese, dal tedesco, dallitaliano) che, per dipingere un nudo di donna e per
fare della pittura veramente nuova, moderna e pura, si scelgono a modella una
vecchia baldracca sdentata e strbica, dalle tette che conversano con lombelico
e deformate le braccia e le gambe dallartrite; e la dipingono tutta in color verde
bile, o grigio piombo o terra dombra e bitume.

Nonostante i giudizi negativi, nei suoi viaggi Lualdi ebbe la possibilit di acquisire
un bagaglio di conoscenze che seppe sfruttare, con acume ed equilibrio, come direttore
artistico dei Festival veneziani degli anni Trenta:
Ho sentito, in cinquanta giorni di viaggio, molta bella, e anche molta
brutta musica. Oh s, molta. Ma nella trentina di rappresentazioni e di concerti
ai quali ho assistito, soltanto musica nuova o nuovissima, di autori moderni: tanta
musica moderna di tanti autori moderni in trenta sedute e in cinquanta giorni,
quanta non se ne sente in Italia in cinquantanni e in sedute trecento. Ascoltate
cos opere nuove, anche appartenenti alle tendenze pi avanzate, in unatmosfera
e in una cornice di modernit, ho avuto non una, ma cento riprove che come
tutto relativo anche latmosfera e la cornice hanno la loro bella importanza
nellimpressione che pu produrre, sul grosso pubblico, unopera: che quanto
dire sul suo destino e sulla sua fortuna.

L settembre Lualdi prese atto con profonda tristezza dellarmistizio:


Alle . il maresciallo Badoglio in persona ha dato lannuncio. Il
Governo italiano, riconosciuta limpossibilit di continuare limpari lotta contro
la soverchiante potenza avversaria, nellintento di risparmiare ulteriori e pi
gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhover comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta stata accolta
conseguentemente ecc. ecc. Si chiude cos, in modo che pi inglorioso e
triste non potrebbe essere, la pi dura, tragica, ingloriosa, umiliante pagina di
. Id. Viaggio musicale in Europa, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Cfr. anche pp. , -, e nota
. Dagli scritti di Anselmo Bucci riferiti a questo tipo di pittura, Lualdi ha mutuato il termine Accademia
del mezzo lutto (il cui presidente era il critico musicale Ferdinando Ballo): in questa fantomatica Accademia
trovavano posto, secondo Lualdi, quei musicisti attratti da compositori degenerati.Vedi nota .

. Ibidem, pp. -.

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Ill. : Bozzetto di Adriano Lualdi per il ii Festival


internazionale di musica contemporanea a Venezia ().
(Propriet della Famiglia Lualdi, Roma.)
storia dellItalia moderna. Cosa sar adesso del nostro paese e di noi? Gli angloamericani, sempre via radio, ci coprono da due ore di buone parole e di belle
promesse: ma bisogner attenderli ai fatti; e rimane soprattutto, il danno incalcolabile e lo scorno ineguagliabile di una impresa nella quale lItalia non pu
vantare neppure un gesto intelligente, neppure un successo autentico, sia pure
effimero; e in cui ha messo svergognatamente in mostra la nullit, lincapacit,
la leggerezza, la disonest della sua classe dirigente, e la nessuna consistenza materiale e morale della Nazione. Quanti lutti, quante rovine, quante umiliazioni
senza conforto, senza compenso alcuno: senza neanche poter dire in coscienza:
abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare.

Due settimane dopo, allo scoramento subentrarono lafasia e la nausea: Dopo il


doloroso distacco dalla grande illusione che mi ero fatto e dalla sincera fede che avevo
prestata alluomo [Mussolini], non voglio pi discutere, neppure in questo quaderno che
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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


sta diventando il rifugio del mio spirito, argomenti, cose, uomini, fatti che ormai mi danno
una profonda nausea.
Il gennaio del , venuto a conoscenza del contenuto del trattato di Yalta, si
abbandon a un altro lancinante sfogo:
Questa dichiarazione congiunta significa che non soltanto lItalia
neppure menzionata nel documento, tanto considerata, ormai quantit trascurabile ma lintera Europa ha perduto la propria indipendenza.
Questo levento che i var Sforza, Croce, Omodeo, Arangio Ruiz ecc. ecc.
auspicavano quando desideravano speravano affrettavano col pensiero e con
la subdola attivit di traditori la disfatta dellItalia per veder cadere una fazione a loro avversa. Questa la sorta di libert che essi si ripromettevano e
promettevano al loro Paese e alla intera Europa, labbattimento del tiranno
di casa, addomesticato e sempre pi addomesticabile, e la cui tirannia era in
ogni caso limitata dalle leggi della natura = per cadere sotto la tirannia di
due rivali dellEuropa la Russia e lAmerica e della pi subdola e ipocrita nemica della grandezza e della potenza europea, lInghilterra. LItalia
dunque caduta, finita, ma nel suo crollo essa la quantit trascurabile
del convegno di Yalta ha trascinato con s tutto intero il nostro continente: non so con quanta convenienza della stessa Gran Bretagna. Questo
pensiero non baster certo a recare qualche conforto a quei pochi Italiani
che ancora credono, e dicono, di amare la Patria: e che in ogni caso in nessun

. Parole precedute da: Il Roma diersera [] reca il discorso di Mussolini pronunciato laltro ieri alla
radio. un discorso che a me pare aggravi ancor di pi la situazione di Mussolini verso il Paese; e questo
sarebbe il minor male se il Paese potesse salvarsi, ci che non ; e nel quale c ancora della retorica, ancora
della vanit, ancora della malafede: quando dice che Germania e Giappone non capitoleranno mai, ci che
da vedersi []. Su Duce scrisse ancora quel giorno: Sar dunque giusto giustissimo che Mussolini sia
giudicato, sebbene non vi sia condanna ed espiazione che basti a risarcire la Nazione della rovina a cui stata
condotta e a risollevarla dallabisso in cui stata gettata; ma anche il Re e anche Badoglio dovranno esserlo.
Essi non hanno che una attenuante: di essere molto ma molto meno intelligenti di Mussolini: il quale, se non
altro, i, salv lItalia dal bolscevismo; ii, ebbe la grande intuizione di ci che pu essere, e che forse deve
essere, un grande Stato moderno; e, nei suoi primi quindici anni di governo, tent veramente, e quasi gli riusc,
di realizzarla; questa e le citazioni precedenti sono tratte dai diari inediti di propriet della Famiglia Lualdi,
Roma. Nonostante che nel nutrisse ancora simpatia per i tedeschi, Lualdi ospit nella sua casa di Napoli
un giovane antifascista, destinato a essere deportato in Germania, insieme alla sua famiglia. Ecco il documento
che attesta lazione umanitaria di Lualdi: Io sottoscritto Roberto Procida, figlio di Antonino, antifascista, mai
iscritto al partito fascista, sento il dovere di attestare che il Maestro Adriano Lualdi, conoscendo la difficile
condizione nella quale si trovavano mio padre ed io a fine settembre , nei tragici giorni della sgombero
della fascia costiera, del bando per il servizio obbligatorio in germania, e della spietata caccia che i tedeschi
davano ai giovani, offr a mio padre di ricoverarsi con tutta la famiglia in casa sua e di tenermi nascosto
presso di s, pur conoscendo bene i pericoli ai quali si esponeva. Sono rimasto a casa sua per lintero periodo
critico, dal . al ., quando le case private erano perquisite e i giovani strappati alle loro famiglie; e non
dimenticher mai il conforto morale e materiale, e laffettuosa cooperazione che ebbi dal Maestro Lualdi. Il
documento controfirmato da un notaio. (Carte della Famiglia Lualdi, Roma.)

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Laureto Rodoni
modo hanno contribuito alla sua rovina: ma a rendere meno velenosamente
amara lamarezza, forse, s.

Crollato il fascismo, il febbraio Lualdi fu rimosso da direttore del Conservatorio


di Napoli, perch ritenuto fortemente compromesso col regime.Visse con profonda amarezza questa sanzione, difendendosi con vigore e rabbia dalle accuse di aver approfittato
delle sue alte cariche per favorire i fascisti e impedire ai non fascisti e agli antifascisti lesecuzione delle loro opere:
Ma forse che Lualdi si servito della tessera e della carica per compiere
atti di disonest, di profittazione, di settarismo, di offesa al buon costume e alla
gustizia? citatemi un caso. Forse che ha messo al bando, nelle sue organizzazioni gli antifascisti (Previtali e Gui), gli afascisti (Serafn), i comunisti (Scherchen)
per ragioni politiche o faziose, come voi ora fate con lui? citatemi un caso.
Forse che, indetta la campagna razziale, si messo in combutta con Preziosi e
con Farinacci, o non piuttosto ha fatto tutto quanto gli era possibile di fare per
difendere e proteggere, esponendosi anche personalmente, alcuni pericolanti o
perseguitati? forse avvenuto una volta sola che egli abbia rifiutato un suo
intervento a difesa in questa allor pericolosa materia? citatemi un caso. Allora,
voi, che sareste i purissimi democratici antifascisti restauratori della giustizia e
della libert, dellonest, della correttezza, dei valori spirituali, della moralit,
ecc. ecc. speculando ignobilmente e incoraggiando o fomentando lignobile
speculazione di alcuni colleghi del Lualdi che, favoriti e beneficati da lui pi
e pi volte in passato, sarebbero oggi felicissimi di metterlo a tacere sotto tutti
gli aspetti, vi dimostrate [] settari, disonesti, ingiusti, immorali, esosi e
cafoni, come egli, lex fascista cons. naz., non fu mai. Fingete ignoranza o dimenticanza, fate mostra di non dare nessunissimo peso al molto che egli fece,
in questi trentanni, per larte e per gli artisti suoi colleghi; e, solo con questo,
date prova del vostro complesso dinferiorit. Oppure pretendete di giudicarlo,
e vi fate giudicare.

Dopo oltre quaranta mesi di purgatorio, Lualdi pot riprendere la sua attivit in
campo musicale:

. Dai diari inediti di propriet della Famiglia Lualdi, Roma.


. Ferdinando Ballo, Luigi Rognoni, Remigio Paone, organizzatori di concerti che non hanno incluso
Lualdi nei loro programmi perch fascista. Nel Ballo fond con Rognoni unorchestra da camera per
lesecuzione di musica moderna. Con Paone, fond nel i Pomeriggi musicali di Milano, istituzione di
concerti per musica da camera, che diresse fino al e che tuttora attiva.

. Da una lettera alla sua ex segretaria Ada Finzi al tempo dei Festival del ottobre , custodita nelle
Carte della Famiglia Lualdi, a Roma. Su Roberto Farinacci, cfr. Di Nucci, Loreto. Farinacci, Roberto, in:
Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. i (A-K), pp. -; su Giovanni Preziosi, cfr. ibidem, vol. ii
(L-Z), pp. -.

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


S, la edificante buffonata epurativa, apertasi il febbraio , si conclusa il luglio , dopo soli quarantatr mesi e rotti (quegli affari), con un
Galop finale guidato dal Trio Ferraris, Zotta, Bubbico. E la quadriglia pi uno dei
ballerini togati, dopo molte pi o meno belle figure di tarantella, moresca e monferrina, ha finito con limboccare, piroettando, il portone della giustizia, con lo
stesso caracollante entusiasmo che il agosto la aveva condotta a far carle e
a prosternarsi davanti allAra dellingiustizia nel malo tempio della Fazione.

Proprio nel fu nominato direttore del Conservatorio Luigi Cherubini di


Firenze, dove rimase fino allet della pensione, nel .
Severi i giudizi verso Lualdi di alcuni studiosi del rapporto tra musica e fascismo. Per
Antonio Trudu Lualdi fu, insieme a Giuseppe Mul, il massimo esponente della politica musicale ufficiale del regime fascista. Harvey Sachs lo colloca, insieme a Mul e ad
Alceo Toni, nella burocrazia musicale sottoministeriale, Goffredo Petrassi considera
semplicemente i tre musicisti dei gerarchi fascisti che si occupavano di musica; Massimo
. Lettera del luglio , indirizzata allavvocato Pompeo Biondi. (Carte della Famiglia Lualdi, Roma.)
La votazione, dopo una discussione lunga e animata, fu di sette favorevoli, un astenuto e un contrario.

. Cos Il Mattino di Firenze ne diede la notizia il dicembre del : Apprendiamo che alla direzione
del Conservatorio Musicale Cherubini [] stato destinato il Maestro Adriano Lualdi, una delle pi spiccate
personalit del mondo musicale italiano e circondato dalluniversale estimazione entro e fuori i confini della
patria []. Nei diari inediti Lualdi suppone che lautore del trafiletto fosse Renato Mariani e manifesta il
proprio grandissimo piacere per il saluto del Mattino. Fu Giuseppe Mul che prese il suo posto a Napoli.
E a Roma, dove Lualdi desiderava ardentemente andare, fu nominato Bustini.

. Su Mul, commissario straordinario del sindacato fascista, cfr. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ),
vol. i, p. , nota e p. , nota ; vol. ii, pp. sgg.; Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti nel ventennio
fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. - (dove sono pubblicate alcune lettere di Mul a Mussolini); Sachs,
Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. , e ; Parmentola, Carlo. Mul, Giuseppe, in: DEUMM, op. cit.
(vedi nota ), vol. v, pp. -.

. Trudu, Antonio. Lualdi, Adriano, in: DEUMM, op. cit. (vedi nota ), vol. iv, p. .

. Cfr. Toni, Alceo, in: ibidem, vol. viii, p. . Inoltre: Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio
fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -, dove sono pubblicate alcune lettere di Toni, tra cui due a Mussolini;
Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. , , -, , , e ; Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi
nota ), pp. -; Nella prefazione a Studi di interpretazione, Milano, Bottega di Poesia, (I Fascicoli
Musicali), Toni, in evidente polemica con gli avanguardisti, scrisse: [Questo libretto si propone] di schiarire
[] le idee intorno alle capacit espressive dellantica musica ed alla natura ed allimportanza del suo dettato
grafico, le quali idee troppi nno annebbiate e sono fondate, perci, di errori ed equivoci, pei quali sembra
pure che di detta musica siasi esaurito ogni originaria animazione e non serva se non agli ozi eruditi dei
catalogatori di notizie storiche. E non giunger inopportuna nemmeno ai musicisti moderni e modernissimi
pi spregiudicati, se vero che la formazione di una nuova sensibilit artistica uno sviluppo, non una
deviazione, nel processo evolutivo dellarte. Cfr. infine la feroce stroncatura di Toni da parte di Casella nella
nota e il sarcasmo di Malipiero a p. , dove Toni viene definito un toni (allinsegna del nomen omen),
cio un pagliaccio.

. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Ibidem, p. .

471

Laureto Rodoni
Mila lo riteneva ironicamente uno dei gerarchetti musicanti [] che bazzicavano intorno
al regime. Ma le parole pi dure furono scritte da Luigi Pestalozza: Lualdi era il massimo esponente della pi retriva e inquisitoriale politica musicale del regime, con gravi
responsabilit nella soppressione delle libert artistiche e culturali; uno dei musicisti pi
compromessi con la tendenza pi reazionaria e forcaiola della musica fascista.
Alla luce dei nuovi documenti addotti e che addurr, i giudizi pi severi dovranno
essere di molto attenuati e la questione-Lualdi rivisitata con meno superficialit.

Io non so dove piazzarti. Con gli amici? Con gli avversari?


Nel corso degli anni Venti latteggiamento ostile di Lualdi verso Malipiero si tramut,
sorprendentemente, in amicizia, come si evince dalle lettere pubblicate in questo saggio
e da una serie di circostanze in cui Lualdi dimostra di essere affrancato dai musicisti pi
retrivi del regime (come Toni e Mul) e, paradossalmente, almeno in parte, dalla sua stessa
ideologia musicale. Non desta quindi eccessivo stupore la richiesta che, alla fine del ,
Lualdi fece a Malipiero (e anche a un altro suo ex nemico, Alfredo Casella) di una pagina
pianistica da pubblicare sul Secolo XX e in seguito in una miscellanea musicale. Questa fu la
risposta di Malipiero:
Caro Lualdi,
sarei felicissimo di mandare a te per il Secolo xx una pagina di musica
per pianoforte che ho scritta qualche mese fa e che attende altre pagine per

. Ibidem, p. .
. Pestalozza, Luigi. Introduzione, op. cit. (vedi nota ), pp. x.

. Ibidem, p. xii e Petrassi, Goffredo. Op. cit. (vedi nota ), pp. -: [] ora aspiravo al Festival di
Venezia, ma in quel momento ne era direttore artistico Adriano Lualdi, nemico accanito della musica moderna
e inoltre nemico personale di Casella, di Malipiero, di tutti gli amici che frequentavo e che non stavano in
riga con i dettami nazionalistici fascisti di cui Lualdi era portatore. [] Per la musica era Lualdi il difensore
della sana tradizione italiana contro qualsiasi apertura verso lestero []. Affermazioni a dir poco singolari
alla luce dei documenti inediti addotti in questo saggio.

. Dalla lettera di Malipiero a Lualdi del gennaio (cfr. infra, in questo paragrafo).

. Cfr. la lettera del novembre , in: Catalogo critico del fondo Alfredo Casella, voll., Firenze, Olschki,
(Studi di musica veneta, ), vol. i: I carteggi, a cura di Francesca Romana Conti e Mila De Santis, t.,
vol. i/, p. (L. ).

. Lettera autografa su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero.

. Lualdi era critico musicale del Secolo XX fin dal .

. In quel periodo Malipiero non pubblic brevi opere pianistiche raccolte sotto un solo titolo. Potrebbe
trattarsi di una composizione confluita nella raccolta Hortus Conclusus, pubblicata da Ricordi nel . Lunico
pezzo di due pagine della raccolta proprio il primo: Mosso. Cfr. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit.
(vedi nota ), p. .

472

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


lo stesso istrumento chio avrei in testa di scrivere. Credo corrisponderebbe e
per le intenzioni e per la facilit a quello che tu vorresti, ma non posso disporre
di quello che scrivo: tutto appartiene allUniversal Edition di Vienna. Se si
trattasse di pubblicarle soltanto sul Secolo xx, scriverei io stesso alleditore, ma
la tua intenzione di riunire le composizioni che pubblichi sul Secolo xx in
volume, complica la faccenda. Ecco quello che io ti pregherei di fare, e la mia
proposta deve dimostrarti la mia buona volont e la simpatia per il Secolo xx.
Scrivi allUniversal Edition, Karlsplatz Wien i, chiedendo il permesso di pubblicare una mia pagina di musica per pianoforte inedita, ma che ormai scritta
e offri quello che vorrai o crederai offrire (o domanda alleditore le condizioni) per poterla pubblicare nel volume a fine danno. Per spiegare allEditore le
dimensioni dellopera puoi dire che di due facciate come il mio Preludio
pubblicato dallUniversal-Edition nella raccolta di musica per pianoforte Musik
der Zeit, volume iii, pag. -. Puoi scrivere in francese. Ti prego caldamente
di interpretare quello che ti ho detto come una prova di simpatia e mi rincresce
se per cos poca cosa devi purtroppo prenderti una noia sproporzionata. Io NON
posso scrivere, e ci per certi precedenti che non ti racconto onde evitarti una
noia pi grande. Se scrivi tu o fai scrivere dal Secolo xx credo che il permesso ti verr accordato. Arrivederci a Milano (almeno cos spero) in Gennaio.
Cordiali saluti dal tuo
Francesco Malipiero
Asolo (Treviso) -xii-

Il tono confidenziale, il tipo di richiesta (una composizione di uno degli aborriti


avanguardisti fuoriusciti), la risposta di Malipiero, presuppongono non soltanto che i due
musicisti si conoscessero e si frequentassero, ma che il loro rapporto artistico e umano fosse
anche improntato a reciproca stima. Difficile immaginare Alceo Toni o Giuseppe Mul in
una analoga situazione.
Di certo Lualdi non fu mai un entusiasta estimatore di Malipiero, nella cui opera
intravedeva due notevoli caratteristiche: lamore allo stravagante e allinsolito, ereditato
. La prima partitura pubblicata dalla prestigiosa casa editrice viennese furono Le Pause del silenzio I nel
. Ma la Universal Edition era gi in possesso del manoscritto della Sinfonia del Mare risalente al .

. Uno dei tre Preludi a una fuga, composti e pubblicati nel , con dedica a Guido M. Gatti.

. Musik der Zeit. Eine Sammlung zeitgenssischer Werke, iii (pianoforte),Vienna, Universal-Edition, [].
La raccolta ospita composizioni di Bla Bartk, Rudolf Kattnigg, Gyrgy Ksa, Gian Francesco Malipiero,
Nicolai Miaskovsky, Vitezslav Novk, Leonid Polovinkin, Ottorino Respighi, Vittorio Rieti, Alexander
Scriabin, e Pantcho Vladigerov.

. Malipiero fa forse riferimento alle reiterate lettere di protesta per le mancate consegne a Gatti delle sue
opere pubblicate dalla Universal Edition: [] sono adiratissimo contro lUniversal. Ho scritto e riscritto di
mandarti tutte le mie opere che pubblicano. Che animali. Ritorno a scrivere per la a volta e spero riceverai
Filomela e lInfatuato: lettera a Gatti del agosto , in: Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido
M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. ; [] hai ricevuto Filomela e lInfatuato? Ho scritto
volte di mandartela: lettera del novembre , in: ibidem, p. . Gatti la ricevette qualche giorno dopo
(ibidem, p. ).

473

Laureto Rodoni
dal nonno; e quel che di maldestro e di poco equilibrato che si osserva nella sua tecnica
orchestrale, che dovuto quasi certamente alla scuola del Bossi (grandissimo organista
[], ma modesto orchestratore). Tuttavia non fu nemmeno un ostinato e inesorabile detrattore della sua musica, come risulta dal capitolo che gli dedica nel volume Il
rinnovamento italiano:
Per ci che riguarda il contenuto spirituale dellopera di G. F. Malipiero, e
la sua effettiva importanza rispetto alla produzione moderna italiana e straniera,
c da fare i conti, in ogni caso, con lo snobismo imperante in alcuni circoli
musicali internazionali che, confortando il Malipiero delle loro pi calorose simpatie, hanno contribuito, pi di una volta, a trascinarlo nelle paludi dei peggiori
barbarismi; e c da fare i conti anche col misoneismo tutto provinciale di altri
circoli nostrani, che vittime anche questi di cento pregiudizi accolgono
sistematicamente ogni opera del Malipiero, anche la pi ortodossa, come se si
trattasse di letteratura pornografica. Molta della produzione del Malipiero ha,
senza dubbio, asperit e durezze e vacuit. [] Ma, daltro canto, vi sono opere
. Cfr. Pieri, Marzio. Prefazione, op. cit. (vedi nota ), pp. -.
. Lualdi, Adriano. Il rinnovamento musicale italiano, op. cit. (vedi nota ), p. . Su Bossi, cfr. ibidem, p. .

. Ibidem, pp. -. Nel settembre del , Lualdi definisce Malipiero, in contrapposizione a


Wolf-Ferrari, lasso dei cosiddetti avanguardisti italiani; Id. Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), p.
. Su Monteverdi, vedi nota .

.Vedi note , , e e pp. , , , , , , , , .

. Allusione alle degenerazioni dellanti-impressionismo su cui Lualdi discetta nelle pagine precedenti
( sgg.) del volume citato: esse, secondo Lualdi, portavano al fenomeno Schnberg e [alla] sua purtroppo
numerosa scuola, con lapplicazione puramente scientifica, fredda, crudele, senzanima, senza umana simpatia
n umano calore, delle nuove teorie della dodecafonia, della atonalit, della politonalit. Cose diverse []. Ma
nelluno [atonalit] e nellaltro [politonalit] ogni senso di tonalit distrutto; la sovrapposizione di accordi,
la frattura di ogni linea, la brutale violenza di musiche tutte angoli e spigoli, il prevalere dei colori tetri,
lossessione del nero (anche qui, come nel cubismo, riabilitato il nero), la spiacevolezza e la violenza dei
contrasti (non pi il caso di parlare di impasti di armonie e di timbri) non conoscono limiti. Ma queste
malattie propagate da un gruppo di artisti che abbandonatisi alle pi arrischiate conseguenze del surrealismo
tedesco e del teosofismo [allusione a Rudolf Steiner, vedi nota e p. ] aveva perduto ogni contatto
con la realt; queste mode lanciate, con gran suoni di cimbali e buccine intorno, da Vienna, da Praga, da
Berlino, non hanno avuto sguito. Lambiente spirituale non dir dei circoli che ospitavano i congiurati, ma
di tutto il rimanente mondo musicale non era tale da poterne render fecondi gli sforzi. Fenomeno parallelo
e sincrono a quello delle pi feroci e inumane aberrazioni prodotte dalla guerra mondiale, non trov il suo
clima adatto negli spiriti di una umanit stanca di orrori, sazia di incubi, desiderosa solo di riconciliarsi con
la vita e con s medesima. N i capiscuola mostraron di possedere genio sufficiente per provocare con
opere che stessero al di sopra di ogni tendenza, di ogni filosofia, di ogni teoria, di ogni ismo un profondo
e sostanziale mutamento nel gusto collettivo. [] Malattie contagiose, [] snobismi pi estremi doltrAlpe,
[] che hanno, per noi, qualche cosa di anticristiano, di irreligioso, di ateo: e che sono infatti rappresentate,
nei loro elementi pi significativi e fanatici, da campioni e condottieri israeliti. [] questo fenomeno di
estremismo rivoluzionario artistico pu essere paragonato allaltro, pi grandioso assai, e anchesso non
soltanto politico, ma religioso, del bolscevismo russo (p. ). Vedi anche la nota per Schnberg e, nella
stessa, la testimonianza di Petrassi.

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


che come Pause del silenzio, le Impressioni dal vero, le Sette Canzoni, il quartetto Rispetti e Strambotti, molte altre musiche istrumentali, molte musiche vocali
possono e debbono, anzi, essere accolte da tutti come espressioni di un ingegno fervido e forte; e di uno spirito che, tormentato dalle pi varie incertezze,
trova talvolta la forza di liberarsi dalla zavorra dei riguardi dovuti allo snobismo
e della singolarit raggiunta ad ogni costo, e dice allora le sue parole migliori, e
le pi eloquenti. Al Malipiero da riconoscere altres la vasta opera di esumatore
e trascrittore di antiche musiche da lui compiuta (ora ha in corso la riedizione
delle opere di Monteverdi) e la varia attivit che svolge, con bella preparazione e
con vivace spirito polemico, nel campo degli scritti darte e di critica.

Schiettezza, lealt, parlare e scrivere senza mezzi termini erano doti di Lualdi che
spesso venivano e vengono confuse con protervia e intolleranza. In una lettera a Casella
pubblicata in Appendice ii, Lualdi stesso consapevole che un tale atteggiamento di onest
intellettuale, di sincerit verso se stesso e verso gli altri comporta dei rischi di fraintendimento, ai quali non si mai sottratto, prima, durante e dopo il fascismo, pagando questa
coerenza a caro, carissimo prezzo:
E se qualche volta ho dissentito dai suoi atteggiamenti e dalle sue musiche, stato sempre con quella aperta lealt che mi procura questa s molti
nemici; ma che tiene sempre tranquillissima la mia coscienza: e mi permette
sempre di guardare fisso negli occhi le persone che mi parlano, e di rispondere
con piena fermezza a quelle che mi scrivono.

Certe affermazioni contenute nel primo paragrafo dedicato a Malipiero, pur essendo
una sequela di luoghi comuni della critica conservatrice, sono durissime non soltanto nei
confronti dellartista, ma anche delluomo, che non sarebbe stato in grado di liberarsi da
pesanti condizionamenti esterni. Quel testo venne pubblicato nel , in un periodo in cui
lamicizia tra i due musicisti era solidissima e Malipiero non se ne ebbe a male.
Non dato stabilire con precisione linizio del loro rapporto di amicizia e di collaborazione. Potrebbe risalire ai primi anni Venti o forse alla sera della prima rappresentazione
italiana delle Sette canzoni, che ebbe luogo il maggio a Torino e su cui Lualdi scrisse
una equilibrata recensione.
Quellanno i due musicisti si rivolsero a Mussolini (ad personam Lualdi, per lettera
Malipiero): inaspettatamente le posizioni dei due musicisti sul ruolo-chiave del fascismo in
. Alla fine degli anni Trenta, per, la schiettezza lualdiana superer quel limite, oltre il quale, non solo per
Malipiero, regnano la denigrazione e loffesa personale (cfr. pp. 518 sgg.).

.Vedi nota .

. Vedi nota e p. . Secondo Lualdi Mussolini avrebbe dichiarato: necessario che il pubblico
apprezzi ed impari ad amare anche la musica che non sa a memoria. Ma siccome, per ci che riguarda la
divulgazione, la musica da concerto non arriva alle grandi folle, e quella da teatro s, la musica da teatro
che bisogna far rinascere, prima di tutto. Perch non ci sono teatri sperimentali dopera, come di commedia?

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Laureto Rodoni

Ill. : Foto di Adriano Lualdi risalente al periodo del i Festival veneziano. Sul retro le due
battute dellopera Il diavolo nel campanile, pubblicate come Ill. . (Archivio privato L. Rodoni.)
476

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


ambito musicale avevano una base e alcuni tratti in comune; entrambi consideravano infatti
come fonte di ispirazione per le loro proposte di riforma il Disegno di un nuovo ordinamento
dello Stato libero di Fiume redatto nel da dAnnunzio ed erano convinti che Mussolini
avrebbe potuto rivestire un ruolo decisivo per la radicale ristrutturazione degli istituti musicali. Nellaprile del Malipiero scrisse al Duce:
Sono un sincero ammiratore di quello che il fascismo ha fatto in Italia,
ma mi preoccupo della sorte, che in mezzo allo straordinario rinnovamento spirituale italiano, toccata a quella povera cenerentola che si chiama musica. []
La critica musicale [] rimasta in mano ai disfattisti, cio a quelli che vogliono
la musicalit italiana fatta collo stampo e dietro la maschera di un falso patriottismo esaltano soltanto i dilettanti e la musica commerciale. Nei regi Conservatori
imperversa la mediocrit [] Sarebbe una gioia per me di collaborare alla
rinascita musicale fascista e la prego di tener presente che ho elaborato un piano
completo che offro a lei quale testimonianza della mia grande ammirazione e
con spirito francescanamente disinteressato. Perdoni il mio ardire, ma anche un
musicista pu essere coraggioso e desiderare che lItalia sia veramente grande
anche nel regno dei suoni.
Questi hanno dato ottimi risultati. Ad ogni modo deve essere superata la mentalit ostile alla nuova musica
italiana. Si continuano ad eseguire e a ripetere opere vecchie; piacciono anche a me, badate; ma sentiamo
e ripetiamo le nuove! Pu darsi che ve ne sia qualcuna che vale pi di quelle. Se in una stagione si dessero
cinquanta opere nuove, e quarantotto cadessero, sarebbero bene spesi le fatiche e il denaro per le due sopravvissute; Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Su quella visita al Duce,
cfr. le valutazioni di Pestalozza, Luigi .Introduzione, op. cit. (vedi nota ), pp. cvi-cx.

. Cfr. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), p. e la lettera di Malipiero a
Mussolini del aprile , in: Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ),
pp. -. Ma [] a ben guardare fra il Disegno dannunziano improntato a vago misticismo collettivizzante
e lo schema redatto da Malipiero fatto salvo un certo alone estetizzante che nel musicista si manifesta per
attraverso canali meno fumosi, non sembrano molti: ibidem, p. .

. Malipiero si ispirer al progetto formulato in questa lettera per redigere, anni pi tardi, la relazione
per il Convegno musicale promosso dal Ministero delleducazione musicale nel (I conservatori musicali
di oggi e dellavvenire). Gi nel Malipiero scrisse: [] i conservatori musicali dovrebbero costituire
un organismo sonoro, atto a formare dei musicisti capaci di estendere la loro comprensione anche oltre la
musica. Difatti tutti gli allievi dovrebbero assistere a un corso di storia dellarte e della letteratura, reso pi
vivo frequentando i teatri di prosa (quando ne vale la pena), le gallerie, i musei, le conferenze, sempre sotto
la guida di artisti intelligenti che dovrebbero professare linsegnamento non come degli stipendiati, ma quali
apostoli di una grande idea; Malipiero, Gian Francesco. I Conservatori, in: La rassegna musicale, op. cit. (vedi
nota ) p. . Cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. : Malipiero aveva un carattere che lo rendeva
inutile al regime se non come nome prestigioso da aggiungere alla lunghissima lista di entusiasti. I suoi
progetti di riforma delleducazione musicale in Italia non furono mai messi in pratica, e le sue composizioni
vennero probabilmente eseguite n pi n meno spesso sotto il fascismo di quanto lo sarebbero state in altre
condizioni politiche.

. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Sul progetto
didattico-pedagogico di Malipiero, cfr. ibidem, pp. sgg. Nella lettera a Mussolini, Malipiero asserisce di non
ambire a un posto in un Conservatorio poich troppo bella la libert, e di non voler accettare onorificenze.
477

Laureto Rodoni
Malipiero, che voleva ottenere un appoggio da Mussolini in persona, approfitta di
questoccasione per informarlo che la sua produzione musicale pi apprezzata allestero
che in Italia, dove vige la congiura del silenzio ordita da tutta la stampa.
Nello stesso periodo Lualdi pubblic il volume Viaggio musicale in Italia, in cui espresse, certo in toni pi enfatici rispetto a Malipiero, il suo entusiasmo per ci che Mussolini
aveva e, soprattutto, avrebbe fatto in favore dellarte e della musica in particolare:
Oggi, sotto il pungolo di quel superbo animatore e restauratore che
Benito Mussolini, molte sopite energie nazionali si ridestano, molti valori ideali
riacquistano la loro giusta importanza, e possiamo sperare in nuove propizie
fortune. Larte fra questi valori che Benito Mussolini ricollocher sul giusto
piedestallo; la musica la pi bisognosa fra tutte quella che pi ha da
attendere e da sperare.

dunque possibile che i due musicisti, preoccupati come tanti altri colleghi per il
destino della musica in Italia, abbiano accantonato le profonde controversie in ambito filosofico-estetico-musicale e trovato convergenze sul piano didattico-pedagogico e sul ruolo
che le istituzioni musicali dovrebbero rivestire nella societ.
Dalla prima lettera del dicembre si evince anche che la Universal Edition aveva
tutti i diritti sulla musica di Malipiero: fu proprio grazie ai proventi della casa editrice viennese (ma anche della londinese Chester) se Malipiero pot permettersi di abbandonare,
nel , linsegnamento al Conservatorio di Parma per attendere con tranquillit alle sue
composizioni e alla monumentale edizione dellopera di Monteverdi. Questa lettera
Lallusione alla neonata Accademia dItalia evidente. Vedi nota . Malipiero fu sempre molto critico nei
confronti della scuola e degli insegnanti. Cfr. la lettera a Goffredo (?) Bellonci pubblicata nellAppendice i. In
Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), pp. -, egli espresse il suo pensiero utopico sul ruolo della musica:
Se superando le difficolt burocratiche si potesse riformare la scuola, la musica potrebbe diventare il centro
di tutte le arti, ch i teatri, la danza, la scenografia abbracciano larchitettura, la scultura e la pittura. La poesia
si fonde con la musica e insieme le fondono tutte. noto che Mussolini fosse tuttaltro che sprovveduto in
campo musicale: cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. -; Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi nota
), pp. -; Biguzzi, Stefano. Lorchestra del duce. Mussolini, la musica e il mito del capo, Torino, UTET,
, pp. -.

. Leitmotiv epistolare: vedi per esempio la nota e le pp. e .

. Lualdi, Adriano. Viaggio musicale in Italia, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Soprattutto i teatri un vero e proprio chiodo fisso lualdiano connessi alle orchestre sinfoniche, ai
cori, alle organizzazioni di musica da camera, e i Conservatori, che vivono la vita senza sole di tutte le scuole
musicali dItalia: ibidem, p. .

. Le prime composizioni pubblicate da Chester furono Poemi asolani e Barlumi nel .

. Io vivo solo ad Asolo da anni e potevo farlo perch vivevo dei miei editori esteri, ch, allestero le mie
opere andavano sempre meglio: Lettera a Lualdi del dicembre , pubblicata alle pp. -. Cfr., inoltre,
Nota bio-bibliografica in: Malipiero, Gian Francesco. Larmonioso labirinto [], op. cit. (vedi nota ), p. .

. Cfr. Bianchi, Chiara. Caro Bas [], op. cit. (vedi nota ). Inoltre: Lopera di Gian Francesco Malipiero,
op. cit. (vedi nota ), pp. - e sgg.; Id. Claudio Monteverdi. Commiato, in: Id. Il filo dArianna [], op.
478

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


non pervenne in tempi rapidi al destinatario, come si deduce dalla seconda, redatta e
spedita nel gennaio del .
Caro Lualdi,
ho scelto quale dimora Asolo, onde evitare le ipocrisie e le vicende degli
ambienti musicali, perch mi disgustano. Tengo soltanto che gli editori pubblichino le mie opere (ed un grande editore venuto in cerca di me ad Asolo)
perch cos possono automaticamente seguire il loro cammino. Naturalmente
ho conservato i miei rapporti cogli amici pi fedeli, alcuni si sono dimenticati
di me ecc. ecc. Posso parlarti con sincerit? Io non so dove piazzarti. Con gli
amici? Con gli avversari? Mio fratello mi scrive di te e mi fa sapere della tua
indignazione per limboscata romana, il signor Ferrarin della Casa Alpes idem.
E allora? Io ti scrivo tutto questo anche perch mio fratello mi dice che tu ti
lagnavi perch non avevo risposto alla tua lettera nella quale mi chiedevi la mia
collaborazione con un pezzo per pianoforte, nel Secolo xx. Ebbene, non vero,
io risposi a te e allamico Cavacchioli pregandovi di chiedere il permesso al
mio editore[, ] lUniversal Edition, di pubblicare il mio pezzo per pianoforte.
Nel frattempo accaduto che leditore ha avuto delle notizie che gli han fatto
piacere sul conto mio (non appartengono a lui le Sette Canzoni) perci io stesso
gli chieder il permesso per la rivista, ma come fare per la raccolta che intendi
pubblicare? Dammi qualche schiarimento in proposito e credi a me: ti ho risposto. Forse che Cavacchioli non tha dato la lettera? Non tho scritto direttamente
cit. (vedi nota ), pp. -; Id. Claudio Monteverdi, Milano, Fratelli Treves Editori, ; Id. Cos parl
Claudio Monteverdi, op. cit. (vedi nota ); Nicolodi, Fiamma. Gusti e tendenze del Novecento in Italia, op. cit.
(vedi nota ), pp. -; Razzi, Fausto. Malipiero revisore di Monteverdi, in: G. F. Malipiero e le nuove
forme della musica europea, op. cit. (vedi nota ), pp. -; Pirrotta, Nino. Malipiero e il filo di Arianna, in:
Malipiero. Scrittura e critica, op. cit. (vedi nota ), pp. -; Guarnieri Corazzol, Adriana. Musica e letteratura
in Italia tra Ottocento e Novecento, Firenze, Sansoni, (Saggi Sansoni), pp. -; Cetrangolo, Annibale.
Bruno Maderna, Gian Francesco Malipiero e il divino Claudio, in: Malipiero Maderna -, op. cit.
(vedi nota ), pp. -.

. Se fa parte di un corpus di lettere omogeneo significa che stata comunque recapitata. Sicuramente
l'invio a una terza persona (Cavacchioli) contribu a ritardarne la consegna.

. Lettera manoscritta su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero.

. Altro Leitmotiv epistolare malipieriano, spesso iniettato di dolente sarcasmo: vedi nota .

. Potrebbe trattarsi delleditore berlinese Bote & Bock che pubblic il Torneo notturno nel . Vedi
nota e . Tuttavia Malipiero aveva usato una frase analoga quattro anni prima, riferendosi alla Universal
Edition. Potrebbe quindi darsi che egli avesse raccontato a Lualdi ci che accadde nel , quando ancora
non immaginava che la crisi mondiale avrebbe imposto alla prestigiosa casa viennese di non stampare pi le
sue opere.Vedi nota .

. Il fiasco delle Sette canzoni a Roma. Cfr. pp. sgg.

. Enrico Cavacchioli (Pozzallo - Milano ), giornalista, commediografo e poeta. Direttore


della rivista Il mondo, del periodico teatrale Comoedia; redattore-capo de La stampa di Torino e direttore
dellIllustrazione italiana. Fu fra i primi seguaci di Marinetti e del movimento futurista. Malipiero ne parla
diffusamente nella lettera a Gatti del luglio : Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi
nota ), p. .

. Tutta lOrfeide stata pubblicata da Chester.


479

Laureto Rodoni
perch tu mi dai come indirizzo Via C. Godoni . Godoni oppure Goldoni?
Ecco tutto. Ti saluto cordialmente e credimi
il tuo GFrancesco Malipiero.
Asolo (Treviso) -i-

Il contrattempo, paradossalmente, permette di ribadire che i rapporti tra i due musicisti erano tuttaltro che superficiali. Con schiettezza e malcelata apprensione Malipiero
volle sapere se poteva ancora annoverarlo tra gli amici. Il suo dubbio, come spesso capitava,
era del tutto infondato: un banale episodio come quello non poteva certo incrinare un solido rapporto di amicizia. Tuttavia si pu capire lo stato danimo di Malipiero, se si pensa
allimportanza che egli attribuiva allo scambio epistolare: Se uno non mi risponde [] lo
cancello. Ho perduto tante amicizie anche per questo.
Limboscata romana
Sul piano artistico il inizia nel peggiore dei modi: gi crucciato per la congiura
del silenzio nei confronti dei suoi successi allestero, l gennaio Malipiero dovette
prendere atto, con profonda amarezza, del fiasco delle Sette Canzoni allOpera di Roma,
aggravato dalla perfida decisione del sovrintendente di rimborsare il costo del biglietto
agli spettatori e di togliere subito lopera dal cartellone. Malipiero si sforz di non
dare troppa importanza al clamoroso insuccesso di unopera cui era molto affeziona. Infatti, nella lettera del agosto Malipiero definisce Lualdi un amico.Vedi nota .
. Pinzauti, Leonardo. Variazioni su un tema. Ritratti di musicisti dal vivo e a memoria, Firenze, Passigli,
(Il tempo e le cose, ), p. .

. Termine frequentemente usato da Malipiero per definire il fiasco de Le Sette Canzoni (cfr. la lettera
a Lualdi pubblicata sopra). Non a caso lattacco a Malipiero avvenne proprio nellanno in cui il fascismo
andava sempre pi consolidandosi: l febbraio vennero stipulati i Patti Lateranensi; il marzo si vot per il
plebiscito: i s al fascismo furono pi di milioni, mentre i no mila.Vot il % degli aventi diritto; il
aprile nacque lOpera Nazionale Balilla. Ovunque sorsero i campi dux. Il plebiscito rappresent una tappa
decisiva nella costruzione del regime, sia per i suoi riflessi interni, sia per quelli internazionali: Dal Lago
Presente, Paola. Plebiscito, in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. ii (L-Z), p. .

. Siccome c la congiura del silenzio, Le dir che questanno ho avuto al di l delle Alpi parecchie
esecuzioni interessanti e le mie opere sinfoniche girano assai: lettera a Gino Marinuzzi del marzo ,
in: Marinuzzi, Gino. Tema con variazioni. Epistolario artistico di un grande direttore dorchestra, a cura di Lia Pierotti
Cei Marinuzzi, Giorgio Gualerzi e Valeria Gualerzi, Milano, Mondadori, , p. ; cfr. inoltre la lettera del
dicembre (ibidem, p. ): Per unultima volta le dir che sempre pi mi convinco della montatura
e della preparazione, il tutto organizzato per scopi reconditi. E come si potrebbe considerare un fiasco
limboscata romana se nessuno ha udito la musica delle Sette canzoni a Roma? Come detto, sulla congiura del
silenzio, Malipiero inform Mussolini stesso nel .Vedi p. .

. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Cfr. per esempio la lettera a Marinetti pubblicata in Malipiero e le Sette Canzoni, Roma-Milano,
Edizioni Augustea, (Quaderni dattualit, ), pp. -; ibidem, -: Fortunatamente le Sette Canzoni

480

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


to. Tuttavia questo incidente ebbe nei mesi e negli anni seguenti non lievi ripercussioni
sul suo umore, sulla sua Kunst- e Weltanschauung, anche perch del tutto inaspettato, dopo
il successo, tre anni prima, a Torino. Immaginando che qualcuno lo intervistasse nel mondo
di l, ucciso dallinesorabile pollice verso del pubblico e della critica, Malipiero scrisse:
Un musicista fischiato non ha pi nulla da dire. Egli liquidato, dunque
sia pace allanima sua. Per fortuna, o per sventura (dipende dal punto di vista da
cui si parte) un musicista morto in Italia pu vivere in ottima salute al di l dalle
frontiere. soltanto grazie a questa anomalia musicale che a un musicista italiano
pi che defunto non vietato di uscire dalla tomba, che i suoi compatriotti gli
hanno graziosamente donato, per parlare ancora di s, anche se egli preferisce il
silenzio alle polemiche. Per, per non spaventare gli amici, G. Francesco Malipiero, che ha cessato di esistere la sera dell gennaio in seguito a un grave
incidente occorsogli al Teatro Reale dellOpera, in Roma, non ha voluto uscire
dalle tenebre ov piombato.

non si rappresentavano per la prima volta, perci quei pochi capponi che si son messi a strillare perch non
possono essere galli, han perduto il loro tempo. Limboscata romana rimane un episodio e le Sette Canzoni
rimangono quello che sono. [] Questa avventura, come molte altre del genere, mi lasciano completamente
indifferente, sono per rattristato dallo spettacolo miserando che offre oggi la nostra musica. Se mi condannassero, ma esaltassero dei musicisti non fabbricati con lo stampo del falso nazionalismo, e se questi fossero
degni del nostro paese, nessuna tristezza potrebbe dominarmi nemmeno per cinque minuti. Amo il mio
paese e mi devo accontentare di non denigrare il nome dItalia al di l delle Alpi e oltre lOceano. Sul falso
nazionalismo, vedi nota .

. Cfr. Malipiero, Gian Francesco. Voce dal mondo di l, in: ibidem, pp. -, testo ripubblicato in Id.
Larmonioso labirinto [], (vedi nota ), pp. -: Il testo delle Sette canzoni preso dallantica poesia italiana,
perch in essa si ritrova il ritmo della nostra musica, cio quel ritmo veramente italiano che a poco a poco,
durante tre secoli, andato perdendosi nel melodramma. Le Sette canzoni costituiscono la seconda parte della
trilogia lOrfeide. Esse scrisse il compositore stesso nacquero dalla lotta fra due sentimenti: il fascino per
il teatro e la saziet per lopera, ma pi che saziet fu antipatia per quellassurdo chiamato recitativo. Nelle Sette
canzoni (sette drammi in cui della vita reale stata colta la musicalit attraverso un processo diametralmente
opposto a quello dellopera verista) il recitativo bandito: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi
nota ), pp. .

. Cfr. la lettera a Marinuzzi, scritta il gennaio, il giorno precedente la premire romana: La mia
gratitudine verso di Lei immensa e sapere che le Sette Canzoni sono nelle sue mani, mi tranquillizza.
[] Mi dia notizie anche sul numero delle rappresentazioni e dellepoca (cio giorni) in cui avranno luogo.
Qualunque sia lesito io Le sono ugualmente grato []. Sarei lieto se il successo fosse buono, pi per Lei e i
suoi collaboratori che per me. Mi consoli con due righe e senza secondi fini, n vorr altro da Lei; sappia che
la mia riconoscenza ha aumentato la mia amicizia per Lei; Marinuzzi, Gino. Op. cit. (vedi nota ), p. .
Nel giugno del , Malipiero scrisse a Gatti: Lavoro ed assisto ad una continua e sistematica demolizione
di quello che, mi pare, dovrebbe essere un ottimo edificio da me eretto con molto entusiasmo: Il carteggio con
Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Malipiero, Gian Francesco. Voce dal mondo di l, op. cit. (vedi nota ), pp. - e Id. Larmonioso
labirinto [], (vedi nota ), p. . Sul motto Vox populi, vox Dei, cfr. le riflessioni di Casella nella nota .
481

Laureto Rodoni
A due mesi dal fiasco romano, prima anticipazione di quella che sarebbe stata
lumiliazione pi vile e infamante subita da Malipiero-artista durante il fascismo, fu pubblicato un volumetto in cui confluirono attestazioni di stima e di solidariet sia da parte
di suoi amici (Labroca, Casella, Marinetti, Rossi-Doria, Lualdi) sia di musicisti conservatori
che vedevano Malipiero come il fumo negli occhi, per esempio Alceo Toni e Giuseppe
Mul (il loro testo breve, frettoloso, redatto con malcelato fastidio). Mancavano Pizzetti e
Respighi (assenze gravi, ma non certo sorprendenti alla luce di quel che sarebbe avvenuto
nel dicembre di tre anni dopo).
Il contributo di Lualdi insolitamente lungo, rispetto agli altri. Egli non disquisisce
sul valore artistico della composizione, ma si scaglia con veemente sarcasmo contro il
sovrintendente-impresario dellOpera di Roma che, per sacro terrore del Dio Pubblico,
non ha esitato come precedentemente detto a togliere subito dal cartellone le Sette
Canzoni e, oltraggio ancora pi grave e umiliante, ha restituito agli spettatori i soldi del
biglietto. Lualdi si augura che oggi senza indugio, e per puro spirito umanitario, vengano usati nei confronti del Direttore del Teatro gli stessi delicati riguardi che esso ha usato
al compositore liverato (= condannato), togliendolo delicatamente (e per umanit) dal
posto che occupa attualmente e offrendogliene un altro, pi tranquillo. E questo per evitargli danno e sconquasso di pericolose emozioni del genere di quella patita per G. F.
Malipiero. La sincera foga lualdiana unulteriore attestazione di stima nei confronti di
un ex nemico, che diverr ben presto anche un prezioso collaboratore.
. Cfr. il paragrafo Lira degli di era nulla in confronto, pp. sgg.
. Lignobile stroncatura della Favola del figlio cambiato su testo di Pirandello organizzata dai fascisti,
complice lo stesso Mussolini presente allo spettacolo, sempre allOpera di Roma, nel .

. Malipiero e le Sette Canzoni, op. cit. (vedi nota ). Dopo una Avvertenza di Franco Ciarlantini e un
amaro articolo di Malipiero (Voce dal mondo di l), seguono i capitoli Linchiesta di Augustea con testi
di lunghezza varia e disuguale spessore culturale di Alfano, Casella, Castelnuovo-Tedesco, Cilea, Gui, Labroca,
Lualdi, Mul, Nordio, Balilla Pratella, Toni, Veretti e Zuelli e Altre voci, con una lettera di Marinetti a
Mario Carli (direttore dellImpero e geniale difensore dellopera) e una lettera di Malipiero a Marinetti. La
Conclusione di Gastone Rossi-Doria. Cfr. Cattelan, Paolo. Il pavone e il principe degli scocciatori alla
fiera degli indolenti. Da Pirandello a Ruttmann: le avventure di Malipiero musico-cineasta, in: Retroscena
di Acciaio. Indagine su unesperienza cinematografica di G. Francesco Malipiero, Firenze, Olschki, (Studi di
musica veneta, ), p. .

. Cfr. il paragrafo Una pietosa filza di scemenze, pp. sgg.

. Aveva gi recensito lopera dopo la prima italiana a Torino nel : articolo equilibrato che riflette
lestetica di Lualdi compositore, allievo di Wolf-Ferrari.Vedi nota .

. Malipiero invece lo giustific in una lettera a Marinuzzi del dicembre , in Marinuzzi, Gino.
Op. cit. (vedi nota ), p. : Per quanto inopportuno il gesto dellimpresario, io lho sempre giustificato n
mai ho scritto contro il medesimo per una semplice ragione che limpresario pensa a servire il suo pubblico;
se questi ha dimostrato tanto dispiacere alla rappresentazione delle Sette Canzoni egli ha voluto riparare
rifondendo le spese ai suoi clienti.Volete seminar cavoli e raccogliere alloro? Ci non sar mai possibile.

. Malipiero e le Sette canzoni, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Questo testo rivela come Lualdi avesse
idee chiarissime sulla gestione di un teatro dopera, di Stato per giunta: vedi pp. sgg.

482

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Ma i guai per Malipiero non erano ancora finiti: quellinfausto mese di gennaio fu
solo linizio di un calvario esistenziale che dur fino al . La situazione finanziaria di
Malipiero cominci a vacillare, gettando il compositore nello sconforto: egli si rese drammaticamente conto che le sue entrate non gli permettevano pi di mantenere il tenore di
vita degli ultimi sei anni, trascorsi in caparbia solitudine ad Asolo, dopo labbandono
volontario della cattedra di composizione al Conservatorio di Parma. Le cause furono
molteplici: la crisi finanziaria mondiale, le difficolt economiche del Terzo Reich che costrinsero la Universal Edition di Vienna a sospendere la pubblicazione delle sue opere, le
. La prima allusione a problemi finanziari si trova nella lettera a Gatti del aprile : In questo
momento sono seccatissimo finanziariamente: non perch mi manchi il necessario, ma perch non voglio mi
manchi il necessario ed ora mi occorrono pi mezzi di una volta: sono meno giovane ed ho molto lavorato;
Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. . Sempre
qualche santo mi ha aiutato, quando le condizioni materiali potevano compromettere la mia passione. Difatti,
appena dimessomi da insegnante [nel ] venne a battere alla mia porta un grande editore straniero
[Universal Edition]. Egli volle accaparrarsi tutte le opere che avrei scritto fra il al , e per poterle
scrivere la vita nella casa di Asolo, lontano dalla rumorosa citt, era la pi propizia. Dipendere poi da un editore
abile e accorto che aveva in mano le chiavi della musica internazionale, voleva dire non marcire e allo stesso
tempo non subire il nostro ambiente musicale. Difatti fra il e il [in realt -: sconcertante
lerrore autobiografico] vissi intensamente nel mondo della musica senza occuparmi di quelle pratiche che
distruggono la serenit e corrompono il musicista: Id. Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Cfr. la lettera a dAnnunzio del settembre : Se anche dovr continuare una lotta snervante e
risolvere problemi materiali molto difficili, che il mio calvario non debba avere una stazione di pi e la pi
dolorosa, cio quella della tua perplessit. Lo spirito ora si considera zero e la vita difficile, chiss che lo
spirito non riesca anche a risolvere i problemi materiali, e speriamo in un avvenire migliore. Partiamo gioved
mattina alle e ritorniamo direttamente ad Asolo, ove intensificher le mie opere di difesa per isolarmi il
pi possibile. Il mio isolamento per richiede qualche ora di vita al Vittoriale malgrado tutto e contro tutto.
Sta in te di concedermela e ti ringrazio fin dora; Bianchi, Chiara. Il carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian
Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

.Vedi nota .

. La grande crisi ebbe origine negli Stati Uniti nellottobre del , ma arriv in Italia con qualche
ritardo (a partire dal secondo semestre del ) rispetto agli altri paesi europei, a causa della politica
deflazionistica seguita dal governo fascista negli anni immediatamente precedenti. Questa crisi provoc una
profonda depressione economica e sociale con un aumento vertiginoso della disoccupazione. In Italia la
situazione volse al peggio nel . Cfr. Ragionieri, Ernesto. Crisi economica e corporativismo, in: Storia
dItalia, coordinatori dellopera Ruggiero Romano e Corrado Vivanti, voll., Torino, Einaudi, -,
vol. iv: DallUnit ad oggi (), t. iii, pp. sgg. e Forsyth, Douglas J. La crisi del , in: Dizionario del
fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. i (A-K), pp. -.

. Nel corso del (dopo Le Aquile di Aquileia e I Corvi di San Marco) la casa editrice viennese interruppe la pubblicazione delle sue opere. Il Torneo notturno, concluso il settembre , fu infatti stampato da
Bote & Bock di Berlino: cfr. Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi
nota ), p. e Le opere di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. -. Ricordi, il cui reggente era
a quel tempo Carlo Clausetti, pubblic le altre composizioni, anche grazie allinteressamento di dAnnunzio.
I rapporti con la Universal Edition furono ripresi solo nel con la Serenata Mattutina. Cfr. Catalogo delle
opere di Gian Francesco Malipiero, in: Omaggio a Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

483

Laureto Rodoni
ingenti spese sostenute per ledizione Monteverdi, la mancata nomina allAccademia
dItalia.
Nonostante queste preoccupazioni, Malipiero riusc a portare a termine felicemente
il Torneo notturno, considerato unanimemente il vertice nella sua produzione teatrale. Fu
lanno seguente il culmine della sua crisi artistica: quellanno compose infatti unopera
. Nel non senza fatica dAnnunzio riusc a convincere Carlo Clausetti a pubblicare alcune opere del
musicista, ma vi fu rifiuto netto quando il discorso cadde sulledizione Monteverdi. Cfr. Bianchi, Chiara. Il
carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. . Anche Elisabeth Sprague
Coolidge lamica straniera (vedi nota ) di cui Malipiero parla in: Lopera di Gian Francesco Malipiero,
op. cit. (vedi nota ), pp. - diede un cospicuo aiuto, ma non fu sufficiente per coprire tutte le spese:
[] troppo osai quando mimpegnai di pubblicare le opere del divino Claudio (ibidem, p. ). Cfr. inoltre
la lettera del novembre , in: Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit.
(vedi nota ), p. ; dAnnunzio dimostr tale entusiasmo per limpresa di Malipiero che, a partire dal iii
tomo, volle che uscisse allinsegna del Vittoriale degli Italiani. Cfr. la lettera del poeta a Malipiero spedita il
gennaio : Vieni subito col nostro fratello Claudio che la tua arte ha resuscitato; Bianchi, Chiara. Il
carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p.

. Costituita con un decreto nel gennaio del , fu, insieme allobbligo delliscrizione al partito fascista,
uno degli strumenti del regime per la propria conservazione. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del
ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. e . Gabriele dAnnunzio si adoper invano per convincere
Mussolini a nominarlo Accademico. Cfr. la lettera del febbraio : Ma uomini come Ildebrando Pizzetti
e Francesco Malipiero, costretti a lottare secondo la lor legge [] certo meritano dessere eletti, se vero
che allofficio annesso un assegnamento. Un secondo tentativo di convincere il Duce fu fatto il maggio
: [] poich tu hai collocato nellAccademia i buoni mercadanti Giordano e Mascagni, non puoi
escludere due artisti ricchissimi dingegno e poveri di fortuna come il Pizzetti e il Malipiero. Basterebbe,
per questultimo, il titolo di aver intrapreso con tanto amore e tanta sapienza la stampa di Tutte le opere di
Claudio Monteverdi il Divinissimo: ibidem, pp. -. Mussolini rispose ironicamente a dAnnunzio con
un telegramma: il genio est genio anche se deve attendere i riconoscimenti accademici et ufficiali. In quella
occasione latteggiamento di Malipiero verso lAccademia era improntato a ironico distacco. Il settembre
scrisse infatti a dAnnunzio: In questi giorni assistiamo alla commedia accademica. Spero che tu sarai
spettatore indifferente quanto lo sono io e non posso fare a meno di preoccuparmi, come gi ebbi a dire a
donna Luisa, per quello che tu penserai se la grande guerra che mi fanno accanitamente, dar i frutti non improbabili. Che nulla muti fra noi, ti prego: Bianchi, Chiara. Il carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco
Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. . SullAccademia dItalia, cfr. Id.Caro Bas [], op. cit. (vedi nota ), p.
; Biguzzi, Stefano. Lorchestra del duce. [], op. cit. (vedi nota ), pp. -; Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi
nota ), pp. - e Turi, Gabriele. LAccademia dItalia, in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol.
i (A-K), pp. -; Cannistraro, Philip V. - Sullivan, Brian R. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -;
Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota ), pp. -; Massimo Mila alla Scala. Scritti -, a cura di
Renato Garavaglia e Alberto Sinigaglia, prefazione di Gianandrea Gavazzeni, Milano, Rizzoli, , p. : []
c stata confermata in pieno lantica impressione che questa sia, insieme a un paio di Quartetti, la pi bella musica
che Malipiero abbia mai composto, duna ricchezza dinvenzioni, dun perenne zampillare fantastico e duna
poesia timbrica che non hanno quasi mai sosta. [] Le immagini musicali hanno una concretezza plastica e pastosa in tutte le dimensioni: melodia, ritmo, armonia, timbro strumentale. Qualche lieve abbandono alla rotondit
melodica del canto non compromette la continuit della libera declamazione e la castit del contorno.

. Secondo Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota ), p. , il temporaneo calo di fecondit creativa

484

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


di cui fu talmente scontento da decidere (almeno in parte) di sopprimerla, poich la considerava innominabile, una porcheria.

Oh che bel festival, oh che bel Festival


In quel travagliato periodo furono senza dubbio di grande conforto lalta stima e la
vicinanza affettiva di Guido M. Gatti e di Gabriele dAnnunzio, ma anche Adriano Lualdi,
che scelse Malipiero come consulente e collaboratore per lallestimento del primo Festival
internazionale di musica a Venezia, contribu non poco ad alleviare le sue preoccupazioni,
esacerbate dal suo pessimismo.
Questo Festival fu inaugurato nel e sorse per iniziativa appunto di Adriano
Lualdi, che volle subito coinvolgere nellardita impresa Alfredo Casella e Mario Labroca.
Illuminanti le parole di questultimo sul senso profondo di quella manifestazione:
Non ricordo in chi nacque lidea del festival []: fatto si che un giorno
ci ritrovammo in casa mia Casella, Lualdi ed io, ed il Festival nacque con il suo
regolamento provvisorio e il suo programma. [] nelle intenzioni di tutti e tre
il Festival nasceva come il punto di incontro delle tendenze che fino a quel
giorno avevano lottato per vivere o per sopravvivere, una specie di grande orto
di pace al cui ingresso ciascuno deponeva le armi della polemica per prelevare
gli strumenti atti alla coltivazione della difficile pianta dellintesa. Io che non
ho mai creduto nella infallibilit mia e degli altri, e tanto meno nella definitivit del giudizio critico, vidi nel Festival di Venezia la dimostrazione che la
convivenza possibile [].

probabilmente da ascriversi al tempo ed allo sforzo che gli richiedeva la sua edizione monteverdiana, che in
quel periodo stava facendo rapidi progressi.

. Il declino (innegabile, seppure non catastrofico) delle opere teatrali di Malipiero composte durante gli
anni Trenta venne adombrato, proprio nel -, dal fatto che in quegli anni egli compose unopera di cui fu
talmente scontento da decidere (almeno in parte) di sopprimerla. Nel parlare in vecchiaia di questo misterioso
anello mancante nella catena della sua evoluzione operistica si dimostr quasi altrettanto cauto ed evasivo
quanto non fosse riguardo alla sua musica giovanile ripudiata. Nel maggio mi disse soltanto che aveva
composto, tra Torneo notturno e La favola del figlio cambiato, unopera innominabile, una porcheria che meglio
era passare sotto silenzio: accenn tuttavia al fatto che poteva esserci un rapporto diretto fra le manchevolezze
di questopera e la sua successiva decisione di rinunziare, almeno per il momento, a servirsi ancora di eccentrici
libretti di proprio pugno, e di volgersi invece verso testi dialogati pi convenzionali: ibidem, p. .

. Dalla lettera di Malipiero a Lualdi del agosto , vedi pp. -. Lualdi sapeva fare dellironia
anche su ci che allestiva con grande seriet. Ecco come defin un festival: Costosa e complicata macchina
che serve a muovere le onde del Mar Morto di Musica, e a fare andare in bestia i pianisti, i violinisti, i canterini,
i critici e i direttori dorchestra amanti del quieto vivere ed affezionati al repertorio succs; Lualdi, Adriano.
Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Labroca, Mario. Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi nota ), pp. -.


485

Laureto Rodoni
Vi , in questa testimonianza, una palese allusione alle aspre contese tra avanguardisti
e conservatori-nazionalisti, rievocate nelle pagine precedenti. Lualdi, in primis, ma anche
i suoi stretti collaboratori auspicavano la fine di quella guerra, che oggi si chiamerebbe
fredda, e che allora era forse pi calda del necessario. Nella direzione collegiale Lualdi
rappresentava lala conservatrice; Casella quella modernista, avanguardistica; Labroca, pi
vicino alle posizioni di Casella che a quelle di Lualdi, per la sua amabile pacatezza e per la
sua saggezza, doveva fungere, agli esordi almeno, da mediatore tra le due correnti. In realt
egli si defil ben presto, con la modestia che sempre lo contraddistinse, confessando di non
ritenere utili le direzioni collegiali. Lualdi fu il vero direttore artistico e non ci fu bisogno
di alcun mediatore, poich egli stesso seppe interpretare questo ruolo, nellambito del comitato esecutivo, con un inaspettato senso della collegialit.
Labroca ci offre unaltra preziosa chiave di lettura del significato dei Festival veneziani. Quale fu il primo festival musicale in Italia? si chiede. La sua risposta quantomeno
inaspettata:
Non v ombra di dubbio, quello di Venezia del dedicato alla musica
contemporanea da camera: organizzato per conto della Societ Internazionale
per la Musica Contemporanea [SIMC] radun un pubblico, dato lavvenimento,
imponente: oltre seicento persone erano venute appositamente da tutta Europa
e dallAmerica. Era il momento, quello, nel quale la musica contemporanea, per
farla fiorire, bisognava coltivarla nellatmosfera calda e favorevole dei festivals
ad essa dedicati; sicch cotesti festivals erano allora una cosa di mezzo tra la
serra e la catacomba, anche se di tanto in tanto era possibile cogliere durante il
rito dellascolto linopportuno soffio daria di qualche isolata disapprovazione,
conseguenza della infiltrazione nella catacomba di elementi non associati alla
religione della contemporaneit.

I festival della SIMC, com noto, furono estremamente controversi. Casella ne diede
un giudizio positivo: Si pu veramente affermare che tutto quanto la musica contemporanea ha prodotto di migliore passato per quelle manifestazioni. Lualdi fu invece sempre
durissimo:
[Essi] furono protetti e finanziati dalla Signora Coolidge, sorda come una
campana fin dalla nascita; famosissimi per la musica orripilante e scacciacani che
(accanto ai nomi stellari di quattro o cinque grandi compositori contempora-

. Ibidem, p. .
. Ibidem, pp. -.

. Ibidem, pp. -. Sul Festival della SIMC del , cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei
festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), pp. - e Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i,
pp. -.Vedi note e .

. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), p. .

486

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


nei che fungevano da etichetta e da passaporto) occupava la massima parte dei
Programmi.

E a proposito del festival del :


[] di sconcezze se ne son sentite parecchie. [] Insomma e qui sta
la morale melanconica di questa farsa non pi di arte che si tratta: si tratta di
moda e di snobismo. [] stata una gara a chi ha saputo scriver pi brutto.

Pacata ma ferma la posizione Labroca:


La scelta della musica per coteste manifestazioni era piuttosto generica:
bastava non essere ossequienti seguaci degli insegnamenti accademici per essere
presi in considerazione, e il metodo di scelta, assolutamente negativo, pesava in
modo assai grave sui programmi: lunghe, aride composizioni si seguivano una
allaltra creando una pesante, noiosa atmosfera, illuminata di tanto in tanto da
qualche composizione geniale e viva che faceva dimenticare i lunghi ascolti
asfissianti sopportati con rassegnazione. Ricordo il senso di clamorosa liberazione che certe musiche di Strawinsky, Hindemith, Malipiero, Casella, ecc.
riuscivano a dare a tutti gli ascoltatori: erano le oasi preziose che giustificavano
i lunghi viaggi nel deserto della aridit inutile. [] Il festival del present
alcune opere il cui interesse era tutto nella stranezza degli aspetti esteriori: ri-

. Lualdi, Adriano. Lettera aperta al Presidente della Biennale darte di Venezia, in: Piazza delle Belle
Arti, op. cit. (vedi nota ), vol. v, p. . Elisabeth Sprague Coolidge era una mecenate americana, venerata da
Casella e da Malipiero. Questultimo le dedic tutti i suoi quartetti darchi. Cfr. Casella, Alfredo. I segreti della
giara, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Ecco il testo completo: Non tutta pochade stata quella che si svolta in cinque sere alla Fenice. In
qualche momento era tragedia, in qualche momento commedia, in qualche altro idillio, in qualche altro asilo
infantile. Ma di sconcezze se ne son sentite parecchie; e quando taluno dei collegati parlava in modo pulito,
faceva quasi la figura di esser lui il gaffeur e limpertinente. Turbare con qualche pagina di musica decente ed
equilibrata la squisita armonia di musiche squisitamente disarmoniche e squilibrate! Era una vera stonatura.
[] Insomma e qui sta la morale melanconica di questa farsa non pi di arte che si tratta: si tratta di
moda e di snobismo. E come i sartori e i figurinisti della compagnia sanno che le loro stoffe valgon poco e
sono di pessima qualit, succede che ad ogni stagione sono costretti a mutar foggie e ad adornare di nuovi pennacchi o di nuovi elmi teste vuote e manichini senzanima. E gli altri dietro, senza accorgersi di esser menati
per il naso. Non unidea che brilli di una sua luce, non un gesto di coraggio e di indipendenza, non sopra
tutto una fede che si affermi in un qualunque modo in questa lunga accademia. stata una gara a chi ha
saputo scriver pi brutto []. E cita composizioni di Samuel Feinberg, Zoltn Szkely, Arthur Schnabel,
Carl Ruggles, Arnold Schnberg, Karol Szymanowski, Gaspar C. Moreau Cassad. Espresse giudizi positivi
invece su Ervin Schulhoff, Paul Hindemith, Leos Jancek, Erich Wolfgang Korngold, Arthur Honegger, Mario
Labroca e Ralph Vaughan Williams. Chiuso il Festival o per meglio dire finita lAccademia continua
Lualdi al momento di tirar le somme, ci accorgiamo che c invece da fare la sottrazione e che il residuo si
avvicina allo zero, e che lodore che rimasto nellaria non precisamente di fiori: Lualdi, Adriano. Serate
musicali, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

487

Laureto Rodoni
cordo per esempio una sonata per pianoforte del pianista Schnabel che durava
esattamente unora e cinque minuti senza interruzione di sorta []: le note piovevano dal pianoforte pigiate e fitte sicch a pensarle trasformate in goccie avevi
la sensazione di un nuovo diluvio universale sulla testa dei mortali; e cera chi
con la coda dellocchio tentava di scoprire se per caso non apparisse a salvarli la
nuova arca di un nuovo No. Ricordo ancora come composizione per lo meno
inconsueta il lavoro di un giovane americano, Raggels, per sei trombe dal titolo
Angels. [] Lopera ebbe inizio con pochi rabbiosi accordi, poi tutto tacque in
una lunga pausa, e mentre ci preparavamo allascolto ulteriore, vedemmo il direttore inchinarsi al pubblico e andarsene [] Cosera successo? Niente di grave,
il pezzo era gi finito; era durato non pi di cinque o sei secondi. Una grande
risata salut la curiosa esibizione e ricordo Toscanini che, in un palco, rideva
anche lui senza sapersi frenare.

In questa vicenda, linsigne direttore dorchestra fu personaggio-chiave suo malgrado; dopo aver ascoltato lultimo pezzo, esclam disgustato (era notoriamente avverso alla
musica contemporanea): Ed ora bisogna disinfettare il Teatro. Lualdi lo sent: Da questo
madrigale scrisse anni dopo nacque in me lidea di un Festival italiano, che potei
attuare solo cinque anni pi tardi.
Questi festival erano rivolti
[] non ad una cerchia ristretta di snob e di superuomini sedicenti
iniziati con Programmi estremisti riservati a sperimentatori anche immaturi
purch artisticamente sinistrorsi o ad esponenti di determinate tendenze (lardellati magari di qualche minutaglia eterogenea, tanto per salvare le apparenze), o
di interessi editoriali, o di cliques, o di claques; ma sorsero invece, con lo scopo
preciso e pratico di informare onestamente il grande Pubblico pagante e la
Critica indipendente di tutto ci che nel campo della musica contemporanea
si andava producendo, da parte di artisti qualificati, al di sopra e al di fuori di
ogni preconcetto, o settarismo di tendenze, di personalismi o di poco rispettabili
. Labroca, Mario. Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi nota ), pp. - e -. Infine, con
garbata ironia, Labroca si augura che sulla testa dei posteri musicologi seri e capaci non debba cadere
la pioggia delle antiche opere inutili e noiose. Per il loro bene non vorrei che assistessero anchessi, a
secoli di distanza, allo stesso Festival di Venezia del , al quale diedi tanta parte del mio entusiasmo
giovanile: Ibidem, p. .

. Lualdi, Adriano.Lettera aperta al Presidente della Biennale darte di Venezia, op. cit. (vedi nota ), pp.
. E [Toscanini] mi ha autorizzato a pubblicare questa sua modesta e igienica opinione: Id. Serate musicali,
op. cit. (vedi nota ), p. . La viscerale avversione che Lualdi nutriva verso la SIMC, i giudizi al vetriolo
sui concerti (vedi nota ), definiti Messe nere, la stroncatura toscaniniana citata in questo paragrafo e le
parole inequivocabili di Lualdi dette subito dopo, consentono di dubitare della sincerit di Lualdi nel brano
citato qui di seguito (cfr. nota seguente). In origine, nella sua mente, il Festival veneziano era veramente una
manifestazione-contraltare rispetto alla SIMC. La contrapposizione si poi di molto attenuata, grazie alle sue
sorprendenti, inaspettate aperture culturali. Sui cordiali rapporti tra Lualdi e Toscanini, cfr. Id. Primo incontro
con Toscanini, in: Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

488

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


interessi privati. Dai ravvicinamenti e dagli urti, magari, di tendenze contrastanti,
Pubblico e Critica avrebbero cos avuto modo di rassicurarsi sulla socialit,
sulla umanit, sulla accessibilit sulla potabilit (la definizione di Franco
Abbiati) di almeno una parte della produzione contemporanea. E vedendo praticamente rispettato il proprio diritto alla conoscenza innanzi tutto, e poi alla
facolt di scelta e di giudizio [] Pubblico e Critica avrebbero potuto formarsi
un concetto meno genericamente negativo e pessimistico di ci che oggi si fa; e si
sarebbero forse interessati finalmente, come a cosa degna di attenzione, quale , alla
produzione musicale contemporanea. A questi ideali liberalissimi e italianamente
equilibrati fu rigorosamente informata la organizzazione dei primi quattro Festival
musicali veneziani, del , , , , che, perci, si differenziarono profondamente da quelle della SIMC [] E furono tenuti del tutto indipendenti da
ogni influenza estranea: di tendenza, o politica, o burocratica.

La posizione di Lualdi, se si smussa lasperrimo suo modo di esprimersi, sostanzialmente identica a quelle di Labroca e di Casella stesso, che pure non lesin critiche alla
SIMC, soprattutto dopo il , quando, secondo lui, divenne il feudo di una specie di
congrega formata da compositori che si eseguono solamente in quella occasione e che poi
si rivedono pi su nessun programma. Dunque si tratt di una lodevole iniziativa per
calmare gli animi esagitati e per dare modo ai compositori di tutte le correnti musicali, da
Berg a Mul, di farsi conoscere. Una sorta di pax lualdiana in ambito musicale, voluta,
paradossalmente, da uno dei pi bellicosi contendenti nellambito della critica musicale
nazionalistica e conservatrice. Ed proprio alla luce delle inaspettate aperture lualdiane che
si comprende appieno il coinvolgimento nellimpresa di Malipiero:
Carissimo Malipiero,
mi occorre conoscere al pi presto il libro e le caratteristiche della composizione che hai deciso di mandare al Festival di Venezia, - sett. p.v. Come
ti ha gi scritto Casella, deve trattarsi di composizione nuovissima, o per lo meno
mai eseguita in Italia. Ho il piacere di comunicarti che abbiamo incluso il tuo
nome fra quelli del Comitato esecutivo. Ti abbraccio e attendo notizie
Adriano Lualdi

. Id. Lettera aperta al Presidente della Biennale darte di Venezia, op. cit. (vedi nota ), pp. -. I
Festival musicali di Venezia, che volli e seppi mantenere indipendenti [non asserviti a nessun editore straniero
o a cricca alcuna internazionale] e aperti a tutte le tendenze dalla loro fondazione nel fino al , furono
proprio per questa ragione oggetto del solito attacco alla diligenza sotto gli auspici dei burcrati di cui
sopra [i disciplinatissimi seguaci dei figurini di moda oltremontani]; e da allora divennero, e sono oggi pi che
mai, feudo della gaia Accademia del mezzo lutto [vedi note e ]: Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), pp.
- (le precisazioni tra parentesi quadre sono a p. ).

. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Lettera autografa su pagine del marzo , con intestazione camera dei deputati (Fondo Malipiero).

. Malipiero risponde il marzo proponendo il Torneo Notturno (sicuramente non lopera, tenendo
conto delle caratteristiche del i Festival, ma dei brani strumentali sui quali, per, non ho trovato notizie; in un

489

Laureto Rodoni
Malipiero accett subito, nonostante il suo scetticismo espresso in una lettera aperta
a Casella nellItalia letteraria del gennaio .
Il luglio Lualdi, che aveva scritto di suo pugno la lettera, fu costretto a dattiloscriverla e a usare la forma di cortesia, al posto della forma colloquiale, che per venne reintrodotta, ironicamente, a penna. Evidentemente, per gli atti del Festival, erano necessarie
richieste ufficiali con luso di un registro appropriato. Qualche settimana prima dellinizio
del Festival, Lualdi si rivolse di nuovo a Malipiero:
Caro Malipiero,
Attendo dunque il tuo articolo, tendenze varie della musica moderna
e straniera che ti raccomando sia molto vivo e polemico, non pi tardi del
corr. Vedrai che il numero unico verr magnifico. Ho gi spedite tutte
le circolari per i giornalisti stranieri che ti ringrazio davermi indicato. Ho
passato a Casella lincarico (e i relativi indirizzi) per la ricerca di inserzionisti per
il nostro programma ufficiale tra gli editori stranieri. Se la avessi fatta io, la cosa
non avrebbe avuto effetto alcuno. Tu sai che allestero sono completamente sconosciuto. I miei buoni amici e colleghi mi hanno tenuto sempre alloscuro; ma
neanche questo basta, come vedi, a farmi perdere la fede, n la volont di lavorare nellinteresse comune quando lo debba; n quella di lavorare per me quando
lo possa. Credo, tornando al Casella, che sarebbe molto opportuno che scrivessi
anche tu che godi di altrettanta notoriet e autorit presso gli editori stranieri
agli indirizzi che mi hai favoriti e allo stesso scopo inserzionistico. Estremi:
appunto scritto a mano sulla lettera di Lualdi si fa riferimento a una Sinfonia per un Dramma) e Lualdi in
un primo momento si dimostra daccordo: Caro Malipiero, ho la tua lettera e ti ringrazio delle notizie, e
metto in programma il Torneo notturno: lettera del marzo (Fondo Malipiero). Lanno non indicato
sulla lettera. Lo si pu dedurre dalla frase seguente: So che andrai presto a Liegi (o sei gi in viaggio): a
Liegi si tenne nel settembre di quellanno un Festival della SIMC. Il Torneo Notturno non verr mai eseguito
nei Festival veneziani diretti da Lualdi per problemi connessi allorganico orchestrale troppo vasto e non
riducibile. Nel settembre del furono eseguite le Pause del silenzio I, sotto la direzione di Bernardino
Molinari.Vedi note e .

. In essa mise in questione lottimismo dellamico per quanto riguarda la risoluzione dei problemi
culturali della musica moderna italiana in armonia con il regime: La musica moribonda e n il danaro
offerto dallo Stato n lo sviluppo delle organizzazioni possono sanare lillustre inferma. [] gran torto il
dimenticare che le leggi sulla vitalit delle opere darte sono le sole che non si possono imporre n con la
propaganda n con la speculazione []. Il pericolo uno solo: lo smarrimento spirituale della vita senza scopo
che cerca di uccidere il tempo riconoscendo una sola realt, quella meccanica.

. Gentlmo Signore, Ho lonore di chiederle [-le sostituito con la penna da -ti] il permesso dincludere
il suo [tuo] riverito nome fra quelli delle personalit costituenti il comitato esecutivo, da me presieduto, del i
Festival Internazionale di Musica che si terr a Venezia, fra il e il settembre p.v. Sono sicuro che Ella [tu]
vorr [vorrai] darmi questa prova dinteressamento e di simpatia alla manifestazione darte che io organizzo,
e non ricevendo suo [tuo] avviso in contrario inserir senzaltro il suo [tuo] riverito* nome nellelenco
suddetto. Con mille ringraziamenti ed ossequi suo devmo (Adriano Lualdi) *non so se mi spiego [scritto a
penna]: lettera dattiloscritta su pagina con intestazione Primo Festival Internazionale di Musica Venezia
- settembre (viii) (Fondo Malipiero).

. Lettera dattiloscritta su pagina del agosto , con la stessa intestazione (Fondo Malipiero).
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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


elegante opuscolo di pagine; formato /; tiratura enorme, prezzo lire
per pagina, versamento anticipato da inviare col testo dellinserzione entro il
agosto allamministrazione del Festival Hotel Hungaria, Lido Venezia.Tinvio
carta da lettere e depliants [].

La risposta di Malipiero, comera sua abitudine, fu redatta e recapitata in tempi brevissimi (due giorni):
Caro Lualdi
Ho scritto agli editori. Speriamo bene. Quando si tratta di soldi tutti
diventano pi grandi di Beethoven. Spero avrai ricevuto larticolone. Guarda
che c un errore: dove parlo di Debussy (alla riga a) va cos: se la sua sensibilit fosse stata meno raffinatamente eccezionale. Prego correggere altrimenti c
uno sproposito di pi! Non ti lagnare se sei poco noto allestero. I tuoi editori,
meno che Mascagni e Verdi, non hanno mai potuto far nulla allestero per la
musica italiana non melodrammaticissima. Nulla. Ora tu non sei un semplice melomane e da questo viene la tua difficolt di esportazione. Io ho due Quartetti
(per citarti un esempio) uno da Ricordi uno da Chester. Quello pubblicato da
Chester ha fatto il giro del mondo (non esagero, te lassicuro) il secondo stato
. Lettera autografa su pagine di G. F. Malipiero a Lualdi dell agosto , con la stessa intestazione
(Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero.

.Vedi nota .

. Cfr. ci che Malipiero scrisse a Bas a questo proposito: Da tre mesi egli [de Paoli] non scrive.
Credo che ci sia un capriccio derivante dal fatto chio non sono riuscito ad ottenere la pubblicazione
del suo Abate Per presso lUniversal Edition. Egli non comprende che questo editore se ne infischia dei
giovani italiani: io sono stampato dallUniversal-Edition perch cos conviene alla casa editrice ma non
ho nessuna influenza. Dove invece i giovani italiani dovrebbero trovare ospitalit presso gli editori italiani,
purtroppo le cose in questo campo vanno male assai ed meglio non parlarne, tanto pi che ella conosce
la situazione. Io sono uno straniero per lItalia. Credo la causa sia mia perch non voglio barattare dei favori.
Ella mi comprende, spero. Certo che il de Paoli, a Milano, si guastato lambiente [] dimostrandosi un
po troppo mio ammiratore. per questo che deploro anche di non poterlo aiutare. La lettera pubblicata
integralmente in: Bianchi, Chiara. Caro Bas [], op. cit. (vedi nota ), pp. -. Cfr. lanaloga
posizione di Ferruccio Busoni in una lettera inedita a Boghen del giugno (Archivio privato L.
Rodoni): [] non si potrebbe smettere di citare Debussy e Strauss, e pi specialmente di citarli sempre in
un fiato? Quale relazione esiste fra di loro? Io non la vedo. Ultimamente sopraggiunge il cosacco danzante
[Stravinskij], divenendo unAutorit per LItalia e v per terzo nel raggruppamento delle citazioni. Quando
metteremo giudizio sul serio? [] dovrebbe esser la prima cura di una casa editrice italiana doccuparsi
dei suoi Autori nazionali e di costruire loro un piedistallo con il mezzo di monumentali edizioni complete,
come fece la Francia del Vittor Hugo, del Flaubert, del Voltaire; la Germania del Bach, del Beethoven, del
Mozart; e come noi dovremmo fare del Palestrina, Alessandro Scarlatti, Cherubini e molti altri ch ne
abbiamo!! Questa lettera anticipa i contenuti di quella, molto conosciuta, del luglio spedita a
Casella: cfr. Sablich, Sergio. Busoni, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Il quartetto Rispetti e strambotti (n ), pubblicato da Chester, fu composto a Roma nel . Cfr.


Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ) p. ; il quartetto (Stornelli e ballate) risale al periodo
parmense (marzo ) ed pubblicato da Ricordi. Cfr. ibidem, p. .

491

Laureto Rodoni
eseguito soltanto quando per caso i quartettisti poterono scoprire la sua esistenza.
cos. A presto spero. Labroca arrivato? Ti saluto e sono lieto che il Festival
ci abbia riavvicinati. Oh che bel festival, oh che bel Festival.
il tuo aff.mo GFrancesco Malipiero
Asolo (Treviso) --
Ho scritto anche alleditore B. Schotts Shne. Mainz.

Anche da una lettera a un non identificato Cavaliere si evince che durante il mese
di agosto Malipiero si prodig per aiutare lamico Lualdi, fornendo gli indirizzi dei numi
tutelari della musica moderna (Chester, Universal Edition, Durand Fils, Snart, Lerolle) e
altri indirizzi per la propaganda a Padova e a Treviso. Mi pare di aver fatto tutto ci che
avevo promesso conclude. Speriamo che le borse si aprano. Non credo di possedere la
chiave infallibile, ma ho voluto contribuire allopera ammirabile di Adriano Lualdi. I tempi
sono difficili.
Il Festival si svolse dal al settembre del . La manifestazione si apriva anche
alle nuove esperienze musicali europee, nonostante le precisazioni in chiave fascista e nazionalista di Lualdi nella presentazione del programma ufficiale; precisazioni di facciata,
che avevano soprattutto lo scopo di non irritare le autorit e gli ambienti musicali pi
retrivi e che, almeno in parte, erano contrastanti con quanto venne effettivamente proposto ed eseguito:
I Festivals veneziani dunque, in onta al loro carattere e al loro ufficio internazionale, in onta alla larga ospitalit che offrono allarte e agli artisti stranieri,
sono una istituzione prettamente italiana e prettamente fascista. [] Il carico
dellorganizzazione e delle spese, in vece di esser diviso fra sei o sette Nazioni,
tutto nostro, e non carico lieve. Ma nostro rimane anche il diritto di scelta. Il
diritto, cio, di promuovere o aiutare la diffusione delle opere e degli artisti, che
ci sembrano pi degni; il diritto di non lasciare entrare merci di contrabbando,
e di non farci complici della importazione di certi veleni e stupefacenti artistici,
. Su Mario Labroca (-), cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. - e -; Zanetti,
Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, p. , nota (breve biografia); vol. ii, pp. -; Trudu, Antonio.
Labroca, Mario, in: DEUMM, op. cit. (vedi nota ), vol. iv, p. .

. Dal gennaio al marzo , Malipiero attravers un difficile periodo e fu afflitto da molte


preoccupazioni, artistiche e materiali. probabile che per questi motivi non ci siano stati scambi epistolari o
incontri con Lualdi.

. Del agosto (Archivio privato L. Rodoni). Si tratta probabilmente di un rappresentante di


Casa Ricordi.

. Per la propaganda a Padova ho scritto alla signorina Emy Zuccari [] e allAvvocato Sergio Leoni
[]. Scrivano anche direttamente a queste persone. [] Agli editori scrivano a mio nome. Ho scritto al Conte
Steno Bolasco, Segretario federale, Palazzo del Littorio,Treviso. Il Conte Bolasco persona intelligente assai e
cortesissima. Si mettano in contatto con lui per la propaganda a Treviso (Archivio privato L. Rodoni).

. Dalla lettera autografa su pagine di G. F. Malipiero (del agosto ) a un Cavaliere, probabilmente


un rappresentante di Casa Ricordi (Archivio privato L. Rodoni).

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


che hanno fatto strage oltrAlpe. Noi pensiamo di ricondurre in tal modo lItalia
al suo classico ufficio di eccitare ed esaltare gli ingegni, e di difendere larte dagli
assalti pi brutali.

Lualdi valorizza lapporto dato da Casella e Labroca allorganizzazione del Festival:


Per la realt di oggi, debbo dire intanto che ho avuto la fortuna di trovare in Alfredo
Casella il mio buon compagno di iniziativa e di fede; in Mario Labroca uno dei primi e pi
pronti zelatori dellidea. Di Malipiero vennero eseguite le Pause del silenzio I; di Lualdi
Sire Halewyn, canzone romanesca per canto e orchestra da camera; di Casella la Serenata
per orchestra Op. e di Busoni la Berceuse lgiaque. La manifestazione riscosse un successo
enorme ed ebbe risonanza europea. Linviato de La rassegna musicale, il giovane Massimo
Mila, ne fu entusiasta:
. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. iii, p. .
. Ibidem. Casella era vice-presidente. Malipiero era un membro del Comitato esecutivo: per gli altri
membri, cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p. .
Labroca (segretario generale con M. Giuranna) riferisce, modestamente, di aver dato poco di s a quella
organizzazione perch a dirigerla furono Lualdi e Casella, i quali riuscirono a redigere un programma che risult
interessante anche se forse troppo variato. Un terzo organizzatore avrebbe complicato la situazione di per s
gi delicata sicch finii per interessarmi di problemi marginali, per poi abbandonare del tutto liniziativa [].
Non credo utili le direzioni collegiali. Largo il consiglio, unica la direzione: e qui avevamo un consiglio bifronte:
Casella per quanto ottimista e tollerante non arrivava fino al fondo delle preferenze di Lualdi, cos come Lualdi
non arrivava sempre fino al fondo delle preferenze di Casella: Labroca, Mario. Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi
nota ), p. . Lidea di inaugurare una sezione musicale della Biennale scrisse Casella ne I segreti della giara,
op. cit. (vedi nota ), p. dopo un lavoro preparatorio da me compiuto col prezioso concorso di Mario
Labroca, venne poi realizzata da Adriano Lualdi, il quale ne resse le sorti per parecchi anni.

. Vedi nota e il commento di Malipiero stesso su questa importante composizione: Le Pause del
silenzio non rappresentano nessuna tendenza, nessuna intenzione, che non sia puramente musicale. Vennero
concepite durante la guerra () quando era pi difficile trovare il silenzio e quando, se si trovava, molto
si temeva dinterromperlo, sia pure musicalmente. Appunto per la loro origine tumultuosa, in esse non si
riscontrano n sviluppi tematici, n altri artifici ai quali il musicista volontieri sabbandona quando, rinchiuso
nella sua officina, ama imitare lopera del cesellatore. [] Lo squillo col quale siniziano le Pause del silenzio,
e che ritorna sette volte, il solo legame tematico che esiste fra le sette espressioni sinfoniche ed un po
eroico, perch una voce timida non oserebbe interrompere il silenzio: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op.
cit. (vedi nota ), pp. -.

. La musique, par son jaillissement naturel, par llgante souplesse de ses inflexions, restitue cette
pithte litalienne vertu, celle dun Scarlatti par exemple []. Le dbut et la conclusion se droulent dans
une sorte de recueillement grgorien dans une clart dune grce purement latines: Le Petit Journal, Parigi,
marzo . Tutta la bellezza del poema balza viva e potente dalla solida costruzione musicale, per la incisivit
dei temi, labilit onde sono suddivisi gli elementi narrativi da quelli descrittivi, lefficacia ond trattata la voce,
la emotivit del disegno melodico di rara incisivit nei momenti salienti. Di delicatissima poesia soffusa tutta
la fine della canzone: Mattino, Napoli, settembre .

. Cfr. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. - (il programma del Festival alle pp.
-); Nicolodi, Fiamma.Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), pp. -
(il programma a p. , nota ).

493

Laureto Rodoni
Nella cornice incantevole dellautunno veneziano si svolta felicemente
la prima manifestazione di questa istituzione. [] Il largo consenso di pubblico
e lappassionata attenzione con cui furono eseguite le novit presentate costituirono certo la pi bella ricompensa per gli organizzatori. [] E veramente appariva necessaria tale iniziativa, quando si pensi al gusto pacificamente accademico
e arretrato di grandissima parte del pubblico italiano. [] con una buona organizzazione possibile anche in Italia radunare un pubblico intelligente, capace
di assistere con interesse e partecipazione a sei concerti di musica moderna senza
troppo mostrarsi disorientato.

Credo che la mia situazione si aggravi sempre di pi


Se da una parte il coinvolgimento in una manifestazione internazionale di grande
prestigio (pur se in parte ignorata del tutto inaspettatamente dal regime) infuse
fiducia ed entusiasmo a Malipiero, dallaltra la situazione finanziaria, che precipit proprio
nellestate del , lo rese molto inquieto. Il giugno, grazie allintervento di dAnnunzio,
Malipiero aveva avuto un colloquio con Mussolini, ricavando dallincontro soltanto una
buona impressione, senza spiraglio alcuno per un aiuto concreto, come si deduce da una
lettera scritta l giugno e indirizzata al Vate: Credo che la mia situazione si aggravi sempre pi soprattutto causa la crisi tedesca. La Germania era il solo paese dove il mio teatro
si eseguiva. Come fare? Ricevo ora il conto dalla societ degli autori per il : Italia
lire, allEstero lire! Non sono lungi dal credere alla necessit di riprendere un posto in
qualche conservatorio! Ma sono fuori e non so che cercare. In ogni modo in autunno che
si delineer la mia situazione.
Pochi giorni dopo la conclusione del Festival veneziano, Malipiero chiese di nuovo
di essere ricevuto dal Duce. Lincontro avvenne il settembre; il giorno dopo dAnnunzio
ringrazi Mussolini e gli rinnov la richiesta di aiutare concretamente Malipiero, poich
ora disposto a rimettersi nellofficio faticoso chegli aveva tralasciato per dedicarsi intiero alle sue opere.
. Cfr. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. -.
. Da una lettera di Malipiero a dAnnunzio, vedi nota .

. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p. -.

. Bianchi, Chiara. Il carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Ibidem, p. .

. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -: Gian
Francesco Malipiero mi disse con quanta grazia musicale tu labbia ricevuto, e sanato di tante ingiustizie italiane.
Anche so il tuo gesto signorile nellinvitarlo a casa tua, e so che linvito gli varr come unalta testimonianza
contro gli sciocchi e i perfidi collegati. Ti sono gratissimo.

. Cfr. supra la lettera di Malipiero a Mussolini del , p. .

. Conosco Gian Francesco Malipiero da molti e molti anni ed ho esperimentato la schietta dirittura

494

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Il prefetto Rizzo il novembre informa Mussolini che la situazione finanziaria di Malipiero veramente preoccupante, che il compositore ha accettato lospitalit di
dAnnunzio a Villa Mirabella e che il poeta, per permettere al musicista di uscire dalla crisi,
propone una cattedra al Conservatorio di Venezia: si potrebbe istituire col, a somiglianza di
quanto stato fatto a Roma [] una cattedra di perfezionamento anche per la scuola di composizione per italiani e stranieri. probabile che Mussolini temporeggiasse, in attesa che
Malipiero facesse un passo (la richiesta della tessera del PNF) che, eticamente, non si sentiva
ancora di fare. Nel Malipiero nutriva ancora la speranza che dAnnunzio lo potesse aiutare
a trovare una soluzione; per questo motivo il agosto gli scrisse il seguente telegramma: Addolorato non averti veduto questa primavera stop editori esteri perduti urge provvedere cattedra
corso perfezionamento venezia stop mi dibatto ma soltanto S.E. Giuriati potrebbe decidere
podest venezia potresti subito telegrafargli pregando intervenire molto grato ti sarei.
Giovanni Giuriati non ebbe un ruolo decisivo in quella penosa vicenda. Infatti, non
avendo ancora ottenuto nulla di concreto, alla fine del Malipiero fu costretto a camdel suo animo come ogni giorno pi ammiro il suo sforzo nella ricerca del nuovo, e il puro amore dellarte
sua. Tu puoi, certo, aggiungere alla bella cortesia il modo di toglierlo alle sopravvenute angustie per la crisi
germanica e per quella dAmerica. Egli disposto a rimettersi nellofficio faticoso chegli aveva tralasciato
per il dedicarsi intiero alle sue opere. Aiutalo: Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op.
cit. (vedi nota ), pp. -.

. Ibidem, p. .

. Ibidem.

. Cfr. Bianchi, Chiara. Caro Bas [], op cit. (vedi nota ), p. . Malipiero scrisse a Gatti: [] la
crisi mondiale mi prepara delle complicazioni materiali, ch lItalia mi d lire allanno di diritti dautore!!
Devo pensare a casi miei; Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti, op. cit. (vedi nota ),
lettera del gennaio , p. . [] dopo aver lavorato parecchio non ho influenza alcuna, sono io stesso
in balia delle onde e le procelle che spesso minacciano la mia nave, sono provocate da certi venticelli traditori
che vorrebbero apparire aurette deliziose e benigne mentre sono insidiosissimi. [] Ti confesso che anchio
sono un po in alto mare e se non avessi una casa con orto, galline e tante altre cose che rendono la vita poco
costosa, non so cosa sarebbe accaduto di me: ibidem, lettera dell maggio , p. . Il giugno scrive
un P. S. a Gatti (ibidem, p. ): Ho provato molta pena vedendoti preoccupato a Milano. Io non lo sembro
mai, ma sappi che anchio navigo in acque difficili!! Ricordatelo. Il settembre parla esplicitamente di
grandi angustie e di disastro finanziario completo; e subito dopo: Che accadr? Non lo so. Devo cercarmi
un posto. Dove? Quale? Mi vorranno? Non sono n [segue il disegnino di un fantasma, nel significato forse di
imboscato] n [segue il disegnino di un braccio che fa il saluto romano (con una penna in mano) nel senso
di fascista che deve scrivere o comporre in favore del regime] e allora?; ibidem, p. .

. Telegramma del agosto , in: Bianchi, Chiara. Il carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco
Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Nato nel , fu capo di gabinetto di dAnnunzio a Fiume, poi deputato, ministro, presidente della
Camera. Dallottobre del al dicembre dellanno seguente fu segretario del partito fascista. Al Vittoriale
conservato un telegramma di dAnnunzio a Giuriati, dellagosto , nel quale propone Malipiero per il
posto al Conservatorio di Venezia: cfr. ibidem e Ragionieri, Ernesto. Op. cit. (vedi nota ), p. . Giuriati fu
sostituito dal rozzo Starace, autore, in ambito culturale, di direttive ai federali del partito cupamente esilaranti.
Cfr. Lupo, Salvatore. Partito Nazionale Fascista, in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. ii (L-Z),
pp. - e Vittoria, Albertina. Giuriati, Giovanni, in: ibidem, vol. i (A-K), pp. -.
495

Laureto Rodoni
biare interlocutore, rivolgendosi a Lualdi con tono da extrema ratio. L ottobre dello stesso
anno la Gazzetta Ufficiale aveva pubblicato il decreto che imponeva ai docenti universitari
fedelt al fascismo: . professori giurarono, si rifiutarono e persero la cattedra. Successivamente tutti gli insegnanti furono obbligati a richiedere la tessera del PNF.
Caro Lualdi,
ho inviato larticolo allItalia letteraria. Spero sia arrivato a tempo e
che ti soddisfi. Non sapevo come intavolare una questione apparentemente
materiale, ma in sostanza spirituale. Speriamo bene. Credo che a Venezia io
possa fra qualche giorno rivedere tutti gli influenti. Ed ora per la prima volta
vorrei chiederti un favore e, spero, in avvenire di non annoiarti una seconda
volta. Io vivo solo ad Asolo da anni e potevo farlo perch vivevo dei
miei editori esteri, ch, allestero le mie opere andavano sempre meglio
La crisi mondiale cambi la mia situazione e siccome anche ad Asolo si
deve mangiare, vestire e pagar le tasse (questultime me le hanno affibbiate
in modo indecente) ho dovuto escogitare un modo per salvarmi. Pensai che
il Conservatorio di Venezia era in decadenza, pensai che qui ad Asolo subivo
un continuo pellegrinaggio di giovani che (gratuitamente) venivano in cerca di
miei consigli, pensai che una cattedra di perfezionamento al Conservatorio di
. Lupo, Salvatore. Partito Nazionale Fascista, in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. ii
(L-Z), pp. -; Gerbi, Sandro. Giuramento di fedelt, in: ibidem, vol. i (A-K), pp. -; Santomassimo,
Gianpasquale. Iscrizione al partito, in: ibidem, vol. i (A-K), pp. -.

. Lettera autografa su pagine di G. F. Malipiero a Lualdi del dicembre (Archivio privato L.


Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero.

. Su LItalia letteraria non usc alcun articolo di Malipiero nel e nel . Il riferimento a un
articolo del in Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. , intitolato Svecchiare nel
campo musicale quindi errato. Potrebbe essere uscito su unaltra rivista, ma le ricerche sono state finora
infruttuose. Dalle righe successive ([] questione apparentemente materiale, ma in sostanza spirituale [.];
[] rivedere tutti gli influenti []) si evince che potrebbe trattarsi di un articolo in cui si sollecitano aiuti
finanziarii per il ii Festival veneziano, in programma nel settembre , dopo lo scarno aiuto fornito dallo
Stato in occasione del i Festival. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op.
cit. (vedi nota ), pp. - e Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. -.

. Come affermato in precedenza, si tratta di un vero e proprio Leitmotiv epistolare.

. Il riferimento in primo luogo allUniversal di Vienna; gli altri editori esteri fino a quellepoca furono
Chester (Londra), Eulenburg (Lipsia), Ernst Eulenburg (Vienna), Bote & Bock (Berlino, per il Torneo notturno),
Birchard (Boston), Snart (Parigi), Rouart Lerolle (Parigi), De la Sirne (Parigi), Rahter (Lipsia).

. Cfr. le due lettere precedenti.

. Anche in una lettera a Casella scritta nel giugno dello stesso anno manifesta preoccupazioni per la sua
situazione economica. Cfr. Catalogo critico del fondo Alfredo Casella, vol. i: I carteggi, op. cit. (vedi nota ), vol.
i/, p. (L. ) e Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), pp. -: il testo
trascritto alla nota .Vedi anche nota .

. Come detto, Malipiero fu sempre molto esigente nei confronti della scuola e degli insegnanti. Vedi
nota .

. Non ho mai cercato linsegnamento, e se mi sono circondato di discepoli lho fatto perch volevo
essere ad ogni costo ottimista. Essi han sempre cercato il mio aiuto, come correttore e revisore dei loro lavori,

496

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Venezia avrebbe potuto dar vita al Conservatorio e un utile materiale a me,
pensai infine che avendo sempre tenuto molto, molto alto il nome del mio paese
allestero e avendo avuto dalla mia patria soltanto delle cose ignobili, era venuto il momento di fare qualche cosa per me. Me ne interessai. Col Podest
di Venezia tutto andava a gonfie vele, pareva quasi combinato, ma oggi vengo
a sapere che il Podest stato preso da scrupoli, teme il mio modernismo e
un mio amico mi scrive che dubita di qualche pulce messa nellorecchio del
Podest da amico mio, musicista. Se tu non sei del parere dellamico seminatore
di pulci (e se non lo sei, ti dir che io ho guidato parecchi giovani appoggiandoli
sugli antichi, mettendoli in guardia contro la faciloneria e contro le strambellerie
cosiddette moderne, ma ormai vecchie assai) vorrei pregarti di scrivere due
righe al Podest di Venezia consigliandolo di non ascoltare gli imbecilli e dicendogli come ho guidato certi giovani. Labroca, che ha studiato con me, te lo
pu dire. Perdona la noia che ti reco e usami la cortesia di dirmi sinceramente
quello che hai scritto o che non hai voluto scrivere (onde io possa regolarmi)
qualora tu non volessi scrivere. Capirai bene, contro le opinioni e contro le
proprie convinzioni non si pu andare. In ogni modo grazie e non il caso di
guastare la nostra amicizia qualora tu non ti sentissi di accontentarmi. vero che
parti per lAmerica? Dimmene qualche cosa.
Cordiali saluti e ossequi a tua moglie.
Il tuo aff.mo G. Francesco Malipiero
Asolo (Treviso)
-xii-
inchinandosi alle mie osservazioni di ordine tecnico; mai hanno ascoltato i miei consigli sulla educazione
spirituale e sulla vita che la riflette. Quasi tutti si son messi a posto materialmente, ma il loro spirito
rimasto imprigionato fra la cucina e la camera da pranzo: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi
nota ), p. .

. Qualche giorno dopo aver scritto questa lettera, il dicembre , espresse a Casella incertezza circa
le sorti del corso di perfezionamento a Venezia: cfr. Catalogo critico del fondo Alfredo Casella, vol. i: I carteggi, op.
cit. (vedi nota ), vol. i/, p. (L. ).

. La musica di Malipiero era infatti pi eseguita allestero che in Italia (vedi note e ). Per esempio,
la prima rappresentazione dellopera La favola del figlio cambiato ebbe luogo a Braunschweig nel marzo del ,
due mesi prima della catastrofica premire romana.

. La goccia che fece traboccare il vaso fu la rappresentazione a Roma dellopera citata, su testo di Luigi
Pirandello.Vedi pp. sgg.

. Quasi sicuramente Malipiero fa riferimento anche a Schnberg e alla sua scuola: Lidillio fra me e i
giovani durato poco. La nuovissima generazione non ancora classificabile. Un esempio: mi si presentava nel
gennaio del un giovane, non ancora ventenne, refrattario alla scuola. Egli aveva per al suo attivo alcune
opere interessanti, sia per il contrappunto che per larmonia e la forma. Purtroppo erano dominate da quello spirito
schnberghiano che strazi la musica fra il e il . Lo considerai un fenomeno (non certo un innovatore, caso
mai un ritardatario), e gli dedicai tutta la mia attenzione. Forse, per innato ottimismo, mi son lasciato ingannare da un volgare plagiario, che si rivolt contro di me il giorno che gli accordai un immeritato diploma.
Limportanza di questa dolorosa e miserabile vicenda, sta solo nel fatto che quasi tutti i musicisti giovanissimi
son privi di idealit: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. (il corsivo mio).

.Vedi nota .

.Vedi nota .
497

Laureto Rodoni
Contro le proprie convinzioni non si pu andare, scrive Malipiero, sottintendendo
che non pu, per motivi etici, iscriversi al partito fascista. Ma ormai la situazione cos
grave che qualche mese dopo deve cedere. Lextrema ratio divenne allora proprio liscrizione al PNF, forse consigliatagli da Lualdi stesso. Di significato marginale, invece, la
dedica a Mussolini degli Inni per orchestra, composti nella primavera del , perch
Malipiero non modifica il suo stile per venire incontro ai gerarchi che consideravano
elitaria la sua musica.

Ho voluto contribuire allopera ammirabile di Adriano Lualdi


Il febbraio , mentre fervono i preparativi per allestire il secondo Festival
veneziano, Lualdi scrive a Malipiero: mio desiderio invitarti a far parte del Comitato
Esecutivo per avere un attivo e sicuro collaboratore. Conto perci sulla tua adesione.
Malipiero accetta senza tentennamenti. Il Lualdi si dimostra contento contentone per
. Io sono uno straniero per lItalia. Credo la causa sia mia perch non voglio barattare dei favori:
lettera del marzo (Archivio privato L. Rodoni), trascritta integralmente in Bianchi, Chiara. Caro
Bas [], op. cit. (vedi nota ), pp. - e parzialmente supra alla nota ; pensiero ripreso nel in
Malipiero, Gian Francesco. Da Venezia lontan, op. cit. (vedi nota ), p. : La libert, per quanto universalmente proclamata indispensabile alla dignit delluomo, si deve pagar cara se si vuole conservarla intatta e il
rifiuto di barattarla contro vile moneta, provoca strane e pericolose reazioni.

. Cfr. Stille, Alexander. Op. cit. (vedi nota ): [] il potere assoluto della dittatura fascista costrinse
milioni di italiani, dai grandi artisti e studiosi ai semplici lavoratori, ad atti umilianti di servile sottomissione per
salvaguardare il proprio lavoro, la propria famiglia e la libert personale. [] Il fatto che alcuni non abbiano
voluto o potuto opporre resistenza ha significato per la vita dei singoli individui ed rivelatore delle pressioni
cui erano sottoposti, ma non costituisce una ragione per liquidare unintera classe di persone.

. Secondo Malipiero questi Inni avrebbero dovuto significare una reazione contro la volgarit di certa
musica alla quale si attribuisce un significato patriottico, ma essi ottennero lo stesso risultato di una fucilata
sparata contro le muraglie della Cina. Solo per il loro autore hanno, indirettamente, una grande importanza
perch rappresentano linizio di quello stile lineare e antirettorico che nelle sinfonie si poi manifestato in
piena libert (): Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. -. Sugli Inni cos si espresse
Colacicchi nel : Ed ecco, per finire, Malipiero con i suoi Inni di pace, di guerra, di gloria. il Malipiero
migliore, il Malipiero che ha rinunciato a tutto ci che non sia essenziale e necessario. un Malipiero duna
purezza polifonica straordinaria, e per il carattere particolare dei temi, duna nudit gregoriana; vorremmo
qualificare questa polifonia come un gregoriano polifonizzato. Gli Inni ricordano la musicalit umbra, verde
e calda del lontano S. Francesco e del recente Acciaio (vedi note e ); due limiti nei quali da cercarsi
il Malipiero pi vero. Che un Malipiero davvero italiano, intriso di autentica italiana musicalit, anche se
dispersa e, purtroppo, morta. Lantica musicalit sei-settecentesca distrutta dallopera dellOttocento. E italiano
ancora perch umano e terrestre, quanto, per intenderci, Stravinskij di Apollo musagete mitologico e astrale:
La rassegna musicale, op. cit. (vedi nota ), p. .

.Vedi nota .

. Fondo Malipiero. Il seguito della lettera mostra come a Lualdi stesse a cuore il contributo di Malipiero:
Vorrei [] riunire qui a Milano alcuni fra i membri del Comitato, e pregherei te di non mancare. Cfr.

498

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


il fatto che lamico acconsente a far rappresentare il balletto Pantea, che si adatta benissimo a quello che volevo fare io, se trover i denari necessari per il Teatro. Le lettere
di Lualdi documentano chiaramente il rapporto di amicizia, di fertile, entusiastica, leale
collaborazione con Malipiero.
Su invito dellInstituto Argentino de Cultura Italica di Buenos Aires, il aprile
Lualdi part per lAmerica del Sud, dove diresse concerti sinfonici, concerti di musica da
camera (musica sinfonica e da camera italiana contemporanea e un pezzo di musica sudaanche la lettera del luglio : Ti prego di trovarti domenica agosto [] a Venezia - Palazzo Ducale, per
chiudere, insieme con gli altri Commissari, i lavori del concorso Radiogenico. Raccomandandoti vivamente
di non mancare, ti prego di confermarmi, qui a Milano, la tua venuta. Inoltre la lettera del aprile :
[] Per gli strumenti occorrenti alla tua partitura sia fatto come tu vuoi. Ma perch fai il cattivo? Io ti
avevo chiesto una cosa che non mi pareva dovesse tanto dispiacerti []. Comunque, ripeto, sia fatta la tua
volont perch non permetter certo che un ottavino e un corno inglese creino malumore fra di noi.Vedi
pp. 538-539. Cfr. infine la lettera del luglio : Ti prego caro Amico, di voler accettare di far parte della
Commissione Giudicatrice [del Concorso Radiogenico], e ringraziandoti fin dora, attendo un tuo cenno di
conferma. Tutte queste lettere sono pubblicate integralmente in Appendice ii.

. Spero non ti impressioner sfavorevolmente per la sua tristezza, n per i mezzi di espressione. Ti
assicuro che non sar aggressiva anche perch (e questa la parte che garantisco) suona bene: Malipiero a
Lualdi, cit. in Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p. .
Sul balletto Pantea, cfr. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -: Questo dramma
sinfonico stato scritto per amore del teatro musicale e per evitare il melodramma. Le vicende belliche
dellautunno hanno quasi suggerito le allucinazioni di una donna prigioniera mentre fuori infuria la
battaglia. (La difficolt di trovare una danzatrice capace di sostenere da sola tutta lazione, hanno impedito
che Panta si rappresentasse spesso; tuttavia stata inserita nel repertorio di molte ballerine. Purtroppo i
coreografi vogliono inventare i soggetti e per tale ragione si impedisce al balletto di seguire una evoluzione
che corrisponda a quella di tutto il teatro musicale). Cfr. inoltre: Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota
), pp. sgg.; Minardi, Gian Paolo.Lavanguardia solitaria di Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -; Pieri,
Marzio. Prefazione, op. cit. (vedi nota ), pp. -; Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista,
op. cit. (vedi nota ), pp. -; Lanfranchi, Ariella. La musica italiana di balletto del primo Novecento,
in: Musica italiana del primo Novecento [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Lettera del febbraio (Fondo Malipiero), pubblicata integralmente in Appendice ii.

. Lettere di Lualdi a Malipiero (Fondo Malipiero): Milano, marzo ; febbraio ; febbraio


; aprile ; aprile ; marzo ; luglio ; luglio ; luglio ; luglio ;
ottobre . Tranne la prima e lultima (generiche), sono pubblicate in Appendice ii.

. Lualdi, Adriano. Larte di dirigere lorchestra, op. cit. (vedi nota ), pp. -; Id. Viaggio musicale nel SudAmerica, op. cit. (vedi nota ), pp. - e -: Per invito dellInstituto Argentino de Cultura Italica di Buenos
Aires, [] mi sono recato due anni fa [nel ] nellAmerica del Sud per tenervi un ciclo di concerti e uno
di conferenze. Partito da Genova il aprile , ritornato il luglio, sono rimasto nel nuovo Continente
quarantanove giorni esatti []. Ho tenuto cinque concerti sinfonici [], sei concerti di musica da camera
e quindici conferenze [vedi nota seguente]. [] In tutto, fra concerti e conferenze, ventisei manifestazioni. I
programmi dei concerti comprendevano esclusivamente musica sinfonica e da camera italiana contemporanea
(meno un numero riservato, in ogni programma, a musiche, del Paese) e, nei limiti del possibile, e a seconda
delle circostanze, assolvevano lufficio di documentare alcune delle conferenze che nelle varie citt andavo
tenendo. stata mia cura di eseguire, in questi concerti, musiche di autori meno noti e del tutto ignoti nel
Sud-America e di porre in evidenza la grande variet di indirizzi e di modi di fare che, pur nellambito di
499

Laureto Rodoni
mericana in ogni concerto) e tenne conferenze. Tornato in Italia il luglio, si dedic
di nuovo allallestimento del secondo Festival veneziano e una settimana dopo ricevette una
lettera di benvenuto da Malipiero.
Caro Lualdi,
Bentornato. Sono lieto che tu abbia diretto le mie Variazioni senza
tema. Grazie per la pena che ti sei dato. LUniversal Edition mi scrive che
desidera sapere chi paga (e quanto) il noleggio per la Cration di Grnberg che eseguirete nel festival di Venezia. Io ho scritto dicendo che avete
poco denaro, ma gratis non lavrete. Consiglioti scrivere direttamente in
proposito.
Spero vederti presto. Saluti cordiali Tuo
GFrancesco Malipiero
Asolo (Treviso) ..

uno schietto carattere nazionale, si osserva nei moderni compositori italiani, e che costituisce una ragion di
forza per larte nostra attuale, e di superiorit indiscutibile su quelle degli altri Paesi guardati panoramicamente.
[] Per ci che riguarda lattivit svolta e da svolgere allo scopo di raggiungere una migliore conoscenza, da
parte nostra, del mondo musicale sud-americano, mi sar concesso rivendicare la priorit dellinizitiva al ii
Festival Internazionale di Musica di Venezia, organizzato e gestito dalla Biennale dArte; che nel settembre del
ponendo immediatamente in atto quella politica di maggiore attenzione alle voci artistiche del Sud
intorno alla cui opportunit mi si era tanto, e da tante parti, intrattenuto dedicava un intero concerto alle
musiche sud-americane. Il concerto [] stato tenuto la sera del settembre nel Teatro La Fenice []. Era
la prima volta, quella, che un gruppo compatto di compositori americani formava oggetto di un programma
di un concerto europeo interamente dedicato ad essi.

. Sui temi seguenti: ) la musica profana durante il Rinascimento italiano; ) il melodramma durante il
Risorgimento italiano; ) la musica italiana contemporanea; ) panorama della musica europea contemporanea; ) due nuove vie per la musica: radio e film sonoro; ) larte e il regime fascista; ) rapporti fra le arti
figurative e la musica, dallimpressionismo ad oggi.

. Lettera autografa su pagine di Malipiero a Lualdi (Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo
Malipiero.

. Altra significativa attestazione di stima e di amicizia da parte di Lualdi. Le Variazioni senza tema furono
concluse ad Asolo il luglio . Si tratta di una composizione per pianoforte e orchestra. Il titolo
annota Malipiero non stato scelto per simpatia del paradosso: le varie parti di questopera sinfonica
hanno veramente carattere di variazioni ed un tema che non c: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit.
(vedi nota ), pp. -.

. Per il Secondo Festival Internazionale di Musica veneziano. Louis Gruenberg (-), compositore
e pianista americano di origine polacca, fu allievo di Busoni. Con altri musicisti statunitensi, negli anni Venti,
sollev notevole interesse di critica e pubblico per aver tratto ispirazione ritmica e tematica dal linguaggio
del jazz e pi tardi dal folklore afro-americano. La Cration non venne mai eseguita durante il Festival, come
si evince dalla seguente lettera di Lualdi a Malipiero (Milano, luglio , Fondo Malipiero): La Cration
di Gruenberg non si fa pi, perch non si potuto combinare la venuta del baritono Robeson, che era stato
indicato dal M Reiner come interprete ideale.
500

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi

Ill. : Lettera autografa su due pagine di G. F. Malipiero ad A. Lualdi, scritta poco prima dellinizio del ii
Festival veneziano, al ritorno di Lualdi dalla tourne in Sud America. (Propriet privata L. Rodoni.)

La seconda edizione del Festival, che si svolse tra il e il settembre del


, fu pi omogenea e ricca di sollecitazioni, limitata a musica per organici ridotti
(di circa strumenti) con un numero ristretto di interpreti vocali e labolizione del
coro.
. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p.
segg.; Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. segg. (il programma integrale del Festival si trova
alle pp. -); Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p. . Sulla
presenza della musica da camera nei festival veneziani, cfr. le osservazioni di Lualdi: Ai Festival Internazionali
di Musica di Venezia, di cui io sono stato fondatore nel [] e Direttore artistico dal al , cio
dei primi quattro; e che costituiscono e costituiranno, se si sapr mantenerli invita, la prima e pi antica
istituzione italiana del genere, spetta prima che ad ogni altra iniziativa il merito di avere promosso e divulgato
sistematicamente e intenzionalmente il gusto lamore il culto tra noi, dei piccoli complessi sinfonici e teatrali
della forma darte musicale dinsieme, cio a dire, la pi eletta, la pi raffinata e aristocratica. Quella
che, reagendo in certo modo, nel campo del numero, alla mana dellelefantesco e del colossale [] non
soltanto permetteva, ma imponeva labbandono, di tante vecchie abitudini: pesanti e costosissime nel campo
pratico, controproducenti in quello, essenziale e delicatissimo, della vita e dellevolversi dellarte. Infatti, nei
primi quattro festival veneziani del , , , su trentatr manifestazioni complessive, fra grandi
concerti sinfonici, sinfonico-vocali, spettacoli teatrali, concerti solistici e di piccoli complessi, tredici furono di
Orchestra da Camera, e in questi furono eseguite complessivamente sessantasei opere, quasi tutte nuovissime
e composte per tali manifestazioni; e cinque furono di Teatro dellOpera da Camera, e in questi spettacoli vennero
rappresentate tredici opere, e precisamente: Lalba di Don Giovanni, Panta, La favola di Orfeo, El retablo de Maese

501

Laureto Rodoni
Il balletto Pantea fu eseguito in prima assoluta il settembre , sotto la prestigiosa direzione di Fritz Reiner, elogiato unanimemente dalla critica, e con Attilia Radice
come danzatrice.
Il significato musicale e umano di Pantea fu forse quanto colp maggiormente pubblico e critica: e dunque la pi autentica affermazione dellintero
Festival. In subordine senzaltro la piacevolezza della Favola dOrfeo [di Casella],
il misticismo di Maria Egiziaca [di Respighi], la comicit popolaresca della
Graneola[di Lualdi] (confezionata secondo le tradizionali forme chiuse settecentesche). Nel complesso dunque un indubitabile successo e, soprattutto, un
risultato cospicuo del genere del teatro da camera.
Pedro, Maria Egiaziaca, La grancola, Il caff, La Passione di Cristo, Il combattimento di Tancredi e Clorinda, Cos fan
tutte, Teresa nel bosco, Una favola di Andersen, Cefalo e Procri: Lualdi, Adriano. Larte di dirigere lorchestra, op. cit.
(vedi nota ), pp. -.

. Cfr. la lettera di Lualdi a Malipiero del agosto (Fondo Malipiero) e Lopera di Gian Francesco
Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Fritz Reiner (Budapest - New York ), dopo lesordio nella
sua citt natale, diresse in vari paesi europei. Dal svolse la sua attivit direttoriale negli Stati Uniti, dove
fu a capo delle orchestre di Cincinnati, Pittsburgh, del Metropolitan di New York e di Chicago. Attilia Radice
(Taranto gennaio - Capranica settembre ) comp gli studi presso la scuola della Scala dove si
diplom (), ultima allieva di E. Cecchetti. Alla morte di lui () prosegu gli studi con C. Fornaroli. Fece
parte del Balletto della Scala divenendone ben presto prima ballerina. Presso il Teatro dellOpera di Roma
interpret ruoli principali in balletti di Milloss. Dopo essersi ritirata () divenne direttrice della scuola di
ballo dellOpera di Roma fino al .

. Di Lualdi venne rappresentata lopera in un atto La Graneola su libretto del compositore stesso, da un
soggetto di Riccardo Bacchelli. Andrea Della Corte cos giudic lopera: Il Lualdi ha scritto una musica lieve
e ridente, la quale rientra nella tradizione dellopera comica italiana. Infatti non solo egli ha sempre chiuso le
arie, i duetti e i terzetti, ma anche nelluso del recitativo, limitato allo stretto necessario e in genere tendente
alla naturalezza della espressione, ha ricordato, sia pure caricaturalmente, il recitativo italiano, quello delle opere
del Settecento, come quello del Falstaff. La caricatura senza malizia, in qualche punto come la parodia in
miniatura di analoghe scene del vecchio melodramma romantico. Precede lopera una breve ouverture, agile e
fresca, sorretta da un tema caratteristico molto vivace e ben contrappuntato [] Pur serbandosi indipendente
dalle voci, lorchestra le segue docilmente e non le soverchia mai; da sola, riesce descrittiva, efficace, bench si
noti qua e l qualche stasi o lacuna []. Nel complesso unopera equilibrata, proporzionata, rispondente alle
esigenze del teatro; La stampa, Torino, settembre .

. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, p. . Teatro da camera fu unetichetta introdotta
nella critica musicale, in riferimento alle Sette Canzoni di Malipiero, da Bastianelli, Giannotto. Op. cit. p.
: [Malipiero] il primo in tutta Europa che ha osato concepire un teatro che antiottocentescamente
non sia davvero teatro. Quello che ho chiamato teatro da camera. Cfr. anche Domenico de Paoli, cit. in
Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, p. : Il teatro da camera vuol essere anzitutto un mezzo
di comunicazione semplice ed immediato fra lautore e lo spettatore: vuol richiamare questo a s dicendogli
cose nuove nel modo pi semplice e naturale: e lattenzione, quindi la simpatia dello spettatore, vogliono
essere stimolate dalle cose stesse, e non dal modo con cui vengono esposte. Cfr. anche Alberti, Carmelo.
Tradizione, innovazione e trascrizione nella messinscena delle opere liriche italiane del Novecento eclettico,
in: Il Novecento musicale italiano tra neoclassicismo e neogoticismo, a cura di David Bryant, Firenze, Olschki,
(Studi di musica veneta, ), pp. -. Vedi infine nota , in cui Lualdi elenca tutte le opere da camera
rappresentate nei Festival da lui diretti.
502

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Questa seconda edizione ebbe anche il merito di promuovere un concorso di musica
radiogenica, il primo del genere in Italia. Nel novembre del , a questo proposito, Lualdi
tenne un applaudito discorso alla Camera, probabilmente redatto insieme a Malipiero:
[] per attrarre a migliaia, a diecine di migliaia i nuovi abbonati, non
basta preoccuparsi delle macchine; non dei mezzi finanziari; ma occorre tenere nel massimo conto e specialmente nel nostro Paese, e specialmente nel
momento storico che attraversiamo quella cosa impalpabile, imponderabile
ma decisiva che lo spirito vivo, ardente, curioso dellinedito, vibrante, ardito,
innovatore che deve informare come ogni altra branca dellattivit nazionale,
anche le manifestazioni dellEnte Italiano Audizioni Radiofoniche. [] Certo,
lItalia con il grandioso patrimonio artistico che possiede nel melodramma,
specie ottocentesco, pu e deve sfruttarlo largamente. Non deve, per, lItalia
radiofonica, ripetere lerrore gi commesso e che oggi si sconta duramente
dai teatri lirici grandi e minori: non deve spremere fino allultima goccia
questo glorioso repertorio, per non inaridire una fonte, prima di averne scoperta
ed attivata unaltra.

Al bando, compilato da Lualdi e Malipiero, risposero ben compositori, valutati da una giuria presieduta da Lualdi stesso e composta da Malipiero, Respighi,
Casella, Guido Farinelli, Alberto Gasco e Attilio Parelli. Nel marzo del si tenne
una riunione del comitato esecutivo nella sede della Biennale darte a Venezia, presieduta da Lualdi. Malipiero, con apprezzata lungimiranza, propose di escludere dal bando
di concorso
[] le musiche scritte per la voce umana o per pianoforte e questo in
considerazione del fatto che tanto la voce umana quanto i suoni del pianoforte
sono notoriamente radiogenici. I problemi, allo studio dei quali tende la gara,
sono tutti di carattere strumentale e si tratta di sperimentare i timbri e gli impasti
pi adatti ad essere percepiti e riprodotti dal microfono. Il Maestro Bianchini

. Lundicesima Musa [], op. cit. (vedi nota ), p. -. Gi nel Lualdi si occupava della diffusione
della radio: cfr. Barbon, Antonio. Op. cit. (vedi nota ), pp. -. Per una visione complessiva del problema,
cfr. Ortoleva, Peppino. Radio, in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. ii (L-Z), pp. -.

. Il bando pubblicato in: Lundicesima Musa [], op. cit. (vedi nota ), pp. -. I compositori
erano tutti italiani, per esplicita volont dei promotori, poich il Festival comprendeva intere manifestazioni
dedicate esclusivamente ad altre nazioni. Altri documenti su questa manifestazione in: ibidem, pp. -. In
particolare, su analoghe esperienze in Germania, cfr. p. (articolo di Mario Giuranna).

. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), pp.
-; Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. -. Cfr. inoltre lentusiastico e interessante
Discorso di Adriano Lualdi alla Camera dei Deputati, novembre , in: Lundicesima Musa [], op. cit.
(vedi nota ), pp. -. Su Gasco, vedi nota .

. Guido Bianchini (-) che dal nutriva un sotterraneo rancore verso Malipiero; cfr.
Bianchi, Chiara. Caro Bas [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

503

Laureto Rodoni
dichiara di non trovarsi daccordo col Maestro Malipiero circa lesclusione e
solleva una disputa []. In seguito alla discussione viene deliberato di ammettere alla gara per il premio solo le opere di carattere strumentale nelle quali la
voce umana od il pianoforte potranno entrare come parti dellassieme e non
mai come funzioni preponderanti. Le composizioni pertanto per pianoforte, per
canto o per canto e piano verranno ammesse fuori concorso.

La manifestazione fu recensita, tra gli altri, anche da Andrea Della Corte e da


Alfredo Parente.

Una pietosa filza di scemenze


Nellautunno del , Malipiero ottenne finalmente lagognata cattedra di specializzazione in composizione presso il Conservatorio di Venezia. Ma il regime, se da una parte
risolse i suoi problemi finanziari, dallaltra continu a ordire subdole trame per deprimere
e denigrare lo scomodo e poco amato compositore, troppo conosciuto e stimato allestero
per essere stroncato ufficialmente.
Il dicembre apparve infatti su Il popolo dItalia (Roma), il Corriere della sera
(Milano) e La stampa (Torino) un manifesto firmato da Respighi, Mul, Pizzetti, Zandonai,
. Lundicesima Musa [], op. cit. (vedi nota ), p. .
. Tra gli vincitori vi furono Luigi Dallapiccola (con i Tre studi per soprano e piccola orchestra) e Nino
Rota (con Balli). Cfr. ibidem, p. .

. Ibidem, pp. -.

. Ibidem, pp. -.

. Da una lettera di Casella a Pizzetti, in: Ildebrando Pizzetti. Cronologia e bibliografia, a cura di Bruno
Pizzetti, Parma, La Pilotta, (Materiali, ), p. .

. Mario Labroca era convinto che i bersagli dei conservatori fossero anche Petrassi e Dallapiccola:
Tornavo dallAmerica nel dicembre e allo sbarco appresi che era stato lanciato un manifesto, firmato
da oscuri e purtroppo anche da illustrissimi musicisti, che tendeva mettere al bando Casella, Malipiero e i
giovanissimi di allora, Dallapiccola e Petrassi. Fu un triste episodio: il manifesto carezzava il nazionalismo pi
equivoco, quello cui si vuole attribuire una etichetta estetica, e poneva sotto cattiva luce politica i musicisti
che non lo avevano firmato. Fatto gravissimo fu considerata la sua pubblicazione sul Popolo dItalia, che
indusse quasi tutti i coraggiosissimi critici di allora ad associarsi ad esso con un entusiasmo tanto frenetico
quanto servile. Fummo in pochi a reagire ma reagimmo con tanta violenza da indurre i principali firmatari
di quel documento a chiarimenti opportuni che valsero a svuotarlo di qualsiasi importanza: Labroca, Mario.
Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi nota ), p. . Malipiero puntualizz: al famoso manifesto del , tu,
ai nomi di Casella e mio contro i quali mirava limboscata, aggiungi quelli di Dallapiccola e Petrassi. Questi
due musicisti nel non rappresentavano ancora un pericolo per i sedentari, perci erano fuori questione.
Molto interessante per me constatare che spuntatesi nel le frecce avvelenate, non ci furono pi
manifesti; ora, certi scarabei continuano a rotolare i loro viveri e ronzano in sul tramonto sopra i campi arati
di fresco, senza recar danno: Malipiero, Gian Francesco. La Cornacchia di Asolo (a Mario Labroca), in: Id.
Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), p. .

504

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Gasco, Toni, Pick-Mangiagalli, Guerrini, Napoli e Zuffellato. Franco Alfano e Mario
Castelnuovo-Tedesco si rifiutarono di firmarlo. Il documento esprimeva la Musikanschauung
dei compositori pi conservatori del tempo, rispecchiava un modo di pensare xenofobo e
provinciale, ed era chiaramente unaccusa nei confronti dei due sovversivi in ambito musicale: Malipiero e Casella. Eccone alcuni stralci:
Tutti i credi estetici, che dovevano sovvertire i canoni tradizionali, sono
stati esposti e praticati. Il nostro mondo stato investito, si pu dire, da tutte
le raffiche dei pi avventati concetti avveniristici. La parola dordine mirava
veramente, infuriando, alla distruzione dogni vecchia ed antica idealit artistica
[]. Cosa ne abbiamo ricavato? Delle strombazzature atonali e pluritonali [].
Siamo ancora alle tendenze e agli esperimenti, e non si sa a quali affermazioni
definitive e a quali vie sicure possano condurre. Il pubblico [] non sa pi qual
voce ascoltare n qual via seguire, [] s infiltrato nello spirito dei giovani musicisti un senso di comoda ribellione ai canoni secolari e fondamentali dellarte
[]. Lavvenire della musica italiana non par sicuro se non alla coda di tutte le
musiche straniere []. Qualcuno pensa a ruminazioni di nostri lontani secoli
musicali. Sopra tutto per, si avversa e si combatte il romanticismo del secolo
scorso. Tutto ci un errore per i giovani musicisti e non fa bene al pubblico.
il passato artistico, da Gabrieli a Verdi e fino a Puccini, che ha valore. Siamo contro
alla cosiddetta musica oggettiva che come tale non rappresenterebbe che il suono
preso a s, senza lespressione viva del soffio animatore che lo crea. Siamo contro a
questarte che non dovrebbe avere e non ha nessun contenuto umano.
. Critico musicale e compositore molto influente, di stretta osservanza fascista e, come Toni e Mul, su
posizioni antimoderniste e quindi antimalipieriane. Stimava molto Lualdi compositore: cfr. a esempio la recensione a Le furie di Arlecchino, in: Lualdi, Adriano. La bilancia di Euripide, op. cit. (vedi nota ), p. . A sua volta
Lualdi ne traccia un benevolo ritratto in: Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), p. : [] Uno spirito di cavaliere
del buon tempo antico [] lo rende caro agli amici e amabile anche agli avversarii; [] un fervore dingegno
[] lo tiene sempre lontano dalla pedanteria; della Roma patria delezione, ha lottimismo accomodante.
Ben diverso latteggiamento di M. E. Bossi in una lettera a Tebaldini del dicembre : Leggendo le
schifosissime parole colle quali il Sig. Dr. Alberto Gasco ha messo alla gogna lOuverture Accademica di Brahms
diretta da De Sabata vien fatto di chiedersi se chi si d alla nobile fatica del compositore devesser considerato
alla stregua di un barattiere, di un volgare malfattore o gi di l!! (Archivio privato L. Rodoni).

. Su Mul e Toni cfr. le note e ; per Riccardo Pick-Mangiagalli, cfr. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi
nota ), vol. i, pp. -; Guido Guerrini (-) fu allievo di Busoni, cfr. ibidem, vol. ii, p. , nota ;
per Gennaro Napoli, cfr. ibidem, vol. i, p. , nota . Infine loscuro Guido Zuffellato (-?) fu membro
della sezione veneta del Sindacato dei musicisti e critico musicale della Gazzetta di Venezia.

. Cfr. Id. La musica strumentale sinfonica e da camera, in: Franco Alfano. Presagio di tempi nuovi con finale
controcorrente, a cura di Rino Maione, Milano, Rugginenti, (De Musica, ), pp. -.

. Perfido e cinico latteggiamento Mussolini a questo proposito, secondo la testimonianza di Malipiero


stesso: Dispiacque a Mussolini la riproduzione sulla stampa estera di questo balordo documento e mi invit
a Roma per dirmi che non dovevo reagire: N con il duce n contro il duce, op. cit. (vedi nota ).

. Pubblicato integralmente nellappendice a Zanetti Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. iii, pp. -
e in Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. - (con commento
alle pp. - e -). Sul documento cfr. anche Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.

505

Laureto Rodoni
Casella cos comment questo goffo documento, definito una pietosa filza di scemenze e di luoghi comuni ormai tramontati da non pochi anni:
In questo lungo e singolare documento si sfoderavano uno dopo laltro
i soliti luoghi comuni contro larte moderna: cerebralit, snobismo, internazionalismo, confusionismo, anti-romanticismo, ecc., ecc., e si invocava nel
concertato finale un rapido ritorno al romanticismo come lunico mezzo per
salvare la musica pericolante. A dire il vero, avevo gi sentito parlare da un pezzo
della confezione di questo manifesto, che era stato in gran parte elaborato durante continui e misteriosi abboccamenti tra Toni e gli altri cospiratori durante
lultimo festival veneziano, e molti amici mi avevano avvertito che si stava
preparando un fiero colpo per porre tanto me quanto Malipiero fuori combattimento. Era cos nato il documento e si erano raccolte quelle dieci firme, che
andavano dalla celebrit mondiale di un Respighi sino alla totale oscurit di un
Zuffellato. Non mi meravigli dunque il vedere pubblicato su tutti i giornali
della penisola quel documento reazionario e provinciale, che probabilmente parecchi dei firmatari non dovevano avere letto prima di firmarlo. Lunica novit
di questo manifesto risiedeva nel fatto che tutti i precedenti documenti artistici
del genere [] erano sempre stati dei veri e propri appelli insurrezionali, animati da uno spirito rivoluzionario e semmai iconoclastico. [] In questo senso,
quel manifesto era davvero senza precedenti ed augurabile per il buon
nome della terra nostra che rimanga senza indomani.

E un anno dopo concluse il suo importante saggio Musica italiana di ieri e di oggi,
alludendo in chiave genuinamente fascista a questo manifesto:
[] la lotta tra Italiani nuovi e vecchi oggi pi intensa che mai. Ma
non dubbia la vittoria. La pretesa, della quale sono recenti documenti il famoso
manifesto musicale e la gazzarra inscenata a proposito della stazione di Firenze,
di voler istituire un processo in piena regola allarte del secolo, semplicemente
ridicola. Nessuno ha mai potuto fermare il corso degli avvenimenti. N tanto
meno lo si potrebbe in Italia, dove viviamo in un clima rivoluzionario ed audace,
il quale deve fatalmente recare con s unarte consona ai tempi nuovi. Come

. Cfr. la lettera di Casella a Pizzetti, in: Ildebrando Pizzetti. [], op. cit. (vedi nota ) p. .
. Serie di vocaboli con valore spregiativo che ricorrono spesso negli scritti dei musicisti conservatori.

. Cfr. la lettera di Papini a Pizzetti, in: Ildebrando Pizzetti. [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. In questi termini Casella scrisse anche a Pizzetti. Inoltre: Che le bestialit dellenergumeno Toni
avessero a trovare un consenso pubblico proprio nella tua persona, questo non avrei mai sognato; ibidem, p.
. Cfr. la risposta di Pizzetti in: ibidem, pp. -.

. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ) pp. -. Amara la conclusione di Casella:
Fu [] per me un vivo dolore il vedere accanto alle firme di alcuni miei nemici anche quelle di
certi compagni che, in anni gi ricordati, avevano lottato accanto a me per la resurrezione della nostra arte,
compagni che avevo sempre aiutato colla mia opera di musicista-interprete, e dai quali non mi sarei mai atteso
un simile gesto; ibidem, p. . Cfr. in merito Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


disse il Duce nello scorso ottobre nelladunata degli intellettuali allAugusteo:
Lepoca nella quale viviamo difficile, e soli ci stanno bene gli individui di
tempra eroica; ma dobbiamo essere fieri di aver vissuto quellepoca che prender
il nome di Mussolini. Non vi quindi dubbio che la vittoria finale apparterr a coloro che hanno veramente vissuto eroicamente questepoca, vale a dire
rischiando ogni cosa, e che non potr mai arridere invece a quelli che hanno
creduto di poter fermare o deviare il corso della storia e dellarte mediante espedienti, armi e complotti dei quali la parte migliore della nazione ha gi proferito
solenne e severa condanna. Auguriamo dunque prossimo il giorno ove la musica
italiana risorta a nuova fortuna, possa irradiare per il mondo il canto possente
della giovent fascista e la voce rinnovata della stirpe romana.

Anche Malipiero reag con una lettera aperta a Respighi, il quale rispose privatamente dichiarandosi in buona fede. Malipiero gli credette poich il collega non poteva
essere a conoscenza dello scopo vero del manifesto ideato dal buon Toni, che far il Toni
[cio il pagliaccio] finch vivr; questo scopo vero glielo avrebbe rivelato a voce.
Nessuno ha messo in rilievo lassenza, tra i dieci musicisti conservatori, di un nome
che in quel contesto storico-culturale sarebbe dovuto comparire in testa alla lista, quello
di Adriano Lualdi. Il fatto sorprendente se si pensa che il testo, almeno in parte, potrebbe
esser stato da lui redatto. Per motivi connessi al suo carattere leale, escludo per che facesse
parte della cricca dei conservatori o che ne fosse lispiratore. Il presente saggio, indirettamente, d una spiegazione plausibile di questassenza e le lettere pubblicate mi pare possano
dimostrare che non si tratt di una mossa strategica connessa ai Festival e quindi dettata da
gretto opportunismo.

. Casella, Alfredo. Musica italiana di ieri e di oggi, op. cit. (vedi nota ), p. .
. Pubblicata ne LItalia letteraria del dicembre : Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i,
p. . Cos Malipiero raccont lepisodio: Alla stazione di Vicenza acquistai un giornale e per prima cosa
mi cadde sottocchio un manifesto di musicisti italiani per la tradizione dellarte romantica dell! Non si
faceva il mio nome ma nella nota del redattore era detto chiaramente che il manifesto era diretto contro di
me e Alfredo Casella, e non potevano esserci dubbi sulle intenzioni di colui che laveva concepito: il critico
musicale del Popolo dItalia. Due sole fra le firme raccolte mi stupirono perch nel manifesto fra le molte
balordaggini si dichiarava che con una rivoluzione in atto che rivela ancora una volta limmortalit del genio
italiano e presidia ed avvalora ogni nostra virt, sentiamo la bellezza del tempo in cui viviamo e vogliamo
cantarlo nei suoi momenti tragici come nelle sue infiammate giornate di gloria. [] Il manifesto non ebbe
alcun seguito [].Tante furono le convulsioni che non riesco a stabilire lordine dei molti atti di questa brutta
commedia: Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg.

. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, p. . Cfr., inoltre, Spini, Daniele. Ottorino Respighi
(-). Profilo biografico, in: Ottorino Respighi, a cura di Giancarlo Rostirolla, Torino, ERI, , pp.
-: - La risposta di Respighi dimostra abbastanza chiaramente che la firma era stata apposta, s, per
concordanza con le idee espresse nel manifesto; ma senza che lui si fosse reso troppo conto di dove andava a
parare il manifesto [] e Ildebrando Pizzetti. [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Cfr. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. -.

507

Laureto Rodoni
Quella del manifesto scrive Fiamma Nicolodi sar una delle ultime occasioni di scontro fra le opposte tendenze di un gruppo, la cui distanza verr sensibilmente
riducendosi nel corso degli anni, in concomitanza con pi seriosi e impegnati servigi,
direttamente o indirettamente richiesti ai propri musicisti dal regime.

Lira degli di era nulla in confronto


Il Manifesto dei Conservatori, o del Tritume come lo defin sarcasticamente
Fedele DAmico, fu, dopo il fiasco pilotato delle Sette Canzoni, la prova generale del regime
per inscenare la stroncatura definitiva, o, per meglio dire, la morte artistica di Malipiero,
che verr vergognosamente umiliato e vilipeso alla prima rappresentazione de La favola del
figlio cambiato, su libretto di Pirandello, nel . Lesito della serata fu infatti disastroso:
. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), p. .
.Vedi nota .

. Cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Il meraviglioso primo atto, lettomi dallautore in persona, vinse la mia riluttanza contro i libretti altrui
e riusc pure a farmi assimilare gli altri due atti, che tendono a risolvere logicamente una situazione paradossale
e mi trasportarono in un mondo diverso da quello del primo: appunto di Malipiero stesso, in: Lopera di Gian
Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. . Lincontro con Pirandello narrato in: ibidem, pp. -. Cfr.
anche Zanella, Laura. Dopo la favola del figlio cambiato. Come rinasce una creatura innocente, Firenze, Olschki,
(Studi di musica veneta. Archivio G.F. Malipiero, ).

. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. e -.
Cos Malipiero raccont la serata, in: Da Venezia lontan, op. cit. (vedi nota ), pp. -: Ci vuole una
errata [sic] notizia giornalistica per ricordarmi unaltra brutta avventura, ma romana questa volta. La sera della
prima rappresentazione della Favola del figlio cambiato al teatro Reale dellopera a Roma ( marzo ) io
non abbandonai per un solo istante Pirandello. Scendendo le scale, alla fine dello spettacolo, incontrammo
Mussolini; con una mia logica personale proposi a Pirandello di salutarlo, ma egli non volle e affrett il passo
verso luscita. Non capisco come un giornale rispettabile osi scrivere che affacciandosi alla porta spalancata
del palco forse con lintento di attenuare (nel Duce) il significato sgradevole del giudizio espresso da parte del
pubblico, di colpo la porta venne chiusa, direi addirittura sbattuta sul viso di Pirandello. Colui che racconta
questo episodio afferma di essere stato presente in teatro per motivi professionali e non saccorge che offende
la dignit di Pirandello, il quale mai si sarebbe umiliato correndo a non necessari ripari. Narra Vittore Branca,
presente alla rappresentazione, che un gerarca (forse Starace) si rivolse in modo supponente a Malipiero con
queste parole: Da Lei mi sarei aspettato di meglio. Ed io da Lei no, nel giudicare di musica e di arte, rispose
pronto ed impavido Malipiero (Il sole ore, marzo ). In Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi
nota ), p. , Malipiero riport una scorata confessione di Pirandello: Loffesa gratuita e brutale che c
stata fatta mi tiene lontano perfino dai Giganti della Montagna. Quella ch forse la mia opera maggiore di teatro
m restata l da allora. Cos egli mi scriveva quattro mesi dopo la serata ingloriosa. E i Giganti della montagna
non furono mai condotti a termine. Su questo evento sono state scritte pagine memorabili da Fedele DAmico,
pure presente alla prima rappresentazione dellopera: La Farsa degli equivoci nella Favola del figlio cambiato, in:
Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. iii, pp. -. Dopo quel triste episodio, lo scrittore siciliano
si rifiut di collaborare con dei compositori. Cfr. Malipiero, Gian Francesco. Luigi Pirandello mio librettista,

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Lira degli di era nulla in confronto di quella scatenatasi sul mio capo la sera del marzo
, scrisse Malipiero stesso. Il fiasco fu subdolamente anticipato da interventi censori
sul libretto e fomentato da un gruppo di fascisti. Mussolini, presente alla serata, viet furibondo le repliche dellopera. Del resto, come poteva Mussolini avallare la Weltanschauung del
Figlio, sempre tormentato dal dubbio? Come poteva permettere la diffusione di versi come:
Ma niente vero
e vero pu essere tutto;
basta crederlo per un momento,
e poi non pi, e poi di nuovo,
e poi sempre, o per sempre mai pi.

La stampa fu ferocissima nello stroncare lopera, poich essa non rispondeva alle
esigenze e ai caratteri del tempo fascista, era una diffamazione di tutte le spiritualit che il
fascismo si sforzava di imprimere nel popolo italiano, era decadente, pessimista, deleteria,
antimorale, contrastava in pieno con lo spirito delletica fascista, era diarrea musicale. In
prima linea, ovviamente, Alberto Gasco che dalle colonne della Tribuna diede prova della
sua ottusit di fronte al testo pirandelliano e alla musica malipieriana insieme, lamentando
che tutto ci fuori della realt in quanto sarebbe stata necessaria una musica alata e veramente piena di sole per ravvivare e trasfigurare le scene.
Il vile sabotaggio dellopera ebbe come conseguenza immediata per Malipiero un
malinteso ritorno allordine: egli definir questa fase artistica una parentesi lirica []
in: Id. Il filo dArianna [], op. cit. (vedi nota ), pp. - e Id. Favoleggiando con Luigi Pirandello, in:
Bontempelli, Massimo. Op. cit. (vedi nota ), pp. -. Su Pirandello e la musica, cfr. Labroca, Mario.
Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Per la colonna sonora di un film su soggetto pirandelliano
(Acciaio), Malipiero adatt le Sette invenzioni per orchestra del : Cfr. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op.
cit. (vedi nota ), pp. e Retroscena di Acciaio. Op. cit. (vedi nota ).

. Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), p. .

. I versi espunti dal censore Leopoldo Zurlo erano i seguenti: Non importa che sia | questa o quella
persona: | importa la corona! | Cangiate questa di carta e vetraglia | in una doro e di gemme di vaglia, | il
mantelletto in un manto | e il re da burla diventa sul serio | a cui voi vi inchinate. Cfr. Nicolodi, Fiamma.
Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), p. e Livio, Gigi. I testi e le forme del teatro
malipieriano. La favola del figlio cambiato, in: G. F. Malipiero e le nuove forme della musica europea, op. cit. (vedi nota
), pp. -.

. Malipiero trascrisse le accuse in Esalazioni epurative (vedi nota ). Vittore Branca in Malipiero:
musicista da grandi battute, op. cit. (vedi nota ) scrisse che i fascisti davano cos una patente di indiscutibile
nobilt artistica e umana al nostro musicista pi felice e gi di fama mondiale. Cfr. Malipiero, Gian Francesco.
Coss va lo mondo, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Pestalozza, Luigi. Introduzione, op. cit. (vedi nota ), p. cxliii. Per altre recensioni e valutazioni, cfr.
anche le pregnanti pagine successive. Cfr. inoltre Livio, Gigi.I testi e le forme del teatro malipieriano. La favola
del figlio cambiato, in: G. F. Malipiero e le nuove forme della musica europea, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg.

. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), pp. -.
Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. -.
509

Laureto Rodoni
che non provoca in me reazioni negative, n la ripudio: compose infatti quattro opere
basate su testi teatrali di Shakespeare (Giulio Cesare, dedicata a Mussolini, e Antonio e
Cleopatra), di Euripide (Ecuba) e di Calderon de la Barca (La vita sogno).
Lualdi non si espresse neppure sulla vicenda triste della Favola, forse perch non ebbe
loccasione di ascoltarla, essendo in altre faccende affaccendato: lallestimento del terzo
Festival veneziano, reso estremamente laborioso dallaffaire Berg.

il pi grande dei musicisti della sua scuola


Fu forse una lettera di Malipiero del luglio del che convinse Lualdi a inserire
unopera del compositore austriaco nel programma: Berg il pi grande dei musicisti della
sua scuola e vorrei anche dire lunico, ed il danno che ne avrebbe (dato che in Germania gli
impotenti han fatto lega e cercano di colpirlo pi degli altri essendo egli colpevole di essere
un musicista di genio) sarebbe enorme. Il settembre Lualdi cedette alle pressioni: Per
aderire alle vive premure rivoltemi da Casella e Malipiero in favore di Alban Berg corroborate dal voto personale di Alfano, Maraini, Bazzoni e mio [!], ho faticosissimamente trovato
posto [nel] programma degli autori-direttori, alla cantata Der Wein []. E su un appunto
. [] opera tuttaltro che celebrativa, o di regime, come talvolta stato affermato; e scaltrita proprio in
una rappresentazione critica (al limite del satirico) della romanit: Salvetti, Guido. Hndel contro Wagner
nel teatro musicale del Novecento, in: Metamorfosi nella musica del Novecento. Bach, Hndel, Scarlatti, a cura
di Antonio Trudu, Milano, Edizioni Unicopli, (Quaderni di Musica/Realt, ), p. . Cfr. a questo
proposito Storia della musica, a cura di Roberto Favaro e Luigi Pestalozza, Milano, Nuova Carish, , p. :
lopera Giulio Cesare () troppo superficialmente accusata di cedere, dopo la condanna della Favola, alle
pretese di elogio del regime, invece segnata anchessa da quellangoscioso senso dellillusione, dellironica
derisione dei grandi gesti, che nei Capricci di Callot, commedia del , si manifesta nella maniera pi
provocatoriamente vera. Cfr. infine Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota ), pp. - e Zanetti,
Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, p. -.

. Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Cfr. Lualdi, Adriano. Mussolini e i Festival di Musica Veneziani, in: Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi
nota ), vol. iii, pp. -.

. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Il pubblico pi preparato e aperto accolse questopera come un capolavoro. Gatti la defin unopera
dalle vibrazioni sommesse e di una commozione irresistibile; Dallapiccola fu colpito dalla sua tristezza
senza nome e senza fine: da una lettera alla moglie Laura del settembre , in: Luigi Dallapiccola. Saggi,
testimonianze, carteggio, biografia e bibliografia, a cura di Fiamma Nicolodi, Milano, Suvini Zerboni, , p. .
Non mancarono le stroncature da parte dei critici conservatori, il cui portavoce era il giovane critico Mario
Rinaldi. Berg assistette allesecuzione con la moglie Hlne, ma declin linvito a dirigere la sua composizione.
Scrisse a Lualdi: [] con mio grande rammarico [] mi assolutamente impossibile dirigere la mia aria.
Non ho mai diretto in vita mia e ci che per un direttore professionista sarebbe una cosa semplice, se io salissi
sul podio si trasformerebbe in un disastro: cit. in Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due
guerre, op. cit. (vedi nota ), p. .

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


scrisse: Ho letto lopera e, sebbene molto ardita e anche pericolosa, posso assicurare che
di altissimo interesse.
Nel il Festival raggiunse fama mondiale: enorme fu laffluenza di pubblico internazionale e ottanta critici musicali stranieri inviati speciali di quotidiani e di periodici
assistettero alle manifestazioni.

Ben apprezzo quanta energia e quanto lavoro


hai dovuto spendere per questa manifestazione
Alla fine di settembre, una lettera di Casella, indirizzata a Lualdi, mette in luce lenorme lavoro svolto dal direttore artistico e implicitamente la capacit decisionale del comitato
esecutivo che, nonostante leterogeneit e le polemiche, ha offerto una manifestazione,
ricca, composita e stimolante:
Ho ricevuto ottime notizie sul festival. Mi pare che sia andato bene assai.
Ne sono ben lieto, soprattutto per tutte le fatiche tue che non sono state spese
invano. So per vecchia esperienza che cosa rappresenti una simile organizzazione, e ben apprezzo quanta energia e quanto lavoro hai dovuto spendere per
questa manifestazione. Sono dunque ben felice che sia riuscita cos bene.

La collaborazione tra Lualdi e Malipiero si concluse con il Festival del . Lualdi diresse ancora quello del , sicuramente il meno interessante, anche a causa delle sanzioni
. Ibidem; nellappendice a questo saggio, la studiosa pubblica in versione originale tedesca e in traduzione
italiana le cinque lettere che Alban Berg scrisse a Lualdi (pp. -; -; -), intercalate da quelle
indirizzate a Malipiero. Cfr. in particolare lultima del agosto , pp. -. Alban Berg, in una lettera a
Malipiero del luglio , scrisse: Siccome Lei, caro amico, e il Maestro Casella parlate con tanta cortesia
e in modo che mi onora dei successi che le mie opere hanno ottenuto al loro primo apparire in Italia [],
la soppressione del mio nome risulta inspiegabile al pubblico e pu venire pertanto interpretata in vari modi.
(Detto tra noi, mi stata suggerita lidea che leliminazione del mio lavoro dal programma potrebbe essere
collegata al Festival musicale tedesco di Wiesbaden che stato di recente creato: il Conseil permanent des
Componistes international [sic] (questo allincirca il nome delliniziativa presa in concorrenza con la SIMC),
la cui prima manifestazione coincide ora anche con il Festival veneziano e i cui rappresentanti, tedeschi e
austriaci, sono nostri nemici. Lualdi ne era vicepresidente; vedi note e . Questo brano della lettera di
Berg pubblicato a p. del saggio di F. Nicolodi. Secondo la studiosa esistevano in effetti mire anti SIMC
delineatesi ancor pi chiaramente nel , dopo la soppressione da parte di Goebbels della sezione tedesca
della Societ internazionale. Da ricordare il contro-festival organizzato dal Conseil permanent a Vichy
nel settembre , contemporaneamente a quello della SIMC a Praga, e ormai completamente assorbito
nellorbita nazista (la sede era in Germania).

. Soprattutto riguardo allaffaire Berg e proprio tra Casella e Lualdi, cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni
aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Spedita dallAmerica, pubblicata integralmente in Appendice ii.

511

Laureto Rodoni
che la Societ delle nazioni decret e applic contro lItalia per sua espansione imperiale.
Dal il Festival si svolse annualmente e la direzione fu affidata ad Alfredo Casella, che si
avvalse della collaborazione del violinista Mario Corti.
Le valutazioni degli studiosi sui primi Festival veneziani sono discordi. Molto critiche, per esempio, quelle di Luigi Pestalozza: [] i programmi elaborati dalla gestione
Lualdi-Casella [] riuscirono di un eclettismo [] poco concludente, poich nel mare
di mediocrit nostrane si faceva scarso posto ai grandi nomi internazionali []. Per
Lamberto Trezzini invece
[] il Festival, apertosi fin dallinizio () alle nuove esperienze musicali che germinavano in Italia, in Europa (e in seguito anche oltre questi confini),
stato come si sa uniniziativa che contribu non poco alla crescita musicale non solo italiana. [] : terzo Festival. [] Diciamolo e riconosciamolo
subito, col distacco antico e lo straniamento che non pu non derivare a cinquantanni di distanza da quegli avvenimenti: sulle direttive impartite dallideologia del regime in fatto di cultura musicale, pur improntate al nazionalismo e a
un populismo di maniera, non sarebbe corretto tacciarle di scelte oscurantiste e
di taglio autarchico [].

Infine Fedele DAmico, tra i pi perspicaci testimoni di quei tempi difficili, allargando il discorso al rapporto musica-fascismo, scrisse che il regime
[] non aveva alcuna possibilit di individuare quel che il nazismo
fiutava nella Scuola di Vienna, e in Stravinsky, in Bartk, e con eccesso di zelo
addirittura in Hindemith. Il concetto di arte degenerata gli rimase sempre
incomprensibile. [] Cos dal fascismo la musica contemporanea non fu mai
osteggiata ma piuttosto protetta [] E in conclusione i compositori italiani
moderni furono costantemente eseguiti, giovani compresi: precocemente i
Petrassi, Dallapiccola, Salviucci si videro esposti nelle vetrine pi illuminate. E
lo furono pi o meno, torniamo a ripeterlo, a seconda del peso che rispettivamente possedevano nellopinione pubblica, elitaria o popolare o che altro fosse
secondo i casi. E altrettanto avvenne, checch se ne sia detto o si dica ancora,
degli stranieri, e secondo lo stesso criterio: cio, di norma, secondo che luno o
laltro tipo di opinione pubblica ne sollecitasse la presenza. [] Risultato, lItalia
musicale si mantenne benissimo al corrente di quanto accadeva in Europa, e
immaginarsi che nel ventennio si tendesse ad unautarchia qual era quella che
effettivamente si segu sul terreno della produzione industriale o agricola, ab-

. Per il programma dettagliato, cfr. Zanetti, Roberto. Op. cit. (vedi nota ), vol. i, pp. -.
. Ibidem, pp. sgg.

. Pestalozza, Luigi. Introduzione, op. cit. (vedi nota ), pp. cxvii-cxix. Negli anni Sessanta, Malipiero
esprimeva giudizi negativi sui festival veneziani, e quindi sulla gestione Casella-Lualdi, nei frequenti colloqui
con Luigi Pestalozza, che ringrazio per la preziosa testimonianza.

. Trezzini, Lamberto. Op. cit. (vedi nota ), p. -.

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


bandonarsi alla fantasia. [] ben vero che certe musiche apparvero soltanto
di rado; questo per non dipendeva da autoritarie chiusure ideologiche, ma da
difficolt pratiche e soprattutto da ritardi del gusto [] E ospitammo tre festival della Societ Internazionale di Musica Contemporanea, e nellambito della
Biennale sinvent il Festival di Musica Contemporanea di Venezia, riservato a
prime assolute o almeno per lItalia, con larga partecipazione straniera. [] E
quale altra nazione, in quellepoca, organizz una tourne allestero dedicata a
musiche contemporanee straniere, come fu il caso, nel , di quella spagnola di
Casella con Les Noces di Stravinsky? E cera, su questa linea, la cultura musicale:
basti citare, simbolicamente, la Rassegna musicale di Gatti. [] Davvero, lidea
che lItalia musicale fosse tagliata fuori dal resto dellEuropa non ha alcun fondamento nei fatti.

Dunque lItalia, a differenza della Germania hitleriana, riusc a stare al passo delle
altre nazioni. Tutto sommato, le manifestazioni musicali veneziane poterono crescere rigogliose e robuste, nonostante il terreno brullo e accidentato. E questo non solo grazie alla
impacciata tolleranza del regime, alle iniziative degli avanguardisti Casella e Malipiero,
alla pacatezza sapiente e conciliante di Labroca, ma anche grazie allarguto, sottile, audace
contributo di mediazione di un musicista ligio al fascismo, nazionalista e conservatore, ma
colto e a suo modo illuminato, come Adriano Lualdi. Egli seppe dirigere i Festival veneziani nel rispetto della collegialit, con lealt, intelligenza, equilibrio e autonomia rispetto
al regime, evitando quindi che diventassero una manifestazione del suo pensiero estetico
o di quello dellala pi retriva della musica italiana.
In quel contesto storico-culturale, la sua direzione artistica era, paradossalmente,
la migliore possibile. Lalta posizione ufficiale che occupava nella gerarchia fascista e un
comitato esecutivo da lui diretto mettevano al riparo i Festival dalle stentoree, ottuse,
insulse pretese dei Mul, dei Toni, dei Gasco, degli Zuffellato e da quella giungla di
raccomandazioni, proteste, ricatti, gesti di sfida che riempiono buona parte dei dossiers
dellASAC.
Se Casella o Malipiero fossero stati in prima linea e avessero scelto le composizioni da
far eseguire, secondo la loro visione della musica, sarebbero stati annientati in tempi brevissimi dagli attacchi micidiali dei conservatori, sempre appostati come cecchini con il colpo
in canna. Il Manifesto del Tritume un esempio eloquente e deprimente delle loro trame
ordite per screditare i due musicisti.
Lualdi comprese il delicatissimo ruolo-chiave che poteva rivestire nellambito dei
Festival, e, come detto, esercit il suo notevole potere con inaspettata disponibilit anche
. DAmico, Fedele. La musica sotto il fascismo, in: Un ragazzino allAugusteo, op. cit. (vedi nota ), pp.
-.

. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), p. .

. LASAC lArchivio Storico delle Arti Contemporanee di Venezia. Cfr. ibidem, p. e nota .

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Laureto Rodoni
verso chi aveva idee (politiche, estetiche, musicali) opposte alle sue. Occorre ribadire con
forza che la collaborazione di Malipiero fu da lui tenacemente voluta e subito molto apprezzata,
come risulta in modo inequivocabile dai documenti inediti addotti. A Lualdi certo tornava
comodo avere al suo fianco Malipiero, poich gli rendeva pi facili i contatti con i compositori e le case editrici estere; ma non fu questo motivo opportunistico che lo spinse senza
tentennamenti e con entusiasmo verso lex nemico. Fu invece il desiderio, condiviso da
Labroca e da Casella, di trovare finalmente un terreno comune su cui far coesistere esperienze diverse, persino antitetiche, allinsegna di una informazione musicale ampia e obiettiva, complementare a quella della SIMC, istituzione pi orientata verso la sperimentazione
e gli aborriti (non sempre a torto) estremismi.
Se da una parte si possono sottoscrivere i giudizi negativi su Lualdi grottesco adulatore di Mussolini, acritico sostenitore del fascismo e inquietante autore di testi xenofobi
(che spesso avevano lo scopo di tranquillizzare le alte gerarchie, di certo allibite vedendo
tra gli invitati musicisti come Scherchen, Berg, Hindemith), dallaltra doveroso tener
conto in modo obiettivo del suo importante ruolo come operatore musicale, in un contesto
storico-politico in cui i margini di manovra erano limitati. Occorre, cio, distinguere tra
ci che Lualdi disse o scrisse e ci che attu concretamente. Egli fu autore, come ricordato,
di pagine esecrabili (e molte sono ripubblicate in questo saggio) su quella che egli chiamava
internazionale dellarte, sugli ebrei, su Schnberg; non si dimentichi tuttavia che spesso le
sue crociate erano rivolte contro musiche inconsistenti, subito travolte dalloblio e mai pi
riproposte. Denigrare Lualdi solo sulla base dei suoi scritti e non su ci che ha compiuto,
oppure valutarlo obnubilati da ammuffiti pregiudizi politici, non corretto sul piano della
ricerca scientifica.
Lesecuzione, nel , della cantata Der Wein di Alban Berg alla presenza del
compositore e sotto la direzione di Scherchen certamente lesempio pi clamoroso
delle aperture, pur sofferte e faticate, di Lualdi. E la lettera di Casella sopra citata (Ben
apprezzo quanta energia e quanto lavoro hai dovuto spendere per questa manifestazione) rappresenta un plauso alla sua laboriosit e correttezza. Mettere sullo stesso piano
Lualdi, Toni e Mul, come han fatto alcuni studiosi, veramente una forzatura. La distanza tra il primo e gli altri due, soprattutto Toni, per usare uniperbole lualdiana
astrale. Gavazzeni se ne era ben reso conto quando dichiar: Il pi aperto di loro
era Lualdi. Era indubbiamente intelligente, di buona cultura, scrittore, e avrebbe potuto
riuscire come musicista anche senza il fascismo, se avesse mantenuto un dialogo con
altre tendenze e culture.

.Vedi note -.
. Dialogo che in realt mantenne. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Voluta ignoranza e ombrosa xenofobia?
La critica che pi fer Lualdi dopo il crollo del fascismo fu quella di Massimo Mila
che, nella Breve storia della musica, ebbe a scrivere:
Prima ancora dei veri e propri discepoli sincontrano musicisti di formazione indipendente, magari coetanei di quelli gi nominati, o di poco pi
giovani, che svolsero per proprio conto unopera analoga di liberazione dalle
convenzioni teatrali. [] Adriano Lualdi ha colto in alcune sue opere un raggio
della freschezza comica del Falstaff, cui non corrisponde altrettanta schiettezza
nellespressione sentimentale ed affettuosa. Ricercatore instancabile e divulgatore
benemerito di musiche italiane settecentesche, si sempre chiuso in unombrosa
xenofobia di fronte alle correnti pi vive della musica contemporanea, volutamente ignorando la necessit di inserire larte italiana nella circolazione della
cultura europea; e con Mul si fatto capo di una tendenza reazionaria che ha
svolto unopera nefasta durante il passato regime, facendo artatamente scivolare
la polemica da un piano artistico ad un piano politico, insinuando accuse di disfattismo antipatriottico contro chi si sforzava di ringiovanire e sprovincializzare
larte nazionale, ed invocando ingenerosamente lintervento del braccio secolare
l dove linsufficienza dei loro argomenti si provava manifesta.

Lualdi rispose a queste accuse in una lunga, piccatissima lettera aperta:


[] poich egli [Mila] appoggia la accusa risibile che si legge nelle ultime righe sulla affermazione che io ho volutamente ignorato la necessit di inserire
larte italiana nella circolazione della cultura europea, e sulla mia ombrosa xenofobia
di sempre ecco, senza perder tempo in chiacchiere, qualche fatto. Un elenco di
azioni da me compiute in senso diametralmente opposto a quello asserito dal
dott. Mila; le quali sono costretto mio malgrado a ricordare, e che, in un clima
di onesta normalit, potrebbero essere ritenute meritorie; mentre per me non
furono che ladempimento di una spontaneamente elettami e gradita missione. Fra
il e il , in concerti sinfonici da me diretti in Austria, Francia, Germania,
Jugoslavia, Spagna, Repubblica Argentina, Brasile, Uruguai, Repubblica Sovietica Russa, ho presentato a quei pubblici in prima esecuzione e ho portato al
successo opere sinfoniche dei seguenti Compositori italiani contemporanei di
tutte le tendenze: Alfano (Sinfonia); Bettinelli (Invenzioni per archi), Busoni (Berceuse
lgiaque); Casella (Giara); Castagnone (Ouverture); De Sabata (La notte di Platon);
Giuranna (Scherzo), Malipiero (Variazioni senza tema, Sinfonia n , Trascrizioni per
orch. darchi di G. B. Bassani); Mul (Dafne); Napoli (Ouverture); Parodi (Pastorale

. Accuse di Massimo Mila ad Adriano Lualdi; vedi nota seguente e infra.


. Mila, Massimo. Breve storia della musica, Torino, Einaudi, (PBE, ), seconda edizione riveduta, p. .

. Trascrivendo nella lettera aperta il paragrafo a lui dedicato nella Breve Storia della Musica, Lualdi omette
il nome di Giuseppe Mul inserendo i puntini di sospensione.

. Lualdi, Adriano. Larte di dirigere lorchestra, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

515

Laureto Rodoni
e Scherzo); Pick-Mangiagalli (Preludio e Fuga); Pilati (Suite); Pizzetti (Concerto per
pianoforte e orchestra; Concerto dellEstate, Pisanella); Porrino (Sardegna - Ouverture);
Respighi (Fontane di Roma, Arie antiche I); Rossellini (Stampe della vecchia Roma);
Sinigaglia (Baruffe Chiozzotte); G. C. Sonzogno (Tango);Veretti (Sinfonia italiana);
Wolf-Ferrari (LAmore medico); Zandonai (Flauto notturno). Nello stesso periodo
di tempo in concerti sinfonici da me diretti in Italia, ho presentato ai nostri pubblici in prima esecuzione e ho portato al successo opere sinfoniche dei seguenti
Compositori stranieri contemporanei, di ogni paese e di ogni tendenza: Albeniz
(Spagna); Andr (Argentina); Bartok (Ungheria); Bloch (Svizzera); De Falla
(Spagna); Dukas (Francia); Gotovak (Jugoslavia); Graener (Germania); LopezBuchardo (Argentina), Palmas (Uruguai); Ravel (Francia); Prokofieff (Russia
sovietica); Rogalski (Romania); Sciostakowich (Russia sovietica); Strawinsky
(Russia bianca); Tansman (Polonia); Ugarte (Uruguai); Villa Lobos (Brasile);
Walton (Inghilterra).

Commenta Lualdi alla fine di questo primo elenco:


[] questo poco che potei fare basta a documentare, se non altro, la mia
buona volont, il mio spirito di affettuosa colleganza verso i colleghi compositori di tutte le tendenze, e lopera da me personalmente e praticamente svolta
per inserire larte italiana contemporanea nella cultura non soltanto europea, ma
anche sud-americana e russo-sovietica; e il mio sempre desto e simpatizzante interesse per ci che si faceva allestero, e il mio desiderio operante per informarne
i miei concittadini. Che precisamente lopposto di quella voluta ignoranza, ecc.
e di quella ombrosa xenofobia, di cui il critico e storiograto serenissimo dott.
Massimo Mila mi accusa gratuitamente e forse non in perfetta buona fede attribuendo a me gli spiriti faziosi e ottenebrati dalla passione di parte ond, egli,
avvelenato.

Dopo aver elencato unaltra nutrita serie di concerti, Lualdi trae amare conclusioni:
. Ibidem, pp. -. Lualdi abbrevia il nome delle opere dei compositori italiani. Essendo alcuni compositori scomparsi dal repertorio, ho preferito, per chiarezza e omogeneit, sciogliere tutte le abbreviazioni.

. Ma se ancora non gli basta, procediamo. Nello stesso periodo di tempo, in manifestazioni darte da
me organizzate e dirette, dalle quali io, assistito da qualche collega, curavo la compilazione dei Programmi
e assumevo la responsabilit, furono eseguite in Italia da complessi e interpreti varii, e davanti a pubblici
internazionali (esponenti dunque della cultura europea e mondiale) musiche da camera, sinfoniche e di teatro
dei seguenti compositori italiani contemporanei di tutte le tendenze: Alderighi, Alfano, Alaleona, Bianchi G.,
Bianchini, Busoni, Casavola, Casella, Castelnuovo Tedesco, Dalla Piccola, Davico, Ferro, Giuranna, Gorini,
Guarini, Labroca, Liviabella, Longo Ach., Malipiero G. F., Margola, Marzollo, Massarani, Montemezzi, Mortari,
Mul, Nielsen, Petrassi, Pick-Mangiagalli, Pilati, Pizzetti, Porrino, Respighi, Rieti, Rocca, Rosi, Rossellini,
Rota, Santoliquido, Sinigaglia, Sonzogno, Tommasini, Veretti, Wolf-Ferrari, Zandonai; e musiche da camera,
sinfoniche e di teatro dei seguenti compositori stranieri contemporanei di tutte le tendenze: Achron, Albeniz,
Bartok, Berg, Bloch, Brustad, Debussy, De Falla, Delannoy, Dukas, Eicheim, Fernandez, Ferroud, Gershwin,

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


So bene che proprio questa mia costante e mal abdicata spregiudicatezza, e istintiva e irreprimibile, aperta e dichiarata avversione contro tutto che
sapesse di clique o di camorra (anche e specialmente se protetta dalle superiori
autorit) che pi ha dato e d fastidio al dott. Mila e a quanti la pensano come
lui; so bene che i Festival Internazionali di Musica di Venezia di cui proprio io
fui il fondatore nel e che diressi fino al , avendo a collaboratori Casella
e Labroca (ed era quella lunica istituzione italiana che avesse per programma
la conoscenza e la divulgazione della musica contemporanea italiana e straniera
allinfuori e al di sopra di qualunque tendenza) hanno molto disturbato i capi
e i gregari di alcune sette e fazioni artistiche, appunto perch ispirati al criterio
di far conoscere al grande pubblico la musica contemporanea in tutte le sue
tendenze, e non soltanto in quelle avanzate e ultramoderne, o di centro, o di
retroguardia; so bene che oggi pu esser considerata colpa lavere difeso come
ho sempre fatto lo spirito e la cultura nostra, nazionale e latina, e gli ideali
confini del nostro patrimonio artistico e culturale da possibili imbarbarimenti o
disorientamenti; ma vorr convenire il dott. Mila che un artista, che egli riconosce indipendente, nelle sue opere musicali cio nellespressione preminente
e autentica del proprio temperamento non poteva e non doveva poi, in sede
di critica musicale e di organizzazione, rinunciare a questa sua indipendenza, per
mettersi al servizio del gruppetto artistico X, o dellEditore di musica Y di Vienna, o Z di Berlino, o W di Londra o Parigi. Questi fatti che sono stato costretto
a ricordare bastano certamente a dimostrare del tutto mendaci le premesse dello
scritto del dott. Mila (voluta ignoranza, ombrosa xenofobia ecc.). Per conseguenza, anche le tendenziose e calunniose deduzioni che da quelle egli trae
cadono fragorosamente nel ridicolo della cannonata a salve.

Gotovac, Graener, Harsanji, Hindemith, Honneger, Ibert, Ienesen, Jongen, Kadosa, Kilpinen, Kodaly, Knippen,
Krenek, Lambert, Lopez-Buchardo, Martinu, Milhaud, Muller, Prokofieff, Poulenc, Ravel, Rogalski, Roussel,
Saminsky, Schostakovich, Scriabine, Sowerby, Strawinsky, Strauss, Szimanowski, Tansman, Toch, Turina, Villa
Lobos, Vogel, Walton. Vorrei qui chiedere allinformatissimo dott. Mila quale , in questi quattro elenchi,
la tendenza artistica italiana e straniera anche la pi modernista, anche la pi avanzata che non sia
degnamente e obbiettivamente rappresentata. Ma non tutto, ancora. Se anche questo al dott. Mila non sufficit,
conceda un po di tempo per cercare i programmi della serie di concerti da me organizzata per la Fiera di
Milano , e quelli dei dodici concerti sinfonici che io organizzai nel a Milano (gratuitamente, come
sempre) a beneficio dellOpera Maternit e Infanzia, e per sollevare dalla disoccupazione almeno una parte
della massa orchestrale di quella citt non scritturata alla Scala (senza per altro dirigerne neanche uno, n porre
in programma neanche cinque minuti di musica mia); o di quelli che organizzai per le stagioni sinfoniche
del Conservatorio di S. Pietro a Majella dal a (dirigendone, su una cinquantina, due o tre); e gli
dimostrer con altri documenti con quanta larghezza e modernit di criteri, e con quanta spregiudicatezza
e libert di intenti; e sopra tutto (attraverso anche i nomi dei direttori dorchestra italiani e stranieri invitati) con
quanto profondo e direi ostentato disprezzo per le convenienze e gli opportunismi della politica, e contro
le interferenze della politica nelle cose musicali io abbia sempre regolato il mio modo di agire: di artista
militante, di scrittore darte e di organizzatore di manifestazioni artistiche. (Quanto al nome dei compositori
si mantenuta la grafia, a volte errata, di Lualdi.)

. Ibidem, pp. -.
517

Laureto Rodoni
Nonostante la risposta copiosamente esemplificata e argomentata di Lualdi, Mila,
nelle edizioni successive della sua Breve storia della musica, non cambi una virgola di quel
che scrisse nella prima edizione.

Difficile conservare le amicizie a distanza


Negli anni seguenti, i rapporti tra Malipiero e Lualdi si diradarono. Nel Lualdi
fece includere nel Festival Vichy la Prima Sinfonia di Malipiero e nel maggio del ne
diresse a Dresda la Seconda. In quella occasione fu sua premura informare il compositore
dellesito felice della serata.
Nel nome di dAnnunzio avvenne forse la rottura dellamicizia tra i due musicisti. Il
dicembre , Lualdi recens molto negativamente la Missa pro mortuis di Malipiero
dedicata appunto alla memoria del poeta, scomparso pochi mesi prima, il marzo. Si tratt
di una vera e propria stroncatura, spietatatamente costruita, centellinata, rifinita nei minimi
dettagli, che invest sia la composizione, sia Malipiero stesso:
Questa Missa pro mortuis di G. F. Malipiero, una novit assoluta, che lAutore Accademico di Santa Cecilia, rifiutando altre offerte pervenutegli anche

. Lettera del gennaio : Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. .Vedi

infra.
. Nel , Goebbels impose luscita della Germania dalla SIMC (vedi nota ) considerata il covo della
Entartete Musik (musica degenerata) e i nazisti organizzarono un contro-festival a Vichy, promosso dal Conseil
Permanent pour la coopration internationale des Compositeurs de Musique, presieduto da Richard Strauss
e di cui Lualdi fu vicepresidente, con Roussel e Sibelius, dal al . Scrisse Alban Berg a Malipiero, il
luglio , che i rappresentanti, tedeschi e austriaci, sono nostri nemici. Cfr. Nicolodi, Fiamma. Su alcuni
aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit. (vedi nota ), pp. -.Vedi nota .

. Lettera del maggio . Significativo il fatto che Malipiero non abbia menzionato queste due
esecuzioni nel Catalogo annotato, in: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ).

. Sul Giornale dItalia. La prima ebbe luogo il dicembre, direttore dorchestra Bernardino Molinari
(vedi nota ).

. Finita di comporre in Asolo il giugno , In memoriam Ariel Musici, cio di dAnnunzio. Su


questa composizione scrisse Malipiero nel : Mentre stavo scrivendo la Missa pro mortuis sentivo che
qualcosa a me molto cara stava per scomparire. Difatti il giorno che virtualmente la messa era finita, moriva
Gabriele dAnnunzio. Dovevo dedicarla al ricordo della nostra amicizia. Il misticismo si manifesta in noi
se siamo in uno stato di grazia. Il silenzio e la solitudine possono farci riflettere anche sul grande mistero
delluffizio divino. Questa Missa pro mortuis, pur rispettando le regole stabilite, unelegia funebre che esprime
quei sentimenti che non osiamo confessare od esprimere con parole profane. Il Dies irae rappresenta una
parentesi pittorica, ch non riuscii a liberarmi dalla visione del Giudizio universale del Tintoretto, quella che
tanto spesso ammirai alla Madonna dellorto a Venezia. Non posso concepire una espressione musicale mistica
senza pensare e sentire il dolore umano. Solo questo avvicina o pu avvicinare veramente a Dio; Lopera di
Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


dallestero cos asserisce il programma ha voluto appositamente riservare
per la prima esecuzione ai concerti dellIstituzione (lEccellentissimo Consiglio
Accademico decider se sia proprio il caso di un voto di gratitudine) una modesta e povera cosa.

Nella costruzione del primo paragrafo, Lualdi crea una sorta di suspence collocando
agli estremi (a notevole distanza sintattica) il soggetto la Messa e il predicato, che
contiene un giudizio di valore inequivocabilmente negativo: una modesta e povera cosa.
Nel mezzo un lungo inciso ironico, che diviene sarcastico nella parentesi che anticipa la
stroncatura. Le righe successive alludono, sempre nel registro sarcastico, alle aperture internazionali dellartista, Leitmotiv lualdiano, e alle sue amicizie pericolose (e non difficile
ravvisare un primo indiretto attacco a due sodali di Malipiero, Guido M. Gatti, e Henri
Prunires, entrambi direttori di riviste ritenute sovversive da Lualdi: La rassegna musicale
italiana e La revue musicale):
Il diavolo, vista la mala parata, si fa frate; ma allontanandosi dai salotti
internazionali e dalle amicizie pericolose per natura per ridursi allaltare del villaggio a dir compieta, diventa grigio di fuori e di dentro; e non gli basta riflettere
un momento sul grande mistero delluffizio divino per improvvisarsi e lanima
mistica, e lo stato di grazia, e quel lume divino che si chiama ispirazione: la sola
didascalia convincente in fatto darte.

Questi due paragrafi possono essere considerati unintroduzione. A partire dal terzo
Lualdi sviluppa il concetto espresso nel titolo dellarticolo, Infelice coincidenza:
Poi quel dichiarare, come fatto nel Programma, quella specie di macabro e glaciale e irrivevente spirito utilitario che induce lautore a dedicare a
Gabriele dAnnunzio, morto oggi, una Messa quasi interamente composta ieri,
francamente, nettamente mi dispiace. Sar, anche questo, un versetto del Confiteor
di un aspirante Converso; ma a conoscere questa brutta specie di felice coincidenza credo che tutti avremmo volentieri rinunciato: anche gli Accademici del
mezzo lutto ieri riuniti in assemblea plenaria allAdriano; e credo che tutti, a
una Missa pro Mortuis inutilizzata, avremmo preferito un dAnnunzio vivo.
. Lualdi era un profondo estimatore di dAnnunzio, ma non ha mai instaurato con lui rapporti di
amicizia. Cfr. Lualdi, Adriano. DAnnunzio e la musica, op. cit. (vedi nota ), pp. e : Prima, ancora []
della Musica vera e propria, il mondo sonoro per dAnnunzio non soltanto una realt, ma un incanto. Come
del mondo delle forme e dei colori, egli ne fa il suo proprio regno. Lo anima e lo domina.Vi simmerge, vi
si abbandona, ne gioisce: e, come di ogni cosa che ami, con un ardore e con una volutt che pu arrivare
fino alla frenesia. [] Non profondamente connaturato n rivelatosi col primo risvegliarsi del genio come
limperativo della Poesia; non improvviso e totale come una folgorazione, ma pur nella sana precocit graduale
e sempre pi affascinate dovette apparire a dAnnunzio il richiamo alla musica. Sua vera seconda natura la
musica: carattere distintivo eminente, appunto per la sua rarit in un grande uomo di lettere italiano.

. Termine molto usato da Lualdi, mutuato da scritti del pittore Anselmo Bucci. Cfr. Lualdi, Adriano.

519

Laureto Rodoni
Nel culmine della stroncatura, Lualdi colloca i due artisti a distanze astrali e ribadisce lo scarso valore della Messa di Malipiero mettendola a confronto con quella di Verdi;
affibia a Malipiero due Leitmotiv del suo pensiero critico (lo snobismo e il cinico arrivismo),
ma soprattutto mette in dubbio un sentimento di amicizia (la non comprovata amicizia),
che per Malipiero era invece, lo prova il loro carteggio, profondo e fraterno. A questo punto
possiamo facilmente immaginare che per lumorale musicista veneziano, il vaso fosse ormai
traboccato:
A Gabriele dAnnunzio non si pu non si deve dedicare casualmente
unopera: n in vita, n in morte. Se non lo vietino il sentimento, il rispetto, la
decantata ma non comprovata amicizia, la venerazione, lastrale distanza, deve
almeno vietarlo il buon gusto, deve almeno impedirlo lintimo pudore. Per un
Gabriele dAnnunzio, un artista che si senta da tanto pu e deve pregare, in morte
per Lui, sotto limpeto della commozione suscitata dalla morte di Lui nello
smarrimento prodotto dallo spegnersi di tanta luce nel cielo della Patria. Anche
per artisti di genio queste sono sempre state le condizioni necessarie alla creazione
di opere degne; cos, per Alessandro Manzoni, fece mi si scusi la citazione sproporzionata: ma per esemplificare fin lantireligioso Giuseppe Verdi, lasciandoci
uno stupendo documento del suo acerbo drammatico disperato dolore di uomo.
E questa da contrapporre alla cinica speculazione arrivistica e snob la autentica pura gentilezza della sensibile anima latina; e questa da contrapporre a
questo moderno e non riuscito tentativo di accaparrarsi il grande scomparso
la buona tradizione universale del tre, quattro, cinque, sei, sette, ottocento, che sar
molto opportuno conservare e prolungare nel novecento e nel mille.

In questo caso, anche per le peculiarit del carattere di Lualdi, difficile tracciare
una linea di confine tra schiettezza e onest / malanimo e offesa: sono propenso a credere nella buona fede di Lualdi, e non ritengo che questa recensione sia una goccia di un
subdolamente dosato, caustico stillicidio del regime contro un compositore poco gradito.
Tenendo conto della durezza con cui Lualdi inizi il medaglione dedicato a Malipiero ne Il
rinnovamento italiano, probabile che se non ci fosse stato il sacrilego dubbio sui rapporti di
amicizia con dAnnunzio, Malipiero non avrebbe dato peso alla recensione.
Per il primato spirituale di Roma, op. cit. (vedi nota ), p. : Ricordate come Anselmo Bucci illustra i risultati
di questa, e di altre tendenze catastrofiche [allusione a forme estreme di impressionismo, futurismo e cubismo],
che egli chiama Accademia del mezzo lutto, (ed io pi di una volta gli ho tolto a prestito la definizione graziosa ed
eloquente per parlare delle nostre, di noi musicisti, Accademie del mezzo lutto) nel Secondo eTerzo Corso della medesima
[]. Il termine usato anche in Id. Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), pp. -: vedi note e .

. Il medaglione pubblicato a p. (vedi nota ). Basti la seguente citazione dannunziana per


comprendere la profondit del rapporto tra Malipiero (fratello darte) e il Vate: Tu fosti sempre lesemplare
dellamicizia, e tuttora sei, in un tempo di frode, di vanagloria e di mangeria. [] Alcune delle tue musiche
sono le aure del mio silenzio: lettera di dAnnunzio a Malipiero del ottobre , in: Il carteggio tra Gabriele
dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -.
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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Il raffreddamento, la rottura dei loro rapporti sono poi anche per cos dire suggellati
dalla pubblicazione, nel , del volume Larte di dirigere lorchestra, dove Lualdi rispolvera
i toni bellicosi, sarcastici del periodo prefascista e dei primi anni Venti. Nelle pagine introduttive del volume si scaglia infatti con astiosa veemenza contro la
[] cbala musicale italiana e internazionale -: quella che poggi fino a ieri il suo piano di aggressione sui tre capisaldi Vienna (UniversalHertzka), Berlino (Rudolf Steiner e suoi riflessi musicali: Schnberg in primo
luogo), Parigi con agenzia di propaganda e succursale italiana a Torino, allinsegna
de Il Pianoforte, la compiacente rivista intorno alla quale si raggrupparono tutti i
tifosi delle brutte musiche, e i soci e i simpatizzanti nostrani dellInternazionale
atea e bolscevica della musica; il centro dal quale si tent inutilmente, per venti
anni, di fuorviare e avvelenare il gusto nostro e la nostra coscienza artistica nazionale, e le nuove generazioni di artisti: quelle di primo, e quelle di secondo pelo;
linterprete autorizzato, il falso profeta di una caterva di nuovi Messia forestieri
e paesani, dei quali oggi nessuno pi parla, o che sono ridotti alle loro giuste,
modeste proporzioni, o che in cos breve spazio di tempo, essi che scrivevano
soltanto per lavvenire gi sono condannati a sopravvivere a se stessi e ai loro
effimeri momenti di voga mondana; lalfiere di tutti i peggiori snobismi salottieri
e decadenti.Tutto ci, adesso, un po traballante perch perdute le due piazzeforti
di Vienna e di Berlino, si trova a dover gravitare intorno ad ununica ridotta superstite: quella di Henri Prunires e della sua Revue Musicale.
.Vedi nota . Cfr. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), pp. -.
. Emil Hertzka (-), direttore della Universal Edition di Vienna dal fino alla morte. Diede
un cospicuo contributo alla diffusione della musica di Schnberg e della sua scuola. Com noto, fu anche
uno degli editori di Malipiero.

. Rudolf Steiner (-), filosofo austriaco, di cui forse Schnberg studi le dottrine teosofiche. Cfr.
Stuckenschmidt, Hans Heinz. Arnold Schnberg, trad. francese di H. Hildenbrand, Parigi, Fayard, , p. :
La perte de ses illusions provoqua chez Schnberg une souffrance aigu. Leffondrement de toutes les valeurs
durant la guerre lui montra limpuissance de la pense, de linvention et de lnergie. Pendant ces annes []
la religion fut son seul soutien. [] Pourtant, dans son article Llment thosophique dans la vision du monde
de Schnberg [] Walter Klein dclarait que ce sont les convictions qui font le thosophe. La croyance que
le chemin de lhomme conduit, travers dinnombrables renaissances, des formes de plus en plus leves
de lexistence. In Tutti vivi, op. cit. (vedi nota ), pp. -, Lualdi ribad ci che scrisse nel : I rivali
e gli odiatori di Apollo e dellarte apollinea [] passando, dal triangolo fatale di Berlino - Rudolf Steiner;
Vienna - Universal Edition; Parigi - Picabia o Max Jacob, a Roma credettero [] di essere portatori di
un nuovo Verbo, e alfieri di libert. E non erano invece [] che gli alfieri dellarbitrio e dellanarchia, e gli
annunciatori e gli zelatori di una farmacopa di ricette e di formulari artistici oltremontani i quali sono serviti
ottimamente, s, a imbastardire tanta parte della produzione avutasi in Italia (non si pu neanche dire italiana)
in questi quaranta anni; ma non sono valsi affatto ad arricchire di una sola opera vitale, in questi quarantanni,
il nostro patrimonio artistico. Non e non sar mai dalla schiavit allo straniero specie, poi, spirituale e
dalla rinuncia ai suoi ideali di sempre, al culto della bellezza, ai caratteri nativi e permanenti del suo modo di
esprimersi in arte, che lItalia potr aspettarsi buoni e durevoli frutti.

.Vedi nota .

. Lualdi, Adriano. Larte di dirigere lorchestra, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Non unopera []

521

Laureto Rodoni
Lattacco ferocissimo alla rivista Il pianoforte di Guido M. Gatti, che ebbe vita ventennale solo se la si considera tuttuno con il suo seguito La rassegna musicale, era rivolto senza
possibilit di equivoco a questultima e al suo direttore. Del resto Mila, in unintervista a
Harvey Sachs, riferendosi al volume di Lualdi dichiar senza mezzi termini che lautore
fece un violentissimo attacco alla Rassegna musicale proprio un attacco che sembrava invocare lintervento della giustizia. Diceva: questi bisogna farli tacere. Inoltre, nelle pagine
successive, Lualdi accusava esplicitamente gli scrittori di giornali, di riviste, di libri che erano sulle orme del gi lodato periodico Il pianoforte di aver tanto lodevolmente contribuito, e di contribuire ancora (quindi sulle pagine della Rassegna musicale) al confusionismo
attuale. Ora il riferimento a Gatti veramente palese e ulteriormente ribadito nellattacco
al Congresso di Firenze di cui il musicologo torinese fu lorganizzatore.
Scagliandosi contro lUniversal Edition (il pi importante editore di Malipiero) e La
revue musicale di Prunires (uno dei pochi amici veramente fraterni di Malipiero) Lualdi si
scagliava con le sue frecce avvelenate anche contro Malipiero stesso.
Per Harvey Sachs latteggiamento arrogante di Lualdi era dovuto al fatto che

[] in quel momento era cos felice di vedere la propria stella in ascesa


di vedere la fazione conservatrice ed etnocentrica della gerarchia musicale
italiana sul punto, a quanto sembrava, di ottenere una vittoria decisiva sullelemento radicale e cosmopolita da non riuscire a trattenersi dal saltare di gioia.
Una volta iniziato a parlare di direzione dorchestra, lasciava perdere le polemiche politiche, salvo una stoccata a Toscanini, che accusava di essersi lasciato
condurre lontano dalla retta via (si legga: lontano dallovile fascista) per linfelice
carattere e le amicizie pericolose.

Laffermazione di Mila in parte inficiata dal fatto che, crollato il fascismo, nella
seconda edizione del volume, Lualdi non cambi una virgola del suo testo. E chi poteva
invocare Lualdi nel -?
rimasta. [] Sono rimasti, purtroppo: il disorientamento e il ben giustificato terrore del pubblico verso
tutto ci che si chiama nuova musica; diffidenza, disorientamento, terrore che colpiscono ingiustamente
in ununica condanna aprioristica e sommaria tutti gli artisti moderni: i reprobi e i saggi, quelli che hanno
ingegno e quelli che non ne hanno, gli internazionalisti e gli strapaesani, gli ammalati e i sani, gli azzurri e
i rossi, i bianchi e i neri. Continuare in queste ormai sperimentatissime esperienze vorrebbe dunque dire
volere perpetuare il confusionismo, volere ritardare la necessaria urgente decantazione di queste acque oggi
pi torbide che mai: e questa sarebbe grave colpa: ibidem, p. .

. Il pianoforte fu fondato da Guido M. Gatti nel . Quellanno la rivista fu trasformata ne La rassegna


musicale, pubblicata fino al . Ai tempi del fascismo era allavanguardia, pubblicava articoli sui compositori
pi importanti del momento, italiani e stranieri, molti dei quali invisi al regime.

. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Cfr. Pestalozza, Luigi. Introduzione, op. cit. (vedi nota ), pp. cxiv (in particolare la nota ) sgg.
Non sfugga la ricomparsa del vocabolo confusionismo che gi Lualdi us ventanni prima nella lettera al
Tebaldini. Cfr. p. e nota .

. Sachs, Harvey. Op. cit. (vedi nota ), p. .


522

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Gian Francesco Malipiero non poteva certo tollerare le contumelie rivolte a due suoi
intimi amici e gli attacchi subdoli alla sua persona; cos, senza far troppo chiasso, si stacc da
Lualdi, fino a ignorarlo del tutto. Un accenno al raffreddamento dei loro rapporti compare
in una lettera di Malipiero a Gatti: [] i miei cari concittadini [] mi credevano una
creatura della Camicia nera, tipo Zualdi [sic] e Mul. Cose dellaltro mondo.
Il carteggio tra i due musicisti si conclude nel con un rapido scambio epistolare,
in tono piuttosto formale rispetto ai primi anni Trenta. In seguito probabile che i loro
rapporti si siano definitivamente interrotti: infatti Malipiero non nomin mai Lualdi nei
suoi scritti dopo il e il suo nome non comparve mai nelle conversazioni con Vittore
. Potrebbe essere un involontario incrocio del nome di due musicisti, Lualdi e Zuelli, un lapsus calami
freudiano che pu essere sintomo di un processo di rimozione in atto di un nome divenuto fastidioso, se
inconsapevole; fortemente ironico, se consapevole.

. Lettera del dicembre , in: Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Quellanno Adriano Lualdi, direttore del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, sped a Malipiero,
direttore del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, la seguente lettera (Fondo Malipiero): Caro
Collega, Ti mando lunito esposto che mia intenzione far pervenire al Ministero, dato che si sono avute
verbali promesse di un miglioramento della nostra carriera che per deve essere provocato da una nostra
richiesta. Ti sar grato, naturalmente se sei daccordo, se vorrai rimandarmi il foglio firmato con la massima
possibile sollecitudine. Saluti cordiali (Adriano Lualdi). L maggio Malipiero rispose di essere disposto a
firmare, ma per ultimo. Lesposto di cui parla Lualdi forse da mettere in relazione con i problemi finanziarii
che i due musicisti avrebbero potuto incontrare dopo il pensionamento. A Malipiero, infatti, fu negata la
pensione, anche se gli mancavano solo tre mesi per completare il curriculum. Il sole ore, il agosto ,
a anni dalla morte del musicista, pubblic uno splendido articolo a tre mani (vedi nota ), preceduto dal
seguente cappello introduttivo: Il agosto in un ospedale di Treviso moriva Gian Francesco Malipiero,
uno dei pi grandi musicisti contemporanei. Lo Stato italiano non gli concesse nemmeno una pensione, anzi
la proposta dei senatori veneziani Gatto e Premoli venne affossata dal ministero del Tesoro, dal Governo e
anche dal Senato. Eppure si trattava di mila lire al mese. In questa pagina ricordiamo luomo e il maestro
con tre interventi di persone che gli furono vicine e amiche: il poeta Andrea Zanzotto, Vittore Branca e il
musicologo Giovanni Morelli. [] A essi abbiamo aggiunto due lettere con non poche venature di rabbia,
inviate dal musicista a Vittorio Cini. Dovremmo anche pubblicare le varie fasi del dibattito che hanno
accompagnato la bocciatura della pensione. Ma abbiamo deciso di risparmiare al lettore questa vergogna
squisitamente italiana. In tempi come i nostri il silenzio vale di pi di ogni possibile condanna. Amarissime
furono le reazioni di Malipiero: cfr. a esempio la lettera a Gatti del luglio , in: Il carteggio con Guido M.
Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. . [] dovr andarmene fra mesi (naturalmente senza pensione),
per sono lieto di nulla dovere a questo paese; e quella del ottobre (ibidem, p. ): Caro Gatti, sono
qui e, dopo il nostro ultimo incontro a Venezia, ho potuto constatare che certi vocaboli (farabutto, delinquente,
canaglia, ricattatore, ladro) sono una espressione gentile, se confrontati con la realt, cio con quello che stato
fatto. Eccomi ad Asolo, come nel , ma con anni di pi sulle spalle e con una casa che pu un giorno
precipitare sul mio capo, non perch sia in rovina staticamente, ma rispetto ai miei mezzi e allaffamamento
che si tenta. Perch? Vivere isolato forse un errore, ma il pericolo proviene dal non poter reagire, ch nessuno
mi protegge. Pare che non essere privi dingegno sia una disgrazia. Questo essere combattuti in patria ora una
rovina, ch una volta si eseguivano allestero molte opere mie per il fatto che mi sapevano mal visto, ma ora?
Inutile tormentarsi, forse una rivoluzione metter a posto tutto. Le camicie nere sono state sostituite con le
anime nere. Ma basta con queste malinconie, ch del rosso ce n in vista. Molte altre lettere del dopoguerra
contengono analoghe parole di titanico scoramento.

523

Laureto Rodoni
Branca e con Luigi Pestalozza, se non in relazione ai Festival, da lui giudicati, col senno
di poi, in modo negativo.
A sua volta Lualdi, negli sterminati diari inediti (migliaia di pagine), nomina solo due
volte Malipiero: per affossare le Sette Canzoni e per raccontare un piccante aneddoto riferitogli da Guido Piamonte. Titolo dellappunto in stampatello maiuscolo sottolineato: Malipiero,
incazzatissimo e offesissimo, si ritirato sullAventino di Asolo; e al parallelo di Guido Piamonte
[con Wolf-Ferrari] ha risposto sdegnato: io non ho scritto i quatro rusteghi.
In conclusione lecito supporre che il sodalizio con Malipiero si sia concluso soprattutto a causa dellirrigidimento ideologico e culturale di Lualdi alla fine degli anni
Trenta; irrigidimento che rese incolmabili le divergenze tra i due musicisti e compromise
i loro rapporti anche sul piano umano. Senza dimenticare che la severit verso se stesso fu
per Malipiero sempre tiranna, perci tutto lo offendeva se gli suonava dubbio: difficile
conservare le amicizie a distanza e ascoltando quello che si dice.

Preparano lApocalisse
Lontani e divisi, Gian Francesco Malipiero e Adriano Lualdi, ma, paradossalmente,
con la stessa scorata Weltanschauung dopo il crollo del fascismo e la fine della guerra. Scrisse Gian
Francesco Malipiero a Guido Gatti, che gli chiedeva i suoi appunti sullopera lAllegra Brigata:
Ho cercato invano i miei appunti sullAllegra Brigata[;] devono essere a
Venezia almeno chio non li abbia distrutti insieme a tutto ci che ricorda gli
orribili anni di guerra con quello che avvenuto dopo cessati gli allarmi aerei,
ch la guerra non finita. Ogni contatto con questo mondo mi ripugna perci
. Ringrazio Vittore Branca e Luigi Pestalozza per avermi gentilmente fornito queste testimonianze.
Le Sette Canzoni di Malipiero, che una ventina di anni or sono non mi erano affatto dispiaciute,
hanno rivelato anche a causa della scena unica e per la esecuzione scialba il loro difetto capitale, che
la unicit di atmosfera e la monotonia dei mezzi espressivi e degli accenti. Queste sette canzoni, cos
diverse una dallaltra nei testi, cantano tutte uguali: e alla terza, gi non interessano pi. Sono unaltra
dimostrazione della impotenza di malipiero al teatro. Sono antiteatro. Hanno avuto un successo faticoso
e pallido: appunto dei diari inediti, maggio . (Carte della Famiglia Lualdi, Roma.)

. La ritirata di Malipiero ha avuto due determinanti: la nomina di nino cattozzo a sovrintendente


della fenice, e il raggrupparsi della destra musicale intorno ad ermanno wolf ferrari, il quale, rappresentando
una vera autorit, ha tolto al Malipiero il primato cittadino, e lo scettro del potere nelle cose della musica.
Sdegnatissimo, da allora, Gian Francesco si ritirato nella sua villa di Asolo, e non si fatto pi vedere a Venezia
neanche per linaugurazione del Festival. Piamonte, che si mantiene neutrale, ha scritto un articolo parlando di
questa rivalit e attribuendola a circostanze che ai due sono comuni: entrambi veneziani, entrambi innamorati
di Venezia ecc. Malipiero rimasto offeso (!) da questo parallelo. Ha precisato al Piamonte, con sussiego: Ma
io non ho scritto i quattro rusteghi: lo che purtroppo per lui storicamente esatto; e poi gli ha tolto
il saluto: cos ho appreso da Guido Piamonte. (Carte della Famiglia Lualdi, Roma.)

. Lettera del gennaio , in: Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. .

524

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


non so che cosa dirti sullAllegra brigata. [] ognuno segue il proprio destino pure quando crea o sillude di creare. Le sue creature esistono e pi si
cerca di sopprimerle pi dimostrano vitalit, se sanno resistere alle ingiurie
del tempo e degli uomini. per ottima cosa non lasciarle imputridire
in fondo a un cassetto, ma nel momento attuale, non essendo bagascie, n
meretrici sono condannate al disprezzo degli impotenti frequentatori dei
postriboli In parole povere, nonostante tutto ci che ti dico, mi dimostro
piuttosto ottimista ch la realt molto pi nera. Tutto questo non ha nessuna importanza. LApocalisse in atto. I vili si ubriacano perch han paura e
per avarizia preferiscono al vino, il fiele che hanno nel loro corpo immondo,
putrefatto insieme allanima, prima di morire. Per morire necessario essere
nati. Credimi, sono ottimista.

E Adriano Lualdi poco prima di essere riabiblitato e reintegrato nellinsegnamento,


il settembre concluse e diede alle stampe una lunga, drammatica lettera aperta indirizzata a Shostakovich, Gotovak, Mitropulos, Jean Durand e agli artisti svegli. Riferendosi al pensiero di Romain Rolland, egli esprime il proprio sgomento per il massacro e la
devastazione della guerra da poco conclusa, per il fatto che lEuropa ha perduto la propria
indipendenza, la propria autonomia spirituale, politica ed economica, e prefigura per il
mondo, come Malipiero, scenari apocalittici:
Da cinque anni a questa parte nel santo nome della Democrazia che
i cos detti blocchi delloccidente e delloriente daccordo soltanto sul
nome della bandiera che sbandierano non certo sul suo colore e sui suoi
emblemi commettono tanti delitti e offese contro la civilt, e invece
di sanare gli immensi mali preparano nuove catastrofi al mondo. Preparano una
nuova guerra. [] Sappiamo [] quale orrendo collasso morale tenga dietro
a questi conflitti non pi di eserciti e di cervelli umani, ma di macchine infernali, ma di satanici genii che votano le loro conquiste al trionfo del male.
[] e dobbiamo dire che le rovine morali e la disfatta dello Spirito sono, al
nostro criterio, catastrofe di gran lunga maggiore e pi vera e irreparabile
della disfatta delle armi e delle rovine materiali. [] Chi dunque ha ucciso
lo Spirito? orribile dirlo; proprio coloro che, bandendo la grande Crociata
contro i due grandi colpevoli, avevano promesso allintero mondo, se avesse
saputo liberarsene, la Redenzione, la Giustizia, la Verit, la Liberazione dalla
Paura e dalla Fame, dalla Violenza e dallIntrigo, dalla Tirannia e dal Male,
dallIpocrisia e dallimperio della Materia. E il trionfo dello Spinto, e la rivendicazione della Dignit umana. Avevano promesso un Assoluto di Bene
e non hanno tenuto fede a nessuno dei loro impegni. Ci hanno ancora abbeverato di lagrime, di sangue, di fiele; e oggi, caduta la maschera, ancora ci
minacciano lacrime, sangue, fiele. Preparano lApocalisse.

. Ibidem, pp. -.
. Lualdi, Adriano. Oggi non domani, Roma, Editrice Il giornale dItalia, , pp. , e .

525

Laureto Rodoni
Florilegio Epistolare Inedito
Appendice i
i: G. F. Malipiero ad Alfredo Casella
Venezia ..
presso Luigi Rosa,
Carmini
Carissimo amico.
Vi ho spedito una cartolina a Prascorsano, nella quale vi ringraziavo per i pezzi per pianoforte, per la dedica gentile e ripetevo la mia ammirazione per questa vostra opera. Vi pregavo pure di farmi avere la notte di maggio possibilmente in partitura perch vorrei scrivere
per due giornali la recensione, o qualche cosa di pi dellopera vostra. Arrivato a Venezia
ho trovato la vostra cartolina ed ho ricevuto lopuscolo. Grazie infinite. Condivido le vostre
impressioni sullopuscolo. Ora preparer altro. Ho piacere che voi mi abbiate dato tutto litinerario dei vostri viaggi onde potermi regolare. Non ho notizie da Milano e non so quando ci
andr. Certo verso dicembre, in dubbio la mia andata per ora. Mi avrebbe interessato essere
a Milano ai primi di ottobre per vedervi, parlare di progetti etc. etc., nonch darvi la partitura
delle tre impressioni che vi ho dedicate. Ci avrei tenuto di presentarvi un po estesamente
. Tutte le lettere di questo Florilegio epistolare sono trascritte rispettando la grafia delle stesse, con le
seguenti eccezioni: gli accenti acuti e gravi sono stati trascritti secondo luso corrente, tutti i sottolineati sono
stati trascritti come corsivi e le virgolette doppie alte come virgolette semplici o caporali (questultime per
indicare titoli di composizioni).
.
Lettera autografa su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero. La prima
lettera di Malipiero a Casella depositata nel Fondo Casella presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia
datata settembre : cfr. Catalogo critico del fondo Alfredo Casella, vol. i: I carteggi, op. cit. (vedi nota ), vol.
i/, p. (L. ). La prima di Casella a Malipiero risale invece al febbraio (L. ); la seconda al
marzo del : cfr. ibidem, vol. i/, p. (L. ).

. Pittore paesaggista e di genere, nato nel . Suocero di Malipiero che spos la di lui figlia Maria nel
. Durante il viaggio di nozze il musicista fece la scoperta di Asolo, che sarebbe diventato eremo autunnale
negli anni successivi. Luigi Rosa mor il febbraio : in un biglietto del febbraio indirizzato a un
Commendatore, probabilmente Tito Ricordi (so dellamicizia che la legava al pittore Luigi Rosa []) ne
annunci la morte avvenuta la sera prima (Archivio privato L. Rodoni).

. Si tratta dei Nove pezzi per pianoforte, Op. , composti nellestate del e pubblicati nel da
Ricordi. Cfr. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Composizione per voce e orchestra, Op. su testo di Carducci, pubblicata nel da Ricordi. Vi
fu, allAugusteo, unesecuzione molto contrastata diretta dallautore nel febbraio del . Prascorsano in
provincia di Torino.

. Potrebbe trattarsi dellopuscolo interessantissimo sulla moderna musica francese (Figure di musicisti
francesi, pubblicato a Torino nel ) di Guido M. Gatti a cui Malipiero fa accenno nella lettera a Gatti
stesso del novembre : Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit.(vedi
nota ), p. .

. Malipiero soggiorn a Milano dal dicembre del fino alla primavera inoltrata del : ibidem, pp. -.

.Vedi note e . ovvio che Malipiero fa riferimento soltanto alla seconda (dedicata per lappunto
a Casella) delle tre Impressioni dal vero. Nella lettera il numero tre si riferisce alle parti in cui divisa la
composizione: Colloquio di campane; I cipressi e il vento; Baldoria campestre. Scrisse Malipiero nel :

526

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


la mia partitura. Avrei voluto parlarvi pure di Ricordi e dirvi come io sia stato invitato dal
Comm.Tito Ricordi a fargli sentire il Sogno e come, dando la colpa allinsuccesso della mia
opera a Roma, misteriosamente egli non abbia pi voluto saperne. Scusate se metto la vostra
amicizia sempre in ballo, ma non vorrei mica che voi parlaste di me, o delle raccomandazioni,
mi basterebbe che voi, facendo cadere il discorso su di me, cercaste di strappare al Comm. Tito
la sua opinione a mio riguardo. Avrei bisogno di conoscerla ed io vi do la mia parola da gentiluomo di tacere. Se egli vi dice chio sono una bestia, poco mimporta, ma minteressa
saperlo. Sarei curioso di conoscere le vostre Films. Che musica ? Per pianoforte? Spero
potremo parlarne. Io, vi ripeto non so che far[,] forse ritorner in campagna e andr
ai primi di dicembre a Milano, forse andr subito a Milano. Non so. Il mio indirizzo rimane
sempre quello di Venezia che vi ho dato ora. Avrei pure a raccomandarvi un giovane violinista[,] Remigio Principe. Questi ha concorso a Roma allAccademia di Santa Cecilia, ove
c un posto libero, quello del Monachesi. Il Principe ora insegnante di violino a Pesaro.
un violinista di primissimo ordine, studioso e credo vi farebbe piacere averlo vicino, tanto
[Le Impressioni] rappresentano una reazione contro la musica a programma e contro la musica artificiosamente
tematica. La natura, ascoltata da un musicista, non pu suggerire che unidea musicale. Ma non assolutamente necessario che il musicista imiti, cerchi di rifare la voce della natura, ch sarebbe sempre una brutta
contraffazione. Lidea suggerita dalla natura sar dunque un tema, per niente diverso, nella funzione e nella
sostanza, da uno degli innumerevoli temi che, sorti dalla fantasia del musicista senza laiuto di un suggerimento
esterno, possono servire per la costruzione di una sonata, di una sinfonia o di un concerto. E il titolo, nel caso
in questione che una falsa interpretazione potrebbe appunto legare a intendimenti extramusicali, non
rappresenta che un omaggio fatto dal musicista a chi ha saputo evocargli un sentimento e un desiderio di
estrinsecazione. Afferma poi di non amare la seconda anche se non la rinnega. [In essa] vi sento certi ritocchi, incertezze, dubbi, e mi ricordano gli angosciosi bombardamenti aerei di Venezia che, abitando io allora
sul canale del Brenta, potevo osservare nelle notti di luna: stavo appunto realizzando la partitura dorchestra in
quellorribile estate del : Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. e .

. Sogno dun tramonto dautunno, poema tragico in un atto su testo di Gabriele dAnnunzio. Composto a
Venezia fra il e il .Voci: soprani, contralto, mezzosoprani. Tuttora inedito. Fu eseguito per la prima
volta solo nel . Cfr. Bianchi, Chiara. Il carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero, op. cit.
(vedi nota ), pp. -; -; - e -. Sul Sogno scrisse Malipiero nel : Mi avvenne di scoprire
Venezia (non quella doggi, bene inteso) dopo aver letto, circa quarantanni fa, il Fuoco di Gabriele dAnnunzio.
Ebbi poi occasione di sostare in una villa in riva al Canale del Brenta, proprio mentre stavo leggendo il Sogno
dun tramonto dautunno. Suggestionato pure dallambiente, me ne invaghii. Mi recai a Parigi () per chiedere
al Poeta il permesso di musicarlo; mi rispose, s, forse, tergiversava insomma. Finalmente da un amico mi venne
riferito che Gabriele dAnnunzio non capiva perch, con tanto entusiasmo per il suo poema, non ne avessi
scritto nemmeno una nota.Trovai giusto il rimprovero, perci mi misi immediatamente al lavoro e ben presto la
condussi a termine. Soltanto pi tardi (e non dico troppo tardi) scopersi la verit: egli aveva ceduto a un dilettante
il diritto di musicare il Sogno dun tramonto dautunno e non osava confessarlo. Lopera rimase inedita ed ineseguita.
Oggi non so decidere: debbo essere grato a quel ricco dilettante che costrinse a rimanere inedito il mio sogno
dannunziano?: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Si tratta di Canossa, scene musicali in un atto su libretto di Silvio Benco, rappresentata a Roma il gennaio . Lo spettacolo provoc vociferanti proteste, poich i difensori della tradizione si opponevano, per
principio, al giovane arrivista e opportunista: Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota ), p. . Malipiero
dichiar di aver distrutto la partitura: cfr. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. . In realt
essa fu ritrovata dalla vedova Giulietta nel . Cfr. Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi nota ), p. .

. Sono le Pagine di guerra, film musicali per pianoforte, Op. , composte nellagosto del e pubblicate nel da Ricordi. Saranno in parte orchestrate nel (Op. bis).

. Remy (Remigio) Principe, violinista e compositore (Venezia, agosto - Roma, dicembre


527

Laureto Rodoni
pi che un giovanotto molto a modo. Nella votazione di Pesaro ha avuto il massimo dei
voti e credo egli possa presentarsi con titoli buonissimi e soltanto qualche insegnante con un
tirocinio di pi anni potrebbe competere con lui, come titolo di insegnamento, ma non come
violinista; come tale in prima linea. Un po di raccomandazione al Conte gli farebbe
bene specialmente in Italia, ove il fatto di aver molti anni di insegnamento dietro di s viene
considerato primo merito! Vi ringrazio ancora e vi raccomando Principe (et o anni)
Omaggi alla Signora, tanti saluti anche da mia moglie. Una stretta di mano dal vostro aff
G. Francesco Malipiero.
ii: G. F. Malipiero a Guido M. Gatti
Crespano Veneto (Treviso)
..
Carissimo amico.
Malgrado sia tanto tempo che non mi scrivi ho avuto sempre tue notizie da Casella a Roma
(son quindici giorni che ho lasciato la capitale) ed ho saputo della tua intenzione di riprendere
la pubblicazione dellottima Riforma musicale. Ieri mi scrisse Casella perch io mi rivolga
1977). Fu allievo di F. Guarnieri a Venezia, di T. Kilian a Monaco e di L. Capet a Parigi. Studi anche composizione e direzione dorchestra allAccademia S. Cecilia di Roma. Svolse attivit concertistica come solista,
in trio (con N. Rossi e B. Mazzacurati), con il Quartetto italiano (E. Gandini, G. Matteucci, L. Chiarappa) e
con i Virtuosi di Roma. Fu direttore dellIstituto Musicale di La Spezia, insegn al Liceo Musicale Rossini
di Pesaro, al Conservatorio di S. Cecilia a Roma (1921), allAccademia Chigiana di Siena (1945-1946), al
Conservatorio di Ankara (1947). Dal 1956 fu titolare della cattedra di violino alle Vacanze Musicali di Venezia
(Conservatorio). Fu anche compositore (2 concerti e una Suite per violino e orchestra; brani per violino e
pianoforte). Ha inoltre revisionato 42 studi di Kreutzer, i Capricci per violino solo di Rode, Paganini e Fiorillo.
Scrisse Il violino. Manuale di cultura e didattica violinistica, in collaborazione con Giulio Pasquali (Milano, Curci,
1926; 21939, 31951) e un metodo per lo studio del violino. Cfr. la voce Principe, Remigio, in: DEUMM, op.
cit. (vedi nota 81), vol. vi, pp. 122-123.

. Enrico di Valperga, conte di San Martino (-). Fu il presidente dellAccademia di Santa Cecilia
dal fino alla sua morte. Scrisse un libro di ricordi: San Martino Valperga, Enrico di. Ricordi, Roma,
Danesi in via Margutta, . Cfr. Labroca, Mario. Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Hlne Kahn-Casella. Cfr. lettera i/iv.

. Lettera autografa su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero. Questa
lettera va inserita tra la n. dell febbraio e la n. del luglio nel carteggio Malipiero-Gatti:
cfr. Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), pp. - e
-.

. Gatti fu redattore de La riforma musicale dal al . Il novembre Malipiero gli scrisse a


questo proposito: Spero che la Riforma riprender le sue pubblicazioni quando i tempi lo permetteranno, e
spero pure di collaborare in modo migliore e soltanto per amore della nostra causa; ibidem, p. . La pubblicazione
della rivista, a scadenza quindicinale, venne ripresa nellautunno del . Il novembre di quellanno Gatti
fece pervenire i primi numeri a Malipiero: Trovo simpaticissima questa nuova veste del tuo giornale e lo
trovo pure bene impaginato e bene concepito; ibidem, p. . Qualche mese prima, il luglio , scrisse a
Gatti: Riguardo alla mia collaborazione come articolista, dubito di poterti accontentare. Ti ringrazio. Ho
una strana pigrizia per gli articoli, perdo tempo, scrivo male. Ho rivisto quei pubblicati sulla Riforma, sono
scandalosi. Ne ho uno di nuovo, buono e organico. Deve uscire sul Messaggero a Roma, lo vorresti di seconda
mano? Ho corretti e trasformati i vecchi articoli. Ne vorresti qualcuno?; ibidem, p. .

. Si tratta forse della lettera senza luogo e data (ma sicuramente del ), depositata nel Fondo Casella,
528

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


a Notari onde assicurare la iva pagina che dovrebbe rendere lire ogni quindici giorni. Io
so che Notari molto abile per la rclame e la fa con grande seriet e senza economia, ma non
so segli sia propenso ad una metodica inserzione quindicinale. In ogni modo io gli scriver
fra qualche giorno, cio appena avr ricevuto risposta a tante cose importantissime: da qualche
tempo si incrociano le nostre lettere, perci devo ora aspettare per non creare confusione. Al
massimo fra una settimana io scriver e questo ritardo, dato il modo come stanno le cose, non
pu essere che utile. Fidati di me. Ti accludo un biglietto di presentazione per il Notari, se
vai a Milano fagli una visita. In questi ultimi tempi so che allIstituto Editoriale Italiano si
molto lavorato per preparare la parte musicale. Non so precisamente quando avr luogo il
lancio[,] so che molto materiale si va accumulando perch riesca imponente. Io solo ho
gi corretto le bozze di tre volumi. Vedremo le cose come andranno. Della mia musica
ho dato i tre poemi Asolani (notte dei morti interludio e i portenti) nonch la riduzione per pianoforte a quattro mani (molto ben riuscite) di due mie opere sinfoniche: le
impressioni dal vero (quelle eseguite questanno allAugusteo) e le nuovissime pause del
in cui chiede appoggio per il decollo del progetto editoriale de La Riforma. Cfr. Catalogo critico del fondo Alfredo
Casella, vol. i: I carteggi, op. cit. (vedi nota ), vol. i/, p. (L. ).

. Umberto Notari (Bologna - Perledo [Como] ) fu giornalista, fondatore di quotidiani milanesi


(tra cui LAmbrosiano) e di riviste. Fond la Societ Anonima Notari ribattezzata nel col nome glorioso
di Istituto Editoriale Italiano. Conobbe Malipiero nel a Milano e subito gli propose di elaborare il programma di una grande collezione di musica del passato. Su Notari, cfr. Wanrooij, Bruno. Notari, Umberto,
in: Dizionario del fascismo, op. cit. (vedi nota ), vol. ii (L-Z), p. . Furono pubblicate le Canzoni amorose del
Bassani, a cui seguirono alcune sonate di Tartini, lOrfeo di Luigi Rossi, la Rappresentazione di anima e di corpo
di Emilio de Cavalieri, la Passione di Nicol Jommelli, Il filosofo di campagna di Baldassare Galuppi: cfr. Lopera
di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. e pp. -. Inoltre Waterhouse, John C. G. Op. cit.
(vedi nota ), p. ; Bianchi, Chiara. Il carteggio tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi
nota ), pp. - e - e Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi
nota ), pp. sgg., , -. Infine, Gatti, Guido M. G. Francesco Malipiero, in: Lopera di Gian Francesco
Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. sgg., in particolare: [] la musica italiana antica [] segn decisamente
lorientazione del musicista e contribu alla formazione della sua personalit. A guardar bene, la melodia di
Malipiero, sin dai suoi primi lavori, presenta una sensibile affinit con quella dei compositori drammatici del
seicento []; ibidem, pp. -.

. Di cui per lappunto Notari era direttore.

. Ho gi corretto le bozze di volumi e so che gi stata fatta lincisione di sei volumi. Il ritardo
causato dalle prefazioni ed altri particolari non trascurabili per il lancio: Malipiero, Gian Francesco. Il
carteggio con Guido M. Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Sicuramente quello dedicato al Bassani. Cfr. ibidem, p. e p. : Non faccio altro che correggere
bozze prima dellanno verranno fuori le edizioni delle mie opere [].

. A questo proposito, il gennaio Malipiero scrisse a Gatti che per i continui ritardi delle materie prime
[] si ritarda anche ledizione moderna che lo scopo principale delle mie fatiche editoriali: ibidem, p. .

. Composti ad Asolo nellautunno del . Dedicati a Henri Prunires e pubblicati da Chester, Londra.
Commenta Malipiero: Solo La Notte dei morti, cio il primo dei tre poemi asolani, veramente lo specchio
di me. [] Eravamo al prologo della tragedia: annotazione del in: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op.
cit. (vedi nota ), pp. -.

. Seconda parte, eseguita allAugusteo l marzo sotto la direzione di Antonio Guarnieri. Nel
le considerava lopera mia sinfonica migliore: Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti
-, op. cit. (vedi nota ), p. .
529

Laureto Rodoni
silenzio A proposito di queste ultime mi pare di essere riuscito a fare ci che da tanto
tempo avevo in testa: si tratta di sette brani per orchestra che durano in tutto circa minuti
legati fra di loro da un tema monodico [vedi esempio musicale sotto] e nei quali stato abolito lo sviluppo tematico convenzionale. Le idee si presentano dicono ci che hanno da dire e
non ritornano pi. Ho pure finito un secondo brano sinfonico violentissimo (il suo titolo
originale e spontaneo sarebbe: impressioni paradossali ma non mi piace) che mi soddisfa pure
e che lanno venturo verr eseguito allAugusteo. Mi piacerebbe farti sentire le mie ultime
opere, ma purtroppo ora non si possono fare progetti. Quando ci vedremo? Dove? Basta! Ti
informer sullandamento delle edizioni musicali come ti ho gi promesso. Ma aspetto che ci sia
qualchecosa di concreto. Scrivi qualchevolta e per oggi una stretta di mano dal tuo aff.mo
G.Francesco Malipiero
Notari lo trovi sempre a Piazza Cavour la mattina o il dopopranzo allofficina, mi pare
via Pellegrini.

. Si tratta della prima parte delle Pause del Silenzio, sottotitolata Sette espressioni sinfoniche. Furono iniziate
a Roma nellaprile del e concluse a Crespano del Grappa nel giugno dello stesso anno. In una lettera inedita
del aprile , Malipiero scrisse: Credo che le Pause del silenzio nel loro primo giro raccoglieranno ancora
parecchi fischi. Se ci sar un secondo giro, le cose andranno diversamente (Archivio privato L. Rodoni).

. Fondamentale stilema malipieriano su cui il compositore stesso scrisse: Materialmente ho rifiutato il


facile gioco degli sviluppi tematici perch ne ero saturo e mi venivano a noia. Imbroccato un tema, voltandolo,
girandolo, sminuzzandolo, gonfiandolo, non difficile costruire un tempo di sinfonia (o di sonata) che diverte
i dilettanti e soddisfa la insensibilit degli intenditori. Il discorso della musica veramente italiana (basta pensare
a Domenico Scarlatti) non sarresta mai, segue la legge naturale dei rapporti e dei contrasti: non costruzione
geometrica ma una architettura pensile e solida, antisimmetrica e proporzionata. Questo voglio aggiungere:
non ho insistito per evitare il pericolo del sistema, ch se un sistema superato quello dellartifizio tematico,
a che pro inventarne un altro non meno accademico?: Malipiero, Gian Francesco. Coss va lo mondo, op. cit.
(vedi nota ), pp. -, anche in: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. . Cfr. inoltre
DAmico, Fedele. Ragioni umane del primo Malipiero, in: ibidem, pp. sgg.; Nicolodi, Fiamma. Musica e
musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -.Vedi nota .

. Si tratta del Ditirambo tragico. Eseguito per la prima volta a Londra nellottobre del , fu poi pubblicato
da Chester nel . Anche nella lettera a dAnnunzio del aprile parla forse di questa composizione:
Ho quasi finito una raccolta di impressioni sinfoniche []; queste ultime impressioni rappresentano la
realizzazione di certe musiche ossessionanti che mai ero riuscito ad afferrare; Bianchi, Chiara. Il carteggio
tra Gabriele dAnnunzio e Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p.. Il Ditirambo tragico scrisse
Malipiero nel stato liquidato dalle Pause del Silenzio [i], perch se il desiderio di scrivere unopera
sinfonica differente dalle precedenti lo ha pure animato, nelle Pause del silenzio che ha potuto realizzarsi
pienamente: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Sede dellIstituto Editoriale Italiano.

530

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


iii: G. F. Malipiero ad Alfredo Casella
Roma, ..
Via Gregoriana
Carissimo.
Grazie per la lettera e cartolina. Mi affretto per risponderti, che da Kling non ho mai
ricevuto le mie composizioni in bozza, che da Durand non ho mai ricevuto nulla. A tale
proposito ti raccomando lheure espagnole di Ravel, perch mi occorre per un certo lavoro
che voglio fare sul teatro modernissimo, e le novit per recensioni. Che Durand dica no
se non vuole, per regolarmi. Da Snart ho ricevuto le liriche stampate. Impazzisco per
riunire i materiali. Da Londra non ottengo di ritorno i pacchi, n una risposta. Far un
ultimo tentativo. Non si pu protestare alla propaganda perch allora facevano le spedizioni
per favore e non bisogna svegliare cani che dormono e sono tanti! Vedremo. Non ho capito
che cosa Molinari voglia fare di tuo in Svizzera. I concerti sono ridotti ed il materiale del
balletto non so se giunger in tempo. Scrivo subito allAra. Ho visto oggi tua moglie.

. Lettera autografa su pagine scritta a matita su carta intestata ministero dellinterno.


Sottosegretariato per la stampa (Archivio privato L. Rodoni); fotocopia nel Fondo Malipiero.Va inserita
tra la L. | VI.. del settembre e la L. : cfr. Catalogo critico del fondo Alfredo Casella, vol. i: I
carteggi, op. cit. (vedi nota ), vol. i/, p. .

. O. M. Kling, direttore della Casa Editrice Chester di Londra, cui Malipiero, nel , dedic Le baruffe
chiozzotte, terza parte delle Tre commedie goldoniane.

. Commedia musicale in un atto su libretto di Franc-Nohain. Prima rappresentazione a Parigi nel


maggio del . Pubblicata per lappunto da Durand & Fils di Parigi.

. Malipiero ha pubblicato su Ars Nova del novembre un saggio intitolato Musiche nuove (Strawinsky,
Ravel, Schmitt): cfr. Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Cinq Mlodies, composte a Venezia nella primavera del e ad Asolo nel novembre del (le ultime
due). Snart le pubblic nel . Tanto queste cinque liriche in francese, quanto Keepsake [vedi nota ],
non mi appartengono. Si verifica qui il fenomeno della musica che avvolge la parola come la carta di un
involto che non si sa che cosa contenga e che pu anche essere soltanto pieno daria. Questo il caso di molte
liriche per canto e pianoforte: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Dalleditore Chester.

. Bernardino Molinari (-), insigne direttore dorchestra. Dal al fu direttore artistico


dei concerti dellAugusteo a Roma. Autorevole interprete di molte pagine malipieriane, tra cui San Francesco
dAssisi (), La Cena (), la seconda Sinfonia (), i Concerti per violino e per violoncello e orchestra
( e ); tenne a battesimo La Passione (), la Missa pro mortuis (), Santa Eufrosina (), le Pause del
silenzio, prima parte (), gli Inni per orchestra () e il primo Concerto per pianoforte e orchestra ().
Cfr. Labroca, Mario. Lusignolo di Boboli, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Sulla tourne non posso ancora dirti nulla di preciso. Credo per si faccia certamente. Molinari
eseguir le mie Impressioni dal vero (iia parte): lettera a Gatti del agosto , in: Il carteggio con Guido M.
Gatti -, op. cit. (vedi nota ), p. ; La tourne in Isvizzera si far, si parte l [ottobre ] di qui
[Roma] (ibidem, p. ). Lorchestra fece ritorno in Italia alla fine di ottobre.

. Si tratta dei frammenti sinfonici Op. Le couvent sur leau (Il convento veneziano), composti nel . Cfr. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Ugo Ara (-), violinista e violista del quartetto Flonzaley. nominato anche nella lettera di
Malipiero a Gatti del maggio , in Malipiero, Gian Francesco. Il carteggio con Guido M. Gatti -,
op. cit. (vedi nota ), p. . Malipiero gli dedic (al carissimo amico Ugo Ara) Tre poesie di Agnolo Poliziano,
per una voce e pianoforte, composte nel e pubblicate da Chester nel .

. Sul matrimonio con Hlne Kahn, Casella scrisse: Nel giugno di quel , sposai a Parigi Hlne K[ahn],

531

Laureto Rodoni
La vedo spesso. Cerco di farle coraggio, ma credo che sia una donna forte e piena di risorse.
Ti abbraccio e ti saluto
Tuo aff.mo
G.Francesco Malipiero
iv: G. F. Malipiero a Hlne Kahn-Casella
Roma ..
Via del Tritone
Gentilissima Signora. Perdoni il mio lungo silenzio, ma questo ultimo mese ho lavorato
tremendamente e sono riuscito a finire la partitura e la riduzione per pianoforte a mani del
balletto, poi ho molto combattuto con la traduzione francese delle Sette Canzoni ed ora
sono alle prese con la partitura di Pantea a cui far seguito la riduzione per pianoforte a
una eccellente musicista cantante e pianista che da anni conoscevo. La nostra vita coniugale dur sino al
, cio fino a quando eventi superiori alle nostra volont ci costrinsero a dividerci, rimanendo per in
rapporti di salda ed incrollabile amicizia. Essa fu sempre per me una devota e fedele compagna, e divise con
una profonda abnegazione e con mirabile senso di sacrificio alcuni degli anni pi duri, pi tristi della mia
vita: Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), p. . Nel febbraio del mi divisi da
mia moglie Hlne K. Da parecchi anni era ormai palese che la vita doveva staccarci luno dallaltro. Ma fu
singolare fortuna che questa separazione abbia potuto compiersi e questo per merito della alta intelligenza
della mia prima compagna che fece prova, in questa dolorosa circostanza, di una abnegazione e di uno spirito
di comprensione dei quali non le sar mai abbastanza grato lasciandoci in rapporti di salda e devota
amicizia, la quale tuttora [] dura: ibidem, p. . Dalle lettere di Malipiero ad Hlne Kahn (Archivio
privato L. Rodoni) risulta che il loro rapporto era amichevole e improntato a stima reciproca. Malipiero
informava la signora Kahn sui suoi lavori e faceva per cos dire da tramite, a volte goffamente, tra lei e lex
marito, che nel spos una sua allieva,Yvonne Mller: cfr. ibidem, pp. sgg. In una lettera inedita del
aprile (Archivio privato L. Rodoni), Malipiero scrisse a Hlne: Sono arrivato [a Roma] morto di
stanchezza e non ho potuto andare al concerto dellAlfredo, lho visto un momento soltanto da Prunires e
mi ha rimproverato di non essere andato a trovare i suoi amici. Io gli dissi chero stato molto con lei ed egli
ha interpretato questa mia risposta come se accusassi lei di avermi impedito di fare la visita ai Bernard. Ci
mi rincresce perch non era mia intenzione n dirlo, n pensarlo. La mia enorme stanchezza mi imped di
vedere Alfredo prima della sua partenza per Parigi. Se lo vede, la prego scusarmi e dirgli che mi riprometto
stare di pi con lui al suo ritorno.

. Lettera autografa su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopia nel Fondo Malipiero.

. Si tratta de La mascherata delle principesse prigioniere, breve azione coreografica in un atto di Henri
Prunires. Finito di comporre a Roma nel maggio del e pubblicato da Chester. La prima esecuzione
ebbe luogo a Bruxelles il ottobre , direttore Maurice Bastin. Purtroppo il balletto invecchia pi
rapidamente del melodramma perci, dopo la prima rappresentazione queste principesse sono rimaste
prigioniere della moda sorpassata senza destare la mia compassione: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit.
(vedi nota ), p. .

. La prima esecuzione delle Sette Canzoni ebbe luogo allOpra di Parigi il luglio , direttore
Gabriel Grovlez. Cfr. supra il paragrafo Limboscata romana, pp. sgg.

. Il dramma sinfonico Pantea fu terminato il agosto e dedicato a Guido M. Gatti. Si tratta di una
composizione per una sola danzatrice, una voce di baritono, coro e orchestra. Ne esistono due versioni, per
grande e piccola orchestra: questultima fu il punto culminante del ii Festival veneziano del (cfr. supra il
paragrafo Ho voluto contribuire allopera ammirabile di Adriano Lualdi, pp. sgg.) e la nota .
532

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


mani. Come ella vede ce nho del lavoro e non vedo lora daver finito ci che ho ceduto
al Chester e che richiede soltanto un lavoro materiale. Nel frattempo ho anche dovuto
mettere a posto alcune sonate per cembalo di Benedetto Marcello per la famosa edizione dellIstituto Editoriale Italiano. A proposito di questa, debbo dirle che mi rincresce non
poterle far mandare il Bassani, ma ledizione non ancora in commercio ed io non ne ho
nemmeno una copia disponibile. Si lavora alacremente ed ho visti pronti, al mio passaggio
per Milano, parecchi quaderni stampati (forse una cinquantina, se non pi) e proprio qualche giorno fa ho ricevuto linvito di recarmi a Milano per il luglio, avendo luogo una
grande riunione dei direttori. Riunione che credo significhi che il lancio imminente. Se
in quelloccasione potr avere una copia del Bassani glie la spedir. Ma dubito! Il Notari
avarissimo di copie. Sono desolato di non poterle essere utile in questa cosa. uscito
Keepsake. Graziosissima ledizione. Dir a Mr. Kling che glie ne mandi una copia.
Credo che Rouart non abbia mai spedito a Chester le quattro delle Sette Canzoni. Ha ella
occasione di occuparsene? Mi faccia questo piacere. Come pure ella dovrebbe avere la bont
di salutare madame Bathori e chiederle le bozze della riduzione per piano a mani delle
mie impressioni dal vero che dimenticai da lei e che bisognerebbe far avere a Mr. Snart, ,
Rue du Dragon. uscita a Bologna, dal Pizzi, la partitura delle Pause del silenzio, ma
bruttissima come edizione. I Prunires sono partiti e sento la loro mancanza. Alfredo non
si vede mai. Non pi quello di una volta! Peccato. Il i luglio spero lasciare Roma per la
campagna. Saluti cordiali. Suo devmo GFrancesco Malipiero

. In Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), non risulta la pubblicazione di questi Concerti
di B. Marcello, ma solo delle Cantate.

. Ibidem, p. .

.Vedi nota .

. Per una voce e pianoforte, poesia di Jean-Aurry. Stampato da Chester. Nel catalogo completo delle
opere malipieriane pubblicato in: Omaggio a Malipiero, op. cit. (vedi nota ), p. , erroneamente collocato
il commento del compositore al balletto La mascherata delle principesse prigioniere, in parte qui pubblicato nella
nota . Le tre poesie di Angelo Poliziano, i quattro sonetti del Burchiello e i due sonetti del Berth, sono
nove canzoni che discendono direttamente dalle Sette canzoni. Musica e parola, armonia e ritmo, qui vanno
insieme. Si manifesta una specie di processo chimico che appunto genera la canzone, la quale pu assumere
centomila aspetti: pu diventare persino una sinfonia in molti tempi: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op.
cit. (vedi nota ), p. .Vedi anche nota .

.Vedi nota . Rouart, nominato subito dopo, un editore parigino (Rouart-Lerolle).

. Jeanne o Jane Engel, nata Bathori (-), celebre mezzosoprano parigino che Casella accompagnava spesso al pianoforte.

.Vedi note e .

. In Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), risultano pubblicate, nel , da Pizzi (ora
Bongiovanni) solo le Risonanze per pianoforte. Le Pause del Silenzio (i) furono pubblicate dalla Universal
Edition nello stesso anno.

. Henri Prunires, musicologo, critico ed editore musicale francese (-). Primo biografo di
Malipiero: G. Francesco Malipiero (Le renouveau musical en Italie), Bologna, Pizzi, . Scrisse altri saggi su
Malipiero di cui era grande amico. Fond nel La revue musicale, dirigendola fino al . Fu, insieme a
Gatti, uno dei bersagli di Lualdi alla fine degli anni Trenta (vedi pp. sgg.)

533

Laureto Rodoni
v: G. F. Malipiero a Hlne Kahn Casella
Lavarone, ..
Il mio indirizzo stabile : San Fantin,
Calle Minelli, ,Venezia.
Gentilissima Signora,
Ricevo qui con notevole ritardo la sua lettera gradita. Ella sa quanto io sia un sincero e
profondo ammiratore di Marya Freund, ma purtroppo per Parma non posso darle speranze.
La societ non ha denari ed in crisi per ragioni stupide. Il quartetto Zimmer mi scrisse
pure raccomandandosi, e parlando in suo favore ebbi occasione di conoscere la situazione. Per
Venezia un altro affare. Scrivo subito, come pure per Verona posso fare qualchecosa conoscendo qui un pezzo grosso della societ di concerti. Non voglio che si facciano illusioni, ma
dove possibile aiutare possono contare su di me. A Roma n altrove ho degli amici. A Verona
ho un amico e a Venezia posso fare qualchecosa con la forza: imponendo cio e minacciando.
Ho sofferto molto il caldo che nelle mie condizioni di spirito mi ha fatto molto male. Sono
scappato quass e non so che far: tutti i miei progetti sono interrotti. La tragedia stata troppo
orribile. Chiss che Parigi non mi riveda. La prego credere sempre alla mia simpatia e alla mia
sincera amicizia. Tante cose cordiali anche alla Signora Marya Freund. Mi creda il duo dev.mo
G.Francesco Malipiero
Ignoro lindirizzo di Marya Freund. Scriver a lei non appena sapr qualchecosa.
vi: G. F. Malipiero a destinatario ignoto
.ii.-xviii
Egregio Signore, voi avete perfettamente ragione. La prima cartolina mi stata respinta qui
e lho riportata ad Asolo per rispondervi, viceversa rimase ad Asolo ed essendo io occupatissimo a Venezia ho dimenticato di scrivervi. Io posseggo una lettera di Angelo Conti che pub. Lettera autografa su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopia nel Fondo Malipiero.
. Soprano polacco (Breslavia, dicembre - Parigi, maggio ), si dedic al canto dopo
aver studiato il violoncello con Sarasate e Zajc. Debutt nel specializzandosi in musica da camera.
Collabor con insigni direttori dorchestra: Monteux, Furtwngler, Mengelberg, Molinari, Scherchen
Stabilitasi a Parigi, insegn canto per molti anni e al Conservatorio di Losanna fu direttrice di un corso di
perfezionamento per virtuosi. Il suo repertorio comprendeva composizioni di Schnberg, Satie, Stravinskij,
de Falla, Bloch, Ravel, Casella, Poulenc, Malipiero, Prokofiev, Pizzetti, Kodly.

. Quartetto fondato dal violinista belga Albert-Jacques Zimmer (Liegi, gennaio - Bruxelles,
giugno ) nel , insieme a Ghigo, Barsen e Gaillard (agli ultimi due subentrarono poi . Piel ed .
Doehaerd).

. Il dicembre scrisse infatti alla Signora Kahn: Mi sono occupato di Marya Freund ma con esito
negativo. Le ho scritto direttamente e ritento a Venezia. Ho troppi nemici in Italia. Posso poco o nulla. [] Ho
scritto lettere per Maria Freund e ora sono stanco. Spero vorr scusarmi (Archivio privato L. Rodoni).

.Vedi p. e nota .

. Lettera autografa su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero.

. Si noti come Malipiero si sia adeguato alluso corrente di indicare lanno dellera fascista (cfr. pp. -).

. Angelo Conti, nato a Roma nel e morto a Capodimonte (Napoli) nel fu scrittore, critico
darte e studioso di storia delle religioni e di misticismo. Scrisse per le riviste Marzocco e Convito, e per molti
anni diresse la Pinacoteca del Museo nazionale di Napoli. considerato il pi autorevole esponente, in ambito
critico, di quel movimento estetico-mistico, che avrebbe trovato il suo artista in dAnnunzio, che da lui trasse
spunti per il suo estetismo. In Italia fu il mediatore del misticismo estetizzante di Ruskin e Pater, e della

534

Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


blicai nellalmanacco letterario di Bompiani nel .Vi autorizzo a farne luso che crederete
pi opportuno. molto interessante. Loriginale esattamente quello pubblicato senza tagli n
mutamenti, questo ve lo assicuro. Io ho avuto le visite ad Asolo di Angelo Conti che venne per
la morte di Marius Pictor. Marius Pictor mi parlava spesso di lui ch a Venezia il ricordo di
filosofia dellarte di Schopenhauer.Tra le sue opere saggistiche spiccano: Giorgione (), La beata riva.Trattato
delloblio con un ragionamento di Gabriele dAnnunzio (in questo volume, del , si fa un accostamento
tra il teatro dannunziano e quello greco); Dopo il canto delle sirene (); San Francesco (); Virgilio dolce mio
padre (). Molti dei temi trattati compaiono anche ne Il Fuoco di dAnnunzio, in cui Angelo Conti (Doctor
Mysticus) uno dei personaggi. Per il Conti larte continuazione della natura ed esprime la tendenza della
vita universale verso la quiete della non esistenza; la preghiera del mondo, e ha una funzione liberatrice
dellinganno delle cose: ma questi concetti non si organizzano mai in una vera e propria teoria estetica n
dnno origine a un modo qualsiasi di critica, poich nel Conti prevale il gusto dellimmaginazione mobile e
varia che si muove per accostamenti e suggestioni pi verbali che concettuali, per invenzioni sensuali, per accensioni improvvise e non sistematiche: Barberi-Squarotti, Giorgio. Conti, Angelo, in: Grande Dizionario
Enciclopedico, Torino, UTET, , vol iii, p. .

. Ripubblicata integralmente in Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -:
[] Comprendo che la sinfonia sia al vertice della creazione musicale e che in essa tutto si trasformi, per
raggiungere una condizione elementare, direi quasi primordiale; tutto, istrumenti e voce umana, questa come
ogni altro mezzo, come ogni altra voce. Ma c di mezzo il pensiero del poeta, il quale deve fondersi con la
nuova unit, e sparire nella creazione, sparire come pensiero letterario o filosofico e diventare musica. Era gi
musica, quando aveva soltanto il ritmo della poesia. Adesso entrer come un fiume nel mare, e perder il suo
nome. Io cos sento e penso. Per me la parola cessa dessere un pensiero quando entra nella musica; e diventa
un suono, una divina espressione musicale che pu dominare ed essere dominata, sempre musicalmente. Io
non ho mai capito n sentito mai il bisogno di comprendere le parole del canto, n sul teatro, n in orchestra.
Esse sono per me una voce, la voce, un suono. Mi rapiscono soltanto come suono e il loro significato verbale
e letterario mi darebbe fastidio. Del resto difficile comprendere in ogni canto ci che dicono le parole;
per me e per tutti. Il che vuol dire che basta udire il loro suono. Ci che nella musica rimane del pensiero
un ritmo, il ritmo lirico che preesisteva allorchestrazione, e che si trasforma nella musica, diventa sostanza
primordiale. Qui lessenza della musica, la quale riconduce lo spirito alle sorgenti della vita, dove tutti gli
spiriti si possono ritrovare nellinnocenza primitiva. Che cosa diventa ivi la nostra infermit? Un ricordo
lirico. Io sono per la musica pura. Lessi perci con viva emozione la sua ansiet nella chiusa della monografia
[LOrchestra, Bologna, Zanichelli, ] che finisce col proporre mezzi di conciliazione. Si vede che anche lei
turbato dal presentimento del trionfo della musica come valore assoluto [].

. Marius Pictor, pseudonimo di Mario De Maria (Bologna - Venezia ), pittore di genere, di


architetture e paesaggi. Nel si rec a Roma ed entr a far parte del gruppo In arte libertas capeggiato da
Nino Costi, da cui deriv linteresse per i preraffaelliti inglesi e la predilezione per temi fantastici e romantici,
per macabre visioni notturne. Sua opera nota e importante in questa direzione La luna sulle tavole di unosteria
(Roma, Galleria Nazionale dArte Moderna). Nel espose con successo a Berlino e a Vienna. Malipiero si
ispir alle sue pitture per la composizione dei Poemetti lunari (): cfr. Waterhouse, John C. G. Op. cit. (vedi
nota ) pp. -. Cos lo ricorda Malipiero, in: Lopera di Gian Francesco Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp.
-: Marius Pictor si addormentava al tepore del fuoco morente e non rispondeva agli argomenti pittorici dei colleghi, ch egli vedeva sempre quello che non cera e non voleva vedere quello che cera.Il divino
pittore lunatico Marius de Maria, che certo s giaciuto con la luna come limperatore, disputa con Angelo
Conti intorno allarte di macinare e dimpastare le terre e porre in fuga gli avventori importuni con urli e gesti
celliniani. Rievocazione dannunziana di un pittore che si fermato ad Asolo quando ormai urlava in sordina
e aveva perduto il gesto celliniano. Nellautunno del Marius Pictor viveva in grande angoscia perch era
convinto che suo figlio fosse morto al fronte, sul Carso insanguinato. Sul rapporto tra Malipiero e Marius
Pictor scrisse F. Nicolodi: Ombre di disfacimento e di morte, fantasmi macabri e luttuosi spesso mediati dalla
535

Laureto Rodoni
Angelo Conti era rimasto vivissimo anche dopo la sua partenza ed il personaggio del Fuoco
non lo dimenticarono gli amici. Ora le giovani generazioni non si occupano di estetica n di
filosofia e la bellezza attende chi la possa comprendere come a suo tempo lAngelo Conti del
Fiume nel tempo e altri artisti della sua epoca. Vidi Angelo Conti per alcune ore a Capri e
visitando la Grotta di Matermania evoc certi siti solari con parole che rimasero in me solo come
una impressione indimenticabile. Altro non potrei dirvi. Cordiali saluti G. Francesco Malipiero
vii: G. F. Malipiero a Goffredo (?) Bellonci
Caro Bellonci ,
ho ricevuto oggi una specie di circolare che riguarda lassociazione giovanile musicale
Farnesina ecc. ecc. Dalla circolare in questione risulta che io dovrei venire a contatto con
due persone che considero deleterie per la scuola e che per arrancare al Conservatorio ne
hanno fatte di tutti i colori: roba da Procura del Re, o della Repubblica se ti fa pi piacere.
stata poi nominata una terza persona (un bravuomo per) che a Venezia si considera una
macchietta. Io sono uno che da molti anni lotta per linsegnamento della musica nelle scuole,
perci se accettassi, cio se riconoscessi validi i tre personaggi veneziani, verrei meno a tutti i
miei principi e subirei una vera e propria offesa personale. Per scrupolo di coscienza ti metto in
guardia: se ovunque in Italia gli insegnanti della musica nelle scuole medie sono del calibro di
quelli di Venezia, il compito della Farnesina completamente negativo; pensaci. In quanto a me
ti prego di considerarmi dimissionario per ragioni di salute, e non una bugia ch esiste pure
la salute dellanima. Ti ringrazio daver pensato a me e scusa se ti ho deluso. Non voglio aver
contatti con le basse leghe musicali. Ossequi a tua moglie, la quale sa che cosa io penso di

visionariet stralunata e decadente dellamico pittore e collaboratore Marius Pictor (Mario de Maria), brividi
allucinati e stravolti che solcano lopera poetica fino alle soglie degli anni , risolti per con uninclinazione
nihilista pi corrosiva, nervosa, e meno maladive del simbolismo fin de sicle, non sarebbero forse altro che
forme di una trasposizione sublimata, operata su immagini ed esperienze realmente, angosciosamente vissute.
[] Fra le collaborazioni di Marius Pictor risalenti ai primi anni, segnaliamo la copertina e il frontespizio per
le Sinfonie del Silenzio e de la Morte (Rahter, Lipsia ) e le scene per Canossa (Teatro Costanzi di Roma,
gennaio ); Nicolodi, Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), p. .

.Volume del .

. Lettera autografa su pagine (Archivio privato L. Rodoni); fotocopie nel Fondo Malipiero.

. Potrebbe trattarsi di Goffredo Bellonci, giornalista e critico letterario (-), ma lidentificazione


tuttaltro che certa. Bellonci e Malipiero, negli anni Trenta, collaboravano alla rivista LItalia letteraria.

. Fondata a Roma nel per volere dellEnte Musicale e Morale della Farnesina, ha avuto lo Statuto
approvato dal Ministero della Pubblica Istruzione con Circolare Ministeriale del Aprile , modificato
successivamente nel per adeguarlo alla vigente normativa.

. Di gusto aristocratico nel confessava che il suo modello erano i teatri di corte, piccoli, riservati,
comodi e silenziosi come al tempo del de Cavalieri [] spregiatore massimo di ogni forma di dilettantismo e di espressioni musicali povere (si rileggano le frecciate contro la letteratura per banda, le societ
mandolinistiche e ocarinistiche), Malipiero aveva un culto della musica arte incontaminata e pura non
tanto funzionale a disegni genericamente collettivi, quanto alle proprie, pi egocentriche esigenze di artista
creatore. Ci che gli consentiva di evadere dalle laidezze del reale e di colloquiare (anche se non sempre in
pace) con se stesso e le ombre grandi del passato (da Monteverdi a Vivaldi a Domenico Scarlatti): Nicolodi,
Fiamma. Musica e musicisti del ventennio fascista, op. cit. (vedi nota ), pp. -. Cfr. anche il saggio Malipiero,
Gian Francesco. I Consevatori, op. cit. (vedi nota ), pp. -, in particolare la nota a p. .

. Se il destinatario Goffredo, la moglie Maria Bellonci (-), giornalista e scrittrice, animatrice


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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Venezia. So che il Dr. Lorenzetti ha scritto per la commemorazione dusiana di Asolo. Spero
si combiner. Ti saluto molto cordialmente. Laffmo tuo G. Francesco Malipiero
Venezia .v. - Santo Stefano

Appendice ii
i: Lualdi a Malipiero
Milano, febbr. -x
Caro Malipiero,
come tu sai sto organizzando il Secondo Festival di Musica che avr luogo a Venezia il
prossimo settembre. mio desiderio invitarti a far parte del Comitato Esecutivo per avere un
attivo e sicuro collaboratore. Conto perci sulla tua adesione. Vorrei, in un giorno della prossima settimana, riunire qui a Milano alcuni fra i membri del Comitato, e pregherei te di non
mancare. Ti far sapere il giorno preciso della riunione, e nel frattempo ti pregherei di dirmi
quale giorno ti converrebbe in modo particolare.Vedrei cos di conciliare le possibilit di tutti.
Aspetto dunque un tuo cenno cortese, e se possibile, sollecito. Saluti cordialissimi
Adriano Lualdi
Sappimi anche dire se (nelleventualit augurabile [dipende dai denari che potr raccogliere] che si possa fare anche il Teatro dellopera da camera) potresti ridurre il Torneo notturno per
lorganico previsto di proff. dorchestra. Ciao
Lualdi
ii: Lualdi a Malipiero

Milano, febbraio -x
Caro Malipiero,
Grazie per la tua lettera e grazie per aver accettato il mio invito di far parte del Comitato
Esecutivo del Festival.Vedr di fare tutto il possibile per fare la riunione di cui ti ho parlato, il
giorno a Milano e, naturalmente, ti informer per tempo. Non vedo purtroppo la possibilit di includere il Torneo Notturno nel programma del Festival, se, come dici, non si pu
pensare a una riduzione dellorchestra e dato che, per le ragioni che sai, non potr disporre
di un complesso orchestrale che superi i elementi. Sono dunque, come puoi immaginare,
dolentissimo, di dover rinunciare a questa esecuzione. Avr luogo probabilmente a Venezia
con il marito del pi importante salotto letterario italiano, gli Amici della domenica, che dal assegna
ogni anno il Premio Strega.

. Giulio Lorenzetti, veneziano, cui Malipiero dedic la Cantata La festa de la Sensa, per baritono, coro e
orchestra.

. Eleonora Duse (-) scopr la cittadina di Asolo nel , quando fu ospite della sua amica Lucia
Casale. Innamoratasi del luogo, prese in affitto la Casa Miller-Morrison e incaric lingegnere S. Cantoni di
sistemarla. I soggiorni ad Asolo furono brevi ma numerosi; non pot per mai fruire dellabitazione che aveva
scelto come sua dimora.Volle essere sepolta ad Asolo.

. Lettera dattiloscritta su pagina, su carta intestata camera dei deputati. Il poscritto aggiunto a
penna (Fondo Malipiero).

.Vedi note e .

. Lettera dattiloscritta su pagina, su carta intestata ente autonomo esposizione biennale


internazionale darte - Secondo Festival Internazionale di Musica - venezia - settembre x (Fondo
Malipiero).
537

Laureto Rodoni
nella primavera prossima, una stagione dopera di eccezione: se credi, io potrei proporre a
Damerini lesecuzione del tuo Torneo, aggiungendo tutte le mie raccomandazioni. Scrivo
qualche cosa. Anzi non occorre, perch ho gi scritto. Sarebbe un grande piacere anche per
me poter presenziare alla esecuzione del San Francesco dAssisi a Venezia, e far tutto il
possibile per non mancare. Saluti affettuosi tuo affmo
Adriano Lualdi
iii: Lualdi a Malipiero
Milano febbraio -x
Caro Malipiero,
La tua lettera del mi fa tirare un sospiro di sollievo. Sono contento contentone che tu
abbia Pantea che si adatta benissimo a quello che volevo fare io, se trover i denari necessari
per il Teatro. Resta dunque inteso che nel Teatro dellOpera da Camera la tua opera resta inclusa senzaltro. Dimmene la durata e mandami lo spartito in modo che io possa farmi unidea
di quello che occorre per la voce interna, e dimmi anche lorganico dellorchestra. Resta inteso
che Pantea deve essere una novit assoluta almeno per lItalia. Il non sar possibile tenere la
riunione perch debbo essere a Bologna. La seduta dunque del Comitato esecutivo fissata per
domenica corrente nel pomeriggio a Venezia - Palazzo Ducale, in ora che ti sar precisata da
Zaiotti, al quale scrivo incaricandolo di mettersi daccordo con gli altri veneziani. Ti prego
assolutamente di non mancare, perch abbiamo cose grosse da discutere. Tuo aff.
Adriano Lualdi
iv: Lualdi a Malipiero
Milano marzo -x
Carissimo,
ti ringrazio della tua lettera e delle cose gentili che mi dici. Ti spedisco la carta da lettera. Ho
ricevuto Pantea, ma non ci ho ancora messo il naso; intanto tu fammi sapere subito se il coro necessario (se necessario non far complimenti, lo prenderemo), e mandami un completo, preciso elenco
della formazione dellorchestra. Ricordami devotamente alla signora e abbiti un abbraccio
tuo
Adriano Lualdi
v: Lualdi a Malipiero
Milano aprile -x
Caro Malipiero,
ricevo la tua del aprile. Mandami le due partiture russe, quelle che ti sembrano migliori:
vedr se possibile includere una delle due opere nel programma del concerto internazionale,
. Gino Damerini, colto letterato e collezionista darte veneziano, cui Malipiero dedic il Torneo notturno.
Fu studioso di dAnnunzio (vedi nota ) e della cultura veneziana.

. Frase inserita a penna.

. Mistero composto nel . Lualdi fa riferimento allesecuzione veneziana del febbraio ; sul
podio il direttore dorchestra Karl Elmendorff.

. Lettera dattiloscritta su pagina, intestazione come la precedente (Fondo Malipiero).

.Vedi note e .

. Alberto Zajotti fungeva da segretario nel comitato esecutivo del Festival.

. Lettera su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).

. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


dato che il concerto Franco-Russo diventato, per varie ragioni franco-belga. Nessun pagamento richiesto alla sezione russa.Va bene tutto quello che dici nella tua lettera del marzo:
occorre per fare una modificazione nella composizione dellorchestra. Non possibile avere
un flauto e un ottavino e neppure un oboe e un corno inglese: sar gi una gravissima difficolt
poterti procurare suonatori per la batteria. Dunque il flauto potr essere col cambio dellottavino, e loboe col cambio del corno inglese. Spero non sar difficile fare gli accompagnamenti
del caso nelle parti. Ho bisogno un favore: da circa mesi ho fatto chiedere a De Falla se
avrebbe accettato linvito di venire a Venezia dal al settembre, per dirigere due esecuzioni
del suo Retablo, di cui la Principessa di Polignac ha acconsentito a cedere al Festival la
messa in scena dellopera. Fino ad ora De Falla non ha risposto niente. Puoi scrivergli tu subito
subito, pregandolo di rispondere telegraficamente, indirizzando, per brevit a me? Chiedigli
anche le sue minimissime condizioni. Grazie e saluti affettuosi
Tuo
Adriano Lualdi
Ti prego di ammirare il pittoresco di questa lettera
vi: Lualdi a Malipiero
Milano aprile -x
Caro Malipiero,
rispondo alle tue lettere del e corrente. ) Mi sembra pi naturale che le trattative con
De Falla continuino per il tuo tramite, dato che egli stesso lo preferisce. Bisognerebbe dirgli che
per per le marionette la Principessa Polignac ci ha offerto le sue con relativo teatrino completo; se dovessimo escluderle non sapremmo proprio come fare. Daltronde la Principessa dice
che vanno bene per un salone di trenta o trentacinque metri di lunghezza, cio non superiore
. Una composizione russa fu inserita nel concerto di musica internazionale che inaugur il Festival.
. Frase aggiunta a penna.

. De Falla era in ottimi rapporti di amicizia con Malipiero. Alcune lettere lo testimoniano: cfr. Lopera di
G. F. Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Cfr. due lettere di de Falla a Malipiero (del aprile e del maggio ), in Lopera di Gian Francesco
Malipiero, op. cit. (vedi nota ), pp. -. El Retablo de maese Pedro, opera in un atto di Manuel de Falla () su libretto proprio, da Cervantes. Prima rappresentazione: Parigi, Palazzo Polignac, giugno . De
Falla pens a un dramma che potesse essere rappresentato sia in una versione per sole marionette, con le voci
collocate in mezzo allorchestra, sia in un allestimento misto di marionette e cantanti. Precedente alla prima
scenica, va ricordata unesecuzione in forma di concerto a Siviglia (Teatro San Ferdinando, marzo ).

. Ibidem, pp. -. Lopera El Retablo de maese Pedro, fu commissionata dalla principessa di Polignac
per il teatro di marionette del suo palazzo. Nata a New York nel , la principessa di Polignac fu organista,
pianista, ma soprattutto grande mecenate. Visse per lo pi a Parigi e commission numerose opere a noti
compositori contemporanei: oltre a De Falla, Debussy, Faur, Poulenc, Ravel, Stravinskij e altri. Mor in Inghilterra nel . Il Retablo fu diretto dallAutore ma con le scene e le marionette del Kunstgewerbemuseum
di Zurigo con la collaborazione dei Fratelli Colla di Milano.

. Poscritto aggiunto a penna. Fa riferimento alle numerose, bizzarre correzioni del dattiloscritto
con la penna.

. Lettera dattiloscritta su pagine; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero). Scritto


orizzontalmente lungo il bordo sinistro lindirizzo di Lualdi: Via C. Goldoni , Milano - telegr. Lualdi,
telef. -.

539

Laureto Rodoni
al Goldoni. Io a Zurigo ne ho viste di piccolissime che per andavano bene, anzi meglio, che
se fossero state grandi: tutto dipende dalle proporzioni fra le marionette stesse e il loro relativo
teatrino. Per le difficolt che il De Falla avanza circa la sua venuta, sarebbe necessario spiegare
che io le comprendo benissimo, ma che, siccome il Festival va avanti proprio con i soldi contati, non posso assolutamente assumermi il peso di due persone invece di una. ) Le partiture
russe mi sono pervenute. Ne ho preso visione e poi le ho date a Casella perch le guardi bene
anchegli. ) Circa Max Butting non ricordo di averti chiesto di scrivergli. In ogni modo
potremo prendere visione delle partiture, sebbene io mi auguri che glitaliani rispondano ampiamente al concorso e non rendano necessario lintervento di musicisti stranieri. ) Per gli
strumenti occorrenti alla tua partitura sia fatto come tu vuoi. Ma perch fai il cattivo? Io ti
avevo chiesto una cosa che non mi pareva dovesse tanto dispiacerti, pensando che per esempio
Respighi si dichiarato prontissimo a fare tutte le riduzioni che fossero apparse necessarie.
Ben altre angherie ho ricevuto io dagli altri Festivals i quali hanno sempre puntualmente dimenticato la mia esistenza! Comunque, ripeto, sia fatta la tua volont perch non permetter
certo che un ottavino e un corno inglese creino del malumore fra di noi.Ti do quindi la mia
assoluzione per larrabbiatura che hai voluto prendere e ti saluto cordialmente.
tuo
Lualdi
vii: Lualdi a Malipiero
Milano aprile
Caro Malipiero,
mi ha detto Agosti che tu lo hai incaricato di trattare la Ruskaya per il Festival. Ho
calcolato che la Ruskaya dovrebbe essere a nostra disposizione a Venezia dal al settembre.
Vedi tu dunque di ottenere le migliori condizioni, e riferiscimele possibilmente prima che io
parta. Avvertila che il Festival povero, povero, poverissimo. Saluti affettuosi.
Adriano Lualdi
. Cfr. la lettera precedente.
.Vedi nota .

. Il Concerto franco-russo previsto per il settembre, fu sostituito da un concerto franco-belga. Cfr.


lettera i/v.

. Compositore berlinese (-) studioso iniziatore del movimento radiogenico: con i suoi studi
[] non solo mira alla creazione di musica radiogenica concertista, ma tende allattuazione di una nuova
forma: il dramma musicale radiofonico. [] la teoria di Butting ha trovato seguaci e allievi, ed ha riscosso
linteressamento del Governo, che ha creato per essa un regolare corso di studi: Giuranna, Mario. Musiche
radiogeniche al Festival di Venezia, in Lundicesima Musa. [], op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Il Concorso Radiogenico.Vedi pp. sgg.

. Cfr. la lettera precedente.

. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero)

. Guido Agosti (-), pianista. Ha insegnato al Conservatorio di Venezia dal al . Fu solista


durante il primo Festival veneziano.

. Jia Ruskaia, nome darte di Eugenia Broisenko, nacque a Kerch in Crimea nel e mor a Roma
nel . Si trasfer in Italia dal . Negli anni Trenta fu co-direttrice della Scuola di ballo della Scala. Nel
fond a Roma la Regia Scuola di Danza, poi Accademia Nazionale di Danza.

. Per il Sud America. Sar la segretaria Ada Finzi a tenere i contatti con Malipiero durante lassenza
di Lualdi.

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


viii: Lualdi a Malipiero
Milano luglio
Caro Malipiero,
Chiusosi il Concorso Radiogenico, bisogna ora provvedere prima del luglio alla scelta
dei lavori che verranno eseguiti nel concerto del settembre e alla assegnazione del premio di
L..- Ti prego caro Amico, di voler accettare di far parte della Commissione Giudicatrice, e
ringraziandoti fin dora, attendo un tuo cenno di conferma. Affettuosi saluti.
Adriano Lualdi
ix: Lualdi a Malipiero
Milano luglio -x
Carissimo,
Devo decidere in questi giorni a chi sar affidata lesecuzione della tua Pantea. Della
Ruskaja, la quale chiede . lire, naturalmente inutile parlare! Mi si dice che tu saresti
contento della Minny Casella Smolkowa: vero? A disposizione sarebbe anche la Radice
della Scala, e io desidero che tu stesso scelga liberamente, fra questa e quella. Mi occorre per
una risposta urgentissima e chiarissima, poich la cosa deve essere definita in questa settimana.
Grazie dei tuoi saluti che ho trovati qui, al mio arrivo. Ti abbraccio con la speranza di poterti
vedere presto
tuo
Adriano Lualdi
necessario anche che tu mi dica se lartista che interpreter la Pantea deve avere dei
costumi variati, e quanti.
x: Lualdi a Malipiero
Milano, luglio -x
Carissimo,
ti ringrazio della adesione a far parte del Comitato per il Concorso-Radio, ma non sono
proprio sicuro che le riunioni possano aver luogo a Venezia; perch, se anche gli altri commissari che abitano in altre citt, risponderanno come te, non so in qual modo si potranno tenere
le sedute.Voi, miei cari amici e colleghi, siete tutti bravissimi musicisti, e brava gente; per, avete
il difettino di preoccuparvi unicamente dei vostri intereressi personali e dei vostri lavori, senza
pensare che bisogna qualche volta sacrificarsi per gli altri, come faccio io per la maggior parte
del tempo, sebbene sia convinto che, con questo, merito il gran premio dei minchioni. Dunque, se potremo fare le riunioni a Venezia tu sarai nel Comitato; altrimenti dovr sostituirti.
Ho gi provveduto a liberarti dalla Smolkova; e far iniziare prestissimo lo studio alla Radice
in modo che questa ragazza possa rendere il massimo possibile. La Creation di Gruenberg
non si fa pi, perch non si potuto combinare la venuta del baritono Robeson, che era
stato indicato dal M Reiner come interprete ideale. Per il vestito di Pantea sta bene. Pro. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).
. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).

.Vedi nota .

. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).

.Vedi nota .

. Paul Robeson, basso-baritono e attore americano (-).

.Vedi nota .

541

Laureto Rodoni
ver a domandare alla Radice se vuol danzare nuda. Sarebbe certamente un grande richiamo e
unottima cosa, ma temo di trovare qualche difficolt nella Pubblica Sicurezza, e nel fidanzato e
aspirante della stessa Radice, il quale non avr piacere che altri mettano gli occhi sui suoi presunti possedimenti. Per la Yella [sic] von Braun-Fernwald parler domani con Reiner a Venezia;
e se sar contento e se la signora non avr troppe pretese la scritturer. Sono molto contento
che lAnbruch esca in settembre con un numero speciale per il Festival di Venezia. Spero che
almeno questa volta la combriccola austro-tedesco-francese non si dimentichi che esiste un
compositore italiano, non degli ultimi, che si chiama Lualdi. Provvedo a dar notizia della prossima rappresentazione del tuo Mistero di Venezia a Coburgo. Ti abbraccio
Adriano Lualdi
xi: Lualdi a Malipiero
Milano luglio -x
Caro Malipiero,
Dopo aver fatto, con Farinelli, una prima scelta delle composizioni inviate al Concorso
Radiogenico, con esclusione degli -analfabeti-, ho spedito ieri a te e agli altri Commissari, sette
lavori da esaminare. Tu riceverai, o avrai ricevuti, quelli dei seguenti autori:
carlo golisciani
alberto marzollo
franco del maglio
antonio veretti
ottorino ivampa
francesco catalani dAb.
gino contelli
. Musikbltter des Anbruch, prestigioso bi-settimanale dedicato alla musica moderna pubblicato dal al .
. Allusione alla pi volte vituperata Internazionale dellArte.

. Il Mistero di Venezia comprende un dramma musicale in tre parti (Le Aquile di Aquileia); una commedia
musicale in due parti (Il Finto Arlecchino) e il dramma musicale senza parole (I Corvi di San Marco). Fu pubblicato nel dalla Universal Edition. Le tre parti furono composte dal al e la prima esecuzione
di tutto il Mistero ebbe luogo a Coburgo il dicembre , sotto la direzione di Karl Friedrich.

. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).

. Non ho trovato notizie su questo compositore e nemmeno su Ottorino Ivampa e Francesco Catalani dAb.
Evidentemente non han fatto carriera in ambito musicale. Nessuno di questi compositori stato premiato.

. Riferimenti a Marzollo in: Nicolodi, Fiamma. Su alcuni aspetti dei festivals tra le due guerre, op. cit.
(vedi nota ), p. n: a assoluta dei Tre schizzi per quartetto darchi durante il primo festival veneziano
(), e p. n: scelta della Serenata per il Concorso Radiogenico del . Di Marzollo Lualdi ha diretto una
composizione (non specificata): cfr. Lualdi, Adriano. Larte di dirigere lorchestra, op. cit. (vedi nota ), p. .

. Risulta dal Catalogo Ricordi che Franco Del Maglio ha trascritto una serie di Lieder di Schubert
(Ellens Gesang) per violino e pianoforte.

. Compositore, didatta e critico musicale, nato a Verona il febbraio e morto a Roma il luglio
. Allievo di Alfano. [] uno dei musicisti pi importanti e significativi fra quelli che [] proseguirono
lopera di rinnovamento della musica italiana, sia facendo riferimento alle correnti pi avanzate della musica
europea, sia alla produzione italiana preottocentesca. Compose opere teatrali, unopera balletto, un Mistero
musicale e coreografico, un oratorio, musica per film e musica da camera. Cfr. Trudu, Antonio. Veretti,
Antonio, in: DEUMM, op. cit. (vedi nota ), vol. viii, pp. -.

. Probabile errore di Lualdi. Dovrebbe trattarsi di Gino Contilli (-), tra primi musicisti italiani
ad adottare la tecnica dodecafonica.

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


Ti prego di esamirarle con la massima urgenza, e di riferirmi i tuoi giudizi, entro il
agosto, indirizzando i tuoi comenti qui a Milano a me. Le musiche invece dovrai spedirle lo
stesso giorno, in pacco raccomandato espresso, alla Segreteria di Venezia, Palazzo Ducale. Tutto
urgentissimo, perch siamo gi molto in ritardo. Grazie e saluti affettuosi
Tuo
Adriano Lualdi
xii: Lualdi a Malipiero
Milano luglio -x
Carissimo,
Ti prego di trovarti domenica agosto alle ore di mattina a Palazzo Ducale, per chiudere,
insieme con gli altri Commissari, i lavori del Concorso Radiogenico. Raccomandandoti vivamente di non mancare, ti prego di confermarmi, qui a Milano, la tua venuta.
Saluti affettuosi
Lualdi
xiii: Lualdi a Malipiero
Milano (?) ago. -x
Caro Malipiero,
ho sistemata la faccenda Pantea - Casella. Egli rinuncia a dirigerla e non se ne ha a male, ma
anzi riconosce che gli far bene riposare un poco, dopo la faticata per Orfeo. Accomodata
dunque senza cataclismi di amicizie la questione morale, prego ora te di sistemare la parte finanziaria. Io sono, come te, contentissimo che Reiner diriga Pantea; ma necessario che questa
sua nuova prestazione non costi un centesimo di pi di quanto Reiner deve prendere per il
concerto, perch i denari, come sai, son pochi; e io non so pi dove battere il capo per contenere le spese di questa enorme e complicatissima baracca. Lavorati dunque tu Reiner, come io
mi son lavorato Casella; che egli, insomma, faccia un favore a te, e che non mi aggravi neanche
di cento lire il bilancio gi oggi pesantissimo. Domani sera andr a Venezia (Direzione Festival
Musicale - Palazzo Ducale) e non mi muover pi. Attendo l tuo notizie. Ti abbraccio
Adriano Lualdi
xiv: Lualdi a Malipiero
Venezia, settembre -x
Caro Malipiero,
Apprendo che questa mattina tu e il M Sherchen avete ordinato una prova per la ballerina Radice senza avvertirne n il dott. Salvini, n la Sig.ra maestra di ballo, e neanche lumile
sottoscritto che, se non mi sbaglio, avrebbe il diritto di essere informato di tutto. Trovo che

. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).


. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).

. La favola di Orfeo, composta da Casella per il ii Festival veneziano, su testo del Poliziano, ridotto da
Corrado Pavolini. And in scena il settembre del sotto la direzione dellAutore. Cfr. Casella, Alfredo. I
segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

.Vedi nota .

. Lettera dattiloscritta su pagina; intestazione come le precedenti (Fondo Malipiero).

. Cfr. lettera ii/xvi.

. Guido Salvini, regista, scenografo e costumista. Fu scenografo del balletto Pantea di Malipiero. Allest la
favola di Orfeo per il Festival del . Nel fu regista di Una favola di Andersen di Veretti.

543

Laureto Rodoni
questa una mancanza di riguardo che mi permetterai deplorare e che ti prego non si ripeta.
Non possibile che ogni interessato, autore, interprete ecc. faccia delle prove di testa sua senza
portare in una organizzazione come questa il caos, e senza danneggiare in ultima analisi con
lorganizzazione anche s medesimo. per questo che ti domando maggiore osservanza delle
gerarchie.
Saluti affettuosi
Adriano Lualdi
xv: Lualdi a Casella
Caro Casella,
ho ricevuto lettera, ritagli e sono contento che cos lontano lei si sia ricordato di
me, se non altro per darmi torto.Vuol dire che, dopo tutto, la mia opinione sulle cose sue non
le proprio indifferente. Mi ricordo benissimo di aver chiamato bamboleggiante non lo stile
italiano moderno (a questora, da che ho luso della ragione musicale, di stili italiani moderni
ne ho sentiti proclamar tanti, che non capisco pi quale sia lautentico e quale il contraffatto;
per conto mio, credo che nessuno di noi possa giudicare in materia; lo potranno i nostri nipoti,
se ci riterranno degni di studio e di classificazione) e neanche il suo stile, caro Casella. Bens ho
detto che lei bamboleggia in alcune parti del suo Concerto per quartetto darchi. In alcune
. Lettera manoscritta, a matita, su pagine con intestazione il secolo redazione, conservata nelle
Carte della Famiglia Lualdi, Roma. Dovrebbe trattarsi della brutta copia; oppure la lettera non mai stata
spedita (ipotesi a mio parere piuttosto labile). Non v traccia comunque nel Catalogo caselliano di questo
documento.

. Caro Lualdi queste critiche [ritagli di giornali americani con recensioni di concerti caselliani] per
dimostrarle che lo stile italiano moderno che ella chiam, due anni fa, bamboleggiante, e del quale rivendico
in buona parte la paternit, comincia ad incontrar fortuna nel mondo intero, anche transoceanico. Con tutto
quanto Ella ha scritto sulla mia arte e sulla mia persona, non Le sono nemico, e mi auguro che Ella possa presto
meglio comprendere la mia arte. Con mille cordialit, suo Casella. (Carte della Famiglia Lualdi, Roma.)

. Si tratta dellOp. , pubblicata dalla Universal Edition nel e portata in toune nello stesso
anno con il Pierrot lunaire di Schnberg. Sul Concerto scrisse Casella stesso: il primo lavoro di mole che
avessi intrapreso da parecchi anni e che considero tuttora come un notevole passo innanzi su quella via di
chiarificazione e di realizzazione stilistica che avevo inaugurato sin dai pezzi infantili. Casella allude alla sua
terza maniera (vedi nota ). Laccostamento alla composizione di Schnberg aveva un preciso significato
per Casella: Desideravo pure che il Pierrot lunaire venisse accompagnato da un lavoro italiano che valesse a
dimostrare quanto la nostra rinnovata sensibilit, la nostra risorta tradizione fossero indipendenti dallarte del
maestro viennese; Casella, Alfredo. I segreti della Giara, op. cit. (vedi nota ), p. . Lualdi cos lo recens:
Se si eccettua la Siciliana [vedi nota ] negli altri tre tempi, e specialmente negli ultimi due, non mi pare
proprio che si possa parlare di maturit fatta di equilibrio, di semplicit lineare e di saldezza costruttiva. Non
di equilibrio, perch questo manca sempre fra le idee che sono tutte di una agghiacciante banalit, piatte,
fruste e prive di una qualunque emozione e gli sviluppi; non di semplicit lineare, perch linutile tormento
delle armonie dei disegni e delle sorprese ritmiche non fa che render goffo e contorto tutto linsieme;
non di saldezza costruttiva, perch questa tutta formale ed esteriore e scolastica, non intima e profonda.
Quanto a maturit poi, non ne parliamo; Alfredo Casella bamboleggia, in questa composizione. E con ci,
rimane escluso che il suo Concerto possa essere in un qualunque modo rappresentativo di uno stile moderno
veramente italiano, o delle tendenze giovani italiane. Grazie al cielo, la musica e i musicisti italiani non sono
ancora cos esauriti e spiritualmente decrepiti, da dovere a dimostrazione della loro indipendenza e del loro
rinnovamento rimbambire; Lualdi, Adriano. Serate musicali, op. cit. (vedi nota ), p. .

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


parti, non in tutte; perch mi ricordo che della Siciliana ho detto tutto il bene che sentivo di
potere e di dover dire. Ed ho scelto e adoperato il vocabolo che le rimasto cos bene nella
memoria anzitutto perch il Programma mi ha come si dice tirato in lingua, affermando che il quartetto era un vero modello delle tendenze giovani italiane, dello stile moderno
veramente italiano, della maturit fatta di equilibrio ecc. italiana; e lei capisce che, davanti ad
affermazioni di questo calibro e cos compromettenti dal punto di vista storico, a chiunque
sarebbe venuta la volont di ribattere e anche a lei, se si fosse trovato al mio posto e se avesse
dovuto giudicare composizioni presentate con tali cannonate. In secondo luogo ho scelto il
vocabolo perch ho voluto offrire una tavola di salvezza futura alla sua poca prudenza presente. Perch, insomma, ero e sono convinto che lo stile bamboleggiante di quelle parti del
Concerto non n il suo, n litaliano: ma un atteggiamento transitorio alla cui sincerit non
credo perch lei non certo un ingenuo, e perch nessuno di noi potr mai ritrovare la vera
inconfondibile preziosa ingenuit infantile e alla cui durata credo meno ancora. O non mi
ha detto lei stesso lanno scorso, di essere gi arrivato alla terza maniera? E io le ho invidiato
questa facolt di osservazione, e questa piena coscienza dei mutamenti che avvengono in lei
e che io credevo come nella grandissima maggioranza degli artisti assolutamente spontanei e, almeno in un primo tempo, incontrollabili. Ma quanti anni ha lei? la mia et poco
meno o poco pi. Ora, proprio sicuro che questa terza maniera sia la sua ultima maniera?
Io non credo. Io credo anzi che se lei, in quarantanni in venti di milizia arrivato a
quella che lei chiama terza maniera, in ottanta arriver almeno alla dodicesima. E allora, che
ne sar dello stile italiano, moderno, maturo e definitivo del .Vede dunque che fra quarantanni, dovr ringraziarmi del mio vocabolo, e dovr riconoscere con me che lei, nel ,
bamboleggiava. Che le sue musiche siano piaciute a New York non dimostra nulla perch
lei sa che non il giudizio di un pubblico che decide della bont o dellerrore di un indirizzo,
n stabilisce la verit o la falsit di un asserto ma mi rallegra tanto, e cos sinceramente, che
domani stesso ne dar notizie nel mio giornale. Ella dice: con tutto quanto ella ha scritto sulla
mia arte e sulla mia persona, non le sono nemico. Caro Casella, io non sento bisogno di un
suo generoso perdono, perch so di non averla mai insolentita. Io credo anzi e lei dovrebbe
riconoscerlo che di tutti i critici milanesi e di quasi tutti gli italiani (che non appartengono
al mio gruppo) io sono sempre stato il solo a riconoscere lealmente ed ampiamente ogni
. Dei quattro pezzi che lo compongono scelgo ed amo, la Siciliana: frammentaria pur nella sua brevit,
non mi sembra tanto saldamente costrutta come si afferma nel programma; ma poetica, sentita, commossa
e convincente. Il suo carattere, che si ispira ai modi popolari, la sua atmosfera armonica ed istrumentale le
risorse del quartetto sono adoperate in essa con molta bravura ne fanno una pagina veramente pregevole
e suggestiva, ben meritevole del caldissimo successo di applausi che ha ottenuto: ibidem, p. .

. Il Concerto per due violini, viola e violoncello di Alfredo Casella stato scelto perch dice la
Corporazione [delle nuove musiche] essenzialmente rappresentativo delle pi moderne tendenze giovani
italiane che vogliono ricondurre larte nostra ad una maturit fatta di equilibrio, di semplicit lineare e di
saldezza costruttiva. Dopo aver ascoltato il Concerto, eseguito assai bene dal Quartetto Pro Arte di Bruxelles,
io ho un gran dubbio che la Corporazione abbia esagerato: ibidem, p. .

. Sulla cosiddetta terza maniera, cfr. Gatti, Guido M. Casella, Alfredo, in: DEUMM, op. cit. (vedi
nota ), vol. ii, p. : Il terzo stile di Casella divenuto la chiave critica (o addirittura lo slogan) dopo
lapparizione, nel , degli Pezzi infantili, con i quali esso avrebbe inizio: tutto ci che li ha preceduti
(comodamente) considerato o come insignificante nei riguardi della configurazione artistica del musicista o,
nella migliore delle ipotesi, come premessa alla produzione successiva.

. Casella aveva anni; Lualdi.

545

Laureto Rodoni
volta che ho potuto i suoi meriti. Se non mi sbaglio, della Siciliana non sono stati in molti
a scrivere le parole calorose ed esplicite che ho scritte io; se non erro, il Convento veneziano
ha avuto in me, e dinanzi alla freddezza del pubblico un difensore, non un detrattore;
se non minganno, il Trio Casella, il pianista Casella hanno sempre avuto in me un convinto
esaltatore. E se qualche volta ho dissentito dai suoi atteggiamenti e dalle sue musiche, stato
sempre con quella aperta lealt che mi procura questa s molti nemici; ma che tiene
sempre tranquillissima la mia coscienza: e mi permette sempre di guardare fisso negli occhi le
persone che mi parlano, e di rispondere con piena fermezza a quelle che mi scrivono. In ogni
caso, lodi o dissensi, io mi sono sempre occupato di lei, e non la ho mai ignorata. Pu lei che
non mi nemico dire altrettanto di me? Eppure, qualche piccola cosa ho fatto anche io,
nel campo della composizione; e non del tutto inutile, forse, n vecchio, n sciocco. A giudizio
degli altri, sintende, perch il mio giudizio me lo tengo per me; ed attendo, tuttal pi, che me
lo suffraghi lei; quando non dir come lei dice a me meglio comprender la mia arte ;
ma quando si accorger che fra i nuovi musicisti italiani, e fra coloro che cercano vie nuove
al nostro melodramma ce n uno che ha scritto Il diavolo nel campanile e che la saluta con
ogni cordialit, e che si chiama
Adriano Lualdi
xvi: Lualdi a Scherchen
Venezia, <sett. > matt.
Caro Maestro Scherchen,
non si tratta di volere n di non volere offenderLa. Sono ragioni tecniche, di smontaggio e
montaggio scene, parapettata, fossa orchestrale della Fenice, leggii, impianto elettrico eccetera,
che mi hanno impedito di darle le ore di prova che ella mi ha chieste per questa seconda recita
di Pantea. Quello che avevo fissato ieri il massimo. Di non poterle dare di pi io sono molto
spiacente; e per quanto trovassi molto adeguata la sua richiesta, sarei stato lieto daccontentarla. Malipiero sa benissimo che io non ho lesinato n lesino cure, spese, lavoro, assunzione di
molti fastidi, ecc., per tentare di accontentare i compositori di musica; e speravo che le facesse
intendere che se oggi ho dovuto far cos perch non potevo far diverso. Stia sicuro che lesecuzione di questa sera sar ottima: i perch lopera stata molto bene concertata e diretta dal
M Reiner; ii perch questa ripresa affidata a un bravo direttore dorchestra come lei. Si
ricordi che dalle . alle , e anche alle . lorchestra a sua disposizione. E che la prova
generale dello spettacolo incomincia alle ore , e deve svolgersi (sempre per ragioni tecniche)
nel modo seguente:

. [] debbo dire che questa partitura di Alfredo Casella e rimane fino ad oggi il meglio che io conosca
di questo autore. viva di ritmi e di colori, ha qualche felicissimo momento caricaturale, [] ricca di pagine
che si ascoltano con vero piacere: e per le idee talora volutamente barocche, talora intimamente eleganti che
le ispira; e per la strumentazione che brillantissima, e trattata con mano maestra: Lualdi, Adriano. Serate
musicali, op. cit. (vedi nota ), pp. -.

. Lettera manoscritta su pagine; carta intestata come le precedenti (Fondo Malipiero). Nella lettera
Lualdi allude di nuovo a una seconda recita del balletto Pantea di Malipiero (vedi pp. e ), da rappresentarsi la sera stessa, cio il settembre, al di fuori quindi del periodo previsto per il secondo Festival (-
settembre). Su questa rappresentazione straordinaria non ho trovato altre notizie. Per impedimenti del maestro
Reiner, Lualdi ne affid la direzione a Hermann Scherchen, dimostrando una notevole apertura culturale e
politica (Scherchen era comunista).

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Caro Lualdi. I rapporti darte e damicizia tra G. F. Malipiero e A. Lualdi


) Orfeo
) Pantea
) Don Giovanni
xvii: Casella a Lualdi
Pittsfield, Massachussets
il //xii [= ]
carissimo,
ti ringrazio di cuore per quanto hai fatto per Yvonne e per tutte le gentilezze che avete
avuto per Lei. Ho ricevuto ottime notizie sul festival. Mi pare che sia andato bene assai. Ne
sono ben lieto, soprattutto per tutte le fatiche tue che non sono state spese invano. So per vecchia esperienza che cosa rappresenti una simile organizzazione, e ben apprezzo quanta energia
e quanto lavoro hai dovuto spendere per questa manifestazione. Sono dunque ben felice che sia
riuscita cos bene. Noi abbiamo avuto qui un debutto meraviglioso, di pubblico e di critica.
Abbiamo gi in tasca un bel contratto per un giro (comprendente anche la California) nel
//. Torniamo a Roma il novembre. Ricordami alla signora Wanda ed ai suoi figli.
Un abbraccio dal tuo aff.mo
Casella

.Vedi nota . probabile che sul podio vi fosse ancora Casella.


. Lalba di Don Giovanni di Franco Casavola, su soggetto di Carlo Veneziani. And in scena la prima volta,
come La favola dOrfeo e Pantea, il settembre . Probabilmente anche la seconda recita fu diretta da Mario
Cardone. Franco Casavola (Modugno, Bari, luglio - Bari, luglio ) fu, oltre che compositore,
critico musicale. Allievo di Respighi, ader in seguito al movimento futurista. Nel si trasfer a Parigi, dove
mut indirizzo artistico, componendo secondo i canoni dellopera post-verista.

. Lettera dattiloscritta su pagina; carta intestata south street inn and tea room - pittsfeld
massachusset (In the Hearth of the Berkshires). (Carte della famiglia Lualdi, Roma.)

.Yvonne Mller, la sua seconda moglie (vedi nota ).

. Il terzo Festival, allestito nel . Cfr. pp. sgg.

. Cfr. Casella, Alfredo. I segreti della giara, op. cit. (vedi nota ), pp. -: nellestate del , giunse
un giorno un cablo di Mrs Coolidge (vedi nota ), la quale invitava il Trio [Casella] a dare per sei settimane
concerti agli Stati Uniti nelle varie sue organizzazioni. [] Naturalmente accettammo con entusiasmo e ci
imbarcammo sul Conte di Savoia ai primi di settembre. Giunti a New York, ci recammo subito a Pittsfield,
piccola cittadina nelle vicinanze della quale aveva luogo il Berkshire Mountain Festival al quale dovevamo
partecipare. Questo festival si inaugur per la prima volta nel settembre del nella medesima localit e si
regolarmente ripetuto ogni autunno. [] ha dunque sede in una localit distante circa dieci chilometri da
Pittsfield [] Il programma del festival comprende musica passata e contemporanea. Il pubblico lui pure
di una qualit eccezionale e raccoglie amatori venuti da tutte le parti degli Stati Uniti ed anche dallEuropa,
musicisti idem, ed infine la parte migliore della critica americana. [] Rimanemmo in America circa sei
settimane, dando concerti per Mrs Coolidge a Boston, Chicago, Newhaven, Providence, ecc. [].

. Ai primi di gennaio , il nostro trio si rec agli Stati Uniti per un giro di circa trenta concerti, i
quali ebbero pieno successo. Suonammo anche colle orchestre di Chicago e di Boston. Questultima, diretta
da Kussewitski, diede una esecuzione prodigiosa del mio concerto per trio ed orchestra, che ci, parve di udire
per la prima volta, tale era la perfezione virtuosistica dellinterpretazione.Tornammo dagli Stati Uniti alla fine
di marzo: ibidem, pp. -.

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